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Nuovogranoottobre2013

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SOMMARIO 3 - Terreni, addio alle agevolazioni fiscali 4 - Consumi, a Milano il progetto “Voi” 6 - Bio, tutti pazzi per il cibo naturale 7 - Lombardia sempre più terra di biogas 8 - Agromafie, un business miliardario 10 - Frodi, arriva la mozzarella fai da te 14 - Credito, le opportunità per i giovani 15 - Accordo sul leasing in agricoltura Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI OTTOBRE 2013 l DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871 Tutti i giochi sulla Pac 9 ANNO XXI
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Page 1: Nuovogranoottobre2013

SOMMARIO 3 - Terreni, addio alle agevolazioni fiscali 4 - Consumi, a Milano il progetto “Voi” 6 - Bio, tutti pazzi per il cibo naturale 7 - Lombardia sempre più terra di biogas

8 - Agromafie, un business miliardario10 - Frodi, arriva la mozzarella fai da te14 - Credito, le opportunità per i giovani15 - Accordo sul leasing in agricoltura

Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI OTTOBRE 2013 l DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871

Tutti i giochi sulla Pac

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COLDIRETTI INTERPROVINCIALE DI MILANO, LODI, MONZA E BRIANZAIndirizzo: via Fabio Filzi, 27 – Milano - Tel: 02.58.29.871 - Fax: 02.58.30.35.49Presidente: Alessandro Ubiali - Direttore: Giovanni Benedetti

UFFICIO ZONA DI ABBIATEGRASSOIndirizzo: Viale G. Sforza, 62 - Tel: 02.58.29.85.00 - Fax: 02.58.29.85.19Segretario di zona: Enzo LocatelliOrari di apertura uffici. lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00

UFFICIO ZONA DI CODOGNO Indirizzo: Via G. Carducci, 9 - Tel: 02.58.29.85.20 - Fax: 02.58.29.85.39Segretario di zona: Francesca ToscaniOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI CUGGIONOIndirizzo: Viale Roma, 2 – Piazzale Kuster - Tel: 02.58.29.85.40 - Fax: 02.58.29.85.59Segretario di zona: Orfeo FavottoOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI LODIIndirizzo: Via Haussmann, 11/i - Tel: 02.58.29.85.60 - Fax: 02.58.29.85.79Segretario di zona: Stefano BressaniOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI MAGENTAIndirizzo: Via C. Cattaneo, 26 - Tel: 02.58.29.85.80 - Fax: 02.58.29.85.99Segretario di zona: Mauro De PaoliOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00

UFFICIO ZONA DI MELEGNANOIndirizzo: Via J. Lennon, 4 - Tel: 02.58.29.88.00 - Fax: 02.58.29.88.19Segretario di zona: Luigi SimonazziOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/15.00; martedì 9.00/12.30 – 13.30/15.00; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/15.00; giovedì 9.00/12.30 – 13.30/15.00; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/15.00

UFFICIO ZONA DI MELZOIndirizzo: Via C. Colombo, 37/a - Tel: 02.58.29.88.20 - Fax: 02.58.29.88.39Segretario di zona: Sergio MeroniOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI MILANOIndirizzo: Via F. Filzi, 27 - Tel: 02.58.29.871 - Fax: 02.58.30.35.49Segretario di zona: Luigi SimonazziOrari di apertura uffici fiscale e CAA: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30; venerdì: 13.30/17.00

Uffici Epaca: via Patecchio, 2 - Tel: 02.58.29.87.63orari di apertura: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30 . 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI VILLASANTAIndirizzo: Via E. Mattei, 2 – Tel: 02.58.29.88.40 - Fax: 02.58.29.88.59Segretario di zona: Tiziano TencaOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì*: 9.00/12.30; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00

* L’Ufficio Epaca rimane chiuso il giovedì per tutta la giornata

DIRETTORE RESPONSABILEGiovanni Benedetti

DIREZIONEe AMMINISTRAZIONE

Via F. Filzi, 27/A - MILANO02 5829871 (r.a.)

REDAZIONEDaniela Maggi

REGISTRAZIONE TRIBUNALEdi MILANO

n. 82 dell’8/02/1992

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO:

Fabio Bonaccorso Pierluigi Castiglioni

Paolo Gorini Valeria Sonvico

PROGETTO GRAFICOe IMPAGINAZIONE

PMP - Lodi

FOTOGRAFIEArchivio “il Cittadino”

STAMPALitostampa Istituto Grafico srl

Bergamo

Per contattare la redazione

scrivere una mail all'indirizzo:

[email protected]

La Coldiretti Interprovincialetra Milano, Lodi, Monza e Brianza

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3 ottobre 2013

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Da gennaio 2014 aumentano le imposte sulla compravendita

Cara terra agricola quanto mi costiStop alle agevolazioni fiscali per coltivatori diretti e Iap

I coltivatori diretti e gli impren-ditori agricoli professionali pos-sono dire addio alle agevolazi-

oni fiscali per l’acquisto di terreni agricoli: dal primo gennaio 2014, infatti, su questo tipo di operazi-one non saranno più applicate le imposte fisse di registro ed ipote-caria. Questo, ovviamente, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto. Tutta colpa del cosiddetto “Decre-to istruzione” (Dl 104/2013), pub-blicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 12 settembre, che con l’ar-ticolo 26 va a modificare l’articolo 10 del Decreto legislativo 23/2011, che diventa così operativo dal pri-mo gennaio 2014. In pratica dal prossimo anno, nell’acquisizione di terreni strumentali alla loro attività, i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali non potranno più beneficiare delle agevolazioni consistenti nelle imposte di registro e ipotecaria in misura fissa di 168 euro e nell’imposta catastale pari all’uno per cento del valore dell’im-mobile. Per tutti gli atti traslativi a titolo oneroso della proprietà di beni immobili (inclusi quindi gli ac-quisti di terreni da parte di coltiva-tori diretti e imprenditori agricoli)

l’imposta di registro passerà al 9 per cento, mentre l’imposta ipote-caria e l’imposta catastale saranno in misura fissa pari a 50 euro per atto. Un esempio può aiutare a chiarire meglio le idee: se oggi un coltivatore diretto acquista un ter-reno agricolo del valore di centomi-

la euro, avrà un’imposizione fiscale di 1.336 euro, mentre dal prossimo primo gennaio l’onere sarà di 9.100 euro. Allo stesso modo, dal primo gennaio 2014, i soggetti diversi dai coltivatori diretti e dagli imprendito-ri agricoli professionali non sconte-ranno più l’imposta di registro, ipo-tecaria e catastale rispettivamente del 15 per cento, del 2 per cento e dell’1 per cento - il famoso 18 per cento - e rientreranno nella casisti-ca del coltivatore diretto e dello Iap, che abbiamo appena enunciato. Una novità che va a penalizzare il settore agricolo, dove l’acquisto della terra non è un investimento patrimoniale bensì l’acquisto del fondamentale strumento di lavoro, come dimostra la scelta del legisla-tore che nell’immediato dopoguerra aveva “privilegiato” la formazione della proprietà del coltivatore di-retto con norme specifiche anche di natura fiscale, che accompagna-vano lo sviluppo socio economico delle campagne. L’impegno della Coldiretti è di far sì che nei pros-simi passaggi legislativi , quale ad esempio il “ mille proroghe” di fine anno, si possa rimediare a questa situazione.

A Codogno tornail mercato a Km 0

Spandimento reflui fino al 25 novembreL’inizio del blocco degli spandi-menti invernali di reflui è stato prorogato dal 15 al 25 novem-bre. E’ quanto ha stabilito la Direzione Generale dell’asses-sorato all’Agricoltura di Regio-ne Lombardia insieme a Col-diretti e alle altre associazioni di categoria. Una decisione, fanno sapere dal Palazzo Lom-bardia, per andare incontro alle necessità provenienti dal mondo dell’agricoltura. Il bloc-co degli spandimenti varrà fino al 22 febbraio 2014.

