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Notiziario_dicembre_2009

Date post: 22-Mar-2016
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Notiziario Dicembre 2009
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Direttore ResponsabileFelice Bongiorno

Registrazione:Tribunale di CataniaN. 15 dell’11-04-2008

RedazioneFelice Bongiorno (coordinatore redazionale)Edoardo CutuliDomenico LuvaràMarcello MazzeoAntonino Rubino

CollaboratoriVittorio CastiglioneAntonio Villari

Direzione e redazioneVia Del Bosco, 7195125 CataniaTel. 095 336369Fax 095 339720E-mail: [email protected] web: www.sdbsicilia.org

Stampa digitaleScuola Grafica SalesianaCatania-Barriera

SS oo mm mm aa rr ii oo

Messaggio del Rettor Maggiore pag. 1Lettera dell’Ispettore » 4Formazione » 6Comunicazione sociale » 10Pastorale Giovanile » 12Famiglia Salesiana » 25Momenti di famiglia... » 30150° anniversario SDB » 34Concerto di Natale » 42Dalle case salesiane... » 45Guardando altrove... » 50Brevemente » 52Da ricordare » 53

In copertinaPalaCatania - Festa Giovani con il Rettor Maggiore.

EditorialeCon una nuova veste grafica e con una tira-

tura di 350 copie “Insieme” di dicembre ci riporta,per così dire, alle radici del nostro stare Insiemecon Don Bosco. I festeggiamenti per la ricorren-za del 150° della nascita della CongregazioneSalesiana, la presenza del Rettor Maggiore a Ca-tania per la festa dei giovani, l’ordinazione pre-sbiterale di Don Vincenzo Sciacchitano a Riesi edi Don Salvatore Renna a Messina sono avveni-menti che ci ricordano quanto fece Don Bosco,chiamando un gruppo dell’Oratorio di Valdocco ela risposta che essi diedero. Don Bosco chiamòalcuni giovani che gli stessero vicino per condivi-dere con loro la vita, i sogni e la missione.

Siamo a Natale, quello originario, quello vero,spesso dimenticato o avvertito forse come unanostalgia, il Natale come la “cosa nuova” attesada secoli, come la visita di Dio a quel resto diIsraele che lo attendeva.

Il Natale, inteso come memoria dell’eventoimprevedibile pur nella sua paradossale normali-tà è la contemplazione di un bambino nato a Be-tlemme che è forza e luce. «Dovunque c’è un“noi” – ha ricordato il Papa nel suo messaggio diNatale pronunciato il 25 dicembre a mezzogiornodalla loggia della facciata della Basilica di SanPietro in Vaticano, prima di impartire la benedi-zione “Urbi et Orbi” – che accoglie l’amore di Dio,là risplende la luce di Cristo, anche nelle situazio-ni più difficili. La Chiesa, come la Vergine Maria,offre al mondo Gesù, il Figlio, che Lei stessa haricevuto in dono, e che è venuto a liberare l’uomodalla schiavitù del peccato. Come Maria, la Chie-sa non ha paura, perché quel Bambino è la suaforza. Ma lei non lo tiene per sé: lo offre a quantilo cercano con cuore sincero, agli umili della ter-ra e agli afflitti, alle vittime della violenza, a quan-ti bramano il bene della pace. Anche oggi, per lafamiglia umana profondamente segnata da unagrave crisi economica, ma prima ancora morale,e dalle dolorose ferite di guerre e conflitti, con lostile della condivisione e della fedeltà all’uomo, laChiesa ripete con i pastori: “Andiamo fino a Be-tlemme” (Lc 2,15), lì troveremo la nostra speran-za».

È il momento degli auguri. Siamo invitati a“recarci alla mangiatoia” come fecero i pastoriper contemplare il mistero dell’Incarnazione, a ri-ferire ai tutti, in particolar modo ai giovani “ciò chedel Bambino ci è stato detto” e, infine a lodare ilSignore per il grande dono fattoci in Gesù. (Au-guri natalizi del Rettor Maggiore Don PascualChávez alla Famiglia Salesiana).

“Non temete, ecco vi annunzio una grandegioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è natonella città di Davide un salvatore, che è il CristoSignore”. (Lc 2, 10-11).

••

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11DICEMBRE 2009 N° 142

Carissimifratelli, sorelle,membri della Fa-miglia Salesiana,giovani,

Vorrei espri-mere la mia gioiaper la grazia dicelebrare assie-me a voi, qui aValdocco, nellaBasilica di MariaAusiliatrice, que-sta eucaristia incui esprimiamo

la nostra lode e riconoscenza al Signore peril 150º anniversario della fondazione dellanostra amata Congregazione, seme da cui ènata la Famiglia Salesiana. Con tutti i confra-telli sparsi nel mondo, ma uniti spiritualmen-te oggi a noi nella Casa della Mamma, vo-gliamo ringraziare Dio nostro Padre e DonBosco perché nella Congregazione abbiamopotuto realizzare la nostra esistenza in unaforma piena, gioiosa, attraente, feconda eapprofondire il nostro progetto di vita.

Abbiamo vissuto un autentico anno digrazia, un giubileo, in cui abbiamo voluto per-correre un cammino di rinnovamento spiri-tuale attraverso la riscoperta del valore ine-stimabile della nostra consacrazione, convin-ti che la Congregazione avrà un futuro fecon-do così come ha avuto un passato brillante,a condizione che ci siano giovani che conti-nuino a consegnare completamente la lorovita a Dio perché sia Egli a disporre di essa einvestirla nella salvezza dei giovani. Nel no-stro percorso siamo stati richiamati a una piùfedele osservanza delle Costituzioni, la Re-gola di Vita che raccoglie l’esperienza spiri-tuale, apostolica e pedagogica del nostroFondatore e Padre. Solo conoscendole,amandole, pregandole e mettendole in prati-ca potremo diventare Don Bosco un giornodopo l’altro.

Abbiamo una meravigliosa storia di 150anni da raccontare, ma anche una bella sto-

ria ancora da scrivere, e per farlo non c’è al-tra strada che partire dai giovani, credere al-la loro capacità di scelte generose e corag-giose, diventare compagni di cammino ed in-sieme prendere in mano il “sogno del padre”per trasformarlo ogni giorno in realtà nelle piùvariegate situazioni e contesti in cui ci trovia-mo a vivere, da figli suoi, la vocazione, svol-gendo la missione salesiana. I giovani conti-nuano ad essere la parte più preziosa dellanostra eredità.

Come i grandi santi fondatori, Don Boscodiede origine ad una famiglia spirituale apo-stolica, la Famiglia Salesiana, convinto chela salvezza dei giovani attraverso la promo-zione umana, l’educazione, l’evangelizzazio-ne ha bisogno di un immenso movimento dipersone che lavorino in rete, con comunioned’intenti e progetti condivisi. Nei prossimi 150anni la storia salesiana dovrà vederci comeuna vera famiglia attorno a un padre comu-ne, animati dal suo spirito, agendo semprepiù chiaramente come movimento.

Oggi dunque siamo convenuti a Torino,più precisamente a Valdocco, presso la culladove siamo nati, portando con noi tutti i con-fratelli, ben rappresentati dal Rettor Maggio-re e dal Consiglio Generale, per celebrarecon riconoscenza, gioia e responsabilità ilgesto generoso, coraggioso e fecondo realiz-zato il 18 dicembre 1859 da quel gruppo digiovani dell’Oratorio di Valdocco che decise-ro di restare per sempre con Don Bosco, fa-re a metà in tutto, lavoro, gioie e sofferenze,assumere il suo progetto spirituale e aposto-lico, e impegnarsi a dare continuità e svilup-po alla missione salesiana.

Non c’è dubbio che essi hanno fatto stu-pendamente il loro mestiere di fondatori, co-me stanno a dimostrarlo la crescita dellaCongregazione, la fioritura della Famiglia Sa-lesiana, l’estensione dell’opera in tutto ilmondo, e la santità della nostra famiglia.

Noi accogliamo oggi questa preziosaeredità e, con il rinnovamento della profes-sione, ci consegniamo ancora una volta pie-namente al Signore e assumiamo la grazia e

Messaggio del Rettor Maggiore

GGiiuusseeppppee ffeeccee ccoommee ggllii aavveevvaa oorrddiinnaattooll’’aannggeelloo ddeell SSiiggnnoorree (Ger 23,5; Sal 71; Mt 1,18-24)

Omelia nel 150° anniversario della Fondazione della CongregazioneTorino, 18 dicembre 2009

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il compito di continuare a scrivere questabella e significativa storia di salvezza per igiovani.

La stagione liturgica di Avvento in cuiavviene questa celebrazione, e la Parola diDio che è stata proclamata, ci offrono glielementi di futuro. Da una parte, condivi-dere compassionevolmente la drammaticasituazione dell’umanità bisognosa di Luce,di Gioia, di Pace, di Vita, di Amore, di Dio.Dall’altra, accogliere Dio ogni giorno dellanostra vita, plasmare la nostra condotta suquella del Cristo e del suo Vangelo, e prolun-gare nella nostra vita il suo sforzo per rende-re presente il Regno di Dio.

La profezia di Geremia investe uno deimomenti più torbidi della storia d’Israele; tut-tavia è un messaggio carico di speranza. Pri-ma annuncia la venuta di un re saggio, chediscende da Davide quale «germoglio giu-sto» per guidare i suoi da vero pastore; poi,dichiara la fine dell’esilio, della dispersione eil ritorno d’Israele a «dimorare nella propriaterra». Dio darà al suo popolo un messia, unsalvatore, il cui nome sarà «Signorenostragiustizia»; la presenza del suo inviato

farà più sopportabile a Israele l’attesadella salvezza di Dio.

Se questa Parola è luce per la nostra vi-ta e speranza per “i giovani poveri, abbando-nati e pericolanti” anche oggi, nell’inviato daDio annunciato da Geremia identifichiamonoi, salesiani, Don Bosco, questo luogote-nente di Dio che ci ha guidato da vero pasto-re ed ha assicurato la prossimità di Dio aquanti hanno in lui un padre saggio e un otti-mo maestro di vita. Chi sa accogliere l’invia-to di Dio, può contare ormai sulla liberazionedi Dio. A un popolo smarrito e disorientato,come lo sono i nostri giovani, a un mondoconfuso e disperato, come lo è il pianeta gio-vani, Dio ha pensato di donare speranza esalvezza. Ha fatto germogliare Don Bosco,come prova del proprio impegno nei loro ri-

guardi e come segno del suo amore per loro.Il re annunziato dal profeta doveva na-

scere per opera dello Spirito. E noi salesianisiamo certi, e fieri, che è stato lo Spirito diDio a suscitare Don Bosco (C. 1). È così cheattua Dio: per salvare gli uomini ha bisognodi uomini. Mistero della sua bontà: solo Luipuò salvare, ma salva soltanto con noi e pernoi. Lo ha ricordato il vangelo: Dio si è servi-

to di Giuseppe, uomo semplice e di profondafede, per portare avanti la sua storia di sal-vezza incentrata in Gesù. Giuseppe nonostacola il disegno di Dio, entra nel misteroanche senza comprenderlo fino in fondo, sifida del suo creatore e collabora con docilitàe fiducia. Dio, per realizzare il proprio dise-gno, la sua volontà, si serve sempre degli uo-mini che la accolgono e la fanno, anche sespesso misteriosa e incomprensibile. Giu-seppe fu uno di quelli che, con l’obbedienzadella fede, visse la sua chiamata nella ricer-ca di Dio e del suo volere, e portò avanti conDio il meraviglioso disegno di salvezza. Nelfiglio, che non è stato suo né mai lo divente-rà in realtà, perché non sarà genitore ma pa-dre, Giuseppe offre qualcosa di sé, la rinun-cia a un presente da lui gestito per permette-re a Dio di gestire la sua vita e realizzare lasua storia di salvezza.

Giuseppe è giusto non per quello che fa,ma perché rinuncia a portare avanti il proprioprogetto personale; non offre a Dio quelloche ha, rifiuta di darsi quello che ha sognato,una famiglia propria, un proprio figlio. Fondacosì la vita sulla parola di Dio, appena intra-vista in sogni; non si difende da essa né la in-terpreta accomodandola ai propri desideri;legge gli avvenimenti e li comprende nellamisura in cui interiorizza, appropriandosene,la Parola e la vive nel proprio quotidiano.Fare la volontà di Dio non lo esilia dal mondoné lo rende indifferente di fronte ai bisogni al-

18 dicembre2009.Il RettorMaggioreDon PascualChàvezVillanuevadurante lacelebrazioneEucaristicanella Basilicadi MariaAusiliatricein Valdocco,a conclusio-ne del 150°anniversariodi fondazionedellaCongregazio-ne Salesiana.

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trui. Esiste, tuttavia, una condizione previaper arrivare all’obbedienza a Dio, ed è resta-re in dialogo con Lui. Per riuscire a sapereche cosa vuole Dio da lui, Giuseppe deve im-pegnarsi ad ascoltarlo: soltanto chi sa ascol-tare riesce a sapere a che cosa obbedire; so-lo colui che si pone in religioso ascolto è ‘im-piegato’ dal Signore per i suoi piani a van-taggio degli uomini, come lo furono Maria eGiuseppe, e come lo furono Giovanni Boscoe i 17 giovani che con lui fondarono la Con-gregazione Salesiana.

Come Giuseppe, Don Bosco conobbe lavolontà di Dio in un sogno. In esso conobbea chi si doveva consacrare (i giovani a ri-schio), come fare della vita una missione (lapresenza e l’amorevolezza) e su chi contare(Maria, la madre di Gesù). A tutti noi Dio havoluto scoprire il suo sogno invitandoci a far-lo nostro con la nostra obbedienza. Seguire ilsogno farà sì che Dio faccia fiorire nel cuoredei nostri giovani il germoglio giusto, il suoregno di giustizia e di pace con la ricchezzadei suoi valori umani, che si espanda comeluce su tutti i popoli. Dio non si farà ‘Dio-con-noi’ se noi non condividiamo il suo sogno disalvezza, collaborando alla sua opera.

Per avere salvezza, e averla in abbon-danza, i nostri giovani hanno bisogno di Dioe di noi. Siamo stati chiamati per nome perstare con Lui ed essere inviati ai giovani adessere per loro un segno dell’amore di Dio,del suo impegno per la loro felicità, per la lo-ro riuscita in questa vita e la loro pienezzanell’eternità.

Oggi come 150 anni fa, per rendersi pre-sente tra i giovani, specialmente i più disere-dati ed emarginati, e per salvarli, Dio ha biso-gno di noi, della nostra fede fatta di rinunciaai nostri progetti, e di assunzione del suo, co-me Giuseppe che “fece come gli aveva ordi-nato il Signore”.

Con il rinnovo della professione vogliamoesprimere la nostra disponibilità incondizio-nata a Dio, perché trovi in noi - come ha tro-vato in Don Bosco - i collaboratori che stacercando. Facciamo nostro il sogno di DonBosco, che è il sogno di Dio. Facciamo no-stro il gesto generoso e coraggioso di quelgruppo di giovani radunati attorno a Don Bo-sco una sera come questa, 150 anni fa, e Diocontinuerà a scrivere la sua storia di salvez-za. Maria ci sia sempre e ovunque Madre,maestra e guida. Amen.

Consegnata allaCongregazione salesianala Grande Medaglia d’Oro

di MilanoNell’ambito della manifestazione

annuale dell’Ambrogino d’Oro, nellaquale si premiano alcune eccellenzeche si sono contraddistinte per l’impe-gno di responsabilità nei confronti delbene comune, è stata consegnata alRettor Maggiore dei Salesiani unaGrande Medaglia d’Oro dal sindaco diMilano Letizia Moratti.

La consegna è avvenuta la mattinadel 7 dicembre presso il Teatro “DalVerme” di Milano.

I motivi indicati per l’assegnazionedella Grande Medaglia d’Oro sono:«l’“Educazione ed evangelizzazione”sono al centro dell’impegno quotidianodell’Istituto. Da 150 anni l’organizzazio-ne internazionale, fondata da san Gio-vanni Bosco, testimonia il suo operatoal servizio dei giovani. In prima fila tra ipiù poveri e gli emarginati, ha portatocon orgoglio cultura e carità in 128 na-zioni del mondo, testimoniando un pro-getto e uno stile di vita improntato ai va-lori più alti dell’uomo».

Oltre Don Pascual Chàvez, a rap-presentare la Congregazione salesia-na, vi erano il suo Vicario don AdrianoBregolin e l’Ispettore dell’Italia Lombar-da–Emiliana (ILE) don Agostino Sosio.

Il RettorMaggioreDon PascualChàvezVillanuevae il sindacodi MilanoL. Moratti.

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Lettera dell’Ispettore

LLaa rriicccchheezzzzaa ccaarriissmmaattiiccaa ddiiDDoonn BBoossccoo ffoonnddaattoorree

Cari Amici,riprendo vo-lentieri il con-tatto con voiattraverso lepagine di In-sieme in que-sto periodo diNatale cosìricco di inten-sità spiritualee di serenità.Approfitto perestendere a

tutti il mio augurio di un Nuovo Anno di sere-nità e di belle e soddisfacenti realizzazioni.

Ho pensato di proporvi nei prossimo nu-meri una presentazione della ricchezza cari-smatica di don Bosco Fondatore. La recentee viva celebrazione del 150° anniversariodella Congregazione mi offre lo spunto perallargare la visione al grande movimento cheè nato dalla forza carismatica di Don Bosco.Oltre a dedicare una riflessione alla figura didon Rua, tenterò di approfondire con voi ipassi che hanno portato alla costruzione diun vasto movimento di forze che sono attiva-mente presenti nella chiesa e che in modo di-

namico e proprio lavorano per la salvezza deigiovani.

In questo numero vi affido alcune consi-derazioni sul punto cardine dell’energia difondazione di don Bosco

Don Bosco fondatore

È necessario ripartire con umiltà dall’im-pulso iniziale, dono di Dio e intuizione del-l’uomo, dal disegno che si è venuto man ma-no dipanando nella mente e nel cuore di donBosco, per consegnare alla Famiglia Sale-siana e al movimento salesiano tutta la suaidentità e la sua carica carismatica, in questaformidabile occasione della celebrazione dei150 della Congregazione Salesiana. “Nel1841, appena ordinato prete, rimasi ango-sciato alla visita alle carceri di Torino, e inor-ridito. Ho incontrato turbe di giovani, sani, ro-busti, intelligenti; li ho visti inoperosi, poveri,bisognosi di pane e di parola, ad espiare conuna triste reclusione e con rimorsi le colpe diuna precoce delinquenza. Ma quale fu la miameraviglia e sorpresa quando mi accorsi chemolti di loro uscivano con fermo proposito divita migliore e intanto erano in breve ricon-dotti in carcere da dove erano da poco usci-ti. Fu in quelle occasioni che mi accorsi come

Festa deigiovani alPalaCatania.

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parecchi di loro erano ricondotti in quelle pri-gioni perchè erano abbandonati a se stessi.Chi sa, dicevo tra me, se questi giovani aves-sero di fuori un amico che si prendesse curadi loro, li assistesse, li istruisse in un lavoro,chi sa che non potrebbero tenersi lontani dal-la rovina o almeno diminuire il numero di co-loro che tornano al carcere...” (Memorie del-l’Oratorio).

La riflessione su questo avvenimento,come espressione di un incredibile sviluppoin questi 150 anni, non può che partire dai“giovani poveri ed abbandonati”, nucleo so-stanziale del carisma, per ritrovare in esso lasua ragione di esistere e di esprimersi nellemutate condizioni sociali e culturali del mon-do di oggi. Ed è interessante notare (ed è undato storico incontrovertibile anche se com-plesso) che, dai primissimi tempi sino allamorte, pur nella complessità delle vicende edelle loro interpretazioni, Don Bosco eviden-zia una “omogeneità d’intenzione: quella diriunire, in qualche modo, in un vasto insieme,tutti coloro che accettavano di lavorare conlui”(CGS 153) “Dobbiamo unirci in questitempi difficili...” (Regolamento dei Coopera-tori, 1876) “Unirci tra noi e tutti con la Con-gregazione... Uniamoci col mirare allo stessofine e con l’usare gli stessi mezzi per conse-guirlo....Uniamoci come in una sola famigliacoi vincoli della carità fraterna che ci sproniad aiutarci a sostenerci vicendevolmente afavore del nostro prossimo”(Boll. Sal.1878).

Il movimento salesiano quindi, inteso co-me pluralità di forze ed unità di intenti perl’educazione e la salvezza dei giovani, rag-giunge il cuore della vocazione salesiana, èstato per Don Bosco disegno e realizzazionegraduale e diviene, per tutte le forze che locostituiscono, punto di riferimento nell’inter-pretare la propria vocazione nell’oggi. Ciòche il CGS affermava dei Salesiani è certa-mente vero di tutti i rami della Famiglia Sale-siana: “I Salesiani non possono ripensare in-tegralmente la loro vocazione nella Chiesasenza riferirsi a quelli che con loro sono i por-tatori della volontà del Fondatore. Per questoricercano una migliore unità di tutti, pur nellaautentica diversità di ciascuno” (CGS 151).

1. I passi di un disegno

1.1. Don Bosco fondatore carismatico

Tutti i documenti più autorevoli sono con-cordi nell’affermare che Don Bosco è il fon-datore in senso carismatico di una grandeidea di famiglia e di movimento, in quanto, invista della missione ai giovani poveri ed ab-

bandonati, è stato l’iniziatore di una gradua-le convergenza di forze, unite dallo stessospirito e dalla reciproca collaborazione e co-me ideatore ha vissuto lui stesso questaesperienza insieme ai devoti di Maria Ausilia-trice, ai Salesiani, alle figlie di Maria Ausilia-trice ai Cooperatori del suo tempo e ad altrisoggetti che sono intervenuti direttamente oindirettamente nella sua azione. L’insistenzasui carismi e sulla struttura carismatica dellaChiesa derivano dall’impostazione dell’eccle-siologia del Vaticano II, che ha sottolineato inparticolare la presenza operante dello Spiritodel Signore Gesù, come forza di propulsionenell’opera stessa dei fondatori, la cui figuraviene oggi riletta appunto in tale luce. Il cari-sma infatti “si rivela come un’esperienza del-lo Spirito, trasmessa ai propri discepoli peressere da questi vissuta, custodita, appro-fondita e costantemente sviluppata in sinto-nia con il Corpo di Cristo in perenne cresci-ta”, ha come caratteristiche “un particolarestile di santificazione e di apostolato” e “sta-bilisce una determinata tradizione spiritualein modo tale che se ne possano cogliere glielementi oggettivi” (Mutuae Relationes, 11).

Don Bosco è quindi fondatore carismati-co in quanto è a lui (anche se non esclusiva-mente) che lo Spirito ha trasmesso un donodi santificazione personale e di missione tra igiovani, interpretato secondo una spiritualità,che è detta appunto salesiana per i suoi trat-ti peculiari e caratteristici.

E ciò egli ha potuto essere, oltre che perdisegno divino, anche per le caratteristichemarcate della sua personalità, soprattuttoper il fascino che suscitava negli altri, indu-cendoli a lavorare con lui con il suo stessostile. I primi giovani poi fattisi salesiani (Rua,Cagliero, ecc), Maria Domenica Mazzarello,il teologo Borel, Carlo Gastini, don Felice Re-viglio, sentirono questo fascino, avvertironola forza di questo carisma e contribuirono,nelle vicissitudini del tempo, con entusiasmoe creatività, alla costituzione di questo gran-de convergere di forze, detto appunto Fami-glia Salesiana.

