Ing. Davide Fraccaro3 aprile 2013
in collaborazione con:
OASI - CENTRO DIVULGATIVO PERLE ENERGIE RINNOVABILI EL'EFFICIENZA ENERGETICA
Dott. Roberto Chinellato3 aprile 2013
Aprile 2013Data:
Redatto:
Gruppo di lavoro:
ing. Davide Fraccaro
Progettista:
04.02Relazione di calcolo degli impianti tecnologici
Elaborato:
Oggetto:
Verificato:
Comune di MIRANO
P R O G E T T O E S E C U T I V O
Provincia di VENEZIA
Committente:
Validato:
Percorso Digitale:
C:\
Dott. Giorgio Bacci
Ing. Giuseppe Baldo
Arch. Manuel Basso
Pi. Andrea Bellè
Dott. Roberto Chinellato
Ing. Enrico Duprè
Arch. Igor Panciera
Arch. Antonio Vianello
Ing. Davide Fraccaro3 aprile 2013
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 1
Sommario
1 INTRODUZIONE .................................................................................................................... 4
2 IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO – METODOLOGIE DI CALCOLO .......................... 5
2.1 Calcolo dei Carichi Energetici per il Riscaldamento ................................................ 5
2.1.1 Dispersione termica di progetto per trasmissione ........................................... 5
2.1.2 Dispersione termica di progetto per ventilazione ............................................ 6
2.1.2.1 Valutazione dei “ricambi orari” richiesti da uno specifico ambiente. ......... 7
2.1.3 Potenza di ripresa ................................................................................................. 8
2.2 Calcolo dei Carichi Frigoriferi per il Condizionamento Estivo ............................... 10
2.2.1 Carico termico attraverso le finestre ................................................................. 11
2.2.2 Carico termico attraverso le superfici opache ................................................ 12
2.2.3 Carico termico dovuto a fonti interne di calore .............................................. 12
3 DISPOSIZIONI GENERALI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO E CLIMATIZZAZIONE .... 14
3.1 Descrizione Tecnica ................................................................................................... 14
3.1.1 Criterio di Progettazione..................................................................................... 14
3.1.2 Descrizione del Progetto e degli Interventi ..................................................... 14
3.2 Parametri di riferimento .............................................................................................. 16
3.2.1 Portata d’aria di rinnovo ..................................................................................... 16
3.2.2 Prestazioni minime sistema edificio-impianto ................................................. 16
4 IMPIANTO DI RISCALDAMENTO ..................................................................................... 18
4.1 Carichi di riscaldamento ............................................................................................. 19
4.1.1 Ingresso conferenze ........................................................................................... 19
4.1.2 Laboratorio NE .................................................................................................... 20
4.1.3 Laboratorio SE ..................................................................................................... 21
4.1.4 Servizi – Disimpegno - Ripostiglio .................................................................... 22
4.2 Descrizione tecnica componenti utilizzati .............................................................. 24
4.2.1 Pompa di calore geotermica ............................................................................ 24
4.2.2 Caldaia a biomassa ............................................................................................ 25
5 IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO ............................................................................... 26
5.1 Carichi di raffrescamento .......................................................................................... 27
5.1.1 Flusso termico attraverso sistemi vetrati ......................................................... 27
5.1.2 Flusso termico attraverso le strutture opache .............................................. 28
5.1.3 Carichi per aria primaria e deumidificazione................................................... 29
5.1.4 Carichi interni ....................................................................................................... 30
5.2 Descrizione tecnica componenti utilizzati ............................................................... 31
5.2.1 Unità canalizzabile per il rinnovo e la deumidificazione dell’aria ambiente . 31
6 IMPIANTO ELETTRICO ..................................................................................................... 32
6.1 Descrizione Tecnica .................................................................................................. 32
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 2
6.1.1 Misure di protezione contro i contatti indiretti ................................................ 33
6.1.2 Misure di protezione contro i contatti diretti ................................................... 33
6.1.3 Misure di protezione contro le sovracorrenti .................................................. 33
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 4
1 INTRODUZIONE
Nell’ambito della campagna di sensibilizzazione volta al risparmio energetico ed all’uso
efficiente dell’energia al fine di ottenere i risultati stabiliti nel trattato Kyoto, la Provincia
di Venezia ha condiviso e realizzato un’idea dell’Istituto Tecnico Industriale “Primo Levi”
di Mirano volto alla realizzazione di un laboratorio scolastico dedicato alle tecnologie di
contenimento dei consumi energetici ed idrici delle strutture architettoniche, anche
mediante l’applicazione di soluzioni speciali per la produzione di energia termica ed
elettrica da fonti rinnovabili.
La struttura verrà costruita a Mirano (VE) con la collaborazione di aziende operanti nel
settore del risparmio e dell’efficienza energetica.
Il presente elaborato è volto a descrive le caratteristiche ed i criteri di scelta delle opere
impiantistiche previste a servizio dell’edificio .
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 5
2 IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO – METODOLOGIE DI
CALCOLO
La presente parte del documento illustrerà i criteri di calcolo seguiti per la
determinazione dei carichi termici dell’edificio, atti ad un corretto dimensionamento
dell’impianto di riscaldamento e raffrescamento.
2.1 Calcolo dei Carichi Energetici per il Riscaldamento
Nella valutazione dei carichi termici invernali, le metodologie generalmente utilizzate
prevedono di considerare il sistema funzionante in regime permanete. Tale assunzione
è possibile poiché l’escursione termica giornaliera non è tale per cui l’inerzia termica
dell’edificio comporti uno scostamento rilevante tra le dispersioni termiche effettive e
quelle determinate in base all’ipotesi assunta.
Le normative seguite per i calcoli sono la UNI EN 12831 per la determinazione delle
potenze richieste da ogni singolo ambiente, la UNI TS 11300/1, la UNI 10349 e la UNI
10339.
Nello specifico, la dispersione termica totale di progetto per uno spazio riscaldato (i), φi,
è calcolata come segue:
� = �,� + �,�
Dove:
ØT,i = dispersione termica di progetto per trasmissione (W)
ØV,i = dispersione termica di progetto per ventilazione (W)
2.1.1 Dispersione termica di progetto per trasmissione
In base alle normative citate, la dispersione termica viene definita come segue:
Ø�,� = �,�� + �,��� +�,� +�,��� ∗ (����,� − ��)
dove:
HT,ie = coefficiente di dispersione termica per trasmissione dallo spazio riscaldato verso
l’esterno
HT,iue = coefficiente di dispersione termica per trasmissione dallo spazio riscaldato verso
un ambiente no riscaldato
HT,ig = coefficiente di dispersione termica per trasmissione dallo spazio riscaldato verso
il terreno
HT,ij = coefficiente di dispersione termica per trasmissione dallo spazio riscaldato verso
un ambiente a diversa temperatura
θint,i = temperatura interna di progetto dello spazio riscaldato
θint,i = temperatura esterna di riferimento per il luogo considerato
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 6
La temperatura interna di progetto viene fissata secondo quanto stabilito nel D.P.R.
412/93, ove è fissata per la categoria E.4 secondo cui è classificato l’edificio, la
temperatura interna di progetto da considerare è di 20°C.
La temperatura esterna di progetto è stabilita dalla normativa ed è pari a -5°C.
Si riporta in allegato uno schema riassuntivo dei valori di trasmittanza e delle grandezze
caratteristiche assunte per il calcolo.
Si precisa che, qualora non fosse stata possibile la determinazione analitica di alcune
trasmittanze, sono stati adottati i valori prescritti nella UNI TS 11300 parte 1.
Si riportano di seguito i valori fissati nel Decreto Legislativo del 26 gennaio 2006 n° 311,
per la zona climatica E, che rappresenta i valori minimi stabiliti per gli edifici di nuova
costruzione ovvero oggetto di ristrutturazione globale.
Zona Climatica E
Tipo di struttura Valore limite
Strutture Opache 0.34 [W/m2 K]
Coperture 0.30 [W/m2 K]
Pavimentazioni 0.33 [W/m2 K]
Chiusure Apribili 2.20 [W/m2 K]
Vetri 1.70 [W/m2 K]
2.1.2 Dispersione termica di progetto per ventilazione
La dispersione termica di progetto per ventilazione è determinata dalla seguente
relazione:
Ø�,� = �,� ∗ (����,� − ��)
Dove:
HV,i = coefficiente di dispersione termica di progetto per ventilazione
θint, i = temperatura interna di progetto dello spazio riscaldato
cinta,i = temperatura esterna di riferimento per il luogo considerato
Per quel che riguarda le temperature di progetto, vanno assunte le stesse utilizzate per
la determinazione del carico per trasmissione.
