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o il teatro di L C AL 5 GENNAI - dass.uniroma1.it · Non sanno che il mistero della...

Date post: 15-Feb-2019
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dal 10 al 22 dicembre (lunedì 16 riposo semanale) feriali: ore 20.45 - domenica e fesvi: ore 17.00 Cast pag 3 Sinossi pag 3 Note di regia pag 4 Il percorso pag 4 Ig-note di regia pag 5 L. Capponi, biografia pag 6 Gli aori pag 8 Scheda tecnica pag 10 dal 26 dicembre al 5 gennaio (lunedì 30 riposo semanale) feriali: ore 20.45 - domenica e fesvi: ore 17.00 31 dic. e 1 gen.: ore 18.30 Cast pag 11 Cronache ... pag 11 Sinossi pag 12 Note di regia pag 12 Ig-note di regia pag 13 Gli aori pag 14 Scheda tecnica pag 16 Il Flauto s.r.l.: la produzione indipendente pag. 2 DAL 10 DICEMBRE AL 5 GENNAIO il teatro di LUCIANO C APPONI Teatro PICCOLO ELISEO Patroni Griffi rassegna dedicata all’unico autore definito post-contemporaneo
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dal 10 al 22 dicembre(lunedì 16 riposo settimanale)

feriali: ore 20.45 - domenica e festivi: ore 17.00

Cast pag 3Sinossi pag 3Note di regia pag 4Il percorso pag 4Ig-note di regia pag 5L. Capponi, biografia pag 6Gli attori pag 8Scheda tecnica pag 10

dal 26 dicembre al 5 gennaio(lunedì 30 riposo settimanale)

feriali: ore 20.45 - domenica e festivi: ore 17.0031 dic. e 1 gen.: ore 18.30

Cast pag 11Cronache ... pag 11Sinossi pag 12Note di regia pag 12Ig-note di regia pag 13Gli attori pag 14Scheda tecnica pag 16

Il Flauto s.r.l.:la produzione indipendente pag. 2

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il teatro di

LUCIANO CAPPONI

Teatro PICCOLO ELISEO Patroni Griffi

rassegna dedicata all’unico autore definito post-contemporaneo

2Il Flauto s.r.l.

Il Flauto s.r.l.:la produzione indipendente.

Il Flauto s.r.l. (acronimo di “Solo Restrizioni Limitanti”) testimonia l’impossibilità di qualunque indipendenza.

La ragnatela di codicilli, balzelli, regole, tasse è talmente vasta e inestricabile che dovremmo parlare forse di “totale dipendenza”.

La domanda è: “a chi?” o “a cosa?”. E specialmente: “perché?”.

Almeno in questo ci si conceda libera espressione di pensiero.

Dov’è l’indipendenza? Forse nel sangue di diritti costituzionali negati? In quel piccolo luogo della coscienza ormai edulcorata da un’informazione distorta e malata?

O, con grande sorpresa, nel ritmo pulsante del quotidiano, nel sorriso del buonsenso, nella normalità del rispetto e nella perpetuazione dell’onestà?

Ma c’è anche un altro luogo dove le idee e l’entusiasmo possono chiacchierare indipendenti, l’unica privacy difendibile dal sistema: il cuore e la mente, se non hanno l’influenza di stagione.

Almeno fino a che.

In un luogo (globale) in cui non esiste meritocrazia, l’unica guest star che ci viene in mente è Don Chisciotte.

Con una piccola differenza: nessuna guerra contro le pale dei mulini ma progetti, teatro, cinema, musica e … spaghetti pomodoro e basilico.

Cast

Patrizio Oliva - Pulcinella

Giulio Brando - Jugale

Anna Capasso - Angelotta

Regia - Luciano Capponi

2 ore all’albadi Biagio Casalini e Luciano Capponi

Sinossi

Pulcinella lanciava strali contro i borboni e il popolo applaudiva. Arrivavano i borboni e il

popolo gridava: “A morte Pulcinella!”.

E adesso mancano due ore alla ghigliottina.

