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Organo di informazione del C.R.A.L. Santa Maria …...febbraio 2006 2 IL CRAL COMPIE 20 ANNI...

Date post: 18-Jun-2020
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Organo di informazione del C.R.A.L. Santa Maria delle Grazie - Anno XI - N. 1 - Febbario 2006 Distribuzione in omaggio ai Soci Esce quando può All’interno: Premiato il dott. Antonio Galluccio Il nuovo sistema pensionistico C’era una volta la funicolare del Vesuvio (II parte) Le feste del Reparto di Pediatria I bambini adottati ci scrivono In ricordo di Nina
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Page 1: Organo di informazione del C.R.A.L. Santa Maria …...febbraio 2006 2 IL CRAL COMPIE 20 ANNI Quest’anno la nostra Associazione festeggia il ven-tennale della nascita. Nel 1986, infatti,

Organo di informazione del C.R.A.L. Santa Maria delle Grazie - Anno XI - N. 1 - Febbario 2006Distribuzione in omaggio ai Soci Esce quando può

All’interno:Premiato il dott. Antonio GalluccioIl nuovo sistema pensionisticoC’era una volta la funicolare del Vesuvio (II parte)Le feste del Reparto di PediatriaI bambini adottati ci scrivonoIn ricordo di Nina

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Organo di informazione pubblicatodal CRAL S. Maria delle Grazie.Viene distribuito in omaggio ai Soci.

Registrato il 20.01.96 presso ilTribunale di Napoli con il n. 4716.

Esce quando può

Presidente del CRALSanta Maria delle GrazieAnna De Novellis

Direttore ResponsabileAlfredo Falcone

Comitato di RedazioneVincenzo Buono, GiuseppeCalabrese, Luigi Carandente,Giuseppe Cirillo, Anna De Novellis,Vincenzo Mellone, Nello Nardi,Adriano Scoppetta, Luigi Stefanelli

Hanno collaborato a questo numero:Antonio Balzano, Luisa Bove,Pasquale D’Avascio, GioacchinoGrossi, Giuseppe Schiano Di Cola,Giuseppe Varriale.

Segretario di Redazione:Adriano Scoppetta

ComposizioneNello Nardi

Redazione: CRAL Santa Mariadelle Grazie La Schiana 80078Pozzuoli (NA) tel. 081.8552215

Le opinioni espresse in articoli firma-ti o siglati impegnano esclusivamentei rispettivi Autori mentre la Direzionenon ne risponde.La collaborazione a“IL CRALLINO” s’intende gratuita.

Impaginazione e grafica:Skizzo di Stampa di CarolinaOliviero

Stampa: Skizzo di Stampa - NapoliIn copertina: Un’immagine della ter-ribile eruzione del Vesuvio del 1906.Si notino il tracciato della tranvia,quello della funicolare e la stazionedei Regi Carabinieri i cui ruderi sonoancora visibili presso l’Osservatorio(foto collez. A. Cuccurullo).

Cari amici lettori,il CRAL S. Maria delle Grazie compie a giugno prossimo i suoi venti annidi vita. Nacque infatti in quel mese dell’ormai lontano 1986 con l’assem-blea dei soci fondatori, tenutasi nella sala congressi dell’Hotel Solfataradi Pozzuoli con statuto discusso e approvato a firma dei soci GiuseppeDoriano, Alfredo Tufano, Domenico Toticone, Raffaele Passero, ErmannoDoriano, Stefano Salvatore Di Meo, Domenico Moccia e SalvatorePalumbo, con sigillo del notaio Flavio Prattico. Primo Presidente delsodalizio fu l’avv. Catello Salerno, al quale subentrarono nella caricaprima il dott. Stelio Romano poi il sig. Carmine Senese quindi, dal 1990al 1993, il dott. Domenico Conte. Da quest’ultimo anno riveste la massi-ma carica sociale la signora Anna De Novellis, personaggio d’eccellenzadello sport per essere stata la più grande judoka italiana di tutti i tempi,campionessa europea e vicecampionessa mondiale nella sua categoria. Venti anni, dunque: non sono pochi per un sodalizio ma la salute di cuigode il nostro CRAL è sempre ottima, come attestano le tante iniziativeprese in favore dei soci: come gli spettacoli in occasione delle feste di fined’anno con la partecipazione di noti artisti, come i viaggi turistici a prez-zi molto contenuti e, ancora, come la partecipazione, sempre gratuita, deisoci sportivi ai tornei sociali ed intersociali nelle varie discipline, la pub-blicazione del presente periodico, l’istituzione del Fondo di Solidarietàvoluta dal dott. Giuseppe Varriale e curato dal consigliere Nello Nardi ed,ultimamente, l’adozione a distanza di bambini non fortunati proposta daldott. Pasquale D’Avascio ed affidata al consigliere Vincenzo Buono. Iltutto senza mai perdere d’occhio il bilancio sociale, addirittura in attivograzie all’oculata gestione assicurata da Giuseppe Calabrese fin dal1987 tesoriere del sodalizio. Completano il novero dell’attuale benemeri-to Consiglio di Amministrazione del CRAL il Segretario amministrativoAdriano Scoppetta ed i consiglieri i Luigi Carandente, Giuseppe Cirillo,Luigi Stefanelli e Vincenzo Mellone. Con un Direttivo così dinamico e fat-tivo, c’è da esserne certi, avremo ancora a lungo la fortuna di essere socidi un CRAL efficiente, ammirato e, perché no, invidiato.Auguri vecchio CRAL!

Nel mese di gennaio u.s. si è insediatoal vertice della ASL NAPOLI 2

il dott. Raffaele Ateniese.Al nuovo manager dell’Azienda il benvenuto e

l’augurio di buon lavoro de “Il Crallino”.

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IL CRAL COMPIE 20 ANNIQuest’anno la nostraAssociazione festeggia il ven-tennale della nascita. Nel 1986,infatti, presso l’hotel“Solfatara” si tenne la primaassemblea dei Soci Fondatoriche varò con la preziosa assi-stenza legale dell’avvocatoCatello Salerno, lo statuto delCRAL “S. Maria delle Grazie”.

