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Notizie PERIODICO BIMESTRALE dell’ARCISPEDALE S. MARIA NUOVA di REGGIO EMILIA Notizie 2 Reg. Trib. di Reggio E. n. 940 del 11/02/97 ANNO VII - 2001 - N. 2 Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96.Filiale di Reggio Emilia
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Notizie

PERIODICO BIMESTRALE dell'ARCISPEDALE S. MARIA NUOVA di REGGIO EMILIA

Notizie

2 Reg. Trib. di Reggio E. n. 940 del 11/02/97 ANNO VII - 2001 - N. 2Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96.Filiale di Reggio Emilia

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pag. 2 Notizie - Aprile �01 n. 2

SOMMARIO

Direttore ResponsabileMaria Lodovica Fratti

RedazionePatrizia Beltrami

Catia ColliLiviana Fava

Maria Lodovica FrattiMonica GubertiMirco PinottiMarzia Prandi

Lidia ScalabriniLuca Scarano

Hanno collaboratoa questo numero

Sara BaruzzoBarbara Curcio Rubertini

Sonia CeccarelliLoretta FontanesiDebora Formisano

Giovanni FornaciariGiovanni GuatelliAnnarita Guglielmi

Annamaria PisiMaria Ravelli

Angela Saffioti e Infermieri Centrale OperativaVittoria Sturlese

Ivan TrentiNicoletta Vinsani e Infermiere Pediatria

Progetto Graficoe realizzazione Grafica

Lidia Scalabrini

Le immaginidi questo numero

sono state realizzate da:Foto: Servizio di Documentazione

Fotografica Medico-Scientifica

Sede RedazioneVia L. Sani, 15 - 42100 R.E.

Tel. 0522/296835-296836 - Fax 0522/296843E-mail: [email protected]

StampaA.T.A. Correggio

Questo giornale non inquina,utilizza carta ecologica

non trattata con cloro

SOMMARIO

NOTIZIE

PERIODICO BIMESTRALEdell'ARCISPEDALE S. MARIA NUOVA

di REGGIO EMILIAReg. Trib. di Reggio E. n. 940 del 11/02/97

ANNO VII - 2001 - N. 1Spedizione in abbonamento postale

art. 2 comma 20/c legge 662/96.Filiale di Reggio Emilia

Filo diretto con laDirezione AziendaleFilo diretto con laDirezione Aziendale

IN PRIMO PIANOCarta dei Valori e degli Impegni pag. 3Visite di verifiche sui requisiti di autorizzazione pag. 5Piano di Emergenza Interna - La sicurezza in evoluzione pag. 7

I SERVIZI RACCONTATISegreteria unificata Dipartimento Chirurgico 1° pag. 8Nuova sede per il Day Hospital Ematologico pag. 9Chi è l�infermiere della Centrale Operativa 118 pag. 10

INSERTOCodice di comportamento dei dipendentidelle pubbliche amministrazioni pag. 11

FORMAZIONEInfermieri in Pediatria: noi vi accogliamo così pag. 16E.C.M. on line pag. 27

CURE PALLIATIVEAlcune definizioni, osservazioni e proposte per la discussione pag. 20

NOVITA�Nuovo Consiglio Società Lazzaro Spallanzani pag. 22

CONVEGNI pag. 22

NOVITA� DAL DIPARTIMENTO ALBERGHIEROPer una maggiore tranquillità in Ospedale pag. 23

Cosa vorresti dire o chiedere alla Direzione Aziendale?Vuoi porre domande, questioni, proposte?Scrivi e la Direzione Aziendale risponde.Puoi utilizzare la posta elettronica scrivendo a:[email protected] scrivere direttamente una lettera alla Re-dazione di Notizie, Ufficio Sviluppo Organizzati-

vo, Via Sani 15, e inviarla per posta internaLa risposta ti verrà fornita consultando gli esper-ti dell�argomento che vorrai trattare.Sarà cura della Redazione garantire una rispo-sta utilizzando vari canali: lettera scritta, incon-tro, telefonata, e mail�

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Aprile �01 n. 2 - Notizie pag. 3

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Carta dei Valorie degli Impegni

IN

PRIMO

PIANO

Carta dei Valorie degli ImpegniC ari lettori,approfittiamo di

questo spazio editoriale (ched�ora in poi avrà una caden-

za fissa bimenstrale) per aggiornaresullo stato di avanzamento del pro-getto �Carta dei Valori e degli Impe-gni� e per ringraziare tutti coloro, tragli operatori, che hanno collaboratoalla costruzione di un così importan-te documento aziendale.Per coloro che ne sentono parlare perla prima volta, la costruzione di unaCarta dei valori e degli impegniaziendale è stato uno dei primi man-dati che la nuova Direzione del-l�ASMN ha dato all�Ufficio SviluppoOrganizzativo.E� un progetto rilevante non solo perla sua valenza intrinseca come pro-getto capostipite di tutti gli altri maanche perché �la carta dei valori edegli impegni� è stata concepitacome uno strumento vivo e dinamicosu cui fondare l�attività di progetta-zione e pianificazione annuale non-ché i sistemi di valutazione interni.Seguendo le linee guida presenti nel-l�ultimo Piano Sanitario Regionale(1999-2001) la Carta intende pro-muovere quella cultura di rete, neces-saria a una sempre maggior integra-zione fra ruoli e finalizzata al miglio-ramento delle prestazioni diagnosti-che curative e preventive: per questoil progetto ha previsto il coinvolgi-mento attivo dei professionisti, e ilconfronto con i committenti (indivi-duati fra gli attori politici, sociali edeconomici).Le finalità specifiche della carta deivalori e degli impegni si possono in-dividuare più specificatamente nel:3 aggiornare la missione aziendale

e fornire la base per costruire lemissioni dipartimentali;

3 rilanciare il Piano Aziendale diMiglioramento e Sviluppo sui va-

lori e gli im-pegni dichia-rati;

3 capitalizzarele esperienze el�alto livello diimpegno ec o m p e t e n z ematurate dal-l �Arc ispedalenell�area dei si-stemi qualità.

Nel periodo che vada marzo 2000 adAprile 2001 si sonoavvicendate principalmente cinquefasi di sviluppo del progetto, che han-no avuto connotazioni diverse sia inbase agli attori coinvolti sia in baseagli strumenti d�analisi utilizzati.

I. La fase documentaleSi può definire di analisi su documen-ti di testo ed ha coinvolto un gruppodi studio ristretto interno all�USO,alla Direzione Medica di Presidio, alServizio Assistenza Infermieristica eTecnica e al Controllo di Gestione: inparticolare vi sono stati una serie diincontri, nei quali si sono letti, ana-lizzati e integrati i principali docu-menti prodotti a livello nazionale,regionale, provinciale e aziendale alfine di recuperare i valori e gli impe-gni presenti.L�analisi è stata condotta utilizzandocome riferimento interpretativo i pun-ti delle linee guida del Manuale del-l�Accreditamento della Regione Emi-lia Romagna.Il lavoro, condotto per piccoli grup-pi, ha permesso la produzione di di-verse matrici che hanno rispecchiatoi livelli organizzativi (Stato, Regio-ne, Provincia, Azienda) per conclude-re con una matrice di sintesi che è

diventata la pri-ma bozza della carta dei valori e de-gli impegni su cui si è fondato poi illavoro successivo.

II. La ricerca sul campoEssa ha coinvolto diversi attori, com-ponenti dell�USO, professionisti ogruppi di professionisti; in essa si èricercato un confronto diretto (face toface) individuale e collettivo, utiliz-zando differenti strumenti operativi,sugli assunti della prima bozza dicarta al fine di trarre suggerimenti,valutazioni e spunti sui valori e i rela-tivi impegni espressi nella carta.In seguito ai singoli momenti di con-fronto è stata prevista la compilazio-ne di una reportistica in cui sono statiregistrati gli spunti innovativi e le in-tegrazioni ai singoli valori presentinella Carta.Complessivamente gli operatori coin-volti sono stati circa 300 professionisti.In questa fase si è tentato di verificareed osservare la percezione che ognisingolo individuo ha sviluppato rispet-to all�ASMN, il contenuto comunica-tivo delle valutazioni espresse, l�inve-stimento valoriale ed emotivo che si

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pag. 4 Notizie - Aprile �01 n. 2

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PRIMO

PIANO

sviluppa nelle relazioni individuali ecollettive che hanno luogo all�inter-no dell�Azienda.Per far questo ci si è avvalsi di diffe-renti strumenti operativi o tecnichedi ricerca qualitativa:a) interviste a testimoni significativi,b) focus groups,c) gruppi di lavoro.

III. La fase di elaborazioneIn essa si è avviata una interpretazio-ne ed un�analisi di tutti i report pro-dotti nella fase precedente; tale faseha nuovamente coinvolto il gruppodi lavoro interno all�USO, che attra-verso un lavoro di integrazione ha ot-timizzato tutte le valutazioni espres-se dai professionisti fino ad arrivarealla stesura definitiva della Carta deiValori e degli Impegni.

IV. La fase di approfondimento or-ganizzativoIn pratica, attraverso un lavoro d�ana-lisi sui contenuti di tutta la reportisti-ca prodotta nelle fasi precedenti, è sta-ta costruita una relazione in cui siapprofondiscono PUNTI DI FORZA,AREE DI MIGLIORAMENTO EAZIONI SUGGERITE, a livelloaziendale e specifico, in base a unagriglia interpretativa, che ha tenutoconto dei punti esplorati nelle inter-viste:3 la comunicazione interna e l�in-

tegrazione fra diversi ruoli ope-rativi;

3 attenzione e sviluppo del ruolo delprofessionista;

3 cultura dell�integrazione internaed esterna;

3 attenzione alle esigenze del citta-dino-utente;

3 verso il futuro.Quindi ogni area tematica è stataanalizzata (mettendo in evidenzaappunto le criticità, le azioni sugge-rite e i punti di forza percepiti daiprofessionisti) al fine di consentireai vari livelli delle direzioni azien-dali (Generale, Sanitaria, Ammini-strativa, di Dipartimento e di UnitàOperativa) di orientare le scelte dipolitica, pianificazione e migliora-mento (troverete una copia del re-port sulla pagina Intranet entromaggio).

V. Il confronto con l�esternoIn questa fase si è avviato un proces-

so di consultazione dei committenti e degli stakeholder, individuati in diffe-renti testimoni - chiave dell�universo politico, economico e sociale nel territo-rio reggiano: ad essi è stata presentata la versione finale della Carta e, attra-verso interviste informative, si sono monitorate le loro valutazioni, in modo dacapire se la Carta è stata costruita sulle reali priorità della comunità; inoltresi è cercato di reperire la disponibilità di tali attori sociali a collaborare al-l�implementazione del progetto nella comunità locale attraverso la formula-zione di azioni specifiche.

