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Nucleare. parliamo di fatti.

Date post: 25-Jun-2015
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Una ricerca che parla del nucleare partendo da un fatto importante.Viene svelato L'accordo segreto tra OMS e AIEA per tutelare la pericoloa energia nucleare a discapito dell'umanità e a vantaggio delle lobby di potere.leggete e diffondete, E VOTATE!METTETE LA VOSTRA ENERGIA PER FERMARE IL NUCLEARE.
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Parliamo di fatti?
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Parliamo di fatti?

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Chernobyl 25 anni dopo

«Oso prevedere o almeno sperare che Chernobyl sarà una svolta nelle scelte energetiche, nello stile dell’informazione e forse anche nei rapporti politici ».

PRIMO LEVI, La Stampa, 3/5/1986

La centrale di Chernobyl è situata vicino all'insediamento di Pripyat, in Ucraina, 18 km a nord-ovest della città di Chernobyl e 110 km a nord della capitale Kiev, e dista 16 km dal confine con la Bielorussia. L'impianto era composto da quattro reattori, ognuno in grado di produrre 1 GW di energia elettrica (3.2 gigawatt di energia termica), i quattro reattori, insieme, producevano circa il 10% dell'elettricità ucraina. La costruzione dell'impianto iniziò negli anni '70, il reattore n° 1 fu commissionato nel 1977, e fu seguito dai reattori 2 (1978), 3 (1981), e 4 (1983). Altri due reattori (i n° 5 e 6, da 1 GW ciascuno) erano in fase di costruzione quando si verificò l'incidente.

Caratteristiche tecniche della centrale

I reattori erano di tipo RBMK-1000, un reattore a canali, moderato a grafite e refrigerato ad acqua. Una caratteristica di questo reattore è quella di operare a coefficiente di vuotopositivo. Cioè, con l'aumentare della temperatura, la reazione nucleare, anziché moderarsi, aumenta: significa che le bolle di vapore che si formano nell'acqua usata come refrigerante incrementano la reazione nucleare in modo incontrollato. Alle basse potenze, il coefficiente positivo non è compensato da altri fattori, rendendo il reattore instabile e pericoloso. Tale caratteristica è vietata nei reattori occidentali per motivi di sicurezza: se manca infatti il liquido refrigerante il reattore deve essere in grado di spegnersi

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autonomamente, senza interventi umani o di mezzi meccanici. Usando acqua naturale per il raffreddamento e grafite come moderatore, fu possibile usare uranio naturale come combustibile, questi due elementi sostituivano l’uranio arricchito e l’ acqua pesante.

L'incidente

Il 26 Aprile 1986 alle ore 01:23:58 locali, nel corso di una prova, definita di sicurezza, in cui si voleva verificare se la turbina potesse continuare a produrre energia per inerzia anche quando il circuito di raffreddamento fosse stato incapace di produrre vapore, vennero disabilitati alcuni circuiti di emergenza, l'impianto di raffreddamento secondario e poi quello principale.

Riguardo le cause dell'incidente esistono due ipotesi contrastanti. La prima, pubblicata nell'agosto 1986, attribuiva tutta la responsabilità agli operatori dell'impianto. La seconda, proposta da Valeri Legasov e pubblicata nel 1991, attribuiva l'incidente a debolezze nel progetto del reattore RBMK, in particolare alle barre di controllo. Inoltre gli operatori della centrale non erano a conoscenza dei problemi del reattore.

Secondo uno di loro, Anatoliy Dyatlov, i progettisti sapevano che il reattore era pericoloso in certe condizioni, ma nascosero intenzionalmente tale informazione. In aggiunta il personale dell'impianto era composto per la maggior parte da personale non qualificato per il reattore RBMK.

Gestione della crisi

L’esplosione genera una colonna di elementi radioattivi che raggiunge i 2 Km di altezza e che si disperde per un raggio di circa 1200 Km contaminati da Cesio, Stronzio, Plutonio, tutti elementi altamente radioattivi e con effetti dannosi che si protraggono nel tempo. L’emivita del Plutonio, ad esempio, è di circa 14.000 anni, mentre il ritorno alla situazione originaria dei terreni contaminati dal Cesio 137 è calcolata in 300 anni.

Il livello di radiazioni emesse è pari a 20 milioni di Curie, circa 200 volte l’energia che distrusse Hiroshima e Nagasaki.

