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NUMERO 116 OttObRE - NOvEMbRE 2010riconoscimento del titolo di studio conseguito nel proprio paese...

Date post: 09-Jun-2020
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anno 18 numero 116 ottobre - novembre 2010 Aut. Trib. Como n. 8/93 del 01/06/1993 NUMERO 116 OTTOBRE - NOVEMBRE 2010 All’interno M9 - A NEW MUSEUM FOR A NEW CITY
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Page 1: NUMERO 116 OttObRE - NOvEMbRE 2010riconoscimento del titolo di studio conseguito nel proprio paese d’origine. Il Ministero, esaminata la documentazione, valutate le competenze e

22100 ComoVia Alessandro Volta 62Telefono 031269810Telefax [email protected]

anno 18numero 116ottobre - novembre 2010Aut. Trib. Como n. 8/93 del 01/06/1993

NUMERO 116OttObRE - NOvEMbRE2010

All’internoM9 - A NEw MUsEUM fOR A NEw city

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SOMMARIO il presidente 3

l’ordine informa 4

convegni 4

legislaZione 7

giurisprudenZa 8

fisco 10

argomenti 14

inserto

m9 - a new museum for a new city

mostre 25

commissioni energia

rinnovabile e impianti 27

gruppo giovani ingegneri 28

attività istituZionale 32

lavoro: richieste - offerte 32

aggiornamento dell'albo 33

segnalaZioni 34

serviZi 35

direttore responsabile

Luisella Garlaticomitato di redazione

Giampiero ajanimanlio cantaluppi marco cattaneoLuisella Garlatifranco GerosaLeopoldo marelli progetto grafico

Lavori in corsosede

Via a. Volta n. 62 - 22100 comotelefono

031/269810fax

031/301807e-mail

[email protected]://

www.ordingcomo.org

il notiziario è aperto alla collaborazione di tutti gli ingegneri iscritti all’albo. gli articoli firmati esprimono il pensiero degli autori; la loro pubblicazione non implica approvazione dei giudizi espressi dagli autori e pertanto non impegna né il consiglio dell’ordine né il gruppo redazionale. i testi e gli articoli inviati per la pubblicazio-ne non si restituiscono, anche se non pubblicati.

stampato presso

Grafica marelli s.n.c.via leonardo da vinci, 28 - 22100 como

in copertina e in quarta di copertina:

rendering del progetto vincitore del concorso:

m9 - a new museum for a new city

consiGLio DeLL’orDine DeGLi inGeGneri DeLLa ProVincia Di comopresidentedott.ing. LeoPoLDo mareLLivice presidentedott.ing. franco Gerosasegretariodott.ing. arianna minorettitesorieredott.ing. anDrea taGLiabue

consiglieridott.ing. GiamPiero ajaniing.iunior feDerico bassanidott.ing. GiuLia boLLinidott.ing. manLio cantaLuPPidott.ing. LuiseLLa GarLatidott.ing. Pier GiusePPe Lozejdott.ing. GiorDano zaPPa

NOTIZIARIO ordine INGEGNERI provincia Como

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SERVIZI A CuRA DEll’ORDINE

Filiali in città: Vighizzolo - Mirabello - Cascina Amata - Pianella

Filiali: Brenna, Bulgarograsso, Cabiate, Cadorago, Capiago Intimiano - Intimiano,Capiago Intimiano - Olmeda, Carimate, Carugo, Cermenate - Asnago, Cermenate centro, Cernobbio, Como centro, Como - Albate, Cucciago, Figino Serenza, Fino Mornasco, Lomazzo, Lurate Caccivio, Mariano Comense, Mariano Comense - Perticato, Novedrate, Olgiate Comasco, Sondrio, Vertemate con Minoprio, Villa Guardia.

Cantù - Corso Unità d’Italia, 11Tel. 031.719.111 - Fax n 031.7377.800e-mail: [email protected] - n. di CASSAinlinea 840-008800www.cracantu.it

La mia banca. Ogni giorno.

Barbara, imprenditrice

orario di apertura al pubblico della segreteria: lunedì/venerdì ore 9,00 - 12,00il Presidente ing. Leopoldo marelli riceve:lunedì ore 11,00 (previo appuntamento) il Vice/Presidente ing. franco Gerosa riceve:lunedì ore 11,00 (previo appuntamento) il segretario ing. arianna minoretti riceve: lunedì ore 11,00 (previo appuntamento)Delegato inarcassa ing. Pier Giuseppe Lozej riceve:martedì e venerdì dalle ore 11,00 alle ore 12,00 (previo appuntamento)consulenza fiscale: dott. walter moro riceve: giovedì ore 9,00 (previo appuntamento)consulenza legale: avv. mario Lavatelli riceve:1° lunedì del mese ore 14,30 (previo appuntamento)tariffecertificati di iscrizione € 5,20certificati di iscrizione in bollo € 15,50duplicati tessere € 5,20tassa di liquidazione parcelleparcelle o note informative: 1,5%minimo € 100,00 per ogni pratica esaminata

iscrizione albo specialistirequisiti: 5 anni di iscrizione all’albo (scheda sul sito www.ordingcomo.org)iscrizione negli elenchi del ministero dell’interno di cui alla L. 818/84 - prevenzione incendirequisiti: 10 anni di iscrizione all’albo oppure 2 anni di iscrizione all’albo e attestazione di frequenza del corso di specializzazione antincendi (fac-simile di domanda sul sito www.ordingcomo.org)iscrizione albo Provinciale dei collaudatorirequisiti: 10 anni di iscrizione all’albo (domanda carta semplice con curriculum professionale: fac-simile di domanda sul sito www.ordingcomo.orgDimissionidomanda al presidente dell’ordine completa di dati anagrafici e fiscali: da inviare a mezzo raccomandata a.r. entro il 15 febbraio. trascorsa tale data è obbligatorio il pagamento della quota associativa.trasferimentidomanda in bollo al presidente del nuovo ordine completa di dati anagrafici e fiscali (fac-simile di domanda sul sito www.ordingcomo.org)

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LA LIBERA PRESTAZIONE DI SERVIZII cittadini dell’Unione Europea hanno diritto di svolgere la loro attività economica in tutti gli stati membri. Per chi intende venire a lavorare in Italia la situazione è diversa a seconda che si voglia esercitare la propria professione in modo permanente o in modo occasionale.

Il Decreto Legislativo n. 59 del 26 marzo 2010, con cui il Governo italiano ha recepito la direttiva 2006/123/CE rela-tiva ai servizi nel mercato all’interno del territorio europeo, stabilisce come si deve comportare un cittadino europeo che voglia esercitare la sua professione in Italia in modo permanente.Nel caso dell’ingegnere il primo passo è quello di inoltrare domanda al Ministero di Grazia e Giustizia per ottenere il riconoscimento del titolo di studio conseguito nel proprio paese d’origine. Il Ministero, esaminata la documentazione, valutate le competenze e chieste eventualmente misure compensative (tirocinio o superamento di esami universitari integrativi), rilascia un Decreto di riconoscimento che viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e che sostituisce a tutti gli effetti l’esame di Stato.Solo a questo punto, in base all’articolo 45 del sopra citato Decreto, il professionista può presentare domanda di iscri-zione al Consiglio dell’Ordine.L’iter per l’esame della documentazione da parte dell’Ordine deve concludersi entro due mesi dalla presentazione della domanda. Il mancato accoglimento della domanda di iscri-zione, per motivi di incompatibilità o di condotta, può essere pronunciato solo dopo che il richiedente sia stato invitato a comparire davanti al Consiglio dell’Ordine.Nel caso in cui il Consiglio non abbia emesso un provve-dimento di diniego, l’iscrizione all’Albo si perfeziona alla scadenza del termine dei due mesi dalla data della richiesta, per la formulazione del silenzio assenso.

Il professionista europeo che intenda svolgere in Italia servi-zi occasionali non è invece tenuto a iscriversi regolarmente all’Ordine. Ciò in base al Decreto Legislativo n. 206/2007 di recepimento della direttiva 2005/36/CE che tratta del rico-noscimento delle qualifiche professionali a livello europeo.In particolare, l’articolo 10 del D.Lgs. 206/2007 afferma che il collega che si sposta da uno Stato membro sul nostro territorio nazionale, per fornire servizi, è tenuto a informare il Ministero di Grazia e Giustizia 30 giorni prima dell’inizio

IL PRESIDENTE

dell’attività con una dichiarazione scritta contenente infor-mazioni sulla prestazione che intende svolgere nonché sulle garanzie assicurative prestate.Tale dichiarazione ha validità per l’anno in cui viene presen-tata e deve essere eventualmente rinnovata. La procedura non comporta alcun onere per il prestatore straniero, tenuto solo ad avvisare l’Ente di previdenza competente senza obbli-ghi di contribuzione.Il Ministero ha un mese di tempo, dalla data di ricezione della dichiarazione e dei documenti a corredo, per comuni-care l’esito della verifica, che in ogni caso dovrà essere adot-tata entro il secondo mese. Trascorso tale periodo si applica il criterio del silenzio assenso.Nel caso in cui ricorrano i presupposti per l’accoglimento dell’istanza, il Ministero trasmette copia della dichiara-zione al competente Ordine professionale, cioè quello della Provincia in cui il collega intende prestare i suoi servizi. In seguito a tale comunicazione viene creata una apposita sezione dell’Albo in cui il Consiglio provvederà a iscrivere automaticamente il richiedente. L’iscrizione è naturalmente limitata nel tempo alla durata di efficacia della dichiarazione.L’iscrizione automatica nell’apposita sezione dell’Albo com-porta per l’iscritto l’assoggettamento alle norme italiane che regolano e disciplinano l’esercizio della professione che è stato ammesso ad esercitare.

Già da queste poche righe si comprende quanto complessa sia la materia, per l’insieme di norme, disposizioni e principi, sia comunitari sia nazionali, che regolano la libera circolazio-ne dei professionisti. E se qualcuno volesse emigrare? Per avere informazioni sulle procedure vigenti in altri Stati, ci si può rivolgere per fax, telefono o e-mail al punto di contatto del paese ove si desidera esercitare la professione, trovando i recapiti al link seguente:http://ec.europa.eu/internal_market/qualifications/contac-tpoints/index.htm

Su queste note internazionali auguro a tutti gli iscritti un felice Natale; il nuovo anno sia ricco, per ognuno, di gioie familiari e di soddisfazioni professionali.

Leopoldo Marelli

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L'ORDINEINfORMA

QUOTA ANNO 2011Si informano gli iscritti che la quota per l’anno 2011 sarà riscossa con bollettini MAV trasmessi dalla banca Credito Valtellinese. Tali bollettini potranno essere pagati presso qual-siasi sportello bancario o postale o a mezzo home-banking.

CHIUSURA DELLA SEGRETERIALa Segreteria dell’Ordine resterà chiusa per le festività natali-zie dal 24 dicembre 2010 al 7 gennaio 2011.

IL GIORNALE DELL’INGEGNERERicordiamo che “Il Giornale dell’Ingegnere”, edito dal Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, è inviato a tutti coloro che ne fanno richiesta alla Segreteria dell’Ordine.Per i nuovi iscritti l’invio del Giornale avviene d’ufficio per il solo primo anno di iscrizione, allo scopo di far conoscere la pubblicazione, mentre a partire dal secondo anno si dovrà segnalare alla Segreteria dell’Ordine entro il 31 dicembre il proprio interesse a continuare a ricevere il quindicinale.

RICHIESTA DISPONIBILITA’ PER STAGEL’Istituto d’Istruzione Superiore “Don Lorenzo Milani” di Tradate organizza nei mesi estivi stage scuola-lavoro, presso imprese o studi professionali, per i ragazzi che hanno conclu-so il quarto anno di studi del corso Geometri.Chi fosse interessato a dare questa opportunità di crescita formativa e professionale per un periodo di 3-4 settimane nei mesi di giugno e luglio 2011 (l’Istituto si assume tutti gli oneri di carattere assicurativo e previdenziale), può segnalare la propria disponibilità alla segreteria dell’Istituto, chiedendo della sig.ra Daniela Guccione al n. 0331 843345.Le zone più interessate sono quelle relative ai seguenti Comuni: Mozzate, Carbonate, Locate Varesino, Appiano Gentile, Limido Comasco, Lurago Marinone, Castelnuovo Bozzente, Beregazzo con Figliaro, Lurate Caccivio, Olgiate Comasco, Solbiate, Binago, Valmorea, Faloppio e Uggiate Trevano.

AVVISI

PROGRAMMA TARIFA PER L’ELABORAZIONE DELLE PARCELLE PROFESSIONALI DEGLI INGEGNERIL'Ordine, tramite la Consulta Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Lombardia, promuove la diffusione gratuita del programma TARIFA versione 3.1.2h ai propri iscritti.TARIFA è un programma per il calcolo delle parcelle profes-sionali, realizzato dalla società Tecnograph Srl, completo e costantemente aggiornato in collaborazione con la Consulta.Si tratta del software utilizzato dalla Commissione Parcelle dell’Ordine, distribuito a tutti gli enti pubblici della Regione Lombardia.Istruzioni per scaricare gratuitamente il programma:1. collegarsi al link <ftp:/consulta:[email protected]>2. entrati nel server, aprire la cartella dell’Ordine di Como;3. nella cartella sono disponibili: - un file zippato di tutto il programma TARIFA, - la cartella “CD” contenente gli stessi file non compressi;4. scaricare il file KEY.SYS che è la chiave di abilitazione del

programma;5. dopo aver installato il programma, per ottenere l’abili-

tazione, copiare il file KEY.SYS nella cartella in cui avete caricato Tarifa (solitamente C:\programmi\tarifa3).

Si consiglia di conservare una copia del file KEY.SYS, per eventuali future re-installazioni necessarie a seguito degli aggiornamenti.

Al momento Tecnograph sta predisponendo una riedizione del programma che prevede l’inserimento di nuove tariffe, normate e non, e di una proposta di disciplinare d’incarico. Con comunicazione successiva informeremo in merito alla disponibilità della versione aggiornata, che per gli iscritti sarà sempre scaricabile a titolo gratuito.

ATTIVAZIONE DEL SERVIZIO DI RILASCIO DI PARERE DI CONFORMITA’ DI PREVENZIONE INCENDI A VISTAIl Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco comunica che si è conclusa la fase sperimentale avviato a maggio 2010 relativa al rilascio di parere di conformità di prevenzione incendi a vista.L’iniziativa, concepita nell’ottica di agevolare i rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadinanza, assume carattere permanente, avendo riscosso ampi consensi ed essendosi per-fezionata nel corso del primo semestre di attuazione.

AUMENTO CONTRIBUTO INTEGRATIVO INARCASSA

Si ricorda che l’aliquota del contributo integrativo passerà dal 2% al 4% su tutte le fatture di natura professionale che saranno emesse dal 1 gennaio 2011.

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CONVEGNI

Nel caso in cui l’utenza avesse bisogno di acquisire l’approva-zione di progetti per attività normate da specifiche disposizio-ni di prevenzione incendi da parte del Comando provinciale, il venerdì mattina dalle 9 alle 11 sarà appositamente dispo-nibile uno staff tecnico-amministrativo per la valutazione diretta della documentazione e per il rilascio immediato del provvedimento richiesto, in presenza di tutti i presupposti di cui al DM 4.5.1998 in materia di procedimento.

COMOCASACLIMA 2011Como Futura, in collaborazione con l’Agenzia CasaClima di Bolzano, organizza “ComoCasaClima 2011” un salone dedicato all’efficienza energetica e alla produzione di energia da fonte rinnovabile, dove saranno presentate tutte le più avanzate tecnologie per una generazione e uno sviluppo energetico a basso impatto ambientale.L’evento si terrà presso il Centro Congressi Spazio Villa Erba di Cernobbio, da venerdì 18 a domenica 20 febbraio 2011.

STRUCTURAL ENGINEERING WORLD CONGRESSIl congresso mondiale di ingegneria strutturale SEWC (Structural Engineering World Congress), uno dei princi-pali eventi internazionali dedicati alla scienza e professione dell’ingegneria strutturale, avrà luogo dal 4 al 6 aprile 2011 a Cernobbio (CO) in Villa Erba.Il congresso, che si tiene ogni 4/5 anni nei vari paesi del mondo, ha lo scopo di trattare le più importanti tematiche inerenti l’ingegneria strutturale incentivando l’interazione in larga scala fra i professionisti sui vari campi di questa disciplina, comprendendo aspetti teorici, tecnici, pratici e sociali, con la convinzione che lo scambio culturale consen-ta un’opportunità per migliorare le conoscenze sullo stato dell’arte attuale e sulle tendenze future.L’iniziativa è patrocinata dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Como.

CONCERTO DI NATALE

Mercoledì 15 dicembre 2010

alle ore 18.00

presso la sede

di via Volta 62

in Como,

l’Ordine

organizza un concerto

con scambio

di auguri

e rinfresco

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REGIONE LOMBARDIA

La legge 30 luglio 2010, n. 122, di conversione del D.L. n. 78, ha introdotto una nuova disciplina in materia di semplificazione che ha posto da subito dubbi e problemi per quanto attiene specificamente al settore dell’edilizia. Ci si riferisce all'art. 49, commi 4 bis e 4 ter, inse-riti dalla legge di conversione e per ciò stesso efficaci a far tempo dal 31 luglio 2010.

Con il comma 4 bis il legislatore, "riscri-vendo" l'art. 19 della L. n. 241/1990, introduce la "Segnalazione certificata di inizio attività - SCIA", in sostituzione della "Dichiarazione di inizio attività - DIA"; con il successivo comma 4 ter , dichiara espressamente la nuova disci-plina attinente alla "tutela della concor-renza" e la qualifica "livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali", così riconducendola alla competenza esclusiva statale.

In risposta ad una richiesta di chia-rimenti urgenti, tempestivamente formulata da Regione Lombardia, il Ministero per la Semplificazione normativa, con un’articolata nota in data 16 settembre 2010, ha avuto modo di delineare l’esatto ambito di operatività del nuovo istituto in campo edilizio. Risolta in senso positivo la prima importante questione e cioè l’appli-cabilità della nuova disciplina anche all'edilizia, il Ministero ha chiarito che la SCIA può sostituire solo la DIA “ordinaria”, non anche la DIA alternativa al permesso di costruire, particolarmente estesa nella nostra legislazione regionale. Questo importante chiarimento

S.C.I.A.Comunicato della Direzione Generale Territorio e Urbanistica: Segnalazione Certificata Inizio Attività

interpretativo fornito dal Ministero sostanzialmente fa salvo il regime giuridico in materia di procedure edilizie che Regione Lombardia ha consolidato con successo da oltre un decennio e che risulta fondato, come noto, sull’alternatività presso-ché totale tra permesso di costruire e DIA.

