CRONACA DI CREMONA • LA PROVINCIA C Martedì 14 luglio 1987 *J
Operazione del nell'intero territorio regionale
Stop alla cocaina Diciotto arresti in Lombardia e tra questi manette anche a una donna cremonese
Acque sempre più agitate nel mondo della droga a Cremona, che sembra essersi trasformata in un centro di smista' mento abbastanza importante nel traffico degli stupefacenti, anche per la sua particolare posizione geografica e forse perchè dietro quella parvenza tranquilla e paciosa è forse più facile nascondere soffuse trame malavitose. E non è solo l'eroina a circolare in forti quantità, come già si è scoperto, grazie alla brillante quanto clamorosa operazione realizza-
Qui gli uomini della squadra mobile hanno arrestato 18 persone e sequestrato mezzo chilogrammo di cocaina ed un chilogrammo di sostanza non ancora identificata, al termine di un'indagine che aveva preso avvio nell'aprile scorso. E le manette sono scattate ai polsi di una nostra concittadina, tra l'altro assai conosciuta: è finita infatti in carcere Daniela Lafata Gatti, 40 anni, che abita in città in via Guarne-ri del Gesù al numero 12: la polizia la ritiene l'intermediaria del traffico che da Milano smistava la merce anche a Cremona in ambienti che per ora si pensa fossero quelli frequenti dalla donna, anche se per il momento non
vengono forniti ulteriori particolari.
Secondo la polizia milanese negli ultimi tre mesi da Milano sarebbero stati smistati ben 25 chilogrammi di cocaina: la droga giungeva per via aerea attraversò corrieri che trasportavano la sostanza stupefacente racchiusa in ovuli, che naturalmente trovavano l'ideale collocazione in trafficanti donne: il primo aprile scorso la «mobile» di Milano aveva bloccato alla stazione centrale due insospettabili signore romane con mezzo etto di cocaina nascosta grazie all'ingegnoso ma non nuovo sistema.
Al vertice dell'organizzazione, secondo gli investiga
ta nei giorni scorsi dai carabinieri della Santa Lucia: ora comincia a delinearsi pure un inatteso «giro» di cocaina, la cosiddetta droga dei ricchi, quella che non obbliga a sporcarsi le mani con siringhe e lacci emostatici, ma spesso e volentieri si aspira con banconote da centomila da piatti d'argento, dove vengono sistemate le strisce di polvere bianca che si risucchiano con le narici. E la conferma ci arriva dalla metropoli milanese.
tori, ci sarebbe stato Vincenzo Ecarsi, calabrese quarantenne, noto negli ambienti di Brera come «Zaccaria»: insieme a lui sono state arrestate la moglie Anna Gri-maudo di 32 anni e l'amica Tiziana Bonvini di 25 anni.
Tra gli arrestati c'è pure Luigi Fraschini, che nel 1976 venne condannato a sette anni di reclusione nel processo contro alcuni giovani dell'estrema destra accusati di aver aggredito un gruppo di giovani della sinistra (nell'aggressione mori il giovane Gaetano Amoruso). Si ritiene che Franceschini facesse da intermediario con gli spacciatori di Roma. Sono pure finiti in carcere i gestori
di un bar milanese e il pro-pietario di un ristorante di Sesto San Giovanni.
Daniela Lafata è nata a Cremona ed è molto conosciuta anche se di lei si sa poco: un passato punteggiato da qualche neo ed una vita piuttosto ristretta in una cerchia ben definita. Separata dal marito, figlia di un assicuratore, pare che negli ultimi tempi convivesse con un rappresentante o commerciante di abiti comasco. È comunque opinione della squadra mobile di Cremona che Daniela Lafata agisse soprattutto nel Milanese e che non fosse Cremona la piazza dell'eventuale smercio di cocaina.
