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ESOTERISMO: La Qabbalah e i suoi simboli
ESOTERISMO : L'Alchimia
PARANORMALE: Il sottile confine del tempo
GLI SPECIALI: Le profezie di MalachiaLUOGHI MISTERIOSI: IL Cimitero dei frati
Periodico di informazione culturale curato dallAssociazione Culturale Dal Tramonto allAlba
ESOTERISMO: La Qabbalah e i suoi simboli
ESOTERISMO : L'Alchimia
PARANORMALE: Il sottile confine del tempo
GLI SPECIALI: Le profezie di MalachiaLUOGHI MISTERIOSI: IL Cimitero dei frati
ESOTERISMO: La Qabbalah e i suoi simboli
ESOTERISMO : L'Alchimia
PARANORMALE: Il sottile confine del tempo
GLI SPECIALI: Le profezie di MalachiaLUOGHI MISTERIOSI: IL Cimitero dei frati
Oltreilconfinen1.RivistatelematicaacuradellAssociazioneCulturaleDalTramontoall-Alba
Oltreilconfinen1.RivistatelematicaacuradellAssociazioneCulturaleDalTramontoall-Alba
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Oltre il confine.Oltre quella soglia che il raziocinio ci im-pedisce di guadare, oltre quel sottile veloche separa il possibile dallimpossibile,oltre la visione preconcettuale di un mon-do basato su archetipi dogmatici; oltre,fino al Vero.
Questo progetto nasce con lo scopo diapprofondire quei temi studiati oramai daanni dallo staff e dai collaboratori diDaltramontoallalba.it: parapsicologia,ufologia, esoterismo, archeomitologia,criptozoologia e tutte le scienze di con-fine che il mondo accademico non vuo-le assolutamente canonizzare.E vero, siamo nel ventunesimo secolo,eppure la scienza ufficiale grida ancoraalleretico quando tentiamo di docu-mentare seriamente il possibile interven-to dellenergia psichica sulla materia;minimalizza i centinaia di avvistamentiUFO comprovati che ogni giorno si re-gistrano in ogni parte del globo;ridicolizza coloro che, a seguito di unserio percorso meditativo, asseriscono disviluppare una forza terapeutica in gra-do di sanare qualsiasi male fisico.Perch, invece di scartare a priori questifenomeni, non si cerca di affrontarli con
Editoriale
Editoriale
il dovuto rispetto? Forse perch, canoniz-zando una sola di queste teorie di confi-ne, le convinzioni e i dogmi della scien-za materialista contemporanea si sgreto-lerebbero in un batter docchio.Il periodico sar prodotto dalla neonataAssociazione Culturale Dal Tramonto al-lAlba (http://www.daltramontoallalba.it/associazione), Associazione nata propriocon lo scopo di studiare, indagare e di-vulgare le tematiche che rientrano nel-lambito della parapsicologia, ufologia edesoterismo, sar liberamente reperibile dalnostro sito internet solo per i primi trenumeri, dal quarto, ogni edizione sar
esclusivamente scaricabile dai soci e daalcuni siti che collaborano strettamentecon il nostro portale e la nostra Associa-zione.Al suo interno saranno inseriti i miglioriarticoli di ogni aggiornamento diDaltramontoallalba.it e tutti i lavori (ar-ticoli, dossier, relazioni, indagini) prodottidai soci dellAssociazione, il giornale in-fatti anche il mezzo che permette al so-
cio di pubblicare e divulgare le proprieteorie o studi. Concludo invitando tutti inostri soci, collaboratori o semplici visi-tatori a non rinunciare mai allo studio diqueste tematiche solo perch non si ap-partiene alla ristretta cerchia del mondoaccademico, chiunque pu dedicarsi conesiti positivi a questo tipo di ricerca, oc-corre solo volont ed impegno.
Michele MorettiniPresidente dellAssociazione Culturale
Dal Tramonto allAlba
Copertina: Massimiliano Lo Cicero
OLTRE IL CONFINE
Rivista telematica a cura dellAssocia-
zione cuturale Dal Tramonto allAlba
Anno I N.ro 1
Direttore testata: Massimiliano Lo Cicero
Progetto grafico: Massimiliano Lo Cicero
Collaboratori n.1:Paolo Petitto, MircoNiero, Stefano Tansini, Simone Marcelli,Elisa Palmieri
Pubblicit: [email protected]
Lo Staff di Dal Tramonto allAlba declina ogni responsa-bilit, sul contenuto degli articoli redatti dai collaborato-ri.
