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Ora più che mai c’è bisogno di Misericordia · commercio delle armi, perché quando ci sono, le...

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IN QUESTO NUMERO «Maledetti coloro che fanno le guerre» Il Giubileo alla Misericordia Ora più che mai c’è bisogno di Misericordia Anno LXXXVI - Numero 12 - Dicembre 2015
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Page 1: Ora più che mai c’è bisogno di Misericordia · commercio delle armi, perché quando ci sono, le si usano. E finiscono per arricchire i ricchi e portare calamità infinite ai poveri

IN QUESTO NUMERO

«Maledetti coloroche fanno le guerre»

Il Giubileoalla Misericordia

Ora più che maic’è bisogno di

Misericordia

Anno LXXXVI - Numero 12 - Dicembre 2015

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TRA LE GUGLIE2

Da Facebook Da Twitter

MILANOScola: riconoscersi per trovare strade divita buona a partire dal bene sociale divivere insiemeIl saluto dell’Arcivescovo nella prima seratadei Dialoghi al Teatro Piccolo Studio Melatodedicati alle migrazioni con Cacciari, Magri eSequeri. Continua su: www.incrocinews.it

9:16 AM – 22 Nov 15 #avvento @angeloscolada ignominiosi fatti accaduti in questi giornisgorga una domanda destabilizzante da pren-dere molto sul serio9:00 AM – 22 Nov 15 #avvento @angeloscolaassumere le nostre responsabilità nei confrontidella violenza, della persecuzione e della trage-dia della guerra

Scene di vita diocesana

La photogallery

Il compito, ormai non più dilazionabile, dicostruire la pace, le strade per la pace,come “Figli del Regno”, che tutto hanno ri-cevuto dal Signore e che questo devono

annunciare. Da qui, l’auspicio che divienemonito, attraverso il riferimento alla Lettura bi-blica del profeta Isaia: «La pace che noi at-tendiamo per i popoli non possiamo noninnestarla in quella nostra personale. Essa cirichiama il compito indilazionabile di costruirela pace. Questo compito inizia da ciascuno dinoi per passare, poi, ai corpi intermedi dellasocietà e per arrivare ai popoli». L’appello delCardinale rivolto ai fedeli, per non rispondere

«alle orrende tragedie di questi giorni, ce-dendo alla vendetta, all’odio e alla paura, mavivendo, la domenica, il gesto settimanale de-cisivo che è la Santa Messa», è stato accoltoda tanti, anche se è innegabile che il timore sifaccia sentire. Le parole dell’Arcivescovosono giunte più che mai forti e decisive, du-rante l’omelia che prende avvio dalla primapagina del Vangelo di Marco, con l’esplicita-zione chiara dell’identità divina dell’uomoGesù. «Avvenimento definitivo che dona ilperdono dei peccati, in cui si incarna la mise-ricordia del Padre». Continua su: www.incrocinews.it

Scola: «Occorre un’opera educativa per ritrovare il senso del vivere» Il Cardinale Arcivescovo ha presieduto in Duomo la Celebrazione Eucaristica nella secondadomenica di Avvento: «Occorre una conversione per annunciare il dono ricevuto con Gesù»

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3LA PAROLA DEL PARROCO

La benedizione nei giorni dell’ira

Nella benedizione delle famiglie noipreti suoniamo il campanello a chiun-que. Anche alle famiglie musulmane,naturalmente, che spesso aprono la

porta con cortesia. Salutandoci, lasciamo loroun biglietto di auguri, che il nostro vescovoscrive alle famiglie islamiche affinché “viviamonel rispetto e nella pace per dare al mondouna testimonianza efficace dell’amore che Diovuole tra gli uomini”. Anche in questi giorni del-l’ira, dopo i fatti di Parigi. Più che mai in que-sti giorni, sui quali occorre dire tre “no” eimpegnarci per affrontare tre urgenze.Ci sono tre “no” da dire, chiari e forti: NO ALLAPAURA, innanzitutto, perché non si abbassala testa davanti al terrorismo, dal quale ab-biamo il diritto e il dovere di difenderci effica-cemente; poi NO ALL’ODIO E ALLAVENDETTA, parole maledette, che generanomaledizione e che per un cristiano sono inac-cettabili. E infine NO ALLA STRUMENTALIZ-ZAZIONE della paura della gente da partedella politica di bassa qualità, di qualunqueparte essa sia. E poi ci sono tre urgenze, tre direzioni altret-tanto forti e chiare verso cui muoversi, subito,decisamente, che imprimano una reale svoltaa un mondo malato.L’urgenza EDUCATIVA: l’arcivescovo di Pariginella sua omelia della domenica dopo i mas-sacri si domandava: “Come mai per giovanieducati nelle nostre scuole e nelle nostre cittàgli spettri del califfato e della sua violenza mo-rale e sociale possono rappresentare un idealedi vita?”. Ci facciamo anche noi questa do-manda, gravida di responsabilità da parte ditutti, occidentali e islamici: chi sono gli adultiche hanno iniettato nel loro cuore il veleno delterrorismo? In quale tipo di società sono cre-sciuti, quale modello di uomo occidentale mo-derno hanno incontrato, in quali relazionisociali e amicali hanno plasmato la loro uma-

nità, in quali esperienze vitali hanno passato laloro adolescenza e la loro prima giovinezza,quando si forma il proprio modo di sentire lavita e si prendono in mano le redini della pro-pria esistenza? Queste domande sono serie ele risposte esigenti per tutti.L’urgenza SOCIALE: sono chiare le parole delcardinal Scola: “I terroristi colpiscono la nostrasocietà e per questo vanno condannati, maciò non significa che non si debba lavorare auna società più giusta, meno violenta, più ri-spettosa della persona umana. Una societàche non confonda il diritto con la legalizzazionedelle tante aspirazioni personali, una societàche pratichi quell’ecologia integrale di cui parlaPapa Francesco nella Laudato si’”. Non è laguerra che genera un mondo nuovo: è la curaassidua, quotidiana della giustizia e della ve-rità, della libertà e della solidarietà che generaun mondo nuovo, senza la violenza e laguerra.Infine un’urgenza ECONOMICA: non siamocosì ingenui da dimenticare che in ogni guerragli aspetti economici in gioco sono enormi edeterminanti. In particolare, bisogna fermare ilcommercio delle armi, perché quando ci sono,le si usano. E finiscono per arricchire i ricchi eportare calamità infinite ai poveri e agli indifesi.Con il suo linguaggio franco e forte Papa Fran-cesco dice: “Una volta, Gesù ha detto: ‘Non sipuò servire due padroni: o Dio, o le ricchezze’.La guerra è proprio la scelta per le ricchezze:‘Facciamo armi, così l’economia si bilancia unpo’, e andiamo avanti con il nostro interesse’.Questi che operano la guerra, che fanno leguerre, sono maledetti, sono delinquenti...”.Nonostante questi giorni dell’ira, i campanelli lisuoniamo ancora a tutte le case e le porte siaprono volentieri. Siamo certi che così il Nataledi Gesù entra nella storia e nasce ogni giornoun mondo nuovo. Buon Natale, dunque!