Consegnala al sindaco una pergamena di ringraziamento
In via Bissolati dai campi nazisti
Ex profughi ebrei ospiti in città Samuel Unger con il sindaco
Sono tornati, a distanza di quarantanni, nella città italiana che per loro rappresentò la prima esperienza di libertà, dopo essere scampati agli orrori dell'«olocausto». Domenica mattina, nella sala giunta del Palazzo comunale, una ventina di ebrei provenienti da New York e dal New Jersey si sono incontrati con il sindaco Zaffa-nella, il vice sindaco Gradini e l'assessore Bo
schetti. Si tratta di un gruppetto degli oltre mille che giunsero a Cremona nel 1945, provenienti dai campi di concentramento nazisti, la maggior parte dalla Polonia, ma alcuni anche dalla Grecia e dalla Russia. Trovarono rifugio nel campo di raccolta sistemato nell'ex caserma Pagliari in via Bissolati e nelle strutture militari adiacenti, è vi rimasero sino al 1948 quando poterono pren
dere la via dell'America. Sul finire degli Anni '30, proprio nella nostra città, dove «dominava» Roberto farinacci, aveva toccato punte di grande intensità la campagna di stampa (sul quotidiano «Il regime fascista» e sul periodico «Eccoci!») che preludeva a quei «provvedimenti per la difesa della razza italiana», che, nel novembre 1938, sarebbero stati introdotti in Italia.
E ciò voleva dire sul-l'«esempio» tedesco, le discriminazioni degli ebrei e l'antisemitismo di Stato. Gli ebrei giunti a Cremona alla fine della guerra poterono verificare quanto un tale atteggiamento fosse estraneo all'indole ed alla coscienza dei cremonesi così come, più in generale, alla civiltà ed all'umanità del popolo italiano che avevano in gran parte impedito alle persecuzioni di raggiungere da noi la ferocia che le caratterizzò altrove.
Cremona — hanno detto domenica in Comune — era una città straniera, ma noi fummo trattati come se ci trovassimo nella nostra città, ed i cremonesi ci die
dero prova di amicizia e di ospitalità. Per questo a New York gli ex profughi ebrei hanno voluto costituire un club «Cremona», del quale è presidente il dentista ebreo di origine polacca Samuel Unger, che ha guidato la comitiva tornata per la prima volta dopo quarant'anni.
Il sindaco Zaffanella ha porto agli ospiti il benvenuto di Cremona. La vosta visita — ha detto — non è soltanto per ricordare il passato, ma anche per rinsaldare la vicinanza con i cremonesi. Il sindaco si è anche scusato di non poter far visitare per intero il Palazzo, dato che sono già in corso i preparativi per la
grande mostra stradivaria-na che si inaugurerà a fine agosto, ed ha fatto dono ad ognuno del disco con la «voce» del violino Stradivari, suonato dal maestro Accanto.
Anche la segretaria generale della Camera di Commercio Carla Almansi, a nome del «Soroptimist Club», ha voluto omaggiare gli ospiti con una stampa dedicata all'anno stradi-variano. Samuel Unger, ringraziando il sindaco in un italiano quasi perfetto, ha detto che Cremona era rimasta nel suo animo ed in quello dei suoi compagni come un «ricordo indelebile». Di qui la «nostalgia» e il «sogno» di rivederla:
«Oggi è un altro evento nella nostra vita; siamo grati e riconoscenti al popolo italiano e a Cremona».
Al Comune di Cremona gli ebrei hanno offerto una pergamena con la «procla-mation» decisa dalla munì- ' cipalità di New York per ringraziare la cittadinanza cremonese che dopo aver sofferto i timori della guerra volle e seppe condividere l'esperienza degli ebrei rifugiati. «La gente di Cremona fu con noi sempre molto gentile», ci dice tinger. Anzi, «i cremonesi,\vo-levano sempre dividere con noi quel poco che essi stessi avevano». Sul volto degli ex-profughi abbiamo notato gioia e commozione
che si sono fatte più intense nel successivo incontro
. con alcuni cremonesi che li 'assistettero nei momenti difficili del dopoguerra.
Conclusa la cerimonia, le autorità presenti hanno accompagnato il gruppo in visita al museo civico, prima di ritrovarsi a tavola in un ristorante cittadino con un «menù» rispettoso della tradizione israelitica. Nel pomeriggio la visita al complesso delle ex-caserme ed ai monumenti della città; ieri, infine, la partenza da Cremona alla volta di Bari, da dove torneranno in America portandovi l'immagine migliore della gente cremonese».
G.G.