“Giovanni Bosco, ricco di doni naturaliche lo destinarono a svolgere un ruolo crea-tivo nella Chiesa, guidato da Dio e dalla suagrazia... trascinatore nato per parecchi tem-peramenti ebbe fin dalla giovinezza la stoffadel fondatore religioso, del creatore di unapiccola chiesa di tipo nuovo all’interno dellagrande chiesa di Cristo”(F. Desramaut, DonBosco Fondatore, pagg.121-122).

Don Gianni Mazzali

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66 DICEMBRE 2009 N° 142

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EECommissione Regionale di Formazione

IInnccoonnttrroo ccoonnggiiuunnttoo ccoonn ii DDiiccaasstteerrii ddeellllaaFFoorrmmaazziioonnee ee ddeellllaa PPaassttoorraallee GGiioovvaanniillee

Partecipanti i Vicari, i Delegati della PG di tutte le Ispettorie dellaRegione e gli incaricati della Comunità Proposta.

Roma “S. Tarcisio”, 10-13 novembre 2009

L’incontro è stato un intenso confrontochiaro e concreto delle diverse esperienze inatto nelle singole ispettorie alla Luce delCG26 e della Ratio, alla ricerca di un percor-so unitario e condiviso sul tema proposto:Animazione vocazionale e Pastorale Giova-nile, Prenoviziato – Tirocinio.

Dal calendario delle giornate si possonocomprendere i diversi aspetti che sono statiaffrontati, confrontati, dibattuti e condivisi.

Programma

10-11 novembre

Incontro con i Dicasteri Formazione e Pa-storale Giovanile

– Temi– Animazione Vocazionale– Cura dei candidati alla vita consacra-ta salesiana

I sessione: Presentazione delle esperienzee riflessioni delle Ispettorie;

II sessione: Proposta dei Dicasteri;

III sessione: Gruppi;

IV sessione: Assemblea e sintesi.

12 novembre

CRF

I sessione: La formazione dei formatori. Ilnuovo testo della Ratio sul prenoviziato;

II sessione: Il testo del dicastero sulle dueforme della vita consacrata salesiana;

III sessione: La formazione permanente: ini-ziative ispettoriali e della Regione;

IV sessione: Per un progetto di accompa-gnamento del tirocinio.

PG

I sessione: Reazioni all’incontro tra i dica-steri per la formazione e la pastorale giovani-le;

II sessione: Breve presentazione delleIspettorie;

III sessione: Lavori in gruppi sulle sfide diPG in Italia: punti forti – punti deboli, oppor-tunità;

IV sessione: Condivisione in assemblea.

13 novembre

CRF

I sessione: Per un progetto di accompagna-mento del tirocinio

PG

I sessione: Animazione vocazionale e PG:ricerche e inchieste

La sintesi dell’incontro si può indicarein alcune attenzioni che ogni Ispettoria el’intera Regione Salesiana devono avere,in ordine:

• all’animazione vocazionale e alla cultu-ra vocazionale, che guarda ogni uomocome un chiamato alla pienezza della vi-ta, da creare in ogni confratello e laicoimpegnato nelle nostre opere• alla Comunità Proposta nelle sue diver-se forme che incarna oggi l’aspirantatoper quei giovani che sentono di fare unserio discernimento vocazionale in ordi-ne alla vita consacrata salesiana• al Tirocinio, come tappa privilegiata diformazione da accompagnare a diversi li-velli.

Comunque si è concordi sulla necessitàdi una costante riflessione in ordine all’azio-ne vocazionale e alla Pastorale Giovanile,per una lettura ed una comprensione semprenuova del contesto storico – sociale in cui vi-viamo ed operiamo che è in continuo muta-mento.

Don Antonino Rubino

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77DICEMBRE 2009 N° 142

È convinzione generale che l’educazioneoggi è un compito urgente, sia per le condi-zioni di complessità della società e del mon-do che cambia, sia per la particolarità dellacondizione giovanile. Come ha notato recen-temente Benedetto XVI, educare «non è maistato facile, e oggi sembra diventare semprepiù difficile. Lo sanno bene i genitori, gli inse-gnanti, i sacerdoti e tutti coloro che hanno di-rette responsabilità educative. Si parla perciòdi una grande “emergenza educativa”, con-fermata dagli insuccessi a cui troppo spessovanno incontro i nostri sforzi per formare per-sone solide, capaci di collaborare con gli altrie di dare un senso alla propria vita».

A questo tema è stato dedicato il Solen-ne Atto Accademico di quest’anno al S. Tom-maso, che ha visto la magistrale Prolusionedel Magnifico Rettore dell’Università Pontifi-cia Salesiana di Roma, il prof. D. Carlo Nan-ni, di chiara fama nel settore delle scienzedell’educazione. L’evento –

che si è svolto nella cornice della splen-dida e affollatissima Aula Magna “D. Conti”, èstato preceduto da un toccante momentocommemorativo delle vittime della recentealluvione, con meditazioni su Giobbe e sulsenso del male e del dolore del giusto. Il pre-side D. Giovanni Russo, moderatore del-l’evento, che ha svolto la relazione introdutti-va sullo stato del centro accademico del S.

Tommaso, ha poi dato la parola all’Arcive-scovo Mons. La Piana, che ha sottolineatol’importanza del tema per la società, le fami-glie e la stessa Chiesa, al punto che il pros-simo programma decennale 2010-2020 dellaCEI è interamente dedicazione all’emergen-za educativa. «Riaffermiamo la scelta di “sta-re accanto” ai giovani, molti dei quali si trova-no in condizioni di disagio, insicurezza e fra-gilità. I giovani hanno bisogno di essere aiu-tati a maturare la fiducia in se stessi, a risco-prire gli ideali in cui credere».

Il Presidente del Consiglio di Direzionedel S. Tommaso e Ispettore dei Salesiani diSicilia, D. Giovanni Mazzali, si è soffermatosulla tradizione ispirata a D. Bosco, grandeeducatore dei giovani, in particolare di quelliin situazione di marginalità e disagio. Ogniautentica educazione ha bisogno di vicinan-za e di quella fiducia che nascono dall’amo-

re. Il sistema pedagogicosalesiano è basato sui trepilastri ragione, religione,amorevolezza. Ogni veroeducatore sa che pereducare deve «donare»qualcosa di se stesso eche soltanto così puòaiutare i suoi allievi a su-perare gli egoismi e a di-ventare a loro volta capa-ci di autentico amore.

La Prolusione diNanni è stata tutta imper-niata sulle difficoltà edu-

Il Solenne Atto Accademico al S. Tommaso

IIll ccoommppiittoo uurrggeennttee ddeellll’’eedduuccaazziioonnee

Messina, 9 ottobre 2009

DonG. Mazzali,Mons.C. La Piana,DonG. Rutae DonC. Nanni.

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88 DICEMBRE 2009 N° 142

cative oggi, ma anche sulla positività e sullapossibilità di successo. «Educare, non è sta-to mai facile. Oggi, lo è ancora di più: a talpunto da far dire a qualcuno: educare si de-ve ma si può? Infatti, rispetto al passato, an-che recente, oggi l’educazione (la famiglia, lascuola e in genere tutte le istituzioni educati-ve) ha da far fronte a tre“grandi ondate”: una spe-cie di “rivoluzione silen-ziosa” che ha innescatouna crisi e di innovazionenelle tradizioni culturali evaloriali e l’affermazioneforte delle individualità; laprepotente innovazionetecnologica del digitale(telefonini, internet), conforme di comunicazioneche rischiano di far perde-re il senso della realtà edel tempo; la complessitàdi un mondo globalizzato,con le sue gravi ambiva-lenze. Nonostante tuttociò (o forse proprio per ciò), l’educazione èsentita da parte di molti come uno dei punti.Come educatori, come famiglie, come comu-nità educative non ci si può accontentare diessere dei trasmettitori, animatori, esperti,ma inderogabilmente anche, e in primo luo-go, dei testimoni, cioè capaci di quell’inse-gnamento per diretta esemplarità e provoca-zione di una vita buona, onesta, responsabi-

le». L’uditorio si è particolarmente sentitocoinvolto quanto il relatore ha affermato che«l’educazione, per dirla in termini sportivi, as-somiglia a una “partita pedagogica”, che tro-va nella comunità educativa non solo l’am-biente e lo strumento, il “campo”, ma anche ilsoggetto di referenza ultimo e il fulcro promo-

tore primo. Nell’orizzonte di tale suprema“partita” le diverse “squadre”, i diversi sog-getti individuali e sociali, ognuno per quantoloro compete, interagiscono e agiscono “in-sieme” (come squadra, come giocatori condiversi ruoli, come arbitri, come segnalinee,come tifosi, ecc.) in vista del conseguimentodel fine educativo che li accomuna».

Un momentodella solenneconcelebra-zionepresiedutada Mons.I. Zambito,Vescovo diPatti, inoccasionedell’inaugura-zionedell’annoaccademico2009-10 (Messina, 1ottobre2009).

DonC. NanniRettorMagnificodell’UPS diRoma.

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99DICEMBRE 2009 N° 142

Da sinistraAvv.L. Leone,Prof.S. Settineri,DonF. Attard,DonG. Russo,DonF. Di Natalee DonP. Fichera.

Simposio Emergenza Educativa

VVuuoottoo ddii cciivviillttàà oo ddiissiimmppeeggnnoo ddeellllaa ccoosscciieennzzaa

Messina, 23-24 novembre 2009

“Educare però non è mai stato facile, eoggi sembra diventare sempre più difficile.Lo sanno bene i genitori, gli insegnanti, i sa-cerdoti e tutti coloro che hanno dirette re-sponsabilità educative. Si parla perciò di unagrande ‘emergenza educativa’, confermatadagli insuccessi a cui troppo spesso vannoincontro i nostri sforzi per formare personesolide, capaci di collaborare con gli altri e didare un senso alla propria vita” (BenedettoXVI, 21 gennaio 2008).

Illuminanti le parole di Papa BenedettoXVI che, con la Lettera alla Diocesi di Roma,ha sapientemente sintetizzato i rischi e le sfi-de all’origine del vuoto esistenziale che si stacreando nelle nostre società e con le quali in-vita la comunità dei credenti, le famiglie, gliinsegnanti, i sacerdoti, a rinnovare l’impegnoeducativo.

Il Simposio di studi, che è organizzatodall’Istituto Teologico “S. Tommaso”, aggre-gato alla Facoltà di Teologia della UniversitàPontificia Salesiana, e dal Dipartimento diScienze Pedagogiche e Psicologiche “G. Ca-talfamo” dell’Università di Messina, vuole es-sere un momento di analisi e di riflessionecomune sul tema dell’Educazione, specchiodi una civiltà in crisi. È ormai evidente cheesiste una emergenza educativa e molti, an-che in sede pedagogica ed istituzionale,esortano affinché non si smarriscano signifi-

cati e valori fondamentali e decisivi per lacrescita umana e spirituale della persona. Iltema del simposio, che ha le sue motivazioniscientifiche in questo forte richiamo all’edu-cabilità, interessa vari ambiti della formazio-ne, coinvolge l’istruzione, la scuola e l’univer-sità, impegna il sociale, in quanto riguardal’attività delle persone che aspirano a realiz-zarsi in concreto, avere una progettualità eun futuro, a costruirsi una identità che uma-nizzi l’esperienza del loro crescere. Nell’epo-ca delle “passioni tristi”, delle “dipendenzeenfatizzate”, degli episodi di violenza ad ope-ra perfino di baby gang, ovvero un’epoca incui l’educazione è diventata una “emergen-za” e aumenta il bisogno di assicurare allenuove generazioni “relazioni di qualità”, oc-corre sfidare il disincanto della problematici-tà, della complessità, del fallimento, dell’in-successo. Sacerdoti, comunità religiose e lai-che, coloro che principalmente hanno re-sponsabilità educative dovranno penetrarenel cuore malato di una società inferma econtro la perdita di senso che demolisce ognipossibilità di crescere, di svilupparsi, di matu-rare, dovranno rilanciare la “fiducia nella vita”anche con un paziente e fondato lavoro dicura.

Coordinamento: Proff. Velleda Bolognari,Francesco Gatto, Giovanni Russo

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1100 DICEMBRE 2009 N° 142

Presentazione del libro del Prof. Marco Pappalardo

««QQuuaarreessiimmaa ee PPaassqquuaa»»

Un incontro culturale curato dalla Libreria Editrice Vaticana

Nell’auditorium Don Bosco dell’istituto S.Francesco di Sales, in un incontro culturalecurato dalla Libreria Editrice Vaticana e mo-derato dalla prof. Giovanna Panebianco, so-no stati presentati i 2 ultimi libri del prof. Mar-co Pappalardo "Quaresima e Pasqua" e "Av-vento e Natale con i Padri della Chiesa", conl’intervento del prof. Edmondo Caruana, fra-te carmelitano, responsabile editoriale dellaLev, dei professori Carmelo Crimi e RobertoOsculati, rispettivamente ordinari di CiviltàBizantina e di Storia del Cristianesimo pres-so l’Università di Catania, del prof. Paolo Fi-chera, salesiano, docente di Filosofia al Li-ceo Don Bosco di Cibali e all’Istituto Teologi-co S. Tommaso di Messina. Tra un interven-to e l’altro, col sottofondo di intermezzi di mu-sica classica al pianoforte suonati da GiorgioRusso, l’autore ha letto passi scelti dei Padrigreci e latini contenuti nei due testi da luicommentati, come preziosi e tascabili vade-mecum, per ogni giorno dei tempi forti del-l’anno liturgico, ispirati dalle catechesi patri-stiche di Benedetto XVI svolte nelle udienzegenerali del mercoledì, per raccontare laChiesa attraverso la vita di uomini che sonostati grandi personalità nei primi secoli delCristianesimo e anche oggi sono maestri etestimoni di fede. I loro scritti sono tra i docu-menti più importanti della tradizione per laricchezza spirituale, dogmatica, ascetica,morale dei contenuti.

Dal mondo editoriale internazionale, haprecisato fra’ Caruana, i due volumetti, pre-sentati alla Fiera del Libro di Francoforte, so-no stati accolti con molto favore al punto chesaranno tradotti in 11 Paesi. Crimi, che è sta-to relatore della tesi di laurea di Pappallardo,ha evidenziato la struttura dei libri che si ri-collegano alla tradizione millenaria dei florile-gi spirituali; sono dei testi ritenuti esemplarianche se talvolta difficili, ritagliati da contestipiù ampi e accomunati da un progetto globa-le e da un intento eminentemente educativoin tempi d’emergenza come gli attuali. Se-condo Osculati sarebbe meglio chiamare i"Padri" intellettuali della Chiesa antica, spes-

so vescovi e pastori delle comu-nità ecclesiali loro affidate.

L’Evangelo è nato senza li-bri, in una condizione di oralità,come un fatto, un evento di Ge-sù che muore e risorge. Accantoa questo fenomeno, si è creatauna letteratura canonica e, pianpiano, l’enorme biblioteca di co-loro che hanno assunto i testioriginali del Cristianesimo inter-pretandolo attraverso le formeintellettuali del loro tempo.

Antonino BlandiniDa: La Sicilia, Catania 9 novembre 2009

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Da sinistraProf.R. Osculati,Prof.C. Crimi,Prof.ssa G.Panebianco,Prof. P. E.Caruana,Prof.P. Fichera,Prof. M.Pappalardo.

Al microfono,Prof.P. E. CaruanaresponsabileeditorialeLEV.

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1111DICEMBRE 2009 N° 142

Stati Generali della Comunicazione Sociale

LLee CCoommuunniiccaazziioonnii SSoocciiaallii,,llaa CChhiieessaa iittaalliiaannaa,, ii ssaalleessiiaannii

Roma-Salesianum, 28-29 novembre 2009

Gli operatori della Comunicazione socia-le italiana, coordinati da Don Paolo Buttiglie-ri, si sono ritrovati sabato 28 e domenica 29novembre per condividere esperienze e, so-prattutto, definire possibili prospettive e ini-ziative condivise.

Circa una settantina di salesiani e laici,responsabili di imprese o rappresentanti direaltà comunicative della Regione Italia-Me-dio Oriente si sono ritrovati presso il Salesia-num di Roma per partecipare agli Stati Gene-rali promosso dall’Ufficio Nazionale delle Co-municazioni Sociali dei Salesiani dell’Italia. Alcentro dei lavori la prospettiva di condivisio-ne e correlazione indicata dal documento “IlSistema Salesiano di Comunicazione Socia-le” (SSCS).

Ad aprire i lavori don Pier Fausto Frisoli,Consigliere per la Regione Italia MedioOriente, che ha ricostruito il cammino fatto ul-timi anni nell’ambito della comunicazione so-ciale. Il Consigliere per la ComunicazioneSociale, don Filiberto Gonzalez Plasencia,ha spiegato i motivi che stanno alla base del-l’interesse dei salesiani per la Comunicazio-ne sociale. “È fondamentale essere presenti‘nei nuovi cortili’, abitati e affollati da adole-scenti e giovani e portare e incarnare il Van-gelo. I Salesiani, come non possono restareai margini del cortile tradizionale, tantomeno,oggi non possono restare fuori i ‘nuovi cortili’ampiamente frequentati dai giovani”.

Don Domenico Pompili, Direttore dell’Uf-

ficio Nazionale Comunicazioni Sociali dellaConferenza Episcopale Italiana, ha offerto,incoraggiando un atteggiamento propositivo,interessanti suggestioni su come integrare ilvangelo dentro la cultura digitale. La fratturatra Vangelo e cultura attuale è stata causatadall’inflazione delle immagini maturate al difuori dell’orizzonte della fede, è necessariauna nuova creatività che costruisca la media-zione tra la tradizione di fede e la sensibilitàculturale attuale.

Nel pomeriggio, Carlo Di Cicco, vicediret-tore dell’Osservatore Romano, ha offerto unalettura dell’impatto comunicativo dei salesia-ni indicando alcuni suggerimenti per miglio-rare e intensificare la presenza nell’ambitomediatico.

Don Alfred Maravilla, intervenuto a nomedel Consigliere per le Missioni don VaclavKlement, e la presenza di don Fabio Attard,Consigliere per la Pastorale Giovanile, nellaserata di sabato, ha ricordato ai partecipanticome la missione salesiana, pur organizzatain dicasteri e ambiti differenti, sia la stessa erichiede sempre più una sinergia e una con-divisione.

Preziosi sono stati i lavori di gruppo neiquali, in due incontri differenti, gli operatoripresenti hanno approfondito la reciproca co-noscenza e individuate alcune iniziative con-crete per sviluppare il “sistema salesiano dicomunicazione” in Italia.Da: ANS, Roma.

Da destra:DonP. F. Frisoli,Dott.C. Di Cicco,DonF. Gonzales,DonP. Buttiglieri.

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1122 DICEMBRE 2009 N° 142

MGS - Movimento Giovanile Salesiano

FFeessttaa GGiioovvaannii 22000099Catania, 25 ottobre 2009

“In mezzo a voi giovani misento come Don Bosco”. È tra leprime frasi del Rettor Maggiore,rivolte ai giovani animatori sici-liani incontrati a Catania mentrepreparavano la festa del Movi-mento Giovanile Salesiano del29 novembre. È stato accolto aCatania la mattina di sabato 28dall’Ispettore Don Gianni Maz-zali e dall’Ispettrice Suor AnnaRazionale, poi subito tra i giova-ni riuniti presso la “Colonia DonBosco” per un incontro di pre-ghiera. Nella riflessione Don Pa-scual ha detto parole di speran-za dinanzi alla mancanza di fidu-cia, di futuro e di certezze chespesso sono il vissuto quotidiano di adole-scenti e giovani. Per rispondere con speran-za a queste problematiche gli educatori de-vono seguire l’esperienza di Don Bosco,puntando sul dare fiducia, sul creare relazio-ni significative, sulla consapevolezza che so-no i giovani stessi a dover cambiare lo sce-

nario della storia forti dei propri talenti e nonaltri. Il futuro si costruisce a poco a poco e gliadulti sono dei compagni di viaggio per unagenerazione di nuovi uomini e donne checambi la società. In particolare il Rettor Mag-giore ha chiesto ai presenti di essere lievitonella terra ferita di Sicilia e l’impegno a tra-sformarla alla luce del Vangelo. Don Chavezha poi ascoltato e risposto alle domande de-gli animatori, sempre con grande attenzione,schiettezza, concretezza. Ha parlato dellasua vocazione, nata dalle preghiere dellamadre e ha emozionato tutti dicendo “è tantobello essere salesiano che, se rinascessi dinuovo, sarei salesiano”. Ha raccontato delsuo incontro giornaliero con Don Bosco attra-verso le “Costituzioni”, la condivisione dellostesso progetto di vita e la missione. “Lì – hadetto – trovo la sua mente, il suo cuore, lemani, i piedi”. Don Bosco, infatti, guardavatutto e sempre nella prospettiva dei giovanicon mente pastorale; aveva un cuore attentoa tutti i loro bisogni, generoso e fantasioso;aveva “mani pastorali”, mani di un sognatore,di un realizzatore di sogni, di un costruttorenella vigna del Signore; anche i suoi piedierano “pastorali” perché andava a trovare iragazzi senza assolutizzare le opere e lestrutture. Come Don Bosco, oggi, a tutti i sa-lesiani è richiesto di essere persone centratein Cristo, di alta sensibilità sociale, di curarela dimensione del gruppo e della comunità, di

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A lato: il sig.ispettore DonG. Mazzali eil RettorMaggioreDon Pascual ChàvezVillanueva.

In alto: Festadei giovani alPalaCatania.