A seguito delle intervenute modifi-che legislative, come sopra delinea-te, sono cinque le procedure edilizie operative nella nostra Regione a far tempo dal 31 luglio 2010 per i diver-si interventi, secondo la seguente articolazione:

1. Permesso di costruire per tutti gli interventi edilizi, nonché per i mutamenti di destinazione d’uso di cui all’art. 52,comma 3 bis, della L.R. n. 12/2005;

2. Denuncia di inizio attività (DIA) alternativa al permesso di costruire di cui al punto 1), fatta eccezione per gli interventi di cui al p.to 3, assoggettati in via prin-cipale a SCIA, nonché per i nuovi fabbricati in zona agricola e per i mutamenti di destinazione d’uso di cui all’art. 52, comma 3 bis, della L.R. n. 12/2005, assog-gettati unicamente al permesso di costruire;

3. SCIA per tutti gli interventi non previsti dagli artt. 6 e 10 (per quanto, quest’ultimo, disappli-cato in Regione Lombardia) del D.P.R. n. 380/2001, più precisa-mente: - interventi di manuten-zione straordinaria non liberaliz-

zati, ovvero eccedenti rispetto alla previsione di cui all’art. 6, comma 2, lett. a) del D.P.R. n. 380/2001, - interventi di restau-ro e di risanamento conservati-vo, - interventi di ristrutturazione edilizia “leggera”, ovvero non rientranti nella fattispecie di cui all’art. 10, comma 1, lett. c), del D.P.R. n. 380/2001;

4. Comunicazione asseverata per gli interventi di manutenzione straordinaria di cui all’art. 6, comma 2, lett. a) del D.P.R. n. 380/2001;

5. Comunicazione per le opere di cui all’art. 6, comma 2, lett. b) - c) - d) - e) del D.P.R. n. 380/2001.

Per quanto riguarda specificamente la nuova disciplina della SCIA, appli-cabile nell’ambito sopra delineato (p.to 3), si precisa che, nel caso di interventi da realizzarsi in zona sog-getta a vincoli ambientali, paesaggi-stici o culturali, alla SCIA dev’essere allegato lo specifico atto di assenso dell’ente preposto alla tutela del vincolo, atto di assenso che non può essere sostituito da SCIA.

Si richiama l’attenzione sugli adem-pimenti dovuti nel caso di interventi da realizzarsi in ambito non sot-toposto a vincolo paesaggistico e sempre che incidano sull’aspetto esteriore dei luoghi e degli edifi-ci: i relativi progetti sono soggetti all’esame di impatto paesistico pre-visto dal P.T.R. (vedi artt. 35 e ss., Parte 3, Piano Paesaggistico e DGR. n. 11045/2002). In tal caso, se

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DURC: INDICAZIONI OPERATIVECIRCOLARE del 8 ottobre 2010, n. 35Il Ministero del Lavoro fornisce importanti indicazioni in materia di Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) che trovano fon-damento nella Determinazione dell’Au-torità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture (AVCP) n. 1 del 12 gennaio scorso.

SERVIZI PUBBLICID.P.R. 7 settembre 2010, n. 168Regolamento in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica, a norma dell'articolo 23-bis, comma 10, del decreto-legge 25/06/2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6/08/2008, n. 133.(G.U. n. 239 del 12/10/2010)

SPORTELLO UNICO ATTIVITA’ PRODUTTIVED.P.R. 7 settembre 2010, n. 160Regolamento per la semplificazione ed il riordino della disciplina sullo spor-tello unico per le attività produttive, ai sensi dell'art. 38, comma 3, del decreto-legge 25/06/2008 n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6/08/2008, n. 133 (G.U. n. 229 del 30/09/2010- S.O. 227)

AUTORITA’ PER LA VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI DI LAVORI, SERVIZI E FORNITURECOMUNICATO 4 ottobre 2010Trasmissione dei dati relativi all’istitu-zione di elenchi ufficiali di prestatori di servizi o di fornitori, ai sensi del decre-to legislativo 12 aprile 2006, n. 163.(G.U. n. 232 del 4/10/2010)

SISTRI: NUOVA PROROGA TERMINIMinistero dell’ambiente - DECRETO del 28 settembre 2010Modifiche ed integrazioni al decreto 17/12/2009, recante l’istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti.(G.U. n. 230 del 01/10/2010)

ELENCO DEI FABBRICATI NON DICHIARATIComunicato dell’Agenzia del TerritorioElenco dei Comuni in cui è stata accer-tata la presenza di fabbricati che non risultano dichiarati al catasto.(G.U. n. 228 del 29/09/2010)

IMPIANTI A FONTI RINNOVABILIDECRETO MINISTERIALE 10 settembre 2010Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. (G.U. n. 219 del 18/09/2010)

QUALITA’ DELL’ARIA AMBIENTEDECRETO LEGISLATIVO 13 agosto 2010, n. 155Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa. (G.U. n. 216 del 15/09/2010 – S.O. n. 217/L)

il progetto rimane sotto la soglia di rilevanza, alla SCIA dev’essere alle-gato l’esame di impatto paesistico, sopra soglia dev’essere acquisito, preliminarmente alla presentazione della SCIA, il giudizio di impatto pae-sistico con parere obbligatorio della Commissione per il paesaggio.Relativamente agli interventi previsti dalla L.R. n. 13/2009, in materia di rilancio dell’edilizia, trattandosi di ini-ziative contemplate da una disciplina avente carattere speciale e deroga-torio, la SCIA non trova applicazione, rimanendo pertanto confermati gli specifici disposti procedurali della stessa L.R. 13 (art. 2, comma 4; art. 3, comma 8; art. 4, comma 3).

Da ultimo, per quanto riguarda le DIA edilizie presentate prima del 31 luglio 2010, quand’anche a tale data non risultasse decorso il termine di trenta giorni previsto per l’esercizio del potere inibitorio dal parte dell’am-ministrazione, il Ministero ha chiarito che rimangono operative, salva la possibilità per il privato di avvalersi degli effetti della sopraggiunta disci-plina presentando per il medesimo intervento una SCIA, ovviamente se l’intervento rientra tra quelli passibili di SCIA (p.to 3 sopra dettagliato). Milano, 08/10/2010

Daniele BelottiAssessore al Territorio e Urbanistica

Bruno MoriDirettore Generale DG.

Territorio e Urbanistica

LEGISLAZIONE

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GIURISPRUDENZA

L'affidamento di incarichi da parte degli Enti locali ad Istituti universitari ha suscitato reazioni da parte degli Ordini professionali, in particolare quando sono stati, di fatto, esclusi i liberi professionisti.Il T.A.R. per la Lombardia ha affrontato la questione con la sentenza n. 74 del 18.12.2009.Il ricorso era stato proposto dalla Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti e da altri Ordini di Architetti di Province Lombarde contro il Comune di Pavia e con l'intervento a sostegno del Consiglio nazionale.Il ricorso impugnava atti e provvedimento finale aventi ad oggetto l'aggiudicazione all''Università di Pavia dell'inca-rico di prestazione d'opera intellettuale per lo studio e la consulenza tecnico-scientifica, volta alla redazione del Piano di governo del territorio.

Nell'avviso di selezione era precisato che la partecipazio-ne era riservata agli agli Istituti universitari, pubblici e privati.La parte ricorrente sosteneva l'illegittimità della riserva alla partecipazione al procedimento di affidamento dei servizi alle sole Istituzioni universitarie, con esclusione dei professionisti iscritti agli Ordini, per contrasto con i principi generali di imparzialità e non discriminazione e con il codice dei contratti pubblici.Essa lamentava che il Comune di Pavia aveva strumental-mente qualificato l'incarico quale «consulenza» mentre si trattava di appalto di servizi, sottoposto al d.lgs. n. 163/06 che non prevede limitazioni all'accesso dei partecipanti ai procedimenti di affidamento e tanto meno restrizioni alla concorrenza.Il Comune obiettava che il procedimento aveva ad oggetto solo attività di studio e consulenza, riconducibile all'area fiduciaria, senza obbligo di gara, come si ricava anche dall'art. 11 del d.P.R. 11.7.1980 n. 382 che disciplina le modalità di affidamento di consulenza ai docenti univer-sitari.Inoltre eccepiva l'inammissibilità del ricorso per il conflit-to di interesse tra gli iscritti agli Ordini, ripartiti tra liberi professionisti e dipendenti dell'Università.Il T.A.R., ribadita la legittimazione degli Ordini ad impu-gnare atti lesivi non solo della sfera giuridica dell'Ente, come soggetto di diritto, ma anche degli interessi di categoria degli iscritti, dei quali ha la rappresentanza

istituzionale, ha negato la sussistenza di un conflitto tra iscritti perché la clausola del bando era rivolta a favore degli Istituti universitari e non dei singoli professionisti loro dipendenti.Parte ricorrente aveva anche riferito che le prestazioni richieste non fossero limitate alla consulenza, ma com-prendessero la progettazione, con necessità di dover rispettare le regole dettate dal d.lgs. n. 163/06, come affer-mato da T.A.R. Veneto n. 3620/2008.

Il T.A.R. non è entrato nel merito dell'oggetto dell'incarico, ritenendo legittimo l'affidamento: “(...) in quanto ricon-ducibile ad un accordo tra enti pubblici”, pur rilevando, incidentalmente, che anche se si fosse trattato di mera consulenza sarebbe stato comunque violato l'art. 27 del d.lgs. n. 163/06.Nella sentenza viene richiamata una decisione della Corte di Giustizia Ce (13.11.2008 causa C-480/06) nella quale è stata sancita la legittimità di un accordo tra Enti locali tedeschi e la città di Amburgo, senza seguire la procedura di gara di appalto, avente ad oggetto lo smaltimento dei rifiuti in un impianto di termovalorizzazione.

Secondo il T.A.R.: “Il diritto comunitario, come interpreta-to dalle citate pronunce della Corte di Giustizia, consente pertanto alle amministrazioni aggiudicatrici, in alternati-va alla svolgimento di una procedura di evidenza pubblica di scelta del contraente, di stipulare un accordo a titolo oneroso con altra amministrazione pubblica, cui affidare il servizio”.

Nell'ordinamento italiano gli accordi tra Enti pubblici sono disciplinati dall'art. 15 della L. n. 241/90.Secondo il T.A.R. gli atti adottati dal Comune di Pavia, indipendentemente dal nome assegnatogli, hanno tale finalità, in base al contenuto ed alle norme di riferimento, interpretati dal Giudice amministrativo. Nella sentenza viene però riportato un orientamento giu-risprudenziale che aveva riconosciuto la generale capacità di diritto pubblico e privato delle Università, ma affermato che essa: “(...) non può spingersi fino a configurare la legittimazione a rendersi aggiudicatari in pubbliche gare, in quanto ciò sfocerebbe in vera e propria attività impren-ditoriale, da ritenersi ad essi preclusa” (T.A.R. Campania

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– Napoli, 12.6.2002 n. 3411)”.Il T.A.R. ha escluso la pertinenza del precedente citato al caso concreto perché nella fattispecie l'Università non ha partecipato ad una procedura di appalto, ma ad un mero accordo tra soggetti pubblici: “(...) che prescinde dallo svolgimento di una procedura di selezione”.

La questione è certamente complessa ed è probabile che, nel frattempo, sia stato proposto appello al Consiglio di Stato, vista la rilevanza e le implicazioni che ne potreb-bero conseguire, tali da legittimare le esclusioni dei liberi professionisti dall'affidamento di incarichi non solo in materia di pianificazione urbanistica, come sta già avve-nendo, ma anche di consulenza e progettazione di opere pubbliche e di altre prestazioni professionali rivolte ad Enti pubblici.Resta la perplessità di fondo, costituita dalla precisazione offerta dall'orientamento giurisprudenziale citato.Non pare, infatti, che l'accordo tra i Comuni tedeschi, avente ad oggetto lo smaltimento dei rifiuti mediante conferimento in un impianto di termovalorizazione, possa essere assimilato all'affidamento dell'incarico per la pro-gettazione del Piano di governo del territorio.

Il T.A.R. lombardo ha richiamato la sentenza della Corte dove si afferma che il diritto comunitario non impone alle Autorità pubbliche di ricorrere ad una particolare forma giuridica: “(...) per assicurare in comune le loro funzioni”.Nel caso della progettazione del P.G.T. non è ravvisabile alcun esercizio di funzione pubblica, da parte dell'Uni-versità.Essa può effettuare, come indica per esempio lo Statuto dell'Università di Pavia, attività di progettazione, ma da questa previsione statutaria non pare possa derivare che la progettazione di un P.G.T., per conto di un Ente pubblico territoriale, possa qualificarsi come esercizio in comune di pubbliche funzioni.

Secondo i principi fondamentali del diritto amministrativo, le funzioni rappresentano sempre l'esercizio di una pote-stà (potere/dovere) pubblica e certamente le Università non hanno alcuna potestà e cioè potere/dovere, attribuito dalla legge, di progettare i Piani di governo del territorio e tanto meno in comune con gli Enti territoriali.

IL T.A.R E GLI INCARIChI PROfESSIONALI AGLI ISTITUTI UNIVERSITARI

La progettazione dei Piani di governo del territorio costi-tuirebbe attività esterna e non inerente ad alcuna funzio-ne attribuita dalla legge alle Università.Ne deriva che non è configurabile alcun accordo tra Enti pubblici nel caso di specie1.Occorre aggiungere che la progettazione dei Piani di governo del territorio non sarebbe comunque effettuabile, neppure partecipando le Università a pubbliche gare, come aveva inteso il Comune di Pavia, per la ragione ben espressa dal T.A.R. Campania e cioè che le Università non possono svolgere attività imprenditoriale, assumendo la veste di operatori economici in competizione con altri soggetti privati.

E' bene, nell'epoca della confusione montante, che le Università facciano le Università ed i liberi professionisti mettano in pratica quanto imparato all'Università.

Mario LavatelliAvvocato, consulente legale dell’Ordine

1 Diversamente, se tali accordi fossero configurabili, come ha affermato il T.A.R. Lombardia, per analogia si potrebbero stipulare accordi tra Comuni ed Ordini professionali con affidamento, senza gara, dell'incarico di proget-tare i P.G.T. ad uno o più iscritti, visto che anche l'Ordine professionale è un Ente di diritto pubblico.

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In data 4.8.2010 il Consiglio dei Ministri ha approvato uno schema di DLgs. attuativo della riforma del federalismo fiscale prevista dalla L. n° 42 del 5.5.2009.Il decreto si compone di otto articoli e dispone che la riforma venga attuata in due fasi:• la prima fase: dall’1.1.2011 al 31.12.2013, in cui è prevista: - la devoluzione ai Comuni del gettito fiscale degli immobili

ubicati nel loro territorio; - l’introduzione di una “cedolare secca” sugli affitti quale

facoltà di determinazione del reddito fondiario in alternati-va al regime ordinario;

• la seconda fase: dall’anno 2014 è prevista l’introduzione, a regime, nell’ordinamento fiscale di due nuove forme di tributi propri:

- l’imposta municipale propria; - l’imposta municipale secondaria facoltativa.L’entrata in vigore del DLgs. è prevista per l’1.1.2011.Si esaminano brevemente le disposizioni che potranno entrare in vigore dal 2011, precisando che la norma deve ancora essere approvata in via definitiva.

DEVOLUZIONE AI COMUNI DELLA FISCALITà IMMOBILIAREL’art. 1 co. 1 del DLgs. prevede che ai Comuni è devoluto, relativamente agli immobili ubicati nel loro territorio, il gettito derivante:• dall’imposta di registro e di bollo sugli atti traslativi a titolo

oneroso della proprietà di beni immobili in genere;• dalle imposte ipotecaria e catastale (sono esclusi gli atti

soggetti a IVA);• dall’IRPEF, in relazione ai redditi fondiari (escluso il reddito

agrario);• dall’imposta di registro e di bollo sui contratti di locazione

relativi agli immobili;• dai tributi speciali catastali;• dalle tasse ipotecarie;• dalla cedolare secca sugli affitti.Un decreto del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’Economia e finanze e previo accordo sancito in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, stabilirà le quote del gettito dei tributi sopraelencati che, anno per anno, sono devolute al Comune ove sono ubicati gli immobili oggetto di imposizione; allo Stato è attribuita una compartecipazione sul gettito dei tributi sopraelencati, che in sede di prima appli-

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cazione sarà stabilita entro il 30.11.2010.

PARTECIPAZIONE DEI COMUNI ALL’ATTIVITà DI ACCERTAMENTOAl fine di rafforzare la capacità di gestione delle entrate comu-nali e di contrastare l’evasione fiscale (incentivando la parte-cipazione dei Comuni all’attività di accertamento tributario), si prevede altresì che:• all’ente interessato è assicurato il maggior gettito derivante

dall’accatastamento degli immobili fino ad ora non dichiara-ti in Catasto;

• è aumentata al 50% (attualmente è fissata al 33%) la quota, di cui all’art. 1 co. 1 del DL 203/2005 (conv. L. 248/2005)[82], riconosciuta ai Comuni a titolo di incentivo che, in seguito al loro intervento nell’attività di accertamento, contribuiscono ad incrementare le somme riscosse a titolo definitivo relative a tributi statali e le sanzioni civili applica-te sui maggiori contributi riscossi a titolo definitivo;

• ai Comuni è consentito, limitatamente ai soggetti ed ai beni immobili ubicati nel proprio territorio, l’accesso ai dati contenuti nell’anagrafe tributaria relativi a contratti di locazione e ogni altra informazione riguardanti il possesso o la detenzione degli immobili.

CEDOLARE SECCA SUGLI AFFITTIL’art. 2 del DLgs. prevede che, a decorrere dall’anno 2011, il proprietario di unità immobiliari ad uso abitativo locate può optare per il nuovo regime di determinazione del reddito, cosiddetto “cedolare secca sugli affitti”, in alternativa a quello ordinario. La cedolare secca consiste in un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali, nonché dell’imposta di bollo sul contratto di locazione.La cedolare secca sostituisce inoltre l’imposta di registro sul contratto di locazione (dall’anno 2011, per i soli contratti a canone concordato, e dall’anno 2014 per tutti gli altri con-tratti).Il nuovo regime si applica ai contratti di locazione aventi ad oggetto gli immobili ad uso abitativo e le pertinenze locate congiuntamente all’abitazione.La base imponibile è costituita dal canone di locazione annuo stabilito dalle parti, cui si applica una aliquota fissa del 20%.La cedolare secca non si applica alle locazioni di unità immo-biliari ad uso abitativo effettuate nell’esercizio dell’attività d’impresa, di arti e professioni e da enti non commerciali.

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Il versamento della cedolare secca deve avvenire entro il termine previsto per il versamento del saldo IRPEF, secondo le modalità stabilite da un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate; per l’anno 2011 vi sarà inoltre l’obbligo di versamento in acconto della cedolare secca nella misura dell’85%.Sono raddoppiate le sanzioni amministrative attualmente previste se nella dichiarazione dei redditi il canone derivante dalla locazione di immobili ad uso abitativo non è indicato ovvero è indicato in misura inferiore all’effettivo.In materia di contratto di locazione, la registrazione assorbe gli ulteriori obblighi di comunicazione; l’omessa registrazione è punita con la sanzione amministrativa dal 120% al 240% dell’imposta dovuta.Per i contratti di locazione di immobili abitativi che, al ricorre-re delle condizioni, non sono registrati entro i termini previsti dalla legge, è stabilito che:• la loro durata è stabilita in 4 anni a decorrere dalla data di

registrazione (volontaria o d’ufficio);• al rinnovo si applica la disciplina dei c.d. “4 anni più 4”;• a decorrere dalla registrazione il canone annuo di locazione

è pari al triplo della rendita catastale e dal secondo anno è incrementato del 75% dell’aumento dell’indice ISTAT. Al fine di tutelare il locatario, tuttavia, se il contratto prevede un canone inferiore, si applica comunque il canone stabilito tra le parti.

