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O IO È UN ALTRO - MAXXI · Dal 3 novembre | INTER_AZIONE / PRE PROGETTO Formazione di studenti,...

Date post: 18-Jul-2020
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CÉSAR MENEGHETTI I\O_ IO È UN ALTRO 20 novembre 2015 – 17 gennaio 2016 19 novembre 2015, ore 18.00 INCONTRO CON L’ARTISTA Sala Graziella Lonardi Buontempo – ingresso libero ore 19.00 OPENING La mostra è promossa dalla Comunità di Sant’Egidio_Laboratori d’Arte www.fondazionemaxxi.it Roma 19 novembre 2015. Dal 20 novembre al 17 gennaio 2016 il MAXXI dedica all’artista brasiliano César Meneghetti, la mostra CÉSAR MENEGHETTI. I\O_ IO È UN ALTRO, a cura di Simonetta Lux (progetto scientifico di Simonetta Lux e Alessandro Zuccari). La mostra comprende opere inedite nate da un intenso processo di relazione tra l’artista e le persone con disabilità coinvolte nei Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio: lavori di cui sono protagonisti e che rivelano il lungo scambio con l’artista di idee e riflessioni sul mondo e sulla società contemporanea. Videoinstallazioni, installazioni sonore, fotografie compongono il percorso di mostra nella Sala Carlo Scarpa, a partire da I\O_OPERA #01 VIDEOCABINA #3, lavoro chiave che ritrae uomini e donne con disabilità in un dialogo che coinvolge anche lo spettatore: una galleria di persone che si presentano per quello che sono e che si esprimono lucidamente su temi universali come amore, solitudine, felicità, morte, normalità e diversità. Con I\O_OPERA #03 EX-SISTENTIA l’artista svela invece come chi è affetto da autismo può percepire lo spazio circostante, come vive il suo pensiero, mentre I\O_OPERA #06 LOVISTORI è il racconto a più voci di una storia d’amore speciale. La mostra comprende inoltre I\O_OPERA #08 PASSAGGI-PAESAGGI composta da 4 monitor in cui scorrono immagini di persone “bendate” che camminano: una metafora della nostra esistenza effimera, ignara, ignorata, la cui unica certezza è il passaggio su questa terra. Grazie a questi lavori, i più diffusi pregiudizi vengono scalzati, incontrando una logica inedita: nelle persone con disabilità viene rivelata una capacità sorprendente di immaginare, percepire, pensare, raffigurare la realtà, e una facoltà di analisi insospettata. La mostra comprende anche uno spazio pensato appositamente come luogo di documentazione – Spazio DOC -, in cui il visitatore potrà lasciare traccia del suo passaggio, delle sue opinioni sul progetto e sulle opere esposte. Con questa mostra César Meneghetti, da sempre interessato alla ricerca sui confini, geografici, politici, linguistici e mentali, afferma la potenzialità rivoluzionaria e trasformativa dell’arte, in grado di modificare la percezione della realtà e di noi stessi e di offrire l’opportunità di condividere esperienze. Come dichiara l’artista in riferimento a questo lavoro: “(…) da subito nel contesto della creazione, mi sono identificato con loro e loro con me. L’arte si è confermata terreno privilegiato di scambio di esperienze, idee, ricerca di nuovi significati sia per il progetto artistico ma soprattutto per l’evoluzione dell’essere. (…) L’arte non può raggiungere il suo obiettivo se preclude qualcosa o qualcuno, nessuno deve essere escluso e relegato in una terra di silenzio e isolamento. Ho la convinzione che sia possibile produrre spazi, visioni e logiche alternative cercando là dove molti credono di non poter trovare nulla, nemmeno il pensiero”. Giovedì 19 novembre alle ore 18.00 (Sala Graziella Lonardi Buontempo – ingresso libero fino a esaurimento posti) si terrà CÉSAR MENEGHETTI. L’ARTISTA, IL PROGETTO un incontro con l’artista in cui si presenterà la genesi delle opere e l’evoluzione del progetto di I\O_ IO È UN ALTRO. Un racconto che ripercorrerà le fasi di un lavoro multidisciplinare fondato sull’incontro delle differenze e sul superamento delle barriere sociali e culturali, lungo 4 anni.
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Page 1: O IO È UN ALTRO - MAXXI · Dal 3 novembre | INTER_AZIONE / PRE PROGETTO Formazione di studenti, associazioni di quartiere, pubblici diversi e dieci tra i protagonisti dell’esposizione

CÉSAR MENEGHETTI I\O_ IO È UN ALTRO 20 novembre 2015 – 17 gennaio 2016

19 novembre 2015, ore 18.00 INCONTRO CON L’ARTISTA Sala Graziella Lonardi Buontempo – ingresso libero

ore 19.00 OPENING

La mostra è promossa dalla Comunità di Sant’Egidio_Laboratori d’Arte www.fondazionemaxxi.it Roma 19 novembre 2015. Dal 20 novembre al 17 gennaio 2016 il MAXXI dedica all’artista brasiliano César Meneghetti, la mostra CÉSAR MENEGHETTI. I\O_ IO È UN ALTRO, a cura di Simonetta Lux (progetto scientifico di Simonetta Lux e Alessandro Zuccari).

La mostra comprende opere inedite nate da un intenso processo di relazione tra l’artista e le persone con disabilità coinvolte nei Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio: lavori di cui sono protagonisti e che rivelano il lungo scambio con l’artista di idee e riflessioni sul mondo e sulla società contemporanea.

Videoinstallazioni, installazioni sonore, fotografie compongono il percorso di mostra nella Sala Carlo Scarpa, a partire da I\O_OPERA #01 VIDEOCABINA #3, lavoro chiave che ritrae uomini e donne con disabilità in un dialogo che coinvolge anche lo spettatore: una galleria di persone che si presentano per quello che sono e che si esprimono lucidamente su temi universali come amore, solitudine, felicità, morte, normalità e diversità. Con I\O_OPERA #03 EX-SISTENTIA l’artista svela invece come chi è affetto da autismo può percepire lo spazio circostante, come vive il suo pensiero, mentre I\O_OPERA #06 LOVISTORI è il racconto a più voci di una storia d’amore speciale. La mostra comprende inoltre I\O_OPERA #08 PASSAGGI-PAESAGGI composta da 4 monitor in cui scorrono immagini di persone “bendate” che camminano: una metafora della nostra esistenza effimera, ignara, ignorata, la cui unica certezza è il passaggio su questa terra. Grazie a questi lavori, i più diffusi pregiudizi vengono scalzati, incontrando una logica inedita: nelle persone con disabilità viene rivelata una capacità sorprendente di immaginare, percepire, pensare, raffigurare la realtà, e una facoltà di analisi insospettata. La mostra comprende anche uno spazio pensato appositamente come luogo di documentazione – Spazio DOC -, in cui il visitatore potrà lasciare traccia del suo passaggio, delle sue opinioni sul progetto e sulle opere esposte.