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Sommario
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88Il sottile confine del tempo
10Le Profezie di Malachia
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44La Qabbalah e i suoi simboli
1414Lalchimia
Sommario
Cimitero dei frati Capuccini
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Esoterismo
La Qabbalah e i suoi simboliNon esiste altro mondo fuorch il mondo spirituale. Quello che noi chiamiamo mondo sensibile il Male
nel mondo spirituale.FRANZ KAFKA
uando Mos, il grande iniziatoebreo, scese dal monte Sinai con le
sue enigmatiche tavole, forse esit nelmostrarle al suo popolo. Da una partevera il sospetto che esso potesse frainten-derle; dallaltra egli era consapevole delfatto che senza unulteriore spiegazioneera pressoch impossibile decidere a cosa
alludessero con quei precettiapparentemente cos chiari e in tutti isensi lapidari.Dunque linsegnamento segreto di Mos,di colui che aveva conosciuto lEgitto dapadrone ed ora Israele da profeta efondatore, fu trasmesso da lui ai settantaanziani ebrei affinch essi lo tramandas-sero di generazione in generazione.Qabbalah ( questa la traslitterazione picorretta dallebraico) significa semplice-
mente tradizione, ma si presume laradizione per antonomasia, la tradizionedi vera conoscenza che, per via orale, giunta fino agli ebrei contemporanei. Tuttisanno che le tradizioni, per quanto protette
da vari e a volte ingegnosi riti, inesora-bilmente cambiano. O, peggio, sideteriorano, fino a tradire il messaggiooriginario.Ora, sempre arduo investigare le volontaltrui, specialmente se tali volont si
ritengono occulte o comunque destinatea pochi. Il paradosso di ogni disciplina
esoterica si rivela in modo lampante nellostudio della Qabbalah: pi ci si concentrasulla lingua ebraica e sui suoi fonemimisteriosi, pi il legame che esiste traparola e parola, tra versetto e versetto, tramaestro e discepolo appare come unenigma irrisolto. Io non conosco la linguaebraica, la lingua parlata si favoleggia
dagli stessi angeli per la sua bellezza eper la sua capacit di evocare lo spirito;eppure, i pochi suoni che ho avuto laventura di ascoltare mi richiamavanoverit perdute, sepolte sotto la polvere deltempo.Insomma, Mos avrebbe tenuto per s eper pochi adepti le verit, o meglio lenozioni pi importanti attraverso le qualiinterpretare il Pentateuco (i primi cinquelibri della Bibbia, la Torah, il sapere
essoterico), che anche i cristiani sonocostretti a rileggere non senza un brividometafisico. Molte infedelt riguardano letraduzioni (come nel caso della celebrecostola di Adamo, nel testo ebraico in
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Esoterismo
realt il cuore, o dellaltrettanto celebremela del Genesi, mai nominata nellorigi-nale,anche perch pi probabile che
albero intoccabile fosse un fico), ma pinumerose sono quelle che ci narrano delentativo di scoprire il vero significato del
mondo attraverso il linguaggio, quellostesso linguaggio con cui Adamo conoscee cose e gli esseri attorno a lui nomi-
nandoli per la prima volta. Il linguaggioha un valore sacro che noi moderniabbiamo quasi del tutto perduto in quanto,nvece di considerare la parola come
evocativa, la consideriamo mero strumen-
o dei nostri desideri o, peggio, dellanostra brama di potere.Gershom G. Scholem ha ipotizzato che laQabbalah sia nata nella Francia meri-dionale, nellet in cui i Catari dif-fondevano il loro credo. Dunque per luisi sarebbe verificata una sorta di osmosira le due dottrine, che non a caso si
propongono essenzialmente come inter-pretazioni della Bibbia. Con la Qabbalahnasce una nuova bibbia, sebbene essa noncnfuti quella originaria (ma qual poi ilLibro Sacro Originario?): i cabalistiaffermano che esistono cio due possibilietture, una destinata al popolo ed una
destinata agli iniziati. A dire il vero, se
dovessimo esaminare la storia delleinterpretazioni cabalistiche da Isacco ilCieco in poi, dovremmo ammettere che,
pi che proporre nuove interpretazioni,essi cercano tutti i possibili nomi di Dio,
degli angeli e dei dmoni che paiononascosti nel testo, nomi che consentonodi dominare il mondo e luomo. LaQabbalah uninterrogazione continua. Sipensi che il valore numerico della parolauomo, in ebraico, lo stesso della parola
domanda, come a sottolineare chelessenza della nostra condizione risiedenel chiedere, nel pregare, nel provocarepersino.Ora, il cabalista pu creare o distruggereun mondo, pu creare o distruggere ungolem. Pu dar vita a una zolla di terra ostaccarla dal suo contesto, renderla cioinsignificante, tramite il potere dellaparola, del flatus vocis, del Verbo cheacquista senso solo se qualcuno glielo d.Ablfiya sosteneva che esistono tre vieper lelevazione spirituale: la via ascetica(negativa), la via filosofica (di pocomigliore) e la via cabalistica, la quale siserviva della scienza della combinazionedelle lettere (hok-mat ha-tseruf); lo Zhar,lopera pi importante della misticaebraica e testo canonico della Qabbalah,ci fa sapere che Adamo, prima diassaggiare il frutto che lo perder, avevatracciato sul volto le ventidue letteredellalfabeto ebraico: in seguito il loro
ordine, sconvolto, sconvolger a sua voltail suo essere morale.