Inoltre, la nullità dei contratti di locazione è estesa ai casi in cui: • il canone indicato nel contratto di locazione registrato sia

inferiore a quello effettivo;• sia stato registrato un contratto di comodato fittizio.La disciplina restrittiva sopra esposta non si applica se il con-tratto di locazione viene registrato entro il 31.12.2010.

LA MANOVRA CORRETTIVA 2010: L. 122 DI CONVERSIONE DEL D.L. 78/10

Di seguito alcune precisazioni ed approfondimenti relativi alle misure introdotte con il D.L. 78/10, convertito dalla Legge n° 122 del 30 Luglio 2010.

RITENUTE DEL 10 % SULLE DEDUZIONI E DETRAZIONI DI IMPOSTACon la Circolare n° 40/E del 28.7.2010 l’Agenzia delle Entrate ha definito le modalità di applicazione della ritenuta del 10%

sui bonifici relativi a pagamenti di spese che godono della detrazione del 36% (recupero edilizio) o del 55% (risparmio energetico).Premesso che l’adempimento è a carico di banche e di Poste Italiane Spa che fungono a tutti gli effetti da sostituti d’impo-sta, in alcuni casi per le somme oggetto di bonifico è già prevista la effettuazione di una ritenuta da parte del soggetto ordinante (il committente delle opere); così ad esempio per i condomìni relativamente ai corrispettivi dovuti per prestazio-ni relative a contratti d’appalto di opere o servizi, ovvero per le imprese in genere per i compensi corrisposti ai professionisti.In dette ipotesi, al fine di evitare che le imprese e i pro-fessionisti che effettuano prestazioni di servizi o cessioni di beni per interventi di ristrutturazione edilizia o di riqualificazione energetica subiscano sullo stesso corrispettivo più volte il prelievo alla fonte, dovrà essere applicata la sola ritenuta del 10% prevista dal D.L. 78/10. I sostituti d’imposta che, per avvalersi della agevolazioni fiscali previste per tali interventi, seguono i pagamenti mediante bonifici bancari o postali, pertanto, non opereranno su tali somme le ritenute ordinariamente previste dal DPR 600 del 1973.Nel caso in cui i destinatari del bonifico usufruiscano di regimi fiscali per i quali è prevista la tassazione del reddito mediante imposta sostitutiva dell’IRPEF (per esempio, regi-me dei minimi), la ritenuta del 10% operata dalla banca o da Poste Spa sulle somme loro accreditate potrà essere scom-putata dalla medesima imposta sostitutiva.

REGOLARIZZAZIONE CATASTALE DEGLI IMMOBILIL’art. 19 del D.L. 78/2010 ha introdotto novità di rilievo in materia di aggiornamento del Catasto. A decorrere dall’1.1.2011 sarà, infatti, avviata l’Anagrafe Immobiliare Integrata, nella quale confluiranno i dati degli inventari catastali e quelli delle Conservatorie dei Pubblici Registri Immobiliari. Viene stabilito, altresì, che l’attività di monitoraggio svolta dall’Agenzia del Territorio, al fine di individuare gli immobili non censiti in catasto, dovrà essere ultimata entro il 30.9.2010.È fissato al 31.12.2010 il termine entro il quale i soggetti tito-lari di immobili non censiti in Catasto ed individuati come tali dall’Agenzia del Territorio possono provvedere ad effettuare la denuncia, tramite la procedura DOCFA. Il medesimo termine vale anche per la presentazione delle dichiarazioni di variazione relative ad immobili oggetto di

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modifiche mai dichiarate, nella consistenza ovvero nella desti-nazione. Se la scadenza del 31.12.2010 non verrà rispettata l’ufficio dell’Agenzia del Territorio provvederà direttamente ad iscrivere l’immobile in Catasto, e i relativi oneri saranno a carico del possessore. In tal caso, nelle more dell’accatasta-mento d’ufficio, verrà iscritta in Catasto (transitoriamente) una rendita presunta, al fine di consentire l’assolvimento delle imposte liquidate su base catastale, con oneri a carico dell’in-teressato. In materia di accertamento catastale, infine, gli uffi-ci dell’Agenzia del Territorio si avvarranno dei poteri istruttori di cui all’art. 51 del DPR 633/72, nonché dei poteri in materia di accessi, ispezioni, verifiche, previsti dal successivo art. 52.

OBBLIGO DI INDICAZIONE DEI DATI CATASTALI DEGLI IMMOBILI NEI CONTRATTI DI COMPRAVENDITA, DI MUTUO E DI LOCAZIONECon la circolare 9.7.2010 n° 2, l’Agenzia del Territorio fornisce importanti chiarimenti sui nuovi obblighi di indicazione dei dati catastali negli atti immobiliari. Si ricorda che l’art. 19 co. 14 del DL 78/2010 impone, a pena di nullità, di inserire negli atti aventi ad oggetto il trasferimento di fabbricati già esistenti: l’identificazione catastale (sezione, foglio, particella ed eventuale subalterno), il riferimento alle planimetrie; non-ché l’obbligo per il venditore di dichiarare la conformità delle planimetrie allo stato di fatto.

L’Agenzia del Territorio precisa che i nuovi obblighi posti dalla “manovra correttiva” non incidono direttamente sull’attua-zione della pubblicità immobiliare; quindi, l’atto immobiliare nullo per carenza dei dati catastali potrebbe in ogni caso essere trascritto.

L’Agenzia chiarisce anche che i nuovi obblighi non si applicano agli atti concernenti:• le particelle censite al catasto terreni;• i fabbricati rurali censiti al catasto terreni che non abbiano

subìto variazioni e conservino i requisiti oggettivi e soggetti-vi per il riconoscimento della ruralità fiscale;

• le “unità collabenti” (non più abitabili o servibili all’uso cui erano destinate);

• i fabbricati iscritti in catasto come “in corso di costruzione” o “in corso di definizione”;

• i lastrici solari e le aree urbane iscritte al catasto con l’indi-cazione della sola superficie.

In merito ai riferimenti alle planimetrie, questo risulta obbli-gatorio anche nel caso in cui queste ultime non siano (legit-timamente) presenti in catasto, in quanto l’art. 58 del DPR 1142/49 esonerava i proprietari dalla loro presentazione. Invece, deve presentare una nuova planimetria conforme (con applicazione delle relative sanzioni) chi abbia presentato una planimetria ritenuta “non accettabile” dall’Ufficio. Ed ancora, se la planimetria non è reperibile o leggibile per cause non imputabili alla parte, quest’ultima può, ove ne sia in possesso, depositarne una copia (la copia certificata oppure la “seconda copia per ricevuta”); se la parte non è in possesso delle copie, è onere dell’Ufficio provvedere alla compilazione della plani-metria mancante.

Per quanto concerne la dichiarazione di conformità allo stato di fatto delle planimetrie e dei dati catastali, l’Agenzia del Territorio ricorda che l’obbligo di dichiarazione della variazio-ne in catasto sussiste in presenza di modifiche che incidano sullo stato, la consistenza, l’attribuzione della categoria e della classe, sicché restano ininfluenti tutte le modifiche che non incidono sulla determinazione della rendita. Infine – aggiun-ge l’Agenzia –d’ora in avanti gli uffici accetteranno anche le dichiarazioni di variazione non rilevanti ai fini dell’attribuzio-ne della rendita.

L’Agenzia infine conferma quanto già sostenuto dalla circo-lare del Consiglio nazionale del Notariato, affermando che l’obbligo, posto a carico dei notai, di individuare gli intestatari catastali e verificarne la conformità rispetto alle risultanze dei registri immobiliari non configura un controllo meramente formale, ma impone di provvedere all’allineamento, mediante la presentazione delle necessarie domande di voltura.

COMUNICAZIONE TELEMATICA DELLE OPERAZIONI IVA SUPERIORI AD EURO 3.000Si segnala che a tutt’oggi l'Agenzia delle Entrate non ha emanato il provvedimento previsto dall’art. 21 del D.L. 78/10 in materia di modalità e termini per la comunicazione telema-tica delle operazioni rilevanti ai fini dell'IVA di importo pari o superiore a 3.000 euro. Da una interrogazione parlamentare, tuttavia, emergerebbe la possibilità che il provvedimento venga adottato entro la fine di Ottobre 2010.

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SCADENZE ED ALTRE INFORMAZIONI

COMUNICAZIONE DELLE OPERAZIONI ATTIVE E PASSIVE CON SOGGETTI LOCALIZZATI IN PAESI A FISCALITà PRIVILEGIATAE’ stato prorogato al 2 Novembre 2010 (in precedenza era il 31 Agosto) il termine per il primo invio dei modelli contenenti le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate e ricevute, registrate o soggette a registrazione, nei confronti di operatori economici aventi sede, residenza o domicilio in Paesi cosiddetti “black list” (D.M. 4.5.99 e D.M. 21.11.2001). Si rammenta che i modelli sono disponibili sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate in formato elettronico (www.agen-ziaentrate.gov.it) e su quello del Ministero dell’Economia e delle Finanze (www.finanze.gov.it) e devono essere trasmessi unicamente con modalità telematica; ulteriori informazioni sono contenute nel D.M. 30.3.2010.Il termine del 2 Novembre riguarda sia le operazioni relative al trimestre Luglio-Settembre (per i soggetti trimestrali, ossia coloro che hanno registrato nei quattro trimestri precedenti operazioni per l’importo complessivo inferiore ad € 50.000,00 per ogni categoria di operazioni attive e passive), sia per i singoli mesi di Luglio, Agosto e Settembre (per i soggetti con cadenza mensile). Per effetto delle modifiche apportate dal DM 27.7.2010 ai sopracitati decreti, Cipro, Malta e Corea del Sud sono escluse dalle liste dei Paesi considerati a fiscalità privilegiata.Il DM 5.8.2010 ha poi disposto espressamente l’obbligo di comunicazione per le prestazioni di servizi (rese e ricevute) escluse da IVA per mancanza del requisito di territorialità effettuate dall’1.9.2010, tra le quali rientrano quelle relative ai servizi professionali.

SCUDO FISCALE TERCon la circolare n° 52 del 8.10.2010 l’Agenzia delle Entrate ha emanato le istruzioni relative ai controlli che l’ufficio compe-tente deve porre in essere in caso di opposizione, da parte del contribuente, degli effetti preclusivi ed estintivi dello scudo fiscale-ter.Una volta reso noto ai verificatori che ci si è avvalsi dello scudo fiscale, questi eseguono una procedura per riscontrare la pre-senza di circostanze che non consentirebbero la produzione di effetti inibitori al controllo. In particolare, i verificatori acquisiranno la documentazione

utile a provare che le attività finanziarie o patrimoniali emer-se:• fossero detenute fuori del territorio dello Stato, a partire da

una data non successiva al 31.12.2008; • fossero detenute in violazione degli obblighi di monitoraggio

fiscale (modulo RW);• siano state effettivamente rimpatriate in Italia o regolariz-

zate.L’Agenzia delle Entrate ribadisce che la dichiarazione riser-vata deve essere esibita all’inizio delle operazioni di accesso e verifica ovvero entro i trenta giorni successivi a quello in cui l’interessato ha formale conoscenza di un avviso di accerta-mento o di rettifica o di un atto di contestazione di violazioni tributarie; si segnala tuttavia che nelle disposizioni relative allo scudo fiscale non si trova alcun accenno a questa condi-zione, per cui sembrerebbe possibile opporre la dichiarazione riservata anche in sede contenziosa.

VERSAMENTI ED ACCONTI D’IMPOSTAIl 30.11.2010 scade il termine per il versamento della seconda rata degli acconti IRPEF, IRES, IRAP e del contributo INPS L. 335/95 relativi al 2010, da parte dei contribuenti con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare.La misura complessiva degli acconti delle imposte è commisu-rata all’imposta dovuta per l’anno 2009, nelle seguenti misure:• persone fisiche e società di persone: 99% IRPEF e IRAP,

80% INPS gestione separata (da calcolare sulle aliquote del 17-25,72% in vigore per il 2009);

• società di capitale ed enti equiparati: 100% IRES, 100% IRAP.

I.C.I.: il versamento del saldo per l’anno 2010 scade il 16.12.2010.IVA: l’acconto dell’ultimo periodo di liquidazione 2010 (mese o trimestre) scade il 27.12.2010.INARCASSA: il conguaglio dei contributi relativi all’anno 2009 scade il 31.12.2010.

Redatto in data 25 ottobre 2010Walter Moro

Dottore Commercialista, consulente fiscale dell’Ordine

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ARGOMENTI

APPUNTI DI VIAGGIO 4: CRONACA DI UN VIAGGIO IN EGITTO“Datemi un pizzicotto!”. Erano passati una decina di minuti da quando il Profondo, con la sua puntuale flemma, aveva pronunciato queste tre parole, apparentemente banali, ma nella loro semplicità capaci di esprimere uno stato d’animo che ci stava accomunando. Il Profondo è fatto così, sta in silenzio per parecchi minuti, interrompe improvvisamente il silenzio con domande importanti o battute da grande umorista e poi, quando meno te l’aspetti, snocciola delle piccole perle di saggezza che fanno cogliere l’essenza di un momento... un momento particolare, come quello che avevamo appena vissuto immersi negli spaziali paesaggi del “Grande mare di sabbia” a sud-ovest dell’oasi di Siwa in Egitto. La nostra guida Ahmed ci aveva lasciato ai piedi di una piccola altura sabbiosa e noi, in preda ad una smaniosa voglia di far nostro il pae-saggio, ci eravamo proiettati in un attimo sull’altura, soli nel nulla, per poter ammirare gli sconfinati orizzonti delle dune intervallate in lontananza da montagne rocciose di armonio-sa bellezza: personalmente lo ritengo uno dei momenti più emozionanti e anche commoventi del nostro viaggio in Egitto. In quegli istanti nessuno osa parlare, ogni commento o parola sarebbe sprecato, potrebbe rovinare la magia dell’attimo che si sta vivendo. Scesi dall’altura in rigoroso silenzio Ahmed ci fa spostare di qualche centinaio di metri rivelandoci, in un avvallamento nascosto, una piccola oasi punteggiata di palme con una piccola pozza d’acqua calda (39°) immersa nella solitudine del deserto: l’immagine di quello che nei racconti di gioventù ci veniva descritto come miraggio; è in quell’istante che le tre parole pronunciate dal Profondo riescono a descrive-re una sensazione di stupore improvviso, quasi violento.

Scendiamo all’oasi nella più totale solitudine e ci apprestiamo ad assaporare una di quelle situazioni di assoluto piacere che il Profondo definisce anche “momenti Martini”. I miei 4 compagni d’avventura, oltre al Profondo, Gigi il Curioso, il Faraone e il Presidente sono già immersi nell’acqua calda, io mi piazzo con la digitale per immortalarli in questo istante di magia quando, sullo sfondo, mi appaiono una, due, tre... sette Toyota che si dirigono ad alta velocità verso l’oasi in cui ci troviamo sfornando la bellezza di circa 35 turisti, per giunta italiani e per giunta delle nostre zone, i quali, scendendo dalle jeep come cavallette, si dirigono verso la sorgente d’acqua calda buttando per aria vestiti e sandali, incuranti che nella sorgente altri 5 italiani si accingevano a vivere un “momento Martini”.

Probabilmente nel giro di una decina di minuti si erano consumati il momento più emozionante e quello più assurdo ma anche più divertente di tutto il viaggio, un viaggio che era iniziato qualche giorno prima, esattamente il 29 maggio, con il trasferimento al Cairo dall’aeroporto di Malpensa.

Il nostro viaggio di quest’anno prevedeva una trasferta in terra egiziana sfruttando in parte l’appoggio organizzativo di Sergio Scotto Di Minico, geologo ENI, nonché cognato del sottoscritto, che sta ultimando un periodo di 4 anni a Il Cairo impegnato nelle ricerche di nuovi pozzi petroliferi e che, dopo questa trasferta, conosce Il Cairo e l’Egitto forse meglio di Pozzuoli, sua terra d’origine: è lui che ci ha fornito preziose indicazioni su come organizzare il tour e che ci ha messo in contatto con Ahmed, guida locale, con cui abbiamo poi perfe-zionato il programma.L’Egitto è un territorio molto vasto e una settimana per visi-tarlo richiede un’accurata selezione degli obiettivi. Lasciando perdere gli itinerari di massa classici del Mar Rosso e della valle del Nilo la nostra attenzione si è spostata sul deserto egiziano con due mete imprescindibili: l’oasi di Siwa con il “Grande mare di sabbia” e il Deserto bianco.Naturalmente, per chi non ha mai visto Il Cairo, non può essere tralasciata una visita alle piramidi e al museo egizio. Sappiamo che ci attenderanno parecchi chilometri di trasfe-rimento in auto, soprattutto per spostarci da Il Cairo all’oasi di Siwa (800 km), e che potremo trovare nel deserto un clima anche parecchio caldo, ma tutto ciò non ci scoraggia e il programma che assembliamo, da sabato 29 maggio a sabato 5 giugno, risulta così articolato:

• 1° e 2° giorno: Il Cairo• 3° giorno: trasferimento a Siwa con sosta a El Alamein lungo

il tragitto• 4° e 5° giorno: Siwa e “Grande mare di sabbia” con pernotta-

mento nel deserto• 6° giorno: trasferimento al Deserto bianco con pernotta-

mento nel deserto• 7° giorno: Deserto bianco e oasi di Bahariya• 8° giorno: rientro all’aeroporto del Cairo e ritorno in Italia

L’impatto con Il Cairo per alcuni di noi non è dei più semplici. Città frenetica con 20 milioni di abitanti, ci proietta subito in una dimensione a cui non siamo abituati. Il Cairo non sembra

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una città africana anche perché a fianco di quartieri estre-mamente poveri come “la città dei morti”, cimitero utilizzato anche come residenza per i vivi, convivono quartieri islamici e, lungo il Nilo, quartieri con grattacieli e palazzi più eleganti. Ci rendiamo subito conto però, da tanti piccoli particolari che ci saltano immediatamente agli occhi, di essere capitati in un mondo differente dal nostro, dove le regole non solo non sono applicate, ma neanche ci sono, dove il caos è componente essenziale del paesaggio, dove in pochi chilometri si passa dall’albergo superlusso con sistemi di sicurezza sofisticati a mercati rionali dove odori quasi insopportabili si mischiano a immagini veramente forti: botteghe di macellaio con animali squartati appesi e ricoperti di mosche, galline, oche e conigli vivi ammucchiati sopra le gabbie ai lati della strada, venditori di carbone, stagnini...Le visite alle piramidi di Saqqara e di Giza sono classici itinerari, interessantissimi, a cui non può sottrarsi chi visita Il Cairo per la prima volta, ma sicuramente imperdibile è la visita al Museo Egizio con la meraviglia assoluta del tesoro di Tutankhamen.