I preti di Bresso

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Riposano in Cristo

SARTIRANA Adalgisa di anni 84FOGOLA Cipriano di anni 87PIARDI Vittorino di anni 83REDAELLI Maria di anni 78

CAPUANO Alessandro di anni 94DI MATTEO Gino di anni 73DE LISE Mariano di anni 60BIANCHI Emilio di anni 58

Rinati al fonte battesimaleCAFIERO Giulio CAMPREGHER Matteo CHIERICI AnitaPALUMBO Mia SIMONI Denis

Legati del mese di dicembre

4 ore 7 BRAMBILLA Giulio5 ore 9 DONZELLI Alfonso e COMI Ester

ore 18.30 BRAMBILLA PISONI Isa e CONTI Gianluigi eFamiglie CAVENAGO e FUMAGALLI

9 ore 7 MAZZOLA Silvio e Claudina11 ore 9 CAVENAGO Giuseppina, Federico e suor Federica12 ore 9 DONZELLI Adele e Lodovico14 ore 9 GIUSSANI Luigi e RISI Giulia17 ore 7 BRAMBILLA Agostino e ALZATI Giustina e Giuseppina18 ore 7 ANNONI Paolo e Giancarlo21 ore 9 Famiglia BRASCA29 ore 9 BRAMBILLA PISONI Carletto e LOVATI Giuseppina

Legati del mese di gennaio

2 ore 9 GALIMBERTI Aliceore 18,30 CAVENAGO Pia e Rosa

8 ore 9 SAVINI Luigi e ORIANI Maddalena e Francesca9 ore 9 BOTTINI Carolina e GRANELLI Carlo

11 ore 9 ROSSONI Giuseppe e COMOTTI Pierina13 ore 9 DONZELLI Chiara e Suor Chiara14 ore 7 PEDRETTI Angelo, DONZELLI Giulia, Aldo e Iride16 ore 9 LECCHI Edoardo e CAPRA Rosa

18.30 CARROZZI Giulio e Maria19 ore 9 Famiglie SANDRINI e SAGGIORO

Per verificare il calendario 2016 dei legati i parenti- qualora non l’avessero già fatto gliscorsi anni - passino in Segreteria Parrocchiale (lun-ven h. 17.30-19).

Sposati nel Signore---------------------------

LA NOSTRA COMUNITÀ4

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Buone notiziedalla benedizione delle famiglieCome sempre la benedizione delle famiglieè una gran faticata per i preti, ma ancorprima è una cascata di speranza e di fidu-cia. Innanzitutto vediamo tante famiglie cheumilmente, senza chiasso, compiono quelbene quotidiano che è loro chiesto. Certo,con fragilità e fatiche, come tutti: ma c’è si-curamente molto più bene che male nelnostro mondo bressese. Poi i frammenti distoria che ascoltiamo ci fanno percepireche lo Spirito di Gesù anima tante esi-stenze in modo sorprendente e la Provvi-denza c’è. Infine confortanti notizie(finalmente!) giungono dal mondo del la-voro: a differenza degli anni scorsi quandosul lavoro c’era notte fonda, lo scorso annobrillava nel buio qualche stella in più, que-st’anno le luci dell’alba si vedono. Non èancora giorno certo, ma c’è luce. Po-tremmo farci domande sulla qualità del la-voro, quale equità negli stipendi, quali

tempi esigono: e dobbiamo farcele. Ma in-tanto, con un sospiro di sollievo, que-st’anno c’è più luce nelle nostre case.

Accolitato di MarcoIl nostro seminarista Marco Ciniselli conti-nua il suo cammino verso il sacerdozio nelseminario diocesano di Venegono Inferiore.E sabato 14 novembre ha vissuto unatappa significativa del suo percorso rice-vendo il ministero dell’Accolitato. Un nomeantico che significa in concreto il compitodi distribuire la Comunione sia durante lacelebrazione, sia agli ammalati, coltivandouna particolare vicinanza all’Eucaristia, chegenera la Chiesa. Alla celebrazione, in-sieme ai nostri preti era presente ungruppo di giovani, amici da sempre, chesono così spronati a fare della loro vita undono di amore, e non un geloso possessoprivato.Accompagniamo volentieri Marco con lanostra preghiera.

NOTIZIARIO5

Percorso al matrimonio cristianoautunno 2015: profumo di futuro!

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NOTIZIARIO6

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7NOTIZIARIO

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NOTIZIARIO 3aETÀ

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Gruppo parrocchiale Terza EtàProgramma attività mese di Dicembre

Giovedì 3: Ore 15 Festa di compleannoGiovedì 8: Ore 15.30 Preghiera del s. Rosario e omaggio floreale alla CastelaGiovedì 10: Ore 15 Ricreativo... In canto

Auguri e canti di Natale con il coro “SOLARE” dell’UTE di BressoGiovedì 17: Ore 15 Tombolata di Natale

Inoltre si ricorda che tutti i mercoledì, alle ore 15, chi vuole può partecipareai lavori a maglia e in stoffa a favore dei nostri missionari.

*****-------------------------------------*****

A tutti l’augurio di un Natale santodi cui la misericordia di Dio si diffonde nel mondo

6-7

-8

MOSTRADEI LAVORI

DELLA 3ª ETÀA FAVORE DELLE

MISSIONI

Per un regalodi Natale

solidale e utile

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VITA DELLA COMUNITÀ9

Una Porta Santa del Giubileoa Bresso

Anche la nostra cittadina entra nella storia degli Anni Santi

Alla Madonna della Misericordia il segno del Giubileo a cura di don Massimo Pavanello

Un regalo bellissimo e inaspettatoalla Parrocchia Madonna della Mi-sericordia proprio a 50 anni dallasua costruzione: in occasione del

Giubileo Straordinario della Misericordia in-detto da Papa Francesco, diventa laChiesa Giubilare nella nostra zona pasto-rale di Sesto San Giovanni. Cioè quella

“porta della Grazia” che è l’entrare nel Giu-bileo viene aperta anche a Bresso; e apertaresterà dal 13 dicembre 2015 al 20 no-vembre 2016.

L’Abc del GiubileoScopriamo alcune parole che danno il senso del Giubileo che si apre

Il ConcilioL’apertura del Giubileo della Miseri-cordia avverrà nel cinquantesimo an-niversario della chiusura del ConcilioEcumenico Vaticano II, nel 1965, eacquista perciò un significato parti-colare, spingendo la Chiesa a conti-nuare l’opera iniziata con il VaticanoII.Le origini ebraicheAnticamente, presso gli Ebrei, il Giu-bileo era un anno dichiarato santoche cadeva ogni 50 anni, nel qualesi doveva restituire l’uguaglianza atutti i figli d’Israele, offrendo nuovepossibilità alle famiglie che avevanoperso le loro proprietà e perfino la li-bertà personale. Ai ricchi, invece,l’anno giubilare ricordava che sa-rebbe venuto il tempo in cui glischiavi israeliti, divenuti nuovamenteuguali a loro, avrebbero potuto ri-vendicare i loro diritti. «La giustizia,secondo la legge di Israele, consi-steva soprattutto nella protezione deideboli» (San Giovanni Paolo II in Ter-tio Millennio Adveniente, 13).

San Giovanni Paolo II apre la Porta Santadel Giubileo Straordinario del 1983

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10VITA DELLA COMUNITÀ

La storia dei GiubileiLa Chiesa cattolica ha iniziato la tradizionedell’Anno Santo con Papa Bonifacio VIII nel1300. Bonifacio VIII aveva previsto un Giu-bileo ogni secolo. Dal 1475 – per permet-tere a ogni generazione di vivere almeno unAnno Santo – il Giubileo ordinario fu ca-denzato con il ritmo dei 25 anni. Un Giubi-leo straordinario, invece, viene indetto inoccasione di un avvenimento di particolareimportanza.

Il senso del GiubileoLa Chiesa cattolica ha dato al Giubileoebraico un significato più spirituale. Consi-ste in un perdono generale, un’indulgenzaaperta a tutti, e nella possibilità di rinnovareil rapporto con Dio e il prossimo. Così,l’Anno Santo è sempre un’opportunità perapprofondire la fede e vivere con rinnovatoimpegno la testimonianza cristiana.

Il tema della MisericordiaCon il Giubileo della Misericordia il Papa

pone al centro dell’attenzione ilDio misericordioso che invitatutti a tornare da Lui. L’incontrocon Lui ispira la virtù della mise-ricordia. La misericordia è untema molto caro a Papa Fran-cesco, che già da vescovoaveva scelto come suo motto«Miserando atque eligendo» (Loguardò con amore e lo scelse).Questo tema è stato da lui af-frontato sin dal primo Angelusdopo la sua elezione. E nel testodella Evangelii gaudium il ter-mine misericordia appare ben31 volte.

La Porta SantaIl rito iniziale del Giubileo èl’apertura della Porta Santa.Essa esprime simbolicamente il

concetto che, durante il Giubileo, è offertoai fedeli un “percorso straordinario” versola salvezza.