Con questa mostra César Meneghetti, da sempre interessato alla ricerca sui confini, geografici, politici, linguistici e mentali, afferma la potenzialità rivoluzionaria e trasformativa dell’arte, in grado di modificare la percezione della realtà e di noi stessi e di offrire l’opportunità di condividere esperienze. Come dichiara l’artista in riferimento a questo lavoro: “(…) da subito nel contesto della creazione, mi sono identificato con loro e loro con me. L’arte si è confermata terreno privilegiato di scambio di esperienze, idee, ricerca di nuovi significati sia per il progetto artistico ma soprattutto per l’evoluzione dell’essere. (…) L’arte non può raggiungere il suo obiettivo se preclude qualcosa o qualcuno, nessuno deve essere escluso e relegato in una terra di silenzio e isolamento. Ho la convinzione che sia possibile produrre spazi, visioni e logiche alternative cercando là dove molti credono di non poter trovare nulla, nemmeno il pensiero”.

Giovedì 19 novembre alle ore 18.00 (Sala Graziella Lonardi Buontempo – ingresso libero fino a esaurimento posti) si terrà CÉSAR MENEGHETTI. L’ARTISTA, IL PROGETTO un incontro con l’artista in cui si presenterà la genesi delle opere e l’evoluzione del progetto di I\O_ IO È UN ALTRO. Un racconto che ripercorrerà le fasi di un lavoro multidisciplinare fondato sull’incontro delle differenze e sul superamento delle barriere sociali e culturali, lungo 4 anni.

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I\O_ IO È UN ALTRO non è solo il titolo della mostra ma anche il nome di un progetto che ha preso avvio nel marzo 2010, realizzato dall’artista insieme alle persone disabili dei Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio che lo ha invitato. A questo progetto il MAXXI, che da tempo ha avviato relazioni sensibili con gruppi di persone che vivono in condizioni di marginalità sociale, invitandole a prendere parte attiva alla vita culturale del museo, dedica un programma di attività collaterali realizzato in collaborazione con la Comunità stessa oltre che con l’artista e con Simonetta Lux, con l’obiettivo di offrire al pubblico l’opportunità di modificare il proprio sguardo superando luoghi comuni, giudizi e pregiudizi. PROGRAMMA Dal 3 novembre | INTER_AZIONE / PRE PROGETTO Formazione di studenti, associazioni di quartiere, pubblici diversi e dieci tra i protagonisti dell’esposizione che accoglieranno il pubblico durante il periodo di mostra. Dal 10 novembre 2015 al 17 gennaio 2016 | PIATTAFORMA APERTA | workshop # 1 Rispondendo a una chiamata dell’artista, il pubblico è invitato a lasciare la propria testimonianza sulla questione normalità/alterità, compilando un form sul sito www.fondazionemaxxi.it, o lasciando il proprio contributo al museo nello Spazio doc.

Martedì 24 e mercoledì 25 novembre 2015 | DIALOGHI A-SIMMETRICI | workshop # 2 - Spazio doc e Sala Carlo Scarpa L’artista insieme ad alcuni partecipanti del progetto intervisterà il pubblico della mostra all’interno di una video cabina: lo spettatore diventa attore sulla scena dell’opera.

Venerdì 27 novembre 2015, ore 16.00 – 19.00 | ART AS A TOOL: ARTE DI SCAMBIARSI MONDI | convegno con Amelia Broccoli, Filippo Ceccarelli, Peppe Dell’Acqua, Simonetta Lux, Dacia Maraini, César Meneghetti e Beppe Sebaste. Modera Alessandro Zuccari - Auditorium del MAXXI L’incontro, attraverso contributi multidisciplinari, approfondisce i temi della mostra e del progetto: la questione del confine tra normalità e alterità, il ruolo dell’arte nell’esplorazione del mondo degli esclusi, le possibilità di cambiamento e superamento dei pregiudizi.

2 dicembre 2015, 17.30 | PER- FORMARSI: L’AZIONE COME FORMA DI PERCEZIONE | workshop # 3 e performance - Hall del MAXXI Partendo dalla mostra, la performance porta nel museo un linguaggio silenzioso basato sul corpo. Cristina Elias conduce una performance interattiva in cui pubblico e performer si uniscono in un’unica figura per esplorare il tema dell’invisibilità. Attraverso la negazione della vista, uno dei sensi primari, si attiva la ricerca di altre forme di percezione dell’ALTRO.

In occasione della mostra viene pubblicato il catalogo CÉSAR MENEGHETTI I\O_ IO È UN ALTRO (Silvana Editoriale) dedicato alla mostra e al progetto con un saggio introduttivo di Simonetta Lux, una presentazione di Giovanna Melandri e una nota critica di Hou Hanru.

CÉSAR MENEGHETTI (San Paolo, 1964) è un artista visivo e film-maker brasiliano. Ha studiato a San Paolo, Londra e Roma. Ha esposto i suoi lavori in oltre quaranta paesi e in diverse manifestazioni: dalla Biennale di Venezia alla Sharjah Biennial, dal Festival del Film di Locarno (Cinéastes du présent) alla Giornata degli Autori di Venezia. Dalla fine degli anni Novanta il suo lavoro è caratterizzato da un profondo interesse per le questioni sociali e da una costante indagine sulle forme di linguaggio. Nel 2007 con K_lab ha iniziato una nuova fase della sua ricerca, allargando il suo interesse alle arti visive, al cinema, ai mixed media e all’arte relazionale. Attratto da sempre dalla riflessione sui concetti d’identità e memoria, ha iniziato a indagare gruppi, persone e generi inconsueti di ‘diversità’ che caratterizzano l’era globale, fino ad arrivare all’ultimo progetto I\O_ IO È UN ALTRO. La cartella stampa e le immagini della mostra sono scaricabili nell’Area Riservata del sito della Fondazione MAXXI all’indirizzo http://www.fondazionemaxxi.it/area-riservata/ inserendo la password areariservatamaxxi

