+ All Categories
Home > Documents > Nuovo ospedale a Pordenone -...

Nuovo ospedale a Pordenone -...

Date post: 14-Feb-2019
Category:
Upload: hoangkien
View: 217 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
16
1 Nuovo ospedale a Pordenone La scelta dell’Ordine dei Medici, Chirurghi ed Odontoiatri di Pordenone
Transcript
Page 1: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nuovo ospedale a Pordenone  La scelta dell’Ordine dei Medici, 

Chirurghi ed Odontoiatri di Pordenone 

Page 2: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

 

Sintesi 

Fin  dalle  conclusioni  del  “Documento  di  analisi  degli  aspetti  strutturali,  logistici  e  di  attività dell’Ospedale  di  Pordenone,  finalizzato  al  riordino  dell’attività  ospedaliera”  della  Commissione istituita ad hoc  (2004) era evidente che  la struttura ospedaliera attuale non solo non è a norma rispetto alle indicazioni antisismiche ma ha sistemi tecnologici non integrabili ed ammodernabili ed una  topografia  incongrua  e  che  la  costruzione  in nuovo  sito  è  l’unica  che ha  tutti  i  vantaggi di costruzione, di realizzazione e di prospettive. Questa  fu  la scelta dell’Amministrazione Comunale. La  scelta  della Giunta  Regionale  2003‐2008,  tuttavia,  fu  favorevole  alla  ristrutturazione  in  situ. Quella  soluzione  aveva  i  seguenti  limiti:  inadeguata  rispetto  alle  caratteristiche  di  un  ospedale moderno che guarda al futuro; non rispondente alle esigenze di vision dell’ospedale di Pordenone; peggiorativa dell’efficienza ospedaliera; a rischio per pazienti ed operatori e per l’area urbana; non credibile sotto il profilo della previsione di spesa;senza copertura finanziaria.  Con la costruzione in nuovo  sito,  scelta  dall’Amministrazione  Regionale  2008‐2013,  non  si  tratta  semplicemente  di edificare un nuovo ospedale ma di pensare ad un ospedale “nuovo”, che  rappresenti uno dei tre poli di eccellenza interrelati della spedalità regionale per acuti e il polo di eccellenza della spedalità dell’Area  Vasta,  che  operi  in  rapporto  positivo  e  sinergico  con  il  CRO  e  che  risponda  ai  criteri dell’Ospedale  Modello  e  a  quelli  della  “flessibilità”  e  della  “futuribilità”.  L’altra  metà  della organizzazione  sanitaria,  quella  rivolta  ai  pazienti  cronici  e  ai  danni  di  bassa  intensità,  troverà risposta  nella  rete  socio‐sanitaria  che  ha  come  punti  di  forza  ADI, MMG,  strutture  intermedie, distretti, RSA, ospedali di comunità. La Cittadella della Salute sta come perno internodale di questa rete. Più di 200 posti letto a bassa intensità nelle realtà periferiche fanno da intermediari tra cure territoriali  e  cure  per  acuti  ad  alta  intensità.  Il  nuovo  ospedale,  dunque,  non  limita ma  esalta l’organizzazione territoriale. La proposta del nuovo ospedale è radicalmente diversa da quella della parziale  ricostruzione  in  sito  (Tabella  II). Da ciò discende che un  referendum popolare  su questa materia è  inammissibile, perché non si tratta di un tema urbanistico  (lo è solo secondariamente) ma  è  un  tema  di  salute  pubblica,  che  attiene  all’architettura  regionale  della  rete  ospedaliera dell’eccellenza e, come tale, non è materia decidibile solo dagli abitanti di Pordenone ma attiene al diritto  dei  cittadini  alla  miglior  cura  possibile  e  sostenibile  e  perché  un  quesito  che  ponga esclusivamente  il tema della collocazione, senza chiarire che si tratta di due proposte totalmente differenti per gli esiti sanitari e di quanti anni di  ritardo comporterebbe uno  stop alle procedure (ammesso che  riuscissimo a mantenere a Pordenone  il  finanziamento  regionale), è  fuorviante ed ingannevole.  L’iter  complesso  e  tormentato  dell’accordo  di  programma  è  alla  sua  conclusione. Tentennamenti e meline lo possono mettere in forse. Sappiamo che il nuovo ospedale è una vittoria bipartisan,  che  non  sarebbe  stata  possibile  senza  la  determinazione  dell’Amministrazione Comunale  di  Pordenone  da  un  lato  e  la  volontà  dell’Amministrazione  Regionale  dall’altro. Rivolgiamo  un  accorato  appello  alla  buona  politica  perché  chiuda  rapidamente  l’accordo  di programma,  convinti  che altrimenti  il  futuro di Pordenone non  sarà di avere un ospedale meno efficiente o meno moderno ma di non avere un ospedale degno di questo nome. 

Page 3: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

 

Gli Ordini dei Medici, Chirurghi ed Odontoiatri hanno,  tra  i  compiti previsti per  legge, quello di esprimere pareri e posizioni riguardanti  l’organizzazione sanitaria. L’Ordine dei Medici, Chirurghi ed  Odontoiatri  di  Pordenone  (OdM  PN)  ha  enfatizzato  questo  diritto/dovere  nei  documenti programmatici delle ultime tornata amministrative e, negli ultimi anni, in una serie di documenti in relazione ai passaggi salienti della evoluzione del Sistema Sanitario Regionale  (Libro Verde, PSSE 2010‐12, nascita degli “Ospedali Riuniti” di Pordenone, revisione del SSR). 

Per quanto attiene il tema dell’ ospedale di Pordenone, OdM PN ha ripetutamente espresso, con chiarezza,  dal  2005  (Presidenza  Magazzù)  ad  oggi  (Presidenza  Cappelletti)  in  dichiarazioni  e documenti la scelta per la costruzione di un nuovo ospedale in un nuovo sito, diverso dall’attuale. I documenti a sostegno di tale scelta sono stati assunti, pur nella rotazione dei colleghi chiamati a rappresentare l’Ordine in tre diverse tornate elettorali, tutti all’unanimità. 