NUOVO LIBRETTO DICONVENZIONIPresso la Segreteria del CRALè in distribuzione il nuovolibretto di convenzioni che avràvalidità biennale. Si invitano isoci che non vi hanno ancoraprovveduto, a ritirare questopratico tascabile che consiglia-mo di consultare sempre primadi fare qualsiasi spesa.Segnaliamo, tra le novità, glisconti praticati dalle famose“Terme di Agnano”, dal nuovocentro ricreativo e di ristorazio-

ne per bambini “Play Planet”,dalla nota catena di negozinapoletani di abbigliamentouomo donna “Time” e dal buoncentro di biancheria per la casae di corredo “A&T” diArcofelice.

CINEMA SOFIALa nuova convenzione prevedeper i films il pagamento di 3 europer il socio e il nucleo familiarenei feriali e di 5 euro nei festivi eprefestivi ad esclusione deiperiodi pasquali e natalizi.

CCRRAALL SS.. MMAARRIIAA DDEELLLLEE GGRRAAZZIIEEVViinncciittoorrii ddeellllee BBoorrssee ddii SSttuuddiioo AAnnnnoo SSccoollaassttiiccoo 22000044//22000055

BBOORRSSEE DDII SSTTUUDDIIOO PPEERR DDIIPPLLOOMMAA DDII LLAAUURREEAA

CONCORRENTE

GUARINO VALERIA

STRIANESE ILARIA

DE LUCA RAFFAELE

RACIOPPI ROBERTA

MELE FABIO

VIOLA ALESSIA

CASALE FRANCESCO P.

PIDOTA SALVATORE

MIRATA EVA LUISA

DELLA MONICA ANTONIO

DEL GAISO MARILENA

DI MEO ROSARIO

MOLERO ENRICO

DEL GIUDICE ASSUNTA

VARRIALE FABIANA

NUNZIALE RAFFAELLA

VIOLA GIULIANA

MELE DANIELE

VITOLO ALESSIA

CHIOCCA VINCENZO

PETRUCCI MARIO

SOCIO

CAPARRO ROSARIA

ALBANO MARIA R.

DE LUCA VINCENZO

RACIOPPI NUNZIO

MELE CLAUDIO

VIOLA ERNESTO

CASALE RAFFAELE

PIDOTA GIUSEPPE

MIRATA CIRO

DELLA MONICA GENNARO

DEL GAISO GIOVANNI

DI MEO STEFANO S.

MOLERO UMBERTO

BORRONE MARIA

VARRIALE GIUSEPPE

NUNZIALE PROCOLO

VIOLA ERNESTO

MELE RAFFAELE

VITOLO AGOSTINO

CHIOCCA ALFONSO

SCHIANO CONCETTA

DATA DI NASCITA

7-09-1981

12-02-1981

22-07-1980

18/05/1979

1-05-1981

21/05/1986

2-12-1986

19/08/1986

5-06-1987

1-08-1986

20/05/1985

28/02/1992

27/02/1992

22/02/1992

27/10/1991

19/10/1991

24/091991

4-07-1991

16/06/1991

18/03/1991

12-06-1992

DIPLOMA

Laurea

Laurea

Laurea

Laurea

Laurea

Maturità

Maturità

Maturità

Maturità

Maturità

Maturità

Sc.Media

Sc.Media

Sc.Media

Sc.Media

Sc.Media

Sc.Media

Sc.Media

Sc.Media

Sc.Media

Sc.Media

PUNTEGGIO

110 L

110 L

110 L

110 L

106/110

96/100

95/100

95/100

88/100

80/100

76/100

OTTIMO

OTTIMO

OTTIMO

OTTIMO

OTTIMO

OTTIMO

OTTIMO

OTTIMO

OTTIMO

DISTINTO

BBOORRSSEE DDII SSTTUUDDIIOO PPEERR DDIIPPLLOOMMAA DDII MMAATTUURRIITTÀÀ

BBOORRSSEE DDII SSTTUUDDIIOO PPEERR DDIIPPLLOOMMAA DDII SSCCUUOOLLAA MMEEDDIIAA IINNFFEERRIIOORREE

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AALL DDOOTTTT.. AANNTTOONNIIOO GGAALLLLUUCCCCIIOOCCOONNFFEERRIITTOO IILL PPRREEMMIIOO ““NNUUMMEERROOUUNNOO””

“PER L’INFATICABILE LAVORO CHE SVOLGE CON GRANDEALACRITA’, PROFESSIONALITA’ ED ALTRETTANTA UMANITA’”

di AAllffrreeddoo FFaallccoonnee

La sera del 25 gennaio u.s. nell’ele-gante sala conferenze del Palazzo

Alabardieri ha avuto luogo la consegnadel Premio “NUMEROUNO” perl’Umanità nella Professionalità, istituito,con il patrocinio del Consiglio RegionaleCampania, dall’Associazione “NUME-ROUNO”. Erano presenti, nella veste di“madrina” della manifestazione, ladott.ssa Alessandra Lonardo MastellaPresidente del Consiglio Regionale, ildott. Maurizio Sibilio Assessore allaProvincia di Napoli oltre al dott. GianniCameretti e al dott. Giulio Tarro rispetti-vamente Presidente e PresidenteOnorario dell’Associazione organizzatri-ce.Il Premio “NUMEROUNO”, giunto allasua quarta edizione, si propone un finealtamente morale, quello “di premiarechi nel mondo sanitario e sociale riesce alenire la miseria della gente e guarire lesofferenze altrui rendendo manifeste atutti le qualità umane e professionali ditante persone che vengono gratificate eringraziate per la dedizione e l’impegnomostrato nel loro lavoro”.Sono stati premiati la dott.ssa Cristiana