(da Avvenire, 13 marzo 2015)

Il Giubileo ebraico

Bonifacio VIII indice il primo Giubileo nel 1300(affresco di Giotto)

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11VITA DELLA COMUNITÀ

La Bolla dell’Anno Santo

Cosa dice Papa Francesco sul Giubileo

Una «Porta della Misericordia» da attraversare assumendo l’impegno di una vera conversione alla misericordia

di Francesco Ognibene

«Gesù Cristo è il volto dellamisericordia del Padre»:con queste parole si aprela Bolla di indizione del

Giubileo straordinario della misericordia.Il documento che traccia le linee e le indi-cazioni per l’Anno Santo, il cui inizio è fis-sato l’8 dicembre nel 50° anniversario dellaconclusione del Concilio Vaticano II, portala firma di Papa Francesco e già nel titoloMisericordiae vultus – che ricalca le primeparole del testo – include un’icona propo-

sta alla vita del cristiano, invitato a con-templare e imitare quel Volto sul quale du-rante il Giubileo il Papa chiede di «tenerefisso lo sguardo». L’immagine del volto – «abbiamo semprebisogno di contemplare il mistero della mi-sericordia», che «è fonte di gioia, di sere-nità e di pace», scrive il Papa – si affiancaa quella della porta, che fisicamente i cre-denti saranno invitati a varcare sia a Romacon la Porta Santa in San Pietro, in Late-rano e nelle altre basiliche papali, sia «inogni Chiesa particolare, nella Cattedraleche è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, op-pure nella Concattedrale o in una chiesa dispeciale significato», o ancora «nei san-tuari». Si tratta in tutti questi casi di una «Portadella Misericordia» da attraversare assu-mendo l’impegno di una vera conversionealla misericordia così come ci è insegnatanella persona di Gesù Cristo: «La missioneche ha ricevuto dal Padre – spiega Bergo-glio – è stata quella di rivelare il mistero del-l’amore divino nella sua pienezza». Infatti,si legge ancora nella Bolla, «l’architrave chesorregge la vita della Chiesa è la misericor-dia. Tutto della sua azione pastorale do-vrebbe essere avvolto dalla tenerezza concui si indirizza ai credenti; nulla del suo an-nuncio e della sua testimonianza verso ilmondo può essere privo di misericordia».Di più: «La credibilità della Chiesa passa at-traverso la strada dell’amore misericor-dioso e compassionevole».

Giuliano Vangi - Varcare la soglia(Musei Vaticani)

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VITA DELLA COMUNITÀ12

Il Papa, come suo costume, propone unesame di coscienza: «Forse per tantotempo abbiamo dimenticato di indicare edi vivere la via della misericordia». La suaanalisi si fa stringente: «La tentazione dipretendere sempre e solo la giustizia hafatto dimenticare che questa è il primopasso, necessario e indispensabile, ma laChiesa ha bisogno di andare oltre per rag-giungere una meta più alta e più significa-tiva». E questa meta è molto chiara: «Laprima verità della Chiesa è l’amore di Cri-sto». Di conseguenza «dove la Chiesa è pre-sente, là deve essere evidente la miseri-cordia del Padre». Come si fa? «Nellenostre parrocchie, nelle comunità, nelle as-sociazioni e nei movimenti, insomma, do-vunque vi sono dei cristiani, chiunque deve

poter trovare un’oasi di misericordia».Il Papa è ancora più esplicito quando af-ferma che è suo «vivo desiderio» che «il po-polo cristiano rifletta durante il Giubileosulle opere di misericordia corporale e spi-rituale», ricordando che l’esperienza del-l’Anno Santo non è solo individuale ma haanche un indispensabile risvolto ecclesialee pubblico. Quello che conta, nel cuore delPapa, è che «la parola del perdono possagiungere a tutti e la chiamata a sperimen-tare la misericordia non lasci nessuno in-differente». L’invito alla conversione che nasce dal Giu-bileo dunque non esclude nessuno, anzi,«si rivolge con ancora più insistenza versoquelle persone che si trovano lontane daDio per la loro condotta di vita». Davveronessuno si deve sentire tagliato fuori, nep-pure coloro i quali «appartengono a ungruppo criminale, qualunque esso sia», ole persone «complici di corruzione». Ma ilmessaggio della misericordia si estendeanche alle altre religioni, in quanto «ci rela-ziona all’Ebraismo e all’Islam che la consi-derano uno degli attributi più qualificanti diDio».Infine l’invito a lasciarsi «sorprendere daDio» perché Egli «non si stanca mai di spa-lancare la porta del suo cuore».

Tratto da Avvenire, 11 aprile 2015

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Come avverrà il Giubileo alla Parrocchia Madonna della Misericordia

Cosa accadrà a Bresso

di don Massimo Pavanello, responsabile del Giubileo per la zona VII

La chiesa Madonna della Misericor-dia, a Bresso, è una delle dieci re-altà scelte dall’Arcivescovo di Milanodove godere della speciale Grazia

del Giubileo. Qui convergeranno tutti i de-canati della Zona pastorale VII. L’aperturasolenne della Porta Santa è prevista – incontemporanea allo stesso gesto com-piuto in tutto il mondo – per domenica 13dicembre alle ore 10.00.Nell’elenco diocesano, quella bressese èuna delle pochissime parrocchie (gli altri sitisono in prevalenza santuari). Il calendariogiubilare e quello della pastorale ordinaria,

quindi, si intrecceranno. Con frutto reci-proco e con cautela, rispettando i tempi diciascun ambito.In ogni decanato è stata individuata pureuna chiesa penitenziale, dove poter trovarecon più facilità i sacerdoti per la Confes-sione. Nella nostra città questo indirizzo ri-manda alla parrocchia dei Santi Nazaro eCelso. Le linee guida per la celebrazione,anche locale, di questo evento spirituale leha ben indicate il Santo Padre.Il Giubileo «straordinario della Misericordia– ha detto Papa Francesco (Udienza gene-rale, 28-10-2015) – è un’occasione propi-

Celebrazione per i 50 anni della Madonna della Misericordia(foto Carlo Belloni)

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zia per lavorare insieme nel campo delleopere di carità». E proprio su questa lineasi pone pure l’esperienza che a Bressosarà assicurata ai pellegrini e ai fedeli tutti.

Opere di misericordia corporaleTra le diverse opere di misericordia chesarà possibile vivere e meditare sul territo-

rio ce ne sono alcune che già da temposono spina dorsale della pastorale cittadinae che mostrano il volto più feriale, quindipiù incisivo, della comunità. Citiamo soloqualche esempio.Visitare gli ammalati. Nel quartiere hannosede una residenza per disabili, una resi-denza per anziani, gli uffici dell’Avis e l’as-

La Porta Santain allestimento

alla Madonnadella Misericordia

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sociazione Albatros, che offre lavoro ai di-sabili.Ospitare i pellegrini. Da più di 17 anni, in unappartamento della parrocchia di SanCarlo e in altre locazioni dell’Amministra-zione comunale, sono accolti alcuni profu-ghi. All’interno del confine comunale, poi,è sito il centro della Croce Rossa Italiana,dove sono inviati dall’organizzazione cen-trale centinaia di migranti.Dar da mangiare e dar da bere. Da 4 annila Chiesa locale, per evoluzione del dioce-sano “Fondo famiglia e lavoro”, ha istituitol’iniziativa territoriale “Adotta una famiglia”.Sinora si è presa a carico 200 nuclei e haerogato 400mila euro raccolti tra circa1.000 bressesi. Seppellire i morti. Una parroc-chia, molto più di qualsiasi altrarealtà, vive assai spesso questaoccasione di umana pietà. Pas-sare la Porta Santa collocata inuna parrocchia offre quindi l’op-portunità immediata per ripren-dere anche questo tema nellalogica della Resurrezione.