La Carta vive sulle nostre azioniNell�immediato futuro si intende istituire un gruppo di valutazione il più este-so possibile (con i referenti degli altri progetti a livello di U.O) che abbia lefunzioni di definire gli impegni specifici a livello dipartimentale e di predi-sporre un piano di verifiche interne degli impegni contenuti nella Carta: pro-prio qui il progetto Carta dei Valori dovrebbe entrare nel vivo della sua attua-zione, attraverso la concertazione di standard ed indicatori di verifica cheserviranno sia a valutare la reale coerenza degli impegni con le azioni sia astrutturare una Politica per la Qualità dipartimentale consolidata, ma soprat-tutto interiorizzata da ogni singolo operatore.

Ringraziamo ancora tutti per la disponibilità dimostrata e vi invitiamo a ri-flettere sui contenuti della Carta, presente in questo numero di Notizie, nonchésugli spunti organizzativi presenti nel report riportato sulla nostra paginaIntranet.

di Barbara Curcio RubertiniVittoria SturleseUfficio Sviluppo Organizzativo

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Aprile �01 n. 2 - Notizie pag. 5

I

Visite di verificasui requisiti di autorizzazione

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PRIMO

PIANO

Visite di verificasui requisiti di autorizzazione

I l modello di Accreditamento re-gionale prevede la definizionedel sistema qualità aziendale al

fine di garantire sicurezza dei pro-cessi aziendali attraverso program-mi periodici di valutazione ai diversilivelli dell�organizzazione (direzionee dipartimenti) con l�obiettivo finaledi produrre servizi/prodotti di qualitàclinica e organizzativa soddisfacenti.Nella nostra azienda per far sì chel�intero processo sia partecipato daiprofessionisti è stata definita una retedipartimentale di responsabili medi-ci e infermieristici/tecnici che in modointegrato lavorano con la rete dei re-ferenti di unità operativa.E� importante sottolineare che si èscelto anche di condurre la formazio-ne utilizzando risorse interne e que-sto per far sì che sia utilizzato il pa-trimonio già esistente sia in terminidi contenuti che di strumenti.Il percorso è iniziato nell�autunno2000 e le prime verifiche di confor-

mità per i soli requisiti di autorizza-zione (che è il 1^ passo verso l�accre-ditamento) sono state condotte dal 2al 12 aprile 2001.Le verifiche sono state condotte a li-vello dipartimentale da un gruppo diprofessionisti composto da operatoridell�Ufficio Sviluppo Organizzativo,titolare della conduzione delle stes-se, della Direzione Medica di Presi-dio e del Servizio Infermieristico eTecnico. Inoltre erano presenti in ve-ste di �osservatori� i referenti diparti-mentali della rete.Le verifiche hanno rispettato le me-desime modalità di conduzione regio-nale e si sono svolte in un clima dipositiva collaborazione. L�analisi diconformità sul livello documentale haevidenziato, in alcuni dipartimenti,delle criticità che sono poi state con-fermate in sede di discussione finaledei risultati. Le verifiche infatti, peravere �valore aggiunto� e per far cre-scere l�organizzazione in tutti i suoi

di Maria Ravelli,Sara Baruzzo,Debora FormisanoUfficio SviluppoOrganizzativo

aspetti devono essere viste come mo-mento di confronto come si è verifi-cato nella nostra azienda.I punti critici, comuni a quasi tutti idipartimenti/unità operative hannoriguardato le definizione del sistemainformativo, la verifica dei risultati eil conseguente miglioramento. Suglialtri punti l�adeguamento ai requisitiè stato soddisfacente ed è possibileaffermare che il capitolo della piani-ficazione è stato quello su cui i dipar-timenti/unità operative hanno lavora-to maggiormente per la definizionepuntuale dell�organizzazione del la-voro, le responsabilità delegate e/oaggiuntive. Questo ha dimostrato chela documentazione, indispensabileper dare evidenza dell�esistente, è ne-cessaria per �codificare�, �oggettiva-re� e rendere �trasparente� l�organiz-zazione e i prodotti/servizi che si for-niscono attraverso anche la definizio-ne dei loro standard di qualità.A carico dei dipartimenti è la defini-

zione dei piani di miglio-ramento che prevedono ladefinizione delle azioni, itempi di realizzazione el�assunzione di responsabi-lità per l�adeguamento airequisiti critici.Il grafico a fianco riporta-to esprime il grado di con-formità ai requisiti di auto-rizzazione verificati dei sin-goli dipartimenti. La valu-tazione del dipartimento ri-sulta come sommatoria del-le valutazioni delle unitàoperative che lo compongo-no, per i requisiti di esclusi-va loro competenza, e dellavalutazione sui requisiti dicompetenza del dipartimen-to, il tutto rapportato a 100.

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pag. 6 Notizie - Aprile �01 n. 2

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Piano di EmergenzaInternoLa sicurezza in evoluzione

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PRIMO

PIANO

Piano di EmergenzaInternoLa sicurezza in evoluzioneS tiamo preparando una prova di evacuazione in un reparto che verrà preavvisato.

Proponiamo qui un approfondimento, tratto dal manuale �Incendio in ospedale� della Regione Piemonte - Servizio Protezione Civile, di alcune condizioni basilari per avere organizzazione efficace; incontreremo

direttamente le Unità Operative per proporre le ultime procedure elaborate.

Controllo della pauraLa paura ha un ruolo fondamentale nel proteggere l�individuo, preparando l�organismo alla reazione e condizionan-done il comportamento in modo da provocarne l�allontanamento dal pericolo.L�uomo non è legato solo all�istinto di fuga, difesa, aggressività: il grado di evoluzione maggiore consente l�elabora-zione di risposte dettate dalla conoscenza e dall�apprendimento. E� quindi possibile insegnare all�uomo cosa fare indeterminate situazioni di pericolo, riducendo il rischio di insorgenza del panico. Viceversa la percezione di un rischiosconosciuto può far degenerare la paura in panico, provocando comportamenti che perdono la loro funzione dipreservare la salute e aumentano anche il rischio per gli altri.Il poter disporre di persone addestrate garantisce una reazione ottimale (pensiamo che l�esperienza e la praticaportano i Vigili del Fuoco al comportamento più efficace); davanti a una situazione di grande rischio le possibilità disalvezza sono tanto più elevate quanto maggiore è il nostro autocontrollo, la capacità di mantenere un adeguatolivello di razionalità; tuttavia le condizioni fisiche sono altrettanto importanti, soprattutto per il malato ricoverato inospedale che vive in una situazione di dipendenza dal personale che lo assiste: le sensazioni di vulnerabilità e diinadeguatezza delle proprie forze, rendono il paziente facile vittima della insorgenza di paura incontrollabile e dipanico. La paura è una emozione, quindi con la importante caratteristica di essere contagiosa.In situazioni di grave pericolo le persone coinvolte, incapaci di trovare autonomamente una via di scampo, deleganomolto più facilmente le decisioni a qualcuno che prenda il comando e che possa portarli in salvo.Questa forma di gregarismo che si riscontra in situazioni di rischio permette di controllare più facilmente una massadi individui. Se dimostriamo di saperci comportare adeguatamente davanti al pericolo, e se offriamo soluzioni valideper la salvezza, le persone che ci circondano potranno incanalare leloro speranze e la loro paura in questa direzione.E� chiaro che in questo modo siamo noi a diventare la chiave di voltaper risolvere positivamente la situazione, ed ogni nostra insicurezza ocedimento farà vacillare la fiducia di chi ci sta seguendo.Per questa ragione è importante addestrare tutti coloro che per qualsi-asi ragione abbiano a che fare con gruppi di persone: il personaleospedaliero, insegnanti, steward e hostess.

Gestione dell�informazioneSe tutta la popolazione fosse adeguatamente informata sul comporta-mento da tenere in occasione di eventi quali incendi, terremoti, inon-dazioni, e in generale tutte le situazioni di rischio, le probabilità diinsorgenza del panico sarebbero già in partenza molto ridotte.Dobbiamo infatti considerare tre momenti in cui possiamo informare:� stato di �esercizio�non è presente nessun pericolo; l�informazione si svolge quindi in situazione di tranquillità. Si è nelle migliori condi-zioni per imparare, poiché non esistono esigenze di tempo e problemi psicologici dovuti ad un pericolo reale. Rientra-no in questa categoria tutti i corsi di preparazione del personale (�addestramento�); i cartelli informativi sulle normedi comportamento da tenere in caso di emergenza raggiungono in questa fase la loro maggiore efficacia.� stato di �allarme�è presente un pericolo potenziale che non mette ancora a repentaglio la nostra sicurezza ma che potrebbe evolvere insenso peggiorativo. In questa fase è ancora possibile fornire informazioni strutturate, ma tempo e paura sono fattorilimitanti di grande rilevanza. In questa fase è importante che l�informazione sia esauriente senza essere troppo allar-mistica. I pazienti di un reparto che vedono uscire fumo dalle finestre del piano inferiore non saranno certamentesoddisfatti nel sentirsi dire che �non sta succedendo nulla� o � probabilmente sta bruciando un cestino dei rifiuti�.Presumendo di essere in contatto telefonico con la portineria, quindi con Centrale Operativa e Vigili del Fuoco, èsicuramente più corretta una informazione del tipo:

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Aprile �01 n. 2 - Notizie pag. 7

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PRIMO

PIANO

� stato di �emergenza�il pericolo è attuale e il rischio già presente. In questa situazione non è possibile fornire informazioni complesse, masolo indicazioni precise e soprattutto �chiuse�, cioè che non inneschino dubbi o domande. Se si deve evacuare ra-pidamente un reparto, si potrà dire ai pazienti autosufficienti �Uscite dalla camera, girate a destra, troverete delpersonale che vi indicherà la via di fuga�, oppure �Percorrete tutto il reparto, uscite dalla porta in fondo e andate alpiano di sotto; lì troverete altra gente�. Sembrerebbe molto più facile dire �Uscite e andate al reparto di Nefrologia;ma una cosa che a noi, nella concitazione del momento, sembra scontata, e cioè il sapere dove è esattamente posto ilreparto di Nefrologia, può non essere assolutamente noto ai ricoverati. L�individuo in preda alla paura, ha bisogno disicurezza perchè non si inneschi il panico. Occorre:- garantire una via di salvezza alle persone impaurite, e conseguentemente a noi stessi- dimostrare capacità di autocontrollo per acquisire la fiducia delle persone coinvolte- impedire l�insorgere di iniziative singole dettate dalla disperazione.Per possedere capacità di autocontrollo è necessario essere a conoscenza del rischio e disporre di schemi comporta-mentali predeterminati. E� altrettanto importante che le persone addestrate sappiano interagire evitando sovrapposi-zione di compiti o decisioni conflittuali.La preparazione e la sperimentazione dei piani di emergenza permettono l�applicazione di una strategia funzionale insituazioni dove nulla può essere improvvisato.