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e quasi impenetrabile, anche e soprattuttoper chi conosce lebraico, in quanto il suoinguaggio al tempo stesso tanto palese
da apparire invisibile e tanto oscuro dasvanire. Ecco perch alcuni esimi studiosi
e filosofi del Rinascimento, come Picodella Mirandola, credevano di riconoscerenel sistema cabalistico la sintesi miglioredel simbolismo comune a tutte le grandireligioni, un simbolismo che consentivadi interpretare simbolicamente il Numerodi Pitagora non meno delle Sephirt.La Qabbalah pertanto una teologiasimbolica in cui non solo le lettere e i nomisono simboli delle cose, ma anche le coserappresentano emblematicamente le ideedivine.liphas Lvi, un cabalista dellOttocento,considerava la Qabbalah una specie dialgebra della fede, e nella sua visionariaerudizione fuse i suoi simboli con quellidella magia, fino a credere che si potessecreare una sintesi universale: solo graziealla Qabbalah tutto avrebbe unaspiegazione ed ogni antitesi pu esseresuperata e conciliata. una dottrina chevivifica e feconda tutte le altre; nondistrugge nulla, anzi offre una ragion
dessere a tutto ci che . In questo sensosecondo Lvi la vita e la morte, lanima el corpo ritornano a una condizione loro
propria, a patto che ci accetti la veritfondamentale secondo la quale tuttomuore perch tutto vive: se fosse possibileeternare una forma si fermerebbe ildivenire e saremmo di fronteallunica vera morte. Questodunque il compito della
Qabbalah: restaurare la tradizione di veritche considera il movimento (leggi: lacreazione) unemanazione della divinitstessa.Lanima senza corpo sarebbe
dappertutto, ma in misura talmenteridotta che non potrebbe agire da nessuna
parte; sarebbe perduta nellinfinito e
assorbita e come annientata in Dio.
Pensate ad una goccia dacqua dolce
racchiusa in una sfera e gettata in mare;
finch la sfera non si rompe, la goccia
dacqua rimarr della sua vera natura,
ma se si rompe provate a cercare la goccia
dacqua in mare.1
Un esempio di come le Sephirt possanoessere ancora vitali come simboli ci vienedal romanzo Il pendolo di Foucault diUmberto Eco2. I tre protagonisti, redattorieditoriali della Garamond, finanziata daun istituto di psicologia, sono alla ricercadi quel cammino abbreviato di cui parlavaSteiner: sia Jacopo Belbo, spettatoreintelligente e pessimista dal sarcasmomelanconico, sia Casaubon, il narratoreche si laurea in filosofia bench siadefinito barbaro dai compagni per la suaincredulit, sia Diotallevi, devoto lui s
alla Qabbalah, ma sostanzialmente ateo,di unindulgenza intellettuale che puapparire persino offensiva, tutti e tre iprotagonisti sono coinvolti in una ricercacabalistica incentrata sulle dieci Sephirt,le quali si manifestano nei modi e neitempi pi diversi e sorprendenti, quasi chele fantasie degli gnostici del II secolo dopoCristo o la storia dei Templari, quella deiRosacroce o quella di qualsiasi gruppo
esoterico abbia operato sulla terra,
non fossero altro che diverse epifaniedelle Idee divine. Il sincretismo tipico dei cabalisti e in
genere degli
Gershom Scholem
Foto Tratte da:
iniziati, ma Eco non fa che metterlo inridicolo, cos come la pretesa dinter-pretare ogni simbolo come fosse unillu-minazione in miniatura. Il problema dice a un certo punto Casaubon non trovare relazioni occulte fra Debussy e iTemplari. Lo fanno tutti. Il problema trovare relazioni occulte, per esempio, trala Cabbala e le candele dellautomobile.3
Sempre per una sorta di sfida intellettualee ironica, Belbo far corrispondere infattialle dieciSephirt le dieci articolazioni dellauto-mobile che compongono lalbero-motore(lAmore, ad esempio, sar la frizione ela Giustizia diventer il cambio).Gershom Scholem, il fine storico,traduttore e interprete della Qabbalah,avrebbe sorriso sia del tentativo romanticodi eternare i simboli cabalistici rendendoliarchetipi senza tempo, sia del tentativo diEco di criticarli in modo razionalistico:
soltanto coloro che si avvicineranno allamistica ebraica con latteggiamentoconsapevole di non svelare il mistero delVerbo potranno forse penetrare, quasisenza accorgersene, nel tempio dellaVerit. Forse.
