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notiziario_ottobre_2011

Date post: 20-Mar-2016
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1 ANNO II - N°9 - Ottobre Iscritto al n.19 del 27/01/2010 - Registro Nazionale della Stampa del tribunale di Roma NOTIZIARIO DELLA RETE DEI PUNTI IN VENDITA DIRETTA Anno II - N°9 - Ottobre CAMPAGNA AMICA ANCHE AL RISTORANTE IL PRESIDENTE MARINI IMMORALE CHE LO STATO FINANZI CHI IMITA IL VERO MADE IN ITALY
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1ANNO II - N°9 - Ottobre

Sergio Marini - PRIMO PIANO

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NOTIZIARIO DELLA RETE DEI PUNTI IN VENDITA DIRETTA Anno II - N°9 - Ottobre

CAMPAGNA AMICA ANCHE AL RISTORANTE

IL PRESIDENTE MARINI

IMMORALE CHE LO STATO FINANZI CHI IMITA IL VERO MADE IN ITALY

3ANNO II - N°9 - Ottobre

PRIMO PIANO - Sergio Marini Sergio Marini - PRIMO PIANO

Èassurdo ed immorale che lo Stato, in questo momento di straordinaria crisi, invece di investire per creare posti

di lavoro in Italia spenda soldi di noi tutti per finanziare operazioni che creano occupazione all’estero per produrre cibi che imitano il vero made in Italy. Dovrebbe preoccuparsi piuttosto di facilitare la valorizzazione e le esportazioni dei prodotti fatti in Italia con lavoro italiano”. E’ la denuncia fatta dal presiden-te della Coldiretti Sergio Marini al Forum Internazionale dell’ali-mentazione di Cernobbio, dopo la clamorosa scoperta del fatto lo Stato italiano promuove le vendite all’estero di bresaola uruguaiana ma anche di finocchiona, salame toscano e culatello prodotti negli Stati Uniti. Il tutto viene venduto a New York dalla salumeria Rosi del Gruppo Parmacotto il quale ha appena stipulato un vantaggioso accordo che prevede un investimento di ben 11 milioni di euro nel proprio capitale sociale da parte di Simest, una società per azioni controllata dal Ministero dello Sviluppo Eco-nomico con la partecipazione di privati. “Si sprecano soldi per favorire la delocalizzazione e non certo l’in-ternazionalizzazione – ha acusato Marini - e si alimenta il giro di affari dell’Italian sounding che si stima superi i 60 miliardi di euro l’anno (164 milioni di euro al giorno), cifra 2,6 volte superio-re rispetto all’attuale valore delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari. Un danno per le imprese e un danno per il Paese

e quello che è più grave è che la finanziaria di Stato rimane “reti-cente” anche dopo le denuncia pubblica che – ha ricordato Ma-rini – abbiamo presentato alla Commissione Parlamentare di In-chiesta sui fenomeni della contraf-fazione e della pirateria in campo commerciale e al Ministero delle Politiche Agricole che ha addi-rittura istituito un tavolo di lavo-ro sulla vicenda dell’incredibile acquisto di quote da parte della Simest della società rumena deno-minata Lactitalia”. Lactitalia ha sede in Romania e produce, utilizzando latte di pe-cora romeno e ungherese, formag-gi rivenduti con nomi italiani (tra gli altri Dolce Vita, Toscanella e Pecorino).

MARINI: IMMORALE CHE LO STATO FINANZICHI IMITA IL VERO MADE IN ITALYAl Forum Internazionale di Cernobbio il presidente della Coldiretti ha denunciato il caso SimestCon soldi pubblici si promuovono bresaola uruguaiana e salame toscano fatto a Newy York

Valle D'aosta Erik Verraz, Piemonte Paolo Marengo,

Lombardia Valeria Sonvico, Veneto Luca Motta,

Trentino A.A. Ezio D'andrea, Friuli V. G. Rita Nassimbeni,

Liguria Giovanni Bottino, Emilia Romagna Ivo Zama,

Toscana Paola Saviotti, Umbria Samuele Arcangeli,

Marche Michela Fabiano, Lazio Roberto Santopietro, Abruzzo David Falcinelli, Molise Carla Porfilio, Campania Rita Gaviglia, Basilicata Lino Sivolella, Puglia Teresa Depetro, Calabria Ester Perri, Sicilia Emanuela Russo, Sardegna Giuseppe Casu

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Bklkds dqsd qw djjd qwj dsdqdd qdq sssssPrimo piano - del Presidente Marini

FONDAZIONEA Bari arriva il pesce tracciato con frutta e verdura c’e’ anche l’orata

ITINERARI DEL GUSTO - di Fabio CagnettiTartufi bianchi? Li trovi in Molise! La regione capitale del prezioso tubero

FONDAZIONE - di Rolando ManfrediniL’olio extravergine d’oliva si rifà… l’etichetta per comunicare meglio

LETTO PER VOI - di Stefano MasiniScruton, ripartire dalla bellezza per far crescere la nostra economia

FILIERA COLTA - di Toni De AmicisLa buona produzione deve essere La nostra responsabilita’ primaria

IL MERCATO DEL MESE - di Alessandra GioggiA Poggibonsi il mercato fa… cultura In dieci a garantire il made in Tuscany

FONDAZIONEA Jesi la bottega a tutto made in Italy “Per la citta’ importanti prospettive”

FONDAZIONE - di Massimiliano PaoloniOrtofrutta, nell’anno della crisi la soluzione è nella vendita diretta

I NUOVI MERCATITorino, Termoli, Gubbio, Caltanissetta

FONDAZIONEArriva la linea di credito per le donne: Fondi per impianti, locali e macchinari

FONDAZIONE - di Alessandra GioggiCrollano i negozi, crescono i discount, ma il boom viene dai farmer's market

FONDAZIONE - di Raffaella CantagallliAccordo fatto tra CA e Unaproa: Le botteghe danno respiro all’agricoltura

FONDAZIONE - di Raffaella CantagallliCon “Campagna Amica nel piatto” il made in Italy arriva al ristorante

PRIMO PIANO - di Sergio MariniMarini: Immorale che lo stato finanzi chi imita il vero made in Italy

SOMMARIO18

FILI

ERA

COLT

A

Fondazione Campagna Amica e Grafica Giorgetti adottano

Presidente: Sergio Marini

Direttore Generale: Toni De Amicis

Coordinatori regionali:

Contatti:Via Nazionale 89/a 00184

Roma (Italy) Tel +39.06489931

[email protected] www.campagnamica.it

IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA Iscritto al n. 19 del 27/01/2010 Registro Nazionale della Stampa

del Tribunale di Roma

Editore e proprietario: Fondazione Campagna Amica

Direttore Responsabile: Paolo Falcioni

Coordinamento editoriale: Massimiliano Paoloni,

Sara Paraluppi

Redazione: Fabio Cagnetti, Raffaella Cantagalli, Angela Galasso, Alessandra Gioggi,

Hanno collaborato: Silvia Bosco, Domenico Buono,

Carlo Hausmann, Daniele Taffon,Rolando Manfredini, Stefano Masini,

Carmelo Troccoli

Indagini a cura dell’istituto ricerche SWG S.r.l. sede legale via S.Francesco 24 34133 Trieste

Tel +39.040362525 www.swg.it

Stampa: Digitalia Lab, via G. Peroni, 131 – RomaImpaginazione: MBrogi

Il presente notiziario viene inviato gratuitamente a tutti gli aderenti alla rete

dei Punti di Campagna Amica.

“Così si sprecanosoldi per favorirela delocalizzazionee non certol’internazionalizzazione”

4 5IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA ANNO II - N°9 - Ottobre

La strada ci si è delineata da-vanti e non abbiamo fatto altro che seguirla, cercando di facilitarne il tragitto.