Il dovere di salvareNella gestione di un Piano di Evacuazione Ospedaliera è appena il caso di ricordare: il personale che eventualmentedovrà evacuare i degenti in pericolo è sempre presente in numero esiguo nella fase di emergenza. Occorre pertantoconoscere e standardizzare gli interventi per ottimizzare le scarse risorse.Riportiamo qui solo un esempio, fra le varie situazioni possibili, proposto nella formazione in un Ospedale di Torino:dopo opportuno addestramento potrebbe essere applicato anche nel Santa Maria Nuova, qualora si dovesse arrivarea una necessità di spostamento verticale, se lo spostamento orizzontale al piano non bastasse.Tecnica adatta in presenza di scale, considerando inutilizzabili gli ascensori, senza l�ausilio di barelle, carrozzine,letto; da conoscere e provare più volte.

Va differenziata la possibilità di col-laborazione dei degenti in base allaloro patologia.Se intervengono più soccorritori, il piùesperto di loro assumerà il ruolo di lea-der e dirigerà le operazioniDopo avere posizionato il coprilettoper terra, si adagia sopra di esso ilmaterasso col paziente, e lo si trascinavia facendo scivolare il copriletto.Giunti presso le scale, se il trasporto èeffettuato da un soccorritore, questo sideve portare dalla parte dei piedi ecominciare la discesa controllando cheil paziente non scivoli dal materasso.Se il trasporto è effettuato da due soc-corritori sarà invece possibile control-lare entrambe le estremità del mate-rasso.La gestione dei pazienti interessatidall�incendio e la predisposizione deiluoghi di accoglienza degli evacuati,dovrà essere quindi bene organizzata;queste regole saranno compatibili conle linee guida dei Piani di Emergenzaper Massiccio Afflusso di Feriti, au-spicati dalla Protezione Civile.

�Evacuazione con materasso con2 soccorritori�

�Discesa con materasso con1 soccorritore�

�Discesa con materasso con2 soccorritori�

di Giovanni GuatelliResponsabile Servizio Prevenzionee Protezione

�Evacuazione con materasso -adagiamento�

�Evacuazione con materassocon 1 soccorritore�

�State calmi. Nel piano sottostante c�è un principio d�incendio, ma non c�è nessun pericolo. Stiamo provvedendo aspegnerlo. Stiamo tutti tranquilli. Fra dieci minuti vi daremo altre informazioni.�E� fondamentale che i pazienti vedano che gli operatori sono presenti: è quindi necessario passare rapidamente inrassegna le varie camere per tranquillizzare direttamente i malati, per rispondere alle loro domande e soprattutto percontrollare che nessuno abbia lasciato le finestre aperte...La promessa di �altre informazioni� non soltanto deve essere mantenuta, ma bisogna farlo anche con puntualità: dopoi dieci minuti citati nel primo comunicato, si aggiornerà la situazione, non fosse altro che per ribadire le stesse cose.

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pag. 8 Notizie - Aprile �01 n. 2

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Segreteria unificataDipartimento Chirurgico 1°Segreteria unificataDipartimento Chirurgico 1°

La Direzione Aziendale ritienedi dover perseguire l�integra-zione trasversale delle struttu-

re interne ai singoli dipartimenti, inun�ottica diottimizzazio-ne dell�utiliz-zo delle risor-se, di miglio-ramento dellepres taz ionierogate e disempl i f ica-zione dei per-corsiIn tale conte-sto, pressol�Ufficio ubi-cato al 1° pia-no, nello spa-zio adiacentel�Unità Ope-rativa di En-doscopia, èda pochi mesiattivo lo spor-tello unico di-partimentale,dedicato allagestione dellaattività di pre-n o t a z i o n eprima effettuata direttamente pres-so le Segreterie dei seguenti Reparti:4Chirurgia 1°4Chirurgia 2°4Chirurgia Vascolare4Chirurgia Toracica4Endoscopia4Urologia.

di Loretta FontanesiReferente AmministrativoDirezione Medica di Presidio

Trattasi della realizzazione di un pro-getto che:j favorisce i percorsi dell�utenza os-

servando fasce di apertura indiscu-tibilmente più ampie rispetto al pas-sato

j grazie alla rotazione allo sportellocentralizzato di tutti gli ammini-strativi assegnati alle segreterie del-le singole UU.OO., sono state su-perate le problematiche che primasi presentavano allorquando si eracostretti a limitare l�attività nei pe-riodi di assenza del titolare, con ine-vitabili negative ricadute sul perso-nale sanitario addetto ad altre fun-

zioni,j fa registrare una sensibile diminu-

zione di pubblico all�interno dellecorsie di reparto, con conseguenteminor coinvolgimento del persona-le preposto all�assistenza diretta.

Alla Segreteria centralizzata fa capotutta l�attività di front office connessa

alle prenotazioni effettuate in attivi-tà istituzionale.In particolare si fa riferimento allaattività di prenotazione di prestazio-ni strumentali, alla attività di indi-rizzamento per l�effettuazione deipre-operatori ed alla consegna deireferti.Quanto prima, lo sportello unico ge-stirà anche l�attività di prenotazioneeffettuata in regime libero �professio-nale.Nulla di modificato nel percorso diquelle indagini strumentali e visitegià prenotate tramite CUP e/o pres-so i Poliambulatori.

La residua atti-vità (prevalen-temente costi-tuita dalla ge-stione ed archi-viazione dellecartelle clini-che) rimane al-l�interno deisingoli reparti.L�apertura dellasegreteria cen-tralizzata è sta-ta precedutada un congruoperiodo di ad-des t ramentodedicato allaformazione de-gli operatoriora in grado difar fronte al-l�attività difront office re-lativa a tutte lesei Unità Ope-

rative coinvolte.

Le segretarie coinvolte nel progetto (da sx a dx):Diana Parisi, Liliana Pantaleoni, Bigi Marisa, Emma Ronzoni,Vincenza Foroni, Gloria Barbacini, Amelio Rosaria (assente in foto)

Realizzato lo sportello unicodipartimentale: le segretariepartecipano ad un momentoformativo e al progetto di rior-ganizzazione che facilita ipercorsi degli utenti e favori-sce una migliore struttura or-ganizzativa.

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SERVIZI

RACCONTATI

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Aprile �01 n. 2 - Notizie pag. 9

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Nuova sede per ilDay HospitalEmatologico

di Luca Scarano - Immunoematologia e Trasfusionale

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SERVIZI

RACCONTATI

Nuova sede per ilDay HospitalEmatologico

N el mese di marzo è avvenuto il trasferimento delday-hospital (D.H.) Ematologico dallo Spallanza-ni, dove condivideva insieme alla degenza il piano

attico, al nuovo padiglione che ospita il reparto di malattieinfettive. Questo trasferimento si è reso necessario per l�altonumero di pazienti in carico alla struttura, nel 2000 sonostati seguite 8500 persone in regime di D.H. e più di 2000 conprestazioni ambulatoriali.La nuova sede offre spazi più adeguati e moderni agli utenti,che possono usufruire di una sala di attesa con ambienti piùampi della precedente, di sale di degenza a due letti, con unconseguente miglioramento della privacy e del comfort indi-viduale.Anche per il personale medico ed infermieristico si è rilevatoun sensibile miglioramento, sono infatti aumentati il numero degli ambulatori medici per le visite di controllo ed èstato istituito un ambulatorio ecografico. Aumentati e razionalizzati anche gli ambienti utilizzati dal personale infer-mieristico e di segreteria , prima costretti ad operare in con-dizione di carenza di spazio.La caposala Sig.ra Maria Bonacini, intervistata per telefo-no, riferisce che il trasferimento ha avuto una ricaduta inpositivo anche sul settore di degenza, prima costretto an-ch�esso in spazi ridotti, si trova ora a potere usufruire di tuttoil piano attico con un importante miglioramento sul pianologistico che si tradurrà sicuramente in un benefico vantag-gio per i pazienti degenti.

I nuovi locali del Day Hospital Ematologico

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pag. 10 Notizie - Aprile �01 n. 2

L

Chi è l�infermiere diCentrale Operativa 118

I

SERVIZI

RACCONTATI

Chi è l�infermiere diCentrale Operativa 118L�Infermiere di Centrale Opera-

tiva 118 è il primo anello dellacatena dei soccorsi e nella mag-

gior parte dei casi, è l�unico contattoprofessionale che l�utente ha in unasituazione d�emergenza.Compito degli infermieri è quello digarantire il coordinamento di tutti gliinterventi di soccorso sanitario nel-l�ambito territoriale di riferimento edi attivare la risposta ospedaliera 24ore su 24.All�infermiere di Centrale Operativa118 è attribuita la responsabilità ope-rativa nell�ambito dei protocolli del-la Centrale stessa.Al 118 di Reg-gio Emilia sonopresenti 20 in-fermieri che inregime di auto-gestione si al-ternano in turnoper risponderea chiamate del-l�utenza in con-dizioni di emer-genza sanitaria.Le chiamate ar-rivano da tuttala provincia e inbase ad unasuddivisionedella stessa indistretti, l�infer-miere, definitele risorse neces-sarie per af-frontare al me-glio l�evento, invia i mezzi (l�ambu-lanza e se necessita e se presente ilmezzo di soccorso avanzato).In tempi naturalmente ristretti (infe-riore al minuto), l�infermiere deveaccogliere la richiesta di soccorso,porre le giuste domande per inviare imezzi più idonei a rispondere alladomanda di soccorso.Alla chiusura della chiamata seguepoi l�allertamento dei mezzi del di-stretto di competenza e la loro par-tenza.Un altro infermiere dedicato seguequindi l�evento da questo punto fino

all�arrivo dei mezzi a destinazione eil loro rientro in sede, fornisce istru-zioni prearrivo alle persone presentisul posto nell�attesa dell�arrivo delmezzo adeguato; egli indica la desti-nazione più idonea al caso e se ne-cessario attiva altri mezzi di soccor-so avanzato, mantenendo comunica-zioni radio con la squadra dei soc-corsi.Nella sede di Reggio Emilia l�infer-miere che opera in Centrale si alter-na anche a turno in automedica pre-stando la sua opera sul �campo� di-venta così lui stesso parte dell�equipesanitaria extraospedaliera.

Questa scelta permette una rotazio-ne che permette di mantenere un�an-coraggio alla realtà e ai problemi dichi si trova sulla �strada�, e distendedalla tensione emotiva che quotidia-namente l�infermiere di Centrale pro-va nell�intervista telefonica.Gli infermieri del 118 provengonotutti o dall�area critica o dall�areaemergenza /urgenza in conformità alD.P.R. del �92 e della Conferenza Sta-to Regioni del �96.Per l�inserimento del nuovo infermie-re, affiancato ad un Tutor, sono ne-cessari almeno due mesi di formazio-

ne e studio dei protocolli in uso, solodopo circa un anno egli può ritenersisufficientemente preparato.Da ciò si deduce che lavorare al 118significa lavorare in un servizio adalta specializzazione nel quale il per-sonale deve essere qualificato, com-petente e continuamente aggiornato(l�aggiornamento riguarda anchel�utilizzo di apparecchiature tecno-logiche e programmi per la gestionecompleta e complessiva dell�emer-genza).Da circa un anno il personale dellac.o. ha intrapreso un percorso di for-mazione particolarmente impegna-

tivo sia per l�im-pegno richiestoal singolo, siaper gli innume-revoli problemiorganizzativiche un servizioin autogestionesi trova ad af-frontare quan-do si fa un inve-stimento sullaformazione.La formazioneè riferita siaalla gestionedell�emotivitàdurante l�inter-vista , sia all�ac-quisizione diconoscenze eabilità tecnicherelative ai prin-

cipali eventi critici (problemi car-diorespiratori, trauma, emergenzapediatrica) seguendo linee guidainternazionali(IRC, AmericanHart).La scelta di questo investimento se-gue obiettivi a lungo termine, per noipiù consolidanti: di omogeinizzazio-ne di comportamenti nell�approccioal paziente durante il soccorso, ge-stione efficace delle chiamate e nonultimo risponde a quello che un pros-simo ma non tanto lontano futuroverrà richiesto in termini di accredi-tamento professionale.

