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Novembre 2012

Date post: 27-Mar-2016
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Il mensile di Vasto
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All’interno I cent’anni del faro di Punta Penna I Vescovi contro la “petrolizzazione” dell’Abruzzo “Durabruzzo”, una ricerca sul grano duro A Vasto la reliquia del sangue del Beato Giovanni Paolo II La Croce Rossa premia le scuole del Vastese a pag. 8 pagg. 2-3 a pag. 10 a pag. 5 a pag. 14 a pag. 9 IL NUOVO Periodico d’informazione Anno XXXI n. 11 - s 1 Direzione, Redazione, Amministrazione: 66054 VASTO - Piazza L.V. Pudente, 7 (Largo del Fanciullo) - Tel. e Fax 0873/367181 E-mail: [email protected] - C/C Postale 14731665 - Spedizione abb. postale Gruppo II 70% - Aut. Dir. Prov. PT Chieti n. 61 del 6/2/82 Novembre 2012 Viale dei Tigli, 248 CASALBORDINO Tel. 0873.916142 Ristorante “IL SALICE” Contrada “Buonanotte” San Salvo - Vasto - Tel. 0873549270 Fax 0873343140 - www.ristoranteilsalice.it Ampia Sala per Banchetti Chiuso il Mercoledì di GIOVANNI DI MARCO WWW.ILNUOVOEDITORE.IT Appello di don Domenico Spagnoli parroco di Santa Maria Maggiore CENTRO STORICO TRA DEGRADO E RISCHIO SPOPOLAMENTO “Lavoriamo insieme per dare un’alternativa ai giovani” Richiesta l’autorizzazione finale alla Banca d’Italia A breve l’apertura della Banca di Vasto a pag. 7
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All’interno

I cent’anni del faro di Punta Penna

I Vescovi contro la “petrolizzazione” dell’Abruzzo

“Durabruzzo”,una ricercasul grano duro

A Vasto la reliquia del sangue del Beato Giovanni Paolo II

La Croce Rossa premia le scuoledel Vastese

a pag. 8

pagg. 2-3

a pag. 10

a pag. 5

a pag. 14

a pag. 9

IL NUOVOPeriodico d’informazione

Anno XXXIn. 11 - s 1

Direzione, Redazione, Amministrazione: 66054 VASTO - Piazza L.V. Pudente, 7 (Largo del Fanciullo) - Tel. e Fax 0873/367181E-mail: [email protected] - C/C Postale 14731665 - Spedizione abb. postale Gruppo II 70% - Aut. Dir. Prov. PT Chieti n. 61 del 6/2/82

Novembre 2012

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Ampia Sala per BanchettiChiuso il Mercoledì

di GIOVANNI DI MARCO

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Appello di don Domenico Spagnoli parroco di Santa Maria Maggiore

Centro storiCo tra degrado e risChio spopolamento

“Lavoriamo insieme per dare un’alternativa ai giovani”

richiesta l’autorizzazione finale alla Banca d’italia

A breve l’apertura della Banca di Vastoa pag. 7

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Spesso il centro storico di Vasto è saltato agli “onori della cronaca” per atti di vandalismo, scippi e varie azio-ni se non pienamente delinquenziali, perlomeno irrispettose della pubbli-ca serenità; ultimo campanello d’al-larme, in ordine di tempo, il tentati-vo di furto alla Chiesa di Santa Ma-ria, in pieno centro storico. Il parroco, don Domenico Spagnoli, è preoccupa-to non tanto per il singolo “inciden-te”, piuttosto per un modo di “vivere il centro” che sta portando lo stesso al degrado e allo spopolamento.

“Già dai primi tempi in cui mi so-no insediato - ci confida don Dome-nico - ho sentito i miei parrocchiani lamentare il degrado, il chiasso, la paura della rissa o di atti di vandali-smo. A distanza di tempo purtroppo sono costretto a confermare che la si-tuazione è proprio questa: la vita nel

centro storico è segnata da un vero e proprio disagio sociale”.

Ma non è la semplice denuncia, seppur di una situazione ormai di-venuta intollerabile, quella che inte-ressa il parroco della Chiesa di San-ta Maria: “Dopo la fase ‘destruens’, della denuncia, deve seguire quella ‘construens’; come parroco mi sono chiesto cosa la Chiesa può fare, qua-li proposte educative offrire a queste persone, anche a livello di conferen-ze, incontri che sollevino i problemi riguardo all’abuso di alcool e droghe, alle conseguenze deleterie che hanno sull’organismo umano e le loro rica-dute in ambito sociale. Al di là della condanna, come Chiesa dobbiamo an-che chiederci che alternativa offria-mo; abbiamo il dovere di porre il pro-blema educativo, suscitare alleanze educative con tutti gli attori sociali

e le istituzioni”.“Questi problemi - prosegue don

Domenico - riguardano il futuro stes-so della nostra città; non ho la bac-chetta magica, né facili risposte in ta-sca, ma penso che lavorare per le fa-miglie, porre la questione di una cre-scita sana sia un obiettivo raggiun-gibile, attraverso percorsi che rispet-tino la giusta voglia di divertimento dei giovani, ma che nello stesso tem-po pongano agli stessi giovani doman-de sulle conseguenze dei propri gesti,

dei propri stili di vita”.Questi percorsi possono prevede-

re un diverso approccio al turismo? Spesso i richiami alle regole e al ri-spetto di tutti vengono contestati pro-prio con questo tipo di richiami al set-tore: “Così si uccide il turismo; se la gente non si può nemmeno divertire, che ci viene a fare a Vasto?” e via di-scorrendo. È proprio necessario tol-lerare degrado e molestie per far vi-vere il turismo?

“È la stessa concezione di turismo

APPeLLo DI Don DoMenICo SPAGnoLI PARRoCo DI SAntA MARIA MAGGIoRe

“lavoriamo insieme per dare un’alternativa ai giovani”

Vasto - Centro storiCo tra degrado e risChio spopolamento

“non ho la bacchetta magica, né facili risposte in tasca, ma penso che lavorare

per le famiglie, porre la questione di una crescita sana sia un obiettivo raggiungibile, attraverso percorsi che rispettino la giusta voglia di

divertimento dei giovani, ma che nello stesso tempo pongano agli stessi giovani

domande sulle conseguenze dei propri gesti, dei propri stili di vita”

Don Domenico Spagnoli

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APPeLLo DI Don DoMenICo SPAGnoLI PARRoCo DI SAntA MARIA MAGGIoRe

“lavoriamo insieme per dare un’alternativa ai giovani”

Vasto - Centro storiCo tra degrado e risChio spopolamento

che forse va rivista; dobbiamo chie-derci quale tipo di utenza vogliamo: vogliamo approfittare delle debolez-ze e delle dipendenze dei giovani per fare soldi, giocando esclusivamen-te sul guadagno e la ricaduta econo-mica? Oppure vogliamo valorizza-re un turismo un po’ più ‘alto’, quin-di puntare sulla cultura, sulle fami-glie e rendere l’ambiente più ospita-le e accogliente per tutti? Se accet-tiamo passivamente le logiche lega-te esclusivamente al profitto, è chia-ro che poi emergeranno una serie di criticità sociali”.

Criticità che spesso sfociano in illegalità: gli esempi a cui possiamo attingere dalla cronaca sono all’ordi-ne del giorno.

“In parrocchia purtroppo - confer-

ma don Domenico - sento spesso confi-denze di anziani che vengono scippati addirittura mentre vengono a messa, di famiglie che abbandonano il centro storico perché di fatto impossibilitate a condurre una vita tranquilla. Non si tratta di puntare il dito contro l’ex-tracomunitario di turno, in quanto la violenza non ha cultura né nazionali-tà; bisogna riconoscere a ciascuno la libertà di vivere e di compiere scelte che non danneggino gli altri e la co-munità. Una Vasto è più bella, vivi-bile e accogliente, passa necessaria-mente per un miglioramento di quello che è il suo cuore pulsante, il centro storico. Per far questo, Chiesa, istitu-zioni e famiglie, ciascuno deve fare la propria parte.”

Natalfrancesco Litterio

Santa Maria Maggiore

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Politica4 IL NUOVO - Novembre 2012

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La notizia era trapelata ma tar-dava ad essere confermata. Massimo Desiati ha aderito a “Grande Sud”. L’ex Assessore regionale, dopo il buon risultato politico ottenuto a Vasto in occasione delle elezioni comunali (ri-cordiamo che si candidò alla carica di Sindaco ottenendo, con solo due liste d’appoggio, oltre il 20%), si riaffaccia sulla scena politica regionale nel par-tito i cui riferimenti nazionali sono la Senatrice Adriana Poli Bortone e l’On Gianfranco Miccichè.

Perché?Per meglio svolgere attività poli-

tica. L’esperienza fatta con “Progetto per Vasto” è stata molto importante ed ha dato un forte segnale alla città, credo valga la pena portarla avanti, affiancando al Movimento civico un realtà politica che abbia riferimenti nazionali.

Una scelta strumentale, quin-di. Sarebbe andato bene un partito qualunque.