Barone giornalista dell’emittenteTelecapri, il prof. Gaspare Bassi prima-rio chirurgo dell’Ospedale Loreto Maredi Napoli, il dott. Flavio Fazzioli, chirur-

go della Fondazione Pascale, il dott.Antonio Galluccio urologodell’Ospedale S.Maria delle Grazie diPozzuoli ed il prof. Carmine Pecoraronefrourologo degli Ospedali Santobono ePausilipon di Napoli. La dottoressa Lonardo Mastella, visibil-mente commossa, ha poi conferito ilPremio, alla memoria, al dott. NicolaCalipari eroicamente sacrificatosi in Iraqper salvare la vita della giornalista italia-na Sgrena che egli stesso stava portandoal sicuro dopo il sequestro da parte deiguerriglieri. Hanno ricevuto, infine, l’ambito Premiola Consociazione “Fratres” Donatori disangue di Firenze e la Fondazione “Leo-Amici” Cure Tossicodipendenze di Valledi Maddaloni.Per il dott. Antonio Galluccio, al qualevanno le felicitazioni de “Il Crallino”, unprestigioso, gratificante e meritato rico-noscimento, per il nostro Ospedale unaulteriore soddisfazione per l’ennesimadimostrazione di buona sanità offertagrazie alla preparazione, alla professio-nalità ed all’umanità del proprio perso-nale medico ed infermieristico.

Ringrazio e nello stesso tempo mi complimento con il Presidente Gianni Cameretti e con il Presidente Onorario prof.Giulio Tarro organizzatori di questa pregevole manifestazione. Porgo un saluto alle autorità a tutti gli illustri ospiti inter-venuti a questa cerimonia.Ricevere questo riconoscimento mi rende orgoglioso in quanto essere premiato per “ l’umanità nella professionalità” haper me un valore immenso. Prima di tutto, però, tengo a sottolineare che è mio desiderio condividerlo con tutti i collabo-ratori della mia U.O. di Urologia dell’Ospedale S. Maria delle Grazie di Pozzuoli perché è anche grazie a loro che il mioimpegno di medico riesce a lenire la sofferenza delle persone e nel mio caso dei pazienti. Quotidianamente il mio lavoromi porta a stare a contatto con persone che soffrono; spesso si presentano casi nei quali la stessa medicina non riesce afare più di tanto, ebbene, sono questi i momenti in cui un sorriso, un pizzicotto, chiamare con tono fraterno il paziente conil proprio nome, fa sbocciare un sorriso sul volto di queste persone. Si parla spesso di sanità, e soprattutto in Campaniadi malasanità: ebbene questa iniziativa, questo riconoscimento e questa assemblea stanno a dimostrazione che una buonasanità esiste, c’è e deve continuare ad esserci. Il mio augurio è che il fine di questa manifestazione, e cioè l’umanità nella professionalità, divenga prassi non solo nellamia ma in tutte le altre professioni perché chi ha il privilegio come noi di aiutare il prossimo, e soprattutto quando si trat-ta di lenire le sofferenze della gente, deve farlo con tutto l’impegno e l’amore possibile. E, se sono quì quest’oggi, è per-ché ci ho provato. Grazie

Antonio Galluccio

“CONDIVIDO IL PREMIO CON TUTTI I COLLABORATORI DELLA MIA U.O.”

Il ringraziamento del dr. Galluccio alla consegna del Premio.

Sala Conferenze Palazzo Alabardieri. Il dott.Antonio Galluccio riceve dalle mani delPresidente del Consiglio Regione Campaniadott.ssa Alessandro Lonardo Mastella ilPremio “NUMEROUNO” per l’Umanitànella Professionalità.

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LLAA SSAANNIITTAA’’ NNEELL CCIINNEEMMAAdi GGiiuusseeppppee SScchhiiaannoo ddii CCoollaa**

La lodevole e conveniente iniziativadel CRAL di convenzionarsi con il

cinema SOFIA, mi ha stimolato, oltre adandare più spesso al cinema, a riportarealcune riflessioni su un tema interessanteed intrigante: come la Sanità viene rap-presentata da quella che è definita la“settima arte”. Ovviamente i titoli, i temied i ricordi sono personali e nel lungoelenco sicuramente mancheranno opereimportanti e significative; ma forse que-sto servirà da stimolo per altri titoli, temie ricordi che ogni operatore della sanitàsicuramente custodisce nella mente e nelcuore. Il primo ricordo è legato ad unfilm di Mario Monicelli “Il Medico e loStregone” (1957) in cui un giovaneMedico Condotto - MarcelloMastroianni - deve fare i conti con laconcorrenza in un paese povero, ancorarurale e dove era evidente il conflitto trascienza e superstizione. Nell’Italia delboom economico - primi anni sessanta -invece la sanità al cinema appare piùmoderna, la medicina vista con più fidu-cia ed in ogni scena girata negli Ospedalidominano corridoi puliti, corsie silenzio-se, suore severe ma efficienti, anzianiprimari dal sorriso rassicurante. Qualcheanno dopo anche il cinema registrerà leoccasioni perse da un Paese sviluppatosi,ma senza che si sia liberato dei suoi anti-chi vizi e contraddizioni: “Il fischio alnaso” (1967) di e con Ugo Tognazzi e“Bisturi, la mafia bianca” (1973) di LuigiZampa. Ma ciò che resta nell’immaginario col-lettivo di quel periodo è l’indimenticabi-le Alberto Sordi nella figura de “Il medi-co della mutua” (1968) di Luigi Zampa ede “Il prof. dott. Guido Tersilli primariodella clinica Villa Celeste, convenziona-ta con le mutue” (1969) di LucianoSalce. Il percorso del giovane medicodella mutua, che poi diventa proprietariodi una clinica privata induce a riflettere,magari arrabbiarsi, ma suscita risate (tal-volta amare) e puro divertimento. Unacitazione per i film cosiddetti (giusta-mente) “minori” degli anni settanta edottanta: i vari Pierini medici o infermieridelle SAUB, le attraenti dottoresse-edvidge e le infermiere di notte-gloriache ci stavano con finti pazienti o con icolonnelli medici, sembravano propensi

