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10 GIORNI IN AFRICA I web Influencer INTERNET PIANETA AMORE LA RAGNATELA 15/2/2017 N° 4 Liceo Cossatese e Vallestrona Glossario
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10 GIORNI

IN AFRICA

I web

Influencer

INTERNET

PIANETA AMORE

LA RAGNATELA 15/2/2017 N° 4 Liceo Cossatese e Vallestrona

Glossario

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Numero 1V– gennaio 2017

La Ragnatela

2 Fingere un sequestro è Lapologia di reato.

Q uest’anno è successa una cosa strana. Per la prima volta lo spazio de

Laragnatela su Facebook ha ricevuto più richieste di amicizia dai genitori degli allievi di prima che dagli studenti. Il motivo è semplice: gli studenti ormai erano altrove.

Il mondo di Internet si muove vorticosamente, con dei ritmi che piacciono al popolo dei giovani navigatori, capaci di spostarsi rapidamente, pronti ad intercettare ogni variazione del vento. Un mare in cui gli adulti si orientano con impaccio, restando costantemente spiazzati dalla velocità dell’evoluzione e illudendosi di essere “social” solo perché messaggiano su whatsapp o hanno un profilo facebo-ok.

Un mondo in cui il divario di competenze è imbarazzante, tutto sbilanciato a favore delle nuove generazioni: provate a chiedere a tre vostri amici cosa succede in casa quando un genitore com-pra il nuovo smart phone: la risposta è sempre la stessa: “Chiedono a me di spiegargli come funziona”.

Però le spiegazioni si fermano lì. Sembra che, stufi di sentirsi criticati e giudicati per essere sempre “attaccati al telefonino”, i giovani si limitino a rispondere alle domande senza approfondire il discorso. Un po’ perché gli allievi adulti sono fondamental-mente ignoranti, spesso non conoscono neppure il vocabolario

base dell’argomento, un po’ perché si pongono subito nel ruolo un po’ saccente di chi è pronto ad esprimere un giudi-zio; questo li condanna a resta-re alla superficie del cambia-mento, come quegli studenti che criticano perché non dimo-strano vero interesse e, soprat-tutto, non hanno simpatia per una materia. Come si fa a spie-gare qualcosa a uno che è con-vinto che quella cosa sia inuti-le, se non addirittura dannosa?

Basterebbe guardare l’ultima classifica di Forbes sugli uomini più potenti del mondo per accorgersi che tre delle 10 prime posi-zioni sono occupate da uomini che non governano Paesi, non muovono industrie, ma che controllano il mondo virtuale.

L’informazione passa di lì, i media come sempre influenzano la vita, le scelte e le opinioni del loro pubblico. Parliamo però di un mondo in cui La Stampa ha un milione di followers, Il Corriere due, mentre Chiara Ferragni su Instagram ne ha otto, Favij su Youtube tre e iPantellas due. Così tutti i nostri lettori under 20 conoscono St3pny, Cicciogamer, theShow, Scottecs, Yotobi, sono in grado di esprimere una valutazione su di loro, personag-gi di cui gli over 40 non hanno in genere mai neppure sentito parlare.

I due vasi non sono comunicanti.

Whatsapp, Facebook, Twitter, Instagram, Snapchat, YouTube, e chi più ne ha più ne metta, vi po-trebbero sembrare solo quelle paro-le strane, un po' complicate da pro-nunciare, che parlano dei social di cui ormai pensate di conoscere tutto. Se però la definizione che state pensando suona come: "quelle cose sugli smartphone che usano tanto i giovani, dove però posso condividere le foto coi gattini e mettere mi piace ai video di cani che raccontano barzellette" mi di-spiace cari adulti, ma vi sbagliate: non sono solo delle app. sono molto di più. Sono un mondo a parte, magico, nuovo, complicato, con le sue procedure e le sue regole defi-nite (e dove gatti o fiori sono bandi-ti dai 10 anni in su).

Se ci criticate tanto per il troppo tempo passato attaccati al cellu-lare è perché sottovalutate quanto impegno richieda gestire i propri profili sui social. Prendiamo ad esempio Twitter: bisogna scorrere fra i trend topics, twittare e retwittare durante i pro-

grammi televisivi, (senza superare i maledetti 140 caratteri), citare le foto delle proprie crush e menzio-nare le amiche per fangirlare me-glio insieme. Ma anche Instagram

non è una passeggiata: bisogna far attenzione a non schiacciare due volte perchè sennò scappa il like

sulla foto di quella antipatica e sembra che la si stia stalkerando, e poi ogni volta bisogna stare venti minuti ad aspettare che le stories si carichino (e ci mangino tutti i giga). Almeno Snapchat é un po' più velo-ce a caricare le storie, anche se prima di prenderti la faccia nei filtri ci perde mezz'ora. Per non parlare poi dello stress che creano le otp e le ship (canon, slash, e molte altre ancora) nelle serie su Netflix. E

infine anche prendere in giro a suon di screen nelle chat di grup-po quelle YouTube o Facebook star oppure fashion blogger, che si credono dei scesi in terra, è impegnativo. Vi portiamo quindi con questo numero nel mondo dei millenials e speriamo di esservi utili, almeno quanto un DIY.

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Lapo Elkann: "Mamma, non rientro, faccio tutta una tirata".

Numero 1V– gennaio 2017 3

La Ragnatela Aurora

N on avete capito nulla o avete capito solo in parte? Ecco la “traduzione della

parole difficili”. Le abbiamo divise in tre categorie, divise per livelli di difficoltà.

CATEGORIA A

Se non sai cosa sono è

inutile andare avanti.

Butta tutto nella carta e

continua sentirti miglio-

re solo perché passi il

tempo a leggere libri,

ma ricorda che 500 anni

fa quelli come te consi-

deravano la stampa u-

n’invenzione del demo-

nio.