Direi proprio di no. “Grande Sud” è l’insieme delle liste civiche del Sud, una rete movimentista che raccoglie una progettualità riferita essenzial-mente al Territorio. Credo sia il na-turale sbocco di un movimento civico quale “Progetto per Vasto” al pari di altri movimenti civici del Meridione d’Italia.

Ma allora “Progetto per Vasto” ha esaurito la sua funzione?

No e nel modo più assoluto. Lo spontaneismo e la forte volontà di cambiamento che hanno caratteriz-zato e sostenuto “Progetto per Vasto” sono un patrimonio importante. Il movimento civico continuerà ad ave-re i suoi due Consiglieri comunali e sarà sempre viva l’attività del suo Coordinamento cittadino, in più potrà beneficiare dei necessari collegamenti politici rappresentati dai deputati e dai senatori di “Grande Sud”.

Per questo lei dice non essersi trattato di un “cambio di casacca” ?

Questa è un’espressione in uso proprio antipatica … Io non ero iscrit-to a nessun partito.

Ma come non era del PdL?Mai stato iscritto al PdL. In quel

partito ho molti amici, sì ma ne ho anche in altri partiti, altrimenti 5000 voti alle elezioni comunali non sa-rebbero mai venuti fuori… Dicevo, io sono entrato a far parte di “Grande Sud” senza per questo aver dover ri-consegnare alcuna tessera, non ne avevo.

E “Progetto per Vasto”?Non è certo un partito. Pensi, per

regolamento interno, può aderire a “Progetto per Vasto” chi è iscritto a qualsivoglia partito, l’importante è che non sostenga le ragioni dell’attua-le maggioranza nel Comune di Vasto. Questo denota ancor di più, semmai ce ne fosse bisogno, la sua effettiva ragione civica.

Però Desiati sentiva la necessità di appartenere un partito?

Io sento la necessità di “apparte-nere” al mio Territorio. Mi dice, oggi, cosa fa la differenza tra un partito e l’altro? Forse la determinazione ideologica o, invece e piuttosto, un opportunismo determinato da filiere di potere, anche personale? Ho speso la mia intera vita politica nel nome dell’appartenenza ad una Comunità ideale, organizzata nelle sue varie

forme partitiche al fine della parte-cipazione ad elezioni ma oggi non c’è partito che abbia la dignità di rappresentarla. Restano, quindi, il proprio territorio e la Comunità che lo vive come “valore”. Porto con me le esperienze di crescita e la formazione culturale di chi, a 56 anni, ha per-corso un buon tratto di vita politica ed anche di chi vuol continuare ad avere il gusto e la passione di guar-dare avanti operando Politica per la propria Comunità.

E cosa pensa del fallimento dei partiti nel far politica e dello scan-daloso modo di gestire risorse pub-bliche?

Semplicemente che sono devianze che non mi appartengono, tant’è che credo di aver testimoniato di quanto non mi appassioni nessuno dei partiti considerati “tradizionali”, non mi ci ritroverei. Circa, poi, la gestione di-storta di risorse pubbliche o, magari, l’obiettivo personale di arricchimento … lasciamo stare … è altro capitolo, meglio parlare di Politica.

E parliamo di politica. “Grande Sud” l’ha nominata vice coordinatore regionale. Si organizza per candidarsi alla Regione?

L’incarico mi da’ la possibilità di contribuire ad organizzare “Grande-Sud” su base regionale, non imma-gina quanta attenzione c’è nei con-fronti di questo nuovo tipo di forza politica territoriale da parte delle tante liste civiche presenti in Abruzzo e di tante persone stanche dei propri partiti di riferimento! Il ruolo perso-nale, poi, non lo vivo nei termini del “pennacchio”, sarà motivo per essere funzionale alle ragioni della mia città e del territorio. In quanto alla can-didatura per la Regione proprio no, sono chiacchiere di chi ritiene, così, di poter denigrare l’azione di “Progetto per Vasto”.

Ma “Grande Sud” dove si colloca nella geografia politica?

Credo stia cambiando proprio la geografia politica nel senso fino ad oggi inteso. La prima Repubblica ci ha abituato a considerarla nei ter-mini di partiti, rappresentativi di

ideologie, organizzati sulla base di un sistema elettorale proporzionale; la seconda nei termini di coalizioni di area vasta, oltre il dato ideologico, organizzate sulla base di un sistema elettorale tendente al bipolarismo; la terza sarà nei termini di aggre-gazioni sulla base di programmi di politica amministrativa che si sforzi-no di dare risposte alle necessità del territorio, questo sia a livello locale che nazionale. “Grande Sud” si inqua-dra in questo nuovo scenario. La sua classe politica, indipendentemente dalle provenienze proprie di un’ap-partenenza ideologica, ha il compito di svolgere un’azione politica i cui risultati siano concreti per i territori di riferimento. Questa impostazione permetterà di superare la logica del posizionamento nella “geografia poli-tica” in forza di ideologismi o mecca-nismi propri di un sistema elettorale che mira soltanto al mantenimento di personali ruoli di rappresentanza. Insomma, si tratta di scompaginare quel cosiddetto “quadro politico” che non ha prodotto risultati e che ha vi-sto il suo più grande fallimento nella necessità di sostenere, per esempio, un Governo tecnico nazionale.

Ma lei è persona di Destra.è una formazione culturale e

politica che mi porta a ragionare come ragiono. Le riporto il pensiero di un intellettuale molto seguito tra i giovani di “Destra” (almeno prima che diventassero pidiellini, spesso alla ricerca di cariche politiche…), Marco Tarchi: “L’ideale di una “terza via” inaugurò l’epoca contemporanea, in cui, com’è stato detto, si è figli del proprio tempo piuttosto che dei propri padri. Un’epoca ancora in gran parte da indagare”. Era il 1983, dopo 30 anni le indagini sono mature ma noi continuiamo a svilupparle, questa è la Politica!

Torniamo al prosaico… Una bat-tuta sull’attuale Amministrazione cittadina?

Un danno gravissimo per Vasto.Obiettivi?Chiari. Contribuire a farla ri-

sorgere.

interVista a massimo desiati

nel “Grande Sud” per far risorgere Vasto

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per la Conferenza episcopale non si sanano le ferite della disoccupazione con progetti di sfruttamento energetico

I Vescovi contro la “petrolizzazione” dell’Abruzzo

Nuovo documento dei vescovi abruzzesi e molisani contro quella che viene definita la “petrolizzazio-ne” del nostro territorio. I prelati, ri-uniti in Conferenza, hanno ribadito la vocazione turistica e agricola delle

due regioni, approvando un documen-to intitolato: “Per una Chiesa e una società custodi della terra d’Abruz-zo e Molise”.

Questi i punti salienti del docu-mento: “Noi, Vescovi delle chiese che

sono in Abruzzo e Molise, ancora una volta leviamo alta la voce per denun-ciare le “ferite” delle nostre terre, mi-nacciate da progetti di “sviluppo” che sono invero segnati da gravi rischi ambientali, socio-economici e uma-ni, in cui viene meno la tutela della vita e la custodia del creato, dono di Dio e impegno morale di tutti gli uo-mini e le donne di buona volontà. Ci riferiamo ai progetti di sfruttamen-to energetico, in particolar modo pe-troliferi, su cui ci siamo già pronun-ciati come Conferenza episcopale re-gionale nel 2008 e, mediante l’inter-vento di alcuni di noi o tramite gli uf-fici da noi delegati, in varie occasio-ni nel corso di questi ultimi anni. In luogo di una vera “conversione” a pro-getti di crescita sostenibili, in ascol-to della voce dei territori e delle po-polazioni di cui abbiamo la cura pa-storale, si confermano e si aggrava-no le scelte più rischiose per la salu-te e il benessere di tutti”.

“Con l’eventuale realizzazione dei progetti di sfruttamento energe-tico – affermano tra l’altro i Vesco-vi – non si sanerebbe la ferita della disoccupazione e della recessione, si accrescerebbe il senso di abbandono e di sopraffazione che le nostre gen-ti percepiscono di fronte a chi eserci-ta poteri decisionali, si avanzerebbe nella spogliazione del nostro ambien-te naturale e della nostra economia

agricola e turistica in maniera irre-versibile e irresponsabile”. In sinto-nia di quanto afferma il recente do-cumento della Cei pubblicato in oc-casione della settima giornata na-zionale per la salvaguardia del Cre-ato, i Vescovi d’Abruzzo e Molise af-fermano: “Noi non possiamo dimen-ticare le ferite di cui soffre la nostra terra, che possono essere guarite so-lo da coscienze animate dalla giusti-zia e da mani solidali”.

Il documento sottoscritto da tutti i Vescovi così conclude: “Questo com-pito comune veda coinvolti tutti, in particolar modo coloro che, a livello locale, regionale e nazionale, hanno ricevuto il mandato di governare lo sviluppo del territorio, perché agisca-no in nome del bene comune e non di una singola parte, prestando ascolto al grido della nostra terra, del nostro mare, del nostro cielo”.