più ad utilizzareattori comici edattrici sexy piut-tosto che ambiread una descrizio-ne, seppur gros-solana, di quantoavveniva nellasanità italiana.Gli eroi in cami-ce bianco sonoinvece molto pre-senti nel cinemastraniero, in par-ticolare in quelloS t a t u n i t e n s e ;ecco qualche tito-lo: “M.A.S.H”(1970) e “Il dottor T. e le donne” (1999)entrambi di Robert Altman, “Qualcunovolò sul nido del cuculo” (1975) di MilosForman, “Al di là della vita” (2000) diMartin Scorsese. La visione di quest’ul-timo film è particolarmente raccomanda-ta a tutti gli operatori dell’emergenza;"Bringing out the dead”, titolo originaleche sta per “portar fuori dal mondo” cioèrestituirgli la vita, descrive appunto, levicende tragiche ma piene di umanitàche capitano a Nicolas Cage, paramedicodell’emergency medical service aManhattan. Anche gli americani denun-ciano, lanciano sberleffi ed atti d’accusa,ma dedicano attenzione anche alla gene-rosità, al coraggio, alle crisi esistenzialidi chi opera in sanata. Principalmente sitratta di grandi film, ma che hanno avutoanche il merito di rappresentare aspettidella sanità americana con i suoi limiti egrandezze. Ritornando ai nostri autori,molto trattato è invece il tema del rap-porto medico-paziente in “Caro diario”(1993) di Nanni Moretti in cui il prota-gonista, colpito da misteriosa malattia,conosce diverse figure di medico, si recain strutture pubbliche e private, ma con-clude che tutti hanno in comune un atteg-giamento: non sanno ascoltare.Drammatica è la vicenda del chirurgoSergio Castellitto in “Non ti muovere”(2004) chiamato in Pronto Soccorso sco-pre che la ragazza in coma in seguito allacaduta dal motorino è proprio la sua gio-vane figlia e l’evento lo porta a ripercor-rere con la memoria l’ultima parte, inten-

sa e particolare, della sua vita. Del tuttodiverso è il discorso della sanità in tele-visione (anche noi qualche serata l’ab-biamo trascorsa in compagnia di mediciin famiglia o con qualche incantesimo).Ma qui si tratta di “fiction” - finzione,invenzione - dove prevalgono buoni sen-timenti, con protagonisti tutti belli e ric-chi che usano un linguaggio improbabi-le: insomma una sanità che non esiste.Più credibile era la serie “Amico mio”1993, forse primo esempio italiano di“fiction sanitaria”. Molto più verosimiliinvece i telefilm provenientidall’America. E. R. Medici in primalinea e soprattutto il dottor House hannoritmo, suspence, le storie, pur inventate,sono credibili e sembra di respirare l’o-dore di quei reparti,sentire i rumori diPronto Soccorso anche se un po’ inso-spettiscono quei medici così preparati,coraggiosi, che alla fine vengono semprepremiati dal successo terapeutico e dalprestigio sociale, oltre che dal benessereeconomico. C’e’ da sperare che anche ilcinema italiano sappia trarre spunti edispirazione da un mondo che, pur con isuoi eterni ed universali temi del lutto,della sofferenza, della solidarietà, è con-dizionato dagli eventi contemporanei,modificato dalla tecnologia, in continuatrasformazione organizzativa.* Il dott. Giuseppe Schiano di Colalavora presso il Dipartimento diPrevenzione ed é il Referente Aziendaleper l’Educazione Sanitaria e laPromozione della Salute.

I Soci del CRAL affollano una delle sale del Cinema Sofia in occasio-ne della festa sociale di fine anno (foto G. Schiano).

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Icambiamenti sono necessari per ade-guare un sistema alle nuove esigenze

e renderlo di nuovo accettabile. Il nostrosistema pensionistico si basa sulla rac-colta della contribuzione obbligatoria acarico degli iscritti, per poi gestirla tracoloro che non sono più iscritti (pensio-nati). Questo “patto tra generazioni”,“c.d. riparto”, era sostenibile quando gliiscritti superavano i pensionati, quandola contribuzione acquisita era superiorealle prestazioni erogate. Pertanto la nor-mativa, per essere ancora valida, deveessere continuamente rimodellata al finedi evitare un’implosione degli enti pre-videnziali per squilibrio finanziario.Nella G.U. n. 222 del 21.9.2004 è statapubblicata la legge n. 243/2004 conte-nente il testo “Norme in materia pensio-nistica e deleghe al Governo nel settoredella previdenza pubblica, per il soste-gno alla previdenza complementare eall’occupazione stabile e per il riordinodegli enti di previdenza e assistenzaobbligatoria”. La nuova riforma, seguealla riforma Amato (D.Lgs. 503/92) ealla riforma Dini (legge 335/95), preve-de una serie di deleghe al Governo perl’emanazione di uno o più decreti legis-lativi (art. 1) volti a disciplinare gli isti-tuti giuridici aventi riflessi previdenzia-li ed introduce nuovi requisiti contribu-tivi ed anagrafici per l’accesso al pen-sionamento a decorrere dal 1.1.2008. Lalegge 243/2004 dà ai gestori previden-ziali il via all’istituzione dei fondi pen-sioni, con il trasferimento massiccio delflusso del tfr in questi, per la definitivapartenza della previdenza complemen-tare dei lavoratori dipendenti e la possi-bilità, per gli enti previdenziali dei pro-fessionisti, di accorparsi tra loro o diincludere nuove categorie di lavoratoriprivi di previdenza. E’ importante rile-vare che il dipendente, per non far con-fluire il proprio tfr nella previdenzacomplementare dovrà, entro sei mesidall’entrata in vigore dei decreti attuati-vi (la nuova legge contiene solo i prin-cipi ispiratori della nuova riforma),esprimere il dissenso allo spostamento

