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numero 6, anno XVI - ilGrilloParlante

Date post: 22-Mar-2016
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Il giornale della scuola secondaria di primo grado "Sandro Pertini" - Istituto Comprensivo Statale via Tolstoj, Desio
12
il Grillo Parlante C iao ragazzi, ben ri- trovati. Ne è passa- to di tempo dall'ultima volta! Finalmente siamo ad aprile! Ci sono alcuni che affer- mano che in questo me- se non succeda niente di speciale. Invece trovia- mo una festa nazionale che festeggiamo ogni anno: il 25 aprile anni- versario della liberazio- ne d'Italia dal regime nazifascista, avvenuta appunto il 25 aprile 1945. Convenzionalmente fu scelta questa data per- ché in quel giorno furo- no liberate Milano e To- rino mettendo fine a vent'anni di dittatura fascista e a 5 anni di guerra. Dal 1946 è con- siderata festa nazionale. Molti dei nostri nonni hanno vissuto e si ricor- dano quegli anni difficili per tutti e i nostri ci hanno raccontato cosa è successo quando si è sparsa la voce della fine della guerra. A quei tempi i paesi pic- coli come Seregno, non erano molto informati su ciò che stava avvenendo 3 5 6 9 11 Where are the teachers? La Classe Riciclona Body Worlds Ragazzi di camorra Noi siamo infinito ALL'INTERNO Attualità S i è concluso il con- corso “Disegna il logo del grillo” aperto a tutti gli alunni della scuo- la. Anche se molti di voi sanno già chi ha vinto, vi annunciamo ufficialmen- te che the winner is … Chiara Siracusa della classe 2^B. La redazione ha valutato tutti i disegni pervenuti e su 26 giornalisti presenti ben 19 hanno votato per lei: un gran trionfo! Chiara ha vinto un abbo- namento gratuito al Gril- lo parlante fino alla fine dell'anno e inoltre ha ri- cevuto un attestato di merito. Qui sopra potete ammira- re il suo capolavoro! S. Cannarozzi, 2^B N on vi é mai capitato di non capire chi siete oppure di essere convinti di non apparte- nere a questo mondo? A me sì! Alla nostra età è molto frequente avere "crisi d'identità" perché non ci siamo ancora completamente formati e abbiamo bisogno di fare nuove esperienze o di accettare sfide peri- colose per conoscerci un po' meglio: in questo modo spesso ci avvicinia- mo agli amici e ci allon- taniamo dai genitori. Vogliamo fare sempre di più ed alcune volte è per questo che non andiamo d'accordo con mamma e papà. Secondo me questa esi- genza di indipendenza e di allontanarsi il più pos- sibile da quello che ci consigliano gli adulti ci aiuta a crescere e a ca- (continua a pagina 3) IO NON SO CHI SONO IO La Liberazione … ieri e oggi Anno XVI, numero 6 - 9 aprile 2013 Istituto Comprensivo Statale via Tolstoj scuola dell’Infanzia - Primaria - Secondaria di 1°g Desio (continua a pagina 2) HABEMUS “LOGUM”
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Page 1: numero 6, anno XVI - ilGrilloParlante

pagina 1 i l Gr i l lo Parlante Scuo la del l ’ Infanzia, Pr imaria & Secondar ia 1°

il Grillo Parlante

C iao ragazzi, ben ri-

trovati. Ne è passa-

to di tempo dall'ultima

volta! Finalmente siamo

ad aprile!

Ci sono alcuni che affer-

mano che in questo me-

se non succeda niente di

speciale. Invece trovia-

mo una festa nazionale

che festeggiamo ogni

anno: il 25 aprile anni-

versario della liberazio-

ne d'Italia dal regime

nazifascista, avvenuta

appunto il 25 aprile

1945.

Convenzionalmente fu

scelta questa data per-

ché in quel giorno furo-

no liberate Milano e To-

rino mettendo fine a

vent'anni di dittatura

fascista e a 5 anni di

guerra. Dal 1946 è con-

siderata festa nazionale.

Molti dei nostri nonni

hanno vissuto e si ricor-

dano quegli anni difficili

per tutti e i nostri ci

hanno raccontato cosa è

successo quando si è

sparsa la voce della fine

della guerra.

A quei tempi i paesi pic-

coli come Seregno, non

erano molto informati su

ciò che stava avvenendo

(Continua a pagina 2)

3

5

6

9

11

Where are the teachers?

La Classe Riciclona

Body Worlds

Ragazzi di camorra

Noi siamo infinito

ALL'INTERNO

Attualità

S i è concluso il con-

corso “Disegna il

logo del grillo” aperto a

tutti gli alunni della scuo-

la. Anche se molti di voi

sanno già chi ha vinto, vi

annunciamo ufficialmen-

te che the winner is …

Chiara Siracusa della

classe 2^B.

La redazione ha valutato

tutti i disegni pervenuti e

su 26 giornalisti presenti

ben 19 hanno votato per

lei: un gran trionfo!

Chiara ha vinto un abbo-

namento gratuito al Gril-

lo parlante fino alla fine

dell'anno e inoltre ha ri-

cevuto un attestato di

merito.

Qui sopra potete ammira-

re il suo capolavoro!

S. Cannarozzi, 2^B

N on vi é mai capitato di non capire chi

siete oppure di essere convinti di non apparte-nere a questo mondo? A me sì! Alla nostra età è molto frequente avere "crisi d'identità" perché non ci siamo ancora completamente formati e abbiamo bisogno di fare nuove esperienze o di accettare sfide peri-colose per conoscerci un po' meglio: in questo modo spesso ci avvicinia-mo agli amici e ci allon-taniamo dai genitori. Vogliamo fare sempre di più ed alcune volte è per questo che non andiamo d'accordo con mamma e papà. Secondo me questa esi-genza di indipendenza e di allontanarsi il più pos-sibile da quello che ci consigliano gli adulti ci aiuta a crescere e a ca-

(continua a pagina 3)

IO NON SO CHI SONO IO

La Liberazione …

ieri e oggi

Anno XVI, numero 6 - 9 aprile 2013

Istituto Comprensivo Statale via Tolstoj

scuola dell’Infanzia - Primaria - Secondaria di 1°g

Desio

(continua a pagina 2)

HABEMUS

“LOGUM”

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pagina 2 i l Gr i l lo Parlante Is t i tuto Comprensivo Stata le v ia Tolstoj - Desio

scuola DALLA SCUOLA dalla scuola DALLA SCUOLA dalla scuola DALLA SCUOLA dalla scuola DALLA SCUOLA dalla

D ESIO siCURA è un'iniziativa

finalizzata alla progettazione di

un'area verde a Desio.

Questa attività è stata proposta lo

scorso anno scolastico alle classi 2^A

-B-C-D (ora 3^A-B-C-D) dal profes-

sor Como: in 5 incontri, noi alunni,

dovevamo progettare un'area per ra-

gazzi, ma … ci serviva un'idea … che

cosa avevamo bisogno che non esiste-

va a Desio?