Opere di misericordia spiritualeConsigliare i dubbiosi; insegnarea chi non sa. Nei locali di pro-prietà ecclesiale trovano luogopoi il “Centro per la famiglia”; il“Centro Incontro” (scuola d’ita-liano per stranieri); la scuola diitaliano “San Vincenzo”; il dopo-scuola “Isola dei compiti”. Se ri-chiesti, i volontari sarannodisponibili per testimonianze ovisite dirette alle singole realtàcitate.

Il Parco Nord«Ma la misericordia alla qualesiamo chiamati – ha ricordatoancora il Papa (Udienza gene-

rale, 28-10-2015) – abbraccia tutto ilcreato, che Dio ci ha affidato perché nesiamo custodi, e non sfruttatori o, peggioancora, distruttori». A tal riguardo è utile rammentare che laparrocchia Madonna della Misericordia èsita a pochi passi da uno degli accessi alParco Nord. Sarà possibile, allora, per i pel-legrini che attraverseranno la Porta Santabressese, trovare anche facile agio per me-ditare l’Enciclica Laudato si’.

Il Cammino di Sant’AgostinoOltre al percorso “liturgico-spirituale” peraccedere alla chiesa, la parrocchia è unatappa del lungo Cammino di Sant’Agostino(www.camminodiagostino.it). E può essere

Chiesa della Madonna della Misericordia: dall’alto

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raggiunta pertanto anche attraverso le mo-dalità della Via sacra.

Il frutto del GiubileoL’“opera segno”, frutto del Giubileo dellaMisericordia, sarà la ristrutturazione di lo-cali parrocchiali per accogliere alcuni stra-nieri. Locali che si aggiungonoall’appartamento già abitato dai profughi,come detto, da quasi due decenni. Buonaparte delle eventuali offerte raccolte nel-l’anno straordinario saranno destinate aquesto scopo.

Percorso liturgico-spirituale esternoPer accedere alla Porta Santa sarà neces-sario incamminarsi su un breve percorso(250 metri circa) costellato da alcune tappeche stimolano alla riflessione. Le stazionisaranno 5 e riproporranno i verbi chiave delConvegno ecclesiale di Firenze: educare,abitare, trasfigurare, annunciare, uscire.La partenza è prevista in via don Vercesi 43(RSD), svoltando poi a destra in via Villo-resi. Tre tappe saranno sulla strada. Unasul sagrato prima di entrare in chiesa. L’ul-tima sul sagrato una volta usciti di chiesa.

Percorso liturgico-spirituale internoDopo essere entrati in chiesa dalla PortaSanta (ingresso a destra, guardando la fac-ciata) spiccheranno alcuni punti d’attra-zione spirituale: l’acquasantiera in ricordodel battesimo; la penitenzieria; il leggio conla Parola di Dio; l’altare centrale col Croce-fisso; la statua della Madonna della Miseri-cordia.

Calendario celebrazioniLa maggior parte delle celebrazioni pro-grammate durante l’anno a Roma – per lediverse categorie – saranno proposteanche a Bresso, in osservanza delle indi-cazioni del Papa. Egli infatti ha caratteriz-zato questo Giubileo come un evento

“diffuso”. Il calendario locale delle celebra-zioni sarà reso noto al più presto. Sin d’oraè possibile dire però che gli appuntamenticomunitari saranno vissuti prevalentementein occasione della Messa festiva d’orarioalle 17.30.Sabato 22 ottobre 2016 si terrà invece ilpellegrinaggio diocesano a Roma guidatodal Card. Scola.

Segreteria parrocchialeLe pratiche di pietà sopra riportate pos-sono essere compiute anche singolar-mente, senza necessità di preavviso. Perqualsiasi informazione o prenotazione rela-tiva alla visita dei gruppi è necessario in-vece rivolgersi alla segreteria parrocchiale.Ogni giorno (escluso domenica) dalle 15.30alle 17.30. Nelle ore di chiusura funzionauna segreteria telefonica. Tel. 026100996(www.madonnadelpilastrello.it)

Chiesa della Madonna della Misericordia:la prua della nave

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17COLORI DEGLI ORATORI

Cuore ricco di sorprese e tasche piene di cioccolatini

I ragazzi delle medie alle benedizioni delle famiglie

Un’esperienza nel cammino di fede dei preadolescenti per aiutarli a vedere una Chiesa in uscita e vicina alla gente

a cura della redazione

Quando i nostri preti passano per lebenedizioni, se giungono soli, ladomanda scatta: “È da solo? Nonci sono i chierichetti?”.

È vero: un ragazzo che accompagna il pretedi casa in casa dà quel buon segno di un’in-tera comunità in visita casa dopo casa, per-ché nessuno è estraneo al cuore di Dio.Per questo i responsabili dei nostri tre oratorihanno chiesto ai ragazzi delle medie di ren-dersi disponibili per questo servizio di ac-compagnamento.Lo scopo: permettere loro di vedere unospaccato di vita più ampio e più vero diquello dei mass media o dei social, con unamodalità che ha sempre dell’avventuroso edell’ignoto; ascoltare storie di vita buona chesmentiscono stereotipi diffusi sui surrogatidella felicità, o sugli stranieri, sulla famiglia osulla paura dell’altro; accostare povertà esofferenze che neanche si immaginano.E, molto apprezzato da loro, riempirsi le ta-sche di cioccolatini e caramelle, che le fami-glie donano loro volentieri. Ascoltiamoli,allora.Comincia Marta.Sono rimasta colpita da una signora che eraa letto, forse l’anca era fratturata. Aspettaval’esito, ma non era spaventata dall’opera-zione, perché c’erano intorno a lei personeamiche che con tanta premura le facevanopassare il tempo (che noia sempre a letto!) esi prendevano cura di lei.E non pensavo che ci fossero così tante per-sone anziane e ammalate nella nostra città.

Simone, è la prima volta che fai questa espe-rienza…Si è bellissimo! Ho visto che quasi tutte le fa-miglie vengono subito ad aprire e volentieri ac-colgono in casa. Pensavo che ci fosse moltapiù diffidenza. E sono stati molto contenti divedere che c’eravamo anche noi ragazzi conil don.Raccontaci tu, Walker...Ho incontrato cose molto curiose: dai moltigatti e cani che abitano con le famiglie, allavoliera coi pappagalli, agli acquari. Abbiamoincontrato anche un signore che diceva di-vertito di essere uno dei “sopravvissuti” allalegionella…Interviene ancora Marta:… sì, tra le cose divertenti un prof di latino egreco con una casa invasa dai libri e un gio-vane inventore di giochi storici, che ci haspiegato come lavora.E tu, Francesco, che sei di terza media?È proprio bello accompagnare un don nellebenedizioni! Sono sempre sorpreso di tro-vare tanta serenità nelle case. Soprattuttosono colpito da come ci si aiuta tra vicini: unamamma aveva in casa gli amici del figlio daaccompagnare al calcio e spuntavano fuoribimbi da tutti gli angoli! C’è chi apre la portadel vicino ancora al lavoro che si fida a la-sciare le chiavi di casa, chi racconta della si-gnora del piano di sotto che è all’ospedale,chi spiega chi troveremo e chi non c’è... Bene. Un sacco di cose belle. Grazie, ra-gazzi, di questa esperienza fatta insieme coinostri don!

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18APPROFONDIAMO

«Maledetti coloro che fanno le guerre»

Parole durissime di Papa Francesco

C’è una parola brutta del Signore: ‘Maledetti!’. Perché Lui ha detto: ‘Benedetti gli operatori di pace!

di Alessandro De Carolis, Radio Vaticana

“Tutto il mondo” oggi “è inguerra”, per la quale “non c’ègiustificazione”. E il rifiuto della“strada della pace” fa sì che

Dio stesso, che Gesù stesso, piangano. Loha affermato Papa Francesco all’omeliadella Messa celebrata questa mattina inCasa Santa Marta. “Gesù ha pianto”. Co-mincia con queste tre parole una delle più

dolenti omelie da Santa Marta. Nel Papa ri-suona l’eco del Vangelo di Luca appenaletto, un brano tanto breve quanto com-mosso. Il mondo truccato a festaGesù si avvicina a Gerusalemme e – pro-babilmente da un punto sopraelevato chegliela offre alla vista – la osserva e piange,rivolgendo alla città queste parole: “Seavessi compreso anche tu, in questogiorno, quello che porta alla pace! Ma oraè stato nascosto ai tuoi occhi”. Francesco

le ripete a una a una e soggiunge: “Maanche oggi Gesù piange. Perché noi ab-biamo preferito la strada delle guerre, lastrada dell’odio, la strada delle inimicizie.Siamo vicini al Natale: ci saranno luci, ci sa-ranno feste, alberi luminosi, anche pre-sepi… tutto truccato: il mondo continua afare la guerra, a fare le guerre. Il mondonon ha compreso la strada della pace”.