Le motivazioni per un nuovo ospedale 

Un dibattito  serio e  fruttuoso dovrebbe partire da dati di  fatto  conosciuti e  verificati. Nel  caso dell’Ospedale,  una  Commissione  ad  hoc  di  ingegneri  e  architetti  (Studio  Altieri  Spa,  Coprogetti Scrl),  medici  ed  igienisti  (Direzione  Sanitaria  AOSMA,  dott.  A  Marcolongo  direttore  sanitario consulente,  professionisti  AOSMA),  direttamente  incaricata  dalla  AOSMA  su  mandato  della Regione, ha redatto nel 2004 una valutazione dello stato dell’ospedale (Documento di analisi degli aspetti  strutturali,  logistici  e  di  attività  dell’Ospedale  di  Pordenone,  finalizzato  al  riordino dell’attività  ospedaliera),  dalla  quale  emerge  con  chiarezza,  al  di  là  della  declinazione  di  4 soluzioni possibili, la necessità di un nuovo ospedale. 

Nella Relazione Finale, infatti, si legge: 

“Nonostante  i continui  interventi di adeguamento, gli  impianti dell’ospedale presentano notevoli criticità,  tali  da  rendere  inadeguato  l’esercizio  in  condizioni  normali  e  soprattutto  l’utilizzo dell’ospedale  nell’eventualità  di  un  evento  calamitoso  di  vasta  scala.  Le  condizioni  di  criticità possono  essere  così  riassunte:  difficile  visione  d’insieme  dei  sistemi  e  raccolta  dati  quasi  inutile stante  la  continua  situazione  di  modifica  …  impossibilità  di  intervenire  radicalmente  a  livello strutturale  …  non  sono  applicati  i  concetti  di  modularità  e  di  sezionamento  …  mancanza  di telecontrollo sui sistemi … spazio tecnici non ampliabili … inadeguata ubicazione dei volumi tecnici …  reti principali vecchie e di difficile sostituzione … verifiche periodiche di difficile esperimento … inadeguatezza delle installazioni rispetto alle condizioni sismiche … carenza rispetto alle condizioni di  igiene  ed  impossibilità di  attuare  le  operazioni di  bonifica … mancanza degli accorgimenti di risparmio energetico …” 

Nelle Conclusioni della Relazione, inoltre, si legge: 

“La  situazione  impiantistica  dell’ospedale  è  in  continua  evoluzione  …  Tuttavia  la  struttura dell’ospedale è datata e gli sforzi compiuti risolvono solo in parte i problemi esistenti e le evidenti carenze  …  L’obsolescenza  della  struttura  dell’impiantistica  impone  per  ciascuna  tipologia  la 

Page 4: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

 

continua  rivisitazione,  ampliamento  ed  adeguamento  con  il  risultato  di  rendere  sempre  più difficili  le  aggiunte  e  gli  schemi  più  complicati,  di  rendere  problematica  qualunque  tipo  di manutenzione, di comprimere sempre più sia  il volume tecnico disponibile sia quello destinato all’utenza … Tutti gli  interventi aggiuntivi  rispondono alle norme  con artifici aggiuntivi dovuti a scelte obbligate che di fatto riducono  la qualità del servizio erogato,  il rendimento e  la vita degli impianti … In questa situazione risulta impossibile avviare un programma efficace di manutenzione preventiva … Altre criticità si aggiungono con il crescere degli interventi … Le conclusioni ci portano a  considerare  che  tutti gli  impianti hanno necessità di  interventi di adeguamento …  Lo  stato di obsolescenza dell’impiantistica, nata  con  l’ospedale  stesso, non  risponde alle  esigenze attuali  e, risulta, naturalmente, di difficile  integrazione con  l’impiantistica  installata nel periodo recente.  In sostanza gli sforzi finora compiuti dovranno essere accompagnati da sforzi ancora maggiori solo per mantenere un grado di efficienza sufficiente … Rispetto ad una soluzione razionale che può corrispondere a soluzioni recenti, la distribuzione topografica dell’ospedale, che fa riferimento ad edifici non omogenei, orientati  in modo diverso, con percorsi di collegamento complessi che non consentono  la separazione dei percorsi sporco‐pulito,  influenza  in via diretta  la complessità ed  il costo delle nuove installazioni e della manutenzione.” 

Lo  Studio propone 4  soluzioni: 2 di  ristrutturazione di piccola e  grande portata  (giudicate dalla Commissione  irrealizzabili); 2 di nuova costruzione  in situ o  in nuova area. Nella descrizione dei vantaggi e svantaggi delle due ipotesi percorribili, lo Studio sintetizzava come segue in Tabella I (la forma  in  tabella  è  stata  usata  per  un  più  immediato  confronto ma  i  contenuti  sono  riportati testualmente):  

  VANTAGGI  SVANTAGGI    IN SITO 

Gradualità intervento Localizzazione consolidata Recupero di area verde Costi accettabili Sufficiente razionalizzazione degli spazi Prospettiva  di  funzionamento  fino  a  20 anni 

Cantierizzazione difficile per l’area urbanaDifficile  convivenza  tra  cantiere  e funzionamento dell’ospedale Incompatibilità  con  gli  investimenti  già effettuati Mantenimento  delle  strutture  durante  il periodo di costruzione 

   NUOVO SITO 

Localizzazione urbanistica idealeCantierabilità senza disagi Costi  di  costruzione  e  di  gestione ottimizzati Ottima razionalizzazione degli spazi Prospettiva  di  funzionamento  oltre  i  20 anni Disponibilità  di  un’area  strategica  per funzioni urbane 

Localizzazione da consolidare (psicologia)Adeguamento delle infrastrutture alla nuova area Incompatibilità  con  gli  investimenti  già effettuati Mantenimento  delle  strutture  durante  il periodo di costruzione 

 

Page 5: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

 

In buona sostanza, è evidente fin dalla Relazione del 2004 che:  

1)  la struttura ospedaliera attuale non solo non è a norma rispetto alle  indicazioni antisismiche emanate  nel  1983  (sic!)  ‐  al  punto  che  i  Padiglioni  A  e  B  non  sono  recuperabili  se  non  con interventi strutturalmente  impegnativi, delicati e di dubbia resa (torri esterne, sistemi di tiraggio, ecc …) ed economicamente  costosissimi – ma,  cresciuta per  apposizioni, ha  sistemi  tecnologici non  integrabili  ed  ammodernabili  ed  una  topografia  incongrua  rispetto  a  razionalizzazione  di percorsi ed attività;  

2) la nuova costruzione in sito ha l’unico vantaggio reale il costo minore (il costo dell’ipotesi in sito veniva stimato, nell’aggiornamento 2005 della Relazione, 93 milioni di euro contro i 149 milioni dell’ipotesi in nuovo sito), contrastato dai problemi del cantiere per pazienti, operatori, ospedale nel suo complesso e area urbana, appesantito dalla lunghezza dei lavori (la gradualità di intervento è  uno  degli  elementi  che  la  determinano  e  che  incrementano  i  disagi),  e  dalla mancanza  di prospettive, legata da un lato alla parziale rispondenza all’Ospedale Modello e dall’altra al lasso di tempo di funzionamento incongruo rispetto alle previsioni medie di vita di un nosocomio moderno (30‐50 anni); 