della quota di tfr maturata e quelle suc-cessive nella previdenza complementa-re. In caso contrario si applicherà ilcriterio del silenzio-assenso, in praticamancando esplicita volontà espressa dallavoratore la quota di Tfr confluiràdirettamente nei fondi pensione. I nuoviiscritti potranno applicare quanto sopraentro sei mesi dall’assunzione.Per il tfs(il trattamento di fine servizio è il tfr peri dipendenti del s.s.n.) i tempi sono leg-germente più lunghi, infatti, il14.9.2005 è stata sottoscritta l’ipotesi diaccordo quadro sull’ulteriore supera-mento del termine di opzione per il pas-saggio dal tfs al tfr con contestuale iscri-zione ai fondi di previdenza comple-mentare; il nuovo termine è stato proro-gato al 31 dicembre 2010. Le novità che la legge 243/2004apporterà ai lavoratori.Le pensioni di vecchiaia:Sistema retributivo o misto. Per l’accesso alla pensione di vecchiaiarimangono confermati i requisiti ana-grafici e contributivi richiesti dalla nor-mativa vigente anche dopo il 2007. Ildiritto al trattamento pensionistico conil sistema retributivo (+ di 18 anni dianzianità contributiva al 31.12.95) omisto [con una qualsiasi anzianità con-tributiva al 31.12.95 (ma – di 18 anni) esenza l’opzione per l’integrale applica-zione del sistema contributivo] si matu-ra con 65 anni di età per gli uomini ealmeno 60 per le donne congiuntamentea 20 anni di anzianità contributiva(requisito contributivo minimo 19 anni6 mesi e 16 giorni) ovvero 15 anni dicontributi se in attività lavorativa al31.12.92. Fino al 31.12.2007, in alterna-tiva, si ha diritto al trattamento pensio-nistico di vecchiaia qualora l’iscrittoabbia maturato 40 anni di anzianità con-tributiva, anche senza il requisito dell’e-tà anagrafica (60 donne 65 uomini).Sistema contributivo (art.1, comma 6,lettera b).La riforma non apporta modifiche sinoal 31.12.2007: restano confermate leregole attuali per l’accesso al trattamen-

to pensionistico. In particolare il dirittonel sistema contributivo si matura,all’atto della risoluzione del rapporto dilavoro: dal 57° anno di età purché inpossesso di almeno 5 anni di contribu-zione effettiva e a condizione che l’im-porto della pensione da liquidare nonrisulti inferiore a 1,2 volte l’importodell’assegno sociale (assegno socialeper l’anno 2005 è di euro 374,97 x 1,2 =euro 449,96 mensili); al compimentodel 65° anno di età, indipendentementedall’importo di pensione da liquidare efermo restando il requisito del versa-mento di almeno 5 anni di contribuzio-ne effettiva; al conseguimento, indipen-dentemente dall’età anagrafica, diun’anzianità contributiva non inferiore a40 anni. Dal 1 gennaio 2008, fermorestando il requisito contributivo dei 5anni, il requisito anagrafico è elevato a60 anni per le donne; 65 anni per gliuomini. In alternativa, è possibile otte-nere tale prestazione: con 40 anni dicontribuzione (a prescindere dall’età)oppure con almeno 35 anni di contribu-zione ma con un’età pari a quella previ-sta dai nuovi trattamenti di anzianità; inparticolare sono richiesti:a) 60 anni di età per il biennio2008/2009;b) 61 anni di età nel quadriennio 2010 al2013;c) 62 anni di età a regime dal 2014.Le pensioni d’anzianità [art. 1,commi 6 lettera (a), 7,8, 9, 18].Fino al 31.12.2007 restano confermati irequisiti anagrafici e contributivi pre-scritti dalla normativa vigente per l’ac-cesso alla pensione di anzianità (57 annidi età ed anzianità contributiva pari a 35anni oppure, a prescindere dall’età ana-grafica, almeno 38 anni fino al31.12.2005, 39 anni dal 1 gennaio 2006e fino al 31.12.2007). Dal 2008 sarà più difficile accedere allapensione d’anzianità. La legge243/2004 di riforma, infatti, prevede ungraduale innalzamento dell’età anagra-fica fino a raggiungere i 62 anni per idipendenti iscritti all’Inpdap e all’Inps

di AAnnttoonniioo BBaallzzaannoo**

LLAA NNUUOOVVAA NNOORRMMAATTIIVVAA IINN MMEERRIITTOO AAPPEENNSSIIOONNEE,, PPRREEVVIIDDEENNZZAA EE TT..FF..RR..//TT..FF..SS..

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e, i 63 anni per i lavoratori autonomi.Inparticolare, è previsto per i lavoratoriiscritti all’Inpdap che il diritto alla pen-sione d’anzianità si conseguirà:nel biennio 2008 – 2009 al compimentodel 60° anno d’età con 35 anni di con-tributi; nel quadriennio 2010 – 2013 al compi-mento del 61° anno d’età con 35 anni dicontributi; a regime dal 2014 al compimento del62° anno d’età con 35 anni di contribu-ti. L’accesso al pensionamento d’anzianitàresterà possibile, indipendentementedall’età, al raggiungimento dei 40 annidi contribuzione. Le regole si appliche-ranno a tutti i lavoratori a prescinderedal sistema d’appartenenza (contributi-vo, retributivo o misto).Decorrenza delle nuove pensioni [art. 1,comma 6, lettera c) e 10, lettera d)].Attualmente per i trattamenti pensioni-stici di anzianità sono previste 4 finestredi accesso alla pensione in funzione del-l’età e della data in cui si maturerà l’an-zianità contributiva richiesta (1 luglio, 1ottobre, 1 gennaio e 1 aprile).Una voltache la finestra si è aperta l’accesso potràavvenire in qualunque momento succes-sivo.Per coloro che hanno 40 anni di contri-buti l’accesso al pensionamento èimmediato. L’accesso al pensionamento con lanuova normativa seguirà una nuovacadenza (attualmente le uscite sonoquelle sancite dall’art.59 comma 8Legge 449/97): lavoratori dipendenticon età inferiore a 65 (uomini) o 60 anni(donne) possesso dei requisiti entro il 2°trimestre dell’anno ( 30 giugno): potran-no accedere al pensionamento dal 1°gennaio dell’anno successivo; possessodei requisiti entro il 4° trimestre dell’an-no (31 dicembre): Potranno accedere alpensionamento dal 1° luglio dell’annosuccessivo. Per i lavoratori con almeno40 anni di contribuzione il Governo èstato delegato a definire nuovi terminidi decorrenza del trattamento pensioni-stico.Regime particolare per le lavoratrici(c.d. pensioni rosa).Per le lavoratrici iscritte all’Inpdap/Inpsè prevista, ma solo in via sperimentale efino al 2015, la possibilità di accederealla pensione d’anzianità alla presenzadi almeno 35 anni di contributi conun’età pari o superiore a 57, elevata a 58per le lavoratrici autonome.