Successo dello spettacolo «Che cosa farò da grande» che il cantautore genovese ha proposto nella serata, di domenica
lilleseicento in piazza per Gino Paoli on cinque minuti d'applausi alla fine
La piazza trasformata in un teatro. In fondo non ci vuole molto: sul palco un poeta, l'atmosfera magica e vellutata di una voce che canta l'amore, un po' di musica, e il gioco è fatto. Ma Gino Paoli domenica sera ci ha dato di più, forse più del previsto, perchè i dati oggettivi, soprattutto anagrafici, potevano anche far temere un recital piuttosto modesto. Al contrario Paoli ha sfoderato una voce ancora nel pieno delle sue potenzialità, forse tecnicamente non perfetta, ma eccezionale in quanto scopre il cuo
re dell'artista. Lo spettacolo «Cosa farò da grande» inizia alle 21.45. Non tutte occupate le sedie in platea, e molte ed inspiegabili le defezioni tra il pubblico in piedi; tanti i giovani presenti che affiancano con lo stesso stato d'animo le persone più mature. Una voce fuori campo annuncia uno per uno i musicisti che prendono posto accanto al loro strumento; tra gli applausi la stella della serata fa il suo ingresso sul palco, elegante nel completo scuro di Ferré abbinato alla camicia di jeans.
Il via è dato dalla nuova canzone che funge da colonna sonora della tournée: «Cosa farò da grande», esplicito manifesto dell'uomo e dell'artista che canta i dubbi e le domande oggi come trent'anni fa. Segue una breve presentazione del secondo brano, sempre estratto dall'ultimo album, che illustra l'orgogliosa scelta di non imparare i codici ed i linguaggi che non ci appartengono: «lo che non so l'inglese», autarchica affermazione di uno stile di vita e di musica tutto italiano.
II pubblico si scalda pian piano lasciandosi trasportare dalle suggestioni dei puntuali giochi di luce colorati che illuminano di volta in volta le varie sezioni del palco. II cantautore dedica un trittico di canzoni ad un elemento che — spiega — ha sempre giocato una parte importante per lui, sin dalla nascita, il mare, e i fasci di luce scelgono soltanto i toni verdi e blu dell'acqua per «Il mare, il cielo, un uomo», «Mediterraneo» e «Sassi».
Il feeling tra palcoscenico e platea è completamente instaurato. Gli applausi si fanno sempre più calorosi e prolungati. Gino parla dell'amore così come lo concepiva una volta ed attacca «Che cosa c'è», rivisitata con un arrangiamento moderno e brioso che mette in luce i Bandanà, i cinque ragazzi che lo accompagnano nel viaggio attraverso ventisette anni di successi.'Anco-ra una pioggia di pezzi, introdotti brevemente da
qualche frase a propòsito del : loro contenuto, oppure proposti così, senza parole; perchè si spiegano da soli, come «Col branco», inno all'anticonformismo e al rifiuto della massificazione quotidiana.
Accende
una sigaretta Momenti di intensa emo
zione vengono poi dalla splendida «Una lunga storia d'amore», salutata da un applauso interminabile, e da «Io ci sarò», triste addio alla vita ma non all'amore. Paoli accende una sigaretta ed inizia la serie degli «evergreen», conjl monumento musicale edificato all'animale che più ama perchè simboleggia la libertà, «La Gatta», e con «Sapore di sale», di cui illustra la nascita avvenuta durante un soggiorno in Sicilia.
Nel frattempo si toglie la giacca, resta in maniche di camicia, maniche un po' troppo lunghe che si affretta a rimboccare. Una nota di commozione vela la voce fioca nell'annunciare la canzone di un amico che se n'è andato (non nominato, ma tutti intuiscono che si tratta di Luigi Tenco) con «Vedrai, vedrai», unico episodio che non rientra nel suo repertorio originale, interpretata con un'alternanza di toni rabbiosi e dolci che ne accrescono il fascino; anche in «Albergo a ore» Paoli alterna il monologo recitativo alle parti cantate, ed i pre
senti una volta di più vibrano in sintonia con lui rivivendo la storia narrata dal • portière - poeta.' " *
Sono ormai le 23; dal palco l'annuncio: «Io avrei finito» suscita la delusione generale, prontamente rimandata da un «ma vi lascio una canzone», l'ultima prima del bis. Tornato in scena il cantautore interpreta ancora due brani e l'attesissima canzone di cui si era notata la mancanza, la ventitreesi-ma ed ultima dello spettacolo, «Il cielo in una stanza», proposta in versione fedele all'originale incisa nel '60.
Si accende anche qualche fiammella in platea, secondo un copione in genere riservato ai concèrti rock; Gino si inchina mettendosi una mano sul cuore e abbandona il palco. Cinque minuti di applausi non servono a farlo tornare: il recital è davvero terminato.