Whatsapp (questa é facile): é un'applicazione di messaggistica istantanea per smartphone. Magari sai anche usarla, ma poi fai visua e neppure lo sai.

Facebook: é un social network (servizio di rete sociale) che mira all'interazione fra individui. E’ nato per farsi gli affari degli altri. No, non dire che non ti interessa. Le bugie non si dicono.

Twitter: é un social network con una pagina personale, il profi-lo, che si può aggiornare con messaggi di testo brevi, maledetta-mente brevi.

YouTube: é una piattaforma web che permette di condividere e visualizzare in rete dei video. Un mondo da scoprire.

Smartphone: se pensi sia un telefono cellulare nasconditi. Un moderno Smartphone ha più capacità di calcolo dei computer che sono serviti alla NASA per portare gli uomini sulla luna. Ha hardware, memoria e connessione ad internet molto avanzate. E’ sempre touch, ma questo non vi autorizza a schiacciare con vio-lenza sul suo povero schermo.

Netflix: azienda che offre un servizio di streaming via Internet di film e telefilm.

App: é software applicativo che consente di far fare al tuo smar-tphone cose che voi umani…

CATEGORIA B

Queste per un millenial di 12 anni sono cose ovvie ma,

con un po’ di pazienza, anche tu puoi capire

Instagram: é un social network che permette agli utenti di scat-tare foto e applicarci dei filtri.

Snapchat: é un social network che permette di condividere foto, video (in particolare per sfottere gli amici) e messaggi di testo istantanei, ma che compaiono, per fortuna, solo per 24 ore.

Twittare: scrivere un tweet, un messaggio breve, su Twitter.

Retwittare: condividere il tweet di un altro profilo in segno di apprezzamento. Perché farlo? Perché è un Social.

Trend topics: letteralmen-te argomenti di tendenza, sono, su Twitter, i temi o gli hashtag (etichette con funzione di aggregatori tematici) più twittati del momento.

Instagram stories: copia spudorata ed esatta delle storie (insieme delle foto pubblicate nelle ultime 24 ore) di Snapchat, ma su Instagram appunto.

Prenderti la faccia nei filtri: azione di cliccare

sullo schermo del proprio cellulare, in modo che Snapchat rico-nosca il tuo viso, per far comparire sul volto disegni o animazio-ni (filtri o lenti)

YouTube o Facebook star: personaggi che, grazie ai loro con-tenuti sui social, ricevono grandi consensi e raggiungono la tanto ambita fama

Fashion blogger: persone, per lo più donne, per lo più chiamate Chiara, che con delle foto e dei consigli di moda sui loro siti internet, dettano le tendenze.

CATEGORIA C

Se sai queste e non hai tra i 14 e 19 anni chiediti se non è ora

di farti una vita da adulto

Crush: letteralmente cotta; nel mondo di internet, invece, un personaggio, per lo più famoso, o protagonista di un libro o film, per cui si manifesta un'ossessione compulsiva e un innamora-mento totale.

Fangirlare: comportarsi da fangirl, ovvero ragazza ossessionata che sclera e impazzisce per i propri idoli .

OTP: acronimo di One True Pairing, é la Coppia preferita, l'uni-ca e sola per cui lottare veramente, di un telefilm o di un libro

Ship: coppia o coppie di personaggi di un telefilm che si deside-ra ardentemente e si ammira insieme.

Canon: non è solo la macchina fotografica, ma anche una coppia che esiste realmente in un telefilm.

Slash: é una coppia omosessuale maschile di un telefilm .

DIY: acronimo di Do It Yourself, ovvero Fai Da Te, sono dei video tutorial, che spiegano come realizzare oggetti manualmen-te

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Numero 1V– gennaio 2017

La Ragnatela

4 Lapo si sequestra da solo. Poi si telefona e si chiede il riscatto. Ma trova occupato.

Web Influencer: chi sono i più cool del momento

I Web Influencer, popolarissimi tra i giovani e quasi sconosciuti alla generazione dei genitori, sono persone capaci di influenzare gusti e tendenze, sfrut-tando canali di comunicazione accessibili a milioni di followers, facendosi conoscere sui social network attraverso le foto e i video postati. Le quali-tà di un web influencer che vuole divertirsi e far divertire sono semplici: avere buona capacità di intrattenere i follo-wers, trattare argomenti che realmente piacciono e mo-strarsi ai fans nel modo più “intimo” possibile.

Quali sono oggi i web influencer più gettonati?

Prima di confrontarli, dobbiamo precisare che le preferen-ze sono determinate da due fattori determinanti: il sesso e l’età dei follower. E’ probabile che una ragazza dimostri il proprio interesse per web influencer che trattano il make up o mostrano come preparare ricette di cucina che i ma-schi snobbano; l’esatto opposto si verificherà ovviamente tra i ragazzi che la curiosità condurrà più spesso a seguire canali dedicati ai videogames o agli sport.

Entriamo ora nel vivo della classifica, che vede tre generi prevalere su tutti gli altri.

In grande crescita, troviamo sul gradino più basso del po-dio i gamer. Ne fanno parte i seguitissimi Favij, ilvostroca-roDexter, cicciogamer89, St3pNy, Yotobi e molti altri; gra-zie al loro giocare ai videogames durante i video, i follo-wers più appassionati sono bambini e adolescenti, per lo più maschi, di età compresa tra gli 8 e i 14-15 anni.

Il secondo posto è occupato dai vlogger (blogger che propon-gono video); quelli più in mostra sono Cutie-PieMarzia, iPantellas, Cliomakeup, Matt & Bise, theShow, Greta Menchi. E’ la categoria che offre una maggiore varietà di temi rispetto alle altre; dalle recen-sioni di libri e film, passando per il make-up e per le parodie dei

tormentoni musicali, per arrivare agli esperimenti sociali, ossia mischiarsi tra le persone per chiedere il loro parere su argomenti “di tendenza”. Non è quindi difficile capire perché queste star del web superino, eccezione fatta per uno soltanto, il milione di iscritti ai propri canali.