Il coefficiente di dispersione termica di progetto per ventilazione di uno spazio
riscaldato è invece calcolato come segue:
�,� = �� ∗ � ∗ ��
dove:
Vi = portata d’aria dello spazio riscaldato
ρ = densità dell’aria alla temperatura interna di progetto
cp = capacità termica specifica dell’aria alla temperatura interna di progetto.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 7
Il valore della portata d’aria di rinnovo dipende chiaramente dalla classificazione
dell’edificio e dell’indice di affollamento dell’ambiente considerato e è solitamente
espresso in numero di “ricambi orari”, ovvero esprimendo la portata oraria in relazione
al volume netto dell’ambiente riscaldato.
2.1.2.1 Valutazione dei “ricambi orari” richiesti da uno specifico
ambiente.
Il procedimento di calcolo per la determinazione della relativa portata d’aria di rinnovo
dipende dal caso considerato, vale a dire con o senza sistema di ventilazione.
In assenza di sistemi di ventilazione si suppone che l’aria di rinnovo abbia le
caratteristiche termiche dell’aria esterna. Pertanto le dispersione termica è
proporzionale alla differenza di temperatura interna di progetto e la temperatura
dell’aria esterna.
In tal caso la portata d’aria dello spazio riscaldato risulta essere definita come segue:
�� = max(����,� , ����,�)
Ovvero il valore massimo tra la portata d’aria per infiltrazione dovuta al flusso attraverso
le fessure e le giunzioni dell’involucro edilizio, e la portata d’aria minima richiesta per
ragioni igieniche, determinate secondo normativa.
Nel caso in cui invece sia presente un sistema di ventilazione, l’aria di rinnovo non avrà
necessariamente le caratteristiche termiche dell’aria eterna. In questo caso infatti sono
applicati dei fattori di riduzione della temperatura ad esempio nei casi in cui:
� si utilizzano sistemi di recupero del calore
� l’aria esterna è preriscaldata a livello centrale
� l’aria di rinnovo proviene da spazi adiacenti
In questo caso quindi, l’equazione che determina il numero dei “ricambi ora”, che
comunque deve essere maggiore o uguale al valore minimo richiesto per ragioni
igieniche, è la seguente:
�� =����,� + � �,� ∗ (!�,� + ���"",���,�)
dove:
Vinf,i = portata d’aria per infiltrazione nello spazio riscaldato
Vsu,i = portata d’aria di rinnovo nello spazio riscaldato
Vmecc, inf,i = portata d’aria di estrazione in eccesso nello spazio riscaldato
fV,i = fattore di riduzione della temperatura
PORTATA D’ARIA MINIMA PER RAGIONI DI IGENE
Il progetto prevede che vengano garantiti dei valori minimi di portata d’aria degli
ambienti stabiliti dalla normativa, in funzione alla destinazione d’uso degli stessi. In
tabella sono riassunti tali valori.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 8
Tasso minimo di ventilazione
Tipo di ambiente Valore limite
Ambiente abitabile (predefinito) 0.5 [vol/h]
Cucina o Bagno 1.5 [vol/h]
Ufficio 1.0 [vol/h]
Sala riunioni, aula scolastica 2.0 [vol/h]
PORTATE D’ARIA DOVUTE A SISTEMI DI VENTILAZIONE
Secondo quanto prescritto dalla normativa 10339, “al fine di garantire accettabili livelli di
benessere per gli occupanti contemperando le esigenze di contenimento energetico”
prescrive:
� dei valori minimi di immissione d’aria esterna per ciascuna destinazione d’uso,
riferiti al numero di persone presenti, alla superficie o al volume
� un valore minimo di filtrazione dell’aria
� valori minimi di movimentazione dell’aria per ogni volume convenzionalmente
occupato
Nella tabella che segue sono riportati valori di tassi di ricambio d’aria e di indici di
affollamento per ambienti che interessano il calcolo dei carichi termici dell’edificio in
esame:
Tasso minimo di ventilazione
Tipo di ambiente
Portata d’aria
esterna
[lt/persona]
Indice di affollamento
[persona/m2]
Locali riunione 10 0.60
Sale mostra 6 1.50
Uffici singoli 11 0.06
Aule scuole medie superiori 7 0.45
Laboratori per attività scolastiche 7 0.30
2.1.3 Potenza di ripresa
Gli ambienti riscaldati in modo intermittente durante la giornata o il periodo di
riscaldamento, richiedono un surplus di potenza termica per far fronte al carico termico
aggiuntivo dovuto al fatto che le condizioni climatiche interne sono variate rispetto alle
condizioni di regime stazionario assunte.
Sul valore di tale potenza incidono due fattori:
� l’inerzia termica dell’edificio e quindi la massa, ovvero la capacità dell’edificio di
mantenere la temperatura impostata anche nel tempo in cui l’impianto di
riscaldamento viene spento.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 9
� tempo di ripresa del riscaldamento ovvero il tempo stabilito affinché siano
ripristinate le condizioni di regime stazionario
� la diminuzione di temperatura interna stabilita in sede progettuale
� le caratteristiche del sistema di regolazione
Fermo restando che può essere eseguito il calcolo analitico della potenza di ripresa
utilizzando modelli di calcolo dinamico, la normativa fornisce un metodo semplificato
fornendo dei valori di ripresa per metro quadro, in funzione della massa frontale
dell’edificio e del tempo di ripresa imposto.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 10
2.2 Calcolo dei Carichi Frigoriferi per il Condizionamento
Estivo
Contrariamente per quanto avviene nel calcolo degli impianti di riscaldamento, nel
dimensionamento dei carichi per il condizionamento è necessario considerare
l’estrema variabilità nel tempo dei flussi termici, dovuto principalmente alla rapida
variazione della radiazione solare giornaliera. Questo fattore, a causa dell’inerzia
termica più o meno grande delle strutture, fa si che il flusso termico, più o meno
intenso, penetrante nelle strutture, non si trasforma interamente ed immediatamente
in carico di raffreddamento.
In particolare, nella progettazione bisogna tener presente come si distribuiscono nel
tempo quelli che sono gli apporti istantanei di calore (space heat gain) rispetto al calore
che effettivamente necessita di essere rimosso dall’ambiente affinché il locale sia
mantenuto alla temperatura desiderata (space cooling load).
La figura che segue illustra lo sviluppo nel tempo di quanto appena esposto.
Questo fa si che il modello di calcolo non possa basarsi su un sistema di caclolo
funzionante in regime stazionario, ma viene richiesto un approccio rigoroso basato su
sistemi dinamici che considera il carico termico dell’impianto definito da:
#� = #$ + #% + #� + #& + #���
dove:
qi = carico termico per il condizionamento
qr = carico termico dovuto alla radiazione solare attraverso le finestre
ql = carico termico dovuto all’illuminazione
qt = carico termico dovuto alla trasmissione attraverso l’involucro
qv = carico termico dovuto alla ventilazione
qint = carico termico dovuto ai carichi interni
Tuttavia esistono metodi semplificati che implementano la relazione sopradescritta,
considerando un valore costante della temperatura interna senza ricorrere all’utilizzo di
metodi ricorsivi, quali ad esempio il metodo Carrier.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 11
2.2.1 Carico termico attraverso le finestre
Il carico termico attraverso i vetri trasparenti si compone di due termini:
� flusso dovuto alla differenza di temperatura tra gli ambienti,
� flusso dovuto alla radiazione solare,
il primo è calcolato con la formula:
#$ = ' × ) × (*� − *�)
dove K è la trasmittanza della finestra considerata (in W/m2 K), A la superficie (in m2) e
te e tin rispettivamente le temperature esterne ed interne nelle condizioni di progetto.
Il carico termico dovuto alla radiazione solare viene invece determinato con la
seguente relazione
#$ = 0,87 × ) × . × /
dove con A s’intende sempre la superficie dell’infisso, I è l’intensità della radiazione
incidente (in W/m2), SH è invece il “coefficiente di ombreggiamento” ed indica il
rapporto tra il flusso entrante nell’edificio del vetro considerato rispetto al flusso
entrante attraverso un vetro singolo, tenendo conto eventualmente di
ombreggiamenti dovuti a tende o veneziane.
Per valutare l’intensità della radiazione incidente si fa riferimento alla norma UNI 10339,
dove al prospetto XVIII è riportata l’”Irradianza solare trasmessa attraverso vetro
semplice disposto verticalmente” per tutte le esposizioni e per diverse latitudini.
Bisogna inoltre considerare che del flusso calcolato solo una parte va a costituire un
carico sensibile istantaneo, in quanto una parte sarà assorbita dalle pareti interne e dal
mobilio che aumenteranno la propria temperatura e conseguentemente questi
rilasceranno il calore accumulato all’ambiente esterno, con un ritardo tanto maggiore
quanto più grande è la capacità termica delle pareti, mobili, ecc..