Cercando di limitare la portata del disastro, le autorità sovietiche inviarono immediatamente sul posto delle squadre di pulizia.

Vigili del fuoco furono mandati sul luogo dell'incidente per provare ad estinguere l'incendio sebbene non fossero stati avvisati di quanto fossero pericolosi i fumi radioattivi che si sprigionavano dal reattore esploso.

Nei mesi successivi molte persone, in gran parte membri dell' esercito e altri lavoratori, furono coinvolte nei lavori di pulizia e di messa in sicurezza del sito.

Anche in questo caso, come in quello dei pompieri accorsi subito dopo l'incidente, queste persone non erano state informate sui rischi e non avevano dispositivi di sicurezza, non erano nemmeno disponibili tute protettive.

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I detriti radioattivi più pericolosi furono radunati dentro quello che rimaneva del reattore; il reattore stesso fu coperto con sacchi di sabbia lanciati da elicotteri (circa 5.000 tonnellate di sabbia durante la settimana successiva all'incidente). Un enorme sarcofago d'acciaio fu eretto frettolosamente per sigillare il reattore e il suo contenuto.

Inizialmente il disastro di Chernobyl fu tenuto nascosto.

La notizia che un grave incidente nucleare era accaduto fu resa nota non da fonti sovietiche ma dalla Svezia dove il 27 aprile sugli indumenti di addetti della centrale nucleare di Forsmark furono rilevate particelle radioattive.

Dopo avere constatato che nel loro impianto non c'erano perdite gli svedesi ricercarono l'origine della radioattività giungendo alla conclusione che si dovesse essere verificato qualche problema di natura nucleare in Unione Sovietica.

Conseguenze immediate

200 persone furono ricoverate immediatamente, di cui 31 morirono (28 di queste per l'esposizione diretta alle radiazioni). Molti di loro erano pompieri e addetti che cercarono di mantenere l'incidente sotto controllo e che non erano stati informati di quanto pericolosa fosse l'esposizione diretta alle radiazioni.

135.000 abitanti furono evacuati dalla zona, inclusi tutti i 50.000 abitanti della vicina città di Pripyat. La contaminazione provocata dall'incidente di Chernobyl non interessò solo le aree vicine alla centrale ma si diffuse irregolarmente secondo le condizioni atmosferiche. Ricerche condotte da scienziati sovietici ed occidentali indicano che il 60% delle zone contaminate si trova in Bielorussia. Anche una vasta area a sud di Bryansk, in Russia e parti dell'Ucraina nord-occidentale furono contaminate.

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Migliaia di veicoli militari dell'Unione Sovietica giacciono in una discarica, a causa dell'elevato quantitativo di radiazioni assorbite.

Ogni veicolo utilizzato nei lavori dopo l’incidente nella centrale atomica e stato abbandonato in quanto altamente contaminato per sempre.

e che fine hanno fatto le migliaia di uomini che quei veicoli li hanno guidati?

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Le testimonianze dei liquidatori

Il lavoro di “pulizia”: turni di 40 secondi sul tetto della centrale, dove arrivavano salendo di corsa le scale con addosso 35 chili di protezione in piombo, una palata di detriti giù nella voragine, sul cuore fuso e pulsante del nocciolo, e poi via di corsa, con una dose di radiazioni assorbite superiore a quella tollerabile nell'arco di una vita intera.

«Il tetto della centrale sembrava molle come un cuscino. Gli strumenti di alta precisione installati sull'elicottero indicavano da 10.000 a 15.000 roëntgen l'ora, quando la dose letale per gli esseri umani è tra i 600 e gli 800 roëntgen. Chiunque fosse rimasto più di 3 minuti sul tetto della centrale era destinato a morire.

Eppure erano migliaia tra pompieri, soldati, operai che affollavano la zona. Lavoravano con ridicole mascherine, stivali e guanti di gomma. Spalavano macerie radioattive con semplici badili, o addirittura a mani nude.

Le gru erano immobili, tutte le apparecchiature elettroniche e i robot fatti arrivare dalle regioni più lontane dell'Unione Sovietica si bloccavano nelle vicinanze del reattore, ma gli uomini no. Loro continuavano a correre avanti e indietro come formiche impazzite».