Chiara Ferragni, Mariano Di Vaio, Chiara Biasi, Gianluca Vacchi, Chiara Nasti; avete capito di chi stiamo parlando? A dominare la scena sono proprio loro, i fashion blogger. Si mettono in mostra sui social network, molto usati dagli adolescenti, che non a caso sono i loro principali followers: Chiara Ferragni, attualmente al primo posto, ne conta circa 8 milioni. I fashion blogger si aggiudicano indiscutibilmen-te il premio di web influencer più cool.

Tra gli altri generi si sta delineando una curiosa situazione, grazie ad un costante aumento dei food-YouTuber. Perso-ne che realizzano video-tutorial sui social e su YouTube mentre preparano ricette di cucina di qualsiasi tipo; piatti caldi, primi e secondi, contorni, dolci, chissà se fra qualche anno in Italia saremo tutti cuochi.

E per voi? Chi sono i Web influencer più cool del momen-to?

Emanuele

C ome ha spiegato Emanuele è sempre più diffusa ed in voga la figura dello youtuber, che crea e la pubblica video sulla piattaforma Web.

Fare lo youtuber ormai è diventato un lavoro a tutto gli effetti e i guadagni che questa professione può portare sono notevolmente alti, considerati da molti addirittura eccessivi.

Ma questo non significa che chiunque pubblicando video riesca poi a trarne profitto, infatti vi è un sistema di nor-me e condizioni che deve essere seguito se si vuole gua-

dagnare.

Occorre rispettare le regole del portale, bisogna quindi postare i propri contenuti con una certa frequenza (diciamo almeno un video a settimana), non bisogna inse-rire musiche o frammenti di video coperti da copyright nelle proprie produzioni (a meno che non se ne abbia il permesso), non si devono copiare video da altri canali, non si devono pubblicare contenuti violenti o sessualmen-te espliciti.

Il mezzo principale per guadagnare su YouTube sono le

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Vittoria

pubblicità, di conseguenza più vi-sualizzazioni ottiene un video e maggiori sono gli introiti che que-st’ultimo porta al suo autore.

Per inserire le pubblicità all’interno dei filmati occorre attivare la mo-netizzazione sul proprio canale, una procedura che può essere por-tata a termine in due modi: chie-dendo la partnership ufficiale diret-tamente a YouTube (che quindi incassa i soldi dagli sponsor e poi gira un compenso allo YouTuber in base alle views dei suoi video) oppure rivolgendosi a dei network di terze parti che – per dirla in parole povere – fanno da intermediari fra YouTube e i creatori dei video .

In Italia lo youtuber più pagato è il gamer Favij, che con 3.405.125 iscritti, ha un guadagno mensile di circa 1-

(Continua da pagina 4) 0.000€ , seguono il famoso gamer IPantellas e i the show. Bisogna tenere conto però del 45℅ degli incassi che va a YouTube e a diverse agenzie.

Se in Italia questo è il guadagno degli youtuber, negli Stati Uniti secondo Forbes il patrimonio di questi ultimi si aggira tra i 5 e i 10 milioni di dollari.

D'altro canto però questi enormi guadagni hanno fatto sì che i soldi diventassero il fine , e non il mezzo con cui si può costruire una propria passione.

Lapo Elkann che negli States simula un sequestro è la prova che non esportiamo solo cervelli.

Numero 1V– gennaio 2017 5

La Ragnatela

Khadija

L e foto che scompaio-no sono

una mania da circa tre anni e no, non si tratta di magia, ma di una semplice ed intuitiva app. Snapchat. In pochi secondi è possibile scatta-re una foto, modificarla, ag-giungere adesivi e renderla visibile solo a coloro che possiedono il nostro contatto e il tutto resta sulla rete per sole 24 ore.

Questa ormai diffusissima moda ha contagiato sia i comuni mortali come noi sia le star di musica e cine-ma che, quasi con ossessione, documentano sia mo-menti di normale vita quotidiana sia momenti di vita sfrenata da star.

Una grande sfida è però iniziata nell'agosto 2016, quando il social network Instagram ha aggiunto l'op-zione "Instagram Stories", spartendo la popolazione mondiale dei social in "instagrammer" e "snapchatter".

La nuova possibilità di condividere sui social la pro-

pria vita è so-stanzia lmente uguale a quella di Snapchat, tranne per il fatto che per la maggior parte dei casi le per-sone alle quali è visibile la nostra foto o video a u m e n t a n o . Questo accade perché il nume-

ro di followers che si hanno su Instagram non è mi-nimamente paragonabile al numero di persone che possiedono il nostro contatto, ovvero il nostro nume-ro di telefono.

Negli ultimi mesi si è notato come gran parte dei "vip" e delle public figure che possedevano un account Snapchat siano passati dal lato di Instagram per rendersi visibili ad un pubblico più vasto. Chi invece fa ancora parte dei famosi "snapchatter" sia-mo noi, semplici studenti ai quali piace condividere momenti interessanti e non della nostra esistenza, il tutto reso più divertente se si ha un geofiltro bello come quello del nostro istituto.

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Vittoria, Aurora, Fantasia

Lapo Elkann arrestato per aver simulato un falso rapimento. La polizia ha avuto più fiuto di lui.

Numero 1V– gennaio 2017 6

La Ragnatela

N ata a Milano,vive ad Ao-sta. E' Chiara Facchetti, Youtuber trentenne che in

soli tre anni ha riscosso un enorme successo grazie a video dedicati al make-up, alla moda e a frammenti della sua vita.

Per cominciare, presentati e spiega la tua attività sul web.

Ciao a tutti sono Chiara Facchet-ti ho 30 anni e ho un canale su YouTube in cui pubblico quoti-dianamente video che racconta-no la mia vita e le mie passioni: il canale si chiama Kia Scricc (ndr. abbreviazione di Chiara e Scricciola, soprannome di quan-do era piccola)

Come è iniziata la tua esperien-za su youtube? Per puro caso o avevi le idee abbastanza chiare?