3)  la  costruzione  in  nuovo  sito  è  l’unica  che  ha  tutti  i  vantaggi  di  costruzione  (cantierabilità, costi),  di  realizzazione  (localizzazione,  costi,  caratteristiche)  e  di  prospettive  (rispondenza all’Ospedale Modello,  tempo di  funzionamento congruo) contro gli  svantaggi  sono  i costi per  le infrastrutture della nuova area e le resistenze psicologiche alla localizzazione; incompatibilità con gli investimenti già effettuati (peraltro tra i citati vi è quello dei laboratori che ha ormai meno di 10 anni  di  sopravvivenza)  e  costi  di manutenzione  dell’esistente  sono,  infatti,  presenti  in  ciascuna delle due soluzioni. 

In  conclusione,  già  il Documento del 2004,  se  letto  attentamente,  indirizzava  senza dubbio  alla costruzione  di  un  nuovo  ospedale  in  nuovo  sito.  E  questa  fu  la  scelta  dell’Amministrazione Comunale. 

L’ipotesi della ristrutturazione in situ 

La scelta della Giunta Regionale 2003‐2008, tuttavia,  fu  favorevole alla ristrutturazione  in situ. Oggi  si  parla  di  occasione  persa.  Così  non  è,  se  si  analizzano  attentamente  le  caratteristiche operative di quella scelta come furono definite dal Progetto di massima redatto nel 2006. 

Il Progetto prevedeva il recupero del Padiglione C e la costruzione di un Padiglione alfa sul sedime dell’attuale parcheggio  interno e delle ex‐caserme  che  lo  contornano,  addossato e  innestato  al Padiglione C, e con ingresso verso il Parcheggio comunale. Nel nuovo Padiglione avrebbero trovato posto circa 400 posti  letto  (in prima  ipotesi, 334); nel Padiglione C profondamente ristrutturato, circa 70 pl di day hospital e il Pronto Soccorso – Dipartimento di Emergenza. 

Page 6: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

 

Una  siffatta  soluzione  aveva  i  seguenti  limiti:  a)  inadeguata  rispetto  alle  caratteristiche  di  un ospedale moderno che guarda al futuro; b) non rispondente alle esigenze di vision dell’ospedale di Pordenone; c) peggiorativa dell’efficienza ospedaliera; d) a rischio per pazienti ed operatori e per  l’area urbana; e) non credibile sotto  il profilo della previsione di spesa;  f) senza copertura finanziaria. 

a)  inadeguata rispetto alle caratteristiche di un ospedale moderno che guarda al futuro. Gli ospedali durano almeno 50 anni. Quello che si costruisce adesso dovrà essere funzionale oltre la metà di questo secolo. Il metro di valutazione deve essere il “modello” di ospedale, che in Italia va  sotto  il  nome  di  Veronesi‐Piano‐Mauri  e  che  seppur  ad  un  decennio  dalla  sua  proposta, nonostante alcune limitazioni, rappresenta il riferimento accettato da tutti.  

Come debba essere un ospedale che guarda avanti lo sintetizza, appunto, il cosiddetto “Decalogo per l’Ospedale del Futuro”, conclusione del progetto di ricerca avviato dal Ministero della Sanità e dall’ARSS:  “Umanizzazione  (come  centralità  della  persona:  vanno  garantite  privacy,  comfort, informazione,  comunicazione), Urbanità  (come  corretta  integrazione  con  il  territorio  e  la  città), Socialità  (come  “ospedale  aperto”  integrato  in  “attività  parasanitarie”), Organizzazione  (come efficacia,  efficienza  e  benessere  percepito),  Interattività  (come  completezza  e  continuità assistenziale con le strutture dell’assistenza primaria), Appropriatezza (come corretto uso di cure e di risorse), Affidabilità (come sicurezza e tranquillità: privacy, abbattimento dei rumori, sicurezza ambientale  e  tecnico‐costruttiva),  Innovazione  (come  rinnovamento  diagnostico,  terapeutico, tecnologico  ed  informatico),  Ricerca  (come  apprendimento  intellettuale  e  clinico‐scientifico:  si dovranno prevedere  luoghi e attrezzature tecnologiche nonché  informatiche  idonee), Formazione (come aggiornamento professionale e culturale: si dovrà dare una rilevanza sempre maggiore alle aree destinate specificamente alla formazione e alla didattica”.  

L’ospedale,  inoltre, è un organismo dinamico che segue  l’evoluzione della tecnologia.  Il tempo di vita di una struttura sanitaria è determinato più dalla sua capacità che ha di adattarsi nel tempo alle  nuove  tecnologie  (flessibilità)  che  non  dall’invecchiamento  edile  impiantistico.  La ricostruzione  che  nasce  vecchia  impedisce  ogni  flessibilità  ed  ogni  “futuribilità”  (capacità  di adeguarsi al futuro). Non è necessario essere dei tecnici di  igiene ed organizzazione sanitaria per comprendere che  la ristrutturazione  in situ dell’Ospedale di Pordenone, ennesimo patchwork,  lo avrebbe  condannato  a  rinunciare,  in  partenza,  alla  possibilità  di mai  raggiungere  gli  standard previsti da un “normale” ospedale moderno e di essere pronto ad un qualunque futuro. 

b) non rispondente alle esigenze di vision dell’ospedale di Pordenone.La costruzione di un nuovo ospedale a Pordenone non è la costruzione di un nuovo ospedale di Pordenone e nemmeno (solamente) la costruzione di un nuovo ospedale della provincia di Pordenone, ma la costruzione di  una  delle  dotazioni  basilari  dello  scheletro  della  spedalità  regionale,  la  cui  strutturazione  è impostata,  come  ribadito  dal  PSSR  2010‐12  e  dalla  recente  Legge  sul  SSR,  sulle  tre  Aziende Ospedaliere di Trieste, Udine e Pordenone. Una eccessiva contrazione nel numero di posti  letto per acuti è il testimone di una riclassificazione dell’ospedale non tra i 3 di riferimento ma tra i tanti 