Ufficio stampa MAXXI [email protected] tel. +39.06.322.51.78

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CÉSAR MENEGHETTI. I\O_ IO È UN ALTRO Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI Giovanni, Annamaria, Daniela, Adriana, Fabio, Francesca e Gabriele sono solo alcuni dei protagonisti delle opere di César Meneghetti, persone con diverse forme di disabilità fisiche e psichiche che diventano parte attiva della creazione artistica, offrono nuovi punti di vista sulla realtà, accostamenti inediti e sorprendenti. Recuperando la citazione di Rimbaud Je est un autre la mostra di César Meneghetti al MAXXI intende scardinare i pregiudizi della società nei confronti delle persone con disabilità per proiettare il visitatore in un mondo “altro”, un universo senza barriere e preconcetti. Promossa dalla Comunità di Sant’Egidio e curata da Simonetta Lux, la mostra sviluppa il progetto realizzato nel 2013 in occasione della Biennale d’Arte di Venezia, un lavoro che ha visto il coinvolgimento di circa 200 persone con disabilità fisiche o mentali. Come afferma César Meneghetti: “La cosa che mi premeva di più era cercare nuovi punti di vista, forse nuove riflessioni che noi pseudo normali non riusciamo più a vedere”. Le persone con disabilità diventano protagoniste dei suoi lavori, opere d’arte che danno vita a dialoghi intrecciati; frammenti di parole, gesti ed espressioni raccontano eventi personali, ricordi di un passato difficile e sogni per un futuro migliore. Così la Sala Scarpa del museo si trasforma in una costellazione di proiezioni, un universo di voci, corpi e immagini che si intrecciano. La diversità si sottrae all’esclusione e l’arte diventa lo strumento per superare l’emarginazione, perché come afferma Giovanni, uno dei protagonisti delle videoinstallazioni di Meneghetti: “Io ho da parte mia l’arte e ho superato tutto […] a me mi salva l’arte”. È questo il messaggio che vogliamo lanciare con la mostra César Meneghetti I\O_ IO È UN ALTRO al MAXXI; siamo infatti convinti che sia necessario rendere fruibile l’arte a tutti i pubblici, incoraggiando la partecipazione degli immigrati, delle persone con diverse forme di disabilità e di coloro che spesso sono relegati ai margini della società. Parte integrante della mostra è Art as a Tool : arte di scambiarsi i mondi, un progetto di eventi collaterali in collaborazione con i Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio per riflettere sulla necessità di superare le barriere sociali legate alla disabilità mentale. César Meneghetti I\O_ IO È UN ALTRO conferma dunque l’attenzione del museo nei confronti di questa linea di ricerca e attività, un percorso avviato sin dall’apertura che ha visto il coinvolgimento di diverse realtà: dal Festival della Salute mentale, alla collaborazione con i centri per l’immigrazione, fino alla recente iniziativa I nostri figli sono opere d’arte, realizzata in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo. Il MAXXI che vogliamo deve essere aperto a tutti e non può prescindere dall’integrazione e dall’accettazione delle diversità, perché, come afferma lo stesso Meneghetti, “l’arte non può raggiungere il suo obiettivo se preclude qualcosa o qualcuno”.

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UN “I\O” IRRIDUCIBILE. NOTE SULL’OPERA DI CÉSAR MENEGHETTI Hou Hanru Direttore artistico Fondazione MAXXI L’opera di César Meneghetti tocca due campi critici e apparentemente estranei: gli esclusi della società convenzionale “propriamente detta” e l’uso creativo della tecnologia nelle arti. Tuttavia, la sua ricerca e le sue riflessioni dinamiche e attente manifestano la necessità di mettere in relazione questi due ambiti, se vogliamo realmente capire il vero significato della vita e della creazione nel nostro presente. Le persone (fisicamente e mentalmente) disabili continuano a essere lasciate ai margini della nostra società. Paradossalmente, in un’epoca in cui il progresso tecnologico – specie quello delle tecnologie digitali e di Internet – sta avvicinando le persone e trasformando in maniera sostanziale le definizioni di identità, differenza culturale e relazioni fra il Sé e l’Altro, questo stesso progresso è anche capace di creare più ampi divari sociali e rafforzare i confini fra inclusi ed esclusi. Da una parte, le comunità, le regioni e persino le nazioni più povere sono sempre più spesso escluse dallo sviluppo economico, sociale e culturale, e costrette a sopravvivere ai margini del mondo. Dall’altra, la globalizzazione del capitalismo neo-liberista e la sua ideologia – mossa dal progresso tecnologico – non si limitano a istigare divisioni sociali ancor più radicali, ma dominano e persino monopolizzano interamente la nostra immaginazione, il nostro linguaggio e il nostro modo di pensare, comunicare e agire. Quanti non adottano il linguaggio economico – che sta “segretamente” riducendo i nostri sistemi di pensiero e di valori a un “unico” modello, ed eliminando la diversità e la complessità delle menti e delle espressioni umane – possono a stento sopravvivere nella vita sociale mainstream. Siamo così abituati a misurare l’efficienza di informazione, espressione e comunicazione in base allo standard di Twitter che ci concede solo 140 caratteri, che non solo stiamo diventando pigri quando si tratta di riflettere sulle cose in modo approfondito, ma violenti nell’imporre questa nuova “regola naturale” per costringere gli altri a pensare, immaginare ed esprimersi allo stesso modo. Persino i sogni sono ridotti a fugaci visite in “paradiso” o all’“inferno”, mentre la poesia – cioè l’espressione artistica – viene sostituita da “rappresentazioni” superficiali e sensoriali… In questo contesto, le tradizionali comunità di individui emarginati – come quanti soffrono di handicap fisici, i disabili mentali, i ciechi, i sordi, gli autistici, i “matti” e così via – non solo soffrono di più, non solo vengono ulteriormente allontanati dall’accesso alla maggior parte dei dispositivi per la comunicazione pensati per le persone “normali”, ma vedono rifiutarsi, un’altra volta ancora, il loro modo di pensare, immaginare ed esprimersi – spesso incomprensibile per le persone “normali” – e poco compatibile con l’attuale sistema di comunicazioni altamente standardizzate e regolamentate. È dunque ancor più difficile vedere come la società consenta loro uno spazio per esprimere desideri, fantasie e godimento estetico. La loro vita diventa quindi ancor meno completa di quella della maggioranza delle persone “normali” che, in un contesto di generale alienazione, già soffrono di scarsa realizzazione. È sempre in questo contesto che possiamo cogliere l’empatia, il coraggio e l’umanità racchiusi nel progetto di César Meneghetti. Lavorando in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, nel progetto “I\O” Meneghetti ricorre alle più avanzate tecnologie audio-video e tecnologie digitali per incoraggiare e facilitare le persone disabili nell’espressione di sé in pubblico, per poi trasformare ulteriormente le loro espressioni in opere d’arte. Davanti ai nostri occhi si apre dunque un mondo completamente nuovo di immaginazione e rappresentazione del sé autentico, della bellezza, del desiderio e della spiritualità, spesso ignoti a molti di noi. Ecco quindi che restiamo al contempo attoniti e affascinati da quanto vediamo. Il linguaggio, poi, è ricco e innovativo. Le opere, inoltre, sono del tutto pertinenti con il nostro tempo, turbate dalla crisi che noi stessi abbiamo causato: l’esclusione dei deboli, le divisioni sociali, le guerre e l’“invasione” di immigrati-rifugiati… Questo lavoro non solo aiuta gli emarginati e gli esclusi a riscoprire la propria identità, cioè il loro “Sé-Io” (o, per esprimerlo in termini digitali “I\O”), ma – e questo è ancor più significativo – finisce per aiutarci a scandagliare la verità del nostro Sé, il nostro “I\O”. Infine, occorre ricordare che lo stesso César Meneghetti è un artista immigrato dopo una lunga traiettoria attraverso continenti e culture. Questa esperienza rende il suo lavoro ancor più rilevante, perché il suo orientamento artistico è parte integrante della sua storia. Ed è irriducibile. Roma, 15 ottobre 2015