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1133DICEMBRE 2009 N° 142

creare un ambiente attraente così come at-traente è il volto di Gesù. Dopo una bella fo-to di gruppo, saluti, interviste televisive, c’èstato il momento del pranzo insieme agli ani-matori e poi lo spostamento nel pomeriggio aZafferana Etnea presso la struttura salesiana“Albergo del bosco Emmaus” per incontrare iconsigli dei gruppi della Famiglia Salesianadi Sicilia e le comunità SDB e FMA. Con loroha parlato di Don Rua come di una “figura gi-gantesca”, amata e apprezzata, di un auten-tico cofondatore della Famiglia Salesiana.Guardando a lui, tutti i salesiani sono chia-mati a “fare a metà” con Don Bosco, e ciòvuol dire lavorare moltissimo e soffrire moltis-simo, poiché ciascuno è chiamato ad essereDon Bosco laddove si trova, giorno per gior-no; con forza ha detto: “così i successori diDon Bosco saremo tutti”. In tal senso è ne-cessario essere fedeli a Don Bosco, con unafedeltà dinamica e feconda, perché la Fami-glia Salesiana è un movimento spiritualeapostolico per la salvezza dei giovani. Il Ret-tor Maggiore ha sostenuto la necessità diprendere sul serio la propria vocazione, diesserne convinti, di amarla per poter invitareanche altri. Ha detto: “Siamo espressionedello Spirito Santo, dunque ciascuno di noi èun dono, guidato dalla Spirito. Bisogna la-sciare che sia lo Spirito Santo a farci sapereche cosa Dio vuole da noi”. Poi ha richiama-

to tutti a riscoprire le carte della comunione edella missione della Famiglia Salesiana, al fi-ne di puntare a realizzare percorsi comunisoprattutto in favore della famiglia con azioniconcrete nel civile, per un’educazione chepunti a formare la persona umana e ad evan-gelizzare in modo esplicito. Dopo le doman-

de dell’assemblea e le risposte chiarificatricie puntuali di Don Chavez, sono stati celebra-ti nella cappella i Primi Vespri di Avvento acui ha fatto seguito la “Buonanotte” ricca del-l’esperienza personale vissuta nella anno incorso grazie al dono di poter pregare sulletombe degli Apostoli Paolo, Tommaso e Gia-como. Cuore della visita in Sicilia del succes-sore di Don Bosco è stata la festa del Movi-mento Giovanile Salesiano che si è tenuta il29 per l’intera giornata presso il “PalaCata-nia”. La grande struttura è stata riempita deltutto da circa 5000 adolescenti e giovani pro-venienti da tutta la Sicilia, dalle loro voci, co-lori, sguardi, sorrisi, canti, danze, giochi, si-lenzi d’attenzione, messaggi forti, abbracci,incontri vecchi e nuovi, preghiere. L’evento,dal tema “Un sogno…che continua con Te”, èstato pensato per celebrare il 150° anniver-sario della Congregazione e organizzato concura dalla Consulta regionale MGS, guidatada Don Marcello Mazzeo e Suor Assunta DiRosa. “Io ci sto”, “Noi ci stiamo”, così recita-va lo spot di presentazione della giornata, ela risposta è stata reale e concreta sin dallaprime battute dei partecipanti agli inviti deibravi presentatori e poi dello stesso DonChavez appena arrivato. Nel saluto iniziale,dopo la presentazione coreografica dei grup-pi della Famiglia Salesiana presenti in Sicilia,ha detto che Don Bosco, pur avendo avuto

collaboratori adulti e pretistraordinari, ha voluto fonda-re la Congregazione con igiovani e la storia gli ha datoragione. Un gruppo di ragaz-zi nel 1859 ha scelto, infatti,di restare con lui per sempreabbandonando altri sogni oprogetti, ora l’invito a restarecon Don Bosco è rivolto aitutti i partecipanti. Ha ricor-dato che la Famiglia Salesia-na è riconosciuta come la piùgrande e presente agenziaeducativa al mondo (132paesi), raggiungendo ognigiorno circa 15 milioni di per-sone; che il più giovane San-to della storia della Chiesa,non martire, è San Domenico

Savio, per non parlare poi di Laura Vicuña,Zefirino Namuncurà, dei cinque martiri polac-chi. Con voce forte il Rettor Maggiore ha det-to: “La scommessa di Don Bosco è andatabene. Il suo sogno era ed è di vedere i giova-ni felici ora e nell’eternità. Questo sogno con-tinua ancora oggi e soprattutto a favore dei

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più deboli”. Quali sono dunque le chiavi perla felicità? Innanzitutto imparare ad avereuna visione positiva di se stessi, della fami-glia, della società, cominciando a vederequanto c’è di buono, bello, vero in sé e neglialtri; pensare positivo potrà aiutare ciascunoad essere felice e ad affrontare la vita con re-sponsabilità. Un’altra chiave è l’educazionestessa, vista come arte di sviluppare la per-sona nella sua interezza per affrontare la vi-ta, per cambiare il mondo a partire da sestessi, facendo delle scelte oggi in modo re-sponsabile. Tutto questo è importante ma –afferma Don Chavez – ancor di più essereconsapevoli che “colui che può appagare lanostra felicità, la sete di essere felici, è soloCristo Gesù. È l’unico che può garantire unavita piena, scoprendo che l’amore è la mag-giore energia del cuore umano. (…) Gesùnon vi deluderà! Avendo incontrato Lui nonc’è altro da cercare, solo da testimoniare”.

Parole forti e decise,messaggi chiari eascoltati con parti-colare attenzionedai giovani presentie dagli educatori,spezzati solo da for-ti applausi e conclu-se con un urlo digioia alle parole fi-nali “Vi voglio tantobene come Don Bo-sco”. Finito l’inter-vento, è ripresal’animazione curatada gruppo CGS Lifedi Biancavilla e poila preparazione del-la Concelebrazione

Eucaristica. Nell’omelia Don Pascual ha ri-cordato come l’Avvento sia un tempo atto asviluppare il desiderio e la nostalgia di Dioper essere pienamente felici. La vita va vis-suta come se fosse sempre Avvento, fedelialla Parola di Dio, l’unica capace di riempiredi speranza la nostra esistenza, una speran-za che viene solo da Dio. Si tratta di scom-mettere sul bene, sul giusto, sul bello, fon-dando tutto in Dio, perché le speranze non sitrasformino in delusioni. Ai giovani ha dettocon forza: “Dovete credere nelle forze del be-ne e costruire il mondo che volete con sceltecoraggiose, senza lagnarsi, creando rapportinuovi, consapevoli che il male si vince con ilbene”. Dopo la Messa, Don Chavez si è re-cato a pranzo presso la comunità del SanFrancesco di Sales e i giovani hanno conti-nuato la festa con il pranzo a sacco condivi-so e con gli stand di animazione (danza, bal-li, musica), di riflessione (missionari età, tos-sicodipendenze,affettività), spirituali (adora-

zione, confessioni), e leattività sportive. La festasi è conclusa con un’in-tervista speciale al Ret-tor Maggiore, fatta attra-verso delle immagini pro-iettate e con la foto digruppo con tutti coloroche hanno dato vita adun evento così specialee – come dicevano alcu-ni ragazzi sulla via del ri-torno – “che resterà inde-lebile nel nostro cuoresalesiano”.

Marco Pappalardo

Catania-ColoniaDonBosco:foto digruppo

Da sinistra:Sr.A. Di Rosa,l’IspettriceSr. A.Razionale,il RettorMaggioreDonP. ChàvezVillanueva,l’ispettoreDonG. Mazzalie DonM. Mazzeo.

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Il progetto di animazione e governo delRettor Maggiore e del suo Consiglio per ilsessennio 2008-2014 ha indicato alla Con-gregazione alcuni nuclei principali sui qualiconcentrare la nostra riflessione e il nostroimpegno pastorale.

Per realizzare questo mandato, il CentroSalesiano di Pastorale Giovanile di Italia, ilCNOS/Scuola e il CNOS-FAP nazionali pro-muovono, con cadenza biennale, un incontroresidenziale per i coordinatori pastorali (cate-chisti) delle scuole e dei Centri di Formazio-ne Professionale.

Un primo incontro nel 2009 sul tema“Educare ed evangelizzare nei contesti dellascuola e della FP Salesiana, un secondo nel2011 sul tema “La necessità di convocare” eun terzo nel 2013 sul tema delle “NuoveFrontiere”.

Gli obiettivi che si prefiggono questi con-vegni sono:

– permettere lo scambio delle esperien-ze;– consolidare, nel mutuo confronto, gli iti-nerari di educazione alla fede in atto;– assicurare la formazione per il compitoaffidato ai consacrati e ai laici.Il primo dei tre convegni è stato realizza-

to a Roma Sassone dal 6 al 8 novembre2009, erano presenti 130 partecipanti da tut-te le Ispettorie di Italia. La preghiera iniziale el’introduzione di don Mario Tonini, delegato

nazionale delle due associazioni, hanno av-viato i lavori.

Come si evince dagli obiettivi sopra indi-cati, il convegno si focalizzava attorno ad al-cune relazioni frontali e attorno alla presenta-zione di alcune esperienze (panel)

Le relazioni sono state due. La prima, didon Pier Fausto Frisoli, aveva come tema iltitolo del convegno. Il Regionale, attraversoun excursus sul magistero salesiano ha intro-dotto, studiato e analizzato il tema in questio-ne proponendo uno stile, alcune attenzioni,alcuni atteggiamenti fondamentali per educa-re ed evangelizzare i nostri destinatari.

La seconda relazione è stata affidata adon Rossano Sala, era incentrata sul “ruolodel coordinatore pastorale (catechista) all’in-terno della comunità educativo pastorale”.

I panel presentavano esperienze nell’am-bito della Scuola (“Itinerari di educazione al-la fede”, “Insegnamento di Religione Cattoli-ca”, “Proposte esplicitamente educative edevangelizzatrici”, “Valenza educativa delle di-scipline scolastiche”) e della FormazioneProfessionale (“Itinerari di educazione allafede”, “La formazione religiosa nei CFP”,“Proposte esplicitamente educative ed evan-gelizzatrici”, “Valenza educativa della culturadel lavoro).

Della Ispettoria Sicula hanno partecipatoal convengo alcuni salesiani (don MarcelloMazzeo, don Paolo Cicala, don CarmeloUmana, don Benedetto Sapienza, don EnzoTimpano, don Pasquale Sanzo, don Giusep-pe Favaccio) e alcuni laici (Piero Quinci, Lo-renzo Barletta, Pino Casano).

Il convegno è stato un’esperienza utileed interessante per riflettere e progettare in-sieme attorno ad uno dei temi principali delCG 26 e della nostra missione.

Per tutti coloro che sono interessati, èpossibile trovare sul sito www.cnos-fap.it allasezione “convegni” tutti gli interventi e le re-lazioni del convegno.

Catania 11 dicembre 2009

Don Marcello Mazzeo

Convegno Roma Sassone

EEdduuccaarree eedd eevvaannggeelliizzzzaarree nneeii ccoonntteessttiiddeellllaa SSccuuoollaa ee ddeellllaa FFPP SSaalleessiiaannaa

Roma, 6-8 novembre 2009

Ragazzidella FP inlaboratorio.

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1166 DICEMBRE 2009 N° 142

Domenica 25 ottobre si è svolta a Catania PGSFest 2009 che ha certamente raggiunto gliobiettivi che in sede di programmazione ci eravamo dati e, cioè:

– sport e animazione in piazza;– partecipazione di 1500 tesserati (certificata) più “l’indotto” di accompagnatori e genitori al

seguito dei ragazzi;– comunicazione al territorio della nostra presenza associativa e, soprattutto, della nostra

proposta culturale di uno sport educativo;– espressione del senso di appartenenza alla Famiglia salesiana.Significativa la presenza dell’Ispettore Don Gianni Mazzali e dell’Ispettrice Sr. Anna Razio-

nale, cui va il nostro ringraziamento per la condivisione di questa forte esperienza sul territo-rio, del Sindaco della Città di Catania sen. Raffaele Stancanelli accompagnato dall’Assessoreallo sport Scalia e dal Vicepresidente del Consiglio comunale La Rosa.

Hanno partecipato mol-te associazioni locali prove-nienti da sette comitati pro-vinciali (Agrigento, Caltanis-setta, Catania, Enna, Mes-sina, Ragusa, Siracusa -assenti Palermo e Trapani).Un plauso ai Presidenti pro-vinciali e ai loro collaborato-ri che si sono impegnati astimolare l’adesione dellediverse realtà, superando ledifficoltà legate essenzial-mente alla distanza. L’impe-gno corresponsabile di tuttie di ciascuno ci porta a rag-giungere traguardi e risulta-ti che possono farci cresce-re come presenza qualitati-va e quantitativa nel pano-rama dello sport siciliano.

Maurizio SiragusaIl Presidente

PGS - Polisportiva Giovanile Salesiana

PPGGSSFFeesstt 22000099Catania, 25 ottobre 2009

CelebrazioneEucaristicain PiazzaUniversità.

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1177DICEMBRE 2009 N° 142

“Don Bosco, patrono degli ombrellai, ci ha regalato finalmente una giornata di sole perla nostra e la vostra festa dello sport”, con queste parole Don Gianni Mazzali, Ispettoredei Salesiani in Sicilia, ha accolto gli oltre duemila partecipanti, provenienti da tutte le pro-vince siciliane, a PGSfest 2009, evento organizzato dal Comitato siciliano delle Polispor-tive Giovanili Salesiane presieduto dall’avv. Maurizio Siragusa, con il coordinamento tec-nico del prof. Carmelo Pergolizzi. Una splendida giornata di sole ha fatto da cornice allefesta dello sport in piazza, nell’affascinante centro storico delle città di Catania. Atleti, al-leducatori, dirigenti, genitori hanno partecipato inizialmente alla sfilata dal giardino Bellinifino a piazza Università dove è stata celebrata l’Eucarestia, animata dai giovani delC.G.S. Life di Biancavilla. Il Sindaco Stancanelli, nel porgere il benvenuto della Città, haricordando la sua appartenenza alla famiglia salesiana quale exallievo, dichiarandosisempre disponibile a patrocinare eventi come questi che portano il messaggio di unosport educativo nel territorio. Il Vicepresidente vicario del Consiglio comunale Puccio LaRosa ha voluto ribadire l’importanza e la centralità dello stile di Don Bosco e, cioè, di pun-tare ad essere “buoni cristiani e onesti cittadini” grazie anche ai valori dello sport. Sonointervenuti anche l’Ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice Sr. Anna Razionale e il Pre-sidente del Coni Giuseppe Crisafulli.

Piazza Duomo è stata teatro delle gare di minicalcio e minibasket. In Piazza Univer-sità si sono svolte le dimostrazioni di danza, ginnastica e karate ma anche i giochi di tiroalla fune e corsa con i sacchi. Nel pomeriggio, spazio alle gare promozionali di basket,calcio a cinque, pattinaggio artistico e volley nelle strutture sportive comunali del Velletrie PalaSpedini nonché negli impianti degli Istituti salesiani del San Filippo Neri e SanFrancesco di Sales e delle FMA di Via Caronda e Canalicchio.

Il presidente Siragusa, a conclusione delle attività, ha espresso il suo compiacimen-to per la buona riuscita dell’evento: “È stata una vera festa così come pensavamo e perla quale abbiamo lavorato intensamente. Un grazie al Sindaco e all’Assessore Scalia perla disponibilità degli spazi e delle strutture. Un grazie a tutti i volontari del Comitato regio-nale e delle strutture territoriali per la loro capacità di coinvolgere i nostri ragazzi in que-sta iniziativa che abbiamo voluto dedicare al binomio Sport e Vita. Più sport alla vita, piùvita allo sport: è questo l’impegno che oggi tutti assieme abbiamo assunto”.

Sfilata deigruppisportividalla VillaBellini pervia Etneafino aPiazzaStesicoro.

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1188 DICEMBRE 2009 N° 142

DDiiaarriioo ddii BBoorrddoo ddeellllaa PPaassttoorraallee GGiioovvaanniillee

Prosegue, a Cibali, l’appuntamento quin-dicinale con la Lectio Divina per giovaniuniversitari. Si tratta di un’esperienza quindi-cinale di preghiera, meditazione e confrontosulla Parola per giovani catanesi o residentia Catania per ragioni di studio. (prossime da-te: 15 dicembre, 19 gennaio, 2 febbraio, 16febbraio. Martedì alle 20.15).

Il 27 ottobre, presso la casa FMA di viaCaronda per le scuole delle zone di Cataniae Messina, e il 28 ottobre presso l’istituto sa-lesiano di Palermo Ranchibile, si sono svoltigli incontri con i rappresentanti di classe

delle scuole superiori salesiane, allo scopo dicoinvolgere anche le realtà scolastiche nelleattività del Movimento Giovanile Salesiano.Con l’alternarsi di momenti ricreativi e forma-tivi si è voluto sottolineare il ruolo di questistudenti come leaders e animatori delle clas-si e della scuola. Era la prima volta che sirealizzava questa esperienza, e i riscontri so-no stati molto positivi.

31 ottobre e 1 novembre si è svolta traMessina e Barcellona la Consulta Regiona-le del MGS alla quale, come di consueto,hanno partecipato giovani provenienti da nu-merose realtà locali; durante questa due

giorni, impreziosita dalla partecipazione al-l’ordinazione Sacerdotale di Don Salvo Ren-na, ci si è dedicati alla programmazione deisuccessivi eventi ispettoriali, in particolar mo-do la Festa Giovani e il Meeting Adolescenti.La consulta è un luogo in cui far maturare igiovani nel senso di appartenenza, di corre-sponsabilità e di maturazione nel carisma enella missione giovanile.

Il 14 e 15 novembre alla Colonia Don Bo-sco si è tenuto il primo appuntamento delGR…Leaders, itinerario di spiritualità perpreadolescenti. A questo primo incontro han-

no partecipato circa 90 ra-gazzi provenienti dalle casedella Sicilia orientale, in par-ticolar modo di CT Cibali, CTSan Filippo Neri nuovo, Cal-tagirone, Gela, Messina, Pa-lagonia. Il secondo appunta-mento di questo itinerario sa-rà il 16/17 Gennaio.

Il 21/22 novembre a Ro-ma c’è stato l’incontro dellaConsulta Nazionale MGS alquale partecipano il delegatoe la consigliera di PG, duegiovani rappresentanti di

ogni ispettoria e alcuni SDB, FMA e giovani alivello nazionale. Tra i vari punti all’o.d.g. c’èstato quello del rinnovo della Segreteria Na-zionale MGS per il prossimo triennio. Attra-verso una elezione sono stati scelti i 4 giova-ni che rappresenteranno l’Italia Salesiana co-me MGS, uno di questi è una siciliana, sichiama Giorgia Spadaccini, fa il SCN pressol’ufficio ispettoriale di PG. Il nuovo coordina-tore nazionale si chiama Emanuele Bonaz-zoli, è un giovane della Lombardia.

Dal 29 novembre al 1 dicembre si sonoriuniti a Catania prima e, successivamente, a

Zafferana i 196 giovani che svol-gono il Servizio Civile nelle nostrerealtà in occasione della Forma-zione Residenziale del SCN, ap-puntamento che ha permesso airagazzi impegnati in questo annodi servizio di formarsi attraverso latrattazione di tematiche di interes-se pratico ma anche di conoscer-si e confrontarsi tra di loro, scam-biandosi impressioni ed esperien-ze.

I rappresen-tanti diclasse dellescuolesuperiorisalesiane.

La ConsultaRegionale delMGS.

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1199DICEMBRE 2009 N° 142

Il 12 e 13 dicembre presso Casa Tabor siè svolto il primo incontro di “Un anno per iltuo futuro” esperienza di accompagnamen-to e discernimento vocazionale per giovani. Iltema della prima tappa, la maturità umana ecristiana, è stato affrontato attraverso mo-menti di incontro con la Parola, preghiera, si-lenzio, confronto personale e di gruppo, fra-ternità.

Il 21 dicembre a Caltanissetta si è svoltal’Equipe di PG delle chiese di Sicilia (CESI).Un tavolo di lavoro in cui si ritrovano i dele-gati di PG delle diocesi e dei movimenti insie-me al vescovo Russotto, delegato della CE-SI per la PG. Il tema principale dell’incontro èstata la venuta del Papa in Sicilia nell’ottobredel 2010 ed è stata avviata la macchina or-ganizzativa per realizzare l’incontro del Papacon tutti i giovani siciliani.

Prossimi Appuntamenti

Dal 3 al 5 gennaio, ad Acireale - SantaTecla, si terrà il Meeting Adolescenti dal ti-tolo “la famiglia è di casa”, un’esperienza dicrescita umana e spirituale per ragazzi dai 14ai 18 anni provenienti dai nostri oratori, scuo-le, CFP e parrocchie.

L’11 e 15 gennaio avrà luogo a Roma ilConvegno Nazionale incaricati d’oratorioe parroci, percorso formativo sul tema del-l’evangelizzazione e dell’iniziazione cristiana.

Nella seconda metà del mese di gennaiosi svolgeranno i primi incontri di GR…ADOper CFP, giornate di spiritualità, destinate epensate per gli adolescenti dei Centri di For-

mazione professionale del no-stro territorio. Il 20 gennaio aPalermo, il 21 gennaio a Gela eil 27 gennaio a Catania. A breveverrà diffuso il volantino.

Tra la fine di gennaio e i pri-mi di febbraio si realizzerà il ter-zo incontro di formazione gene-rale per il SCN, attraverso in-contri zonali durante i quali sa-ranno affrontate tematiche checontribuiranno al miglioramentodello svolgimento del servizio. Il22 Gennaio a Messina, il 26Gennaio a Gela, il 2 Febbraio aCatania e il 9 febbraio a Paler-mo.

Il 3 e 4 febbraio, 10 e 11 feb-braio si terranno, rispettivamen-

te, a Palermo e a Catania gli appuntamenti diGR…ADO Scuola, le giornate di spiritualitàper studenti delle nostre scuole superiori. Èun itinerario spirituale per coloro che voglio-no dedicarsi un tempo significativo di pre-ghiera, ascolto della PdD e confronto.

Il 6 e 7 febbraio si svolgerà la secondatappa dell’itinerario di spiritualità per adole-scenti GR…ADO, rivolto a ragazzi dai 14 ai18 anni provenienti dai nostri oratori e par-rocchie.

15 Febbraio a Caltanissetta ci sarà l’in-contro ispettoriale per parroci e incaricatid’oratorio. Tappa significativa dell’anno pa-storale in cui verranno attuati dinamiche diformazione, confronto, verifica e programma-zione.

Il 20/21 Febbraio ci sarà la seconda Con-sulta Regionale del Movimento GiovanileSalesiano.

Per info www.mgssicilia.it

FormazioneResidenzialedel SCN:foto digruppo.

SegreteriaNazionaleMGS.

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2200 DICEMBRE 2009 N° 142

Durante il mese di ottobre, tradizional-mente dedicato alle tematiche missionarie, siè dato avvio all’animazione missionariaispettoriale, abbiamo infatti proposto alle ca-se salesiane siciliane di dedicare un pome-riggio alle tematiche della missione, aprendole porte all’equipe del VIS Sicilia che in basealle fasce d’età dei destinatari e agli ambien-ti pastorali ha animato momenti diversi, tuttiperò caratterizzati da una struttura a tre voci:preghiera, testimonianza, e proposta VIS oimmagini dal mondo, con lo scopo principaledi sensibilizzare bambini, giovani e menogiovani circa la dimensione missionaria, ele-mento carismatico della nostra Congregazio-ne.

La risposta entusiasta che abbiamo rice-vuto è stata più corposa di quanto immagi-nassimo, tanto che gli incontri si sono protrat-ti fino ai primi giorni di novembre. Il gruppoVIS attraverso momenti di animazione e for-

mazione ha incontrato più di 1000 giovani,l’incontro si apriva con un breve momento dipreghiera che aiutasse ciascuno a rifletteresul tema della fratellanza e dell’accoglienza,a questo faceva seguito il momento centraledel nostro intervento di sensibilizzazione: latestimonianza, giovani provenienti da diverseparti della Sicilia, accomunati dall’aver speri-mentato di persona l’arricchimento che deri-va dal contatto con una terra di missionehanno messo a disposizione di grandi e pic-cini il racconto delle loro esperienze dalla Si-rya a Santiago dell’Estero, dal Madagacar aTucuman ognuno impreziosendo la narra-

zione con la propria sensibilità e il propriovissuto.