Mons. Bruno Forte

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Politica6 IL NUOVO - Novembre 2012

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La costituenda BANCA di VASTO Credito Cooperativo s.c. il 22 ottobre 2012 ha presentato alla Banca d’Ita-lia la richiesta per la “autorizzazio-ne all’attività bancaria e alla presta-zione di servizi e attività di investi-mento”. E’ l’atto finale della complessa procedura per l’apertura di un nuo-vo istituto di credito, vastese, che do-vrebbe portare nel giro di pochi mesi alla decisione definitiva dell’organo di controllo. Ottenuta l’autorizzazio-ne, si può procedere all’apertura del-la nuova banca a Vasto.

Da sottolineare che il consiglio di amministrazione della costituenda BANCA di VASTO per la consegna di quest’ultima richiesta a Bankita-lia si è avvalsa dell’assistenza della Federcasse -Federazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali in Roma, depositando lo scorso 7 giugno presso la federa-zione tutta la documentazione desti-nata a Bankitalia. Federcasse, dopo una rigorosa disamina degli atti, ha emendato ove necessario ed ha sug-gerito alcuni adeguamenti prima del-la consegna in Bankitalia.

“I funzionari di Bankitalia, lune-dì scorso, nel ricevere la voluminosa documentazione – afferma il presi-dente Giorgio Del Borrello – hanno espresso apprezzamento per il lavo-

ro sin qui svolto. In particolare, han-no accolto con favore il nostro ultimo sforzo di raccogliere altre 130 doman-de spontanee di sottoscrizioni azio-narie per garantire la possibilità di incremento di capitale sociale, in ag-giunta al capitale già raccolto e ver-sato pari a Euro 3.488.000 dei 980 so-ci iniziali”. “Ed anche la nostra filoso-fia del contenimento dei costi”, con-tinua Del Borrello: “Prospetto infor-mativo, Piano Industriale, relazioni varie ecc. sono stati fatti in casa, dai Promotori e Consiglieri; la sede scelta è poco costosa e già parzialmente al-lestita; i compensi degli amministra-tori e esponenti aziendali bassissimi e al limite della simbolicità”.

Nella richiesta di autorizzazione a Bankitalia sono elencati in detta-glio tutti i passaggi procedurali già effettuati dalla costituenda Banca di Vasto. Dalla “preventiva informati-va” a Bankitalia, alla elaborazione del Piano Industriale e del program-ma delle future attività; alla raccol-ta di 980 adesioni e alla verifica che i soci non abbiano partecipazioni su-periori al 5% ed abbiamo i prescrit-ti requisiti per diventare soci di una Banca di Credito Cooperativo; al ver-samento del capitale raccolto pari a 3.488.000 euro presso la filiale di Va-sto della Banca Popolare di Ancona.

Viene specificato inoltre che nell’as-semblea dei soci del 4 dicembre 2011 sono stati eletti a far parte del consi-glio di amministrazione : Giorgio Del Borrello, Catherine Cirese, Antonio Cuculo, Giovanni Di Giambattista, Luigi Guidone, Filippo Menna, Nico-la Molino, Nicola Paglione, Giovanni Petroro, Simona Sarni, Gabriele Tu-mini; e sono stati nominati al collegio sindacale: Francesco Pietrocola (pre-sidente), Pietro Falcucci e Pasquale Di Crosta, effettivi e Cesario Zaccar-di e Luigi Nunziangeli, supplenti. Il suddetto consiglio di amministrazio-ne ha nominato Giorgio Del Borrel-lo presidente e in data 15.2.2012, ha nominato Antonio Cuculo vice presi-dente e designato Carlo D’Angelan-tonio di Pescara quale direttore gene-rale. Nella richiesta a Bankitalia in-fine si comunica che è stata effettua-ta ai sensi di legge, con esito positivo, la verifica dei requisiti di “onorabili-tà, di professionalità e indipendenza di tutti gli esponenti aziendali e che è stata presentata la domanda di ade-sione al Fondo Nazionale di Garan-zia, ricevendo in data 24.5.2012 ri-sposta positiva.

La decisione ora è nella mani di Bankitalia che ha sei mesi per deci-dere. I promotori sono molto fiducio-si perché tutti i passaggi e le norme

previsti in procedura sono stati scru-polosamente rispettati.

Per ulteriori notizie rivolger-si allo Studio Avv. Del Borrello 0873 69958.

richiesta l’autorizzazione finale alla Banca d’italia

A breve l’apertura della Banca di Vasto

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Si è svolta la manifestazione della Croce Rossa presso il cortile di Palaz-zo d’Avalos per inaugurare una nuo-va ambulanza e concludere un per-corso di sensibilizzazione all’interno delle scuole con la premiazione di un concorso grafico pittorico che ha visto vincitori il II Circolo Didattico di San Salvo, l’Istituto comprensivo Monte-odorisio-Cupello, l’Istituto compren-sivo di Casalbordino e l’Istituto com-prensivo “Rossetti” di Vasto.

A presiedere la manifestazione, alla presenza dei ragazzi delle scuo-le coinvolte, dei dirigenti scolastici e dell’assessore alle Politiche sociali del Comune di San Salvo Maria Tra-vaglini, il commissario regionale del-la Croce Rossa, Maria Teresa Letta e il commissario vastese, Maria Luisa

Ciuffici, che hanno sottolineato co-me l’acquisto della nuova ambulan-za sia stato possibile “grazie al lavo-ro dei volontari che hanno messo a disposizione il frutto del loro servi-zio presso il 118”.

Alle scuole vincitrici del concorso, invece, sono stati consegnati 150 euro, “una piccola somma - come sottoline-ato dal commissario di Vasto, Maria Luisa Ciuffici - che però attesta la no-stra vicinanza alle scuole e al mondo dei giovani, sperando che tra di loro ci siano i futuri volontari della Cro-ce Rossa. Anche per i prossimi anni scolastici sono previste ulteriori ini-ziative e speriamo, tra l’altro, di riu-scire a portare alcune classi a Gine-vra per visitare la nostra sede mon-diale, come già abbiamo fatto per le

medie di Cupello e Mon-teodorisio”.

Al termine della ma-nifestazione, il nuovo mez-zo a disposizione del 118 è stato benedetto da don Gianfranco Travaglini, della parrocchia di San Giuseppe.

Natalfrancesco Litterio

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inaugurata una nuova ambulanza a disposizione del 118

La Croce Rossa premia le scuole del Vastese

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P R O G R A M M A

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sarà esposta nella chiesa di s. paolo apostolo dal 9 al 18 novembre

A Vasto la reliquia del sangue del Beato Giovanni Paolo II

L’11 Ottobre 2012, nel cinquan-tesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, il Santo Padre Benedetto XVI ha da-to inizio all’Anno della Fede che ter-minerà il 24 Novembre 2013, Solen-nità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. Nell’ambito delle pro-poste pastorali per l’Anno della Fede, la Diocesi di Chieti-Vasto promuove a Vasto l’Esposizione della Reliquia del sangue del Beato Giovani Paolo II e la Mostra fotografica e documen-taria su Karol Wojtyla, il Papa che ha cambiato la storia del mondo. La Re-liquia del sangue del Beato Giovanni Paolo II sarà esposta in via straordi-naria nella Parrocchia di San Paolo Apostolo a Vasto per dieci giorni dal 9 al 18 Novembre prossimo.

È di Carlo Balljana lo scultore tre-vigiano il reliquiario dove è incasto-nata l’ampolla con il sangue di Gio-vanni Paolo II . Il maestro Balljana - scrive il Cardinale di Cracovia Sta-nislaw Dziwisz, già segretario per-sonale di Karol Wojtyla, - ha realiz-zato il reliquiario dopo aver assistito ai funerali del Pontefice. Il reliquia-rio contiene il sangue del Beato che era stato prelevato il 2 Aprile 2005, giorno della morte di Giovanni Pao-

lo II, dai medici al fine di effettuare delle analisi. Fino ad oggi il sangue non si è coagulato e mantiene il pro-prio colore naturale. Il reliquiario ri-prende la scena dei funerali del Pa-pa dove sulla sua bara era stato de-posto il Vangelo aperto. Improvvisa-mente un forte vento presente so-lo sul sagrato di San Pietro comin-ciò prima a sfogliare e poi a chiudere il libro sacro come se chiudesse una tappa dell’evangelizzazione del gran-de Pontefice. Quel Vangelo ora è ria-perto per dire che la testimonianza di Giovanni Paolo II continua a par-lare al cuore degli uomini.

La Reliquia del sangue del Beato Giovanni Paolo II sarà portata a Va-sto da Mons. Sławomir Oder, Postu-latore nella Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Gio-vanni Paolo II.

L’accoglienza della Reliquia da parte della comunità civile e religio-sa dell’intera città è prevista per Ve-nerdì 9 Novembre alle ore 17.00 nel-la Chiesa di San Paolo Apostolo dove rimarrà per dieci giorni fino a Dome-nica 18 Novembre prossimo.

