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Nuovi fondi per il patrimonio culturale italiano · terzo circolo didattico di Sarno, in provincia...

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Coldiretti: pericolo siccità per i laghi italiani Paparo a pag.2 C’è una cosa a cui gli italiani non possono rinunciare allo scoccare delle festività nata- lizie. Quando il freddo infu- ria, le bancarelle invadono le piazze ... Buonfanti a pag.4 Idrogeno, il futuro parte dalla città di Napoli Si sono tenuti nel capoluogo partenopeo lo scorso dicem- bre gli Stati Generali del- l’idrogeno promossi da ENEA e dalle Università di Perugia e “Parthenope” di Napoli durante i quali è stato presentato il primo piano nazionale di sviluppo tematico sui combustibili green. Martelli a pag.5 Morlando a pag.10 Ingegneria Naturalistica applicata Il Ministro dei beni e delle at- tività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha di re- cente approvato il pro- gramma triennale 2016-2018 degli investimenti per il patri- monio che contiene 241 inter- venti in tutta Italia. Stanziati: 300 milioni di euro che vanno a integrare, per quanto riguarda il Meridione, i già assegnati 360 milioni di fondi del Pon “Cultura e svi- luppo” destinati alle cinque regioni del Sud Italia (Basili- cata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). Liguori a pag.3 Il termine biodiversità - coniato nel lontano 1992 durante la Conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro su ambiente e svi- luppo – si riferisce al grado di variabilità degli organismi viventi, degli ecosistemi ter- restri e marini e dei complessi ecologici che costituiscono. Clemente a pag.8 Biopiscine urbane Un nuovo modo di bonificare fiumi e canali Un tempo, d’estate, ci si poteva immergere nelle acque dei fiumi cittadini per rinfrescarsi contro il caldo torrido. Oggi molti di quei corsi d’acqua sono talmente inquinati da essere di- ventati nocivi per la salute dell’uomo. New York, Berlino e Londra sono le prime città im- pegnate in una serie di iniziative, dal carat- tere innovativo (ancorché naturale), volte a bonificare le acque di fiumi e canali. Palumbo a pag.12 Abbrunzo a pag.17 Epson rivoluziona il mondo della carta Sono passati 105 anni da quando Henry Antoine des Voeux, compo- nente della Società londinese per l’ab- battimento del fumo da carbone, coniò un nuovo termine “smog”... Viegi a pag.13 Lo smog non è solo un problema ambientale: danneggia fortemente la salute Abbiamo incontrato la professoressa Virginia Villani, dirigente del terzo circolo didattico di Sarno, in provincia di Salerno. L’istituto lavora da anni sulla formazione per la sostenibilità ambientale. In cantiere progetti educativi in collaborazione con Arpac. Gaudioso pag.6 Educazione ambientale in una scuola primaria a Sarno Biodiversità agraria e alimentare: habemus legem MOBILITÀ SOSTENIBILE SCIENZA & TECNOLOGIA AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & TENDENZE Nuovi fondi per il patrimonio culturale italiano ARPAC Nuovo conto energia termico: ecco le novità NEWS Il conto energia termico è un decreto normativo volto a in- centivare gli interventi di pic- cole dimensione atti ad incrementare l’efficienta- mento energetico e la produ- zione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In Italia, l’ul- timo decreto ministeriale in materia risale al 28 dicembre 2012, quando vennero intro- dotti interessanti e vantag- giosi incentivi ull’adozione delle energie rinnovabili da parte dei Cittadini. Col tempo, però, il “conto” ha palesato la necessità di essere rinnovato ed è per questo che il Consiglio dei Ministri ha programmato un nuovo decreto MiSE, non ancora approvato, atto a sosti- tuire il vecchio... Cuoco a pag.18 PRIMO PIANO DAL MONDO AMBIENTE & TRADIZIONE De Crescenza-Lanza a pag.14 Regnò a Napoli e in Sicilia dal 1734 al 1759. Figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese, il diciottenne Carlo diventò Re di un regno final- mente autonomo. Carlo fu poi famoso con il nome di Carlo III perché fu effettivamente, dopo la sua partenza da Na- poli, divenne III di Spagna ma dovrebbe definirsi VII di Na- poli. Nel 1716 nasceva a Madrid il Re Carlo di Borbone In Campania saranno realizzati sette importanti interventi di restauro e riqualificazione Città sempre più illuminate nel periodo natalizio
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Page 1: Nuovi fondi per il patrimonio culturale italiano · terzo circolo didattico di Sarno, in provincia di Salerno. L’istituto lavora da anni sulla formazione per la sostenibilità ambientale.

Coldiretti: pericolo siccitàper i laghi italiani

Paparo a pag.2

C’è una cosa a cui gli italianinon possono rinunciare alloscoccare delle festività nata-lizie. Quando il freddo infu-ria, le bancarelle invadono lepiazze ...

Buonfanti a pag.4

Idrogeno, il futuro partedalla città di Napoli

Si sono tenuti nel capoluogopartenopeo lo scorso dicem-bre gli Stati Generali del-l’idrogeno promossi daENEA e dalle Università diPerugia e “Parthenope” diNapoli durante i quali èstato presentato il primopiano nazionale di sviluppotematico sui combustibiligreen.

Martelli a pag.5

Morlando a pag.10

Ingegneria Naturalisticaapplicata

Il Ministro dei beni e delle at-tività culturali e del turismo,Dario Franceschini, ha di re-cente approvato il pro-gramma triennale 2016-2018degli investimenti per il patri-monio che contiene 241 inter-venti in tutta Italia.Stanziati: 300 milioni di euroche vanno a integrare, perquanto riguarda il Meridione,i già assegnati 360 milioni difondi del Pon “Cultura e svi-luppo” destinati alle cinqueregioni del Sud Italia (Basili-cata, Calabria, Campania,Puglia e Sicilia).

Liguori a pag.3

Il termine biodiversità - coniato nel lontano1992 durante la Conferenza delle NazioniUnite di Rio de Janeiro su ambiente e svi-luppo – si riferisce al grado di variabilitàdegli organismi viventi, degli ecosistemi ter-restri e marini e dei complessi ecologici checostituiscono.

Clemente a pag.8

Biopiscine urbaneUn nuovo modo di bonificare fiumi e canali

Un tempo, d’estate, ci si poteva immergerenelle acque dei fiumi cittadini per rinfrescarsicontro il caldo torrido. Oggi molti di quei corsid’acqua sono talmente inquinati da essere di-ventati nocivi per la salute dell’uomo. NewYork, Berlino e Londra sono le prime città im-pegnate in una serie di iniziative, dal carat-tere innovativo (ancorché naturale), volte abonificare le acque di fiumi e canali.

Palumbo a pag.12

Abbrunzo a pag.17

Epson rivoluzionail mondo della carta

Sono passati 105 anni da quandoHenry Antoine des Voeux, compo-nente della Società londinese per l’ab-battimento del fumo da carbone,coniò un nuovo termine “smog”...

Viegi a pag.13

Lo smog non è solo un problema ambientale:danneggia fortemente la salute

Abbiamo incontrato la professoressa Virginia Villani, dirigente delterzo circolo didattico di Sarno, in provincia di Salerno. L’istituto lavorada anni sulla formazione per la sostenibilità ambientale. In cantiereprogetti educativi in collaborazione con Arpac.

Gaudioso pag.6

Educazione ambientale in una scuola primaria a Sarno

Biodiversità agraria e alimentare: habemus legem

MOBILITÀ SOSTENIBILE

SCIENZA & TECNOLOGIA

AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & TENDENZE

Nuovi fondi per il patrimonio culturale italiano

ARPAC

Nuovo conto energiatermico: ecco le novità

NEWS

Il conto energia termico è undecreto normativo volto a in-centivare gli interventi di pic-cole dimensione atti adincrementare l’efficienta-mento energetico e la produ-zione di energia elettrica dafonti rinnovabili. In Italia, l’ul-timo decreto ministeriale inmateria risale al 28 dicembre2012, quando vennero intro-dotti interessanti e vantag-giosi incentivi ull’adozionedelle energie rinnovabili daparte dei Cittadini. Col tempo,però, il “conto” ha palesato lanecessità di essere rinnovatoed è per questo che il Consigliodei Ministri ha programmatoun nuovo decreto MiSE, nonancora approvato, atto a sosti-tuire il vecchio...

Cuoco a pag.18

PRIMO PIANO

DAL MONDO

AMBIENTE & TRADIZIONE

De Crescenza-Lanza a pag.14

Regnò a Napoli e in Sicilia dal1734 al 1759. Figlio di FilippoV di Spagna e di ElisabettaFarnese, il diciottenne Carlodiventò Re di un regno final-mente autonomo. Carlo fu poifamoso con il nome di CarloIII perché fu effettivamente,dopo la sua partenza da Na-poli, divenne III di Spagna madovrebbe definirsi VII di Na-poli.

Nel 1716 nasceva aMadrid il Re Carlo

di Borbone

In Campania saranno realizzati sette importanti interventi di restauro e riqualificazione

Città sempre più illuminatenel periodo natalizio

Page 2: Nuovi fondi per il patrimonio culturale italiano · terzo circolo didattico di Sarno, in provincia di Salerno. L’istituto lavora da anni sulla formazione per la sostenibilità ambientale.

Paolo D’Auria

Come già anticipato nel nu-mero scorso del nostro ma-gazine, a dicembre è statoapprovato il Collegato am-bientale, la legge sulla greeneconomy.“Per l’Italia è un importantepasso avanti - commenta ilministro dell’Ambiente GianLuca Galletti - anche invirtù dell’accordo raggiuntoa Parigi e dell’impegno euro-peo verso l’economia circo-lare”Non mancano misure defi-nite “culturali” e “di civiltà”,come le multe da 30 a 300euro a chi getta mozziconi disigarette, chewing gum oscontrini a terra e il divietodi pignoramento per gli ani-mali d’affezione, da compa-gnia o quelli utilizzati a finiterapeutici e assistenziali. Tra le norme generali quelleper favorire l’economia circo-lare attraverso il recupero eil riciclo delle materie che darifiuto possono essere tra-sformate in risorsa; la ridu-zione dei rifiuti eagevolazioni sulle tasse per icomuni virtuosi; 35 milioniper investimenti in mobilitàsostenibile, che sarannoquanto mai importanti percontrastare lo smog, non solocon i provvedimenti emer-genziali che tanto hannofatto recentemente discu-tere.Previsto un fondo per la pro-

gettazione delle opere controil dissesto idrogeologico, 11milioni per l’abbattimentodegli edifici abusivi in zone arischio, il credito d’impostaper le imprese che lavoranoalla bonifica dall’amianto. Ci sono misure che spazianodall’infortunio in itinere perchi va al lavoro con la bici-cletta alla valutazione di im-patto ambientale, dalla blue

economy ad un fondo di 1,8milioni di euro per le AreeMarine Protette. E poinorme per gli acquisti verdinella PA, il sistema del“vuoto a rendere”. Infine, lariforma dell’Enea (Agenzianazionale per le nuove tecno-logie, l’energia e lo sviluppoeconomico sostenibile) chechiude sei anni di commissa-riamento e avvia il rilancio,

focalizzandosi su risparmioed efficienza energetica.Perl’ex ministro dell’AmbienteAndrea Orlando, “la legge diper sé non è in grado di recu-perare tutto ciò che non èstato fatto nel corso deglianni ma credo che ci rialli-nei, con un’accelerazione im-portante, alla normativaeuropea più evoluta e puòrappresentare un riferi-

mento per imprese, cittadini,istituzioni, che scommettonosu un’idea diversa di svi-luppo”. Il sottosegretario all’Am-biente Silvia Velo rileva che“il nostro Paese, per la primavolta, si è dotato di uno stru-mento che promuove lagreen economy e il conteni-mento dell’uso eccessivodelle risorse naturali”.

Anna Paparo

Negli ultimi giorni è stato lan-ciato l’allarme per la massicciapresenza di polveri sottili nel-l’aria a causa dello smog con laconseguente corsa ai riparidelle amministrazioni dellegrandi città attraverso il bloccodella circolazione in attesa diun po’ di pioggia. Ma non fini-sce qui: ad inviare un altroSOS sono stati i grandi laghiitaliani, svuotato fino ai 3/4,registrando livelli addiritturapeggiori rispetto ai mesi estivi,con la percentuale di riempi-mento che va da appena il27,5%per il lago Maggiore pas-sando per il 35,2% per il lago diGarda, fino ad arrivare al 45%per quello di Iseo. Tutto ciò è

emerso dal monitoraggio dellaColdiretti sulla situazione deigrandi laghi italiani. Una si-tuazione di netta difficoltà con-fermata anche dal livello delfiume Po che a si trova al disotto di tre metri rispetto allostesso periodo dello scorsoanno. Secondo quanto analiz-zato dalla Coldiretti, a causare

la siccità nelle campagne e losmog nelle città italiane èstato un mese di dicembresenza vento in cui è caduto il95%di acqua in meno rispettoalla media del periodo dopo unmese di novembre con pioggein pratica dimezzate (-49%)ma con punte di - 80% al Nord.Una situazione che non fa

altro che provocare una preoc-cupazione diffusa anche incampagna, dal Piemonte allaLombardia, dall'Emilia al Ve-neto fino in Friuli, per la sic-cità a causa dello stato deiprincipali bacini idrici e deiterreni anche perché sta man-cando la neve che rappresentauna importante scorta per leriserve idriche. Insomma lapaura più grande è che si pos-sano ripetere i drammi deglianni 2003, 2007 e 2012.«Siamo di fronte agli effetti deicambiamenti climatici che sistanno manifestando con ripe-tuti sfasamenti stagionali edeventi estremi e con pesanti ef-fetti sull'agricoltura italiana,che negli ultimi dieci anni hasubito danni per 14 miliardi di

euro tra alluvioni e siccità», af-ferma preoccupato il presi-dente della Coldiretti RobertoMoncalvo, sottolineando chebisogna intervenire prima chesia troppo tardi. A tutto ciò bi-sogna aggiungere il caldo ano-malo, che non fa altro cheaggravare la situazione: e, in-fatti, Moncalvo ci tiene a sotto-lineare che «per il mancatoabbassamento delle tempera-ture nelle campagne il grano èpiù alto del normale e si temeper i raccolti, mentre le gemmedelle piante sono rigonfiatecome in prefioritura e se do-vesse verificarsi adesso unforte ed improvviso abbassa-mento della temperatura siavrebbe una seria compromis-sione dei raccolti».

