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Notiziario_dicembre_2006

Date post: 24-Mar-2016
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Notiziario dicembre 2006
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Notiziario dell’Ispettoria Salesiana Sicula Anno XXXIII n. 130 Dicembre 2006
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Notiziario dell’Ispettoria Salesiana SiculaAnno XXXIII n. 130 Dicembre 2006

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Redazione: Felice Bongiorno

Giuseppe Falzone

Gaetano Urso

Progetto grafico: Roberto Arena

Impaginazione: Felice Bongiorno

Stampa digitale: Scuola Grafica Salesiana

Catania-Barriera

EditorialeDoveroso, in questo numero di Di-

cembre l’evento della visita del Papa inTurchia. In essa hanno soggiornato epredicato a lungo parecchi apostoli, daPaolo a Giovanni, a Filippo. In Asia Mi-nore, l’allora Turchia, si sono svolti i pri-mi Concili della Chiesa. In essa hannovissuto le comunità cristiane degli efesi-ni, dei galati, dei colossesi, a cui sono in-dirizzate molte delle lettere neotesta-mentarie. Il ricordo, ancora di Antio-chia, Costantinopoli, Efeso, Edessa, Tar-so, Nicea, e poi la Cappadocia, la Lidia ela Panfilia ci fanno rievocare tutto losplendore dell’Oriente cristiano, bizan-tino e siriano.

Un viaggio coraggioso, quello delPapa, che in sosta e raccoglimento nellaMoschea Blu a mani giunte ha rovescia-to gli stereotipi negativi che l’avevanopreparato.

Il Papa, successore di Pietro, ab-bracciando Bartolomeo I, successore diAndrea, nel giorno della festa dell’Apo-stolo, ha dato un segno chiaro e signifi-cativo di carattere ecumenico alla visita:indicare l’esigenza e l’urgenza che i duefratelli e le due Chiese sorelle, si ritrovi-no insieme in perfetta armonia e pace.

Spazio rilevante, in questo numero, èstato dato al Capitolo Ispettoriale, aMamma Margherita, al Convegno di Ve-rona, l’Agorà dei giovani. Il ricordo diDon Giannone, le professioni religiosedi alcuni confratelli, eventi vari…

La redazione augura a tutti BuoneFeste.

SS oo mm mm aa rr ii ooMessaggio del Rettor Maggiore pag. 2Lettera dell’Ispettore » 4Formazione » 6Pastorale Giovanile » 17Frammenti di memoria... » 30Vita ecclesiale » 32Famiglia salesiana » 34Dalle case salesiane… » 36Gloria del passato » 44Guardando altrove... » 45Brevemente... » 50Da ricordare » 52

In copertinaRitratto di Mamma Margherita.

SSeerreennoo NNaattaallee 22000066 ee BBuuoonn 22000077

II bbuuooii

Vigilia di Natale, è mezzanotte:“Ora essi sono tutti inginocchiati”,disse un anziano a noi seduti in gruppoben crogiolati presso il focolare.Ci fingemmo le miti creatureentro il loro ricovero di paglia,né ad alcuno di noi venne il pensieroche non fossero appunto genuflessi.Tanta leggiadra fantasia, chi maitesserebbe in questi anni? Pure io sentoche in quell’ora un tale mi dicesse:“Vien a veder i buoi inginocchiatinella solinga fattoria a valle,che nell’infanzia avemmo familiare”,lo seguirei tra l’ombre della notte,sperando in cuore fosse vero.

(Thomas Hardy)

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LL’’IIMMPPEEGGNNOO PPEERR LLAA VVIITTAA

Come aiutare la vita? Dio ha offerto nell’uomo tutto l’occorrente per mantenere, tutelare e svi-luppare la vita; gli ha donato la sessualità, e la coscienza morale, oltre, naturalmente al suo aiutopersonale verso tutti e ciascuno.

Buon Natale eFelice Anno Nuovo

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LLaa mmaammmmaa ddii DDoonn BBoossccoo,, MMaarrgghheerriittaa OOcc--cchhiieennaa,, ppuuòò eesssseerree iill mmooddeelllloo ddii ooggnnii mmaammmmaa……IIll ssuuoo èè uunn mmeessssaaggggiioo ddii ffoorrtteezzzzaa,, ddii oottttiimmiissmmoo,,ddii ssppeerraannzzaa ccoonnttrroo ooggnnii ssppeerraannzzaa..

Il primo ricordo di Don Bosco è la mano disua madre. Giovannino aveva solo due anni enon voleva uscire dalla stanza dove era spirato ilpapà. Racconta lui stesso: “Povero figlio, dissemia madre, vieni con me, tu non hai più padre.Ciò detto, ruppe in forte pianto, mi prese permano e mi trasse altrove, mentre io piangevaperché ella piangeva”. La ma-no di Margherita, che pure èstraziata dal dolore e dall’ap-prensione per il futuro, è dol-ce e ferma: non lascerà mai isuoi figli. È il suo primo im-portante messaggio: “Possia-mo essere colpiti, ma andiamoavanti e qualunque cosa capititu puoi contare su di me”.Margherita aveva allora 29 an-ni, Giovannino 2, Giuseppe 4,Antonio 14. Per Antonio,Margherita è solo la «matri-gna». Per di più egli è un ado-lescente grezzo, buon lavorato-re, ma cocciuto e geloso.

MMaarrgghheerriittaa èè uunnaa mmaammmmaammoollttoo ««mmooddeerrnnaa»»: la respon-sabilità della famiglia è sullesue spalle. La classica battuta sulle madri oggidovrebbe suonare così: «La mamma è sola!».Oggi, le mamme sono sole in molti modi. Perchéhanno un doppio lavoro, fuori e in casa, o per-ché sono separate con i figli a carico, o perchésono lasciate sole nel compito di educazione deifigli. Mio marito di queste cose non s’interessa,dicono, quasi a giustificare una distrazione che èin realtà una colpa grave. MMaammmmaa MMaarrgghheerriittaa èèpprriimmaa ddii ttuuttttoo pprreesseennttee. Il suo è un amore totaleed effettivo, fatto di poche parole, molte azioni,

Messaggio del Rettor Maggiore

Mamma Margherita il modello

un esempio continuo, una donazione assoluta.Contadina analfabeta, è ricca d’infinita saggezzae raro equilibrio. Tutti sono concordi nel sottoli-neare il suo ruolo determinante nella formazionedi Giovannino. I suoi furono insegnamenti sem-plici e grandi. Per esempio:

DDeecciissiioonnee ee ccoorraaggggiioo sono gli ingredienti perriuscire. Nessuno vide mai Don Bosco «scorag-giato». E neanche sua madre. In famiglia tuttidevono dare una mano. Margherita abituò pre-sto i figli a lavorare in casa e in campagna. Gio-

vanni dovette ingegnarsi perpagarsi gli studi: imparò a fareil sarto, il falegname, il barista,il barbiere. Anche a Valdocconessuno veniva «viziato».Quando un ragazzo correvada Mamma Margherita perfarsi attaccare un bottone allagiacca, lei gli porgeva ago e fi-lo: “Perché non ci provi tu?Bisogna imparare a fare unpo’ di tutto”.

IIll tteemmppeerraammeennttoo ssii ddeevveeddoommiinnaarree. Ogni figlio ha untemperamento diverso che de-ve imparare a tenere sottocontrollo. Con la dolcezza e lapazienza Margherita piegòAntonio, tentato all’asprezza.Con attenzione seguì l’evolu-

zione di Giovannino: “Giovanni aveva in sé quelsentimento di sicurezza nell’agire che si può contanta facilità trasnaturare in superbia; e Marghe-rita non esitò a reprimere i piccoli capricci findall’inizio, quando egli non poteva essere capacedi responsabilità morale”, ricorda don Lemoyne.

LLiittiiggii ee iinnccoommpprreennssiioonnii tra fratellinon si ri-solvono con predicozzi e discussioni. MammaMargherita riconobbe la parte di ragione di An-tonio che non capiva la voglia di studiare di Gio-vanni e intervenne efficacemente. Anche se pro-

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PPaarrllaarree,, ddiiaallooggaarree,, rraaccccoonnttaarree sono momen-ti irrinunciabili della vita famigliare. E nella pic-cola casa dei Becchi c’era anche il tempo di rac-contare i sogni.

LLaa ccoosscciieennzzaa mmoorraallee è una guida fondamen-tale. Fin da piccoli, i Bosco impararono a distin-guere il bene dal male, senza ipocrisia e senzafurberie. Conoscevano esattamente quello chedovevano e quello che non dovevano fare. Sulletto di morte Margherita poté dire al figlio: “Hola coscienza tranquilla, ho fatto il mio dovere intutto quello che ho potuto”.

DDiioo ss’’iimmppaarraa iinn ffaammiigglliiaa. La preghiera, il ca-techismo, il senso della provvidenza, i sacramen-ti, le opere di carità: tutto questo GiovanninoBosco lo imparò sulle ginocchia della mamma.

Su quelle ginocchia nacque il Sistema Pre-ventivo. EEccccoo iill mmooddeelllloo ppeerr ttuuttttaa llaa FFaammiigglliiaa SSaa--lleessiiaannaa.

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babilmente aveva le lacrime agli occhi mentrepreparava il fagottino di Giovanni che andava afare il garzone lontano da casa.

II ffiiggllii hhaannnnoo uunnaa ssttrraaddaa sulla quale vanno ac-compagnati. Appena comprese la vocazione delfiglio, gli disse chiaramente: “Sentimi bene, Gio-vanni. Io voglio che tu ci pensi bene e con calma.Quando avrai deciso, segui la tua strada senzaguardare in faccia nessuno. La cosa più impor-tante è che tu faccia la volontà del Signore. Ilparroco vorrebbe che io ti facessi cambiar idea,perché in avvenire potrei avere bisogno di te. Maio ti dico: in queste cose tua madre non c’entra.Dio è prima di tutto”. Questo è veramente «da-re la vita».

GGiiooiiaa ee sseerreenniittàà sono il sale della vita.Margherita vigilava, ma non in modo sospettosoe pesante. Sapeva rimproverare sorridendo eprendere la vita con un pizzico di umorismo.Quando lasciò il suo piccolo paradiso dei Becchiper seguire Don Bosco in una periferia triste emalfamata, cantava con suo figlio: “Guai al mon-do se ci sente, forestieri e senza niente”.

Mamma Margherita in un’immagine di Nino Musio.

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Carissimi Confratelli,lasciamoci guidare dal-

l’amore di Dio per la vita!con la strenna del RettorMaggiore vorrei racchiuderela densità di auguri Natalizie di Buon Anno che sianonon suono di parole ma au-spicio di benedizione ed im-

pegno di esistenza.Mi sembra doveroso fare con voi una riflessio-

ne su alcuni fatti che ci hanno molto rallegrato co-me figli di don Bosco perchè esprimono un consen-so ecclesiale e sociale dicosì larga portata da su-citare, non solo in noi,stupore e apprezzamen-to.

Innanzi tutto la di-chiarazione di venerabi-lità di Mamma Marghe-rita: è il dono più grandedi questo 2006 che sichiude nella gratitudinea Dio e alla Chiesa peraverci dato la gioia di po-ter essere Famiglia conPadre e Madre Santi! Losapevamo bene ma orane sentiamo una incon-tenibile gioia perchè inquesta paternità con-giunta a maternità ritro-viamo il volto dell’amore trinitario di Dio, ci sen-tiamo rinsaldati nelle nostre più profonde radicivocazionali, sentiamo di dovere riprodurre nellanostra vita interiore e apostolica, come singoli ecome comunità, questo modo di essere e di agire equesti tratti che anche simbolicamente (volto didon Bosco accostato e quasi compenetrato conquello di Mamma Margherita) abbiamo visto feli-cemente rappresentati in alcune immagini.

Lettera dell’Ispettore

La nomina di S. Em. il Cardinale Tarcisio Ber-tone a Segretario di stato, di Mons. Raffaele Fari-na ad Arcivescovo e di S.E. il carissimo don Lilload Arcivescovo di Messina, ci dicono di una stimatangibile e totale da parte della Chiesa e del Papa:da aggiungere come segno alto di questa stima lanomina del Rettor Maggiore a Presidente del-l’Unione Mondiale dei Superiori Maggiori. So-prattutto per noi in Sicilia l’evento concernenteMons. La Piana ha avuto una risonanza enorme,perchè vedere un figlio della nostra terra e dellanostra ispettoria chiamato a questa altissima re-sponsabilità ci fa sentire colmi di gioia ed insieme

vicini nella preghiera enel ringraziamento, puravvertendo profondo ilrichiamo all’umiltà per-chè tutto è grazia e chi sivanta si vanti nel Signo-re. E la voce ringrazia-mento suscita echi pro-fondi perchè dietro que-ste persone ci torna nelcuore e nella memoria ilvolto dei grandi salesia-ni che ci hanno conse-gnato questo tesoro cheoggi brilla di luce per ilmondo intero! Nelle vi-site mi incontro in ognicasa ancora con qualcu-no di questi grandi figlidi don Bosco e sento il

desiderio di ringraziare, baciare mani e viso di uo-mini che testimoniano con una fedeltà viva unastoria viva, a noi oggi consegnata perchè sia anco-ra feconda e viva.

Un secondo motivo di riflessione nasce daquella ondata di speranza per l’Italia suscitata dal4° Convegno Ecclesiale di Verona il cui slogan èevocativo e totalizzante: Testimoni di Gesù Risor-to, speranza del mondo.

Lasciamoci guidare dall’amore di Dio per la vita!

A tutti i confratelli, ai familiari, ai membri dellaFamiglia Salesiana, ai giovani, ai collaboratoriL’augurio di un Santo Natale nel segno della GioiaL’augurio di un Anno Nuovo nel segno del Da mi-hi animas cetera tolleL’augurio di essere testimoni del Signore Risorto,speranza del mondo e Signore della vitae quindi impegnati a:“- assumere con gratitudine e con gioia la vita comeun dono inviolabile- promuovere con passione la vita come un servizioresponsabile- difendere con speranza la dignità e la qualità diqualsiasi vita, soprattutto di quella più debole, po-vera e indifesa”.Con affetto e in comunione

DDoonn LLuuiiggii PPeerrrreellllii

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Ho più volte testimoniato la mia sintesi perso-nale di un convegno che ho vissuto intensamentecome esperienza di una Chiesa essenzialmente co-munionale, di una Chiesa centrata sull’ascoltoorante dello Spirito e discernente alla luce dellaParola, di una Chiesa fortemente centrata sull’uo-mo perchè, ha detto con splendida sintesi Benedet-to XVI il 30 maggio 2005, “non lavoriamo perl’interesse cattolico ma sempre per l’uomo creatu-ra di Dio”. E mi permetto parafrasare dicendo chenon lavoriamo per l’interesse della Congregazionema sempre per i giovani e i poveri oggetto assolu-to della predilezione di Dio.

Nasce spontanea la terza riflessione alla lucedell’evento Capitolo e del motto di sintesi cari-smatica: Da mihi animas cetera tolle!

Non ho nulla da poter dire in aggiunta alle in-tense indicazioni del Rettor Maggiore che siamochiamati a tener sempre nella mente e nel cuoredurante tutto il cammino ispettoriale e mondiale.

Ma affido una particolare sintesi di ciò che misembra Dio ci chiede, a tre intense affermazionidel S. Padre a Verona:

– C’è un vasto e capillare sforzo da compiereperchè ogni cristiano (e a titolo ‘eminente’ ogniconsacrato) si trasformi in “testimone” capace di

rendere conto a tuttie sempre della spe-ranza che lo anima

– Occorre torna-re ad annunciare convigore e gioia l’even-to della morte e ri-surrezione di Cristo,cuore del Cristianesi-mo, fulcro portantedelle nostra fede, le-va potente delle no-stre certezze

– Nel nome diCristo recate a tuttil’annuncio della con-versione e del perdo-no dei peccati, madate voi per primi te-stimonianza di unavita convertita e per-

donata.Ed a noi per vocazione educatori ed indissolu-

bilmente evangelizzatori giunge una sua partico-lare esortazione su quello che è ‘un punto impor-tante e fondamentale, cioè l’educazione. “... Per-chè l’esperienza della fede e dell’amore cristianosia accolta e vissuta e si trasmetta da una genera-zione all’altra, una questione fondamentale e deci-siva è quella dell’educazione della persona... dellasua intelligenza... della sua libertà e capacità diamare... Un’educazione vera ha bisogno di risve-gliare il coraggio delle decisioni definitive... perfar maturare l’amore in tutta la sua bellezza: quin-di per dare consistenza e significato alla stessa li-bertà”.

Ma quando il Papa deve arrivare alla sintesiultima e al fondamento ispirativo e alla forza sor-giva di tutto, ricorda che “decisivo è il nostro esse-re uniti a LUI, e quindi tra noi, lo stare con Luiper poter andare nel suo nome:.. prima di ogni at-tività e di ogni nostro programma, infatti, deve es-serci l’adorazione, che ci rende davvero liberi e cidà i criteri per il nostro agire. Nell’unione a Cristoci precede e ci guida la Vergine Maria”.

Sia questo il nostro programma, sia questa lanostra speranza. Santo Natale e fecondo 2007.

DDoonn LLuuiiggii PPeerrrreellllii

Zafferana Etnea: Gruppi al lavoro.

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AA.. FFIINNAALLIITTÀÀ DDEELL CCII22000066

Il CI che abbiamo appena iniziato si propo-ne dduuee cchhiiaarree ffiinnaalliittàà:

1. la ragione primaria della convocazione diquesto Capitolo ispettoriale è in funzione delCG26 la cui finalità è stata enunciata dal RM:«L’obiettivo fondamentale del Capitolo Genera-le XXVI è quello di rraaffffoorrzzaarree llaa nnoossttrraa iiddeennttiittààccaarriissmmaattiiccaa ccoonn iill rriittoorrnnoo aa DDoonn BBoossccoo, risve-gliando il cuore di ogni confratello con la passio-ne del “Da mihi animas, cætera tolle”.

Questo obiettivo richiede di approfondire lanostra ccoonnoosscceennzzaa ddii DDoonn BBoossccoo e di prenderein mano le CCoossttiittuuzziioonnii, in particolare il capito-lo secondo sullo spirito salesiano, per rinnovareil nostro impegno di identificarci con lui, padree maestro, e per ispirarci alle sue grandi convin-zioni.

Domanda pure di aacccceennddeerree iill ffuuooccoo ddeellllaappaassssiioonnee ssppiirriittuuaallee eedd aappoossttoolliiccaa nneell ccuuoorree ddiiooggnnii ccoonnffrraatteelllloo, aiutandolo a motivare e ad uni-ficare la sua vita con l’impegno della realizzazio-ne della “gloria di Dio e salvezza delle anime”.

[…] Per raggiungere l’obiettivo del CG26 ènecessaria innanzitutto una miglior conoscenza diDon Bosco: occorre studiarlo, amarlo, imitarlo einvocarlo (Cost. 21). Dobbiamo conoscerlo co-me mmaaeessttrroo ddii vviittaa, alla cui spiritualità ci abbe-veriamo come figli e discepoli; come ffoonnddaattoorree,che ci indica la strada della fedeltà vocazionale;come eedduuccaattoorree, che ci ha lasciato quale prezio-sissima eredità il Sistema preventivo; come lleeggii--ssllaattoorree, in quanto le Costituzioni, che egli diret-tamente e la storia salesiana successiva ci hannodato, ci offrono una lettura carismatica del van-gelo e della sequela di Cristo» (P. CHAVEZ, ACG394,8-9).

Anche se appare ovvio, in Orientamenti eNorme viene esplicitato che sarebbe “rriidduuttttiivvooffiinnaalliizzzzaarree iill CCII aallll’’eellaabboorraazziioonnee ddeeii ccoonnttrriibbuuttii

ddaa iinnvviiaarree aall CCGG2266” (ACG 394, 53). Piuttostoesso va visto e vissuto in prospettiva, cioè comeuunn ““pprroocceessssoo”” ddii ccuuii ““èè iill pprriimmoo ppaassssoo per l’as-sunzione del programma di vita di Don Bosconell’Ispettoria. Ci sarà poi la celebrazione delCG26. Quando si giungerà al CI successivo,l’Ispettoria riprenderà il cammino iniziato nel CIdi preparazione al CG26 e, alla luce degli orien-tamenti del CG26 stesso, cercherà di verificarloe arricchirlo, dando incremento alla pratica giàavviata.” (ivi).

2. Insieme a questa prima finalità, l’Ispettorecol suo Consiglio ne ha indicato un’altra riguar-dante, in modo più diretto e immediato, llaa vviittaaee llaa ssiittuuaazziioonnee ddeellllaa nnoossttrraa iissppeettttoorriiaa. L’inten-zionalità fondamentale è di guardare alla ppeerrssoo--nnaa ddeeii ccoonnffrraatteellllii ccoommee iinntteerreessssee pprriimmaarriioo e co-me ricchezza assoluta della congregazione e del-l’ispettoria. Più che di contrapposizione, si vuo-le privilegiare le persone rispetto alle strutture,anche perché il funzionamento di queste ultimedipende dalle persone. Per via di questa motiva-zione, piuttosto che partire da argomenti specifi-ci predefiniti, il CI vorrebbe essere lo spazio incui dare voce a tutti i confratelli. Per questo aconclusione di questa prima sessione ai confra-telli e alle comunità si chiederebbe di segnalareargomenti, situazioni di vita positive o proble-matiche, esigenze (p. e. di salute, di lavoro, reli-giose, personali e comunitarie, pastorali, struttu-rali…) ritenute secondo la loro valutazione ur-genti o importanti. Le proposte pervenute saran-no prese in considerazione dalle comunità du-rante la seconda intersessione (gennaio-aprile2007) e dai capitolari durante la 3a Sessione (29apr - 02 giu).

BB.. II LLAAVVOORRII DDEELLLLAA 11AA SSEESSSSIIOONNEE

1. Su che cosa si lavoreràSaranno tre gli ambiti su cui lavorare:– Come organizzare il lavoro sui cciinnqquuee nnuu--

insieme formazione

Capitolo Ispettoriale 2006

Finalità del CI2006 e programma della 1A sessioneZafferana - Emmaus 31 ottobre 2006

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insieme 7formazione insieme

cclleeii tteemmaattiiccii ddeell CCGG2266 indicati dal RM sia per ilavori dei capitolari sia per il coinvolgimento del-le comunità. Solo come ipotesi di lavoro sonostate offerte delle ttrraaccccee ssuuii ssiinnggoollii nnuucclleeii tteemmaa--ttiiccii (in carpetta)..

– Il CI in questa sessione dovrà dare indica-zioni opportune su come operare perché innan-zitutto llee ccoommuunniittàà ee ii ccoonnffrraatteellllii ssiiaannoo ccooiinnvvooll--ttii con atteggiamenti costruttivi nel percorso ca-pitolare. Inoltre le comunità dovranno esseresollecitate e sostenute nel rendere effettivamentecorresponsabili ii ggrruuppppii ddeellllaa FFaammiigglliiaa ssaalleessiiaa--nnaa, i laici e i giovani vicini alla comunità e parte-cipi del nostro carisma. Come cointeressarli?