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César Meneghetti: il progetto I\O_IO È UN ALTRO e l’arte di SCAMBIARSI MONDI

Simonetta Lux, curatrice della mostra

Qui in Italia, al MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, l’artista brasiliano di origine italiana César Meneghetti è invitato per mostrare l’opera/progetto I\O_IO È UN ALTRO, la sua origine, il processo creativo e relazionale e le cosiddette sue/nostre verifiche (da verifica≠01 all’attuale: ≠09). César Meneghetti chiama verifiche – e le numera per tanti quanti sono stati gli esiti in opere, installazioni, azioni dell’arte, convegni pubblici, in luoghi o mondi istituzionali e non, dentro o fuori del sistema dell’arte – le tappe e cristallizzazioni in forme o in dispositivi –che vedremo come e perché chiamiamo artistici – di un processo creativo relazionale di cui siamo stati di volta in volta, autori e testimoni noi tutti, scambiandoci ruoli e identità, attori e soggetti: oltre all’artista e chi scrive, oltre ad Alessandro Zuccari e Cristina Cannelli, gli amici dei Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio, cioè “persone per troppo tempo racchiuse/rinchiuse nella definizione di disabili mentali: persone portate alla “riscoperta di sé come uomini e donne che pensano, che valgono, che creano”. È un processo di relazione intensa, innescato dall’artista, che fin dai primi incontri ha spostato – come suo solito – un confine, il confine della “normalità”. Ho invitato César Meneghetti a lavorare su e con persone disabili, dopo che Alessandro Zuccari –mio collega storico dell’arte alla Sapienza e tra gli iniziatori di Sant’Egidio – mi aveva invitato a passare dal mondo accademico dell’arte al mondo dei Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio creati per gli esclusi ed i discriminati (lì li chiamano amici). L'artista sapeva di essere chiamato a creare una nuova scena della verità attraverso l'arte: egli avrebbe infranto il confine tra realtà e rappresentazione, portando con un processo creativo condiviso un rivoluzionamento vero e proprio in quella realtà di condizione e nella propria stessa realtà di uomo/artista. Il rivoluzionamento messo in moto da Meneghetti con l’educazione alla libertà nel modo d’uso dei media – secondo il concetto attuale di arte da Guy Debord in poi– è azione che egli compie mentre è già avviato il processo di svelamento e di liberazione da una condizione reclusiva e discriminata, attraverso atti istituzionali concreti promossi dalla Comunità di Sant’Egidio: con le normative sulla creazione di percorsi non differenziali nella scuola (legge n.517 del 1977 e legge 270 del 1982), con la creazione di impresa e di lavoro e con la creazione dei Laboratori d’Arte. Ne abbiamo parlato nel libro a più mani Con l’arte, da disabile a persona. Se era già dimostrata l’intelligenza e la capacità comunicativa delle persone con diverse disabilità fisiche e neurologiche anche attraverso gli strumenti della comunicazione aumentativa (W.O.C.E. Written Output Communication Enhancement), che cosa poteva fare di più l’arte e l’artista, e come? [……….] Prima dell'attuale opera I\O_IO È UN ALTRO, cristallizzazione di un lungo e difficile progetto/processo passato attraverso verifiche, César Meneghetti ha attribuito la dignità di linguaggio a lacerti, tracce, frammenti, narrazioni, fulminei parallelismi di mondi lontani e contrapposti: Italia/Brasile, Europa/America, Africa e scienza europea e con tutti i dispositivi oramai disponibili dell'arte – fotografia, montaggio, installazione, scultura, regia e/o sceneggiatura – ha fissato una contrapposizione nella lontananza, ha fatto emergere questioni particolari, universalizzandole e narrandole, intercettandole grazie alla sua condizione nomadica/emigrante che egli condivide con artisti e uomini di questo mondo globalizzato. [………..] La doppia rivoluzione o liberazione interiore, di cui a più riprese parla César Meneghetti per sé e per gli altri nel rapporto relazionale, è la cancellazione del confine che separa visioni e condizioni di diversità dalle condizioni di conformità coatta, soluzione dello scontro tra soggetto e realtà vissuta e poi persa, incomunicata. César Meneghetti ci dice con l’opera questo, il già avvenuto. L’opera d’arte/oggetto, la cristallizzazione o segno temporaneo di processi vitali, relazionali, percettivi, sarebbe inadeguata nella sua essenza a rappresentare e a testimoniare il processo, che ne è momento integrante. L’arte è – e include – tale articolato, sconfinato, processo. In NOI DIAMO + SENSO, nel paragrafo Che fa l’arte? ho ripreso il lemma la misconosciuta sapienza degli esclusi, da uno dei saggi di Alessandro Zuccarii, ed osservato che da almeno un trentennio (ma già appare chiaro con l’esperienza dei laboratori di Basaglia a Trieste), gli artisti sanno che l’opera d’arte è ciò che l’arte ci fa conoscere e che la libera creazione trasporta nella relazione con gli altri la misconosciuta sapienza di sé.