Ambiente: Italia pronta alla svolta verde?

Coldiretti: pericolo siccità per i laghi italiani

Dopo due anni di iter parlamentare, il ddl “green economy” è legge

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Fabiana Liguori

Il Ministro dei beni e delle atti-vità culturali e del turismo,Dario Franceschini, ha di re-cente approvato il programmatriennale 2016-2018 degli inve-stimenti per il patrimonio checontiene 241 interventi in tuttaItalia. Stanziati: 300 milioni dieuro che vanno a integrare, perquanto riguarda il Meridione, igià assegnati 360 milioni difondi del Pon “Cultura e svi-luppo” destinati alle cinque re-gioni del Sud Italia (Basilicata,Calabria, Campania, Puglia eSicilia). Lazio e Toscana sono leregioni a cui è stato assegnatoil più alto finanziamento (ri-spettivamente 68.413.000 e29.520.000 euro), seguite dal-l’Emilia Romagna con14.420.000 euro. Le nuove e subito disponibili ri-sorse, tengono conto delle esi-genze e delle segnalazioniprovenienti dalle amministra-zioni locali e dagli uffici territo-riali del MiBACT econtribuiranno con forza al ri-lancio dell'economia nazionale. “Si tratta di un grande investi-mento – ha dichiarato il Mini-stro – che conferma quanto lacultura sia tornata al centrodella politica nazionale. Dall'arte all'archeologia, dallebiblioteche agli archivi, daimusei alle eccellenze del re-stauro, non c'è settore dei beniculturali che non stia ricevendo

un impulso significativo in ter-mini economici e politici dal go-verno”. Per quanto riguarda laCampania il programma trien-nale prevede una dotazione di8.631.000 euro conferiti per larealizzazione di sette grandi in-terventi: la prosecuzione del re-stauro e consolidamento dellaBadia della Ss Trinità a Cava

dei Tirreni (Salerno) per1.500.000 euro; il completa-mento del restauro e il recu-pero del Complesso dellaCattedrale di San Matteo diSalerno (1.506.000 euro); l’ade-guamento dell’impianto antin-cendio di Palazzo Reale aNapoli (1.300.000 euro); lamessa in sicurezza delle sale

storiche e il completamentodelle operazioni di impianti-stica del Complesso dei Girola-mini a Napoli (600.000 euro);l’implementazione di misure diprevenzione rischio incendi e dimessa in sicurezza di CastelSant’ Elmo a Napoli (1.250.000euro); il restauro e l’adegua-mento impiantistico dell’ala del

noviziato e degli spazi annessiai sotterranei gotici del Museodi San Martino a Napoli(2.430.000 euro) e infine la ma-nutenzione ordinaria dell’im-piantistica della sededell’Archivio di Stato di Avel-lino (45.000 euro).E adesso, bando alle ciance, chei lavori comincino!

Lo scorso 7 gennaio il cardinaleCrescenzio Sepe, il sindaco diNapoli, Luigi de Magistris, edil soprintendente alle BelleArti, Luciano Garella, hannovisitato il complesso monu-mentale del Duomo i cui lavoridi restauro, nell'ambito delGrande Progetto Centro storicodi Napoli Unesco, sono appenaterminati. Presente anche l’as-sessore comunale all’Urbani-stica e ai Beni comuni,Carmine Piscopo, il direttoredei lavori Guido Gullo e la re-sponsabile dei restauri artisticiLaura Giusti. Gli interventi hanno riguar-dato diversi spazi interni dellastruttura. Per la prima volta,infatti, saranno aperti al pub-blico la congrega di Santa Re-

stituta dei Neri o cappella del“Tesoro vecchio”, che custodivaun tempo le reliquie del SantoPatrono, la cappella Seripando,il Succorpo del Malvito e laCripta Ipogea e i sottotetti diabside, navata e transetto. In

alcuni di questi luoghi sonostate rinvenute particolari pit-ture del ‘300.Il neo percorso storico turisticodisponibile, molto probabil-mente già dalla prossima Ss.Pasqua, termina all’esterno del

Duomo, regalando agli occhidei visitatori attraverso unasingolare passeggiata “suitetti” un panorama mozzafiatodel cuore di Napoli. Altra curio-sità da poter ammirare è sen-z’altro nascosta dietro unaporticina che porta ai “pianialti” dell’imponente sito: si sco-pre, infatti, la struttura ligneache regge l'abside della catte-drale voluta dal cardinale Spi-nelli nel 1744 a causa deidissesti provocati dal terre-moto del 1732, e realizzato 5metri più in basso della strut-tura precedente. Il gomitolo ditravi poggia sugli affreschi cin-quecenteschi del pittore to-scano Giovanni Balducci, cheraffigurano probabilmente ipatroni della città. Intorno ai

volti, angeli e decorazioni flo-reali e angeli. Proseguendolungo il camminamento si in-contrano la nuova calotta inrame e il controsoffitto ligneodella navata centrale e deltransetto puntellato di tiranti.Il corridoio è dotato di un si-stema di illuminazione checonsentirebbe anche visite se-rali e naturalmente di un si-stema di sicurezza. "Il progettoha risposto alle aspettative delfinanziamento comunitario -spiega l'architetto Gullo - final-mente i napoletani potranno ri-scoprire altri segreti che ilDuomo conserva, la cattedraleè una grande enciclopedia dellastoria, dell'architettura e del-l'arte napoletana".

F.L.

Nuovi fondi per il patrimonio culturale italiano

I mille tesori del Duomo di Napoli

In Campania saranno realizzati sette importanti interventi di restauro e riqualificazione

I lavori di restauro appena conclusi regalano ai visitatori altre celate opere e un panorama emozionante

Laura Giusti, responsabile dei restauri artistici del progetto.

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Ilaria Buonfanti

C’è una cosa a cui gli italiani (enon solo, in realtà) non possonorinunciare allo scoccare delle fe-stività natalizie. Quando ilfreddo infuria, le bancarelle in-vadono le piazze delle nostrebelle città e i bambini comin-ciano a scrivere le loro letterine,c’è una cosa a cui non si rinun-cia, nonostante la crisi. Non è ilpanettone (quello d’altronde,costa ancora relativamentepoco): stiamo parlando delle lucidi Natale. Piccole, grandi, dalleforme più disparate, colorate obianche, bordano le nostre fine-stre e adornano i nostri alberi,destando stupore e meraviglianei più piccoli. Insomma, nel pe-riodo natalizio si registra unconsumo extra di energia elet-trica. Le decorazioni luminosein questo periodo di festa sonoinfatti perlopiù elettriche e nonsi trovano solo dentro e fuori lenostre case ma anche in grandispazi pubblici come le strade ele piazze. Questo extra è statopiù volte calcolato e si stimache, più o meno, equivalga alfabbisogno energetico di unacittà di un milione di abitanti.Uno studio recente ha rivelatoche, durante il periodo natali-zio, in quasi tutte le città delmondo si registra un aumentodi illuminazione dal 20% al 50%

addirittura, comportando unnotevole incremento di spese dienergia elettrica. Tale sprecoenergetico, di cui tra l’altro nonbisogna trascurare il drasticoimpatto ambientale, è causatosoprattutto da un’abitudinedura a morire: l’utilizzo dellevecchie lampadine a incande-scenza per le nostre luminarieelettriche. Basterebbe dunqueutilizzare luminarie a basso

consumo energetico per ridurlonotevolmente. Nella nostra re-gione sicuramente la città diSalerno la fa da padrona in talsenso essendo stata eletta, dauna rivista americana, tra ledieci città più illuminate delmondo. Da anni ormai, attiraturisti da ogni parte del mondo,con un percorso di luci che inte-ressa tutte le strade principali.Luci d’Artista è un appunta-

mento fisso per chiunque vogliaessere immerso e respirare pie-namente la magia del Natale.Indubbiamente le luminarie ar-ricchiscono ogni città di fascinoe magia ed è bellissimo passeg-giare ammirando queste “scul-ture di luce” però a che prezzo?Lo spreco energetico è notevoleed in realtà ci si dovrebbe pre-occupare anche nel resto del-l’anno visto che l’illuminazione

notturna non scarseggia anzi,spesso e davvero fuoriluogo.L’illuminazione pubblicaanche quando non serve, infatti,pare essere uno di quei tanti in-dici al negativo di cui non pos-siamo essere fieri. Lo diconoalcune foto satellitari che mo-strano un confronto impietosotra la bella Italia e il resto del-l’Europa.Secondo l’ISTIL, l’Istituto diScienza e Tecnologia dell’Inqui-namento Luminoso, il consumoannuo pro capite per illumina-zione pubblica in Italia è di 107kWh, più del doppio della Ger-mania e della Gran Bretagna eun terzo in più della Francia. ABerlino, inoltre, gli abitanti perpunti luce sono 15,6, mentre aMilano sono 9,4.Ciò comportainquinamento luminoso, sprecodi energia elettrica e di denaropubblico. L’illuminazione stra-dale, infatti, costa circa 2 mi-liardi di euro e gravaprevalentemente sulle finanzedei comuni. Si potrebbe conser-vare in cassa fino a un miliardoper anno se si rimpiazzasseropunti luce che disperdono laluce verso l’alto, se si utilizzas-sero tecnologie LED e si ridu-cessero l’illuminazione di stradea scorrimento veloce, di aree in-dustriali e di zone urbanizzatenon edificate, mutuando l’espe-rienza della Francia.

L’Irlanda “green” corre verso le zero emissioni

Città sempre più illuminate nel periodo natalizio

L’Irlanda, si sa, è l’isola verdeper antonomasia e da oggi saràanche super “green” abbrac-ciando appieno la filosofiadella salvaguardia dell’am-biente. Così, il ministro del-l'Ambiente Alex White hapresentato il cosiddetto “Librobianco dell'energia” in cui ven-gono illustrati gli obiettivi al-quanto ambiziosi prefissati,cioè tagliare le emissioni gene-rate dal settore energetico tral'ottanta e il novantacinqueper cento, rispetto ai livelli del-l’anno 1990, entro il 2050. Leemissioni zero, o negative, rap-presentano, invece, il target difine secolo. In pratica, in que-sto libro bianco possiamo tro-vare spiegate ed analizzate,in novanta punti, tutte leazioni da poter intraprendereper ridurre le emissioni, spin-gendo sulle rinnovabili e l'effi-

cienza energetica. Per riuscirenell'impresa, come ha ben sot-tolineato White, servirà il con-tributo di tutti i cittadini, chedovranno pensare e agire di-versamente, in ambito energe-tico, in case, scuole e uffici.Cambiando il modo in cui ri-scaldiamo le nostre case e lenostre aziende e riconside-rando il modo in cui viag-giamo, rappresenterebbero ungrandissimo passo avanti perpoter raggiungere livelli otti-mali per la salvaguardia del-l’ambiente. Il futuro delineato dall'Irlandavede una rete elettrica semprepiù distribuita ed efficiente,con i cittadini e le comunitàche passano dal ruolo di sem-plici consumatori a quello diproduttori da energie rinnova-bili. Ognuno ha il proprio ruoloe deve fare la sua parte per ar-

rivare a tagliare traguardisempre più alti e importanti.Ci saranno prestiti agevolatiper le misure di avvicenda-mento energetico e incentivifinalizzati all'acquisto di vei-coli elettrici e a gas, così daspingere i cittadini a ridurre iconsumi e a colorare la lorovita di verde. Il progetto“green” prevede anche un mi-glioramento del trasporto pub-blico attraverso l’impiego diautobus verdi, reti ferroviariemeno “energivore”; e, ancora,i vecchi taxi saranno sostituitida auto elettriche. Insomma,l’Irlanda rappresenta un esem-pio da seguire e da emularecosì da migliorare la propria ela vita di tutti, anche delle ge-nerazioni future. E propriocome l’Irlanda tingiamoci di“verde”!

A.P.