Abbiamo a lungo discusso sulle atti-

vità che pratichiamo, come ci

"spostiamo" all'interno della città:

abbiamo compreso che per avere una

città sicura è necessario conoscere le

regole stradali..ecco! Avremmo rea-

lizzato uno spazio dove imparare ad

utilizzare il codice stradale!

Negli incontri successivi, dividendoci

in gruppi, abbiamo “disegnato” un

ipotetico percorso che nel mese di

maggio è stato realizzato nel giardino

della nostra scuola e "sperimentato"

dagli studenti delle medie e dai bam-

bini delle elementari.

Successivamente il nostro progetto è

stato consegnato al consiglio comuna-

le di Desio che, dopo un'attenta anali-

si , l'ha trovato originale e .... realizza-

bile; è stato così individuato uno spa-

zio verde nel quale realizzare un vero

campo scuola.

Per questo ci è stato proposto di con-

tinuare l'attività dello scorso anno:

alcuni alunni "volontari", in ore extra-

scolastiche, visioneranno lo spazio

verde e progetteranno il "campo scuo-

la".

L'area verde identificata dal Consiglio

Comunale si trova in Via Agnesi, nel-

le vicinanze della piscina di Desio, ed

è proprio qui che i nostri compagni si

recheranno per effettuare un primo

sopralluogo. Nei prossimi incontri

definiranno il progetto che poi faran-

no pervenire in comune per la sua

realizzazione.

È un lavoro faticoso e impegnativo,

ma sappiamo che i nostri amici riusci-

ranno a portarlo a termine con succes-

so!

Arosio C. & Zazzarini A., 3^D

DESIO siCURA: La scuola su due ruote

a livello nazionale e di conse-

guenza non ci furono grandi fe-

steggiamenti, le persone che la-

sciavano il lavoro e uscivano in

strada per vedere i carri che an-

nunciavano la fine della guerra

non erano molte inoltre, in quel

periodo, non si usava festeggiare

in grande stile anche per la men-

talità delle persone, ad esempio

gli uomini non lasciavano traspa-

rire le loro emozioni.

I carri erano uno o due, rozzi e

spogli, presi in prestito da conta-

dini, con sopra pochi soldati.

Invece nelle grandi città, le piaz-

ze erano piene di gente che

sventolavano bandiere e innalza-

vano cartelli e i soldati sfilavano

su macchine e camion e faceva-

no il giro di tutta la città.

Oggi questa festa non è conside-

rata tanto quanto dovrebbe es-

serlo, non tutti ci ricordiamo che

il 25 aprile 1945 i Partigiani, sup-

portati dagli Alleati, entrarono

vittoriosi nelle principali città ita-

liane, mettendo fine al tragico

periodo di lutti e rovine e dando

così il via al processo di libera-

zione dell'Italia dall'oppressione

fascista.

Certo ancor oggi, ogni 25 aprile,

ci sono cortei ai quali, però, pre-

senziano solitamente le autorità

del nostro Paese, ma i ragazzi e i

lavoratori non si interessano più

a questa ricorrenza fondamenta-

le per la nostra storia.

Nel caso alcuni di voi non si fos-

sero mai interessati agli avveni-

menti del 25 aprile, speriamo di

avervi fatto capire che è impor-

tante non dimenticare tutti i sa-

crifici che le persone che hanno

vissuto la guerra hanno compiuto

per arrivare alla pace, persone

diverse che avevano in comune

la volontà di lottare, ognuno con

i propri mezzi, per ottenere in

patria la democrazia e il rispetto

della libertà individuale e l'ugua-

glianza.

Qualche anno dopo, da queste

idee di democrazia e libertà, è

nata la Costituzione Italiana.

Elisa C. 3^E & Giulia L. 3^D

(Continua da pagina 1)

La Liberazione … ieri e oggi

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pagina 3 i l Gr i l lo Parlante Scuo la del l ’ Infanzia, Pr imaria & Secondar ia 1°

pire i nostri punti deboli e forti e, anche se ogni tanto falliamo, ci fa bene sbagliare per non ripetere i nostri errori!!! Nell'adolescenza, però, oltre ai litigi con i genitori, sono frequenti anche i litigi con gli amici, che sono per noi ancora più sconvolgenti ... È proprio in questi momenti che ci sentiamo insignificanti e abbandonati (sia dai ge-nitori che non ci capiscono, sia dagli amici con cui ab-biamo chiuso): è allora che il nostro punto di vista sul mondo cambia! Ci sembra che chi sta in compagnia di coetanei non rie-sca a pensare con la propria testa e si lasci trasportare dalla corrente. Noi invece dobbiamo decidere da soli perché non abbiamo nessun altro intorno che ci possa consigliare, le nostre scelte dipendono solamente da noi: sono queste situazioni che ci fanno capire chi siamo veramente, ci fanno crescere e ci fanno prendere la no-

stra strada. Io, infatti, immagino la vita come un intricato reticolato di strade: più o meno fino a 12 anni il percorso è dritto e senza deviazioni, ma quando comincia l'adolescenza le vie iniziano a diramarsi e dobbiamo scegliere il cammino della nostra vita. Poi, quando si è adulti, è più difficile tornare indietro e cambiare la scelta che abbiamo compiuto, per riuscire a farlo occorrono tantissime energie. Quindi io auguro a tutti voi di saper riconoscere la vo-stra strada e di arrivarci con la vostra testa! Non vi sto consigliando di litigare con gli amici per fare la scelta giusta, voglio solo dire che secondo me ogni tanto è uti-le staccarci da quello che ci circonda e modificare il nostro punto di vista. Vi servirà per verificare se ciò che state facendo è pro-prio quello che desiderate oppure se preferite cambiare direzione e seguire un'altra strada per il vostro futuro!!!

M. Burgio, 2^A

(Continua da pagina 1)

scuola DALLA SCUOLA dalla scuola DALLA SCUOLA dalla scuola DALLA SCUOLA dalla scuola DALLA SCUOLA dalla

E hi ragazzi! Il Grillo ha pensato di proporvi una

fantastica storia a puntate. Sapete che qualche anno fa è accaduto un evento misterioso che ha sconvolto la nostra scuola?... No!?! Leggete questo e il prossimo emozionan-te capitolo.

1^Capitolo

Era il 12-12-1993. Un normale

giorno di scuola alle Pertini.

Pioveva a dirotto, il vento soffia-

va impetuoso sui tetti.

Tutti gli alunni erano nelle aule,

pronti per iniziare le lezioni.

Gli insegnanti si stavano avviando

verso le chiassose classi che li

attendevano per cominciare chi

una noiosa chi una interessante

spiegazione.

Era passato un quarto d'ora dal

suono della campanella che aveva

confinato gli studenti nei loro

banchi e nell'edificio regnava un

silenzio assoluto interrotto solo

dal vociare dei professori impe-

gnati nelle loro lezioni.

Solo dall'aula del laboratorio

d'inglese usciva il chiasso di voci

non ancora “zittite” da un inse-

gnante.

Il prof Giampaglia, dall'udito fi-

no, si accorse dell'anomalia e si

precipitò nella classe a fianco

per ristabilire il silenzio.

-Allora ragazzi!- urlò severo-

Cos'è questo rumore?!- trovò

inaspettatamente la classe sco-

perta, nessun professore!