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Aprile �01 n. 2 - Notizie pag. 11

INSERTO

Codice di comportamentodei dipendenti dellepubbliche amministrazioni

Codice di comportamentodei dipendenti dellepubbliche amministrazioni

Il decreto del Dipartimento della Funzione Pubblica � Presidenza del Consiglio dei Ministri- che ha per oggetto il �Codicedi comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni� (Decreto 28.11.00) è stato pubblicato sulla GazzettaUfficiale del 10 aprile scorso.Tutti i dipendenti sono tenuti ad osservare i principi contenuti del codice: per questo vi invitiamo a leggerlo con attenzio-ne.L�esperienza insegna tuttavia che il rispetto di �valori� e la modifica conseguente di �comportamenti� non sempre siottengono ne� tantomeno si impongono con norme; per fare in modo che le persone siano attente e rispettose nel lavoroquotidiano occorre innanzi tutto che siano consapevoli di svolgere una funzione pubblica importante per il benessere allacollettività.Per chi lavora in una azienda pubblica, come la nostra, che è prima di tutto un ospedale, sono presenti due aspetti daconsiderare nel loro valore:1. che i cittadini si rivolgono alla nostra struttura in momenti di difficoltà e di disagio, se non di sofferenza, e pertantoè necessario considerare la loro temporanea �fragilità�;2. che la pubblica amministrazione rappresenta la collettività e la collettività siamo tutti noi.Soprattutto da questo discendono i nostri doveri e i nostri diritti, sia di dipendenti che di cittadini: se ne siamo consapevolie convinti non sarà difficile né faticoso comprendere ed adeguarsi al codice.

Ivan Trenti Direttore Amministrativo

CODICE DI COMPORTAMENTODEI DIPENDENTI DELLE

PUBBLICHE AMMINISTRAZIONIapprovato dal Ministro per la Funzione

Pubblicain data 1° dicembre 2000

PRESIDENZA DEL CONSIGLIODEI MINISTRI

DIPARTIMENTODELLA FUNZIONE PUBBLICA

Visto l�articolo 2 della legge 23 ottobre 1992, n. 421,recante delega al Governo per la razionalizzazio-ne e la revisione della disciplina in materia di pub-blico impiego;Visto l�articolo 11, comma 4, della legge 15 marzo1997, n. 59, il quale, nel più ampio quadro delladelega conferita al Governo per la riforma dellapubblica amministrazione, ha, tra l�altro, specifica-mente conferito al Governo la delega per apportare

modificazioni ed integrazioni al decreto legislativo3 febbraio 1993, n. 29;Visto il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 80,recante nuove disposizioni in materia di organiz-zazione e di rapporti di lavoro nelle amministra-zioni pubbliche, di giurisdizione nelle controver-sie di lavoro e di giurisdizione amministrativa,emanate in attuazione dell�articolo 11, comma 4,della predetta legge n. 59 del 1997;Visto, in particolare, l�articolo 58-bis del decreto le-gislativo 3 febbraio 1993, n. 29, come sostituito dal-l�articolo 27 del predetto decreto legislativo n. 80del 1998; Visto il decreto del Ministro della funzio-ne pubblica 31 marzo 1994, con il quale è stato adot-tato il codice di comportamento dei dipendenti del-le pubbliche amministrazioni ai sensi dell�articolo58-bis del predetto decreto legislativo n. 29 del 1993;Ritenuta la necessità di provvedere all�aggiorna-mento del predetto codice di comportamento allaluce delle modificazioni intervenute all�articolo 58-bis del decreto legislativo n. 29 del 1993; Sentite leconfederazioni sindacali rappresentative;

Codice di comportamento dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni - 1/12/2000

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INSERTO

Decreta

Art.1Disposizioni di carattere generale

1. I principi e i contenuti del presente codice costi-tuiscono specificazioni esemplificative degli obbli-ghi di diligenza, lealtà e imparzialità, che qualifi-cano il corretto adempimento della prestazione la-vorativa. I dipendenti pubblici � escluso il perso-nale militare, quello della polizia di Stato ed ilCorpo di polizia penitenziaria, nonché i componentidelle magistrature e dell�Avvocatura dello Stato �si impegnano ad osservarli all�atto dell�assunzionein servizio.2. I contratti collettivi provvedono, a norma del-l�art.58-bis, comma 3, del decreto legislativo 3 feb-braio 1993, n. 29, al coordinamento con le previsio-ni in materia di responsabilità disciplinare. Resta-no ferme le disposizioni riguardanti le altre formedi responsabilità dei pubblici dipendenti. 3. Le di-sposizioni che seguono trovano applicazione in tuttii casi in cui non siano applicabili norme di legge odi regolamento o comunque per i profili non diver-samente disciplinati da leggi o regolamenti. Nelrispetto dei principi enunciati dall�articolo 2, leprevisioni degli articoli 3 e seguenti possono es-sere integrate e specificate dai codici adottati dal-le singole amministrazioni ai sensi dell�articolo 58-bis, comma 5, del decreto legislativo 3 febbraio1993, n. 29.

Art.2Principi

1. Il dipendente conforma la sua condotta al dove-re costituzionale di servire esclusivamente la Na-zione con disciplina ed onore e di rispettare i prin-cipi di buon andamento e imparzialità dell�ammi-nistrazione. Nell�espletamento dei propri compiti,il dipendente assicura il rispetto della legge e per-segue esclusivamente l�interesse pubblico; ispirale proprie decisioni ed i propri comportamenti allacura dell�interesse pubblico che gli è affidato.2. Il dipendente mantiene una posizione di indi-pendenza, al fine di evitare di prendere decisionio svolgere attività inerenti alle sue mansioni in si-tuazioni, anche solo apparenti, di conflitto di inte-ressi. Egli non svolge alcuna attività che contrasticon il corretto adempimento dei compiti d�ufficio esi impegna ad evitare situazioni e comportamentiche possano nuocere agli interessi o all�immaginedella pubblica amministrazione.3. Nel rispetto dell�orario di lavoro, il dipendentededica la giusta quantità di tempo e di energie allo

svolgimento delle proprie competenze, si impegnaad adempierle nel modo più semplice ed efficientenell�interesse dei cittadini e assume le responsabi-lità connesse ai propri compiti.4. Il dipendente usa e custodisce con cura i beni dicui dispone per ragioni di ufficio e non utilizza afini privati le informazioni di cui dispone per ra-gioni di ufficio.5. Il comportamento del dipendente deve esseretale da stabilire un rapporto di fiducia e collabora-zione tra i cittadini e l�amministrazione. Nei rap-porti con i cittadini, egli dimostra la massima di-sponibilità e non ne ostacola l�esercizio dei diritti.Favorisce l�accesso degli stessi alle informazioni acui abbiano titolo e, nei limiti in cui ciò non siavietato, fornisce tutte le notizie e informazioni ne-cessarie per valutare le decisioni dell�amministra-zione e i comportamenti dei dipendenti.6. Il dipendente limita gli adempimenti a carico deicittadini e delle imprese a quelli indispensabili eapplica ogni possibile misura di semplificazionedell�attività amministrativa, agevolando, comunque,lo svolgimento, da parte dei cittadini, delle attivitàloro consentite, o comunque non contrarie alle nor-me giuridiche in vigore.7. Nello svolgimento dei propri compiti, il dipen-dente rispetta la distribuzione delle funzioni traStato ed Enti territoriali. Nei limiti delle propriecompetenze, favorisce l�esercizio delle funzioni edei compiti da parte dell�autorità territorialmentecompetente e funzionalmente più vicina ai cittadi-ni interessati.

Art. 3Regali e altre utilità

1. Il dipendente non chiede, per sé o per altri,né accetta, neanche in occasione di festività, regalio altre utilità salvo quelli d�uso di modico valore,da soggetti che abbiano tratto o comunque possanotrarre benefici da decisioni o attività inerenti all�uf-ficio.2. Il dipendente non chiede, per sé o per altri, néaccetta, regali o altre utilità da un subordinato o dasuoi parenti entro il quarto grado. Il dipendentenon offre regali o altre utilità ad un sovraordinato oa suoi parenti entro il quarto grado, o conviventi,salvo quelli d�uso di modico valore.

Art.4Partecipazione ad associazioni

e altre organizzazioni1. Nel rispetto della disciplina vigente del dirittodi associazione, il dipendente comunica al dirigente

Codice di comportamento dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni - 1/12/2000

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INSERTO

INSERTO

dell�ufficio la propria adesione ad associazioni edorganizzazioni, anche a carattere non riservato, icui interessi siano coinvolti dallo svolgimento del-l�attività dell�ufficio, salvo che si tratti di partiti po-litici o sindacati.2. Il dipendente non costringe altri dipendenti adaderire ad associazioni ed organizzazioni, né liinduce a farlo promettendo vantaggi di carriera.

Art.5Trasparenza negli interessi finanziari

1. Il dipendente informa per iscritto il dirigentedell�ufficio di tutti i rapporti di collaborazione inqualunque modo retribuiti che egli abbia avutonell�ultimo quinquennio, precisando: a) se egli, osuoi parenti entro il quarto grado o conviventi,.abbiano ancora rapporti finanziari con il soggettocon cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazio-ne; b) se tali rapporti siano intercorsi o intercorra-no con soggetti che abbiano interessi in attività odecisioni inerenti all�ufficio, limitatamente alle pra-tiche a lui affidate.2. Il dirigente, prima di assumere le sue funzioni,comunica all�amministrazione le partecipazioniazionarie e gli altri interessi finanziari che possa-no porlo in conflitto di interessi con la funzionepubblica che svolge e dichiara se ha parenti entroil quarto grado o affini entro il secondo, o convi-venti che esercitano attività politiche, professiona-li o economiche che li pongano in contatti frequenticon l�ufficio che egli dovrà dirigere o che sianocoinvolte nelle decisioni o nelle attività inerenti al-l�ufficio. Su motivata richiesta del dirigente com-petente in materia di affari generali e personale,egli fornisce ulteriori informazioni sulla propriasituazione patrimoniale e tributaria.