Per tale ragione, il valore calcolato viene poi ulteriormente ridotto, seppur
cautelativamente, di un coefficiente di attenuazione e ritardo che va da 0 ad un
massimo di 0,5 per pareti con grande inerzia termica, 0,85 per pareti con piccola
inerzia termica.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 12
2.2.2 Carico termico attraverso le superfici opache
Il conto della potenza necessaria ad equilibrare il carico sensibile dovuto
all’irraggiamento del sole negli ambienti interni viene eseguito introducendo il concetto
di temperatura sole aria (t0) ovvero la temperatura dell’aria esterna che, in assenza di
qualsiasi radiazione, determina lo stessa flusso termico che si ha in realtà, dovuto alla
radiazione solare incidente, agli scambi per irraggiamento con il cielo e le superfici
circostanti e agli scambi convettivi con l’aria esterna.
Infatti il calore totale che passa attraverso le strutture opache dell’edificio è dovuto sia
alla radiazione solare assorbita dalle pareti, che a causa dell’innalzamento della
temperatura delle stesse irradiano poi calore verso l’interno, sia per effetto della
differenza di temperatura esterna e interno.
Ciò premesso, la temperatura sole-aria così definita viene calcolata con la seguente
relazione:
*0 = *� +1.�ℎ0
−3ℎ0
dove:
� te è la temperatura dell’aria esterna (°C)
� α è i coefficiente di assorbimento della parete esterna, vale 0,9 per superfici
scure e 0,45 per superfici chiare
� It è l’intensità della radiazione incidente (in W/m2)
� h0 è il coefficiente di adduzione esterna, assunto pari a 17,0 W/m2 K
� R è un fattore che tiene conto dell’emissione della parete verso la volta
celeste, per quanto riguarda il rapporto R/h0, vale 0°C per pareti verticali, -
3,9°C per le coperture
L’intensità della radiazione incidente è stabilita nel prospetto XVIII della UNI 10349.
Una volta nota la temperatura sole-aria si procede al calcolo del flusso di calore con la
comune espressione:
#& = '�)�(*0 − *4)
con Kp e Ap trasmittanza e superficie della parete.
2.2.3 Carico termico dovuto a fonti interne di calore
ILLUMINAZIONE
Il carico dovuto all’illuminazione è dovuto al calore ceduto all’ambiente con la
conversione dell’energia elettrica in luminosa. infatti soltanto una parte dell’energia
assorbita viene dissipata per convenzione nell’ambiente, la rimanente (circa 80%)
viene emessa sottoforma di radiazione e poi radiata nell’ambiente una volta che le
superfici interne l’hanno accumulata.
Per questo motivo si può esprimere il carico per illuminazione con la seguente
espressione:
#% = 5 × !� × !�
dove P è la potenza installata delle lampade, fu è un coefficiente che tiene conto del
numero di lampade utilizzate rispetto al numero totale delle lampade installate, mentre
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 13
fi tiene conto di eventuali incremento delle emissioni dovute allo starter delle lampade
fluorescenti, che comportano un aumento del 20-25%.
AFFOLLAMENTO - APPARECCHIATURE
L’uomo ha la proprietà di mantenere costante la temperatura interna del proprio
corpo, che effettua tramite il il proprio metabolismo. Il calore viene generato da
processi chimici interni e la cessione verso l’esterno è dovuta al fatto che la
temperatura degli ambienti è più fredda rispetto a quella corporea.
La normativa UNI EN ISO 8996 del 2004 specifica i vari metodi per la determinazione
del metabolismo energetico nell’ambito dell’ergonomia degli ambienti termici nei quali
si vive e si lavora.
Il calore emesso sarà sia sensibile che latente e dipende dal tipo di attività che l’essere
umano sta svolgendo all’interno dell’ambiente. Di seguito si riportano alcuni valori
indicativi presi come riferimento per il dimensionamento degli impianti di
climatizzazione.
Calore ceduto dalle persone
Tipo di attività svolta Calore sensibile
[W]
Calore sensibile
[W]
Seduto, lavoro molto leggero: hotel, uffici, appartamenti
70 35
Attività moderata: hotel, uffici, appartamenti
75 55
Persona in piedi che si muove lentamente, banche, grandi magazzini
75 55
Va inoltre considerato l’ulteriore carico dovuto alle apparecchiature presenti, che nel
loro funzionamento comportino una cessione di calore sensibile e/o latente
nell’ambiente.
Nel caso in esame tale calore potrebbe essere generato da eventuali computer o
diverse apparecchiature installate, piuttosto che dalle perdite di generazione o
distribuzione dei generatori di calore e degli impianti installati.
Per tener conto di questi fattori, si può considerare un indice pari a 25 W/m2 di carico
sensibile.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 14
3 DISPOSIZIONI GENERALI IMPIANTI DI
RISCALDAMENTO E CLIMATIZZAZIONE
3.1 Descrizione Tecnica
3.1.1 Criterio di Progettazione
L’edificio verrà realizzato dalla Provincia di Venezia in collaborazione di diverse aziende
le quali parteciperanno in maniera attiva mettendo a disposizione tecnologie di diverso
genere, comunque inerenti all’uso efficiente dell’energia e volte al risparmio
energetico.
L’idea che accomuna i partner del progetto è la convinzione nella necessità trovare
un’alternativa all’utilizzo di combustibili fossili come materia prima per la produzione di
energia, o comunque ridurne l’utilizzo ai sistemi che utilizzano tale energia primaria in
modo più performante.
In virtù di tale aspetto, per quanto riguarda la parte impiantistica non verranno presi in
considerazione sistemi che basino il proprio funzionamento sull’utilizzo esclusivo di
combustibili fossili. In particolare:
• sistemi in pompa di calore di diverse tipologie per la produzione di acqua calda
sanitaria e riscaldamento da abbinare a sistemi di riscaldamento idronici
• sistema di riscaldamento e climatizzazione ad espansione diretta
• sistema impianto solare termico
• impianto di generazione elettrica da fonte eolica e solare
• sistema di tele gestione remota dei vari dispositivi tramite quadro di comando
a led
Il criterio con cui sarà deciso quali tipologie di terminali dei impianto, quali sistemi di
regolazione e distribuzione, nonché le modalità di produzione dell’energia termica e
frigorifera sarà quello di veder applicate tutte queste apparecchiature al fine di poter
apprezzare le effettive potenzialità, l’efficienza e i consumi, ed altresì valutarne possibili
integrazioni tra i sistemi stessi.
Gli ambienti, le taglie e i modi d’installazioni delle tecnologie sono state decise e
concordate con i rispettivi rappresentanti delle aziende che le mettono a disposizione.
3.1.2 Descrizione del Progetto e degli Interventi
Il progetto prevede che l’edificio sia suddiviso in quattro zone termiche, ognuna delle
quali servite da un differente sistema di produzione e/o emissione del calore.
SALA ESPOSITIVA E SALA CONVEGNI
Per questa parte dell’edificio si prevede siano installati due diverse tecnologie adatte
sia al riscaldamento che al raffrescamento.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 15
Una parte sarà servita da un chiller in pompa di calore aria-acqua per riscaldamento e
raffrescamento abbinato ad una unità idronica interna a servizio di quattro diffusori
d’aria a cassetta posti nel controsoffitto.
Un’altra parte della stanza invece verrà climatizzato da un impianto a espansione
diretta, con bocchette di emissione sul controsoffitto per la climatizzazione invernale
ed estiva.
LABORATORIO 1 e LABORATORIO 2
Per i due ambienti sono previsti dei generatori comuni in grado di poter essere usati
contemporaneamente o singolarmente al fine di valutarne le rese e le prestazioni
energetiche.
Infatti sono previste una caldaia a biomassa con potenza nominale da 10 kW ed una
pompa di calore geotermica con sonda verticale da 80 m collegate entrambe ad un
serbatoio di accumulo dal quale poi di alimentare sia in caldo che in freddo i diversi
sistemi di emissione. I due generatori saranno sezionabili con apposite valvole a due
vie gestite elettronicamente da remoto.
Per il laboratorio 2 infatti il terminale sarà costituito da sistema radiante cosiddetto a
“travi fredde” attive, per la climatizzazione durante tutte le stagioni dell’anno.
Nel laboratorio 1 invece sarà posato un impianto radiante a pavimento per
riscaldamento e raffrescamento.
In entrambe i locali sarà effettuato il ricambio d’aria primaria e la deumidificazione della
stessa onde evitare condense superficiali sui pavimenti o sui soffitti in quanto i terminali
previsi sono in grado di sopperire a soli carichi sensibili e non latenti.