-Dov'è il professor Casuccio?

Non dovrebbe essere con voi?!-

-Non è ancora arrivato!- rispose-

ro i ragazzi in coro.

-Uhm..- disse il professor Giam-

paglia pensieroso e preoccupato.

- Aspettatemi, vado a cercarlo in

sala insegnanti, cercate di stare

tranquilli, eh!-

E si avventurò per i corridoi del-

la scuola.

Nel frattempo nella classe, l'agi-

tazione e il caos regnavano. Ad

un tratto, però, dall'altoparlante

si sentì la voce allarmata della

preside che chiamava tutti gli

alunni nel grande auditorium del-

la scuola: i gruppi classe con i

rispettivi insegnanti vi si recaro-

no, ad eccezione delle classi dei

prof. Casuccio e Giampaglia che

arrivarono incustodite.

La preside, vedendo entrare le

classi senza professori, chiese

spiegazioni. Nessuno seppe dare

una risposta, nessuno aveva più

visto il prof. Giampaglia dopo che

si era recato ad avvisare della

sparizione del professor Casuc-

cio.

Era avvenuta una seconda spari-

zione, la scuola era in allarme:

ciò non permetteva ai ragazzi di

fare lezione! Ma non era finita,

altri insegnanti scomparvero e

tutti i ragazzi vennero mandati a

casa fino a quando non si fosse

trovata soluzione al mistero dei

professori scomparsi.

D'Onofrio S., Bellesia A., 3^D

& Cattazzo G., 3^E

Where are the teachers?

IO NON SO CHI SONO IO

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scuola DALLA SCUOLA dalla scuola DALLA SCUOLA dalla scuola DALLA SCUOLA dalla scuola DALLA SCUOLA dalla

V i è capitato di vedere la

vostra immagine riflessa allo

specchio e pensare: “Oddio! Che

brutta, che grassa!”? Non

preoccupatevi.. capita a tutte,

soprattutto nell'età adolescenziale,

ovviamente se non diventa una

ossessione. Se, invece, dovesse

accadere le conseguenze

potrebbero essere gravi.....

anoressia.

Non mangiando, infatti, il nostro

stomaco si rimpicciolisce e, poco alla

volta, diventa faticoso persino

assumere un bicchiere d'acqua o

mangiare un semplice frutto, e chi

soffre di questa malattia quando

mangia viene preso dal rimorso e si

“provoca il vomito”, con un

successivo danneggiamento delle

papille gustative.

Quindi ragazze, se avete qualche

chiletto in più non demoralizzatevi e

soprattutto, non preoccupatevi

eccessivamente! Siate “in pace “ con

il vostro corpo, se volete dimagrire

giusto un po' basta una dieta

equilibrata (eliminando i dolci, per

esempio) e il giusto esercizio fisico!

Ovviamente non allo sfinimento, non

esagerate, una passeggiata di

almeno mezz'ora al giorno, per

esempio, brucia più di 200 kcal. ,

oppure praticate uno sport almeno

due ore a settimana, vi divertirete,

potrete fare nuove amicizie e …

naturalmente, il vostro fisico

migliorerà!

La cosa più importante è non

cercare di seguire una dieta ferrea

”fai da te”, come quelle che si

trovano su Internet. Se avete

veramente bisogno di una dieta

consultate uno specialista, come un

dietologo o un nutrizionista, loro

sapranno cosa consigliarvi.

Sappiate solo che l'anoressia è una

grave malattia e non è facile

uscirne. Se volete una prova vi

consigliamo di leggere “Winter

Girls, si tratta di un libro in cui si

parla della storia di due amiche, Lia

e Cassie, che in terza media

decidono di sfidarsi a chi diventa

più magra. Purtroppo a 16 anni

Cassie muore e Lia si trova da sola

nel pieno vortice dell'anoressia e,

pur essendo stata ricoverata in

varie cliniche di riabilitazione, non

riesce ad uscire da questa malattia,

che lei non considera tale; vuole

dimostrare a se stessa di essere

“più forte” del cibo, ed è convinta

che riuscirà a vincere la famosa

sfida.

Pensiamo che questo libro, a volte

un po' “crudo” in alcune descrizioni

vi farà capire molte cose, aprire gli

occhi verso nuove realtà, vi farà

entrare nella testa di Lia, nei

pensieri di una ragazza ossessionata

dal proprio corpo.

Purtroppo sappiamo che oggi vi sono

molte ragazze come Lia e speriamo

che, leggendo questo libro, possano

capire quanto è dura questa realtà e

che la presa di coscienza le aiuti ad

evitare di entrare in questo

“vortice”.

A. Bellesia & G. Sironi- 3^D

Aiuto … mi vedo grassa!

N el giorno della consegna delle schede di valutazione

avrete sicuramente ammirato i plastici che rappre-

sentavano il giardino d'ingresso della nostra scuola, espo-

sti nel corridoio dell'ammezzato. La sfida si svolgeva tra i

modellini realizzati dai vari gruppi delle classi seconde.

Tutto è iniziato qualche mese fa con una serie di ricerche

sul clima, l'ambiente e il terreno, le piante, i materiali per

le recinzioni e i vari arredamenti da giardino. Ci siamo

incontrati più volte in biblioteca, dove abbiamo comincia-

to a costruire la scuola, a posizionare tutti gli elementi

decorativi e a redigere i diari di bordo.

All'esposizione sui tavoli, accanto ai plastici, c'erano la

presentazione dei lavori, gli schizzi con i rilievi, le nostre

ricerche preliminari e il numero di riconoscimento per

consentire ai visitatori di votare per esprimere la loro pre-

ferenza.

Io, Ambra e Matteo nel nostro giardino abbiamo messo

muschio finto, sabbia e anche un cancelletto che si può

aprire, oltre a una graziosa fontanella rossa, che ricorda

molto le fontane d'un tempo, e anche lampade da giardino

molto moderne, in modo da offrire un bel contrasto tra il

vecchio e il nuovo.

Il plastico di Francesco, Gabriele e Matteo di 2^ C è stato

giudicato il più bello, il più originale e il meglio realizza-

to, mentre quello di Davide Marone, Matteo, Riccardo e

Stefano di 2^B è stato ritenuto quello più fattibile.

Complimenti a tutti i vincitori!

A. Chelariu, 2^A

L’erba del vicino ...

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scuola DALLA SCUOLA dalla scuola DALLA SCUOLA dalla scuola DALLA SCUOLA dalla scuola DALLA SCUOLA dalla

C ome ben sapete, nella nostra

scuola da anni gli alunni parteci-

pano al concorso “Classe Riciclona”,

che consiste nel tenere pulita e ordi-

nata la classe, riciclare i rifiuti e fare

la raccolta dei tappi.

I tappi sono destinati al centro disabili

“SPAZIO APERTO” di Seregno: il

ricavato della vendita dei nostri tappi

consente la realizzazione di bombo-

niere o vetri da parte di persone meno

abili, si tratta quindi di una sorta di

lavoro protetto.

Tutti i mercoledì in tutte le aule pas-

sano due ragazzi di 2^ B a ritirare la

spazzatura e a controllare le classi.