“Un notevole spreco energetico con conseguente impatto ambientale”

Presentato il Libro bianco dell’energia che illustra gli obiettivi da raggiungere entro il 2050

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MOBILITÀ SOSTENIBILE: VENEZIA REGINA D’ITALIA

Alessia Esposito

È Venezia la più eco-mobile di Italia. È ilrisultato del rapporto annuale “Mobilitàsostenibile in Italia: indagine sulle prin-cipali 50 città", giunto alla nona edizionee stilato da Euromobility con il Patroci-nio del Ministero dell’Ambiente e dellaTutela del Territorio e del Mare. A par-tecipare alla sfida sono tutti i capoluoghidi regione, i due capoluoghi delle Pro-vince autonome e i capoluoghi di provin-cia con una popolazione superiore ai100.000 abitanti. Non si tratta di un pri-mato nuovo per il capoluogo veneto; Ve-nezia aveva infatti già ottenuto lamedaglia d’oro nel 2013. Di certo si po-trebbe pensare che la motivazione sia le-gata alla morfologia del territoriolagunare e dunque alla maggior esten-sione dell’area pedonale. Ma i motivi delprimato non sono solo questi. Si ag-giunge infatti un ottimoservizio di bike sharinged uno eccellente di carsharing, sia per offertache per numero di corsemensili per auto.Si classifica secondaBrescia, seguita da To-rino. Occupa il quartoposto Parma e il quintoMilano. Seguono Fi-renze, Bologna, Padovae Bergamo; chiude Ca-gliari, per la primavolta nella top ten. Lacapitale è diciassette-sima. Tra le campane,

Napoli – che ha il maggior numero di vei-coli per kmq e soffre della presenza delleauto più inquinanti - si classifica32esima, dopo Ancona e prima di Pa-lermo, mentre Salerno occupa la 38esimaposizione. Fanalini di coda, con le peggiori perfor-mance di quest’anno, Reggio Calabria,Potenza e L’Aquila. Si conferma quindiil divario Nord – Sud, con però qualchedato in controtendenza. Palermo ha adesempio introdotto il car sharing suvasta area insieme a sole altre tre realtàitaliane (Trento, Bolzano e Torino). Aproposito dei servizi di sharing, LorenzoBertuccio, Direttore scientifico di Euro-mobility, aggiunge: “Questo nono Rap-porto conferma che la sharing mobility èormai una realtà consolidata, almeno neidesideri dei cittadini: gli utenti dei ser-vizi di bike sharing sono cresciuti ri-spetto all’anno precedente dell’11% e

quelli dei servizi di carsharing convenzionaledi oltre il 21%, raggiun-gendo questi ultimiquasi quota 30.000, aiquali si aggiungono gliutenti dei servizi di carsharing cosiddetti freefloating, almeno diecivolte tanto a fine 2014.Le città sembrano fi-nalmente aver com-preso il cambio diatteggiamento dei cit-tadini, crescono infattisia il numero di bici-clette in sharing

(+17,2%), sia le auto condivise dei serviziconvenzionali (+22.8%).” Se su scala na-zionale si fa registrare un lieve aumento(+ 0,2%) del tasso di motorizzazione,nelle 50 città italiane del rapporto lastessa diminuisce dello 0,5%, mentre siincrementano i veicoli a basso impattoambientale (le auto ibride o elettriche ri-sultano comunque ancora marginali ri-spetto ai veicoli a metano e gpl). A farscendere le percentuali verso dati nega-tivi, il cattivo stato in cui versa il tra-sporto pubblico. A questo proposito ilpresidente di Euromobility Roberto Mal-dacea commenta: “Purtroppo il 2014 re-

gistra ancora una riduzione dei servizi ditrasporto pubblico offerti ai cittadini (in43 città su 50).”In continuo miglioramento la qualità del-l’aria grazie all’aumento delle città cherispettano i limiti imposti: Ancona,Aosta, Bari, Campobasso, Catanzaro,Foggia, Forlì, L’Aquila, Latina, Perugia,Potenza, Prato, Ravenna, Sassari, Ta-ranto, Trieste, Udine. In questo ambito,maglia nera a Vicenza e Torino, con ilmaggior numero di giorni di supera-mento della soglia giornaliera di PM10.Bocciata anche Messina, che non pos-siede sistemi di rilevamento.

IDROGENO, IL FUTURO PARTE DALLA CITTÀ DI NAPOLI

Giulia Martelli

Si sono tenuti nel capoluogo par-tenopeo lo scorso dicembre gliStati Generali dell’idrogeno pro-mossi da ENEA e dalle Univer-sità di Perugia e “Parthenope” diNapoli durante i quali è statopresentato il primo piano nazio-nale di sviluppo tematico suicombustibili green. Dopo il sum-mit di Parigi sui cambiamenticlimatici, Napoli diventa quindila capitale europea dei combu-stibili alternativi, da cui è scatu-rita la prima bozza del PianoNazionale di Sviluppo delle in-frastrutture per il rifornimentodi idrogeno nei trasporti che rap-presenterà la linea guida con laquale l’Italia aderirà al pianoEuropeo per lo sviluppo del-l’idrogeno che prevede un inve-stimento pari a circa 143

miliardi di euro da assegnare aiPaesi Membri. L’appuntamentodi Napoli è stato organizzato daATENA Scarl, distretto AltaTecnologia Energia Ambiente,una società consortile di impreseprivate leader in Campaniadello sviluppo sostenibile. Èstato Angelo Moreno di Enea epresidente di H2IT a illustrare aMaurizio Pernice, direttore ge-nerale per la tutela del territorioe delle risorse idriche Ministerodell’Ambiente, nella giornata diapertura, il progetto di sviluppoper la costruzione di una rete diinfrastrutture di rifornimento diidrogeno. In pratica una vera ri-voluzione per la mobilità e perl’ambiente che ha avuto inizio il28 ottobre dello scorso annoquando è stata pubblicata sullaGazzetta Ufficiale Europea unadirettiva che apre le porte a un

nuovo settore tecnologico e indu-striale. Gli Stati europei do-vranno quindi approntare unQuadro Strategico Nazionaleper lo sviluppo realizzandoun’infrastruttura per i combusti-bili alternativi nel settore deitrasporti entro il 18 novembre2016. Gli Stati Generali del-l’Idrogeno si propongono di ap-profondire le potenzialitàdell’applicazione delle celle acombustibile e dell’idrogeno sianei trasporti che nello staziona-

rio. Il mondo scientifico della ricercae dell’industria del nostro paeseè già pronto ad accettare questanuova sfida, che deve essere rac-colta anche dal mondo della po-litica per ridurre al minimo siala dipendenza da petrolio sial’impatto ambientale nel settoredei trasporti. Workshop, incontrie un vero villaggio dell’idrogenodove trovare i prototipi delle ul-

time tecnologie; al Road Showsvoltosi sul lungomare Carac-ciolo, infatti, i cittadini hannopotuto ammirare ed anche pro-vare prototipi di auto, bici, scoo-ter e bighe tutti alimentati aidrogeno. In mostra anche “Hy-bike”, la bicicletta a pedalata as-sistita realizzata dal consorzioAtena, nei laboratori dell’Uni-versità Parthenope, nell’ambitodel progetto FCLab.

Ancora evidente il divario Nord – Sud, ma alcuni dati sono in controtendenza

Presentato il primo piano nazionale di sviluppo tematico sui combustibili green

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Anna Gaudioso

Il terzo circolo didattico diSarno, in provincia di Sa-lerno, è una scuola aperta atutto ciò che possa portare alterritorio un valore aggiunto,soprattutto quando si trattadi ambiente. Lo dirige la pro-fessoressa Virginia Villani,che è approdata all’incaricodi preside dopo molti anni diinsegnamento nella scuolaprimaria. Professoressa Villani, cipresenta sinteticamenteil suo istituto?«Da nove anni sono dirigentedi questa scuola. Conoscobene il contesto sociale e ter-ritoriale, e le risorse profes-sionali e strumentali che lascuola possiede. Questo per me è un punto diforza: credo che la consape-volezza dei problemi e dellepossibilità che il territoriooffre possano garantire unacontinuità e dare opportu-nità maggiori di crescita aglialunni e alle loro famiglie,anche in termini di qualitàe miglioramento continuodell’offerta formativa. In questi ultimi anni lascuola che dirigo è cresciutatanto: siamo passati da 700 acirca mille alunni».Perché ha scelto di diven-tare dirigente?«Ritengo ci sia una notevoledifferenza fra il lavoro deldocente e quello del diri-gente, in termini di respon-sabilità, di coinvolgimento,di competenze, di capacitàrelazionali. Credo che un buon dirigentedebba essere in primo luogoattento, coraggioso, appas-sionato e lungimirante. Deve avere una visione dellascuola a trecentosessantagradi. Un bravo dirigente conosce iproblemi della sua scuola: siinteressa degli alunni, solle-cita e dialoga con i docenti ele famiglie, promuove inizia-tive volte a favorire il con-fronto, si attiva per trovaresoluzioni mettendo sempreal primo posto gli interessidegli alunni e rispettando lescelte educative delle fami-glie. Per poter fare bene tuttoquesto deve sollecitare ilcoinvolgimento di personecapaci e motivate, orien-tando le loro azioni verso

obiettivi e traguardi semprepiù innovativi. Un bravo di-rigente deve essere presentee coordinare le varie azioni,senza tuttavia sostituirsi aidocenti. Deve favorire la na-scita del senso di apparte-nenza alla comunitàscolastica, indicando le ri-spettive responsabilità nelrispetto dei ruoli. Spesso ildirigente deve affrontare si-tuazioni che richiedono dellecompetenze e delle capacitàdi intuito e di equilibrio: perquesto ci vogliono grandeumanità, buon senso e ri-spetto per tutti».Cosa pensa della recentedisposizione ministerialesecondo cui l’educazioneambientale deve entrarea pieno titolo tra le mate-rie scolastiche?«Inserire l’educazione am-bientale come trasversalealle varie discipline scolasti-che è una scelta sicuramentepositiva e vincente anche se,a nostro avviso, non bastauna legge perché la salva-guardia dell’ambiente di-venti una pratica educativaconcreta. Per noi tuttavia non è unanovità, poiché siamo abituatiad avvicinare gli alunni a ciòche accade nella vita reale ea confrontarsi con temi qualila tutela delle risorse del ter-ritorio, l'alimentazione soste-nibile, il rispetto deglianimali, il riciclo dei rifiuti,la tutela del mare e del terri-

torio. Queste tematiche, in-sieme all’educazione alla sa-lute, già sono presenti nelprogramma di altre disci-pline come geografia escienze. Ad ogni modo riteniamo chel’introduzione dell’educa-zione ambientale come mate-ria scolastica aiuterà ibambini ad assumere com-portamenti e a porsi corret-tamente nei confrontidell’ambiente che li circondaaffinché possano diventarecittadini consapevoli delleproprie azioni in un contestorispettoso della terra».Che valenza ha la parola“ambiente” per lei?«Poche altre parole come“ambiente” hanno conosciutonegli ultimi decenni un cosìforte arricchimento di senso.Per me è uno dei concettichiave della vita collettiva.

Infatti la parola “ambiente”rimanda nello stesso tempo a“ciò che circonda” e a “ciò cheè circondato”, quindi la bio-sfera e i suoi equilibri, il pae-saggio, le piante, gli animali,gli esseri umani».Nella sua offerta forma-tiva si legge: “l’impor-tanza di interagire con ibisogni formativi del ter-ritorio”. Quanto ritieneimportanti l’informa-zione e l’educazione am-bientale per il suo bacinodi utenza?«L'informazione e l’educa-zione ambientale sono fonda-mentali per creare unacoscienza ambientalista. Ilche non significa essere con-tro lo sviluppo economico o ilprogresso scientifico, signi-fica essere per uno svilupporispettoso dell'ambiente checi ospita per prevenire gli ef-

fetti che tutti conosciamo: in-quinamento, effetto serra,deforestazione…» Quali sono le sue idee invista del nuovo anno sco-lastico, per quanto ri-guarda l’informazione el’educazione ambientale. Ha già in programmaqualcosa? Pensa di favo-rire la collaborazione conl’Agenzia per l’Ambientein Campania?«Per quanto riguarda l’infor-mazione e l’educazione am-bientale siamo disponibili acollaborare insieme. Tra l’altro abbiamo inseritonella nostra programma-zione un progetto sul riciclodei rifiuti, sul loro riutilizzoe sulla loro diminuzione pre-vedendo la partecipazionedella nostra scuola al pro-getto Zero Waste con la set-tima edizione del Tourcampano. In collaborazione con l’asso-ciazione Impatto ecososteni-bile, abbiamo ospitato laseconda tappa del tour regio-nale che ha registrato unagrande partecipazione dipubblico e di esperti del set-tore. Nella nostra offerta forma-tiva sono, inoltre, previstiprogetti extra curriculari dieducazione ambientale, inparticolar modo sulla risorsaidrica e sulla salvaguardiadel nostro fiume, risorsa in-dispensabile per la nostraeconomia».

L’educazione ambientale è realtà quotidianaL’esperienza del terzo circolo didattico di Sarno raccontata dalla dirigente scolastica

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Gennaro Loffredo

Sta per concludersi la grande anoma-lia termica positiva che da oltre duemesi e mezzo interessa il territorioEuro-Mediterraneo. Dopo svariate set-timane di clima anomalo, dovuto allapersistenza di temperature oltre lanorma stagionale e alla mancanza dipiogge, la situazione meteorologica staper subire un drastico cambiamentoproprio a partire dal week-end conun’irruzione polare che farà crollare letemperature su valori artici in granparte del continente, Italia compresa.L’anticiclone, che prima stazionavasull’Europa meridionale e proteggevala nostra penisola dagli attacchi dellecorrenti atlantiche e da quelle freddedi origine russa, tenderà gradual-mente a spostarsi in pieno oceanoAtlantico lasciando libero sfogo alle ge-lide masse d’aria in discesa dai qua-dranti settentrionali. In verità già nelle prime due setti-mane del mese corrente la collocazionediversa delle figure bariche hanno ga-rantito un tempo più dinamico; è tor-nata la neve sulle Alpi e anche lepiogge su molte zone del centro-sud.La ventilazione e le precipitazioni

hanno sicuramente favorito anche uncerto miglioramento della qualitàdell’aria sui grandi centri urbani ditutto il paese.Oggi, pertanto, siamo alla vigilia diuna poderosa ondata di gelo di origineartica. Le correnti prevalentemente danord, tuttavia, metterà sottoventogran parte delle regioni settentrionalie il medio alto versante tirrenico, lequali vedranno tanto vento e freddoma poche precipitazioni; discorso di-verso, invece, per le regioni affacciateall’adriatico e a quelle meridionali chestante la componente settentrionaledei venti saranno esposte a questo tipodi circolazione fredda, con nevicate atratti persino sulle coste, specie suMarche, Abruzzo e Molise ed ovvia-mente su tutte le zone interne dell’Ap-pennino centro-meridionale. Le

nevicate potranno parzialmente scon-finare anche su alcuni settori del ver-sante tirrenico, specie nella giornatadi domenica quando le temperature a1400metri di altezza raggiungerannopunte di -10°C; non si escludono localifiocchi coreografici persino su Napoli eSalerno e su frusinate e pontino. Ma come sarà l’evoluzione meteorolo-gica delle prossime settimane? Se-condo l’elaborazione dei modellimatematici il freddo ci accompagneràper molti giorni.Il bacino del Mediterraneo diverràsede di una circolazione di bassa pres-sione, foriera di maltempo e nevicateanche a bassa quota, stante la conti-nua alimentazione di gelide correnti inarrivo dalla Russia. L’interazione dellemasse d’aria gelida con le umide cor-renti atlantiche saranno la miccia

ideale per le nevicate che in seguito,con molta probabilità, interesserannoanche le regioni settentrionali, esclusein un primo istante. Insomma ci sono tutti gli ingredientiper un’accelerata vistosa della sta-gione invernale, dopo un inizio dav-vero sonnacchioso. Anche negli anni passati, infatti, l’in-verno ha mostrato il meglio di sè nellasua seconda parte; non a caso il mesedi Febbraio per molte località dell’Ita-lia meridionale è considerato il mesepiù freddo dell’anno. Le temperature scenderanno sensibil-mente sotto la media stagionale, atte-nuando la grave anomalia che hainteressato i nostri settori per lungotempo. Stiamo andando incontro adun clima sempre più estremo. Sarà loscotto da pagare nei successivi anni?