Guerra per le tasche dei trafficantiSono intuibili i sentimenti del Papa, identicia quelli di gran parte del mondo in questigiorni, in queste ore. Francesco ricorda lecommemorazioni recenti sulla secondaguerra mondiale, le bombe di Hiroshima eNagasaki, la sua visita a Redipuglia l’annoscorso per l’anniversario della GrandeGuerra. “Stragi inutili”, ripete con le paroledi Papa Benedetto XV. “Dappertutto c’è laguerra, oggi, c’è l’odio”, constata. E poi dàvoce a una domanda: “Cosa rimane di una

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19APPROFONDIAMO

guerra, di questa, che noi stiamo vivendoadesso?”: “Cosa rimane? Rovine, migliaiadi bambini senza educazione, tanti morti in-nocenti: tanti!, e tanti soldi nelle tasche deitrafficanti di armi. Una volta, Gesù ha detto:‘Non si può servire due padroni: o Dio, o lericchezze’. La guerra è proprio la scelta perle ricchezze: ‘Facciamo armi, così l’econo-mia si bilancia un po’, e andiamo avanticon il nostro interesse’. C’è una parolabrutta del Signore: ‘Maledetti!’. Perché Luiha detto: ‘Benedetti gli operatori di pace!’.Questi che operano la guerra, che fanno leguerre, sono maledetti, sono delinquenti.Una guerra si può giustificare – fra virgo-lette – con tante, tante ragioni. Ma quandotutto il mondo, come è oggi, è in guerra,tutto il mondo!: è una guerra mondiale – apezzi: qui, là, là, dappertutto… – non c’ègiustificazione. E Dio piange. Gesù piange”.Il mondo pianga per i suoi crimini“E mentre i trafficanti di armi fanno il loro la-

voro – prosegue Francesco – ci sono i po-veri operatori di pace che soltanto per aiu-tare una persona, un’altra, un’altra,un’altra, danno la vita”. Come fece“un’icona dei nostri tempi, Teresa di Cal-cutta”. Contro la quale pure, osserva, “conil cinismo dei potenti, si potrebbe dire: ‘Macosa ha fatto quella donna? Ha perso lasua vita aiutando la gente a morire?’. Nonsi capisce la strada della pace…”: “Ci faràbene anche a noi chiedere la grazia delpianto, per questo mondo che non ricono-sce la strada della pace. Che vive per farela guerra, con il cinismo di dire di non farla.Chiediamo la conversione del cuore. Pro-prio alla porta di questo Giubileo della Mi-sericordia, che il nostro giubilo, la nostragioia sia la grazia che il mondo ritrovi la ca-pacità di piangere per i suoi crimini, perquello che fa con le guerre”.http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/Santa-Marta-18-novembre.aspx

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APPROFONDIAMO20

Il male che anche noi nutriamo: basta armare la guerra

Non siamo così ingenui da dimenticare che gli aspetti economici in gioco sono enormi

Tutti gli amanti della vita devono aiutare l’islama eliminare il virus del fondamentalismo che l’ha infettato

di Luigino Bruni

Le guerre sono sempre state com-battute da molti poveri, giovani e in-nocenti inviati a morire da pochiricchi, potenti, colpevoli, che non

morivano in quelle guerre da loro stessi vo-lute e alimentate dai loro interessi. Questaverità, antica e profonda, oggi è meno evi-dente ma non meno vera. Siamo realmentedentro una guerra mondiale, diversa dalleguerre del Nove-cento ma nonmeno dramma-tica. Una guerrache non si sabene quando edove sia iniziata,quando, dove ecome finirà. Èuna guerra li-quida in una so-cietà liquida.Sono (quasi) invisibili gli interessi in gioco,non sappiamo bene chi la vuole, chi ci gua-dagna, chi non vuole che finisca. Questaincapacità di capire, presente in tutte leguerre complesse, è particolarmente fortein questa guerra, che non deve però esi-merci dallo sforzo di pensare, e poi com-battere soprattutto le tesi false eideologiche che ci stanno inondando all’in-domani della strage di Parigi.Una tesi molto popolare è quella che indi-vidua nella religione, e in particolare nellanatura intrinsecamente violenta dell’islam,

la principale, se non unica, ragione di que-sta guerra. Una tesi, questa, tanto diffusaquanto sbagliata. Il Corano ha una sua am-bivalenza riguardo alla violenza, lo sap-piamo. Ci sono passaggi dove invita alla«guerra santa». Ma c’è anche una versionedel fratricidio tra Caino e Abele che, piùdella Bibbia ebraico-cristiana, parla forte dinon violenza. Nel racconto coranico i due

fratelli parlano neicampi. Abele in-tuisce che Cainosta levando lasua mano controdi lui per ucci-derlo, e gli dice:«Anche se useraila tua mano peruccidermi, io nonuserò la miamano per ucci-

derti» (“Il sacro Corano”, al-Ma’idah: Sura5,28). Abele presentato come il primo non-violento della storia, che muore per non di-ventare esso stesso assassino. Nel Coranoc’è anche questo. È un fatto, però, cheoggi l’islam vive una stagione difficile. Settefondamentaliste usano pezzi del Coranoper plagiare giovani, vittime e carnefici di unsogno-incubo folle nel quale sono caduti.Prede finite nella trappola del cacciatore di“martiri” da usare per scopi dove il Coranoè semplicemente il laccio della trappola.Per combattere questa malattia che oggi si

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APPROFONDIAMO

è insidiata nel cuore dell’islam e che lo staminando dal di dentro, è necessario raffor-zare le difese immunitarie per sostenerel’organismo, che nel suo insieme è sanoma sta soffrendo. È lo stesso corpo chedeve espellere con maggiore decisione ilvirus che è entrato, resistere contro quellecellule impazzite che lo stanno indebo-lendo, infliggendogli molto dolore. Ma tuttigli amanti della vita devono aiutare l’islam afarcela. Nell’epoca della globalizzazione,non può farcela da solo.Al tempo stesso, non dobbiamo esserecosì ingenui da dimenticare che in questaguerra gli aspetti economici in gioco sonoenormi. Non a caso i terroristi belgi di Pa-rigi venivano dalla cittadina più povera delBelgio, con una disoccupazione giovanileattorno al 50%. La prima guerra del Golfodel 1991 non fu certo originata dalla pre-venzione del fondamentalismo.In questi mesi si parla molto delle armi chealimentano questa guerra. Occorre par-larne ancora di più, perché è un elementodecisivo. Proprio pochi giorni fa da Cagliarisono partiti missili verso la Siria, prodotti evenduti da imprese italiane. L’Italia, as-sieme alla Francia, è tra i maggiori espor-tatori di armi da guerra nelle regioni arabe,nonostante ci sia nel nostro Paese unalegge del 1990 che vieterebbe la vendita diarmi a Paesi in guerra. I politici che pian-gono, magari sinceramente, e dichiaranolotta senza quartiere al terrorismo, sono glistessi che non fanno nulla per ridurre l’ex-port di armi, e che difendono queste indu-strie nazionali che muovono grosse quotedi Pil e centinaia di migliaia di posti di la-voro.Una moratoria internazionale seria che im-ponesse un divieto assoluto di vendita diarmi ai Paesi in guerra non segnerebbecerto la fine del califfato e del terrorismo,ma sarebbe una mossa decisiva nella dire-zione giusta. Non si può nutrire il male che