Vassili Nesterenko, direttore, al tempo del disastro, dell'Istituto per l'energia nucleare dell'Accademia delle scienze della Bielorussia, uno dei primi a sorvolare in elicottero il reattore distrutto

documentario di Wladimir Tchertkoff "Il sacrificio" (Feldat film, svizzera, 2003)

«Quando andavamo sul tetto avevamo un dosimetro attaccato all'uniforme e quando scendevamo dovevamo segnare la dose di radiazione ricevuta. I primi giorni andavamo dal responsabile e dicevamo la cifra che segnava il dosimetro: "35 roëntgen", lui scriveva "9 roëntgen". Il secondo giorno "30 roëntgen", lui scriveva "5 roëntgen". Allora ci siamo arrabbiati. "Ehi, scriva quello che è vero" abbiamo detto. Ma lui: "non impicciatevi, andate via". Allora siamo andati dal capo: "Falsificano le dosi" gli abbiamo detto. Lui ha riso: "Avete già delle dosi alte, non lamentatevi". Poi ci hanno tolto i dosimetri».

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L’incidente di Chernobyl: la menzogna dei dati

Alcuni giornali hanno riportato le lamentele di operatori sanitari ucraini che inviavano i propri dossier con elevati numeri di casi di cancro all'OMS ma tali documenti non venivano presi in considerazione e per l'OMS le vittime continuavano e continuano ad essere 4000 fino ad oggi.

È stato riscontrato che molti individui hanno sviluppato tumori alla tiroide dovuti all'accumulo di iodio radioattivo all'interno dell'organo, fortunatamente le probabilità di guarigione da questo tipo di tumori è molto alta (fino al 99% per i casi legati a Chernobyl, il 90% nei paesi occidentali) e di conseguenza le vittime sono state relativamente poche secondo il rapporto dell'OMS. Inoltre l'assorbimento di iodio radioattivo sembra abbia un effetto considerevole solo sugli individui che erano ancora bambini nel 1986. Anche studi epidemiologici sulle 600 mila persone, per la maggior parte militari, che parteciparono alla costruzione del rivestimento di cemento hanno evidenziato un aumento dell'incidenza di vari tipi di tumori, per lo più leucemie.

In questo modo è stato stimato che il numero di vittime dal 2006 in poi sarà di 4000 tra gli abitanti dei dintorni e i militari, per salire a più di 9000 persone, considerando anche i dati sugli effetti a lungo raggio.

La giustificazione per il dato di 4000 morti è formulata da alcuni esperti che ritengono che all'epoca dell'incidente non vi era interesse nell'indagare e nel mettere in discussione quel numero offerto da istituzioni russe in quanto si era in era post URSS.

Altri ritengono che l'industria nucleare abbia intenzionalmente nascosto la verità tramite l'OMS.

A venti anni dal disastro nucleare : “il rapporto finale”

Un rapporto che vuol chiarire una volta per tutte gli effetti di Chernobyl a 20 anni dal disastro nucleare. 600 pagine "Chernobyl's legacy: Health, environmental and socio-economic impacts" realizzato da otto agenzie dell'Onu più i governi di Russia, Bielorussia e Ucraina, riuniti nel Chernobyl Forum.

«Sui 200.000 lavoratori incaricati di assicurare il ritorno alla normalità, 2.200 potrebbero morire in seguito alla radio-esposizione». Inoltre «4 mila bambini sono stati colpiti da tumore alla tiroide e almeno 9 sono morti». Burton Bennett, presidente del Chernobyl Forum,

«La maggioranza dei membri delle squadre di intervento e della gente delle zone contaminate hanno ricevuto dosi sull'organismo relativamente deboli. Nessuna probabilità di una diminuzione della fertilità tra le popolazioni colpite, né di un aumento delle malformazioni congenite può essere attribuita alla radio-esposizione». Burton Bennett, presidente del Chernobyl Forum,

«A 20 anni dal disastro nucleare non è registrato pressoché nessun effetto della radioattività, i problemi sanitari nelle regioni contaminate sono essenzialmente dovuti a "povertà e ignoranza». Burton Bennett, presidente del Chernobyl Forum,

«Le radiazioni nucleari, per fortuna, provocano molti meno danni alla salute di quel che si pensava». Michael Repacholi, responsabile del Programma radiazioni dell'Oms,

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Vittime secondo altre fonti

Eugenia Stepanova, Una ricercatrice del centro scientifico del governo ucraino afferma"Siamo pieni di casi di cancro alla tiroide, leucemie e mutazioni genetiche non registrati nei dati dell'Oms e che erano praticamente sconosciuti 20 anni fa".