Rendendoci presenti in diverse realtà si-ciliane abbiamo potuto constatare comel’elemento della testimonianza sia quello vis-suto più intensamente da tutte la fasce d’etàche hanno così la possibilità di incontrare chiha trasformato le parole in fatti. Il momentoconclusivo è stato dedicato alla presentazio-ne del VIS e delle sue attività per i più gran-di, scuole superiori, gruppi di animatori ecc. iquali sono stati invitati ad assumersi impegniconcreti partecipando alle attività di forma-zione del VIS come la scuola di mondialitàche inizierà con l’incontro residenziale del 9-10 Gennaio alla Colonia Don Bosco, o av-viando il sostegno a distanza che permette aciascuno di sostenere le comunità del suddel mondo, con un contributo minimo. Con ipiù piccoli invece, attraverso dei cortome-traggi, abbiamo fatto un viaggio virtuale “por-tandoli” in realtà diverse dalle nostre alloscopo di far conoscere ai nostri ragazzi situa-zioni vissute dai loro coetanei in altri conti-nenti. Il contato seppure indiretto e fugacecon vite tanto diverse dalle loro li ha molto in-curiositi come emerso dalle tante domande.

Elemento comune che ha caratterizzatogli incontri con i destinatari di tutte le età eappartenenti a tutti gli ambienti è stato la pre-sentazione e il coinvolgimento nelle campa-gne di sensibilizzazione del VIS, tra le qualiquella sugli obiettivi del millennio, attraversoil dono del “pallotto” pallone da calcio in cuo-io che porta scritti in riquadri rossi gli obietti-vi che i grandi della terra si sono prefissi diraggiungere entro il 2015, e la richiesta di uti-lizzarlo con intelligenza ogni realtà locale èdiventata parte attiva negli sforzi che l’interasocietà civile fa o dovrebbe fare per arrivareal traguardo entro la data stabilita.

A dare concretezza al lungo percorsoche ci ha impegnato durante questi primi me-si di attività missionaria è arrivata comunica-zione dell’avvio di diversi gruppi missionarilocali, alcuni dei quali personalmente seguitidal delegato ispettoriale per l’animazionemissionaria, la costituzione di tali gruppi rap-presenta un primo segno di un seme chesperiamo possa portare frutto.

Dony Sapienza

Missioni Salesiane

OOttttoobbrree mmiissssiioonnaarriioo

Gruppodeglianimatoridel “Savio”di Messina.

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2211DICEMBRE 2009 N° 142

14 e 15 Novembre Assemblea dei sociVIS, Roma

Si è tenuta a Roma un’assemblea “stra-ordinaria” dei soci VIS, durante l’ordinario in-contro di aprile, infatti, era stata espressal’esigenza di aggiungere un incontro di for-mazione per i soci che non si riducesse aisemplici adempimenti burocratici. E così èstato!

Il tema dell’assemblea è stato la raccoltadi fondi e il codice etico è stata una due gior-ni molto intensa e piena: la mattina del saba-to hanno preso la parola oratori con grandeesperienza sul campo, Paolo Beccegato, re-sponsabile Area Nazionale per Caritas Italia,Fabio Latino, esperto di consulenza, creativi-tà e formazione per organizzazioni profit enon profit. A loro il compito di tracciare il qua-dro generale di un argomento tanto comples-so come quello del rapporto tra etica e fund-raising. Il pomeriggio, dopo un breve excur-sus dei trascorsi del VIS sulla questione eun’analisi dei comportamenti adottati in que-sto campo ad opera di una coppia d’eccezio-ne formata dall’attuale presidente del VISMassimo Zortea e dall’ex presidente AntonioRaimondi, si è passati all’“azione”. Attraversoun gioco di ruolo modellato sul tema dell’in-contro ognuno dei presenti è stato chiamatoa calarsi nei panni di un soggetto, spesso

molto lontano dalla propria esperienza reale,coinvolto in una situazione di donazione didenaro ad un ente no-profit da parte di unamultinazionale dal passato assai discusso ediscutibile. L’occasione ha permesso a cia-scuno di comprendere ed analizzare un pun-to di vista diverso dal proprio, e confrontarsicon le ingarbugliate ragioni dell’etica. Arric-chente e pieno di spunti è stato il momentosuccessivo durante il quale si è riportato inassemblea il lavoro fatto in sottogruppi. L’in-domani mattina ha avuto inizio con la Cele-brazione Eucaristica, seguita da un intensomomento di confronto tra i soci sulla possibi-lità di dotarsi di un codice etico. Lo scopo dioffrire ai soci un’occasione di formazione econfronto è stato pienamente raggiunto.

Il 21 Novembre sollecitati anche dall’in-contro tenutosi poco prima a livello naziona-le si è riunito alla Colonia Don Bosco il Co-mitato del VIS Sicilia. Dopo un breve mo-mento dedicato a riportare ciò che avevamovissuto il fine settimana precedente durantela due giorni a Roma, il ristretto gruppo orga-nizzativo composto da giovani provenienti davarie parti della Sicilia si è dedicato alla pro-grammazione dei mesi successivi. All’ordinedel giorno: la preparazione dello stand for-mativo per la festa giovani con il Rettor Mag-gior che ha impegnato i componenti del co-mitato in un attività di informazione e testimo-

nianza, e la pianificazio-ne della Scuola di Mon-dialità, itinerario di ani-mazione missionariaper giovani, che per-mette di confrontarsi sutemi di attualità e cheprepara all’esperienzamissionaria estiva.

L’animato confrontosulla struttura del per-corso ha portato all’ela-borazione di un itinera-rio di formazione e cre-scita umana che do-vrebbe coinvolgere cir-ca 50 giovani prove-nienti da tutta la Sicilia.

Dony Sapienza

Missioni Salesiane

AAsssseemmbblleeaa ssooccii VVIISS NNaazziioonnaallee ee CCoommiittaattoo SSiicciilliiaa

Momentodellaassemblea.

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2222 DICEMBRE 2009 N° 142

Missioni Salesiane

HHaarraammbbééee 22000099

Erano circa le 6.00 di sabato mattinaquando il numeroso e variegato gruppo del-l’Ispettoria Siciliana, guidato da don Domeni-co Luvarà, delegato del VIS Sicilia, si è ritro-vato all’aeroporto di Catania per volare all’-Harambée 2009, incontro nazionale sull’Ani-mazione Missionaria che ogni anno si tiene aTorino. Se la città ci ha accolto con qualchegoccia di pioggia, assai diversa e più caloro-sa, è stata l’accoglienza riservataci al Colledon Bosco, luogo di svolgimento della primaparte dell’incontro, dove ci aspettavano, tragli altri, Don Franco Fontana, delegato nazio-nale VIS, e Nico Lotta, vice presidente nazio-nale, nonché nostro conterraneo.

Dopo una breve visita al museo missio-nario, ci siamo uniti agli altri giovani, circa350 in tutto, appartenenti ad ispettorie italia-

ne ed europee, per partecipare ai giochi astand appresi in terra di missione. Ma è sta-to solo poco dopo, in teatro, con il susseguir-si delle testimonianze dell’esperienze estivedi ciascun ispettoria, introdotte da don VaclavKlement, Consigliere Generale per le Missio-ni, e con il confronto in piccoli gruppi che sia-mo entrati nel vivo dell’incontro, riempiendodi significato quella parola, Harambée che inSwahili significa proprio incontro, raduno.

Riunirci in gruppi piccoli ma eterogenei ciha dato la possibilità di conoscere il vissutodi ciascun partecipante: volontari reduci daun’esperienza estiva in terra di missione, gio-vanissimi che avevano da poco intrapreso ilpercorso di animazione missionaria e sale-siani ed FMA che avrebbero ricevuto il giornosuccessivo il mandato missionario. Il con-fronto tra elementi tanto diversi ma così vici-

ni nell’obiettivo da raggiungere è stato arric-chente e proficuo.

La giornata, già tanto intensa, si è con-clusa con una recita itinerante del rosario al-la luce delle fiaccole, e così il cortile che ave-va ospitato giochi e canti, si è trasformato inuna luogo di raccoglimento. La nostra fiacco-lata che con la preghiera si è soffermata suciascun continente ha poi raggiunto altre tap-pe, tra cui la casetta di Giovannino Bosco,per poi concludersi all’interno del Tempio do-ve abbiamo ascoltato la buona notte dellaConsigliera Generale per le missioni, suorAlaide Deretti.

Il giorno successivo, domenica 27, ècambiato lo scenario, ci siamo infatti trasferi-ti a Valdocco, ma non l’ambiente familiare,caratteristica dei luoghi salesiani, resa ancorpiù tangibile dalla presenza del nono succes-sore di Don Bosco, Don Pasqual Chavez. IlRettor Maggiore, riprendendo il tema dell’in-contro, “Veramente non c’è niente di meglioche annunziare Gesù”, nel suo intervento siè soffermato sull’importanza dell’evangeliz-zazione come cuore di ciascun esperienzamissionaria e sulla “necessità di essere pri-ma buoni discepoli per poter essere aposto-li”. Alle parole di don Pasqual Chavez è se-guita come testimonianza della concretezzadel suo dire e dell’impegno della famiglia sa-lesiana nel mondo, la presentazione dei mis-sionari in partenza: 33 salesiani, 7 figlie diMaria Ausiliatrice e 13 laici.

Questa intensa due giorni è culminata inuna toccante celebrazione, tenutasi nella Ba-silica di Maria Ausiliatrice, durante la quale ilRettor Maggiore ha consegnato il mandatomissionario ai componenti della 140 spedi-zione proprio come fece Don Bosco nel lon-tano 1875 con i primi missionari diretti in Pa-tagonia, ripetendo “in questo modo noi diamoprincipio ad una grand’opera, non perché siabbiano pretensioni o si creda di convertirel’universo intero in pochi giorni, no, ma chi sache non sia questa partenza e questo pococome un seme da cui abbia a sorgere unagrande pianta?” Memorie Biografiche(vol.XI,p.381ss). Di questa pianta, immagina-ta da Don Bosco, facciamo parte oggi tuttinoi, giovani impegnati nella dimensione mis-sionaria della Salesianità.

Dony Sapienza

Gruppo delVIS SIciliaall’Harem-bée diTorino2009.

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2233DICEMBRE 2009 N° 142

Animazione Vocazionale

IInn aarrrriivvoo iill ““PPrrooggeettttoo dd’’aanniimmaazziioonneevvooccaazziioonnaallee iissppeettttoorriiaallee””

Dopo qualche anno di “gestazione” avre-mo tra le mani il “Progetto d’animazione vo-cazionale ispettoriale” approvato dagli Ispet-tori d’Italia nel settembre 2009.

Il progetto sarà il frutto del lavoro appas-sionato degli animatori vocazionali d’Italiache in questi anni ne hanno maturato la con-vinzione. La condivisione, il confronto e il co-mune arricchimento a partire dai camminiispettoriali hanno fatto sì che gli animatori vo-cazionali giungessero a tracciare un itinera-rio di animazione vocazionale per l’Italia Sa-lesiana.

Esso si prefigge alcuni obiettivi fonda-mentali:

– dare alcune risposte sui percorsi di ani-mazione vocazionale nel tentativo di de-lineare un cammino di comunione perl’Italia Salesiana senza dimenticare latradizione delle singole Ispettorie;– offrire un criterio di qualità della Pasto-rale Giovanile aiutando a riscoprire ai sa-lesiani il loro compito e la loro responsa-bilità di chiamanti; – fornire strumenti per cammini solidi esistematici a livello ispettoriale e localefrutto di una accurata riflessione.– obbedire ai dettami del Capitolo Gene-rale 26 sulla “necessità di convocare”,contribuendo così ad una iniziale crea-zione di una cultura vocazionale.

L’elaborazione del progetto prende avviodalla lettera di don Antonio Doménech sulla“qualità della nostra pastorale giovanile e vo-cazionale” del 2006. Nel Dicembre 2007 a Pi-nerolo vi fu la prima condivisione degli ani-matori vocazionali che ne stabilirono chi fos-sero i destinatari, gli obiettivi, i contenuti, lemodalità e i nomi dei gruppi d’animazione vo-cazionale ispettoriale. Segue, nel febbraio2008, il primo tentativo di sintesi sull’identitàdella Comunità Proposta (CP) e Gruppi Ri-cerca (GR) scelta\discernimento. Nel mesedi Giugno 2008 gli animatori vocazionali sisono soffermati molto sul concetto di aspi-rantato che emerge dalla lettera di don Do-ménech ed hanno riletto, dentro questa nuo-va luce, le singole realtà ispettoriali. Nel No-vembre 2008, dopo la condivisione dell’espe-

rienza delle singole Ispettorie, e analizzandola realtà evolutiva dei ragazzi, partendo dalpre-noviziato\CP, sono discesi a tutte l’etàprovando a delineare destinatari, obiettivi,contenuti, modalità e nomi condivisi per ado-lescenti e preadolescenti. Un’ultima rivisita-zione delle tabelle per fasce d’età è statacompiuta nel febbraio 2009 e dopo aver ela-borato il progetto, nel mese di maggio, vienecondiviso con i delegati di pastorale giovani-le. A settembre il progetto viene presentato,discusso ed approvato da parte degli Ispetto-ri d’Italia.

Il progetto si presenta con questa strut-tura:

– l’aspirantato fra tradizione e contestoattuale italiano– una nuova definizione: l’itinerario– gli strumenti del percorso: il gruppo e lacomunità– la comunità proposta: forme, destinata-ri, obiettivi formativi, contenuti, modalità,strumenti– il gruppo ricerca nelle fasi finale dellascelta e discernimento: forme, destinata-ri, obiettivi formativi, contenuti, modalità,strumenti– i gruppi dell’animazione vocazionale:forme, destinatari, obiettivi formativi, con-tenuti, modalità, strumenti.

Esso sarà presentato ufficialmente du-rante il Seminario sull’accompagnamentospirituale a servizio del discernimento voca-zionale che si terrà a Genzano di Roma dal 9al 12 marzo 2010: “Accompagnare dentro unitinerario”. L’obiettivo di questo seminario èquello di condividere ed interiorizzare insie-me il frutto di questo cammino per poi passa-re dal progetto ad una metodologia di accom-pagnamento che traduca in prassi quanto in-dicato nell’itinerario.

Auspico una partecipazione numerosa alseminario da parte dei confratelli siciliani peracquisire maggiori competenze nell’accom-pagnamento spirituale dei nostri giovani.

Don Domenico Luvarà

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2244 DICEMBRE 2009 N° 142

Animazione Vocazionale

IIttiinneerraarrii VVOOCC

Anche quest’anno l’Animazione Vocazio-nale (AV) della nostra Ispettoria offre alcuniitinerari di formazione cristiana e di discerni-mento vocazionale. Tutti i nuovi week endvocazionali hanno il nome di GRUPPI RI-CERCA (GR) seguiti poi da una specificazio-ne per ogni fascia di età.

Il “GR Ado” che coinvolge sia i ragazziche le ragazze di scuola superiore ha cometema generale “La vocazione all’incontro conCristo”. Si prefigge, inoltre, di affrontare alcu-ni contenuti specifici: il senso della ricerca edel cammino, la conoscenza di sé, la Signo-ria di Gesù, l’appartenenza alla Chiesa,l’apertura agli altri: servizio e fraternità, la vi-ta sacramentale (Eucaristia e Riconciliazio-ne).

L’itinerario “Un anno per il tuo futuro”coinvolge i giovani di entrambi i sessi che sipresentano con l’intenzione di fare discerni-mento. È un’esperienza di accompagnamen-to vocazionale che mira al confronto con tut-ti gli stati di vita presenti nella Famiglia Sale-siana. Il percorso prevede mo-menti d’incontro con la Paroladi Dio, preghiera, silenzio,confronto personale e di grup-po, fraternità. A conclusionedel percorso ci sarà anche lapossibilità di vivere un’espe-rienza di servizio a stretto con-tatto con una realtà salesianadi frontiera.

Il “GR Scelta” è per i gio-vani solo di sesso maschile in-

tenzionati ad un confronto più diretto e strin-gente con la specifica vocazione alla vitaconsacrata salesiana. Ordinariamente la pro-posta “GR Scelta” è fatta a coloro che hannovissuto la tappa precedente o che ne hannomaturato gli obiettivi. L’itinerario si presentacome una riflessione ed un approfondimentodei seguenti contenuti: lo stile di vita di Gesù,i consigli evangelici, la vita di preghiera(Unione con Dio), la vita fraterna in comuni-tà, l’apostolato con i giovani, la vita consacra-ta. Per i destinatari di questo itinerario è pre-visto nel periodo estivo un campo vocaziona-le.

Questi itinerari sono tutti pensati comeun’esperienza forte da vivere all’insegna del-l’ascolto della Parola di Dio, della condivisio-ne e dell’amicizia per aiutare ogni adolescen-te e ogni giovane a pronunciare con la lorovita un grande sì a Dio. Un sì personale, cer-to, ma non isolato: perché ciascuno di noi èchiamato – come afferma Benedetto XVI – ainserirsi nella meravigliosa sinfonia che

Dio stessoha compo-sto nelmomentoin cui hadato vita almondo eall’umani-tà, e checulminacon la ve-nuta di Ge-sù, il Dio-per sem-pre-connoi!

Ad og-gi c’è una buona risposta a questo tipo di iti-nerari e mi auguro che tutti e ciascun parte-cipante possano vivere un’esperienza tuttaspeciale dove i protagonisti sono proprio loroe… il Signore!

Il mio augurio è che gli adolescenti e igiovani possano ascoltare e vivere ciò cheDio vuole dire loro attraverso la sua Parola,per fare della loro vita un “sì”, un canto dilibertà e un dono d’amore per tutti!

Don Domenico Luvarà

Page 27: Notiziario_dicembre_2009

2255DICEMBRE 2009 N° 142

PPiiaannoo ooppeerraattiivvoo aannnnuuaallee ddiiPPaassttoorraallee FFaammiilliiaarree ((22000099--22001100))

Allegato esplicativo 1

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Page 28: Notiziario_dicembre_2009

2266 DICEMBRE 2009 N° 142

Carissimo Don Gianni eCarissimi Capitolari,oggi, durante l’incontro dei Consigli loca-

li dei centri di Caltanissetta, Catania e Messi-na, abbiamo pregato particolarmente perl’inizio di questo evento di famiglia. Proprio acausa del suddetto incontro sono impossibili-tato a rivolgervi il saluto di persona, non po-tendo lasciare – da Coordinatore – più di 100consiglieri riuniti su importanti temi come laformazione permanente e quella degli Aspi-ranti. Nondimeno mi sento vicino, spiritual-mente e con la presente, che non vuole es-sere il classico saluto ma un ringraziamentoa Dio per il dono di Don Bosco, della sua Fa-miglia spirituale, dei Salesiani di Don Bosco.Ho pensato molto a cosa scrivere e alla fine,pregando, ho ritenuto di non fare un discorsod’occasione, e umilmente vi offro una pre-ghiera composta per il Capitolo Ispettoriale.Non voglio così evitare il saluto, ma far sì chele mie povere parole possano rinnovarsi nel-la attraverso l’azione dello Spirito Santo:

Apri il nostro cuore, o Signore, che ci haichiamati a essere parte attiva del CapitoloIspettoriale 2009-2010.

Possiamo imparare ad amare in questigiorni e nei prossimi non solo le nostre ideema pure quelle di ciascuno dei partecipanti e,ancor prima, ad amare i fratelli presenti, an-che quando non la pensiamo allo stesso mo-do.

Infondi in noi il tuo Spirito, o Padre, per-ché i nostri cuori diventino un cuore solo inTe, lavorando e progettando per il bene dellaCongregazione e dei Giovani.

Accarezza ciascuno di noi perché pos-siamo sentirci voluti bene anche nei momen-ti più duri, e trovare nell’amore che viene daTe le ragioni per riflettere, programmare, de-cidere, votare, scrivere, sintetizzare, verifica-re.

Fa’ che vediamo in Gesù il maestro, il fra-tello, l’amico che guida queste giornate, rico-noscendo attraverso Lui l’impegno di quantihanno organizzato il Capitolo, lo animeran-no, lo guideranno.

Sulla via della fede e dell’amore, in pun-

ta di piedi, ma con fermezza e coerenza, do-na luce ai nostri interventi, sapienza nellescelte, coraggio nel ricercare la verità, anchese scomoda e controcorrente.

Ti chiediamo per intercessione di MariaAusiliatrice la capacità di ascoltare nel pro-fondo le esigenze della nostra terra, il gridodei giovani, le necessità della Congregazio-ne, i bisogni reali della Famiglia Salesiana.

Dacci la forza della testimonianza e, co-me Don Bosco e i nostri Santi, rendici stru-menti del tuo progetto d’amore, strumenti do-cili e fedeli, accordati all’unisono per chi at-tende qualcuno che annunzi nel quotidiano,con la vita, il Vangelo della gioia senza fine.Amen.

Grazie per la possibilità datami e perquanto fate e farete per i Salesiani Coopera-tori.

Un abbraccio.

Marco Pappalardo edi Cooperatori di Sicilia

ASC - Associazione Salesiani Cooperatori

SSaalluuttoo ddeeii SSaalleessiiaannii CCooooppeerraattoorrii iinn ooccccaassiioonneeddeellll’’aappeerrttuurraa ddeell CCaappiittoollii IIssppeettttrriiaallee SSDDBB

Zafferana Etnea, 25 ottobre 2009

Come tutte le attività, anche quella dellaformazione per gli aspiranti salesiani coope-ratori, inizia anche per quest’anno. Il 14 no-vembre ci siamo dati appuntamento nellachiesa della collegiata del SS.Crocifisso, peril 1° incontro di formazione. Per l’occasioneabbiamo avuto la presenza del coordinatoreispettoriale Marco Pappalardo e del delegatoprovinciale. L’incontro è iniziato con la pre-sentazione di ognuno di noi, visto che perMarco era la prima volta che ci incontrava,specialmente il mio gruppo della chiesa delCrocifisso. Colgo l’occasione per esprimere ilmio piacere per avere iniziato la serie degliincontri al Crocifisso.

È anche un modo per condividere, con glialtri fratelli salesiani, il luogo dove noi esple-tiamo il nostro servizio. Dopo le presentazio-ni, Marco ci ha chiesto i nostri pareri, per co-me era andato l’anno passato di formazione.Qualcuno di noi ha espresso la sua difficoltàa sentirsi parte integrante del gruppo, maMarco ci ha rassicurati dicendo che è norma-

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2277DICEMBRE 2009 N° 142

AAmmiiccii ddii DDoonn BBoossccoo

Primo incontro di formazioneCatania-S. Filippo Neri Vecchio, 19 ottobre 2009

le che all’inizio si ha questa sensazione di non appartenenza, ma è importante che si è assi-dui e si seguano con dedizioni tutti gli appuntamenti riservati agli ASC durante l’anno. È piu’im-portante avvolte tralasciare gli allenamenti, piuttosto che la formazione.

Marco ha quindi illustrato come dovrebbero essere fatti i passi che conducono alla “pro-messa” e quali strumenti occorrono. Praticamente tutti ci siamo resi conti che molti elementi ri-chiesti, come il servizio verso i giovani, è parte integrante della nostra vita quotidiana. L’incon-tro poi è proseguito e alla fine ci siamo dati appuntamento a Catania per andare a vedere ilRettor Maggiore.

Massimo

Il gruppo amici di Don bosco è nato dal-l’esigenza di un cammino di formazione co-mune tra adulti e giovani dell’oratorio.

Il diciannove di ottobre 2009 alle ore16,30 don Edoardo Cutuli ha tenuto il primoincontro di formazione, erano presenti: il con-siglio dell’oratorio, i componenti servizio civi-le e giovani assidui nel frequentare l’oratorioresponsabili di varie attività svolte in esso.