BAGNI E IMPIANTO SANITARIO
La produzione di acqua calda sanitaria sarà effettuata con un impianto solare termico a
tubi sottovuoto installati in copertura. È previsto un bollitore da 300 lt sistemato nel
laboratorio 2, per la produzione diretta di acqua calda sanitaria.
Ogni dispositivo di generazione o emissione sarà regolato tramite un quadro di
comando centralizzato, con interfaccia utente tuch-screen. Il plc agirà andando a
comandare la centralina già installata a bordo di ogni sistema, oppure nel caso in cui
questa non sia disponibile, un apposito servocomando inserito appositamente
secondo le necessità.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 16
3.2 Parametri di riferimento
3.2.1 Portata d’aria di rinnovo
La portata d’aria di rinnovo dipende dalla tipologia di utilizzo dell’ambiente considerato
e dagli indici di affollamento caratteristici.
In particolare l’edificio progettato si prevede che un locale sia destinato a sala
conferenze mentre due edifici siano assimilabili a delle classi scolastiche, ovvero dei
laboratori.
Nella tabella sottostante sono riportati gli indici considerati e le portate di rinnovo
previste secondo la normativa.
PORTATE D’ARIA DI RINNOVO
Riferimento
locale
Tipologia di
riferimento Superficie
Indice di
affollamento
Indice di
ventilazione
Portata di
rinnovo
m2 persone/m2 lt/s persona mmmm3333/h/h/h/h
Sala convegni Sala riunioni 115 0,6 10 2.4842.4842.4842.484
Laboratorio NE Attività scolastiche: laboratorio
43 0,3 7 328328328328
Laboratorio NO Attività scolastiche: laboratorio
50 0,3 7 378378378378
Considerato che l’altezza netta degli ambienti in esame è di 3,75 m, si hanno i
seguenti “volumi ora” di ricambio d’aria:
VOLUMI ORA ARIA DI RINNOVO
Sala Convegni 5,8 vol/h
Laboratorio NE 2,0 vol/h
Laboratorio NO 2,0 vol/h
in accordo con i valori limite previsti dalla normativa e riportati al punto 2.1.2.1.
3.2.2 Prestazioni minime sistema edificio-impianto
Nello sviluppare le metodologie di calcolo riportate al Capitolo 2, essendo la struttura
progettata per essere dotata nel tempo delle migliori tecnologie per quanto riguarda
l’uso efficiente dell’energia, il criterio adottato per il dimensionamento termico dal
punto di vista dei carichi di trasmissione è stato quello di considerare le trasmittanze
limite indicate nel D.M. del 26 Gennaio 2010.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 17
Zona Climatica E
Tipo di struttura Valore limite
Strutture Opache 0.27 [W/m2 K]
Coperture 0.24 [W/m2 K]
Pavimentazioni 0.30 [W/m2 K]
Chiusure Apribili 1.80 [W/m2 K]
Vetri 1.70 [W/m2 K]
Al fine di valutare gli assorbimenti elettrici, si riportano inoltre i valori delle prestazioni
energetiche assunte per le pompe di calore. Anche in questo caso si fa riferimento a
quanto prescritto nel D.M. del 26 Gennaio 2010:
Valori minimi del indice di prestazione energetica
EER per pompe di calore
Tipo di Pompa
di calore
Ambiente
interno/esterno
Ambiente
esterno
[°C]
Ambiente
interno
[°C]
EER
Aria /AcquaAria /AcquaAria /AcquaAria /Acqua
Pn≤35 kW
Bulbo secco all’entrata: 35
Bulbo umido all’entrata:24
Bulbo secco all’entrata: 23
Bulbo umido all’entrata:18
3.8
Acqua /AcquaAcqua /AcquaAcqua /AcquaAcqua /Acqua
Pn≤35 kW
Temperatura entrata: 30
Temperatura uscita: 35
Temperatura entrata: 23
Temperatura uscita: 18
5.1
Valori minimi del indice di prestazione energetica
COP per gruppi frigoriferi
Tipo di Pompa
di calore
Ambiente
interno/esterno
Ambiente
esterno
[°C]
Ambiente
interno
[°C]
COP
Aria /AcquaAria /AcquaAria /AcquaAria /Acqua
Pn≤35 kW
Bulbo secco all’entrata: 7
Bulbo umido all’entrata:6
Bulbo secco all’entrata: 30
Bulbo umido all’entrata:35
4.1
Acqua /AcquaAcqua /AcquaAcqua /AcquaAcqua /Acqua
Pn≤35 kW
Temperatura entrata: 10
Temperatura entrata: 30
Temperatura uscita: 15
5.1
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 18
4 IMPIANTO DI RISCALDAMENTO
In accordo ai riferimenti normativi richiamati al precedente Capitolo 2.1, il paragrafo che
segue riporta i valori assunti per l’individuazione dei carichi di riscaldamento richiesti,
che possono così essere riassunti:
� Temperatura esterna di progetto: -5° C
� Temperatura intena di progetto: 20° C
CARICHI DI PROGETTO PER RISCALDAMENTO
Locale
Coefficiente
globale di scambio
termico
Potenza di
ripresa
Carico di progetto
richiesto
[W/K] [W] [W]
Ingresso conferenze 155,44 1.843 5.7295.7295.7295.729
Laboratorio NE 38,48 520 1.4821.4821.4821.482
Laboratorio SE 55,34 664 2.0482.0482.0482.048
Servizi – Disimpegno - Ripostiglio
53,69 450 1.7921.7921.7921.792
TOTALETOTALETOTALETOTALE 302,95302,95302,95302,95 3.4773.4773.4773.477 11.05111.05111.05111.051
Per il riscaldamento dell’edificio è dunque necessario prevedera un impianto di
riscaldamento di fornire almento 11,05 kW termici in riscaldamento.
È interessante mettere in risalto i seguenti parametri:
FATTORI DI CARICO SPECIFICO in base al volume netto riscaldato:
� Ingresso conferenze: 13,4 W/m3
� Laboratorio NE: 12,2 W/m3
� Laboratorio SE: 13,7 W/m3
� Servizi – Disimpegno - Ripostiglio: 17,2 W/m3
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 19
4.1 Carichi di riscaldamento
Per la determinazione dei carichi di riscaldamento, è stato necessario suddividere
l’edificio in quattro zone termiche, così indicate:
� Ingresso – Conferenze: che riguarda la sala conferenze servita dalla pompe
di calore idronica e dai sistemi ad espansione diretta
� Laboratorio NE: costituita dal laboratorio a Nord, in cui verrà installato
l’impianto radiante a pavimento
� Laboratorio SE: costituita dal laboratorio a Sud, che sarà invece servito dalle
travi attive
� Servizi – Disimpegno – Ripostiglio: per la parte relativa ai servizi ed alla zona ad
essi antistante
Per ognuna delle zone termiche sopraindicate è stata eseguita l’analisi dei carichi
dovuti alle dispersioni per trasmissione e ventilazione, nonché la potenza di ripresa per
il riavvio dell’impianto.
Di seguito si riportata il dettaglio dei calcoli eseguiti suddiviso per zone.