L’accesso è sottoposto alla condizioneche esse optino per una liquidazione delrelativo trattamento secondo le regole dicalcolo del sistema contributivo previstedal decreto legislativo 30 aprile 1997,n.180.d) Certificazione del diritto alla pre-stazione pensionistica [art.1, commi3, 4, 5 e 6 lettera c)].La nuova legge introduce a decorreredal 1.1.2008 maggiori requisiti anagra-fici per il riconoscimento del diritto altrattamento pensionistico e modifica(riducendole) le date di accesso al pen-sionamento di anzianità.In deroga ai piùelevati requisiti di pensionamento lariforma ha previsto una particolare“norma di salvaguardia” (articolo 1,comma 3) per coloro che matureranno irequisiti utili per la pensione d’anziani-tà previsti fino al 31.12.2007. I dipen-denti all’atto del raggiungimento deirequisiti di età e di anzianità contributi-va previsti dalla riforma Dini, primadella data di entrata in vigore dellalegge n. 243/2004, ai fini del dirittoall’accesso al trattamento pensionisticodi vecchiaia o di anzianità, nonché allapensione nel sistema contributivo,dovranno (presentando un’appositaistanza) chiedere al proprio ente previ-denziale (i.n.p.d.a.p. i.n.p.s.) il rilasciodi una certificazione; quest’ultima con-sentirà di esercitare il diritto alla presta-zione pensionistica secondo la vecchianormativa (legge 335/95).In pratica “l’istanza” permetterà aldipendente di poter accedere alla pen-sione d’anzianità con il sistema vigente(quello attuale), in qualsiasi momentosuccessivo alla data di maturazione deirequisiti, a prescindere da qualsiasimodifica della normativa in materia pre-videnziale. L’INPDAP, con la circolaren. 44 del 13.9.2005 ad oggetto: certifi-cazione del diritto alla prestazione pen-sionistica ai sensi dell’art.1, comma 3della legge 23.8.2004 n. 243, ha predi-sposto il modulo di richiesta (l’istanza)e la certificazione da consegnare, dopola verifica del diritto, al richiedente. Lafunzione di questa certificazione sarà dirassicurare i lavoratori sui loro dirittiacquisiti ed evitare pericolosi esodi;generati dalla paura di non poter andarepiù in pensione.I nuovi assuntiPer chi ha iniziato a lavorare dal 1996 inpoi la pensione sarà calcolata esclusiva-mente con il sistema contributivo, conl’introduzione di alcuni correttivi relati-

vi all’età del pensionamento. I giovanilavoratori, con la nuova riforma, perottenere la rendita pensionistica dovran-no raggiungere un’età minima di 60anni per le donne (salvo il diritto allepensioni rosa) e 65 per gli uomini.Resterà fermo l’attuale requisito mini-mo di cinque anni di versamenti, sel’importo della pensione raggiungel’ammontare dell’assegno sociale mag-giorato del 20%.Il contributo di solidarietàLe pensioni che supereranno una deter-minata soglia (180 mila euro l’anno)dovranno versare un contributo di soli-darietà nella misura del 4%.Deroghe particolari: forze armate –lavoratori autorizzati alla prosecuzio-ne volontaria.Le disposizioni in materia di pensiona-mento di anzianità vigenti prima del-l’entrata in vigore della legge in materiacontinuano ad applicarsi: ai lavoratoriautorizzati alla prosecuzione volontariadei contributi anteriormente alla datadel 1 marzo 2004. I militari e le forze dipolizia, per la particolare peculiarità delloro rapporto di lavoro, saranno esclusidalla riforma, mantenendo l’attualesistema previdenziale.Totale cumulabilità tra pensione dianzianità e redditi da lavoro dipen-dente e autonomo.Il Governo dovrà ampliare progressiva-mente le norme che limitano la cumula-bilità tra pensione di anzianità e redditida lavoro dipendente e autonomo, infunzione dell’anzianità contributiva edell’età del pensionato (articolo 1,comma 2, lettera c).Totalizzazione [art.1, commi1 letterad) e 2 lettera o)].Il comma 1 lettera d) ha delegato ilGoverno ad estendere l’operatività dellatotalizzazione anche nel caso in cui siraggiungano i requisiti minimi per ildiritto alla pensione in uno dei fondipresso cui sono accreditati i contributi.Il principio ispiratore della delega è disuperare l’attuale limite, il quale per-mette di totalizzare i contributi in fondidiversi solo qualora il lavoratore, cheabbia posizioni contributive pressodiverse forme pensionistiche obbligato-rie, non maturi in nessuna delle gestioneprevidenziale il diritto per la liquidazio-ne di un trattamento pensionistico.*Il dott. Antonio Balzano èConsulente PrevidenzialeA.R.P.A.C.