L’inverno fa sul serio: arrivano gelo e neveInteressate soprattutto le regioni adriatiche, ma anche sul Tirreno non si esclude neve a bassa quota

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 gennaio 2015 - Anno XII, N.1Edizione chiusa dalla redazione il 15 gennaio 2015

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, F. Cuoco, P. D’Auria,G. De Crescenzo, A. Esposito, R. Funaro, G.Loffredo, R. Maisto, D. Matania, B. Merca-dante, A. Morlando, A. Palumbo, A. Paparo,E. Roca, G. ViegiSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Fabiana Clemente

Il termine biodiversità – co-niato nel lontano 1992 du-rante la Conferenza delleNazioni Unite di Rio de Ja-neiro su ambiente e sviluppo –si riferisce al grado di variabi-lità degli organismi viventi,degli ecosistemi terrestri emarini e dei complessi ecolo-gici che costituiscono. La con-dizione precaria in cui versa labiodiversità agricola vedecome principale responsabileil fenomeno dell’agricoltura in-tensiva, colpevole di innescaredei meccanismi dediti al soloprofitto economico. Arrestarela corsa al depauperamentodella biodiversità agraria e ali-mentare ed investire su un pa-trimonio che vanta varietà erazze locali, conoscenze, me-moria storica e pratiche soste-nibili. Non sono piùsemplicemente dei buoni au-spici ma propositi che hannofinalmente la possibilità diconcretizzarsi. Dopo il via li-bera arrivato alla Camera neldicembre 2014, da pochi giorniil Senato ha finalmente appro-vato il disegno di legge “Dispo-sizioni per la tutela e lavalorizzazione della Biodiver-sità agraria e alimentare”. Neltesto ci sono la tutela delle ri-sorse, l’educazione e la soste-nibilità ambientale. Ma non

solo. È riconosciuto il ruolochiave dell’agricoltore e dell’al-levatore nell’ambito di azioniconcrete e mirate per la tuteladelle risorse, l’educazione e lasostenibilità ambientale. Pro-muove le Comunità del cibo elo sviluppo attorno ai prodottirecuperati, di sistemi econo-mici locali. Un programma di-ventato solido in seguito allavalorizzazione dell’agricolturasociale, delle produzioni localie del paesaggio. Cosa accadrànello specifico? Il Sistema na-zionale della biodiversitàagraria e alimentare prevedequattro strumenti operativi.Prima di tutto una anagrafedella biodiversità, dove sa-ranno elencate le risorse gene-tiche a rischio di estinzione. Insecondo luogo, un comitato

permanente deputato a garan-tire il coordinamento delleazioni tra i diversi livelli di go-verno. Ancora, una rete nazio-nale con il compito dipreservare le risorse genetiche locali. Dulcis in fundo, un portale na-zionale di banche dati a dispo-sizione per sapere le risorserealmente a disposizione.Un’altra novità! La nuovalegge stabilisce la creazione diun fondo di tutela per soste-nere le azioni degli agricoltorie degli allevatori in difesa pro-prio della biodiversità. Unfondo di almeno mezzo milionedi euro all'anno. Lodevoli passiavanti che fanno sperare in unfuturo decisamente più floridoe in un reale e più radicatoprocesso di sensibilizzazione.

Biodiversità agraria ed alimentare

Rosario Maisto

Nel 1845 nel Nord America, si introdussero oltre350 varietà di sementi di meli, negli anni, il melocomune (Malus pumila) si diffuse tantissimo, tantoche i suoi frutti risultarono graditi anche al palatodel Rhagoletis pomonella, un piccolo moscerino chefino a quel momento popolava naturalmente solo ibiancospini dell’America settentrionale. Alcuni diquesti insetti si insediarono sui meli, e anche rima-nendo negli stessi luoghi dei biancospini, la diver-sità nei tempi di fioritura dei due alberi è diventatauna barriera insuperabile che sta portando le duesottopopolazioni verso una “Speciazione Simpa-trica”, ovvero verso la nascita di una nuova specie.La loro colonizzazione sui meli è divenuta una dellemaggiori calamità per i coltivatori, infatti, dopol’accoppiamento, le femmine del moscerino perfo-rano la buccia del frutto, deponendovi le uova, daqueste cicatrici alterano la forma della mela manoa mano che cresce e al suo interno, le larve si svi-luppano nutrendosi della polpa ed abbandonano ilfrutto quando questo si stacca dal ramo e cade aterra, nel suolo esse si impupano ad alcuni centi-metri di profondità, emergendone in primaveracome moscerini adulti. Nonostante l’ambiente re-lativamente protetto nel quale crescere, all’internodel frutto le larve di Rhagoletis sono vittime deibraconidi Diachasma alloeum, degli imenotteri si-mile a vespe, le femmine di questi insetti si fannostrada nella polpa e catturano le larve del mosce-rino, pungendole e deponendovi le proprie uova al-l’interno, il moscerino continua a cibarsi, crescerenormalmente e solo nel momento dell’impupa-mento le uova di Diachasma si schiudono, nutren-dosi del proprio ospite. Negli ultimi anni, proprioDiachasma è diventato oggetto di studio di biologievoluzionisti, appunto un’estesa analisi geneticaaveva stabilito che il processo di speciazione in attoin Rhagoletis si stava riflettendo nella popolazionedei suoi parassiti, isolando gli individui che ave-vano seguito i moscerini della frutta nei meli, unevento di speciazione sequenziale, nella quale laspeciazione di un organismo innesca lo stesso feno-meno in altri organismi. I risultati della ricercapresentano un corredo genetico modificato e cicli vi-tali differenti da quelli che vivono sui biancospini.Sarebbero emersi dei cambiamenti comportamen-tali a indicare modificazioni di natura fisiologica,che potrebbero giustificare la differenziazione e bio-diversità degli insetti, nella selezione divergenteche agisce nei livelli inferiori della catena alimen-tare aumentando la biodiversità dei livelli più alti.

La speciazione sequenziale

Approvato al Senato il Disegno di Legge

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Brunella Mercadante

L'ambiente variegato del Parcolo ha reso nel corso del tempouna zona particolarmente vo-cata all'agricoltura che oggi puòvantare una produzione incre-dibilmente ricca, caratterizzatada una notevole varietà e daun'elevata qualità, che ha con-sentito ad alcuni prodotti di ot-tenere prestigiose certificazioni.L'agricoltura vesuviana in ef-fetti grazie al suolo lavico, al-l'ottimo drenaggio e al climamediterraneo è da considerarsiassolutamente unica per la va-rietà delle produzioni e per l'ori-ginalità di sapori Tra leproduzioni più prelibate spic-cano i pomodorini del Piennolodel Vesuvio (DOP), l'inebrianteLacryma Christi (DOC), l'Albi-cocca Vesuviana (PAT), l'ot-timo miele dei boschi delSomma- Vesuvio, l'antichis-simo Nocillo, l'Uva Catalane-sca, la Cilegia del Monte, masono tantissimi i prodotti chemeritano di essere segnalati.Tra la frutta costituiscono pro-dotti tipici le ciliege e le albicoc-che. Tra le moltissime specie dialbicocche le più conosciutesono la Pellicchiella, che è con-siderata la migliore per il suogusto particolarmente dolce eper la compatezza della polpa,la Boccuccia liscia dal saporeagro-dolce e la Boccuccia spi-nosa con la buccia meno liscia,la Cafona e la Carpona dal sa-pore zuccherino. Da ricordareanche altri cultivar, tutti moltogustosi quali Palumella, Vitillo,Monaco bello, Prete, Baracca.Le ciliege sono meno numerose,vengono coltivate per lo più allefalde del Monte Somma e le piùrinomate sono la Malizia conpolpa rossa succosa e consi-stente, dal gusto aromatico, masopratutto la Ciliegia del Montedal colore giallo -rosso e lapolpa chiara, succosa e profu-mata, considerata la miglioreda tavola. Altro prodotto tipicoè il cosiddetto Piennolo, i famosipomidorini da serbo, piccoli,tondeggianti, con la caratteri-stica punta alla base, dal sa-pore dolce-acidulo, dovuto allaparticolare concentrazione dizuccheri e sali minerali, ven-gono raccolti acerbi in estate,conservati legati ad uno spagoattorcigliato a cerchio e fattimaturare lentamente in luoghiasciutti, lontano dai raggi delsole, affinché conservino lapolpa gustosa e succulenta pro-tetta dalla buccia che al contra-rio appassisce. Tra la frutta

secca ottime le noci, da cui si ri-cava tra l'altro il famoso No-cillo, preparato con unametodologia quasi rituale con lenoci verdi raccolte nel giorno diSan Giovanni.Il complesso vulcanico Vesu-vio- Somma sin dall'antichità èpoi famoso per i vini. Alle faldedel vulcano sono coltivati l'uvaFalangnina del Vesuvio, laCoda di Volpe, detta anche Ca-prettone e il Piedirosso del Ve-suvio, dalle quali si ottiene ilrinomato Lacryma Christi,secco e aromatico. Vinificato

nelle varietà di rosso, rosato ebianco diventa DOC al rag-giungimento dei 12 gradi. Interessante anche l'uva Cata-lanesca, che si coltiva in piccolequantità sulle falde del MonteSomma, un' ottima uva da ta-vola dalla polpa carnosa e zuc-cherina, prima vinificata solo alivello familiare oggi se ne ri-cava un vino singolare dal co-lore opaco e dal retrogustoforte. Ci sono poi gli ortaggi so-pratutto finocchi, fave e i carat-teristici friarielli, broccoli dalgusto forte e amarognolo, molto

adoperati nella cucina napole-tana per condire pasta , pizza eper accompagnare la carne,particolarmente le salsicce. Tra gli altri prodotti vanno se-gnalati anche i diversi tipi dimiele prodotti nei boschi delMonte Somma, conosciuti sindai tempi più antichi per le pro-prietà antisettiche e come sim-bolo di purezza e genuinità,quello di acacia è divenuto l'in-grediente principale di nume-rosi dolci della tradizionecampana come il torrone e glistruffoli.

Nell'ambito del Parco fiorentisono anche alcune produzioniartigianali legate ai materialivesuviani, attività gloriose al li-mite dell'arte che vantano ra-dici antiche : pietra lavica,coralli, cammei, rame e metallivari montati, incisi, scolpiti, for-giati da abili mani hanno ge-nerato un vero e proprioartigianato artistico che oggi,superando l'antica diffidenzaper l'associazionismo, sta pro-muovendo i suoi prodotti ai piùalti livelli internazionali.