A cura di Paolo Petitto
7 Oltre il Confine n.1 rivista a cura dellAssociazione Culturale Dal Tramonto allAlba
http://www.science-et-magie.com/tablindex/tablealchimie.html
www.crystalinks.com/ kabala.htmlhttp://blogoexisto.blogspot.comhttp://perso.club-internet.fr/hdelboy/atalanta_xxxvii.htmlwww8.plala.or.jp/.../ sub2-siryou03_tarot.htmlhttp://www.signahominis.ch/Templari_a_Suio.htmhttp://lgxserver.uniba.it
Esoterismo
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Paranormale
Viaggio tra veggenza ed intuitivit
Il sottile confine del tempoViaggio tra veggenza ed intuitivit
Il sottile confine del tempo
a veggenza la capacit intuitivadi percepire ci che st accadendo
o dovr accadere.La veggenza deduttiva invece, lacapacit di analisi dei fatti oggettivi
realmente accaduti.Lanalisi obbiettiva degli eventi puportare a logiche conclusioni che possonoavere in taluni casi corrispondenza con glieventi che si andranno a determinare nelfuturo. La veggenza deduttiva o analisideduttiva, prevalentemente basata sulcalcolo, sul ragionamento, sul buon sensoe su buone capacit di giudizio; unosforzo prevalentemente affidato allamente razionale e cosciente. La veggenza
ntuitiva invece la capacit di percepirestintivamente fatti o accadimenti che
andranno a verificarsi nel futuro anchesenza il supporto analitico e deduttivo direalt oggettive che in qualche modopotrebbero aver determinato tali eventi.Tale capacit di intuizione una proprietprevalente della mente irrazionale esubcosciente. In altri termini, la capacitdeduttiva si basa sul ragionamento chedice: Se ci sar una tal causa, pro-
babilmente ci sar tale effetto.La capacit intuitiva invece dir: Ci sarquesto effetto, probabilmente determinatoda tale causa. Specificando ulteriormen-e, la mente subcosciente pu prevedere e
prevenire effetti, senza bisogno di cono-scere le cause che li possono in qualchemodo determinare. Io perso-nalmente,non disgiungo quello che comunementeviene chiamato in forma volgare:sesto
senso dai sensi comuni o da quelli nonordinari e pertanto nemmeno dal conscioo dallinconscio. Il sesto senso lacapacit istintiva di percepire immedia-tamente eventi che si possono verificarenellimminente futuro: pericoli incipienti,eventi gioiosi, risultati sportivi, ilsopraggiungere di amici o persone care e
quantaltro; nonch la capacit istintivaed immediata di leggere nel cuore enellanimo delle persone e di prevederefatti e accadimenti riguardanti la loro vita.E dunque una questione di tempo; la
concentrazione della mente offrelopportunit di vedere qui e ora la realtche ci circonda, mentre lespansionedella mente offre lopportunit di vederein ampiezza verso ci che gi stato inpassato o ci che potr essere in un futuropi o meno prossimo. La pratica mentaledi espansione e di concentrazione, intesa
L
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come esercizio di meditazione, ampiamente nota nelle pratiche orientali,filosofiche religiose e marziali, nonchmarziali-esoteriche. In oriente infatti, ledoti taumaturgiche ed intuitive di certimonaci o mistici come il giapponese:
Kobo Daishi, erano addirittura leg-gendarie. Le doti di prevenzione intuitivadel pericolo di certi maestri e guerrieri,erano considerati addirittura alla streguadi doni divini. In occidente invece, questedoti naturali ed Universali, vengonoassurdamente e contestualmente catalo-gati nellambito dei misteri ovvero dici che non si conosce o si conoscepoco...oppure tra le favole della magia dabaraccone o addirittura fra le malattiementali. Presumo che ci, sia dovuto dalfatto che la civilt occidentalizzata hasempre temuto e pertanto combattuto ciche la sua tanto osannata razionalit nonpu spiegare. In effetti, pensandoci bene,mi chiedo: Quanto pu atterrire alrazionalismo pi radicale ammettereesistenza di un elemento sconosciuto e
pertanto non gestibile con la sola forzadella ragione? E forsanche per questomotivo, che molte persone non voglionoammettere la realt del Destino? Molti
dicono e affermano che il destino nonesiste! Aborrono lidea di non poterdecidere o disporre della loro vita se nona loro personale piacimento. Altri diconoche inutile darsi troppo da fare...tanto,utto stato gi scritto! Pertanto, di
conseguenza a tale modo di pensare,finiscono per vivere se non in formapassiva...accettando tutto con fatalismosenza pensare di cambiare niente. IBuddisti spiegano con la parola Karma
una sorta di legge causa-effetto, ilperch di ci che ci st accadendo e danno
spiegazioni sul perch della
reincarnazione e altro. Di fattocredo, che qualsiasi spiegazionepi o meno accettabile contengain s il germe della parzialitumana o umano-divina. Il chenon vuol dire che tutto ci, oaltro sia negativo, anzi. Ritengoche tutto ci serva ad incentivarelo studio e la conoscenza sinceridi un qualche cosa che ciriguarda direttamente e cio: Il
lato mistico ed invisibile dellanostra esistenza.