Nella lurida cella Pulcinella e il guardio si scontrano, si fiutano, si conoscono.

Un disincantato Pulcinella danza di fioretto contro la clava di un rumoroso e ignorante

“guardio”. Eppure una straordinaria e

impensabile amicizia cementerà antichi

vincoli d’onore.

E questa unione insolita ma lussureggiante

di emozioni sventerà il diabolico piano

di Angelotta e spingerà il guardio ad un

eroico gesto.

Guardio: « Pulecené… io posso avere

fiducia di te? »

Pulcinella: « … fino a che mi vedrai con

questa maschera, io non ti avrò tradito ».

Note di regiaTragi-commedia nata nel 1986. Scritta scivolando nelle fauci lussureggianti di una Napoli lontana ma attualissima.Grazie a Biagio Casalini (nipote di Pupella Maggio, uno dei pochi sopravvissuti della tradizione teatrale napoletana), che mi ha preso per mano consentendomi di depositare i miei voli arditi in uno spartito implacabile, quello della semplicità.E della esplosività colorata di una lingua impareggiabile.Destino, forse.Il codice 292 del barone Capponi, presente in Vaticano, testimonia quanto abbia contribuito a rendere Pulcinella la maschera forse più vigorosa del teatro italiano.Nel rispetto di una tradizione sanguigna e poetica, in via probabilmente di estinzione, “2 ore all’alba” incalza e canta il vicolo e il borgo e guarda con occhi disincantati i grandi temi dell’esistenza.Con il sorriso, con le crasse risate ma anche con il dolore.Commedia dell’Arte, certamente ma anche qualcos’altro tutto da scoprire.

42 ore all’alba

Il Percorso4 anni di prove, distillate a misura.Si può fare… no… forse.Tanto sudore, estenuanti scoperte, depressione, paura.Come sostituire il ring con il legno di uno spazio scenico?E perché, poi?Per quello strano senso che in una frazione di secondo ti spinge a credere in una intuizione e caparbiamente cercare di trasformarla in realtà solida, concreta.Trasformare esplosioni in implosioni: bisognava crederci.Dietro il fisico, celato nel profondo, d’improvviso si manifestò il tesoro nascosto con le infinite sfumature dell’anima compressa e tenuta segreta da un campione.Napoli esplose ma anche di più.La tenerezza, il buon senso, l’onestà, il gioco.Il mediterraneo celato, il sussurro timido ma deflagrante di un Italia sofferente.Pulcinella la sua apparente finzione, Patrizio l’anagrafe.Oliva il suo scettro di suoni e musica nel perpetrarsi della vittoria. Utopia fatta carne.

Ig-note di RegiaIl teatro è un attore nudo sulla scena, senza scenografia né musica.Una luce su di lui e nient’altro.La sua carne è l’immagine, i suoi movimenti il ritmo e la scenografia e i suoi silenzi l’anima.E le parole verticali il contorno e il sollievo della Ragione. Ma il teatro è morto.Ucciso dagli intellettuali, dai professori, dagli storici. Non sanno, essi, che il copione è solo un’indicazione, una possibilità virtuale senza sudore.Non sanno che ognuno è sé stesso e non potrà mai essere Jago o Amleto o chi vi pare a Voi.Non sanno che il mistero della “RECITAZIONE” è “NON RECITARE”, e per giustificare questa nascosta ma fragorosa ignoranza hanno costruito una BABELE di pregiudizi, regole, comportamenti.Hanno inventato la DIZIONE sostituendo con un’IMMAGINE un piatto di spaghetti al pomodoro e basilico: senza profumo né sapore e cancellando la divina salivazione che precede la prima forchettata.Hanno reso politically-correct le scenografie che devono essere significanti, complesse e mentali ma specialmente molto costose.E i costumi griffati, appariscenti, voluminosi e anch’essi molto cari.E le musiche con il nome che “TIRA”. Così come gli attori che “TIRANO”, sennò chi ci va a teatro.E i cartelloni sempre con gli stessi titoli. Come l’OPERA: un omaggio permanente ministeriale.Il teatro è il sudore quantico e non ha parentele con la letteratura né con la storia.Il teatro è condivisione della “FOLLIA” e la ricerca degli infiniti spazi interdimensionali fra le parole e i movimenti.E in questi spazi nasce l’arcobaleno di una reale creatività e la rappresentazione permanente del “DIVERSO”.L’attore è il MESSAGGIO, è la sua vita che si manifesta, la sua libertà d’espressione, il suo fluire senza condizionamenti.E il regista è lo “SPECCHIO”, l’amico, il compagno di giochi, non “COLUI CHE COMANDA”, l’inarrivabile MAESTRO.E’ un artigiano, in grado di mostrare la parte prima di te, di sudare più di te e di SERVIRE più di ogni altro.E di aiutare l’attore ad essere semplicemente “NATURALE”, la scoperta più deflagrante del palcoscenico: SE’ STESSO.Ma hanno inventato le scuole che uniformano e massificano rendendo gli attori fotocopie sbiadite della “REALTA”.Se va bene così, amen.La mia è una posizione scomoda: l’importante è che rimanga ignota.Per cui…..non fateci caso.