(terza e ultima parte)

IL PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO I prodotti

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Angelo Morlando

Uno degli ultimi manuali del-l'ISPRA è molto interessantee ad esso è allegata una cor-posa e leggibile documenta-zione fotografica. È unconcreto esempio di pubblica-zione in cui gli effetti dell'ese-cuzione degli interventi sonochiaramente verificabili. Inquesto manuale sono appro-fonditi solo casi inerenti al-l'esecuzione dei metanodotti,sperando che a breve sia pos-sibile estendere tali applica-zioni a infrastrutture piùimpattanti, come ad esempio iserbatoi idrici sopraelevati.La pubblicazione è stata rea-lizzata in collaborazione con ilCoordinamento delle Associa-zioni Tecnico-Scientifiche Am-biente e Paesaggio (CATAP),nell’ambito del progetto“Linee guida dell’Ambiente ePaesaggio nei settori infra-strutturali”. I metanodottisono sostanzialmente costi-tuiti da tubazioni di medio-grande diametro, interrate aduna profondità variabile (mi-nimo un paio di metri). Sono,quindi, infrastrutture linearila cui realizzazione produceuna “intrusione” nel territorioovvero un impatto potenziale

legato alle operazioni di scavoper l’interramento delle tuba-ture. Oltre il volume da sca-vare, in funzione delledimensioni delle tubazioni,impattano molto di più glispazi necessari alle manovredei mezzi, che possono arri-vare anche ad alcune decinedi metri. I casi più impattanti

riguardano la posa in opera ditubazioni a notevoli profon-dità (4-5 metri e oltre). Neicasi studiati, l’utilizzo di tuba-zioni inguainate ha reso pos-sibile eseguire interventi dirivegetazione lungo i tracciatidelle condotte, sia eseguendoinerbimenti, sia mediante in-terventi di piantagione (non

essendoci più il problema dieventuali interferenze degliapparati radicali con l’inte-grità delle tubazioni stesse).Ciò ha migliorato notevol-mente le possibilità di reinse-rimento paesaggistico dellecondotte interrate rispetto alpassato in cui potevano at-tuarsi solo ripristini semplifi-

cati (idrosemine) non armo-nizzati con gli ecosistemi cir-costanti. In maniera non esaustiva, sipuò affermare che una buonaprogettazione che comprendeanche il reinserimento am-bientale non può prescinderedalla Relazione geologica/idro-geologica, dalla Relazione pe-dologica e dalla Relazionebotanico-vegetazionale (nellafase esecutiva è indispensa-bile inserire le tabelle dellemiscele delle specie erbaceeper le semine, le tabelle dellespecie legnose di impiego di-stinte tra arbustive ed arboreee i piani di scarpata per ognisingola superficie di inter-vento). Per redigere relazioniefficaci è necessario consul-tare professionisti con espe-rienza verificabile. Per ulteriori approfondimentisi rimanda anche alle se-guenti Linee guida: “Ispra65.2/2010 – Il trattamento deisuoli nei ripristini ambientalilegati alle infrastrutture” e“Ispra 65.3/2010 – Analisi eprogettazione botanica per gliinterventi di mitigazione degliimpatti delle infrastrutture li-neari”. Per saperne di più:- www.isprambiente.gov.it/it

Ingegneria naturalistica applicata

Poseidon: la nuova vita delle piattaforme sottomarine

Trasformare strutture che rap-presentano, per alcuni, un sim-bolo di pericolo per l’ecosistemamarino in una risorsa per cono-scere meglio e proteggere i te-sori ambientali che sinascondono in fondo al mare:da questa sfida nasce Poseidon,il primo progetto di parco ma-rino in Europa che utilizzerà ascopo scientifico e pubblicostrutture offshore un tempoutilizzate per la trivellazione. Il programma Poseidon, pro-mosso da ENI in collaborazionecon il CNR, l’ISMAR (IstitutoScienze Marine) e la Fonda-zione CETACEA, mira a sfrut-tare l’alto contenuto tecno-logico, la dislocazione e lagrande capillarità di ricezionee trasmissione dei dati ambien-tali marini delle piattaformeoffshore installate nel MarAdriatico non più per scopiestrattivi, ma per tutelare la

biodiversità marina dell’area ecreando un vero e proprioparco scientifico. A dispetto diquanto si possa erroneamentecredere il Mar Adriatico non èuno stagno allargato dove c’èsolo acqua, molte alghe e, dicontorno, qualche pesciolino,ma, anzi, nei suoi fondali tipi-camente sabbiosi, vive e pro-spera un ecosistema assai riccodove brulicano varietà di pescie animali marini fra loro diver-sissimi e che trovano il loro ha-bitat ideale nella partesommersa delle piattaforme.Poseidon si articola in tre sot-toprogetti correlati tra di loro:“EFOS” che riguarderà piatta-forme che, debitamente attrez-zate, diventeranno stazioni ditrasmissione di segnali, “EBI”dedicato al monitoraggio dellafauna marina in transito attra-verso sistemi sonar e “CTC” fi-nalizzato alla raccolta e allo

studio dei segnali inviati daglianimali portatori di ricetra-smittenti. La prima fase delprogetto Poseidon è in corso econsiste nell’avvistamento dellespecie marine in transito nel-l’area. Attualmente si discutesul progetto di creare un parcomarino: le prime piattaforme sistanno trasformando in isolottie la breve distanza che li se-para dalla costa che divide Ri-mini da Bellaria (appena 16km) la renderebbe un luogoideale per i turisti, italiani estranieri, appassionati di im-mersioni subacquee o anchesemplicemente sensibili altema della protezione dell’am-biente marino. Grazie alle ri-cerche si potrà consentire amolte specie protette di evitarel’estinzione e far rinascere lavita dove meno ce lo si aspetta,ovvero attorno a una piatta-forma petrolifera. G.M.

Per tutelare la biodiversità e creare un vero e proprio parco scientifico

Lo studio dell’ISPRA che raccoglie gli interventi sulle condotte interrate

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Eleonora Roca

Fra gli obiettivi della pro-grammazione dei fondi strut-turali europei 2014-2020 èesplicitamente individuato ilruolo strategico delle Infra-strutture Verdi per la tuteladell'ambiente e delle risorse.Le Infrastrutture Verdi (IV)sono strumenti di comprovataefficacia che si servono dellanatura per ottenere beneficiecologici, economici e sociali.Migliorano la qualità delleacque e dell’aria, favorisconoefficacemente la tutela delsuolo e contrastano il dissestoidrogeologico. Gli investimentinelle IV forniscono nuove op-portunità di lavoro e sonospesso un’alternativa vantag-giosa da contrapporre alle in-frastrutture grigie e all’usointensivo dei terreni. La stra-tegia UE 2020 sulla biodiver-sità prevede che, entro il 2020,gli ecosistemi e i loro servizisiano mantenuti e rafforzatimediante la infrastruttura-zione verde e il ripristino di al-meno il 15% degli ecosistemidegradati. Proteggere e dare ilgiusto valore ai servizi ecosi-stemici è fondamento per unacrescita intelligente, sosteni-bile e inclusiva. Le IV sono lostrumento più promettenteper sviluppare nuove necessa-rie strategie in favore dellabiodiversità e per l’adatta-mento ai cambiamenti clima-tici. Hanno la capacità direndere il territorio più resi-liente intendendo per resi-

lienza la capacità della mate-ria vivente o di un sistemaecologico di autoripararsi, diritornare al suo stato inizialedopo un danno o dopo esserestata sottoposta a una pertur-bazione che ha modificatoquello stato. Si è constatatoche le IV, se ben strutturate edisegnate mitigano gli effettidelle alluvioni e contengono i

crescenti fenomeni di siccità. In Italia i grandi fattori di ri-schio per l’ecosistema, tra cuil’accresciuta frequenza ed in-tensità degli eventi estremicausata dai cambiamenti cli-matici in atto, ci obbligano ariconsiderare i modelli finoraadottati, indirizzandoci versolo sviluppo delle IV e la rina-turalizzazione delle città e del

territorio. La variante bludelle IV riguarda sia le acqueinterne che gli ambiti marini.Lungo le aste fluviali, oltre asvolgere un ruolo di corridoioecologico migliorando l’inte-grità dell’ecosistema, le IVpossono essere progettate perla rinaturalizzazione di areeda destinare alla laminazionedelle piene e per il ripristinodi zone umide perifluviali e,all’interno delle città, per svol-gere un ruolo regolatore delleisole di calore urbane. Perquanto riguarda l’ambientemarino, le IV possono aiutarea mettere in pratica le strate-gie in materia di pianifica-zione dello spazio marittimo ela gestione integrata e soste-nibile delle zone costiere edelle barriere coralline. Glistudi ci indicano che le prate-rie di Posidonia oceanica tute-lano la biodiversità in quantozone di nursery, contrastanol’erosione costiera, sono im-portanti per la regolazionedell’ossigeno, per lo stoccaggiodel carbonio e per la catturadella CO2, risultando decinedi volte più veloci rispetto allavegetazione terrestre. Nel no-stro Paese, le reti ecologichecomprendenti le Aree Protettee la Rete Natura 2000 costi-

tuiscono importanti IV dellequali si sono dotate la quasitotalità delle Province, molteRegioni e un discreto numerodi Comuni. Andrebbe svilup-pato maggiormente l’impiegodi infrastrutture verdi nellabonifica dei siti contaminatiche potrebbe assicurare mi-gliore efficacia e sostenibilitàeconomica degli interventi.Sussistono estese criticità perla mancata o insufficiente ap-plicazione della normativa na-zionale, come la mancataistituzione dei distretti idro-grafici, comunitaria, e deipiani PAI (Piani di assettoidrogeologico), che contengonoindirizzi precisi per favorire leIV. La mancata definizione diuna normativa integrativa especifica, e, il ritardo nell’in-troduzione della fiscalità eco-logica in un quadro rinnovatodi riforma fiscale, è ulteriorecriticità. Se non si attuanoappropriate azioni di pro-grammazione è alto il rischiodi perdere le opportunità of-ferte dal Fondo di coesione edal FESR. Sul nostro territo-rio le IV sono ancora poche e,comunque, non sono inseritein una logica di sistema indi-spensabile per il raggiungi-mento degli obiettivi.

L’importanza delle infrastrutture verdiInvestimenti ad alto rendimento per la natura, la società e i cittadini

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Antonio Palumbo

Un tempo, d’estate, ci si po-teva immergere nelle acquedei fiumi cittadini per rinfre-scarsi contro il caldo torrido.Oggi molti di quei corsi d’ac-qua sono talmente inquinatida essere diventati nocivi perla salute dell’uomo. NewYork, Berlino e Londra sonole prime città impegnate inuna serie di iniziative, dal ca-rattere innovativo (ancorchénaturale), volte a bonificare leacque di fiumi e canali.A New York, per esempio, idesigner Jeffrey Franklin eArchie Coates, insieme all’ar-chitetto Dong-Ping Wongil,stanno lavorando al progetto+ POOL. Si tratta di una pi-scina sospesa sulle acquedell’East River - lo stretto chesepara Long Island dall’isoladi Manhattan e dal Bronx - eche ne utilizza l’acqua, oppor-tunamente filtrata, e la rila-scia poi nel fiume dopo unparticolare trattamento di de-purazione. La piscina galleggiante di cuiparliamo ha l’ambizioso obiet-tivo di purificare le acquedello stretto, notoriamentetossiche ed inadatte alla bal-neazione, rendendole pulite edecontaminate da batteri esostanze inquinanti, in partederivanti anche dagli scarichifognari della City: quandopiove, infatti, il sistema fo-gnario si sovraccarica e tuttoil liquame in eccesso fuoriescenel fiume. 1.900.000 litri diacqua purificata immessigiornalmente nel bacino sonol’obiettivo perseguito dall’am-

bizioso progetto in atto a NewYork. Anche Berlino ha ne-cessità di affrontare una si-mile problematica: gliarchitetti dello studio Reali-ties United hanno già elabo-rato un importante progettoper trasformare il canale cen-trale della città, il quale col-lega la Museumsinsel alfiume Sprea, in una megapi-scina all’aperto che, nei mesiinvernali, si trasforma inpista di pattinaggio su ghiac-cio: obiettivo ultimo del pro-getto è quello di creare unfuturo balneabile a Mitte, nel

centro della capitale tedesca,dove, secondo le previsioni diRealities United, si potrà nuo-tare in un canale bonificato,trasformato - mediante unagigantesca opera di fitodepu-razione - nella piscina piùlunga del mondo: tutte le so-stanze inquinanti sarebberotrattenute ed eliminate me-diante un filtro naturale,composto da strati di ghiaia eda piante. Il progetto in pa-rola appare più complesso ri-spetto a quello di + POOL,considerata l’imponente ri-conversione naturale previ-sta. Infine, a Londra, gliarchitetti Eva Pfannes e Syl-vain Hartenber dello studioOoze, insieme alla slovenaMarjetica Potrč, hanno svi-luppato il progetto Of Soil andWater, consistente nella rea-lizzazione di alcune grandibiopiscine urbane, la cuiacqua, in continua depura-zione, è interessata dalla fortepresenza di piante come leninfee: mission specifica del-l’intervento è quella di creareun contesto in cui le personepossano interagire con unambiente in evoluzione, “im-mergendo” i visitatori nellanatura e coinvolgendoli atti-vamente nella conoscenza deivari e complessi processi fito-depuranti che si sviluppanonelle biopiscine. I processi di

purificazione dell’acqua av-vengono al loro interno, comedetto, grazie all’azione di al-cune piante (come le ninfee)che assorbono nitrato ed am-monio e rilasciano ossigeno,mentre alcuni microorgani-smi procedono ad eliminare ibatteri ed il protoplasma al-gale ed una serie di pompeprovvedono a direzionare l’ac-qua verso i filtri durante ilgiorno. L’ambizioso inter-vento per il grande specchiod’acqua londinese, situato inprossimità di un quartieredella City attualmente in fasedi riqualificazione, fa anche

parte integrante di un pro-getto per la riconversionedell’area alle spalle della sta-zione ferroviaria di King’sCross e si trasformerà, infine,in un parco urbano: il LewisCubitt Park. I progetti per New York, Ber-lino e Londra dimostranocome sia possibile, se si vuole,anche nel nostro Paese, inter-venire in modo assolutamentenaturale per risanare radical-mente alcuni tra i corsi d’ac-qua più inquinati d’Europa,tra cui, in primis, spiccano ifiumi Sarno e Volturno, inCampania.