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IILL TTRRAANNCCIIAARRAANNCCIIAAUNA SIMPATICA INVENZIONE DI... DUBBIA UTILITA’

Oramai complice la mia assenzadall’Ospedale di Procida dove

almeno una volta l’anno veniva utiliz-zato, vorrei citare un attrezzo di miainvenzione che ha suscitato non pocacuriosità, che non saprei come definiredata la discutibile utilità, per cui laparola del titolo la dice tutta riguardo alrisultato dell’operazione consentita:per tranciare trancia, come e cosa è davedere.Cominciò con una curiosità cercandomaldestramente di inventare qualcosaper catturare qualche frutto che si pre-sentava invitante davanti la finestradella camera medici al primo pianodella struttura ospedaliera di Procida.Prima costruii un canestrino in ferrocon lamierine incorporate che era cosìpesante che fletteva il supporto disostegno, e poi sul mercato c’era dimeglio, almeno qualcosa che a distanzaazionava una roncola con forbici etagliava con certezza un frutto allavolta.Allora pensai di fare sul serio: passaiper uno scasso di auto e prelevai unmotore di ventilazione di auto, poi rica-vai un altro motorino da un attrezzoanalogo portatile, poi acquistai moltelistelle di metallo con bulloni, unacanna bilancia, e infine attrezzi vari diuso casalingo e di giardinaggio, cesoie,insalatiere, tagliaerba, snodi per innaf-fiatoi, colini, batteria per antifurto,eccetera.Il risultato è stato la realizzazione di 4testate intercambiabili, che possonoessere montate su una canna – bilancia,due a motore e due manuali, che fun-zionano in modo vario per catturarearance o simili, e ora le descrivo.Il pezzo da battaglia consiste in un for-midabile attrezzo a motore per farestrage di piccioli. Ho montato a suon dilistelli metallici e bulloni un canestroricavato da un annaffiatoio con incor-porato un motore di ventola per raf-freddare l’abitacolo dell’auto a duevelocità, l’elica è stata montata bensporgente con pezzi di frullatore; iltutto è fornito di reticella ed è collega-to a un filo robusto che fa anche da

tirante. L’operatore dal basso porta unabatteria di antifurto collegata al filo conpulsante, e guida le arance all’internodel cestello, poi preme il pulsante efrulla i piccioli. Per la verità non sem-pre questo riesce bene, talora l’affolla-mento di rametti e foglie e altri frutti ènotevole per cui piove direttamente ilsucco, mentre magari il frutto rimanesull’albero. Ma con questo attrezzo èagevole raccoglierne chili e chili svuo-tando ogni tanto la reticella.Poi vi sono le testate più delicate per unsingolo frutto alla volta: la seconda amotore reca una piccola elica su unmotorino e un doppio cucchiaio dainsalatiera a fianco; tirando il filo siforza un elastico per intrappolare nelcucchiaio il frutto e delicatamente conl’elica si mira al picciolo e lo si consu-ma lentamente. Questo attrezzo arrivadove il primo, più ingombrante, nonriesce a operare.Il terzo attrezzo monta una cesoia benaffilata in punta, una guida di barremetalliche per indirizzare il picciolo trale lame, un cestello da insalatiera bloc-cabile che tirando di lato può stringereil frutto ma più spesso serve a conte-nerlo. L’inconveniente delle testate nona motore è che occorre da lontano dareuno strattone per azionare i taglienti, esoprattutto in questo caso esso provoca

vistosi spostamenti sulla cima dellacanna che è posta anche a 6 metri dal-l’operatore.La quarta testata è costituita da unalunga forbice tagliaerba con sotto mon-tato un colino che serve a raccogliere ilfrutto: si inquadra il picciolo, si dannostrattoni e quando esso è tranciato ilfrutto può essere tirato via; il tuttoavviene anche con l’ausilio di filo diacciaio che passa in delle pulegge,mentre la corda che tiene in mano l’o-peratore è di canapa.Infine la canna bilancia monta in cimauno snodo a cremagliera su cui siingrana la corrispondente parte diognuna delle 4 testate, così può esserevariato e fissato ogni volta l’angolo disnodo con cui operare, i segmenti sonobloccabili con chiodi.Devo dire che l’opera mi appare note-vole nel suo valore sperimentale perchéeffettivamente funziona; certamentebrevettare qualcosa del genere è dipoco giovamento perché l’utilizzo delsistema è praticamente accademico enon potrebbe mai avere uno scopocommerciale. Forse se esistesse l’albe-ro ideale allora sarebbe veramente unainvenzione pratica, ma così è solo unamaniera di passare il tempo a coglierefrutti, come un pescatore che cerca ditrarre profitto da un passatempo.

di GGiiooaacccchhiinnoo GGrroossssii

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C’ERA UNA VOLTA LA FUNICOLARE DEL VESUVIO (parte seconda)

di AAllffrreeddoo FFaallccoonnee

Come il paziente lettore ricorderà,nel numero scorso de “Il

Cralllino” abbiamo raccontato comenel 1944 l’eruzione del Vesuvio abbiadistrutto per la seconda volta la roman-tica funicolare che conduceva i turistifin sull’orlo del cratere del vulcanofino ad allora ancora in attività.

Quando alla fine dell’aprile 1944 l’iradel Vesuvio si fu calmata, ai tecnicidella tranvia vesuviana i quali, avan-zando a fatica tra le rocce lavicheappena raffreddatesi, si portarono suiluoghi attraversati dal binario, si pre-sentò il miserando spettacolo dell’ope-ra dell’uomo travolta dall’inarrestabileforza della natura. I danni riportatidalla linea tranviaria infatti apparverosubito molto gravi, la funicolare, inve-ce, era stata completamente cancellatadall’eruzione. Poco dopo, nel 1945, la Società StradeFerrate Secondarie Meridionali(SFSM), gerente la FerroviaCircumvesuviana, acquistò per lire3.100.000 quanto rimaneva della tran-via vesuviana e della funicolare: laSocietà Cook, infatti, avendo perso nelcorso del secondo conflitto mondiale ilcontrollo dell’impresa, non avendo piùinteresse per essa, fu ben lieta di dis-farsene. L’idea delle SFSM era quella di ade-guare lo scartamento metrico dellatranvia allo scartamento ridotto* dimm 0,95 della FerroviaCircumvesuviana con l’impiego dinuove automotrici ad aderenza mistacapaci ciascuna di 60 posti a sedere. Ilprogetto sarebbe dovuto essere realiz-zato entro il 1949 così che i turisti chesarebbero venuti a Napoli in occasionedell’Anno Santo del 1950 potesseroagevolmente portarsi sul Vesuvio. Lecose andarono però diversamente.La distruzione della funicolare fu unduro colpo per il turismo napoletano.Gli anni di guerra erano ormai alle