– IIll CCII ccoommee ccaammmmiinnoo ffoorrmmaattiivvoo uunniiffiiccaattooPer quest’anno il CI dovrebbe assumere le

varie attività formative rientranti ordinariamentenel Piano formativo ispettoriale annuale. Per cuinon ci saranno gli incontri formativi per settori(direttori, oratorio, parrocchia, scuola, CFP…).La formazione, sia personale che comunitaria,convergerà in un uunniiccoo ppeerrccoorrssoo iinncceennttrraattoo ssuuiicciinnqquuee nnuucclleeii ddeell CCGG2266 (ritorno a Don Bosco,urgenza di evangelizzare, necessità di convocare,povertà evangelica, nuove frontiere) e su altri in-dicati dai confratelli e dalle comunità e assuntidal Capitolo Ispettoriale. Si avrà così almeno unduplice vantaggio: evitare di moltiplicare tempi eattività su vari fronti formativi col rischio anchedella dispersione; fare dell’iter capitolare un per-corso di verifica e di crescita del nostro essere sa-lesiani/boschiani.

2. Con quale metodo lavorare– Alla luce della lettera di convocazione del

RM (ACG 394) in “Orientamenti e direttive”viene indicata la stessa metodologia adoperatadal CG25, che possiamo così sintetizzare:

• Chiamata di Dio• Lettura della situazione attuale• Linee di azione tenendo conto di tre livel-

li: processi da assumere, mentalità da convertire,strutture (da non identificare con le opere) dacambiare

– Per quanto riguarda l’organizzazione deicapitolari, nei lavori si seguirà il metodo delleccoommmmiissssiioonnii ccoonn ccaarraatttteerree zzoonnaallee. Questo siste-ma dovrebbe favorire la possibilità di eventualiincontri dei capitolari durante le intersessioni euna lettura più realistica e puntuale, soprattuttoper quanto riguarda gli argomenti che più diret-tamente toccano gli interessi dell’ispettoria.

3. Con quale animo lavorare– CCoossttrruuiirree nneellllaa ffiidduucciiaaLe Costituzioni ci presentano il Capitolo

ispettoriale come riunione fraterna, rappresenta-tiva (C 170; deve “rappresentare” significativa-mente: vedi p. e. elezione delegati al CI) e che ri-sponde a una convocazione di chi rappresentaCristo Pastore nell’Ispettoria (cfr. C 172).

Da scartare dunque decisamente una visionedel Capitolo come formula magica o come inuti-le formalità: sarebbero facile giustificazione del-la propria inerzia. Bisogna partire dalla ffiidduucciiaanneellllee ppeerrssoonnee, in queste concrete persone che co-

Don G. Ruta, Don L. Perrelli e Don C. Montanti.

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insieme formazione8

stituiamo questa concreta assemblea. Smantella-re i nostri pregiudizi, i nostri tabù di reciprocadiffidenza. Il RM nella lettera inviata all’Ispetto-re e ai confratelli a conclusione della Visita stra-ordinaria scrive: «Vi raccomando molto calda-mente di evitare quell’atteggiamento corrosivoche Don Bosco denunciava con il termine “mor-morazione”, ma al contrario di “gareggiare nellostimarvi a vicenda” (cfr. Rom 12,10). Tale stimareciproca va estesa anche all’intera vita dell’Ispettoria: l’evidenziare sistematicamente gli im-mancabili aspetti deficitari denota ristrettezza dimente e di cuore e non aiuta a creare quel climapositivo, che è fonte di fiducia, nel quale ciascu-no (specie i confratelli costituiti in autorità), sisente sostenuto ed incoraggiato».

Sulle motivazioni di ordine razionale bisognaffaarr pprreevvaalleerree llee rraaggiioonnii ddeellllaa ffeeddee. Gesù si è cir-condato e si è fidato di uomini, poveri uominiche non lo hanno capito, lo hanno anche abban-donato, perfino tradito. Ma lui non è tornato in-dietro nel dare fiducia. Si è fidato perché li haamati a oltranza, oltre ogni ragionevolezza, finoin fondo.

Resistenze e soprattutto atteggiamenti e ma-nifestazioni sistematici segnati dal gelo del di-sfattismo ci farebbero servitori della morte e nondella vita e costituirebbero un misconoscimentodel Dio presente e operante nella storia median-te lo Spirito Santo. E questo misconoscimento è

per il Vangelo denigrare Dio, è negare il Dio del-la storia (cfr. Mc 3,28-29 e parall la “bestemmiacontro lo Spirito Santo”, il peccato di tutti i pec-cati).

– SSii ppuuòò eesssseerree ccrreeddeennttii sseennzzaa ssppeerraannzzaa? Rivolgendo la sua parola ai partecipanti al re-

cente Convegno ecclesiale di Verona, sul tema:TTeessttiimmoonnii ddii GGeessùù RRiissoorrttoo,, ssppeerraannzzaa ddeell mmoonn--ddoo, il Papa diceva: “Siamo chiamati a diveniredonne e uomini nuovi, per poter essere veri testi-moni del Risorto e in tal modo portatori dellagioia e della speranza cristiana nel mondo, inconcreto, iinn qquueellllaa ccoommuunniittàà ddii uuoommiinnii eennttrroo llaaqquuaallee vviivviiaammoo”, con uno stile credibile di vitaper l’uomo d’oggi.

All’inizio di questo Capitolo, noi chiamati avario titolo (di diritto o per elezione) a essere iprotagonisti di questa assemblea a servizio delRegno, mediante l’inserimento nella ispettoria enella Congregazione, non possiamo fare a menodi chiederci in forma radicale: ssii ppuuòò eesssseerree ccrree--ddeennttii sseennzzaa ssppeerraannzzaa? Se è chiara e certa la ri-sposta di principio, chiarezza e certezza possonovacillare nel nostro vissuto concreto.

Quando ci riducessimo a “fare i religiosi”,anche in modo irreprensibile, ma trascinandouna esistenza senza passione, senza sogni, scon-solati, forse infelici, come “portati al guinzaglio”da una Regola di vita a cui aderissimo ancora, macon rimpianti e rinunciando a rimettere la pro-pria vita in discussione, saremmo uomini di fe-de?... saremmo uomini di speranza? La fede, co-me l’amore da cui è inscindibile, è una esperien-za interiore e reale che ci abilita, sulla parola diGesù, a sognare che i ciechi possono vedere, chei sordi possono udire, che i muti possono parla-re, che anche i morti possono risorgere, che èpossibile fare unità dove c’è disgregazione, che sipuò guardare avanti anche se ci si trova di fron-te a un muro che appare invalicabile. Stare coipiedi ben piantati per terra, ma sognatori dellarealizzazione progressiva e inarrestabile del Re-gno, sapendo che con il Signore risorto per nes-suno è prevista la panchina: tutti possiamo anco-ra e sempre avere la gioia di partecipare al gran-de gioco della vita. Vivendo da salesiani nnoonn ssoo--lloo ppeerr llaa lleeggggee ddeell ddoovveerree (anche Gesù è stato so-stenuto dal dovere: cfr. il ‰ÂÈ – in riferimentoalla fedeltà al progetto della salvezza voluto dal

Zafferana-Emmaus: Gruppi al lavoro.

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Padre - frequentemente riferito a Gesù nei Van-geli, p. e. Mt 16,21; Mc 8,31; Lc 2,49; 9,22…),mmaa aanncchhee ppeerr llaa lleeggggee ddeellllaa ffeelliicciittàà di spendersiper la causa del Regno. È il senso del da mihi ani-mas espresso da d. Bosco con altre parole: “Hopromesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sa-rebbe stato per i miei poveri giovani” (MBXVIII, 258).

– IImmiittaarree DD.. BB.. nneellllaa ffaattiiccaa ddii cceerrccaarreeAnche questo rientra nel percorso di un ri-

torno a D. Bosco. Il nostro fondatore è stato unuomo come noi. Nella missione che il Signore gliha affidato D. B. non è stato il semplice esecuto-re di un copione da leggere e da recitare. Il so-gno dei nove anni non è stato un progetto com-piuto da attuare automaticamente giorno dopogiorno.

Gli avvenimenti della sua esistenza ce lo rive-lano come uunn rriicceerrccaattoorree uummiillee ee oossttiinnaattoo ddeellllaavvoolloonnttàà ddii DDiioo che gli si manifesta, almeno ordi-nariamente, non attraverso visioni o messaggiespliciti. Anche per lui la volontà di Dio ha avu-to bisogno di essere capita, interpretata, decifra-ta tra ostacoli, contraddizioni, oscurità, attraver-so la trama di situazioni e di relazioni nella ricer-ca della salvezza dei giovani, dei poveri, degli ul-timi.

D. B. dovette affrontare la fatica di ricercare,e anche ddoolloorroossaammeennttee, la volontà di Dio. Rileg-giamo una pagina delle MO. D. B. era stato ap-pena messo di fronte all’aut aut dalla MarchesaBarolo, inoltre aveva subito il tentativo di essereportato in manicomio, quando gli viene ingiuntodi lasciare il prato Filippi. Scrive D. B.: “Mentresuccedevansi le cose sopramentovate, era venutal’ultima domenica, in cui mi era ancora permes-so di tenere l’Oratorio nel prato (15 marzo1846). Io taceva tutto, ma tutti sapevano i mieiimbarazzi e le mie spine. In sulla sera di quelgiorno rimirai la moltitudine di fanciulli, che sitrastullavano; e considerava la copiosa messe,che si andava preparando pel sacro ministero,per cui era solo di operai, sfinito di forze, di sa-nità male andata senza sapere dove avrei in avve-nire potuto radunare i miei ragazzi. Mi sentii vi-vamente commosso.

Ritiratomi pertanto in disparte, mi posi apasseggiare da solo e forse per la prima volta misentii commosso fino alle lacrime. Passeggiando

e alzando gli occhi al Cielo, mio Dio, esclamai,perché non mi fate palese il luogo in cui voleteche io raccolga questi fanciulli? O fatemelo co-noscere o ditemi quello che debbo fare?” (pp.165-166).

D. B. avverte il suo periodo storico come ilpiù difficile dopo le persecuzioni di Nerone.Tuttavia non si arresta, ma si immerge fattiva-mente nella storia con una operatività di cui co-gliamo alcune prerogative:

• La sicurezza di uunn qquuaaddrroo ddii rriiffeerriimmeennttooradicato in un progetto di Dio da cogliere gior-no dopo giorno;

• La fiducia indiscussa in DDiioo PPaaddrree provvi-dente e in MMaarriiaa AAuussiilliiaattrriiccee;

• La ricerca ostinata di rriissppoossttee aaii pprroobblleemmiiccoonnccrreettii così come si presentano, senza perdersiin analisi o considerazioni che avrebbero allonta-nato una soluzione;

• L’urgenza di arrivare alla ssoolluuzziioonnee ddeeiipprroobblleemmii ccoommee èè ppoossssiibbiillee senza dover aspettarela soluzione ottimale o definitiva. D. B. in lineadi principio condivide il criterio del Cafasso che“il bene bisogna farlo bene”; ma nella pratica, te-nendo conto delle difficoltà e della gravità ditante situazioni insostenibili, D. B. sosteneva che“il bene è meglio farlo presto che tardi” (MBXV, p. 611), pur se questo costringe talora a “far-lo alla buona”;

• La ricerca e la rriicchhiieessttaa ddii ccoonnffrroonnttoo (si ve-da in particolare il Cafasso) ee ddii ccoollllaabboorraazziioonnee(vedi sopra), assumendosi le proprie responsabi-lità e prendendo le decisioni idonee.

Una cosa va tenuta presente: D. B. non ebbemai cedimenti sul quadro di valori che lo guidònella vita personale e nella missione educativa. Equesto come frutto di un chiaro progetto di san-tità segnato dalla tteennssiioonnee vveerrssoo llaa ttoottaalliittàà, sen-za di cui il “progetto di santità” si tradurrebbe in“progetto di mediocrità”.

L’esigenza di un costante ritorno a D. B. senon sempre ci farà trovare con chiarezza la solu-zione ai problemi che incalzano con una accele-razione a volte vertiginosa, certamente ci impe-dirà di ritrovarci nella Congregazione come ar-rivati o come rassegnati, ma ci conserverà giova-ni dentro per sentirci sempre contemporanei diquesto mondo e dei giovani che ci aspettano.

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Il Rettor Maggiore dei Salesiani: «Lei, analfa-beta, mostrò di avere una naturale sapienza pe-dagogica»

Chavez: «Ha ispirato le intuizioni di don Bo-sco» Europa, secolarizzazione e annuncio: unconvegno al «Salesianum» di Roma

«Quando don Enrico, il nostro postulatoregenerale, mi ha comunicato per telefono che laCongregazione delle cause dei santi aveva rico-nosciuto che Mamma Margherita aveva esercita-to in modo eroico le virtù mi sono commosso,ben sapendo quanto questa notizia fosse attesada tutto il mondo salesiano». Don Pascual Cha-vez Villanueva, messicano, 59 anni, dall’aprile2002 rettor maggiore degli oltre sedicimila sale-siani sparsi per il mondo, è particolarmente con-tento del fatto che la Chiesa abbia riconosciutocome venerabile la madre di san Giovanni Bo-sco.

DDoonn CChhaavveezz,, cchhee ssiiggnniiffiiccaattoo hhaa ppeerr llaa CCoonn--ggrreeggaazziioonnee qquueessttoo aavvvveenniimmeennttoo??

«È uno degli eventi più attesi da tutta la fa-miglia salesiana. In vista del 150° anniversariodella morte di Mamma Margherita, che cade ilprossimo 25 novembre, avevo chiesto ai provin-ciali di farmi sapere come avrebbero celebratoquesta ricorrenza. Ho ricevuto risposte da tuttoil mondo, dai Paesi in cui la vita cristiana è mol-to fiorente, ma anche da nazioni, come l’Olandae il Belgio ad esempio, dove invece la secolariz-zazione è molto avanzata. Ebbene, in tutte que-ste realtà Mamma Margherita è considerata unasanta, che ha contribuito alla formazione umanae cristiana del suo figliolo ma anche a quella deiprimi ragazzi radunati nell’oratorio di Valdoc-co».

DDoovvee ddoonn BBoossccoo llaa vvoollllee ddaa ssuubbiittoo ccoonn sséé......«Se Mamma Margherita fosse rimasta nella

sua casa, la sua sarebbe stata una santità per co-sì dire nascosta, limitata agli altri figli e ai nipoti.Invece la sua esperienza a Valdocco l’ha fatta di-

ventare la mamma dei primi ragazzi raccolti dadon Bosco e poi di tutti noi salesiani».

QQuuaall eerraa llaa ccaarraatttteerriissttiiccaa pprriinncciippaallee ddii MMaamm--mmaa MMaarrgghheerriittaa??

«Aveva una saggezza pedagogica naturale.Era analfabeta ma aveva delle intuizioni genialiche subito trasmetteva al figlio. Ci sono infattielementi del sistema preventivo che sembranotrovare origine in queste sue intuizioni. A comin-ciare dallo spirito di famiglia. Fu lei, ad esempio,a scoprire che tra i primi giovanetti c’era un san-to. Fu lei a dire: nell’oratorio ci sono molti ragaz-zi bravi, ma nessuno è come Domenico Savio».

MMaammmmaa MMaarrgghheerriittaa èè mmoorrttaa nneell 11885566:: ccoommeemmaaii iill pprroocceessssoo ddii bbeeaattiiffiiccaazziioonnee èè ccoommiinncciiaattoossoolloo nneell 11999955??

«Don Bosco credeva veramente che fosseuna santa, ma all’epoca a nessuno venne in men-te di aprire un processo di beatificazione. Forseanche perché si aveva un concetto di santità unpo’ più ristretto. Successivamente si è aspettatoche don Bosco stesso fosse proclamato santo.Ma nel 1935, l’anno dopo che Pio XI ha cano-nizzato il nostro fondatore, le Figlie di Maria Au-siliatrice, il ramo femminile della famiglia salesia-na, subito cominciarono a chiedere che si desseinizio alla causa di beatificazione di MammaMargherita, visto che la sua fama di santità eraveramente diffusa in tutto il mondo».

EE ppooii ccoossaa èè ssuucccceessssoo??«Difficoltà di varia natura hanno fatto in mo-

do che la causa cominciasse solo nel 1995. Manel 1996 era già qui a Roma, avendo superato inun solo anno la fase diocesana. Anche questo èstato un segno di come la sua fama di santità fos-se diffusa. Negli ultimi mesi poi il processo haavuto una significativa accelerazione nei tempi».

QQuueessttoo ggrraazziiee aanncchhee aadd uunn iinntteerrvveennttoo ppeerrssoo--nnaallee ddii BBeenneeddeettttoo XXVVII,, ccoommee lleeii hhaa ssccrriittttoo nneellllaassuuaa lleetttteerraa aaii pprroovviinncciiaallii......

Intervista al Rettor Maggiore

di Gianni Cardinale

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«In effetti una volta che ho avuto modo diessere ricevuto dal Papa, mi sono permesso diesprimergli il desiderio mio e di tutta la Congre-gazione di poter vedere Mamma Margherita di-chiarata venerabile per i 150 anni dalla sua mor-te. Non ho chiesto di bruciare indebitamente letappe del processo, ma solo di verificare questapossibilità. E il Papa, che mi ha detto di essereintimamente convinto della santità di MammaMargherita, ha fatto in modo che questo nostrodesiderio divenisse realtà».

Roma su 707 milioni di europei, i cristianisono 560 milioni, circa 35 milioni i musulmani,due milioni e mezzo i buddisti. La situazione delcristianesimo in Europa è il tema, in questi gior-ni, di un convegno della Famiglia salesiana dal ti-tolo «Europa, terra di missione: le sfide del-l’evangelizzazione oggi alla luce dell’esortazioneapostolica Ecclesia in Europa». Presenti al Sale-sianum di Roma oltre 150 persone, tra religiosi elaici, di varie nazioni. Tra i relatori - oltre al Ret-tor Maggiore dei Salesiani, don Pascual ChavezVillanueva - Monsignor Aldo Giordano, segreta-rio generale del Consiglio delle Conferenze Epi-scopali Europee (Ccee), che ieri ha ricordato co-me «la sfida dell’evangelizzazione in Europa sigiochi in un contesto di pluralismo religioso chesarà sempre più forte soprattutto pensando al-l’andamento demografico e al fenomeno migra-torio». Un nodo fondamentale da sciogliere restail rapporto tra la storia, la cultura e la tradizionedell’Ovest e quelle dell’Est dell’Europa. «Alcunequestioni dolorose - ha sottolineato Giordano -ereditate dal passato, come quella del proseliti-smo e del rapporto tra Chiese ortodosse e Chie-se greco-cattoliche, rimandano a un confrontonecessario. Un contributo ecumenico molto se-rio per illuminare questa nuova situazione stanell’affrontare oggi insieme - Oriente e Occiden-te - la questione della secolarizzazione». Il con-vegno si chiuderà lunedì 20 novembre.

««MMAAMMMMAA MMAARRGGHHEERRIITTAA»»PPRROOCCLLAAMMAATTAA VVEENNEERRAABBIILLEE

Il cardinale Saraiva Martins, prefetto dellaCongregazione delle cause dei santi, ha presiedutola cerimonia. Il cammino verso gli altari si eraaperto nel 1995.

«Mamma Margherita», la madre di san Gio-vanni Bosco, è stata dichiarata venerabile, equindi, quando sarà riconosciuto un miracolo at-tribuito alla sua intercessione, potrà essere pro-clamata beata. Il decreto della Congregazioneper le cause dei santi che riconosce le virtù eroi-che di Margherita Occhiena è stato firmato il 23ottobre. E secondo le procedure usuali avrebbedovuto essere ufficializzato poco prima delle fe-stività natalizie. Ma per la mamma del fondatoredei salesiani è stata fatta una eccezione. E così ildecreto è stato reso noto in forma solenne du-rante un intenso momento di preghiera che si ètenuto mercoledì scorso, nella Cappella dellaComunità salesiana in Vaticano. Alla cerimonia,presieduta dal cardinale José Saraiva Martins,prefetto della Congregazione delle cause dei santi,

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hanno partecipato il rettor maggiore dei salesia-ni don Pascual Chavez Villanueva, il prefettodella Biblioteca apostolica vaticana don RaffaeleFarina (che proprio nello stesso giorno è statoelevato alla dignità episcopale) e il direttore del-l’Osservatore Romano Mario Agnes. Presentianche il postulatore generale dei salesiani donEnrico dal Covolo e il direttore della Libreriaeditrice vaticana don Claudio Rossini. Gli onoridi casa sono stati fatti da don Elio Torrigiani, di-rettore generale della Tipografia vaticana e supe-riore della Comunità dei salesiani in Vaticano.Alla cerimonia ha partecipato anche il segretariodi Stato, il cardinale - e salesiano - Tarcisio Ber-tone che ha concluso la cerimonia intonando ilcanto salesiano per eccellenza, Giù dai colli, esottolineando come nel decreto super virtutibusviene scritto che «la grazia di Dio e l’eserciziodelle virtù hanno fatto di Margherita Occhienauna madre eroica, un’educatrice saggia e unabuona consigliera del nascente carisma salesia-no». Il cardinale Saraiva Martins da parte sua hasottolineato come «Mamma Margherita» con lasua vita ha testimoniato che «la santità è davveroalla portata di tutti». La proclam azione delle vir-tù eroiche di Margherita Occhiena cade proprionel 150° anniversario della sua morte, avvenutanel 1856. La causa di beatificazione, aperta a To-rino nel 1995, era approdata a Roma nel 1996.

Nel 2000 la Positio super virtutibus ha supe-rato a pieni voti il vaglio dell’esame dei periti sto-rici. Il 26 maggio di quest’anno anche i perititeologi avevano espresso la loro unanime appro-vazione. Il 17 ottobre scorso poi i cardinali e ve-scovi della Congregazione delle cause dei santi -essendo ponente della causa il vescovo di Frosi-none-Veroli-Ferentino, Salvatore Boccaccio -hanno formalmente riconosciuto che «MammaMargherita» ha coltivato in grado eroico le virtùteologali, cardinali e quelle annesse. Papa Bene-detto XVI ha quindi ratificato questa decisionenel corso di una udienza concessa al cardinaleSaraiva Martins. Adesso la famiglia salesiana è inattesa che Margherita “faccia” quel miracolo chele aprirebbe gli onori degli altari.

GGiiaannnnii CCaarrddiinnaallee

LLEETTTTEERRAA DDEELL RREETTTTOORR MMAAGGGGIIOORREEAAGGLLII IISSPPEETTTTOORRII DDII TTUUTTTTOO IILL MMOONNDDOO

Il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don PascualChavez, con una Lettera indirizzata agli Ispettoridi tutto il mondo, aggiorna sui passi avanti com-piuti nel cammino di riconoscimento della Santitàdi Mamma Margherita, la mamma di Don Bosco.

Carissimi Ispettori, con grande gioia vi comunico che il processo

canonico per la Causa di beatificazione di Mam-ma Margherita sta procedendo bene. Dopo uninteressamento diretto del Santo Padre, la Com-missione dei Teologi, incaricata di esaminare gliatti della Causa (Positio), si è riunita il giorno 26maggio e ha dato parere unanimemente favore-vole. Ora manca solamente il parere della Com-missione Cardinalizia, che pensiamo sarà certa-mente favorevole, e si arriverà così, presumibil-mente vveerrssoo llaa ffiinnee ddeell 22000066,, aall ddeeccrreettoo ddii VVeennee--rraabbiilliittàà..

Questo significherà per noi un dono grandis-simo, in quest’anno nel quale ricordiamo i 150anni dalla morte della Mamma di don Bosco.Proprio da questa ricorrenza ho voluto prenderelo spunto per presentarvi la Strenna 2006, im-perniata sul tema della Famiglia come “culla del-la vita e dell’amore e luogo primario di umaniz-zazione”.