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Per questo, non è casuale se César Meneghetti è stato del tutto catturato nell’orbita intelligente, emotiva, amichevole, spiritosa e pungente degli amici dei Laboratori e se ha colto il rasserenamento ironico dell’animo pur sempre addolorato di coloro insieme ai quali ha realizzato il progetto I\O_E UN ALTRO e le opere [………..]L’ITALIA E L’ ALTRO: UN FILO ROSSO TRA ARTE E ALTERITÀ. [………..]Prima del mio invito a César Meneghetti, un artista del mondo dell’arte o del Sistema dell’arte, il mio incontro con i Laboratori e la Comunità mi aveva portato a mettere in luce a me stessa ciò che già sapevo mescolato ai miei studi di storica politica dell’arte, e cioè quale era stato in Italia, nell’epoca contemporanea, il ruolo dell’arte o lo sguardo gettato dagli artisti sull’alterità, cioè sulla condizione di persone (e di intere classi sociali) escluse (ad esempio dalla scuola e dal lavoro) o respinte (dai luoghi conformati di socializzazione e di relazione) o recluse per un diffuso misconoscimento, e quindi indifferenza, per la loro condizione egualitaria in quanto persone.[………..]c’è una frizione continua come tra strati o tra strutture o tra mondi diversi, c’è una dialettica continuamente bloccata tra iniziativa individuale e iniziativa sociale e politica, tra il Bel Paesee il Bel Paese Bello.[……….]C’è un filo rosso italiano di azioni per l’emancipazione dell’uomo dall’esclusione e dalla segregazione. Ed è bene sempre ripercorrerlo, anche perché mi sembra che l’azione degli amici della Comunità di Sant’Egidio ne sia il tratto più recente. Il filo doppio che unisce il tracciato storico di azioni di specialisti in campi diversi è l’intreccio tra l’arte e le scienze, in nome del rispetto dell’altro in quanto persona.[………..] mi chiedevo come sia possibile, ancora, la persistenza di un incredibile numero di strutture costrittive e di una scuola non ancora integralmente “inclusiva”, qui in Italia dove possiamo tracciare quel lungo ininterrotto filo rosso di azioni, metodologie educative, iniziative liberatorie di riconosciute facoltà, potenzialità e intelligenze, che attraversa la storia dell’Italia Unita, spezzato solo dalla Dittatura del ventennio Fascista. Dall’artista Nino Costa (1826-1903) con la sua Associazione In Arte Libertas, al gruppo di artisti I XXV della Campagna Romana, da Maria Montessori (1870-1952) che muore due anni prima della creazione della scuola di Barbiana, a don Milani che l’aveva creata, fino a Franco Basaglia (1924-1980) che liberò dalla reclusione manicomiale malati mentali, degradati allo stato di non-persone.[……….]mi sembra che la presenza di arte, artisti, poeti in tutte le iniziative che quel filo rosso attraversa – filo che chiaramente raggiunge oggi anche la storia della Comunità di Sant’Egidio tra i disabili, tra gli ultimi, tra gli esclusi e tra i reclusi – vada a muoversi parallelamente ed in sintonia alla storia delle azioni degli artisti e di una certa linea dell’arte contemporanea: linea di un’arte che non si afferma come oggetto, ma come traccia e come evento di relazione con l’altro, dove la creazione e messa in scena (messa in opera) di scarti, rifiuti, frammenti, tracce dell’attuale concomitante frammentazione dei soggetti e dei linguaggi. È l’opera d’arte infinita, che negli ambiti più avanzati delle tecnologie e della rete digitali si produce in un procedimento continuo di consegna e rielaborazione dell’altro come persona.