(info: e-mail: [email protected])

Don Gianni Sciorra

Sabato 17ore 18.00 Giovanni Paolo II e Maria. Riflessione di Mons. Michele Giulio Masciarelli, Docente di Teologia Dogmatica presso la Facoltà

Teologica “Marianum” a Roma.

ore 19.00Santa Messa presieduta da Don Francesco Pampinella, in visita alla Reliquia con la Parrocchia “S. Giovanni Bosco”.

Animazione liturgica a cura del Coro Polifonico “Stella Maris”. ore 21.00 Giovanni Paolo II e la santità.

Veglia di Preghiera Vocazionale a cura del Centro Diocesano Vocazioni e del Movimento pro Sanctitate.

La custodia della Reliquia è affidata all’A.N.M.I.

Domenica 18 ore 8.30 Santa Messa.

ore 11.00 Santa Messa presieduta da Don Gianni Sciorra, Parroco di San Paolo Apostolo.

ore 18.00 Giovanni Paolo II e il mondo del lavoro, Riflessione e testimonianza di

Raffaele Bonanni, Segretario Generale della CISL.

ore 19.00 Santa Messa presieduta da Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto.

Animazione liturgica a cura del “Coro Polifonico San Paolo”.

La custodia della Reliquia è affidata ai Cavalieri dell ’Ordine Equestre

del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Esposizione della Reliquia del sangue del Beato Giovanni Paolo II

Parrocchia San Paolo Apostolo9-18 Novembre 2012

Vasto

Programma

Arcidiocesi di Chieti-Vasto

Provincia di chieti

Co

mune di Vasto

Info: www.chieti.chiesacattolica.it e-mail: [email protected]

Nei locali della Parrocchia è allestita una Mostra fotograficae documentaria che racconta la vita di Giovanni Paolo II.

Orario di apertura: 8.00-13.00/15.00-18.00.

Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate

le porte a Cristo!

La Reliquia del sangue del Beato Giovanni Paolo IIviene esposta in chiesa tutti i giorni dalle ore 8.00 alle 23.30.

Venerdì 9ore 17.00 Arrivo della Reliquia in Parrocchia.

ore 18.00 Giovanni Paolo II: perché Santo? Riflessione e testimonianza di Mons. Sławomir Oder, Postulatore nella Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Giovanni Paolo II.

ore 19.00 Santa Messa presieduta da Mons. Sławomir Oder. Animazione liturgica a cura del “Coro Polifonico San Paolo”.

ore 21.00 Giovanni Paolo II e i giovani. Veglia di preghiera a cura del Servizio

Diocesano per la Pastorale Giovanile.

Sabato 10ore 16.00 Visita alla Reliquia dei ragazzi dell’A.C.R. delle parrocchie della Diocesi.

ore 18.00 Giovanni Paolo II e il mondo della solidarietà. Riflessione di Don Gianfranco Travaglini,

Direttore Caritas Diocesana. Giovanni Paolo II e il mondo della sofferenza.

Riflessione di Don Lorenzo Capone, Assistente UNITALSI.

ore 19.00 Santa Messa presieduta da Don Mario Pagan, Vicario episcopale per Vasto e il Vastese.

La custodia della Reliquia è affidata agli Scout AGESCI Vasto I.

Domenica 11ore 8.30 Santa Messa.

ore 11.00 Santa Messa presieduta da Don Gianni Sciorra, Parroco di San Paolo Apostolo.

ore 18.00 Giovanni Paolo II e la “missio ad gentes”. Riflessione di Mons. Michele Carlucci, Direttore dell ’Ufficio Missionario Diocesano.

ore 19.00 Santa Messa presieduta da Don Gianfranco Travaglini, in visita alla Reliquia

con la Parrocchia “S. Giuseppe”.

Animazione liturgica a cura del “Coro Polifonico Histonium Bernardino Lupacchino dal Vasto”.

La custodia della Reliquia è affidata alla Confraternita della Sacra Spina e del Gonfalone.

Lunedì 12ore 13.00 La Reliquia del sangue del Beato Giovanni

Paolo II visita l’Ospedale Civile di Vasto “San Pio da Pietrelcina”.

ore 15.00 La Reliquia del sangue del Beato Giovanni Paolo II visita la Casa Circondariale di Vasto.

ore 17.00 Santa Messa presieduta da Don Antonio Bevilacqua, in visita alla Reliquia

con la Parrocchia “S. Lorenzo Martire”.

ore 18.00 Giovanni Paolo II e l’Eucaristia. Riflessione di Mons. Fabio Iarlori, Direttore

dell ’Ufficio Diocesano di Pastorale Liturgica.

ore 19.00 Santa Messa presieduta da Padre Luigi Stivaletta, in visita alla Reliquia con la Parrocchia “S. Maria Stella Maris”.

La custodia della Reliquia è affidata alla Confraternita Madonna de La Salette.

Martedì 13ore 18.00 Giovanni Paolo II e il mondo della comunicazione. Riflessione e testimonianza di Fabio Zavattaro, Giornalista RAI, vaticanista.

ore 19.00 Santa Messa presieduta da Padre Eugenio Di Giamberardino,

in visita alla Reliquia con la Parrocchia “S. Maria Incoronata”.

ore 21.00 Via Crucis per le strade della città.

La custodia della Reliquia è affidata alla Confraternita Maria Santissima Addolorata.

Mercoledì 14ore 18.00 Giovanni Paolo II e la famiglia. Riflessione di Don Sabatino Fioriti, Direttore

dell ’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare.

ore 19.00 Santa Messa presieduta da Mons. Massimo D’Angelo, in visita alla Reliquia con la Parrocchia “S. Maria del Sabato Santo”.

La custodia della Reliquia è affidata alla Confraternita Santissimo Sacramento.

Giovedì 15ore 18.00 Giovanni Paolo II e il mondo della sport. Riflessione e testimonianza di Giancarlo Abete, Presidente della F.I.G.C.

ore 19.00 Santa Messa presieduta da Mons. Luigi Smargiassi, in visita alla Reliquia con la Parrocchia “S. Marco Evangelista”.

La custodia della Reliquia è affidata alla Confraternita Beata Vergine del Carmine.

Venerdì 16ore 18.00 Giovanni Paolo II e il mondo degli artisti. Riflessione e testimonianza di Claudia Koll, Attrice.

ore 19.00 Santa Messa presieduta da Don Domenico Spagnoli, in visita alla Reliquia con la Parrocchia “S. Maria Maggiore”.

Animazione liturgica a cura del Angel ’s Eyes Gospel Choir.

La custodia della Reliquia è affidata alla Confraternita Pio Monte dei Morti.

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Viaggio nei mestieri di una volta / 3

Il faro di Punta Penna ha una sua storia che merita di essere racconta-ta. Infatti, venne innalzato una pri-ma volta nel 1906, a spese dello Sta-to, su interessamento dell’onorevo-le Francesco Ciccarone, su progetto dell’ing.Olindo Torcioni del Genio ci-vile di Chieti. La sua altezza misura-va circa 65,60 metri e venne attivato il 22 ottobre 1912.

A quell’epoca Punta Penna, per ef-fetto della legge del 1908 sulla siste-mazione dei porti, venne inclusa nel finanziamento di settecento milioni di lire per la costruzione di un “por-to-rifugio”. Ma i lavori furono subito interrotti per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Nel 1921, il porto di Punta Penna legato al faro, venne declassato e solo nel 1945 iniziarono i lavori per la realizzazione del por-to commerciale, come oggi si presen-ta nella sua essenziale struttura, seb-bene modificato e ampliato.

Il faro di Punta Penna ha avuto una sua drammatica vicenda per-ché, nel 1943, venne minato e fatto saltare dai Tedeschi, nel corso della ritirata dalla testa di ponte tra il Tri-gno e il Sangro. Nel 1945, con i fon-di destinati alla riparazione dei dan-ni di guerra, il faro venne ricostrui-to dall’impresa Fratelli D’Onofrio di Carunchio, sotto la direzione del Ge-om. Trivelli. La costruzione, a torre ottagonale, è alta settanta metri, in-teramente a mattoni, a ridosso di un edificio di due piani.

Per l’innalzamento della torre non è stata utilizzata, come riferisce il sig.D’Onofrio, alcuna impalcatura esterna, perché i lavori vennero ese-guiti operando dall’interno ove è sta-ta realizzata una scalinata a spira-le di 307 gradini, dalla base sino al-la lanterna, con luce proveniente da tre serie di finestre. L’intonaco della parete esterna è stato realizzato da un’impresa di Ortona, mentre la lan-terna è giunta da Genova.

Quello di Vasto è classificato “ra-dio faro” circolare a lampi bianchi, con un periodo di cinque secondi e con lu-ce visibile a 23 miglia. Gareggia, con legittimo orgoglio, con gli altri fari dislocati lungo le coste italiane, ed è secondo soltanto alla “Lanterna” di Genova, alta 75 metri, su di una torre quadrangolare eretta nel 1549 su di un alto scoglio (51 metri), provvista di lampi bianchi (periodo venti secondi) con portata sino a 27 miglia.