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Presentato il nuovo progetto di filiera di Coldiretti a marchio Voi

La nuova spesa delle famiglie lombarde:i prodotti del territorio sbarcano al super

Più frutta e verdura, più olio, vino e mozzarella, più biscotti e caffè, crescono carni bianche e

maiale, in calo i detersivi e i prodot-ti di bellezza. In Lombardia cambia così la spesa delle famiglie al tempo della crisi, con aumenti fra il 4 e il 28 per cento all’interno di un panie-re alimentare che come valore re-sta stabile sui 500 euro al mese. Al tempo stesso cresce la propensione all’acquisto di prodotti che portino un messaggio di origine, trasparen-za di filiera e legame con il territorio come latte, pasta, riso e olio a mar-chio Voi, (Valori Origine Italiana) il progetto di filiera avviato da quat-

tro mesi fra Coldiretti e la catena di supermercati Iper, La grande i, disponibile a un prezzo giusto per chi compra e per chi produce. La nuova iniziativa è stata presentata a Milano lo scorso 10 ottobre, alla presenza dei vertici della Coldiretti regionale, del Presidente della Lom-bardia Roberto Maroni, dell’asses-sore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, di Maurizio Martina, sottose-gretario alle politiche Agricole del Governo Letta e di Stefano Alber-tazzi, Direttore Generale del gruppo Finiper. La rimodulazione delle tipo-logie di prodotti sulla spesa alimen-tare – spiegano Coldiretti Lombar-

dia e “Iper, La grande i” – è dovuta da una parte alla crisi che porta le famiglie a consumare più colazioni e pasti a casa invece che andare al bar e al ristorante, dall’altro c’è un rafforzamento della cultura alimen-tare della dieta mediterranea che punta su frutta, verdura, vino, olio, formaggi e carni bianche. Le rileva-zioni sui consumi indicano ad esem-pio che nell’ultimo anno la verdura sfusa è aumentata del 28 per cento, quella in busta già pronta all’uso è salita del 13 per cento, la frutta ha fatto segnare un incremento supe-riore al 12 per cento, i vini Doc e Docg hanno fatto segnare un più 20 per cento e anche prodotti molto diffusi come olio e mozzarelle han-no guadagnato circa il 2 per cento nel peso del paniere medio delle famiglie. Guadagnano posizioni sia pollame che carni suine con più del 5,5 per cento delle vendite che compensano il meno 5,8 per cen-to dei tagli bovini. Mentre il movi-mento dell’0,3 per cento delle me-rendine in Lombardia rispetto a un meno 4 per cento a livello nazionale è imputabile – secondo Coldiretti Lombardia e “Iper, La grande i” – a un maggior numero di colazioni e pasti a casa rispetto al passato. Il consumatore – spiegano Coldiretti Lombardia e “Iper, La grande i” – tende a selezionare di più la spesa sia guardando al portafoglio sia a un più generale obiettivo di salute che vede in una dieta equilibrata su

Un momento della presentazione del progetto di filiera a marchio Voi tra Coldiretti e i supermercati Iper

Ettore Prandini con Roberto Maroni e Stefano Albertazzi (Finiper)

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IOprodotti di qualità la strada mae-stra del buon vivere in un contesto sociale sempre più attento all’am-biente e al corretto uso del cibo e dell’educazione alimentare per i bambini. Un trend confermato dalla crescita dei prodotti di filiera agricola del progetto VOI che negli ultimi 4 mesi hanno già coinvolto centomila persone, con alti tassi di riacquisto successivi. “Esiste una sensibilità sempre maggiore verso i temi dell’origine, dell’equilibrio del-la filiera e del racconto dei territori attraverso il cibo – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – il progetto VOI va in questa direzione ed è la prova che il sistema Italia, quando vuole, può funzionare e portare crescita e svi-luppo”. “Il progetto VOI nasce per sostenere e tutelare la filiera agroa-limentare italiana e per sensibilizza-re il consumatore verso un acquisto consapevole. La Grande Distribu-zione ha la responsabilità di essere sempre meno intermediario e più promotore di iniziative che unisca-no le esigenze di tutti gli attori della filiera – afferma Stefano Albertazzi, Direttore Generale Iper, La grande i – La collaborazione con un partner come Coldiretti rappresenta per noi la volontà di valorizzare l’eccellen-za e offrire prodotti buoni, sani, in linea con la nostra missione: popo-larizzare la qualità”.

Pioggia e vento anche su vigneti e meleti

Ottobre nel segno del maltempoRiso spianato fra Milano e Pavia

Campi di riso spianati dalla bu-fera di vento, pioggia e gran-dine che nella notte tra il 10

e l’11 ottobre ha colpito la fascia a sud ovest di Milano e la quella a ovest di Pavia. Le prime rilevazioni della Coldiretti Lombardia indicano campi di riso “allettati” proprio nei giorni in cui inizia la raccolta, con il rischio di perdere il 30 per cento delle rese soprattutto per le varietà più pregiate come Carnaroli e Arbo-rio. In particolare – spiega la Coldi-retti Lombardia – sono state colpite le zone di Rosate e della Binasca in provincia di Milano e quelle di Gar-lasco, Sommo, Dorno e Travaco nel Pavese. In Valtellina, nello stesso periodo, le temperature sono sce-se a zero ed è comparsa la prima neve, con ripercussioni sulla raccol-ta dell’uva e delle mele. Fra i vigneti – spiegano i tecnici della Coldiretti – la vendemmia era già in ritardo per colpa del freddo e ora è slittata

ancora. Il clima rigido sta influendo anche sulla maturazione delle mele – aggiunge la Coldiretti – la raccolta a inizio ottobre non è ancora com-pletata, nonostante sia iniziata nei primi giorni di settembre. La Val-tellina è il principale produttore di mele della Lombardia con circa 400 mila quintali all’anno e mille aziende agricole coinvolte. “Questo maltem-po è l’ennesimo colpo all’agricoltura in un’annata fra le peggiori che si ricordino – spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombar-dia – abbiamo avuto una primave-ra fredda e umida, un’estate breve e con la maxi grandinata di luglio che ha devastato centinaia di ettari fra Brescia, Cremona e Mantova e adesso anche questa bufera che ha colpito il riso proprio nel momento della raccolta. Ci auguriamo che le istituzioni nazionali non dimentichi-no gli agricoltori lombardi e le diffi-coltà che stanno attraversando”.

Milano, i banchi di Coldirettialla festa del quartiere Ortica

Dal 4 al 6 ottobre alcuni agricoltori della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza hanno offerto i propri prodotti durante la tradizionale festa del quartiere Ortica di Milano. Un’occasione per tutti i cittadini consumatori di acquistare cibo del territorio direttamente da chi lo fa,azzerando i passaggi della filiera e assicurandosi così prodotti freschi e di stagione.

“Scatta” la Lombardiainsieme a TerranostraTerranostra Lombardia è l’Asso-ciazione per l’agriturismo e per l’ambiente promossa da Coldi-retti. Nata nel 1973, quest’an-no festeggia i suoi primi qua-rant’anni e lo fa con due eventi: il primo è un sito tutto nuovo, da poco online all’indirizzo www.lombardia.terranostra.it, il secondo è un concorso foto-grafico aperto a tutti coloro che abbiano compiuto 18 anni. Le fotografie selezionate saranno utilizzate per arricchire ulterior-mente il nuovo portale web. Il regolamento è semplice: gli scatti dovranno avere come soggetto il patrimonio naturale della Lombardia. L’obiettivo è valorizzare il paesaggio con tut-te le sue bellezze, l’aspetto sto-rico/culturale con l’arte a cielo aperto e la tradizione agricola con le produzioni di eccellenza, i processi produttivi e le attività del mondo rurale. Per iscriver-si e mandare le foto c’è tempo fino al 31 dicembre 2013. Per dettagli e informazioni consulta l’apposita sezione sul sito.