Page 7: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

 

a  livello  di  rete, minando  prospetticamente  la  possibilità  dell’eccellenza.  Non  è  lungimirante, infatti, pensare  in prospettiva ad una diminuzione di  ruolo dell’Ospedale per acuti:  in Provincia, anche sulla base dei parametri del recente Decreto Balduzzi che prevede 3,7‰ posti letto, saranno comunque necessari 1184 posti letto per l’acuzie, e almeno 5‐600 di questi devono essere allocati nell’ospedale  di  riferimento  regionale.  Anzi,  la  tempistica  e  l’efficacia  delle  emergenze  di  alto livello e la progressiva sofisticazione delle cure e delle attività diagnostiche richiedono sempre più quella flessibilità di intervento che viene dimensionata dal limite minimo della casistica necessaria a creare e mantenere competenze ed expertise e dal limite massimo della rapidità di una risposta appropriata, “effective” e personalizzata.

c) peggiorativa dell’efficienza ospedaliera. L’area principale di prevista ristrutturazione,  il Padiglione C, rappresenta l’area dell’emergenza che da sempre ha mostrato limiti strutturali che si trasformano  in vincoli negativi per una organizzazione fluida di un settore così  importante per  la salute, e così fortemente percepito dai cittadini. Questa resta com’è! La ri‐distribuzione di alcune attività  critiche  come  la Cardiologia,  con una  strutturazione  su più piani e  in padiglioni diversi, appesantisce piuttosto che semplificare i percorsi dell’emergenza. Non ci sono sufficienti spazi per l’ambulatorietà ed i servizi di laboratorio e di imaging. Non ci sono sufficienti sale operatorie e di terapia  intensiva e semintensiva, anche alla  luce degli sviluppi  futuri. Non c’è  la stroke unit. Le aree  di  studio,  formazione  e  ricerca  sono  inesistenti.  È  del  tutto  assente  la  prospettiva dell’evoluzione logistica e tecnologica che interverrà nei prossimi decenni. In sintesi è un ospedale senza futuro. 

d) a  rischio pazienti ed operatori ed area urbana.Un grave problema  sarebbero  state  le condizioni  di  sopravvivenza  dei  pazienti  e  degli  operatori  nell’ospedale  contiguo  al  cantiere (polveri,  rumore,  rischio di polluzione di  sostanze  irritanti e allergeniche e di agenti  infettivi). Non  vi  era  nessuna  dettagliata  valutazione  dei  rischi  e  degli  inconvenienti  possibili  per  una programmata preventiva definizione delle misure  in  grado di minimizzare  i disagi. Questi  rischi esisterebbero  anche per  l’area urbana  circostante,  che  sarebbe esposta per 7‐8  anni  al  traffico pesante degli automezzi da cantiere, con il blocco del traffico parziale o totale in un’area già oggi intasata e di difficile percorrenza.  

e) non credibile sotto  il profilo della previsione di spesa.  Il progetto definitivo del nuovo padiglione e del parcheggio  interrato è stato  recepito con deliberazione n. 196 del 29 dicembre 2006, mentre  il  quadro  economico  definitivo  è  stato  approvato  con  deliberazione  n.  4  del  31 gennaio  2007.  L’investimento  complessivo  per  i  lavori  di  riordino  dell’Ospedale  di  Pordenone ammontavano a €.110.582.153,00, così ripartiti: 

Opere propedeutiche    €.   6.358.610,00 

Padiglione “Alfa” e parcheggi interrati    €. 92.089.591,54 

Ristrutturazione edificio “C”    €.   7.121.063,46 

Page 8: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

 

Ristrutturazione padiglione “L”    €.      660.400,00 

Ristrutturazione edificio “A” (per 2.520 mq)     €.   2.784.600,00 

Demolizioni finali    €.   1.567.888,00 

                                                                                    €. 110.582.153,00 

I  costi  delle  ristrutturazioni  (Padiglione  C  ecc.)  erano  stimati  meno  della  metà  degli  importi normalmente  richiesti. Non  erano  previsti  finanziamenti  per  l’attrezzaggio  e  per  le  tecnologie. Realisticamente  il  costo  previsto  era  a  malapena  sufficiente  per  portare  al  grezzo  il  solo Padiglione alfa, per i parcheggi e alcuni interventi impiantistici. 

f)  senza  copertura  finanziaria.  Nella  DGR  901  del  5  maggio  2006,  “Programma  degli investimenti del SSR 2006‐2015 e modalità di finanziamento”, per  l’ospedale di Pordenone erano previsti 99 milioni di euro (disponibili 4!), di cui 23 a realizzazione aziendale (conto capitale) e 75 leasing immobiliare. La tabella al punto 3.2 della delibera “Modalità definite di finanziamento e realizzazione” specificava: ristrutturazioni per appalto diretto; nuove edificazioni + attrezzaggio per canoni di  locazione. Come a dire che con 75 milioni di euro si sarebbe dovuto costruire un nuovo padiglione da almeno 300 posti  letto (dichiarati 400) ed attrezzarlo! È evidente anche per un non addetto che la previsione è irrealistica. Si nota, in quella delibera, la previsione di 20 milioni di euro per la Cittadella della Salute, tutta finanziata con leasing.  

Un ospedale nuovo 

“Se Pordenone non avrà  in tempi certi un nuovo ospedale, davanti a noi sta solo una decadenza senza  fine, che peserebbe gravemente  sull'intera città. Un ospedale dequalificato non potrebbe che entrare in concorrenza con gli ospedali di rete della nostra provincia e portare ad una battaglia fra  poveri”.  Rispetto  a  queste  considerazioni  dell’Amministrazione  Comunale  di  Pordenone  nel 2007, viviamo  in una  realtà sanitaria ancora mutata ed  innovativa, principalmente come effetto della  costituzione  degli  Ospedali  Riuniti,  i  cui  effetti  positivi,  in  una  logica  di  ristrutturazione aziendale, si esplicheranno nel tempo.  