si vuol combattere. Noi lo stiamo facendo,e da molti anni. Non ce ne accorgiamo fin-ché qualche scheggia di quelle guerre nonarriva dentro le nostre case e uccide i no-stri figli. In realtà sappiamo che finchél’economia e il profitto saranno le parole ul-time delle scelte politiche, poteri così fortiche nessuna politica riesce a frenare, con-tinueremo a piangere per lutti che contri-buiamo a provocare.Il presidente francese Hollande ha sba-gliato a parlare di «vendetta» all’indomanidella strage, e poi a perpetrarla bombar-dando domenica la roccaforte del califfatoin Siria, rispondendo col sangue ad altrosangue. Questa è soltanto la legge diLamek, precedente la stessa “legge del ta-glione”. La vendetta non deve mai essere lareazione dei popoli civili, neanche dopouna delle notti più buie della storia recentedell’Europa. La sconfitta più grande sa-rebbe far tornare parole come «vendetta»nel lessico delle nostre democrazie, che lehanno eliminate dopo millenni di civiltà, disangue, dolore.Infine dobbiamo sostenere, seriamente edecisamente, chi sta osando la pace e ildialogo in questi tempi così difficili. In pri-mis Papa Francesco, che non può restaresolo né l’unica voce a chiedere la pace e lanon-violenza. Se gridassimo in milioni chel’unica risposta alla morte è la vita, e lo di-cessimo insieme ai tanti musulmani feriti estraziati come noi, se facessimo sentirenelle strade, nei social, davanti ai Parla-menti, il nostro “no” alla produzione e ven-dita delle nostre armi a chi le usa peruccidere e ucciderci, allora forse le paroleprofetiche di Francesco troverebberoun’eco più grande. Potrebbero avere laforza di muovere persino i bassi interessieconomici, che sempre più controllano edominano il mondo, le religioni, la vita. http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/strage-parigi-basta-armare-la-guerra.aspx

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Il flusso di armi da fermare subitoI cristiani in prima linea contro il traffico di armi

I Paesi europei, tra cui l’Italia,tra i maggiori venditori di armi.Molte imprese produttrici di armi sono di proprietà pubblica.

di Raul Caruso

All’indomani degli attacchi di Parigi,tra le opinioni e le analisi si fa fi-nalmente spazio anche la criticadelle spregiudicate politiche di

esportazione di armamenti di molti Paesioccidentali. In breve, nei Paesi che ora te-mono un’ulteriore espansione dell’Is, conconseguente escalation della violenza ter-roristica, ci si rende conto di essere stati inprima linea nella fornitura di armi a governinella regione mediorientale rendendo piùfacile la recrudescenza dei conflitti in corsoe del loro contagio.Per la verità, a questo proposito lo scena-rio è complesso ed è difficile da decifrare

appieno. Come è noto, i dati ufficiali, of-frono solamente un quadro parziale. Lefonti delle armi a disposizione dell’Is nonsono esattamente note, sebbene esistanofondate ipotesi in merito al sostegno chequesto riceve da alcuni Paesi dell’area. Se-condo, ad esempio, l’organizzazione nongovernativa Small Arms Survey, l’Is haavuto la disponibilità di armi provenientidall’Arabia Saudita, e la stessa accusagrava anche sul Qatar. Nei fatti, una voltache le armi sono disponibili nei mercati uf-ficiali, vengono poi esportate di nuovo e in-trodotte in Paesi e in aree in cuil’esportazione diretta non sarebbe consen-

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tita dalla regolamentazione dei Paesi pro-duttori e dagli accordi internazionali.Questo vale in particolare per le armi leg-gere in quanto facilmente occultabili e tra-sportabili. Sui campi di battaglia della Siriasettentrionale, ad esempio, sono spesso ri-trovate armi di produzione russa, ameri-cana, cinese e di vari Paesi europei.In ogni caso, se dubbi esistono in merito aicanali precisi di fornitura di armi a favoredell’Is, non ve ne sono in merito alle forni-ture legittime ai Paesi dell’area. Negli ultimianni, infatti, molti Stati mediorientali hannoaumentato in maniera significativa le pro-prie spese militari. Nello specifico, la re-gione nel suo complesso ha aumentato lespese militari del 68% in termini reali tra il2004 e il 2014. In particolare, l’Arabia Sau-dita ha aumentato la propria spesa militaredel 156%, gli Emirati Arabi Uniti del 114%,l’Iraq del 344%, il Qatar del 64% e la Tur-chia del 9%. In Siria tra il 2004 e il 2011essa era aumentata del 7%.Tale tendenza ha generato commesse mi-litari di cui hanno beneficiato molti Paesieuropei. L’Istituto di Stoccolma di ricercasulla pace (Sipri) fornisce i dati del com-mercio di armi convenzionali, utilizzandouna misura in dollari per cui è possibileoperare una stima dei volumi di armi con-segnati sebbene questa non corrispondaesattamente ai prezzi di vendita reali.A partire dal 2007 la Francia ha conse-gnato armi per un valore equivalente a cin-quecento milioni di dollari all’ArabiaSaudita, al Qatar per un valore di poco su-periore ai centodieci milioni, e per il periodo2000-2014 agli Emirati Arabi Uniti per quasiquattro miliardi e settecento milioni di dol-lari. La Germania fino al 2007 esportavauna quantità trascurabile di armi conven-zionali all’Arabia Saudita, ma tra il 2008 e il2014 le esportazioni tedesche hanno rag-giunto il valore di trecento milioni di dollari.Analogamente, tra il 2005 e il 2014 le con-

segne di armi tedesche verso Turchia edEmirati Arabi Uniti sono state rispettiva-mente pari a due miliardi e a centottantamilioni di dollari. Anche le imprese italianehanno aumentato in maniera significativa leesportazioni verso i Paesi del Medio-Oriente. Le esportazioni di armi convenzionali versogli Emirati Arabi Uniti, ad esempio, eranopari a zero solo una decina di anni fa, men-tre nel solo 2013 sono arrivate a più di tre-cento milioni di dollari. Nel periodo2009-2013 armi per un valore equivalentea quasi cento milioni di dollari sono stateconsegnate al Qatar e alla Turchia per circa350 milioni.Se guardiamo alle armi leggere, secondol’Istituto di ricerca sulla Pace di Oslo (Prio),nel solo periodo 2010-2013 verso l’ArabiaSaudita ne sono state esportate dall’Italiaper un valore effettivo di più di quattordicimilioni di dollari.Questo breve quadro contribuisce a chia-rire come la quantità di armi è aumentatain maniera sostanziale in pochi anni. Comestupirsi, quindi, della recrudescenza deiconflitti in Siria, in Iraq e in altre parti del-l’area? È chiaro che una più severa regola-mentazione del commercio di armi a livelloglobale è quindi il primo indispensabilepasso per mitigare i conflitti in corso. Inol-tre, i Paesi dell’Unione Europea che in que-ste ore cercano di coordinarsi su un’azionemilitare comune dovrebbero prima di tuttoconfrontarsi sul fatto che molte impreseproduttrici di armi sono di proprietà pub-blica. Nel momento in cui le nostre demo-crazie si sentono minacciate, è ora diabbandonare la via di questi affari insen-sati, disinvestendo dalle industrie militariper contribuire a disinnescare gli incentivialle guerre in regioni a noi pericolosamentevicine.http://www.avvenire.it/Commenti/Pa-gine/affari-insensati.aspx

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OLTRE IL CAMPANILE25

La storia curiosa della bandiera europea

Sessant’anni fa veniva scelta la bandiera europea, e trent’anni fa adottata dalla UE proprio a Milano

Ben oltre le polemiche sulle radici dell’Europauna… astuzia che viene dall’Alto? dalla redazione