A poco meno di due anni dal lancio del progetto della Filiera Agricola Italiana, infatti, la Rete di Campagna Amica, ha raggiun-to dimensioni e visibilità tali per cui si stanno consolidando nuove dinamiche ed equilibri di “scam-bio” che gravitano attorno alla vendita diretta. Da una parte, la grande soddisfa-zione dei cittadini-consumatori nei confronti della nostra inizia-tiva ha fatto aumentare la richie-sta di approvvigionamento di prodotti agricoli italiani, tanto da dare origine alle Botteghe di Cam-pagna Amica, in grado di “supe-rare” i limiti di tempo e geogra-fici dei Mercati e delle Fattorie. Dall’altra parte si è assistito ad un grande interesse anche da parte del settore che maggiormente gra-vita attorno all’agricoltura, quello della ristorazione.Questa categoria commerciale ha trovato nei nostri prodotti quei valori tangibili, capaci di soddi-sfare i bisogni dei cittadini:

la freschezza, il sapore, la qualità, il territorio, la storia, la tradizione. Abbiamo voluto costruire attorno a questo “fenomeno” un vestito su misura, in grado di premiare e identificare quegli esercizi com-merciali di somministrazione di pasti e bevande che propongono Piatti preparati con ingredienti di “Campagna Amica”. Il marchio “Campagna Amica nel Piatto” indica quindi quei locali che rispettano il valore dei pro-dotti di Campagna Amica e che sposano la filosofia del nostro progetto (attraverso l’adesione ad uno specifico disciplinare), contribuendo in questo modo a dare ai nostri agricoltori un’inte-ressante opportunità commercia-le a dare qualità e trasparenza ai consumatori.

CON “CAMPAGNA AMICA NEL PIATTO” IL MADE IN ITALY ARRIVA AL RISTORANTEIl marchio contraddistinguerà quei locali che hanno sposato il progetto per una filiera agricola Prevista la predisposizione di un apposito disciplinare per gli esercizi commerciali interessati

Per informazioni su come richiedere il marchio “Campagna Amica nel Piatto”, rivolgersi alla sede Coldiretti più vicina oppure scrivere a:

[email protected]@campagnamica.it

FONDAZIONE - Raffaella Cantagalli Raffaella Cantagalli - FONDAZIONE

Lo scorso mese di settembre è stato siglato l’accordo tra l’Unione Nazionale dei Produttori Ortofrutticoli e

la Fondazione Campagna Amica, allo scopo di rafforzare la collabo-razione per la realizzazione delle Botteghe di Campagna Amica, mediante la fornitura di prodotti da parte delle OP e AOP interes-sate al Consorzio Produttori di Campagna Amica.Si aggiunge così un altro tassello al progetto della Filiera Agrico-la Italiana, che sta rapidamente evolvendo anche nella Vendita Di-retta Organizzata, sotto forma di vere e proprie Botteghe agricole in città. L’Unione in tal senso gio-ca un ruolo importante, sposando il progetto di Coldiretti e facendo-sene portavoce presso i propri As-sociati. Ne abbiamo parlato con Stefano Franzero, il Direttore di Unaproa.

D. Direttore, come nasce l’idea di questo accordo?

R. E’ stato tutto molto naturale. Una volta capito il progetto, ade-rirvi ci è sembrato la cosa più giu-sta per offrire una nuova opportu-nità di vendita alle nostre OP. Noi crediamo che un’iniziativa innova-tiva come questa delle Botteghe re-alizzate dal Consorzio Produttori di Campagna Amica possa dare un grande “respiro”al mondo agrico-lo, diversificando i canali di ven-dita e avvicinando il mondo della produzione al consumatore. L’a-gricoltura è parte essenziale della società e dell’economia del Paese e come tale deve riconquistare tale ruolo strategico.

D. Lei rappresenta una grande moltitudine e varietà di aziende, per lo più strutturate ed organiz-zate. Come pensa che queste real-tà possano interagire con questo nuovo modello distributivo di vendita diretta?

R. E’ presto per dirlo con certezza. Le reazioni all’accordo sono in-dubbiamente positive ma occorre favorire la conoscenza di questo nuovo modello nei particolari. A regime credo che le OP possano svolgere una funzione essenziale sia come fornitori che come gestori delle Botteghe.

D. Ritiene che si stia entrando in una nuova fase organizzativa che possa portare a nuove dinamiche e a nuovi equilibri di mercato, in risposta a questa grave crisi che sta colpendo, non meno, anche il settore agricolo?

R. Non so se siamo già entrati in una nuova dimensione. Quello che è certo è che la situazione attuale è

ACCORDO FATTO TRA FONDAZIONE E UNAPROA: LE BOTTEGHE DANNO RESPIRO ALL’AGRICOLTURA

molto pesante e dobbiamo fare pur qualcosa per uscirne al più presto. In questo contesto sapersi mettere in discussione è sempre sinonimo di intelligenza. Non dimentichia-moci che le OP devono rispondere a specifici Regolamenti Comunitari ma se il mercato cambia, sarà nor-male che anche le Organizzazioni dei Produttori possano modificare il loro approccio e la loro organiz-zazione.

D. Concretamente quali sono gli obiettivi che l’Unione si prefigge per favorire nuovi sbocchi com-merciali e nuove opportunità per le aziende?

R. Credo che ci sia bisogno di mas-sima specializzazione e quindi di professionalità sempre adeguate ai nuovi bisogni. Cito una nostra iniziativa per tutte: i cinque colori del benessere. Mi sembra possa essere una risposta adeguata alle esigenze di oggi rico-noscendo alla produzione agricola la giusta dignità.

Intervista a Stefano Franzero, direttore dell’Unione dei produttori ortofrutticoli:“Le Op potranno svolgere una funzione essenziale sia come fornitori che come gestori”

“Abbiamo aderito per offrire una nuova opportunità di vendita ai nostri associati”

L’iniziativa punta ad offrire interessanti

opportunità di mercato alle imprese agricole

della rete oltre che assicurare trasparenza

ai consumatori

6 7IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA ANNO II - N°9 - Ottobre

I NUOVI MERCATISCELTI FRA I TANTI APERTI NELL’ULTIMO MESE

TORINO - Quei pomeriggi a tutto biologico

Dopo la pausa estiva riparte a settembre il mercato dei prodotti biologici avviato in forma speri-mentale in Piazza IV Marzo e ora trasferitosi presso i Giardini La Marmora, in via Cernaia. Ogni venerdì una quindicina di aziende

del territorio che seguono metodi di produzione biologica certificata portano in piazza ciò che la stagio-ne offre. Il mercato si svolge in ora-rio pomeridiano e ciò ha trovato il gradimento di tutti coloro che al mattino lavorano.

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TERMOLI - I mercati calano il pokerA Termoli cresce l’offerta di Cam-pagna Amica: oltre ai tre appun-tamenti settimanali del martedì e venerdì mattina in via Fratelli Brigida e del sabato mattina in via Inghilterra, la spesa a Km 0 si può fare anche ogni mattina, dal

lunedì al sabato, in via Cairoli. Un’opportunità in più per ap-prezzare i prodotti locali, la cui provenienza e qualità sono ga-rantite da un efficiente sistema di controlli delle imprese licenziata-rie del marchio.

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GUBBIO - Genuinità al Consorzio agrarioE’ stato inaugurato presso il Con-sorzio Agrario di Via Eugubina il Mercato di Campagna Amica di Gubbio: un appuntamento che si ripeterà tutti i sabato mattina e vedrà protagoniste le aziende del territorio e i loro prodotti, sani,

stagionali e tracciati. L’incontro tra produttori e con-sumatori è un beneficio per entrambi: gli uni ampliano le possibilità di reddito, gli altri ac-quistano prodotti genuini a prez-zi trasparenti.