Lunedì 31 maggio il nostro viaggio in Egitto entra nel vivo. Lasciamo Il Cairo di buon mattino per evitare il traffico cao-tico che tra breve paralizzerà le principali vie di scorrimento e, dopo aver attraversato una sterminata periferia costituita da palazzi tutti uguali, addossati l’uno all’altro, con mattoni a vista e ferri sporgenti dai pilastri dell’ultimo piano, alcuni con terrazzo adibito a ricovero per capre e galline ma con enormi antenne paraboliche, altri con miriadi di condizionatori appesi alle pareti dei fabbricati, ci dirigiamo verso nord, fino alla costa mediterranea che costeggeremo quasi fino al confine

Fortezza di Shali

con la Libia per poi ripiegare ancora verso sud e raggiungere l’oasi di Siwa. La strada è molto monotona ma siamo preparati a quello che sarà il trasferimento più pesante di tutto il viaggio che, fortunatamente, avviene con un minibus comodo dove abbiamo modo di alternare momenti di riposo a discussioni fra di noi e di assistere alle sempre incredibili domande che Gigi il Curioso sforna a raffica ai malcapitati di turno (guide, autisti).La sosta a El Alamein si rivela un momento di grande emoti-vità e commozione: nell’ordine visitiamo il cimitero dei caduti del Commonwealth, il museo di guerra, il sacrario tedesco e quello italiano. Forse le nostre scuole dovrebbero dare più importanza a visite della memoria, indipendentemente dalla nazionalità dei sacrari e delle truppe impiegate in queste guerre, e far capire ai nostri giovani che fino a pochi anni fa (ma ancora oggi) ci sono stati migliaia di giovani, ventenni o poco più, che hanno perso la vita in condizioni assurde (e le condizioni in questo lembo di deserto erano veramente assur-de) per ubbidire ad un’ideale o, semplicemente, per ubbidire agi ordini dei superiori. Lasciamo El Alamein con un moto di orgoglio patriottico perché ci rendiamo conto che il sacrario italiano (“Consacrato al riposo di 4.800 soldati marinai ed avie-ri d’Italia il deserto ed il mare non restituiscono i 38.000 che mancano”) è quello meglio tenuto, in una fantastica posizione a picco sul Mediterraneo e a tutti i visitatori viene lasciato in omaggio un opuscolo con la storia della costruzione del sacra-rio e delle tre battaglie di El Alamein del 1942.

A Marsa Matruh, all’ora di pranzo, i nostri intestini subiscono l’attacco più pesante da quando abbiamo lasciato l’Italia: ci fermiamo in un tipico ristorante beduino, frequentato più dai locali che da turisti, dove, lasciate le scarpe fuori dai tappeti

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Il deserto bianco Il deserto bianco

e semi sdraiati su cuscinoni confortevoli, assaggiamo (con le mani) le più disparate specialità locali, con sapori molto spe-ziati e piccanti e in quantità a cui non siamo abituati.Lasciamo i sorprendenti colori turchesi del mar Mediterraneo per spingerci ancora nell’entroterra e, dopo circa 350 km, raggiungiamo l’oasi di Siwa.L’arrivo a Siwa è davvero emozio-nante perché, dopo aver attraversato un paesaggio alquanto monotono, all’improvviso lo scenario si movimenta con strane formazioni rocciose di arenaria ai lati della strada che di colpo inizia a scendere verso una depressione (-18 metri) amman-tata di palmeti, uliveti e laghi a perdita d’occhio. Ed è altresì emozionante entrare nella città (l’oasi è molto estesa e conta 20.000 abitanti) e rendersi conto di essere di colpo piombati in un tempo remoto con ritmi di vita a noi sconosciuti: sì, è vero, per l’oasi girano anche fuoristrada, autocarri e motorini, ma i mezzi di trasporto più diffusi sono i carretti trainati da asini, in genere condotti da ragazzi giovani, le strade sono tutte in terra battuta, gli uomini sono quasi tutti vestiti con eleganti tuniche bianche e le poche donne che incrociamo sono rigo-rosamente vestite di nero, velate completamente e con guanti neri. L’aria è secca, sabbiosa e tutte le costruzioni, sia quelle nuove, che quelle che rappresentano ciò che rimane dell’an-tica fortezza duecentesca, sono color sabbia e si mescolano con i colori delle rocce e delle distese di sabbia sullo sfondo. La gente sembra molto rilassata, i commercianti fuori dalle loro botteghe non assalgono i turisti come succede a Il Cairo, ma salutano con larghi sorrisi pronunciando un cordialissimo “you’re welcome!“ (le sole parole in inglese che sanno oltre al più classico “what’s your name?”).

AHMEDAnche Ahmed, la nostra guida, ci accoglie nel suo ufficio, situato nella piazza principale della città, con un “you’re welcome!” che ci mette subito a nostro agio. Elegantemente vestito con una tunica candida Ahmed è un berbero con due occhi verdi magnetici che risaltano in un bel viso di colore olivastro. Avevamo pattuito con lui un prezzo dopo un po’ di trattativa condotta per e-mail e, seduti nel suo piccolo ufficio, saldiamo quanto concordato sorseggiando bicchierini di thè siwano alla menta preparato su un piccolo fornelletto con gesti lenti e rilassati. Ahmed parla correttamente l’inglese e riesce perfino a non perdere la pazienza sotto la raffica di domande che Gigi il Curioso snocciola con una disinvoltura che ci lascia allibiti. D’ora in avanti nel nostro viaggio saremo

sempre accompagnati da lui fino alla nostra ripartenza dal Cairo ed avremo modo nei giorni successivi di apprezzare la sua professionalità, la sua preparazione come guida e anche come autista sulle dune di sabbia e di constatarne il profondo attaccamento alla fede musulmana.Per chi fosse eventualmente interessato a un giretto da queste parti segnaliamo il suo sito www.siwasafaritours.com dove si possono trovare proposte di visite già organizzate articolate su uno o più giorni oppure, come nel nostro caso, si possono concordare con lui viaggi su misura a prezzi molto competitivi.

La visita dell’oasi avviene a bordo dei taxi locali, carretti trai-nati da asini, attraverso piste ricavate nella piacevole ombra dei palmeti, e arrancando a piedi sulle alture in arenaria dove sono situati antichissimi reperti come la fortezza di Shali che domina il centro cittadino, costruita con blocchi di sale rica-vati dal lago poco distante mescolati con pietre e legati tra di loro con argilla, la Montagna dei Morti, con alcune tombe dove si possono ammirare rilievi dai colori stupendi e il bellissimo Tempio dell’Oracolo risalente al VI secolo a.C.. Verso mezzo-giorno, quando il caldo comincia veramente a farsi sentire, niente è più gradito di un bagno nella fonte di acqua sorgiva chiamata “i Bagni di Cleopatra” e di un po’ di relax seduti su confortevoli e morbidi cuscini sorseggiando “lemùn bin nanà”, la bevanda che abbiamo scoperto al Cairo e che ci ha accompagnato per tutto il viaggio (limonata fatta al momento aromatizzata con foglie di menta fresca profumatissima).Dalle 2 alle 5 del pomeriggio in questo periodo la vita nell’oasi si ferma completamente, tutte le botteghe artigianali sono chiuse per poi riaprire nel tardo pomeriggio quando il caldo si fa più accettabile. Anche noi ne approfittiamo per una pausa di riposo prima di dirigerci al lago salato ad assistere al tramonto e prepararci a quella che sarà la giornata più attesa di tutto il viaggio, con la visita al “Grande mare di sabbia” e la prima delle due notti sotto le stelle.

Dobbiamo dire che la fortuna ci ha assistito perché il periodo da noi scelto non è sicuramente il più adatto per intrapren-dere un viaggio nel deserto; in genere i mesi invernali sono i migliori: temperature più gradevoli anche se di notte fa molto più freddo, cieli più limpidi, assenza di tempeste di sabbia che in genere sono più frequenti nei mesi di marzo ed aprile. Ma per una visita abbastanza rapida come la nostra, che non ha richiesto giorni e giorni di percorrenza nelle distese infinite

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delle dune di sabbia, anche questo periodo può riservare piccole esperienze indimenticabili, come il camminare a piedi nudi sulla cresta delle dune sentendo solo il rumore del vento e seguendo il sole che lentamente si abbassa all’orizzonte o come il dormire all’aperto, solo con una coperta come gia-ciglio, dando ogni tanto un’occhiata a un emozionante cielo stellato movimentato da una miriade di stelle cadenti. Pura magia del deserto!Dopo aver avuto un’idea di quello che è il deserto di sabbia e di che ulteriori emozioni potrebbe riservare affrontandolo in un viaggio più impegnativo, abbiamo voluto cambiare scenario spostandoci più a sud per assaporare (per il sottoscritto riassa-porare) la magia del Deserto bianco. Sapevo che il disagio di un trasferimento con jeep per 600 km in una giornata sarebbe stato ricompensato da uno spettacolo mozzafiato e anche in questo caso la fortuna ci ha assistito.Una giornata spettacolare fa da contorno al nostro trasferi-mento dall’oasi di Siwa all’oasi di Bahariya, trasferimento che si avvale della mostruosa prestazione al volante dell’autista assoldato per l’occasione da Ahmed. Anche Gigi il Curioso, nelle quattro ore e mezzo di viaggio su una strada che inizia asfaltata per poi trasformarsi in strada in costruzione che obbliga a deviazioni improvvise su sabbia o su piste sassose, riesce, come per miracolo, a non proferire più parola. Il Deserto bianco, situato 150 km più a sud dell’oasi di Bahariya, è una meta turistica molto frequentata per gli scenari suggestivi che offre. Il Deserto bianco non è il deserto di dune di sabbia che tutti immaginano, ma è un paesaggio lunare di incomparabile bellezza, costituito da formazioni di roccia calcarea simili a grossi funghi, da esili pinnacoli e colline arrotondate, che in alcuni momenti della giornata, in particolare alle prime luci del mattino, assumono sfumature rosate che, con l’aumentare della luce si tramutano in un biancore accecante, tanto da rendere il paesaggio simile ad un ghiacciaio delle nostre montagne.La notte sotto le stelle qui assume un fascino ancora più parti-colare, sia per il riverbero che queste formazioni rocciose ema-nano nell’oscurità della notte quando la luce anche di un solo spicchio di luna viene riflessa amplificata, che per la presenza attorno al nostro accampamento di un branco numeroso di volpi del deserto, in questo periodo particolarmente affamate per la carenza di accampamenti turistici e quindi di avanzi di cibo. Pur non attaccando l’uomo queste volpi sono molto curio-se, ne sa qualcosa Gigi il Curioso che al mattino non troverà

più i sandali incautamente lasciati fuori dallo zaino.E’ comunque l’alba il momento più emozionante, quando con l’aria più fresca e più nitida i profili di ogni formazione roc-ciosa assumono sembianze umane o di animale, e perdersi in questo labirinto di figure immobili, di massi in equilibrio precario che sembrano contraddire tutte le leggi della fisica dà la sensazione di aver raggiunto una dimensione diversa, in un certo senso cosmica e fa chiudere il cerchio su questo affasci-nante viaggio in Egitto, cominciato con il mistero dei faraoni, delle piramidi, di una civiltà straordinariamente evoluta, pas-sato attraverso secoli di storia e concluso con la percezione di essere completamente immersi in un qualcosa che va aldilà dell’aspetto terreno della nostra esistenza.

Rientriamo nel pomeriggio all’oasi di Bahariya per passare l’ultima notte in un lodge veramente bello, il Lazuli Lodge (www.lazulinil.com): siamo gli unici ospiti in questa strut-tura ecologica dall’atmosfera particolare realizzata solo con materiali provenienti dall’oasi e situata ai limiti del deserto. Un’ottima cena annaffiata con i vini che abbiamo portato dall’Italia e che finalmente non dobbiamo più bere di nascosto, tutto il personale a nostra disposizione, ambienti particolar-mente rilassanti sono il degno finale di un altro viaggio che porteremo sottopelle ancora per parecchio tempo.

Paolo Broggi

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M9A NEw MUSEUMfOR A NEw CITyLa Fondazione di Venezia si impegna per far nasce-re un nuovo polo culturale nel cuore di Venezia Mestre. Venezia città, da sempre centro culturale, ricco di monumenti ed iniziative di ogni genere, si contrap-pone a Mestre, città reale dove si vive e si lavora, ma priva di attrattive e di stimoli culturali. Si vuole annullare o, comunque, mitigare il distacco tra le due realtà, dando vita a nuove iniziative di ampio respiro proprio nel centro di Mestre, che “da città segnata da una cattiva urbanizzazione, mal conge-gnata architettonicamente e poco pronta ad affron-tare l’idea di uno sviluppo compatibile, si prepara oggi a diventare moderna e accogliente. M9 è il simbolo di un risveglio, non solo culturale, di questa città. Uno spazio ridato alla sua gente che riqualifica un’area centrale e si inserisce in un pro-gramma di recupero urbanistico di estremo valore” come afferma il Sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni.M9 un nuovo museo: come sarà? Il progetto è ambizioso: un museo internazionale, per valoriz-zare la “terraferma” veneziana, con l’obiettivo di creare un nuovo standard museale che racconti la storia del secolo appena terminato, il Novecento. In questo spazio verranno presentati i grandi eventi del ‘900: le trasformazioni sociali, economiche, i fermenti culturali, la trasformazione urbanistica, tutto quanto ha caratterizzato il passaggio dalla cultura e società ottocentesca al secolo dell’indu-strializzazione, delle macchine, della tecnologia, dalla società contadina a quella industriale. Spazi per l’esposizione permanente e per eventi e mostre temporanee, allestimenti multisensoriali, servizi didattici e formativi, tutto questo e ancora di più. Nel complesso troverà posto una mediateca del ‘900, con archivi fotografici e testuali in for-mato elettronico, filmati, registrazioni audiovisive e servizi radiofonici: un punto di riferimento per ricercatori e curiosi, una raccolta documentale di un secolo testimone di cambiamenti epocali. Un auditorium ospiterà convegni, eventi, conferenze.Il nuovo polo culturale dovrà integrare più funzioni: il museo vero e proprio, che avrà sede nell’edificio di nuova realizzazione, l’attività commerciale, ospi- I

tata nel palazzo esistente e il terziario, articolando le varie funzioni in modo originale ed efficace. L’area interessata, molto ampia, circa 9.000 metri quadrati, è situata nel cuore di Mestre e dovrà diventare un polo di attrazione, da area abbando-nata quale è ora.

il concorsoSei studi di architettura vengono chiamati a par-tecipare al concorso internazionale per M9, pro-fessionisti di grande livello, noti per la loro pro-gettazione museale ma soprattutto per la loro sensibilità nei confronti del contesto, scelti perchè abili professionisti e non archistar. I gruppi sono di diverse nazionalità: l’italiano Massimo Carmassi, pisano, che ha diretto per molti anni l’Ufficio Progetti del Comune di Pisa, arricchendo poi la sua esperienza professionale con restauri monumentali e realizzazioni museali, come il Convento di San Frediano a Lucca, ora Museo di arte sacra, il Museo della Concia a Santa Croce sull’Arno, il recupero del Mattatoio di Roma.Accanto a lui il londinese David Chipperfield, che ha lavorato in molti paesi europei, negli U.S.A., in Giappone, in Cina, con grande esperienza nel campo museale: basti citare il recupero del Neues Museum nell’isola dei musei a Berlino, appena ultimato. Pierre Louis Faloci, nato a Nizza ma con studio a Parigi, dove ha riconfigurato il museo Rodin, ha compiuto svariati interventi, la sua opera più importante ed attuale è il Centre Européen du Résistant Deporté sui resti del campo di concen-tramento nazista a Struthof in Alsazia. Mansilla e Tuñón, architetti madrileni, debutta-no nel campo museale collaborando con Rafael Moneo nella realizzazione dei musei di Houston e Thyssen-Bornemisza di Madrid, sono noti per il museo di Zamora, seguito dal museo delle Belle Arti di Castellon, il museo di Arte Contemporanea di Leon, il museo di Santander, in fase di ultimazio-ne, come pure il complesso espositivo addossato al Palazzo Reale di Madrid.Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton: lui tedesco,

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nato a Costanza, lei inglese, di Norwich; carat-teristica dell’approccio progettuale dello studio, fondato nel 1989, è l’integrazione delle varie componenti che determinano il comfort, sia la per-cezione sensoriale degli utenti che la prestazione fisico-tecnica dei sistemi tecnologici. Simbolo di tale ricerca sono le opere più note dello studio, destinate soprattutto a uffici e servizi. In ambito culturale, si segnala il museo che ospita la collezio-ne Brandhorst a Monaco di Baviera (2005-2008); in Italia è in fase di ultimazione il complesso per

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6uffici e spazi commerciali all’interno dell’area Maciachini (ex Fabbrica Carlo Erba) a Milano.Il portoghese, Eduardo Souto de Moura, nato e lavora a Porto, porta avanti la tradizione dell’archi-tettura del suo paese con spunti originali e signifi-cativi, ha realizzato il museo dei trasporti a Porto, il padiglione della Conoscenza dei Mari all’expo di Lisbona del 1998, il padiglione del Portogallo all’Expo di Hannover del 2000, altre opere e infine la Casa das Historia Paula Rego a Cascais, appena inaugurata.

i progettiuna breve sintesi delle relazioni progettuali.

Carmassi Studio di ArchitetturaIl progetto risponde alla sfida del bando con una soluzione in grado di ottenere un buon equilibrio tra l’uti-lizzazione conservativa della vecchia caserma per attività commerciali e la costruzione del nuovo museo, la cui originalità architettonica vuole creare un luogo memorabile. Il museo è formato da sedici torri, dispo-ste sul piano orizzontale in forma quadrata secondo un’organizzazione studiata per ottenere complessi e suggestivi spazi interstiziali. Dal quarto al sesto livello le torri sono connesse tra loro da una trama di pas-serelle trasparenti, che consentono di ammirare il panorama e il cuore del complesso, la cui trasparenza fa da contrappunto alla materia pesante delle torri in muratura di calcestruzzo armato, rivestite di mattoni dalle superfici levigate. Per quanto riguarda l’intervento sulla vecchia caserma, la cui qualità è costituita dalla griglia delle murature portanti con le aperture che la traforano, dalla trama degli orizzontamenti in legno, dalle capriate di copertura, l’intervento di restauro sarà basato su una rigorosa prassi conservativa.

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Agence Pierre-Louis FalociIl progetto mira ad affrontare le trasformazioni in atto puntando sulla sostenibilità.M9 sarà un museo concepito per stimolare l’analisi critica di quanto prodotto dal recente passato e dare nuovo slancio al miglioramento sociale, quindi dovrà essere utilizzabile in modo flessibile e semplice, evi-tando che la sua forma plastica ne condizioni l’uso.Il progetto prende le mosse dai diversi livelli in cui si articola il rapporto tra il nuovo complesso e la città, e configura dei “suoli” sovrapposti. Nel sottosuolo parcheggi, locali tecnici e depositi, un nuovo “suolo” intermedio, accoglie i servizi e l’accesso al piano terra, sopra uno spazio di accesso al museo, un negozio, vari servizi pubblici e soprattutto una piazza che offre la vista sulla e nella città.Il museo è sollevato di otto metri rispetto al nuovo “suolo” e di dodici metri rispetto al livello della città. Il progetto mira a realizzare una struttura che compare e scompare, simile a una vibrante scultura luminosa; la copertura verde è attraversata dalle canne di un “organo”, prese di luce verticali che portano la luce naturale ai piani sottostanti.