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Il motivo di questa mia lettera è quello di in-vitarvi a vvaalloorriizzzzaarree qquueessttoo pprroossssiimmoo ddeeccrreettoo ddiiVVeenneerraabbiilliittàà ddii MMaammmmaa MMaarrgghheerriittaa per una par-ticolare animazione, anche attraverso opportunecelebrazioni da realizzare nelle vostre Ispettorie.

Il mio suggerimento specifico è che il 25 No-vembre 2006, data in cui si commemora la mor-te di Mamma Margherita si faccia una memoriaspeciale in tutte le nostre Ispettorie. Lascio a voiil compito di concretizzare quanto si possa attua-re in tale occasione. Solo a titolo di esempio pos-so indicarvi le seguenti possibilità:

– Una giornata di studio, con i Confratelli econ la Famiglia Salesiana, sulla figura spiri-tuale di Mamma Margherita;– Un approfondimento della connessionetra la figura di Mamma Margherita ed igrandi elementi del Sistema Preventivo;– Un incontro con i giovani, nel quale pre-sentare Mamma Margherita e parlare di te-matiche familiari;– Una celebrazione cui invitare tutti i Geni-tori dei Salesiani e delle Figlie di Maria Au-siliatrice dell’Ispettoria;

– Un incontro commemorativo con i dipen-denti laici (compresi gli “ausiliari”) che la-vorano nelle nostre case;– Una conferenza pubblica, in cui eviden-ziare il valore della Mamma di don Bosco ela sua influenza nella vocazione del figlio;– Una valorizzazione della figura di Mam-ma Margherita, attraverso articoli appro-priati sulla stampa locale, diocesana e laica;– Uno spazio di attenzione speciale in tuttii siti web delle nostre Ispettorie e delle no-stre case.

Spero che il vostro amore a don Bosco spin-ga la vostra fantasia pastorale a realizzare qualco-sa di concreto e significativo per mettere in giu-sta luce questa figura, così preziosa nel camminodi sviluppo dell’Opera Salesiana.

Sarò lieto se ciascun Ispettore mi comuni-cherà direttamente quanto intende programma-re ed attuare in merito.

Il decreto di Venerabilità ci stimolerà a guar-dare a Mamma Margherita come persona allaquale possiamo rivolgerci in preghiera, chieden-do la sua intercessione per le nostre Case, per lenostre persone, per i giovani e tutti coloro che cisono affidati, per le famiglie.

Carissimi Ispettori e Carissimi Confratelli,dobbiamo far conoscere questa straordinariaMamma, che vivendo una santità semplice equotidiana ha coltivato, accompagnato e fattocrescere il grande frutto della santità di don Bosco.

Vi scrivo questa lettera nel giorno onomasti-co di don Bosco, il 24 giugno, Festa della nativi-tà di San Giovanni Battista. È anche il giorno incui tradizionalmente si celebra la Festa del Ret-tor Maggiore. Facciamo questo regalo a don Bo-sco: facciamo conoscere Mamma Margherita.

Vi ringrazio di cuore per quanto riuscirete apromuovere ed attuare. Sono certo che accoglie-rete il mio invito.

Vi assicuro la mia vicinanza e il mio affetto.Sappiate che vi sono costantemente vicino nellapreghiera, che apprezzo e benedico il vostro la-voro, mentre vi incoraggio ad una sempre mag-giore fedeltà.

Con affetto e stima.

DDoonn PPaassccuuaall CChháávveezz VViillllaannuueevvaaRettor Maggiore

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Riflessioni nate dal Convegno Ecclesiale di Verona

a cura di Guglielmo Barletta

Queste righe non hanno la presunzione diraccontare tutto quanto è avvenuto a Verona du-rante il IV Convegno Ecclesiale, ma sono solo al-cune sottolineature di alcuni passaggi ed inter-venti rilevanti per la Spiritualità Salesiana ed al-cune attenzioni su cui la Famiglia Salesiana Ita-liana dovrebbe porre l’attenzione.

Il modo migliore per cominciare a parlare diqualcosa è cominciare dall’inizio, nel nostro casoè opportuno cominciare dall’inizio inizio: cioèdal titolo, per approfondire un titolo così pro-fondamente radice del Cristianesimo, e dal qua-le si ispira e nasce tutta la SSppiirriittuuaalliittàà SSaalleessiiaannaa::Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo.

Il centro è Gesù Risorto, unica e vera fontedella gioia salesiana. La gioia che scaturisce dalsepolcro vuoto è a fondamento dell’azione pa-storale ed educativa di Don Bosco e Madre Maz-zarello coi loro ragazzi di cui Domenico Savio eLaura Vicuña sono modello di santità.

Gesù si è fatto uno di noi, per offrire ad ogniuomo ed ad ogni donna il dono della salvezza diDio, e con la sua morte in croce e Resurrezione

ha vinto il male e il peccato e ha fatto trionfare lavita, la gioia e la festa che dalla Resurrezione neconseguono.

Come ha ricordato Benedetto XVI al conve-gno: “La croce ci fa giustamente paura, come haprovocato paura e angoscia in Gesù Cristo (cfrMc14,33-36): essa però non è negazione della vi-ta, da cui per essere felici occorra sbara77arsi. Einvece il “sì” estremo di Dio all’uomo.”

Ma come nel sogno di Don Bosco del Papasu di una nave nel mare in tempesta che trova ri-paro tra due colonne: Eucaristia e Maria, il San-to Padre insiste sull’importanza dell’incontrocon Cristo perchè Lui è “La nostra vera forza edunque” dobbiamo “nutrirci della sua parola edel suo corpo, unirci alla sua offerta per noi,adorarlo presente nell’Eucaristia”.

“Prima di ogni attività e di ogni nostro pro-gramma”, e quindi nel nostro qquuoottiiddiiaannoo,, Bene-detto XVI ci invita ““aaddoorraarrlloo pprreesseennttee nneellll’’EEuu--ccaarriissttiiaa””...... ““cchhee ccii rreennddee ddaavvvveerroo lliibbeerrii e ci dà icriteri per il nostro agire” e quindi ci esorta asvuotarci di ogni nostro interesse per poter esse-re realmente “liberi” e fare realmente la volontà

di Dio e non il nostrotornaconto, e questopossiamo farlo solo ri-conoscendo nell’adora-zione la nostra naturaumana e perciò “limita-ta”.

Anche il Papa comeDon Bosco ci da unaguida, che è la secondacolonna del sogno cita-to poco fa, “la VVeerrggiinneeMMaarriiaa che nell’unione aCristo ci precede e ciguida”.

Ritornano alcuneparole su cui battiamomolto come l’Eucari-

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stia, la guida di Maria, e il quotidiano come luo-go dell’incontro con Cristo e come vedremo piùavanti luogo nel quale diventare santi.

Ritengo importante sottolineare una delleparole che più volte è ritornata durante il conve-gno, ed è la cosa che più insistentemente DonBosco chiedeva ai suoi giovani: l’importanza difarsi santi.

Paola Bignardi nel suo intervento ha definitola ssaannttiittàà “unica misura secondo cui vale la penaessere cristiani”, ed anche il Cardinale Ruini ri-cordando Giovanni Paolo Il alla chiusura delgrande Giubileo del 2000 ha riportato la frase:“di riproporre a tutti con convinzione”quella“misura alta della vita cristiana ordinaria che è lasantità”, mette però anche in guardia perchè“ciascuno di noi constata ogni giorno quanti sia-no gli ostacoli che l’ambiente sociale e culturalein cui viviamo frappone al cammino verso la san-tità.”

Durante il convegno per superare gli ostaco-li alla santità e per risolvere le diverse esigenzeche riguardano la società italiana di oggi sonoemerse soluzioni sul piano educativo e culturale.Su questi piani “è in atto un grande sforzo dievangelizzazione e catechesi, rivolto in particolare

alle nuove generazioni, ma ormai sempre più an-che alle famiglie”. Le famiglie infatti si occupanosempre meno della formazione Cristiana deman-dando al altri il problema e non si preoccupanodi costruire una famiglia cristiana.

Sono diversi gli interventi che insistono pro-prio sui temi dell’educazione delle giovani gene-razioni, sull’accompagnamento nelle scelte di vi-ta, e di arrivare attraverso i giovani alle famigliecon il “suo insostituibile ruolo sociale” (BXVI).

Queste peculiari attenzioni, alle quali da sa-lesiani dobbiamo fare particolarmente cura, ven-gono in diversi passaggi sottolineati sia da Bene-detto XVI sia dal Cardinal Ruini.

E quindi se da una parte il Cardinal Ruinisottolinea che: “l’opera formativa, mantiene unorientamento e una rilevanza speciale per i bam-bini e i ragazzi, gli adolescenti e i giovani: sonoproprio le nuove generazioni, del resto, le piùesposte a un duplice rischio: quello di crescere inun contesto sociale e culturale nel quale llaa ttrraaddii--zziioonnee ccrriissttiiaannaa sseemmbbrraa ssvvaanniirree ee ddiissssoollvveerrssii ––perfino in rapporto al suo centro che è Gesù Cri-sto – rimanendo viva e rilevante soltanto all’in-terno degli ambienti ecclesiali, e quello di pagare

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le conseguenze di un generale impoverimentodei fattori educativi nella nostra società.”

Il Santo Padre completa idealmente esortan-do che “occorre preoccuparsi della formazionedell’intelligenza, senza trascurare quelle della li-bertà e capacità di amare” quindi uunnaa ffoorrmmaazziioo--nnee sseennzzaa dduuaalliissmmii,, rriivvoollttaa aallllaa ppeerrssoonnaa ccoonnccrreettaaccoommee uuoommoo ee ccoommee ccrriissttiiaannoo vviissttoo ccoommpplleessssiivvaa--mmeennttee..

Il Presidente della CEI invita, ancora, ad“imboccare invece con maggiore risolutezza lastrada ddeellll’’aatttteennzziioonnee aallllee ppeerrssoonnee ee aallllee ffaammii--gglliiee,, dedicando tempo e spazio all’ascolto e allerreellaazziioonnii iinntteerrppeerrssoonnaallii,, con particolare curaper la ccoonnffeessssiioonnee ssaaccrraammeennttaallee ee llaa ddiirreezziioonneessppiirriittuuaallee”” Attenzione alle persone, ascolto, rela-zioni, confessione e direzione spirituale, però de-vono essere indirizzate affinché venga “risveglia-to il ccoorraaggggiioo ddeellllee ddeecciissiioonnii ddeeffiinniittiivvee,, che oggivengono considerate un vincolo che mortifica lanostra libertà, ma in realtà sono indispensabiliper crescere e raggiungere qualcosa di grandenella vita, in particolare per far maturare l’amo-re in tutta la sua bellezza: quindi per dare consi-stenza e significato alla stessa libertà” (BXVI).

In definitiva e come da diverso tempo, in di-versi incontri e a diversi livelli ci diciamo: uscia-mo dai nostri oratori e dai nostri ambienti, dob-biamo ““eesssseerree ppiieennaammeennttee mmiissssiioonnaarrii,, questaattenzione alle persone e alle famiglie deve assu-mere però un preciso orientamento dinamico:non basta cioè “attendere” la gente, ma occorre““aannddaarree”” a loro ee ssoopprraattttuuttttoo ““eennttrraarree”” nneellllaa lloo--rroo vviittaa ccoonnccrreettaa ee qquuoottiiddiiaannaa,, comprese le casein cui abitano, i luoghi in cui lavorano, i lliinngguuaagg--ggii cchhee aaddooppeerraannoo,, ll’’aattmmoossffeerraa ccuullttuurraallee cchhee rree--ssppiirraannoo””,, cioè per dirla alla Don Bosco: “amateciò che i giovani amano”

Tra le svariate attenzioni educative che han-no sottolineato sia Benedetto XVI sia il cardina-le Ruini e su cui giustamente investono molto an-che i salesiani e le figlie di Maria Ausiliatrice èquella alla scuola cattolica che il Santo Padre ri-corda, senza peli sulla lingua e senza preoccu-parsi delle reazioni, con queste parole: “Tra lemolteplici forme di impegno non posso non ri-cordare, in particolare, la scuola cattolica, per-ché nei suoi confronti sussistono ancora, in qual-che misura, antichi pregiudizi, che generano ri-

tardi dannosi, e ormai non più giustificabili, nelriconoscerne la funzione e nel permetterne inconcreto l’attività.”

Prima di concludere devo ricordare quantoha ufficialmente annunciato il Presidente dellaCEI e cioè che la Chiesa italiana nel prossimotriennio realizzerà un progetto denominato““AAggoorràà ddeeii ggiioovvaannii””,, il cui primo e assai impor-tante appuntamento sarà l’incontro dei giovaniitaliani a Loreto l’1 e il 2 settembre 2007, al qua-le è invitato il Santo Padre e che verrà precedu-to da un importante incontro nazionale del Mo-vimento Giovanile Salesiano e da gemellaggi conle diocesi intorno a Loreto.

Certamente dal convegno è uscita una chiesache dopo aver fatto una profonda analisi ha ca-pito che bisogna investire sui giovani speranzaper il futuro, (se lo avesse capito prima avrebbefatto partecipare più giovani al convegno), cheagli adulti spetta però il compito di essere testi-moni autentici “rendendo Dio credibile in que-sto mondo” e dedicarsi alla formazione, l’educa-zione; una chiesa che investe sui laici non comesurrogati per la mancanza di vocazioni ma comecorresponsabili del progetto salvifico di Dio.

Esce anche una chiesa senza peli sulla linguache chiama le cose col proprio nome: vita, fami-glia, educazione, amore, impegno socio-politico,accompagnamento spirituale, santità. Questopermette di evitare ogni ambiguità e ogni sortadi speculazione di parte.

Concludo con un’esortazione con la quale ilSanto Padre ha toccato il cuore dell’essere sale-siano, la scelta che ha fatto Don Bosco e che co-me Famiglia Salesiana ci ripetiamo sempre: lascelta dei giovani e in particolare dei più poveri:Gesù ci ha detto che tutto ciò che avremo fattoai suoi fratelli più piccoli lo avremo fatto a Lui(cfr Mt 25,40).

““LL’’aauutteennttiicciittàà ddeellllaa nnoossttrraa aaddeessiioonnee aCCrriissttoo si verifica dduunnqquuee ssppeecciiaallmmeenntteenneellll’’aammoorree ee nella ssoolllleecciittuuddiinnee concretaper i più ddeebboollii ee i ppiiùù ppoovveerrii,, ppeerr cchhii ssiittrroovvaa iinn mmaaggggiioorr ppeerriiccoolloo ee iinn ppiiùù ggrraavveeddiiffffiiccoollttàà””..

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Sabato 11 e domenica 12 novembre a Catania,presso la Colonia “Don Bosco” alla Playa, si è svol-to il primo incontro della Scuola di Mondialità cheanche quest’anno il Comitato VIS-Sicilia organizzae propone a tutti i giovani che intendono appro-fondire tematiche che aprono orizzonti sul mondoe che vogliono formarsi una mente e un cuore di-sponibile al servizio dei più poveri.

La tematica scelta per i week-end mensili dellaScuola di Mondialità di quest’anno 2006-2007 èquella dei diritti umani. In questo primo incontrosi è affrontato il caso delle mutilazioni genitali fem-minili (MGF). La Dott.ssa Luisa Lanzafame, avvo-cato esperta in diritti umani, con grande compe-tenza e delicatezza ha presentato la questione intutte le sue implicanze. Sono almeno 135 milioni,secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, leragazze e le bambine che hanno subito mutilazionisessuali e ogni anno se ne aggiungono altri due mi-lioni. Le MGF sono praticate soprattutto in Africae in alcuni paesi del Medio Oriente (Egitto, YemenEmirati Arabi). Vi sono anche casi di mutilazioni inalcune parti dell’Asia, nelle Americhe e in Europa- compresa l’Italia - all’interno delle comunità diimmigrati.

La Dott.ssa Lanzafame ci ha spiegato che esi-stono tre tipi di mutilazioni genitali: la clitoridecto-mia in cui viene tolta tutta, o parte del clitoride;l’escissione che consiste nella asportazione del cli-toride e delle piccole labbra; l’infibulazione, la for-ma estrema, che prevede oltre alla clitoridectomiae all’escissione, anche il raschiamento delle grandilabbra che sono poi fatte aderire e tenute assieme.

Il tipo di mutilazione, l’età delle vittime e lemodalità dipendono da molti fattori tra cui il grup-po etnico di appartenenza, il paese e la zona (rura-le o urbana) in cui le ragazze vivono. Alcune voltela mutilazione viene praticata sette giorni dopo lanascita, in altre zone alla prima gravidanza, ma nel-la maggior parte dei casi l’età è compresa tra i quat-tro e gli otto anni.

Nella Dichiarazione sulla violenza contro le

donne del 1993, le MGF sono state dichiarate unaforma di violenza nei confronti della donna e nel1994 la collaborazione tra le agenzie dell’ONU e leONG portò al varo di un piano di azione per elimi-nare le pratiche tradizionali pregiudizievoli per lasalute della donna e delle bambine. Questa inten-zione venne poi riaffermata con la Conferenza diPechino nel 1995. Nel settembre 1997, durante unconvegno per giuristi nella sede dell’Organizzazio-ne per l’Unità Africana (OUA) ad Addis Abeba, sielaborò la Carta di Addis Abeba, un documentoche chiede a tutti i governi africani di adoperarsiper sradicare, o drasticamente, ridurre le mutila-zioni genitali femminili entro il 2005. Le mutilazio-ni vengono vietate anche dall’art. 21 della CartaAfricana sui diritti e il benessere del fanciullo.

La Conferenza del Cairo, svoltasi nel giugno del2003, e soprattutto il Protocollo di Maputo sono gliultimi due interventi più significativi in cui si con-dannano fermamente le MGF; il Protocollo di Ma-puto, in particolare, sancisce l’illiceità della praticadelle mutilazioni dei genitali femminili sia civil-mente che penalmente, considerandole una viola-zione dei diritti fondamentali della persona.

Affrontando questo tema così delicato e urgen-te abbiamo voluto innanzitutto dare il nostro con-tributo per poter spezzare, parlandone, uno dei piùdifficili tabù che tuttora continua a distruggere lavita di milioni di bambine in tutto il mondo; masenza, però, avanzare false, quanto inutili pretesedi estirpazione delle mutilazioni che nella maggiorparte dei casi esprimono appartenenza tribale, ri-conoscimento sociale e si radicano in profonde tra-dizioni culturali.

Per tutti i giovani partecipanti (circa 50) è sta-to subito chiaro che la conoscenza e la difesa deidiritti umani è un cammino lento e faticoso che de-ve impegnare tutti coloro che hanno a cuore l’uma-nità e desiderano che questa si sviluppi nella giusti-zie e nella pace.

EEnnzzoo VVoollppee

1° incontro Scuola di Mondialità del VIS-Sicilia

Diritti umani tra universalismo e multiculturalismo.Il caso delle mutilazioni genitali femminili

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insieme18 insieme pastorale giovanile

un radicamento chiaramente ecclesiale ed unaproiezione sociale, culturale e politica. Lo speci-fico delle Pgs è la promozione umana di chi fasport alla luce della fede e del patrimonio spiri-tuale e pedagogico che è connotazione di stile edi metodo. Le nostre Pgs – afferma il prof. Caru-so – devono essere sempre più presenza educati-va nel territorio dove operano: creando aggrega-zione, condividendo coi giovani i loro problemiconcreti, partecipando agli organismi dove sielaborano le politiche dello sport, della gioven-tù, della cultura, del tempo libero. Non a casodon Vecchi definiva le Pgs il più grande oratoriod’Italia.

Il presidente Caruso ha ricordato come nel-l’ultimo quadriennio la formula delle Pigiessiadiabbia costituito un’occasione d’incontro, in cui imomenti della festa, dello sport, della fraternitàcontribuiscono a formare una comunità attornoall’Altare.

Quali prospettive per il futuro? È necessariopreparare operatori sportivi che siano autenticieducatori, veri alleducatori. Occorre una forma-zione più completa della persona, sia dal puntodi vista antropologico-sociale, che dal punto divista cristiano, spirituale e salesiano. Bisogna ri-volgere a tutti i giovani la proposta Pgs di unprogetto educativo valido a costruire una forte

ZAFFERANA ETNEA – Assemblea Regionale PGS Sicilia

L’11 e il 12 novembre 2006 s’è svolta all’Ho-tel Emmaus di Zafferana l’assemblea regionaledelle PGS di Sicilia.

I lavori sono stati avviati nel pomeriggio di sa-bato 11 novembre colla relazione consuntiva delpresidente regionale prof. Enzo Caruso sull’attivi-tà del quadriennio 2002/2006. Si è quindi proce-duto all’elezione del nuovo presidente e del consi-glio regionale, nonché del collegio dei revisori deiconti.

Nella mattina di domenica 12 novembre haavuto luogo la tavola rotonda: “Pgs e Oratorio: lascelta dei giovani, la scelta dell’educazione”, con-clusasi colla consegna delle benemerenze ai diri-genti Pgs e la proclamazione degli eletti.

LLaa rreellaazziioonnee ddeell PPrreessiiddeennttee CCaarruussoo

Nella sua relazione il presidente Caruso hariaffermato la consapevolezza che le Pgs, entenazionale di promozione sportiva riconosciutodal Coni, sono emanazione delle Congregazionidei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice.Con esse v’è la piena condivisione del progettoeducativo e pastorale salesiano, che include inun’unica esperienza di vita: un impegno di evan-gelizzazione e promozione umana, una metodo-logia pedagogica e una proposta di spiritualità,

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insieme 19pastorale giovanile insieme

L’ispettore don Luigi Perrelli è intervenutosu: “Pgs e oratorio oggi”, riferendo la sua vividaesperienza di spiritualità al convegno ecclesialedi Verona e invitando alla riscoperta delle pecu-liarità che distinguono il carisma salesiano, per-ché possa realmente rispondere alle domandedei giovani, alle esigenze di una gioventù chemanifesta intatte tutte le potenzialità dell’essere,ma dev’essere aiutata a svilupparle ed esprimerle.

Assente l’ispettrice sr. Giuseppina Barbanti;in sua vece sr. Rosetta Calì ha svolto il tema: “Lascelta dell’educazione”.

Ospite dell’assemblea è stato l’avv. MassimoCosta, presidente regionale del Coni, che si èsoffermato su: “Lo sport in Sicilia: analisi e pro-spettive”, enucleando le numerose difficoltà sof-ferte dallo sport isolano. Il presidente Costa haricordato con tenacia come l’attività sportiva siaelemento fondamentale non solo per la crescitadei giovani, ma per la vita di ciascun individuo,precisando che lo sport di vertice esiste solo gra-zie allo sport di base.

CCoonnggeeddoo

Concluse le relazioni, si è proceduto allaconsegna delle benemerenze ai dirigenti Pgs, dalungo tempo impegnati a servizio dei giovani diSicilia. Quindi è avvenuta la proclamazione deglieletti.

L’assemblea si è sciolta infine in un applausoscrosciante tributato al presidente Caruso per ilsuo trentennale servizio e la dedizione appassio-nata all’associazione. Al presidente Caruso i rin-graziamenti dell’Ispettore, per tanti anni delega-to regionale e compagno di un cammino e unideale comune, e del nuovo presidente regionaleMaurizio Siragusa. Assai intenso è stato l’omag-gio dell’intera sala, membri dell’assemblea eospiti, alzatisi in ovazione partecipe in un’esplo-sione emozionale che ha indotto alla commozio-ne il presidente Caruso, facendo tremare la suavoce nel salutare e ringraziare ancora tutti i pre-senti.