Proprio a loro, Giacomo La Rosa e

Manuel Fava, ho rivolto alcune do-

mande in merito a questa attività.

1. Che cosa pensate quando vedete

una classe molto sporca? Quale sarà

la “punizione” per gli alunni?

Pensiamo che i ragazzi della classe

esaminata non abbiano rispetto per

l'ambiente e che i danni provocati

ricadano anche su loro stessi. Per

“punizione” non puliamo la loro aula

e leviamo loro dei punti.

2. Qual è la classe che vi ha colpito di

più per ordine e igiene?

La classe che ci ha colpito per la sua

igiene è la prima A perché, pur essen-

do appunto una prima, composta

quindi da allievi che non hanno mai

differenziato in questa scuola, riesce a

separare nel modo più corretto i rifiuti

e a tenere in ordine l'ambiente.

3. Vi siete divertiti nell'eseguire il

vostro compito?

Questo lavoro ci ha molto divertito,

ma ci siamo anche stancati dal punto

di vista fisico, anche per questo ci

hanno dato un mese di pausa.

Ecco quindi la tabella con i risultati

del concorso:

Che dire quindi … tenete d'occhio la

vostra classe e cercate di guadagnare

posti in classifica!!!

S. Cannarozzi, 2^B

Classe Riciclona

classe n° tappi

3^D 141.495

3^A 28.834

1^C 23.290

1^D 16.157

3^B 12.456

2^B 7.128

1^A 6.325

classe Pulita & Ordinata

1^D

3^C

3^E

N ella nostra città di Desio ci sono

vari oratori. Tanti ragazzi e ra-

gazze li frequentano per il catechi-

smo, altri per gli allenamenti di calcio

e per divertirsi con il loro coetanei,

perché in realtà gli oratori sono aperti

a tutti.

S. PIETRO E PAOLO - Io, pur non

avendo frequentato il catechismo, mi

sono avvicinata a questo oratorio per

stare con alcune mie amiche e mi so-

no trovata bene e ho stretto nuove

amicizie. Ho potuto constatare che è

un punto di ritrovo utile, dove si gioca

a calcio, pallavolo, basket e vi si alle-

nano anche delle squadre di calcio. Ci

sono anche un barettino, dove si può

giocare a carte, e attrezzature per i più

piccoli. Ho frequentato anche l'orato-

rio feriale di Muggiò, che mi ha dato

la possibilità di non stare da sola e di

non annoiarmi durante le vacanze, ma

di avere un posto sicuro e organizzato

dove trascorrere le giornate, mentre i

miei genitori lavoravano.

SAN GIOVANNI BATTISTA - Io ho

frequentato questo oratorio da quando

avevo 7-8 anni per il catechismo, per

il calcio e anche durante l'estate per il

cosiddetto oratorio feriale, che dà la

possibilità di trascorrere le giornate di

vacanza in compagnia e impegnati in

varie attività. Ad esempio il mio ora-

torio organizza laboratori di disegno,

cucina, sport vari, teatro ecc., dove ci

si diverte e si fanno dei giochi. Inoltre

una parte della giornata è dedicata ai

compiti. Tutto questo funziona grazie

alla collaborazione di ragazzi più

grandi che svolgono il ruolo di anima-

tori e si prendono cura dei più piccoli,

dai sette ai quattordici anni. Personal-

mente ho fatto un sacco di amicizie,

l'oratorio per me è come una seconda

casa. Si incontrano ragazzi e ragazze

che giocano a biliardino, biliardo,

ping pong, ice hockey, calcio e palla-

volo. Sono presenti anche qui squadre

di calcio. La struttura offre anche una

sala giochi, un bar e un salone adibito

a refettorio. Io continuo a frequentarlo

anche dopo la cresima e forse mi ren-

derò disponibile per fare a mia volta

l'animatore.

D. Dessì, 2^B & E. Catena, 2^ C

Ci vediamo all’oratorio

Il Gillo Parlante sostiene progetti

in Camerun

Il Gillo Parlante sostiene progetti

in Camerun

Il Gillo Parlante sostiene progetti

in Camerun

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& oltre DESIO & OLTRE desio & oltre DESIO & OLTRE desio & oltre DESIO & OLTRE desio & oltre DESIO & OLTRE desio

L a primavera è ormai iniziata, le

giornate si allungano e la natura

inizia a germogliare. Con l’arrivo di

questa stagione, noi ragazzi, con i

nostri amici e famigliari, desideriamo

trascorrere parte del nostro tempo

libero a contatto con la natura o

semplicemente all’aria aperta.

Per evitare di recarsi sempre nello

stesso posto, vorrei segnalarvi alcuni

“tesori” presenti sul nostro territorio.

Beh, lo sanno tutti che a Desio non

sono presenti molti luoghi da visitare

però … abitiamo vicino a una bella

città: Monza!

Monza è una città ricca di monumenti

da visitare e in cui è possibile

trascorrere piacevolmente parte del

proprio tempo. Appena arriviamo in

questa città, rimaniamo subito colpiti

dall’imponenza della Villa Reale; un

palazzo in stile neoclassico che fu

usato prima dai reali austriaci e poi da

quelli italiani come residenza, ora

utilizzata per mostre ed esposizioni.

Quando ho visitato questa reggia sono

rimasta meravigliata dalla vastità

delle stanze, dagli imponenti

lampadari e da tutto l’arredamento

delle singole camere: non volevo più

uscire perché mi sentivo una

principessa!

Dopo una buona ed interessante

“lezione” di arte ma anche di storia,vi

potete fermare al parco di Monza, in

passato una riserva di caccia, proprio

accanto alla Villa Reale: qui è

possibile noleggiare biciclette,

tandem e risciò, i ragazzi che non

desiderano sentirsi ne’ principi ne' re

ma calciatori o atleti, trovano il luogo

ideale!

A pochi minuti dalla Villa Reale e

confinante con il Parco di Monza si

trova la Chiesa di Santa Maria delle

Grazie, famosa perché qui furono

inviati da padre Cristoforo Renzo e

Lucia, i protagonisti de “I promessi

Sposi”!

Da questa piccola chiesa potrete

“passare” alla grandiosità del Duomo

di Monza ed ammirare la corona della

regina Teodolinda, nella quale,

secondo la tradizione, è contenuto

uno dei chiodi usati per la

crocifissione di Gesù. Questa non è

l’unica meraviglia, guardatevi intorno

e prestate attenzione anche ai dipinti e

agli affreschi...

E per concludere ... dopo la bella

visita culturale, artistica, storica

potete passeggiare per il centro, sul

ponte dei Leoni, davanti

all’Arengario (sede di mostre),

curiosare tra le vetrine e fermarvi in

una gelateria o pasticceria per

concludere in “dolcezza” un bel

pomeriggio con amici e famigliari!!!!