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CALTANISSETTA - Le bontà arrivano nel Parco A Caltanissetta arriva il terzo merca-to di Campagna Amica: inaugurato a Settembre si svolge ogni mercole-dì pomeriggio al parco dell’istituto Testasecca in Via Lazio. Un momento importante per l’eco-

nomia nissena, capace di coniugare le più antiche tecniche produtti-ve con la modernità che il settore esprime. Molte le specialità pre-senti: dal miele alla pasta, dal pane all’olio, frutta, vino e formaggi.

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Il 25 per cento degli italiani ha aumentato nel 2011 la frequenza dei discount mentre, all’oppo-sto, ben il 38 per cento ha ridot-

to la propria presenza nei negozi tradizionali, che rischiano un vero crack mentre tengono sostanzial-mente i supermercati. E’ quanto emerge dalla presen-tazione dei risultati dall’Indagine Coldiretti-Swg a ottobre 2011 di-vulgata in occasione della diffusio-ne dei dati istat sul commercio al dettaglio. “Si evidenzia la tenden-za da parte di un crescente segmen-to della popolazione ad acquistare prodotti alimentari a basso prezzo nei discount, a cui però può cor-rispondere anche una bassa qua-lità con il rischio che il risparmio sia solo apparente ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. Risparmiare oltre un certo limite sul cibo può significare nu-trirsi di alimenti che possono avere contenuto scadente – ha precisato Marini - con effetti negativi sul pia-no nutrizionale, sulla salute e sul benessere delle persone. Non è un caso - ha continuato Ma-rini - che la prima mozzarella blu sia stata trovata proprio all’interno di un discount ma si registrano an-che casi di aglio blu, prodotti sca-duti o contraffatti. Un fenomeno di riduzione signifi-cativa dei negozi tradizionali deter-mina anche evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità ma anche un indebo-limento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani. A contrastare lo spopolamen-to dei centri urbani va segnalata

peraltro la crescente presenza di mercati degli agricoltori e di Bot-teghe di Campagna Amica. Una opportunità per i produttori e

La Guida “Mercati & Fattorie – La spesa a KM 0”, realizzata in collaborazione con De Agostini e a disposizione nelle librerie dalla metà di ottobre, è davvero unica nel suo genere. E’ infatti la prima in Italia con un’offerta così ampia di informazioni, appuntamenti, indicazioni utili per la spesa di ogni giorno e per le occasioni di turismo enogastronomico alla ricerca della qualità dei prodotti italiani. Inoltre “Mercati & Fattorie” è in qualche modo anche l’espressione del progetto avviato in Italia già da diversi anni da Coldiretti: quello della Filiera Agricola Italiana che ha portato a realizzare una filiera composta solo da prodotti agricoli e italiani capace di assicurare nuove quote di valore aggiunto al settore agricolo e chiari vantaggi ai consumatori. Questa Rete, ormai frequentata da milioni di cittadini, è composta da più

di 700 Mercati di Campagna Amica e da oltre 2000 fattorie, agriturismi o cooperative che vendono i loro prodotti direttamente nei locali aziendali. E questi numeri sono ancora in crescita, continuamente aggiornati sul sito www.campagnamica.it. Nasce quindi un prezioso compagno di viaggio per chi, girando l’Italia, voglia acquistare cibi davvero autentici che non ingannano mai, perché venduti direttamente da chi li ha prodotti. Ma in guida si trova anche di più: non solo dove poter acquistare un prodotto veramente italiano, garantito dal Marchio Campagna Amica, ma anche informazioni utili per gli acquisti, come ad esempio la lettura delle etichette, il significato dei vari marchi o le caratteristiche dei vari prodotti, e soprattutto un viaggio alla scoperta delle tipicità enogastronomiche delle varie regioni italiane.

ARRIVA LA GUIDA ALLA SPESA A KM ZEROIl volume realizzato in collaborazione con la De Agostini

per i consumatori che - conclu-de Marini – va anche a sostegno della storia, della cultura e della vivibilità dei centri urbani.

CROLLANO I NEGOZI, CRESCONO I DISCOUNT, MA IL BOOM VIENE DAI FARMER'S MARKETCambiano le abitudini di spesa degli italiani con l’aumento di mercati e botteghe degli agricoltoriAumenta chi cerca di risparmiare sul prezzo ma così facendo si espone a rischi alimentari

FONDAZIONE - Alessandra Gioggi

8 9IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA ANNO II - N°9 - Ottobre

La provincia di Siena si è arricchita di un nuovo ap-puntamento con il Made in Tuscany; il 29 settembre è

stato infatti inaugurato un nuovo Mercato di Campagna Amica nei locali coperti di Via Marconi. Que-sta apertura è la seconda nel terri-torio senese, dopo l’agrimercato di Colonna San Marco a Siena, e pre-cede di qualche mese le prossime aperture che sono previste in Val di Chiana e Chianti. Il mercato di Campagna Amica si svolge in pros-simità del centro storico di Poggi-bonsi ed ha nelle vicinanze ogni genere di servizi (parcheggi, ban-comat, fermate bus). Dieci produt-tori agricoli, un’importante strada di passaggio e due aperture setti-manali, il sabato e il martedì: tutto questo per avvicinare alla cultura del Km 0 e del mangiare sano i cit-tadini della Val D’Elsa e allo stesso tempo promuovere le eccellenze agroalimentari del territorio.

La formula è collaudata e deve il suo successo alla capacità di dare risposte alle esigenze tanto dei consumatori quanto dei produt-tori agricoli. Ciò che assicura continuità ai mercati è inoltre lo stretto rap-porto di fiducia che si crea tra produttori e consumatori attra-

A POGGIBONSI IL MERCATO FA… CULTURAIN DIECI A GARANTIRE IL MADE IN TUSCANYLa struttura al coperto di via Marconi è la seconda ad aprire i battenti nella provincia di SienaCollocazione strategica, servizi e prodotti di qualità le armi per conquistare i consumatori

Nei Mercati di Campagna Amica c’è anche il pesce con… la carta d’identità. L’iniziativa è stata lancia-

ta in Puglia dove nonostante due mesi di fermo biologico e la ripar-tenza graduale dell’attività di pe-sca i consumatori non hanno per-so l’abitudine di portare in tavola i frutti del mare. A Bari, in Via Papalia 2/a (quar-tiere Japigia), il punto di Vendita Diretta Organizzata di Campagna Amica propone, infatti, spigole, ombrine e orate, a prezzi imbat-tibili, direttamente dal mare alla tavola, tutti con regolare carta d’identità, garantita dall’Azienda Reho di Gallipoli. L'azienda nasce nel 2007 dall'idea dell'attuale amministratore, Aldo Reho, di allevare il pesce in mare aperto, rischiando - per ovvie ra-gioni - più degli impianti chiusi o

collocati in aree riparate e confe-rendo una consistenza e un sapore completamente diversi al pesce. L'azienda è certamente l'unico al-levamento di pesce in mare aperto in Italia che, con marchio proprio, sia riuscita a completare la filiera, garantendo sia prodotto fresco che trasformato rigorosamente 'made in Puglia'. L'impianto è particolarmente innovativo al fine di poter resistere all'aggressività del mare ed è dotato di strutture all'avanguardia della tecnica scelte e progettate dalla stessa azienda. I mangimi dati al pesce sono con-trollati dalla Asl e dalla stessa azienda, secondo protocolli inter-ni di qualità. Ogni singolo pesce viene marchiato in modo da essere riconoscibile e venduto in pun-ti vendita di grande affidabilità e serietà individuati sul territorio. L'azienda è cresciuta dedicando-

si anche a prodotti trasformati, quali gli sfilettati di spigole, orate e ombrine, confezionati in atmo-sfera modificata o sottovuoto. Il fermo biologico è stato sostenuto da Coldiretti ImpresaPesca, visto che i primi sei mesi dell’anno han-no visto il dimezzamento (-50%) del pescato in Italia, mentre sono aumentate le importazioni di pe-sce e preparazioni di pesce, che a gennaio-aprile hanno segnato un boom in valore (+16%).