LLuuccaa CCaarruussoo

personalità. E per far ciò si deve poter contare supersone motivate, seriamente impegnate, capacidi scelte coraggiose e con grande capacità di leg-gere i segni dei tempi, per adeguarvi le sfide del-l’educazione, dei giovani, dello sport, dell’asso-ciazionismo, del volontariato, del territorio.

EElleezziioonnii

Scrutinate le 119 schede di voto, risultanoeletti quale presidente regionale il dott. MaurizioSiragusa; quali componenti il consiglio regionalePgs: Carmelo Pergolizzi, Sergio Caripoli, Anto-nino Cacia, Matteo Marino, Rosa Calì, EduardoCutuli, Franco La Fico, Alessandro Messina;quali componenti il collegio regionale dei reviso-ri dei conti: Santo Rinaldi, Alessandra Testa, Do-nata Sofia; nonché, indicati per l’elezione al con-siglio direttivo nazionale Pgs: Gaetano Furno,Carmelo Pergolizzi, Mauro Di Pasquali.

TTaavvoollaa rroottoonnddaa

Numerosi gli interventi sul tema: “Pgs e Ora-torio: la scelta dei giovani, la scelta dell’educa-zione”.

Dopo i saluti del prof. Enzo Caruso, ha pre-so la parola il prof. Giuseppe Bracco, su: “La na-scita dell’oratorio nella Torino dell’800”. Nel suodiscorso, il presidente nazionale ha tratteggiatol’umanità e la straordinarietà di don Bosco, chenon rimaneva mai solo e riusciva sempre a farconvergere le forze e l’attenzione di tutti quantigli stavano intorno sui problemi che quotidiana-mente si presentavano, per risolverli insieme,con successo.

L’ex presidente Prof. Enzo Caruso con il nuovo elettoDott. Maurizio Siragusa.

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insieme20

Ma non possiamo neppure dimenticare l’in-cessante lavoro a servizio dei giovani delle PGSche per ben 30 anni ha svolto il prof Enzo Caru-so, presidente regionale uscente, grazie al qualele PGS in Sicilia hanno conquistato un ruolofondamentale nel panorama nazionale, ed alquale vanno i ringraziamenti del Comitato pro-vinciale, ma soprattutto un grosso in bocca al lu-po per le prossime elezioni nazionali, nelle qualiil prof Caruso è l’unico candidato della Sicilia al-la presidenza nazionale.

Bravissimi i giovani animatori del gruppo“StyLife” del Centro Giovanile Sacro Cuore diBaviera, coordinati da Don Gaetano Urso, checon í loro canti, la loro animazione e la loro pro-fessionalità hanno contribuito a rendere movi-mentata una giornata indimenticabile.

Durante la manifestazione le “personalità”presenti hanno proceduto a premiare le squadrevincitrici dei campionati nella stagione 2005-2006.

Se volessimo tracciare un breve commentodella stagione passata bisogna evidenziare lo“strapotere” della PGS Etna nel settore dellapallacanestro, vincitrice della categoria U/14,16e 18, nonché della PGS Juvenilia che ha trionfa-to nella categoria Libera; nel volley femminile

insieme pastorale giovanile

Canti, balli, giochi, coppe ed un incessanteclima di festa e di allegria sono state le compo-nenti che giorno 5 novembre 2006, presso l’isti-tuto Salesiano “San Filippo Neri” di via V. Giuf-frida, hanno caratterizzato la festa di aperturadei campionati PGS provinciali, alla quale eranopresenti 800 ragazzi di tutte le discipline sportive.

Quest’anno tantissime le novità, ad iniziareproprio dalle componenti di vertice che, a segui-to delle elezioni del 7 ottobre si sono avvicenda-te nella gestione del Comitato Provinciale.

Questo il nuovo Consiglio provinciale PGSdi Catania: Presidente sig. Massimo Motta, vicepres. sig. Dario Conti, segretario sig. Fabio Chi-nes, direttore tecnico sig. Antonino Cacia, teso-riere sig.ra Maria Giovanna Cantarella, consi-glieri i signori Lo Presti Andrea, Pierpaolo Li-berto, Giuseppe Di Stefano, Giuseppe Patti, de-legati Don Alfio Bruno e Suor Graziella Ruta.

Un sentito ringraziamento da parte del nuo-vo Consiglio va al Presidente uscente sig. MatteoMarino, che per ben venticinque anni ha guida-to il Comitato con spirito di sacrificio e devozio-ne, consentendo a migliaia di giovani di trovarenelle PGS un ambiente sano ed educativo all’in-segna dello sport e degli insegnamenti spiritualied educazionali di Don Bosco.

S. FILIPPO NERI – Festa di apertura provinciale

I ragazzi di Barriera alla festa.

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insieme 21pastorale giovanile insieme

notevole è stata la stagione della PGS Clan deiRagazzi, che ha conquistato le categorie Propa-ganda, U/14 ed U/16, mentre nella libera la PGSExcelsior Barriera ha conquistato il titolo pro-vinciale, confermando le aspettative della vigiliaanche nella fase regionale, dalla quale ne è usci-ta vincitrice dopo uno spettacolare derby di al-tissimi livelli con le ragazze del San Filippo Neridi Catania, complimenti alle campionesse regio-nali!

Nel calcio a 11 si riconferma la PGS ArdorSales, mentre nel calcio a 5 U/15 e U/17 predo-minio assoluto della PGS Or.Sa. Salette, nella ca-tegoria libera spicca il successo della PGS D. Bo-sco che ha ben figurato nelle finali regionali.

Durante la premiazione i giovani catanesihanno ricevuto il saluto del neo-presidente re-gionale Avv. Maurizio Siragusa, che ha auguratoa tutti un buon avvio di stagione, ricordando ivalori che da sempre si pongono come connota-to tipico dell’associazione, e che fanno dell’asso-ciazione stessa una valida alternativa allo sport dimassa che, a volte, fa emergere grandi campionitrascurando quei valori caratterizzanti la nostrasocietà che da sempre le PGS proclamano realiz-

zandole concretamente.Il momento più toccante si è avuto durante

la Santa messa celebrata da Don Giuseppe Falli-co, direttore dell’oratorio San Filippo Neri: ve-dere quei ragazzi di tutte le età, quegli sguardipieni di felicità e di aspettative, quelle tute sfol-goranti varie tonalità di colori, avrebbe toccato ilcuore di qualunque “profano”. Nel pomeriggio,le varie società di pattinaggio delle PGS regiona-li, hanno deliziato gli spettatori presenti con me-ravigliosi saggi, dando prova di come, a dispettodi quanto si possa credere, le PGS riescono araggiungere livelli di professionalità sportivainimmaginabili, mentre nei vari campetti si svol-gevano incontri amichevoli tra le squadre pre-senti le quali, sicuramente, avranno approfittatodell’occasione per studiare gli schemi avversari.

Con l’entusiasmo di sempre e con lo spiritosalesiano inizia così un nuovo anno sportivo, al-l’insegna del divertimento, del sano agonismo edel rispetto delle regole che, insieme agli inse-gnamenti di Don Bosco, fanno delle PGS un pa-trimonio sociale irrinunciabile... W Don Bosco.

DDaarriioo CCoonnttii

Un momento della festa al “S. Filippo Neri”.

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insieme22 insieme pastorale giovanile

Il cammino dell’Agorà dei giovani

Nella sessione dimarzo 2006, il Con-siglio Permanentedella CEI ha appro-vato la proposta diun percorso naziona-le di speciale atten-zione al mondo gio-

vanile articolato in tre anni: l’Agorà dei giovaniitaliani. Obiettivo dell’Agorà dei giovani italianiè favorire la realizzazione di tale percorso, promuo-vendo un nuovo slancio della pastorale giovanile,una sempre maggiore soggettività delle nuove ge-nerazioni nella missione della Chiesa ed un cre-scente coinvolgimento dei giovani nel camminodella Chiesa italiana. Il valore della missionarietàcostituisce, infatti, la dimensione fondamentaledella vita e dell’azione di un cristiano e di una co-munità.

Il primo anno pastorale 2006/2007 è dedica-to all’ascolto del mondo giovanile. Esso costitui-sce una prima dimensione della missione; obiet-tivo è infatti portare la Chiesa (le comunità, i gio-vani, i sacerdoti, gli operatori...) fuori dei proprispazi, per instaurare nuove relazioni con i giova-ni, sul terreno della speranza, desiderata, cercatae vissuta negli ambiti della vita quotidiana, utiliz-zando la griglia di lettura, di analisi e di propostasuggerita dal IV Convegno Ecclesiale di Verona:le relazioni affettive; l’esperienza della fragilità;l’impegno di cittadinanza; la dinamica studio/la-voro - festa; il rapporto con le altre generazioni.Il primo anno è orientato all’incontro nazionaledi Loreto: in esso si raccoglie il cammino iniziatonel dopo-Verona, e viene dato impulso decisivo(sul piano delle motivazioni e dei contenuti) aquello ancora da compiere. Il tema, “Come io viho amato”, collega il farsi incontro della Chiesaai giovani al mistero del farsi incontro di Dio al-l’umanità, in Gesù Cristo. Lo Spirito di veritàguida l’ascolto, rivelando la presenza di Cristo inmezzo ai giovani e conducendo la Chiesa a “di-

scernere il ‘vero’ presente sotto le vesti del ‘nuovo’”.

L’anno pastorale 2007/2008 è dedicato alladimensione interpersonale dell’evangelizzazione.L’obiettivo è quello di proseguire la dinamicaestroversa del primo anno, sia a livello di testimo-nianza e presenza quotidiana negli ambienti divita, sia come iniziative straordinarie di missione.Il momento centrale del secondo anno è la GMGdi Sydney 2008: essa offre ai giovani la possibili-tà di approfondire il senso del mandato missiona-rio per la propria esistenza cristiana, in un conte-sto culturale e sociale estremamente stimolante.La partecipazione, fisica o “virtuale”, all’eventodi Sydney è quindi un passaggio importante pertutti coloro che sono coinvolti nel camminotriennale. ll tema, “Mi sarete testimoni”, eviden-zia che missionarietà è parte costituiva dell’iden-tità cristiana delle persone e delle comunità, chia-mati a narrare l’esperienza gioiosa dell’incontrocon il Risorto. La missione viene vissuta non co-me “proselitismo, che vuole ‘catturare’ i giovaniper appropriarsene, ma come una gioiosa comu-nicazione della bellezza di una scoperta che sivuole condividere con tutti.

L’anno pastorale 2008/2009 è dedicato alladimensione culturale e sociale dell’evangelizzazio-ne. Obiettivo è proseguire la dinamica estrover-sa, affrontando la questione di una testimonianzacristiana (personale, ma soprattutto comunitaria)esercitata sulle frontiere delle grandi questioniculturali e sociali. Tutto l’itinerario si concludecon un evento vissuto simultaneamente in ciascu-na delle diocesi italiane, nelle piazze, nei santua-ri diocesani o in qualche “nuovo santuario” delnostro tempo (centri commerciali, stazioni, cine-ma, piazze, stadi, luoghi dell’emarginazione...).

Il tema, “Fino ai confini della terra”, sottoli-nea l’esigenza che l’annuncio del Vangelo si de-clini nei linguaggi e nelle culture dei giovani dioggi, spesso assai distanti da quelli delle prece-denti generazioni.

Una proposta per concretizzare una Priorità

Dopo il Convegno di

Verona

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insieme 23pastorale giovanile insieme

IImmppaarriiaammoo aa pprreeggaarree,, pprreeggaannddoo……aallllaa ssccuuoollaa ddii GGeessùù,, iill MMaaeessttrroo

Presso il Centro Giovanile Salesiano “SacroCuore” di Catania-Barriera da ottobre è natal’esperienza della Scuola di preghiera, che tentadi rispondere all’esigenza di numerose persone,che sentono il bisogno di pregare e sono alla ri-cerca di spazi di silenzio e di incontro col Signore.

Essa si svolge presso la Parrocchia-Santuariodel S. Cuore, ogni primo venerdì dalle ore 19.00alle 20.00 circa; è aperta a tutti coloro, piccoli egrandi, che vogliono iimmppaarraarree aa pprreeggaarree pprreeggaann--ddoo, aallllaa ssccuuoollaa ddii uunn ssoolloo MMaaeessttrroo,, GGeessùù..

Già nel primo incontro abbiamo chiarito, di-nanzi al tabernacolo, che il centro di gravità,l’anima della preghiera è mmeetttteerrssii aallllaa PPrreesseennzzaaddii DDiioo,, ddii GGeessùù, che sarà il nostro vero e unicoMaestro, che ci condurrà per mano nel nostroccaammmmiinnoo ddii pprreegghhiieerraa appena avviato.

GGeessùù hhaa ppaarrllaattoo mmoollttoo ddii pprreegghhiieerraa:: quasiogni pagina di Vangelo è una preghiera ed ogniincontro con un uomo o una donna è una lezio-ne sulla preghiera; Gesù risponde sempre a chiricorre a Lui con un grido di fede (il cieco di Ge-rico, il centurione, la Cananea, Giairo, l’emor-roissa, Marta, la vedova che piange sul figlio,Maria a Cana…).

GGeessùù hhaa rraaccccoommaannddaattoo mmoollttoo ddii pprreeggaarreeper superare i problemi della vita quotidiana,Gesù ha comandato di pregare per vincere il male.

GGeessùù pprreeggaavvaa mmoollttoo, passava intere notti apregare, a parlare col Padre, ad ascoltarlo, perimparare a fare sempre la sua volontà.

GGeessùù hhaa ddaattoo uunn mmooddeelllloo ddii pprreegghhiieerraa,, iillPPaaddrree nnoossttrroo.

La lettura personale e comunitaria di alcunibrani della Sacra Bibbia, la preghiera dei Salmi,la risonanza semplice e discreta, l’atteggiamentodi adorazione dinanzi al SSS.mo Sacramento, lamusica di sottofondo che accompagna il silenzioe lo stesso silenzio assoluto… ci permettono dicreare un clima di ascolto, di adorazione, di dia-logo sentito con Gesù, Signore della nostra vi-ta…

Abbiamo già realizzato tre incontri (da otto-bre a dicembre) e numerosi ci raccogliamo, uni-ti dall’unico Maestro Gesù, a pregare, per ccoonn--tteemmppllaarree,, aaddoorraarree,, iimmpplloorraarree aaiiuuttoo,, cchhiieeddeerree mmii--sseerriiccoorrddiiaa,, llooddaarree,, rriinnggrraazziiaarree……

Riteniamo necessario, o quantomeno utile,questo ssppaazziioo ddii pprreegghhiieerraa ccoommuunniittaarriiaa,, comebbaassee ee ssttiimmoolloo ppeerr llaa pprreegghhiieerraa ppeerrssoonnaallee ee ffaa--mmiilliiaarree di quanti vogliono percorrere con co-stanza questo cammino…

IIll ccaammmmiinnoo cchhee ccii pprrooppoonniiaammoo ddii ccoommppiieerree

Abbiamo pensato di camminare con sempli-cità alla luce della Bibbia, per imparare a prega-re pregando, alla presenza di Gesù Maestro (ot-tobre), abbiamo meditato sulle disposizioni ne-cessarie (novembre) per poter pregare con frut-to (umiltà, coscienza che Dio mi ama, volontà diringraziare sempre Dio per tanto amore…). Ab-biamo meditato sui modelli che l’Antico Testa-mento ci offre di uomini e donne di fede e pre-ghiera operosa (Mosè, Davide, Salomone, Giu-ditta, Isaia, Ester…).

E da gennaio mediteremo su Gesù che pre-ga, e così sul modello di Maria orante, sulla pre-ghiera di pentimento, di implorazione , di ascol-to e di ringraziamento.

DDoonn GGaaeettaannoo UUrrssoo

Scuola di preghiera

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insieme pastorale giovanile24

Europa Terra di Missione - Documento finale

Seminario Europeo delle Ispettorie SalesianeSalesianum-Roma, 16-20 novembre 2006

1. Convocati dai Dicasteri per le Missioni eper la Pastorale Giovanile ci siamo radunati datutte le ispettorie salesiane dell’Europa per ap-profondire le sfide dell’evangelizzazione in Eu-ropa oggi e per individuare alcune strategie fon-damentali per una azione pastorale più missiona-ria.

2. Riflettendo sul tema “Europa terra di mis-sione” sappiamo che il nostro incontro è in con-tinuazione con i temi già discussi nell’incontrodegli ispettori Europei in Dicembre 2004, nel-l’incontro dei delegati ispettoriali per la pastora-le giovanile dell’Europa tenutosi in febbraio2005, e nell’incontro sulla formazione in Europaconclusa in maggio di quest’anno.

3. LL’’iimmppoorrttaannzzaa ddeell tteemmaa e l’urgenza di ri-flettere su di esso si vede dallo stesso interessa-mento del Rettor Maggiore in questo seminario.Nel suo intervento egli ci ha invitato a intra-prendere con coraggio il grande progetto di ri-dare anima all’Europa mentre ci consegniamocon parresia, con fiducia, con gioia, con genero-

sità e competenza alla educazione alla fede e del-la fede dei giovani. Ci ha proposto come model-lo della nuova evangelizzazione dell’Europa S.Paolo, il quale in catene a Roma, in una piccolacamera di non più di tre metri quadri, ha dato te-stimonianza del Cristo e ha annunciato il suoVangelo con tutta franchezza e senza impedi-mento (cfr. Atti 28, 16-31).

4. LL’’eessaammee ddeellllaa ssiittuuaazziioonnee socio-religiosadell’ Europa contemporanea ci convince dell’ur-genza dell’evangelizzazione in tutte le parti delnostro continente, anche se il contesto è variega-to nelle diverse zone dall’est all’ovest e dal nordal sud del continente. Nonostante le differenze,pensiamo che ci sono degli elementi comuni etrasversali in tutte le parti. Tra questi vogliamoaccennare ad alcuni che interpellano la nostra at-tenzione in modo particolare.

Dal punto di vista positivo si notano i semidel Vangelo che sono molto fecondi in varie par-ti del continente. In particolare:

– I movimenti religiosi, specialmente tra igiovani, attirano la nostra attenzione come am-

bienti dell’azione dello Spirito, e co-me gli inizi di un rinnovamento spiri-tuale e religioso. Similmente ci sonodiversi gruppi che favoriscono la so-lidarietà con i poveri e gli emargina-ti.

– L’impegno nel campo dell’ecu-menismo e la ricerca di opportunitàdi sinergia tra le chiese favorisce unanuova immagine di Chiesa.

– La stessa Chiesa cattolica èconsapevole del bisogno di presen-tarsi come l’annunciatrice della buo-na novella.

D’altra parte, siamo anche consa-pevoli dei vari ostacoli che si incon-trano oggi in Europa per una vera

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pastorale giovanile insieme 25

evangelizzazione. In particolare: – Un ambiente sempre più secolarizzato, nel

quale prende forza l’indifferentismo religioso eun laicismo esplicitamente avverso ad ogni for-ma di manifestazione pubblica della religiosità.

– Un ambiente carico di alcune domande difondo: qual’è il senso della vita, del dolore, dellamorte...? come si intendono i valori umani di cuitutti parlano: che contenuto assegnare loro?“essere liberi per che cosa?” Insomma, quale vi-sione antropologica sposare e promuovere?

– Una visione poco significativa e marginaledella Chiesa e della fede percepite come ostaco-li per lo sviluppo umano integrale e come un fre-no alla libertà umana.

– Cambiamenti radicali nel modo di conce-pire la FAMIGLIA e il suo ruolo nella società enell’ educazione alla fede dei figli. Molte famigliesi trovano in una situazione frammentata.

– Un ambiente segnato da immigrazione edemigrazione specialmente dei giovani, dal plura-lismo religioso e dalla sperequazione dei livelli divita dei paesi più poveri.

5. Davanti a questa situazione preoccupantenoi ci accorgiamo che lamentarsi sul presenteoppure avere nostalgia del passato non ci aiuteràa diventare veri evangelizzatori che portano illieto messaggio del Vangelo alle popolazioni eu-ropee. Crediamo che come iill SSiiggnnoorree RRiissoorrttooprecedette i suoi discepoli in Galilea, così egli cciipprreecceeddee ed è presente in tutti gli ambienti dovesiamo chiamati a prestare il nostro servizio dievangelizzazione. Il nostro bisogno più urgente èriconoscerne la presenza in ogni situazione e di-ventare degni strumenti suoi per portare il suoVangelo a tutti. Come con i discepoli di Em-maus, lo stesso Signore Risorto è l’evangelizzato-re principale.

6. La situazione europea ci presenta moltessffiiddee ddii eevvaannggeelliizzzzaazziioonnee. In particolare pren-diamo nota di alcune:

– Adoperare un metodo di evangelizzazionepiù esplicito e un’educazione che dia autenticitàe profondità ai valori umani che preparano al-l’ascolto del Vangelo di Gesù.

– Trovare il linguaggio giusto e adatto al-l’ascolto e al dialogo con la cultura giovanile, ca-pace di presentare la Buona Novella in modo

che risulti effettivamente un annuncio di gioia edi speranza.

– Ritrovare la gioia della nostra presenza ani-matrice tra i giovani e di un accompagnamentopersonale di ciascun giovane, seguendo l’esem-pio di Don Bosco, presente come padre ed ami-co tra i suoi giovani.

– Essere protagonisti di una pastorale chenasce da una comunità:

• che si nutre di una fede viva e dinamica, • che si esprime con scelte coerenti e verifi-

cabili, • che è presente tra i giovani, attenta al loro

mondo e alla loro cultura,• che è capace di convocare molte altre per-

sone attorno ad un progetto condiviso.

7. Questo rinnovato impegno di evangelizza-zione richiede un ccaammbbiioo ddii mmeennttaalliittàà da partedei Salesiani e il coraggio di adoperare metodo-logie evangelizzatrici e pastorali che portino i no-stri destinatari all’incontro con Gesù Cristo e auna vita pienamente coerente con il Vangelo. Perquesto il primo passo è essere molto esigenti sul-lo stesso concetto di evangelizzazione.

8. In sintonia con i recenti documenti dellaChiesa (Evangelii Nuntiandi, Redemptoris Mis-sio, Eccelsia in Europa, Direttorio Catechetico,etc.) comprendiamo l’EEVVAANNGGEELLIIZZZZAAZZIIOONNEEcome un processo che comincia con il primo an-nuncio del Vangelo, che favorisce il rapportopersonale con Cristo, riconosciuto Signore, econtinua fino alla piena formazione dell’immagi-ne di Cristo nel credente (cfr. Gal 4:19).

Il primo annuncio viene seguito dal vivo con-tatto con la Parola di Dio che trasforma il mododi essere e di lavorare della persona evangelizza-ta. La catechesi e la celebrazione dei sacramentisono elementi importanti e indispensabili dellacrescita nella fede. La solidarietà con la famigliaumana rende il credente un vero discepolo diCristo che si è speso per tutti.

9. È vero che la gravità della situazione in cuici troviamo richiede di dare importanza e atten-zione a tutti gli elementi di una vera evangelizza-zione. Comunque oggi siamo chiamati a ddaarreepprriioorriittàà aall pprriimmoo aannnnuunncciioo ddeell VVaannggeelloo ddii CCrriissttooee pprreesseennttaarree llaa ssuuaa ppeerrssoonnaa. Non è più possibi-

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insieme pastorale giovanile26

le dare per scontato che tutti siano già a cono-scenza di Gesù Cristo e del suo Vangelo. È ur-gente indirizzare questo primo annuncio a colo-ro che non l’hanno ascoltato e conseguentemen-te non sono stati battezzati e ugualmente a quel-li che sono stati battezzati ma non ancora evan-gelizzati. Allo stesso tempo crediamo nell’ im-portanza di evitare i due estremi del fondamen-talismo religioso da una parte, e di un generici-smo che si accontenta di attività di umanizzazio-ne che non arrivano mai ad un annuncio esplici-to di Gesù Cristo e del suo Vangelo.