52 ore all’alba

Luciano Capponi, biografia

Luciano Capponi è regista e autore sia di cinema che di teatro e televisione, musicista e compositore. La sua multiforme e fittissima attività include realizzazioni teatrali, televisive, cinematografiche e colonne sonore per la radio, la televisione, il teatro e il cinema.

TeatroLa sua formazione teatrale avviene ad altissimo livello con P. Brook, J.L. Barrault, Living Theatre. Tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio dei ‘70 è attore in compagnie di giro tra cui il gruppo “M” e rappresenta da protagonista due farse di Dario Fo, I cadaveri si spediscono e le donne si spogliano e Non tutti i ladri vengono per nuocere. E’ inoltre regista di diversi spettacoli teatrali, come Il lungo viaggio di Ulisse e In alto mare(1976).Dopo un triennio di teatro scuola in Calabria, in cui si dedica ad attività di animazione e realizza numerosi spettacoli, grazie all’incontro con Hal Yamanouchi, primo ballerino del teatro giapponese di Stomu Yamashta, forma a Roma una compagnia di mimo–danza e realizza diverse performance rappresentate nelle maggiori piazze italiane. Studia anche No giapponese e Mimo francese. È mimo-attore in Anton Vaudeville Checov per il teatro.Come autore e regista, nel ’78 realizza I lotofagi sparano solo di martedì, apprezzato dalla critica per l’originalità e la modernità dei codici drammaturgici.E’ Direttore Artistico del Teatro Stabile di Cosenza e realizza come regista Caravanspettacolo di Barbara Alberti, con la compagnia di Carlo Croccolo e l’anno dopo O pera o mela, di cui è anche autore.E’ autore e regista di Pulcinella, Jugale, Angelotta… e altre volte ancora con il teatro stabile di Cosenza, La locanda di Vacca d’Oro, El fumo blanco, Viaggio di cozze, Scimmie (anche compositore) e Apriti cielo. È poi Direttore Artistico di “1/2 Stagione di Scomodi Sipari” e l’anno dopo di “2a Stagione di Scomodi Sipari” al Teatro Tor di Nona a Roma. Con Corto circuito (autore e regista) vince il premio Mario Ponchia SNAD (Sindacato Nazionale Autori Drammatici), Miglior spettacolo.Nel 2002 mette in scena Non chiedermi perché sto sempre in cucina, Beatrice I love you e Ulì e Pené, mentre come autore regista e compositore realizza Tenderlandia e l’anno dopo Tu ed io, noi mai. Nel 2011 e poi ancora nel 2013/14, porta in scena Il Vasetto di Pandora, di cui è autore, regista e compositore. Nel 2013 -’14 è in tournée con oltre 70 repliche di “2 ore all’alba”, da lui diretto e scritto con la collaborazione di Biagio Casalini.