A BARI ARRIVA IL PESCE TRACCIATOCON FRUTTA E VERDURA C’E’ ANCHE L’ORATAIl mercato degli agricoltori del capoluogo pugliese apre anche ai prodotti ittici “a km zero”Un’azienda garantisce prodotti “dall’acqua alla tavola” con tanto di carta d’identità

IL CONTA PUNTI

I Farmers Market, le Aziende agricole, gli Agriturismi e le Cooperative in vendita diretta che al Mese di Settembre hanno aderito alla rete nazionale delle imprese a marchio “PUNTO CAMPAGNA AMICA” sono:

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verso la valorizzazione della filie-ra corta che agli uni contribuisce ad aumentare il reddito e agli altri assicura acquisti convenienti e di qualità. I prodotti sono infatti stagionali, legati al territorio, tracciati e sicu-ri dal punto di vista alimentare. Ai Mercati di Campagna Amica spetta quindi un ruolo anche so-ciale ed economico perché ren-dono più competitive le imprese agricole e mantengono attive le produzioni e le tipicità del territo-rio che sono poi apprezzate anche al di fuori dei confini regionali e nazionali. Al mercato di Poggi-bonsi dunque si troveranno solo prodotti degli agricoltori toscani: vino del territorio, olio extraver-gine di oliva, salumi di cinta sene-se e non, conserve, verdure, for-maggi freschi e stagionati, pane di grano duro e tenero, prodotti da forno, cerali, miele e tante altre eccellenze locali.

L’allevamento è stato realizzato in mare aperto, tutto il pescato viene marchiato e commercializzato in diversi punti vendita selezionati

FONDAZIONEFONDAZIONE - Alessandra Gioggi

11ANNO II - N°9 - OttobreIL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA10

vicino a quello del micro-credito e del prestito al consumo”. Le caratteristiche principali del “Progetto Donne” sono state spiegate a margine della riunio-ne del Coordinamento Nazionale di Coldiretti Donne Impresa du-rante il quale, tra l’altro, è stato presentato un partenariato con le “colleghe” belghe. La delegazione delle imprenditri-ci appartenenti al "Bureau Natio-nal de l'Union des Agricultrices Wallonnes" effettuerà un tour nelle aziende toscane, emiliane e lombarde alla scoperta del pro-getto della Filiera Agricola tutta Italiana. Come ricordato dalla Re-sponsabile Nazionale Coldiretti Donne Impresa Adriana Bucco, il 2° Rapporto Nazionale sull’im-prenditoria femminile di Union-camere evidenzia come le imprese che vantano al loro interno delle donne siano in crescita anche in termini occupazionali, fortemen-te radicate nel territorio e, ancora più importante, siano più sane, con atteggiamenti più oculati e meno propensi alla speculazione.

ARRIVA LA LINEA DI CREDITO PER LE DONNE:FONDI PER IMPIANTI, LOCALI E MACCHINARIIl progetto è stato lanciato da CreditAgri Italia in collaborazione con Coldiretti Donne ImpresaIl plafond è stato pensato per tutte le donne che lavorano in azienda, anche se non sono titolari

Una nuova opportunità di fi-nanziamento dedicato alle donne che operano nelle aziende agricole anche se

non sono titolari. È l’iniziativa di CreditAgri Ita-lia, il confidi della Coldiretti, e di Coldiretti Donne Impresa, con la predisposizione di un plafond dedicato. I finanziamenti previsti dal pro-getto, che rientra nell’ambito de-gli accordi con il Gruppo Banco Popolare, potranno essere rim-borsati con rate trimestrali, seme-strali o annuali posticipate, con tassi riservati in convenzione. Uniche eccezioni, non potranno essere concessi per l’acquisto di immobili, di beni usati o spese non fatturate. L’importo massimo finanziabile è pari a 30.000 euro (il minimo è di 10.000 euro) e può riguardare anche investimenti per ristruttu-razione dei locali, impianti, mac-chinari ed attrezzature, arredi e mezzi di trasporto, oltre che per sistemi informatici integrati per l’automazione, comunicazione e impianti automatizzati. La durata dei finanziamenti sarà compresa da un minimo di 36 mesi ad un massimo 60 mesi, oltre al periodo di 6 mesi di preammor-tamento, durante il quale si resti-tuirà solo la quota di interessi e non la parte di capitale. “L’obiettivo del Progetto Donne – ha rimarcato Giorgio Piazza, presidente di CreditAgri Italia – è quello di finanziare progetti innovativi presentati dalle donne che operano nel settore agricolo. L’idea è quella di sviluppare un modello di finanziamento molto

Sono già cento le Botteghe degli agricoltori di Campagna Amica aperte in un mese sul territorio nazionale per garantire ai consumatori prodotti agricoli al cento per cento italiani provenienti esclusivamente da aziende agricole e cooperative. Lo ha annunciato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini in occasione dell’XI edizione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato a Cernobbio. Dal Piemonte, alla Lombardia passando dalla Toscana e dalle Marche fino alla Calabria e alla Puglia, si stanno moltiplicando i punti della prima catena di vendita diretta organizzata degli agricoltori italiani, un nuovo e moderno canale commerciale che si affianca alla Grande distribuzione e ai negozi di prossimità e che va ad integrare la rete già attiva di quasi diecimila frantoi, cantine, malghe, cascine e aziende agricole trasformate in punti vendita e i quasi mille mercati degli agricoltori di Campagna Amica già presenti su tutto il territorio nazionale. “Un vantaggio per i produttori – ha sottolineato il presidente

di Coldiretti, Sergio Marini, nel corso dei lavori del Forum ma anche per i consumatori che in ogni bottega di Campagna Amica potranno acquistare l’intera gamma di prodotti garantiti al cento per cento come italiani realizzati e trasformati direttamente dagli agricoltori. Dal campo alla tavola le arance della Sicilia, per esempio, saranno in “vendita diretta” nel cuore di Milano, mentre il Parmigiano Reggiano potrà essere acquistato nel centro di Roma anche se non sarà presente personalmente il produttore. E così per i vini, l’olio, i salumi, le conserve, le verdure e tutti gli altri prodotti dell’agricoltura che completeranno la gamma offerta in ogni bottega. Il piano prevede la possibilità di “esportare” le Botteghe anche all`estero. L`architettura commerciale si fonda su quattro perni: la Fondazione Campagna Amica, che garantisce origine italiana e filiera degli agricoltori; il Consorzio Produttori che è lo strumento per realizzare la “catena”; l`imprenditore agricolo che offre il proprio prodotto; il punto vendita denominato “La Bottega di Campagna Amica”.

CON JESI SONO GIA’ A QUOTA CENTO

A JESI LA BOTTEGA A TUTTO MADE IN ITALY“PER LA CITTA’ IMPORTANTI PROSPETTIVE”Inaugurata nella cittadina federiciana la prima struttura ad essere aperta nelle MarcheAlla cerimonia presente anche il presidente del Consorzio Filipuzzi. E il sindaco ci fa subito la spesa