kobo daishi
a cura di Mirco Niero
Foto Tratte da:www.organisatieburoangi.nl/ paravaria.htmgdr.net/vitesospese/ immagini.htm
http://www.tarots.info/
people.brandeis.edu/.../ kobo_daishi.html
http://www.psycodelica.com/http://portrasdosolhos.weblogger.terra.com.br/
Paranormale
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Le profezie
diMalachia
Pietro II: lultimo dei Papiaolmhaodhog ua Morgair, un nome oscuro, perso nelle nebbie delmedioevo pi buio e dimenticato. Un uomo fondamentale nella
storia religiosa dellIrlanda, la cui opera evangelica port allosmantellamento dei riti pagani della liturgia celtica. Una personalit illustredella religiosit medievale, la cui eco ancora presente al giorno doggi,seppure ammantata da unaurea di esoterismo tale da far passare insecondo piano la grandezza di una vita passata sempre al servizio di Dioe della sua Chiesa. Il monaco irlandese Malachia, questa la latinizzazionedel gaelico Maolmhaodhog ua Morgair, , al giorno doggi, escludendola ristretta cerchia di pochi studiosi e storici che ben conoscono lacomplessit di questa figura, entrato nellimmaginario comune in virtdi una nota profezia sulle sorti del papato e della cristianit che, perconsolidata tradizione, porta il suo nome. Concentrandosi sullaneddotoprofetico in s per inevitabilmente relegata alla damnatio memoriaela sua vita trascorsa come monaco e priore a Bangor, come vescovo aConnor (1124) e a Armagh (1132) e, infine, come primate dIrlanda (1138).La sua indefessa attivit religiosa lo port a conquistarsi, in virtdellassidua opera evangelica e del suo instancabile fervore religioso, ilrispetto e la stima delle massime autorit cristiane del tempo, papaInnocenzo II e Bernardo da Chiaravalle su tutte.
Malachia, nel corso della sua attivit, sia civile che religiosa, seppe sempredistinguersi ed eccellere, anche come importante riformatore della vitaclericale e fondatore di molteplici comunit monastiche, imponendosisempre come esempio di umilt e rettitudine morale, e lasciandotestimonianze del suo pensiero in diversi testi religiosi nei quali non ebbemai timore di affrontare temi molteplici e di grande impatto sulla mentalitreligiosa medievale. Ma, nonostante tutto, laspetto pi caratteristico dellavita di Malachia la profezia sui papi che porta il suo nome. Secondo latradizione, al termine di un lungo pellegrinaggio che port il monacoirlandese ed alcuni suoi discepoli a Roma nel corso del 1139, Malachia
avrebbe avuto una sorta di visione che, dopo averlo fatto cadere in unprofondo stato di trance, avrebbe svelato gli eventi futuri della Chiesa,fino alla sua fine. A colorire ulteriormente la leggenda subentr poilaneddoto secondo il quale Malachia fu cos turbato dalla visione dacadere in un profondo ed irreversibile stato di malattia che, da li a poco,
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Speciali
M
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Speciali
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o condusse alla morte, amorevolmenteaccudito dal sua amico San Bernardo.Tuttavia, lesperienza mistica del monacorlandese, ammettendone la veridicit,
visse a lungo nelloblio, dimenticata nellenebbie della storia per secoli e solo nel
1595, e fu solo grazie al benedettinoArnold de Wion che inizi a circolarediffusamente la leggenda dellultimopapa. Wion, nella sua opera LignumVitae ci riferisce di Malachia in questomodo: San Malachia, Irlandese, vescovodi Down.Monaco a Bevehor e arcivescovo diArmagh, dopo aver svolto questo ufficioper molti anni, abdic alla propria caricaattorno allanno del Signore 1137 e,ritiratosi a Down, vi rimase fino al terminedella sua esistenza. Mor il 2 novembre1148, stando alla biografia che ne scrisseSan Bernardo. Lui stesso scrisse unaprofezia di cui io non ho potuto leggerenulla, allinfuori di una certa profezia cheriguarda i sovrani pontefici. Questaprofezia, dato che breve, e poich non mai stata data alle stampe moltidesiderano conoscerla, io la riproducoqui.
Il testo della profezia riprodotto da Wion piuttosto ermetico e, pur denotando unaprofonda conoscenza e una notevolencisivit, di primo acchito del tutto
criptico per un lettore occasionale. Laprofezia esposta sottoforma di una benprecisa successione di 111 motti simbolicin latino maccheronico sintetizzanti la
personalit di ogni singolo papa a partireda Celestino II fino allera contemporaneae culminanti con unoscura frase profetica
sulla fine dei tempi e la caduta del papato.I motti designano i pontefici in modofigurato o allusivo, non eccedendo maidue o tre parole. Generalmente la frase composta da due nomi spesso uniti da unasemplice preposizione o da un nome edun aggettivo oppure da due nomi ed unaggettivo. Tutti i verbi che compaiono neimotti sono participi presenti o passati,quasi sempre con valore di aggettivi, emolto spesso il verbo stesso sottinteso.
Spesso la designazione del pontefice faesplicito riferimento allo stemmagentilizio del papa, ma non sono pochi icasi in cui lallusione alle qualitspirituali del pontefice o a particolari
episodi della sua vita. Non mancanoinoltre motti pi misteriosi e sibillini, aiquali, al giorno doggi, non possibiledare un esaustivo significato. Inquestultimo caso tuttavia probabile chemolte designazioni indecifrabili siano tali
solo per noi, ignoranti, nel presente, dimolti particolari della vita e delle attivitdei singoli pontefici del passato.