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In Lombardia è bio-mania Il settore verso Expo 2015

L’agricoltura biologica piace non solo ai cittadini lombardi, ma anche alle imprese agricole che

sempre più si interessano a questa tipologia di coltivazione. Nel 2013 il cittadino/consumatore almeno in un’occasione ha acquistato un prodotto biologico (54,5%) e il 64% consuma mediamente pro-dotti biologici, il 32% con cadenza settimanale. Pur rappresentando ancora un fenomeno di nicchia, il bio si sta inserendo sul mercato non solo attraverso i canali classici di distribuzione, ma anche con le vendite dirette e i Gruppi di Acqui-sto e per il prossimo Expo di Milano sarà sicuramente uno dei biglietti da visita dell’agricoltura lombarda, dove ci sono oltre 22.500 ettari coltivati a cereali, vite e ortaggi, tutto prodotto con criteri biologici. La provincia con più operatori bio è Pavia (21,7%), seguita da Bre-scia (16,9%) e Milano (15,2%), se consideriamo solamente il to-tale regionale dei produttori bio-logici la quota rappresentata dai territori pavese sale al 32,3%. Il consumatore è spinto verso il

biologico dalla necessità di ricercare garanzie aggiuntive sulla sicurezza, rimarcando come questo fattore sia strategico per tutti i prodotti agroali-mentari, bio e non bio. Infatti la mo-tivazione agli acquisti cresce nelle fa-miglie con figli al di sotto dei 12 anni. In questo contesto, però, l’Ita-lia ha mediamente i consumi di prodotti biologici piuttosto bas-si 1,5% rispetto al 7% della Da-nimarca, 6% dell’Austria/Sviz-zera, 3,5% della Germania. Ci sono anche alcune criticità. Tut-te le aziende, infatti, devono ob-bligatoriamente assoggettarsi ad un sistema di controllo. Spesso ci si ritrova in procedure poco snelle e cariche di burocrazia, gli stessi enti certificatori richiedono infor-mazioni differenti e sovente molte di queste sono già presenti su al-tre documentazioni aziendali, in-ducendo l’imprenditore agricolo a registrare gli stessi dati due volte. La semplificazione è necessaria, quindi, anche solo partendo dal ri-conoscimento di modalità tecnologi-che informatizzate, che sono oramai di uso quotidiano.

Cibo Ogm?No, grazieDomenica 6 ottobre, migliaia di produttori e cittadini hanno af-follato le piazze bio d’Italia. La Biodomenica 2013, organizzata da Coldiretti insieme ad Aiab e Legambiente conferma l’inte-resse crescente dei consumatori per i prodotti biologici. In tutta Italia circa 50mila cittadini han-no potuto incontrare i produttori agricoli e gustare tanti prodotti enogastronomici della tradizio-ne ma non solo. Perché agli ita-liani il prodotto biologico piace, tanto più se è locale e garantito. Da un sondaggio effettuato pro-prio in occasione della Biodo-menica emerge che nell’acqui-sto del prodotto biologico conta la provenienza locale (36,28%). Il biologico importato ha meno estimatori di quello nostrano: il 63% dei consumatori dichia-ra infatti di acquistarlo solo in mancanza dell’equivalente ita-liano, mentre il 20% proprio non lo considera. Rispetto agli organismi geneticamente modi-ficati, il 58,25% dei consumatori dichiara di essere contrario alla loro immissione in agricoltura, percentuale che sale aggiun-gendo il 38,83% di coloro che si dichiarano contrari fino a quando non ne verrà dimostra-ta la sicurezza per l’ambiente e la salute dei consumatori. Nel complesso, comunque, l’86% del campione è contrario alla commercializzazione degli Ogm. Con oltre 49.700 operatori im-pegnati nella produzione biolo-gica – sostiene la Coldiretti – per poco meno di 1,2 milioni di etta-ri di terreno, il mercato del bio-logico italiano vale 3,1 miliardi di euro, facendo dell’Italia una delle protagoniste del settore a livello mondiale ed in particola-re a livello europeo (si colloca al quarto posto, dopo Germania, Francia e Regno Unito). In un momento in cui la crisi econo-mica e il diminuito potere d’ac-quisto da parte dei consumatori ha provocato il calo dei consu-mi alimentari convenzionali del -3,7%, il biologico continua a crescere, mettendo a segno una crescita dell’8,8 % nel primo se-mestre del 2013.

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IAAll’ombra della Madonnina gli impianti più “affamati” di cereali

Al biogas milanese piace il maisIn regione c’è il rischio speculazioni su terreni e prodotti

La Lombardia diventa sempre più terra di biogas. Secondo un’elaborazione della Coldiret-

ti regionale, su tutto il territorio sono attivi già 360 impianti, per un totale di 288 megawatt di po-tenza. La maggior concentrazione si registra in provincia di Cremona, dove si contano ben 138 centrali, seguita dalle province di Brescia, Lodi (con 49 impianti) e Mantova. Nel Milanese, invece, si trovano solo 10 impianti a cui però spet-ta un primato poco rassicurante: quello dei più “affamati” di cereali. Se infatti, a livello regionale, il “car-burante” utilizzato è costituito da mais e altre materie prime per l’a-limentazione degli animali nel 37% dei casi, all’ombra della Madonnina questa percentuale schizza al 56%, pari a 9.700 tonnellate per ognuno degli impianti attivi. Valori elevati si registrano anche a Pavia (49%), Lodi (42%) e Cremona (39%). Le province più virtuose, invece, risultano: Bergamo con appena il 15%, Brescia con il 30% e Man-tova con il 31%. “Gli impianti di biogas – afferma Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombar-dia - sono nati come un’opportuni-tà per incrementare il reddito delle imprese agricole, nell’ambito della loro attività e con l’utilizzo di sotto-prodotti. E’ chiaro però che, quan-

do gli impianti di biogas sono ali-mentati in misura consistente con materie quali l’insilato di mais o i cereali, coltivati solo per quello, al-lora il rischio è di trovarsi di fronte a progetti speculativi e spesso an-che a soggetti che con l’agricoltura c’entrano poco o nulla”. Se è vero che per il biogas viene utilizzato il 10% della superficie agricola regio-nale dedicata al mais – afferma la Coldiretti Lombardia – è altrettanto vero che bisogna studiare quanto questo utilizzo influisca sulle dina-miche dei prezzi dei terreni e delle produzioni nelle macro aree attorno agli impianti. A Cremona e a Pavia, per esempio – spiega la Coldiretti – si stanno già verificando feno-meni speculativi con il raddoppio

degli affitti per i terreni che, per tipologia produttiva o vicinanza, sono più adatti per il funzionamen-to delle centrali a biogas. Se inve-ce si considera il riutilizzo virtuoso dei liquami zootecnici, il record spetta a Bergamo con l’85% e a Brescia con il 66%. Mentre il dato più negativo – spiega la Coldiretti Lombardia su dati della Regione – viene registrato a Pavia con appena il 27%, esattamente la metà della media regionale che raggiunge il 54%. “E’ fondamentale – conclude il Presidente Ettore Prandini – che gli impianti siano proporzionati alle dimensioni delle aziende agricole e il loro funzionamento vada a inte-grare la produzione agricola e non a sostituirla”.

IL BIOGAS IN LOMBARDIA

Provincia Numero impianti funzionanti

Potenza installata (Mw)

Bergamo 12 7,26 Brescia 66 43.73 Cremona 138 104,38 Lodi 49 45,55 Mantova 48 41,28 Milano 10 10,36 Pavia 34 33,71 Sondrio 3 1,80 Totale 360 288,07

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Le mafie investono sempre più in agricoltura e nell’alimentare. Nel 2013, il volume d’affari comples-

sivo dell’agromafia è salito a circa 14 miliardi di euro, con un aumen-to record del 12 per cento rispetto a due anni fa. E’ quanto emerge dal rapporto “Agromafie” sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Coldiretti/Eurispes e presentato alla XIII edizione del Forum Internazio-nale dell’Agricoltura e dell’Alimenta-zione di Cernobbio, che si è svolto il 18 e il 19 ottobre scorsi. Le ma-fie sono consapevoli dell’importanza del cibo come risorsa indispensabile per la vita degli uomini e così stan-no estendendo sempre più il loro controllo in tutti i passaggi della fi-liera, dalla produzione alla vendita. Alcune stime - precisano Coldiretti/Eurispes - valutano almeno 5.000 lo-cali di ristorazione in Italia in mano alla criminalità organizzata (bar, ri-storanti, pizzerie), mentre si calcola che quasi un immobile su quattro confiscati alla criminalità organizzata sia terreno agricolo. Questi esercizi non garantiscono solo profitti diret-ti, ma vengono utilizzati anche come copertura per riciclare denaro spor-