LE BIOPISCINE URBANEUn nuovo modo di bonificare le acque di fiumi e canali

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Giovanni Viegi*

Sono passati 105 anni daquando Henry Antoine desVoeux, componente della So-cietà londinese per l’abbatti-mento del fumo da carbone,coniò un nuovo termine“smog”, sintesi di due parole“smoky fog”, per identificare“quel qualcosa prodotto nellegrandi città, ma inesistente incampagna”.Sono altresì passati 63 annidall’episodio acuto di Londrain cui, a causa dell’intenso epersistente smog, si registra-rono oltre quattromila decessiaggiuntivi in meno di due set-timane.Tale episodio segnò l’inizio diuna nuova scienza: l’epide-miologia ambientale, chenell’ultimo mezzo secolo ha di-segnato e condotto migliaia distudi evidenziando che l’inqui-namento atmosferico è un fat-tore di rischio certo permalattie cardio-respiratorie. L’inquinamento atmosferico èassociato a mortalità per ma-lattie cardio-respiratorie, tu-more al polmone, ricoveriospedalieri per malattie respi-ratorie (compresa la polmo-nite) e per asma, incidenza eriacutizzazione di asma, riniteallergica, sintomi respiratori(tosse, espettorato, respiro si-bilante, difficoltà di respiro),riduzione della funzione respi-ratoria. Inoltre, esso causa unincremento dell’assenteismolavorativo e scolastico, nonchéla necessità di aumentare ledosi di broncodilatatori neipazienti con patologia ostrut-tiva cronica. Determinaquindi enormi costi socio-eco-nomici.Sono ormai passati dieci annida quando l’OrganizzazioneMondiale della Sanità haemanato le sue linee guida peril particolato atmosferico(PM), l’ozono (O3), il biossidodi azoto (NO2), l’anidride sol-forosa. Tali limiti, con l’ecce-zione di quello per l’ossido diazoto, sono molto più restrit-tivi di quelli ammessi dal-l’Unione Europea (UE).La conseguenza è ben de-scritta nel Rapporto del-l’Agenzia AmbientaleEuropea (Air quality in Eu-rope – 2015 report), pubbli-cato agli inizi di dicembre inconcomitanza con l’avvio dellaConferenza sul clima COP21di Parigi. Vi è una variazione

enorme tra le stime delle per-centuali di esposizione dellapopolazione europea agli in-quinanti: ad es., per le parti-celle inalabili (PM10), secondoi limiti UE il 17-30% è espostocontro il61-83% secondo i li-miti OMS; gli analoghi valoriper le particelle fini (PM2.5)sono 9-14% e 87-93%, e quelliper l’ozono (inquinante tipica-mente estivo) sono 14-15% e97-98%, rispettivamente. Lemappe presenti nel Rapportomostrano che la pianura pa-dana ed alcune grandi cittàitaliane sono tra le zone euro-pee più inquinate. Il Rapportostima anche il numero an-nuale delle morti premature(cioè avvenute prima dell’etàaspettata, corrispondente al-l’aspettativa di vita per untale paese, specifica per sesso)in Italia: 59500 per PM2.5,3300 per O3, 21600 per NO2.Di recente, l’iniziativa Aphe-kom in 10 città europee (in-clusa Roma) ha stimato chevivere vicino a strade traffi-cate sia responsabile del 15-30% di casi di asma (età 0-17anni) e di cardiopatia ische-mia e di broncopneumopatiacronica ostruttiva (età oltre 65anni).In Italia, negli ultimi venticin-que anni sono stati condottimolti studi epidemiologici pervalutare gli effetti dell’inqui-

namento atmosferico nei cen-tri abitati da parte di istitu-zioni sanitarie, università eCNR. I risultati pubblicati siasu riviste scientifiche sia sulWeb sono stati concordanticon quelli degli studi condottiin altri Paesi, evidenziando lapericolosità dell’inquinamentoatmosferico per la saluteumana. In questi giorni l’at-tenzione dell’opinione pub-blica è richiamata daglielevati livelli di inquinamentoatmosferico nella pianura pa-dana ed in molti centri urbani

del resto d’Italia, ci si chiedese esistano misure efficaci perridurre l’esposizione della po-polazione agli inquinanti.La letteratura scientifica negliultimi anni ha mostrato l’effi-cacia della chiusura dei centriurbani per circa due setti-mane al traffico privato (da 11a 41% di riduzione di eventiasmatici acuti durante leOlimpiadi estive di Atlanta1996 e di Pechino 2008) e l’ef-ficacia della riduzione cronicadei livelli di concentrazione diNO2, PM2.5 e PM10 sui sin-

tomi e la funzione respiratoria(indagini SAPALDIA e SCAR-POL in Svizzera), nonché l’ef-ficacia del bando all’uso dicarbone per riscaldamento aDublino nel 1990 (riduzionedel 15% di mortalità per causerespiratorie nei sei anni suc-cessivi). È infine essenziale investirenel supporto della ricercascientifica nel campo delle re-lazioni ambiente – salute. *Direttore Istituto di Biomedi-cina e Immunologia Moleco-lare CNR-IBIM

Lo smog non è solo un problema ambientale - Danni per la salute dell’uomo -

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Regnò a Napoli e in Sicilia dal1734 al 1759. Nacque a Ma-drid il 20 gennaio 1716. Figlio di Filippo V di Spagna edi Elisabetta Farnese, il diciot-tenne Carlo diventò Re di unregno finalmente autonomo.Carlo fu poi famoso con ilnome di Carlo III perché dopola sua partenza da Napoli nel1759, divenne III Re di Spa-gna. Seguendo la cronologianapoletana, dovrebbe invecedefinirsi Carlo VII. Con questosovrano, Napoli consolidò lasua importanza e diventò pre-sto una delle poche e vere ca-pitali insieme a Londra,Parigi, Vienna e Madrid.Amante dell’arte e della cul-tura, avviò una lunga serie diriforme e fece del Regno ungrande cantiere continua-mente in attività: sono di que-sti anni figure come quelle delFilangieri, del Gravina, delGenovesi (sua la prima catte-dra di economia nel mondo),del Galiani, del Giannone odello stesso principe di Sanse-vero. Di questi anni anche lecostruzioni della reggia di Por-tici, di Caserta (la nostra Ver-sailles) o di Capodimonte, laricostruzione della stessa reg-gia di Napoli, la costruzione(in 270 giorni) del Teatro diSan Carlo (“non vi è nulla disimile in tutta Europa”,scrisse il famoso scrittoreStendhal), con gli annessi con-servatori musicali (sono glianni di musicisti come Scar-latti, Pergolesi, Cimarosa oPaisiello, autore anche del-l’inno nazionale del Regno), lafabbrica di porcellane di Capo-dimonte, gli scavi di Pompei edi Ercolano con l’AccademiaErcolanese che illustrava estudiava i reperti e che diedevita al neoclassicismo nelmondo, il palazzo dei RegiStudi diventato Reale MuseoBorbonico con la collezioneFarnese ereditata dalla madredi re Carlo e lasciata alla città(attuale Museo Nazionale), lastrada di Mergellina e di Posil-lipo, l’Immacolatella al Porto,il Largo Mercatello (detto poiForo Carolino, attuale piazzaDante, con le statue raffigu-ranti le virtù del Re), l’Albergodei Poveri con una delle fac-ciate (314 metri) più lunghemai costruite e che racco-glieva, ospitava e avviava al

lavoro diverse migliaia di per-sone bisognose. E sono deglistessi anni i prestigiosi sitireali di Carditello, Persano,Venafro, Fusaro e degliAstroni o l’acquedotto di Mad-daloni. Con Carlo di Borbonefu riformato l’ordinamentogiuridico, fu riformato anche ilsistema fiscale con la crea-zione del “catasto onciario”per una più equa distribu-zione del carico fiscale (“i pesisieno con eguaglianza ripar-titi, e il povero non sia caricatopiù delle sue deboli forze ed ilricco paghi secondo i suoiaveri”); fu riordinato il com-plesso delle leggi napoletanedando vita ad un “Codice Ca-rolino”. A 22 anni il timido emalinconico Re di Napoliaveva sposato una quattordi-cenne bionda, altera, con gliocchi azzurri: Maria Amalia diSassonia, dalla quale avrebbeavuto (tradizione borbonica enapoletana) ben 13 figli e traessi Ferdinando, futuro ReFerdinando IV. Oltre alle qua-lità culturali (conosceva e par-lava diverse lingue), la Reginaseppe farsi amare sia dal ma-rito (che accettava di buongrado i suoi consigli anche dinatura politica) che dai suoi

popoli di cui rispettava eamava le tradizioni: non acaso si ricorda la sua passionenella creazione di statuine e diabiti in miniatura per i pre-sepi. Non a caso la tradizionedei presepi napoletani si af-ferma proprio nel Settecentoquando, dalla corte alle casedei nobili più in vista fino aquelle dei popolani di tutti iquartieri della città si facevaa gara nell’allestimento piùricco o suggestivo di quei pic-coli monumenti-omaggi allacristianità più sentita e pro-fonda. Si inserisce in questocontesto l’opera teologica maanche di sapiente e vera divul-gazione popolare del messag-gio cristiano operata daSant’Alfonso de’ Liguori, au-tore di trattati notevoli eanche della popolarissima“Quanno nascette Ninno”.In tutta la sua vita, sia da so-vrano napoletano che da so-vrano spagnolo, Carlo diBorbone dimostrò di essere unuomo irreprensibile. Profon-damente cattolico, fu ancheun marito devoto e il suo unicovero svago era nel periodicoinseguimento di lepri e fa-giani, svago ricordato spessoanche nei ritratti ufficiali.

Tre secoli fa nasceva il Re Carlo di BorboneIl più grande sovrano dell’età moderna conosciuto in Italia

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Fabio Cuoco

Tra le rinnovabili elettriche,stando all’ultimo rapporto diTerna, soltanto il fotovoltaicoha fatto registrare una cre-scita nel 2015, a fronte di unnetto calo della produzioneidroelettrica e delle altre fonticosiddette “rinnovabili”.È questo il poco incoraggiantebilancio dell’anno appena tra-scorso, un’inversione di ten-denza significativa rispetto al2014, quando le rinnovabilirappresentavano quasi il 45%della produzione e quasi il39% del consumo nazionale.Tali quote, nel 2015, sono ca-late rispettivamente al 41,3%ed al 35,4%. Un dato inaspet-tato, considerando che, du-rante l’ultimo lustro, il trenddelle energie rinnovabili èsempre stato positivo, rag-giungendo anche picchi diffi-cilmente immaginabili solopochi anni prima.L’unica fonte in positivo è l’in-tramontabile solare fotovol-taico, che ha fatto segnare unincoraggiante +34% rispettoal 2014, con un corrispon-dente aumento di 1,2 TWh,portando ad una generazionetotale di 23,8 TWh da fotovol-taico in Italia, sebbene nell’ul-

timo anno siano stati instal-lati appena 600MW su tutto ilterritorio nazionale. Tutto ciò,in termini di produzione dienergia elettrica, si traduce inun aumento del 13% rispettoall’anno precedente.Ma se il fotovoltaico è in cre-scita, non si può dire lo stesso

delle altre rinnovabili elettri-che: a far registrare il calo piùevidente è l’idroelettrico, con ilsuo -23% rispetto al 2014 ab-bassa drasticamente la mediadi tutto il settore, conside-rando il corrispettivo calo diproduzione di quasi 13 TWh,che rende quasi inutile l’au-

mento del comparto FV ai finidel computo totale.Sostanzialmente stabili l’eo-lico, le biomasse e la geoter-mia, le quali, malgrado unadiscreta crescita negli annipassati, hanno inevitabil-mente risentito dell’inver-sione di tendenza dell’ultimo

anno. In definitiva, dunque, laquota di rinnovabili in Italiadipende ancora fortementedalla minore o maggioreidraulicità nel corso dell’anno,confermando ancora una voltache, sebbene sia un auspicio ditutti, non è ancora assodatoche in Italia le rinnovabilesiano una realtà stabile eforte, in quanto sono ancoralegate a diverse variabili,come appunto l’idroelettrico e,in misura minore, al fotovol-taico. Stando sempre al rapporto difine anno di Terna, il valorecumulato della produzionenetta di energia nel 2015 siaggira intorno ai 250.000GWh, con un amento di circal’1% rispetto all’anno prece-dente, così come la domandadi elettricità che fa registrareun +1,6% (circa 290.000GWh). Tale domanda è statasoddisfatta attraverso fonti diproduzione interne per benl’81%, la parte rimanente dalsaldo estero.Sebbene il quadro generale,dunque, non sia incorag-giante, i segnali positivi nonmancano, sperando che sianodi buon auspicio e che si riescaad invertire nuovamente latendenza nel 2016.

Quota rinnovabili 2015: cresce solo il fotovoltaico

Thermotoga neapolitana:energia pulita da un batterio

Batterio Thermotoga neapoli-tana, soprannominato “batte-rio mangiarifiuti” per la suacapacità di produrre idrogenoa partire dai rifiuti organici, èstato isolato per la prima voltapresso il Cnr di Pozzuoli. Il suoparticolare prodigio risiedenella capacità di produrreidrogeno dalla fermentazionedei rifiuti organici, favoren-done una trasformazione inenergia pulita. Nella fattispecie, si tratta diun microrganismo termofilo,ovvero un essere vivente checresce a temperature altis-sime, riesce a trasformare ilglucosio dei rifiuti in idrogeno,e questo attraverso un im-pianto biomasse diventa ener-gia. Il luogo del ritrovamentoè ubicato in una pozza calda,di natura vulcanica, sulla

costa puteolana. Nelle fuma-role sottomarine dunque cre-sce un alleato che potrebberisolvere l’emergenza ambien-tale in primis e quella energe-tica in secundis. Il Cnr diPozzuoli ha messo a punto il

primo abbozzo di un disposi-tivo cilindrico in grado disfruttare il batterio per pro-durre combustibili per auto edelettricità rinnovabile. Lo stu-dio pubblicato dall’ “Interna-tional Journal of Hydrogen

Energy”, introduce il nuovometodo biotecnologico denomi-nato Capnophilic Lactic Fer-mentation (Clf) che si avvaledel batterio Thermotoga nea-politana. Il batterio vive e pro-lifera a 80 gradi nelle solfataremarine a largo del litorale Fle-greo. Le sue cellule si compor-tano da micro reattori capacidi produrre idrogeno da fer-mentazione di substrati orga-nici, inclusi materiale di scartodell’industria agroalimentare.Come risultato: energia pulita!Il Clf rappresenta un metodomeritorio che ci offre ben 3vantaggi: la produzione dienergia pulita, la catturadell’anidride carbonica e il re-cupero di materiali di scarto. Ilmetabolismo del batterioprendendo CO2 e acido aceticorilascia acido lattico con la

completa eliminazione dellaCO2, inoltre, al contrario deiclassici processi quali la foto-sintesi, non comporta sintesidi composti del metabolismocellulare. Anzi, l’utilizzo dianidride carbonica stimola lavelocita � di fermentazione de-terminando un miglioramentodella produzione di idrogenoda cui potrebbe essere diretta-mente ottenuta energia elet-trica. Il fine ultimo dellaricerca risiede nella possibilitàdell’applicazione industrialedella Capnophilic Lactic Fer-mentation, considerando cheper la sola produzione di acidolattico esiste un mercato mon-diale stimato in circa 1.200milioni di dollari nel 2010.Una buona notizia per un re-altà ambientale precaria comequella campana! F.C.