Con la lettura del sogno dei nove anni diDon Bosco, Don Edoardo ha introdotto comesia nata e sviluppata l’identità salesiana. Indon Bosco è la determinata certezza dellarealizzazione di un disegno divino e la data laperseveranza pur incontrando innumerevoliostacoli. Don Edoardo ci invita a fare semprepiù propria l’identità salesianauniti in spirito di famiglia.

Con cenni storici ha delinea-to l’estensione dei tre rami princi-pali della famiglia salesiana:S.D.B. - F.M.A. - S.C. in Italiasoffermandosi sulla nascita delprimo oratorio in Sicilia, il 18/10del 1879 il giovane Gudazziovenne accolto in Sicilia a Ran-dazzo con qualche perplessitàdate dalla giovane età, ma aven-do attinto per osmosi spiritualitàsalesiana in poco tempo ebberomodo di farsi apprezzare. L’im-portanza di una formazione ma-tura e la serietà con cui vannoprese le proprie responsabilità,in quanto diversi tra noi hannointrapreso il camino di salesianocooperatore sono stati argomen-ti sentiti.

Alla luce di quanto ci propone la strenna2009/2010 siamo stati invitati a riscoprire noistessi come cristiani con nuova identità così’da poter agire come discepoli ed apostoli diGesù ed impegnarci nell’evangelizzazionedei giovani nello stile di Don Bosco tenendoin considerazione il contesto in cui si opera.Uniti nell’aiuto vicendevole ci proponiamo dicurare in modo particolare: l’accoglienza, pri-mo passo per mettere i giovani e gli adulti aproprio agio, la famiglia, primo nucleo educa-tivo dei giovani – i giovani fidanzati perchépossano prepararsi con serietà alla scelta divivere uniti nel sacro vincolo del matrimonio.

L’incontro si è concluso alle ore18,30.

Istituto“S. FilippoNeri” divia TeatroGreco,Catania.(Foto dalsatellite).

Page 30: Notiziario_dicembre_2009

2288 DICEMBRE 2009 N° 142

ADMA - Associazione Di Maria Ausiliatrice

Dal 9 all’11 di ottobre l’Animatore spiri-tuale don Pier Luigi è stato in Sicilia su invitodel Consiglio Regionale dell’ADMA presiedu-to dalla Sig.ra Luigina Ciaramella e animatoda Sr. Carmela Cappello FMA e da don Edo-ardo Cutuli SDB. Sono stati giorni di graziaspeciale e di fraterna comunione con tantepersone e gruppi nel segno di Maria e di “sor-prese” nel vedere come Maria Ausiliatrice so-stiene e accompagna la sua Associazione.La sera del venerdì 9 il primo incontro si èsvolto a Barcellona Pozzo di Gotto con varimembri dei gruppi della Famiglia Salesiana.È stato presentato il tema “Maria Ausiliatrice,Madre della Famiglia Salesiana”: una mater-nità che ci appassiona al “Da mihi animas ce-tera tolle”, ci impegna nella spiritualità di co-munione e ci stimola a fare nostri i suoi atteg-giamenti evangelici. Imitare Maria vuol direcoltivare nella propria famiglia e in oratorioun ambiente cristiano di accoglienza e soli-darietà, vivendo la spiritualità con atteggia-menti evangelici mariani: l’obbedienza allavolontà di Dio; il ringraziamento a Dio per le

meraviglie che compie ogni giorno nella no-stra vita; la fedeltà a Lui soprattutto nei mo-menti di difficoltà e di prova. In tale circostan-za si è vista anche la possibilità e l’opportu-nità di avviare un gruppo locale dell’ADMA.Nella mattinata di sabato 10 dopo una brevema significativa visita ai luoghi santificati dal-la Beata Maddalena Morano ad Alì Terme, unmomento forte della giornata è stato l’incon-tro con l’ADMA diocesana di Adrano (Cata-nia). Si tratta di un gruppo molto singolare:infatti ad Adrano si trova l’unico santuario diMaria Ausiliatrice della Sicilia. Il gruppo ècomposto da oltre 120 soci ed animato congrande passione apostolica dal sacerdote

CCoonnssiigglliioo RReeggiioonnaallee AADDMMAA--SSiicciilliiaa

diocesano Padre Salvatore Stimoli, attraver-so un intenso cammino di catechesi, di pre-ghiera eucaristica e mariana. Il santuario diMaria Ausiliatrice è luogo di forte richiamoper la preghiera personale, la direzione spiri-tuale la celebrazione del sacramento dellaRiconciliazione.

Nella serata c’è stato l’incontro con igruppi ADMA di Calatabiano e di Taormina. ACalatabiano il gruppo vede anche la parteci-pazione e l’animazione del parroco diocesa-no don Sebastiano Leotta, mentre quello diTaormina ha un valido animatore nel Sig.Giuseppe Auteri. La giornata di domenica 11ottobre si è svolta presso la Parrocchia deiSanti Pietro e Paolo a Messina. Anche qui unluogo singolare segnato dalla presenza delleFiglie Maria Ausiliatrice che vi operarono ne-gli anni successivi al terremoto del 1908 edove da alcuni anni è presente un gruppodell’ADMA sotto la guida del Parroco donFranco Arena. La sorpresa è stato l’incontrocon oltre 20 giovani dell’ADMA giovanile ani-mati dal Sig. Nicola, ulteriore segno di spe-ranza e di rinnovamento dell’Associazione.Nell’incontro annuale dei Consigli locali del-l’ADMA della Sicilia don Pier Luigi ha svolto iltema “Maria madre e aiuto dei sacerdoti” eha offerto alcuni orientamenti e linnee opera-tive dell’Associazione. A fine mattinata haavuto luogo la solenne concelebrazione contutta la comunità parrocchiale. Nel pomerig-gio l’incontro si è concluso presso il Santua-rio di Montalto che domina tutta la città e lostretto di Messina: un forte momento di affi-damento a Maria e di fraterna comunionespirituale. Il vedere Gruppi diocesani dell’AD-MA vivi e ben animati da sacerdoti diocesani,l’incontro con il gruppo giovanile dell’ADMAnella parrocchia diocesana di SS. Pietro ePaolo a Messina, la visita al santuario di Ma-ria Ausiliatrice di Adrano, l’impegno apostoli-co di tanti soci ed animatori spirituali sonodavvero segni di speranza e meritevole rico-noscimento all’ADMA della Sicilia. Rendiamograzie di questa vita che c’è e cresciamo nel-la comunione.

Don Pier Luigi

Foto digruppo.

Page 31: Notiziario_dicembre_2009

2299DICEMBRE 2009 N° 142

UUnn iinnccoonnttrroo ggiiooiioossoo ccoonn iill RReettttoorr MMaaggggiioorreeee llaa FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa

Zafferana Etnea, 28 novembre 2009

Erano presenti 180 membri dei 12 gruppidei Consigli Regionali della Famiglia Salesia-na di Sicilia e i 12 Coordinatori delle Consul-te Cittadine. Così si è rivolto ai partecipantiall’incontro:

“Il fatto che siamo i consigli dei diversi ra-mi della Famiglia Salesiana ha un significatotutto suo. Sono molto lieto. Stiamo celebran-do 150 anni della nostra famiglia…

… Oggi siamo 27 gruppi, il seme è diven-tato un albero. E l’albero è diventato un bo-sco. Se noi pensiamo che raggiungiamo co-me FS 15 milioni di persone ogni giorno, sa-pete cosa significa questo? Stare in 132 pae-si del mondo! … Che cosa è la FS allora?

Io la definisco con tre parole: è innanzi-tutto un movimento, è un movimento spiritua-le, è un movimento apostolico.

… È movimento, cioè vuol dire con ungrande dinamismo per cui continua a cresce-re sia nel numero dei gruppi che continuanoad essere fondati, sia nel numero degli ap-partenenti!

… E questo indica un grande dinamismoche dovrebbe essere accompagnato, carifratelli e sorelle, dall’impegno nostro di conti-nuare a crescere. Dobbiamo crescere. Edobbiamo crescere prima di tutto numerica-

mente, e questo significa prendere sul seriola cultura vocazionale.

… Siamo nel contempo un movimentospirituale, che vuol dire che noi non siamofrutto – così, come direi – del cuore e dellamente magistrale di don Bosco che era gran-de anche dal punto di vista strategico, no!

Dire che la FS è un movimento spiritualevuol dire che siamo espressione dello SpiritoSanto, che ciascuno di noi è un dono del Si-gnore, è una vocazione che riceviamo daDio, per noi al servizio degli altri.

… Allora dobbiamo prima di tutto lasciarepiù spazio allo Spirito Santo, che lui ci facciauomini e donne spirituali, che sia lo SpiritoSanto a guidarci lungo la storia, per poter di-scernere cosa Dio vuole da noi.

… Siamo un movimento spirituale apo-stolico: è questo uno degli elementi più trat-teggianti, più caratteristici di noi, siamo ungruppo di apostoli. Io vi inviterei con questo aprendere sul serio cosa significa alla lucedella nuova strenna l’essere apostolo, per-ché facciamo tanto del bene, facciamo un la-voro in aree molto abbandonate in cui sem-bra che l’unico segno e pegno di speranzasiamo noi…

ZafferanaEtnea“Emmaus”,salacongressi.

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3300 DICEMBRE 2009 N° 142

Apri la tua mano e sazi il desiderio di ognivivente (Salmo 145)

Riesi, 10 ottobre 2009

Il Signore continua ad operare, chiamanuovi operai alla sua messe. Ed oggi il nostropiccolo Paese vive un dono grandioso: l’ordi-nazione presbiterale di don Vincenzo Sciac-chitano, Salesiano di don Bosco. Tutto il pae-se è in fermento, un’ordinazione presbiteralenon è cosa alla quale si assiste tutti i giorni.La numerosa schiera di resini è stata rinfolti-ta dai giovani ed amici provenienti da tutte leparti della Sicilia in cui don Vincenzo ha svol-to il suo apostolato (in totale eravamo nonmeno di 1200 persone). Presenti le autoritàcivili e militari di Riesi e di Marianopoli (pae-se del Nisseno che ha dato le origini allamamma di don Vincenzo), con i relativi sin-daci. Molti sono attirati dalla curiosità, ma so-prattutto c’è chi vive questo momento di gra-zia per la Chiesa e per la Congregazione sa-lesiana con fede ardente. Alle 18:00 in puntodal portone della comunità salesiana di Riesiinizia la processione dei sacerdoti (erano in70), diaconi, ministri e di S.E.Rev.ma Mons.Calogero La Piana, Arcivescovo metropolitadi Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela edArchimandrita del SS. Salvatore, intonando il“Veni Creator” e la Salve Regina. La solennecelebrazione eucaristica è stata video proiet-tata nell’arena impero adiacente alla BasilicaSantuario Maria S.S. della Catena per la

grande moltitudine di gente. Il silenzio deipresenti e i loro volti contemplativi hannocontribuito a rendere ancor più catartico que-sto momento. Grande è la commozione ditutti nei momenti più salenti, cioè quando donVincenzo si prostra a terra durante le litaniedei santi e nel momento in cui i familiari ba-ciano le mani del neopresbitero. Il servizio li-turgico impeccabile, curato dagli studenti edai chierici del San Tommaso di Messina, ela solennità dei canti della corale San Pro-spero di Marianopoli ha allietato la lunga ce-rimonia.

Al termine della celebrazione eucaristica,prima di ricevere la benedizione del Signore,don Vincenzo ringrazia con queste parole:«Non voglio mettere alla prova la vostra pa-zienza carissimi amici, ma lasciatemi espri-mere brevemente il mio grazie, quello veroche sgorga dal cuore.

Ti rendo grazie o Dio Padre che da sem-pre hai tenuto nascosto, tra le pieghe dellamia storia, il tuo misterioso disegno di amoreper me. Oggi lo hai sigillato in forza dellaconsacrazione ricevuta con il sacramentodell’Ordine. Mi hai tenuto tra le tue amorevo-li braccia di Padre ogni istante del cammino,e questa sera, mi hai fatto sentire la tua im-mensa tenerezza, confermando la mia voca-zione con le parole del tuo Figlio Gesù rivol-te a Pietro, quelle stesse parole che furono ilmotivo principale della mia partenza da casa:In verità io vi dico: non c’è nessuno che ab-

bia lasciato casa o fratel-li o madre o padre percausa mia e per causadel Vangelo, che non ri-ceva già ora, cento voltetanto e la vita eterna neltempo che verrà».

E come non possofare a meno di ricordarequell’altro versetto delVangelo cantato staseradal diacono “fissatolo loamò”, scelto all’inizio del-la mia formazione qualeslogan del noviziato benotto anni fa. Questi testistasera non sono stati

Ordinazioni presbiterali

OOrrddiinnaazziioonnee pprreessbbiitteerraallee ddii DDoonn VViinncceennzzooSScciiaacccchhiittaannoo ee DDoonn SSaallvvaattoorree RReennnnaa

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3311DICEMBRE 2009 N° 142

scelti apposta, ma sonoquelli proposti dalla li-turgia di questa domeni-ca. Sono i segni dellatua delicatezza, o Padrebuono, che affermanocome la tua Parola siaviva ed efficace e chenon c’è nessuno chepossa nascondersi da-vanti ai tuoi occhi, matutto è nudo e scopertoperché tu mi conosci dasempre.

A seguire una gran-de festa: balli, musica, eun gran buffet di pizze,arancine, panini e dolciper ringraziare tutti ipartecipanti.

La cerimonia dell’or-dinazione è stata preparata da due momentidi preghiera: adorazione eucaristica e vegliadi preghiera vocazionale, curata da don An-tonello Bonasera, direttore dell’Oratorio Sa-lesiano don Bosco di Riesi, e dai giovani ani-matori. Sempre da quest’ultimi è stata la cu-ra dei canti della prima messa di don Vincen-zo, celebrata presso la sua Parrocchia di ori-gine dedicata a San Giovanni Bosco. DonVincenzo è stato accolto dai parrocchiani conun caloroso applauso e grande festa.

Concludo con le ultime parole del ringra-ziamento di don Vincenzo in Basilica: « Ca-rissimi amici, il Signore in questi lunghi anni,ha preparato un regalo che oggi finalmenteha consegnato alla sua Chiesa. Sarà compi-

to vostro, che siete membra della Chiesa diCristo, quello di scartare questo regalo e gioi-re di un così grande dono, bello e gratuito: ilsacerdote. Il Signore ve lo consegna, sarà af-fidato alle vostre cure, alla sua ed alla vostraresponsabilità perché possa mantenersi unbel regalo. Seppiatene farne un buon uso,trattatelo bene, ricorrete a lui, sempre, in ognimomento come un malato corre dal medicoperché conosce la gravità della sua malattia.Il Signore ve lo affida perché siete stati voi achiederlo, avete pregato perché mandi nuovisacerdoti nella sua Chiesa in favore del suopopolo».

Giuseppe Toscano

MomentidellaCelebra-zione.

Foto digruppocon ilVescovo,i salesianie iparenti.

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3322 DICEMBRE 2009 N° 142

Lettera del Vescovo diPiazza Armerina a

Don Vincenzo Sciacchitano

Piazza Armerina 10 Ottobre 2009

Al novello sacerdoteDon Vincenzo Sciacchitano SDB

Chiesa Madre RIESI

Carissimo don Vincenzo,mi associo alla Congregazione dei Sale-

siani di don Bosco , alla Comunità Ecclesia-le di Riesi e alla Tua famiglia nel rendere gra-zie al Padre di ogni dono per la Tua ordina-zione presbiterale per le mani di S. E.Rev.ma Mons. Calogero La Piana Arcivesco-

vo-Metropolita diMessina-Lipari-Santa Lucia delMela, illustreconcittadino diRiesi, a cui por-go il mio fraternosaluto e il miosentito ringrazia-mento.

La Tua ordi-nazione è ungrande dono an-che per la nostraChiesa pellegri-na in Piazza Ar-merina che Ti è

vicina con la preghiera, perché possa porta-re a compimento la missione che il Signoreoggi Ti affida nella fedeltà al carisma di sanGiovanni Bosco perché Tu possa essere l’evangelizzatore dei poveri e l’amico dei ra-gazzi e dei giovani.

In questo anno sacerdotale Ti auguroche sull’esempio del Santo Curato d’Arspossa essere nel mondo di oggi messaggerodi speranza e di riconciliazione .

Affido il Tuo ministero presbiterale a Ma-ria Ausiliatrice venerata a Riesi come Madon-na della Catena e prego perché il Tuo Sacer-dozio, offerto quotidianamente a Dio permezzo del “fiat” di Maria, diventi un autenticocammino di santità e perché la tua esistenzasacerdotale sia tutta gioiosamente consacra-ta alla gloria di Dio e alla salvezza delle ani-me.

Mons. Michele Pennisi

Ordinazione presbiterale diDon Salvatore Renna

Messina, 10 ottobre 2009

Ti rendo grazie Signore con tutto il cuore,hai ascoltato le parole della mia bocca a Tevoglio cantare e rendere grazie al tuo nomeper la tua fedeltà e la tua misericordia.

Hai reso la tua promessa più grande diogni altra fama; il Signore completerà per mel’opera sua, la tua bontà dura per semprenon abbandonare l’opera delle tue mani. (cfrSalmo 137)

Ogni vocazione nasce dall’incontro e unincontro prevede uno sguardo.

Dio ha fissato il mio sguardo ed io non hopotuto ignorarLo, uno sguardo che ha fattonascere in me il desiderio di conoscere unAmore più grande di ogni altro amore, mi so-no sentito protetto, sicuro, ho percepito unasicurezza che ogni giorno è divenuta semprepiù forte; alla fine compresi che altro non erache la fedeltà da parte di Dio.

La chiamata alla vita religiosa e al mini-stero sacerdotale è un dono che Dio ha com-piuto nella mia vita, è dono per la Congrega-zione Salesiana e per la Chiesa intera, non èun semplice atto di arrivismo e di soddisfa-zione personale, è un mettersi al servizio ditutti, per tutti e con tutti, in una continua ab-negazione di se stessi, fino alla messa in cro-ce e risurrezione in Cristo, nella consapevo-lezza che il Signore ci ricorda sempre che“Quando avrete fatto tutto quello che vi è sta-to ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamofatto quanto dovevamo fare" (Lc 17, 10).

Mons.M. Pennisi,Vescovo diPiazzaArmerina.

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3333DICEMBRE 2009 N° 142

Coraggio giovani non siate titubanti nel rispondere all’invito del Signore, sappiate che daun nostro rifiuto potrebbe derivare la salvezza o meno di un anima, e Dio non voglia che peruna nostra “pigra disattenzione” rischiamo di lasciare alla dannazione un’anima tanto cara alSignore.

Per questo preghiamo di continuo per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della suachiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l'opera del-la vostra fede; perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi e voi in lui, secon-do la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo. (2Ts 1, 11-12).

In Cristo e in Don Bosco

Salvo Francesco Renna

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Catania-Barriera, 20 dicembre 2009

Don A.Falzone eDon G.Buccellato.

Foto digruppo con ilVescovo, isalesiani e iparenti.

Page 36: Notiziario_dicembre_2009

3344 DICEMBRE 2009 N° 142

Alla stessa ora in cui a Tori-no, il 18 dicembre 1859, inun’umile stanza, 17 giovani,chierici e laici, decisero di eri-gersi in Società attorno a DonBosco “iniziatore, promotore eprimo superiore maggiore”, an-che i Salesiani di Catania – riu-nitisi in preghiera a Cibali, aBarriera e a La Salette, in co-munione con il Rettor Maggio-re, don Pascual Chavez, l’at-tuale successore di Don Boscoconcelebrante con centinaia diconfratelli, sacerdoti e coadiu-tori, nella basilica-santuarioMaria Ausiliatrice, e con tutti i Salesiani delmondo – a 150 anni dall’inizio della Congre-gazione, dopo aver ricordato il momento del-la nascita del loro Istituto di vita consacrataed ascoltato con commozione la lettura delverbale del momento storico, redatto da donVittorio Alasonatti, hanno rinnovato la profes-sione e la promessa di fedeltà alla chiamatadel Signore nella vita religiosa, a servizio deigiovani, con la formula: “Dio Padre…io, inpiena libertà, mi offro totalmente a te, impe-gnandomi a donare tutte le mie forze a quel-li a cui mi hai mandato, specialmente più po-veri, a vivere nella Società Salesiana in fra-terna comunione di spirito e di azione…allapresenza dei miei fratelli, rinnovo il voto di vi-vere obbediente, povero e casto secondo lavia evangelica tracciata nelle Costituzioni sa-lesiane. La tua grazia, Padre, l’intercessionedi Maria SS. Ausiliatrice, di san Giuseppe, disan Francesco di Sales, di san Giovanni Bo-

115500°° aannnniivveerrssaarriioo ddeellllaa nnaasscciittaa ddeellllaa CCoonnggrreeggaazziioonnee SSaalleessiiaannaa

sco e i miei fratelli salesiani mi assistano ognigiorno e mi aiutino ad essere fedele. Amen”.

Al significativo rito di ringraziamento svol-tosi come Liturgia della Parola di Dio, inizia-to con l’inno oratoriano “Giù dai colli” e con-cluso con il canto “Padre, maestro ed amico”,hanno partecipato molti componenti ed ami-ci, soprattutto giovani, della Famiglia Sale-

siana, nella memoria ricono-scente verso i tanti salesianiche, a Catania, hanno educato,con lo spirito apostolico e il ca-risma del santo Fondatore, mi-gliaia di giovani ad essere buo-ni cristiani ed onesti cittadini.L’ispettore don Gianni Mazzaliha condiviso questo momentosolenne, a Messina, con l’arci-vescovo metropolita, il salesia-no mons. Calogero La Piana, econ tutti i confratelli della pro-vincia peloritana.

Antonino Blandini

Il RettorMaggiore,il Vicarioe partedel suoConsiglio,allecamerettedi DonBosco,nellastanza incui il 18dicembre1859nacque laCongrega-zionesalesiana.

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Page 37: Notiziario_dicembre_2009

3355DICEMBRE 2009 N° 142

Casa Tabor

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Carissima/o,noi salesiani della comunità di Casa Ta-

bor desideriamo renderti partecipe di unevento di grande significato per noi e per tut-ta la Famiglia salesiana. Quest’anno ricorre il150° anniversario della “nascita” della Con-gregazione salesiana (“Società di San Fran-cesco di Sales”).

Ci piace riportare dalle Memorie Biografi-che (vol. VI, p. 335) quello che potremmochiamare il nostro atto di nascita:

“Nel nome di nostro Signore Gesù Cristo.Amen.

L’anno del Signore mille ottocento cin-quantanove alli 18 di dicembre, in questoOratorio di S. Francesco di Sales nella came-ra del Sacerdote Bosco Giovanni alle ore no-ve pomeridiane si radunavano: Esso, il Sa-cerdote Alasonatti Vittorio, i chierici Savio An-gelo Diacono, Rua Michele Suddiacono, Ca-gliero Giovanni, Francesia Giov. Battista,Provera Francesco, Ghivarello Carlo, Lazze-ro Giuseppe, Bonetti Giovanni, Anfossi Gio-vanni, Marcellino Luigi, Cerruti Francesco,Durando Celestino, Pettiva Secondo, Rovet-to Antonio, Bongiovanni Cesare Giuseppe, ilgiovane Chiapale Luigi, tutti allo scopo ed inuno spirito di promuovere e conservare lospirito di vera carità che richiedesi nell’operadegli Oratorii per la gioventù abbandonata epericolante, la quale in questi calamitosi tem-pi viene in mille maniere sedotta a danno del-la società e precipitata nell’empietà ed irreli-gione.