Cinema e TVEsordisce negli anni ’60 come musicista, fondando il complesso “I Beati” con cui partecipa a trasmissioni televisive e va in tournée nei più importanti locali d’Italia.

62 ore all’alba

Per RaiUno è mimo - conduttore nello spettacolo Chitarra Club con Fausto Cigliano e Tony Cucchiara e in Cosa c’è sotto il cappello.Come autore televisivo, realizza per il Dse la fiction La linea retta e poi per RaiTre l’inchiesta Il traffico della sposa e la trasmissione Cifari e santi, un percorso fra musica popolare e spettacolo con cui vince il premio INPUT come miglior trasmissione.Cura poi la regia di La lunga notte di Medea di Corrado Alvaro, con Piera Degli Esposti e vince nuovamente il premio INPUT come miglior trasmissione televisiva con le quattro puntate di Stranieri d’Italia.E’ autore e regista del film Se una notte a Monte Cocuzzo in onda su RaiTre e del radiodramma Segretario particolare. Cura inoltre la regia e collabora ai testi di Passaparola con Ombretta Colli e di Il mondo di Violetta Parra con Rita Savagnone. Negli anni successivi realizza il film Passaggio, con cui partecipa al Festival Internazionale di Arco e il programma in quattro puntate Polvere di Pitone con Leo Gullotta, Maria Rosaria Omaggio e Jenny Tamburi, Fiction per il TG3 Set, che cura con Pasquale Squitieri e Franco Zeffirelli, e La cruna del Sud, un’ inchiesta-fiction in onda anch’essa su Rai Tre.E’ direttore di produzione di due documentari per il Ministero dei Beni Culturali: La scuola napoletana del ‘700 e Le Accademie e le scuole musicali d’Italia e realizza poi Incredibile, una trasmissione in 13 puntate per RaiDue con Maria Rosaria Omaggio. Sempre per RaiDue è poi autore di Di che vizio sei? condotto da Gigi Proietti.Nel 2010, il film Butterfly Zone è vincitore al Fantafestival di Roma del primo premio Melies d’Argent e concorre al Melies d’oro per il miglior film fantasy europeo.Butterfly Zone è il primo film di una trilogia che Luciano Capponi dedica all’ “aldilà”. Segue Il flauto, nelle sale dal 17 ottobre 2013, che ha già ottenuto il Premio Charlot alla regia nel luglio 2013. In cantiere il terzo film, la cui uscita è prevista per il 2014.

Tra le sue molteplici attività spiccano inoltre:la pubblicazione di Sette per Sette, un thriller psicologico, edito anche in Spagna Il progetto No Fair-No Play, nato dalla collaborazione con Nevio Scala e Gianfranco Zola. L’idea è insegnare alle nuove generazioni a giocare con rispetto e leggerezza, onore e amicizia. Media e stampa danno molto rilievo all’iniziativa, le istituzioni sportive, politiche e sociali la sostengono e gli incoraggiamenti illustri non si fanno attendere: Platini, Baggio, Lippi, ma anche Totti, Maldini, Tony Capuozzo e l’indimenticato Candido Cannavò offrono il loro sostegno.Il No Fair-No Play Team lancia il suo messaggio in un match di riconciliazione allo Stadio Massimino di Catania, teatro di un malessere che sembra contagiare l’intero mondo del calcio. Testimonial è Patrizio Oliva e i componenti della squadra sono i campioni dello sport italiano nelle varie discipline. Team manager è Luigi Conte.

72 ore all’alba

Indimenticato pugile dalla brillante carriera. Come pugile dilettante è stato Campione Italiano nel 1976-1977-1978, Campione Europeo nel 1978, medaglia d’oro alle olimpiadi di Mosca nel 1980 e premiato come miglior pugile dei giochi olimpici. Come professionista è stato Campione Italiano nel 1981, Campione Europeo nel 1983 e Campione Mondiale nel 1986.Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive anche come cantante ed è stato guest star in 3 puntate di Un posto al sole.Butterfly Zone di Luciano Capponi è il suo esordio cinematografico.Il flauto di Luciano Capponi è il suo primo film da protagonista.