La mia esperienza su YouTube è iniziata per caso, guarda-vo ClioMakeup e tante altre beauty guru americane e mi è piaciuta l'idea di poter creare uno spazio tutto mio dove condividere con altre persone le mie idee sul make-up e non solo.

Ad oggi, il tuo canale conta oltre 230.000 iscritti: ti saresti mai aspettata questo successo?

Non mi sarei mai aspettata che saremmo diventati così tanti in così poco tempo e ancora adesso faccio fatica a crederci.

Chi è seguito da un numero così importante di persone deve essere per forza presente sugli altri social?

Credo che non ci siano regole da seguire, penso che il vero successo sia fare qualcosa che amiamo fare. Per esempio, io adoro fare le foto e condividere frammenti della mia giornata attraverso foto e mini video quindi uso molto In-stagram, un po' meno Facebook ma è proprio una questio-ne di preferenza personale, non dettata da una strategia.

Il fatto di essere costantemente a contatto con altre perso-ne, seppur non fisicamente, ha cambiato in qualche modo la tua persona dal punto di vista caratteriale?

Sicuramente questa esperienza ha cambiato alcuni aspetti del mio carattere perché sono riuscita a vincere la mia enorme timidezza che traspare soprattutto dai miei primi video e mi ha permesso di superare alcuni limiti che non avevo ancora affrontando come la difficoltá a parlare in pubblico.

Ovviamente tutto ciò porterà a qualche guadagno: si può e si deve quindi iniziare a considerare quello dei web-infulencer un vero e proprio lavoro? Se sì, come ci si trova a non avere un vero e proprio rapporto "datore-dipendente" o un rapporto tra "colleghi"?

Lavorando in ufficio come di-pendente, non ho mai conside-rato YouTube un lavoro però sicuramente è una professione in divenire. In ogni. caso trovo sia molto bello poter trasfor-mare una passione in una vera e propria attività professionale.

Ricevi molte critiche per via delle collaborazioni, delle pubblicità e dei soldi che gira-no attorno alla tua attività sul web? Come hanno reagito i tuoi seguaci alla tua scelta dell'anno scorso di lasciare temporaneamente il lavoro per dedicarti ad altro?

Le critiche fanno parte del gioco e spesso sono molto

costruttive e aiutano a migliorarsi quindi le accetto molto volentieri e mi piace definirli "consigli" non critiche. Tutto ciò che viene espresso educatamente secondo me non può e non deve essere considerato come un attacco: siamo in tanti quindi è normale che ci siano anche divergenze di opinione. Per quanto riguarda il mio periodo di aspettativa

sono rimasta molto contenta per tutto il sostegno che ho ricevuto da chi mi segue.

N e i t u o i v i d e o m o -stri praticamente ogni parte della tua vita, da quando fai la

spesa a quando vai dal parrucchiere. Quali credi siano gli aspetti pro e gli aspetti contro dell'esporsi in questo modo su internet?

Potrei fare un elenco infinito dei pro e dei contro di questo tipo di scelta, condivisibile o meno, è nata dalla mia esi-genza di condividere con gli altri le mie piccole quotidianità quindi, nel momento in cui ho scelto di farlo, ne ho auto-maticamente accettato anche le conseguenze nel bene e nel male.

Quali sono i segreti per mantenersi sempre sulla cresta dell'onda?

Il segreto secondo me è essere se stessi, sempre, non solo su YouTube ma nella vita di tutti i giorni in primis.

In conclusione, consiglieresti ad un adolescente di provare ad aprire un canale youtube?

Per me YouTube è una bellissima esperienza, una gioia quotidiana che mi ha regalato e mi regala continuamente grandissime emozioni quindi è un'esperienza che consiglio, l'importante è fare tutto con passione.

20.000 like settimanali su facebook, 130.000 follo-

wers su Instagram ma, soprattutto, oltre 230.000

iscritti al canale Youtube; questo il patrimonio della

vlogger valdostana di origini milanesi

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"Al Lapo! Al Lapo!", gridavano gli Agnelli. Numero 1V– gennaio 2017 7

La Ragnatela

P arecchi sono i momenti in cui la solitudine mi cattura, non si direbbe, ma sono

tanti, e dolorosi. Nessun momen-to però ha mai superato la soffe-renza della mia solitudine in a-more. Esso arriva, di colpo, ina-spettato e poi cresce, cresce, sempre di più finché non si mani-festa in quei momenti in cui la gioia e il piacere non hanno al-cun confine. Con il tempo l'amo-re cambia, migliora, si sviluppa e necessita di un continuo aumen-to del bisogno di manifestarsi. Ogni giorno lo desidero di più, più intensamente, meglio, con più sicurezza e decisione. Que-sta è la cosa più bella del mon-do, frase semplice ma non scontata, ma talvolta, l'amore può lasciare dei vuoti pesanti e difficilmente colmabili. E' stupendo concentrarsi su di esso ogni giorno e notte, con pensieri continui ed illimitati, con la forza dell'immagi-nazione per rimpiazzare qualsiasi momento rubato dal destino e con i sogni che alla fine di tutto riescono ad op-porsi ad ogni limite che la gelosia spesso impone. Sono la migliore arma per nutrirsi di speranza durante un'attesa che spesso sembra infinita. Ma il pericolo, pensandoci bene, sta proprio qui. Concentrandosi sull'amore verso una sola persona si può perdere la concezione sul resto del mondo e di conse-guenza far perdere quell'eccezionale equilibrio iniziale, quasi sovrannaturale, intoccabile e perfetto. Sarà pur pericoloso ma è meraviglioso poter amare una persona mettendo in secondo piano tutto il resto, special-

mente se questa persona riesce a rimpiazzare in te ogni vuoto dato da quei limiti e da tutti gli odi e le tri-stezze delle altre “pagine di vita”. Ma ad ogni Sua momentanea as-senza la solitudine ha la meglio con-tro tutto, quando arriva, silenziosa-mente è forse la migliore “ladra di entusiasmo” che esista sulla Terra. Allora cerco di ricorrere ad ogni co-sa che mi resta, qualsiasi cosa, ogni ambito o momento che mi possa distrarre anche solo un attimo, un secondo, ma provare a tornare sul pianeta dove l'amore non esiste è solo una forte calamita per la dispe-razione per una sola cosa. Tutto ciò che cerco o trovo non soddisfa cuo-re e mente quanto amare.