Piacque pertanto ai medesimi Congrega-ti di erigersi in Società o Congregazione, cheavendo di mira il vicendevole aiuto per lasantificazione propria, si proponesse di pro-muovere la gloria di Dio e la salute delle ani-me, specialmente delle più bisognose d’istru-zione e di educazione; ed approvato di co-mune consenso il disegno proposto, fattabreve preghiera ed invocato il lume dello Spi-rito Santo, procedevano alla elezione deiMembri, che dovessero costituire la direzio-ne della Società per questa e per nuove Con-gregazioni, se a Dio piacerà favorirne l’incre-mento”.

Uniti spiritualmente a quel primo gruppo,«con senso di umile gratitudine crediamo chela Società di San Francesco di Sales è natanon da solo progetto umano, ma per iniziati-

va di Dio. Per contribuire alla salvezza dellagioventù, “questa porzione la più delicata e lapiù preziosa dell’umana società”, lo Spiritosanto suscitò, con l’intervento materno diMaria, San Giovanni Bosco” (Cost. SDB 1).

Per ringraziare il Signore del dono fatto anoi e alla Chiesa e per impetrare l’effusionedello Spirito da cui “attingere l’energia per lanostra fedeltà e il sostegno della nostra spe-ranza” (Cost. SDB 1), il 18 dicembre p. v. al-le ore 19.00 celebreremo la S. Messa, duran-te la quale rinnoveremo la promessa di fedel-tà alla chiamata del Signore nella vita sale-siana, a servizio dei giovani.

Ti saremo grati della tua presenza e, sequesta non fosse possibile, ti chiediamo diunirti spiritualmente, per quanto possibilenella stessa ora, alla comunità di Casa Taborradunata in preghiera.

Con i presenti, dopo la Messa, condivide-remo, in modo molto semplice, un momentodi fraternità, felici di gioire insieme e lodare ilSignore per le meraviglie che ha operato indon Bosco e continua a operare oggi.

Cogliamo l’occasione per ringraziare tuttii laici, giovani e adulti, che si sentono parteviva della famiglia di Casa Tabor e lo testimo-niano con semplicità e con generosa dedizio-ne.

Con senso di vera fraternità, i Salesianidi Casa Tabor (d. Lillo, d. Biagio, d. Mirco,Sig. Mario).

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3366 DICEMBRE 2009 N° 142

Salesiani Ragusa

115500°° aannnniivveerrssaarriioo ddeellllaa CCoonnggrreeggaazziioonnee SSaalleessiiaannaa

18 dicembre 2009

Solenne celebrazione nella Parrocchia diSanta Maria Ausiliatrice venerdì sera 18 di-cembre in occasione del 150° anno di fonda-zione della Congregazione Salesiana. Per ri-vivere l’avvenimento e ringraziare Gesù e laMadonna Ausiliatrice, nella comunità salesia-na di Ragusa, cosi come in tante altre partidel mondo, si è celebrata una S. Messa, nel-la quale i salesiani di Don Bosco hanno rin-novato la promessa di fedeltà alla chiamatadel Signore. Durante la stessa celebrazione,presieduta dal direttore della Casa Salesianadi Ragusa Don Gianni Lo Grande, cinquecoppie di coniugi hanno fatto la loro primapromessa coma salesiani cooperatori, impe-gnati nella società civile a servizio dei giova-ni. Così come volle don Bosco, affinchè il ca-risma salesiano fosse diffuso non solo attra-verso i consacrati ma anche con i laici, que-sti dieci nuovi salesiani cooperatori hanno

promesso di impegnarsi a vivere il progettoevangelico, approfondendo e testimoniandolo spirito della famiglia salesiana.

La Congregazione Salesiana ebbe inizionella cameretta di don Bosco proprio il 18 di-cembre del 1859. In quel giorno di un secoloe mezzo fa il Santo dei giovani, insieme alsacerdote Alasonatti, ad alcuni giovani echierici, fra cui Michele Rua suo primo suc-cessore, stabilì, nell’allora oratorio di S. Fran-

cesco di Sales, di erigersi in Con-gregazione. Lo scopo principaleera la promozione di uno spirito divera carità che si richiedeva spe-cialmente nell’opera degli oratoriper la gioventù abbandonata e pe-ricolante. Così Don Bosco con isuddetti congregati si propose disostenere la gloria di Dio e la salu-te delle anime, specialmente le piùbisognose d’istruzione e di educa-zione. Di conseguenza nacque laCongregazione Salesiana, la qualein breve tempo, ebbe diversi adep-ti che permisero la diffusione in tut-te le parti del mondo.

Questo era il sogno di Don Bosco, il qua-le si auspicava che l’opera da lui avviata con-tinuasse e non avesse mai fine. E così fu. In-fatti dopo 150 anni ancora assistiamo quoti-dianamente a questo “miracolo salesiano”che con la costruzione di oratori, scuole, ca-se famiglia, associazioni culturali e sportive,ha consentito di aggregare moltitudini di per-sone e formare, come diceva Don Bosco,“buoni cristiani e onesti cittadini”.

Foto digruppo.

In alto adestra, inuoviSalesianiCoopera-tori.

Page 39: Notiziario_dicembre_2009

3377DICEMBRE 2009 N° 142

Salesiani Catania

FFeessttaa aa CCaattaanniiaa ppeerr ll’’aannnniivveerrssaarriiooddeeii 115500 aannnnii ddeeii SSaalleessiiaannii

1859 - 18 dicembre - 2009

Domani anche la comunità salesiana ca-tanese celebrerà il 150° anniversario di fon-dazione della Congregazione dei salesiani diDon Bosco. Alle 17,30 a Santa Maria dellaSalette, durante la solenne concelebrazionedell’Eucaristìa, i salesiani rinnoveranno lapropria professione e potranno ottenere l’in-dulgenza plenaria. Nell’istituto salesiano "S.Cuore" di S. Gregorio, alle 18, concelebrazio-ne eucaristica in matrice presieduta dal diret-tore don Lillo Augusta. Lo stesso faranno glialtri salesiani -sacerdoti e coadiutori- operan-ti nelle storiche case di Catania, sede storicadell’Ispettoria salesiana sicula S. Paolo. Nel-la chiesa S. Giovanni Bosco dell’Istituto "S.Francesco di Sales" di Cibali, alle 19, messasolenne comunitaria e rinnovo dei voti. I sa-lesiani dell’Opera "S. Cuore" di Barriera almattino ricorderanno ai ragazzi della Forma-zione Professionale l’evento fondante del 18dicembre 1859 mentre, alle 20.15, davanti alpresepe rinnoveranno la professione, soste-nuti dalla preghiera dei parrocchiani e deglioratoriani presenti.

I benefici spirituali potranno essere otte-nuti dai consacrati della Società San France-sco di Sales che domani rinnoveranno la pro-messa di adempiere fedelmente gli impegnidella propria vocazione, solennemente o an-che privatamente per coloro che sono legitti-mamente impediti.

Tale atto da parte di tutti i consacrati nel-la Congregazione fondata da San GiovanniBosco giunge «a conclusione di un anno digrazia che coronerà il percosso spirituale inquest’anno che ha visto i salesiani riappro-priarsi delle proprie costituzioni» per percor-rere un cammino spirituale e pastorale chedovrà portare i figli di Don Bosco, e insiemea loro i vari gruppi della Famiglia Salesiana,a rendere più profondo il proprio impegno perl’educazione e l’evangelizzazione dei giova-ni, soprattutto i più poveri ed abbandonati.

A. B.Da: La Sicilia, Catania 17 dicembre 2009

In alto e asinistra:Catania-Salette,solennecelebra-zioneeucaristi-ca con iragazzidel CFP.

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3388 DICEMBRE 2009 N° 142

Ricordo dei 150 anni della nascitadella Congregazione Salesiana a

Catania-BarrieraNel corso della “Nuvena di Natali” che

l’Oratorio-Centro Giovanile di Barriera cele-bra da sei anni dinanzi al “Presepe artistico”,realizzato dai giovani oratoriani, quest’anno

abbiamo ritenutoopportuno inserirel’evento della “na-scita della Congre-gazione Salesiana”in parallelo con la“nascita di Gesù”.

Durante la “Nu-vena”, in dialetto si-ciliano, fatta di can-ti, recite, salmi epreghiera, animatadai laboratori tea-trale e musicale,con la partecipazio-ne di circa centotra ragazzi, giovani

e genitori, abbiamo vissuto una simpatica ce-lebrazione della parola, ispirata all’eventodella nascita dei Salesiani.

Dopo la riflessione, offertaci dal Direttoredon Giuseppe Troina, i Confratelli della Co-munità hanno rinnovato la propria Consa-crazione al Signore, con la Promessa deivoti religiosi, dinanzi a Gesù nel presepe;quindi il Direttore ha benedetto il busto diDon Bosco, opera del coadiutore salesianosig. Camillo Lo Nigro, collocato nel giardinodella Casa.

Don Gaetano Urso

Ricordo dei 150 anni della nascitadella Congregazione Salesiana a

Palermo

Ricordo dei 150 anni della nascitadella Congregazione Salesiana a

San Gregorio

In alto: unmomentodella“nuvena diNatali” edil busto diDon Boscorealizzatodal sig.CamilloLo Nigro.

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3399DICEMBRE 2009 N° 142

La storia delle otto case e di numerosi sacerdoti

AAnncchhee MMeessssiinnaa iinn ffeessttaa ppeerr ii ssaalleessiiaannii

Nel 1893 l’arrivo in città con la costruzione del S. Luigi a Boccetta.Negli oratori cresciute tante generazioni.

Se i salesiani non fossero stati a Messi-na già prima del terremoto e sino ai nostrigiorni, la storia della città non sarebbe statala stessa. Intere generazioni sono cresciuteall’ombra di don Bosco e dei suoi “angeli”,protagonisti come nessun altro della ricostru-zione della città. Una congregazione che do-mani, anche in città, festeggerà il 150° anni-versario dalla nascita, il 150° anniversario diuna storia che ogni giorno si colora di unapagina speciale.

Chi a Messina è cresciuto sa il valore de-gli oratori salesiani. San Luigi, Domenico Sa-vio, San Matteo, Don Bo-sco: tutti angoli in cui lacomunità dello Stretto ècresciuta nell’età e nellospirito. Da quei cortili, daquelle aule, sono passatiquasi tutti Personaggi fa-mosi (i tre vescovi mes-sinesi Vittorio Mondello,Domenico Amoroso,Francesco Sgalambro, ilcapo della squadra mo-bile Giorgio Boris Giulia-no ucciso dalla mafia, eancora politici, imprendi-tori, vertici delle forzedell’ordine) e meno fa-mosi in quei luoghi si so-no sbucciati le ginocchia,sotto gli occhi degli indi-menticabili don France-sco Giannone e don Giu-seppe Riggi.

E il 1893 quando i salesiani sbarcano aMessina dopo la promessa di don Bosco allecontinue richieste dell’arcivescovo di allora,mons. Giuseppe Guarino. Su un terreno diproprietà del barone Galletti, al rione Boccet-ta, grazie ama donazione dei coniugi: Gio-vanni Marino e Grazia Di Blasi, arrivano nel-la città dello Stretto tre salesiani che apronol’Oratorio “S. Luigi”, la scuola elementare e ilginnasio inferiore con il convitto. Nel 1908sotto le macerie del terremoto muoiono novesalesiani, quattro inservienti e 38 alunni. Do-

po il sisma la ricostruzione: il S. Luigi rinasce,prima in baracche al Boccetta – come ricor-da Nino Berenato nel suo splendido volume– e poi sulla Circonvallazione. L’8 dicembredel 1915 i salesiani entrano nel cuore di Gio-stra: nasce l’oratorio S. Leonardo a S. Mat-teo. Sedici anni dopo, è il 1931, un altro mat-tone della storia dei salesiani a Messina, ilDomenico Savio, al centro della città per ri-spondere alle richieste della popolazione edel vescovo, mons. Angelo Paino. I giovani, imeno fortunati, sono nel cuore dei salesiani.L’8 maggio del 1930 era toccato all’Istituto S.

Giovanni Bosco delle Fi-glie di Maria Ausiliatrice,quindi nel 1950 lo Stu-dentato ispettoriale diTeologia, S. Tommaso,sorto per la preparazio-ne degli studenti di filo-sofia e teologia e per lapromozione della cate-chesi. A Messina oggi cisono anche l’Istituto Ma-dre Mazzarello di Bi-sconte, l’Istituto Figlie diMaria Ausiliatrice a Valledegli Angeli e la Casa dispiritualità Colle Sarriz-zo.

L’anniversario di do-mani viene celebrato intutto il mondo per lamassiccia presenza del-la congregazione in tuttii continenti, con grandi

opere educative al servizio dei giovani, inparticolare i più poveri. Si è sempre detto chei salesiani sono una grande “potenza”, ritenu-to l’esercito più numeroso della Chiesa, construtture ed opere così imponenti che tutti sichiedono “dove pescano i soldi” (scherzosa-mente ritenuto uno dei tre segreti da chiede-re allo Spirito Santo: i due precedenti sono“cosa pensano i Gesuiti”, “quante sono leCongregazioni di suore sparse nel mondo”).

I salesiani nel mondo intero sono 16.092(alla fine del 2008) con cardinali, vescovi, sa-

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cerdoti e fratelli consacrati. Sono presenti nei cinque continenti del globo, in 129 nazioni, L’ perun totale di 7.610 opere. La famiglia salesiana consiste in 26 organizzazioni differenti: le primequattro, che sono state create già ai tempi di Don Bosco, sono “Le Figlie di Maria Ausiliatrice”(14.665), i Cooperatori Salesiani (circa 24.000), gli Ex-allievi di Don Bosco (circa 97.300), e IaAssociazione di Maria Ausiliatrice (ADMA, un numero non classificabile).

Le case si raggruppano in 93 Ispettorie: il linguaggio usato è tipicamente laicale e non ec-clesiastico, perché i tempi in cui don Bosco fondò i salesiani (1859) erano segnati da un forteanticlericalismo e dalla confisca dei beni ecclesiastici. Formalmente i salesiani si chiamano, in-fatti, “Società di S. Francesco di Sales”, il superiore è chiamato ispettore, e quello della comu-nità direttore. Di fronte allo Stato il fondatore, don Bosco, voleva che le opere e le personeavessero lo stesso statuto giuridico di tutti gli altri cittadini; un modello che a livello canonicoavrà un forte successo per le altre congregazioni e ordini religiosi. Educazione e evangelizza-zione sono al centro della missione dei salesiani. Il progetto educativo è orientato alla promo-zione integrale della persona.

Mauro CucèDa: Gazzetta del Sud, Messina 17 dicembre 2009

Da: Gazzetta del Sud, Messina 19 dicembre 2009

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4411DICEMBRE 2009 N° 142

QQuueell 1188 ddiicceemmbbrree 11885599 cchhee hhaa ccaammbbiiaattoo llaa ssttoorriiaa

Il giorno in cui fu data origine alla società di S. Francesco di Sales

L’evento del 150° dei salesiani di don Bo-sco è la celebrazione di un grande anniver-sario carico di riconoscenza sociale per chiha lasciato tutto per servire i giovani e il mon-do dell’educazione. I salesiani sono partico-larmente noti nella Chiesa e fuori per la con-notazione “pubblica” del loro impegno, per iltratto quasi “laico” e, i nello stesso tempo,fortemente attaccato al magistero della Chie-sa. Conosciuti come dei grandi “economi”, enoti per la forte disciplina al voto di povertà,conoscono - per il bene dei ragazzi - cosa si-gnifica amministrare e lavorare con grandi ri-sorse, coinvolgendo con entusiasmo quanticredono in “questa porzione la a più delicatae la più preziosa a dell’umana società” (DonBosco).

Il motto del fondatore “Da mihi animas,cetera tolle” è l’emblema di una passione do-ve tutto passa a in secondo piano, pur di aiu-tare i giovani a realizzare il loro sogno, a cheè anche il sogno di Dio: vederli felici qui e perl’eternità. In questi 150 anni i salesiani hannoformato schiere innumerevoli e infinite di gio-vani in ogni continente della terra, grazie an-che a una presenza considerevole in oltre150 nazioni. Sono stati formati ragazzi diogni estrazione, preparati adeguatamente alfuturo i giovani più poveri e pericolanti.

Ovunque si incontrano ex-allievi salesia-ni, che occupano ruoli dirigenziali e di leader-ship, fortemente attaccati al carisma di donBosco. Capi di Stato, non cristiani, non cre-denti, presenziano le attività educative sale-siane in ogni parte della terra (in particolarein Asia, in Africa, nelle Americhe), sempre ri-conoscenti per il ruolo pubblico e positivo cheesercita don Bosco coni suoi salesiani.

Lo stile tipico del salesiano - gioioso esimpatico - che dialoga con tutti, che instau-ra un rapporto immediato sulla basedell’amorevolezza e dell’affabilità, conquistaanche chi è lontano dalla fede e dalla religio-ne, attratto da un umanesimo che i figli di donBosco attingono dal fascino del volto stessodi Cristo. I salesiani in questo anniversario ri-vivono quanto accadde il 18 dicembre 1859,il giorno in cui don Bosco diede origine, nel-l’intimità della sua camera, a quella che ver-rà chiamata la società di S. Francesco di Sa-les, attuando un progetto che aveva nel cuo-

re da tanto tempo, dal 1841 - l’anno della suaordinazione - come lui stesso a più ripresescriverà. La congregazione non fu fondataper iniziare un’opera, ma per mantenerla esvilupparla; e nacque tra quei giovani cui donBosco si dedicava, e con essi (Chavez). La“Società” a cui don Bosco li invitava ad iscri-versi, era una “Congregazione”, come quelleche erano state stroncate dalla “legge Rat-tazzi” solo quattro anni prima (29 maggio1855). Dai conventi e dalle case religioseerano stati allontanati “frati” che alcuni gior-nali, con martellante spietatezza, conti-nuavano a definire “mezzi uomini”, “sfruttato-ri della moderna società”, e invitavano a “cal-pestare come pidocchi”.

Ora don Bosco, per dare un’anima al suooratorio, chiedeva a questi giovani di strin-gersi in una famiglia religiosa, con la pro-spettiva di consacrarsi a Dio con i voti di ca-stità, povertà, obbedienza. Erano tutti giova-nissimi, e si trattava di giocarsi l’intera vitainun colpo solo: sulla fiducia in don Bosco.Alcuni erano sconcertati. Più d’uno disse sot-tovoce: “Don Bosco ci vuol fare tutti frati!”.Giovanni Cagliero (21 anni), che poi divente-rà cardinale in Patagonia, di dubbi ne avevatanti; passeggiò a lungo sotto i portici agitatoda vari pensieri, ma poi finalmente volgendo-si ad un amico esclamò: “Frate o non frate,intanto è lo stesso. Son deciso, come lo fuisempre, di non staccarmi mai da Don Bo-sco!”. Nati 150 anni fa i salesiani sono al cuo-re di un vasto movimento di persone che, invari modi, operano a favore della gioventù.Don Bosco - dice Chavez, Rettor Maggiore, -non è stato un suscitatore di speranze lumi-nose ma fallaci, non è stato un distributore diparole gioiose ma evanescenti. E stato un al-bero grande e robusto. I salesiani sono il frut-to più fecondo della sua passione di vedere igiovani, specialmente poveri, raggiungere lapienezza della vita umana e cristiana.

Don Giovanni RussoDa: Gazzetta del Sud, Messina 17 dicembre 2009

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4422 DICEMBRE 2009 N° 142

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LA PRECEDENZA AGLI ULTIMI

(Seguendo la logica evangelica per la quale gli ultimi debbono essere i primi) un progettodell’Associazione Santa Chiara di Palermo che, in collaborazione con l’Istituto S. Filippo Neri econ l’omonimo Oratorio Salesiano, si dedica alla promozione dell’integrazione sociale e cultu-rale degli immigrati neltessuto sociale paler-mitano. La Sicilia rap-presenta per molti ilprimo concretizzarsi diquel sogno e di quellasperanza che li haspinti a lasciare le loroterre e le loro famiglie.Hanno bisogno di es-sere accettati da per-sone amiche che liaiutino a sentirsi a ca-sa.

L’AssociazioneSanta Chiara mette aloro disposizione unasilo per figli di mi-granti che consente al-le tante mamme allevolte rimaste sole dipoter cercare e mante-nere un lavoro, il ser-vizio di ricezione e cu-stodia postale, il bancoalimentare, farmaceu-tico e vestiario, unosportello di assistenzalegale ed uno sportellodi segretariato edorientamento sanitariocollegato con l’unitàoperativa di medicinadei migranti del Policli-nico Universitario diPalermo”.

Il concerto, organizzato da Prime Time Promotions e promosso dall’IspettoriaSalesiana Sicula in collaborazione con il Comune di Catania e con l’Ente Tea-tro Massimo Bellini, lancia un forte appello:Aiutare l’integrazione degli immigrati.

CCoonncceerrttoo ddii NNaattaallee

Partecipa con l’SMS solidale dal 15 al 26 dicembre

Associazione Santa Chiara

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4433DICEMBRE 2009 N° 142

CCoonncceerrttoo ddii NNaattaallee

Catania ospita la XVII edizione del Concerto di Nataletrasmesso da Rai Due il 24 dicembre

Nel suo viaggio at-traverso le città dellamusica era inevitabileche il tradizionale Con-certo di Natale televisivoapprodasse a Catania,cuore pulsante della cul-tura musicale siciliana,al Teatro Massimo Belli-ni che ne è un emblemae un centro propulsore.

A favorire questascelta degli organizzato-ri del Concerto hannocertamente contribuitosia la presenza salesia-na nell’anima del con-certo stesso - laddove,oltre allo spettacolo, es-so persegue finalità soli-dali con chi, nel mondo,soffre situazioni di drammatica emergenza -sia la sua presenza sul territorio siciliano enel suo tessuto educativo. Dopo due anni, in-fatti, nei quali i salesiani hanno indicato ai te-lespettatori del Concerto emergenze in terredi missione per sensibilizzarli e stimolare un

gesto di solidarietà, quest’anno si sono pro-posti di richiamare l’attenzione su un proble-ma che interessa tutto il territorio nazionaleitaliano ma è acuito in Sicilia dal fatto di es-sere terra di sbarco di immigrati: quello dellaloro accoglienza e integrazione.

II tema è in particolare sintonia con lo spi-rito del Concerto che,portando sul palcosceni-co artisti di diverse na-zionalità, culture e reli-gioni, ha sempre intesopromuovere, fin dallesue origini, l’accoglienzareciproca e la valorizza-zione delle diversità.

Non meno rilevanteè l’importanza del bino-mio Sicilia-famiglia sale-siana.

Il peso strategicodella Sicilia nello svilup-po della nazione italianae dunque il ruolo cheavrebbe potuto giocarenella propagazione diuna grande idea educa-tiva com’era quella di

La precedenza agli ultimi

L’ispettoreDon GianniMazzali eDonGiovanniD’Andrea.