Arosio C. 3^D

“Una gita fuori porta”

B ody Worlds è una mostra che si è tenuta fino a lunedì 18 febbraio

alla “Fabbrica del vapore” a Milano. Si è trattato di un'esposizione unica, molto particolare e insolita che ha richiamato una grande folla di persone, ma ha anche suscitato numerose critiche. Mostra organi, apparati e corpi umani che sono stati donati alla scienza da 13.000 persone in tutto il mondo, persone consapevoli della loro scelta, anche se eticamente la nostra società non è d'accordo nel manipolare, tagliare ed esporre cadaveri. Questi, infatti, hanno subito un lungo e complicato processo che ha bloccato la decomposizione ed è riuscito a mantenere i colori inalterati e attraverso il quale i tessuti sono stati sostituiti con polimeri di silicone (plastinazione). I corpi sono stati esposti in particolari

posizioni e/o situazioni, per permetterci di capire com'è il nostro corpo in quei momenti: ad esempio una donna incinta, una persona a cavallo, un giocatore di poker o di basket. Inoltre sono stati messi a confronto gli stessi organi di persone diverse: un malato con un uomo sano, un atleta con un non sportivo, un obeso con un normopeso, un drogato con uno che non ha mai fatto uso di stupefacenti. Le differenze sono notevoli, quindi ci spingono a riflettere sui danni che alcuni nostri comportamenti scorretti o a rischio possono provocarci e ci rende più consapevoli delle nostre scelte, secondo il principio che prevenire è meglio che curare!!! Secondo Hagens, l’ideatore dell’evento, la mostra è un viaggio attraverso il corpo dove possiamo trovare tante informazioni sull'anatomia umana, soddisfare curiosità che avevamo fin da bambini e scoprire ciò che non vediamo.

La maggior parte dei visitatori è rimasta soddisfatta perché la mostra ha presentato non solo un carattere scientifico, in particolare legato all'anatomia, ma anche artistico e creativo per le posture dei corpi. Una minoranza ha criticato questa iniziativa rifiutando il fatto che corpi di persone morte non siano seppelliti, ma manipolati e utilizzati come oggetti da esposizione, quasi fossero delle merci. Secondo noi è stata un'esposizione molto istruttiva e interessante perché quando ci si conosce interiormente e si sa come si è dentro, si sta meglio, si può curare e trattare il proprio corpo con più consapevolezza. Poi il fatto che si espongano corpi veri è del tutto una novità che bisogna accogliere con curiosità e non allontanare semplicemente perché fuori dai nostri principi e dalle nostre tradizioni!!!

M. Burgio, 2^ A & E. Cottini, 2^ C

BODY WORLDS

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& oltre DESIO &OLTRE desio & oltre DESIO & OLTRE desio & oltre DESIO & OLTRE desio & oltre DESIO &OLTRE desio

T ra noi adolescenti sono mol-

to in voga i social network

e, la moda attuale, è stata fino

ad ora quella di avere un profilo

Facebook. Alcuni di noi, però,

hanno incominciato a dare sfogo

alle proprie emozioni su Twitter,

il social network caratterizzato

dal fantastico uccellino azzurro!

Twitter è una piattaforma in cui

condividere le proprie opinioni in

modo più libero rispetto a

"FacciaLibro"... con un limite:

tutto in soli 140 caratteri.

Questo social network ci per-

mette anche di sentirci più vicini

ai nostri idoli, infatti numerose

celebrità "cinguettano" frequen-

temente dai loro profili, ma co-

me riconoscerli? Ogni loro

account è verificato, cioè ha una

spunta azzurra e bianca di fianco

al nome. Twitter non è solo un

luogo dove "entriamo" in contat-

to con le celebrità, è anche un

luogo dove si possono fare vere

amicizie con persone che condi-

vidono le nostre stesse passioni;

per esempio, noi twitteriane ab-

biamo conosciuto ragazze con cui

abbiamo stretto un forte legame

di amicizia, ci sentiamo quasi

tutti i giorni con le nostre

"twittamiche" attraverso mes-

saggi diretti (dm), cioè delle

chat private, o semplicemente

twittando. Per alcuni di voi potrà

sembrare incosciente fare ami-

cizie con account virtuali, ma

twitter è un social sicuro e senza

pericoli.

Pensiamo sia un "luogo" nel quale

non veniamo giudicate per il no-

stro aspetto fisico, infatti, a

differenza di Facebook, gli uten-

ti non sono obbligati a pubblicare

le loro foto, ma semplicemente

ad esprimere i loro stati d'ani-

mo.

Bellesia A. 3^D & Cattazzo G. 3^E

The power of

Per aiutarvi a orientarvi nel mondo di twitter, ecco a voi il ...

VOCABOLARIO DI TWITTER! Tweet: "cinguettio" tradotto letteralmente, è un breve messaggio di 140 caratteri Ritwittare (RT): ripubblicare i cinguettii di altri account sul nostro profilo Following: persone che "segui" su twitter Follower: persone che ti "seguono" Preferiti (*): è un po' come il 'mi piace' di faccia-

libro, solo che qui i tweet vengono aggiunti tra i preferiti (favorites) Messaggi Diretti (dm): sono delle chat private dove si può chattare solo con chi ti segue a vicen-da Hastag/Tendenza (#): sono parole precedute dal cancelletto '#' le più twittate entrano nelle ten-denze mondiali, vi sono poi tendenze tra stati (Italia, Inghilterra, Francia etc.)

ARIETE

Il vostro pianeta è

Marte, l'elemento il

fuoco, il colore che vi

dona è il rosso, la pietra portafortuna è il rubino,

il metallo è il ferro.

Siete molto creativi e

originali, coraggiosi e

amanti del rischio.

Avete la stoffa del capo

e, quando dovete dire

qualcosa, tutti gli occhi

sono puntati su di voi. Vi

piace dirigere tutti i

lavori sopratutto quelli

difficili, anche se spesso

abbandonate quello che

state facendo.

Vi piace essere i migliori

in tutto e non ammettete

sconfitte.

A. Chelariu, 2^ A

OROSCOPO

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pagina 8 i l Gr i l lo Parlante Is t i tuto Comprensivo Stata le v ia Tolstoj - Desio

cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA

“L'amore rende felici e riempie il cuore, non rompe le costole e non lascia lividi sulla faccia“ sono queste le

parole con cui si conclude il monologo di Luciana Littiz-

zetto a Sanremo 2013.

Il tema centrale di questo discorso è il femminicidio.

Con questo termine si indicano le violenze e gli omicidi

compiuti dagli uomini ai danni delle donne: sono 120 le

donne uccise in Italia nel 2012 e molte sono state le

manifestazioni di donne e uomini scesi in piazza per

dire, come noi, un sonoro NO al femminicidio. Ricordia-

mo ad esempio il flashmob organizzato davanti a Mon-

tecitorio in cui numerose donne mostravano dei cartel-

li, ognuno dei quali portava il nome di una donna uccisa

nel 2012, non da sconosciuti, ma da parenti, compagni e

addirittura mariti; persone che queste innocenti vitti-

me amavano, in cui riponevano o avevano riposto la loro

fiducia.