Pubblicato il rapporto sulle agromafie, un business da 14 miliardi

A Cernobbio il lato oscuro del ciboBoom delle frodi alimentari. Colpito un italiano su cinque

co. In alcuni casi agenti dei clan rap-presentano specifici marchi alimen-tari, che impongono in tutta la loro zona di influenza. Per raggiungere l’obiettivo i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura, racket estorsivo, furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macella-zioni clandestine, danneggiamento delle colture, contraffazione e agro-pirateria, abusivismo edilizio, sac-cheggio del patrimonio boschivo, ca-poralato, truffe ai danni dell’Unione europea. La Direzione Investigativa di Roma ha stimato che ben il 15 per cento del fatturato realizzato dalle attività agricole appartiene all’illeci-to. Queste attività consentono alle mafie di ottenere ulteriori profitti e affermare il proprio controllo sul ter-ritorio. A subirne le conseguenze non sono solo i produttori e i distributo-ri, ma anche i cittadini consumatori, che rappresentano le vittime finali dei traffici illeciti. Le mafie, infatti, non solo si appropriano di vasti com-parti dell’agroalimentare e dei gua-dagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza ed il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – spiegano Coldiretti/Eu-

rispes - compromettono in modo gra-vissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti e impongono prezzi a loro piacimento. Un’indagine conosciti-va dell’Antitrust ha evidenziato che i prezzi per l’ortofrutta moltiplicano in media di tre volte dalla produzione al consumo, ma i ricarichi variano del 77 per cento nel caso di filiera cortis-sima (acquisto diretto dal produttore da parte del distributore al dettaglio), del 103 cento nel caso di un inter-mediario, del 290 per cento nel caso di due intermediari, fino al 294 per cento per la filiera lunga. L’azione delle mafie mette a rischio la salu-te stessa dei consumatori: nel 2013 quasi un italiano su cinque è stato vittima di frodi a tavola con l’acqui-sto di cibi fasulli, avariati e alterati. Complice la crisi economica in atto le famiglie tagliano sulla spesa pre-ferendo l’acquisto di prodotti econo-mici spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri. Dietro questi prodotti si nascondono ricette modificate, in-gredienti di scarsa qualità o metodi di produzione alternativi. L’aumento dei rischi è testimoniato anche dal boom dei sequestri di alimenti peri-colosi: secondo un’analisi Coldiretti,

Un cesto pieno di prodotti tarocchi spacciati nel mondo come vero made in Italy

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Sergio Marini si è dimesso da presidente di Coldiretti

sulla base dell’attività svolta dai ca-rabinieri dei Nas dal 2007 al 2013, si è assistito a un incremento record del 170 per cento del valore dei cibi e bevande confiscati. Nei primi nove mesi del 2013 sono stati sequestrati beni e prodotti per un valore di 335,5 milioni di euro soprattutto con riferi-mento a prodotti base dell’alimenta-zione come la carne (24 per cento), farine pane e pasta (16 per cento), latte e derivati (9 per cento), vino ed alcolici (8 per cento), ma anche in misura rilevante alla ristorazione (20 per cento) dove per risparmia-re si diffonde purtroppo l’utilizzo di ingredienti low cost che spesso nascondono frodi e adulterazioni. A preoccupare - precisa la Coldiretti - è il fatto che su 28.528 controlli in ben 9.877 casi sono state individua-te non conformità, in altre parole in quasi un caso su tre. L’attività dei ca-rabinieri dei Nas nei primi nove mesi del 2013 ha portato all’arresto di ben 24 persone mentre 1.389 sono sta-te segnalate all’autorità giudiziaria e 8.300 a quella amministrativa. Di fronte al moltiplicarsi dei casi di frode e contraffazione alimentare quasi un italiano su tre (29 per cento rispetto al 22 del 2012) chiede - afferma la Coldiretti - l’arresto mentre per il 63 per cento deve essere fatta sospen-dere l’attività. Dal rapporto “Agro-mafie” emerge anche un’altra realtà: l’accaparramento di terreni agricoli serve a coprire il business criminale dei rifiuti che sviluppa un fatturato il-legale che ha raggiunto quasi 3,9 mi-liardi, tra rifiuti speciali e urbani, con oltre cinquemila reati accertati nel

2012. Il fenomeno più preoccupan-te – sottolinea Coldiretti - è rappre-sentato dall’utilizzo delle campagne per lo smaltimento illegale di rifiuti, dai fanghi industriali alle sostan-ze tossiche. Le imprese criminali si impadroniscono dei terreni destinati alla produzione di cibo e li utilizza-no come vere e proprie discariche. I campi vengono così contaminati spesso in maniera irreversibile, con gravi rischi per l’ambiente, ma anche per la salute delle persone poiché mafia e camorra, al fine di coprire l’attività di smaltimento illecito, con-tinuano la coltivazione di ortaggi o altri prodotti. A guidare la classifica delle regioni con la maggior percen-

Sergio Marini rassegna le dimissioni da presidente della Coldiretti Nazionale. Dopo averle annunciate all’inizio del mese di ottobre, Marini ha confermato la volon-tà di lasciare il ruolo che ricopriva da sette anni. L’annuncio è arrivato durante la XIII edizione del forum internazionale dell’a-gricoltura di Cernobbio, quando Marini ha spiegato di voler impegnarsi in una nuova avventura con la neonata Fondazione Ita-lia Spa, dove l’acronimo sta per “sosteni-bile per azioni”. Sergio Marini rimarrà co-munque presidente onorario di Coldiretti, carica che gli è stata riconosciuta all’una-nimità dal Consiglio nazionale.

tuale di siti inquinati rispetto alla su-perficie totale è la Campania, con il 18 per cento del suo territorio da bo-nificare, davanti a Sardegna, Lazio e Piemonte. Secondo il rapporto Agro-mafie, si tratta di zone industriali e di altro genere che sono state spesso sottratte all’uso agricolo, tanto che nel giro di vent’anni sono scomparsi 4,4 milioni di ettari di campagna, ol-tre un terzo della superficie agricola attuale, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Un fenomeno – conclu-de la Coldiretti – determinato dalla cementificazione selvaggia, ma an-che della crescita della presenza del-la criminalità organizzata nelle stra-tegie di utilizzazione del suolo.

Il tavolo dei relatori durante la prima giornata della XIII edizione del Forum Internazionale dell’Agricoltura

Sergio Marini

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Gli strumenti per poter realizzare tra le mura domestiche il Parmesan, una falsificazione del nostro Parmigiano

Nel mondo in vendita kit di pillole e polveri per falsificare formaggi italiani

Mozzarella e Parmigiano fatti in casa:ecco la nuova frontiera dei cibi tarocchi

Per la prima volta sono stati mes-si in vendita i kit per falsificare i più famosi formaggi italiani,

dal Parmigiano Reggiano al Pecori-no Romano, dalla Mozzarella alla Ri-cotta. Lo ha denunciato la Coldiretti durante il Forum di Cernobbio, dove sono stati mostrati e sperimentati i miracolosi miscugli di pillole e polve-ri prodotti in Europa, Stati Uniti ed Australia, ma che possono purtroppo essere acquistati anche dall’Italia at-traverso internet. Le confezioni, che promettono di ottenere una mozza-rella in appena 30 minuti e gli altri formaggi italiani in appena due mesi, contengono recipienti, colini, garze, termometri, piccole presse oltre a li-pasi ed altre polveri, e garantiscono di ottenere prodotti caseari ben iden-tificati che sono una chiara contraffa-zione dei nostri più celebri formaggi. Particolarmente grave è il fatto che ad essere coinvolta sia una azien-da della Gran Bretagna che fa parte dell’Unione Europea e che dovrebbe quindi intervenire direttamente per fermare questo scandaloso scempio. Invece l’offerta trova ampio spazio

su internet. I kit per la produzione di Parmigiano o Romano messi in ven-dita dalla ditta inglese costano ben 102,38 sterline (120 euro) mentre quello per la Mozzarella Cheese co-sta 25 sterline (30 euro circa). “La mozzarella - si legge nelle istruzioni - non è il formaggio più facile da fare e richiede un po’ di pratica per per-fezionare l’operazione di estensione della cagliata. Se i vostri primi due tentativi sono deludenti – si puntua-lizza - non fatevi scoraggiare. Sare-te ricompensati”. Kit analoghi sono commercializzati anche in Australia e negli Stati Uniti, dove si propone anche un “30 Minute Mozzarella Ri-cotta Kit”: con 3,75 litri di latte, acido citrico, caglio, acqua e sale e alcune semplici norme per lavorare la ca-gliata si ottiene, in barba alla qualità del latte “made in Italy” e all’arte dei nostri “mozzari”, una “perfetta” falsa mozzarella e una delicata falsa ricot-ta che la “casa” consiglia di degusta-re “immediately” al termine della la-vorazione. Come se ciò non bastasse è anche possibile acquistare un “Ba-sic Cheese Making Kit” con il quale si

possono preparare ben otto formaggi tra i quali l’immancabile Parmigiano e la Ricotta. La Coldiretti chiede un intervento immediato delle autorità nazionali e comunitarie per evitare che si ripeta il fenomeno dei wine kit. La contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari Made in Italy costa all’Italia trecentomila posti di lavoro e 60 miliardi di euro all’anno. Alla perdita di opportunità economi-che e occupazionali si somma - sotto-linea la Coldiretti - il danno provoca-to all’immagine dei prodotti nostrani soprattutto nei mercati emergenti dove spesso il falso è più diffuso del vero e condiziona quindi negativa-mente le aspettative dei consuma-tori. Il cosiddetto “Italian sounding” colpisce i prodotti più rappresentativi dell’identità alimentare nazionale: le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le più copiate nel mondo con il Parmesan diffuso in tutti i continenti. In alcuni casi sono i marchi storici ad essere “taroccati” come nel caso della mortadella San Daniele e del prosciutto San Daniele prodotti in Canada.