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David Chipperfield ArchitectsIl progetto mira definire un nuovo polo culturale e riconfigurare la trama urbana di Mestre, da nord a sud, attraverso una serie di interventi semplici e chiari: la corte dell’edificio esistente viene coperta da un tetto indipendente che genera una piazza protetta, il nuovo edificio viene dotato di un atrio/passaggio interno e infine viene proposta la creazione una piazza giardino di fronte alle ex scuderie militari.Il progetto propone un nuovo edificio autonomo caratterizzato da qualità monumentali. Poiché la tipologia del museo non necessita di luce naturale, il progetto prevede la costruzione di un corpo di fabbrica semi chiuso in mattoni. L’obbiettivo è quello di riutilizzare e trasformare gli spazi dell’ex caserma in un centro commerciale urbano, mantenendo il colonnato aperto al piano terra e prevedendo una copertura molto leggera sorretta da struttura indipendente, una sorta di ombrello, a protezione della corte.

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Mansilla+Tuñón ArquitectosCome fanno i maestri profumieri che ottengono i loro profumi combinando essenze di piante e fiori per far sì che la loro fragranza si diffonda e invada l’area che li circonda, progettando Acqua Veneta abbiamo composto sedici “bottiglie” per contenere le esposizioni che mostreranno con freschezza e trasparenza i cambiamenti radicali del secolo scorso.Le “bottiglie” sono rovesciate e con la bocca che sfiora il suolo consentono lo scambio, l’entrata delle persone e delle idee. Il progetto prevede di ristrutturare gli altri edifici compresi nel lotto per accogliere un centro commerciale. Il piano terra è aperto all’uso degli abitanti della città e può accogliere mostre all’aperto e svariate attività culturali. La piazza porticata permette l’afflusso delle persone e costituisce un palcoscenico urbano per le varie attività legate ai programmi del museo e del centro commerciale.

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Sauerbruch - HuttonIl progetto propone la costruzione di un edificio per il nuovo museo integrato con la sua volumetria all’im-pianto urbano di Mestre. La sua collocazione migliora la rete pedonale della città, crea e collega nuovi spazi che si inseriscono in maniera attenta nel contesto, realizza un passaggio diagonale e una “piazzetta del museo” per attirare i visitatori e invitarli ad attraversare l’intero complesso. L’attenzione dei visitatori che si avvicinano a piedi al museo è catturata dai volumi diagonali dei due nuovi corpi di fabbrica, i cui ingressi e la cui organizzazione interna risultano ben percepibili. L’edificio è riconoscibile nel suo rivestimento esterno in ceramica policroma. L’aspetto del museo mira a interpretare l’eredità artistica del XX secolo. Condivide con il Futurismo italiano la fascinazione per il movimento e la velocità come componenti fondamentali dell’orizzonte percettivo con-temporaneo. Con l’arte (e l’architettura) moderna condivide l’uso mirato del colore come mezzo di perce-zione spaziale. Appartiene invece al XXI secolo la consapevolezza del valore della “continuità sostenibile” che il progetto interpreta, in particolare con la sua concezione urbanistica.

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Souto Moura ArquitectosIl progetto per M9 e la riconversione dell’ex convento delle Grazie in un centro commerciale conserva le facciate e le parti significative della struttura dell’edificio esistente. La strategia adottata è di inserire gli accessi (scale e ascensori) nel corpo di spessore minore, mantenendo libero quello di maggiore profondità per i negozi. Per il nuovo museo è stata adottata la tipologia a patio, analoga a quella dell’ex convento annesso, che comporta una circolazione continua. Il museo è costituito dai piani interrato, terra, primo, secondo e da un piano arretrato in copertura, non percepibile dalla città o dal patio interno. I materiali di cui è previsto l’impiego all’esterno sono mattone, vetro e cemento faccia vista bocciardato per l’entrata di servizio. I percorsi si sviluppano con continuità dall’atrio attraverso rampe mobili che conducono all’ultimo piano, dedicato alle esposizioni tempo-ranee. A partire da quest’ultimo il senso di percorrenza si inverte e si può visitare la collezione permanente scendendo da un piano all’altro. Gli spazi espositivi per la collezione permanente sono attraversati soltanto da alcune pareti strutturali e possono venire configurati a seconda delle esigenze.

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il vincitoreil gruppo composto da Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton viene proclamato vincitore del concorso, vin-cita che si concretizza nell’incarico della progettazione effettiva e della direzione lavori per la realizzazione del nuovo complesso. Del loro progetto è piaciuta soprattutto la sapiente interpretazione dello spazio, la creazione della piazza museale, la connessione del nuovo intervento con la struttura urbana di Mestre.

Luisella Garlati

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La “Giornata Mondiale dell’Urbanesimo” è una giornata nella quale Urbanisti, Architetti, Ingegneri ed altri professionisti che si occupano della vita urbana e dei suoi problemi, possono riflettere sulla situazione delle città o su temi d’attualità che permettano il confronto fra diverse nazioni e metodi di lavoro, contribuendo ad un arricchimento professionale.La riflessione indaga sul rapporto fra il nostro lavoro e la realtà, complessa e ricca di contraddizioni, della vita delle nostre città. Il simbolo della “Giornata” (aire, sol, vegetacion) fu ideato nel 1939 dall’ingegnere argentino Carlos Maria della Paolera e i con-gressi sul tema furono realizzati subito dopo la guerra in Europa, con le adesioni di importanti architetti internazionali come Alberto Sartoris e Van Eesteren. In numerosi paesi la “Giornata” si festeggia con un’intensa attività densa di convegni e dibattiti. Negli ultimi anni congressi di carattere internazionale sono stati organizzati in Giappone, Argentina, Brasile e Stati Uniti d’America. I principi di Della Paolera sono ancora oggi validi. Egli infatti affermava: «Il progresso urbano non consiste nell’in-vadere ciecamente i terreni con l’edilizia, bensì nel costruire dopo avere verificato quanto e in quale modo si lascia spazio alla natura, lasciando penetrare sole e aria, evitando gas e fumi senza che gli esseri umani si aggreghino disordinatamente...». Queste parole, quanto mai attuali, ci costringono a riflettere sulla realtà odierna: il piano territoriale di coordinamento pro-vinciale è basato sulla definizione europea della carta del pae-saggio, i cui parametri rispondono alla “sensibilità paesistica” che con i suoi livelli di approfondimento indica dove individuare le aree e collocare le varie funzioni che concorrono al migliora-mento della qualità della vita dei cittadini realizzando quello che oggi si definisce “l’uso sostenibile del territorio”. La validità della proposta di Della Paolera è confermata dal fatto che, oggi, uno degli obiettivi da perseguire è quel riassetto del territorio in chiave ambientale che permette di delineare le strategie che contribuiscono alla pianificazione comunale e intercomunale. Le scelte progettuali all’interno del contesto paesaggistico assu-mono sempre maggiore importanza,in quanto ogni trasformazio-ne dovrebbe generare bellezza e arte. Lo diceva Alberto Sartoris , “quando facciamo una opera architettonica stiamo trasforman-do la città”. Nelle nostre città,con tessuto fortemente caratteriz-zato ,gli interventi di trasformazione diventano temi di grande preoccupazione, per il cittadino;tuttavia è una buona pratica culturale la partecipazione ai dibattiti e ai confronti nelle fasi decisionali,e poi mantenere alto il controllo e la verifica sulla qualità degli interventi. Sicuramente le trasformazioni di oggi sono interventi di vasta scala in confronto a quelli dei secoli pre-cedenti. Il meccanismo operativo degli interventi nel territorio

sono risultati di ingenti investimenti finanziari di carattere pri-vato che premono sulle amministrazioni, per ottenere risultati che non sempre rispondono alle esigenze di tutta la collettività. Quindi,costantemente le città necessitano un ripensamento sulla collocazione e rinnovazione dei principali servizi, per soddisfare o meglio equilibrare il “peso” delle nuove trasforma-zioni. Non dimentichiamo che una delle risorse primaria del nostro habitat è la natura del territorio stesso; la sua geologia. Ci si può vantare del progresso tecnologico pero gli elementi aire-sole-vegetacion.non saranno mai sostituibili o paragonabili con qualsiasi tecnologia,quest’ultima solo può controllarli ma non sostituirli. Con la dismissione di buona parte delle aree, già occupate dalla produzione industriale e artigianale, si sono realizzati edifici che, oltre a non essere adeguati alla struttura della città causa la loro densità, non hanno saputo rispondere al fabbisogno richiesto, rimanendo inutilizzati e senza qualità architettonica. Come è stata trasformata la città in tal senso? Non sono stati eseguiti studi preventivi a livello urbanistico e nemmeno a livello di seria conservazione del patrimonio ma si è assistito ad un consolidamento edilizio puntuale( piccoli adeguamenti privati) e ad uno smisurato utilizzo dei vecchi volumi delle fabbriche trasformati in metri quadrati di edifici residenziali( e senza giardini!!) Pur moderne e confortevoli che siano le nuove residenze,la collettività si trova lentamente a vivere in conflitto con la natura,perché un torrente,un filo d’acqua, ancora oggi sono considerati elementi di ostacolo e non un pregio della natura. Trasformare questa pregiudiziale negatività in occasione di sviluppo progettuale, quale elemento di paesaggio,sarebbe auspicabile. Alle Amministrazioni comu-nali compete la grande responsabilità di garantire l’attuazione di queste proposte, nel rispetto delle effettive esigenze dei cittadini e della particolare situazione ambientale esistente. Occorre infine riflettere sul fatto che interventi di qualità urba-na si ottengono, sia in opere pubbliche che private, incentivando l’innovazione, la ricerca e la sperimentazione di nuovi materiali.Pensando con lungimiranza, la realizzazione del PGT come stru-mento attuativo e l’evento dell’Expo 2015 possono rappresenta-re, per le città lombarde, l’occasione di reinventare il modello urbano attraverso strategie di sviluppo che donino una nuova vitalità alla città. Le città non si trasformano per un evento, ma investendo in termini di qualità e disegno urbano si otterrà un prodotto falsamente effimero, perché riutilizzabile dopo l’even-to, lasciando un’impronta significativa sulla città. Infrastrutture e Verde urbano possono rappresentare l’ambito dove effettuare interventi di questo tipo. Nella giornata mondiale dell’urbanesi-mo, si saluta con l’augurio di un buon lavoro a tutti coloro che

8 NOVEMBRE GIORNATA MONDIALE DELL'URBANESIMO

AIRE SOL VEGETACION

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in un modo o nell’altro contribuiscono a far sì che la città sia un luogo con propria identità e sicurezza.Link dedicato alla giornata mondiale dell’urbanesimo. Il sito www.diamundialdelurbanismo.org

60 ANNI DOPO - 8 NOVEMBRE 2009 8 NOVEMBRE 1949 DIA MUNDIAL DEL URBANISMO Ricordare la Giornata mondiale dell’urbanesimo che ricorre l’8 novembre di ogni anno dal 1949, data fissata dal suo inventore, l’Ing Carlos Maria della Paolera, serve a mettere in luce la estrema attenzione degli studiosi in materia di sviluppo urbano, attenzione che ebbe inizio alla fine del secolo XVIII per protrarsi durante il XIX, innescando un processo inarrestabile che, oggi, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove il controllo dello sviluppo urbano è diventato una priorità, valido anche ai nostri giorni, dove il governo dello sviluppo urbano rappresenta una priorità per amministratori ed addetti ai lavori. La nuova società indu-striale ha generato e, in alcuni paesi, continua a generare, un’alta densità abitativa nei nuclei urbani, frutto di migrazioni continue verso nuovi posti di lavoro e nuovi modelli di vita, lasciando un vuoto nella società rurale. Le città, pertanto, continueranno ad essere punto di incontro e di interscambio, sensibili alle nuove necessità prodotte da questi mutamenti che hanno un impatto importante e, a volte violento, sulle interrelazioni tematiche che riguardano il sistema urbano. La territorialità non significa solo la delimitazione amministrativa oppure la caratteristica geo-grafica, ma rappresenta la combinazione degli elementi naturali strettamente collegati alla vita dell’uomo; l’ambiente, così come il paesaggio devono essere modificati in base alla capacità produt-tiva del luogo e in rapporto allo spazio abitabile, facendoli con-vivere e, contemporaneamente, ottimizzando la qualità di vita.L’urbanesimo è paesaggio, è ambiente, è salvaguardia dell’am-biente, è risultato e verifica di intuizioni politiche ed azioni tecni-che; il disegno degli spazi urbani richiede un’analisi della società in prospettiva futura che agevoli la vita di tutti i giorni anche ai soggetti fragili della società, quali bambini, anziani, stranieri, integrandoli nella società attiva e protagonista.La circolazione di mezzi e persone all’interno del nucleo urbano rappresenta, ad esempio, un tema attuale che, se bene impostato e sviluppato, può portare ad un reale miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Per una ottimizzazione della viabilità, occorre pianificare ,già come una realtà di fatto,l’utilizzo delle energie alternative nella mobilità in modo che l’accessibilità e la trama della città consentano una percorribilità fluida mediante il prevalere di mezzi pubblici, quali mezzi di trasporto ideali limitando così l’uso di mezzi individuali. Inoltre, la dimi-

nuzione dei volumi di traffico non porterebbe con sé solo un miglioramento della qualità dell’aria e dello stato delle strade ma permetterebbe di utilizzare spazi lasciati liberi dalle auto per la realizzazione di effettive e sicure piste ciclabili che costituiscano un percorso di svago e delle vere e proprie vie di connessione all’interno della città. Se dovessi pensare ad un modello di città, mi collegherei all’ idea di città giardino ,che non perde la sua validità concettua-le, modello attuato in Inghilterra nel secolo XIX, con discreto successo, tanto da permettere di riorganizzare le nuove città satellite (new towns), cresciute proprio a seguito dello sviluppo industriale. Per lo sviluppo della città proporrei il processo della crescita di un giardino quale concetto fondamentale; infatti, i rapporti relazionali attraverso i luoghi all’aperto, la stra-da, il verde sono una priorità per la convivenza urbana; pertanto, si può definire un verde comunicante, un verde di servizio, un verde d’ accoglienza, di relax, di gioco, di sport, di studio, di svago, di quartiere o interstiziale; tutti concorrono a creare ambiti specifici come anelli di congiunzione di vitale importanza, fra le residenze, i centri commerciali, le aree produttive o altro. Tutte le città del nostro territorio hanno una carenza di aree libere urbane a disposizione e le politiche amministrative faticano ad assumere atteggiamenti decisivi e di una certa consistenza per salvaguardare e valorizzare il patrimonio naturale o naturalizza-to nelle città. Sembra che sia sufficiente la bellezza delle monta-gne e del lago. Non a caso, un evento come Expo 2015, sarebbe anche per Lecco una grande opportunità di investimento, così da trasformarla da città vivibile in città giardino. La giornata mondiale del’urbanesimo 2009, organizzata a Lecco (Italia), dal Comune di Lecco con il patrocinio e la collaborazione della Regione Lombardia, della Provincia di Lecco e dell’Unione Commercianti di Lecco, sotto la regia della Associazione Alberto Sartoris, il 2 Febbraio u.s., ha proposto un tema importante ed attuale : Il disegno urbano della città di Lecco, preparandosi per l’Expo 2015 ed oltre. Sono stati invitati prestigiosi docenti del Politecnico di Milano quali l’arch Massimo Tadi e l’arch Danilo Palazzo che hanno trattato temi specifici, relativi alle strategie urbanistiche, in occasione di eventi di tale importanza, l’arch. Marcel Bajard della Università di Grenoble ha svilup-pato il tema dei trasporti pubblici e l’arch Andreas Kipar della Kiparland-Milano incentrato il suo intervento sulle tematiche del paesaggio urbano. Anche le istituzioni pubbliche sono state significativamente rappresentate; il Sindaco di Lecco Antonella Faggi e gli assessori presenti hanno lasciato un messaggio chiaro sugli indirizzi urbanistici che intendono portare avanti, il Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, arch. Giulio

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De Capitani e l’assessore della Provincia di Lecco, arch. Panzeri hanno portato il contributo delle loro esperienze professionali e politiche. L’evento si è aperto e concluso con gli interventi del Presidente della Associazione Alberto Sartoris , arch. E.M. Ferrari e della sottoscritta, orgogliosi di aver reso possibile, in memoria di Alberto Sartoris, un dibattito che, senz’altro avrebbe apprezza-to. La pubblicazione che riporta i temi e gli interventi salienti del convegno è avvenuta con la collaborazione di Talea , acroni-mo di territorio, architettura lariana e ambiente. Alcuni mesi dopo l’evento, ho contattato (via email) l’arch. Andreas Kipar (autore del piano del verde di Milano (Raggi Verdi)), ponendogli alcune domande:a) quale urbanistica e paesaggio per Lecco, secondo Kipar?- Trasformarsi in una città faro nel quadrante nord della

Lombardia attuando politiche territoriali preventive.- Ricercare una visione d’insieme, riferimento per azioni

sinergiche nelle fasi di progetto del verde e attuazione del PGT

- Progettare attraverso la ricerca di un’immagine unitaria in grado di evocare un programma strategico = LECCO CITTA’ VERDE

b) considerando Lecco nella conurbazione della metropoli lom-barda come si collocano i Raggi Verdi di Milano?