10. UUnn rriinnnnoovvaattoo iimmppeeggnnoo ddii eevvaannggeelliizzzzaa--zziioonnee rriicchhiieeddee uunn nnuuoovvoo ttiippoo ddii eevvaannggeelliizzzzaattoorree,tanto come individuo che come comunità. Lapersona dell’evangelizzatore, cioè il salesiano etutti coloro che condividono la sua missione ecollaborano con lui, sono la chiave per la realiz-zazione di questo nuovo impegno. Vogliamo evi-denziare le caratteristiche più importanti di que-sto nuovo tipo di evangelizzatore:

– ccrreeddee ffeerrmmaammeennttee che è possibile evange-lizzare nel contesto attuale dell’Europa, perché ilSignore risorto è presente ed attivo in questocontinente ed è convinto dell’efficacia del cari-sma di Don Bosco.

– nnoonn ““ssii llaasscciiaa ssccoorraaggggiiaarree ddaallllee ddiiffffiiccoollttàà””ddeell tteemmppoo iinn ccuuii vviivvee (C. 17), non si spaventadella secolarizzazione o del laicismo invadente,ma si impegna a trovare le giuste vie per annun-ciare Gesù Cristo e il suo Vangelo al massimonumero possibile di persone;

– llaavvoorraa iinn rreettee ee iinn ccoollllaabboorraazziioonnee con altrepersone sia nella sua comunità che nella Chiesa enella società;

– non ha paura di ssppeerriimmeennttaarree nnuuoovvii mmeettoo--ddii per annunciare il Vangelo;

– si lascia evangelizzare dallo stesso Vangeloe come singolo e come membro della sua comu-nità ne è un tteessttiimmoonnee ccoonnvviinnttoo, sapendo chenell’ambito dell’evangelizzazione “la personastessa è il messaggio” (“the medium is the messa-ge”).

11. Per rendere più rapida la realizzazionedel nostro rinnovato impegno di evangelizzazio-ne in Europa sseeggnnaalliiaammoo aallccuunnee lliinneeee ddii aazziioonnee:

a. AAtttteennzziioonnee aall rriinnnnoovvaammeennttoo ddeellllee nnoossttrreeccoommuunniittàà.. Ci vuole un continuo processo di ri-

flessione per indurre una mentalità evangelizza-trice nei confratelli e per renderli veri testimonidi Gesù Cristo. Ci vuole molto ottimismo e il co-raggio di credere nella possibilità di essere verievangelizzatori nell’Europa oggi e nel valoreumanizzante della Parola di Dio. Per questo lacomunità mette Gesù Cristo e il suo Vangelo alprimo posto in tutto quello che organizza e di-venta accogliente per tutti, specialmente per igiovani.

b. UUnnaa pprreesseennzzaa aattttiivvaa ttrraa ii ggiioovvaannii ee ggllii aallttrriiddeessttiinnaattaarrii iinn ttuuttttii ggllii aammbbiieennttii iinn ccuuii rreeaalliizzzziiaa--mmoo llaa nnoossttrraa mmiissssiioonnee.. Tale presenza esige il“tteemmppoo lliibbeerraattoo”” per stare in mezzo ai giovani,la capacità di ascoltarli e la pazienza di dialogarecon loro in un linguaggio nel quale loro si rico-noscano, accompagnandoli nella loro crescitaumana e cristiana.

c. PPrreessttaarree ppaarrttiiccoollaarree aatttteennzziioonnee aallll’’eevvaannggee--lliizzzzaazziioonnee ddeellllee ffaammiigglliiee.

d. NNeell pprrooggeettttoo ppaassttoorraallee bbiissooggnneerreebbbbee ppuunn--ttaarree ddii ppiiùù ssuullllaa qquuaalliittàà ddeeii nnoossttrrii sseerrvviizzii,, dareparticolare attenzione alle persone e dedicare lo-ro più tempo.

e. SSeerrvviirrssii iinn uunn mmooddoo ppiiùù ccrreeaattiivvoo ddeeii mmeezz--zzii ddii ccoommuunniiccaazziioonnee ppeerr ll’’eevvaannggeelliizzzzaazziioonnee. Laradio, l’internet e le pubblicazioni di vario tiposono mezzi molto potenti per creare mentalità eatteggiamenti evangelici e per favorire la vita cri-stiana.

f. LLaavvoorraarree iinn ssiinneerrggiiaa con altri agenti pasto-rali per l’annuncio del Vangelo. In particolarededicando più impegno alla formazione dei col-laboratori laici nei nostri ambienti ma anche ol-tre i nostri confini.

In conclusione, vogliamo ribadire che il nuo-vo impegno di evangelizzazione nel nostro conti-nente comincia con noi stessi. Lasciamoci evan-gelizzare per essere conquistati dalla vera passio-ne del “da mihi animas cetera tolle” che fece diDon Bosco l’evangelizzatore per eccellenza. Egliè il nostro modello e ispiratore.

Ci auguriamo che riflettendo su questo mes-saggio tutte le nostre comunità possano appro-fondire il tema del Capitolo Generale 26 e arri-vare a progetti concreti per un rinnovato impe-gno di evangelizzazione nei loro ambienti.

Salesianum - Roma, 20 novembre 2006

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pastorale giovanile insieme 27

VVOOLLOONNTTAARRIIAATTOO EE MMIISSSSIIOONNEE SSAALLEESSIIAANNAA

Il documento sul Volontariato salesiano che qui presentiamo offre una riflessione sulla suaidentità nel quadro della proposta educativo-pastorale della Congregazione e alcuni criteri e lineeoperative.

Il volontariato è una realtà in crescita in molte Ispettorie. Per i salesiani è un’opportunità percondividere in concreto la loro spiritualità e il sistema preventivo con i giovani e i laici. Sovente èfrutto del cammino formativo proposto dalla Pastorale Giovanile Salesiana e un’esperienza di im-pegno salesiano a favore dei giovani più poveri e di una società più solidale. In molti ambienti di-viene per parecchi giovani un cammino di discernimento e maturazione vocazionale.

La varietà di forme delle esperienze di volontariato è molteplice: ciò costituisce la sua ricchez-za, ma anche un rischio per la sua identità e capacità formativa. Questo ci ha indotti a riprendereil documento “Volontariato e Missione salesiana”, presentato nel 1995 dai Dicasteri per la Pasto-rale Giovanile, per le Missioni e per la Famiglia Salesiana, ed a farne una lettura rinnovata, alla lu-ce dell’abbondante esperienza di questi anni, degli orientamenti del CG24 e delle linee fondamen-tali della Pastorale Giovanile Salesiana. Il cammino è stato lungo, ma crediamo fecondo, perchéha coinvolto, in modi diversi, molti volontari e organizzazioni salesiane di volontariato.

Il documento si rivolge a tutta la Congregazione e quindi si mantiene necessariamente a livel-lo di principi e criteri generali, senza affrontare problemi particolari di certe zone o situazioni. Co-stituisce come un “qquuaaddrroo ddii rriiffeerriimmeennttoo” per tutta la Congregazione, alla luce del quale ogniIspettoria, organizzazione o gruppo di volontariato dovrà individuare concretamente criteri e li-nee operative in un proprio piano di azione.

Non si tratta di un documento destinato alla biblioteca, ma allo studio e alla riflessione di tut-ti coloro che sono direttamente coinvolti nel volontariato. Lo affidiamo innanzitutto ai DDeelleeggaattiiiissppeettttoorriiaallii ddii PPaassttoorraallee GGiioovvaanniillee ee aallllee lloorroo ééqquuiippeess, ai DDeelleeggaattii iissppeettttoorriiaallii ddeellllee MMiissssiioonni e agliiinnccaarriiccaattii iissppeettttoorriiaallii ddeell VVoolloonnttaarriiaattoo, con l’impegno di farlo oggetto di studio e di riflessione peruna approfondita verifica, per il rinnovamento e la promozione del volontariato salesiano.

Un primo compito ad essi affidato è di presentarlo alle comunità salesiane e suscitare in esseuna nuova sensibilità e attenzione alla realtà del volontariato, come proponeva il CG24 (cfr. n.126). Dovranno anche elaborare un “Piano ispettoriale del Volontariato”, «che contenga una pro-posta articolata da inserirsi nel progetto educativo-pastorale, sia per la preparazione dei volontari,sia per l’accompagnamento durante il loro servizio, sia per l’accoglienza e la valorizzazione al lororientro» (CG24, 126).

Anche le ONG Salesiane, che promuovono il volontariato, sono destinatarie privilegiate diquesto documento. Mentre promuovono il volontariato, in stretto rapporto e collegamento conmolte altre organizzazioni sociali, dovranno avere una cura speciale per assicurare la sua identitàe le sue caratteristiche salesiane, collaborare strettamente con le Ispettorie nel suo sviluppo e faci-litare le condizioni tecniche, legali e finanziarie per la sua realizzazione.

Sull’esempio di Don Bosco che affidava tutte le sue iniziative all’Ausiliatrice, invochiamo lapresenza materna di Maria, perché sia guida in questo cammino che la Congregazione ha intrapre-so: un cammino che sta offrendo nuove opportunità di donazione a tanti giovani adulti chiamati adiventare missionari dei giovani.

AAnnttoonniioo DDoommeenneecchh FFrraanncciiss AAlleenncchheerrrryyConsigliere generale per la Pastorale Giovanile Consigliere Generale per le Missioni

Roma, 31 gennaio 2006,

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insieme pastorale giovanile28

Una domenica speciale...

Festa MGS al PalaCatania

“Una domenica speciale…” una frase che èrisuonata nei cuori di molti dei giovani che han-no partecipato alla FESTA MGS, svoltasi al Pa-laCatania, domenica 19 novembre 2006.

Un’esperienza di grande gioia, spiritualità eformazione.

Il tema della giornata “Questa è la mia fede”ha invitato il MGS di Sicilia a percorrere il cam-mino che la Chiesa Italiana aveva realizzato inpreparazione al convegno di Verona “Testimonidi Cristo, speranza del mondo” e a maturare nel-la interiorizzazione e nell’annuncio della nostrafede. Ogni partecipante è stato invitato a realiz-zare un cammino di incontro personale con Cri-sto e di annuncio e testimonianza della propriafede nel quotidiano.

Questo itinerario formativo, introdotto dalCGS di Gela attraverso un breve spettacolo, haavuto il suo culmine nella testimonianza di duegiovani del gruppo Nuovi Orizzonti, un’associa-zione che si dedica al recupero degli emarginatie che si impegna nel campo dell’evangelizzazio-ne di strada (due ambiti educativi così cari a donBosco e anche a noi).

Don Davide, giovanissimo sacerdote, che

dopo aver vissuto l’esperienza dell’evangelizza-zione di strada ha sentito la chiamata di Dio allavita sacerdotale e ha consacrato a Lui la sua vita.Ci ha narrato una esperienza di fede che ha sa-puto trasformare la vita quotidiana in luogo diincontro con Dio e di annuncio della propria fede.

Ma la testimonianza di Angela è stata quellache ha toccato maggiormente il cuore e la mentedi tutti i partecipanti, giovani e meno giovani.Una ragazza che ha incontrato Cristo risorto do-po essere passata dall’esperienza della sofferenzae della morte del cuore. Un’infanzia infelice, ab-bandonata dai genitori e sballottata da un cen-tro ad un altro, entrata nel vortice della droga edel satanismo che incontra Chiara Almirante(fondatrice di Nuovi Orizzonti) e che, grazie aquesto incontro semplice ma profondo, cambiala sua vita consacrando a Dio ogni suo respirodedicandosi all’accoglienza degli ultimi e alla te-stimonianza di Cristo risorto.

Dopo queste forti testimonianze, abbiamocelebrato una intensa e partecipata celebrazioneeucaristica: luogo dell’incontro con la Sua Paro-la e il Suo Corpo.

Dopo una breve sosta per il pranzo, il Pala-

PalaCatania: I giovani alla festa MGS.

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pastorale giovanile insieme 29

che hanno portato avanticon responsabilità il servi-zio della logistica, del-l’animazione e della se-greteria.

Un’altra grande re-sponsabilità è stata porta-ta avanti con grande pro-fessionalità dalla casa delS. Francesco di Sales diCatania che, realizzandouna buona sinergia tral’oratorio e la scuola, hacurato l’animazione musi-cale (gruppo musicale,coro, ballo).

Ringrazio anche tutticoloro che hanno collabo-rato alla realizzazione del-la giornata e che, per mo-tivi di spazio, non possonominare singolarmente.

In sintesi credo di poter valutare molto posi-tivamente la FESTA MGS 2006 che ha raggiun-to il duplice obiettivo della qualità e della quan-

tità (2.500 partecipanti dai 14 anni in su).Ringraziamo il nostro padre don Bosco che,

anche attraverso questa manifestazione, ha volu-to dare ancora una volta un segno di speranza al-la nostra Famiglia Salesiana di Sicilia e ha volutoricordare ad ognuno di noi la grande attualitàdel carisma salesiano e della Spiritualità Giova-nile Salesiana.

DDoonn MMaarrcceelllloo MMaazzzzeeooDelegato MGS

Catania si è trasformato in un grande centromulticulturale e musicale. Sono stati realizzati al-cuni laboratori e stand che sono rimasti attividalle 14.00 alle 16.00.

SSppiirriittuuaalliittàà:: angolo dell’adorazione, angolodelle confessioni, angolo della Lectio;

FFoorrmmaazziioonnee:: evangelizzazione, fede e giova-ni, prevenzione droga alcool e tabacco, immigra-zione, educazione alla vita di coppia, diritti deiminori, anno per il tuo futuro;

DDiisstteennssiioonnee:: danza latino americana, Karao-ke, Clowneria;

AAssssoocciiaazziioonnii:: VIS, PGS, CGS, TGSAlle 16.00 i partecipanti si sono ritrovati in-

sieme per un momento di festa e comicità.La festa si è conclusa intorno alle 17.15.La giornata è stata guidata da due giovani –

Domenico Arcoraci (Barcellona) e Alessia Fusco(Messina) – che hanno cercato di legare i varimomenti e hanno aiutato i partecipanti a fare te-soro dei messaggi che la giornata ha proposto.

Insieme a loro, nello stile del protagonismogiovanile, hanno contribuito alla buona riuscitadella manifestazione 80 animatori provenientidalle varie case della Sicilia che si sono radunatisabato 18 per preparare al meglio la giornata e

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insieme30

Un grazie a Don Francesco Giannone

Di seguito la lettera scritta dal Prof. Giovan-ni D’Arrigo, professore universitario a “La Sa-pienza” di Roma ed ex allievo dell’oratorio e del-la parrocchia di Messina-Giostra, in occasionedei festeggiamenti per Don Giannone nel 1999.

È difficile, quasi impossibile, far capire ad ungiovane d’oggi quali erano le condizioni ambienta-li e socio-culturali esistenti in Sicilia e, in partico-lare, nel quartiere Giostra di Messina, alla finedella II Guerra Mondiale. Io, che in quegli anniero ancora un ragazzino (sono nato nel 1937), ri-cordo ancora nitidamente quel periodo e ne intra-vedo le differenze abissali con la realtà odierna.Non si tratta delle piaghe sociali come la povertàdiffusa, la disoccupazione, la presenza delle barac-che (retaggio del terremoto del 1908 e dei bombar-damenti) e della criminalità, che esistevano allorae che, purtroppo, continuano ad esistere ancoraoggi a Giostra (e non soltanto). C’era invece un fe-nomeno che caratterizzava quella realtà in sensosostanzialmente più negativo rispetto a oggi: l’iso-lamento culturale dal mondo. Mi spiego:

Un noto genetico, Francesco Luca Cavalli-Sforza, nel suo bel libro “Geni, Popoli e Lingue”sostiene che l’uomo si distingue dalle bestie per laricchezza della sua cultura, intendendo per cultura“l’insieme di ciò che si apprende dagli altri, in con-trapposizione a quello che si impara da soli, in iso-lamento”. Alla base di entrambi i casi c’è l’appren-dimento ma il primo modo (la via culturale) che sibasa sull’osservazione delle azioni di altri soggettio ricevendone da questi insegnamenti diretti, haun potere più elevato.

Intorno al 1950 noi ragazzi di Giostra viveva-mo nel quartiere vagando in branchi per le strade,giocando con quanto si poteva disporre a quei tem-pi (schegge di bombe, palle riempite di stracci e cu-cite dalle nostre madri, birilli e aquiloni di fortu-na, competizioni e gare all’aria aperta). Vivevamoin isolamento nel quartiere, come chiusi in unastanza priva di porte e finestre e non vedevamo nésapevamo come fosse il mondo esterno. La fami-glia e la scuola (per chi poteva frequentarla), preseda problemi in quegli anni più impellenti, nonerano in grado di trasmetterci la cultura a noi ne-

cessaria. Né esisteva-no o erano così diffusii mezzi tecnologici dioggi (telefoni, cellula-ri, radio, televisione,stampa, cinema, com-puters, reti telemati-che, mezzi di traspor-to facili e celeri) chefanno oggi viveregran parte dell’uma-nità in un “villaggioglobale” in cui, volen-do, tutti possono sod-disfare i bisogni cul-turali.

È stata una fortu-na, per molti di noiragazzi di Giostra,

Lettera del Prof. D’Arrigo ex allievo dell’oratorio di Messina-Giostra

insieme frammenti di memoria

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insieme 31frammenti di memoria insieme

imbatterci in quegli anni tremendi in una personache non solo ha aperto dall’esterno una porta nel-la stanza chiusa in cui vivevamo relegati e ci hapermesso così la visione del mondo esterno, mache ci ha anche fornito la chiave di lettura con cuiinterpretarlo e gli strumenti su come muoverci ecomportarci una volta venuti fuori. Don FrancescoGiannone, sacerdote dell’Oratorio salesiano dellaParrocchia “S. Leonardo” in S. Matteo al rioneGiostra di Messina, al quale mi riferisco, ha avutoper noi ragazzi del quartiere questo ruolo, attuan-do in maniera perfetta l’essenza della filosofia sa-lesiana di don Bosco.

Le prime proiezioni cinematografiche conmezzi di fortuna, il nostro coinvolgimento come“attori” della filodrammatica dell’Oratorio e come“cantori” per le Messe e gli altri riti religiosi, le at-tività ricreative (i tornei di calcio e ping-pong), lefrequenti gite con colazione a sacco effettuate apiedi, in treno, in barca, in posti “lontani” (comedimenticare Monte Ciccia, Dinnammare, Ganzir-ri-Mortelle, Taormina, Tindari ed i suoi laghetti,etc, ed il mitico viaggio a Roma per l’Anno Santodel 1950), che altro sono state queste attività senon aperture alla conoscenza del mondo esterno?

Le scuole e le gare di Catechismo, i ritiri spiri-tuali al S. Luigi, le prediche a sfondo etico-religio-so (come dimenticare, tra l’altro, gli aneddoti e lestorielle del vecchio Don Scelsi?), che altro sonostati se non strumenti per capire il mondo e di eti-ca comportamentale? E come non considerare tut-te le altre “ricchezze” prodotte da queste attività,quali la socializzazione con i coetanei, la formazio-ne di amicizie, il piacere e l’apprezzamento per lanatura e l’ambiente, la gioia interiore prodottadalla pratica dello sport, dal canto, dalla recitazio-ne, dalle solenni premiazioni annuali a base di sta-tuine e quadretti.

Questi insegnamenti, queste ricchezze interio-ri, queste gioie, noi ragazzi di Giostra li abbiamoricevuti in condizioni ambientali veramente preca-rie frequentando l’Oratorio e per merito, soprat-tutto di quel salesiano rubicondo, simpatico e co-municativo che si chiamava Don Giannone. I frut-ti del suo straordinario lavoro sono facilmentetangibili: basta conoscere gli uomini di oggi, ex ra-gazzi dell’Oratorio di allora.

Con la consapevolezza che deriva dall’espe-rienza che ho maturato in lunghi anni, sento di

annoverare Don Giannone fra le persone più de-terminanti e significative che hanno segnato lamia vita in senso positivo. A distanza di cinquan-ta anni, esprimo di cuore un grazie a Don Gianno-ne per quanto mi ha dato.

Roma, Novembre 1999

GGiioovvaannnnii DD’’AArrrriiggoo

DDoonn PPiieettrroo GGaarrooffaalloo rriiccoorrddaa DDoonn GGiiaann--nnoonnee

“… non facevo mistero in famiglia dellamia decisione di farmi Salesiano, diventa-re cioè come Don Giannone, che consi-deravo mia guida e mio modello. Difattiio avevo vissuto gli anni più importantidella mia vita di ragazzo, accanto ad unapersona, qual era Don Giannone, cheanimava con la sua mente, il suo cuore eil suo fascino irresistibile tutta la nostravita. Era per me, come penso per gli altrimiei compagni di A.C. un Salesiano au-tentico, “segno e portatore dell’Amore diDio” a noi giovani. Dinamico, creativo, cioffrì la freschezza della sua giovinezza nel‘43, quando venne alla Giostra, aveva 32anni! Ho ancora vivo il ricordo del “cli-ma festoso” dentro cui si svolgeva la no-stra vita associativa: tornei sportivi, attivi-tà filodrammatiche (teatri, operette musi-cali, macchiette...), ricreative, impegniformativi (la preghiera comunitaria, la ce-lebrazione dell’Eucaristia con la lode e ilcanto, gli Esercizi Spirituali “chiusi” al S.Luigi, per noi Aspiranti ed Effettivi diA.C., gare catechistiche), gite in monta-gna, sempre a piedi, iniziative apostolicheche raggiungevano la mente e il cuore deigiovani e che favorivano la loro matura-zione personale, per la scelta dello statodi vita: la professione o il lavoro, la fami-glia o la vita sacerdotale e/o religiosa”.

[fonte: Pietro Garofalo, Memorie di un salesiano,Messina 2006]

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insieme32 insieme vita ecclesiale

RRiinnuunncciiaa ddeellll’’AArrcciivveessccoovvoo MMeettrrooppoolliittaa ddiiMMeessssiinnaa--LLiippaarrii--SSaannttaa LLuucciiaa ddeell MMeellaa ((IIttaalliiaa)) ee

nnoommiinnaa ddeell ssuucccceessssoorree

Il Santo Padre ha accettato larinuncia al governo pastorale del-l’arcidiocesi metropolitana diMessina-Lipari-Santa Lucia delMela (Italia), presentata da S.E.Mons. Giovanni Marra, in con-formità al can. 401 § 1 del Codicedi Diritto Canonico.

Il Papa ha nominato Arcive-scovo Metropolita di Messina-Li-pari-Santa Lucia del Mela (Italia)SS..EE.. MMoonnss.. CCaallooggeerroo LLaa PPiiaannaa,,SS..DD..BB.. finora Vescovo di Mazaradel Vallo (TP).

S.E. Mons. Calogero La Pianaè nato a Riesi, diocesi di PiazzaArmerina e provincia di Caltanis-setta, il 27 gennaio 1952. Ha fre-quentato le scuole medie statali ed in seguito unCentro di Formazione Professionale, conseguen-do la qualifica di Meccanico tornitore. Si è iscrit-to successivamente al liceo scientifico, conse-guendovi il diploma di maturità scientifica nel1973. Entrato nel Noviziato dei Salesiani, haemesso la prima Professione il 12 settembre1974. Dal 1974 al 1976 ha frequentato gli studifilosofici presso l’Istituto Teologico “San Tom-

Mons. La Piana nominato Arcivescovo Metropolita

maso” di Messina, esercitando poi il biennio diTirocinio pratico (1976-1978), previsto dal pro-getto formativo salesiano, presso l’opera salesia-na “Gesù Adolescente” in Palermo, come assi-stente, animatore ed insegnante.