“Studi mostrano che 34.499 persone che presero parte alla ripulitura di Chernobyl sono morte di cancro dopo la catastrofe", afferma Nikolai Omelyanetes, vice capo della commissione nazionale per la protezione dalle radiazioni ucraina, inoltre secondo Nikolai il tasso di mortalità infantile è aumentato fra il 20 e il 30%. Nikolai afferma inoltre che "tutte queste informazioni sono state ignorate dall'Aiea e dall'Oms: gliele abbiamo mandate a marzo dello scorso anno (2005) e poi nuovamente a giugno. Non hanno detto perché non le hanno accettate".

Nel rapporto promosso da gruppi e personalità contrari al nucleare e presente nel sito di Greenpeace, si citano valori delle sole forme tumorali pari a 270 mila casi fra Ukraina, Bielorussia e Russia collegabili a Chernobyl. 93 mila riguardano persone destinate al decesso.

Secondo i dati raccolti da Greenpeace, infatti, le morti attribuibili all'incidente tra il 1990 e il 2004 sarebbero 200.000 nei soli tre stati ex sovietici. Nelle aree maggiormente contaminate sarebbe aumentata in modo significativo l'incidenza di tumori (il 40 per cento in più in Bielorussia tra il 1990 e il 2000) e di leucemia, ma anche di altri tipi di tumore (delle vie respiratorie, del colon, dello stomaco, dei polmoni, della tiroide).

Per la sezione russa di Greeanpeace, lo scopo del rapporto Onu è quello di sostenere il programma nucleare di Mosca che prevede la costruzione di 40 nuovi reattori entro il 2030.

Vladimir Ciuprov, responsabile dell'organizzazione, cita i dati stilati da un centro di ricerca dell'Accademia delle Scienze secondo cui, tra il 1990 e il 2004, la nube radioattiva avrebbe ucciso 67mila persone solo in Russia.

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Chernobyl e Dintorni: “altri numeri”

"CERNOBYL E’ UNA PAROLA CHE VORREMMO CANCELLARE DALLA NOSTRA MEMORIA, MA QUESTO SOGNO CI E’ PRECLUSO"Kofi Annan, segretario generale O.N.U.

-Liquidatori (addetti al controllo degli effetti dell’esplosione)

impegnati: 800.000

10.000 morti

400.000 affetti da patologia tumorale.

-Vittime (dirette ed indirette) dell’incidente:

500.000 vittime (di cui un terzo bambini)

“Nei 20 anni trascorsi dalla catastrofe nucleare di Chernobyl del 26 aprile 1986, almeno mezzo milione di persone sono morte per le conseguenze della nube radioattiva che contaminò larga parte dell’Europa e altre 30.000 moriranno nei prossimi anni.”

A questa conclusione sono giunti alcuni ricercatori analizzando più di cinquanta studi scientifici. Lo ha riferito il quotidiano britannico The Guardian nell’ aprile del 2006.

Le nuove stime contrastano vistosamente con quelle molto più modeste dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), le quali prevedevano un massimo di 4.000 persone morte per gli effetti del disastro.

Il Guardian non riporta i nomi dei ricercatori che hanno rianalizzato i cinquanta studi scientifici già pubblicati su Chernobyl, limitandosi a dire che hanno lavorato su incarico di gruppi del parlamento europeo, di Greenpeace e fondazioni mediche in Gran Bretagna, Germania, Ucraina e Scandinavia.

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Una domanda sorge spontanea: cosa c’è dietro l’ occultamento di 500.000 vittime dovute al disastro di Chernobyl?

L’industria del nucleare

A tutela di questa pericolosa fonte di energia vi è un accordo stipulato dall’ agenzia internazionale dell’ energia atomica (AIEA) e l’ organizzazione mondiale della sanità(OMS):

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(fonte presente sul portale di Progetto Humus: intervento di cooperazione Internazionale a favore delle vittime del disastro nucleare.)

A Chernoyl decine di migliaia di persone hanno dato la loro vita per far sì che oggi noi possiamo vivere la nostra. Molti uomini hanno sacrificato la loro esistenza per far capire al mondo con che cosa si aveva a che fare, la loro storia servirà a non far ripetere gli stessi sbagli alle generazioni future.