Insalata, pere, pasta, vino, olio, ma anche mozzarella di bufa-la campana e biscotti di grano piemontese. Sono i prodotti

tutti agricoli e tutti italiani che si possono trovare nella Bottega di Campagna Amica di Jesi, il primo punto vendita del genere ad essere aperto nelle Marche e inaugurato da Coldiretti nel corso di una ce-rimonia svoltasi nei locali di via Sanzio 20. Apertura tutti i giorni dal lunedì al sabato, con orario 7.30-13 e 16.30-20. Vi hanno pre-so parte Claudio Filipuzzi, pre-sidente nazionale del Consorzio Produttori, il presidente di Coldi-retti Ancona, Maurizio Monnati, il sindaco di Jesi, Fabiano Belcecchi, il Vescovo di Jesi, mons. Gerardo Rocconi, accanto a Michele Sac-coni, l’imprenditore jesino titolare della Bottega, al direttore di Col-diretti Marche, Angelo Corsetti, e al direttore della federazione provinciale, Claudio Massaro. “L`obiettivo - hanno spiegato Fi-lipuzzi e Monnati - è creare una rete organizzata per riportare red-dito agli agricoltori, contrastando l’insostenibile furto di identità e di valore che subiscono i prodotti nel passaggio dal campo alla tavola”. Il sindaco Belcecchi ha sottolineato come il progetto apra “importanti prospettive grazie al fatto di pun-tare sul made in Italy e sono sicuro sarà bene accolto dalla città”. Lo stesso primo cittadino è stato poi il primo a fare la spesa nella Botte-ga, comperando vino, olio e pasta. Il funzionamento della Bottega è semplice: l’imprenditore agricolo o la cooperativa che apre il punto vendita sceglie i prodotti che vuole commercializzare esclusivamente

tra quelli del Consorzio Produt-tori, società cooperativa agricola di cui è socia Coldiretti. In questo modo si ha la garanzia della pro-venienza italiana e agricola di tutti gli alimenti, ma anche del rispetto di determinati parametri in fatto di qualità e sicurezza. Il quadro è completato da un meccanismo di controlli a cui sovrintende la Fon-dazione Campagna Amica, avva-lendosi anche di un ente terzo.

Finanziamenti fino a trentamila euro. La durata va da un minimo di 36 mesi a un massimo di 60. I fondi potranno essere rimborsati con rate a tasso riservato

FONDAZIONEFONDAZIONE

13ANNO II - N°9 - Ottobre

È nato un nuovo modo di vendere

i tuoi prodotti!

Oggi esiste un motivo in più per aderire a Fondazione Campagna Amica:

puoi diventare fornitore delle Botteghe di Campagna Amica

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Come ogni anno, nella se-conda metà dell’autunno gli appassionati di cucina contraggono la febbre del

Tuber magnatum pico, l’ambitissi-mo tartufo bianco. L’attrazione per il tubero ha forti radici chimiche: essendo privo di organi sessuali appariscenti – di fiori, insomma, il tartufo ha come unico mezzo per propagare le proprie spore quel-lo olfattivo, emanando molecole odorose particolarmente simili ai feromoni, che costituiscono un ri-chiamo affine a quello sessuale per cani, maiali… e anche per l’uomo.La città del tartufo per antonoma-sia è Alba, tant’è vero che “Tartufo d’Alba” è uno dei nomi del ricer-cato tubero, ma la variegata realtà racconta di un’Associazione Città del Tartufo con una cinquantina di comuni iscritti. Non è un mistero che le Langhe non siano in grado di coprire il proprio fabbisogno di tartufi, specie con una fiera (quest’anno dall’8 ottobre al 13 novembre) che catalizza l’attenzio-ne mediatica e un’asta in cui i tu-beri di maggiori dimensioni realiz-zano cifre da capogiro. Insomma, diciamo che circa metà dei tartufi “di Alba” sono alloctoni, e molti di provenienza balcanica; riconoscere quegli autentici è lavoro per occhi e nasi esperti. Fra le altre località italiane, la più celebre è probabilmente Acquala-gna, nelle Marche, seguita da San Miniato in Toscana e da Gubbio, capitale umbra del tartufo bianco. Tuttavia, una percentuale stimabi-le intorno al 40% della produzione nazionale viene dal Molise: località come San Pietro Avellana, Agnone e Macchiagodena non saranno ce-

lebri come quelle sopra citate, ma custodiscono nel loro sottosuolo tesori che non di rado raggiungono dimensioni da record, anche oltre il chilogrammo di peso. Il tartufo bianco va ripulito dai residui di terra utilizzando prima uno spazzolino di media durezza e poi un panno asciutto; non va as-solutamente bagnato con acqua. Si utilizza pressoché esclusivamente a crudo e bastano piccole quantità per aromatizzare a dovere un piat-to; tipicamente molisani saranno i cavatelli di Trivento conditi con una spolverata di tartufo, o un piatto semplicissimo come le pata-te tartufate. La delicatezza dei sa-pori, qui, sconsiglia l’abbinamento con il principe dei vini locali, la robusta Tintilia, il cui corpo im-

portante chiama carni succulente; possiamo però prendere in prestito prodotti tipici di altre zone tartufi-cole, come un Barolo o un Verdic-chio dei Castelli di Jesi, meglio se con qualche anno sulle spalle.Per quanto riguarda la conserva-zione, c’è poco da fare: il tartufo va conservato in frigorifero, avvolto nella carta assorbente che avrete l’accortezza di cambiare quotidia-namente, ma anche così va consu-mato nel giro di tre o quattro gior-ni. Se siete così fortunati da averne quantità importanti, i suggerimenti sono due: preparare un condimen-to con 30 grammi di tartufo ogni 100 grammi di burro, che garantirà il delizioso aroma sulla vostra tavo-la per un lungo periodo, oppure invitare tanti amici!

TARTUFI BIANCHI? LI TROVI IN MOLISE!LA REGIONE CAPITALE DEL PREZIOSO TUBEROIl territorio molisano vanta il titolo di primo produttore di una delle specialità più ricercateMa le località più famose restano la piemontese Alba, la marchigiana Acqualagna e l’umbra Gubbio

Il tuber magnatum pico continua ad essere protagonista dei week end enogastronomici autunnali

Fabio Cagnetti - ITINERARI DEL GUSTO

14 15IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA ANNO II - N°9 - Ottobre

solo quel prodotto, nel caso pesche e nettarine, e solo in quelle condi-zioni, perché al mutare delle condi-zioni del mercato, l’accordo può essere rivisto. L’accordo, come det-to è volontario, e come tale è pieno diritto della GDO decidere o meno di condividerlo. Ma questa è solo una loro scelta. Il secondo fronte è quello relativo alla regolamentazio-ne di alcune pratiche, quali la scon-tistica, il sottocosto, i tempi di paga-mento, elementi che sono stati messi sotto osservazione più volte anche dalla Commissione e dal Par-lamento europeo, senza avere, fino ad oggi, trovato una possibile solu-zione. Aspetti su cui hanno lavorato molto in Francia, anche a livello legislativo, e che devono trovare un percorso adeguato anche in Italia, perché certe azioni, soprattutto per prodotti deperibili con una campa-gna di commercializzazione che dura pochi mesi, possono pregiudi-care l’andamento del mercato senza che ci sia il tempo per recuperare. C’è chi guarda al fatturato comples-sivo del punto vendita, utilizzando alcuni prodotti come esca per il consumatore, c’è chi lavora solo con l’ortofrutta o solo con pesche e nettarine e se non guadagna con quelle… Il terzo fronte è quello del-la condivisione di alcune strategie commerciali. Le pesche, in senso lato, sono un prodotto problemati-co. Se la logica della distribuzione organizzata rimarrà quella delle pe-sche dure, acerbe, o delle primizie a tutti i costi, nel vero senso della pa-rola, o la ricerca ci darà delle varietà gradevoli anche in questa situazio-ne, oppure il mercato sarà sempre più difficile. Al di là di tutti gli altri problemi, o si risolve questo “equi-voco” rispetto alle caratteristiche del prodotto, con buona parte della distribuzione organizzata, oppure potremo avere campagne discrete e campagne disastrose, ma faremo fa-tica a recuperare il consumatore, a fidelizzarlo al prodotto. Anche dal punto di vista del rispetto delle nor-