In questi casi provo a tener duro, piangendo il più possibi-le, cercando di distrarmi, di parlarne con chiunque mi pos-sa capire ma alla fine tutto questo è solo un'attesa, un'atte-sa che il Mio Vero Amore ritorni da me, in qualsiasi modo, felicemente e di Sua volontà e da lì ricomincia a battermi forte il cuore e presto ritrovo il respiro. Spesso la gente tende a farci credere che amare sia ina-datto, sia destinato a pochi, oppure che i giovani non siano in grado di amare in quanto privi di esperienza: sciocchez-ze! Molti giovani riescono ad amare nella maniera migliore proprio per la loro spontaneità e la loro totale immersione in questo fantastico Pianeta. Per molti è sbagliato ma io amo l'Amore e dipendere solo da Lui, e da qui partire contro tutti a scoprire il mondo, insieme.

Giulia

G uadagnare con le foto è un privilegio degli Insta-grammer più famosi. Non è detto: sono state lanciate delle

app che promettono di farti guadagnare con i tuoi selfie. La prima è “Friendz”, un’idea italiana che ha sede a Milano. Ideata per coloro che amano fotografarsi durante una semplice colazione o con un nuovo acquisto, infatti coloro che partecipano potranno aderire alle campa-gne pubblicitarie di grandi marchi e postare le loro foto sui social con l’hashtag giusto. L’app valuterà l’originalità del-l’immagine e attribuirà dei buoni acquisto per comprare online; offre ad ogni utente l’opportunità di guadagnare da 50 centesimi fino a 2,50 euro per ogni foto.

Un’altra applicazione che permette di guadagnare online è l’app “21 Buttons”, disponibile su App Store e Google Play, si struttura come instagram, ma la particolarità di questo album virtuale è che per ogni prodotto proposto in una

foto c’è un bottone che rimanda al sito sul quale è possibi-le acquistarlo. È un metodo semplice che aiuta ad esempio, ai followers dei fashion blogger, di acquistare i prodotti o gli ac-cessori che essi propongono. Per ogni prodotto venduto cliccando sul bottone, colui che ha postato la foto riceverà una

percentuale sulla vendita. Dopo aver totalizzato un minimo di 10 euro, sarà possibile trasferire il denaro nel nostro conto PayPal.

Quindi, non solo sono divertenti da usare, ma ti fanno anche guadagnare! Scaricando queste app si può dare sfogo alla passione per la fotografia e per i social network, non importa essere famosi, basta mettere in evidenza il prodotto richiesto dalle aziende.

FD

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Numero 1V– gennaio 2017

La Ragnatela

8 Ma Fidel Castro era

l`inventore del Cuba Libre?

Obama non era una grande fonte di ispirazione per i comici

nostrani, mentre Trump sembra che come musa funzioni decisa-

mente meglio. Su di lui le battute in questi mesi sono fioccate:

eccone una selezione.

In gennaio il primo presidente afroamericano ha lasciato la Casa Bianca. Ed è meglio che cominci a correre.

Trump. Per la prima volta nella storia tutti sperano che un candi-dato non mantenga le promesse elettorali.

Dopo la vittoria di Trump borse in ribasso. Bene il mercato del plutonio.

Il Ku Klux Klan annuncia una manifestazione per festeggiare Trump. E vorrebbero invitare anche Obama.

Come presidente Trump percepirà uno stipendio di un dollaro. O almeno è quello che dichiarerà.

Melania Trump visita l’orto della Casa Bianca con Michelle. “Quante volte glielo dai lo champagne?”

La chirurgia estetica è ormai

diventata una moda anche

tra i più giovani e non è più

riservata soltanto a donne e

uomini dello spettacolo:

questo perché è in grado di

cambiare qualsiasi parte del

nostro corpo che non ci

piace più, o semplicemente

perché la moda dice così.

Ad oggi sono molti gli ado-

lescenti che, dopo aver com-

piuto la maggiore età, si

rivolgono ad un chirurgo per

modificare il naso, aumenta-

re il seno o ridurre pancia e fianchi per essere accettati dagli altri

o perché ispirati dai modelli dettati dal mondo dello spettacolo.

Per le decisioni dei giovani che vivono nella moderna società

dell’immagine è molto influente l’ambiente che frequentano,

quello reale ma anche e soprattutto quello virtuale. I social

network ci rendono simili a prodotti esposti nelle vetrine ed è

importante essere accettati da chiunque. Esistono molti ragazzi

che dietro a smartphone e pc sono pronti a “Photoshoppare”

volti e corpi mai troppo perfetti. “Sono ancora troppo immaturi e

vulnerabili coloro che si sottopongono a interventi davvero im-

portanti con implicazioni per tutta la vita”, dice il presidente

dell’associazione britannica di chirurgia plastica Michael Cadier.

I medici infatti sono preoccupati dal fatto che dietro a questa

moda ci siano problemi di autostima, che dovrebbero essere

affrontati diversamente rispetto all’utilizzo del bisturi. È anche

allarmante il fatto che molti genitori ascoltino la volontà dei figli

e regalino, magari al traguardo della maturità, qualche intervento

di chirurgia estetica. Gli adolescenti prendono la cosa con super-

ficialità, ma bisognerebbe appellarsi al buon senso dei genitori.