Ha frequentato l’Istituto Teologico “SanTommaso” di Messina, dal 1978 al 1981, percompiervi gli studi teologici, ottenendo il Bacca-laureato in Teologia. Nel frattempo ha fatto lasua Professione Perpetua il 14 settembre 1980ed è stato ordinato diacono il 4 aprile 1981. Haricevuto l’Ordinazione sacerdotale l’8 settembre1981 a Riesi.

Ha compiuto gli studi teologici presso laPontificia Università Gregoriana a Roma conse-guendo la Licenza in Teologia Dogmatica, nel

giugno del 1983. Ha frequentatoin seguito i corsi per il Dottoratopresso la medesima Università,dove ha conseguito la laurea inTeologia Dogmatica. Rientratopresso la comunità dell’IstitutoTeologico “San Tommaso” diMessina vi ha lavorato ininterrot-tamente dal giugno del 1985 al-l’agosto del 1999 come animato-re liturgico e spirituale della co-munità, responsabile dell’orga-nizzazione della comunità educa-tiva e garante della disciplina. Viè stato pure docente di Ecclesio-logia ed Antropologia Teologicae docente di Teologia Pastoralenei corsi di specializzazione in

catechetica. Per sei anni ha ricoperto l’incaricodi Preside dell’Istituto Teologico. Nel 1988 è sta-to nominato Vicario del Direttore della Comuni-tà religiosa, divenendone poi, dal 1989 al 1999Direttore. Dal 1999 al 2002 è stato Ispettore del-l’Ispettoria Salesiana Sicula.

Eletto alla Chiesa di Mazara del Vallo il 15novembre 2002, ha ricevuto l’Ordinazione epi-scopale il 6 gennaio del 2003.

Mons. Calogero La Piana

La gioia della nostra ispettoria e della FS sisomma a quella della diocesi di Messina maanche, e sono tante le testimonianze, al ram-marico di quella Mazzarese che ha visto unarinnovata primavera.

Auguri al nostro amato don Lillo e l’assi-curazione della nostra preghiera fraterna

DDoonn LLuuiiggii PPeerrrreellllii

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insieme 33vita ecclesiale insieme

Carissimo don Perrelli,ti ringrazio della tua email. La giornata

del 15 novembre è stata davvero molto bellae significativa. Sono convinto che il Decretodi eroicità della vita e delle virtù di MammaMargherita non ha fatto altro che rendere uf-ficiale quella che era stata l’esperienza di donBosco, dei ragazzi dell’Oratorio e di tutti noi,vale a dire, la santità di Mamma Margherita.Non è stato questione di strategia, ma diazione dello Spirito Santo. Ora quello cheimporta è da un canto continuare a stimolarela vocazione alla santità nella Famiglia Santi-tà qualsiasi sia il proprio progetto di vita, co-me una vita che fa della quotidianità e dellaferialità una strada per la santità, consapevo-li che questa non consiste nel fare cose stra-ordinarie, ma nel fare di modo straordinariole cose ordinarie. E, dall’altro canto, il pro-muovere l’Associazione Mamma Margheritadi modo che i genitori dei salesiani si impe-gnino ad accompagnare la vocazione dei lorofigli e a sorreggerli con la preghiera perchèsiano fedeli, specialmente nei momenti diprova.

Il Signore continui ad assistirti col suoSpirito nello svolgimento del tuo ministero.

Con affetto, in Don Bosco

DDoonn PPaassccuuaall CChháávveezz VV..Rettor Maggiore

CCoommuunniiccaazziioonnee ddiiMMoonnss.. MMaarrrraa

Presbiteri e DiaconiConsacrati e Fedeli Laici

Con vivo piacere Vicomunico che il SantoPadre Benedetto XVI hanominato ArcivescovoMetropolita di MessinaLipari S. Lucia del MelaSSuuaa EEcccceelllleennzzaa RReevveerreenn--ddiissssiimmaa MMoonnssiiggnnoorr CCAA--LLOOGGEERROO LLAA PPIIAANNAA,vescovo di Mazara delVallo, del quale allego

un breve curriculum vitae, sebbene Egli siagià conosciuto per aver vissuto molti anni aMessina.

Esprimiamo anzitutto devota e coralegratitudine al Sommo Pontefice per la Suasollecitudine nei confronti di tutta la Chiesae in particolare per aver rivolto la Sua pasto-rale attenzione alla nostra Arcidiocesi, allaquale ha inviato un degno successore degliApostoli.

Al nuovo Arcivescovo, poi, vogliamo ma-nifestare prontamente la nostra riconoscenzaper aver accettato questo nuovo ministero e aLui assicuriamo, sin d’ora, sincera e cordialeaccoglienza, convinto e responsabile impe-gno di comunione, intelligente e pronta col-laborazione per dare gloria a Dio e per il be-ne del Suo Popolo.

Infine, unanimi invochiamo per interces-sione della Beata Vergine Maria e dei Santinostri patroni, la benedizione della TrinitàSantissima sul futuro del nostro cammino, af-finché sostenuti dalla multiforme Grazia diDio, sappiamo essere tteessttiimmoonnii ddii GGeessùù RRii--ssoorrttoo,, ssppeerraannzzaa ddeell mmoonnddoo.

Nel rinnovare a ciascuno i sentimenti del-la mia più viva gratitudine, tutti saluto e be-nedico cordialmente nel Signore.

Messina, 18 Novembre 2006

GGiioovvaannnnii MMaarrrraaArcivescovo

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insieme34 insieme famiglia salesiana

Si è svolto a Zafferana Etnea ilconvegno di Famiglia Salesiana sul te-ma: “Testimoni di speranza. Un mo-mento ricco di eventiFamiglia Salesia-na ed impegno socio-politico”.L’evento, vissuto subito dopo il Con-vegno di Verona, è sembrato una con-cretizzazione dello stesso. Tra i relato-ri vi era il dott. Saro Sapienza che haillustrato, magistralmente, la Dottrinasociale della Chiesa; Sr. Maria Trigila,giornalista, ha presentato, invece, ilrapporto tra Don Bosco e la politica.Le due relazioni hanno dato spunti diriflessione e, soprattutto, di provoca-zione ai partecipanti per un impegnosempre più significativo nel contestosociale e politico nello stile salesiano.Ed è proprio questo che hanno testi-moniato Piero Quinci e i partecipantialla tavola rotonda: A. La Barbera, G.Costanza e M. Cicero.

Sicuramente, a partire da questaesperienza, nasceranno nuovi cammi-ni di impegno per i vari gruppi di Fa-miglia Salesiana perché D. Bosco e M.Mazzarello siano ancora vivi e attualinella nostra terra.

Zafferana Etnea - Testimoni di speranza

Don Carmelo Umana, Prof. Saro Sapienza,Prof. Marco Pappalardo.

Sr. M. Trigila.

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insieme 35famiglia salesiana insieme

Il 12 novembre si è concluso, con una gior-nata ricca di eventi, il III Congresso dell’Asso-ciazione dei Cooperatori Salesiani (ACS). Inmattinata il Rettor Maggiore ha presieduto l’Eu-caristia. Erano presenti oltre i partecipanti, an-che numerosi Salesiani e Figlie di Maria Ausilia-trice, per la maggior parte delegati ispettorialidell’ACS, e i Salesiani della Casa Generalizia.Accanto al Rettor Maggiore hanno concelebratoil suo Vicario, don Adriano Bregolin, e il diretto-re della Casa Generalizia, don José Manuel Gui-jo. “Insieme ringraziamo il Signore che vi ha illu-minato con il suo Spirito e vi ha allargato il cuo-re per rispondere con gioia e generosità a suo di-vin volere. Oggi poniamo sull’altare il nuovoProgetto di Vita Apostolica, ma soprattutto levostre persone affinché il Signore vi trasformi evi santifichi”, ha detto don Chávez a conclusio-ne di quanto vissuto dai partecipanti nei giornidel congresso. Al termine dell’Eucaristia gli oltre250 responsabili dell’ACS che hanno partecipa-to al congresso si sono recati nella Basilica di SanPietro in Vaticano, dove hanno rinnovato la loroPromessa di Vita come Salesiani Cooperatori da-vanti alla tomba dell’Apostolo. Successivamentesi sono trasferiti in piazza per partecipare, insie-me agli altri pellegrini, alla preghiera dell’Ange-lus di Sua Santità Benedetto XVI. Dopo la pre-ghiera il Papa ha dato inizio ai saluti dei diversi

gruppi di pellegrini presenti rivolgendosi ai Coo-peratori con le seguenti parole: “Sono lieto di sa-lutare i cooperatori salesiani convenuti a Romada varie nazioni per il loro congresso mondiale eper il 150esimo anniversario della morte dellaserva di Dio Margherita Occhiena, madre di SanGiovanni Bosco. Dal cielo Mamma Margheritaprotegga tutti voi cari amici e tutta la FamigliaSalesiana”. Al termine dell’Angelus, i parteci-panti del III Congresso della ACS hanno fatto ri-torno ai propri paesi di origine.

III Congresso dell’Ass. Cooperatori Salesiani

Sr. M. A. Colombo, Don A. Bregolin, Sig. R. Maiorano.

Un momento del Congresso.

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insieme36 insieme dalle case salesiane

Dalle case salesiane

OOrraattoorriioo ““SS.. FFrraanncceessccoo ddii SSaalleess””GGrruuppppoo ffaammiigglliiee

Eccoci qua. Ciò che solo un anno fa a moltidi noi appariva qualcosa di nebuloso, oggi hauna propria identità: una piccola comunità chefacendo ha preso gusto in ciò che fa e mostra diavere voglia e volontà di crescere.

Oggi possiamo affermare, con una punta diorgoglio, che il Gruppo Famiglie Don Boscodell’Oratorio San Francesco di Sales è una real-tà. Alla ripresa delle attività, dopo la parentesiestiva, il folto gruppo di famiglie che esattamen-te un anno fa iniziavano, seppur con qualche ri-serva, un percorso di crescita spirituale, si ritro-va, compatto e motivato, per progettare il per-corso che dovrà affrontare nei prossimi mesi.L’entusiasmo manifestato e la voglia di continua-re in questa esperienza rappresenta per certi ver-si un piccolo miracolo.

Certo, gran parte dei componenti il gruppo,a vario titolo, ancor prima che questa bella espe-rienza vedesse la luce, erano inseriti attivamentenelle attività dell’Oratorio, ma il passaggio daquel tipo di attività ad una attività che coinvol-gesse le coppie, marito e moglie insieme, non erae non è un passaggio semplice. Così come non èstato semplice per coloro che, pur vicini all’Ora-torio, non avevano mai avuto esperienze di atti-vità in gruppo.

Le difficoltà derivanti dalla gestione dei figli,la stanchezza del lavoro, gli impegni domestici ela lotta contro le consolidate abitudini che spes-so ci costringono ad un volontario isolamento,sono stati dei seri nemici contro cui tutti abbia-mo dovuto fare i conti, elementi con i quali sia-mo scesi a patti, per giungere a ragionevoli com-promessi che ci hanno regalato spazi di libertàda dedicare a noi stessi, alla nostra coppia, allanostra comunità.

Non senza sacrifici, ma ampiamente ripagatidai benefici derivanti dal lavoro svolto e dal con-

CCAATTAANNIIAA -- CCIIBBAALLIItinuo impulso alla preghiera e al confronto conla parola di Cristo Gesù. L’essere tornati alla vo-lontaria condizione di aprirci all’apprendere ciha resi giovani nello spirito, alimentando un sa-no entusiasmo che ci ha permesso e ci permettedi affrontare quanto ancora irrisolto, affidando-ci alla Divina Provvidenza. Tutto merito nostro?La messa in atto di un progetto non è mai fruttodi pura coincidenza anche se le coincidenze pos-sono favorire la nascita di progetti. Ma nel no-stro caso le coincidenze e la buona volontà ditanti sono state abbondantemente sollecitatedalla perseverante e lungimirante attività con-dotta dal direttore dell’Oratorio Don Mario Are-stivo il quale ha saputo motivare ciascuno ed hasapientemente ricomposto le diverse esigenze;ed infine la disponibilità di una coppia di coope-ratori come Gea e Marzio Gaudioso a dare l’in-cipit all’iniziativa.

Insomma, la Divina Provvidenza ha guidatotutti e così ci siamo ritrovati.

L’enfasi della presentazione è frutto dell’en-tusiasmo di cui si diceva prima, ma questo ci la-scia con i “piedi per terra”: sappiamo di non es-sere una realtà esclusiva e di non aver fatto qual-cosa di eccezionale. Altre realtà sono presentinel territorio con storie ed esperienze frutto dinumerosi anni di attività, le quali rappresentanocertamente un modello cui riferirsi e con le qua-li sarebbe opportuno confrontarsi. Coscienti ditutto questo, fiduciosi, sostenuti dalla fede, in-tanto ci interroghiamo sul nostro futuro e su co-me motivare la nostra identità.

Ci sforziamo di comprendere quale debbaessere il nostro ruolo all’interno della nostra co-munità e di come questo possa essere espletatoal meglio. L’essere usciti come coppia, non solofisicamente, dalle mura domestiche e avventu-rarci in nuove esperienze ci impone di dare mag-giore concretezza alla nostra scelta che, nella di-rezione della crescita cristiana, alla luce dell’inse-gnamento di Cristo Gesù, non può non conside-rare una scelta missionaria, per la quale d’altraparte siamo stati “abilitati” e impegnati dai sa-cramenti dell’iniziazione cristiana e dai doni del-

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insieme 37dalle case salesiane insieme

lo Spirito Santo. Proporci come famiglie capacidi annunziare la buona novella nel quotidiano, inquesto quotidiano, sempre più secolarizzato escristianizzato, non è certo compito da poco, ri-chiederà impegno e sacrificio ma a questo, comefamiglie, già siamo allenate; occorrerà allargare inostri orizzonti ed estendere la nostra capacità didonarci oltre i confini degli affetti più vicini. Ali-mentiamo la Fede e abbiamo Speranza, siamocerti che il buon Dio farà il resto.

AAnnggeelloo ee GGrraazziieellllaa MMuurraabbiittoo

LLaa PPGGSS SSaalleess rriippaarrttee

La PGS Sales, quest’anno, lotta su più fron-ti, avendo 4 categorie: under 16, under 18, under21 e serie D, contando cosi più di 60 ragazzi. Es-si sono capitanati da Don Mario Arestivo e dagliallenatori Gaetano e Mario Condorelli. Entram-bi, con lo spirito salesiano che li contraddistin-gue educano i ragazzi sia sul piano sportivo chesul piano educativo, facendo, dell’amicizia e delrispetto del prossimo i valori fondamentali percontinuare a crescere insieme in campo e fuori.

Quest’estate la PGS Sales, per il terzo anno,ha fatto 1’esperienza di un campo a Gambarie,che ha permesso loro di migliorare sul piano tec-nico-tattico ed educativo. Dai più piccoli ai piùgrandi, si nota lo spirito di gruppo, la collabora-zione ma anche il divertimento e la serietà du-rante gli allenamenti. Ci siamo. Questo viaggio apronto per incominciare e i ragazzi sono ai nastri

Foto di gruppo dei ragazzi della PGS Sales.

di partenza per immergersi in questa nuova av-ventura, carichi di entusiasmo, per portare laPGS Sales ai vertici del basket catanese.

DDaavviiddee CCaallttaabbiiaannoo

SS.. GGRREEGGOORRIIOO ((CCTT))

OObbiieettttiivvoo cceennttrraattoo::LLoorreellllaa CCuuccccaarriinnii ee AAnnttoonniioo RRaaiimmoonnddii

iinnaauugguurraannoo llee ccoommuunniittàà aallllooggggiioo ddiiSSaann GGrreeggoorriioo ddii CCaattaanniiaa

In Sicilia taglio del nastro per le prime duestrutture di accoglienza realizzate grazie allacampagna solidale di Trenta Ore per la Vita a fa-vore dei progetti del VIS.

Il 13 novembre, alle ore 12, a San Gregoriodi Catania, presso l’Istituto Salesiano “SacroCuore”, in via Roma 23, si terrà la cerimoniainaugurale delle Comunità alloggio per minori, ilprimo ad essere consegnato fra i progetti italianidel VIS - Volontariato Internazionale per lo Svi-luppo, presentati nel corso della trasmissione te-levisiva “Trenta Ore per la Vita” dello scorso set-tembre.

A soli due mesi dall’appello lanciato su RAIDUE, la concretezza della solidarietà dell’Asso-ciazione Trenta Ore per la Vita Onlus unita allagrande capacità operativa del VIS, ha consentitodi raggiungere un primo importante traguardo:la consegna di due strutture completamente

Lorella Cuccarini.

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insieme38 insieme dalle case salesiane

rinnovate che potranno ospitare adeguatamentetanti giovani bisognosi di assistenza e formazio-ne. Un obiettivo centrato grazie al generoso so-stegno del Gruppo Bancario Capitalia che, oltrea sostenere la campagna con numerose iniziative,in linea con la propria mission solidale ha adot-tato l’intero progetto donando 100 mila euro.

Le nuove comunità alloggio di San Gregoriodi Catania, gestite dai salesiani che operano nelterritorio da oltre centro anni, sono il frutto del-la necessaria conversione degli istituti/collegi incase famiglia, secondo quanto previsto dalla leg-ge 149/2001 entro la fine del 2006.

Il progetto presentato a “Trenta Ore per laVita” ha permesso il completamento degli im-pianti, dei lavori di ristrutturazione e l’acquistodell’arredamento per le due comunità alloggioche ospiteranno bambini dagli otto ai tredici an-ni e ragazzi dai quattordici ai diciotto. Con l’in-tervento di ristrutturazione si è creato l’ambien-te idoneo ad una equilibrata crescita psicofisicaper circa 80 minori, alcuni dei quali con situazio-ni familiari e personali gravissime. In particolaresi tratta di ragazzi abbandonati dalle famiglie diorigine, o che ad essi non sono in grado di prov-vedere; ragazzi poveri a rischio di esperienze de-vianti, in alcuni casi con gravi problemi sanitarie fuori dal circuito scolastico, anche a causa dicarenze intellettive.

Al taglio del nastro saranno presenti il presi-dente dell’Associazione Trenta Ore per la VitaOnlus, Rita Salci e la testimonial storica, LorellaCuccarini; il presidente del VIS, Antonio Rai-mondi e la dott.ssa Barbara Montepilli, in rap-presentanza del Gruppo Capitalia.

Lorella Cuccarini e il presidente del VIS.

Lorella Cuccarini con i ragazzi dell’istituto.

PPrrooffeessssiioonnee ppeerrppeettuuaa ddii ddoonn AAnnttoonneellllooBBoonnaasseerraa ddeell 1155 oottttoobbrree 22000066

Sabato 14 Ottobre alle ore 19.00 è stata cele-brata una Veglia di preghiera a cura dei Gruppioratoriani e parrocchiali, con la presenza di unasettantina di persone, nonostante il maltempo.

Domenica 15 Ottobre alle ore 10.00 si è svol-ta la celebrazione presieduta dal sig. Ispettoredei Salesiani, Don Luigi Perrelli, con la presenzadei confratelli della casa di San Gregorio, di al-cuni confratelli di altre case e del sig. Presidedello Studio Teologico San Paolo di Catania, pa-dre Salvatore Consoli. C’era anche una rappre-sentanza di amici dell’Oratorio di Caltanissetta.

Hanno partecipato alla celebrazione, benanimata dal coro parrocchiale – oratoriana diSan Gregorio, tanti giovani, ragazzi e ragazzedell’Oratorio di San Gregorio, i catechisti e mol-

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insieme 39dalle case salesiane insieme

ti bambini della catechesi, gruppi e associazionisia dell’Oratorio che della Parrocchia.

Celebrazione semplice e ben riuscita, gioiosae partecipata. Nell’omelia l’Ispettore ha sottoli-neato l’importanza dell’impegno assunto da donAntonello con la professione perpetua e ha ri-cordato anche gli anni trascorsi da giovane nel-l’Oratorio di Caltanissetta che gli hanno messonel cuore il desiderio di diventare salesiano la-sciando anche il suo lavoro al Comune di Calta-nissetta e la sua professione di architetto.

Don A. Bonasera durante la celebrazione.

Foto di gruppo con i ragazzi e i rappresentanti delleassociazioni dell’oratorio e della parrocchia.

FFeessttaa ddeellll’’OOrraattoorriioo ddii SSaann GGrreeggoorriioo ddii CCaattaanniiaaddeell 2211 -- 2222 OOttttoobbrree 22000066

La Festa è iniziata il Sabato pomeriggio (21Ottobre) con le semifinali dei quadrangolari dicalcio seniores e di pallavolo. Poi, la sera, pizzaall’Oratorio con animatori e ragazzi.

Domenica 22 Ottobre. Raduno alle ore 9.30in Oratorio e partecipazione tutti insieme alla S.Messa parrocchiale delle ore 10.00. Alle 11.00Giochi a stand in Oratorio, con la partecipazio-ne di 150 ragazzi: divertimento e premi per tutti!

Alle 13.00 pranzo a sacco per circa sessantapersone, tra ragazzi e animatori, rimasti in Ora-torio. La festa è ripresa alle ore 16.00 con i gio-chi di squadra e premiazione con gelato per tut-ti. Poi il karaoke e le finali dei tornei di calcio epallavolo. Dopo la premiazione, tutti a casa,stanchi ma felici.

Sotto alcune documentazioni fotografichedell’evento.

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insieme40 insieme dalle case salesiane

MMEESSSSIINNAA -- SS.. TTOOMMMMAASSOO

VVaalluuttaazziioonnee ddeeggllii aalluunnnniiXX CCOORRSSOO NNAAZZIIOONNAALLEE DDII

AAGGGGIIOORRNNAAMMEENNTTOO DDEEII DDOOCCEENNTTIIDDII RREELLIIGGIIOONNEE CCAATTTTOOLLIICCAA

((1177--1199 nnoovveemmbbrree 22000066))

Il Corso Nazionale di aggiornamento perDocenti di Religione Cattolica di ogni ordine egrado sul tema «Riforma della scuola. La valuta-zione dell’alunno nell’insegnamento della religio-ne cattolica» si è tenuto a Messina, presso l’Isti-tuto “S. Tommaso” dall’17 al 19 novembre 2006.

Il Corso è stato organizzato per Convenzio-ne tra l’Ispettoria Salesiana Sicula “S. Paolo”con sede a Catania, l’Istituto Teologico “S. Tom-maso d’Aquino” di Messina (parte integrantedell’Ispettoria Salesiana Sicula), aggregato allaFacoltà di Teologia dell’Università Pontificia Sa-lesiana di Roma e il Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca, Direzione Gene-rale per la formazione e l’aggiornamento dellaScuola (MIUR, Roma), in data 29 maggio 2006.Il Corso ha avuto la previa autorizzazione daparte della Conferenza Episcopale Italiana, Set-tore Scuola, in data 22 novembre 2005.

Direttore del Corso è stato il prof. don Fran-co Di Natale, Docente di Teologia Pastoralepresso l’Istituto Teologico “S. Tommaso” diMessina e l’Università Pontificia Salesiana di Ro-ma. I docenti in servizio iscritti sono stati più di100, appartenenti ai diversi ordini di scuola, pro-venienti da varie province d’Italia.