Bisogna  pensare  ad  un  ospedale  “nuovo”,  che  rappresenti  uno  dei  tre  poli  di  eccellenza interrelati  della  spedalità  regionale  per  acuti  e  il  polo  di  eccellenza  della  spedalità  dell’Area Vasta; che operi in rapporto positivo e sinergico con il CRO e che risponda ai criteri dell’Ospedale Modello e a duelli della “flessibilità” e della “futuribilità”:  

a) che rappresenti uno dei tre poli di eccellenza  interrelati della spedalità regionale per acuti, così come pianificato dal PSSR 2010‐2012. Da questo punto di vista è bene ricordare quanto la Regione ha messo  in previsione e  in opera per gli altri 2 pilastri della  spedalità  regionale: 1) Trieste  per  il  rifacimento  dell’Ospedale Maggiore  82,664 milioni  (5  lotti),  per  il  rifacimento  di Cattinara  e  Burlo  più  di  100 milioni,  appena  sbloccati  dallo  Stato,  più  59 milioni  dalla  Regione (investimenti totali finali per 250‐260 milioni); 2) Udine ha appena inaugurato il lotto delle centrali 

Page 9: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

 

e dei laboratori e i lotti 1 e 2 per un investimento totale di oltre 271 milioni di euro e mancano da costruire i lotti 3 e 4 per un costo stimato non inferiore ai 100 milioni di euro (investimenti totali finali per circa 400 milioni) 

b) che rappresenti il polo di eccellenza della spedalità dell’Area Vasta (non più l’ospedale di Pordenone ma del Pordenonese) nella  rete provinciale  ripensata per  intensità di  cura, e  che adempia  con efficacia  alla  sua missione  attraverso  l’attivazione  in maniera  adeguata di  tutte  le realtà territoriali deputate a rispondere ai bisogni non acuti della popolazione.  

Da  un  punto  di  vista  delle  attività  ospedaliere,  il  compito  di  AORP  è  particolarmente impegnativo,  dovendo  conciliare  le  attività  sanitarie  di  base,  in  una  nuova  e moderna  visione delle  organizzazioni  sanitarie  basata  sulle  evidenze  e  sull’innovazione,  con  il  ruolo  di  punta avanzata delle specializzazioni riconosciute  in ambito regionale. La riorganizzazione per  intensità di cura non è applicata solo nella nuova struttura di AOSMA ma nell’insieme delle strutture (fuori dal nuovo ospedale vi saranno comunque più di 200 posti letto per acuti), dove AORP va pensata come una “cosa unica”, non più come la sommatoria di realtà diverse e dove le soluzioni operative devono essere prese sulla base dell’efficienza e del merito (competenze/casistica) e non sulla base della  geopolitica.  L’esperienza  sanitaria  del mondo  dimostra  ampiamente  che  solo  l’efficienza consente l’equità.  

Da un punto di vista dell’approccio globale alla salute, l’OdM PN ha saldamente sostenuto il principio di costruzione della realtà sanitaria provinciale espresso dallo slogan “un territorio – un ospedale”. Ma  la  condizione  per  la  realizzazione  di  tale  principio  è  sempre  stata  quella  che  la costituzione degli  “ospedali  riuniti”  fosse accompagnata da una  riorganizzazione  territoriale che offra sul territorio quel che l’ospedale per acuti non può più dare ( post‐acuzie e cronicità) e che, altrimenti,  ricade  da  un  lato  sulle  famiglie  e  dall’altro  sui MMG.  Il MMG  è  centrale  in  questa “rivoluzione”, soprattutto alla luce delle recenti innovazioni legislative (Balduzzi): lavoro medico ed assistenziale  in  team; compartecipazione dei pazienti alla definizione della strategia  terapeutica; sistemi di cure integrate per superare la frammentazione dei servizi territoriali e fra questi e quelli ospedalieri. Ciò ha  importanti ricadute anche sugli scenari futuri di evoluzione delle reti di servizi territoriali, che prevedono sviluppi  in parte alternativi ed  in parte  integrabili: sviluppo delle cure intermedie,  sviluppo  delle  cure  primarie,  modello  bilanciato.  Le  molte  criticità  della  nuova organizzazione  territoriale,  connessa  ai  “nuovi”  Distretti,  sono  già  state  puntualizzate  dal Documento di OdM PN del 2011 e verranno riprese in un prossimo Documento specifico. 

c)  che  operi  in  rapporto  positivo  e  sinergico  con  il  CRO,  secondo  un  opportuno mix  di divisione ed integrazione di attività, al di là delle diversità istituzionali che rimangono inalterate; la  costruzione  del  nuovo  ospedale  in  Comina  facilita  integrazioni  e  interscambi  logistici  ed operativi, secondo logiche di efficienza e di efficacia clinica per il singolo cittadino (effectiveness); 

d)  che  risponda  ai  criteri  dell’Ospedale Modello  (vedi  sopra)  e  abbia  la  possibilità  di modularsi, sotto il profilo logistico, organizzativo e tecnologico, nel tempo (30‐50 anni) in relazione 

Page 10: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

10 

 

al mutamento  epidemiologico,  gestionale  e  del  progresso  scientifico  (flessibilità  e  futuribilità). Puntualizza il Documento Veronesi‐Piano‐Mauri (Ministero della Salute, 2001): “La struttura deve essere  in grado di accogliere  lo sviluppo rapido delle  innovazioni  tecnologiche ed organizzative;  i sistemi  costruttivi  devono  essere  flessibili  in  modo  da  consentire  il  montaggio,  smontaggio, spostamento  o  aggiunta  di  elementi  attraverso  lavorazioni  semplici,  non  polverose  e  non rumorose, nonché l’espandibilità e l’adeguabilità semplice degli impianti … si dovrà prevedere aree “polmone” per le probabili espansioni, specie nei settori ad alta potenzialità innovativa”. Prescrive il  documento  Responding  to  future  change  in  Investing  in  hospitals  of  future  (WHO  Regional Office  for  Europe,  2009):  “La  flessibilità  e  la  scalabilità  sono  caratteristiche  ineludibili  in  un moderno ospedale. La presenza di una qualche ridondanza di spazi interni e la disponibilità di spazi esterni sono indispensabili”.  

La costruzione di un nuovo ospedale  in un nuovo sito consente  l’avverarsi delle condizioni che permettono una nuova buona sanità. Ovviamente la costruzione di un ospedale non determina di per sé ed immediatamente il miglioramento della salute, non ne è una condizione sufficiente, ma ne  è  un  presupposto,  una  condizione  necessaria:  senza  adeguati  spazi,  logistica,  tecnologia  e flessibilità non si può pensare oggi di fare della buona medicina, e tutta la medicina occidentale è lì a dimostrarlo. Ciò supera anche la sterile polemica tra i “muri” e le “teste”. Se si intende dire che senza competenze professionali e umane  le dotazioni murarie non fanno salute, si dice una cosa talmente  ovvia  da  essere  banale, ma  se  si  intendesse  dire  che  competenze  ed  esperienze,  in particolare all’eccellenza, possono nascere e crescere o essere attratte da logistiche, tecnologie ed organizzazioni obsolete o cadenti, allora si direbbe semplicemente una sciocchezza. 