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Il pane lombardo esposto alla mostra di tutti i pani tradizionali italiani allestita al forum di Cernobbio

Nel 2013 record negativo dei consumi: meno di una fetta a pasto

Il pane nel tempo delle rinunceCon la crisi gli acquisti al minimo storico dall’Unità d’Italia

Per la prima volta nella storia de-gli italiani è stata servita in tavo-la nel 2013 meno di una fetta di

pane a pasto (o una rosetta piccola) per persona, con il consumo del bene alimentare piu’ prezioso che è sceso al minimo storico dall’Unità d’Italia. E’ quanto emerge dallo studio “Il pane quotidiano nel tempo delle ri-nunce” presentato dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio, dove è stata aperta la prima mostra dinamica con l’esposizione di tutti i pani tradizionali regione per regio-ne, il boom del pane fai da te, ma anche il ritorno delle ricette con gli avanzi di un prodotto che è sempre

più peccato buttare. Nel 1861, anno dell’Unità d’Italia, si mangiavano - sottolinea la Coldiretti - ben 1,1 chili di pane a persona al giorno, ma da allora si è verificato un progressivo contenimento dei consumi che oggi sono scesi ad appena 98 grammi a persona al giorno. Particolarmente sensibile il calo degli acquisti negli ultimi anni di crisi: nel 2013 qua-si otto italiani su dieci (78 per cen-to) hanno tagliato sulla spesa per il pane, un prodotto il cui prezzo varia molto da una zona all’altra dell’Italia. Se a Napoli un chilo costa 2 euro a Milano si arriva fino a 3,44 euro, ma il titolo di pane più caro d’Ita-lia spetta a quello veneziano: nel-

la città lagunare, infatti, un chilo arriva a costare fino a 4,65 euro. La crisi si rivela anche nell’emer-gere di un’altra tendenza: più di quattro italiani su dieci mangiano il pane avanzato il giorno prima, una pratica che ha anche un ri-svolto positivo perché consente di contenere gli sprechi alimentari. Diverse sono le tecniche utilizzate per evitare quello che una volta ve-niva considerato un vero sacrilegio, con il 44 per cento degli italiani che lo surgela, il 43 per cento lo grattugia il 22 per cento lo dà da mangiare agli animali mentre nel 5 per cento delle famiglie il pane non avanza mai. A preoccupare – spiega la Coldiretti – è la diffusione di pani industriali otte-nuti dalla cottura di impasti surgelati spesso importati dall’estero senza le necessarie garanzie qualitative. Un fenomeno che contrasta con quel-lo più positivo di prepararsi il pane in casa: per contenere i costi e garan-tirsi la qualità a tavola si è verificato un aumento del 18 per cento del nu-mero di italiani che nel 2013 prepa-rano il pane in casa. Resistono però i pani tipici locali e in Italia si possono contare centinaia di varietà. Un at-teggiamento che premia le oltre 300 varietà di pane presenti in tutt’Italia, dal “pan rustegh” della Lombardia alla “Ciopa” del Veneto, dalla “Mico-oula” della Val D’Aosta alla “Coppia ferrarese” dell’Emilia Romagna.Un esempio di come recuperare gli avanzi alimentari

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La riforma della Politica Agrico-la Comune 2014 – 2020 viag-gia verso il traguardo finale: lo

scorso 30 settembre, la commissio-ne agricoltura del Parlamento Eu-ropeo ha infatti approvato a larga maggioranza i quattro dossier che rappresentano l’accordo raggiun-to tra Consiglio e Commissione eu-ropea. Ora, le ultime tappe formali che rimangono da affrontare sono l’adozione entro novembre da parte dell’Assemblea Plenaria del Parla-mento e, a dicembre, da parte del Consiglio dell’Ue, dopodiché le quat-tro proposte di regolamento saranno definitivamente adottate e pubblica-te sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Allo stato attuale, il budget europeo per la Pac per il periodo di programmazione 2014 – 2020 è di 373,179 miliardi, l’Italia riceverà 41,5 miliardi di euro. “Un risultato che migliora nettamente la proposta ini-ziale – commenta la Coldiretti – con una riforma che va verso la sussidia-rietà, ovvero la possibilità degli Stati membri di applicare misure secondo i propri modelli di sviluppo agricolo. Finalmente un’opportunità straordi-naria per premiare chi vive di agri-coltura, il lavoro, la qualità, i giovani e il vero Made in Italy”. Ma vediamo nel dettaglio gli accordi raggiunti fin qui nei vari incontri europei.

La riforma della politica agricola comune verso il traguardo finale

Tutti i numeri della nuova PacDall’agricoltore attivo al greening, ecco le decisioni della Ue

I punti principali dell’accordo del 24 settembre:

Degressività e tetto ai paga-menti diretti: gli aiuti degli agri-coltori sopra i 150.000 euro, esclusa la parte relativa al “greening”, sa-ranno ridotti fino al 5%. I costi sala-riali potranno essere dedotti prima dell’applicazione della decurtazio-ne. La misura non sarà obbligatoria per gli Stati membri che stanziano meno del 5% della propria dotazio-ne nazionale alla redistribuzione dei pagamenti per i primi ettari. I fondi non assegnati rimarranno nel paese o regione di riferimento e saranno trasferiti allo sviluppo rurale senza richiesta di co-finanziamento.

Trasferimento tra due pilastri: gli Stati membri potranno trasferire fino a un massimo del 15% dell’ammon-tare destinato ai pagamenti diretti (primo pilastro) allo sviluppo rurale (secondo pilastro) senza obblighi di co-finanziamento. Potranno inoltre decidere di trasferire un massimo del 15% dal secondo pilastro al primo.

I principali punti dell’accordo del 26 giugno:

Agricoltori attivi Le modifiche introdotte durante

il negoziato consentono agli Stati Membri di definire i parametri più appropriati d’individuazione dei beneficiari, con l’obbligo di esclu-dere una lista di soggetti giuridici (black list) che non svolgono atti-vità agricola se non in modo mar-ginale diretti (aeroporti, ferrovie, compagnie di distribuzione dell’ac-qua, società immobiliari e sportive, strutture per il tempo libero). Que-sto elenco sarà obbligatorio per gli Stati membri che avranno la facoltà di integrare la lista. Una decisione che rispecchia in pieno le richieste di Coldiretti.

Pagamenti direttiIl sistema dei pagamenti diretti si allontanerà gradualmente dal re-gime dei premi storici. Questa transizione avrà come obiettivo la convergenza dei pagamenti tra Sta-ti membri e all’interno di ciascuno Stato membro. Tutti i pagamenti continueranno ad essere subordi-nati al rispetto di determinate rego-le, anche ambientali.

Regime dei pagamenti di base Gli Stati membri potranno destinare il 70% della dotazione nazionale ai pagamenti diretti per il nuovo re-gime di base. Il regime del paga-mento unico per superficie (SAPS),

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LITÀpiù semplice perché sulla base di un tasso fisso, sarà esteso fino al 2020 (i nuovi Stati membri lo appliche-ranno da subito).

Convergenza internaGli Stati membri che stanziano an-cora fondi sulla base dei premi sto-rici dovranno avvicinarsi a livelli più simili di pagamento che prevedano l’assegnazione di fondi per ettaro. Tuttavia, le modifiche apportate durante il negoziato alla proposta originaria del 2011 hanno consen-tito di:

• lasciare maggiore flessibilità agli Stati membri nel gestire il passag-gio dai premi storici a quelli regio-nalizzati (flat–rate);

• limitare gli impatti sui premi storici, consentendo allo Stato membro di ridurre le perdite dei singoli al mas-simo al 30% dei riferimenti storici;

• favorire una redistribuzione delle risorse in particolare sui cosiddetti primi ettari (i primi 30) al fine di perseguire un reale effetto pere-quativo evitando impatti radicali sulla sostenibilità economica di al-cuni importanti sistemi territoriali;

• fissare, se opportuno, un paga-mento massimo per ettaro, al fine di eliminare le distorsioni e contri-buire ulteriormente alla redistribu-zione delle risorse.