me di commercializzazione proprio non ci siamo. Se la distribuzione organizzata rispetta mediamente l’obbligo di etichettatura o di car-tellinatura, cosa spesso carente o del tutto assente, ad esempio, nei mercati rionali, troppo spesso i pro-dotti non sono quelli che dichiara-no di essere. Tutto questo soprat-tutto su prodotto primo prezzo, quello che viene usato come esca nei confronti del consumatore. Prezzi e ricarico: si sono viste situa-zioni allucinanti per il ricarico pra-ticato. Ci sarà anche il calo dei con-sumi, una riduzione dei volumi venduti, ma non si può pensare, per mantenere il fatturato inalterato, di caricare tutto sui rimanenti chili di venduto. Il caso delle pesche piatte è sicuramente significativo. Questo prodotto, con caratteristiche orga-nolettiche di sicura attrattività per sapore, profumo, forse anche la cu-riosità per l’aspetto non consueto, rappresenta una anomalia su cui vale la pena fare una riflessione. Quello che colpisce è il fatto che in questa nicchia si sono visti prodotti venduti al dettaglio a cifre notevoli, sfiorando i 4€ per confezioni da mezzo chilogrammo (16.000 lire/kg e non controstagione!!). Non sarà, forse, che quando il prodotto è buono, goloso, il consumatore, o almeno una parte dei consumatori, è disponibile a spendere? Non vale la pena provare a rilanciare i frutti maturi nella Gd? Qualcuno ci sta provando: frutti di buona pezzatu-ra (da AA in su), presentati al giusto grado di maturazione, quindi molto delicati, in confezioni protettive chiuse, in materiale riciclabile, bio-degradabile. Un bel prodotto, pre-

ORTOFRUTTA, NELL’ANNO DELLA CRISI LA SOLUZIONE È NELLA VENDITA DIRETTAL’estate 2011 verrà ricordata come una delle campagne più nere mai vissute per l’intero settoreUn viaggio all’interno della situazione e delle contraddizioni della filiera agroalimentare

L’estate 2010 sarà ricordata, a causa anche dell’allarme Escherichia coli, come una delle campagne più nere per

il settore ortofrutticolo italiano. Coldiretti e le altre realtà del settore hanno presentato al ministro un documento unitario su “Interventi urgenti per il settore ortofruttico-lo”, dove sono riportate una serie di attività da intraprendere immedia-tamente ed altre destinate ad avere un respiro più ampio, per cercare di evitare che problematiche di questo tipo si possano ripresentare anche il prossimo anno. Nel primo punto viene richiesto un autorevole inter-vento ministeriale per promuovere la sottoscrizione dell’accordo inter-professionale per pesche e nettari-ne, accordo non sottoscritto dalla Gdo, e per disciplinare i rapporti con la distribuzione per quanto ri-guarda la scontistica, il sottocosto ed i tempi di pagamento. Vi è la ri-chiesta di coordinare le misure dei ritiri previsti dall’Ocm ortofrutta tramite le Op, con misure straordi-narie analoghe a quelle adottate per

l’emergenza Escherichia coli, oltre ad altri interventi sul credito (so-spensioni rate e pagamenti, etc.). Il documento affronta la necessità di mettere mano ad una vera e propria ristrutturazione del settore. Ci sof-fermiamo sul primo punto, inter-professione e rapporti con la distri-buzione organizzata, cercando di chiarire, se possibile, alcuni aspetti, con riferimento alla campagna di pesche e nettarine, ma lo stesso ra-gionamento potrebbe valere per le angurie o le pere o l’uva da tavola, etc. La mancata sottoscrizione da parte della GDO dell’accordo in-terprofessionale non è la causa di tutti i problemi e probabilmente neppure “la soluzione”, ma nella sostanza ha reso nulla l’unica deci-sione che avrebbe potuto consenti-re di alleggerire il mercato, mo-strando indifferenza agli allarmi del resto della filiera. Sia chiaro che un accordo di questo tipo è un atto vo-lontario, ma non si può neppure pensare che la parte agricola si dia delle regole che valgano solo per il prodotto nazionale, quando poi il

sentato bene, che viene massacrato se non viene mantenuta la catena del freddo. Come uscirne. Così cre-diamo che non ci guadagni nessu-no, neppure la Gd che non riesce a rilanciare i volumi di vendita. E’ chiaro che deve esistere una mag-giore sinergia tra fornitori e distri-butori, per ottimizzare le vendite di un prodotto che, se di soddisfazio-ne per il consumatore, può incre-mentare i volumi di vendita, ma con strategie, qualità e ricarichi adegua-ti. Perché non intraprendere un percorso diverso, nuovo, ma in fon-do, vecchio, senza gestire le pesche, e l’ortofrutta in generale, come se fossero scatolette qualsiasi? Ne guadagnerebbero i produttori, i consumatori, ma anche i bilanci dei distributori. Per fortuna c’è un ca-nale che sta “lavorando” sulle papil-le gustative dei consumatori e che sta riformando l’abitudine al gusto. E’ quello della vendita diretta, nelle sue diverse declinazioni, che riporta all’attenzione dei consumatori il vero sapore e la stagionalità dell’or-tofrutta. Non è una operazione semplice neppure nella vendita di-retta. E’ capitato questa estate di confrontarsi con imprenditori che raccontavano di aver dovuto rinun-ciare ai sacchetti biodegradabili ed alle borse di stoffa, perché non adatti alla frutta estiva matura. Quindi ciliegie, albicocche, pesche e nettarine, susine, venduti in pa-della monostrato, per evitare che si possano rovinare. Certo così è più complicato, ma ne guadagna il gu-sto. E una volta che il consumatore ha riscoperto il vero sapore di pe-sche e nettarine, i cestini della GDO, chi li guarda più!

prodotto di importazione non sa-rebbe tenuto al rispetto di quelle stesse regole. Non si ha neppure la pretesa che l’accordo sia condivisi-bile al 100%, né si pensa che nelle campagne si sarebbero fatti i salti di gioia, ma poteva essere l’inizio di un nuovo percorso. In sostanza tutti i soggetti aderenti all’organismo in-terprofessionale, agricoli e non, hanno condiviso il testo dell’accor-do, tranne i rappresentanti della distribuzione organizzata, che si sono però detti disponibili a sotto-scrivere un accordo che riguardasse solo la produzione nazionale, man-tenendosi liberi di agire sul fronte del prodotto di importazione. Non si può, in ogni caso, nascondere che, anche quando la GDO avesse sottoscritto il documento, ci sareb-be stato il problema dei controlli del rispetto dello stesso. In ogni caso, al di là dell’accordo specifico, si ritiene che ci siano tre fronti di discussione inevitabilmente da aprire con la distribuzione organiz-zata. Il primo fronte è quello relati-vo al prodotto. Discutere se vi sia la possibilità, in casi particolari, come era quello delle pesche e delle net-tarine di quest’estate, di decidere, tutti insieme, di non immettere in commercio determinate topologie di prodotto. E’ chiaro che la parte agricola per decidere di non com-mercializzare il calibro “C” o la se-conda categoria, non ha bisogno della grande distribuzione, ma solo per la produzione nazionale. Solo se le altre categorie, grossisti, picco-lo e grande commercio, mercati, decidono di condividere questa de-cisione, la si può estendere anche al prodotto di importazione. La por-tata di questi accordi riguarderebbe

I mercati degli agricoltori riportano l’attenzione sul sapore e sulla stagionalitàdei prodotti

FONDAZIONE - Massimiliano Paoloni Massimiliano Paoloni - FONDAZIONE

16 17IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA ANNO II - N°9 - Ottobre