Ciò  non  toglie  che  efficienza  e  tecnologia  debbano  essere  accompagnate  da  empatia  ed umanizzazione e che su questo fronte vi sia largo spazio di miglioramento. Ma non possiamo oggi pensare di ovviare con  la buona volontà e  l’attenzione umana a carenze ed  insufficienze di cura: tutti  i cittadini hanno diritto ad essere curati con  il massimo dell’efficacia clinica, appropriata alla loro condizione patologica. 

Non va, d’altra parte, perpetuata una ormai superata concezione dell’ospedalità, come del  luogo del ricovero per motivazioni spesso più sociali che sanitarie. L’ospedale di oggi e di domani è e sarà ipertecnologico, dedicato alle acuzie, ad alta efficienza, separato anche fisicamente dall’assistenza. Le necessità sanitarie di minor impegno e la maggior parte di quelle legate alle malattie croniche e alle  loro riacutizzazioni trovano risposta sul territorio attraverso una ADI veramente operativa,  le strutture  intermedie  con  l’apporto  di  professionisti  diversi  e MMG,  i  Distretti  come  registi  e fornitori  di  prestazioni  dipartimentali  e  di  salute  pubblica,  le  strutture  di  ricovero  quali  RSA, Ospedali di Comunità, Ospedali a bassa intensità c di cure. Questa rete assistenziale, che coinvolge anche  i Comuni, è  in rapporto con  l’Ospedale per acuti ma è una organizzazione diversa, perché diverse  sono  le mission  sanitarie. Nel  caso  di  specie,  la  Cittadella  della  Salute,  collocata  in  via Monte reale, acquista significato e funzione proprio perché  l’Ospedale per acuti non  insiste sulla stessa area!  

Page 11: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

11 

 

La proposta del nuovo ospedale è radicalmente diversa da quella della parziale ricostruzione in sito.  

Le principali differenze sono sintetizzate in Tabella II: 

  padiglione alfa  nuovo ospedale note Area disponibile  ~108.000  ~184.000 Scalabilità! Dimensioni   85.000  

(nuovi 45.000) 110.000

(tutti nuovi!) Flessibilità, futuribilità!

Posti letto  470  550 Mantenuta l’attuale dotazioneSale operatorie  14  14Terapia intensiva,  TIPO e subintensiva 

 12  >30   Indispensabili per il futuro 

Stroke unit  no  siPronto soccorso  quello attuale!  nuovo, con il 50% di 

spazio in più È  il punto di maggior difficoltà dell’organizzazione dell’ospedale! 

Rinnovo dotazioni tecnologiche 

 non previsto 

previsto per il 50% dell’esistente  (≈30 mln €) 

Tiene conto  della  data  di attivazione (7 anni) 

Tecnologia pesante 

< 10  >10 

Degenze (spazi)  come attuali  circa un terzo in più Consente  camere  a  2  e  a  1 letto, flessibili 

Spazi ambulatoriali 

inadeguati  adeguati

Laboratorio  ed imaging 

Inadeguati e a sopravvivenza 

limitata (<10 anni)  adeguati 

Sistemi impiantistici  ed infrastrutturali 

 patchwork  moderni/implementabili

 

Si comprende alla luce di quanto sopra che la scelta tra ricostruzione in sito e nuova costruzione in nuovo sito è drammaticamente diversa  (figura 1 e 2): da un  lato un ospedale modello con una prospettiva di adeguamento alle novità diagnostiche e terapeutiche dei prossimi 50 anni, dall’altro un ospedale mezzo  vecchio,  con  tutti  i problemi del  vecchio,  impossibilitato  a modularsi per  le esigenze sanitarie future, non flessibile e non scalabile, di durata limitata al prossimo decennio; da un  lato  la possibilità dell’eccellenza e del ruolo regionale, dall’altro un ospedale di comunità atto 

Page 12: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

alla bassa intensità e non attrattivo; da un lato un investimento sanitario e sociale per il futuro, dall’altro un costo minore ma in breve tempo inutile. 

 

Figura 1.    L’ospedale  in  sito  è  solo per  il 50% nuovo  (riquadro  in  rosso),  in  ambiente  ecologicamente inquinato e con nessuna possibilità di “flessibilità” orizzontale e verticale e scarsa disponibilità di area per ogni evenienza di “futuribilità” nei prossimi 30‐50 anni.  

 

Figura  2.    L’ospedale  in  Comina  è  tutto  nuovo,  in  ambiente  ecologicamente  sano  e  con  possibilità  di “flessibilità” orizzontale e verticale e disponibilità di area per ogni evenienza di “futuribilità” nei prossimi 30‐50 anni. Cerchiate in rosso è le parti NON previste dall’ipotesi di ricostruzione in sito  

12 

 

Page 13: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

13 

 

Da  quanto  sopra  esposto,  è  evidente  che  un  referendum  popolare  su  tema  della  scelta sull’ospedale  ricostruito  in  sito  o  costruito  ex  novo  sul  nuovo  sito  incontra  due  livelli  di opposizione, che ne configurano la inammissibilità:  

1) non si tratta di un tema urbanistico (lo è solo secondariamente) ma è un tema di salute pubblica,  che  attiene  all’architettura  regionale  della  rete  ospedaliera  dell’eccellenza  e, come tale, non è materia decidibile solo dagli abitanti di Pordenone ma attiene al diritto dei cittadini alla miglior cura possibile e sostenibile; 

 2) un quesito che ponga esclusivamente  il  tema della collocazione,  senza chiarire che  si tratta di due proposte totalmente differenti per gli esiti sanitari, è fuorviante, ingannevole, tendenzioso e come tale inammissibile. 

Deve essere chiaro, inoltre, che il tempo stimabile da oggi per avere attivo il nuovo ospedale con le procedure  in  fase di deliberazione  è di  6.3  anni  (dati dell’Osservatorio).  Se  si deve  rifare  l’iter, ammesso  e  non  concesso  che  restino  disponibili  i  150 milioni  di  risorse  regionali  (comunque insufficienti: ancora nel 2005  si  stimavano 149 milioni,  senza  tecnologia!),  sono preventivabili 4 anni di procedure e 7‐8 anni per la costruzione (dati Inchiesta parlamentare) con il raddoppio degli anni di spese di manutenzione dell’esistente (circa 30 milioni a perdere), per avere forse nel 2025 un ospedale vecchio,  inadeguato e già da demolire per almeno metà (padiglione H, padiglione C, padiglione A) per obsolescenza.  