Paoli è stato un grande degli Anni '60, è innegabile, ma oggi, a cinquantatrè anni suonati, possiede un carisma, un'apertura e una sensibilità che con maturità profonde senza risparmio instaurando un rapporto esclusivo con ogni singola persona che gli è di fronte. Profondo conoscitore delle pieghe più nascoste dell'animo umano, integro nelle incertezze come nelle convinzioni Paoli dimostra che il tempo passa ma ci può portare, con gli anni, frutti ancora più ricchi e gustosi attraverso l'esperienza musicale e poetica vissuta con lucidità di sentimento.
Michela Buccellati
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Il pubblico al concerto in piazza del Comune
Una sera caldissima, che alcuni dicono indimenticabile • •
Molti in via Solferino seduti ad ascoltare Sono da poco passate le undici della sera, una sera caldissima, lui si avvicina al microfono, quasi lo accarezza, un fascio di luce lo illumina r\e* buio del palco, con la sua voce delicata ed insieme a tratti stanca, attacca il motivo che a gran voce quelli delle prime file gli hanno richiesto.
Sì, è il «Cielo in una stanza», che ha lasciato quasi per ultimo, quasi per un ricordo, il ricordo di una vita che ha passato in compagnia della musica e dell'amore.
Chiude così il suo concerto Gino Paoli, con le note di una canzone che fa aumentare la commozione che ha preso un po' tutti i milleseicento spettatori
Accanto a questa, lascia altre canzoni che tre generazioni hanno cantato e che tre generazioni hanno seguito, con un filo di voce,.domenica sera. Un pubblico eterogeneo, dai cinquantenni ai trentenni, fino a giovanissime quindicenni, molti dei quali in via Solferino e ai lati della piazza.
A sinistra, Gino Paoli sul palco e, a destra II cantautore In un suo caratteristico atteggiamento (foto Giuseppe Muchettì)
Un pubblico che pazientemente lo ha atteso, in ordine, senza far rumore, capace di lunghi applausi e di generosi consensi alla manciata di canzoni che Paoli ha regalato alla platea. Il suo è un dialogo, un colloquio, un discorso che segue un suo filo logico, magari poco capito, per via dell'audio, da tutti i presenti.
Canta l'amore, canta l'amicizia, racconta che un amico è quello che può cercare nella «tua borsa quello che gli serve, e prendere tu nella sua le cose che ti servono» perchè, nonostante tutto, «vedrai che cambierà, forse non sarà domani, ma un bel giorno cambierà...».
E canta, mentre dalla platea si alza il grido fatidico «Bravo Gino» che si trasforma in «Grazie Gino» quando canta la sua canzone dedicata a Bozzolo «piccolo paese che mi ha adottato per meriti alcolici». Una girandola di motivi, l'amore per la gatta e.il sapore di sale della Sicilia, fino ai bis finali...
Che dice la gente: un coro unanime «E stato uno spettacolo bellissimo». Vicino a noi due vigili urbani, Annibale Rizzi e Giancarlo Romagnoli, nella vita di. ogni giorno inflessibili tutori dell'ordine, per una sera sono con il fazzoletto in mano. «Sono motivi ai quali non possiamo resistere» dicono quasi per scusarsi.
E il sindaco Zaffanella, i cui pensieri per la ristrutturazione del palazzo comunale sembrano senza fine, commenta: «Una serata da non dimenticare». E Gino Paoli se ne va, chiedendosi, come aveva fatto all'inizio, cosa farà... da'grande.
G.Br.
Seduta consiliare ieri non nella consueta?sala
Primo passo compiuto per un parco del Po E intanto il Comune vende negozi
I lavori per la sistemazione delle sale di rappresentanza del municipio in vista delle celebrazioni stradivariane hanno momentaneamente «sfrattato» il consiglio comunale di ieri dalla sua naturale sede del salone dei Quadri per la meno accogliente e certamente più afosa sala dei Decurioni. Anche la stessa giunta si è trovata scomodamente appollaiata in condizioni disagevoli. Ma ciò non ha impedito di esau-. rire tutto l'oneroso ordine del giorno '
Si è iniziato con la solita interrogazione orale di Eli Lazzari circa la fattibilità del referendum per Caorso; il sindaco ha detto che la commissione è stata istituita, che i due tecnici hanno aderito all'invito e che quindi si terrà la prima convocazione a settembre, per esprimere parere in merito alla legittimità o meno. L'ordine del giorno relativo è stato inviato agli altri comuni interessati, ma per il momento quello del consiglio di Cremona è una... voce nel deserto.