Queste operazioni possono essere piccoli ritocchi, ma anche

diventare interventi impegnativi ai quali si aggiunge una lunga

permanenza in ospedale. Siamo sicuri che da questi interventi si

ottenga il risultato desiderato? Anche l’operazione chirurgica

riuscita molto bene se non

fosse adatta ad una determi-

nata persona non solo non

risolverebbe il problema, ma

creerebbe solo l’esigenza di

intervenire nuovamente.

Nel 2015, la Società italiana

di medicina estetica ha con-

dotto una ricerca con l’uni-

versità Magna Grecia di

Catanzaro, in cui dopo aver

analizzato un campione di

ragazzi fra i 13 e i 18 anni, il

17,7%% di essi sarebbero

pronti a ricorrere ad un

“ritocchino”. Degli oltre duemila adolescenti interpellati, il 1-

5,8% delle ragazze e il 3,3% dei ragazzi aveva già usufruito

della medicina estetica o della chirurgia plastica per curare alcu-

ni difetti. Molti di questi ragazzi dichiarano inoltre di essere

insoddisfatti del loro corpo, il 78% delle ragazze e il 54% dei

maschi.

Sono bastati pochi anni perchè la sala operatoria diventasse una

sorta di fabbrica dei sogni, capace di curare non solo ogni males-

sere fisico ma anche psicologico. Un boom, quello della chirur-

gia tra i giovani, specchio di un disagio esistenziale, fatto di

insicurezze e isolamento.

È una corsa al bisturi senza età, destinata soprattutto ai ragazzi, i

soggetti più esposti alle pressioni narcisistiche del nostro tempo,

in cui è vietato essere brutti e che dice addio alle imperfezioni

che ci rendono unici e interessanti.

Il problema è quando si rincorre un’idea di bellezza irraggiungi-

bile. In alcuni casi vi sono alterazioni fisiche che possono creare

veri disturbi psichici in cui una correzione può essere utile, ma

non va dimenticato che ogni corpo ha la propria armonia, quindi

è giusto accettare anche un piccolo

difetto perché ci rende umani e par-

ticolari. Giulia O.

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Obama non è andato ai funerali di Fidel Castro: "Avevo un impegno preso in precedenza con Bob Dylan".

Numero 1V– gennaio 2017 9

La Ragnatela

Virginia Raggi si congratula con Donald Trump. “Oscar merita-tissimo”.

Consapevoli che abbiamo in Parlamento Razzi e Scilipoti potre-mo criticare il voto di un altro Paese solo quando eleggeranno un citofono.

Netanyahu, Putin, Orban ed Erdogan esultano per l’elezione di Trump. E anche la salma di Hitler ha avuto un sussulto.

Elezione Trump. In Colorado approvato il suicidio assistito. Certa gente non sa proprio perdere.

Il sindaco di New York rifiuta di segnalare a Trump gli immigra-ti. Già di taxi se ne trovano pochi.

Sto guardando gli uomini che sta scegliendo Donald Trump. Una squadra così non la vedevo dai tempi di Suicide Squad.

Dalle elezioni USA abbiamo capito che l'utilità dei sondaggisti americani è pari solo a quella dei bagnini ai mondiali di nuoto.

Milioni di persone preoccupate: Trump potrebbe sganciare l'ato-mica. Poi hanno scoperto che non contiene olio di palma e si sono tranquillizzati.

Mi vergogno di essere Nato

(Continua da pagina 8)

“T utto è nato per gioco”. Questo è stato l’inizio dell’avven-tura di Martina Schiavon, studen-tessa di 18 anni del liceo di Cos-sato, che lo scorso 7 gennaio è partita alla volta del Kenya per una missione di volontariato. È con entusiasmo e malinconia che Martina racconta la sua esperien-za:10 giorni a Chaaria, un paesino nella provincia di Meru, ospite delle suore all’interno della strut-tura del Chaaria Mission Hospital. “Prima di partire il nostro gruppo si è riunito diverse volte. Abbiamo parlato di cosa avremmo potuto fare e il capo missione, essendo già stata al centro, ha proposto un lavoro di fisioterapia con i 53 ragazzi disabili ospiti della struttu-ra. Per prepararci abbiamo parte-cipato ad alcuni incontri con una specialista”.

Come è facile immaginare, le sue giornate non erano affatto una passeggiata. “Ogni mattina la sveglia suona-va alle 7.00; dopo colazione andavamo nel centro dei Buoni Figli per iniziare la fisioterapia con i ragazzi. A pranzo davamo loro da mangiare; mentre nel pomerig-gio svolgevamo attività di animazione, come giocare a pallone e preparare palloncini, oppure aiutavamo le suo-re a svolgere lavori di routine. Alle 17.30, dopo aver dato cena ai ragazzi, finiva la nostra giornata lavorativa. La sera condividevamo l'esperienza con il resto del grup-po e concludevamo dando la buonanotte ai nostri giova-ni amici”.

Nonostante la soddisfazione che la accompagnava du-rante le sue giornate, Martina non nasconde che ci siano stati momenti di debolezza, in particolare nei primi gior-ni. “Vivere in posti simili non è mai come si immagina. Quando sono arrivata il primo pensiero è stato quello di tornare a casa. Dopo aver fatto il giro della missione ero frastornata: non pensavo che le attività per le quali ci eravamo preparate avrebbero potuto aiutare quei poveri

ragazzi. Fortunatamente già al primo giorno di lavoro tutta la negatività è sparita. I ragazzi disabili con cui abbiamo lavorato erano contenti della nostra pre-senza per il semplice fatto che ci saremmo presi cura di ognuno di loro. Perché è questo quello che chiedono”.