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4444 DICEMBRE 2009 N° 142

[...] La tradizione musicale di questacittà è strettamente legata al suo compo-sitore, Vincenzo Bellini, tra i più celebrioperisti dell’Ottocento. Il Comune di Ca-tania ebbe un ruolo fondamentale nellacrescita di questo straordinario composi-tore: due secoli addietro, infatti, sponso-rizzò il giovane musicista, assicurandoglinel giro di pochi giorni una consistenteborsa di studio per proseguire la sua for-mazione al conservatorio di Napoli. Quel-lo fu un investimento che regalò all’interaumanità un vero e proprio genio.

Il Concerto di Natale arriva inoltre nel-l’anno in cui Catania torna a tributare alsuo “Cigno” un Festival.

Ad assistere dal vivo al concerto diNatale sarà dunque un pubblico attento emusicalmente preparato. Oltre al TeatroMassimo Vincenzo Bellini infatti Cataniaospita l’Istituto Musicale dedicato al no-stro compositore, un istituto superiore distudi musicali di livello universitario, inse-rito nel circuito europeo delle Accademiee dei Conservatori. Nonostante fosse lapatria di Vincenzo Bellini, Catania nonaveva mai avuto un Conservatorio di mu-sica. Ma oltre alla grande opportunità cheospitare il Concerto di Natale offre ai ca-tanesi e ai numerosissimi turisti che rag-giungeranno la nostra città in occasionedei giorni di festa, non va dimenticata lafinalità benefica di questo appuntamento.

Sono certo che anche questa dicias-settesima edizione del Concerto di Nata-le riuscirà a coinvolgere i catanesi e gliitaliani tutti per realizzare l’importanteprogetto umanitario che quest’anno si èdeciso di portare a termine. La Sicilia in-fatti è continua meta di sbarchi di immi-grati.

Siamo felici quindi di sostenere l’As-sociazione Santa Chiara Onlus di Paler-mo che, in collaborazione con l’OratorioSalesiano Santa Chiara, ha messo incantiere uno speciale progetto, denomi-nato “La precedenza agli ultimi” rivolto al-l’accoglienza, all’assistenza e alla promo-zione dell’integrazione. [...]

Avv. Raffaele StancanelliSindaco di Catania

Don Bosco aveva fatto si che la regione fos-se stata subito scelta dal fondatore della fa-miglia salesiana per una serie di insediamen-ti e di imprese educative la prima delle qualifu l’Istituto salesiano di Randazzo fondato nel1879.Tredici anni dopo, nel 1892 (il TeatroMassimo Bellini era stato inaugurato due an-ni prima), quando Don Rua, primo successo-re di Don Bosco, venne in visita in Sicilia, isalesiani erano già presenti, oltre che a Ran-dazzo, in altre due località: a Marsala e a Ca-tania. Da allora le attività salesiane nell’isolasono cresciute in maniera esponenziale tan-to che oggi contano una trentina di centrioperativi tra istituti, scuole, parrocchie, orato-ri, ecc. gestiti dai Salesiani di don Bosco.

II Concerto di Natale, con la sua doppianatura di spettacolo musicale e di strumentocomunicativo al servizio di una finalità bene-fica, è, ancora una volta, in perfetta sintoniasia con il metodo educativo salesiano sia conlo spirito del Natale che presenta due volti,quello della festa e quello dell’invito alla ri-flessione sul significato cristiano di un Dioche si fa uomo per salvarci salvarci.

Auguro a tutti di viverlo in piena serenità.

Don Gianni Mazzali

L’ispettoreDon GianniMazzali,l’On. OrazioD’Antoni el’ispettriceSr. AnnaRazionale.

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4455DICEMBRE 2009 N° 142

NNooeemmii mmiirraaccoolloossaammeennttee ssaallvvaaddaallll’’aalllluuvviioonnee ddii MMeessssiinnaa

La forte testimonianza di una ragazza di 26 anni

Giorno 23/10/2009 durante la riunione di formazione del MGS di Nunziata per grazia di Dioi giovani di Nunziata hanno avuto una forte testimonianza di una ragazza di 26 anni salva permiracolo dopo l’alluvione del 01/10/2009. riportiamo qui di seguito la testimonianza di Noemi.

Claudia Marchese

‹Questa è una storia che voglio raccontare, una Storia che se avrete la pazienza di legge-re,vi porterà in un luogo dove l’immaginazione diventa realtà e si unisce al fango e alle grida,al-la paura e al buio,ma anche alla Fede e alla Speranza.

La racconterò dal mio punto di vista,racconterò la mia Storia che si fonde con quella dellepersone a me care.

Scaletta Zanclea Primo Ottobre 2009 un giorno come tanti nato col sole,la Vita procede colsuo tranquillo scorrere quotidiano,esco in bici,niente in quella mattinata avrebbe fatto presagi-re quello che da li a poche ore sarebbe successo,e neanche se me l’avessero detto avrei cre-duto che quel gesto tanto famigliare quale posare la bicicletta in giardino non l’avrei mai più po-tuto fare.

Il cielo nel pomeriggio diventa nero,le nuvole si gonfiano e la pioggia bagna i tetti e la ter-ra,normale di questi tempi,niente di preoccupante,a casa insieme a mia Sorella mio Fratello emia Madre,ognuno intento nelle nostre attività,prepariamo una cena che non abbiamo maimangiato.

Il buio inizia a calare,adesso piove ancora l’intensità è maggiore il torrente che all’inizio eraun tranquillo,quasi piacevole fiumiciattolo diventa nero e violento,ma il ricordo del 25 Ottobre2007 (Giorno e anno del primo alluvione) mi fa pensare che niente sarebbe potuto succedere,eche nessun luogo sarebbe stato più tranquillo e sicuro di casa mia.

La mia incoscienza e uno strano gioco del destino hanno portato me e mia sorella in giar-dino a cercare di “mettere in salvo”la macchina appena uscita dalla concessionaria.

E’ difficile mettere insieme i pezzi di una Storia che ti cambia la Vita,ma ricordo con preci-sione ogni piccolo particolare di quella lunga sera.

I gatti miagolano,hanno paura,non smette di piovere la furia dell’acqua ha già portato via lapiazza,l’argine si è rotto,le macchine galleggiano…Pensandoci dopo giorni,uscire dalla porta èstato il gesto più folle che potevamo fare,ma forse noi dovevamo uscire da quella casa,ades-so inghiottita dal fango,una volontà più forte di noi ci ha spinte a cercare le corde usate da miopadre per la pesca.

Una di fronte all’altra leghiamo le “cime”dalle ruote della macchina alla ringhiera delle sca-le che portavano in veranda.

Ricordo le parole di Irene che mi dice “Levati la collana,che con questi fulmini potrebbe es-sere pericoloso”.

E li intenta nei miei buoni propositi sento che l’acqua mi spinge con violenza in un lato chenon era il mio,mi tengo dalla ringhiera,il terrore negli occhi e nei pensieri,altra onda le mie di-fese cedono,non sento più la presa,non vedo più Irene,divento parte di quel niente chescorre,insieme a alberi ,macchine,pietre e montagna,scivolo tra il fango e la notte.

I miei sensi sono lucidi,neanche nel peggiore dei miei incubi avrei immaginato una fine tan-to inutile. Nel fango.

Cosa si pensa in quei momenti?!Non credo che riuscirò mai ad elencare tutti i pensieri che hanno riempito la mia testa in

quegl’attimi di disperazione.Pensavo a mia sorella che insieme a me è stata trascinata via.Pensavo a mia madre,e alla profonda e straziante angoscia che avrebbe provato perden-

do entrambe le figlie allo stesso giorno e per la stessa causa.Stranamente,col fango agli occhi e alla gola,non guardavo al passato,ma soffrivo di un do-

lore lancinante all’anima,perché non avrei più potuto vivere,non avrei più gioito ne pianto,mai

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Page 48: Notiziario_dicembre_2009

4466 DICEMBRE 2009 N° 142

più respirato e amato.I miei sensi quasi cedono,la mia volontà

è nulla sento che il mio spirito sta per lascia-re il mio corpo,guardo il Cielo,stranamentelimpido dopo tutta quella pioggia. Vedo leStelle.

Non ho pregato per la mia Vita,in quelmomento mi sarebbe sembrato un privilegiotroppo grande,prego per la mia anima perchévenga accolta in Cielo.

Da essere umano con tutte le mie debo-lezze prego per non soffrire,prego nella spe-ranza che il mio passaggio dalla Vita terrenaalla Vita eterna arrivasse il più velocementepossibile.

E li ormai rassegnata al mio destino sen-to che la furia dell’acqua si calma,quasi miadagia lentamente e con dolcezza sui binaridella ferrovia,penso d’aver volato.

Ma adesso c’è un’altra prova da supera-re,i tronchi degli alberi che insieme a me sci-volavano,mi bloccano le gambe,non riesco amuovermi,grido,non sento risposte,sento in-vece le scosse di corrente che passano sot-to i binari,e li è la Vita che ti dice “Vivi Salva-ti”; una forza più forte di cento uomini e unavolontà lucida fanno in modo che questi osta-coli diventino facilmente superabili.

Ce l’ho fatta Ero Viva.Quasi non ci credevo,non sentivo dolore

fisico,ma un dolore più forte inondava la miaanima di tristezza,la consapevolezza di averperso una persona a me tanto cara.

Con le ferite aperte nel cuore cerco rifu-gio per la notte e lo trovo,piango e mi dispe-ro al pensiero di Irene la fuori non si sa dove.

Nella notte un grido.Una voce da 26 anni famigliare mi chia-

ma,credevo di sognare,era mia sorella checercava me e li ho capito che davvero la miaera una Storia da raccontare,ho ringraziato egridato al cielo,ma era un grido di gioia libe-ratorio.

Un grido che ha aperto le tenebre di quel-la notte.

Adesso con la casa inghiottita dal fan-go,pronta per essere demolita,sento chequella notte io ho ricevuto un dono,quello divivere,perché la Vita è preziosa. Sacra.

Non smetterò mai di ringraziare ilCielo,perché la mia famiglia composta di cin-que elementi, come una mano,e qui conme,perché avrei potuto morire in svariati mo-di e invece ho solo piccole cicatrici che nonvoglio nascondere.

Questa è la mia Storia,anzi è l’inizio diuna nuova Storia che ancora devo scrivere evivere,ma una linfa nuova sento scorrere nelmio sangue.

E come tutte le Storie che si rispettinospero che ci sia un lieto fine “E vissero felicie contenti...”.

A Dio Piacendo…Con rispetto.

Noemi Falconieri

Particolaredell’alluvio-ne diMessina(fotoVV.FF.).

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4477DICEMBRE 2009 N° 142

Modica - San Domenico Savio

TTuuttttoo ssuu...... ll’’OOrraattoorriioo SSaalleessiiaannoo““SSaann DDoommeenniiccoo SSaavviioo”” ddii MMooddiiccaa

ASSEMBLEA ORATORIANA

Giorno 25 settembre si è tenuta l’Assem-blea Oratoriana durante la quale si è discus-so degli obiettivi generali che ci si prefigge diraggiungere nel corso dell’anno e della pro-grammazione delle varie attività da organiz-zare. Durante quest’assemblea, momentoconclusivo di precedenti incontri con i singoligruppi, alla quale è intervenuto anche DonGianni Lo Grande, direttore della ComunitàRagusa – Modica, sono state avanzate nuo-ve proposte quali ad esempio:

– giornata riservata alla formazione e allapreghiera (mercoledì);– percorso di formazione continua peranimatori (Animaoratorio);– incontri di formazione per genitori ededucatori;– organizzazione di un cineforum a tema;– istituzione del TGS;

A conclusione dell’incontro sono stati ufficial-mente presentati i volontari del Servizio Civi-le Nazionale e si è condiviso un momento difraternità con un aperitivo.

…SI PARTE!!!

Il 5 ottobre sono ufficialmente iniziate leattività oratoriane, ovvero il calcetto, la palla-volo, la danza, il teatro, il corso di chitarra ela novità di quest’anno: tiro con l’arco. Inoltre,

Momenti dipreghieradurantel’assembleaoratoriana.

sono cominciati gli incontri dei gruppi preado-lescenti: “Happy” e “Friends”.

Il 7 novembre è iniziato il cammino for-mativo del Gruppo Famiglie che si svilupperàlungo l’arco dell’anno con incontri diversifica-ti. Il primo ha visto il Gruppo Famiglie riunirsiinsieme per pregare e riflettere sull’importan-za dell’aspetto religioso e spirituale di ognicammino cristiano. In particolare, le coppiedel Gruppo Famiglie guidato da Don Frasca,hanno rinnovato, tenendosi per mano, le pro-messe matrimoniali e hanno rivissuto dei ge-sti significativi del Sacramento del matrimo-nio.

PGS Fest

Giorno 25 Ottobre le squadre di pallavo-lo e di calcetto hanno partecipato alla PGSFest tenutasi a Catania. Appena arrivati, airagazzi, è stata consegnata la maglietta co-me gadget della giornata; dopo la sfilata del-le varie squadre lungo la via Etnea, è statacelebrata la Santa Messa in Piazza Universi-tà, animata con canti e danza liturgica.

Dopo pranzo, le squadre si sono sposta-te nei diversi oratori della città per disputarele partite. Per i ragazzi, gli animatori e gli al-leducatori è stata un’esperienza entusia-smante e un’occasione per confrontarsi conle numerose squadre provenienti dalle altrecase salesiane. I nostri ragazzi si sono impe-gnati tantissimo e hanno riportato anche del-le vittorie.

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ALL HALLOW’S EVE

Il 31 ottobre, in occasione della festivitàdi Tutti Santi, è stata organizzata una festaalla quale è stato dato il nome di “All Hallow’sEve”, che rimandava al vero senso della pa-rola “Halloween” ossia “Vigilia della festa diTutti Santi”. L’obiettivo è stato quello di farcapire ai ragazzi che Halloween non è unafesta che ci appartiene come cristiani ma lefestività che noi celebriamo sono la festa diTutti Santi e la Commemorazione dei Defun-ti. Nel corso della serata abbiamo cenato,danzato e organizzato per i ragazzi dei giochiche richiedevano la conoscenza della vita dialcuni Santi.

SAN MARTINO: NON SOLO FRITTELLE…

Nel giorno della festività di San Martino,si è organizzata una serata di preghiera e difraternità. Dopo la consueta preghiera delmercoledì, molto partecipata, abbiamo con-diviso le pietanze preparate nel pomeriggiodai ragazzi dei gruppi “Happy” e “Friends” ele frittelle cucinate dai genitori. E’ stato belloritrovarsi a pregare insieme e trascorrere unapiacevole serata in clima di famiglia.

In alto adestra: lafesta diSanMartino.

ElianaDi Martinotra leragazze.

Randazzo

UUnnaa ssttoorriiaa cchhee ccoonnttiinnuuaa ccoonn...... nnooii

Dopo 130 anni i ragazzi di Randazzo sono ancora qui a vivere il carisma di Don Bosco ecome potevamo mancare per l’occasione in cui il nostro Don Bosco in vita il Rettor MaggioreDon Pascual Chavez qualche giorno fa ci è venuto a visitare. Le sue parole ci hanno riempitodi gioia e ci hanno dato la carica per lavorare con più entusiasmo nel nostro oratorio e ci hadato maggior speranza per il nostro futuro e ci ha invitato a scommettere sulla nostra vita. Il

vedere che quasi quattromila giovaniancora oggi si radunano per pregare,riflettere sul loro futuro e fare festa inmaniera sana ci ha fatto capire cheancora ci sono giovani che vivono ecredono nei valori cristiani e ci siamosentiti che facciamo parte della gran-de famiglia salesiana.

Noi giovani animatori ancora ab-biamo voglia di crescere come figli didon Bosco e poter respirare nel no-stro oratorio il clima che si viveva aValdocco per questo vogliamo affer-mare con forza che ancora la storiacontinua con noi, per noi questa gior-nata è stata una giornata speciale.

Foto digruppo.

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4499DICEMBRE 2009 N° 142

Oratorio Salesiano di Ragusa

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8 dicembre 2009 - Festa dell’Immacolata

Giorno 8 dicembre 2009,in occasione della festivitàdell’Immacolata, nel cortiledell’Oratorio Salesiano diRagusa si è rinnovato un ge-sto che coinvolge milioni dipersone in tutto il mondo. Amezzogiorno centinaia digiovani e adulti, dandosi lamano, si sono messi in cer-chio per ricordare l’istituzio-ne dell’Oratorio da parte diDon Bosco. Un momentobreve con lettura del raccon-to del primo incontro tra donBosco e il ragazzo Bartolo-meo Garelli, e poi l’Ave Ma-ria che diede inizio all’opera

del Santo dei gio-vani. Nel corso del-le messe del matti-no e in quella delpomeriggio i gruppiformativi e le asso-ciazioni hanno pre-sentato le loro atti-vità affidandole allaMadonna.

In contempora-nea sempre nelcortile oratorianoc’è stato un bel ge-sto di solidarietàcon la fiera del dol-ce e delle piantine.Il ricavato andrà asostenere le inizia-tive dell’oratoriovolante di Giampi-

lieri, in provincia di Messina, devastata dall’alluvione dei mesi scorsi. La festa in onore dell’Immacolata Concezione era iniziata il giorno prima con una veglia di

preghiera e si è conclusa in serata con il tradizionale spettacolo con balli e canti portati in sce-na in modo encomiabile dai ragazzi dei gruppi. Questa performance è stata molto apprezzatasia dal pubblico sia dal responsabile dell’Oratorio Don Filippo Pagano Dritto e sia dal Diretto-re della Casa Salesiana Don Gianni Lo Grande.

Il cerchioMariano e ipartecipan-ti allospettacolo.

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5500 DICEMBRE 2009 N° 142

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Don Quadrio è VenerabileDa sabato 19 dicembre don Quadrio è Venerabile. È il deci-

mo della nostra lista ufficiale, dopo Mamma Margherita e SuorMaria Troncatti.

Di don Quadrio è allo studio un fatto di guarigione, che po-trebbe configurarsi come un miracolo, attribuito alla sua inter-cessione. L`episodio è avvenuta in Ecuador, nella nostra mis-sione di Zumbagua.

È stato detto di lui che, quando saliva in cattedra, il suo in-segnamento era così accorato e profondo, che sembrava che lateologia prendesse fuoco. Valutando assai positivamente la sua "Positio", i Padri della Congre-gazione delle Cause dei Santi hanno visto in lui un modello eccellente da proporre in questoanno sacerdotale.

Laurea “honoris causa” al card. Rodriguez Maradiaga L’Università Cattolica “Péter Pázmány” di Budapest ha consegnato il 23 novembre, una

laurea “honoris causa” al cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, salesiano, arcivescovo di Te-gucigalpa (Honduras) e presidente di “Caritas Inter-nationalis”, per il suo impegno per la tutela dei dirittiumani. Erano presenti all’evento, oltre alle autoritàaccademiche alcuni membri della Conferenza Epi-scopale Ungherese, tra i quali Rettor Magnifico,card. Péter Erdö, Arcivescovo di Esztergom-Buda-pest e Primate d’Ungheria.

La celebrazione accademica ha avuto inizio conla prolusione del Decano della facoltà di filosofia del-l’università; successivamente il Rettore dell’Universi-tà, don György Fodor, ha officiato il rito di consegnadella laurea a cui ha fatto seguito la “lectio magistra-lis” tenuta dal card. Rodriguez Maradiaga. In dieci punti il presule ha motivato l’importanza diuna università cattolica in una nazione. Essa ha il compito di divulgare il Vangelo nella socie-tà; di insegnare la dottrina sociale della Chiesa; di comunicare i principi di giustizia a amore af-finché la società possa vivere nella pace. Ha concluso ricordando che l’università cattolica habisogno di credere fermamente nella società basata sull’amore.

Don Toso Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della PaceIl Papa Benedetto XVI ha nominato Segretario del Pontificio

Consiglio della Giustizia e della Pace il salesiano don Mario To-so, finora Consultore del medesimo Dicastero, elevandolo inpari tempo alla Sede vescovile titolare di Bisarcio.

Don Mario Toso, nato a Mogliano Veneto (TV), il 2 luglio1950, ha emesso i voti nella Congregazione Salesiana il 16agosto 1967.

Nell’ultimo sessennio, 2003 – 2009, è stato Rettore Magni-fico della Università Pontificia Salesiana di Roma (UPS). Nellostesso centro di studi ha svolto diverse attività accademiche:docente di Filosofia, professore Ordinario di Filosofia Teoreticae, dal 1994 al 2000, Decano della Facoltà di Filosofia.

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Natale festa anche per chi vive ai margini della società Il cardinale Bertone al presepe dei netturbini romani

Nelle case, nei luoghi di lavoro e negli spazi pubblici, ilpresepe invita “a guardare con stupore ogni personache il Bambino è venuto a salvare, specialmente i pic-coli, i sofferenti e quanti vivono ai margini della socie-tà opulenta”. È questo per il cardinale Tarcisio Bertone,segretario di Stato, il messaggio più autentico dellerappresentazioni della Natività. Lo ha ribadito venerdì18 dicembre, recandosi in visita al presepe dei Nettur-bini romani a porta Cavalleggeri, alla presenza del sin-daco Alemanno, del presidente dell’Ama Clarke, delcappellano, del parroco di santa Maria delle Fornaci e di numerosi dipendenti dell’Azienda coni loro familiari.

XVII Edizione del Premio Internazionale Empedocleper le Scienze Umane

Don Enrico dal Covolo, Postulatore perle cause dei Santi della Famiglia Salesianae docente di Letteratura cristiana anticapresso l’Università Pontificia Salesiana diRoma, ha ricevuto ad Agrigento, il 28 no-vembre, il Premio Internazionale Empedo-cle per le Scienze Umane, nella sezione“Teologia e Scienze Patristiche”. La cerimo-nia di premiazione è avvenuta presso ilTeatro “Pirandello”. A consegnare il premioa don Enrico è stato mons. Carmelo Ferra-ro, arcivescovo emerito di Agrigento. Suc-cessivamente il premiato ha tenuto una“lectio magistralis”, “Le scienze patristiche, oggi, nella cultura mediterranea europea”. Il RettorMaggiore dei Salesiani, si è reso presente con un suo messaggio ringraziando per il riconosci-mento consegnato a don dal Covolo e ricordando come partendo da Don Bosco, l’attenzioneagli studi classici e patristici sia una costante nella tradizione salesiana.

Il premio Empedocle assegnato a don dal Covolo giunge alla vigilia del XXX anniversariodella sua ordinazione presbiteriale.

Don Enrico predicherà gli esercizi spirituali al Papa e alla Curia Romana in occasionedel’’Anno Sacerdotale dal 21 al 27 febbraio 2010.

Dottorato Honoris Causa in Teologia escienze patristiche al Cardinale

Raffaele Farina L`Istituto Patristico “Augustinianum” della Pontificia

Università Lateranense ha conferito il Dottorato honoriscausa in Teologia e scienze patristiche a Sua EminenzaReverendissima il Cardinale Raffaele Farina, Archivista eBibliotecario di Santa Romana Chiesa.

La cerimonia di conferimento avrà luogo venerdì 16ottobre 2009 nell`Auditorio “Agostino Trapè” dell`Istitutoche ha sede in Roma.