Anche noi, semplici teenager, abbiamo un'opinione ri-

guardo a queste crudeltà; pensiamo che debbano finire

al più presto e che lo Stato debba dare a noi ragazze e

donne gli strumenti per difenderci e prevenire questi

delitti. Non ci sembra giusto infatti che gli uomini con-

siderino le donne “oggetti” di cui “detengono” la pro-

prietà. Altro reato in parallelo con il femminicidio è lo

stalking cioè una serie di atteggiamenti atti a perse-

guitare un'altra persona (solitamente di sesso femmi-

nile) generando stati di ansia e paura. Le donne d'Italia

hanno combattuto duramente nel corso degli scorsi

anni perché venisse emanata una vera e propria legge

anti-stalking, questo reato veniva definito “atto perse-

cutorio” e non sempre allo stalker (questo è il nome di

chi perseguita) veniva riservato il trattamento che si

dà ai criminali a tutti gli effetti. Anche molte attrici e

donne famose si sono battute per questa causa, prime

fra tutte ricordiamo Michelle Hunziker e Giulia Bon-

giorno che nel 2007 hanno fondato l'associazione

“Doppia Difesa”, un'istituzione che aiuta le vittime di

violenze e abusi di questo genere ad uscire dal silenzio.

Questo bellissimo progetto conta sull'appoggio di nu-

merosi testimonial del mondo dello spettacolo e dello

sport quali Ilary Blasi, Nek, Federica Pellegrini, Anna

Tatangelo, Silvia Toffanin e Francesco Totti che insie-

me a Giulia e Michelle hanno partecipato alla realizza-

zione di spot televisivi e radiofonici e alla raccolta di

fondi destinati alla lotta contro ogni tipo di abuso e

violenza e al sostegno delle vittime.

Anche noi “donne del futuro” vogliamo impegnarci

per difenderci e difendere da queste crudeltà per-

ché le donne non debbano più pagare con la vita la

scelta di essere se stesse.

Bellesia A., 3^D & Cattazzo G., 3^E

Uomini che uccidono le donne

N el mese di febbraio una notizia

ha sconvolto tutti noi, lascian-

doci a bocca aperta: le dimissioni del

papa, annunciate dallo stesso Bene-

detto XVI l’11 febbraio e attuate il

28.

Questa decisione è stata causata

dall'età avanzata che non gli permet-

teva più di continuare a ricoprire il

suo ruolo. Dopo Celestino V, famoso

per il “gran rifiuto” citato da Dante

nel III canto dell'Inferno, ecco un al-

tro pontefice che si

ritira.

Attraverso i mass

media abbiamo

confrontato le rea-

zioni della gente:

alcuni sono con-

tenti della scelta per il bene della co-

munità ecclesiale, altri, invece, pensa-

no che dietro ci sia la volontà di eleg-

gere un papa più giovane, altri ancora

che si tratti di motivi di salute.

Tutto ciò può essere considerato un

avvenimento straordinario di portata

storica, che anche chi, come noi, è

cristiano, ma non particolarmente de-

voto, ricorderà senz'altro. A questo

punto perfino il noto detto “Morto un

papa, se ne fa un altro” perde in parte

significato, in quanto non sempre bi-

sogna che muoia un pontefice perché

ne venga eletto un altro!

Dal 13 marzo abbiamo un nuovo pa-

pa: Francesco, un nome mai scelto dai

pontefici e che si ispira al santo di

Assisi. Migliaia di fedeli da tutto il

mondo si sono riuniti a San Pietro per

accogliere il primo papa argentino.

Sappiamo che è stato un Gesuita, che

è abituato a una vita semplice e ha

preferito un crocifisso di legno e un

anello d’argento dorato a dimostrazio-

ne della sua umiltà.

E poi diciamocelo, se il nuovo ponte-

fice va bene al prof. Lauria, che se ne

intende, siamo tutti d'accordo!

E. Colombo 3^ D, L. De Rosa

& V. Medda, 2^ C

Da Benedetto

a Francesco

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cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA

P ina Variale è l'autrice del libro

“Ragazzi di camorra”, pubblicato

nel 2007 dalla casa editrice “Il battel-

lo a vapore”.

Il libro è un romanzo di denuncia so-

ciale, racconta come ragazzi della

nostra età crescono in fretta perché

obbligati ad entrare nel mondo crimi-

nale.

La vicenda si svolge principalmente a

Scampia, un quartiere degradato di

Napoli, dove comanda la camorra: si

tratta di una storia realmente succes-

sa.

Antonio, il protagonista, è un ragazzi-

no di 12 anni costretto a trasferirsi in

un appartamento da lui odiato con la

sorella Letizia e suo marito Bruno,

un “pezzo grosso” che lavora per Mi-

chele detto l'Inglese.

Bruno costringe Antonio a lavorare

per lui rubando e spacciando droga

insieme ai suoi coetanei. Un giorno

Antonio incontra Michele che gli pro-

pone di lavorare per lui, Antonio ri-

fiuta, viene picchiato da Bruno e fini-

sce in ospedale. Intanto Letizia parto-

risce Mariolino e torna la ragazza

grintosa di una volta che difende il

proprio fratellino da suo marito.

A Scampia c'è una novità viene creato

un luogo dove Arturo, un insegnante,

tenta di diffondere nel quartiere la

cultura della legalità: qui i ragazzi si

incontrano, possono divertirsi, parlare

… ritrovare l'infanzia a loro rubata.

Mentre Antonio riscopre il bambino

che è in lui, la banda di Bruno incen-

dia il rifugio, picchia e minaccia Ar-

turo che, impaurito, decide di scappa-

re lontano da Scampia. Antonio si

sente ferito per la perdita di un amico

e decide di tornare da sua madre, che

vive in un altro quartiere.

Questo libro affronta, inoltre, molte

tematiche, l’amicizia, il rapporto con

gli adulti, l’accettazione o meno delle

regole di convivenza e fa riflettere

sull’amara realtà di che è costretto a

vivere in zone sottoposte al potere

della mafia.

E. Colombo, 3^D

S e siete amanti del genere fan-

tasy vi consigliamo un libro che

ci ha coinvolto molto: FAIRY OAK,

di Elisabetta Gnone, autrice anche

dei fumetti W.I.T.C.H.

Questo libro fa parte di una trilo-

gia: “Il segreto delle gemelle”,

“L'incanto del buio”, “Il potere della

luce”.

Fairy Oak è un villaggio di pietra,

antico e incantato cresciuto intorno

a una quercia fatata, da cui ha preso

il nome, è l'unico luogo dove umani e

creature magiche vivono in perfetta

armonia, tanto che è difficile di-

stinguere gli uni dagli altri, poiché

maghi, streghe e cittadini comuni

abitano le case di pietra da tanto di

quel tempo, che ormai nessuno fa

caso alle reciproche stranezze, e

tutti si somigliano un po'.

Vi abitano due gemelle: Vaniglia e

Pervinca, la prima una strega della

luce, la seconda una strega del buio.

Le due gemelle hanno una particola-

rità: insieme formano il Potere Uni-

versale, sono bersagli del “Terribile

21 “ e per questo vengono affidate

alla sorveglianza di Sefelicetusarai-

dircelovorrai , soprannominata Felì.

Nel villaggio “magici” e “non magici” ,

fate, streghe del buio e della luce

vivono in armonia, ma il “Terribile

21“ fa di tutto per distruggere que-

sto equilibrio; attacca la città, rapi-

sce le streghe del buio per farle

diventare sue schiave.