Ècurioso! Il senso e la storia dellabandiera europea ci stupiscono.Quando è stata approvata la Co-stituzione europea durante il ver-

tice di Bruxelles del 18 giugno 2004 dai 25Capi di Stato e di Governo dell’Unione Eu-ropea, una delle critiche più importanti chevenivano fatte era quella legata alla man-canza del richiamo alle radici cristiane.La memoria storica europea ha però vis-suto un’amnesia. Per i rappresentanti eu-ropei sembrava e sembra che l’Europa e lasua storia non siano state fecondate dallamillenaria cultura cristiana al punto da nonmenzionarla nemmeno come dato storico.In realtà però c’è un altrogrande segno che cono-sciamo meglio della Costi-tuzione che ci ricorda comel’Europa continui a esserenutrita dalla presenza delCristianesimo. Come perironia della sorte, sulla co-pertina della Costituzioneeuropea viene quasi sem-pre raffigurata la bandiera dell’Unione. Anzila stessa Costituzione precisa che la ban-diera europea è azzurra con dodici stelledisposte a cerchio.Qui c’è il colpo di scena. Pochi sanno chequesti colori, i simboli, le stelle, la disposi-zione in tondo della bandiera ecc. sono unomaggio a Maria di Nazareth, la madre diGesù. Per dirla più esplicitamente: la ban-diera europea è nata come un simbolo ma-

riano.A dichiararlo è stato Arsène Heitz, il graficoche partecipò al bando del Consiglio d’Eu-ropa nel 1950 e lo vinse. Egli è rimastopoco noto ma il suo disegno parla di Mariae si riferisce al noto passo dell’Apocalissein cui si parla delle dodici stelle, da cui èstato ispirato: “Nel cielo apparve poi unsegno grandioso: una Donna vestita disole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suocapo una corona di dodici stelle”.Per disegnare il bozzetto il giovane desi-gner si ispirò alla medaglietta miracolosache portava al collo: riproduce le stelle incircolo, sceglie lo sfondo di azzurro ma-

riano, colora le stelle dibianco per ricordare l’Im-macolata concezione. Ilbozzetto vince il concorsopresieduto da un belga direligione ebraica, respon-sabile dell’ufficio stampadel Consiglio, Paul M. G.Lévy.Rimangono due “appa-

renti” dettagli: il numero delle stelle e ladata di approvazione. Anche questi dannoda pensare!Gli Stati europei all’epoca erano solo sei,ma Arsène Heitz, senza rivelare la fonteche lo ispirò, spiegò che il dodici è “un sim-bolo di pienezza”. Rappresenta le dodicitribù di Israele, ma 12 sono anche gli apo-stoli… insomma nella Bibbia il numero cherappresenta la diversità nell’unità, la diffe-

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renza tra quanti si riconoscono nell’unicoSignore e creatore.E’ per questo che Arsène Heitz chieseesplicitamente nel progetto che la bandieranon la si dovesse ritoccare se i membriavessero superato quel numero.Senza accorgersene i Capi di Stato (e diGoverno del Consiglio d’Europa: ndr) la ap-provarono in un giorno non come gli altri:era l’8 dicembre 1955, il giorno dell’Imma-colata Concezione.Coincidenze? Forse, ma non smettono difarci pensare che la costruzione dell’Eu-ropa è custodita e voluta da quanti vo-gliono fare della pace e della giustizia, dellafratellanza e della solidarietà la loro casacomune.Tratto da:http://www.francescoocchetta.it/wor-dpress/?p=276Storia della bandieraSin dalla sua formazione, nel 1949, il Con-siglio d’Europa è stato consapevole dellanecessità di dare all’Europa un simbolocon cui i cittadini europei potessero identi-ficarsi. Il 25 ottobre 1955 l’Assemblea par-lamentare scelse all’unanimità un emblemaazzurro portante un cerchio di dodici stelledorate. L’8 dicembre 1955, il Comitato deiministri adottò questo emblema come ban-diera europea.L’Assemblea parlamentare del Consigliod’Europa ha espresso ripetutamente il de-siderio che il simbolo europeo venisseadottato da altre organizzazioni europee alfine di non compromettere, con simboli di-versi, la complementarietà, la solidarietà eil sentimento d’unione dell’Europa demo-cratica. L’iniziativa di adottare una bandieraper la Comunità europea è venuta dal Par-lamento europeo. A tal fine, una propostadi risoluzione è stata presentata già nel1979, poco dopo le prime elezioni del Par-lamento a suffragio universale diretto. Inquesta risoluzione, adottata nell’aprile1983, il Parlamento ha decretato che

la bandiera della Comunità dovesse esserequella ideata dal Consiglio d’Europanel 1955. Il Consiglio europeo ha sottoli-neato nel giugno 1984, in occasione dellariunione di Fontainebleau, la necessità dipromuovere l’identità e l’immagine dell’Eu-ropa presso i cittadini europei e nel mondointero. In seguito, il Consiglio europeo ha appro-vato, in occasione della riunione a Milano,nel giugno 1985, la relazione del comitatoad hoc «Europa dei cittadini» (comitatoAdonnino) circa l’adozione della bandierada parte della Comunità. Avendo il Consi-glio d’Europa concesso il suo accordo perl’utilizzo da parte della Comunità della ban-diera europea da esso ideata nel 1955, leistituzioni comunitarie l’hanno introdotta al-l’inizio del 1986. Così, bandiera ed em-blema europei rappresentano sia ilConsiglio d’Europa che l’Unione europea.L’emblema è oggi il simbolo per eccellenzadell’Europa unita e dell’identità europea. Le12 stelle in cerchio rappresentano gli idealidi unità, solidarietà e armonia tra i popolid’Europa.Il Consiglio d’Europa e le istituzioni del-l’Unione europea si sono dichiarati soddi-sfatti del crescente interesse dimostratodai cittadini nei confronti della bandiera.La Commissione europea e il Consigliod’Europa si impegnano ad assicurare unuso degno di questo simbolo e a interve-nire con le opportune misure per impedireeventuali utilizzazioni abusive dell’emblemaeuropeo. Moneta commemorativa da 2 euro: 30 annidella bandiera europeaPer celebrare il 30° anniversario della ban-diera europea, i Paesi dell’area dell’euro siapprestano a emettere una moneta com-memorativa speciale, il cui progetto graficovenga scelto dai cittadini residenti nell’areadell’euro.

(Dal sito dell’Unione europea)

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CIVICA27

Fiaccolata per la pace contro il terrorismo

Grande calore e partecipazione di cittadini alla Fiaccolata di venerdì 20 Novembre

Diciamo un no chiaro al terrorismo in memoria di tutte le vittime

tratto dal sito del Comune di Bresso

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RECENSIONI28

Film italiano tra i più applauditi e amatidegli ultimi anni, Il giovane favolososegue la vita di Giacomo Leopardi:

dalla giovinezza a Recanati alla necessitàdi fuggire dalla casa di famiglia, dominatadallo sguardo implacabile del padre. A ven-tiquattro anni lascia il suo paese natale pertrasferirsi prima a Firenze e poi in una Na-poli devastata da un'epidemia di colera.Non pensate, però, a un lungometraggio distampo televisivo o a un intento mera-mente didattico:Il giovane favo-loso è un esem-pio di grandecinema, coinvol-gente ed emo-zionate, in cui ilregista MarioMartone puntasu una confe-zione impecca-bile (colonnasonora, firmatada Sacha Ring, compresa) che fa dasfondo a un ritratto intenso e non banaledel poeta, della sua filosofia di vita e deisuoi rapporti personali. Splendido il finalenotturno, ma le sequenze memorabili sononumerose. Assolutamente da non perdere,anche perché c’è Elio Germano nella mi-glior prova della sua carriera. Per scoprireun esempio di film di casa nostra diversodal solito, coraggioso e osannato all’estero.