Giovani agricoltoriL’accordo conferma l’obbligatorietà del regime e include un aumento del-le risorse per il contributo destinato ai giovani agricoltori (sotto i 40 anni) per i primi cinque anni di attività.

Piccoli agricoltoriSi tratta di uno schema facoltati-vo che lascia a ogni agricoltore la possibilità di aderire al regime dei piccoli agricoltori e ricevere un pa-gamento annuale stabilito dallo Stato membro tra € 500 e € 1.250. Gli agricoltori, nell’ambito di questo sistema, saranno esonerati dalle nuove regole d’inverdimento (gre-ening). Il costo totale del regime per i piccoli agricoltori non potrà rappresentare più del 10% della dotazione nazionale.

Sostegno accoppiatoAl fine di mitigare eventuali effetti indesiderati legati alla convergenza interna per settori specifici di alcune regioni, gli Stati membri potranno decidere di concedere una quantità limitata di pagamenti “accoppiati”,

ovvero legati alla produzione. Le risorse destinate a tale misura po-tranno essere al massimo uguali al 13% della dotazione nazionale dei pagamenti diretti con la possibilità di un ulteriore incremento del 2% da destinare alle colture proteiche.

Aree con vincoli naturali o svantaggiateGli Stati membri (o le regioni) po-tranno scegliere di concedere un pagamento supplementare alle zone con vincoli naturali (defini-te tali ai sensi delle norme per lo sviluppo rurale) ad un livello equi-valente massimo del 5% della do-tazione nazionale. Questa pratica è opzionale.

GreeningIn aggiunta al pagamento di base, ogni azienda riceverà un pagamen-to per ettaro, in cambio del rispetto di pratiche agricole che vanno a be-neficio del clima e dell’ambiente. Gli Stati membri dovranno destinare il 30% della loro dotazione nazionale per il pagamento di queste misure. Le misure di base stabilite sono tre: mantenimento dei pascoli perma-nenti, diversificazione delle colture, il mantenimento di un’area di inte-resse ecologico di almeno il 5% del-la superficie coltivate a seminativi. Da tale opzione saranno esonerate le aziende con superficie inferiore ai 15 ha, tutte le colture arboree (uli-vi, vigneti, frutteti), i prati perma-nenti e le colture sommerse (come ad esempio il riso).

Equivalenza greeningL’accordo prevede l’introduzione del principio di equivalenza tra pratiche verdi e alcune misure agroambien-tali, evitando così di penalizzare chi già rispetta requisiti di sostenibilità ambientale, ma allo stesso tempo evitando il caso del doppio paga-mento.

Per quanto riguarda l’organiz-zazione Comune dei Mercati:

OrtofruttaL’accordo include nuove e più am-biziose attività e obiettivi nei pro-grammi operativi. Al tempo stesso, il ruolo delle associazioni di organiz-zazioni di produttori (AOP) si conso-lida e rafforza.

VinoStop alla liberalizzazione selvag-gia. Pur concludendosi il sistema dei diritti di impianto nel 2015, vie-ne introdotto un nuovo sistema di

autorizzazioni a partire dal 2016 e fino al 2030. Gli Stati membri che si avvalgono del sistema dei diritti d’impianto hanno facoltà di deci-dere se passare al nuovo sistema entro il 2020.

Latteconfermata la fine del sistema del-le quote produttive nel 2015 e le regole contrattuali recentemente approvate nel “pacchetto latte”. Un recital al regolamento introduce il percorso del periodo post-quote.

Prosciutti di qualitàDopo il successo del “pacchetto lat-te”, anche i prosciutti Dop e Igp po-tranno beneficiare dell’importante strumento di gestione e program-mazione dell’offerta produttiva.

Per lo sviluppo rurale sono state concordate sei priorità: supporto per il trasferimento delle conoscen-ze e dell’innovazione; incentivi alla competitività di tutti i tipi di agri-coltura e di gestione forestale so-stenibile; promozione dell’organiz-zazione e della gestione del rischio nella catena alimentare; protezione e rafforzamento de gli ecosistemi; promozione di un utilizzo efficiente delle risorse e passaggio a un’eco-nomia a bassa emissione di carbo-nio; inclusione sociale, riduzione della povertà e sviluppo economico nelle zone rurali. Almeno il 30% dei fondi comunitari dovranno essere destinati a misure di protezione am-bientale (acqua, suolo, biodiversità, ma anche la produzione biologica, silvicoltura e aree svantaggiate) e a misure per contrastare il cambia-mento climatico.

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A Milano un incontro per i giovani agricoltori della Coldiretti interprovinciale

Da Creditagri Italia ai fondi Ismea:come avere finanziamenti aziendali

Un’occasione di confronto e di formazione per conoscere e approfondire tutte le possibi-

lità offerte ai giovani dal mondo del credito in questo momento di crisi economica. E’ stato questo l’obiet-tivo dell’incontro con i giovani della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza organizzato lo scorso 9 ot-tobre, in via Patecchio. All’incontro sono intervenuti due responsabili di Creditagri – divisione Lombardia: Paolo Gorini e Mario Cretti, che han-no illustrato le attività svolte proprio da Creditagri, una cooperativa fidi specializzata in agricoltura presente su tutto il territorio nazionale. Ente di garanzia vigilato da Banca d’Italia e iscritto nell’elenco speciale degli intermediari finanziari ex art. 107 del T.U. Bancario, Creditagri favori-sce l’accesso al credito e incentiva lo sviluppo attraverso prodotti dedicati grazie alle convenzioni firmate con il sistema bancario. Gli interventi di garanzia riguardano il Breve, Medio e Lungo termine con garanzia fino al 30% e 50% rispettivamente per finanziamenti ipotecari e chirografa-ri. Durante la serata si è anche par-lato dei bandi aperti dalle Camere

di Commercio delle varie provincie per l’abbattimento dei tassi e/o del-le commissioni di garanzia, un ul-teriore elemento di facilitazione al credito ottenibile tramite Creditagri. È stato infine presentato Creditagri come ente abilitato alla gestione delle richieste di garanzia a prima richiesta pubblica. Ai ragazzi pre-senti sono stati illustrate, inoltre, le opportunità di accesso al credi-to tramite Ismea che, attraverso la società di scopo controllata SGFA, mette a disposizione delle aziende agricole fondi pubblici per interve-nire a garantire finanziamenti con garanzia a prima richiesta. Ismea attua una politica di facilitazione all’accesso al credito e nel corso della presentazione i responsabili Creditagri hanno in particolare toc-cato gli argomenti in merito al rior-dino fondiario per l’insediamento in agricoltura dei giovani e alle oppor-tunità legate al subentro in agricol-tura. Quest’ultimo volto a favorire il ricambio generazionale grazie al quale è possibile ottenere finanzia-menti a fondo perduto e mutui a tasso agevolato sugli investimenti di sviluppo e consolidamento.

Italia divisa:bene il NordL’Italia si conferma un Paese a doppia velocità anche sul fronte del credito. Secondo un’analisi Ismea su dati Sgfa degli ultimi sei anni, infatti, la dinamica del credito agrario ha fatto emergere un forte divario tra Nord e Centro Sud, con le aziende agricole del-le regioni del Nord Est e del Nord Ovest che hanno beneficiato di un incremento medio annuo del-le erogazioni bancarie rispettiva-mente del 3% e dell’1%, a fronte di un crollo dei finanziamenti del 15% nel Centro e dell’11% al Sud. A livello nazionale si registra una flessione media annua di 3 punti percentuali. La stretta sulla concessione dei prestiti ha pro-fondamente mutato la geografia del credito nel settore primario. Mentre nel 2007 la distribuzione era piuttosto omogenea a livel-lo di macroaree, oggi si assiste ad una marcata polarizzazione, con il Nord che da solo intercet-ta oltre il 70% delle erogazioni bancarie complessive, nonostan-te un minor numero di imprese agricole presenti sul territorio. Ma a cambiare è anche la strut-tura stessa del credito. Diminu-iscono i finanziamenti di medio termine, risultano pressoché stazionari quelli di lungo perio-do, mentre aumentano i prestiti a breve, ossia quelli destinati a finanziare l’attività corrente, che seppur minoritari nella compo-sizione complessiva del credito agrario hanno raddoppiato la loro incidenza dal 2007 ad oggi. Nel Nord-Ovest la Lombardia concentra la quota maggiore dei finanziamenti (64% nel 2012), mentre tra le regioni del Nord Est, è invece l’Emilia Romagna ad assorbire la fetta più ampia del credito (48% del totale d’a-rea) e a registrare il tasso di cre-scita medio annuo più sostenuto (+7%).