Art. 6Obbligo di astensione

1. Il dipendente si astiene dal partecipare all�ado-zione di decisioni o ad attività che possano coin-volgere interessi propri ovvero: di suoi parentientro il quarto grado o conviventi; di individui odorganizzazioni con cui egli stesso o il coniuge ab-bia causa pendente o grave inimicizia o rapportidi credito o debito; di individui od organizzazionidi cui egli sia tutore, curatore, procuratore o agen-te; di enti, associazioni anche non riconosciute,comitati, società o stabilimenti di cui egli sia am-ministratore o gerente o dirigente. Il dipendentesi astiene in ogni altro caso in cui esistano graviragioni di convenienza. Sull�astensione decide ildirigente dell�ufficio.

Art. 7Attività collaterali

1. Il dipendente non accetta da soggetti diversi dal-l�amministrazione retribuzioni o altre utilità per pre-stazioni alle quali è tenuto per lo svolgimento deipropri compiti d�ufficio.2. Il dipendente non accetta incarichi di collabora-zione con individui od organizzazioni che abbia-no, o abbiano avuto nel biennio precedente, un in-teresse economico in decisioni o attività inerentiall�ufficio.3. Il dipendente non sollecita ai propri superiori ilconferimento di incarichi remunerati.

Art. 8Imparzialità.

1. Il dipendente, nell�adempimento della presta-zione lavorativa, assicura la parità di trattamentotra i cittadini che vengono in contatto con l�ammi-nistrazione da cui dipende. A tal fine, egli non ri-fiuta né accorda ad alcuno prestazioni che sianonormalmente accordate o rifiutate ad altri.2. Il dipendente si attiene a corrette modalità disvolgimento dell�attività amministrativa di suacompetenza, respingendo in particolare ogni il-legittima pressione, ancorché esercitata dai suoisuperiori.

Art.9Comportamento nella vita sociale

1. Il dipendente non sfrutta la posizione che rico-pre nell�amministrazione per ottenere utilità che nongli spettino. Nei rapporti privati, in particolare conpubblici ufficiali nell�esercizio delle loro funzioni,non menziona né fa altrimenti intendere, di pro-pria iniziativa, tale posizione, qualora ciò possanuocere all�immagine dell�amministrazione.

Art.10Comportamento in servizio

1. Il dipendente, salvo giustificato motivo, non ri-tarda né affida ad altri dipendenti il compimentodi attività o l�adozione di decisioni di propria spet-tanza.2. Nel rispetto delle previsioni contrattuali, il di-pendente limita le assenze dal luogo di lavoro aquelle strettamente necessarie.3. Il dipendente non utilizza a fini privati mate-riale o attrezzature di cui dispone per ragioni diufficio. Salvo casi d�urgenza, egli non utilizza le

Codice di comportamento dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni - 1/12/2000

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Codice di comportamento dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni - 1/12/2000

linee telefoniche dell�ufficio per esigenze perso-nali. Il dipendente che dispone di mezzi di tra-sporto dell�amministrazione se ne serve per losvolgimento dei suoi compiti d�ufficio e non vitrasporta abitualmente persone estranee all�am-ministrazione.4. Il dipendente non accetta per uso personale, nédetiene o gode a titolo personale, utilità spettantiall�acquirente, in relazione all�acquisto di beni oservizi per ragioni di ufficio.

Art.11Rapporti con il pubblico

1. Il dipendente in diretto rapporto con il pubblicopresta adeguata attenzione alle domande di cia-scuno e fornisce le spiegazioni che gli siano richie-ste in ordine al comportamento proprio e di altridipendenti dell�ufficio. Nella trattazione delle pra-tiche egli rispetta l�ordine cronologico e non rifiutaprestazioni a cui sia tenuto motivando generica-mente con la quantità di lavoro da svolgere o lamancanza di tempo a disposizione. Egli rispettagli appuntamenti con i cittadini e risponde solleci-tamente ai loro reclami.2. Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffon-dere informazioni a tutela dei diritti sindacali e deicittadini, il dipendente si astiene da dichiarazionipubbliche che vadano a detrimento dell�immaginedell�amministrazione. Il dipendente tiene informa-to il dirigente dell�ufficio dei propri rapporti congli organi di stampa.3. Il dipendente non prende impegni né fa pro-messe in ordine a decisioni o azioni proprie o al-trui inerenti all�ufficio, se ciò possa generare o con-fermare sfiducia nell�amministrazione o nella suaindipendenza ed imparzialità.4. Nella redazione dei testi scritti e in tutte le altrecomunicazioni il dipendente adotta un linguaggiochiaro e comprensibile.5. Il dipendente che svolge la sua attività lavora-tiva in una amministrazione che fornisce servizial pubblico si preoccupa del rispetto degli stan-dard di qualità e di quantità fissati dall�ammini-strazione nelle apposite carte dei servizi. Egli sipreoccupa di assicurare la continuità del servi-zio, di consentire agli utenti la scelta tra i diversierogatori e di fornire loro informazioni sulle mo-dalità di prestazione del servizio e sui livelli diqualità.

Art.12Contratti

1. Nella stipulazione di contratti per conto dell�am-ministrazione, il dipendente non ricorre a media-

zione o ad altra opera di terzi, né corrisponde opromette ad alcuno utilità a titolo di intermediazio-ne, né per facilitare o aver facilitato la conclusioneo l�esecuzione del contratto.2. Il dipendente non conclude, per conto dell�am-ministrazione, contratti di appalto, fornitura, servi-zio, finanziamento o assicurazione con imprese conle quali abbia stipulato contratti a titolo privato nelbiennio precedente. Nel caso in cui l�amministra-zione concluda contratti di appalto, fornitura, ser-vizio, finanziamento o assicurazione, con impresecon le quali egli abbia concluso contratti a titoloprivato nel biennio precedente, si astiene dal par-tecipare all�adozione delle decisioni ed alle attivitàrelative all�esecuzione del contratto.3. Il dipendente che stipula contratti a titolo priva-to con imprese con cui abbia concluso, nel biennioprecedente, contratti di appalto, fornitura, servizio,finanziamento ed assicurazione, per conto dell�am-ministrazione, ne informa per iscritto il dirigentedell�ufficio.4. Se nelle situazioni di cui ai commi 2 e 3 si tro-va il dirigente, questi informa per iscritto il diri-gente competente in materia di affari generali epersonale.

Art.13Obblighi connessi alla valutazione dei

risultati1. Il dirigente ed il dipendente forniscono al-l�ufficio interno di controllo tutte le informazio-ni necessarie ad una piena valutazione dei ri-sultati conseguiti dall�ufficio presso il quale pre-stano servizio. L�informazione è resa con parti-colare riguardo alle seguenti finalità: modalitàdi svolgimento dell�attività dell�ufficio; qualitàdei servizi prestati; parità di trattamento tra lediverse categorie di cittadini e utenti; agevoleaccesso agli uffici, specie per gli utenti disabili;semplificazione e celerità delle procedure; os-servanza dei termini prescritti per la conclusio-ne delle procedure; sollecita risposta a reclami,istanze e segnalazioni.

Art.14Abrogazione

1. Il decreto del Ministro della funzione pubblica31 marzo 1994 è abrogato. Il presente decreto saràcomunicato alla Corte dei Conti per la registrazio-ne e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Re-pubblica italiana.

Roma, 1.12.2000.

IL MINISTRO DELLA FUNZIONE PUBBLICAFRANCO BASSANINI

INSERTO

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Aprile �01 n. 2 - Notizie pag. 15

I

SERVIZI

RACCONTATI

FUNZIONI DELL�INFERMIERE IN CENTRALE OPERATIVA:ì si occupa della ricezione e gestione richieste di soccorso, processo della chiamata, attivazione dei mezzi

adeguati (secondo una certificazione Medical Priority Dispatch)A) ricezione e valutazione delle richieste di soccorso,B) processo decisionale e pianificazione del soccorso,C) attivazione e coordinamento dell�intervento stesso,

ì allerta i mezzi di soccorso, i mezzi di soccorso avanzato e/o altri enti in base al protocollo di attivazionee al codice di gravità,

ì coordina gli interventi di emergenza,ì mantiene le comunicazioni con il pronto soccorso � strutture ospedaliere,ì svolge servizio di emergenza extra-territoriale - automedica,ì nei festivi e di notte gestisce i trasporti ordinari, oltre all�e/u,ì organizza e gestisce i trasporti urgenti di sangue,ì organizza e gestisce i trasporti trapianti e prelievi d�organo,ì gestisce i trasporti secondari assistiti,ì conosce le situazioni di maxiemergenza /attivazione del reperibile,ì è responsabile dell�attivazione di igiene pubblica e servizio veterinario,ì svolge e coordina ��funzioni di settore�� concordate con c.s. e assunte,ì mantiene un aggiornamento costante per garantire gli standard di qualità,ì è responsabile del processo di consegna e passaggio di informazioni,ì è coinvolto nella progettazione, coordinamento, gestione delle ��assistenze sanitarie�� a manifestazioni/

eventi di massa,ì rileva e documenta tutti i dati desumibili dai servizi svolti, che risultano necessari per numerose e diverse

finalità (vrq, statistica, imputazione di costi, etc.),ì rileva e segnala dati con incidenza medico legale,ì svolge attività didattica nei confronti dell�utenza e delle associazioni che collaborano al processo di

emergenza /urgenza,ì svolge formazione e supervisione ai nuovi ingressi in centrale operativa,ì svolge formazione teorica e pratica in automedica,ì conosce le modalità di ricerca bibliografica e approfondimento professionale,ì conosce e si aggiorna sull�informatica.

di Angela Saffioti - Caposala Centrale Operativa 118e Infermieri Centrale Operativa 118

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pag. 16 Notizie - Aprile �01 n. 2

N

Infermieri in Pediatria:noi vi accogliamo così

FORMAZIONE

Infermieri in Pediatria:noi vi accogliamo così

N el nostro reparto di Pedia- tria ultimamente e per le più svariate motivazioni,

hanno ruotato diverse figure infer-mieristiche nuove, spesso al loro pri-mo impiego e certamente alla loroprima esperienza pediatrica.Ciò ha comporta-to una revisionedel nostro model-lo assistenziale,messo in crisidall� elevato turn-over al quale finoa pochi anni fanon eravamo abi-tuati.Il nuovo operato-re d�altra parte ve-niva catapultatoin un sistemacomplesso in quanto al di là della spe-cificità dell�assistenza rivolta all�etàpediatrica, all�interno dell�U.O. inte-ragiscono diverse figure e specialità.Inoltre collaboriamo con L�U.O. diOtorinolaringoiatria nella prepara-zione dell�intervento di impianto co-cleare, quindi accogliamo bambinicon deficit uditivi importanti che pre-sentano quasi sempre difficoltà rela-zionali. Abbiamo alcuni posti lettodedicati al servizio di neuropsichia-tria infantile, quindi bambini con pro-blemi psichiatrici, cerebrolesi a volteconnessi a respiratori, pompe per ali-mentazione ecc��, epilettici in sta-to post critico, gravi ritardi psicomo-tori e mentali. Una volta alla setti-mana vengono effettuati inoltre inter-venti ortopedici funzionali in colla-borazione con il presidio di riabilita-zione neurofunzionale infantile. Que-sti utenti hanno già una patologia dibase complessa come ad esempio di-strofie o paresi cerebrali infantili.