Gli scettici considerano questa profeziaun apocrifo composto in pieno sec. XVIe posta sotto il nome di un monaco famosoper far trasmettere il testo sotto unaparticolare aurea di sacralit e autorit.Secondo altri il testo attribuito a S.Malachia sarebbe un documento redattodurante il conclave nel quale fu elettoPapa Gregorio XIV e diffuso dai partigianidel cardinale Simoncelli come strumentodi corruzione elettorale. Per coloro cheapertamente denigrano la profezia delmonaco irlandese, la prova maggiore dellasua falsit data dal fatto che il motto dialcuni papi sia elaborato sulla base diindicazioni biografiche, alcune delle qualierronee, fornite da Panvinio, storicocontemporaneo di Arnold de Wion. Tuttii Papi precedenti il 1595, sono chiara-
mente indicati da un motto che nesintetizza il casato o lo stemma, quellisuccessivi a tale data lo sono invece quasitutti per elementi eterogenei. Laspiegazione pi logica sembrerebbequesta: Malachia, o chi per esso, ha potutoelaborare il motto, per quanto riguarda ipapi regnanti prima del 1600, in base auna biografia, quella di Panvinio, mentreper quelli successivi si sarebbe affidatoalla pura fantasia.
Petrus romanus: lultimo PapaIl nome quanto mai suggestivo: Pietrofu il primo pontefice, un altro Pietro sarlultimo. A costui Malachia non hadedicato un semplice motto, bens alcuniversi latini: In persecutione extremasacrae romanae ecclesiae sedebit Petrusromanus, qui pascet oves in multistribulationibus; quibi transactis, civitasseptis collis diruetur, ed Judex tremendus
judicabit populum suum. Amen.(Durantelultima persecuzione della Santa RomanaChiesa, sieder Pietro il romano, chepascer il suo gregge tra molte tribo-lazioni; quando queste saranno terminate,
la citt dai sette colli sar distrutta, edil temibile giudice giudicher il suopopolo. E cos sia.).
Non dovrebbe mancare molto allav-verarsi della profezia o alla suadefinitiva demistificazione. GiovanniPaolo II sembra ormai prossimo alla fine
del suo lungo pontificato. Il suosuccessore potrebbe regnare, facendo unasemplice stima statistica, una decinadanni al massimo, se non meno, poi sarfinalmente lora dellUltimo Pietro. Se Laprofezia di Malachia fosse vera potremmoveramente essere testimoni di un eventodalla portata biblica, testimoni dellepilo-go di una storia iniziata 2000 anni fa.
a cura di Stefano Tansini
BIBLIOGRAFIALe profezie sui papi di San Malachia(vescovo) - R. ErnstLe profezie di Malachia - T. AlfredLUltimo Papa - J. Hugh
www.pamparato.com/.../ sanmalachia.htmlhttp://www.ecclesiaonline.it
http://www.vitella.it
Foto tratte da:
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Cimitero dei frati Capuccini(Roma)
Cimitero dei frati Capuccini(Roma)
n luogo veramente misterioso emacabro al tempo stesso il
cimitero dei frati cappuccini situato neisotterranei della chiesa di Santa Mariadella Concezione, a Via Veneto in pienocentro di Roma. Nonostante questa sia unazona molto frequentata dai turisti chevengono a visitare la Citt Eterna, questouogo conserva intatto il suo fascino da
pi di tre secoli ed geloso custode delmistero della morte...e non solo. La chiesafu fatta costruire nel 1626 dal cardinaleAntonio Barberini, fratello del papaUrbano VIII e membro di una delle pipotenti famiglie nobili di Roma. Le cinquecappelle sono interamente ricoperte daieschi e dalle ossa di 4000 frati cappuccini
e poveri di Roma morti tra il 1525 e il1870 e qui si trova un vero e proprio
museo di arte delle ossa: vertebre,rotule, falangi e femori, infatti, sono statidisposti in modo da formare decorazioniveramente straordinarie, e addiritturaampadari funzionanti. Inoltre, in apposite
U
12 Oltre il Confine n.1 rivista a cura dellAssociazione Culturale Dal Tramonto allAlba
nicchie sono stati sistemati gli scheletridei frati con ancora indosso il loro saiousato in vita e trattato chimicamente percontrastare lazione inesorabile del tempo.Alcuni di questi corpi sono mummificati.Le 5 cripte (pi una cappella per la messa)che compongono il cimitero sono:1-Cripta della resurrezione nella quale leossa formano la cornice della tela cherappresenta Ges che resuscita Lazzaro inrappresentazione della fede cristiana nellaresurrezione2- Cripta dei teschi dove nella nicchiacentrale si pu osservare una clessidraalata (fatta con scapole) simboleggiantela fugacit del tempo (il tempo vola) esotto di essa tre scheletri di cappuccini inpiedi mentre nelle nicchie laterali ve nesono due in atteggiamento di riposo
3- Cripta dei bacini in cui c un grandebaldacchino composto da bacini e sipossono notare delle croci appese cheportano la lancia e la spugna in cima adunasta, simboli della Passione di Cristo4-