L’OMS e molti gruppi di potere negano la loro esistenza, negano la loro sofferenza, negano il loro sacrificio, per il potere, li nascondono come se non fossero mai esistiti.

Questa cosa non va bene.

Nel mondo, L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica è in accordo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità in modo da nascondere i veri effetti del nucleare sull’umanità e la sua salute, favorendone lo sviluppo e la diffusione.Chernobyl è una chiara evidenza di questa ingiustizia.

E questo è il motivo: L’energia nucleare, essendo complessa e pericolosa, è governabile da pochi, e, di conseguenza, proprio per questa sua “esclusività”, essa fa arricchire solo quei pochi che la riescono a gestire: gli enormi guadagni sono

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solo per le tasche dei governi e le multinazionali che gestiscono il nucleare, senza che esse li debbano condividere con la società, come avverrebbe con qualsiasi altra forma di energia libera.

Tutto ciò è a nostro discapito, ci perdono i cittadini e le generazioni future, individui che verrebbero invece avvantaggiati da altre scelte energetiche più sostenibili e giuste.

I costi segreti dell’energia nucleare

Lo smaltimento delle scorie.

Attualmente nel mondo ci sono 250.000 tonnellate di scorie radioattive altamente inquinanti: vi sono 80 siti per lo smaltimento delle scorie ma essi sono per rifiuti a bassa o media attività. Per la modalità di eliminazione dei residui radioattivi si stanno progettando le soluzioni più disparate: da quella di eliminare i rifiuti utilizzando come discarica il sole, dell’ americano David Scott, fino a quella del batterio “geobacter sulfur reducens” in grado di metabolizzare i metalli radioattivi come l’uranio.

Le risorse

Le risorse per le centrali nucleari, come l’uranio, sono limitate, a differenza di fonti, come il vento e l’energia solare, che sono pulite ed inesauribili.

Come potrà essere, scegliere di costruire costosissimi reattori dipendenti da rare risorse sempre più scarse sul pianeta, la scelta migliore, quando c’è la possibilità di investire su fonti energetiche inesauribili, pulite e disponibili per tutte le future generazioni?

I veri costi del nucleare.

Il problema dell’ energia nucleare non è da attribuirsi ai costi di gestione di una centrale, ma dipende dagli altissimi costi di “decommissioning” degli impianti.

Un recente studio condotto dall’ università di Chicago, per conto del dipartimento dell’ energia statunitense, esplicita i costi dell’ energia bare tenendo conto delle spese di chiusura del ciclo:

Essi corrispondono ai 47-71 dollari per megawattora , contro i 37-41 del carbone e i 34-45 dei cicli combinati a gas naturale.

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E dopo tutto ciò, come mai si parla ancora di nucleare?

I nucleare è l’energia giusta solo se si fa un’analisi superficiale e parziale.

Questa ricerca mi è servita a fare luce su cosa voglia dire energia nucleare e sul perché adesso in Italia la si sita riproponendo.

I dati degli studi scientifici di tutto il mondo, confutano le informazioni “ufficiali” date da quegli organismi internazionali che dovrebbero tutelare l’umanità, ma che invece tutelano l’interesse delle potenti multinazionali di questa terra.

Il nucleare da vantaggi a medio termine e crea enormi e terribili svantaggi a lungo termine.

Il nucleare ci da benessere energetico a discapito del futuro dei nostri figli. Ci regala “miracolosamente” energia inquinando il nostro mondo di scorie indelebili e mortali.

L’analisi scientifica ci dice che:

i costi a lungo termine sono più alti dei guadagni la costruzione di nuove centrali richiede decine di anni le scorie radioattive di scarto per centinaia di anni possono uccidono la vita per le centrali nucleari, le risorse per la fissione, come l’Uranio, sono limitate,

costose e prima o poi finiranno, a differenza delle energie solare ed eolica, che hanno a disposizione un serbatoio potenzialmente infinito ed inesauribile.

Nonostante le possibilità di incidente siano molto basse, l’evento di un incidente nucleare sconvolge una o più nazioni, causando migliaia di morti a breve termine e una lunga scia di malattie tumorali, mutazioni e sofferenze per i nostri figli.

E allora perché?

è sbagliato parlare di “posizioni di quelli di Destra” o di Sinistra, si parla di una scelta di uomini che influisce su ogni singolo individuo della nostra nazione.