I RAGGI VERDI arrivano già a LeccoPARTE IIIn Argentina, patria natale dell’Ing . Carlos Della Paolera, l’8 novembre 2009, ricorrenza della Giornata Mondiale dell’Urba-nesimo è stata ricordata con incontri e convegni, organizzati dall’arch. Claude Della Paolera, presidente del gruppo “De los amigos de la ciudad”, che hanno coinvolto tutte le istituzioni di Buenos Aires ed altre città argentine oltre che rappresentanti brasiliani, per ravvivare quell’intercambio internazionale che, da oltre 60 anni, è “el dia mundial del urbanismo”. Ho ricevuto un estratto degli interventi che, di seguito, traduco e riassumo: Arch. Claude Della Paolera “In questo momento, circa trenta paesi dei cinque continenti celebrano la Giornata Mondiale dell’Urbanesimo: in Perù,Cile,Messico,Brasile,Repubblica Domenicana,Francia,Gran Bretagna,Svizzera,Bulgaria,Cina, Giappone,Nueva Zelanda,Arabia Saudita,Canada e Italia, per esempio. La celebrazione dei 60 anni dalla sua creazione, attraverso gli interscambi di messaggi e saluti, ha portato a riflettere su come “organizzare bene per vivere meglio”, ripetendo un motto originale proposto da mio

padre, l’Ing Carlos M della Paolera.La Giornata tratta il tema dell’integrazione della unità naziona-le, con BA come sorella maggiore che orienta e guida, attraverso il federalismo (sistema politico amministrativo argentino), senza frazionamenti e sproporzioni, nella distribuzione delle opportunità e nella realizzazione di un territorio equo. L’arch Claude, autore dell’ultimo saggio “Il Processo d’ Occupazione del Territorio Argentino”, ricorda gli amici colleghi che non ci sono più e che hanno lasciato un monito nel campo architettonico-urbanistico. Per esempio il caso dell’arch J C Viotti, (arch di Rosario,provincia Sta Fè) che, riferendosi ad una delle problematiche della equità territoriale, aveva detto: ”Nessuna città argentina potrebbe accogliere, proteggere o assistere popolazioni di sfollati provenienti dalle aree d’ espulsione”, e continua...”Occupandomi della urbanistica contemporanea ribadisco che, anche se sono passati tanti anni, ci sono ancora, nei valori ambientali, i veri contenuti inerenti alla disciplina dell’urbanesimo. I concetti originali dell’urbanesimo si sono arrichiti con nuove visioni, relative alla progressiva occupazione del territorio e alla manutenzione delle comunità sostenibili; lo studio della qualità di vita della città si è trasferita ad uno studio dei grandi spazi, delle regioni e, quindi, all’ordinamento territoriale.” Dal 2007, la Giornata Mondiale dell’Urbanesimo, in Argentina, si dedica alla programmazione dei CHET, congressi verso equità territoriale, (congresos hacia la equidad territorial). Quest’anno a novembre il programma consisteva in un ricco elenco di attività, da eseguirsi in due giorni,il 8 e 9 novembre; la partecipazione internazionale si è concretizzata con la presenta-zione di una conferenza che ha svolto un’analisi approfondita sul tema: “Brasilia, le sue conseguenze sullo sviluppo del hinterland del Brasile”, a cura del prof Claudio de Queroz, dell’Università di Brasilia. Oltre al dibattito, ci sono state le mostre, presentate da diversi enti pubblici e da collegi di architetti di diversi provincie, aventi come filo conduttore il tema dell’investimento pubblico da parte degli enti di pianificazione territoriale oppure una nuova legge di ordinamento territoriale. Affiancata a mostre e conve-gni, ha avuto luogo una mostra fotografica, a cura dell’ Ordine degli Architetti di Rosario, con il tema “equidad territorial.” La Giornata Mondiale dell’Urbanesimo rappresenta, quindi, un evento che coinvolge tutte la città, svolgendo un monitoraggio continuo sui probemi urbani, problemi che possono essere risolti ma che possono ripresentarsi sotto altre forme e noi, addetti ai lavori, dobbiamo essere consapevoli che, migliorare la città significa migliorare la nostra vita quotidiana.

a cura di Carmen Inès CarabúsAssociazione Alberto Sartoris

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Qualche tempo fa, in modo del tutto inspiegabile, mi è capi-tato di vedere in TV un film di Claudio Baglioni intitolato QPGA (acronimo di Questo Piccolo Grande Amore), che in pratica è un fumettone romantico-autobiografico del cantan-te, infarcito dei suoi più grandi successi musicali.Tra musiche strappalacrime e immagini psichedeliche c’è una scena che mi è rimasta in mente, fissa come un chiodo, alla quale penso spesso. Il giovane Claudio – siamo alla fine degli anni sessanta – ragazzo romano di borgata, non di famiglia particolarmente benestante, decide di iscriversi ad architettura (Baglioni è effettivamente architetto) ma poi, a causa di amori compli-cati e difficoltà varie, pensa di lasciare; quando manifesta questa intenzione ai suoi amici (meccanici, commercianti, operai) essi lo dissuadono con forza, dicendo che lui è l’unico del gruppo che ce la può fare, può elevarsi, può utilizzare lo studio come ascensore sociale. Questo è ciò che accadeva nell’Italia che usciva dal boom e diventava potenza industriale, questo è ciò che penso accada in un Paese normale.A questa scena penso spesso perché rifletto su quello che accade oggi, nel 2010, sempre in Italia. Studiare è ancora un ascensore sociale? C’è mobilità nella società?I dati sono degli ultimi giorni: nel Paese un giovane su quat-tro, tra i 15 e i 25 anni, è disoccupato, e in questa categoria ci sono anche un bel po’ di laureati. Ciò è chiaro, tra l’altro, sentendo parlare i nostri giovani iscritti che lavorano poco e, se lo fanno, lavorano male, con contratti a termine o del tutto precari e con remunerazioni su cui si deve stendere un velo pietoso, pena altrimenti il mal di fegato.

Quando penso al film, poi, mi affiorano alcuni ricordi delle mie scuole elementari, e in particolare rivedo la maestra dire a noi bambini che tutte le persone che lavorano vanno rispet-tate, da quelle che fanno i lavori più in vista fino a quelli che fanno i più umili. L’esempio tipico che ci veniva fatto era quello del meccanico – non me ne voglia la categoria, oggi gira così – che, pure umile, con un solo colpo di martello sapiente e ben assestato, riesce a far ripartire un motore guasto. Se qualcuno diceva così, alla metà degli anni ottanta, probabilmente c’era anco-ra qualche problema di “classismo” tra quelli che avevano studiato e quelli che non lo avevano fatto, e giustamente si cercava di estirparlo.

Mi sembra che tale estirpazione sia riuscita e che, anzi, si sia andati un po’ oltre. Mi spiego meglio: una volta esistevano il signor dottore, il signor avvocato, il signor ingegnere cui era riconosciuta – forse troppo – una posizione in base agli studi che essi avevano effettuato.

Oggi, in base ad un sacrosanto principio di uguaglianza, il riconoscimento è andato un po’ scemando, diventando quasi, da un plus che era, un minus. La società si è appiattita al basso, ma non sono sicuro che ciò sia un bene perché, fermi restando i principi fondamentali, le differenze sono una ricchezza, e vanno giustamente sottolineate.Qualche numero, così per capirsi: ammesso che le tariffe professionali esistano ancora, il costo orario di un ingegnere libero professionista è di 57 €/h oltre IVA. Ho appena fatto fare qualche lavoretto di muratura in casa, e ho pagato il muratore 34 €/h, sempre oltre IVA: mi sembra chiaro che ci sia qualcosa che non va, come non va il meccanico a 60 €/h (ancora oltre IVA, prezziario Mercedes Benz). Con ciò non voglio assolutamente togliere nulla né al muratore né al meccanico (e neanche all’imbianchino, 30 €/h oltre IVA), ma desidero evidenziare alcune storture.

La prima è quella che il muratore non è il proprietario dell’impresa: mi dice di aver esposto tale prezzo perché a essere alto è il costo del lavoro, e lui ha un margine di solo 1 €/h. Peccato che lo stesso muratore mi abbia raccontato di possedere la partita IVA: provo a calcolare il suo fatturato mensile e, supponendo che il signore lavori 9 ore/giorno per 5 giorni settimana e 4,5 settimane mese, vedo che esso ammonta € 6.682,00. Non so perché, ma credo che l’impresa-rio si tenga qualcosa di più di 1 €/h. Lo stesso vale per l’imbianchino, che invece lavora in proprio e fattura (fattura?) 6.075 €/mese che, moltiplicati per 11, fanno 66.825,00 €/anno. Non male, sono contento per lui.Un po’ meno contento sono per certi miei amici medici spe-cialisti – e sottolineo medici specialisti – che sono assunti dallo Stato quali dirigenti medici a 41.968,02 €/anno lordi. Non che io desideri che l’imbianchino o il muratore guada-gnino meno, solo mi piacerebbe il medico guadagnasse di più, così come il giovane ingegnere che, parliamoci chiaro, i 40.000 euro all’anno se li scorda (la media dei redditi, in Italia, è di poco sopra i 18.000 €/anno, e la parte del leone la fanno i dipendenti, dati ISTAT).

QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE

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In nome di una falsa uguaglianza (anche ideologizzata in un lungo periodo a cavallo degli anni settanta e ottanta da alcu-ne parti politiche) e di una certa qual “mistica dell’imprendi-tore” (che dura a mio avviso dalla metà degli anni novanta ai giorni nostri, sostenuta da altre parti politiche) si è arrivati al punto che la gran parte delle persone – dipendenti con titolo di studio spesso elevati – guadagnano meno di artigiani e lavoratori manuali, ben sostenuti dalle forti organizzazioni di categoria, di cui spesso però non possono permettersi i servizi – costano stroppo, e qui casca l’asino – creando così l’avvitamento perverso di calo di redditi e calo di mercato cui stiamo assistendo sgomenti. Sembra – ribadisco sembra, almeno nella vulgata collettiva – che il vero discrimine della vita sia “fare l’imprenditore”: se lo fai sei ricco, hai il dovere di chiedere molti soldi (esempi di idraulici dalle riparazioni stratosferiche riempiono i giornali), se invece sei un dipen-dente o un lavoratore della conoscenza, devi contribuire alla moderazione salariale, al contenimento dei costi. Il punto è che a forza di contenere i guadagni la maggioranza non riesce ad acquistare i beni e servizi prodotti dalle imprese capitanate dai ricchi imprenditori di prima (chi non ci crede si confronti con l’invenduto del mercato immobiliare), e l’economia crolla.Io credo che le cose debbano cambiare, e che prima di tutto serva un salto culturale: il lavoro, che pur sempre va rispet-tato, deve essere valutato non solo sulla base del rischio assunto o del capitale impegnato, ma anche riconoscendo il giusto onore – e la giusta retribuzione – al merito, allo studio (che è importantissimo, ce ne si dimentica troppo spesso), all’impegno e alla CAPACITA’: in caso contrario il Paese non può crescere, ma solo arretrare (ed è quello che sta facen-do), diventando periferia dell’impero in cui il muratore dice sprezzante all’ingegnere: “pagami , perché io ho lavorato con le mani, non come te che fai solo andare la lingua!”Il meccanico del film, in realtà, mi stava pure simpatico: solo non vorrei che oggi, rivisitando la scena, egli dicesse all’amico architetto: “hai ragione, che studi a fare? Vieni da me, chiediamo 50 € all’ora, fatture ne facciamo poche e poi ci compriamo il SUV!”Già, che si studia a fare?

Andrea Tagliabue

Era il 4 Ottobre del 1990 quando gli Amici del 1927 e l’Associa-zione Ex Allievi del Setificio presentavano alla città di Como un’iniziativa attesa da tempo: il Museo didattico della Seta!In un articolo de “La Provincia di Como” del Marzo 1922, infatti, erano racchiuse le fondamenta di un museo della seta, mentre il Museo come lo conosciamo oggi nacque da un secondo docu-mento di circa sessant’anni più tardi. L’idea originale parlava comunque già di una realtà che facesse conoscere i manufatti dell’arte serica “ogni giorno, ogni ora, a tutti, scolari, studiosi, fabbricanti, la migliore scuola di educazione del sentimento del bello, del vario, del grandioso”. Oggi il Museo didattico della Seta è divenuto quel “mondo storico racchiuso in una vetrina” preconizzato, già nel 1907, anche dal Prof. Pinchetti della R. Scuola di Setificio di Como: “un’ora fra le sue pareti rappre-senta alcuni secoli di vita; è un corso accelerato di cultura, accessibile a tutti”. Rispetto agli inizi sono cambiate diverse cose, il percorso didattico è decisamente migliorato, le sale hanno subito una notevole evoluzione ed i contenuti non sono più semplici documenti. Per festeggiare i primi vent’anni del Museo (1990-2010) è stata allestita una mostra illustrativa di 200 EX LIBRIS +1. Quest’ultimo creato per un augurio d’autore da GIULIANO COLLINA, con segni sottili, lunghi, disinvolti, spesso sovrapposti e incrociati, destinati a dare origine all’ “architettura” di un telaio a mano. L’incisione su rame, poi, ha carattere di grande preziosità e delicatezza.In esposizione Ex Libris delle Collezioni Edoarda Mantero Terravazzi, Gianfranco Pilloni, Guglielmo Invernizzi, Maurizio Gelpi e del Fondo exlibristico della Biblioteca Comunale di Como.

ISTE LIBER EST MEUS di Gianfranco Pilloni La prima forma di Ex libris è stata la semplice indicazione autografa di proprietà scritta sul risguardo del volume. Ma i più esigenti vollero caratterizzare con un segno più forte e rappre-sentativo il nome del titolare e nacquero, così, i cartellini eseguiti da un incisore che concepisce e realizza l’Ex libris raccogliendo e interpretando efficacemente le esigenze del committente. I primi furono stampati nei primi anni del ‘500 e fino alla fine dell’800 la loro iconografia è sostanzialmente araldica, per rap-presentare - cioè - gli stemmi familiari. Con l’arrivo, alla fine dell’ ’800 e nei primi del ’900, di un vero e proprio collezionismo, l’Ex Libris assunse un’impronta sempre più artistica, acquisendo gli stili che si succedevano nel panorama dell’arte.

Ex LIBRIS

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COwORkINGL’UffICIO è MORTO, VIVA L’UffICIOIl coworking (da "co" = insieme e "work" = lavoro) è un nuovo modo di concepire il luogo di lavoro, che prevede di svolgere attività indipendenti in un ambiente condiviso. Diversamente da un tipico ufficio, i coworker o “collavorato-ri” non lavorano per la stessa azienda, ma sono professionisti autonomi.

Nella società industriale il luogo di lavoro e il luogo della vita erano ben distinti, le fabbriche concentravano grandi masse di lavoratori, l’organizzazione del lavoro era estremamente razionale, gli strumenti per produrre erano collocati in un luogo preciso, gli operai e gli impiegati abitavano vicino all’azienda o erano costretti a muoversi ogni giorno per raggiungerla.Nella società dell’informazione e della conoscenza la maggior parte del lavoro può essere svolta con un computer, magari portatile, collegato a una rete che ti raggiunge ovunque. Il lavoro, proprio come un liquido, ha perso forma e struttu-ra, non è più collegato nel tempo e nello spazio, si espande facendosi largo nella vita di molti.Professionisti della new economy, designer, progettisti infor-matici utilizzano in larga misura gli strumenti telematici per svolgere la loro attività lavorando a casa e occasionalmente in postazioni pubbliche attrezzate per il collegamento al web. Mestieri tradizionalmente senza fissa dimora: dal giornalista, al traduttore, all’agente di commercio sono inevitabilmente connessi alla rete.L’ufficio tradizionale, che si anima dalle 9 alle 5, fatto di scri-vanie, telefoni, sedie, vasi di fiori, tanta carta e l’indispensa-bile macchinetta del caffè, non esiste più.La questione è: dove lavorare? Il lavoro nomade e quello casalingo permettono una grande flessibilità, ma hanno il limite di isolare le persone, ostacolando l’interazione con gli altri colleghi “lavoratori della conoscenza”.

Il coworking è nato negli Stati Uniti nel 2005 per iniziativa di un freelance che ha pensato di combinare la struttura e la socialità tipici dell'ufficio da posto fisso con l'indipendenza e la flessibilità del lavoro autonomo.Il coworking è dunque il punto d’incontro di professionisti che, pur lavorando in maniera indipendente, sono interessati alle sinergie che si possono creare nel momento in cui si lavora con altre persone nello stesso luogo fisico.

Una soluzione che permette sia di razionalizzare costi e risorse sia di entrare in relazione con altri professionisti; una nuova opportunità soprattutto per i giovani che non possono permettersi un locale in proprio e in un ambiente condiviso possono trarre profitto dalla contaminazione con esperienze diverse, scambiare idee e scoprire potenziali collaborazioni in tutti i campi di lavoro.

In questi ambienti di lavoro creativo, l’elemento sociale è fondamentale per moltiplicare la base di conoscenze, compe-tenze, connessioni e innovazione. L’attenzione per le persone e la collaborazione sono in primo piano, non si tratta solo di condividere un ufficio, ma di far parte di una comunità reale e virtuale.

Attualmente, la rete degli spazi di coworking è costituita da centinaia di punti diffusi in tutti i continenti, in Italia dal 2008 è attivo Cowo, nel 2010 hanno preso avvio The Hub e Toolbox.

COWOCowo Milano nasce ad aprile 2008 presso l'agenzia di comu-nicazione Monkey Business, che ha deciso di condividere la sede con scrittori, informatici consulenti, ingegneri e altri professionisti, mettendo a disposizione sei postazioni. E’ il punto di partenza del Coworking Project o Cowo, un vero e proprio franchising del coworking. CoWo mette a confronto la domanda da parte dei lavoratori desiderosi di entrare in un ufficio senza sobbarcarsi le spese di struttura con l’offerta di chi possiede mq inutilizzati e desidera metterli a disposizione del network. Gli affiliati devono osservare disposizioni precise, innanzitutto i prezzi, che restano fissi per tutti: si va dai 50 euro per un affitto di 3 giorni al mese, ai 250 per una postazione disponibile 24 ore su 24, sette giorni su sette. Ogni Cowo offre servizi analoghi ma tagliati su misura secondo la realtà in cui opera. Con questa formula il network CoWo è a oggi composto da 40 spazi diffusi in tutta Italia, spesso presenti dentro altre real-tà di ufficio che riconoscono nell'idea il potenziale, anche economico, che sta dietro l'apertura delle proprie stanze ad altri soggetti.

THE HUBThe Hub è una rete internazionale con sedi in 22 città del

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mondo, presente a Milano da marzo 2010 e prossimamente anche a Rovereto e Roma. In The Hub, “lo spazio per chi vuole cambiare il mondo”, il coworking è focalizzato all'inno-vazione sociale e alle persone che la promuovono.. Oltre allo spazio, che si sviluppa su una superficie di oltre 570 mq, usu-fruibili come open space o per l’organizzazione di meeting ed eventi, The Hub Milano mette a disposizione gli host, figure professionali, che aiutano i coworker a mettersi in relazione, sia all'interno dello spazio sia con tutti gli altri coworker che fanno parte del network. Per diventare membri di The Hub sono previste tariffe adatte a tutte le esigenze, variabili in funzione del tempo e dello spazio occupato: dai 17 euro per l’affitto di una postazione e l’uso della piattaforma online per 5 ore al mese, ai 775 euro per la locazione mensile di un Anchor Desk per 4 persone. Oltre alla connessione Internet wi-fi i servizi inclusi prevedono la presenza dello staff The Hub dalle h. 9.00 alle h. 18.00, l’accesso e utilizzo della cuci-na e anche il caffè.

TOOLBOXAd aprile 2010 è stato aperto a Torino Toolbox, il più grande spazio italiano di lavoro condiviso; una superficie di oltre 1000 m2, che contiene: una coworking area con 44 postazio-ni, una lounge dove accogliere gli ospiti con un caffè, un’area relax per lavorare sul divano o sfogliare un giornale, sale riunioni ma anche semplici corner per telefonare, un patio e una grande cucina per condividere i momenti di pausa. Toolbox è stato realizzato all’interno di un edificio industria-le che ha una storia di oltre cent’anni, utilizzando materiali ecologici e isolanti come il sughero e il caucciù. Tutta l'in-frastruttura informatica è basata su software open source.La tariffa base è di 250 euro mensili e comprende oltre all’af-fitto della scrivania attrezzata, l’utilizzo delle aree comuni: reception, lobby per incontri formali, phone box insonoriz-zati per telefonare, area relax con quotidiani e magazine, cucina attrezzata con microonde e frigorifero, bar box con caffè, bibite e snacks.Sono anche disponibili numerosi servizi aggiuntivi: mailbox per ricevere lettere e pacchi, telefono cordless con numero fisso dedicato, parcheggio interno e storage 4 mq.

