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o smagia la tuaia

Date post: 07-Mar-2016
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catalogo degli artisti
22
2 a edizione action painting vino versato ad arte
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Page 1: o smagia la tuaia

2a edizione

action painting

vino versato ad arte

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ideazione e direzione artisticaLorenzo Alagio

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LA CRUENTA RIVOLUZIONE DI UNA TOVAGLIA, BIANCA,

MACCHIATA DI VINO. ROSSO.

[di Francesco Sala]C’è un’arte che è calcolo. Ed un’altra che è puro istinto. C’è un’idea di opera che trova, nel momento in cui il pennel-lo si appoggia sulla tela, solo l’ultimo passaggio di un lungo e complesso processo di spe-culazione. E c’è un fare arte che è azione, immediatezza; irragionevolezza sublime.

È al lungo viaggio dell’arte gestuale che guarda questo piccolo progetto. Invitando gli amici artisti a liberare e libe-rarsi; ad annullare i magnifici ed immaginifici filtri progettuali che portano alla costruzione dell’opera. Accettando il ri-schio, il gioco, l’azzardo di una creazione quasi sciamanica.

Un azzardo che si misura, iro-nicamente e provocatoriamen-te, con la filosofia dell’errore: nella proposta di esorcizzare

l’imbarazzo che comporta il ri-conoscimento di uno sbaglio. Assumendo il noto aforisma di Stanislaw Lec ammettiamo che “l’anello più debole della catena è anche il più forte per-ché può romperla”.Stradella invita gli amici artisti a tavola. Un contesto che, in piccolo, esemplifica ogni con-sesso sociale: le convenzioni, i riti, le posizioni, le piccole gran-di leggi del galateo sono rifles-so di norme di vita più generali. Attorno al tavolo si sviluppa un microcosmo che riproduce, in scala, la “vita vera”.

A rompere l’equilibrio, nella pic-cola Repubblica Indipendente della Tavola è – come spesso accade nella realtà – un even-to violento, traumatico, incon-trollabile e imprevisto. Un at-tentato, forse. Un cataclisma. Il rovesciamento, sulla tovaglia

bianca, di una bottiglia di buon sano vino rosso.

Un fatto capace di rompere gli equilibri interni allo Stato Tavo-la: l’invasione del caos in una situazione stretta nei suoi – pur cordialissimi – schemi prefissa-ti. Un atto sovversivo. Un gesto che presuppone, se vogliamo, addirittura violenza. Una ironica rivoluzione, quindi.

Ma inconsapevole. Casuale. Come tutte le migliori rivoluzio-ni. Quelle capaci di modificare insieme ai nostri costumi l’oriz-zonte visuale della società. Senza traumi. Pensiamo solo alla minigonna di Mary Quant: mai un altro pezzo di stoffa , piazzato al punto giusto, ha saputo sconvolgere un’epoca.

Stradella invita gli amici artisti a compiere insieme questa pic-

cola Rivoluzione. A rovesciare sulla tovaglia bianca della con-suetudine una bottiglia di sano e vitale vino rosso. Poi, pennelli alla mano, spazio all’estro e alla fantasia: il vino diventi vera e propria materia pittorica, da stendere e plasmare.

Nasca una galleria di tele di fiandra, rosse dei riverberi della Croatina. Nascano inedite vi-sioni di un territorio che guarda al vino nella sua complessità di “facilitatore sociale”, fattore economico, prodotto capace di orientare il paesaggio e la vita di un intero territorio.

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narciso bresciani

mario de carolis

ruggero maggi

elena rumis

armando tinnirello

micaela tornaghi

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narciso bresciani

mario de carolis

ruggero maggi

elena rumis

armando tinnirello

micaela tornaghi

con una performance di

brigata topolino

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www.narcisobresciani.altervista.org

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Narciso Bresciani, maestro scultore proveniente dall’Accademia delle Belle Arti di Brera, espone dal 1994 (Pavia, Torino, Asti, Macerata, Parma, Suzzara, Milano, Reggio Emilia) ed è un artista poliedrico le cui creazioni spaziano dal design ai ritratti, dai bassori-lievi bronzei ai monili in oro, rame e grés ideati e di-segnati per l’arte orafa. L’artista si misura anche con le grandi installazioni, come nel caso di Altalenando oltre il limite, dove, mascherato dal gioco dell’altale-na, il salire e lo scendere celano lo scorrere del tempo e il suo ritmo.

L’opera trae origine da diverse motivazioni, tra cui l’interazione delle esigenze personali proprie e altrui al fine di materializzare il pensiero, rendendolo scam-bio dinamico e non univoco.

Altalenando oltre il limite rappresenta dunque una metafora della vita, la ricerca dell’equilibrio e lo scam-bio di energia.

Altra componente importante dei lavori di Narci-so Bresciani è la temporalità, che traspare da tutte le sue sculture. La logica dell’artista vede la natura come un passaggio continuo da uno stato di essere a uno diverso e successivo, in uno sperimentare con-tinuo e plastico, vitale e ininterrotto. Questo concetto esprimono appunto le opere della serie La terra che parla: croci o mani intrecciate che simboleggiano la sperimentazione sulla natura organica, percepita e ri-elaborata di volta in volta.

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Ubu narciso, ubu patetico, ubu priapo. Ubu pulcinella e ubu “loco”…ubu re, ubu scemo e ubu qui regarde. Ubu eros e ubu thanatos.