Bardelli ha presentato una interpellanza sulla situazione venutasi a creare dopo il ripristino del vincolo sul Politeama Verdi. Quali sono gli orientamenti della giunta? Si pensa ad un recupero integrale a teatro? Il sindaco ha detto che è stata fatta presente la situazione all'arch. Zamboni, sovrintendente ai beni culturali, il quale ha'dimostrato accoglienza per l'ipotesi di soluzione mista alloggi-auditorium, anche per non vanificare il finanziamento di 500 milioni già ottenuto tramite la legge Verga.
Ghizzoni ha illustrato una interrogazione che propone il ripristino, in piazza del Comune, dei paracarri con le catene. Si regolerebbe in tal modo l'accesso alla piazza anche in funzione di un suo utilizzo. E parallelamente si eviterebbe il parcheggio sistematico di via Gonfalo-
// Consiglio riunito in una sala diversa
nieri, regolamentando piazza della Pace e riservandola a chi deve accedere al Comune ed all'albergo Duomo. Il provvedimento non penalizzerebbe nessuno (le bancarelle del mercato potrebbero trovare spazio in via Bai-desio) e si eviterebbero abusi e indiscipline, restituendo valore alla piazza. L'assessore Zanetti ha già dato disposizioni per predisporre uno studio di fattibilità. Circa l'uso della piazza verrà sottoposta al consiglio una apposita regolamentazione. Il concetto di base però'jsarà l'aggregazione e non la... contemplazione.
Tra gli oggetti esaminati, quello dell'aumento (dà 35 a 40 mila mensili, a partire dal 1 ° settembre prossimo) delle rette per le scuole per l'infanzia, un rimborso spese per il vitto. Eli Lazzari si è detta contraria perchè gli au- > menti vanno a colpire i redditi medio - bassi da lavoro dipendente: ha chiesto un ri
pensamento sul meccanismo delle fasce.
Bardelli e Carletti (con l'intervento di Vernaschi e del sindaco) hanno polemizzato sulla valutazione di 900 mila lire al metro per i negozi del Comune, da mettere in vendita, ricavati nella ristrutturazione dell'edificio in via Ghinaglia, dove sorgeva l'ex essiccatoio bozzoli. Il Pei ha votato contro.
Dopo una schermaglia tra De Crecchio e l'assessore Geroldi su alcune questioni urbanistiche (e Bardelli, riferendosi alle probabili dimissioni di Geroldi, ha detto: si rischia di cadere dalla padella nella brace...), il consiglio ha approvato i quattro stralci di realizzazione del nuovo parco al Po, sui quali vi riferiremo nei prossimi giorni.
Poi il sindaco ha augurato a tutti «buone ferie»; il prossimo consiglio verrà convocato a domicilio dopo la pausa estiva, a settembre.
Grave incidente ieri nella zona industriale
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La '127» Investitrice
Grave incidente stradale nel primo pomeriggio di ieri in via Sesto, all'altezza della ditta «Motori Bonvicini». Erano le 15 e 50 quando una Fiat 127 condotta da Maurizio Del Vecchio, 22 anni, residente in città in via XI Febbraio 28, ha investito il pedone Maurizio Zucchelli, 42 anni, pure lui di Cremona, via Vittori 42.
L'impatto è stato violento ed inevitabile, poiché l'automobilista non ha potu-" to nulla per evitare l'improv- ; viso ostacolo: infatti lo Zucchelli è uscito' dall'officina ed ha attraversato la strada.
Le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Zucchelli è deceduto alle 22 nel reparto di terapia, intensiva dell'ospedale.
RADiO «stsmoiu 100.8 F.M. Via Castelforte, 18
Telefono 0372/410659
7,40 Le principali notizie di cronaca - Previsioni del tempo.
7,45 II nostro concerto (8,15 Notizie - 8,30 Oroscopo - 9 Almanacco - $.30 La ricetta).
10,00 Notiziario.
10,15 Martedlmuslca.
11,30 Accadde a Cremona.
12,00 Ditelo con un disco (co! 410 659 dediche, saluti, L auguri).
'13,00 Notiziario.
13,15 Giostra di motivi. (Canzoni sino alle 19).
Per la pubblichi! a RadlóCremona rivolgersi atta
A. Manzoni & C. SpA Cremona: Piazza Roma, 33
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