4.1.1 Ingresso conferenze
PERDITE DI CALORE PER TRASMISSIONE – Ingresso conferenze
Struttura Esposizione Superficie Trasmittanza
Coefficiente
scambio termico
m2 W/m2 K W/K
Parete EXT 01 Ytong Intonacato
Nord 33,000 0,222 7,326
Parete EXT 01 Ytong Intonacato
Ovest 19,580 0,222 4,347
Parete EXT 04 Cappotto Baumit
Sud 16,520 0,217 3,585
Parete EXT 04 Cappotto Baumit
Ovest 33,620 0,217 7,296
Parete Nicchia 01 Aquapanel
NordOvest 12,380 0,200 2,476
Parete Nicchia 01 Aquapanel
NordEst 8,600 0,200 1,720
Copertura Nicchia KNAUF Nessuna 5,200 0,179 0,931
Solaio copertura Nessuna 128,200 0,238 30,512
PO FIN L.180 H.250 - Porta ingresso
Nord 4,500 1,800 8,100
PA VETRATA SCHUCO L.720 H.380
Sud 27,360 1,352 36,991
PO FIN SCHUCO L.90 H.210 - Porte Nicchie
NordEst 3,780 1,637 6,188
Pavimento a terra NO risc pav
133,400 0,220 20,815
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 20
Coefficiente di scambio termico per trasmissione Coefficiente di scambio termico per trasmissione Coefficiente di scambio termico per trasmissione Coefficiente di scambio termico per trasmissione 138,86138,86138,86138,86
PERDITE DI CALORE PER VENTILAZIONE – Ingresso conferenze
Volume netto locale m3 426,5
Ricambi orari 1/h 0,50
Portata d’aria m3/h 2.487,3
Efficienza recuperatore di calore 90%
Portata Effettiva m3/h 49,7
Coefficiente di scambio termicoCoefficiente di scambio termicoCoefficiente di scambio termicoCoefficiente di scambio termico per ventilazioneper ventilazioneper ventilazioneper ventilazione
W/KW/KW/KW/K 16,5816,5816,5816,58
POTENZA DI RIPRESA – Ingresso conferenze
Superficie riscaldata m2 115,2
Fattore di ripresa del riscaldamento
W/m2 16
Potenza di ripresa W 1.843
4.1.2 Laboratorio NE
PERDITE DI CALORE PER TRASMISSIONE – Laboratorio NE
Struttura Esposizione Superficie Trasmittanza
Coefficiente
scambio termico
m2 W/m2 K W/K
Parete EXT 01 Ytong Intonacato
Est 19,870 0,222 4,411
Parete EXT 01 Ytong Intonacato
Nord 33,710 0,222 7,484
Solaio copertura Nessuna 39,350 0,238 9,365
PO FIN SCHUCO L.90 H.250 - Laboratorio NE
Est 4,500 1,613 7,259
W18 - Serramento - Filo interno - Isolante sui lati esterni della parete
Est 13,600 0,200 2,720
Pavimento a terra SI risc pav
- 39,35 0,220 5,599
Coefficiente di scambio termico per trasmissione Coefficiente di scambio termico per trasmissione Coefficiente di scambio termico per trasmissione Coefficiente di scambio termico per trasmissione 36,83836,83836,83836,838
PERDITE DI CALORE PER VENTILAZIONE – Laboratorio NE
Volume netto locale m3 121,7
Ricambi orari 1/h 0,50
Portata d’aria m3/h 245,4
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 21
Efficienza recuperatore di calore 90%
Portata Effettiva m3/h 4,9
Coefficiente di scambio termicoCoefficiente di scambio termicoCoefficiente di scambio termicoCoefficiente di scambio termico per ventilazioneper ventilazioneper ventilazioneper ventilazione
W/KW/KW/KW/K 1,641,641,641,64
POTENZA DI RIPRESA – Laboratorio NE
Superficie riscaldata m2 32,5
Fattore di ripresa del riscaldamento
W/m2 16
Potenza di ripresa W 520
4.1.3 Laboratorio SE
PERDITE DI CALORE PER TRASMISSIONE – Laboratorio SE
Struttura Esposizione Superficie Trasmittanza
Coefficiente
scambio termico
m2 W/m2 K W/K
Parete EXT 02 Facciavista Terreal
Est 8,520 0,208 1,772
Parete EXT 03 Ventilata Terreal
Sud 28,010 0,232 6,498
Parete EXT 03 Ventilata Terreal
Est 2,750 0,232 0,638
Parete Nicchia 02 Legno
SudEst 8,020 0,209 1,676
Parete Nicchia 02 Legno
Est 11,800 0,209 2,466
Copertura Nicchia Legno
Nessuna 4,450 0,210 0,935
Solaio copertura verde Nessuna 44,530 0,200 8,906
PO FIN SCHUCO L.120 H.250 - Laboratorio SE
Sud 6,000 1,822 10,932
PO FIN SCHUCO L.90 H.210 - Porte Nicchie
SudEst 3,780 1,637 6,188
W18 - Serramento - Filo interno - Isolante sui lati esterni della parete
SudEst 12,000 0,200 2,400
W18 - Serramento - Filo interno - Isolante sui lati esterni della parete
Sud 14,800 0,200 2,960
Pavimento a terra SI risc pav
- 48,98 0,220 7,879
Coefficiente di scambio termico per trasmissione Coefficiente di scambio termico per trasmissione Coefficiente di scambio termico per trasmissione Coefficiente di scambio termico per trasmissione 53,25053,25053,25053,250
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 22
PERDITE DI CALORE PER VENTILAZIONE – Laboratorio SE
Volume netto locale m3 149,9
Ricambi orari 1/h 0,50
Portata d’aria m3/h 313,4
Efficienza recuperatore di calore 90%
Portata Effettiva m3/h 6,3
Coefficiente di scambio termicoCoefficiente di scambio termicoCoefficiente di scambio termicoCoefficiente di scambio termico per ventilazioneper ventilazioneper ventilazioneper ventilazione
W/KW/KW/KW/K 2,092,092,092,09
POTENZA DI RIPRESA – Laboratorio SE
Superficie riscaldata m2 41,5
Fattore di ripresa del riscaldamento
W/m2 16
Potenza di ripresa W 664
4.1.4 Servizi – Disimpegno - Ripostiglio
PERDITE DI CALORE PER TRASMISSIONE – Servizi – Disimpegno - Ripostiglio
Struttura Esposizione Superficie Trasmittanza
Coefficiente
scambio termico
m2 W/m2 K W/K
Parete EXT 02 Facciavista Terreal
Est 10,890 0,208 2,265
Parete EXT 03 Ventilata Terreal
Ovest 11,080 0,232 2,571
Parete EXT 03 Ventilata Terreal
Sud 11,340 0,232 2,631
Parete sommità disimpegno
Est 4,310 0,285 1,228
Parete sommità disimpegno
Ovest 4,310 0,285 1,228
Parete sommità disimpegno
Sud 4,480 0,285 1,277
Parete sommità disimpegno
Nord 7,690 0,285 2,192
Solaio copertura verde Nessuna 28,030 0,200 5,606
Copertura disimpegno Nessuna 4,050 0,680 2,754
FIN SCHUCO L.60 H.150 - Finestra servizio igienico
Est 0,900 1,903 1,713
Velux 245 x 340 Nessuna 8,330 1,400 11,662
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 23
W18 - Serramento - Filo interno - Isolante sui lati esterni della parete
Est 4,200 0,200 0,840
W1 - Serramento - Filo esterno - Isolante sul lato esterno della parete
Nessuna 11,700 0,000 0,000
Pavimento a terra NO risc pav
- 48,98 0,220 7,879
Coefficiente di scambio terCoefficiente di scambio terCoefficiente di scambio terCoefficiente di scambio termico per trasmissione mico per trasmissione mico per trasmissione mico per trasmissione 53,25053,25053,25053,250
PERDITE DI CALORE PER VENTILAZIONE – Servizi – Disimpegno - Ripostiglio
Volume netto locale m3 104,43
Ricambi orari 1/h 0,50
Portata d’aria m3/h 66,7
Efficienza recuperatore di calore 90%
Portata Effettiva m3/h 1,3
Coefficiente di scambio termicoCoefficiente di scambio termicoCoefficiente di scambio termicoCoefficiente di scambio termico per ventilazioneper ventilazioneper ventilazioneper ventilazione
W/KW/KW/KW/K 0,440,440,440,44
POTENZA DI RIPRESA – Servizi – Disimpegno - Ripostiglio
Superficie riscaldata m2 28,1
Fattore di ripresa del riscaldamento
W/m2 16
Potenza di ripresa W 450
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 24
4.2 Descrizione tecnica componenti utilizzati
4.2.1 Pompa di calore geotermica
La pompa di calore prevista è ottimizzata per sistemi geotermici con unità reversibili
per funzionare in riscaldamento, raffreddamento e produzione di acqua calda
sanitaria, tramite una eventuale valvola tre vie da installare esternamente all’unità. Esse
pssono essere abbinate ad impianti tradizionali o radianti. Questi ultimi, lavorando con
acqua a temperature più basse, assicurano un rendimento complessivo più elevato e
sono una soluzione particolarmente apprezzata per le nuove costruzioni a basso
consumo energetico e che puntano sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabili.
L'installazione è notevolmente semplificata: grazie all'integrazione del gruppo idronico
lato impianto e sorgente è sufficiente collegare la macchina all’impianto idrico ed
elettrico per poterla mettere in funzione.
Le pompe di calore ad energia geotermica sfruttano l’energia accumulata dal terreno,
ricca fonte di calore. La temperatura del terreno già pochi metri sotto la superficie si
mantiene circa costante durante l'arco dell'anno non subendo le fluttuazioni della
temperatura dell’aria. Questo fatto permette di estrarre calore dal terreno d'inverno
per riscaldare con una efficienza che si avvicina o supera il 400% e di cedere calore al
medesimo in estate per raffreddare, mantenendo una elevata efficienza, costante
durante tutto l’anno. Lo stesso principio si sfrutta per la produzione dell’acqua calda
sanitaria. Lo scambio di calore con il terreno avviene attraverso un insieme di tubi in
polietilene PP che possono essere interrati orizzontalmente a pochi metri di profondità
oppure verticalmente se lo spazio attorno all'edificio è limitato. Si parla di circuito chiuso
all’interno del quale solitamente scorre un fluido termovettore composto da acqua e
glicole a prevenire il congelamento del liquido.