Esordisce sul palcoscenico con lo spettacolo “2 ore all’alba”.

Giulio Brando

Al secolo Nicola Lo Izzo, esordisce per la prima volta sul palcoscenico nel 2004, con lo spettacolo Tenderlandia di Luciano Capponi, nel ruolo del “Maestro d’Armi”.Gli anni seguenti lo vedono protagonista di Tu ed io, noi mai e Il Vasetto di Pandora, entrambi con la regia di Luciano Capponi.

Nel cinema partecipa al film Pupazzi, Butterfly Zone e Il flauto, anch’essi di Luciano Capponi.

Gli attori

Patrizio Oliva

82 ore all’alba

Anna Capasso

Esordisce come cantante, partecipando a vari festival e concorsi: Accademia della canzone di Sanremo e Sanremo Rock arrivando alle finali nazionali, e all’ E-TimTour di Red Ronnie.TeatroPartecipa a numerosi musical: Quartieri spagnoli di Gianfranco Gallo, con la regia di Enrico Maria Lamanna; Un posto al soul con Patrizio Rispo e Gianfranco Gallo; nel 2005 Napoli in frac regia di Diego Sanchez; Lunga è la notte – happening sulla legalità, regia di Pietro Pignatelli; Festa di Piedigrotta di Raffaele Viviani, regia di Nello Mascia; Ma che ne sai se non hai fatto il varietà? di Diego Sanchez, regia di Claudio Insegno; nel 2009 Profumo di donna, regia di Diego Sanchez; Napoli festa di canzoni, regia di Leonardo Ippolito; Dal lido Pola… trasmette Napoli, regia di Enzo Castaldo.È nel cast di diversi spettacoli teatrali: Il ritratto dell’abbondanza di Gianfranco Gallo; le commedie Come zittire una moglie, E se fosse un condominio normale? entrambe con la regia di Renato Di Meo; nel 2009 e nel 2010 Guapparia regia di Ernesto Martucci; Tre pecore viziose regia di Salvatore Ceruti; Peter Pan, regia di Peppe Celentano; La mia guapparia regia di Antonio Ottaiano; Feisbuc - un mare di amici e Benvenuti a Terronia,entrambe con la regia di Peppe Celentano; Al di là del mare, regia di Gaetano Liguori.È protagonista della rassegna A spasso tra arte artisti e autori, organizzata dall’EPT di Napoli nel 2009 e nel 2010; ospite canora del Capodanno al Tam Tunnel 2009 e 2010 e della Maratona a Napoli nel 2010.CinemaÈ tra i protagonisti del cortometraggio Fujtevenne di Gianfranco Gallo. Nel 2009 è nel cast del film La resa dei conti, con Mario Da Vinci, regia di Nando De Maio.Radio e TVPartecipa a varie trasmissioni TV tra cui Popstar - Italia 1, Verissimo - Canale 5, Percorsi d’amore - Rai 3, Uno mattina - Rai 1, L’Italia sul 2 - Rai 2, Metti un posto al sole - Rai 3, L’Alieno - Italia 1, Applausi - Rai 1. Nel 2010/11 conduce il format televisivo Targati Napoli su Napoli Live. Partecipa come giudice al format televisivo Made in love - NapoliTV. È tra i protagonisti del programma radiofonico Komikamente con Michele Caputo su Club 91.PremiNel 1999: il premio della critica al “Bengio Festival”. Nel 2010 vince i premi Megaris, The one e San Giacomo. Nel 2011 il Trofeo città di Napoli e nel 2012 i premi Oltre l’Orizzonte, Armando Gill e Arcobaleno napoletano.