Dunque la scelta vera che eventualmente va posta ai cittadini è tra fare il nuovo ospedale e non avere ospedale. 

Qualche (breve) considerazione urbanistica 

Da un punto di vista medico e di edilizia ospedaliera,  il  tema urbanistico va affrontato alla  luce dell’evoluzione  storica  dell’ospedale  e  dei  modelli  oggi  suggeriti  dagli  esperti  del  campo.  Gli ospedali in città si costruivano nel medioevo (hospitale), quando erano più ricoveri di viandanti ed affamati  che  luoghi  diagnostici  e  terapeutici.  Così  furono  fino  al  ‘600,  nonostante  la  lenta evoluzione  dell’arte  medica.  Ma  dall’ottocento,  data  di  nascita  della  moderna  medicina tecnologica e polispecialistica, gli ospedali si sono costruiti  fuori dalle città. Anche a Pordenone, quando agli inizi del ‘900 si decise di costruire un nuovo ospedale abbandonando il sito che aveva visto sorgere il primo nucleo nel 1260, si scelse l’area delle Caserme. Allora l’area della città finiva con la grande Villa Ottoboni ed il suo parco! Così è stato per il Nuovo Ospedale di Udine, così per il Cattinara, così è stato ed è in tutto il mondo. 

Per  quanto  attiene  lo  specifico  di  Pordenone,  vale  la  pena  di  ricordare  che  proprio  l’allora insormontabile ostacolo della “cintura” costituita dalle Caserme e dall’Ospedale impedì nel Piano Urbanistico  del  1983  di  indicare  la  traiettoria  di  crescita  della  città  verso  nord,  continuando  la spinta  a  sud  e,  in  tempi più  recenti,  causando  la  saturazione dei  lotti  interclusi e delle  aree di rispetto all’interno della zona centrale e semicentrale. Se si pensa con un orizzonte di 30‐50 anni 

Page 14: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

14 

 

(e ci si astrae dalla attuale crisi economica e quindi edilizia,) anche il nuovo Piano Urbanistico deve affrontare il tema dello sviluppo della città. La liberazione dell’area dell’ospedale può essere il più stimolante aspetto del ridisegno di una città sostenibile ed armonica. 

D’altra parte, sotto il profilo della viabilità, il Quartiere Nord e via Montereale sono ormai al limite del collasso, soprattutto  in alcuni momenti del giorno. La ricostruzione  in sito causerebbe disagi insostenibili da traffico pesante di cantiere per tutta la durata del lavoro (7‐8 anni) e lascerebbe le condizioni  di  un  traffico  veicolare  incrementale  e  di  una  totale  carenza  di  parcheggi.  Infatti resterebbe  disponibile  solo  l’attuale  Parcheggio  a  disposizione  e  dell’Ospedale  e  della  Nuova Cittadella  della  Salute.  Si  pensi  solo  che  nel  nuovo  ospedale  e  solo  per  le  sue  necessità  sono previsti il doppio dei parcheggi oggi disponibili in via Montereale. 

Il tema del finanziamento 

I medici hanno discusso a  lungo sulla tipologia di finanziamento, preoccupati dalla possibilità che fossero  affidati  ad  esterni  al  SSR  servizi  sanitari  “core”.  Tale  ipotesi  è  stata  fugata  e  quindi l’interesse si è spostato sulla comprensione dei meccanismi finanziari più opportuni. 

La  “Inchiesta  sulle  condizioni  strutturali degli ospedali  collocati  in  zone  a  rischio  sismico o di diversa natura” promossa da Parlamento della Repubblica nel 2009 ha certificato che il 47% degli ospedali  italiani  ha  più  di  50  anni  e  solo  l’8% meno  di  30,  cioè  è  stato  costruito  prima  della revisione  delle  norme  antisismiche  del  1983.  Il  75%  di  essi  presenta  carenze  gravissime,  sotto questo profilo, e cioè crollerebbe o subirebbe lesioni distruttive se esposto a terremoti oltre il 6.3 della scala Richter (quello del Friuli 1976 fu di 6.4) mentre  il 60% subirebbe danni devastanti per terremoti di magnitudo 6.0 della scala Richter.   

Lo  stato  di  fatto  degli  edifici  ospedalieri  italiani  e  la  loro  vetustà  hanno  più  volte  nell’ultimo quindicennio  stimolato  lo  studio  di  una  generalizzata  riedificazione  (ne  parlò  ampiamente Veronesi al tempo  in cui era Ministro della Sanità 2000‐2001), anche  in riferimento alla revisione dell’impostazione dell’edilizia ospedaliera ed in particolare alla specializzazione con ipertecnologia, da  un  lato,  e  ai  criteri  di  efficienza  ed  economicità  del  servizio  che  conducono  ad  un ridimensionamento del numero dei nosocomi. Dai 942 ospedali del 1997  si è passati ai 638 del 2009  con  una  diminuzione  del  32%,  analoga  alla  diminuzione  dei  posti  letto.  Tuttavia  la  rete pubblica  è  ancora  una  rete  diffusa  (un  ospedale  ogni  90.000  abitanti), molto  disomogenea  sul territorio nazionale e ancora costituita da ospedali piccoli (<120 posti  letto) che rappresentano  il 33% del  totale o medio‐piccoli  (120‐400 posti  letto) che  rappresentano  il 40% del  totale.  Il 73% degli  ospedali,  quindi, non  ha  dimensioni  da polo  di  riferimento,  perché  riferisce  ad  un  bacino d’utenza che non consente una casistica sufficiente e quindi un’adeguata expertise per le patologie più complesse. 