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Un pezzo di Napoli… anche a Madrid!Al Museo del Prado esposti i ritratti della famiglia Borbone

Domenico Matania

Museo del Prado, una delle piùrinomate pinacoteche nelmondo, il cui edificio architet-tonico venne approvato nel1786 da Carlo III. Vi sonoesposte opere dei maggiori ar-tisti italiani, spagnoli e fiam-minghi, fra cui AndreaMantegna, Antonello da Mes-sina, Sandro Botticelli, Raffa-ello, Tiziano, Caravaggio,Diego Velázquez, FranciscoGoya, Hieronymus Bosch,Rembrandt, Pieter Paul Ru-bens, Antoon van Dyck. In-somma, una delizia per gliocchi dei circa 3 milioni di visi-tatori che ogni anno affollanole sale del museo spagnolo. At-traversando le stanze della pi-nacoteca madrilena lo sguardoè subito rapito dalle grandiopere riportate da tutti i libridi storia dell’arte, dai grandicapolavori di Velazquez aquelli di Goya: “Il 3 maggio1808”, “Saturno che divora isuoi figli” fino ad arrivare allaritrattistica legata ai sovranispagnoli, uno dei tratti pecu-liari proprio di Francisco Goya.

Ed ecco quindi “La famiglia diCarlo IV”, celebre in tutto ilmondo per la precisione e ilrealismo dei visi dei regnanti eper la presenza nel quadro di Goya stesso. Ci si comincia ad imbatterecosì in alcuni legami che ripor-tano immediatamente alla sto-

ria di Napoli e del Regno delleDue Sicilie: nel ritratto, ac-canto a Maria Luisa di Bor-bone di Parma ecco la piccolaIsabella, seconda moglie e re-gina consorte di Francesco Idelle Due Sicilie (madre tral’altro di Ferdinando II). Com-piendo un passo indietro dal

punto di vista cronologico inuna delle sale del Prado dedi-cate alle opere di Goya apparela figura maestosa di Carlo IIIdi Spagna, già precedente-mente re di Napoli e di Siciliasenza numerazioni (era CarloVII di Napoli, secondo l'inve-stitura papale, ma non usò mai

tale ordinale). Dal 1759 finoalla morte fu re di Spagna conil nome di Carlo III (CarlosIII). Una figura tanto cara alla sto-ria di Napoli, trattandosi diuno dei sovrani che diede unenorme impulso allo sviluppodel Regno, nonché all’arte, al-l’architettura napoletana ealla cultura in generale. An-cora qualche passo e ci si ri-trova dinanzi al golfo diNapoli: il legame è sempre for-nito dalla monarchia spagnolae dallo stesso Carlo III. Anto-nio Joli, ritrattista modenesetrapiantato a Napoli, nel 1859raffigurava la “Partenza diCarlo di Borbone per la Spa-gna” (da Napoli) in una dupliceversione, con la vista dal maree dalla terra. Se dalla terra siammira la veduta “classica”con il Vesuvio fumante, moltosuggestiva è la vista dal marecon la veduta della costa e diSan Martino che si erge sull’in-tero golfo. Il piacere dell’arte,della cultura, del viaggio, ar-ricchito dalla suggestione di ri-trovare la propria terra in giroper il mondo.

Sciare tra funivie solarie tappeti energetici

Impianti di risalita alimentati a ener-gia solare, sci usati che diventanocombustile, mezzi da neve di ultimagenerazione. Sono alcune strategieverdi messe in atto nelle stazioni scii-stiche italiane e straniere per preser-vare gli ambienti naturali dal-l’inquinamento prodotto durante lestagioni invernali. Un risparmio, intermini di emissioni, che non soloaiuta a tutelare i paesaggi montani,ma è in grado anche di creare circolivirtuosi per la produzione di correnteelettrica. Quest’anno, infatti, l’ultimanovità sulle piste, i tappeti energeticiche trasformano i passi degli sciatoriin energia pulita. La risposta deglisciatori ai tappeti è stata ottima. Sonotantissimi infatti quelli che ci cammi-nano oppure ci saltano sopra. Non soloi bambini, ma anche gli adulti. Unmodo atipico di produrre energia cheviene misurato anche da uno specialecontatore. Il tutto grazie a un progettofinanziato dalla Ue e chiamato «zonesciistiche climatiche alpine» che coin-volge la Svizzera e l’Italia. Dato il suc-cesso dei trappeti, pronte a partire aruota le prossime iniziative. Tra cui,gli impianti fotovoltaici, i dissuasori ei sensori per non far andare a vuoto lefunivie. Carezza è la zona più soleg-

giata dell’Alto Adige, con una mediadi 8 ore di sole al giorno. Una risorsanaturale che, per esempio, potrebbeessere sfruttata con i pannelli fotovol-taici per alimentare una seggiovia so-lare. Gli impianti e le funivie sono inmovimento costante, anche quandonon li usa nessuno. Per questo tra iprossimi i passi ci saranno i sensori dimovimento per farli attivare soloquando c’è gente. Ma anche pensierisu come destinare l’ipotetico surplusenergetico. L’energia risparmiata, po-trebbe essere utilizzata per produrrela neve artificiale. Per una stazionesciistica l’innevamento è infatti l’ope-razione più costosa che, ogni stagione,rappresenta un terzo della spesa ge-nerale. I.B.

Smog e inquinamento: quandola soluzione viene dalla natura

Rosa Funaro

Per risolvere il problema dello smogcittadino che da giorni tiene banconei tg nazionali riunendo l’Italia danord a Sud sono state adottate mi-sure di ogni genere: dallo stop totalealla circolazione, all’incentivazionedell’utilizzo dei mezzi pubblici gra-zie ai ticket unici giornalieri, dallariduzione dei limiti di velocità aquella delle temperature massimedi riscaldamento negli edifici pub-blici e privati, insomma, tutti prov-

vedimenti che hanno in qualchemodo creato disagi alla popolazione.Eppure, spesso ci si dimentica che èla natura stessa che, in casi comequesto, può venirci in aiuto: esi-stono, infatti, una serie di alberi co-siddetti “antinquinamento”. IlCNR-Ibimet di Bologna e l’Univer-sità di Southampton, nel RegnoUnito hanno condotto una serie diricerche, pubblicate sulla rivistascientifica Landscape and UrbanPlanning, che si sono occupate dellasituazione della città di Londra ehanno verificato che gli alberi incittà rimuovono tra le 850 e le 2100tonnellate di Pm10 all’anno. Se-condo gli studi condotti dall’Ameri-can Forestry Association, un alberodi circa 20 metri di altezza può as-sorbire ogni anno circa 1000 grammidi particolato. Ecco allora che è facile comprenderequanto essi siano importanti perpreservare la nostra salute e per ri-durre l’inquinamento. Ecco l’elencodelle dieci specie più adatte a miti-gare i livelli di smog in città: Or-niello, Olmo comune, Gelso nero,Frassino maggiore, Leccio, Gingko,Acero campestre, Biancospino, Ba-golaro e Tiglio.

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Cristina Abbrunzo

Secondo un'analisi di settore, lacarta come materia prima rap-presenta il 2% del commerciomondiale, di cui la gran parteha un ciclo di vita piuttostobreve. Una piccolissima parteviene utilizzata per libri o perimmagazzinare informazioni alungo termine in documenti,registri. etc.Il 90% viene usata e buttatavia immediatamente per pac-kaging e per altri scopi.Molte industrie italiane impor-tano in media circa 25.500 ton-nellate all'anno di cellulosa.L'uso delle nuove tecnologie do-vrebbe favorire una digitalizza-zione dei documenti econseguentemente un uso de-crescente della carta: ma lestime degli operatori del set-tore dicono invece che la produ-zione delle carta a livelloglobale crescerà del 77% entroil 2020.Il fascino universale della cartasta nella sua semplicità comestrumento di comunicazione.Una recente ricerca ha rivelatoche il 77% dei dipendenti inItalia, Francia, Spagna, Ger-mania e Regno Unito ritieneche le stampanti siano unostrumento vitale per aiutarli a

lavorare in modo efficace e cheil 49% afferma che il non averepossibilità di stampare incide-rebbe significativamente sullaproduttività. Perché la carta èfacile da portare con sé, conve-niente, e permette di leggerecon facilità, assimilare con ra-pidità e ricordare con efficacia idati da essa riportati.D'altra parte, bisogna conside-rare che la carta viene prodottaa partire da una risorsa limi-tata e che la domanda cre-scente porterà ad un

diboscamento corposo delle no-stre foreste, che rappresentanoanche la fonte principale diproduzione d'ossigeno necessa-rio alla sopravvivenza dellaforme di vita. Di questa risorsadovremmo fare, quindi, un usopiù oculato e cercare di rici-clarla per disboscare meno fo-reste.A tale esigenze viene incontrola EPSON azienda leader nelsettore della stampa e della ge-stione documentale cha a di-cembre scorso ha presentato

alla fiera dell'innovazione so-stenibile di Tokyo: EPSON Pa-perLab, un sistema compattoda ufficio dedicato al riciclaggiodella carta, una macchina chein pochi minuti ricicla fogli edocumenti da smaltire e riuti-lizzare direttamente in ufficio. Sembra fantascienza da ufficio:niente cestini e raccolta diffe-renziata, metteremo la cartausata direttamente dentro unamacchina che ci restituirà foglibianchi pronti da usare.Un sistema che semplifica il

circuito di riciclo evitandone ivari passaggi, riduce l’acquistodi nuova carta e diminuisce leemissioni di CO2 per i tra-sporti.La macchina funziona tramiteun procedimento a secco deno-minato Dry Fiber Technology:senza l’utilizzo di acqua, tra-mite una serie di passaggi(creazione delle fibre, legaturae produzione finale) PaperLabrestituisce un foglio di carta ri-ciclata pronta per l’utilizzo, iltutto senza lasciare in giro datio informazione sensibili, e so-prattutto senza l’utilizzo diacqua. Dopo il primo foglio Pa-perLab è in grado di generare14 fogli A4 in un minuto, perun totale di 6720 fogli in unagiornata lavorativa di 8 ore. Manon solo fogli A4. Papar Labpuò produrre carta di varie di-mensioni, spessori e tipi: dacarta da ufficio e biglietti da vi-sita a carta colorata e profu-mata.Il modello definitivo dovrebbeentrare in commercio in Giap-pone nel 2016 e successiva-mente anche in altri Paesi.Epson si propone di aiutare leaziende ad aumentare l'effi-cienza operativa, fornendostampanti inkjet ad alta velo-cità e bassi consumi, che of-frono delle immagini distraordinaria qualità ad unbasso costo per stampa. E impiegando la nuova Paper-Lab per convertire in nuovacarta quella usata, la società ri-tiene che gli uffici di tutti i tipicambieranno radicalmente illoro modo di pensare e riconse-gneranno nuovo valore allacarta.

Origami: la batteria fatta di carta e acqua sporca

Una delle sfide più importantiper il settore della tecnologia èquella di trovare nuove solu-zioni per lo stoccaggio dell’ener-gia che siano più piccole edefficienti di quelle attuali. Gli scienziati dell’Università diBinghamton, nello stato diNew York, si sono ispirati al-l’antica arte giapponese del-l’origami per creare unabatteria pieghevole in grado diprodurre energia pulita conmateriali inaspettati.Si tratta infatti di una batteriacomposta quasi interamente dacarta biodegradabile che, attra-verso l’utilizzo di acqua sporca,sfruttando la respirazione deimicrobi in essa contenuti, pro-duce energia per alimentare unbiosensore.Seokheun Sean Choi, capo delteam di ricerca, ha spiegato:

“Qualsiasi tipo di materiale or-ganico può essere fonte di bat-teri per il metabolismobatterico. Nel nostro caso ab-biamo scelto l’acqua sporca, cheè piena di materia organica.”Grande quanto una scatola difiammiferi, il prototipo utilizzaun catodo di carta sul qualeviene spruzzato del nichel,mentre l'anodo è serigrafato

con vernici al carbonio. Delimi-tando poi le varie parti condella cera, è stata creata unazona idrofila che facilita la re-spirazione microbica e consentedi produrre sufficiente energiaper attivare un biosensore car-taceo. Con quattro batterie inserie è possibile alimentare unpiccolo Led, ad esempio.Questa originale soluzione ha

un doppio vantaggio, in quantosfrutta materiali economici efacilmente reperibili.La carta è poco costosa, biode-gradabile e non servono pompeo siringhe, perché assorba na-turalmente una soluzione li-quida. Il costo totale dellabatteria sperimentale si aggirainfatti intorno ai 5 centesimi.Si tratta di un metodo che po-trebbe essere utile in aree re-mote, dove le risorse sonolimitate, per la prevenzione e ilmonitoraggio della malattie. Ilprogetto Origami, il cui svi-luppo è stato finanziato per 3anni con 300mila dollari dallaNational Science Foundation, èuna tecnologia pensata, quindie soprattutto, per alimentaredispositivi per le analisi medi-che nei Paesi in via di sviluppo.