I compressori saranno di tipo ermetico rotativo scroll, completi del riscaldatore del
carter, protezione termica elettronica con riarmo manuale centralizzato, motore
elettrico a due poli. Sarà presente un cappotto di isolamento acustico in gomma ad
alta densità.
Lo scambiatore sarà a piastre saldobrasate in acciaio AISI 316, esternamente rivestiti
con materassino anticondensa in neoprene a celle chiuse. Quando l'unità è in funzione,
la protezione contro la mancanza di flusso sarà assicurata da un pressostato
differenziale lato acqua.
Principali componenti del circuito frigorifero:
� refrigerante R410A
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 25
� filtro deidratore,
� indicatore passaggio liquido con segnalazione presenza umidità,
� valvole termostatiche con equalizzatore esterno,
� pressostati sicurezza alta e bassa pressione,
� valvola di ritegno
� valvola d'inversione di ciclo a 4 vie.
Principali componenti del circuito idraulico lato impianto:
� pompa di circolazione
� pressostato differenziale acqua
� vaso di espansione
� sfiato impianto
� rubinetti di scarico
� valvola di sicurezza
� attacchi di tipo maschio filettato.
Principali componenti del circuito idraulico lato sorgente:
� pompa lato sorgente
� pressostato differenziale acqua
� sfiato impianto
� rubinetti di scarico
� attacchi di tipo maschio filettato.
4.2.2 Caldaia a biomassa
Per quanto riguarda la caldaia a biomassa, sarà montata una caldaia modulare,
composta da moduli prefabbricati che consentono un rapido montaggio e massa
ridotta, con camera di combustione permeabile, non refrettaria, quindi massima
velocità di risposta. Camera di combustione in acciaio inox resistente al fuoco fino a
1550 °C. ed incamiciamento ad acqua.
La griglia sarà a ribaltamento su lame per una pulizia totalmente automatica della
camera di combustione e degli scambiatori di calore verticali e possibilità di estrarre le
ceneri in contenitore esterno.
Test di sicurezza IBS (Institut fur Brandschutztechnik und Sicherheitsforschung) sei
dispositivi di sicurezza, RSE protezione dal ritorno di fiamma, SLE spegnimento
indipendente, RSZ contro l'accensione accidentale, TUF controllo temperatura nel
bruciatore, TUB controllo temperature magazzino e controllo pressione bruciatore.
Combustione a risparmio energetico grazie al sensore Lambda e soffiante di
aspirazione con inverter.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 26
5 IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
Con riferimento a quanto precedentemente riportato al Cap.2 si riportano i dettagli di
calcolo che hanno portato all’individuazione dei carichi estivi e quindi al
dimensionamento della taglia dei sistemi di climatizzazione estiva.
Le condizioni di progetto considerate degli ambienti interni ed esterni, stabilite dalla
norma UNI 10339, sono di seguito riportate:
� condizioni interne
- temperatura bulbo secco: 26° C
- umidità relativa: 55%
� condizioni esterne, città di riferimento: Venezia
- temperatura bulbo secco: 31° C
- umidità relativa: 51%
- titolo: 14,4 gvapore/kgaria secca
- latitudine: 45° 30’
CARICHI DI PROGETTO PER RAFFRESCAMENTO
Locale Carico Sensibile
[W]
Carico Latente
[W]
Fattore di carico
specifico
[W/m3]
Ingresso conferenze 18.110 5.725 42,5
Laboratorio NE 4.046 935 33,2
Laboratorio SE 5.492 1.075 36,6
Servizi – Disimpegno - Ripostiglio
4.045 - 38,9
TOTALETOTALETOTALETOTALE 31.69331.69331.69331.693 7.7357.7357.7357.735 39,539,539,539,5
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 27
5.1 Carichi di raffrescamento
Durante il periodo estivo, l’escursione termica dell’aria esterna avviene con entità molto
maggiore attorno a valori medi prossimi a quelli ambiente previsti ai fini progettuali. È è
dunque imprescindibile una valutazione dei carichi di raffrescamento senza tenere
conto di tale aspetto. Senza dimenticare che la radiazione solare, che rappresenta un
apporto positivo per il bilancio termico invernale, comporta un incremento al flusso
entrante e questo induce un aumento della potenza termica da asportare all’impianto
di climatizzazione.
5.1.1 Flusso termico attraverso sistemi vetrati
Con riferimento a quanto prescritto dalla normativa UNI 10349, per quanto riguarda
l’irradianza solare di luoghi a latitudini diverse da quelle indicate nella norma, e
considerando che il Comune di riferimento è Mirano (VE) e si trova ad una latitudine di
45° 29’ N, sono stati calcolati i valori dell’intensità della radiazione filtranti attraverso i
sistemi vetrati dell’edificio.
Eseguendo il calcolo, i carichi stimati sono quelli indicati nella tabella seguente:
FLUSSO TERMICO ATTRAVERSO SISTEMI VETRATI
Locale Esposizione /
ora massimo
irraggiamento
Superficie
[m2]
SH K
[W/m2K]
n Carico
frigorifero
[W]
Ingresso Ingresso Ingresso Ingresso conferenzeconferenzeconferenzeconferenze
5.6115.6115.6115.611
Porta ingresso N / 18.00 4,5 0,36 1,8 0,8 380
Vetrata SUD S / 12.00 27,36 0,36 1,352 0,8 4.500
Porte Nicchie NE / 17.00 3,78 0,36 1,637 0,8 731
Laboratorio NELaboratorio NELaboratorio NELaboratorio NE 994994994994
Porta finestra E / 9.00 4,5 0,36 1,613 0,8 994
Laboratorio SELaboratorio SELaboratorio SELaboratorio SE 1.8001.8001.8001.800
Porta finestra S / 12.00 6,00 0,36 1,822 0,8 1.005
Porte Nicchie E / 9.00 3,78 0,36 1,637 0,8 795
ServiziServiziServiziServizi –––– DisimpegnoDisimpegnoDisimpegnoDisimpegno ---- RipostiglioRipostiglioRipostiglioRipostiglio
3.6033.6033.6033.603
Finestra servizio igienico E / 9.00 6,00 0,36 1,822 0,8 200
Velux 245 x 340 H / 12.00 3,78 0,36 1,637 0,8 3.402
TOTALETOTALETOTALETOTALE 12.00712.00712.00712.007
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 28
Si evince che le varie stanze sono sottoposte a dei carichi massimi che varano in base
alle esposizioni, in particolare, complessivamente i carichi massimi si hanno alle
seguenti ore del giorno:
� ore 12.00: 6,3 kW
� ore 9.00: 1,8 kW
� ore 17.00: 0,7 kW
� ore 18.00: 0,4 kW
ciò porta a concludere che il carico massimo il carico massimo il carico massimo il carico massimo sensibilesensibilesensibilesensibile da considerare per il da considerare per il da considerare per il da considerare per il
dimensionamento dell’impianto di condizionamento è di dimensionamento dell’impianto di condizionamento è di dimensionamento dell’impianto di condizionamento è di dimensionamento dell’impianto di condizionamento è di 6,3 6,3 6,3 6,3 kW.kW.kW.kW.
5.1.2 Flusso termico attraverso le strutture opache
Di seguito si riportano i valori caratteristici considerati per il calcolo della temperatura
sole-aria delle diverse superfici opache dell’edificio e i carichi frigorifici che ne derivano.