Il Corso, specificatamente rivolto ai docentidi religione cattolica di ogni ordine e grado, haaffrontato, nell’ambito della riforma della scuo-la, il tema della valutazione dell’alunno, dopoaver affrontato nei precedenti anni le tematichedella valutazione della scuola (2004) e la valuta-zione dei docenti (2005). Esso si è sviluppato at-traverso lezioni frontali, per l’aspetto teoreticodella valutazione, attraverso il confronto assem-bleare per l’approfondimento delle relazioni deidocenti e attraverso la dinamica di cinque labo-ratori tematici che hanno guardato in manieraspecifica alle competenze e agli interessi dei par-tecipanti al Corso.

I nuclei tematici del Corso sono stati orga-nizzati attorno a tre moduli:

a) La valutazione dell’alunno: fondamentali

La prima giornata di lavoro (17 novembre,ore 9.00) ha avuto inizio con il saluto del Diret-tore dell’Istituto Teologico San Tommaso di

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insieme 41dalle case salesiane insieme

Messina, il Prof. Sac. Giuseppe Ruta il quale do-po aver ripercorso il cammino realizzato nell’ar-co di un decennio, si è soffermato a ricordare lafigura di Don Cravotta Giovanni recentementescomparso. Il direttore del Corso il Prof. Sac.Franco Di Natale ha poi introdotto i lavori, pre-sentando, attraverso delle slades, gli obiettivi, ilcontenuto e il metodo. Il Direttore del ServizioNazionale per l’insegnamento della religione cat-tolica (IRC), don Giosuè Tosoni, ha aperto i la-vori, portando l’assemblea a considerare il con-testo generale entro cui si pone il Docente di Re-ligione cattolica. Egli, facendo riferimento allasua esperienza e dalla particolare visuale del suoincarico nazionale in seno alla CEI ha relaziona-to sul tema: L’insegnamento della religione catto-lica, proposta formativa offerta alle giovani gene-razioni. Alla relazione ha fatto seguito un vivacee interessante dibattito in assemblea.

Il pomeriggio si è aperto con la relazione delprof. Italo Fiorin (Università LUMSA, Roma)sul seguente tema: La valutazione dell’alunno:teorie e approcci valutativi. Si è trattato di una ap-profondita presentazione degli elementi fondan-ti la teoria della valutazione; attraverso un per-corso storico si colgono costanti, sviluppi e ideecapaci di dare fondamento all’atto valutativo e

del Docente. La rela-zione, seguita congrande interesse daipresenti in aula, èstata arricchita daldialogo assembleare.Alla prima relazioneseguono i cinque la-boratori che trattanodi competenze tra-sversali a tutti gli in-dirizzi e a tutte lescuole di ogni ordinee grado:

Valutare gli ap-prendimenti (guidala prof.ssa Paola Pie-tropaolo, Universitàdi Campobasso);

Valutare le com-petenze di studio

(guida la dott.ssa Rita Gregori, Agenzia Forma-tiva “La Scuola”, Brescia)

Valutare le competenze sociali (guida ladott.ssa Sabrina Fiorentino, Università di Messi-na);

Valutare lo sviluppo affettivo (guida ladott.ssa Lucia Pelamatti, psicoterapeuta,Brescia);

Valutare il gruppo classe (guida il prof. Clau-dio Girelli, Università di Verona);

b) La valutazione dell’alunno: contesto della rifor-ma, orientamento e costruzione degli strumenti

Nella mattinata di sabato 18 novembre i cor-sisti sono stati condotti a riflettere su due realtàdi carattere generale in vista di una migliore de-finizione della tematica circa la valutazione. Duerelazioni in assemblea hanno costituito i momen-ti rilevanti:

La valutazione dell’alunno nella scuola dellariforma (prof. Italo Fiorin (Università LUMSA,Roma);

La valutazione come contributo all’orienta-mento (prof. Claudio Girelli, Università di Ve-rona).

Ad ogni relazione è seguito un interessantedibatto assembleare. La tematica è risultata vita-

Messina-S. Tommaso: Don Franco Di Natale e una delle docenti del corso.

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insieme42 insieme dalle case salesiane

MMEESSSSIINNAA -- SS.. LLUUIIGGII

AAssssoocciiaazziioonnee SSaann LLuuiiggii –– BBoocccceettttaa, Un convegno sulla pedofilia e sui minori

dal titolo:““PPeeddooffiilliiaa,, aassccoollttoo ddeell mmiinnoorree ee iinntteerrvveennttii

ggiiuurriiddiiccii,, ppssiiccoollooggiiccii eedduuccaattiivvii..””

Il fenomeno di cui ci occupiamo purtroppoha oggi grande diffusione, e c’è anche chi lo pro-paganda e ne trae enorme profitto, mentre gli

le per la professionalità dell’Insegnante di reli-gione cattolica. Sono state tratte le conclusionied orientamenti operativi, approfonditi durantei laboratori del pomeriggio.

La giornata si è concluse con la rappresenta-zione di un recital di canti, musica, recitazione epresentazioni multimediali da parte della com-pagnia culturale “Oikoumene” di Messina.L’iniziativa è seguita con interesse e soddisfazio-ne da parte di tutti. In serata cena sociale ai laghiGanzirri di Messina, presso l’Hotel delle Palme.

c) Orientamenti

Nella mattinata di domenica 19 novembre, leguide dei cinque laboratori hanno presentato al-l’assemblea i risultati degli stessi. Sono stati rife-riti in assemblea relaziona ci contenuti sviluppa-ti, il dialogo condotto secondo dinamiche diver-sificate, gli strumenti di valutazione realizzaticon l’apporto dei singoli componenti il laborato-rio.

Infine, il Prof. Sac. Franco Di Natale ha trac-ciato una panoramica dell’intera problematicadella valutazione, rilevando alcuni punti cardine,e invitando i docenti a sperimentarli nel prosie-

guo dell’anno sco-lastico; egli inoltre,richiamando ilcammino decenna-le che ha visto im-pegnato l’IstitutoTeologico SanTommaso di Mes-sina nella realizza-zione dei Corsi diaggiornamento perDocenti di religio-ne cattolica, hapresentato alcunelinee programma-tiche che vedrannolo stesso Istitutoimpegnato nelprossimo triennioin un’ulteriore ri-flessione sulla pro-fessionalità delDocente di religio-ne cattolica.

A conclusione, il Direttore del Corso ha pro-posto di effettuare la revisione-valutazione degliultimi tre anni attraverso la compilazione di unapposito questionario. Le schede riportano pa-reri positivi circa gli aspetti contenutistici e me-todologici, e quelli logistici, comprese l’ospitali-tà del San Tommaso e l’organizzazione mirabil-mente coordinata da Don Armando Lo Paro.Con viva soddisfazione di tutti il Corso 2006 si èchiuso, ma ci si dà appuntamento al prossimoCorso del 2007.

Messina-S. Tommaso: I partecipanti al corso di formazione.

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insieme 43dalle case salesiane insieme

Se il nostro convegno potrà contribuire amantenere o fare tornare a questa luce anche unsolo bambino, ci riterremo ripagati.

Con affetto in Don Bosco

DDoonn RRoobbeerrttoo DDoommiinniiccii

educatori si trovano spesso impreparati ad af-frontarlo.Colpiscono a questo proposito le paro-le pronunziate da Boer-Buquicchio, Vice Segre-tario Generale dell’Unicef, il 14 ottobre 2005,all’Assemblea generale dell’ONU

“Si ritiene che circa due milioni di bambinisiano vittime di abusi sessuali ogni anno nelmondo... In Europa, si stima che una ragazza sucinque e un ragazzo su dieci siano vittime di mo-lestie, di sfruttamento o di abusi sessuali primadi aver raggiunto l’età adulta. È una cifra talmen-te enorme, che risulta quasi inimmaginabile...

Il compito di aiutare le vittime e di protegge-re gli altri bambini contro questo tipo di violen-za richiede gli ssffoorrzzii ccoonnggiiuunnttii ee ccoooorrddiinnaattii dimolte persone. In primo luogo i membri della fa-miglia, quando è possibile; ggllii iinnsseeggnnaannttii;; ggllii aass--ssiisstteennttii ee ii sseerrvviizzii ssoocciiaallii;; ii vvoolloonnttaarrii ddeellllaa ssoocciiee--ttàà cciivviillee; ma anche i governi e le organizzazioniinternazionali…

...che ttuuttttii ccoolloorroo cchhee hhaannnnoo llaa rreessppoonnssaabbiillii--ttàà ddii pprrootteeggggeerree ii nnoossttrrii bbaammbbiinnii dalle violenzesessuali siano vigili e sappiano anticipare i pro-blemi, e che ooggnnii ppeerrssoonnaa oo iissttiittuuzziioonnee ccooiinnvvooll--ttaa ssaappppiiaa cchhee ccoossaa ooccccoorrrree ffaarree ppeerr aaggiirree,, qquuaann--ddoo bbiissooggnnaa aaggiirree ee ccoommee aaggiirree..

Un bambino vittima della violenza si senterespinto nel freddo, nella solitudine e nell’oscu-rità.

Se non agiamo, il bambino crescerà e vivràcontinuamente in tali tenebre. I nostri bambinihanno bisogno del nostro aiuto per sfuggire al-l’oscurità e per poter infine danzare in una lucesplendente.

Non nella luce livida dell’esibizione vergo-gnosa, ma nella luce calorosa della comprensio-ne e del rispetto, una luce capace di dissipare le“tenebre della paura”.

Credo che anche noi Salesiani, nonostanteinfinite remore, rimozioni e preconcetti, abbia-mo il dovere di informarci sul fenomeno e attrez-zarci ad affrontarlo. Mi confortano a questo pro-posito le parole che mi ha scritto Don Frisoli inuna e-mail del 24/11/06 rispondendo alla miacomunicazione sul convegno.

Carissimo Don Roberto,condivido con te la certezza che Don Bo-

sco si sarebbe interessato alla piaga della pe-dofilia. Ti ringrazio per aver tenuto desta laattenzione su tale triste fenomeno.

Se nessuno ne parla, se facciamo finta dinon sapere, meritiamo il rimprovero che Diorivolge alle sentinelle mute ed alle guide cie-che.

Ti sono vicino con la stima, l’affetto e lapreghiera.

DDoonn PPiieerr FFaauussttoo FFrriissoollii

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insieme44 insieme gloria del passato

LLaa ppuubbbblliiccaazziioonnee ddiiDDoonn JJ.. MM.. PPrreelllleezzoo

Segnialiamo questa pregevole recentepubblicazione curata da Don José Ma-nuel Prellezo, storico e pedagogista del-l’Università Pontificia Salesiana.Il volume presenta l’intensa attività diDon Francesco Cerruti, collaboratore diDon Bosco e primo consigliere per lescuole, nonché autorevole studioso ediffusore del sistema preventivo.Don Cerruti ebbe numerosi rapporticon la nostra ispettoria.

Gloria del passato

GGlloorriiaa ddeell ppaassssaattoo

Pubblichiamo il diploma e la medagliad’oro che il Presidente della Repubbli-ca Antonio Segni assegnò alla nostrascuola di via Teatro Greco e successiva-mente trasferitasi in via Vincenzo Giuf-frida, Catania.

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insieme 45guardando altrove insieme

Guardando altrove

EElleevvaattoo aa ddiiggnniittàà eeppiissccooppaallee iill PPrreeffeettttoo ddeellllaaBBiibblliiootteeccaa AAppoossttoolliiccaa VVaattiiccaannaa

Sua Santità Benedetto XVI ha elevato alla di-gnità episcopale don Raffaele Farina, salesiano,Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, as-segnandogli la sede titolare di Oderzo. Don Fa-rina è nato a Buonalbergo, diocesi di Ariano Ir-pino in provincia di Benevento (Italia), il 24 set-tembre 1933. È entrato nel noviziato di PorticiBellavista professando nella Congregazione Sale-siana il 25 settembre 1949 e emettendo i votiPerpetui il 25 settembre 1954. Ha iniziato glistudi di Teologia presso la Facoltà di Teologiadel Pontificio Ateneo Salesiano a Torino, con-cludendo nel 1958 con la licenza in Teologia.Nel medesimo anno è stato ordinato sacerdote.Nel 1965 consegue la laurea in Storia Ecclesiasti-ca presso l’omonima Facoltà della PontificiaUniversità Gregoriana. Dopo un triennio di spe-cializzazione come Borsista della Fondazione te-

desca “Humboldt”a Freiburg e Bonnha iniziato la docen-za come professoredi storia della chiesaantica e metodolo-gia nella Facoltà diTeologia della Pon-tificia Università Sa-lesiana. Dal 1972 al1974 diventa Deca-no della medesimaFacoltà e poi Retto-re dell’Universitàper dodici anni

(1977-1983; 1992-1997). Nel 1978 è chiamatodall’allora Rettor Maggiore Don Egidio Viganò aRegolatore del Capitolo Generale 21. Dal 1978al 1988 è stato Segretario del Pontificio Comita-to di Scienze Storiche e per 6 anni Sotto-Segre-tario del Pontificio Consiglio della Cultura. Il 25maggio 1997 è stato nominato Prefetto della Bi-blioteca Apostolica Vaticana.

[fonte: ANS, Città del Vaticano 15 novembre 2006]

II ffiiggllii ddii ddoonn BBoossccoo vvoogglliioonnoo ddaarree uunn’’aanniimmaa aall--ll’’EEuurrooppaa,, ““tteerrrraa ddii mmiissssiioonnee””

CCoonnggrreessssoo IInntteerrnnaazziioonnaallee SSaalleessiiaannoo ddiiPPaassttoorraallee GGiioovvaanniillee

Lunedì 20 novembre si è chiuso presso il Sa-lesianum di Roma il Congresso ““EEuurrooppaa TTeerrrraa ddiiMMiissssiioonnee””,, sulle sfide dell’evangelizzazione inEuropa oggi alla luce dell’Esortazione apostolica“Ecclesia in Europa”.

Al Congresso, organizzato dal Dipartimentoper la Pastorale Giovanile e le Missioni dellaCongregazione Salesiana, hanno assistito 130partecipanti delle varie ispettorie salesiane d’Eu-ropa, tra cui delegati per l’Animazione Missiona-ria, per la Pastorale Giovanile e salesiani impe-gnati nel campo dell’evangelizzazione.

L’incontro, secondo gli organizzatori, avevacome obiettivo quello di “sensibilizzare i parteci-panti sull’urgenza dell’evangelizzazione condivi-dendo esperienze nel campo dell’evangelizzazio-ne nel contesto di oggi e aiutarli a riconoscere lesfide dell’evangelizzazione in Europa oggi in uncontesto che sta cambiando”.

Il Congresso è iniziato con l’intervento delRettor maggiore della Congregazione Salesiana,don Pascual Chávez.

Nel suo intervento padre Chávez, sottoline-ando l’allarme religioso che nasce dal continen-te, ha indicato nella nuova evangelizzazione del-l’Europa la risposta adeguata alla pretesa di vo-ler cancellare Dio dalla vita dei cittadini, di con-siderare la Chiesa come un ostacolo all’integra-zione culturale e alla pace sociale, come antago-nista dello sviluppo scientifico e tecnico e del be-nessere economico.

Il Rettor maggiore ha esortato i Salesiani pre-senti a ravvivare con “coraggio il nostro buon uf-ficio di restituire all’Europa la sua anima. ComeCongregazione Salesiana, siamo ben consapevo-li del fatto che quanti soffrono di più lo smarri-mento attuale sono i giovani, ma siamo ancheconvinti che saranno proprio loro quelli che po-tranno invertire meglio questa tendenza”.

Don Raffaele Farina

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insieme46 insieme guardando altrove

IIll CCoonnvveeggnnoo ddii VVeerroonnaa,, uunn eevveennttoo ddii ssppeerraannzzaaOOrraa ssii rriippaarrttee ccoommee ii ddiisscceeppoollii ddii EEmmmmaauuss

Dal convegno è sgorgata una ricchezza che te-stimonia un’accresciuta maturità del laicato che ri-chiede di essere sempre più favorita e incrementata.

Sono sciamati “in fretta” dai padiglioni dellaFiera di Verona. La borsa blu in mano, con il“logo” del Convegno, pesante di relazioni, docu-menti, fascicoli, cd, gadget, e ogni altra cosa cheti regalano per l’occasione. Ma con il cuore svel-to e ardente, perché l’essenziale non era nellaborsa, ma negli occhi e nel cuore. Questo ha por-tato a casa, o meglio nel mondo, ogni delegatoche ha vissuto il Convegno dal di dentro.

A caldo, il mattino dopo, provo a raccoglie-re il senso di questi giorni. Potremmo dire chenon è stato solo un Convegno “sulla speranza”,ma è diventato un “evento di speranza”. Un in-contro vivo e vitale che ci ha fatto esclamare:«Veramente il Signore è risorto!». Di questo noisiamo testimoni. L’evento sta tutto in questo in-contro, che unifica tutti i messaggi risuonati nel-l’assemblea degli oltre 2700 delegati.

Potremmo dirlo con le parole del Papa, nelmomento culminante della settimana: «All’iniziodel nostro essere cristiani - e quindi all’origine

Segnalando la meta di un’educazione inte-grale, il padre Chávez ha ricordato il senso dellavocazione salesiana: “Essere nella Chiesa segni eportatori dell’amore di Dio per i giovani, soprat-tutto per i più poveri”.

Il religioso salesiano ha quindi sottolineatoalcuni elementi dell’identità cristiana che hannouna grande rilevanza sociale e politica per defini-re una cultura alternativa, lievito e seme all’inter-no della cultura imperante.

Tali elementi sono: un’evangelizzazioneesplicita, la comunione fraterna come alternativaall’individualismo, l’identificazione progressivacon Cristo attraverso la partecipazione all’Euca-ristia, una traduzione della fede trinitaria nellavita ordinaria e una convocazione di nuovi cri-stiani, frutto della gioiosa testimonianza dellapropria fede.

[fonte: Zenit.org, Roma 20 novembre 2006]

della nostra testimonianza di credenti - non c’èuna decisione etica o una grande idea, ma l’in-contro con la Persona di Gesù Cristo, “che dà al-la vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzionedecisiva”» (discorso).

La “speranza viva” nella quale il Risorto cigenera è stata il leitmotiv della settimana, dallasplendida cornice dell’arena scaligera con la co-rona di oltre duecento santi e beati italiani cheformavano la nube luminosa sugli spalti, alla te-stimonianza accorata del card. Tettamanzi, finoalla meditata conclusione del card. Ruini, pas-sando per tutti coloro che hanno pregato, ascol-tato, parlato, salutato, costruito la fitta trama diquesto incontro.

Questo è il motivo della speranza: Cristo“pietra viva” che è stato adorato, come dice laprima lettera di Pietro, ha fatto da filo condutto-re del Convegno. Il Risorto riconosciuto, cele-brato, confessato e testimoniato reciprocamente,ha sprigionato la duplice forza di cui ci ha parla-to il Papa nel suo discorso ai delegati: nella dire-zione della ragione che deve scoprire il Logoscreatore deposto nel libro della natura per aprir-lo alle «grandi questioni del vero e del bene»; enella direzione del bisogno di amare e di essereamati, per incontrare il Dio Carità, che «nellacroce di Gesù compie “quel volgersi di Dio con-tro se stesso nel quale Egli si dona per rialzarel’uomo e salvarlo”». Questa è stata la stella pola-re di Verona, il roveto incandescente che ha spri-gionato i raggi da cui sono venuti gli altri mes-saggi.

Il primo: lasciandoci generare da Cristo Pie-tra viva viene edificata la Chiesa di “pietre vive”.Nella lettera è Pietro stesso che afferma questo.Il suo Successore ci ha fatto «abbracciare con unsolo sguardo Cristo e la Chiesa: il Risorto e i ri-sorti, la primizia e il campo di Dio, la Pietra an-golare e le pietre vive» (omelia). Ed è attorno aquesta metafora della costruzione della casa, co-me un tempio santo dove si offrono sacrifici spi-rituali, che si dispongono con naturalezza tuttigli impulsi provenienti dal Convegno.

Nel mutato contesto, rispetto al Convegno diPalermo, contrassegnato secondo il card. Ruinida tre elementi di novità (il risveglio religioso,politico e sociale dell’Islam; la questione antro-pologica come questione cruciale; un più inten-

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so sentire comune tra le varie componenti delcorpo ecclesiale), il Convegno ha ridisegnato ilvolto di una Chiesa di “pietre vive” per il doma-ni delle comunità locali d’Italia.

La ripresa creativa della “popolarità del cat-tolicesimo” è stata la cifra sintetica di questo im-pulso, per ripensarla come «la misura altra dellavita cristiana ordinaria». Essa si esprime in unoslancio missionario rinnovato, come ha sottoli-neato con forza alla Prolusione il card. Tetta-manzi, prendendo vigorosamente la «strada del-l’attenzione alle persone e alle famiglie, dedican-do tempo e spazio all’ascolto e alle relazioni in-terpersonali».

Questo nonpuò esserefatto se nondentro un forteimpulso di “pa-storale integra-ta” e con unagrande atten-zione alla tripli-ce vocazionedel laico nelmomento pre-sente, quellaformativa, si-nodale e seco-lare. Bisogna«accelerarel’ora dei laici» e

stabilire un legame profondo tra tutte le compo-nenti del popolo di Dio.

Solo così sarà possibile portare a compimen-to la loro vocazione di animazione delle realtàsociali nei molteplici spazi della vita quotidiana.Sono stati gli ambiti a tema nel Convegno, luo-ghi di un prolungato ascolto e confronto tra ipresenti a Verona. Ne è sgorgata una ricchezzache testimonia un’accresciuta maturità del laica-to che richiede di essere sempre più favorita e in-crementata. Sono partiti come da Emmaus i par-tecipanti al Convegno con “la divina leggerezzadella vita in speranza” (G. Marcel).

FFrraannccoo GGiiuulliioo BBrraammbbiillllaa

[fonte: incrocinews.it, Verona novembre 2006]

Delegati al Convegno di Verona

IIll RReettttoorr MMaaggggiioorree ddeeii SSaalleessiiaannii èè iill nnuuoovvooPPrreessiiddeennttee ddeellllaa UUnniioonnee SSuuppeerriioorrii GGeenneerraallii

Don Pascual Chávez Villanueva, RettorMaggiore dei Salesiani, è stato eletto Presidentedella Unione Superiori Generali (USG). L’ele-zione è avvenuta a conclusione della AssembleaGenerale annuale della USG, dal tema “Assiemeper il Regno”, svoltasi presso il Salesianium invia della Pisana a Roma. Le fasi di elezione sonostate introdotte giovedì pomeriggio dai primisondaggi e consultazioni. I membri della USG altermine delle elezioni, che iniziate alle ore 11,hanno annunciano l’elezione a Presidente dellastessa unione Don Pascual Chávez Villanueva,Rettor Maggiore dei Salesiani, per il triennio2006-2009. Don Chávez succede a fr. Álvaro Ro-dríguez Echeverría, Superiore Generale dei Fra-telli delle Scuole Cristiane, che ha ricoperto l’in-carico di Presidente per il sessennio 2000-2006.

I membri della USG mentre si congratulanocon lui e offrono la loro piena collaborazioneperché la Vita Consacrata sia segno nell’oggi del-la storia. Don Chávez è il secondo Rettor Mag-giore dei Salesiani chiamato a ricoprire tale inca-rico, don Egidio Vigano (1920 – 1995), VII suc-cessore di Don Bosco, è stato Presidente dellaUSG per il triennio 1983-1986.