Vedo una società nella quale ci sono persone a favore di tutto ciò, e mi dico, magari non sanno le vere informazioni sul nucleare e non hanno mai saputo i veri dati su Chernobyl..

Poi, studiando e facendo più attenzione, ho capito che invece, si sta mettendo in atto un programma di disinformazione, con finti esperti, dati falsi e omissioni, per fare si che il popolo accolga nella sua terra, tra i suoi figli, i reattori nucleari.

Mi sono chiesto, ma perché?

Perché scegliere apposta la cosa sbagliata quando la scienza, le prove e il passato ti dicono che la direzione che stai rendendo è ingiusta e pericolosa?

Perché ingannare un popolo? Fare disinformazione?

Perché preferire le scorie radioattive all’energia del sole e del vento?

E ho capito perché..

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Il nucleare perché da inimmaginabili guadagni a chi costruisce e gestisce le centrali, progetti epocali dalla durata di decine di anni.

Il nucleare perché, essendo un’energia pericolosa, può essere gestita solo da pochi esperti, il potere e la gestione sarà in mano a poche imprese che si arricchiranno. I guadagni saranno per pochi oligarchi.

Non come le energie rinnovabili, libere e pulite, con le quale tutti possono guadagnarci.

Perché ingannare un popolo?

Perché solo se ingannata, l’Italia, che con un referendum popolare, nel 1987, a bocciato il nucleare, accetterà che vengano impiantate centrali nucleari sul suo suolo.

La disinformazione è l’unico modo che hanno per sostenere il futuro nucleare dell’italia.

Se dicessero i veri dati la gente direbbe “ma questi stanno scherzando!?”

I fatti, le verità dei dati, dimostrano che il nucleare fa male ad una nazione, allora, l’unico modo per sostenere il nucleare, e nascondere i veri dati sotto una montagna di finti dati, finte previsioni dette da finti esperti.

Così che, l’italiano, che in cuore suo sa che mettere un reattore nucleare è contro natura, pian piano, ingannato, cambia idea: “ certo che se lo dicono loro.. in effetti c’è il problema dell’energia.. e a quanto dicono il nucleare è la soluzione..”

Sono un ragazzo di 23 anni e non mi piace vedere che si sta cercando di ingannare le persone che vivono attorno a me con una cosa che nuoce al loro futuro.

Informiamoci ed informiamo, spazzando via la nociva onda della disinformazione.

Aiutiamo gli altri, i nostri compagni di vita, a conoscere ciò che è vero e rilevante.

Aiuta l’Italia a fare la scelta giusta.

Questo scritto ti è stato dato per sapere la tua opinione, scrivimela personalmente a questa mail:

[email protected]

Contribuisci alla diffusione di questo scritto per fare chiarezza e diventa una persona che da la possibilità alle altre persone di comprendere e capire.

Se condividi quello che hai letto, se ti senti chiamato in causa, se ti senti indignato, il referendum del 12 e 13 giugno è il momento per fermare il misfatto di cui abbiamo parlato: vota Sì per fermare il nucleare.

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Ci tengo al mio futuro. Tengo al futuro delle persone a cui voglio bene. Questa è l’UNICA motivazione per aver fatto questa cosa, per averci messo la mia energia.

Se anche a te stanno a cuore le stesse cose a cui tengo io, spargi la voce tra le persone, sia dal vivo, sia online, e condividi fatti.

METTI LA TUA ENERGIA PER FERMARE IL NUCLEARE.

Grazie.

Ti saluto.

Simone Messina

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Fonti:

LUCIA VENTURI, “Ti ricordi Cernobyl?”, INFINITO EDIZIONI

UGO SPEZIA, “Chernobyl. Dieci anni dopo il disastro”, EDITRICE MILO

“NATIONAL GEOGRAPHIC” ITALIA, aprile 2006

“LA NUOVA ECOLOGIA”, anno XXVI, numero 4

documentario di Wladimir Tchertkoff "Il sacrificio" (Feldat film, svizzera, 2003)

www,Greenpeace.org

www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/cernobyl-2006.

www.progettohumus.it/

www.wikipedia.it

www.iaea.org/NewsCenter/Focus/Chernobyl/

"Cernobyl, tragedia nascosta dall'Onu" di Stefania Maurizi [26/04/2006] Fonte: lastampa.it


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