FLUSSO TERMICO ATTRAVERSO SUPERFICI OPACHE
Locale Superficie
[m2]
Temperatura
sole aria]
Trasmittanza
[W/m2K]
Carico
frigorifero
Ingresso Ingresso Ingresso Ingresso conferenzeconferenzeconferenzeconferenze 1.6791.6791.6791.679
Parete EXT 01 Ytong Intonacato
33 34,7 0,222 86
Parete EXT 01 Ytong Intonacato
19,58 51,6 0,222 124
Parete EXT 04 Cappotto Baumit
16,52 41,3 0,217 66
Parete EXT 04 Cappotto Baumit
33,62 51,6 0,217 208
Parete Nicchia 01 Aquapanel
12,38 46,0 0,2 57
Parete Nicchia 01 Aquapanel
8,6 38,8 0,2 27
Copertura Nicchia KNAUF 5,2 58,3 0,179 33
Solaio copertura 128,2 58,3 0,238 1.078
Parete EXT 01 Ytong Intonacato
33 34,7 0,222 86
Laboratorio NELaboratorio NELaboratorio NELaboratorio NE 512512512512
Parete EXT 01 Ytong Intonacato
19,87 44,3 0,222 94
Parete EXT 01 Ytong Intonacato
33,71 34,7 0,222 87
Solaio copertura 39,35 58,3 0,238 331
Laboratorio SELaboratorio SELaboratorio SELaboratorio SE 602602602602
Parete EXT 02 Facciavista Terreal 8,52 44,3 0,208 38
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 29
Parete EXT 03 Ventilata Terreal
28,01 41,3 0,232 119
Parete EXT 03 Ventilata Terreal
2,75 44,3 0,232 14
Parete Nicchia 02 Legno 8,02 41,9 0,209 32
Parete Nicchia 02 Legno 11,8 44,3 0,209 52
Copertura Nicchia Legno 4,45 58,3 0,21 33
Solaio copertura verde 44,53 58,3 0,2 315
ServiziServiziServiziServizi –––– DisimpegnoDisimpegnoDisimpegnoDisimpegno ---- RipostiglioRipostiglioRipostiglioRipostiglio
442442442442
Parete EXT 02 Facciavista Terreal
10,89 44,3 0,208 48
Parete EXT 03 Ventilata Terreal
11,08 51,6 0,232 73
Parete EXT 03 Ventilata Terreal
11,34 41,3 0,232 48
Parete sommità disimpegno
4,31 44,3 0,285 26
Parete sommità disimpegno
4,31 51,6 0,285 35
Parete sommità disimpegno
4,48 41,3 0,285 23
Parete sommità disimpegno
7,69 34,7 0,285 26
Solaio copertura verde 28,03 31,0 0,2 45
Copertura disimpegno 4,05 58,3 0,68 97
TOTALETOTALETOTALETOTALE 3.2153.2153.2153.215
5.1.3 Carichi per aria primaria e deumidificazione
La necessità di mantenere gli ambienti ad un adeguato livello di IAQ (Indoor Air Quality),
implicano la necessità di trattare l’aria interna garantendo un adeguato tasso di umidità
e di presenza di polveri ed impurità.
Se il trattamento dell’aria per quanto dal punto di vista delle impurità avviene on
apposite batterie di filtri che non necessitano di apporti di energia termica o frigorifera, il
processo per la regolazione dell’umidità prevede generalmente un carico termico e
frigorifero.
Ne caso in esame è previsto che 1/3 della portata d’aria di rinnovo da trattare sia
prelevata direttamente dall’esterno e portata alle condizioni di progetto (temperatura e
umidità) previste. Ciò implica una carico frigorifero sensibile e latente. I restanti 2/3 della
portata saranno trattati mediante il ricircolo dell’aria interna, con batteria di recupero
per ridurre i consumi energetici.
In base alle citate considerazioni si riportano nella tabella che segue i carichi frigoriferi
ottenuti.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 30
CARICHI FRIGORIFERI PER ARIA PRIMARIA E DEUMIDIFICAZIONE
Locale Portata di
rinnovo
richiesta
[m3/s]
Portata
d’aria
primaria
[m3/s]
Carico
sensibile
[kW]
Carico latente
[kW]
Sala conferenze 0,690 0,230 2,54 2,62
Laboratorio 1 0,091 0,030 0,34 0,35
Laboratorio 2 0,105 0,035 0,39 0,40
TOTALETOTALETOTALETOTALE 0,8860,8860,8860,886 0,2950,2950,2950,295 3,273,273,273,27 3,363,363,363,36
È stata considerata una densità dell’aria pari a 1,225 kg/m3 e un calore specifico di
1,805 kJ/kg K
5.1.4 Carichi interni
Secondo quanto indicato al paragrafo 2.2.3 Si riportano nella tabella le potenze
richieste.
FATTORI DI CARICO INTERNO
ILLUMINAZIONE AFFOLLAMENTO CARICHI
INTERNI
Locale
Superficie
[m2]
Potenza
installata
Fattore di
carico
sensibile Carico per persona F.C.
Indice per
m2
sensibile latente
Sala conferenze
115 575 100% 70 45 0,8 25 W/m2
Laboratorio 1 43 215 100% 70 45 0,8 25 W/m2
Laboratorio 2 50 400 100% 70 45 0,8 25 W/m2
In definitiva i carichi sono i seguenti:
CARICHI FRIGORIFERI PER APPARECCHIATURE INTERNE
Locale Illuminazione Affollamento Apparecchiature
interne TOTALE
sensibile
[W]
latente
[W]
sensibile
[W]
latente
[W] sensibile
[W] latente
[W]
sensibile
[W]
latente
[W]
Sala conferenze 575 - 4.830 3.105 2.875 - 8.280 3.105
Laboratorio 1 215 - 910 585 1.075 - 2.200 585
Laboratorio 2 400 - 1.050 675 1.250 - 2.700 675
TOTALETOTALETOTALETOTALE 13.18013.18013.18013.180 4.3654.3654.3654.365
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 31
5.2 Descrizione tecnica componenti utilizzati
5.2.1 Unità canalizzabile per il rinnovo e la deumidificazione
dell’aria ambiente
Verrà installata una unità di trattamento aria con recupero di calore ad alta efficienza e
per trattamento di deumidificazione estiva, con impostazione portata aria esterna ed
eventuale funzionamento in parziale ricircolo. Portata aria di rinnovo da 80 a 200 m³/h
impostabile e rilevata automaticamente tramite pannello utente. Autocontrollo sulla
pulizia dei filtri. Costruzione monoblocco con unione di 2 sezioni: sezione di recupero e
sezione di trattamento aria (condensata ad aria).
Recuperatore di calore sull’aria di espulsione in controcorrente, ad alta efficienza
(>90%). Avrà funzionalità di rinnovo aria, ventilazione, deumidificazione, integrazione
potenza sensibile estiva e invernale (a comando qualora fosse necessario). Unità
equipaggiata con 4 serrande motorizzate, già installate e cablate, che permettono la
gestione automatica di tutte le funzioni. Lo smaltitore di calore è posto sul canale di
espulsione atto a ridurre i consumi energetici sia in funzionamento di deumidificazione
che di integrazione. Potenza sensibile estiva gratuita, cioè senza gravare sul
generatore di acqua refrigerata. Controllo remoto utente per selezionare e impostare
le varie funzionalità dellla UC.
CARATTERISTICHE UTA
Potenza elettrica massima assorbita 596 W
Efficienza recuperatore di calore 90%
Capacità di deumidificazione ricircolo 37,8 lt/24 h*
Capacità di deumidificazione rinnovo 44,6 lt/24h *
Portata aria di rinnovo 160 m3/h
Portata aria in immissione fino a 300 m3/h
Prevalenza ventilatore di espulsione fino a 305 Pa**
Prevalenza ventilatore d’immissione fino a 334 Pa**
*26° C, U.R. 65% ** con portata 80 m3/h
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 32
6 IMPIANTO ELETTRICO
NORME TECNICHE E LEGGI DI RIFERIMENTO
Nella scelta e nell’installazione dei vari componenti elettrici verranno rispettate le
seguenti norme tecniche CEI:
• CEI 64-8 per l’impianto nel suo complesso;
• CEI 64-8/15 per l’impianto in edifici pregevoli;
• CEI 23-51 per i quadri elettrici per uso domestico e similare;
• CEI 20-19 per i cavi isolati in EPR con tensione nominale non superiore a
450/750 V e non propaganti l’incendio;
• CEI 23-3 per gli interruttori automatici per impianti domestici e similari;
• CEI 23-50 per le prese a spina per usi domestici e similari;
• CEI 23-39 per i sistemi di tubi ed accessori;
• CEI 23-9 per gli apparecchi di comando non automatici per uso domestico e
similare;
• CEI 23-42 e 23-44 per gli interruttori differenziali puri e gli interruttori
magnetotermici differenziali per usi domestici e similari;
• CEI 34-21 per gli apparecchi d’illuminazione.
Tutti gli impianti, i materiali e le apparecchiature dovranno essere realizzati a regola
d’arte, come prescritto dalla Legge n°186 del 1/3/68 e dal Decreto Ministeriale n. 37 del
22 gennaio 2008.
Le principali leggi alle quali occorre attenersi nella realizzazione degli impianti sono:
• DPR 547 del 15/4/55: prevenzione degli infortuni sul lavoro;
• Legge 186 del 1/3/68: impianti elettrici ed elettronici;
• Legge 791 del 18/10/77: garanzie di sicurezza del materiale elettrico;
• DM del 10/4/84: eliminazione dei radiodisturbi;
• DL 626 del 26/11/96: marcatura CE del materiale elettrico.
6.1 Descrizione Tecnica
L’impianto elettrico è costituito linee di alimentazione ai corpi illuminanti, alle macchine
termiche, alle prese elettriche e da un quadro elettrico posto in apposito vano muniti di
chiusura con chiave, in modo da non poter essere manovrati da persone diverse da
quelle autorizzate.
Ogni linea di partenza dal quadro sarà protetta mediante interruttore magnetotermico
differenziale di opportuna taglia.