Ad ulteriore conferma dell’impor-tanza del faro di Punta Penna di Va-sto, è che si erge sulla spianata del promontorio che misura un’altezza di ben quaranta metri sul livello del mare, da aggiungere, quindi, ai set-tanta della torre. Particolare, que-sto, che accresce notevolmente non soltanto la sua funzione strategica, ma anche e soprattutto la collocazio-ne quale guida ai naviganti, visibi-le a distanza lungo le rotte del ma-re Adriatico.

Giuseppe Catania

IL faro dI Punta PennaCent’anni… ma non li dimostra!

alto settanta metri, visibile a 23 miglia, è secondo solamente alla Lanterna di Genova

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Si potrebbe pensare che ortolani e contadini svolgano all’incirca le stes-se attività. Non è così. L’orticoltura si basa sulla coltivazione di prodotti diversificati e interessa piccole esten-sioni territoriali; per la buona cre-scita delle piantine le è necessaria una grande quantità d’acqua. Non a caso, prima a Vasto gli orti si trova-vano tutti vicino alle peschiere, utili anche per lavare le verdure prima di portarle al mercato. Gli ortolani vastesi, tenevano a precisare che la loro attività era differente rispetto a quella contadina. Dicevano scherzan-do, che i contadini erano più liberi di loro perché avevano solo tre grandi raccolti all’anno; uva, olive e grano e per tutto il tempo restante non do-vevano far altro che svolgere aratura e potatura, mentre il loro mestiere richiedeva cura costante e si artico-lava anche nella vendita di mercato. In realtà, anche il contadino aveva un gran daffare per tutto l’anno: è

sostanzialmente vero che egli prati-cava principalmente solo le colture della vite, dell’olivo e del grano,ma doveva gestire la cura e la raccolta di grandi appezzamenti terrieri, per cui per ciascuno di questi prodotti im-piegava molto tempo, e necessitava di manodopera aggiuntiva, che di solito era rappresentata da altri contadini vicini, ai quali si restituiva l’aiuto prestato. Inoltre, allevava animali da cortile, pecore e maiali e faceva l’orto per le esigenze della famiglia, la quale doveva sopravvivere con il ricavato dei grandi raccolti e con i prodotti ortofrutticoli. Il contadino doveva lavorare sodo esponendosi ai rigori dell’inverno e alla cocente calura estiva e non conosceva ripo-so settimanale. Andrea Zappacosta, contadino che vive nella contrada Cupa, chiamato con affetto e rispetto Zì André, conosce bene la fatica del suo lavoro, ma sa anche come smor-

zarla. Mentre si lavora, infatti, è una grande fonte di allegria per sé e per i suoi compagni perché è bravissimo a raccontare fatterelli e barzellette. Una vita passata nei campi, poi, è una ricchezza inesauribile di episodi divertenti, come quello che ci raccon-ta: − Alla fine degli anni Sessanta, quando fu inventata la mietilega, una macchina che mieteva e legava i mannelli in automatico, mi misi in società con Minnucce, un contadino che l’aveva comprata. Io guidavo il trattore a cui era attaccata la mieti-lega e lui sedeva sul seggiolino della macchina. Così andavamo a mietere per tutta la zona. Un giorno, stavamo mietendo a Pagliarelli, in un campo dove c’era un piede di pere carico ca-rico: io passando vicino alla pianta prima della macchina, avevo colto le pere per mangiarle, e per dispetto gettavo i piccioli dietro il trattore, verso Minnucce. Minnucce si arrab-biava con me “Rottincule, a me niente”

mi diceva e io gli rispondevo: “cán-de passe tu te li pijje…”.Non avevo pensato, però che la mietilega aveva un tornello di legno per prendere il grano e, quindi, quando la macchina si avvicinò al pero s’inceppò ai rami e rovinò la pianta. Per fortuna, poi, no-nostante la disperazione di Minnucce, riuscimmo a risistemare alla buona il pero, che ne uscì senza grossi danni − . Raccontandoci questo diverten-te episodio, Zì André non manca di commentare con orgoglio: − Assieme a Minnucce, sono stato uno dei primi a comprare un trattore che usavo per arare e per seminare. Ricordo ancora l’anno, era il 1966. − È molto piace-vole e istruttivo ascoltare persone come Zì André, che oggi ha ottanta anni ed è la testimonianza in carne ed ossa dell’evoluzione dell’ agricoltura. Egli, come la maggior parte di quelli appartenenti alla sua generazione, ha ereditato il mestiere da quello del

padre, Nicola Zappacosta, e si è tro-vato a dover gestire ben sei ettari di terreno. Oltre alle tradizionali colture contadine, uva, olivo e grano, ha pos-seduto anche grandi appezzamenti di pesche e mandorle. È stato anche un po’ ortolano, in quanto vendeva pesche e mandorle, quest’ultime da un famoso alimentarista del centro storico sito in piazza Barbacani, Cesario detto “Panicutte”. Per ven-dere le mandorle, come ci racconta Zà Antoniette, sua moglie, il procedi-mento era lungo: − Dopo la raccolta, che si faceva a mano, si portavano le mandorle in dei cesti davanti casa dove ci si metteva a pulirle dal guscio legnoso, poi si lasciavano seccare al sole e si mettevano nuovamente nei sacchi, pronte per la vendita. Si pre-paravano anche le mandorle tritate che si vendevano per fare i dolci e in questo caso, oltre che sgusciarle ed essiccarle, si dovevano anche rompe-re con il “martellucce” in modo che rimanessero solo dei piccoli pezzi.− Per quanto riguarda l’olivo e la vite, prima dell’invenzione delle macchine agricole, il sistema di coltivazione e di raccolta era completamente diverso da quello che si fa oggi : − Allora c’era la vëgne en tèrre, la pianta cresceva a terra non c’era la struttura “a capan-na” o a filare e la qualità più diffusa era quella del San Giovese. La pianta dell’olivo si scuoteva per far cadere le drupe che si raccoglievano a mano, con i rastrelli o sulle scale.− racconta Zì André. Più complessa da spiegare, è la coltivazione e la raccolta del gra-no fatta a mano. − Si seminava con la mano destra, prendendo la semenza dalla “vìsacce”, una specie di bisac-cia che si portava a tracolla. Aveva due aperture, una davanti e l’altra dietro, riusciva a contenere 6 chili di semi. Prima di spargere il seme, l’ampiezza da seminare si misurava con le gambe, di solito 4 metri, alle due estremità si metteva una canna per ciascun lato per delimitazione. Le qualità che andavano di più era-no la cappella per il grano duro e la frasinetta per quello tenero. A san Giovanni, il 24 giugno, si cominciava la mietitura del grano.− racconta Zì André e continua: − Si tagliavano gli steli a mano con la “fàggeje” [falcetto] e si raggruppavano in mazzetti chia-mati “manuppre” [mannelli] che si le-gavano con gli stessi steli della pianta

e poi si riunivano in mucchi chiamati manupprari [covoni].− Bisognava costruire la “manupprare” a regola d’arte, altrimenti poteva marcire in caso di pioggia! Ecco come si realizza-va la “manupprare”: − Si faceva una base di 13 manuppre alla quale se ne sovrapponevano 12. Poi si chiudeva il mucchio ponendo sopra un altro ma-nuppro − spiega Zì Andrea. Il lavoro però non finiva qui.

Successivamente i covoni che in un primo tempo si lasciavano nel campo, si portavano a casa sui carri, dove si disponevano con “lu furcate”, una forca con il manico lungo 2 metri e mezzo e munita di due denti di di-versa lunghezza per meglio compiere quest’operazione. Si scaricava nell’aia della casa e si accatastavano i covoni in grandi mucchi in attesa dell’arri-vo della trebbiatrice. Questi mucchi erano chiamati “méte” e si facevano con l’aiuto delle forche che erano chia-mate dai contadini “forchette”. Le “méte” arrivano anche a quattro cin-que metri d’altezza, ma il mucchio più grande che si poteva fare era chiama-to “capemandre” e raccoglieva 3.000-4.000 “manuppre”. Oggi la mietitura, come anche la raccolta delle olive, si fa meccanicamente, anche se è ancora necessaria la presenza dell’uomo per coordinare l’attività o per distende-re e raccogliere le reti. Per le nuo-ve generazioni, sembra incredibile pensare che quarant’anni fa, queste attività si facevano manualmente e che nell’aratura e nella semina, se si era fortunati, si poteva essere aiu-tati da mucche o muli, altrimenti si ricorreva solo al sudore dell’uomo. Ad occhi giovani potrebbe apparire quasi un’immagine medievale tanto quanto la figura del contadino! È altrettanto medievale l’incidenza dell’agricoltura sull’economia italiana che è ben poca cosa se si pensa a quanto avrebbe da offrire; le risorse agricole della no-stra penisola sono moltissime, come anche la ricchezza dei prodotti. Nella piccola Vasto, l’esempio di Zì Andrè è positivo: persevera nel coltivare la sua terra e nelle raccolte più im-pegnative, come quella dell’olivo, è aiutato dai suoi giovani nipoti. La sua e molte altre piccole e medie aziende agricole hanno ancora quest’ulteriore frutto dall’attività contadina: il senso di condivisione familiare del lavoro.