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OPERE IN MOSTRA I\O_OPERA #08 PASSAGGI-PAESAGGI Video a 4 canali, video HD, colore, 8’. Direzione di movimento: Cristina Elias. Montaggio: César Meneghetti. Soundscape: Yuko Matsuiama. 2015 - 4 channels video, HD video, color, 8’. Movement direction: Cristina Elias. Editing: César Meneghetti. Soundscape: Yuko Matsuiama. Del camminare. Un eterno perdere equilibrio. In quattro monitor scorrono immagini di persone a dimensione reale che camminano, tese in perpendicolare, verso destra e sinistra, ad occhi chiusi. Una metafora dell’esistenza su questa terra: siamo effimeri, di passaggio. Ignorati o ignari. Stare in movimento è l’unico modo per non farci catturare dalla mediocrità circostante. Il dislocamento nello spazio, nostro movimento base, è un costante perdere l’equilibrio. Dunque camminare, passare, transitare è come la propria condizione di vita sulla terra. L’assenza di equilibrio, di certezze è l’unica certezza. I\O_OPERA #01 VIDEOCABINA #3 “Attraverso il dispositivo della VIDEOCABINA – che “inquadra” tutti gli interlocutori e ne registra gli sguardi, i gesti, le attitudini, le parole (incluse quelle di chi non può pronunciarle ma le digita al computer) – Meneghetti ha creato un’efficace sequenza di singole immagini che, montate in uno schema quadripartito, si scambiano e interagiscono. Ne deriva una originalissima Galleria di Persone che si presentano per quello che sono, con tutta la loro dignità e fragilità, e che si esprimono secondo un principio di verità su temi di grande portata (felicità, amore, realtà, solitudine, morte, reclusione, ricchezza, cambiamento, normalità e diversità… ). […] È quasi l’opposto di una canonica galleria di eroi ed eroine, perché antieroico è il loro modo di presentarsi e anticanonica è la loro bellezza: sono belli perché sono veri. Non più exempla virtutis ma quasi exempla veritatis...” (A. Zuccari, in Antieroica eloquenza degli esclusi, I\O, Maretti Editore 2013). Il risultato è una grande proiezione in un’unica inquadratura con un montaggio invisibile e complesso al suo interno, un’opera chiave del progetto che ritrae le persone con disabilità in una sorta di dialogo simmetrico che coinvolge anche lo spettatore. I\O_OPERA #03 EX-SISTENTIA Videoinstallazione a 50 canali / 50 mini-monitor, Video HD, colore, 3’30”. Testi di Gabriele Tagliaferro. Montaggio: Alberto Rigno, César Meneghetti. 2015 - 50 channels video installation / 50 mini-monitor, Video HD, color, 3’30”. Script by: Gabriele Tagliaferro. Editing: Alberto Rigno, César Meneghetti. Gabriele Tagliaferro è affetto da una grave forma di autismo. In Ex-sistentia César Meneghetti rende visibile la sua consapevolezza di vivere una distanza tra il suo corpo e il suo progetto di azione o di comunicazione. L’artista svela al pubblico come Gabriele percepisca lo spazio circostante nello stesso modo in cui vive il suo pensiero. Cinquanta piccoli monitor restituiscono l’immagine, che ruota lentamente, di Gabriele, ripreso in video cabina. Frammenti di parole digitate al computer chiudono ogni singola sua apparizione. In ogni monitor il movimento è diverso e il suono simultaneo di parole e motivi registrati dalla sua voce ci riconducono al suo messaggio “ tutto è parola”. I\O_OPERA #06 LOVISTORI La fotografia racconta un’altra vita di Patrizia Nasini e un’altra storia di Vincenzo Camelia. La vecchia vita, raccontata nelle loro voci non c’è più e non è visibile. Un ingresso. Una cucina. Una camera da letto. Una foto grande sovrasta le altre. Lei vestita di bianco. Lui col vestito scuro. Una piccola, felice, normale coppia di sposi. Patrizia non era né “normale” né felice prima di ora. Dietro l’immagine, al di là della fotografia, c’è una storia che nessuna immagine è adeguata a raccontare, se non al di fuori di se stessa.

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I laboratori d'ARTE L’impegno della Comunità di Sant’Egidio con le persone con disabilità è cominciato a Roma quarant’anni fa e si è esteso progressivamente a molte altre città d’Italia e d’Europa. L’incontro con giovani ed adulti con disabilità ha rappresentato la scoperta di un disagio sommerso, di storie di esclusione e marginalità. È nata un’amicizia personale e disinteressata, che si è impegnata a comprendere e a farsi carico delle difficoltà e delle aspettative di ciascuna delle persone con disabilità con cui si era instaurato un rapporto. I laboratori d’arte della Comunità di Sant’Egidio nascono nel 1985 per rispondere al desiderio di formazione e studio di adulti con disabilità che non avevano avuto la possibilità di percorsi scolastici integrati. In questi luoghi formativi, di apprendimento delle tecniche artistiche, di apertura al mondo, di relazione e comunicazione, la ricerca delle proprie attitudini e potenzialità ha condotto in primo luogo alla possibilità stessa di comunicare ed inoltre ad un processo di appropriazione di codici espressivi e artistici personalizzati. Le persone coinvolte hanno rivelato in modo sempre più evidente una profonda capacità di comprensione della realtà, un proprio giudizio, pensiero e sguardo sul mondo. Negli ultimi anni i laboratori si sono aperti all’incontro con artisti contemporanei. L’incontro dialogico e formativo con gli artisti contemporanei ha messo in moto un processo di corresponsabilità e partecipazione a doppio senso, che ha coinvolto gli artisti e i laboratori d’arte, potenziando il lavoro di trasformazione sociale e culturale del mondo circostante e l’azione dei laboratori verso una liberata creatività. Si inseriscono in questo nuovo percorso la mostra “Noi, l’Italia” esposta al Quirinale in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, insieme all’artista Anton Roca (2011), l’esposizione al Museo di Roma in Trastevere DUPLICAZIONI, TRADUZIONI, TRASFORMAZIONI di Marianna Caprioletti, artista con la Sindrome di Pendred (2012) e la partecipazione alla 55° Biennale di Venezia con lo special project “I/O è un altro”, dell’artista italo-brasiliano César Meneghetti (2013). Nel 2014 Giovanni Fenu, Annamaria Colapietro e Roberto Mizzon insieme a César Meneghetti hanno esposto, nel complesso monumentale di Santa Maria della Pietà a Roma, la mostra dal titolo NOI DIAMO + SENSO, una selezione di loro opere e una video installazione di Meneghetti sul tema dell’ internamento manicomiale, del quale Giovanni Fenu, Annamaria Colapietro e Roberto Mizzon sono stati oggetto.

La comunità di SANT'EGIDIO La Comunità di Sant’Egidio è nata nel 1968 a Roma, nel clima di rinnovamento del Concilio Vaticano II. È presente in 73 paesi del mondo e raccoglie circa 60.000 persone, impegnate, a titolo volontario e gratuito, nella comunicazione del Vangelo e nel servizio ai poveri, nel dialogo ecumenico e tra le grandi religioni mondiali, nel lavoro per la pace. In maniera innovativa coniuga amicizia, aiuto concreto e battaglie civili per la difesa della dignità umana e dei diritti, contro la xenofobia e l’intolleranza e promuove iniziative culturali, legislative e sul terreno per favorire la convivenza tra culture, religioni e gruppi etnici perché vivere insieme è il futuro. La diffusione internazionale, sempre con personale locale, fa di Sant’Egidio una realtà naturalmente “locale“ e “globale”, in grado di intervenire nelle zone più difficili del mondo anche in caso di emergenze e di guerre, in maniera efficace e tempestiva. La realizzazione di DREAM, uno dei più estesi ed efficaci programmi di cura dell’AIDS in Africa, l’avvio della campagna mondiale BRAVO! per la registrazione anagrafica e la cittadinanza dei “bambini invisibili” e della campagna “Città per la vita” per l’abolizione della pena di morte nel mondo, sono alcuni dei passaggi più importanti dell’impegno di Sant’Egidio per il rispetto e la difesa della vita.