È evidente che  lo sforzo di riqualificazione e ricostruzione della spedalità pubblica è una  impresa insostenibile per lo Stato, nonostante i programmi per oltre 20 miliardi di euro. Di conseguenza si sono sviluppate forme di Partenariato pubblico privato ed in particolare di project financing (PFI), 

Page 15: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

15 

 

nonostante  la  caratteristica di  “opera  fredda”  tipica dell’ospedale  che non  consente un  ritorno finanziario  iniziale  se non per  circa un  terzo.  Secondo  il  “X Osservatorio  sul Project  Finance  in sanità – 2011”,  l’Italia con 74 progetti per 5.150 milioni di euro è terza al mondo dopo UK  (188 progetti  per  23miliardi  di  euro),  Canada  (66;  12.5 mld)  e  prima  dell’Australia  e  la  Spagna  (26 progetti ciascuna per 6 e 3 mld rispettivamente). L’intervento in PFI rappresenta ancora meno del 10% del totale degli interventi in edilizia ospedaliera in Italia ma ha un tasso di crescita accelerato dalla crisi (+75% nell’arco del decennio) e nel 2010 ha rappresentato il 65% dei lavori aggiudicati. Se si eccettuano l’Emilia‐Romagna e i Piemonte dove l’appalto tradizionale supera ancora le opere in PFI (53% e 62% rispettivamente), nelle altre Regioni PFI predomina con  il 70%  in Lombardia,  il 75% nelle regioni meridionali (Puglia, Sardegna) e l’88% in Toscana e Veneto. Il 60% delle opere in appalto ha richiesto più di 4 anni e  il 30% più di 8 (media 7.2), mentre  i tempi di realizzazione con PFI sono 2‐5 anni (media 3.7.) Nelle operazioni oltre i 20 milioni di euro, il contributo pubblico rappresenta tra  lo zero e  il 90%,  il tempo di concessione tra 19 e 33 anni (media 28). Il rimborso finanziario avviene  tramite contributo  in conto  lavori, con canone annuale e con corrispettivi di gestione.  Il  PFI  è  scelto  quasi  obbligatoriamente  nei  Progetti  di  alto  costo  (media  appalti  11 milioni; media PF 130 milioni).  

Nei  Progetti  di  valore  superiore  a  100 milioni  al  privato  concessionario  sono  state  affidate  le seguenti tipologie di servizi no core, rivolti all’utenza esterna, come spazi commerciali (87%), aree ristorazione  (73%), e di  servizi utilizzati dall’Azienda come manutenzione  fabbricati e  tecnologie (93%),  lavanderia, mensa,  pulizie  (87%),  servizi  energetici  e manutenzione  attrezzature  (73%), smaltimento rifiuti (67%). In genere non è previsto lì affidamento di servizi sanitari (core), se non in un paio di ospedali veneti e nell’ASL 1 Napoli.  

Vantaggi e rischi possono essere così sintetizzati: 

VANTAGGI  RISCHI Reperibilità risorse finanziarie Tempi di costruzione accelerati Risparmio costi manutentivi dell’esistente Progetto chiavi in mano Flessibilità, scalabilità Separazione tra servizi sanitari e generali 

Effettiva convenienzaIter a carico dell’Ente pubblico Definizione  puntuale  delle  caratteristiche  e loro controllo Corretta allocazione del  rischio  tra pubblico e privato 

 

In  condizioni  di  difficile  reperibilità delle  risorse  finanziarie,  l’effettiva  convenienza  deve  essere valutata  in questo contesto e  in rapporto al minor tempo di esecuzione (circa  la metà, stando ai dati sopra riportati) che determina minori costi di manutenzione dell’esistente (oltre 8 mln/anno) e  alla  sicurezza  dell’interesse  del  concessionario  a  finire  quanto  prima  un’opera  perfettamente funzionante, data  la struttura del ritorno  finanziario  (servizi pagati e canone per disponibilità ed utilizzo).  

Page 16: Nuovo ospedale a Pordenone - ordinemedicipordenone.orgordinemedicipordenone.org/.../OMCeO-PN-Nuovo-Ospedale-a-Pordenone.pdf · costo delle nuove installazioni e della manutenzione.

16 

 

Come già ricordato, l’ospedale è un organismo dinamico che segue l’evoluzione della tecnologia e il suo tempo di vita dipende dalla sua capacità di adattarsi nel tempo alle nuove tecnologie più che dall’invecchiamento  impiantistico. Maggiore  il tempo di costruzione, quindi, minore è  il “periodo di adattabilità” e quindi la funzionalità nel tempo. 

Nel nostro caso  lo svantaggio dell’iter burocratico è annullato dal fatto che si è già ampiamente percorso.  Anche  le  caratteristiche  del  PFI  sono  stabilite,  con  esclusione  di  servizi  core.  La futuribilità è  implicita nel progetto preliminare. Resta  affidata  al  iter di  aggiudicazione,  come è inevitabile, il tema finanziario del canone e dell’allocazione del rischio. 

Considerazioni finali 

OdM PN intende esprimere tre considerazioni sul nuovo ospedale, rivolte ai cittadini ed ai politici. 

Innanzitutto  intende sottolineare che un ospedale “nuovo” con  le caratteristiche dell’eccellenza tecnologica  e  logistica  e  la  flessibilità  e  scalabilità  rispetto  alle  novità  diagnostiche  e terapeutiche  è  l’unica  soluzione  che  garantisce  a  Pordenone  e  suo  territorio  un  polo  di eccellenza nella rete ospedaliera regionale. È cioè condizione non sufficiente ma necessaria per guardare ad un futuro di avanguardia. L’altra metà della organizzazione sanitaria, quella rivolta ai pazienti cronici e ai danni di bassa intensità, troverà risposta nella rete socio‐sanitaria che ha come punti di  forza ADI, MMG, strutture  intermedie, distretti, RSA, ospedali di comunità. La Cittadella della Salute sta come perno internodale di questa rete. Più di 200 posti letto a bassa intensità nelle realtà  periferiche  fanno  da  intermediari  tra  cure  territoriali  e  acuti  ad  alta  intensità.  Il  nuovo ospedale, dunque, non limita ma esalta l’organizzazione territoriale. 

Il progetto del nuovo sito e la parziale ricostruzione in sito sono due progetti drammaticamente diversi,  l’uno proteso all’eccellenza e al  futuro,  l’altro alla gestione progressivamente declinante dell’esistente.  Non  possono  quindi  essere  comparati  in  quesiti  referendari  fuorvianti  ed ingannevoli. L’architettura del Sistema Sanitario Regionale è,  inoltre, patrimonio della Regione, non di partizioni  limitate di cittadini. Sosteremmo  in ogni sede  il diritto generale dei cittadini ad una salute efficace ed appropriata. 

L’iter complesso e tormentato dell’accordo di programma è alla sua conclusione. Tentennamenti e meline lo possono mettere in forse. Sappiamo che il nuovo ospedale è una vittoria bipartisan, che non  sarebbe  stata  possibile  senza  la  determinazione  dell’Amministrazione  Comunale  di Pordenone,  da  un  lato,  e  la  volontà  dell’Amministrazione  Regionale  dall’altro.  È  un  accorato appello che rivolgiamo alla politica perché chiuda rapidamente l’accordo, convinti che altrimenti il futuro di Pordenone non sarà di avere un ospedale meno efficiente o moderno ma, tout‐court, di non avere un ospedale degno di questo nome. 

 


Recommended