Nausica Strever

il laVoro della terra

Le fatiche del contadino nei ricordi di Zì Andrè

Viaggio nei mestieri di una volta / 3

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www.ilnuovoeditore.it Attualità

Gerardo Ramundo, amministrato-re delegato della Vastocem, ha vinto la battaglia contro l’Amministrazione provinciale di Chieti che aveva presen-tato ricorso contro l’insediamento pro-duttivo nella zona industriale di Punta Penna. La Vastocem, che si occuperà di macinare e insacchettare cemento, ha avuto il via libera dal TAR d’Abruz-zo che ha respinto il ricorso presen-

tato dai legali dell’Ente provincia, ac-cogliendo le tesi dell’azienda soste-nute degli avvocati Giovanni Di Bia-se e Giulio Circeo. Nei mesi passati lo stabilimento Vastocem è stato al cen-tro di contestazioni da parte di am-bientalisti, preoccupati per la vicinan-za della fabbrica alla riserva natura-le di Punta Aderci. A queste osserva-zioni, peraltro non sostenute da con-

crete motivazioni, i legali Di Biase e Circeo hanno sempre con forza repli-cato che la Vastocem non è una fab-brica inquinante. Il Tribunale Ammi-nistrativo Regionale, dopo aver esa-minato tutti gli aspetti della vicenda, ha respinto il ricorso della Provincia di Chieti, dando così il via libera all’in-sediamento produttivo nella zona in-dustriale di Punta Penna.

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il tar ha respinto il ricorso della provincia

Si all’insediamento produttivo della Vastocem

Il porto di Punta Penna

prestigioso incarico per il presidente del Consiglio comunale di Vasto

Forte nel direttivo Anci

Il presidente del Consiglio comuna-le di Vasto, Giuseppe Forte, è entrato a far parte del direttivo della Conferenza dei consigli comunali dell’Anci.

Il politico vastese è stato nominato durante i lavori della Conferenza na-zionale dei Consigli comunali tenutasi a Bologna. Oltre ad essere componen-te del nuovo direttivo Anci, Giuseppe Forte è anche coordinatore per la re-gione Abruzzo. Da dire che, in passa-to, mai un componente del Consiglio comunale di Vasto aveva ricevuto un tale prestigioso incarico.

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Meritato successo del pittore va-stese Gabriele Pavone al concorso “Ar-te nella Casa di d’Annunzio” a Pesca-ra, promosso dall’Intercral Abruzzo con il patrocinio dell’Ente provincia, dell’Amministrazione comunale e della direzione regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

La manifestazione si è svolta nel Museo Casa Natale di Gabriele d’An-nunzio, facendo registrare una folta partecipazione di artisti, circa tren-ta per ciascuna delle sezioni pittura, scultura, fotografia. Al pittore vaste-se la giuria popolare ha assegnato il primo premio per il dipinto “Gli Amo-ri di d’Annunzio” per i molti richia-mi estetici-pittorici legati alle vicis-

situdini poetici e passionali del Vate, giacchè i giudici hanno riscontrato, non solo i sottili pigmenti cromatici, bensì anche architettonici delle cit-tà tanto care al Vate, con riferimen-to all’Eremo dannunziano, alle don-ne che hanno costellato le vicissitu-dini del Poeta, cui fa spicco, in primo piano del dipinto di Pavone, la diste-sa di girasoli che richiamano il pro-fila di una donna piangente per sim-boleggiare l’indissolubile amore tan-to celebrato da d’Annunzio.

L’opera di Gabriele Pavone, do-nata all’Amministrazione comunale di Pescara, verrà esposta in una del-le sale di Palazzo di Città.

Giuseppe Catania

pesCara. primo premio al concorso “arte nella Casa di d’annunzio”

Gabriele Pavone raccoglie successi

Qualche giorno fa ha compiuto 70 anni l’amico Nicola Zaccaria, un galantuomo d’altri tempi, la cui esi-stenza è da sempre trainata dalla Fe-de, ispiratrice delle sue azioni e guida del suo agire. Un imprenditore serio, irriducibile esempio di correttezza e senso del dovere. Un padre esempla-re, premuroso ed attento, che ha fatto dei suoi figli giovani seri a servizio di una società che ha estremamente bi-sogno di persone perbene e con sani principi, come sono Roberta, Paolo e Fabio. Un marito amorevole accanto a Maria Antonietta, donna ecceziona-

le, degna custode dei valori familiari e solido pilastro al suo fianco.

Un amico vero, con il quale si par-la di tutto, si condividono paure e de-bolezze e si riceve gioia e coraggio. A questo amico voglio esprimere pub-blicamente tutta la mia stima. Gra-zie Nicola, per la sincera, schietta e disinteressata amicizia, per il mani-festato rispetto verso la mia persona e ti auguro un sereno prosieguo di vi-ta sempre con l’inesauribile entusia-smo per il “poi” e con l’indomabile sfi-da nel gioco della vita.

Gianfranco Iuliani

gli auguri di gianfranco iuliani a un galantuomo d’altri tempi

I 70 anni di nicola Zaccaria

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14 IL NUOVO - Novembre 2012

www.ilnuovoeditore.it AttualitàCommosso ricordo di gianfranco iuliani

Un saluto a Giulio

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Ci sono momenti nella vita di ciascuno di noi, in cui le paro-le non riescono ad esprimere pie-namente i pensieri ed i sentimen-ti che si provano.

Giulio non c’è più! Se n’è an-dato in silenzio, semplice e schivo com’era, per non disturbare, per non confondere il dolore e la rab-bia, il senso di ingiustizia e la pre-ghiera. Anche quando il suo corpo ha cominciato a tradirlo con luci-dità e dignità.

Giulio, ci siamo conosciuti tan-to tempo fa, quando eri ancora gio-vincello, sei entrato nella azienda e abbiamo lavorato insieme, condivi-dendo obiettivi comuni. Per 32 lun-ghi anni il lavoro è stato il motivo,il luogo, il tempo delle nostre storie: il pane che ha nutrito di stima e di fiducia la nostra amicizia. Oggi sono qui a parlarti e a darti il sa-luto anche dei tuoi colleghi Lucia-no, Michele, Maurizio, Davide,Vito e Adele che vorrebbero tutti dirti: “Per noi sei una persona cara” …Tocca a me farlo! Io… ti dico an-che grazie. Grazie perché hai de-dicato gli anni più belli e tutte le tue risorse, nello sforzo costante di far crescere la nostra azienda. Ciò che ci separa oggi è una con-

tingenza, ma il luogo dell’amicizia rimane inalterato ed è più vero che in altre circostanze. Il nostro dia-logo è solo rimandato ed un gior-no, non so quando, riprenderà con una intensità ed una profondità che appartiene solo al cielo. Ciao Giulio, conta ancora su di me, per-ché io conto su di te: lassù abbia-mo un amico in comune che ci le-ga per sempre.

Ciao Giulio.Gianfranco Iuliani

accordo tra Cotir, pastificio de Cecco e Cada per immettere sul mercato un prodotto migliore

“Durabruzzo”, una ricerca sul grano duro

Il pastificio De Cecco e il Cada (Consorzio agrario d’Abruzzo) han-no stipulato un accordo con il Cotir di Vasto per portare avanti una ricer-ca sul grano duro. Il progetto porta il nome di “Durabruzzo” e vuole in-dividuare e coltivare nuove specie di grano duro da coltivare nella nostra regione e, successivamente, espor-tare i n tutto il mondo. Un progetto di ricerca ambizioso per un prodot-to qualitativamente e quantitativa-mente migliore.

Il presidente del Cotir, Alberto Amoroso, ha detto che l’Ente da lui presieduto cercherà di “individuare delle differenti tipologie di grano du-ro da integrare con le colture in esse-re sul territorio abruzzese. L’obietti-vo è quello di immettere sul mercato un grano duro con caratteristiche su-periori a quelle attuali. Quindi, una nuova varietà che faccia aumentare anche la produttività”.

Va ricordato che il Cotir (Consorzio per le tecniche irrigue), in particolare,

si occuperà di analizzare i diversi ti-pi di grano con l’aiuto della Nmr (Ri-sonanza magnetica nucleare) presen-te nei suoi laboratori. “Portare avan-ti attività di studio in collaborazione con la De Cecco – ha aggiunto Alber-to Amoroso – è per noi motivo di orgo-glio ed anche un’occasione di promo-zione per i nostri ricercatori”.