Chi avrà la meglio? Il terribile 21

riuscirà a rapire tutte le streghe

del buio?

Lo scoprirete leggendo il libro ...

avvincente dall'inizio alla fine, un

mix di avventura, emozioni e amici-

zia.

G. Sironi, 3^D & M. Camagna, 3^E

Fairy oak

Ragazzi di Camorra

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pagina 10 i l Gr i l lo Parlante Is t i tuto Comprensivo Stata le v ia Tolstoj - Desio

O scar Leonard Carl Pistorius è nato il 22 novem-

bre 1986 a Johannesburg senza piedi, con una

malformazione ad entrambi i peroni che rese neces-

saria l'amputazione delle gambe. Negli anni del liceo

praticò la pallanuoto e il rugby ma un infortunio lo

costrinse ad un periodo di pausa, terminato il quale

iniziò la riabilitazione nel campo dell'atletica leggera.

Dopo non molto tempo si appassionò a questo sport e

all'età di diciassette anni fece le sue prime paralim-

piadi vincendo un bronzo nei 100 metri piani e l'oro

nei 200. Il suo più grande desiderio era correre con i

normodotati ed alle olimpiadi del 2008 realizzò que-

sto suo sogno.

Questo “campione” è stato un punto di riferimento,

(Continua a pagina 12)

FREESTYLE

I l Freestyle è un genere musicale diverso dal so-

lito, che ultimamente sta riscuotendo un grande

successo tra i ragazzi e sulla rete. Consiste nel

lavorare sul testo, formulando delle “rime”, crean-

do collegamenti logici e sviluppando concetti.

La parola freestyle vuol dire stile libero e d evi-

denzia il fatto che il cantante improvvisa la canzo-

ne. Si organizzano delle gare in cui due rapper si

sfidano con frecciatine nei confronti dell'avversa-

rio, in modo che uno dei due venga messo in diffi-

coltà e anche in ridicolo dall'altro, dimostrando di

non essere all'altezza di “sconfiggere” un suo

“collega”.

Queste sfide si svolgono in tutta Italia, soprattutto

nei paesi del nord e nelle città più grandi come

Milano. Spesso i professionisti si scontrano nei

programmi di hip hop. La ricompensa del vincitore

è una somma di denaro diversa in base alla posi-

zione in classifica, ma a volte si vincono anche

capi d'abbigliamento stile hip hop.

Queste competizioni seguono due modalità diffe-

renti:

1. vengono date delle parole con cui iniziare la

frase e il rapper deve attenersi alle indicazioni ri-

cevute;

2. i rapper devono decidere l'argomento: quando

uno dei due finisce di rappare, l'altro si deve ag-

ganciare alle ultime quattro parole e proseguire il

testo.

Noi siamo appassionate di questo genere musica-

le, anche se molti lo contestano perché spesso

utilizza un linguaggio volgare, in effetti gli insulti

non mancano, dobbiamo ammetterlo, ma è un

modo che i rapper usano per “spegnere” del tutto

gli avversari. Molti ragazzi della nostra età ascol-

tano il rap e alcuni su Youtube caricano video in

cui loro stessi, con una base, si improvvisano

rapper, ed è proprio così che hanno iniziato anche

i più famosi come: Emis Killa, Eminem, Entics, En-

si, Fedez, Marracash.

Invitiamo chi non conosce questo stile ad ascoltar-

lo, perché il rap, nonostante quello che sostengo-

no i suoi detrattori, non è solo parolacce, ma

spesso nelle sue canzoni nasconde messaggi pro-

fondi, che non sono cavolate, sono veri sentimenti

che i rapper provano e non riescono ad esprimere

in altro modo.

Il consiglio per i fan del Freestyle è comunque di

allargare il loro orizzonte ascoltando un po' di tut-

to, senza criticare i generi musicali, secondo loro,

meno “cool”.

L. De Rosa & V. Medda 2^C

cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA

E pisodi di razzismo sono presenti non solo nelle

strade, nei negozi o nei posti di lavoro, ma anche

nei campi di calcio. Alcuni casi clamorosi si sono verifi-

cati nelle seguenti partite.

In occasione di Milan – Pro Patria alcuni tifosi facevano

cori razzisti contro Kevin Prince Boateng e altri gioca-

tori neri del Milan. Boateng ha reagito fermando il gio-

co, lanciando il pallone contro i tifosi e poi lasciando il

campo con i suoi compagni di squadra milanisti.

Un altro episodio è successo nella Barclays Premier

League durante Manchester United – Liverpool: all'ini-

zio della partita, al momento della stretta di mano tra

avversari, Luis Suarez si è rifiutato di stringerla a Pa-

trick Evra, che lo ha afferrato per un braccio in segno di

protesta. La Fifa ha squalificato Suarez per ben sette

incontri.

Questi fatti purtroppo dimostrano che il razzismo non

ha limiti ed è presente anche nel calcio che, come tutti

gli sport, dovrebbe essere un'occasione pacifica di di-

vertimento e rispetto reciproco. Per fortuna si tratta di

episodi isolati, infatti tutti gli allenatori insegnano a ri-

spettare gli avversari in campo, tutti gli avversari senza

alcuna distinzione.

Noi crediamo che, se fin da piccoli impariamo a trattare

gli altri con considerazione, a non discriminarli per i

loro difetti, ma a cercare in ciascuno dei lati positivi, è

probabile che da grandi non saremo degli adulti razzisti.

D. Dessì & D. Marone, 2^ B

Razzismo nel calcio Pistorius

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cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA cultura CULTURA

Produzione: U.S.A. 2000

Regia: Robert Zemeckis

Genere: avventura

Cast:Tom Hanks, Helen Hunt

C huck Noland è un ingegnere

della FedEx, nota azienda

di spedizione merci, che vive con

la fidanzata Kelly a Memphis. La

sua attività lavorativa prevede

che lui viaggi per consegnare dei

pacchi. In una di queste spedi-

zioni l'aereo della società su cui

vola precipita per un drammatico

incidente e lui si ritrova su un'i-

sola dell'oceano Pacifico: è l'uni-

co tra i suoi compagni di lavoro

che si salva. Dopo aver compreso

di essere solo, scopre che l'isola

è molto piccola. Mentre accende

il fuoco, il protagonista si taglia,

per la rabbia prende e lancia un

pallone da pallavolo che da quel

momento diventerà l'unico suo

amico: Wilson.

Dopo quattro lunghi anni, si posa

sulla spiaggia un grosso relitto di

plastica, con il quale Chuck co-

struisce una zattera per ritorna-

re a casa. Durante una tempesta

in mare aperto, in una delle sce-

ne più drammatiche e toccanti

del film, Chuck perde il suo ami-

co Wilson. In seguito viene tro-

vato da una nave di passaggio e

così ritorna in città, ma ben pre-

sto si accorge dei grossi cambia-

menti avvenuti, soprattutto nella

sua vita sentimentale...

Chuck consegna l'unico pacco

espresso che aveva simbolica-

mente voluto lasciare intatto.

Nessuno è in casa e lui lo lascia

alla porta, con una nota di rin-

graziamento, dopo di che si tro-

va a un incrocio stradale: che

strada deciderà di prendere?