Cripta delle tibie e dei femori nel cuipavimento si trovano diciotto crociindicanti altrettante sepolture e in fondo raffigurato lo stemma francescano (ilbraccio osseo nudo di Cristo incrociatocon quello osseo ma vestito diS.Francesco dAssisi)5- Cripta dei trescheletri dove si trova ci che a mio avvisocolpisce di pi: guardando in alto si puosservare un piccolo scheletro che tienenella mano destra una falce e nella sinistrauna bilancia (il tutto composto da soleossa!) e viene subito da chiedersi a chiapparteneva quel corpicino; si tratta di unaprincipessina della famiglia Barberini ela falce rappresenta la Morte mietitrice divite mentre la bilancia simbolo delleopere buone e cattive valutate da Dio nelgiudicare lanima; il piccolo corpo
contenuto in una mandorla composta daossa (simbolo della vita nascente) e inoltresi pu notare un orologio ad una sola sferasimboleggiante la vita eterna e due piccolischeletri (anchessi della famiglia
Luoghi misteriosi
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Barberini) sulla parete di fondosorreggono un cranio alato.Forse non acaso questo sito singolare e, comeabbiamo visto, riccamente simbolico sirova nella strada-simbolo della dolce
vita come invito cristiano carpe a goderedella vita seguendo la parola di Dio datoche la morte alla fine trionfa sempre ed unica certezza della nostra vita e come
recita la scritta su una lapide in una dellecappelle: Ci che voi siete noi eravamoe ci che siamo voi sarete (il tema delhodie mihi cras tibi - oggi a me domani ae - presente anche in altre chiese romane
che prossimamente descriver) eguardando le orbite vuote degli scheletri impossibile non fermarsi a riflettere inquesto posto macabramente incantevole.La chiesa non nota solo per i lugubrisotterranei, ma anche per la leggenda di
Guido Reni, autore di un quadroraffigurante il demonio abbattutodallarcangelo Michele (ora esposto sopral primo altare a destra) riguardo il quale
si dice che lartista abbia tratto ispirazioneper il volto del demonio dal cardinaleGiambattista Pamphili (in seguito papaInnocenzo X) che aveva parlato male diui; interpellato per questa singolare
somiglianza, lui non neg ma risposeallaccusa affermando che larcangelo
Michele gli era riuscito molto bello perchnon avendolo mai visto si era affidato allafantasia, mentre il diavolo lo incontravaspesso e aveva modo di guardarlo molto
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bene, per questo gli era stato possibileritrarlo fedelmente. Il cimitero deicappuccini facilmente raggiungibile:una volta arrivati a Roma bisognaprendere la metro (Linea A), fermarsi allastazione metro Barberini e iniziando a
camminare per Via Veneto si pu trovarela chiesa di Santa Maria della Concezionesulla destra (Via Veneto 27). Il sito gestito dai frati, aperto a tutti e lingresso gratuito (tuttavia consigliabile unapiccola offerta ai frati che mantengonocos bene il sitose la meritano!); orariovisite: da maggio a ottobre 9-12 e 15-18(Gioved chiuso); attenzione:momentaneamente chiuso (da dicembre2003) per lavori di consolidamento delle
strutture. Nellattesa e nella speranza cheriapra presto, invito tutti gli appassionatidel mistero come me a visitare questoluogo estremamente affascinante.
BIBLIOGRAFIAGuida insolita ai misteri, ai segreti, alleleggende alle curiosit e ai luoghidellItalia dei Diavoli di Ireneo Bellotta- Newton & Compton editori - 2003
a cura Simone Marcelli
http://www.stuardtclarkesrome.com
http://www.songsouponsea.comhttp://www.ladefuncion.com
Foto tratte da:
Luoghi misteriosi
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alchimia
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Il termine alchimia, derivato dallarabo al-kimiya (che a sua volta proviene dal grecobizantino xumeia, mescolanza, infusione),denota il complesso di nozioni e diecniche con cui si pens, per secoli e
secoli, di poter trasformare qualsiasimetallo in oro. Pur non potendo venireconsiderate come autenticamentescientifiche, le ricerche degli alchimisti
hanno apportato notevoli scoperte nelcampo della chimica. Se vero che lanascita di questa scienza richiese nonpoche polemiche , non meno vero chee reazioni ed i processi osservati e
riprodotti nellillusoria speranza discoprire la pietra filosofale che avrebbedovuto trasformare qualsiasi metallo inoro - costituirono lindispensabile puntodi partenza delle nuove indaginiscientifiche. Le origini dellalchimiarisalgono alle civilt egiziane, babilonesee indiana, le sue ultime propagginigiungono alla met del XVII secolo. Alla
ricerca della pietra filosofale e dellelisirdi lunga vita si accompagna spesso, findalle origini della letteratura, alchimistica,la credenza che alla trasformazione deimetalli e al prolungamento infinito della
vita umana si potesse giungere solomediante il favore divino. Questacredenza costituisce il nucleodellalchimia mistica o esoterica, checoncepiva la trasformazione dei metallicome rappresentante simbolicamente latrasformazione delluomo in essereperfetto. Alchimia mistica ed empirica sipresentano, nella maggior parte dei testi,
strettamente intrecciate: il linguaggioalchimistico in ogni caso enigmatico,pieno di allegorie, metafore, allusioni edanalogie. Gi in Egitto veniva assegnataallalchimia unorigine leggendaria e