Una volta tornata a casa le im-magini impresse nella sua mente, che scorrono nei suoi occhi men-tre parla, la portano a riflettere sul nostro modo di pensare. “Le persone che vivono lì sono stra-ordinarie: pur non avendo niente o ben poco, affrontano ogni gior-nata con positività. Il loro sorriso è il sorriso sincero di chi non ha niente, ma crede in un futuro migliore. Noi occidentali siamo diffidenti nei loro confronti, inve-ce in quei luoghi ci si sente stra-nieri solo per il colore della pelle”.

Alla domanda: “Consiglieresti questo tipo di esperienza ai tuoi coetanei?” Martina risponde: “Perché no, trovo che sia un'esperienza utile a chiunque. Aiuta a vedere le cose da nuovi punti di vista. Un consiglio: non fermatevi davanti ad un ostacolo come il timore di non riuscire ad affrontare una cosa simile. Quando si arriva in posti co-me quelli, dove l'aiuto è fondamentale, tutta la negativi-tà deve sparire per lasciare spazio alla voglia di fare. Provare non costa nulla: un'esperienza simile può aiuta-re a superare i propri limiti o capire che questi sono in-valicabili.”

Per quanto riguarda il suo futuro, Martina insegue il so-gno di diventare maestra, ma su un punto sembra molto convinta: “Io voglio aiutare gli altri e là mi sento utile. 10 giorni sono pochi per definire un’esperienza conclusa, quindi sicuramente tornerò”.

Fantasia

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Numero 1V– gennaio 2017

La Ragnatela

10 Lapo Elkann arrestato negli Stati Uniti fa notizia: per forza, è la prima volta che puniscono uno juventino per simulazione.

S uccede a volte, cam-

biando distrattamen-

te canale alla TV, di

imbattersi in un film che,

inaspettatamente, ci fruga

dentro con particolare insi-

stenza, scoprendo ferite

che ci fanno venire voglia

di fare qualcosa, se non

per rimarginarle almeno

per capire come ce le sia-

mo procurate.

L’ultima volta mi è capitato

circa un mese fa, quando

su Sky hanno trasmesso

per la prima volta la com-

media italiana Belli di Pa-

pà. Trama divertente, leg-

gera, ma con una morale

per nulla scontata e, a

dirla tutta, per nulla legge-

ra. Un cast eterogeneo,

accanto a Diego Abatan-

tuono c’è Andrea Pisani,

uno dei due componenti

dei Panpers, molti altri

personaggi, chi più chi

meno conosciuto, e poi lui:

Francesco.

Non lo so, forse né lui né il film sono poi chissà che, ma io

ho guardato i 100 minuti della pellicola come se da ogni

scena dipendesse la mia felicità, e con lo stesso trasporto

ho guardato lui, come se dai suoi sorrisi potessero dipen-

dere i miei, dalle sue citazioni il mio umore.

Quello che conta è che io l’ho visto e mi è sembrato, fin

dal primo momento, senza una ragione, che sarebbe stato

veramente terribile non fare tutto quanto fosse nelle mie

capacità per contattarlo e ringraziarlo di avermi fatta senti-

re come mi ero sentita guardando quel film, forse soprat-

tutto grazie a lui ed al suo personaggio che, a conti fatti,

non ha poi parlato o fatto molto.

A ripensarci mi sento stupida, ma il fatto è che mi ha fatto

provare delle emozioni e, fosse successo anche solo a

me, credo che con questo lui si sia guadagnato egregia-

mente il titolo di Attore.

A quel punto ho potuto fare una cosa per cui tutte le gene-

razioni che ci hanno prece-

duto non avevano gli stru-

menti adatti: gli ho scritto.

In una manciata di secondi

ho cercato su internet il

suo nome, poi l’ho digitato

nella casella di ricerca di

facebook e voilà: ero sul

suo profilo.

Per i quattro giorni succes-

sivi ho vissuto come se

stessi aspettando una let-

tera importantissima, e

quando ha risposto mi è

sembrato che almeno

qualcosa stesse andando

dalla parte giusta, in un

momento della mia vita in

cui, al contrario, ho spesso

l’impressione che le cose

vadano nella direzione

opposta a quella verso cui

tento di indirizzarle. Dato

che avevo deciso di sfrut-

tare l’occasione per chie-

dergli di rispondere ad

alcune domande, oltre a

dirmi che questi momenti

di confusione sono molto

più utili, benché più duri da

affrontare, di quelli in cui tutto appare chiaro, mi ha anche

dato il contatto della sua agenzia stampa che, gentilissima,

non smetterò mai di ringraziarla, mi ha risposto subitissi-

mo.

Ci sono voluti poi alcuni giorni per ricevere le risposte di

Francesco, ma quando sono arrivate hanno fatto il rumore

che fanno i sogni quando bussano alle porte delle notti

serene.

Forse anche queste risposte non sono catalogabili nelle

top ten delle interviste, ma hanno per me un valore inesti-

mabile; forse anche perché rappresentano a livello perso-

nale un piccolo “successo” nell’ambito che, da sempre ma

ora in particolar modo, rappresenta per me un porto sicu-

ro, ed al contempo il mare aperto, la certezza di sapere

dove tornare e la libertà di poter andare ovunque: la scrit-

tura.

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Alice

Numero 1V– gennaio 2017

La Ragnatela

11 Lapo in risposta alle recenti critiche ha dichiarato alla stampa che il suo successo è tutta farina del suo sacco. Caro Lapo, quella non è farina…

Quale percorso formativo hai seguito e quanto questo è stato utile a renderti la persona che sei? Quanto a darti le opportu-nità necessarie a fare il lavoro che oggi fai? È una domanda molto bella, perché la persona che sono oggi deve mol-tissimo alle esperienze vissute ma anche e soprattutto alle cose lette e studiate che si sono "sedimentate" quasi inconsapevolmente e mi han-no formato. Dopo il diploma ad un liceo classico di Roma, ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Filosofia dell'Università La Sapienza di Roma, ed ogni giorno di più capisco che non avrei potuto fare altro. Mi sono laureato in Triennale (devo dire con 100elode?) ed attualmente frequento il secondo anno di magistrale, sem-pre in Filosofia. A livello pratico studiare filosofia non mi ha aiutato a tro-vare opportunità di lavoro ma sicuramente molta di quella ricchezza che ho letto ed acquisito, l'ho inconsapevolmente riversata nei personaggi che ho avuto la fortuna di inter-pretare. Parallelamente studio clarinetto (sono al quinto anno del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma): la musica è l'altra mia grande passione, non potrei stare senza. Come ti sei avvicinato alla carriera in teatro?