92 ore all’alba

Scheda Tecnica

Genere: Tragi-commedia in 2 atti

Durata: 90’

Regia: Luciano Capponi

Aiuto regia: Ilaria Mancini

Musiche: Luciano Capponi

Scenografie: Stefania Del Re

Costumi: Simonetta Fois

Tecnico luci: Dario Forte

Tecnico suono: Davide Di Santo

102 ore all’alba

UFFICIO STAMPADaniela Bendoni - [email protected] - tel. +39 3355325675

IL FLAUTO [email protected]

tel. 3246140785

Cast

Il Re - Pietro Daniele AldrovandiBertazio - Giulio BrandoCecilio - Gabriel Lindo

Clotilde - Valentina ScorseseLa Regina - Ione Medina

Uomo del telegiornale - Manlio Guadagni

RegiaLuciano Capponi

Il Vasetto di Pandoradi Luciano Capponi

Cronache dalle ultime zone abitate(dopo la fine del mondo)

Di scena Il Vasetto di Pandora di Luciano Capponi, autore e regista indubitabilmente ‘di frontiera’, che continua a sorprendere spettatori (e non) con i suoi coup de théâtre, quei suoi racconti imprevedibili, capaci di rilanciare la mente aldilà dei propri ostacoli. Questa volta porta in scena, forse per la prima volta a teatro, la teoria apocalittica della fine del mondo, insieme a una curiosa ipotesi di sopravvivenza. Il Vasetto di Pandora, per chi ha occhi per vedere e cuore per sentire, è una favola divertente (inquietante?) sul futuro non tanto remoto dell’umanità, un racconto sarcastico ed esilarante sui sopravvissuti all’ultimo cataclisma. Una fortuna assistervi e immaginare di essere tra quei 23 fortunati (fortunati?) scampati all’estinzione.Nello spettacolo, una manciata di impavidi controeroi si confronteranno non solo con la scarsità di risorse e di cibo, ma con gli inganni della mente e resteranno a testimoniare l’ultimo ‘pit stop’ della razza umana. Fine della storia. Fine delle parole. Fine dei maestri. Fine.La domanda è d’obbligo: ‘Riusciranno i nostri eroi….?’Forse loro no, ma noi, parafrasando una celebre dichiarazione, ‘noi… speriamo che ce la caviamo’.

12Il Vasetto di Pandora

SinossiSulla favola medievale di un guardio (Bertazio) e di un principe (Cecilio) si svolge la lotta per la supremazia del maschio da una parte e per l’esplosione del sentimento dall’altra.Sentimento che è la parte più intelligente della dualità umana.“Cogito ergo non sum” sembrerebbe indicare il principe.E poi il re, la regina, Clotilde la fidanzata di Bertazio, si intrecciano con i loro propositi irrisolti e devastanti.Ma non è questa la storia: tutti sono testimoni che il mondo sta per finire (siamo in epoca contemporanea) e in attesa di morire per fame decidono di recitare un vecchio copione sperando che qualcosa possa salvarli. Una sorta di analisi “pre-mortem” condita da riflessioni audaci.Dentro e fuori il personaggio alla disperata ricerca di un’identità’ che non prevede un protocollo di attivazione se non nella follia.Una sarabanda senza soste, un carosello di ritmi e coralità, una coreografia di suoni e sudori incalzanti.L’attore nudo, senza pietà né ripensamenti.Se fossi un critico direi: da non perdere.Presunzione o consapevolezza?Decidetelo voi.Tanto siamo già morti.

Note di RegiaIl mondo è finito, 23 i sopravvissuti in tutto il pianeta. Sei di questi, affamati e disperati, sperano in un guizzo di vita cercando di ritrovare le origini di qualcosa che sembra essere definitivamente scomparso: il teatro.Metafora, certo, di ben altro.E così, nel dipanarsi fra privato e pubblico il suono di un grande dolore si sbriciola nello scolapasta di un arcobaleno, a suggellare il sudore del buon senso che sogghigna a braccetto con il non-senso.Babele di dialetti, paradossi. Il ruggito della commedia dell’arte impone i suoi ritmi, i suoi colori e la sua comicità. Ma dietro il riso aleggia l’impotenza e la schiavitù. Una parabola sull’ovvietà che, mascherando la sua evidenza, come sempre si cela a favore di interminabili dialettiche.