Giovedì 10 dicembre, ore 21Il giovane favolosoCinema san Giuseppe

Termina un anno che ha visto la com-memorazione dell’ingresso dell’Italianella prima guerra mondiale. E ter-

mina con venti di guerra che scuotonol’Europa messa sotto pressione dal terrori-smo jihadista. Non è inutile allora consi-gliare la lettura di un volume agevole allalettura per tutti coloro che vogliono farsiun’idea più composta di che cos’è stataquella “inutile strage” (come diceva il Papadi allora, Benedetto XV), preludio di tutte leguerre del XX secolo, vere “follie” (comedice oggi Papa Francesco). Infatti, se la

storia non si ri-pete, può peròinsegnare a chivuol impararequalcosa dallavita: e molti mo-tivi di riflessionesull’oggi laprima guerramondiale li dà apiene mani.Dalla diffusioneincon t ro l l a ta

delle armi, agli interessi economici sottesi,alle follie ideologiche, alle bramosie di ege-monia: in linguaggio (e prezzo) a tutti ac-cessibile sono temi ben descrittidall’autore, un illustre storico, che fa ampiouso di immagini per raccontarci una vi-cenda i cui echi ancora risuonano dram-matici dopo 100 anni.

Emilio Gentile Due colpi di pistola, dieci milioni di morti, la fine di un mondo.Storia illustrata della Grande Guerra

La fine di un mondo Il giovane favolosodi Serenella Luraschi di Andrea Chimento

de il Circolo Cinematografico Bresso

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CINETEATRO SAN GIUSEPPE

Cinema Teatro San GiuseppeVia Isimbardi, 30 - Bresso - Tel. 02/66 50 24 94

Programma di dicembre

*CINEFORUM ANIME NEREGiovedì 3 ore 21.00

**FILM IL VIAGGIO DI ARLOVenerdì 4 Sabato 5 ore 21.00

Domenica 6 ore 15.00 - 17.30

Lunedì 7 ore 21.00

Martedì 8 ore 15.00 - 17.30

*CINEFORUM IL GIOVANE FAVOLOSOGiovedì 10 ore 21.00

**FILM CHIAMATEMI FRANCESCOVenerdì 11 Sabato 12 ore 21.00

Domenica 13 ore 15.00 - 17.30

*CINEFORUM AMERICAN SNIPERGiovedì 17 ore 21.00

**FILM da programmareVenerdì 25 ore 16.00

Sabato 26 ore 15.00 - 17.30

Domenica 27 ore 15.00 - 17.30

Giovedì 31 ore 21.00

Venerdì 1/1 ore 16.00

Sabato 2/1 ore 21.00

Domenica 3/1 ore 15.00 - 17.30

Il programma potrebbe subire variazioni non dipendenti dalla nostra volontà

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DICEMBRE 2015

CALENDARIO LITURGICO30

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31FARMACIE DI TURNO

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GUARDIA FARMACEUTICA DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 8.30 DEL GIORNO SUCCESSIVO

DICEMBRE 2015 (Bresso - Cormano - Cusano)a cura della Farmacia Rivolta - Cormano

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COMUNALE N°5 Bresso RIVOLTA - CormanoGIUGLIANO - Cusano M.COMUNALE N°5 Bresso DEL CORSO - Cusano M.SORRENTINO - CormanoBRUSUGLIO COMUNALE N°5 Bresso PALTRINIERI - Cusano M.SCOTTI - BressoSORRENTINO - CormanoBAIO - BressoCOMUNALE N°5 Bresso COMUNALE - Cusano M.MODERNA - BressoTESTI - Ospitaletto di CormanoCOMUNALE N°4 Bresso MORETTI - Cusano M.COMUNALE N°5 Bresso BRUSUGLIO GIUGLIANO - Cusano M.COMUNALE N°1 Bresso DEL CORSO - Cusano M.PALTRINIERI - Cusano M.RIVOLTA - CormanoCOMUNALE N°5 Bresso PALTRINIERI - Cusano M.SCOTTI - BressoSORRENTINO - CormanoBAIO - BressoCOMUNALE N°5 Bresso GIUGLIANO - Cusano M.MODERNA - BressoTESTI - Ospitaletto di CormanoCOMUNALE N°4 Bresso MORETTI - Cusano M.COMUNALE N°5 Bresso BRUSUGLIO GIUGLIANO - Cusano M.COMUNALE N°5 Bresso DEL CORSO - Cusano M.FORNASÈ - CormanoRIVOLTA - Cormano

Via Vittorio Veneto, 26 Via Caduti della Libertà, 10Via C. Sormani, 89Via Vittorio Veneto, 26 P.za Trento e Trieste, 4Via Gramsci, 44Via V. Veneto, 27 - Fraz. BrusuglioVia Vittorio Veneto, 26 Via Cooperazione, 20Via A. Manzoni, 14Via Gramsci, 44Via Vittorio Veneto, 5/DVia Vittorio Veneto, 26Via Ticino, 5Via Vittorio Veneto, 51Via XXIV Maggio, 21Via Papa Giovanni XXIII, 43 V.le Matteotti, 2Via Vittorio Veneto, 26 Via V. Veneto, 27 - Fraz. BrusuglioVia C. Sormani 89Via Roma, 87 P.za Trento e Trieste, 4Via Cooperazione, 20Via Caduti della Libertà, 10Via Vittorio Veneto, 26 Via Cooperazione, 20Via A. Manzoni, 14Via Gramsci, 44Via Vittorio Veneto, 5/DVia Vittorio Veneto, 26Via C. Sormani, 89Via Vittorio Veneto, 51Via XXIV Maggio, 21Via Papa Giovanni XXIII, 43 V.le Matteotti, 2Via Vittorio Veneto, 26 Via V. Veneto, 27 - Fraz. BrusuglioVia C. Sormani, 89Via Vittorio Veneto, 26 P.za Trento e Trieste, 4P.za Bernini, 1/AVia Caduti della Libertà, 10

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I NUMERI DELLA COMUNITÀ3232

Orario Confessioni Parrocchia SS. Nazaro e Celsoferiali: ore 8.45 - 9.30sabato: ore 16-19

Indirizzovia Roma, 12 - 20091 Bresso

www.madonnadelpilastrello.it.e-mail: [email protected]

Direttore: Don Angelo Zorloni Redazione: Ambrogio Giussani - Luca BaraggiaWalter Baraggia - Flavio Campetti - Valentina VillaDario Landreani - Francesco Boso

Foto: Autori vari, Roberto Calmi Copertina: Realizzazione grafica a cura di Luca Baraggia

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 405 del 18-11-1978Grafiche Baraggia s.r.l. - Via Ornato, 14 - MILANO - Tel. 02.6425737 - Fax 02. 66104118 - e-mail: [email protected]

Direttore: ANGELO ZORLONI

Orari delle SS. Messe in Bresso

Numeri utili

SS. NAZARO E CELSO - feriali: ore 7 (escluso il sabato) - 9sabato e vigiliari: ore 18.30festivi: ore 7.30 - 9 - 10.15 - 11.30

Santuario della Madonna del Pilastrellosabato e vigiliari: ore 17.30

SAN CARLO - feriali: ore 8 - 18.30sabato e vigiliari: ore 19festivi: ore 8.30 - 10.30 - 19

MADONNA DELLA MISERICORDIA - feriali: ore 17.30sabato e vigiliari: ore 17.15festivi: ore 10 - 17.30

Chiesa di San Francesco - feriali: ore 9 (escluso il sabato)sabato e vigiliari: ore 18.30festivi: ore 11,15

Prevosto - don Angelo ZorloniOrari segreteria parrocchiale: dal lun. al ven. 17.30 - 19Don Gianfranco RadiceOratorio - don Andrea CarrozzoCarabinieri BressoVigili del FuocoCroce RossaAmbulanzaServizio di guardia medicaComunePolizia LocaleOspedale BassiniAcliAssociazione Centro sociale anzianiAVISBiblioteca ComunaleCasa dell’AnzianoCentro della FamigliaCentro di ascolto CaritasCinema-Teatro San GiuseppeParrocchia San CarloParrocchia Madonna della Misericordia

02 610 08 82

02 610 17 7902 610 17 6802 610 89 51

11502 610 73 68

11802 34567

02 614 55102 614 554 00

02 5799.102 66 50 10 72

02 610 72 3602 614 00 95

02 614 55 34902 66 50 30 7002 66 50 34 39

366 489234302 66 50 24 94

02 614 26 6002 610 09 96

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