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EDITO

Accordo sul noleggio in agricoltura firmato da Alba Leasing e CreditAgri

Al via il primo accordo nazio-nale sul leasing in agricoltura finalizzato ad agevolare la ri-

presa degli investimenti strumentali e immobiliari. Alba Leasing – pri-maria società nella locazione finan-ziaria – e CreditAgri Italia – ente di garanzia fidi presente in modo ca-pillare su tutto il territorio nazionale rivolta alle imprese associate – han-no siglato l’importante accordo per la diffusione di questo strumento fi-nanziario alternativo. L’accordo con Alba Leasing permetterà alle oltre 17.000 imprese e cooperative agri-cole e alimentari associate CreditA-gri Italia di usufruire di un canale dedicato per l’intera gamma di beni finanziabili in leasing: beni strumen-tali, veicoli, macchine e attrezzatu-re, impianti, immobili, investimenti in energia rinnovabile. In particolare la convenzione – che sarà piena-mente operativa entro il prossimo mese di ottobre – prevede, attraver-so un processo di delibera rapido, la

possibilità di offrire piani finanziari calibrati sulle esigenze di liquidi-tà dell’impresa e l’assistenza della garanzia di CreditAgri Italia fino al 50% dell’importo dell’operazione. Per Massimo Mazzega, amministra-tore delegato di Alba Leasing, si tratta di «una iniziativa importan-te rivolta al mondo dell’agricoltura e alle cooperative, in cui il leasing è ancora poco utilizzato: l’obiettivo di questo accordo è proprio quello di aprire la strada a uno strumen-to finanziario alternativo a suppor-to degli investimenti delle imprese che operano nelle varie filiere del comparto agricolo». CreditAgri ri-corda che la flessione del credito erogato alle Imprese prosegue: in particolare quello del comparto agricolo, con un taglio del 22 per cento nel 2012, ha raggiunto valori delle erogazioni che hanno tocca-to il livello più basso dal 2008. In controtendenza è risultato proprio l’utilizzo del leasing che, con 274,5

milioni di nuovo stipulato di leasing strumentale al settore agricolo, nel 2012 è cresciuto del 38,5% (fonte Assilea): nello stesso arco di tem-po, il numero dei contratti di lea-sing strumentale all’agricoltura è passato da poco meno di 3.000 a quasi 5.000, con una crescita del 59,0%. «Il settore dell’agricoltura e quello della cooperazione ha estre-mo bisogno di certezza e continuità nella gestione degli investimen-ti – ha affermato Roberto Grassa Consigliere Delegato di CreditAgri Italia – grazie alla partnership con un operatore primario come Alba Leasing, offriamo oggi ai nostri soci una nuova opportunità per in-crementare gli investimenti.» Con questa partnership Alba Leasing – quinta società di leasing a livello nazionale (dati Assilea) – intensi-fica il proprio impegno nel settore agricolo per il quale recentemente ha lanciato una gamma di prodotti dedicati (Leasing Giallo).

CreditAgri ItaliaCreditAgri Italia s.c.p.a. è una Cooperativa di ga-ranzia fidi costituita per offrire assistenza e con-sulenza tecnico - finanziaria nel settore agricolo, agroalimentare, agroindustriale e alle Cooperative appartenenti a tutti i settori. Si occupa in modo spe-cialistico di Credito e Finanza d’Impresa a vantaggio delle imprese associate. CreditAgri Italia si compo-ne di una rete di professionisti chiamati a valutare al meglio ogni progetto, fornendo il supporto per una corretta pianificazione degli investimenti a misura di ogni realtà. CreditAgri Italia attraverso la contrat-tazione con gli Istituti Bancari, Società di Leasing e di factoring, è in grado di mettere a disposizione prodotti e servizi creditizi appositamente pensati per rispondere alle esigenze delle imprese appar-tenenti al mondo dell’agroalimentare, ai Consorzi Agrari, alle Cooperative ed al settore della pesca e dell’acquacoltura e di tutte le filiere. CreditAgri Italia Consorzio fidi unico nel suo genere, costituisce il più articolato Ente di garanzia fidi italiano operante in agricoltura ed iscritto nell’Elenco Speciale ex art. 107 del Testo Unico Bancario al nr. 19556.0 e sog-getto a Vigilanza diretta della Banca d’Italia.

Alba LeasingAlba Leasing è una società specializzata nei finan-ziamenti in leasing, partecipata da Banca Popola-re dell’Emilia Romagna (36,43%), Banco Popolare (32,79%), Banca Popolare di Sondrio (20,95%) e Banca Popolare di Milano (9,83%). Attraverso una rete di 4.700 filiali bancarie convenzionate, nel 2012 ha stipulato 8.601 contratti per un controvalore di € 681,8 milioni. Dal 1° gennaio al 31 luglio 2013 si è confermata al quinto posto tra le società di leasing in Italia con una crescita del 31,34% dei volumi e dell’11,59% dei contratti rispetto ai primi 7 mesi dell’anno precedente (dati Assilea). Specializzata nel leasing con un’esperienza di oltre 40 anni nella locazione finanziaria, Alba Leasing vanta un porta-foglio di circa 50.000 clienti e un canale distributivo formato principalmente dagli sportelli di circa 40 Banche Convenzionate. Nel contesto economico attuale, dove il leasing continua ad essere fattore di sviluppo al servizio di chi lavora, Alba leasing si pone come punto di riferimento per la crescita delle imprese attraverso l’offerta di una completa gam-ma di leasing.

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EVID

ENZA

CHIEDI IL CAMBIO DI GESTIONE DEL SERVIZIO MILITARE I lavoratori autonomi che hanno svolto il servizio militare e hanno anche versato contribuzione come lavoratori dipendenti per un breve periodo della carriera lavorativa, hanno diritto al ricalcolo della pensione con il conteggio del servizio militare nella gestione autonoma se più favorevole con un conseguente aggiornamento dell’importo della pensione e la corresponsione degli arretrati. Per una consulenza personalizzata rivolgiti agli sportelli del Patronato Epaca.

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17 ottobre 2013

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Il Patronato Epaca al fianco dei lavoratori:check up gratuito sulle malattie professionali

VERIFICHE E PERIZIE Rilevazioni fonometriche per la sicurezza sul lavoro Valutazioni rischio vibrazioni Pratiche prevenzione incendi Valutazioni stress da lavoro correlato

IGIENE, AMBIENTE E SICUREZZASicurezza sul lavoro D.Lgs 81/08 e s.m.i. Valutazione conformità attrezzature

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Chi dopo anni di lavoro nei campi non soffre di dolori alla schiena, alle gambe, alle

mani ? Quanti agricoltori e lavora-tori soffrono ad esempio di allergie che limitano la loro possibilità di lavoro in alcuni periodi nell’anno. Sono queste alcune delle più co-muni patologie che possono anche essere di origine lavorativa e che vengono comunemente chiamate malattie professionali. Si tratta in-fatti in molti casi di patologie che sono determinate dal protrarsi nel tempo di determinate lavorazio-ni. In molti casi – a seguito della presentazione di apposita istanza – l’Inail può riconoscere la malattia professionale ed anche corrispon-dere indennizzi di natura economica. E’ un aspetto molto spesso sottova-lutato che può determinare anche perdite da un punto di vista econo-mico a volte rilevanti. Per valutare

se eventuali patologie possono avere origine lavorativa e quindi essere indennizzate il patronato Epaca ha predisposto, per tutti co-loro che volessero usufruirne, un servizio gratuito di assistenza in cui un medico legale convenziona-to con il Patronato valuta gratuita-mente, a tutti coloro che lo voles-sero, la propria situazione fisica.

Gli operatori del Patronato Epaca predisporranno poi tutta la suc-cessiva documentazione e sono in grado di fornire anche la successi-va assistenza ( gratuita) in caso di contenzioso medico legale. Per in-formazioni ed assistenza rivolgersi agli operatori del Patronato presenti negli uffici della Coldiretti di Milano e Lodi.