Il Vasetto di Pandora conclude una trilogia nata con Tenderlandia e proseguita con Tu ed io, noi mai.Un’investigazione sul “Diverso” e sulle elementari ricette per la sopravvivenza. Dicevo, infatti: “Il diverso nasce ogni volta che nasce un donno” suscitando ovviamente perplessità.Già, perché uomo e non donno?Questo malcelato inganno produce la guerra.A seguire fratelli e sorelle, condomini, compagni di scuola ecc… E le regole, la morale e i condizionamenti contribuiscono non poco a creare le guerre sante, le inquisizioni e… quant’altro. Per non parlare dell’aspetto economico.Lo sconcerto del “pisello mostrato” testimonia poi una strana interpretazione di un’evidenza abnorme: il nudo è “SCANDALO”.Quindi chi è in possesso del copyright dell’anatomia umana (che a seconda della “diversità” viene identificato in Dio, Buddha, Maometto o Bautolgo), è incline a creare una realtà scandalosa.Si evidenziano due necessità: 1. Il copyright cerchiamo di restituirlo ad una sola entità. 2. Cancelliamo il dogma che il pisello sia “osceno”.Ecco, nel Vasetto di Pandora la ricerca sulle parti genitali che tanto m’han dato da sorridere sbatte purtroppo con una realtà che nel corso degli anni è andata peggiorando.Nel 1976 scrivevo: “si nasce ormai in tubi plastici per morire in celle frigorifere di plexiglas…”Suscitando come al solito perplessità.Mai avrei pensato che in qualche angolo del pianeta uno studente universitario curioso spiasse i miei arzigogoli e avesse l’ardire di laurearsi con una tesi dal titolo: Luciano Capponi, un autore post-contemporaneo.Come a dire che le istituzioni hanno certificato che io non esisto!“Di là da venire…”Mi sbellicai con Abbondanza: essendo di sani appetiti ho sempre bisogno di compagnia.Insomma, per farla breve, questo Vasetto è un po’ la sintesi di tutta questa minestra.Il problema è solo questo secolo.Ne parliamo fuori dai copyright?

Ig-note di Regia

13Il Vasetto di Pandora

14Il Vasetto di Pandora

Gli attori

Pietro Daniele Aldrovandiè il Re:

«...E tu vieni a chiedere la pace a me che sono il Re? Se esisteva la pace io non potevo regnare, nè io nè voi, nè papi, nè tiranni, nè fautori di prossime democrazie apparenti.»

Giulio Brandoè Bertazio, il Maestro d’armi:

«...L’anima di un guerriero si tempra con la fatica, con la disciplina e con il lavaggio del cervello...»

Gabriel Lindoè Cecilio, il Principe:

«...Una domanda padre, m’arrovella da molto... questa famosa stirpe, voglio dire, questa storia del sangue blu: ma com’è che ce l’hanno tutti rosso?»

Valentina Scorseseè Clotilde, fidanzata di Bertazio:

«...A cosa serve recitare? Per ingannare la morte? Credere che una scintilla di speranza possa cambiare le cose?»

Ione Medinaè la Regina:

«...E le bocche, oh si le bocche!Col montare del marcio dei rifiuti.Uomini... ci chiediamo come faccia l’anima a respirare...»

Manlio Guadagniè l’Uomo del telegiornale:

«...Edizione straordinaria: la marea ha riportato a riva il prepuzio di Garibaldi...»

15Il Vasetto di Pandora

16Il Vasetto di Pandora

Scheda Tecnica

Genere: Tragi-commedia

Durata: 90’

Regia: Luciano Capponi

Aiuto regia: Ilaria Mancini

Musiche: Luciano Capponi

Scenografie: Stefania Del Re

Costumi: Simonetta Fois

Tecnico luci: Dario Forte

Tecnico suono: Davide Di Santo

UFFICIO STAMPADaniela Bendoni - [email protected] - tel. +39 3355325675

IL FLAUTO [email protected]

tel. 3246140785


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