Al fine di ridurre i consumi saranno usate attrezzature a risparmio energetico capaci di
sfruttare lenuove3 tecnologia basate sul risparmio energetico (macchine tecniche ad
alto COP, luci a led …)
In copertura sarà messo un impianto fotovoltaico posizionato sui parapetti laterali e i
lucernai. La produzione di energia elettrica da fonti di energia rinnovabile alimenterà il
quadro elettrico generale e sarà comunque del tipo “grid connected”.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 33
È previsto in ogni caso un sistema sperimentale di accumulo a batteria per lo
stoccaggio in loco dell’energia elettrica prodotta.
Le principali utenze servite dall’impianto elettrico saranno:
� le motocondensanti delle pompe di calore previste per il riscaldamento
� i ventilatori dell’unità di trattamento aria
� i ventilconvettori e i terminali di emissione a cassetta
� i sistemi di circolazione e pompaggio dell’acqua per il riscaldamento
� l’impianto di illuminazione composta da apparecchi a led opportunamente
disposti
� le prese di forza da 220V
� l’impianto di illuminazione e sicurezza, di cui si prevedono sei apparecchi
autoalimentati facenti capo ad un unico circuito ed aventi autonomia di almeno
un’ora e collocati in corrispondenza delle uscite di emergenza.
6.1.1 Misure di protezione contro i contatti indiretti
La protezione contro i contatti indiretti è attuata mediante l’interruzione automatica
dell’alimentazione, ottenuta dal coordinamento tra l’impianto di terra e le protezioni
differenziali da predisporre nel quadro elettrico, secondo la relazione:
RA Idn ≤ 25
Essa vale per gli ambienti non ordinari dei sistemi TT, essendo RA la resistenza del
collegamento a terra della massa e Idn la corrente differenziale nominale
dell’interruttore.
Solo per i contatti con la struttura del quadro elettrico, non essendoci a monte un
interruttore differenziale, si prevede la protezione mediante componenti di classe II
(doppio isolamento).
6.1.2 Misure di protezione contro i contatti diretti
La protezione contro i contatti diretti è di tipo totale, per impedire sia il contatto
accidentale che quello volontario, adatta per luoghi accessibili a persone non
addestrate.
Viene messa in atto attraverso l’isolamento delle parti attive e l’uso di involucri con
grado di protezione IPXXD per le parti che possono essere toccate.
La protezione addizionale mediante interruttori differenziali ad alta sensibilità (0.03 A) è
prevista a monte dei circuiti.
6.1.3 Misure di protezione contro le sovracorrenti
La protezione dalle sovracorrenti, dovute a sovraccarichi e corto circuiti, delle varie
linee viene attuata con interruttori automatici corredati di sganciatori magnetotermici,
oltre a quelli differenziali per la protezione contro i contatti indiretti, in modo da
realizzare una protezione combinata.
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA -IMPIANTI 34
I dispositivi hanno le seguenti caratteristiche:
� Ubicazione alla partenza delle linee, all’interno del quadro elettrico generale; la
lunghezza della linea è modesta e non attraversa ambienti a maggior rischio in
caso d’incendio;
� Tensione nominale 230 V per gli apparecchi monofase;
� Tensione nominale 400 V per gli apparecchi trifase;
� Corrente nominale scelta secondo la relazione:
Ib ≤ In ≤ Iz
L’altra condizione (If ≤ 1.45Iz) per gli interruttori automatici è già verificata se vale la
prima;
� Potere d’interruzione nominale, per tutti gli interruttori del quadro elettrico
generale, Icn = 6 kA, superiore alla corrente di corto circuito presunta nel punto
d’installazione;
� Caratteristica d’intervento tipo C.
UNITA’UNITA’UNITA’UNITA’
DIDIDIDI
IMPIANTOIMPIANTOIMPIANTOIMPIANTO
CIRCUITO 1CIRCUITO 1CIRCUITO 1CIRCUITO 1
N°N°N°N°
FASIFASIFASIFASI
TENSIONETENSIONETENSIONETENSIONE
(V)(V)(V)(V)
POTENZA POTENZA POTENZA POTENZA CONVENZIONALECONVENZIONALECONVENZIONALECONVENZIONALE
(W)(W)(W)(W)
CORRENTE CORRENTE CORRENTE CORRENTE DI IMPIEGODI IMPIEGODI IMPIEGODI IMPIEGO
(A)(A)(A)(A)
1 Pompa geot. 1+N 220 1700 8,5
1 Caldaia biom 1+N 220 3700 18,68
1 Pompa di ril 1+N 220 400 2,02
1 Aria primaria 1+N 220 600 3
Per la prima unità di impianto 6400 W = 6,4 KW al valore di potenza convenzionale di
6,4 KW corrisponde una corrente di impiego della linea principale di 32,3 Amper per
una fornitura di corrente alternata monofase di 230 V e fattore di potenza
convenzionale di 0.9
UNITA’UNITA’UNITA’UNITA’
DIDIDIDI
IMPIANTOIMPIANTOIMPIANTOIMPIANTO
CIRCUITO 2CIRCUITO 2CIRCUITO 2CIRCUITO 2
N°N°N°N°
FASIFASIFASIFASI
TENSIONETENSIONETENSIONETENSIONE
(V)(V)(V)(V)
POTENZA POTENZA POTENZA POTENZA CONVENZIONALECONVENZIONALECONVENZIONALECONVENZIONALE
(W)(W)(W)(W)
CORRENTE CORRENTE CORRENTE CORRENTE DI IMPIEGODI IMPIEGODI IMPIEGODI IMPIEGO
(A)(A)(A)(A)
1 Luce 1+N 220 1700 8,5
1 Prese 10 A 1+N 220 2366 10
1 Prese 16 A 1+N 220 2366 16
1 Luci emerg. 1+N 220 100 0,5
1 Segnalazione 2P 24 100 4,2
Per la seconda unità di impianto 4300 W al valore di potenza convenzionale di 4,3 KW
corrisponde una corrente di impiego della linea principale di 22,7 A per fornitura di
corrente alternata monofase di 220 V e fattore di potenza convenzionale di 0,9
RELAZIONE TECNICA E SPECIALISTICA – IMPIANTI 35
UNITA’UNITA’UNITA’UNITA’
DIDIDIDI
IMPIANTOIMPIANTOIMPIANTOIMPIANTO
CIRCUITO 3CIRCUITO 3CIRCUITO 3CIRCUITO 3
N°N°N°N°
FASIFASIFASIFASI
TENSIONETENSIONETENSIONETENSIONE
(V)(V)(V)(V)
POTENZA POTENZA POTENZA POTENZA CONVENZIONALECONVENZIONALECONVENZIONALECONVENZIONALE
(W)(W)(W)(W)
CORRENTE DI CORRENTE DI CORRENTE DI CORRENTE DI IMPIEGOIMPIEGOIMPIEGOIMPIEGO
(A)(A)(A)(A)
1 N3 fancoil 1+N 220 300 1,5
1 Pompa di cal. 3+N 380 6300 12
1 Pompa di cal 3+N 380 3800 7,22
1 Espansione dir 1+N 220 3440 17,3
Per la terza unità di impianto 13840 W =13,84 KW al valore di potenza convenzionale di
13,84 KW corrisponde una corrente di impiego della linea principale di 26,2 A per
fornitura di corrente alternata Trifase 380 V e fattore di potenza convenzionale di 0,8
Le caratteristiche di coordinamento per la protezione contro i sovraccarichi sono
indicati nella seguente tabella :
CIRCUITOCIRCUITOCIRCUITOCIRCUITO LINEALINEALINEALINEA INTERRUTTOREINTERRUTTOREINTERRUTTOREINTERRUTTORE SEZIONESEZIONESEZIONESEZIONE CAVOCAVOCAVOCAVO PORTATAPORTATAPORTATAPORTATA CDTCDTCDTCDT
Ib [A] In [A] [mm²] TIPO Iz [A] ∆V [%]
Pompa geot
8,5 16 4 FG7OR 33 1,39
Caldaia bio. 18,68 25 4 FG7OR 33 1,32
Pompa ril. 2,02 6 2,5 FG7OR 25 0,5
Aria prim 2,8 6 2,5 FG7OR 25 0,72
Fancoil 1,5 6 4 FG7OR 33 0,4
Pompa di c. int
12 16 4 FG7OR 30 1,14
Pompa di c. int
7,22 16 4 FG7OR 30 0,72
Sist.esp.dir 17 25 6 FG7OR 42 1,81
Luce 8,58 16 4 FG7OR 33 1,5
Presa 10 A 10 10 4 FG7OR 33 1,74
Presa 16 A 16 16 4 FG7OR 33 2,79