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LOTTOMATICA SPA

Concessionario per la gestione del sistema automatizzato del Gioco del Lotto

Società coordinata e diretta dal socio unico Lottomatica Holding Srl

Viale del Campo Boario, 56/D - 00154 Roma | T +39 06 518991 | F +39 06 51894300

Cap. Soc. € 65.050.000,00 i.v. | Reg. Imp. Roma, C.F. e P. IVA 13109741002 | REA 1424779

CHI SIAMO

Lottomatica S.p.A. è interamente controllata, in via indiretta, da IGT PLC (quotata al NYSE),

società a capo di un gruppo presente in oltre 100 paesi e leader mondiale nel settore dei giochi,

nato in seguito all’acquisizione di International Game Technology da parte di GTECH S.p.A.,

completatasi il 7 aprile 2015.

Lottomatica è concessionaria esclusiva dello Stato italiano per la gestione del Gioco del Lotto.

Il brand Lottomatica inoltre da anni contraddistingue e accompagna una serie di altri prodotti

che hanno permesso di costruire una leadership sul mercato italiano: Lotterie Istantanee e

Differite (Gratta&Vinci), apparecchi da intrattenimento (Newslot), Videolotterie, Scommesse

Sportive (concorsi a pronostico e scommesse a totalizzatore e a quota fissa con i marchi Better

e Totosì), giochi interattivi (come Bingo, Poker, Casino’ games), oltre all’offerta di una gamma

completa di servizi alle imprese e ai cittadini.

In particolare, per quanto riguarda l’offerta di giochi online i siti www.lottomatica.it e

www.totosi.it hanno ottenuto la Certificazione “G4” rilasciata da un gruppo di esperti di livello

internazionale, che certifica l’attenzione e l’impegno rivolto alle tematiche legate al gioco

responsabile con regole e protocolli all'avanguardia in Europa.

Lottomatica ha sede a Roma, Amministratore Delegato della società è Fabio Cairoli e conta circa

1700 dipendenti.

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Arcus S.p.A.Via Barberini, 86 - 00187 Roma

Tel. 06 42089 Fax 06 42089227 E-mail: [email protected]

ARCUS: UNO STRUMENTO DI INTERVENTO A SOSTEGNO DEI BENI CULTURALI.

Nel mese di febbraio 2004, con atto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, è stata costituita Arcus, Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura edello spettacolo S.p.A., ai sensi della legge 16 ottobre 2003, n. 291. Il capitale sociale è interamente sottoscritto dal Ministero dell’Economia, mentre l’ope-ratività aziendale deriva dai programmi di indirizzo che sono oggetto dei decreti annuali adottati dal Ministro per i Beni le Attività Culturali – che esercitaaltresì i diritti dell’azionista – di concerto con il Ministro delle Infrastrutture. Arcus può anche sviluppare iniziative autonome.

Il compito dichiarato di Arcus è di sostenere in modo innovativo progetti importanti e ambiziosi concernenti il mondo dei beni e delle attività culturali, anchenelle sue possibili interrelazioni con le infrastrutture strategiche del Paese.Nella missione di Arcus sostenere progetti significa individuare iniziative importanti, aiutarne il completamento progettuale, intervenire negli aspetti orga-nizzativi e tecnici, partecipare - ove opportuno o necessario - al finanziamento del progetto, monitorarne l’evoluzione, contribuire ad una conclusione feli-ce dell’iniziativa.E’ importante che venga ben compresa la specificità operativa di Arcus, così come emerge da quanto precede: la Società interviene a sostegno organiz-zativo e finanziario su progetti di rilievo, mentre in nessun modo è assimilabile un’agenzia di erogazione di fondi, né può essere annoverata fra i “distribu-tori a pioggia” di fondi pubblici o privati.Arcus, quindi, si propone come uno strumento originale per il sostegno e il lancio di iniziative e progetti importanti e innovativi nel panorama della cul-tura italiana. Il supporto economico, se interviene, deve essere visto come del tutto strumentale nell’ambito di un progetto culturale che sia concettual-mente valido e operativamente condiviso.

Scendendo in qualche particolare, Arcus fornisce assistenza ad iniziative finalizzate, fra l’altro, a:

* predisporre progetti per il restauro, il recupero e la migliore fruizione dei beni culturali;

* tutelare il paesaggio e i beni culturali attraverso azioni e interventi volti anche a mitigare l’impatto delle infrastrutture esistenti o in via di realizzazione;

* sostenere la programmazione, il monitoraggio e la valutazione degli interventi nel settore dei beni culturali;

* promuovere interventi progettuali nel settore dei beni e delle attività culturali e nel settore dello spettacolo;

* individuare e sostenere progetti di valorizzazione e protezione deibeni culturali attraverso interventi a forte contenuto tecnologi-co;

* sostenere progetti inerenti il turismo culturale nell’accezionepiù ampia del termine;

* promuovere la nascita e la costituzione di bacini culturali, cioè di aree geografichesulle quali insistono beni culturali emblematici, in una visione integrata e sistemica capacedi collegare ai beni culturali locali le infrastrutture, il turismo, le attività dell’indotto, i trasporti;

* intervenire nell’ampio settore delle iniziative tese a rendere pienamente fruibili i beni culturali da parte dei diversamente abili.

Per la realizzazione delle proprie attività Arcus si avvale delle risorse di cui all’articolo 60 della legge 27 dicembre 2002, n. 289(Legge Finanziaria 2003). La norma dispone che annualmente il 3% degli stanziamenti previstiper le infrastrutture sia destinato alla spesa per la tutela e gli interventi a favore dei beni edelle attività culturali. Arcus è individuata come la struttura destinataria di tali fondi. Aisensi, poi, dell’articolo 3 della legge 31 marzo 2005, n. 43, la percentuale sopra indicataviene incrementata annualmente di un ulteriore 2%.La Società, inoltre, può ricevere finanziamenti stanziati dall’Unione Europea, dallo Statoe da altri soggetti pubblici e privati.Arcus si muove anche nell’ottica di aggregare attorno ai progetti i possibili stakeholderspotenzialmente interessati. Di volta in volta, pertanto, vengono contattate fondazioni di origine ban-caria e non, enti locali, esponenti delle autonomie e della società civile, università e anche soggetti pri-vati, al fine di coagulare attorno alle iniziative risorse crescenti e finanziamenti coordinati.Il progetto ambizioso di Arcus è così di diventare il “collante” che consente di rendere operativa la capa-cità sistemica di promozione e sostegno progettuale per la realizzazione di iniziative mirate a miglio-rare il quadro dei beni e delle attività culturali, in un’ottica di sempre migliore conservazione, fruizio-ne e valorizzazione. Arcus, muovendosi opportunamente, favorisce la necessaria convergenza ditutti i soggetti, contribuendo quindi al successo dei progetti culturali di volta in volta identificati.