C.A.

Epson rivoluziona il mondo della cartaNasce PaperLab la stampante che ricicla i fogli direttamente in ufficio

Pieghevole, biodegradabile e low cost

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SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSEIl Regolamento delegato (UE)n. 2015/2229 della Commis-sione del 29 settembre 2015modifica le norme contenutenell’Allegato I, Reg. (UE) n.649/2012 relativo all’esporta-zione ed all’importazione disostanze chimiche pericolose.L’Allegato I appena citato, inparticolare, contiene l’elencodelle sostanze chimiche sog-gette a obbligo di notifica diesportazione, sostanze chimi-che assoggettabili alla noti-fica PIC e sostanze chimichesoggette alla procedura PIC anorma dell’art. 7 del Reg.(UE) n. 649/2012. Le modifi-che riguardano, da un latol’iscrizione nell’elenco dellesostanze chimiche soggetteall’obbligo di notifica diesportazione o assoggettabilialla notifica PIC, dall’altro lemodalità di redazione della

nomenclatura combinata. Sisegnalano in particolare lasoppressione di talune voci el’introduzione di alcune vocinuove. Regolamento delegato

(UE) n. 2015/2229, GUCE n.L317 del 3 dicembre 2015,entra in vigore il 23 dicembre2015 e si applica a far datadal 1 febbraio 2016.

INCIDENTI RILEVANTIL’ISPRA ha pubblicato sulproprio sito web le istruzionitecniche relative alla compi-lazione del modulo di notificaex art. 13, D.L.vo n.105/2015, contenente la disci-plina dei rischi di incidenterilevante. Il D.L.vo n.105/2015, tramite l’Allegato5, ha definito un modulo me-diante il quale i gestori deglistabilimenti coinvolti devonotrasmettere le notifiche allevarie amministrazioni coin-volte. In generale sono sog-getti obbligati alla notificatutti gli stabilimenti che uti-lizzano le sostanze pericolosedi cui all’Allegato I in quan-tità pari o superiore alle so-glie fissate. L’ISPRA precisa che per “sta-bilimento preesistente si in-tende uno stabilimento giàrientrante alla data del 1 giu-gno 2015 nell’ambito di appli-

cazione del D.L.vo n.334/1999 ed in relazione alquale: non sono intervenutemodifiche di status: questistabilimenti hanno tempofino al 31 maggio 2016 per in-viare la notifica; sono interve-nute alcune modifichedell’inventario delle sostanzepericolose, ai sensi dell’arti-colo 13 comma 7, D.L.vo n.105/2010 che però non deter-minano un cambiamento distatus; infine sono interve-nute modifiche con aggraviodi rischio che però non deter-minano un cambiamento distatus: in questo caso il ge-store sarà soggetto anche adaltri adempimenti, indivi-duati nei pertinenti articolidel D.L.vo n. 105/2015. http://www.isprambiente.gov. i t / f i l e s / s e v e s o - i i i -1/allegato5_Guida_24nov2015_def.pdf

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Nuovo conto energia termico: ecco le novitàLa normativa andrà a sostituire il decreto ministeriale del 28 dicembre 2012

Il conto energia termico è undecreto normativo volto a in-centivare gli interventi di pic-cole dimensioni atti adincrementare l’efficienta-mento energetico e la produ-zione di energia elettrica dafonti rinnovabili. In Italia,l’ultimo decreto ministerialein materia risale al 28 dicem-bre 2012, quando vennero in-trodotti interessanti evantaggiosi incentivi ull’ado-zione delle energie rinnovabilida parte dei Cittadini. Coltempo, però, il “conto” ha pa-lesato la necessità di essererinnovato ed è per questo cheil Consiglio dei Ministri haprogrammato un nuovo de-creto MiSE, non ancora ap-provato, atto a sostituire ilvecchio e che prevede nuoviincentivi destinati alla produ-zione di energia termica dafonti rinnovabili ed ai piccoliinterventi di efficienza ener-getica. I suddetti incentivi,nello specifico, interesserannoprincipalmente la trasforma-zione degli immobili in edificia consumo di energia “quasizero” con detrazioni pari al65%. Sarà, poi, possibile de-trarre le spese per diagnosienergetiche e per redazione diAPE (Attestato di PrestazioneEnergetica) con detrazioni del

50%. Per quanto concerne gliappartamenti privati, poi,sono previste detrazioni ancheper installazione di sistemidomotici e per la sostituzionedei sistemi di illuminazionecon dispositivi efficienti. Ilnuovo conto termico confer-merà alcuni interventi giàprevisti, come la sostituzionedegli impianti di climatizza-zione invernale con generatoridi calore a condensazione, l’in-stallazione di collettori solaritermici e la sostituzione degliscaldacqua elettrici con quellia pompa di calore. In meritoalla semplificazione burocra-tica, infine, la bozza prevedeche il GSE dovrà predisporreuna modulistica predetermi-nata per la presentazionedella domanda agli incentivi erazionalizzare le informazionirichieste al momento dellacompilazione.Lo stesso dovrà, inoltre, predi-sporre l’abolizione dell’iscri-zione ai registri per impiantidi climatizzazione invernalecon pompe di calore, elettricheed a gas, dovrà impegnarsi aderogare gli incentivi inferioriai cinquemila euro in un’unicarata e dovrà fornire la possibi-lità di pagare online e tramitecarta di credito, per attestarele spese sostenute. Fa.Cu.

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Orti Sospesi

Cineclub: Underground

PER SCEGLIERE BISOGNA SAPEREDecolonizzate il vostro immaginario per liberarvi dalle scorie mercantiliste

Che cosa è stata Mani pulitee, soprattutto, qual è oggi lasua eredità? L'ex giudice esostituto procuratore dellaRepubblica di Milano Ghe-rardo Colombo racconta glianni drammatici e carichi disperanza che lo hanno vistotra i protagonisti della piùimportante inchiesta giudi-ziaria della recente storiad'Italia. A partire dal 17 feb-braio 1992, giorno dell'arre-sto del presidente del PioAlbergo Trivulzio di Milano,Mario Chiesa, Colombo rac-conta un'esperienza decisivaper la società italiana rivol-gendosi per la prima volta atutti quei ragazzi allora nonancora nati o ancora troppogiovani per comprenderequella stagione. Lettera aun figlio su Mani pulite di-venta così l'opportunità diripercorrere una vicenda chesuscita tuttora slanci di con-senso e sostegno; è il libro diun padre capace di trasmet-

tere il senso ideale della giu-stizia e del rispetto delle re-gole; è l'occasione perricostruire una stagione con-troversa consegnata ormaialla storia della nostra na-zione, e da quello slancio ur-gente di giustizia ripartireper trovare soluzioni efficacia problemi che sembranoancora tragicamente attuali.Anni difficili, carichi di spe-ranza. Anni forse inimmagi-nabili, per chi allora nonc’era o era troppo piccolo perpoter avere memoria di untempo che è bene conoscere,per non ripetere quegli er-rori, per vaccinarsi da Tan-gentopoli, per averecoscienza di ciò che è acca-duto. Colombo racconta ilperiodo di Mani Pulite, inmodo semplice, diretto, spie-gando la differenza tra con-cussione e corruzione, lapossibilità di scegliere dache parte stare, le difficoltàincontrate dal pool durante

le indagini, fino al momentodella sua scelta di lasciare lamagistratura, nel 2007, perdedicarsi alle ragazze e airagazzi. Al racconto e alladiffusione della cultura dellalegalità, nella consapevo-lezza che «una società, percrescere, ha bisogno che isuoi cittadini si mettano ingioco e imparino a scegliere,scommettano sull'ugua-glianza, non accettino scor-ciatoie, ma si impegnino apercorrere la strada, a trattifaticosa ma piena di pro-messe, della libertà, l’unicache può portare a una reale,autentica democrazia».

Lettera a un figlio su Mani Pulite

La valle accogliente

Dopo tanto martellamento me-diatico sull’ invasione degli im-migrati, i quali venivanoalloggiati, a sentire alcuni, inalberghi di lusso, l’arrivo di 116rifugiati in Valle Camonicacrea sconcerto tra gli abitanti.Questo piccolo libretto raccontacome una microaccoglienza ra-gionata ha fatto sì che a Male-gno, un piccolo comune inprovincia di Brescia, nascessetra la gente una bella realtà diintegrazione, scandita da espe-rienze di volontariato, stage dilavoro, piccoli lavori di agricol-tura e corsi di alfabetizzazione.L’emergenza non esiste e se cisi impegna ad accogliere, coin-volgendo chi vuole e può fare la

propria parte, le donne e gli uo-mini migranti si rivelano unarisorsa in questi contestimedio-piccoli che compongonoil nostro Paese. Far abitare cin-que ragazzi in un condominio,coinvolgerli nella vita del paeseche li ospita e che si spende perfarli sentire accolti, è certo piùfacile e più umano di tutti queiCentri cosiddetti di accoglienzadove vengono racchiuse vite inattesa. Un risultato positivo ot-tenuto senza gravare sullecasse comunali, ma attingendoinvece da fondi europei, con lacollaborazione di realtà impe-gnate nel sociale. Paolo Erbascrive: “Tutta la questione stadiventando una battaglia ideo-logica che rischia di far perderea tutti la bussola: io penso in-vece che la ricetta giusta sia unmodello di microaccoglienzadiffusa, come abbiamo fatto estiamo facendo noi. Un piccoloprogetto che pensa in grande eche andrebbe divulgato. Bastafare un semplice copia e in-colla”.(a cura di Andrea Tafuro)

Come coltivare un orto-giardino sul balcone tute-lando la biodiversità.Gli orti nei terrazzi, a diverselatitudini, iniziano ad abitarele città. Angoli bucolici in bal-cone, dove sentire i profumidelle piante aromatiche,riappropriarsi di piccoli gestidi semplicità che vanno persi:tagliare il prezzemolo, racco-gliere i pomodorini, utilizzarela menta per una tazza di tè.Azioni che ci fanno riscoprirela soddisfazione del pren-dersi cura di sé attraverso ilcontatto con la natura, delsottrarsi a un consumismoche ci induce a comprareanche ciò di cui non abbiamobisogno. Marina Ferraraguida chi legge alla scopertadei benefici di questi orti so-spesi, spiegando come crearli,partendo dai semi, alcuni diquesti “preziosi”, di varietàstoriche e locali che altri-menti vanno perdendosi, finoad arrivare a sinergie ina-

spettate di cui godere peraromi e bellezza non solo vi-siva ma commestibile! Partedalle nozioni base, Marina: lefasi lunari, il calendario dellesemine, i rimedi fai da te,l’equipaggiamento indispen-sabile per ortisti e ortiste inerba… le tipologie di vasi eterre, le esposizioni al sole egli apparentamenti tra pian-tine e ambiente di vita.

C'era una volta un paese, laJugoslavia. Questo è “Under-ground” un paese alla deriva,di illusioni di libertà. Si canta,si danza, si beve un sacco,anche in mezzo alle bombe...ealle scimmie. La tragedia simischia continuamente allacommedia. Tutto appare cosìteatrale, finto forse, fino all'ec-cesso... ma solo perché Kustu-rica, quella realtà non tantobella, vuol rappresentarla at-traverso la metafora. E pernarrarci di un popolo folle-mente diviso, ci butta in facciala storia di due amici, divisidall'amore per una stessadonna, un'attricetta svampitae piuttosto bruttina. Ce li fa co-

noscere da partigiani in mezzoalla seconda guerra mondiale.Da una parte il Nero, em-blema del macho slavo, orgo-glioso e sbruffone, con i baffonineri, il pelo sul petto, la pas-sione per le donne e per il vinoe la classica testardaggine dicolui che pensa di essere ingrado di conquistare il mondoda solo. Dall'altra Marco, è luiche fa entrare Nero nel partito,che lo trasforma in partigiano.Nel giro di poco tempo i due di-ventano degli eroi della resi-stenza, fino a quando il Neronon viene imprigionato dai te-deschi. Marco lo libera e lo con-vince a nascondersi in unsotterraneo, dove il Nero, in-sieme agli altri rifugiati alle-stisce una piccola officina perfabbricare le armi, con le qualipuntualmente Marko riforni-sce i compagni comunisti. Ap-pena finisce la guerra, però, lastoria prende una svolta deci-siva. Da lì in avanti, infatti, co-mincia il terribile inganno diMarco, che fa a credere a tuttigli abitanti del sotterraneo che

la guerra continui, in modo datenersi per se la donna amataed arricchirsi come trafficanted'armi grazie ai fucili ed allebombe costruite da il Nero e ilsuo clan, inevitabile vederlocome metafora del grande in-ganno del Comunismo, che hasfruttato il lavoro di un popoloper l'arricchimento di pochieletti, ingannandolo con unapropaganda fasulla. La men-zogna si protrae per ben quin-dici anni. Quando il Neroriemerge finalmente da sotto-terra il mondo è cambiato. Edassistiamo velocemente allasua riscoperta del sole, alle toc-canti scene con il figlio, inca-pace di riconoscere il sole dallaluna ed un cervo da un cavallo,avendo vissuto sempre sotto-terra. Si arriva così alla mortedi Tito, alla guerra civile, in cuiil paese, completamente in-trappolato nel caos è invasodalle truppe dell'Onu. Croci-fissi ribaltati, fratelli che ucci-dono fratelli, fanfare, vino,feste... E’ così che muore unpopolo e una cultura.

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Foto di Fabiana Liguori

7 gennaio 2016 – Terminati i lavori di restauro di alcuni spazi del Duomo di Napoli finora inaccessibili al pubblico


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