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15IL NUOVO - Novembre 2012

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La riunione tecnica è stata specia-le alla Sezione AIA di Vasto perché si è svolta con la presenza del dirigente federale Filippo Capellupo della Se-zione di Catanzaro, componente del Comitato Nazionale e responsabile dell’Osservatorio Antiviolenza. A fa-re gli onori di casa il presidente Nico-la Molino che ha espresso la propria soddisfazione. Capellupo ha subito vi-vacizzato la serata, parlando in pri-mis della figura dell’arbitro di calcio, di quanto sia considerato all’estero, spesso meno in Italia: “Siamo sempre una categoria bistrattata, - ha detto - però siamo i migliori e i primi a uti-lizzare gli arbitri addizionali. E’ be-ne ricordare che non siamo mai stati contro l’innovazione, tant’è che abbia-mo subito acquistato gli apparecchi per sei arbitri”. Rivolgendosi ai giova-ni presenti, così il dirigente federale: “La mia casa è nelle 212 sezioni ita-liane, dove si formano bravi ragazzi e nessuna associazione è così. L’AIA è unica e lavora per vedere i ragaz-zi e le ragazze un domani in Serie A, B e C, ma anche per ‘formarli e affi-

darli’ alla società, senza dimenticare che siamo sempre al servizio del cal-cio e nel calcio. L’arbitro ha degli al-ti valori e principi che lo differenzia-no dagli altri, sono felici anche molti genitori per come i figli siano cambia-ti e più responsabili. Dovete sempre ricordare, poi, che c’è una sostanzia-le differenza tra voi e il ragazzo che gioca a pallone”.

Infine, la violenza sugli arbitri: “Dobbiamo eliminarla. Da 620 casi di aggressioni siamo passati a 400 ma l’obiettivo è arrivare a zero; an-che un solo arbitro aggredito è una sconfitta per noi, per la nostra gran-de famiglia. La gente finalmente ini-zia a responsabilizzarsi perché que-sto è un gioco di tutti. Per il calcio a 5, che si sta sviluppando velocemen-te, attenzione: un arbitro deve co-noscere bene tutte le regole, anche quelle del beach soccer. Termino ri-cordando che ogni arbitro deve met-tersi a disposizione della propria se-zione per dare una mano” ha conclu-so Filippo Capellupo.

Michele Del Piano

presente il dirigente nazionale Capellupo

Riunione tecnica alla sezione Aia

Calcio. pro Vasto femminile

Buona anche la seconda per le vastesi

in programma a Cupello

Calcio, torneo Interforze

Cosa non si fa per il fair-play, nono-stante qualche schermaglia a distan-za, pur di restare in ottimi rapporti e non inasprire gli animi in campo. Tut-to è accaduto in occasione della sfida di andata tra Pro Vasto Femminile e Pan-thers Girls Palmoli, gara valida per il primo turno di Coppa Abruzzo, quan-do le palmolesi contestarono la rete di Anna Mazzatenta, per loro non realiz-zata in modo corretto, tant’è che fu an-che allontanato per proteste l’allenato-re. Il match terminò 4-2 per le vaste-si del presidente Pierino Tumini. Eb-bene, ecco servito il gesto di fair-play nella gara di ritorno: le ragazze di mi-ster Nello Mazzatenta hanno deciso di ‘restituire’ il gol contestato, e che tan-to nervosismo aveva creato in campo, lasciando la loro porta sguarnita, così da permettere al Palmoli di andare in vantaggio. Il gesto è stato apprezzato e ‘pace è stata fatta’. Dopo il momen-taneo vantaggio, comunque, la gara

non si è messa subito sul binario giu-sto per Di Viesti e compagne che sono state costrette a dare il massimo e a fa-re gli straordinari contro un avversario che, alla fine, ha disputato la sua one-sta partita all’insegna della sportività che, è bene ricordarlo, ha sempre con-traddistinto l’ex San Paolo Calcio Va-sto, oggi appunto Pro Vasto Femmini-le 2012, grazie anche all’ottimo lavoro portato avanti negli anni scorsi dall’ex allenatore Francesco Mucci. Tornando alla sfida, tutto si risolve nella ripresa quando, guarda caso, o ironia della sor-te, ci pensa proprio Anna Mazzatenta, con la personale doppietta, a regalare alla sua squadra la vittoria (2-1) e il passaggio al secondo turno della Cop-pa Abruzzo. In vista, ora, c’è la prima di campionato (domenica 28 ottobre) contro la Femminile Chieti, la squa-dra più giovane che fa capo alla socie-tà neo promossa in A2.

Michele Del Piano

ha preso il via, presso il palazzet-to dello sport di Cupello, la prima edi-zione del Torneo Interforze di calcio a 5 ‘Santa Barbara – Memorial Michele La Verghetta’, organizzata dalla ‘As-sociazione Vigili del Fuoco in congedo onlus’ di Vasto, che si avvale della col-laborazione della Guardia di Finanza e dell’Associazione Turistica Cultura-le Sportiva Italiana, sotto l’egida de-gli Enti di promozione sportiva Opes e Sportnazionale. Alla manifestazione prendono parte le squadre della Guar-dia di Finanza Vasto, Polizia Peniten-

ziaria Vasto, Capitaneria di Porto Va-sto, Carabinieri Vasto-Cupello, Vigi-li del Fuoco Vasto, Polizia Municipa-le Vasto, Avvocati Vasto e Associazio-ne Nuova Iniziativa dell’Asl Vasto. La Guardia di Finanza è candidata alla vittoria finale. Guidata da Antonio Di Lena, si presenta per la prima volta a un torneo sportivo, invece, la squadra della Polizia Municipale di Vasto che può contare principalmente sul giovane duo Augelli-Conte e sull’esperienza di Massimo Palandrani. I Vigili del Fuo-co sono considerati la sorpresa.

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Convocazione per il nuotatore vastese

nicolangelo Di Fabio ancora in Azzurro BCC Vasto Basket

Vastesi al comandoTorna a vestirsi d’azzurro il nuo-tatore vastese Nicolangelo Di Fabio, convocato nuovamente a far parte del-la Nazionale giovanile per un radu-no tecnico che si è svolto sabato 27 e domenica 28 ottobre scorsi a Fabria-no. Oramai tra gli atleti emergenti, Di Fabio è cresciuto nella San Fran-cesco Nuoto Vasto, ora fa parte del Te-am Lombardia. In terra marchigiana c’era anche l’allenatore di Nicolange-lo, il vastese Domenico D’Adamo, da sempre vicino ai giovani del territo-rio. Tanti i successi e i riconoscimen-ti a livello regionale e nazionale per Nicolangelo Di Fabio come, ma solo in ordine di tempo, l’affermazione esti-va ai Campionati Italiani Giovanili di nuoto che si sono svolti al Foro Itali-co di Roma: in quell’occasione, oltre a portare a casa tre medaglie d’oro e una d’argento, salì sul tetto d’Italia per aver conquistato il record italia-no nei 200 misti, con lo straordina-rio tempo di 2’05”05, record che era fermo a 26 anni fa, al 1986, quando a

conquistarlo fu l’olimpionico Stefano Battistelli. Il sedicenne di Vasto, in-somma, è entrato nella storia del nuo-to italiano e non ha nessuna inten-zione di fermarsi, anche perché cer-tamente non glielo permetterà l’alle-natore Domenico D’Adamo.

M.D.P.

Tanto di cappello alla BCC Vasto Basket che, trascinata da uno strepi-toso Di Pierro (top scorer con 24 pun-ti), ma anche da Marinaro (17), Di Ti-zio (16) e Di Lembo (14) tra gli altri, ha centrato la terza vittoria di fila ed è sempre al comando della classifica, a punteggio pieno, del campionato di Divisione Nazionale di Serie C. E’ sta-ta l’ennesima prova di forza quella dei ragazzi di coach Sandro Di Salvatore che, al cospetto del sempre numeroso pubblico amico, ha piegato per 81-67 il Venafro, soffrendo solo nei minu-ti iniziali, quelli che hanno precedu-to il minuto di raccoglimento in me-moria del caporale Tiziano Chierot-ti, caduto in Afghanistan; poi capitan Ierbs e compagni hanno regalato tan-to spettacolo, specialmente nella se-conda e terza frazione con i parzia-li a favore di 19-11 e 27-10. La BCC Vasto vince nuovamente, dunque, e rimane a punteggio pieno con il Te-am Magic Benevento e il San Miche-le Maddaloni, mentre il Venafro de-ve segnare il passo giocando alla pa-

ri i primi due quarti, per sparire dal parquet nel terzo e subire, come det-to, un parziale di 27-10 con i bianco-rossi che iniziano gli ultimi dieci mi-nuti preoccupandosi di amministra-re e gestire al meglio un vantaggio piuttosto cospicuo (+21: 59-38). Or-mai non c’è più storia, i vastesi arri-vano anche al +26 (75-49) e chiudo-no in scioltezza mettendo sotto cane-stro i giovanissimi Maggio e Salvato-relli, mentre i molisani riducono leg-germente un passivo che penalizze-rebbe forse troppo una formazione ar-rivata al PalaBCC a punteggio pieno e con un pronostico che, pur favoren-do i padroni di casa, nessuno pensava potesse avere un simile epilogo. “Una nota di merito va, ancora una volta, - a parlare è l’addetto stampa Fran-cesco Tomassoni - al nostro pubblico numeroso e caloroso che non ha lesi-nato applausi né durante la gara né alla fine per festeggiare una nuova vittoria firmata da un collettivo che continua a crescere con il passare del-le settimane”.