[fonte: ANS, Roma 24 novembre 2006]

DDoobbbbiiaammoo eesssseerree tteessttiimmoonnii ccoonnvviinncceennttii::MMoonnss.. BBrreeggaannttiinnii rraaccccoonnttaa llaa ssuuaa

eessppeerriieennzzaa ddii VVeerroonnaa

Il giudice Livatino, figura presentata tra i te-stimoni del nostro tempo a Verona, nel suo diarioscrisse: «Non mi basta essere credente vorrei esse-re credibile». Questa esperienza, conclude mons.Bregantini, è stata riproposta a Verona dal Papausando spessissimo la parola “convincente”. Nonvincente, ma convincente!

Venerdì 20 ottobre, a poche ore dalla con-clusione del convegno di Verona, mons. Gian-carlo Bregantini vescovo nella Locride, ha tenu-to a Cassano Magnago una conferenza sull’espe-rienza vissuta in prima persona. Davanti a un’af-

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follatissima platea nella parrocchia di S. Giuliomons. Bregantini ha esordito dicendo che Vero-na «è stato un bel momento della Chiesa italia-na». Citando il card. Ruini ha aggiunto: «Sonostati posti dei semi» che ora devono germogliarenelle parrocchie e nella società. Tre le suggestio-ni riportate da Verona: il profumo delle cose, lafragilità come risorsa, una Chiesa profetica e del-la speranza.

Per mons. Bregantini era necessario che laChiesa italiana dedicasse un convegno sulla spe-ranza per ravvivarne i colori. Il tema della spe-ranza è anche il problema di oggi, sempre più ur-gente, nella nostra società. «Non bastano le co-se», dice, «abbiamo bisogno del profumo dellecose!». La speranza non è un verbo, ma un av-verbio: «Non è una cosa, ma lamodalità con cui la esegui».

Verona interpella ognunoad essere uomo o donna disperanza dentro le situazionidella quotidianità e della com-plessità. Citando la prima lette-ra di Pietro, fonte di ispirazio-ne del Convegno, mons. Bre-gantini afferma che la speranzacristiana nasce dentro la prova.Prova e speranza sono come ilcrogiolo, il fuoco e l’oro raffi-nato. Quando si estrae l’orodalla miniera è mescolato allescorie, per raffinarlo «lo devifondere nel crogiolo».

Se si riuscisse nella società italiana a dare ilsenso della sofferenza sarebbe «più importantedi una risposta solo tecnica ed efficientistica»,perché si offrirebbe alla gente le radici della spe-ranza. «Non offro loro una risposta confeziona-ta», spiega il Vescovo, «ma do loro una chiave.Dio non ci dà mai la porta aperta, ma ci mette inmano la chiave per aprirla. La speranza è la chia-ve con cui tu apri la porta».

Al Nord si è tentati di giudicare il mondocon i criteri dell’efficienza, cioè con «i criteri del-la chioma di un albero che si vede: l’albero nonè tenuto in piedi dalla chioma, ma dalle sue radi-ci che affondano nella terra e non si vedono, so-no l’icona dell’efficacia. Se nell’inverno la chio-ma dell’albero cade, l’albero vive perché ha le ra-

dici, ha l’efficacia».Uno dei cinque itinerari di riflessione al con-

vegno era la “fragilità”, itinerario scelto anche damons. Brigantini. La fragilità può trasformarsi inrisorsa a patto che si riconosca il proprio limite:«È importante non pensarsi perfetti». Ma ancheaccogliere nelle comunità cristiane queste fragili-tà diffuse: «i disoccupati, i barboni, gli stessi sa-cerdoti con le loro fragilità, le famiglie in diffi-coltà, i divorziati risposati, la situazione carcera-ria, la prostituzione, i minori, la droga, l’usura».

Occorre trasformare, come dice GiovanniPaolo II, «le ferite in feritoie della grazia». An-che Benedetto XVI ha usato molte volte la paro-la “trasformare”. Parafrasando l’immagine dellenozze di Cana, ripresa più volte al convegno, si

può dire che la società mancadel vino della speranza. C’è bi-sogno di una Chiesa madre(mater) che non nega l’altra im-magine, di Giovanni XXIII, di“magistra”. Più volte il Papa haripetuto che l’uomo di oggi habisogno di una Chiesa madre,vicina, in una parola, di unaChiesa che ascolta. Il problemadella Chiesa italiana, dicemons. Bregantini, «Non è quel-lo di chiudersi su se stessa. Cer-tamente la verità va detta, ma ilproblema è il tono usato. Ab-biamo bisogno di una Chiesache sa molto amare, ascoltare,

restituire nel calore della carità questa speranzache si fa pienezza».

Nel bellissimo romanzo manzoniano “I Pro-messi sposi” ci sono due immagini di Chiesa nel-le rispettive figure di don Abbondio e frate Cri-stoforo. Don Abbondio non è cattivo, ne’ dàscandalo, è preciso, pignolo, ma, alla luce delconvegno, non ha coraggio perché «è un pretesenza speranza, che fa bene le sue cose, ma contono appassito». Don Abbondio è icona dellenostre Chiese quando sono senza speranza.

All’opposto frate Cristoforo ha fatto del ma-le, in gioventù ha ucciso in un duello un uomo,ma ha saputo trasformare la ferita mortale in fe-ritoia di speranza, coraggio e richiesta di perdo-no. Davanti al sopruso ignobile di don Rodrigo

Mons. Giancarlo Bregantini

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insieme 49guardando altrove insieme

frate Cristoforo esclama: «Verrà un giorno…».Frate Cristoforo è «un uomo che fatto il male, hasaputo trasformarlo in bene diventando profe-ta». Le stesse parole che Giovanni Paolo II, nel-la spianata di Agrigento, usò nel maggio ’92 con-tro i mafiosi: «Convertitevi perché verrà un gior-no…». Il giorno del giudizio.

Il giudice Livatino, figura presentata tra i te-stimoni del nostro tempo a Verona, nel suo dia-rio scrisse: «Non mi basta essere credente vorreiessere credibile». Questa esperienza, concludemons. Bregantini, è stata riproposta a Verona dalPapa usando spessissimo la parola “convincen-te”. Non vincente, ma convincente! «La tua te-stimonianza è segnata da uno stile diverso», con-clude il Vescovo. «Non lo stile della tua forza,ma quello della forza di Cristo, non con le tue ra-gioni convinci l’altro, ma con il sorriso, la mitez-za, la dolcezza, che in fondo sono le grandi armiche Dio ci ha dato».

SSiillvviioo MMeennggoottttoo

[fonte: incrocinews.it, Verona novembre 2006]

RRiicceerrccaa ssuuii SSeerrvviizzii RReessiiddeennzziiaallii ddeellllaa FFeeddeerraazziioo--nnee SSCCSS//CCNNOOSS

È stata presentata ieri, presso la sede nazio-nale UNICEF, i risultati della ricerca che la Fe-derazione Servizi Civili e Sociali sostenuta dalCentro Nazionale Opere Salesiane (SCS/CNOS)ha promosso sulle proprie strutture di accoglien-za per i minori. La ricerca è partita dal desideriodi conoscere e di valorizzare al meglio questaesperienza di servizio educativo e renderla sem-pre più sicura ed efficace. Il persorso di matura-zione della ricerca è stato avviato nel giugno del2005. Il lavoro è stato condotto con la collabora-zione della Facoltà di Scienze dell’Educazionedell’Università Pontificia Salesiana. L’indagine siè focalizzata prevalentemente su tre aspetti: glieducatori e tutte le figure coinvolte (collaborato-ri, volontari, consulenti,ecc.) nelle diverse strut-ture di accoglienza per minori in difficoltà; laqualità educativa delle strutture, quindi la pre-senza di requisiti, strumenti, risorse e mezzi ne-cessari per dare garanzie di qualità ai servizi edu-

cativi; e, infine, il tipo di rapporto con i Salesia-ni e con il territorio. Scopo dello studio è statoquello di verificare l’attuale qualità del servizioeducativo offerto e trovare prospettive e strate-gie significative di sostegno e di promozione del-l’esperienza. La presentazione ufficiale dei risul-tati, voluta dai promotori per condividere i risul-tati di tale ricerca, ha visto la partecipazione deirappresentanti delle istituzioni e del privato so-ciale italiano. Dono intervenuti don Vito Orlan-do, curatore della ricerca e Direttore dell’Istitu-to di Metodologia Pedagogica della Facoltà discienze dell’Educazione, presso l’UniversitàPontificia Salesiana; Luciano Tosco, Dirigentedel Settore Minori del Comune di Torino; FabioGerosa, Pedagogista, consulente della ConsultaDiocesana per le attività a favore dei minori edelle famiglie di Genova; Giulia De Marco, giàPresidente del Tribunale per i minorenni di To-rino; Cecilia Donaggio, Sottosegretario del Mini-stero della Solidarietà Sociale; don Pier FaustoFrisoli, Consigliere per la Regione salesiana Ita-lia e Medio Oriente.

[fonte: ANS, Roma 28 novembre 2006]

UUnnaa ppaarrttiittaa ddii ccaallcciioo ppeerr ii rraaggaazzzzii ddii ssttrraaddaa

Questa mattina, presso l’Istituto Salesianodell’Immacolata, è stata presentata in una confe-renza stampa una iniziativa di beneficenza a fa-vore dei ragazzi che vivono per strada. Nel po-meriggio del 7 dicembre, presso il campo sporti-vo dell’istituto dell’Immacolata, sarà disputatauna partita di calcio di solidarietà tra la Naziona-le Salesiana e la squadra “All Stars”, compostada personaggi del mondo dello spettacolo, dellosport e della musica italiana con la presenza diesponenti della Nazionale Cantanti. L’iniziativavuole sostenere il progetto di una comunità al-loggio per i giovani tra i 6 e i 15 anni della Co-munità “Casa Mamma Margherita” di Scandicci(FI). L’evento è promosso dai Salesiani di Firen-ze in collaborazione con “Trenta Ore per la Vi-ta”, il “Volontariato Internazionale per lo Svi-luppo” (VIS) e la Fondazione Niccolò Galli.

[fonte: ANS, Firenze 4 dicembre 2006]

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insieme50 insieme brevemente

IIll CCGGSS--LLiiffee ddii BBiiaannccaavviillllaa hhaa rreeaalliizzzzaattoo iill ffiillmm::““AApprriittii aallllaa VViittaa””

Il CGS life di Biancavilla vuol rendere notodella realizzazione del film “Apriti alla Vita”,tratto dall’omonimo musical.

Il film, mette sulla scena la storia dell’uomoil quale viene reso consapevole delle personaliresponsabilità , delle scelte di rifiuto o disponibi-lità alla vita. Tra l’altro vengono affrontate pro-blematiche, quali l’aborto, come scappatoia faci-le ai “figli scomodi, non programmati”, la pro-blematica del rapporto genitori-figli, ponendol’accento sul fatto che, nonostante la legittimapreoccupazione dei genitori per il destino dei fi-gli, questi non sono esclusiva proprietà dei pri-mi...: i figli esistono, vivono per l’intera umanità.

Tutto questo viene mostrato attraverso lastoria di una donna, Maria di Nazareth.

Maria ci invita tutti a saper utilizzare e met-tere a servizio degli altri le proprie doti, capacitàed aspirazioni, invita a sapersi aprire alla vita e aColui che è la Vita, per costruire una cultura eduna società più umana.

QQuueessttaa èè llaa nnoossttrraa ffeeddee

Domenica 19 novembre 2500 giovani delMovimento Giovanile Salesiano (MGS) della Si-cilia si sono ritrovati presso il palazzetto dellosport di Catania per vivere insieme una giornatadi confronto. Il tema che ha guidato la giornata,“Questa è la nostra fede”, s’inserisce nel percor-so formativo che il Movimento Giovanile Sale-siano segue sia a livello regionale e sia a livellonazionale in continuità con quello della ChiesaItaliana. I ragazzi e i giovani provenivano da tut-te le realtà salesiane della Sicilia animate dai Sa-lesiani, dalle Figlie di Maria Ausiliatrice e daigruppi laici della Famiglia Salesiana. Il program-ma della giornata caratterizzati da momenti difesta e di testimonianze di fede, di animazione edi gioia.

[fonte: ANS, Catania 27 novembre 2006]

Brevemente

MMeessssiinnaa--GGiioossttrraa:: Venerdì 8 dicembre 2006.Nuova intitolazione della piazza antistante lachiesa “S. Matteo” a S. Giovanni Bosco Padre eMaestro della gioventù.

PPrreemmiiaattoo uunn eexx--aalllliieevvoo ddeellllaa FFSSCCSS ddeellll’’UUPPSS

È stato consegnato il 18 novembre a donMarco Catalano, sacerdote della diocesi di Aci-reale, laureatosi nel 2005 presso la Facoltà diScienze della Comunicazione dell’UniversitàPontificia Salesiana di Roma, il Premio Interna-zionale di giornalismo “Maria Grazia Cutuli”. Ilprestigioso riconoscimento, giunto alla sua se-conda edizione, è stato organizzato dal quotidia-no italiano “Corriere della Sera” e dalle istituzio-ni pubbliche della Provincia regionale di Cataniae del Comune di Santa Venerina, con la collabo-razione delle Università di Catania, Palermo,Messina e Enna. Il premio – cha ricevuto il pa-trocinio della Presidenza della Repubblica, della

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insieme 51brevemente insieme

rienza di servizio educativo che si ispira allo stilee allo spirito di Don Bosco.

La Federazione SCS, per verificare la situa-zione dei minori in difficoltà presenti in talistrutture, ha deciso di realizzare un lavoro di ri-cerca che in grado di indicare con chiarezza i ser-vizi offerti, la qualità dell’azione educativa svoltae il tipo azione promossa e realizzata da educato-ri e operatori.

È il primo lavoro di analisi compiuto sullestrutture per ragazzi in situazioni di disagio do-po la riconversione dei tradizionali “istituti”, erappresenta il segno del cammino di vicinanzadella Federazione al lavoro dei Salesiani in Italiaverso e con i minori in difficoltà.

L’iniziativa pubblica che si terrà giorno 2277NNoovveemmbbrree aallllee oorree 1155..3300 presso la sede naziona-le dell’Unicef, a Roma, organizzata per presenta-re i risultati della ricerca, rappresenta ancheun’occasione importante nella quale poter con-dividere con esperti, addetti ai lavori e rappre-sentanti delle istituzioni, alcune linee di fondocui poter ispirare interventi successivi sul pro-blema.

[fonte: Com. stampa Fed. SCS/CNOS, 21 novembre 2006]

Federazione nazionale della stampa e dell’Ordi-ne dei giornalisti - vuole ricordare la giornalistaMaria Grazia Cutuli, assassinata il 19 novembre2001 sulla strada che da Jalalabad porta a Kabul,in Afghanistan. Don Catalano, che ha consegui-to il premio di primo livello premio nella sezione“tesi di laurea” insieme ad altri studenti di varicentri universitari italiani, si è laureato con unatesi su “Guerra e informazione. La coperturagiornalistica della guerra in Afghanistan nellastampa italiana” con relatore il prof. don Giu-seppe Costa, docente di giornalismo e editoriapresso l’UPS. Sono state premiate anche Gio-vanna Botteri, giornalista televisiva del “TG3”,per la sezione stampa italiana e Elif Shafak, scrit-trice e giornalista turca che scrive per il “WallStreet Journal” e il “Washington Post” per la se-zione stampa estera. La cerimonia si è svolta nel-la splendida cornice del Monastero dei Benedet-tini, oggi sede di una delle Facoltà dell’Universi-tà di Catania.

[fonte: ANS, Catania 20 novembre 2006]

DDiissaaggiioo mmiinnoorriillee ee rriissppoossttaa ddeeii SSaalleessiiaannii iinn IIttaa--lliiaa:: Presentazione della Ricerca sui Servizi Resi-denziali della Federazione SCS/CNOS.

Quella dei minori soli, senza famiglia, abban-donati o esposti a difficoltà e problematiche gra-vi nella loro crescita, è una vera “emergenzaumanitaria” che il progresso sociale non riesce asuperare. Per coloro che sperimentano emargi-nazione e sfruttamento, e per quanti si trovanoin situazioni familiari problematiche tali da esse-re allontanati dalla famiglia di origine, la legisla-zione italiana ha fatto passi da gigante ed è giun-ta a riconoscere per ciascun minore, luoghi di ac-coglienza e di residenza adeguati alle loro esigen-ze che possano consentire una vita comunitariadi tipo familiare.

Tra gli enti che oggi in Italia offrono ai ragaz-zi in difficoltà strutture di accoglienza di tipo fa-miliare, vi sono anche alcune organizzazioni chefanno parte della Federazione SCS/CNOS (Ser-vizi Civili e Sociali/ Centro Nazionale Opere Sa-lesiane), che stanno realizzando da anni un’espe-

Foto di gruppo al termine della prima Celebrazione Eu-caristica presieduta dal novello vescovo mons. RaffaeleFarina, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana,presso la Casa Generalizia. Da sinistra a destra: donAdriano Bregolin, Vicario del Rettor Maggiore; mons.Adrianus van Luyn, vescovo di Rotterdam; mons. Fari-na; don Pascual Chávez, Rettor Maggiore dei Salesiani;mons. Calogero La Piana, Arcivescovo di Messina-Li-pari-Santa Lucia del Mela e don Emilio Lo Paro, eco-nomo dell’Istituto Teologico San Tommaso di Messina.

[fonte: ANS, Roma 18 dicembre 2006]

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insieme52 insieme da ricordare

MMoommeennttii aalllleeggrrii...... mmoommeennttii ttrriissttii

Siamo alla fine del 2006 ed è tempo di con-suntivi, statistiche e bilanci, rilanci per il futuro.Nel Flash (un documento che il segretario pre-senta alla segreteria generale nel quale si fa la ra-diografia numerica dell’Ispettoria) i Confratelli,tra entrati e rientrati, usciti, morti, cambi d’ispet-toria, da 262 sono passati a 255 di cui Sacerdoti214, Laici 22, Chierici o Studenti 18, 1 Diaconopermanente. L’ età media cresce: 64,01.

PPeerr llee ccaassee: si è avuta, dopo 121 anni, lachiusura canonica del glorioso S. Filippo Neri diCatania. Questo significa che ai Filippini non c’èpiù una comunità salesiana, ma l’attività conti-nua, portata avanti da Confratelli della Barrierae da laici impegnati. In cambio si è costituita unanuova comunità al vecchio Sampolo, tempora-neamente senza erezione canonica, come casasuccursale del S. Chiara in quanto hanno lo stes-so Progetto sull’emarginazione. Dal Sampolo di-pende Camporeale che si stacca da Alcamo. Co-sì pure Casa Tabor di S. Alfio si è sganciata daRandazzo ed è stata eretta canonicamente colnome di S. Giovanni Bosco: Casa di preghiera eCentro studi di spiritualità Salesiana e Formazio-ne permanente.

La media della cultura è aumentata in ispet-toria: abbiamo qualche titolo di studi in più:

Don Mazzeo Marcello aggiunge alla Laureain Scienze dell’Educazione, la Licenza in Teolo-gia Morale ottenuta nello Studio Teologico S.Paolo di Catania.

Don Antonello Bonasera ha ottenuto il Bac-calaureato in Teologia col voto di 110 e lodesempre nello stesso Studio Teologico.

Don Basilio Agnello, equiparata alla laurea,ha ottenuto la Licenza in Psicologia dell’Educa-zione all’UPS. Ci aspettiamo grandi cose. Tantiauguri

Facciamo gli auguri per le prossime ordina-zioni a Don Giulio Ausini per il presbiterato, e aDon Antonello Bonasera per il Diaconato.

L’uno e l’altro li riceveranno per mano del-l’Arcivescovo di Catania Mons. Salvatore Gristi-na: Ausini il 30 Dicembre, Bonasera il 24 Genna-io. Augurar loro un mondo di bene, un mare difrutti, un piccolo anzi piccolissimo sacchetto disofferenze è d’obbligo. Ma sarà come vuole il Si-gnore, per questo lo pregheremo perchè non fac-cia mai mancare il suo sorriso nella loro vita.

Di Don Cravotta è stata pubblicata la lettera,facciamo un piccolo profilo di Di Mauro Igna-zio.

Don Di Mauro era n. aS. Giovanni La Punta (Ca-tania) il 25 nov. 1910; prof.a S. Gregorio il 28 set.1927; sac. a Messina il 22mag. 1937; † a Giarre –Ospedale il 02 lug. 2006.

Aveva frequentato S.Gregorio da esterno il pri-

mo e secondo ginnasio, da interno terzo e quar-to. Nel 1926 inizia il noviziato che conclude l’an-no dopo con i voti. Fa due anni di filosofia e nel1929 va in tirocinio a Barcellona e poi a S. Catal-do. A Messina Savio studia teologia mentre inse-gna, fa da consigliere scolastico al Ginnasio e dàuna mano all’oratorio. Dopo l’ordinazione iniziala sua missione di insegnate di francese e mate-matica in varie case della Sicilia Ad Agrigento sa-rà anche catechista e segretario. Dal 1968 staràsempre al Gesù Adolescente di Palermo, sarà in-segnate e preside e molto attivo nel ministero sa-cerdotale delle confessioni. molto apprezzatoper il suo tratto umano,cordiale sempre prontoal sorriso.

Ancora dobbiamo fare le condoglianze a Ni-no e Nicola Giordano insieme ai fratelli per lamorte della sorella Concetta. Ci siamo stretti aloro il giorno del funerale e abbiamo pregato conloro per la cara estinta. Assicuriamo la nostrapreghiera e il nostro sostegno a coloro che resta-no.

DDoonn SSaallvvaattoorree SSppiittaalleeSegretario ispettoriale

Da ricordare

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“Giornalismo. Teoria e pratica” è offerto agli stu-denti di Scienze della Comunicazione come unostrumento che li accompagni nel loro itinerario diapprendimento. Perché il giornalismo è un mestiereche si impara: sul piano delle conoscenze concrete,del quadro generale di riferimento, dell’ambito eti-co nel quale il professionista si deve muovere.Frutto di una lunga esperienza didattica degli auto-ri, il volume, nel ripercorrere la storia e lo sviluppodell’informazione, descrive le multiformi modalitàdi comunicazione — scritta, parlata e iconizzata —e i singoli settori in cui essa si dipana, le necessa-rie tecniche nelle quali la notizia nasce, si trasmet-te e si esprime.Il manuale è completato, in Appendice, da una cor-posa serie di documenti che rinviano alla deontolo-gia della professione: “carte”, codici, dichiarazionie impegni di comportamenti etici, attinti dalle si-tuazioni di Paesi nei quali la libertà di stampa co-stituisce un valore.

Questo libro è una proposta per studenti e per quantioperano nella formazione dei giovani, delle coppie edelle famiglie, ma soprattutto per l’approfondimentodelle problematiche della bioetica a livello didattico.

Vuole essere uno strumento utile ed essenziale,dal linguaggio semplice e incisivo per stimolare il

confronto e l’interiorizzazione dei contenuti valorialidella vita.

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Catania-S. Filippo Neri: Un momento della festa diapertura provinciale del PGS Sicilia.

S. Gregorio: D. Balsamo (Sindaco di S. Gregorio),Don G. Caputo, L. Cuccarini, A. Raimondi (Pres. VIS),

B. Muntepilli (Rappr. Capitalia)

Messina - Parrocchia “S. Matteo”: Professioneperpetua di A. Di Quattro, C. Ravelomahitasoa eM. Ramiandrisoa.

S. Gregorio: L. Cuccarini (Testimonial di “Trenta oreper la vita) con il Sig. Ispettore e il direttore.

Zafferana Etnea: Assemblea Regionale PGS Sicilia.

S. Gregorio: Professione perpetua di Don A. Bonasera.