Messo a punto in Pediatria unprotocollo per guidare e favo-rire l�inserimento di nuovi In-fermieri Professionali

Sicuramente questo creava un certosmarrimento��������Da tutte queste considerazioni è nataforte l�esigenza come operatori e pro-fessionisti di creare una sorta di �gui-da� per entrambi che agevolasse l�in-serimento e l�accoglienza del nuovoInfermiere Professionale (I.P.).Si è quindi costituito un gruppo di la-voro composto da due I.P. anziane delreparto e due I.P. che da pochi mesisvolgevano il servizio in pediatria.Questo per mettere a confronto i bi-sogni informativi dei professionistianziani e giovani. Dopo vari incontri

e confronti è natoil nostro PROTO-COLLO.D e s c r i v e r e m obrevemente i con-tenuti principaliricordando chetale protocollo èdisponibile nellanostra U.O. pervisione a chi fosseinteressato.Nel protocol loper l �addestra-

mento del nuovo I.P. vengono postidegli obiettivi chiari, sintetici cosìsuddivisi:PRIMA SETTIMANAGli obiettivi principali sono: il rico-noscimento dellefigure professio-nali che ruotanoall�interno del-l�U.O., degli spazi,la dislocazionedel materiale diuso comune d�ur-genza, l�acco-glienza del bam-bino in prontosoccorso, la rilevazione dei parame-tri, la preparazione delle diete.SECONDA-TERZA-QUARTA SETTI-MANAViene richiesta la piena autonomiariguardo gli obiettivi della prima set-timana.Viene organizzata una visita guidatacon la Capo Sala alle altre U.O. del

dipartimento materno infantile.In queste settimane il nuovo I.P. vieneintrodotto in modo più responsabilealle attività di routine del reparto ealla fine della quarta settimana do-vrà essere in grado di prendersi cari-co del proprio settore.DAL PRIMO AL QUINTO MESEInizia a collaborare nell� assistenzaalle urgenze e dovrà essere in gradose occorre di prendersi carico dellaintera U.O.

Al termine di ogni periodo di adde-stramento viene fissato un incontroinsieme all�I.P. tutor e alla Capo Salain cui si parla delle eventuali problema-tiche insorte, viene compilata la schedadi giudizio che verrà conservata in re-parto e in seguito utilizzata per il giudi-zio aziendale di conferma in ruolo.Questo momento di incontro deve es-sere vissuto con uno scambio positi-vo e propositivo volto solo al miglio-ramento come operatori e quindi pro-fessionisti della salute.Vogliamo inoltre ricordare che dopoun colloquio iniziale con la CapoSala, in cui viene presentato il tutor,questo protocollo viene consegnatoinsieme alle regole delle U.O. e fir-mato per presa visione e accettazio-ne dal nuovo I.P. e del tutor.Stiamo progettando una agendina ta-

scabile sempre da consegna-re all�operatore in cui saran-no riportate informazioni dibase, tipo numeri telefonicipiù ricorrenti, esami di rou-tine, codici, orari della tera-pia ecc�Lasceremo qualche paginabianca per le annotazionipersonali.Alla fine che dire?????

Speriamo di essere state d�aiuto e......buon lavoro all�interno della no-

stra U.O..

di Nicoletta VinsaniCaposala U.O. Pediatriae le InfermiereU.O. Pediatria

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Aprile �01 n. 2 - Notizie pag. 17

FORMAZIONE

ECM on lineECM on lineIn questi giorni il Ministero della Sanità ha pubblicato i criteri di accreditamento degli eventi formativi, dando cosìvita al modello italiano per la Formazione Continua in Medicina.La procedura (per chi volesse entrare nel dettaglio, si rinvia alla pagina di Intranet attraverso la quale è possibileaccedere direttamente al sito del Ministero della Sanità) dovrà essere attiva a partire dal 1° luglio, e rappresenta ilprimo strumento elaborato nell�ambito del progetto iniziato nell�agosto 2000 con l�insediamento della CommissioneNazionale per l�Ecm.La sperimentazione del sistema di accreditamento � protrattasi fino al gennaio 2001 e limitata ai soli eventi formatividestinati ai medici � ha portato alla definizione di alcuni requisiti fondamentali il cui mancato adempimento precludela possibilità di richiedere l�accreditamento.Vengono elencati qui di seguito:- autorizzazione della richiesta di accreditamento da parte del responsabile della struttura;- verifica della effettiva presenza dei partecipanti alle sessioni;- trasmissione alla Commissione dell�elenco dei partecipanti con relativi indirizzi;- disponibilità ad ospitare un osservatore della Commissione;- incompatibilità o conflitto di interesse con le fonti di finanziamento.Oltre alla verifica dei requisiti sopra elencati, la Commissione Nazionale per l�Ecm ha scelto di dare un �peso� a tuttigli aspetti del progetto formativo.Da notare la richiesta di allegare al programma il curriculum del responsabile dell�evento formativo e di tutti i docenti/relatori, che saranno oggetto di valutazione ed attribuzione punti.Un altro aspetto interessante da sottolineare è che la procedura in esame non solo prevede in alcuni casi punteggio paria 0, ma addirittura penalizza, togliendo fino a cinque punti nel caso non sia prevista una valutazione della qualitàdella formazione espressa dai partecipanti alla stessa.Ipotizzando di voler ottenere il massimo del punteggio possibile, l�evento formativo dovrebbe presentare le seguenticaratteristiche:

COME OTTENERE IL MASSIMO DEL PUNTEGGIO

3 frequenza clinica con assistenza di tutore e programma formativo presso una struttura assistenziale;

3 esecuzione diretta da parte di tutti i partecipanti di attività pratiche o tecniche o role-playing;

3 rilevanza dell�argomento, appropriatezza pedagogica, corrispondenza al programma, realizzabilità;

3 valutazione della valenza professionale e dell�esperienza del responsabile del programma formativo;

3 rilevanza docenti-relatori in rapporto ai curricula presentati ed agli obiettivi formativi dell�evento;

3 verifica della presenza effettiva dei partecipanti alle sessioni tramite sistema elettronico con badge.

3 verifica dell�apprendimento tramite esame pratico.

3 trasmissione alla Commissione Nazionale per l�Ecm di una breve relazione sui risultati complessivi

della verifica;

3 valutazione della qualità dell�evento formativo di ogni singola sessione espressa dai partecipanti.

3 trasmissione alla commissione dei risultati della precedente valutazione.

Si ricorda inoltre, come indicato nella procedura per la formazione permanente e dei programmi di Ecm che potetetrovare in Intranet, che i singoli progetti formativi devono essere inseriti nel Piano della Formazione ed approvati insede di negoziazione con la Direzione, e che i Referenti Dipartimentali della Formazione riceveranno il codice diautorizzazione per l�accesso alla registrazione del sito del Ministero della Sanità.Per essere continuamente aggiornati consultare http:/Intranet. Ulteriori informazioni potranno essere richieste a An-narita Guglielmi � Ufficio Sviluppo Organizzativo � tel. 6839.

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pag. 18 Notizie - Aprile �01 n. 2

Lista Eventi da valutare

Lista Eventi già valutati

di Annarita Guglielmie Annamaria PisiUfficio Sviluppo Organizzativo

FORMAZIONE

OLOTIT OLOTIT OLOTIT OLOTIT OLOTITATAD ATAD ATAD ATAD ATADOIZINI

OTNEMITRAPID OTNEMITRAPID OTNEMITRAPID OTNEMITRAPID OTNEMITRAPIDITIDERC ITIDERC ITIDERC ITIDERC ITIDERC

IVITAMROF

acitsitnevretnIdeacitsongaiDaedioriTaifargocEidosroC 1002/30/70 ^1acideMaerA 61

inerruSesaercnaPidaifargocEidosroC 1002/30/90 ^1acideMaerA 4

acicaroTaipocsodnEidehcinceTniotnemanroiggAidosroC 1002/40/40 ^2acideMaerA 4

enoizalitnevidehcincetniotnemanroiggAidosroCavisavninonacinaccem

1002/40/50 ^2acideMaerA 3

,enoizneverpallenitnematneiroivounairotaripseranicideMaipareteisongaid 1002/40/40 ^2acideMaerA 9

irotuceseSLBosroC 1002/20/21 acitirCaerAUED 8

enicidemdesabecnedive'llaeocinilctidua'llaenoizudortnI 1002/20/70OSU

idacideMenoizeriDoidiserP

5

ehcicaroteisalpoennocitneizapidicinilcartenoisiveResselpmoc 1002/20/70

^1acigrurihCaerA^1acideMaerAacinilCaigolotaP

03

erotucesetroppuSefiLcisaBgniniarteR 1002/20/62 acitirCaerAUED 3

ehciranorocimordnisellusaunitnocenoizamrofidosroCetuca 1002/20/31 acitirCaerA 51

acimanidomeidpohskroW 1002/20/61 acitirCaerA 91

acigolocnOaiparetoidaRniicitametonomiranimesidolciC 1002/20/82 repacitsongaiDinigammI 7

isoropoetsoalledaiparetalledenicideMdesab-ecnedivE 1002/40/11 ^1acideMaerA 1

.remE.piDe.S.PlenocigrurihcoruenetneizapledenoitseG.E.Rid.grU 1002/20/80 UED 3

OLOTIT OLOTIT OLOTIT OLOTIT OLOTITATAD ATAD ATAD ATAD ATADOIZINI

OTNEMITRAPID OTNEMITRAPID OTNEMITRAPID OTNEMITRAPID OTNEMITRAPID

acirtaidepSLBidosroC 1002/60/40 acitirCaerAUED

etucAehciranoroCimordniSeleepocniSaL 1002/50/21 acitirCaerA

usatasabaznetsissa'nu:azneilgocca'L'osroC'ecaciffeenoizaleranu 1002/20/72 elitnafnIonretaM

isselpmocicigolotameisacidenoisiveR1002/60/81 acinilCaigolotaP

^1acideMaerA

aedioritaraPeaedioriTaifargocEidegatSacitsitnevretnideacitsongaid

1002/20/10 ^1acideMaerA

alrepotnevretnienoizamrofidottegorPitnereferiaotloviracinilcàtilauq

ilatnemitrapid1002/20/80

OSUidacideMenoizeriD

oidiserP

edioriTalledaigrurihcniotaznavaosroC°7 1002/40/20 ^2acigrurihCaerA

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Aprile �01 n. 2 - Notizie pag. 19

Forum P.A. 2001Vi informo che i tre progetti, presentati dalla nostra Azienda al Forum Nazionale della Pubblica Amministrazione cheinizierà il prossimo 7 maggio a Roma, sono stati selezionati per essere inseriti nel catalogo ufficiale della manifesta-zione.