Con la campagna olearia 2011 in pieno svolgimento, quale migliore occasione per rifa-re l’etichetta delle bottiglie

e delle latte, considerando che nuo-vi strumenti di comunicazione sono a disposizione delle imprese olivico-le? Ottemperando alla normativa sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute (Reg. 1924/2006 CE), ed in base ai pareri più recenti di EFSA, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, sarà possibile mettere in evidenza – sia in etichetta che in più ampi messaggi ai consumatori – alcune caratteristiche nutrizionali positive. Vediamoli, nella formula-zione corretta di utilizzo.• "In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, l'olio extravergine di oliva è un alimento che contiene naturalmente vitamina E (oppure: “fonte naturale di vitamina E”), ri-conosciuta proteggere le cellule del corpo umano dal danno ossidativo”• “In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, la sostituzione di grassi saturi con grassi monoinsaturi e po-linsaturi contenuti nell'olio extra-vergine di oliva può aiutare a man-tenere i normali livelli di colesterolo LDL nel sangue"• “In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, i polifenoli dell'olio di oliva possono combattere lo stress ossidativo” oppure: “hanno effetti antiossidanti”, oppure: “migliorano il metabolismo dei grassi”,” oppu-re: “proteggono la frazione LDL dal danno ossidativo”Condizioni d’uso. Per la Vitamina E, è necessario – se si vuole indicare la salubrità nella

formula di cui sopra – che una por-zione assumibile quotidianamente (riconosciuta in 2 cucchiai da ta-vola al giorno, equivalenti a circa 30 grammi) copra almeno il 15% del fabbisogno giornaliero, pari a 20 mg di tocoferolo. Per l’olio ex-travergine di oliva non dovrebbero esserci problemi a raggiungere tale valore soglia. In ogni caso, nell’in-certezza, analisi chimiche sul pro-dotto possono fornire le adeguate garanzie. Per i grassi monoinsaturi, a norma della Direttiva 496/90 CE, qualora si intenda comunicare al consumatore il contenuto di acidi grassi monoinsaturi, si deve indica-re anche la presenza di grassi saturi. Una tabella nutrizionale completa (vedi Tabella 1) semplifica le cose e fornisce una informazione più com-pleta al consumatore. Questo è maggiormente vero dal momento che nell’indicazione salutistica di EFSA compare un confronto tra grassi monoinsaturi e grassi saturi.Per il messaggio sui polifenoli, la situazione è appena più incerta. In via precauzionale, si consiglia di effettuare analisi chimi-che volte a quantificare la presenza di idrossitirosolo ed oleoeuropei-na, i due polifenoli considerati da EFSA, e assicurarsi che i soliti 2 cucchiai al giorno garantiscano la copertura del valore soglia di 5 mg degli stessi (come somma).Tuttavia, non è escluso che l’indicazione pos-sa essere utilizzata, dietro rischio imprenditoriale, e sul solo olio ex-travergine di oliva (notoriamente più ricco in composti fenolici) nel seguente format: “In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare i polifenoli dell'olio di

oliva possono combattere lo stress ossidativo*. In tal senso, 5 mg di idrossitirosolo e derivati, che EFSA considera assumibili su base giorna-liere tramite l’ordinario consumo di olio extravergine di oliva ed entro una dieta bilanciata, garantiscono tale effetto”. *oppure: “hanno ef-fetti antiossidanti”, oppure: “mi-gliorano il metabolismo dei grassi”, oppure: “proteggono la frazione LDL dal danno ossidativo”.In effetti non dovrebbero esserci particolari controindicazioni a tale messaggio sull’olio extravergine di oliva. EFSA precisa – riferendosi ai 5 mg di polifenoli indicati – che “questo quantitativo può essere fa-cilmente assunto nel contest di una dieta bilanciato, tramite un mode-rato consumo di olio di oliva. La concentrazione in alcuni oli di oliva può tuttavia essere troppo bassa per consentire l’ingestione del quantitativo sufficiente di polifenoli entro una dieta bilanciata”.Certi oli (e quindi l’olio di oliva raf-finato) “possono avere un contenu-

L’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA SI RIFÀ… L’ETICHETTA PER COMUNICARE MEGLIO Un vademecum ragionato ai nuovi strumenti che sono oggi a disposizione dell’impresa agricolaTutte le caratteristiche nutrizionali e salutistiche che è possibile indicare nelle confezioni

to troppo basso di questi polifeno-li”, ma l’olio extravergine italiano conferisce mediamente una buona disponibilità di polifenoli rispet-to a cultivar non italiane o all’olio raffinato. Una analisi caso per caso sulle cultivar, periodo di raccolta, condizioni climatiche può permet-

tere una maggiore certezza analitica e sicurezza commerciale degli ope-ratori, in attesa che la Commissione Europea si esprima con più chiarez-za su questo punto.Ulteriori aspetti da considerareGli orientamenti dell’Antitrust circa pubblicità ingannevole ed in-

formazione ingannevole ai consu-matori tengono nel massimo parere le indicazioni date da EFSA, rico-nosciuta del resto dalla normativa comunitaria (reg. 1924/2006 CE) come il massimo parere scientifico in materia. Di conseguenza, con-sigliamo vivamente ove possibile e ove lo spazio in etichetta lo con-senta, di citarla. Va altresì conside-rato che, stante il principio che tali indicazioni sulla salute andranno recepite tramite atto formale dalla Commissione Europea, i pareri di EFSA non hanno un valore giuri-dico vincolante. Gli imprenditori di conseguenza possono usare i vanti approvati da EFSA, “a loro rischio e pericolo”, significando ciò che devono attenersi a diligenza professionale, informazione traspa-rente e dimostrare sempre buona fede, contestualizzando i messaggi promozionali in modo da non diso-rientare o ingannare il consumatore, anche semplicemente “suggerendo o sottintendendo” diverse proprietà salutistiche rispetto a quelle emi-nentemente autorizzate da EFSA. In particolare, andrebbero trattate con la massima cautela tutte le in-formazioni aggiuntive che spingo-no per un maggiore consumo del prodotto, e che potrebbero essere considerate in modo negativo dal-le autorità di vigilanza. Ricordiamo altresì che non sono a nessun titolo autorizzate indicazioni sulla salute riferite a olio (EV) di oliva e:- protezione cardiovascolare- regolazione del glucosio del san-gue - mantenimento di normali li-velli di colesterolo HDL nel sangue - mantenimento di normali livelli di colesterolo LDL nel sangue - man-tenimento di una pressione sangui-gna normale - mantenimento di una normale concentrazione di triglice-ridi nel sangue - proprietà anti-in-fiammatorie - difesa del corpo dagli agenti esterni- aiuto delle normali funzioni del tratto intestinale- aiuto per la salute del tratto respi-ratorio superiore

Per 100 grammi Per dose giornaliera (pari a 30 grammi) assumibile nell'ambito di una dieta varia ed equilibrata

Messaggio ammesso in etichetta

Valore energetico 900 kilocal 3762 kjoule

Proteine 0 0

Grassi 90 gr 27 gr

di cui monoinsaturi 73 21,9 “In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, la sostituzione di grassi saturi con grassi monoinsaturi e polinsaturi contenuti nell'olio extravergine di oliva può aiutare a mantenere i normali livelli di colesterolo LDL nel sangue"

di cui saturi 9 2,7

di cui polinsaturi 8 2,4

carboidrati 0 0

di cui zuccheri 0 0

fibre 0 0

Sodio 0 0

Vitamina 17 mg 5,1 mg, pari al 25,5% della Dose Giornaliera Raccomandata

"In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, l'olio extravergine di oliva è un alimento che contiene naturalmente vitamina E (oppure: “fonte naturale di vitamina E”), riconosciuta proteggere le cellule del corpo umano dal danno ossidativo”

Polifenoli dell'olio di oliva

5 mg di polifenoli (idrossitirosolo e oleoeuropeina (consumabili entro una dieta bilanciata)

“In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, i polifenoli dell'olio di oliva possono combattere lo stress ossidativo”