Floriana Beretta

MOSTRERODINLE ORIGINI DEL GENIO (1864-1884)Legnano, Palazzo Leone da Perego (via Gilardelli, 10)20 novembre 2010 – 20 marzo 2011

SALVADOR DALI’IL SOGNO SI AVVICINAMilano, Palazzo Reale22 settembre 2010 – 30 gennaio 2011

MARCO FERRERIMilano, Triennale Design Museum6 ottobre- 30 dicembre 2010

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L'editoriale del nostro Presidente BRICIOLE AGLI INGEGNERI riportato nel Notiziario di Giugno-Luglio e i dati del Centro Studi che lo hanno ispirato mi hanno spinto a tentarne una lettura statistica che, pur lontana da qualsiasi pretesa di scientificità possa stimolare rifles-sioni più approfondite. E' noto che la media statistica è un concetto ambiguo, astratto che in realtà non esiste e che anzi può determinare conclusioni largamente fuorvianti quando semplicisticamente confusa con una media arit-metica avulsa dai criteri di dispersione dei dati. Mentire con le statistiche, dall'edizione italiana di How to lie with statistics ne fornisce vari esempi: ne ricordo uno, beffardo, di Des McHale, l'essere umano medio ha una mammella ed un testicolo.

Con questa premessa affronto il problema, scherzoso nei numeri ma serio nelle conclusioni, diciamo alla maniera di Trilussa e del suo pollo all'anno che: …. se nun entra nelle spese tue,t'entra ne la statistica lo stessoperch'è c'è un antro che ne magna due.Esaminiamo i dati sul lavoro pubblico. Lo studio del CNI ci informa che nel periodo di riferimento, i primi tre mesi del 2010 sono stati pubblicati 952 bandi di progettazione e precisamente;a) 322 gare di progettazione per un importo (arrotondato) di € 37.500.000b) 301 appalti integrati per un totale di € 3.671.600.000c) 29 project financing per € 390.000.000d) 61 concorsi di idee o di progettazione per € 1.500.000e) 239 relativi ad altri servizi di ingegneria per un importo totale di € 17.400.000Una prima perplessità sull'utilizzo statistico risiede nella disomogeneità dei dati. Mettere nella stessa padella bandi di Progettazione, Appalti Integrati e Project financing mi sembra una pesante forzatura. Oltre al fatto che già cuociono insieme polli ed elefanti, sulla natura, la qualità e la quantità degli invitati e pranzo occorre fare qualche riflessione. Rimaniamo tra i nostri dividendo fraternamente il desinare con gli architetti: in pratica i 120.000 iscritti a Inarcassa.

Chiarita la consistenza dei commensali concentriamoci sulle porzioni. Possiamo considerare equamente divise, ma

ci sarebbe da puntualizzare, le portate a),d),e) del menù, mentre i piatti b),c), più succulenti, escludono per propria natura una nostra partecipazione corale: diciamo che l'85% di b)+c) interessa appetiti collaterali e del 15% rimanente poco più di un decimo (le briciole) finirà ai colleghi.

Usciamo dalla metafora culinaria e facciamo due conti di bassa aritmetica; rimangono, su base annua, circa € 3.910 per ogni libero professionista; i bandi aggiudicati sono però circa il 50% dei pubblicati, pertanto si scende a circa € 2000 l'anno pari a, se vogliamo riferirci al tradizionale importo tariffario (ora in forzato disuso) di € 57 l'ora, a 35 ore annue di lavoro pubblico. Se ipotizziamo ora che si interessino di lavori pubblici il 20% del totale dei liberi professionisti ingegneri e architetti l'impegno annuo in questo settore sale a 175 ore e il reddito annuo(lordo) a 10.000 Euro: un po’ pochino. Al di là dei numeri la statistica ci da un'indicazione chiara: salvo le debite eccezioni non si vive di solo lavoro pubblico o, perlomeno, anche una futura consistente ripresa darà poco fiato alla categoria.

E il privato? Dall'Associazione dei Costruttori qualche dato più confortante: nel 2009 gli investimenti nelle costruzioni hanno raggiunto circa 143.000 milioni di euro. Considerando che il 10 % sia confluito ai liberi professionisti e raddoppian-done il numero per tenere conto di geometri, periti ed altre figure professionali e tolto il valore dei lavori pubblici si raggiunge nel settore privato un reddito medio (il pollo all'anno) di €/anno 49.600 molto prossimo all'importo risultante a INARCASSA e corrispondente a circa 870 ore di lavoro. E come impiegano i colleghi le altre 830 teoricamen-te disponibili? Semplice: così mi è stato riferito da più parti, a cercare lavoro, a seguire defatiganti corsi di aggiornamen-to, a pedinare i debitori, a capire i problemi del cliente, ad interpretare leggi, norme, regolamenti. Concludo queste divagazioni statistiche con la considera-zione che anche altri tipi di medie dovranno essere trattate con estrema cautela per non ritrovarsi nell'imbarazzo di qualche collega che (di polli) ne magna dieci.

Giordano Zappa

LA STATISTICA

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COMMISSIONE ENERGIA RINNOVABILE E IMPIANTI

IL PALEOTERMICO PROSSIMO VENTURO

Siamo tutti santi, poeti e navigatori ma certamente non ingegneri e tanto meno esperti di energia. Se lo fossimo, ci saremmo accorti da tempo che lo smottamento ammi-nistrativo provocato da una colata di normative (termo)tecniche in perenne divenire copre ogni altro prospettiva. Copre anche la possibilità di intercettare quell’esile ragio-namento che ci ricorda che lo scopo è risparmiare energia, e non produrre burocrazia. Qualcuno ci ha scambiato il mezzo con il fine.Leggo proprio oggi che l'Authority puntuale come le tasse ha già messo in guardia sulle forniture del gas per l'inverno. Non comprendo perchè non ci abbia messo in guardia (anche) dal fatto che:

• la politica energetica industriale non esiste;• l'unica politica energetica è quella dell'Agenzia delle

Entrate (tipo 55%); • mediamente si costruiscono ancora edifici privati troppo

poco performanti;• lo Stato per i propri ancora peggiori edifici pubblici nulla

ha fatto.

Tutte riflessioni che sono riaffiorate durante l'incontro all'Ordine con L'ENEA. Avranno pure i loro problemi di budget, di personale, di rapporto con la classe politica. Vorrei poter contare su di loro, ma mi hanno dato la netta impressione, in qualità di Ente di Ricerca, di stare dietro ai piccoli problemi, e non davanti a quelli importanti.

Mi spiego.Torniamo da un congresso in tema di Case Passive dove in quanto italiani ci siamo sentiti i termoterroni d'Europa. Se per caso ci stavamo rosolando all'ombra della brillante nor-mativa della Regione Lombardia in tema di Certificazione Energetica (da rileggere con ironia), oppure eravamo intenti a catturare i bachi del CENED con il retino delle farfalle (c'è chi fa la collezione) dobbiamo renderci conto che :

• nel resto d'Italia si fa pressapoco quel che si vuole;• qui nel nord si può ancora legittimamente costruire a 100

kWh/mq anno;• in Alto Adige non si passa oltre i 60 kWh/mq anno;• in Svizzera si sta per adottare lo standard Minergie: 42

kWh/mq anno;• in Germania sarà obbligatorio lo standard Passiv haus :

15 kWh/mq anno;• la Danimarca ha semplicemente raggiunto lo stato di

Carbon-neutral. Dove eravamo tutti quanti mentre ciò accadeva?Siamo il nord (d'Italia) che per ora ancora produce ma siamo il sud (d'Europa) per l'energia. Con chi me la prendo?La capacità di perdersi nei dettagli è magari tipica della burocrazia degli enti di ricerca ma non può esserla per gli ingegneri. Ci è stato proposto un obiettivo di risparmio del 50% quando con un foglio di excel si dimostra in trattoria che così facendo i parametri di Kyoto potremo comoda-mente raggiungerli a fine secolo. L’hanno capito anche in Polonia. E non ho ancora raccontato ai miei figli che oltre le quote latte gli lascio anche le quote Kyoto.

Non è un paese per ingegneri.

Così attrezzati, se non ci fermiamo un attimo a ripensare a cosa (non) è successo dopo la legge 10/91 non possia-mo non capire che il nostro orologio gira al contrario e che invece di avvicinarci all'Europa del 20/20/20 stiamo entrando con la forza del diritto in una nuova gloriosa era: il Paleotermico. Che emozione.

Giorgio Fontana & Maria Cristina Sioli

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GRUPPO GIOVANI INGEGNERI

Ormai sono 5 anni che a Como i corsi di ingegneria sono tenuti in lingua inglese, testi, esami e tesi compresi. Il cambia-mento era avvenuto partendo da ingegneria Gestionale e poi successivamente esteso a quella Informatica ed Ambientale. Rimanendo solo un dipartimento “staccato ” del Politecnico di Milano, la sede di Como non solo non poteva contare su un gran numero di iscrizioni come Milano, con evidenti problemi economici (strutture e professori costano e non poco), ma non sempre era in grado di offrire un differenziale competitivo dei suoi studenti, che venivano considerati dai rispettivi colleghi milanesi e dal mondo del lavoro come quelli che “cadono dal letto e sono in aula, senza far fatica”. Ecco che dunque l’introduzione della lingua inglese nei corsi di ingegneria si è rivelata una soluzione vincente per entrambi i problemi: da una parte ha permesso di ampliare il bacino di utenza richiamando gli studenti stranieri da 21 Paesi in tutto il mondo, dall’altra ha dato un elemento differenziale competitivo agli studenti italiani di Como che nel loro CV possono scrivere “Laurea in Ing. … sostenuta in lingua inglese, in un contesto internazionale”.Ovviamente il cambiamento non ha riguardato solo la lingua parlata e scritta nel complesso accademico (anche segreteria e altri uffici hanno dovuto adeguarsi), ma ha coinvolto anche tutto il contesto di Como: biblioteca, locali pubblici, supermer-cati, farmacie, banche, ecc. Puo’ sembrare banale, ma se ti fa male una parte non precisa dell’addome e 1) non sai come esprimerlo in inglese, 2) non sai se chi ti ascolta è in grado di capirlo, non è una situazione piacevole da vivere. Ecco che dunque di seguito troverete la testimonianza di Carolina, una studentessa colombiana, che ha deciso di frequentare da noi il suo master in ingegneria Ambientale. Qui ci racconta le motivazioni che l’hanno spinta a scegliere l’Italia e Como per finire il suo percorso di studi, le difficoltà che ha incontrato ed i risultati che ha raggiunto. Volutamente ho lasciato il testo originale in inglese e, grazie alla collaborazione dell’ing. Terzi, troverete anche la traduzione.

Marco Cattaneo

INGEGNERIA IN INGLESE A COMO:UN PROGETTO VINCENTE

I have been living in Italy for over a year. I came from Colombia to study a Master in Environmental and Geomatic Engineering at Politecnico di Milano, in the city of Como, where the Politecnico has decided to put three important English master programs. As any other international student, I have faced many challenges being in a foreign country. At first, to file for the residence permit, open a bank account, pay for a health insurance or even make an appointment and go to the doctor, can be very tricky if you don’t speak Italian. In this sense, Italy as other European countries, don’t have many English speakers, particularly in small cities like Como.

Understand the Italian education system can be also ano-ther challenge, especially because some of us come already with a bachelor degree and with an idea of what a Master program should be. For this adaptation, Italian students can be very helpful in showing international students how things work in the university in terms of evaluation, interaction with profes-sors and directives, among others.

There are some other things that have been very different

Vivo in Italia da poco più di un anno. Sono venuta dalla Colombia per frequentare il Master in Ingegneria Ambientale e Geomatica al Politecnico di Milano, nella città di Como, dove il Politecnico ha avviato tre importanti master in lingua inglese.

Essendo in un paese straniero ho dovuto affrontare molte sfide, come succede ad ogni studente internazionale. La procedura per l’ottenimento del permesso di soggiorno, l’apertura di un conto in banca, l’iscrizione al servizio sanitario nazionale o anche il fatto di dover fissare un appuntamento e andare dal dottore, si possono inizialmen-te rivelare molto complicati per chi non parla italiano. In questo senso in Italia, come in molte altre nazioni europee, non c’è molta gente che parla inglese (specialmente in piccole città come Como).

Anche capire come funziona il sistema di istruzione italia-no può essere altrettanto complicato, specialmente perché alcuni di noi arrivano già con una laurea di primo livello sulle spalle, e con delle aspettative su come un master dovrebbe essere svolto. In questo processo di “adattamen-to”, gli studenti italiani possono essere di grande aiuto agli

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for me respect to my home country. The bike culture, the very expensive taxis, the buying and stamping beforehand the bus and train tickets, the “packing on your own” in the supermarkets, the cinema in Italian language Original language films are usually only available in large towns where selected cinema halls have a regular programme in English – and the overwhelming burocracy to do anything (going to the post office, bank etc…).

On the other hand, Italy has many attractive and intere-sting things. Italian cuisine is a combination of regional traditions which vary from one town to the next. I have enjoyed very much the regional specialties on the restaurant menus where food is traditional. A very big part of the world’s history and art heritage is in Italy. There is an endless selection of museums and art galleries that you won’t find easily in any other country. Italy beautiful cities and landscapes are something that inspires a great deal of students to come here and study.

Academically Italy has lot to offer, but is necessary to create an international culture among the citizens, in order to make international students staying much easier, emphasizing in the benefits that this can bring in a socio-economical aspect.

Carolina Arias Munoz

studenti stranieri, mostrando loro come funzionano le cose in università: ad esempio per quanto riguarda le valutazio-ni, le interazioni con i professori e le direttive.

Ci sono state altre cose che si sono rivelate molto differenti rispetto al mio paese. Tra le altre cose mi vengono in mente la cultura della bici-cletta; il costo elevato dei taxi; il fatto di dover comprare a terra, e successivamente timbrare, i biglietti di treni e taxi; il fatto di dover mettere da soli la spesa nei sacchetti quando si va al supermercato (in Colombia abbiamo delle persone assunte appositamente per questo); la proiezione, al cinema, di film tradotti in lingua italiana - i film in lingua originale solitamente sono disponibili nelle grandi città, dove un numero selezionato di sale cinematografiche offre con regolarità un cartellone in lingua inglese; e l’infinita e opprimente burocrazia che c’è per fare qualsiasi cosa (in posta, in banca, ecc.).

Dall’altro lato, l’Italia ha molte attrattive e aspetti inte-ressanti. La cucina italiana è una combinazione delle tra-dizioni regionali che variano tra una città a quella vicina. Ho molto apprezzato le specialità regionali sulla carta dei ristoranti che offrono i piatti della tradizione. E una gran parte della storia mondiale e dell’eredità arti-stica si trova in Italia: ci sono moltissimi musei e gallerie d’arte che non si troverebbero facilmente in nessun’altra nazione. Le bellissime città e i panorami italiani sono qualcosa che ispira la miriade di studenti che viene qua per studiare.

Dal punto di vista accademico l’Italia ha molto da offrire, però è necessario creare una cultura internazionale tra i cittadini, per far sì che la permanenza degli studenti inter-nazionali sia più semplice, aumentando i benefici che ciò comporta per quanto riguarda l’aspetto socioeconomico.

Carolina Arias Munoz

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Durante il 55° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri tenutosi a Torino, è stato esposto un intervento elaborato dal Network Giovani, cioè da quell’organo del Consiglio Nazionale Ingegneri che raccoglie tutte le Commissioni Giovani dei vari Ordini d’Italia. L’intervento predisposto, è stato il frutto di confronti e scambi di opinioni durante le riunioni svolte nei precedenti mesi. L’elaborato, redatto dalla Macro Area Nord, è stato condiviso dalla maggioranza delle Commissioni Giovani Ingegneri d’Italia. Commento i punti principali dell’intervento esposto, iniziando con una domanda importante:Chi è il giovane ingegnere? È il futuro del sistema Italia e la continuità della categoria ingegneristica. La proposta del CNI sulla riforma delle pro-fessioni tratta argomenti che decidono del futuro dei giovani senza considerare le loro reali esigenze né chiedendone un’opinione. Un punto fondamentale della proposta di riforma che denuncia questa assenza di comunicazione tra i giovani e gli organi decisionali è la volontà di introdurre il tirocinio obbligatorio. Già oggi dal punto di vista dell’età l’ingegnere italiano si trova in svantaggio rispetto ai colleghi stranieri.Si deve evitare di inserire un ulteriore ostacolo all’ingresso nel mondo del lavoro. La strada del tirocinio già presente in altre professioni (medici, commercialisti, avvocati, ecc ) ha creato una gran quantità di lavoratori precari non pagati e occupati in mansioni impiegatizie frustranti e non professionalizzanti. La persona mal pagata non è spinta a dare il meglio e nessuno investe risorse in un collaboratore non motivato. In aggiunta si evidenziano alcuni ostacoli dovuti alla reperibilità di aziende e/o studi tecnici per svolgere l’attività di tirocinio per quelle specializzazioni di nicchia. Per esempio l’Ingegnere Nucleare riscontra una scarsa possibilità di svolgere il tirocinio in Italia.Altra criticità è rappresentata dall’eventuale poca disponibi-lità delle aziende e/o studi di progettazione ad accogliere i tirocinanti, in questo modo si crea un blocco per il laureato poiché non può sostenere l’esame di abilitazione alla profes-sione di ingegnere.La proposta avanzata dal Network Giovani è un approccio alternativo al tirocinio: un percorso formativo, propedeutico all’esame di stato, che s’inserisca nel programma di forma-zione continua e permanente, previsto ed in discussione con la nuova riforma. Tale percorso formativo, organizzato dagli Ordini, sarà costituito da corsi che trattino aspetti deontolo-gici, previdenziali, di tariffa, di normativa, non contemplando gli ambiti tecnici già sviluppati ampiamente all’università. Ne

consegue l’esigenza di una profonda revisione dell’esame di stato: non più mera formalità post studi universitari ma un passo di verifica dei contenuti acquisiti durante lo stesso corso propedeutico. Conoscere dettagliatamente gli aspetti deonto-logici e pertanto le responsabilità connesse allo svolgimento degli incarichi professionali, presuppone che il neo iscritto all’Ordine non svolga attività in cui non ha padronanza tecni-ca. Risulta auspicabile una collaborazione tra professionisti in modo tale che il neo iscritto può trarre un’esperienza utile per svolgere autonomamente futuri incarichi dello stesso tipo che ha svolto precedentemente con il collega.Per questo motivo credo che sia importante una collaborazio-ne tra colleghi, soprattutto oggi che l’innovazione tecnologica e le normative tecniche hanno una rapida evoluzione.Nell’intervento è stata esposta la situazione dei colleghi occu-pati in Italia. Fino a qualche anno fa la nostra laurea era la più ricercata e retribuita, i contratti a tempo indeterminato, successivi ad un periodo di formazione di qualche mese. Lo stipendio iniziale bastava per una vita decorosa e soprattutto indipendente dalla famiglia. Oggi contratti a tempo determi-nato, stage, co.co.pro. nascondono quello che è di fatto un tiro-cinio infinito che non approda mai a ruoli decisionali e impie-ghi stabili. Sono frequenti casi di colleghi che si trovano nello status di libero professionista ma lavorano senza tutele in una malcelata forma di dipendenza presso studi di progettazione o ditte. E’ chiaro che l’attività svolta da questi colleghi poco o nulla ha a che fare con la libera professione, configurandosi quello in essere come chiaro rapporto di subordinazione non regolamentato. Trattasi del cosiddetto “libero professionista economicamente dipendente”