I tre progetti sono:

�Progetto Liù: un percorso di salute per tutti� a cura di Monica Guberti e barbara Curcio Rubertini (sul progetto di ospedale multiculturale)

�Sistema Qualità Aziendale e partecipazione dei professionisti� a cura di Maria Ravelli e Luca Sircana (sulpercorso di accreditamento)

�Arianna Line� a cura di Lidia Scalabrini e Sergio Bronzoni (sull�Intranet aziendale)

Vi allego la comunicazione ufficiale

Ai referenti responsabili della presentazione dei progettiper il �PREMIO FORUM P.A. SALUTE 2001�

Roma, giovedì 19 aprile 2001

Desidero ringraziarLa per aver aderito al Premio �FORUM P.A.SALUTE 2001�, la seconda edizione della Rassegna sulla qua-lità dei servizi sanitari organizzata con il patrocinio della Con-ferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Provincie autonomeed in collaborazione con Il Sole 24 Sanità e 3M.

Il progetto che ha voluto segnalare come testimonianza del-l�impegno della Sua Amministrazione sul tema dei servizi sa-nitari, è stato ritenuto di grande interesse, in linea con le fina-lità e gli obiettivi dell�iniziativa ma non è purtroppo tra i pro-getti finalisti.

Sono però lieto di comunicarLe che abbiamo inserito una sche-da del progetto nel cd rom dedicato all�iniziativa che presente-remo al FORUM P.A. 2001 e che sarà disponibile all�interno deipadiglioni espositivi della Fiera durante la manifestazione epoi sul nostro sito Internet www.forumpa.it

A conclusione dell�attività di raccolta dei migliori progetti diservizi sanitari (ne sono giunti circa 290 da tutto il territorionazionale), sono inoltre particolarmente lieto di trasmetterLe ilnostro invito a partecipare al convegno di presentazione delPremio �Federalismo e sussidiarietà in sanità� fissato per mar-tedì 8 maggio ore 9.30 presso la Fiera di Roma nell�ambito diFORUM P.A. 2001.

di Barbara Curcio RubertiniResponsabile Ufficio Sviluppo Organizzativo

Forum P.A. 2001

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pag. 20 Notizie - Aprile �01 n. 2

La definizione di Malato �terminale� (1)Paziente affetto da malattia non più responsiva a trattamenti curativi specifici, con rapida evolutività ed imminenzadella morte (in genere entro pochi mesi)(2), con presenza di sintomi invalidanti e progressiva riduzione della perfor-mance [dal Programma �La rete delle cure palliative� � Deliberazione delle Giunta Regionale Emilia-Romagna 1/3/2000]

La definizione di Cure palliativeAssistenza (to care) globale, attiva, di quei pazienti la cui malattia non risponda ai trattamenti curativi (to cure).E� fondamentale affrontare e controllare il dolore, gli altri sintomi e le problematiche psicologiche, sociali e spirituali.L�obiettivo delle cure palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita per i pazienti e per le loro famiglie (3).Le cure palliative:3affermano la vita e considerano il morire come evento naturale (4),3non accelerano né ritardano la morte (4),3provvedono al sollievo del dolore e degli altri sintomi (5),3offrono un sistema di supporto per aiutare i pazienti a vivere il più attivamente possibile fino alla morte (6),3offrono un sistema di supporto per aiutare la famiglia durante la malattia del paziente e durante il lutto.

Definizione di Interprofessionalità nelle cure palliativeE� necessaria l�integrazione di diverse competenze:7l�infermiere per la valutazione e l�identificazione dei diversi bisogni,7il medico (di medicina generale e ospedaliero) per la valutazione delle strategie terapeutiche di maggiore efficacia

sulla qualità di vita ed in particolare per il trattamento del dolore,7lo psicologo per la formazione continua del personale (e per singoli casi in cui sia necessario un approccio speciali-

stico a problematiche psicologiche di particolare complessità del paziente o di un suo familiare)(6),7il riabilitatore (o fisioterapista): per l�estrema rilevanza (dignità etica) delle cure tutelari per �il corpo� dell�amma-

lato terminale,7l�oncologo per l�utilizzo di terapie antiblastiche a scopo palliativo,7l�anestesista-algologo per il trattamento del sintomo dolore nei casi refrattari,7il radioterapista per i trattamenti antalgici e sintomatici (radioterapia palliativa);7[prezioso il ruolo che i volontari possono svolgere in un settore della medicina in cui quello che conta maggiormente

è �saper accompagnare� la persona ammalata negli ultimi giorni della sua vita].

Elementi costitutivi della Rete delle Cure Palliative- assistenza domiciliare integrata [centralità indiscutibile del medico di medicina generale e del servizio per le cure

domiciliari con i suoi NOAD (nuclei operativi); importanza delle associazioni di volontariato che in talune realtàoperano a casa del malato],

- assistenza presso strutture di ricovero-accoglienza dedicate alle cure palliative (hospice),- day hospital, ospedalizzazione domiciliare [Servizio di Cure Palliative] e degenza ospedaliera ordinaria.

(1) Sul dire la verità�Terminale� è una parola �brutta�; si ha un senso di pudore che ci fa esitare prima di pronunciarla: è una parola che utilizziamo noiper intenderci immediatamente ma che non ci sogneremmo mai di impiegare parlando direttamente con il paziente: �sei terminale�.Ci si chiede però se in questo sia prevalente la dimensione del rispetto verso l�ammalato e la sua famiglia, diremmo quasi il desideriodi evitare altro dolore che si provocherebbe evocando ancora lo spettro della morte incombente o se sia prevalente un senso nostro,tutto soggettivo, una nostra paura della morte, di noi che ci occupiamo dell�ammalato morente.Ma qui subito si apre la questione del �dire la verità� all�ammalato. In secoli passati era normale sapere di essere sul punto di morire;toccava agli altri (i familiari, i dottori) avvertire di questo il paziente; il momento della morte era un momento solenne [padre Cicconeal Congresso organizzato dalla Parrocchia del nostro ospedale sul �Dire la verità al malato� il 10/2/2001]. Ma il problema dellacomunicazione della verità resta enorme e pieno di implicazioni complesse anche di tipo filosofico; ad esempio dire al paziente �tusei un ammalato terminale� e dirgli �tu sei un ammalato per il quale sono indicate le cure palliative� non è esattamente la stessa cosa

Cure palliativealcune definizioni, osservazioni eproposte per la discussione

Cure palliativealcune definizioni, osservazioni eproposte per la discussione

CURE

PALLIATIVE

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Aprile �01 n. 2 - Notizie pag. 21

per chi ascolta, anche se si comunica uno stesso contenuto: è diverso il livello di perentorietà delle due affermazioni, vi è minore omaggiore rispetto per i limiti di esattezza o, se vogliamo, per i margini di fallacia che comunque accompagnano le previsioni u mane.Inoltre il dire la verità non è solo costituito dall�atto o dall�avvenimento del comunicare la verità: è molto più importante la fasesuccessiva rispetto al colloquio informativo, che è la fase del mantenimento di un rapporto con il paziente incentrato sulla verità esull�autenticità.(2)Numerose patologie presentano una �fase terminale�: neoplasie (anche nei bambini), AIDS, malattie cerebro-vascolari, malattiedell�apparato respiratorio, malattie del sistema nervoso centrale, malattie cardio-vascolari.L�attuale esistenza di medicine in grado di contrastare efficacemente (pur senza guarire) e rallentare il decorso di numerose malattiefa sì che il processo dell�avvicinamento alla morte sia allungato: è una sequenza al rallentatore, sequenza che in epoche passate sisvolgeva invece in un brevissimo lasso di tempo. La medicina sperimentale combatte la malattia avendo come obiettivo primarioquello di mantenere in vita il paziente, quello di allontanarne la morte. Il corpo del paziente è concepito quale sede di malattia pereffetto di un agente causale inizialmente ignoto ma che occorre scoprire e annientare: dunque il corpo è il terreno di battaglia tral�agente causale e gli strumenti terapeutici (le armi) che il medico è in grado di mettere in atto. Dunque secondo questa logica (chevede l�essere umano ammalato in posizione passiva, un terreno di battaglia appunto) fin che vi è vita la battaglia non è persa, perchéè l�avvenimento della morte che decreta il risultato della battaglia. Tutto questo, accanto a grandi risultati di civiltà, ha anche portatoall�ampliamento di quella condizione biologica, ma anche esistenziale, caratterizzata da malattie in stadio molto avanzato, fino alvero e proprio �stato terminale�.(3)Concezione vitalistica e concezione utilitaristica.Si tende ad abbandonare una concezione �vitalistica� o concezione della sacralità della vita intesa nel suo stretto senso biologico[Nonostante il termine �sacralità� faccia pensare ad una particolare affinità o consonanza con le visioni religiose della vita, questaconcezione invece si adatta particolarmente bene alla visione atea, di chi crede che tutto si riduca per gli uomini a quel cuore (cheancora batte) e a quei polmoni (che ancora respirano)]. Ci si avvicina ad una concezione un po� più �utilitaristica� o concezione dellaqualità della vita. La vita, vale la pena che sia prolungata quanto più possibile e a tutte le condizioni? [Tutto questo non appare incontrasto con la visione cristiana che sa relativizzare, in un certo senso, la �vicenda� della vita umana rispetto alla �immortalità�dell�anima](4)Quale rapporto tra cure palliative ed eutanasia?Se ci si sposta sul versante della attenzione alla qualità, mettendo in secondo piano l�obiettivo di ritardare l�avvenimento della morte,diventa più delicata la questione del rapporto con l�eutanasia. Eppure un netto discrimine resta, se riusciamo come operatori adavere ben chiari gli obiettivi che ogni giorno devono guidare il nostro operato: proponiamoci attraverso l�identificazione di obiettiviben specificati di migliorare le condizioni di malessere in cui giorno dopo giorno versa il paziente; non poniamoci invece un obiettivoconsapevole di accorciamento della durata della sua vita residua.(5)Medicina palliativa e trattamento dei sintomi.La parte più strettamente medica dell�approccio globale al paziente in fase avanzata di malattia prende il nome di �medicinapalliativa�. Essa in primo luogo non si accontenta della descrizione dei sintomi del paziente (fase della osservazione e descrizione)ma procede invece alla fase (scientifica) della misurazione della entità di essi e del livello di autosufficienza residua (performance);se è vero che a volte un atteggiamento esageratamente scientifico nei confronti degli eventi che preludono alla morte tradisce unafragilità psicologica dell�operatore che così facendo non fa altro che prendere le distanze dal morente per difendere il suo(precario)equilibrio mentale, è anche vero che non basta accumulare esperienza nel proprio lavoro sul morente ma occorrerazionalizzarla e per farlo occorre anche compiere delle �misurazioni�. Inoltre poiché non si può più ragionevolmente combatterein modo radicale contro l�agente causale della malattia, poiché il compito degli operatori sanitari diviene quello di migliorar e laqualità delle giornate di vita che restano al paziente, ci si deve concentrare scientificamente sui sintomi ed elaborare per ognuno diessi, in primis per il dolore, una strategia terapeutica efficace [un attacco terapeutico sull�agente causale può essere in alcuni casiancora giustificato (chemioterapia palliativa, chirurgia palliativa) se è trattamento messo in atto con la finalità esclusiva di lenire isintomi del paziente].(6)Il vissuto esistenziale posto dietro i sintomi: �suscitare le potenzialità residue�, non solo �rispondere ai bisogni�.Non basta rispondere ai bisogni, identificati attraverso i sintomi rilevati dall�operatore sanitario oppure segnalati dal paziente: questoè infatti solo il primo livello del nostro intervento. E� importante che la rilevazione dei sintomi, secondo le tecniche della anamnesie della semeiotica medica classica (anche strumentale), sia solo il primo passo per un approfondimento a partire dai sintomi stessi,verso la comprensione del vissuto che sta dietro ai sintomi(come il paziente li vive, come essi si inseriscono nella sua esistenza):insomma il colloquio con il paziente suoi sintomi è visto come chiave d�accesso al suo mondo. Si tratta di non limitare il propriointervento alla risposta ai bisogni ma di cercare anche di evocare le potenzialità residue di quella persona ammalata: sapere creareil clima e l�ambiente perché affiori un sorriso o un minuto di serenità� questi sono obiettivi che vale la pena di perseguire. Civogliono degli specialisti, degli psicologi per questo? Pare di no o quantomeno vi è incertezza su questo punto: vi sono psicologi chesi occupano da tempo di queste problematiche che sostengono che il loro ruolo è piuttosto quello di �formare� il personale sanitarioed i volontari� Certo questo allargamento delle funzioni della Medicina, che non si accontenta più di rispondere ai bisogniformulando diagnosi ed approntando terapie, ma giunge ad ideare scenografie (ambienti, rapporti interpersonali) volte a suscitarepotenzialità, a rendere il paziente protagonista il più possibile dell�ultimo scorcio della sua vita è una novità: direi quasi che si escedalla medicina �moderna� e si entra in una sorta di �medicina postmoderna�.