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mistico-religiosa. Le tecniche delle tinturae della trasformazione dei metalli erano
state trasmesse ai mortali da ErmeteTrismegisto, ipostasi egiziana diMercurio, personificazione della sapienzadivina. Dellalchimia del mondo antico sihanno scarse e confuse notizie. Unici testioriginali sono i cosiddetti papiri di Leidae di Stoccolma rintracciati a Tebe erisalente al III secolo d.C. vi sonocontenute ricette per tintura dei metalli,per lavorare i metalli e le leghe (bronzo eottone). Nei due secoli successivi (IV E
V) lalchimia trov il suo maggior centrodi diffusione ad Alessandria dEgittoaccanto al nome del greco Zosimo sonoda ricordare quelli di Sinesio, diOlimpiodoro, di uno pseudo-Democrito.Lidea della possibile trasmutazione dei
metalli era pervenuta allAc-cademia alessandrina proprioper il tramite della filosofiaclassica greca e della fisicaaristotelica. Nei quattro fonda-mentali elementi che costi-
tuiscono la realt materialeAristotele aveva visto leesteriori espressioni di ununi-ca materia prima. Ricondu-cendo ad essa, mediantespeciali accorgimenti, le variesostanze Date in natura, sareb-be stato possibili sovrimporrea quelle sostanze diverse enuove nature. Nelle civiltromana lalchimia non trovsostanzialmente posto, perquanto non mancasseronellet imperiale i suoicultori. Tiberio e Claudiocondannarono allesilio icultori di alchimia e al fuoco itrattati alchemici, vedendo inessa un pericoloso mezzo di arric-chimento, di perturbazione dellequilibrioeconomico e dellordine sociale. Coscome ai romani lalchimia pervenne agliarabi dai bizantini, proprio nella civilt
araba essa trov grandissimo sviluppogiungendo negli scritti di abu-MusaGiabir ibn-Hayyan (Geber) del secoloVIII al suo pi alto grado di complessittecnica. Giunte in Occidente attraversolinfluenza araba, le dottrine alchimistichesuscitarono linteresse di non pochi deimaggiori esperti del pensiero medioevale:da Alberto Magno a Ruggero Bacone aRaimondo Lullo. Gli scritti di Arnoldo daVillanova e di Basilio Valentino ebbero
vastissima diffusione. Condannata dallaChiesa come empio tentativo di sovvertirele strutture di una realt creata dallasapienza divina, lalchimia fu, nella civiltmedioevale, combattuta e rigettata conviolenza ai margini della cultura. Non acaso, dopo la polemica contro la filosofiascolastica ed il nuovo atteggiamentoinaugurato dagli umanisti, essa trover nelRinascimento pieno riconoscimento egrande sviluppo mescolandosi alla
rinascita dellermetismo, al rifiorire dellamagia, al rinato interesse per lastrologiae per la cabala. La gigantesca opera diParacelo, gli scritti di Isaac Hollandus edi Cardano le dettero nel secolo XVIgrande diffusione mentre si moltipli-
cavano, in tutta Europa, le edizioni di testi,le traduzioni, i ricettari. Solo nel secolosuccessivo la polemica cartesiana ebaconiana contro la sterilit e lillusorietdella ricerche alchimistiche, la
contrapposizione di un ideale pubblicodella scienza alla segretezza tipica deiprocedimenti alchimistici, il rifiorire delleteorie atomistiche tradizionalmenteavverse agli ideali dellalchimia esoprattutto la critica di Boyle (con il qualecomincia lera della chimica) le detteroun colpo mortale. Le stesse ricerchealchimistiche di Newton, per quantointeressanti, appaiono lultima eco di unatradizione ormai spenta. La presenza di
una vena empirica nel pensiero alchemicorisulta documentabile. Attribuivano ilsesso alle sostanze e vedevano nella
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fusione laccoppiamento dei segniastrologici, gli alchimisti contribuirono adaccrescere in notevole misura laconoscenza del mondo materiale. I
procedimenti di metallurgia, dellaceramica, della ricerca e il ritrovamentodelle sostanze coloranti (indaco, porpora,robbia, oricello ecc.) di alcuni composti(sale ammoniaco, allume); lintroduzionein medicina dellaurum potabile, lafabbricazione dellalcool, dello zuccherodi canna, del tannino; lallargamento delleconoscenze concernenti gli alcali fissi elammoniaca, gli acidi minerali, i saliammonici (cloruro e carbonato), il nitrato
dargento, gli ossidi di ferro (caputmortuum e Colcothar), lossido di zinco(lana philosophica), diversi compostidellantimonio e dellarsenico, leteresolforico; svariate operazioni come il
riscaldamento a bagno di sabbia e abagnomaria, la distillazione, la sublima-zione:tutto ci risale allalchimia che siricollega in tal modo, per questi suoi nonmarginali aspetti, alla nascita dellachimica moderna.
a cura di Elisa Palmieri
BIBLIOGRAFIA
Stillman J.M., The story of alchemy
and early chemistry (New York
1960)Giua M., Storia della chimica
(Torino 1946) Berthelot M., Les
origins de lalchimie (Parigi 1885)
http://www.uh.edu
http://www.dimoradeisaggi.ithttp://mephisto.altervista.org/
http://www.minerva.unito.it
http://xoomer.virgilio.it/
http://www.comune.san-leo.ps.it
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Foto tratte da:
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