E’ così che da un po’ di tempo mi sono trasformato in cacciatore di Ubu! Nel tentativo di creare una immensa galleria del grottesco….o meglio del “UBUESCO” contemporaneo (Michel Foucault)…

Cacciatore divertito e perso in un la-birinto, senza uscita, di aforismi, det-ti latini e dialettali, proverbi regionali, pillole di “saggezza popolare” e frasi scurrili, preghiere vuote o semplici fila-strocche, mischiate poi, con immagini stereotipe, decorative o banalmente contemporanee e stampate diretta-mente su specchio, su piombo o rica-mate su teli e stoffe etniche.

Mario de Carolis

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www.ruggeromaggi.it

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Torinese di nascita, mi-lanese di adozione, fi-glio del mondo, Ruggero Maggi vive intensamente il suo ruolo d‘artista e di uomo libero; un outsid-er non allineato,al punto che risulta difficile cata-logarlo. Incomincia la sua attività di artista agli inizi degli anni 70 con lavo-ri giovanili, caratterizzati da un certo surrealismo e con l’inserimento, sem-pre più insistente, di ele-menti di realtà che la vi-sione, volutamente, non riesce ad assorbire.Con il passare degli anni,questa immissione di elemen-ti “devianti” all’interno dell’opera diventa sempre più evidente,in un rap-porto di intensa “osmo-si”, con gli elementi del passato il legno, la pie-tra, il fossile), che con-vivono energeticamente con elementi tecnologici (tubi al neon, plexglass, laser),quasi una sorta di“sincronismo concet-tuale” ed emozionale. Il suo linguaggio“combina -dice Pierre Restany ele-menti di alta tecnologia con i materiali primari ed elementari, il primitivi-smo con la sofisticazio-ne”. Scrittore, ricercatore poetico-visivo,animatore della Mail Art e teorico

“dell’arte caotica”, Rug-gero Maggi vanta opere esposte in permanenza al Museo di Storia Cine-se di Pechino, al Museo d’Arte Moderna di Città del Messico e al Museo dell’Olografia di Parigi. Dal 1973 si occupa di poesia visiva; dal 1975 di copy art, libri d’artista, arte postale; dal 1976 di laser art, dal 1979 di olo-grafia, dal 1980 di X-ray art e dal 1985 di arte cao-tica sia come artista - con opere ed installazioni in-centrate sullo studio del caos, dell’entropia e dei sistemi frattali - sia come curatore di eventiHa partecipato alla 49° Biennale di Venezia ed alla 16. Biennale d’arte contemporanea di San Paolo nel 1980. Nel 2007 presenta come curatore il progetto de-dicato a Pierre Restany “Camera 312 – prome-moria per Pierre” alla 52. Esposizione Interna-zionale d’Arte – La Bien-nale di Venezia. Nel 2008 presenta come curatore il progetto “Profondità 45 – Michelangelo al lavoro” sul rapporto Arte -Tecno-logia. Nel 2011 ha curato il Padiglione Tibet alla Biennale di Venezia. www.camera312.it

www.padiglionetibet.it

plaZa 2009milan art center

prima o poi ogni muro cadea cura di ruggero maggi

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elenarumis.wordpress.com

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selected works

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tinnirello.artist.it

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Si è diplomato all’Istituto Statale D’Arte di Catania, approfondendo gli studi di pittura, fotografia e serigrafia.

Nel marzo 1983, si è trasferito in Florida, USA. A settembre si stabilisce a Sarasota

Nel 1986 ha realizzato “Wall Fragment-Re-mains”, opera ambientale: cemento – acrili-ci - neon. m. 3,74 X 2,44 X 0,25. Siesta Key bay, Sarasota – Florida. U.S.A. (Collezione Privata).

Dai primi anni novanta vive e lavora a Mila-no: impegnato da anni nella ricerca artistica si esprime con pittura, fotografia e multime-dia

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www.micaelatornaghi.com

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Un’artista? forse, e suggeritrice di impressioni e sogni, che accompa-gna prima gli occhi, poi la mente dell’osservatore a perdersi e trovarsi nelle giravolte del colore, mai placi-do, sempre tumultuoso, con onde, gorghi, spire che avvinghiano la fan-tasia, e lasciano libero l’incanto.Nata a Milano, monzese da sempre, iniziata al colore sin da piccola, sce-glie il Liceo Classico per formarsi alla vita, seguito poi da Grafica, Design alla Scuola Politecnica di Nino Di Sal-vatore, con Munari, Hsiao, Marcolli, Garau e Architettura al Politecnico di Milano dove sviluppa la Forma, men-tre il Colore resta tra le braci; dopo anni di studio, seguendo canoni già tracciati, un giorno segue il suo cuo-re, segna la tela con due matite, ros-sa e nera, Istinto e Progetto e da lì parte alla scoperta. Il ritmo incalza e nasconde figure, che appaiono a volte, celandosi come fate morgane, come divinità sepolte.Ogni quadro è una parte di Anima, in cui l’osservatore può ritrovare echi della propria. La ricerca è di entram-bi, e non finisce mai.

“shots”

pensieri al tramonto

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[M. BELLAROSA E C. GAVINA]

artestudiomorandi.blogspot.it/2012/05/brigata-topolinodisognoinsegno.blogspot.it/2012/02/brigata-topolino

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grafica / foto / webAlessia Bottaccio

videoErmanno Bidone

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