CURE

PALLIATIVE

di Sergio MaccariResponsabile Unità Funzionale di Lungodegenza

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pag. 22 Notizie - Aprile �01 n. 2

Nuovo ConsiglioSocietà Lazzaro SpallanzaniS

Nuovo ConsiglioSocietà Lazzaro Spallanzani

NOVITA�

DAL

SERVIZIO

ACQUISTI

CONVEGNI

12/05/2001Giornate Reggiane

di Aggiornamento delDipartimento Area Critica

A.N.M.C.O.

1° ConvegnoMANAGEMENT della SINCOPE

LE SINDROMICORONARICHE ACUTE

Hotel Astoria Mercure - R.E.

7/9-03-200124/26-10-2001

U.O. di EndocrinologiaCorso

ECOGRAFIA TIROIDEADIAGNOSTICA EDINTERVENTISTICA

Corso satelliteECOGRAFIA DI PANCREAS E

SURRENI

Sala ConvegniSpallanzani

ONVEGNI

S i sono recentemente svolte le elezioni del Consiglio Direttivo della Società Medica �Lazzaro Spallanzani�. Al Prof. Angelo Cesare Plancher, Presidente della Società per gli ultimi tre anni, succede il Dott. Giovanni Fornaciari, Direttore della III Divisione di Medicina dell�Arcispedale S. Maria Nuova. Composizione del

Consiglio:Vice-Presidenti il Dott. Anio Lanzi, Medico di famiglia ed il Dott. Tiziano Lusenti, Dirigente della Nefrologia del S.

Maria Nuova.Segretario: Gianluigi Rossi (Specialista Ambulatoriale)Tesoriere: Vittorio Voltolini (Medico di famiglia)Consiglieri: Elio Bruni (Medico di famiglia), Gian Luca Curti (Odontoiatra), Giacomo Crovetti (Medico di famiglia),

Fulvio Fantozzi (SERT Sassuolo), Livia Garavelli (Pediatria ASMN), Marwan Hamarneh (Pediatra dibase), Maria Grazia Mortilla (Endoscopia Digestiva ASMN)

Revisori dei Conti: Eugenio Gherardi (Pediatra di base), Silvano Claudio La Bruna (RRF-ASMN), Sandro Maiolani(Odontoiatra), Pietro Ragni (Direzione Sanitaria Azienda USL), Clara Spacca (Medico di famiglia)

Componente nominato dall�Ordine dei Medici: Donato Gabbi (Medico di famiglia).

Scopo dell�Associazione è quello di contribuire alla formazione permanente e all�aggiornamento continuo dei Medicie degli Odontoiatri della Provincia di Reggio per migliorare le conoscenze ed anche per favorire la collaborazione fraMedici di Medicina Generale, Pediatri, Odontoiatri, Medici Ospedalieri e Specialisti.L�impegno diretto verso la popolazione si realizzerà attraverso la promozione d�incontri divulgativi di educazionesanitaria aperti a tutti i cittadini.La Società pubblica semestralmente la rivista �Lo Spallanzani� diretta dal Dott. Tiziano Lusenti; la rivista ospitacontributi scientifici, redatti dai Medici della Provincia di Reggio, di elevato valore culturale; in futuro la rivistaospiterà sempre più spesso �linee-guida�, tratte dagli insegnamenti della Medicina basata sull�evidenza.Tutti i Medici dell�Arcispedale sono invitati a collaborare con la società Medica inviando proposte per iniziatived�aggiornamento o contattando direttamente uno dei consiglieri che operano presso il S. Maria Nuova:Giovanni Fornaciari tel. 6687 [email protected] Garavelli tel. 6244 [email protected] Lusenti tel. 6493 [email protected] Grazia Mortilla tel. 6129 [email protected] Claudio La Bruna tel. 6298 [email protected]

di Giovanni FornaciariDirettore 3^ U.O. di Medicina Interna

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Aprile �01 n. 2 - Notizie pag. 23

L

Per una maggioretranquillità

in Ospedale

NOVITA�

DAL

DIPARTIMENTO

ALBERGHIERO

Per una maggioretranquillità

in Ospedale

L�accesso notturno all�Arcispeda-le S. Maria Nuova è sempre sta-to consentito per dare conforto

ai degenti ricoverati dietro rilascio diun permesso fornito dalla Caposaladell�Unità Operativa interessata.Ma questa regolamentazione, vani-ficata dal non difficile ingresso nellastruttura ospedaliera, è stata spessodisattesa perpetrando una situazionedi ingressi scarsamente disciplinatacon conseguente flusso, a qualsiasiora della notte, di persone che nongarantiva la necessaria tranquillitàai degenti ed agli operatori.Ed è proprio per garantire una mag-giore serenità dei pazienti ricoveratie per favorire migliori condizioni dipermanenza nella struttura ospeda-liera che è stato chiuso l�ingresso prin-cipale del S. Maria Nuova ai visita-tori dalle ore 22.00 alle ore 6.00 delmattino autorizzando gli ingressi allesole situazioni di seguito elencate:¨ per assistere degenti ricoverati me-

diante il permesso speciale d�in-gresso rilasciato dalla caposala odalla sua sostituta;

¨ per aggravamento delle condizio-ni cliniche del paziente segnalatedal reparto;

¨ per esigenze urgenti, previo accer-tamento presso il reparto della rea-le emergenza da parte del persona-le della portineria.

L�attività di chiusura dell�ingressoprincipale dell�Arcispedale è statapreceduta da riunioni con i soggetticoinvolti nel progetto per definire lemodalità di svolgimento ed assegna-re i vari compiti fra i diversi Servizi

L�ingresso principale del-l�ospedale chiuso di notte aivisitatori dalle ore 22.00 alleore 6.00.

(Direzione Sanitaria, Servizio Infer-mieristico, Portieri, Caposala dellevarie Unità Operative, ecc�). Impor-tante è stata anche la massiccia cam-pagna pubblicitaria e conoscitiva ri-volta sia al personale interno ma so-prattutto alla cittadinanza che hapreceduto e successivamente suppor-tato l�iniziativa.Il progetto della chiusura dell�entra-ta principale dell�Arcispedale è statoprogressivo per consentire alla citta-dinanza ed agli operatori di entraregradualmente nella nuova ottica digestione degli accessi del S. MariaNuova. In un primo momento, ci si èlimitati a reclamizzare l�iniziativa fratutti coloro che entravano di notte inOspedale, successivamente si sonochiuse le porte applicando regoled�accesso più elastiche, per conclude-re con l�applicazione completa delleregole d�ingresso.Ovviamente, gli accessi al ProntoSoccorso ed ai Reparti che gestisco-no l�Urgenza � Emergenza non sonostati coinvolti in questa iniziativa percui continueranno a seguire i percor-si e le procedure consolidate.Importante è stato e, lo è tuttora,l�impegno e la collaborazione delpersonale interno con particolare ri-guardo ai portieri impegnati in pri-ma persona alla realizzazione delprogetto.Nella fase di prossima attuazione,fondamentale sarà la collaborazio-ne della caposala e del personale in-fermieristico per il rilascio dei per-messi e la concessione delle autoriz-zazione a salire nel proprio repartodurante la notte per le situazioni ur-genti o particolari che dovessero ve-rificarsi.Alla chiusura dell�ingresso principa-le del S. Maria Nuova seguirà, appe-na saranno realizzate le opportunemodifiche agli impianti, anche lachiusura dell�entrata principale del-

lo Spallanzani.Queste iniziative vanno lette in un�ot-tica unitaria essendo parte integran-te di un progetto più vasto che ha comeobiettivo l�aumento della sicurezzanella struttura ospedaliera.Diverse sono le attività già realizza-te, dal servizio di vigilanza fissa emobile con l�ausilio di una guardiagiurata che sorveglia l�ambiente everifica la chiusura delle porte e deicancelli della struttura ospedaliera adun sistema di telesorveglianza checontrolla le aree non presidiate.Altre sono le iniziative di prossimarealizzazione, tutte rivolte a rende-re l�Ospedale un luogo sempre piùtranquillo e sicuro dove curarsi elavorare.

di Sonia CeccarelliDipartimento Logistico Alberghiero

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pag. 24 Notizie - Aprile �01 n. 2

PER UNA MAGGIORETRANQUILLITA� IN OSPEDALE

Chiediamo la Tua collaborazioneper dare ai degenti la necessaria tranquillità

durante la permanenza nella strutturaospedaliera

L�Arcispedale S. Maria Nuova chiudeai visitatori dalle ore 22.00 alle ore 6.00

Durante la notte l�accesso è consentito suonando il campanelloall�entrata principale:

per assistere degenti ricoverati mediante il permesso d�ingressorilasciato dalla caposala;

per aggravamento delle condizioni cliniche del pazientesegnalate dal reparto;

per esigenze urgenti, previo accertamento presso il reparto daparte del personale della Portineria.

Ovviamente il Pronto Soccorso ed i Reparti che gestiscono l�Urgenza-Emergenza resteranno aperti anche durante la notte per coloro chedovessero averne necessità.

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