TABELLA 1- Fac Simile tabella nutrizionale olio (ev) di oliva

FONDAZIONE - Rolando Manfredini Rolando Manfredini - FONDAZIONE

18 19IL PUNTO DI CAMPAGNA AMICA ANNO II - N°9 - Ottobre

LETTO PER VOI - Stefano Masini Toni De Amicis - FILIERA COLTA

Forse potrebbe apparire di-stante dall’interesse ad or-ganizzare e consolidare una filiera economica diretta, in

modo alternativo alla grande di-stribuzione, alla soddisfazione dei bisogni e i desideri dei consumato-ri in termini di salute e benessere oltre che di conoscenza e traspa-renza, soffermarsi, con qualche considerazione, su un libro dedi-cato al significato della bellezza ed alle controverse analisi intorno al giudizio estetico, al fine di cercare il posto che tale concetto occupa nella nostra vita (Roger Scruton, La bellezza. Ragione ed esperienza estetica, Ed. Vita E Pensiero, Mila-no 2011, p. 181, € 16).Si può, però, partire da un’an-notazione rilevante, soprattutto, nell’ambito economico: vale a dire che il nostro Paese continuerà ad essere contrassegnato esternamen-te e a differenziarsi per la sua cul-tura della qualità. Il made in Italy¸ generato dal modo di vivere, si pre-sta, in questo senso, a valorizzare la nostra capacità di progettare abiti e calzature che prestano attenzio-ne alle caratteristiche del corpo o prodotti alimentari che soddisfano il gusto e premiano l’identità. Dalle radici del bello possiamo, forse, far ripartire la nostra economia.L’interrogativo sollevato è, per al-tro, se si possa procedere alla ri-cerca del bello secondo standard stabiliti che non risultano dalla prevalenza di gusti o inclinazioni della moda. E ciò nell’arte, nel-la musica, nell’architettura o, per quanto interessa, nel paesaggio o nell’alimentazione. L’Autore ritie-ne, a ragione, che la bellezza sia un valore reale così profondamen-

te radicato nella natura razionale dell’uomo, da contrassegnarne profondamente l’esperienza. E, al di là delle motivazioni che ne sup-portano il fondamento in base al pensiero dei filosofi, da Platone a Kant, a noi interessa attardarci più concretamente, su qualche spunto utile a focalizzare il ruolo dell’agri-coltura nell’economia della cono-scenza.A partire dall’attenzione al conte-sto in cui si svolgono normalmen-te le attività produttive e trova espressione il desiderio di ordine e di armonia e, cioè, il territorio: quando esso ha una propria origi-nale configurazione ed è il risultato del lavoro dell’agricoltore riveste indubbiamente un valore estetico. Il paesaggio agrario è fatto, appun-to, di una serie indefinita di bel-lezze minimali che sono “di gran lunga più importanti...e più pro-fondamente coinvolte nelle nostre decisioni razionali di quanto non lo siano le grandi opere” (p.18).

SCRUTON, RIPARTIRE DALLA BELLEZZA PER FAR CRESCERE LA NOSTRA ECONOMIAL’Italia deve continuare a differenziarsi puntando sulla cultura della qualità e del territorioLe considerazioni sull’estetica dell’autore finiscono per abbracciare anche l’ambiente e i sapori

Quante volte, del resto, scopriamo che proprio riguardo agli edifici rurali la funzione architettonica sia strettamente collegata allo sco-po estetico tanto da esprimere una perfetta misura di equilibrio con lo spazio circostante?In modo più o meno consapevo-le, gli agricoltori hanno nel tempo plasmato un paesaggio che non è inanimato e, perciò, da vincolare come oggetto di contemplazione e tale da poter sfuggire dalla realtà economica in continua trasforma-zione. La sua immagine deriva, in-fatti, dal lavoro e dagli investimenti e la sua tutela richiede il sostegno dell’opera degli agricoltori per la disposizione delle colture, dei mu-retti, dei fossi e delle strade.Anche i sensi, cambiando prospet-tiva, sono coinvolti nell’esperien-za della bellezza. Scrive l’Autore: “non ci sono forse belle fragranze e bei sapori come pure belle vedu-te e bei suoni?” (p. 28). Egli , però, svaluta la sensazione che riceviamo dal cibo rispetto alla presentazione di suoni, parole o note, dimenti-cando come la nostra immagina-zione possa coinvolgere e cattura-re attraverso gli odori l’esistenza vissuta e stimolare interessi per un buon cibo associato ad un bel pa-esaggio.In fondo, per tornare alla realtà, quando passeggiamo tra i banchi di frutta esposti nei mercati di ven-dita diretta o nelle botteghe degli agricoltori quelle fragranze (e quei colori) non ci portano a ricostrui-re un’esperienza meno complicata ma più romantica e bella di quella che viviamo in un supermercato affollato, asettico e artificialmente profumato?

Roger ScrutonLa bellezza. Ragione ed esperienza esteticaEditore: Vita E PensieroPg.181 - 16,00 Euro

PRODURRE BENE DEVE ESSERE LA NOSTRA RESPONSABILITÀ PRIMARIAMetodi di coltivazione o indirizzi inadeguati possono avere conseguenze anche disastroseDalla Fondazione un’azione quotidiana per garantire una buona alimentazione e un ambiente sano

La politica agricola ha subito negli anni una serie di im-portanti riforme che hanno cambiato profondamente la

percezione del nostro lavoro nei campi. Da tempo i cittadini di tutta Europa chiedono una nuova agricoltura in grado di assicurare non solo alimenti, ma anche bel-lezze naturali, paesaggi, proposte educative, attività ricreative e tu-ristiche.D’altronde la coltivazione e la gestione della terra sono attività chiave per far fronte ad alcune tra le principali sfide che l’umanità è chiamata ad affrontare. Arrestare il collasso della biodiversità, miti-gare e combattere i cambiamenti climatici, mantenere le risorse idri-che abbondanti e pulite sono solo alcune delle sfide ambientali che richiedono mutamenti profondi nelle modalità con cui in Europa si utilizza e gestisce le risorse della terra.L’agricoltura interessa circa la metà della superficie del no-stro Continente e di conseguenza ha delle notevoli implicazioni per quanto riguarda la conservazione delle risorse naturali. Oltre il 60% dell’acqua dolce consumata viene utilizzata per attività legate all’a-gricoltura e all’allevamento. L’a-gricoltura ha modellato il paesag-gio dell’Europa così a lungo che la maggior parte della biodiversità europea è legata alle attività agri-cole tradizionali e molte specie e habitat dipendono attualmente da una particolare gestione agricola. Questo aspetto, oltre alla vulnera-bilità del processo di produzione del cibo, rendono l’agricoltura im-plicitamente diversa da molti altri settori economici.

L’agricoltura in Europa riveste quindi un ruolo fondamentale nel-la gestione e nell’uso sostenibile delle risorse naturali: garantire alla società risultati positivi e sosteni-bili dipende in gran parte dell’a-dozione del tipo giusto di colti-vazione, delle tecniche giuste nel posto giusto. Metodi di coltiva-zione o indirizzi produttivi inade-guati possono avere conseguenze disastrose per l’ambiente naturale e mettere a repentaglio anche la credibilità dell’offerta alimentare.L’agricoltura può avere pertanto un impatto positivo quanto un impatto negativo sull’ambiente in funzione a come si usano beni fondamentali per tutti noi, come l’acqua, il suolo, la flora, la fauna, il calore, l’aria, le risorse energeti-che e il paesaggio.

Con l’esposizione demografica alle porte (dai 6 miliardi di individui che siamo oggi sulla terra, tra 15 anni si prevede di superare gli 8) il ruolo primario dell’agricoltura continuerà ad essere sempre la produzione di cibo: tuttavia, so-prattutto nei Paesi occidentali, do-vrà svolgere sempre più anche un insieme complesso di funzioni, tra le quali quella della fornitura dei molteplici benefici ambientali, co-niugati con la produzione di mate-rie prime e cibi di qualità.E’ questa la responsabilità che Fondazione sta cercando di diffon-dere con la sua azione quotidiana, è questa la responsabilità che de-vono assumersi e condividere con noi le imprese agricole che aderi-scono alle Rete dei Punti Vendita a marchio Campagna Amica.

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