Come cambierà la sua vita?

Questo film ci ha colpito perché

il protagonista non ha mai smes-

so di sperare e di credere in se

stesso e forse anche per questo

alla fine è riuscito a salvarsi e,

chissà, a modificare la sua vita.

Chelariu, A. Marcassa & G. Quartarella, 2^A

R ecentemente nelle sale è uscito il

film “Noi siamo infinito” tratto

dal libro di Stephen Chabosky “Il

ragazzo da parete”; il cast è composto

da attori che la maggior parte di noi

conoscono, tra questi Logan Lerman

ed Emma Watson.

Charlie, il protagonista, è un 14enne

timido e poco socievole che preferi-

sce rifugiarsi nei libri e nella musica

pur di non pensare al dolore provoca-

to dal suicidio del suo migliore amico

e dalla morte della zia Helen.

Un giorno prende coraggio e si avvi-

cina ad un ragazzo, Patrick, che gli fa

conoscere la sua sorellastra Sam , di

cui Charlie si innamora immediata-

mente.

Ora Charlie ha degli amici e vede tut-

to sotto una nuova luce, l'unica preoc-

cupazione sono i frequenti ricordi che

Charlie ha della zia.

Dopo una litigata con il suo groppo di

coetanei Charlie rimane di nuovo da

solo ed esasperato tenta di uccidersi

ma la polizia riesce a fermarlo, Char-

lie viene ricoverato in ospedale e Sam

e Patrick vanno spesso a fargli visita.

Alla festa, prima della partenza di

Sam per il college, Charlie decide di

rivelarle i suoi sentimenti e lei rimane

inizialmente sbalordita ma poi si ren-

de conto che prova le stesse emozio-

ni.

Questo film parla dei dubbi, delle e-

sperienze e dei problemi che noi ado-

lescenti proviamo in prima persona e

ci fa riflettere osservando il protago-

nista comunicandoci che bisogna cer-

care di vivere nel modo migliore per-

ché “noi, qui, adesso siamo infinito”.

Questo film mi è piaciuto perché ha

come protagonisti dei ragazzi che at-

traversano il difficile periodo dell'a-

dolescenza, proprio come noi, e certe

emozioni come la solitudine, l'inade-

guatezza che proviamo di fronte a

qualche nostro coetaneo che ci sem-

bra perfetto, il sentirci brutti ma an-

che la gioia di stare con gli amici, il

primo amore e il primo bacio... in-

somma “tutto” ciò che è tipico della

nostra età.

A. Zazzarini, 3^D

Noi siamo infinito

CAST AWAY

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pagina 12 i l Gr i l lo Parlante Is t i tuto Comprensivo Stata le v ia Tolstoj - Desio

relax RELAX relax RELAX relax RELAX relax RELAX relax RELAX relax RELAX relax RELAX relax RELAX relax

Alessandro CARPINTERI

Alessia PIZZUTO

Alexandra CHELARIU

Alice BELLASIA

Ambra MARCASSA

Aurora CAMNASIO

Aurora ZAZZARINI

Chiara AROSIO

Davide MARONE FASSOLO

Diego DESSÌ

Eleonora COLOMBO

Elisa CATENA

Elisa COLOMBO

Elisa COTTINI

Gaia QUARTARELLA

Giorgia SIRONI

Giulia CATTAZZO

Giulia LISSONI

Glauco FUMAGALLI

Letizia DE ROSA

Lorenzo D’ONOFRIO

Margherita BURGIO

Marta CAMAGNA

Samuel ARCURI

Sara D’ONOFRIO

Simone CANNAROZZI

Stefano GALIMBERTI

Stefano SALVADORI

Veronica MEDDA

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE via Tolstoj – DESIO scuola dell’Infanzia, Primaria & Secondaria 1° grado

IL GRILLO PARLANTE anno XVI^ numero 6

redazione presso

scuola secondaria di 1° grado - Sandro Pertini 2^ A - B - C & 3^ D - E

composta da

DIETRO LO SPORT

P enso che tutti voi abbiate provato, in qualche perio-

do della vostra vita, a praticare uno sport o in modo

agonistico, con l'obiettivo di diventare campioni, o in

modo dilettantistico, cioè solo per divertimento senza

sognare di arrivare a livelli professionistici.

Alcuni scelgono uno sport solo perché lo praticano l'a-

mica o l'amico del cuore e vogliono stare insieme, an-

che se non sono davvero interessati a quella disciplina;

io invece credo che sarebbe il caso di sceglierne uno

che piace, coinvolge, emoziona, piuttosto che adattarsi

a uno che annoia o imbarazza.

Se praticate uno sport a livello agonistico e puntate in

alto, vi consiglio di non limitarvi agli allenamenti per

migliorare, ma se ne avete la possibilità, guardate qual-

che partita, anche vecchia, per imparare meglio degli

schemi o un determinato movimento che volete appro-

fondire; oppure, se non avete abbastanza tempo per se-

guire l'intera partita, potete cercare dei video che vi mo-

strino come si esegue quel movimento o come ci si alle-

na per quell'azione.

Inoltre dovete ricordare che non sempre si può essere

autori di performance impressionanti e che qualche vol-

ta si può sbagliare: non bisogna né prendersela troppo

nè mantenere il sorriso sulle labbra o ridere quando si

fa una cavolata. Ritengo che non serva torturarsi per

quel passaggio sbagliato, quel pallone mancato o quel

movimento errato in una partita, perché avrete sicura-

mente toccato qualche altro pallone o fatto qualche altro

movimento azzeccato, anche se non vi sembra.

In conclusione lo sport è un piacere e, se non lo si vive

come tale, non si deve abbandonarlo, ma

“semplicemente” cambiarlo. Lo so che è difficile rico-

minciare da zero, forse anche perché si sono memoriz-

zati determinati movimenti e accorgersi che i nuovi

compagni di squadra riescono senza difficoltà in ciò

che voi state imparando non è molto piacevole.

L'importante, comunque, è non scoraggiarsi mai, parola

di pallavolista!!! ;D

E. Cottini, 2^ C

un modello per tanti ragazzi non solo per i risultati

raggiunti in ambito agonistico ma soprattutto per il

coraggio dimostrato sempre nel superamento delle dif-

ficoltà.

Però lo scorso 14 febbraio è stato incriminato dell'o-

micidio della sua fidanzata trentenne Reeva Steen-

kamp.

Nonostante le pesanti accuse, lui continua a negare e si

difende sostenendo di aver pensato che fosse un la-

dro: la polizia, però, non gli crede anche perché alcuni

vicini hanno testimoniato di aver sentito delle urla pro-

venire dalla casa prima degli spari.

Ora è in carcere, in attesa di giudizio.

Noi redattori speriamo veramente che la sua innocenza

possa essere dimostrata per vari motivi: non si può uc-

cidere la persona che si ama, il mondo dello sport ri-

sentirebbe di tale tragedia, l’ immagine di questo atle-

ta “crollerebbe” e molte persone perderebbero quello

che per anni è stato un idolo.

D'Onofrio L., 3^E & Fumagalli G., 3^D

(Continua da pagina 10)

Pistorius


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