L’analisi sopra discussa è il risultato dei sondaggi svolti all’in-terno di alcuni Ordini Ingegneri (uno di questi il Nostro) sul precariato nella libera professione di cui sono stati presentati i risultati nel precedente numero del Notiziario. Il Network Giovani ha proposto al CNI che nell’ambito della riforma delle professioni si dovrà tenere conto anche delle nuove figure professionali come l’ingegnere informatico e gestionale che trovano principalmente sbocco come dipendenti d’azienda, raramente con considerazione adeguata pur rivestendo ruoli di responsabilità.Si ritiene che il CNI affronti con decisione e trovi soluzione all’assenza di peso politico della nostra categoria. Lo dimostra l’assenza totale di membri esecutivi del governo al Nostro

55° CONGRESSO NAZIONALE DEGLI ORDINI DEGLI INGEGNERIINTERVENTO DEL NETwORk GIOVANI

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congresso e la scarsa attenzione riservataci dai mass media. Ogni assemblea di Confindustria è accompagnata dalla pre-senza delle più alte cariche politiche e da un’ampia risonanza mediatica.Il presidente del CNI, Ing. Rolando, ha risposto all’intervento del Network Giovani sottolineando che lui stesso ha dovuto fare la gavetta per ben due anni prima di iniziare la libera professione. Certamente una volta tale situazione era tollerata, in quanto gli sforzi iniziali venivano ampiamente ripagati, ora non è più così! Ce lo dimostra il sondaggio svolto sul precariato.Prosegue l’Ing. Rolando dicendo che non è possibile seguire la strada dell’assunzione, poiché dal punto di vista economico il nostro tessuto non lo permette. Contrariamente è giusto avere dei collaboratori e dare a loro una percentuale dei proventi dello studio. Sottolineo che le richieste del Network Giovani, non sono state quelle dell’assunzione dei giovani, ma di tutela-re il “libero professionista economicamente dipendente”.Le Commissioni Giovani ritengono che il rischio imprendito-riali debba essere sobbarcato dall’imprenditore e non dai suoi collaboratori. Se un committente non salda la parcella dello studio, non è corretto che ci rimettano anche i giovani proget-tisti non potendo usufruire parte dei proventi. Concludo evidenziando che il 45 % degli iscritti all’ordine è di età inferiore ai 40 anni. Noi, nuovi professionisti, siamo il futu-ro dell’ingegneria e non è possibile progettare il futuro senza la nostra opinione. Proprio per questo motivo, al Congresso Nazionale Ingegneri, abbiamo chiesto al CNI di essere adegua-tamente rappresentati a livello nazionale e vogliamo essere inoltre parte attiva nel processo decisionale.L’ingegnere rappresenta l’innovazione e la capacità di usare la conoscenza, il motore per ripartire dopo la crisi; non preservare queste risorse significa non far progredire una situazione già arretrata, e promuovere l’emigrazione dei talenti.

Mauro Volontè

INCONTRI, VISITE ED EVENTI ORGANIZZATI DAL GRUPPO GIOVANISettembre 2010Incontro sulla tragedia 11 settembre: proiezione film “Falling Man”Ottobre 2010Incontro di calcio: “Gruppo Giovani Ingegneri vs Gruppo Sportivo”

Partecipazione 1° triangolare di calcio “Scienza e Moda” (Ordine Ingegneri di Como, azienda Hugo Boss, Dottori in Chimica), 1° classificati

Organizzazione visita alla Mostra Internazionale di Architettura a Venezia

Inizio Corso di Scacchi

Visita Tecnica impianto di potabilizzazione ACSM

Il giorno 11 ottobre 2010 si è disputato a Sagnino per la prima volta il torneo di calcio ad undici chiamato “SCIENZA E MODA”, organizzato dall’azienda Hugo Boss Ticino di Coldrerio.A questa manifestazione hanno partecipato la squadra della Hugo Boss, il Gruppo Giovani Ingegneri della Provincia di Como e gli studenti (dottorandi) della Facoltà di Chimica dell’Insubria. Si sono giocati 3 tempi da 30 minuti ciascuno, con rigori in caso di pareggio alla fine del tempo regolamentare.Il torneo si è concluso con la vittoria ai rigori del Gruppo Giovani Ingegneri, con la seguente classifica:1 Gruppo Giovani Ingegneri di Como2 Studenti di Chimica3 Hugo Boss Ticino

Qui sotto la coppa che potrete vedere esposta nella nostra sede a Como. Questo è il primo torneo a cui abbiamo partecipato con la speranza che in futuro ce ne possano essere altri. Per questo motivo invito tutti i giovani Ingegneri appassonati di calcio, già iscritti e quelli che si iscriveranno in futuro, a partecipare numerosi agli allenamenti che si svolgono ogni venerdì presso il centro sportivo di Senna Comasco alle ore 21.00.Per chi volesse ulteriori informazioni per favore chieda in segreteria di Fabio Galli, referente sportivo del Gruppo Giovani.

Fabio Galli

TORNEO SCIENZA E MODA OTTOBRE 2010

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con ing. Stefano Calzolari;6) Albo specialisti: aggiornamento;7) Corso certificazione energetica: nomina della commissione d’esame;8) Chiusura della Segreteria dell’Ordi-ne in occasione delle vacanze natalizie;9) Comunicazioni del Presidente e dei Consiglieri;10) Varie ed eventuali.26 ottobre L’ing. Ajani, l’ing. Gerosa e l’ing. Marelli partecipano all’incontro in prepara-zione del convegno CasaClima, presso l’ANCE30 ottobreL’ing. Gerosa partecipa all’Assemblea dei Presidenti a Roma1 novembreL’ing. Gerosa presenzia alla premiazione del concorso “Proposte progettuali per lo sviluppo del territorio brianteo”, presso la Fiera di Monza e Brianza

ATTIVITÁ ISTITUZIONALE

7 ottobreRiunione di Consiglio con il seguente o.d.g.:1) Lettura e approvazione del verbale del 15 settembre 2010;2) Nuove iscrizioni e cancellazioni;3) Commissione Parcelle;4) QING: riunione del 16 settembre 2010 presso l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano;5) Comunicazioni del Presidente e dei Consiglieri;6) Varie ed eventuali:6a) Comune di Villa Guardia: richiesta di specialisti in strade e strutture;9 ottobreL’ing. Volontè partecipa alla riunione della Commissione Giovani Macro Area Nord, a Verona11 ottobreL’ing. Gerosa e l’ing. Marelli partecipano all’incontro per l’organizzazione della premiazione del Concorso Brianteo12 ottobre

L’ing. Gerosa partecipa alla riunione della Commissione Urbanistica della CROIL, presso il Politecnico di Milano12 e 20 ottobreL’ing. Marelli partecipa alla riunione della Consulta Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Lombardia, a Milano21 ottobreL’ing. Cantaluppi partecipa all’incontro “Drenaggio urbano sostenibile nel ciclo delle acque. Carichi idraulici, carichi inquinanti e sistemi diffusi”, presso l’Università di Brescia28 ottobreRiunione di Consiglio con il seguente o.d.g.:1) Lettura e approvazione del verbale del 7 ottobre 2010;2) Nuove iscrizioni e cancellazioni;3) Commissione Parcelle;4) FINECO: offerta di prodotti e servizi, bancari e finanziari;5) QING: programmazione incontro

OfferteLombardini 22, società ingegneria in Milano operante nel settore della pro-gettazione in ambito terziario (uffici, hotel, centri commerciali, ecc.), cerca totale di 4 progettisti e disegnatori per svi-luppo impianti elettrici e speciali. Si cerca-no persone concrete, pratiche, determi-nate, in grado di relazionarsi all’interno del team e con i clienti. Indispensabile la conoscenza dei principali strumenti informatici. Richiesta la conoscenza dell’inglese. Contatti: LOMBARDINI22 S.r.l. - via Lombardini 22 – 20143 Milano - ITOffice +39 02 36596200 - Fax +39 02 36596249 Email: [email protected] - www.lombardiniventidue.com

RichiesteBURCHIELLI STEFANOIngegnere per l'ambiente e il territorio, iscritto all'Ordine degli ingegneri della Provincia di Pistoia, prossimo al trasfe-rimento in Lombardia. In oltre dieci anni di attività ha maturato un bagaglio di esperienze e competenze nel settore ambientale in generale, e in quello idrau-lico in particolare, che vorrebbe utilizzare e mettere a disposizione in un nuovo contesto lavorativo. Curriculum sul sito www.ordingcomo.org.

FRIGERIO SIMONELaureato in ingegneria edile Tesi valu-tazioni energetiche del sistema edificio-impianto. 4 anni di esperienza come addetto alla manutenzione di impian-ti industriali e trattamento acque. Attualmente impiegato tecnico presso società di servizi per assistenza alla sicurezza nelle aree di lavoro. Curriculum sul sito www.ordingcomo.org

SPAZZALI MICHELEPerito elettrotecnico 26enne con sei anni di esperienza come disegnato-re tecnico all’interno di uno studio di progettazione di impianti elettrici. Maturato competenze in impianti civi-li, industriali, gallerie e fotovoltaici (fino a 500kW). Ottima conoscenza di AutoCad e degli applicativi specifici per la progettazione elettrica. Curriculum sul sito www.ordingcomo.org.Contatti: Via Regina Margherita n. 11 22070 Capiago Intimiano (CO) Cell: 347.7407964 email: [email protected]

Nota: l'Ordine pubblica le richieste e le offerte di collaborazione pervenute, ma non si assume alcuna responsabilità in merito al loro contenuto.

LAVORO: RIChIESTE - OffERTE

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ALBO DEGLI INGEGNERI

AGGIORNAMENTO DELL’ALBO AL 28 OTTOBRE 2010

ISCRIZIONE INGEGNERI: sezione ANUMERO ISCRIZIONE DATA ISCRIZIONE SETTORI DI APPARTENENZA INDIRIZZO RESIDENZA

COGNOME E NOME LUOGO E DATA LAUREA TEL. RESIDENZA

LUOGO E DATA NASCITA ABILITAZIONE INDIRIZZO STUDIO

CODICE fISCALE OCCUPAZIONE PARTITA IVA TEL. STUDIO fAx STUDIO

2837 A 28/10/2010 Civile e Ambientale-Industriale-Dell'Informazione 22060 FIGINO SERENZ-CO-via Marconi 20

COZZA CARLO Politecnico di Milano il 21/12/2000

Cantù il 01/12/1973 E.S. Milano 2002

CZZCRL73T01B639S 320 7873 027

2836 A 07/10/2010 Industriale 22100 COMO-CO via Solone Ambrosoli 1

OGLIAROSO AGNELLO Università Studi Napoli il 20/12/1973

Ceraso il 01/06/1943 E.S. Napoli 1974

GLRGLL43H01C485M 347 7330 686

CANCELLAZIONE INGEGNERI: sezione ANUMERO ISCRIZIONE DATA ISCRIZIONE SETTORI DI APPARTENENZA INDIRIZZO RESIDENZA

COGNOME E NOME LUOGO E DATA LAUREA TEL. RESIDENZA

LUOGO E DATA NASCITA ABILITAZIONE INDIRIZZO STUDIO

CODICE fISCALE OCCUPAZIONE PARTITA IVA TEL. STUDIO fAx STUDIO

1907 A 02/10/1997 Civile e Ambientale-Industriale-Dell'Informazione 21047 SARONNO-VA-viale J. Escrivà de Balaguer 6

VOLONTE' FRANCESCO Politecnico di Milano il 22/12/1995

Como il 02/11/1970 E.S. Milano 1996 21047 SARONNO-VA-viale J. Escrivà de Balaguer 6

VLNFNC70S02C933F

Trasferito all'Ordine di Varese il 20/09/2010

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SEGNALAZIONI

SETTEMBRE - OTTOBRE 2010

terNe collaudatori data impresa costruttrice oggetto desigNati

20.09.2010Impresa Edile Morandini Ottavio srl

Realizzazione fabbricato “A” plurifamiliare e piano interrato in Grandate (CO)

1. Ing. CARNELLI Giampiero2. Ing. MARRA Giuseppe3. Ing. SIRONI Terenzio

27.09.2010 Impresa Edile Stampini snc Costruzione di n. 4 unità residenziali in Lurago d’Erba (CO)

1. Ing. CASTELLINI Serafino2. Ing. MASCETTI Angelo3. Ing. SPADONI Roberto

27.09.2010 Impresa Edile Stampini snc Costruzione di n. 2 palazzine residenziali plurifamiliari in Lurago d’Erba (CO)

1. Ing. CATTANEO Damiano 2. Ing. MICHEROLI Antonio3. Ing. TAGLIATI Daniele

27.09.2010 Soc. IM.E.CO Spa Edificio residenziale in Carugo (CO) 1. Ing. CELUZZA Alessandro2. Ing. MOLTENI Marco3. Ing. TALON Paolo

04.10.2010 Impresa Edile Gnatta Livio Costruzione residenziale di palazzina plurifamiliare in Valmorea (CO)

1. Ing. CIANCIA Giuseppe2. Ing. MONDELLI Giuseppe3. Ing. TARANTOLA Bruno

07.10.2010 Sig. Domenico Baggioli Fabbricato residenziale in Castelmarte (CO) 1. Ing. COCCHI Romano2. Ing. MONTALTO MONELLA Giuseppe3. Ing. TETTAMANTI Enrico

18.10.2010 Impresa Arcadia Promedil srl Edifici residenziali monofamiliari in Faloppio (CO)

1. Ing. CURTONI Marco2. Ing. DE GENNARO Mauro3. Ing. TETTAMANTI Silverio

25.10.2010 Impresa Edile Bernaschina B&C snc Edificio trifamiliare con struttura portante in poroton in Rodero (CO)

1. Ing. D’ANDREA Paolo2. Ing. DE ROSE Massimiliano3. Ing. TORCHIANA Marco

segNalaZioNi Varie data impresa costruttrice oggetto desigNati

07.10.2010 Comune di Villa Guardia Richiesta nominativi di specialistiin strade e strutture

Trasmessi elenchi Albo Specialisti categorie: “Strade” e “Strutture in c.a.”

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sOMMARiO il presidenTe 3l’ordine informA 4ConVegni 4giurisprudenzA 6fisCo 8ArgomenTi 12mosTre 17

inserTom9 - a new museum for a new city

Commissioni energiA rinnoVAbile e impiAnTi 25gruppo gioVAni ingegneri 26legislAzione 30ATTiViTà isTiTuzionAle 32lAVoro: riChiesTe - offerTe 32AggiornAmenTo dell'Albo 33segnAlAzioni 34serVizi 35

direttore responsabileLuisella GarlatiComitato di redazioneGiampiero ajanimanlio cantaluppi marco cattaneoLuisella Garlatifranco GerosaLeopoldo marelli progetto graficoLavori in corsosedeVia a. Volta n. 62 - 22100 comoTelefono031/269810fax031/[email protected]://www.ordingcomo.org

il notiziario è aperto alla collaborazione di tutti gli ingegneri iscritti all’albo. gli articoli firmati esprimono il pensiero degli autori; la loro pubblicazione non implica approvazione dei giudizi espressi dagli autori e pertanto non impegna né il Consiglio dell’ordine né il gruppo redazionale. i testi e gli articoli inviati per la pubblicazio-ne non si restituiscono, anche se non pubblicati.

stampato pressoGrafica marelli s.n.c.via leonardo da Vinci, 28 - 22100 Como

in copertina e in quarta di copertina:rendering del progetto vincitore del concorso:m9 - A new museum for a new city

consiGLio DeLL’orDine DeGLi inGeGneri DeLLa ProVincia Di comopresidentedott.ing. LeoPoLDo mareLLiVice presidentedott.ing. franco Gerosasegretariodott.ing. arianna minorettiTesorieredott.ing. anDrea taGLiabue

Consiglieridott.ing. GiamPiero ajaniing.iunior feDerico bassanidott.ing. GiuLia boLLinidott.ing. manLio cantaLuPPidott.ing. LuiseLLa GarLatidott.ing. Pier GiusePPe Lozejdott.ing. GiorDano zaPPa

NOtiZiARiO ordine iNGEGNERi provincia como

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Filiali: Brenna, Bulgarograsso, Cabiate, Cadorago, Capiago Intimiano - Intimiano,Capiago Intimiano - Olmeda, Carimate, Carugo, Cermenate - Asnago, Cermenate centro, Cernobbio, Como centro, Como - Albate, Cucciago, Figino Serenza, Fino Mornasco, Lomazzo, Lurate Caccivio, Mariano Comense, Mariano Comense - Perticato, Novedrate, Olgiate Comasco, Sondrio, Vertemate con Minoprio, Villa Guardia.

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orario di apertura al pubblico della segreteria: lunedì/Venerdì ore 9,00 - 12,00il Presidente ing. Leopoldo marelli riceve:lunedì ore 11,00 (previo appuntamento) il Vice/Presidente ing. franco Gerosa riceve:lunedì ore 11,00 (previo appuntamento) il segretario ing. arianna minoretti riceve: lunedì ore 11,00 (previo appuntamento)Delegato inarcassa ing. Pier Giuseppe Lozej riceve:martedì e venerdì dalle ore 11,00 alle ore 12,00 (previo appuntamento)consulenza fiscale: dott. walter moro riceve: giovedì ore 9,00 (previo appuntamento)consulenza legale: avv. mario Lavatelli riceve:1° lunedì del mese ore 14,30 (previo appuntamento)tariffeCertificati di iscrizione € 5,20Certificati di iscrizione in bollo € 15,50duplicati tessere € 5,20tassa di liquidazione parcelleparcelle o note informative: 1,5%minimo € 100,00 per ogni pratica esaminata

iscrizione albo specialistirequisiti: 5 anni di iscrizione all’Albo (scheda sul sito www.ordingcomo.org)iscrizione negli elenchi del ministero dell’interno di cui alla L. 818/84 - prevenzione incendirequisiti: 10 anni di iscrizione all’Albo oppure 2 anni di iscrizione all’Albo e attestazione di frequenza del corso di specializzazione antincendi (fac-simile di domanda sul sito www.ordingcomo.org)iscrizione albo Provinciale dei collaudatorirequisiti: 10 anni di iscrizione all’Albo (domanda carta semplice con curriculum professionale: fac-simile di domanda sul sito www.ordingcomo.orgDimissionidomanda al presidente dell’ordine completa di dati anagrafici e fiscali: da inviare a mezzo raccomandata A.r. entro il 15 febbraio. Trascorsa tale data è obbligatorio il pagamento della quota associativa.trasferimentidomanda in bollo al presidente del nuovo ordine completa di dati anagrafici e fiscali (fac-simile di domanda sul sito www.ordingcomo.org)

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22100 ComoVia Alessandro Volta 62Telefono 031269810Telefax [email protected]

anno 18numero 116ottobre - novembre 2010Aut. Trib. Como n. 8/93 del 01/06/1993

NUMERO 116OttObRE - NOvEMbRE2010

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