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Seicento atleti, tra bambini, ra-gazzi e adulti, grazie anche alla bella giornata, hanno preso parte alla no-na edizione del Trofeo Podistico ‘Cit-tà del Vasto’, valido anche per i cir-cuiti ‘Corri Adriatico’ e ‘Corrilabruzzo Saucony’ (punti 6), organizzato e cu-rato, con il patrocinio del Comune di Vasto, dall’Asd Podistica Vasto, pre-sieduta da Luigi D’Angelo che ha ri-cordato, tra l’altro, i tanti protagoni-sti di questa classica abruzzese che si sono avvicendati negli ultimi an-ni: su tutti Alberico Di Cecco e Da-vid Kirwa Chepkwony negli uomini, Orietta Gorra e Amal Essacki nelle donne. Ad aggiudicarsi l’edizione di quest’anno sono stati il pugliese Da-rio Santoro tra gli uomini e Marcel-la Mancini per il gentil sesso. Quel-la che, ormai, è considerata una ga-ra molto attesa, accompagnata sem-pre da un’ottima cornice di pubblico, si è snodata in un impegnativo e sug-gestivo percorso di 10 chilometri, ri-dotto ovviamente per i più piccoli, tra piazze, vie, viuzze e alcuni dei luoghi più belli e caratteristici del cuore del borgo antico di Vasto. Tanto lavoro e impegno per la soddisfazione della Po-distica Vasto, con il presidente Luigi D’Angelo in testa, peraltro in coinci-denza della ricorrenza del trenten-nale di attività sportiva del sodali-zio. “E’ vero, - aveva detto D’Ange-

lo alla vigilia della manifestazione -. Da quel lontano 1982 sono passati già trent’anni. Per noi è motivo di or-goglio e per questo stiamo lavorando alacremente per la migliore riuscita della manifestazione e per ricordare come si conviene un anniversario di

tale spessore. Si tratta di un appun-tamento che inorgoglisce il nostro so-dalizio e dà lustro alla città sempre pronta ad accoglierlo con partecipa-zione e coinvolgimento”. Luigi D’An-gelo, insomma, può tirare un sospi-ro di sollievo perché è andato davve-ro tutto bene, a cominciare dalla ri-sposta avuta dai team e dagli atleti

provenienti, oltre che dall’Abruzzo, dalle Marche, dal Molise, dal Lazio e dalla Puglia, a conferma che l’even-to sportivo ha acquisito una rilevan-za nel panorama regionale e nazio-nale. ha vinto, come detto, giungen-do in solitudine al traguardo di Piaz-

za Rossetti, il 22enne di Manfredonia Dario Santoro che ha fermato il cro-nometro a 29’40”. Per la prima volta a Vasto, Santoro corre da quattro an-ni, prima calcava i campi di calcio. In seconda posizione si è piazzato il va-stese Alessandro Brattoli (Farnese Vi-ni) con 31’46”, terzo classificato Dome-nico Barbierato (La Sorgente di Fara

San Martino) in 32’28”. Prima tra le donne Marcella Mancini del Runner Team 99 che ha chiuso i 10 chilome-tri con il riscontro di 36’35”, seguita da Lucrezia Anzideo. Nella classifica dei migliori dieci classificati, trovia-mo anche Alessio D’Adamo, Mario Del Sordo, Antonio Bucci, Antonio Batti-sta, Giovanni Viti, Giuseppe Paione e Gabriele Colantonio. Tra i gruppi par-tecipanti, fa piacere costatare che la parte del leone l’ha fatta la Podisti-ca San Salvo del presidente Michele Colamarino, grazie ai 110 atleti pre-senti, tra questi, evidentemente, non poteva mancare il campione Giulio Passot. Un bellissimo colpo d’occhio si è avuto pure con le gare riservate a bambini e ragazzi, divisi per fasce d’età, incoraggiati dai propri genito-ri e familiari. Tra questi si è fatto ap-prezzare il giovane vastese Massimi-liano Santovito, dell’Atletica Solida-le San Salvo, reduce dai campionati nazionali che si sono svolti a Jesolo. A conclusione della manifestazione, oltre ai ringraziamenti del presiden-te D’Angelo verso anche gli sponsor e per la collaborazione di Polizia Muni-cipale, Forze dell’Ordine, Protezione Civile di Vasto e Valtrigno, dando ap-puntamento al prossimo anno, è se-guita la consegna di premi, attestati e riconoscimenti.

Michele Del Piano

podistica. trofeo Città del Vasto

Seicento i partecipanti alla

nona edizione

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Sono due episodi nella ripresa, al-lo stadio Aragona, al termine di una gara brutta, inguardabile per 80’, che costringono i padroni di casa del Va-sto Marina a inchinarsi al Montorio 88, perdendo per 2-0 grazie alle reti firmate da Cocco (38’) e Palombizio (42’). Per i biancorossi di mister Mario Lemme si tratta della seconda scon-fitta consecutiva. In panchina, per il Montorio, al posto dello squalificato allenatore Di Luigi, c’è il presidente Antonio Marini che ha le idee chia-re circa il risultato finale: “Abbiamo meritato di vincere, senza nulla to-gliere al Vasto Marina che è comun-que una signora squadra. Forse ab-biamo creduto di più nel risultato e siamo stati premiati”. E’ rammarica-to Mario Lemme e non se la sente di parlare: inutile rimarcare che la sua squadra segna con il contagocce. Da segnalare, a bordo campo, la presen-za del defibrillatore. Nel primo tempo non si sono registrate azioni di rilie-vo, è solo ordinaria amministrazione con qualche tiro da ambo le parti. E’ nella ripresa che il Vasto Marina in-

camera i due episodi a proprio sfavo-re: al 38’ il tiro dalla distanza di Coc-co che finisce sotto l’incrocio dei pa-li e al 42’ il colpo di testa di Palombi-zio, suggerito da Sacchetti, per il de-finitivo 2-0.

La 10^ giornata di andata del campionato di Eccellenza, invece, ve-de il ritorno alla vittoria del San Sal-vo di mister Precali: in trasferta, con-tro l’Altinrocca, Marinelli sigla la rete dell’1-0 al quinto minuto della ripre-sa. Tre punti importanti che vedono i biancazzurri a metà classifica.

In Promozione sorride anche la Va-stese Calcio 1902 che, dopo la sconfit-ta casalinga di domenica scorsa con-tro il Castiglione Valfino, si riscat-ta battendo in trasferta la Folgore Sambuceto per 1-0: a decidere l’in-contro è stato Aquino, nella ripresa e in pieno recupero, al suo quarto cen-tro stagionale. La Vastese sale al se-condo posto della classifica del giro-ne B, con 19 punti, anche se in con-dominio con Amatori Passo Cordone e Virtus Ortona.

M.D.P.

Calcio. promozione

torna a vincere la Vastese Calcio

atletica leggera. Campionato italiano cadetti

Massimiliano Santovito più che una promessa

A distanza di un anno, il giovane vastese Massimiliano Santovito, pro-messa indiscussa dell’atletica legge-ra, è stato nuovamente convocato per disputare le finali del campionato ita-liano Cadetti, svoltesi a Jesolo dal 5 al 7 ottobre scorsi. Santovito, classe 1997 e unico rappresentante del ter-ritorio, è tesserato con la società At-letica Solidale di San Salvo ed è se-guito, dall’estate 2011, dall’allenato-re olimpionico Mario De Benedictis dell’hadria Pescara e, una o due vol-te a settimana, è costretto ad andare proprio a Pescara, ma anche a Lancia-no, per allenarsi perché in zona man-cano piste di atletica regolamentari e funzionali per la necessaria prepara-zione. La Podistica Vasto, comunque, come ha tenuto a precisare il suo se-gretario, Roberto Fabrizio, ha offerto tutta la collaborazione a Massimi-liano per svolgere nel modo migliore gli allenamenti in sede, presso il Par-co del Muro delle Lame di Vasto. “Le istituzioni - commenta Marcello Ca-sasanta, presidente dell’Atletica Soli-dale di San Salvo - dovrebbero ascol-tare il messaggio di ‘Massi’ e di tut-ti i giovani che vorrebbero praticare

questo bellissimo sport, costretti, in-vece, a fare i conti con la mancanza di impianti. Dopo l’appuntamento tri-colore di Jesolo, Massimiliano è sta-to anche tra i protagonisti del nono Trofeo Podistico ‘Città del Vasto’ che si è tenuto domenica 14 ottobre. Va da sé che sono state due città, Vasto e San Salvo, a tifare e incoraggiare il ragazzo”. Tante le affermazioni per il quindicenne Massimiliano Santo-vito: tra le ultime il gradino più al-to nel campionato regionale Cadet-ti di corsa campestre (a Lanciano), mentre subito dopo ha rappresenta-to con successo l’Abruzzo ai campio-nati nazionali di categoria che si so-no svolti a Correggio, in provincia di Reggio Emilia.

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