Un po' per caso: sono stato coinvolto da alcuni amici che recitavano da tempo, ma dal primo momento ho capito che avevo trovato qualcosa di speciale.

E a quella nel Cinema? È importante avere “i con-tatti giusti”, come diffusamente si crede, o esiste ancora la meritocrazia, perlomeno in questo ambi-to? Anche qui per caso: non avevo agente, pochissima espe-rienza di teatro, ed ho inviato un’email con pochissime foto fatte da un'amica ad un casting per la serie tv "Provaci ancora Prof. 5" regia di Tiziana Aristarco con Veronica Pi-vetti. Ho avuto la fortuna di incontrare una cast director seria (Rita Forzano) e dopo un lungo provino la regista ha scelto me. Questa è stata la prima esperienza, dopo sono venuti i miei agenti, e gli altri lavori.

Hai 23 anni e sei apparso per la prima volta sul

grande schermo vicino ad uno dei grandi del cinema italiano, Diego Abatantuono, come hai vissuto questa prima esperien-za? Cosa ti ha insegnato?

Sono stato molto contento di inizia-re quello che spero sia una lunga carriera nel cinema con "Belli di papà", non solo perché è una com-media, a mio giudizio deliziosa (forse sono troppo di parte), non volgare, di contenuto ma diverten-te, che esce dal panorama delle commedie italiane degli ultimi anni che lasciavano un po' a desiderare, ma anche perché ho avuto la fortu-na di lavorare con attori, un regista ed una troupe che sono stati un po' la mia famiglia per il tempo delle riprese. Lavorare con Diego è stato molto utile e bello: da lui ho impa-rato molto su come si sta sul set,

davanti alla macchina da presa, ad usare un doppio regi-stro (comico e drammatico) e mi sono anche divertito mol-tissimo.

Per fortuna di attori che ammiro ne ho incontrati anche durante le riprese del mio prossimo lavoro, la serie Tv di Francesca Archibugi prossimamente su Rai 1: non solo sono stato diretto da una regista meravigliosa, attentissi-ma agli attori, ai dettagli, che è stato un onore incontrare, ma i miei colleghi (sorrido ancora nel dirlo) sono stati Giancarlo Giannini, Vittoria Puccini, Guido Caprino, Anna Galiena, Pamela Villoresi, grandi del cinema e del teatro che ho sempre ammirato; trovarmeli accanto sul set è stato bellissimo.

Hai un consiglio da dare a noi ragazzi, sia in ambito scolastico che poi in quello della ricerca del proprio percorso personale e lavorativo?

Quello che mi sento di dirvi, da ragazzo come voi, è di capire qual è la propria passione e fare di tutto per inse-guirla. Questo non vuol dire lasciare lo studio: finire il pro-prio percorso di studi è fondamentale, anche studiare cose che non ci piacciano (per me la matematica ad esempio) sono utili per formare quello che siamo, questo forse si capisce un po' più avanti. Seguite la propria passione, so-prattutto adesso, fate quello che vi piace, ma studiate e datevi da fare, ogni traguardo è sudato, non regalato e forse proprio questo lo rende speciale.

(Continua da pagina 10)

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Si è spento Fidel, non li fanno più i cubani di una volta.

Numero 1V– gennaio 2017 12

La Ragnatela

ORIZZONTALI 1. Può essere mancino 4. Li aveva la zebra di Mina 8. Segue il pomeriggio 9. Organo dell'apparato digerente 12. Lo è chi passa al nemico 14. Articolo indeterminativo

15. Divinità egizia 16. Famoso film di Federico Fellini 18. Abitante di Ivrea 21. Unità fotometrica di misura della luminanza 22. Simbolo chimico del nichel

23. Avverbio di luogo 24. Targa di Salerno 25. Napoli sulle auto 26. Ossido di carbonio 27. Super Lusso 28. Segno di pareggio 29. Schedina per pronostici sportivi 32. fili elettri-ci 33. Officine Meccaniche 34. Bologna 35. Razza di cane 37. Abitante di Asmara 39. Suonano in tre 40. Un noto lubrificante

41. Desiderio smodato, bra-mosia VERTICALI 1. Cura che porta alla guari-gione 2. Uno dei sette peccati capitali

3. Permette di orientarsi nella nebbia 4. Ceramica bianca pregiata 5. Somiglianza delle cose empiriche alle idee 6. Sì tedesco 7. Missile tedesco 8. Dono tradizionale natali-zio 9. Vi si fa il tifo 10. Maschi adulti dei bovini 11. Acceso 13. Insetto come l'ape e la formica 17. Nota musicale 19. Lettera dell'alfabeto cirillico 20. Nel caso che, semmai 24. Skilift 26. Non volontari, nè liberi 27. Isola dell'Egeo 28. Novantanove romani 29. A te 30. Recipiente di pelle 31. Non veloce 32. Il ... buco nella pelle 34. Le prime in Belgio 36. Gioielli 38. Articolo determinativo maschile

Mentre sei assorto

nei tuoi pensieri

noto la tua sensibilità,

la tua semplicità,

la tua eleganza.

Sei come un discorso

che nasce scorrevole,

sei come uno sguardo

inaspettato, ma atteso.

sei e siamo la fragilità

di un battito di ciglia.

Marta

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