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ALCAMO (TP) Parrocchia Anime Sante40° anniversartio di fondazione dell’ADMA

Nella ricorrenza del 40° Anniversario della presenza ADMA nella città di Alcamo nei giorni17 e 18 novembre tutti gli associati hanno partecipato alla recita del Santo Rosario meditato acura del Direttore-Parroco Don Gianni Giummara. Il 19 Novembre la solenne celebrazione Eu-caristica, trasmessa da una nota TV locale, presiedu-ta da Don Edoardo Cutuli (Responsabile Ispettorialedell’ADMA). Far parte dell’ADMA, ha sottolineato ilcelebrante, dopo aver tracciato la storia dei quaran-t’anni dell’Associazione ed evidenziato il lavoro deipromotori e iniziatori don Giuseppe Falzone e don Gi-rolamo Giardina, significa percorrere un itinerario disantificazione e di apostolato secondo il carisma diDon Bosco, prendendo come madre e modello MariaAusiliatrice. I soci Hanno rinnovato la promessa di ap-partenenza ed hanno altresì ottenuto la speciale be-nedizione di Maria Ausiliatrice ad opera di Don Pier-luigi Camerini, responsabile mondiale dell’Associazione. Ciascun associato, infine, ha ricevutola card di appartenenza all’Associazione e in memoria di tale anniversario il Comitato Regio-nale ha donato all’Associazione ADMA di Alcamo una Targa Ricordo. Il tutto si è concluso conun momento di fraternità nei saloni parrocchiali.

Romano Antonio

Catania Parrocchia S. Pio X:50 anni di Evangelizzazione, Educazione e Lavoro

Tutti ricordano l’opera missionaria a favore delle numerose fam-gile delle prime “case popolari” di Don Rasà e di Don Martinez; que-st’ultimo nei giorni di festa accompagnato da alcuni suoi allievi delliceo Don Bosco, giungeva carico di doni e di viveri che offriva ai piùbisognosi. Degni di mensione sono un po’ tutti i salesiani pionieri delVangelo dell’estrema periferia priva di strade e di illuminazione, vi siarrivava con la littorina o a piedi.

I figli di Don Bosco contribuirono efficacemente all’evangelizza-zione e alla promozione umana del quartiere considerato terra dimissione e di frontiera, affiancati dai consigli oratoriano e pastoralee da tanti fedeli nel generoso volontariato di servizio apostolico. Ilquartiere è stato sempre considerato a rischio, difficile, dormitorio,formato da operai e impiegati che lavorano fuori zona e vivono nel-le case popolari assegnate dall’IACP e da nuclei familiari originaridei vecchi quartieri del centro cittadino e della Libia.

L’opera è stata aperta al culto il 23 dicembre 1959 alla presen-za dell’arcivescovo che ne benedisse i locali. I parroci salesiani, do-po don Stefano Nicoletti, incaricato dall’arcivescovo Guido LuigiBentivoglio nella nuova parrocchia nel 1955, sono stati: CarmeloLuca, Salvatore Franco, Vincenzo Calì, Gaetano Milana, CalogeroNocera, Domenico Maiolino, Vincenzo Sangiorgi, Giuseppe Russo,Salvatore Di Benedetto.

Dal 1996 la cura della parrocchia è stata affidata a parroci dio-cesani. Attualmente il 62enne sacerdote psicologo Don FrancescoFurnari ne è l’amministratore.

Da: Fucina per la promozione umana di Antonio Blandini.

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L’omelia del sig. Ispettore

“Ti ringrazio, Padre, perché hai nascostoqueste cose agli intelligenti e ai sapienti e lehai rivelate ai piccoli”.

Mi sembra che questo brano del Vangelodi Matteo al capitolo 11, in cui Gesù inizia arivelare la sua identità di figlio, bene rappre-senti l’esperienza umana e spirituale del no-stro confratello defunto il sig. Antonino Mira-glia.

Davvero siamo di fronte alla vita di un“piccolo” di un “semplice” secondo il cuore diDio e la parola rivelatrice di Gesù. Forse piùche le parole, che possono risultare impari, ilsilenzio rispettoso e profondo può rispec-chiare una esistenza fatta di umiltà, semplici-tà, fedeltà e ferma decisione a servire il Si-gnore.

Non ho avuto modo di conoscere il Sig.Miraglia nella sua vita attiva come salesiano.L’ho seguito in questo ultimo anno e mezzo aPedara, dove ha dovuto essere trasferito perle sue precarie condizioni di salute e il biso-gno di costanti cure. Nel suo cuore desidera-va ritornare a Caltanissetta, dove aveva tra-scorso un lungo periodo della sua vita sale-siana dal 1972 al 2008! E certamente si èportato in cuore questa sofferenza e questapena. Per più di un anno la sua salute è sta-ta stazionaria, pur evidenziando una costan-te sofferenza per i dolori causatigli da una fe-rita alla gamba che non si è mai rimarginata,nonostante le amorevoli cure.

Negli ultimi mesi il suo stato di salute èandato man mano peggiorando, riducendo lesue forze, causandogli una forte inappeten-za, come continuava a ripetere lui stesso, eriducendo in lui la possibilità di reagire. Ha

potuto ancora ricevere la visita e la benedi-zione del Rettor Maggiore, domenica 29, inoccasione della sua breve visita a Pedara epoi è spirato il mattino del 3 dicembre. Unavita lunga (86 anni, quasi 87) e soprattuttouna bella vita.

Viene spontaneo di fronte alla semplicitàdisarmante di questa figura di confratellopensare alle cose che davvero contano nellavita, specie per chi, troppo indaffarato, troppo“preso”, si lascia sfuggire quei gesti di bontà,quelle delicatezze quotidiane, quel fare affi-damento su Dio, che donano e comunicanopace e serenità.

Il Signore Miraglia lo ricordiamo così, consimpatia ed affetto e siamo certi che è già inparadiso a recitare le sue poesie e a prepa-rare i dolcini per tutti.

Dopo due anni di permanenza nella casadi Randazzo dal 1940 al 1942 come aspiran-te, con l’incarico di dispensiere, provveditoree uffici vari, venne accolto in noviziato a SanGregorio, dove emise per la prima volta i vo-ti il 5 settembre 1943. Aveva già vent’anni eportava con sé il ricordo della sua città, SanCataldo e della sua famiglia e della sua gen-te. Il giudizio dei suoi confratelli fornisce già itratti della sua personalità: “Mostrò ottima sa-lute e resistenza fisica al lavoro, buona intel-ligenza e buon senso, dignità morale e pietà,umiltà nell’accettare e abilità e sacrificio nelcompiere i molteplici uffici, anche i più umiliche gli sono stati affidati”.

Nel 1951 emetteva la sua professioneperpetua, offrendo per sempre tutto se stes-so al Signore. Nella scarna documentazioneche ho trovato nella sua cartella personale viè una sua lettera del 24 febbraio 1969 invia-ta all’ispettore di allora, in cui supplica il su-periore di poter continuare ad essere salesia-no, a vivere in quella che egli definisce una“bellissima via” in cui è stato accolto da donBosco e si rende disponibile a qualsiasi ob-bedienza.

Si trattò di un momento di prova che fusuperato grazie al discernimento dei superio-ri e soprattutto grazie alla sua umile buonavolontà di voler continuare a servire il Signo-re.

Fu a Randazzo dal 1945 al 1949 a Bar-cellona dal 1949 al 1951 e successivamenteper brevi periodi a Messina, Alcamo, Caltagi-rone, Mazzarino, Gela e finalmente Caltanis-setta.

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Meglio di me possono dire i confratelliche lo hanno conosciuto e hanno condivisocon lui l’esperienza di vita salesiana. Riportostralci di due testimonianze che mi sono sta-te inviate dopo la sua morte.

Scrive il mio predecessore don Perrelli:“Tutti conosciamo i ‘fioretti’ salesiani che co-loriscono la sua vita di semplice e umile reli-gioso, innamorato di Cristo, di Maria SS edon Bosco, povero e puro di cuore, delicatoe attento nella accoglienza dei tanti confratel-li che convenivano a Caltanissetta, ‘mitico’per le sue poesie e i suoi dolcini a base dimandorle, fedele e puntuale nella vita di pre-ghiera e di comunità amata e servita anchecon le ingegnosità sul vitto accolte col sorri-so benevolo. Ecco, il Sig Miraglia era il donodel sorriso, il cuore dello stare insieme inquel gioco sempre felice di stuzzicare ed es-sere stuzzicato, di stare apparentemente aimargini occupando di fatto il centro della co-munione fraterna”.

Don Domenico Paternò fu suo direttoreper 6 anni dal 1998 al 2004 e, rammarican-dosi di non poter essere presente al funera-le, scrive: “Vorrei dare testimonianza e meri-to a un confratello coadiutore* di cui ho am-mirato la fedeltà all’impegno quotidiano e al-la preghiera, la dedizione al lavoro e la curascrupolosa della povertà personale.

Il sig. Miraglia, uomo semplice e buono,non ha mai avuto apparenza nè ha ricercatol’immagine. Mi impressionava la sua umiltàassolutamente sincera non ricercata, la suapreghiera costante con cui ha nutrito la suavita di consacrato salesiano. Anche nella ma-lattia che lo ha tormentato nella vecchiaianon ha mai cessato la sua presenza in cap-pella, puntuale e raccolto, devoto nel sensopiù bello del termine.

Posso affermare che si è nutrito di GesùEucarestia che non ha mai tralasciato. Perme è stato un esempio di vita religiosa. Ognitanto mi è capitato di cercarlo in camera pervedere come stava e di trovarlo in ginocchionella sua stanza raccolto nella preghiera.Non ha mai tralasciato il Rosario, ha sempreavuto ogni mese il pensiero di andare a pre-gare al cimitero di CL o di San Cataldo sulletombe dei confratelli e dei parenti e a prega-re per chi non aveva nessuno che pregasseper lui.

La sua missione ai giovani e ai ragazzi l’-ha vissuta nelle retrovie nei servizi di cucinae dispensa ma sempre attento e desiderosodi far bene perché ha sempre avuto coscien-za di realizzare in quei servizi la sua dedizio-ne ai ragazzi. Ho avuto anche modo di costa-

tare la stima e il rispetto per lui e la sua voca-zione religiosa da parte di tanta gente che loha conosciuto a CL. Gentile e generoso,sempre pulito e ordinato, sapeva donare an-che le pochissime cose che aveva e talvoltafaceva con le sue mani oggetti che poi davaagli altri. Sempre schivo e discreto ha sem-pre amato e servito la comunità. Non si isola-va ma era fedele ai momenti comunitari.

Il sig. Miraglia sapeva voler bene ai con-fratelli, anche se non sempre era ricambiato,con attenzioni a ciascuno. Simpatica la suapartecipazione alle feste comunitarie spessoleggendo una poesia da lui composta o scel-ta e che intonava con fare teatrale, memoredelle sue esperienze”.

La Parola di Dio che abbiamo ascoltatada un respiro di fede e di serenità spiritualeal momento del distacco: “I giusti, invece, vi-vono in eterno,la loro ricompensa è presso ilSignore e il Signore si prende cura di loro.Per questo riceveranno una magnifica coro-na regale e uno splendido diadema dalla ma-no del Signore”.

Siamo vicini ai familiari in questo mo-mento di distacco ed esprimiamo la nostrasincera e commossa gratitudine ai confratellie al personale della comunità di Pedara perl’assistenza fraterna e amorevole che hannosaputo offrire al nostro fratello.

Il Sig. Antonino vive nel seno di Dio e nel-la gioia della risurrezione e coglie abbondan-temente i frutti della sua fedeltà a Dio e a donBosco e del suo apostolato.

Che ciascuno di noi sappia apprenderecon umiltà questa bella lezione di vita.

Ricordiamo i familiari defunti di con-

fratelli: Avv. Prof. Biagio Falzone co-

gnato di Don Pino e Antonino Falzo-

ne (17 ottobre); la mamma di Mons.

Calogero La Piana (27 novembre); la

sorella di Don Gaetano Fiandaca (12

dicembre).

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guaggio e dimostrava una dignitosa e sobriaeleganza nel porgere e nel vestire. Molti ex-allievi ricordano con riconoscente affetto lasua costante presenza in mezzo agli allievi,con quella gentilezza e simpatia che ne face-vano un vero salesiano ed un autentico figliodi don Bosco.

“Mia parte è il Signore, per questo in Luivoglio sperare. E’ bene aspettare in silenziola salvezza del Signore”. Questa pericopedalla prime lettura che è stata proclamata dalLibro delle Lamentazioni, sottolinea i valorifondamentali della scelta di vita di un sacer-dote e primo fra tutti la priorità di Dio, la par-te che spetta a Dio nella sua vita personale esociale. E poi la vita del sacerdote è soprat-tutto segno di speranza per il popolo di Dio.Per un salesiano è segno di speranza pertanta gioventù disorientata in un presentesenza orizzonti. Don Salvatore, come anco-ra sottolinea il testo sacro, specie negli ultimianni, ha saputo, forse ha dovuto, attendere ilsuo Signore in silenzio, un po’ estraniato dal-la malattia dal dialogo e dalle gioie della con-divisione fraterna.

Era nato ad Alia, don Salvatore, cittadinanella provincia di Palermo nel 1916. A 12 an-ni fu affidato dai genitori alle cure dei Salesia-ni di Pedara dove frequentò l’allora ginnasio(oggi scuola media) fino al 1931. Poi fu tra-sferito a San Gregorio dove completò gli stu-di ginnasiali e fece la sua domanda per en-trare in noviziato. Con grafia chiara e precisae con poche e dirette parole stila tutte le suedomande, per la professione, per gli ordiniminori, per il diaconato, per il sacerdozio.Non si perde in grandi parole, ma subitogiunge al cuore della richiesta rivelando unproposito fermo di vivere come salesiano pri-ma e come sacerdote poi. Scrive nella suadomanda per la professione perpetua: “ Misono perciò deciso a questo tenore di vitache mi procura i mezzi per la mia salvezzaeterna. Spero che il Signore mi concederàbenignamente gli aiuti necessari per poterosservare i santi voti e i doveri ed obblighi daessi derivanti, onde poter lavorare con zelo eretta intenzione per la salvezza del prossimoe così assicurarmi la salute dell’anima”.Espressioni chiare e nitide che rivelanoquanto il giovane salesiano avesse assimila-to lo spirito di don Bosco e mirasse alla sal-vezza della propria anima e di quella dei gio-vani a lui affidati.

L’omelia del sig. Ispettore

Domenica scorsa, 29 novembre, in occa-sione della visita del Rettor Maggiore ai con-fratelli ammalati ed anziani di Pedara, sonorimasto colpito dal peggioramento delle con-dizioni di salute di don Bumbalo, a distanzadi pochi giorni dall’ultima mia visita. Era statoaccolto a Pedara alcuni mesi orsono per po-ter essere seguito nel progredire della suamalattia senile. Dopo i primi giorni di difficol-tà ad adattarsi al nuovo ambiente, don Salva-tore si era acclimatato e trascorreva le suegiornate in compagnia degli altri confratellidegenti. Poi gradualmente le sue condizionisono andate peggiorando e con sempremaggior difficoltà si riusciva a convincerlo amangiare. Poi il declino rapido delle ultimesettimane e la morte che lo ha colto la matti-na del 4 dicembre.

Un altro dei nostri patriarchi ci ha lascia-to. In effetti con la sua veneranda età di 93anni (ne avrebbe compiuti 94 il 10 gennaio)era tra i primi per longevità nella nostra ispet-toria siciliana. Una lunga vita, una vita sere-na, dedita per lo più all’insegnamento dellematerie scientifiche. Nel 1939 infatti avevaconseguito l’Autorizzazione all’insegnamentodella matematica e delle scienze, di cui fuper tutta la sua vita apprezzato e puntigliosoinsegnante.

In una recente conservazione un suo ex-allievo con convinzione affermava che dove-va dire grazie a don Bumbalo per essere riu-scito a fargli amare la matematica, la bestianera di molti allievi. Un insegnante preciso,puntiglioso, signorile negli atteggiamenti enel tratto. Ci teneva alla proprietà del lin-

DDoonn SSaallvvaattoorree BBuummbbaalloo mmoorrttoo aa PPeeddaarraaiill 44 ddiicceemmbbrree 22000099

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Dopo il tirocinio a Caltagirone e la profes-sione perpetua il 16 agosto 1939 a San Gre-gorio, i superiori lo trasferiscono a Torino pergli studi di teologia. È bello scorrere nella suascarna documentazione le tappe della suaformazione e incontrare nomi di salesiani illu-stri quali don Renato Ziggiotti (allora ispetto-re dell’ispettoria sicula), quinto successore didon Bosco, don Luigi Ricceri (allora membrodel consiglio della comunità di San Gregorio)sesto successore di don Bosco, don Antoni-no Orto, don Domenico Ercolini…

Trascorse, durante il periodo della se-conda guerra mondiale, i suoi studi a Torino-Crocetta dal 1939 al 1942 a poi, proprio amotivo della guerra i teologi furono trasferiti aBagnolo Piemonte. Nel paesino del cuneesericevette il diaconato e il 29 giugno del 1943,per le mani di Mons. Salvatore Rotolo, ve-scovo salesiano, l’ordine del presbiterato.

A causa della guerra e della divisione indue dell’Italia don Salvatore fu richiesto di la-vorare per un anno in Veneto ad Albarè (Ve-rona) e un anno nell’Istituto di Cumiana (To-rino) fino al 1945, anno in cui poté rientrare inSicilia.

L’obbedienza lo destinò come insegnan-te e consigliere a Pedara (1945-1949), a Tra-pani (1949-1957) e dal 1957 al 1960 gli fu af-fidata la direzione dell’opera di San Cataldo.Fu poi trasferito a Catania, a Barriera (dal1960 al 1965) e a Cibali per un lungo perio-do fino al 1987 quando fu definitivamente tra-sferito a Palermo prima a Sampolo e poi aRanchibile dove visse gli anni sereni dellasua vecchiaia dal 1987 fino ad alcuni mesi fa.

Non ho avuto la fortuna di conoscere afondo i tratti della personalità vivace di donBumbalo, ma ho percepito, pur nella marca-ta senescenza, un atteggiamento signorile,gioviale e determinato allo stesso tempo. Unsalesiano che alla missione di insegnante ededucatore ha dedicato tutta la sua vita, rifug-gendo dalle approssimazioni e dalle soluzio-ni qualunquiste. Un uomo di comunità, gio-viale e signorile al contempo. Un figlio di donBosco con la sua personalità originale ed ac-cattivante.

Mi affido alla testimonianza di don EnzoVolpe, attuale direttore della comunità di Vil-la Ranchibile: “Negli ultimi anni trascorsi alRanchibile, dopo anni di insegnamento, DonBumbalo trascorreva le sue giornate preva-lentemente in camera: amava leggere e te-nersi aggiornato su tutto, soprattutto sui fattidella Congregazione attraverso il BollettinoSalesiano. Nel suo tempo libero si dilettavaascoltando musica: lui stesso era stato mae-

stro di musica e amava tantissimo il melo-dramma italiano, canticchiando di tanto intanto qualcuna delle arie più famose. Di ca-rattere semplice, gioviale e generoso, amavala conversazione e lo stare insieme tra con-fratelli. Anche negli ultimi tempi, nonostantel’età avanzata e con i problemi di salute con-nessi, trascorreva volentieri alcuni minuti conquei confratelli che lo andavano a trovare incamera o che lo incrociavano nei corridoi.

Aveva una devozione filiale e affettuosanei confronti della Vergine Ausiliatrice allaquale si rivolgeva con le sua tipiche espres-sioni, come un bambino verso la sua mam-ma. Sempre dignitoso e composto nel porta-mento, semplice ma sempre elegante; ordi-nato e metodico, riscuoteva simpatia in tutti”.

“Buono è il Signore con chi spera in Lui,con l’anima che lo cerca”. Don Bumbalo haconcluso la sua vicenda terrena con il donodella longevità, quasi un segno, un presagiodi eternità. Ora sperimenta in pienezza labontà di quel Dio a cui ha consacrato tutta lasua vita.

Rivolgo le più sentite condoglianze ai fa-miliari presenti ed assenti, al Sig. Direttore,confratelli e laici della comunità di Ranchibileche per lunghi anni sono stati compagni diviaggio. Esprimo un ringraziamento sinceroal Direttore, confratelli e personale della casadi Pedara che hanno accolto con amore donSalvatore e lo hanno accompagnato verso lacasa del Padre.

“Felicità e grazia mi saranno compagnetutti i giorni della mia vita e abiterò nella casadel Signore per lunghissimi anni”.

Il Rettor Maggiore al suo rientro da unviaggio in India ha ricevuto la notiziadella scomparsa del fratello MiguelAngel di 68 anni venuto a mancarel’11 novembre, a Monterrey in seguitoad un attacco cardiaco.Esprimiamo sentimenti di cordoglio edi partecipazione per l’improvviso lut-to che ha colpito Don Chávez assicu-rando il ricordo nella preghiera daparte della Famiglia Salesiana di Sici-lia.

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Il tema religioso riscuote in ambito editoriale un particolare successo di mercato e di interesse chenon è legato soltanto al libro ma all’intero sistemamediatico.Questo volume rappresenta una storia, e nonsoltanto, del libro religioso italiano attraverso illinguaggio, i simboli e il sistema sociale.Dodici monografie di altrettanti cultori della materiatra loro unite dal filo indistruttibile e misterioso chelega Dio all’uomo.Un processo didattico e culturale di grande utilitàper chi studia le scienze della comunicazione,umanistiche e teologiche. Dal libro ai new mediain un processo millenario fatto d’incontri con leidee e chi le comunica.L’editoria religiosa e liturgica; il giornalismocattolico e religioso, la radio, il cinema,la televisione, internet ed ancora la letteratura,il teatro, la fotografia e la musica

L’occasione della pubblicazione della terza edizionedelle Lettere Pastorali di Mons. Domenico Amoroso

è data dal decimo anniversario della sua morte (1997-2007) per nondimenticare il Padre, il Maestro, la Guida.

Scrive Mons. Gaspare Gruppuso, suo Vicario Generale:“Il rimpianto della sua persona è grande ma altrettanto grande è la

ricchezza del suo Magistero che attraverso le pagine di questo volu-me si rivela a noi come una pista da seguire e

come uno stimolo per orientare sempre più e meglio il nostro cammi-no verso la meta di una Chiesa del volto credibile”.

Questa terza edizione è arricchita da note critiche cheriportano i documenti del Concilio Vaticano II, della Conferenza Epi-

scopale Italiana e delle varie Congregazioni, da una breve analisidella pastorale postconciliare, dai Convegni diocesani, veri laboratori

di pastorale, convocati da Mons. FrancescoRicceri, da Mons. Emanuele Romano e da

Mons. Domenico Amoroso.Oltre le finalità espresse nella presentazione della seconda edizione,

riguardante la Chiesa di Trapani, questa terzaedizione si pone al servizio della pastorale delle Chiese locali. “A co-loro che lo riceveranno va dunque l’invito a scoprirne la profonda ric-chezza e a tradurre i contenuti a beneficio della comunità ecclesialeperché «risplenda agli occhi di tutti, come una autentica icona dellaSS. Trinità, bella, credibile, senza macchia e senza rughe, come si

addice ad una viventecomunione di santi», e «per renderla sempre più bella e degna della

compiacenza del Padre e dell'amore dello Spirito Santo»”

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