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Pensioni di invaliditàbasta il reddito personale

Gli invalidi civili hanno diritto a specifiche prestazioni eco-nomiche, oltre che di tipo

sanitario, a seconda della per-centuale di invalidità riconosciu-ta dalle competenti commissioni mediche. A partire da un ricono-scimento del 34 per cento,si ha diritto a protesi e ausili sanitari. Con il riconoscimento di un gra-do di invalidità almeno pari al 46 per cento è prevista la possibili-tà di iscriversi nelle liste specia-li del collocamento obbligatorio. Dal 67 per cento in poi, si può usufruire anche dell’e-senzione del ticket sanitario. Per avere diritto alle prestazioni economiche previste dalla Legge occorre il riconoscimento di un gra-do di invalidità superiore e, in alcu-ni casi, il relativo diritto è condizio-nato al rispetto dei limiti di reddito rivalutati annualmente, oltre che ad un requisito di età anagrafica. L’invalido civile di età compresa tra i 18 e i 65 anni e tre mesi (ol-tre tale limite di età spetta l’asse-gno sociale) nei cui confronti sia accertato un grado di invalidità: - dal 74 per cento al 99 per cen-to: ha diritto all’assegno mensile di assistenza, per il 2013 pari a € 275,87 mensili, a condizione che il suo reddito personale non superi il limite dei 4.738,63 euro annui; - del 100 per cento: ottiene la pen-sione di inabilità, per il 2013 pari a € 275,87 mensili, a condizione che il suo reddito personale non superi il limite dei 16.127,30 euro annui. I minori di 18 anni, se riconosciuti nella difficoltà persistente a svol-

gere i compiti e le funzioni proprie dell’età, hanno diritto all’indennità di frequenza, per il 2013 pari a € € 275,87 mensili. Per il relativo diritto, il reddito personale non deve superare il limite (2013) dei 4.738,63 euro annui. Non spetta nei periodi in cui il minore è rico-verato.

Indennità di accompagnamento

Possono presentare domanda coloro che non sono in grado di svolgere autonomamente gli atti quotidiani della vita e che quin-di necessitano di assistenza con-tinuativa o non sono in grado di deambulare senza l’aiuto perma-nente di altre persone. Ricordia-mo che l’importo della prestazione per l’anno in corso è pari a 499,27 euro mensili. Tale beneficio non è condizionato a limiti di età e di reddito e viene sospeso in caso di ricovero in strutture pubbliche per più di un mese con retta a carico dello Stato. Le domande dirette ad ottenere i benefici in materia di in-validità civile si presentano all’Inps solo per via telematica. Per avere maggiori informazioni sulle altre agevolazioni previste, sul diritto ad eventuali maggiorazioni, e più in generale sulle procedure diret-te ad ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile, raccomandia-mo a tutti gli interessati di rivol-gersi al Patronato Epaca. I nostri operatori forniranno tutta l’assi-stenza necessaria gratuitamente.

Assegni familiari: nuovi limiti di redditoSono aumentati i limiti di reddito per essere considerati familiari a carico e la soglia per la conces-sione dell’assegno per il 2013. Chi ha diritto ai trattamenti di famiglia. Possono chiedere gli assegni familiari coltivatori di-retti, mezzadri e coloni in attività. Ai lavoratori autonomi in pen-sione (coltivatori diretti, colo-ni e mezzadri, artigiani, com-mercianti) spettano quote di maggiorazione sulla pensione. Beneficiari dell’assegno. I trattamenti di famiglia possono essere richiesti per i figli, i fra-telli, le sorelle e i nipoti, minori o inabili, apprendisti o studenti (fino a 21 anni se apprendisti o studenti di scuola media su-periore; fino a 26 anni se stu-denti universitari e non oltre la durata del corso legale di lau-rea). Per i pensionati l’assegno spetta anche per il coniuge. Per il pagamento degli assegni è necessario che i familiari vi-vano a carico del richiedente e che il nucleo familiare non su-peri determinati limiti di reddito. I limiti di reddito. Limite di reddito del familiare per il quale si chiedono gli AF. Per il 2013 si considera a carico il familiare che abbia redditi personali non supe-riori ai seguenti importi mensili: • 697,73 euro per il coniu-ge, per un genitore, per cia-scun figlio o equiparato; • 1.221,03 per due genitori Il limite di reddito è personale (si riferisce al singolo familia-re a carico) e mensile, vale a dire che occorre considerare le somme effettivamente percepi-te mese per mese; pertanto, se il reddito personale è superato solo per alcuni mesi nell’anno, gli assegni familiari non vengo-no corrisposti solo per i mesi nei quali il reddito è stato superato. Tali limiti sono aumentati del • 10% per i vedovi, divor-ziati, separati legalmente, abbandonati, celibi o nubili • 50% se fanno parte del nu-cleo familiare totalmente inabili • 60% se ricorrono entrambe le condizioni. Per ottenere gli as-segni familiari è necessario pre-sentare la domanda all’Inps te-lematicamente.Raccomandiamo pertanto a tutti gli interessati di rivolgersi al Patronato Epaca: gli operatori forniranno tutta l’assi-stenza necessaria gratuitamen-te.

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TOA Roma la prima convention dell’Unione europea delle cooperative

UeCoop, il nuovo volto dell’associazionismoOccupazione giovanile e “reti” tra imprese le azioni del futuro

Lo scorso 8 ottobre, alla presen-za di oltre duemila cooperative provenienti da tutte le regioni

d’Italia, si è svolta a Roma pres-so l’Auditorium Parco della Musica, la prima Convention nazionale di UE.COOP. Folta la rappresentanza delle cooperative lombarde ade-renti: dalla nostra Regione, infatti, hanno partecipato ai lavori oltre 100 società. L’assemblea è stata l’occasione per illustrare la bozza di Documento programmatico dell’As-sociazione, frutto degli interventi svolti dalle cooperative, durante gli incontri regionali che si sono tenuti in tutte le regioni del Pae-se negli ultimi mesi. Il documen-to presentato, delinea il percorso e la visione che UE.COOP inten-de mettere a sistema, in merito a

vari temi che saranno prioritari per l’agenda dei prossimi mesi: dalla creazione di un Forum permanen-te per l’occupazione giovanile al supporto per le crisi d’impresa, dal tema legato ai vari aspetti del cre-dito per arrivare alla promozione di “reti” tra imprese. Questi sono alcuni dei temi contenuti nel do-cumento e che rappresentano le prime azioni chiave che vedranno impegnata UE.COOP quale nuovo modello di associazionismo plura-lista, trasparente, democratico ed a servizio dell’intera collettività. La Convention ha anche dato avvio alla stagione assembleare regio-nale e nazionale che, sulla base di quanto disposto dal Regolamen-to elettorale che è stato illustrato dettagliatamente a tutti i presenti,

porterà all’elezione dei rappresen-tanti politici territoriali e degli Or-gani che guideranno l’associazione nazionale per il prossimo mandato. UE.COOP, come ricorda anche il Documento programmatico, è l’U-nione Europea delle Cooperative, nuova grande famiglia di lavoratori che tramite il modello cooperativo vogliono rafforzarsi, internaziona-lizzarsi e operare al servizio del Paese. Nata in un periodo di cri-si economica e sociale mondiale, UE.COOP ha deciso di impegnarsi con un suo modello di crescita, sal-damente ispirato ai principi di so-stenibilità, solidarietà, sussidiarietà e territorialità. UE. COOP è già presente con una organizzazione nazionale, regionale e locale forte-mente radicata e capillare. Le nu-merose imprese già oggi aderenti operano in ognuno dei 14 settori dell’albo nazionale delle imprese cooperative: dalle banche di credi-to cooperativo all’agricoltura, dalle cooperative di abitazione ai servizi socio-sanitari, dalle cooperative di produzione lavoro a quelle del turi-smo, dello sport e del tempo libe-ro, ecc. Si contano grandi e medie cooperative con diverse migliaia di soci nonché piccole cooperati-ve con poche unità. Sono realtà d’impresa tutte fondamentali per il mondo del lavoro, che possono crescere e svilupparsi più rapida-mente se si “cammina insieme”.

Il folto pubblico presente alla prima convention nazionale dell’Unione europea delle cooperative

Uno degli interventi dal palco del primo summit di Ue Coop

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