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Enel SpA – Sede Legale 00198 Roma, Viale Regina Margherita 137 – Registro Imprese di Roma e Codice Fiscale 00811720580 – R.E.A. 756032 – Partita IVA 00934061003 – Capitale sociale Euro 9.403.357.795 i.v.

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ENEL PRIMO SOCIO FONDATORE PRIVATO DEL MAXXI – MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO

Enel è una multinazionale dell’energia e uno dei principali operatori integrati globali nei settori dell’elettricità e del gas, con un particolare focus su Europa e America Latina. Il Gruppo opera in oltre 30 Paesi di 4 continenti, produce energia attraverso una capacità installata netta di quasi 89 GW e distribuisce elettricità e gas su una rete di circa 1,9 milioni di chilometri. Con 61 milioni di utenze nel mondo, Enel registra la più ampia base di clienti rispetto ai suoi competitors europei e si situa fra le principali aziende elettriche d’Europa in termini di capacità installata. Cultura, valore e responsabilità sono le linee guida che spingono Enel a sostenere partnership con le più importanti istituzioni nazionali e internazionali nella realizzazione di progetti innovativi che intendono offrire ai cittadini una visione dell’energia orientata al futuro. In particolare Enel è impegnata nella promozione dell’arte e della grande musica e dei giovani artisti: è socio fondatore dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del Teatro alla Scala dal 2003. E’ in questo contesto che Enel entra a far parte della Fondazione MAXXI,

divenendo il primo socio fondatore privato del museo. L’adesione alla Fondazione MAXXI comporta da parte di Enel un contributo sociale per tre anni. Enel, inoltre, affiancherà la Fondazione MAXXI in un ambizioso piano di efficientamento energetico del museo, all’insegna della sostenibilità e del risparmio. L’impegno di Enel è da sempre quello di trovare le migliori soluzioni per lo sviluppo economico e sociale nei Paesi in cui opera, delle imprese che ne producono la ricchezza e delle persone che ne rappresentano il motore. Nel rispetto per l’ambiente e per le comunità che ospitano le sue attività.

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Alcantara e MAXXI: eccellenza e creatività nell’arte Materiale senza tempo, dalle molteplici potenzialità espressive e unico nel suo genere, Alcantara incontra l’arte e l’architettura aprendosi a nuovi linguaggi interpretativi. Dopo il successo delle 3 mostre Can you imagine?, Shape your life! e Playful inter-action (i cui risultati sono stati raccolti in un catalogo dedicato) continua la collaborazione tra l’azienda italiana che produce l’omonimo materiale e il Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Nel corso dei tre anni di collaborazione, il progetto Alcantara-MAXXI ha visto le due realtà - museo e azienda - confrontarsi e cimentarsi in uno scambio continuo di competenze ed esperienze, dando vita ad un modello di collaborazione e di dialogo di grande intensità creativa, che negli anni ha impegnato oltre venti tra designer affermati e giovani talenti internazionali. “Quella tra MAXXI e Alcantara è una partnership strategica che percorre una nuova forma di collaborazione tra una istituzione e un’azienda - dice Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI. Se nel ‘core business’ del MAXXI come in quello di Alcantara c’è il sostegno e la promozione dei talenti creativi emergenti, questa modalità di progetto comune, che va ben oltre il tradizionale concetto di sponsorizzazione, permette una collaborazione creativa che arricchisce tutti i soggetti coinvolti”. “E’ nostra ferma convinzione - sostiene Andrea Boragno, Presidente e Amministratore Delegato di Alcantara S.p.A. - che il senso di una relazione efficace tra azienda e museo vada oggi ricercato nella volontà concreta di sondare nuovi territori interpretativi, svincolandosi dal ruolo di mero mecenate per scegliere invece la via di una collaborazione reale, che venga innanzitutto dallo scambio di conoscenze”. Una visione condivisa anche da Margherita Guccione, Direttore MAXXI Architettura, che sottolinea: “Alcantara-MAXXI è un nuovo modello di collaborazione tra azienda e museo di architettura, in cui entrambe le parti hanno nello scambio un’occasione di dialogo reale per una visione comune e innovativa. In questi tre anni, grazie al coinvolgimento di 21 designer internazionali, abbiamo, negli spazi del MAXXI, guardato al futuro, sperimentando la creatività e la versatilità di questo incredibile materiale”.

Fondata nel 1972, Alcantara rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy. Marchio registrato di Alcantara S.p.A. e frutto di una tecnologia unica e proprietaria, Alcantara® è un materiale altamente innovativo, potendo offrire una combinazione di sensorialità, estetica e funzionalità che non ha paragoni. Grazie alla sua straordinaria versatilità, Alcantara è la scelta dei brand più prestigiosi in numerosi campi di applicazione: moda e accessori, automotive, interior design e home décor, consumer-electronics. Grazie a queste caratteristiche, unite ad un serio e certificato impegno in materia di sostenibilità, Alcantara esprime e definisce lo stile di vita contemporaneo: quello di chi ama godere appieno dei prodotti che usa ogni giorno nel rispetto dell’ambiente. Dal 2009 Alcantara è certificata “Carbon Neutral”, avendo definito, ridotto e compensato tutte le emissioni di CO2 legate alla propria attività. Nel 2011 la rendicontazione è stata estesa fino a comprendere l’intero ciclo di vita del prodotto, includendo quindi le fasi di uso e smaltimento (“from cradle to grave”). Per documentare il percorso dell’azienda in questo ambito, ogni anno Alcantara redige e pubblica il proprio Bilancio di Sostenibilità, certificato dall’ente internazionale TÜV SÜD e consultabile anche attraverso il sito aziendale. L’headquarter di Alcantara si trova a Milano, mentre lo stabilimento produttivo e il centro ricerche sono situati a Nera Montoro, nel cuore dell’Umbria (Terni).


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