spalle ed era ripresa la vita normale.Dopo tanti sacrifici, sofferenze e luttigli italiani avevano voglia di dimenti-care il passato e di ricostruire quantoera stato distrutto ma, anche, di torna-re a godersi la vita e di divertirsi: tor-narono allora in auge i divertimentitradizionali quali il cinema, il ballo, lefeste di piazza e, perché no, le gite mail Vesuvio non... tirava più. Il tram, il “trenino azzurro” cosiddettoper la sua livrea crema e azzurra, eratornato a sferragliare tra vecchie lave epietraie ma il numero dei viaggiatoriera inesorabilmente scemato. IlVesuvio da quando si era conclusa l’e-ruzione aveva perso la sua caratteristi-ca peculiare, vale a dire il pennacchiodi fumo e questo fatto ne aveva smi-nuito irrimediabilmente il fascino: lasemplice promessa di uno splendidopanorama godibile da lassù non attira-va più di tanto e poi gli sparuti turisti,scesi dal tram al capolinea, si ritrova-vano dinanzi la triste visione della sta-zione inferiore della funicolare in granparte ricoperta di cenere e lapilli. Nonc’era più, dunque, ad attenderli laromantica carrozza che li avrebbe por-tati sull’orlo del cratere e non rimane-

va loro che proseguire a piedi, scortatidalle guide, lungo uno stretto e scomo-do sentiero che aveva inizio proprioaccanto al vecchio edificio sommersodalle scorie vulcaniche.

Non era però concepibile che Napoliperdesse quella che era sempre stata lasua maggiore attrattiva turistica. Sipensò allora che una seggiovia cheraggiungesse il cratere del Vesuvioavrebbe potuto costituire una validaalternativa alla scomparsa funicolarecosì l’Amministrazione provincialestudiò al riguardo un dettagliato pro-getto di seggiovia affidandone lacostruzione alla svizzera Von Roll,ditta specializzata in questo tipo di rea-lizzazioni. L’impianto, dato in gestio-ne alla Società Ferrovia e FunicolareVesuviane, fu aperto all’esercizio l’8luglio 1953 e ad inaugurarlo fu il gen.Umberto Nobile, il protagonista dellasfortunata impresa polare del dirigibi-le “Italia”. La stazione superiore era posta a quotam 1.159,13 s.l.m., quella inferiore,costruita sulle fondazioni della stazio-ne della funicolare, era sita a quota m762,44, la linea misurava m 826,50

La stazione inferiore della funicolare ricoperta dalle ceneri e dai lapilli dell’eruzione del 1944(foto collez. A. Falcone).

UUNNAA AASSSSUURRDDAA VVIICCEENNDDAA

* Per scartamento ferroviario si intende ladistanza tra le faccie interne delle rotaie checompongono il binario.

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sull’inclinata e m 716,89 sull’orizzon-tale e superava un dislivello di m396,69 con una pendenza del 74%.Ancora qualche dato tecnico: il diame-tro della fune traente era di mm 23, lerulliere che sostenevano le funi eranoaffidate a nove tralicci in ferro, l’ulti-mo dei quali quadruplo, alti tra i 7 ed i12 m.; le seggiole, in numero di 23, edistanziate l’una dall’altra di m 72,erano biposto pertanto gli escursionistiviaggiavano in coppie con il vantaggiodi non sentirsi isolati nel vuoto pur tro-vandosi ad un’altezza, rispetto al pen-dio del Gran Cono, compresa tra i 2 edi 4 m soltanto. La seggiovia poteva tra-sportare 250 persone l’ora alla veloci-tà di m 2,5/sec. Proprio in quel periodo nuove fumaro-le si erano sviluppate intorno al crate-re e da esse si levavano sottili fili difumo che sembravano indizi di unafase di risveglio del vulcano e quindidi una nuova attrattiva per i visitatori;si sperava dunque che la combinazio-ne tranvia+seggiovia avrebbe richia-mato il grande turismo ma questa nonapportò i benefici sperati. I tempierano cambiati l’Italia, uscita distruttadalla guerra si stava risollevando, lericostruite industrie lavoravano apieno ritmo, ci si avvisava verso ilcosiddetto “boom economico” deglianni sessanta e si cominciavano adavvertire le prime avvisaglie dell’e-norme sviluppo che, in breve, avrebbeavuto la motorizzazione privata grazieanche all’allora contenuto costo del

carburante. Miglioravano le strade,nascevano le autostrade, si diffondeva-no le auto e gli scooters e la disponibi-lità di questi mezzi cambiò in breve lamentalità della gente: si poteva ormairaggiungere qualsiasi meta senzadover ricorrere al meno comodomezzo pubblico. Il completamentodella rete autostradale fece il resto: lemerci ormai non venivano più traspor-tate su ferro ma tramite il più flessibi-le mezzo gommato ed il totale calodell’utenza risultò fatale a tante picco-le ferrovie che in quegli anni furonocostrette a chiudere. A questo tristedestino non poteva sfuggire la tranviavesuviana. Poco dopo l’inaugurazione della seg-giovia venne asfaltata la strada colle-gante Pugliano con l’Osservatorio econ la stazione inferiore dell’impiantoe questo fu il colpo di grazia per laromantica tranvia; nell’area alla basedel Gran Cono, destinata a parcheggio,potevano ora irrompere oltre alle innu-merevoli auto e moto, anche i grossipullman turistici e gli autobus del ser-vizio urbano: era l’avvento del turismodi massa, quello disordinato che portainevitabilmente al degrado ambientale.La tranvia del Vesuvio non aveva piùmotivo di esistere pertanto, divenuta“ramo secco”, venne soppressa nel1955 e smantellata due anni più tardi. L’avvento della seggiovia dunque nonapportò all’area vesuviana i beneficisperati e l’entusiasmo suscitato inizial-mente andò affievolendosi con il

tempo e a nulla valse anche il concor-so “Una canzone per la seggiovia”bandito dalla Circumvesuviana alloscopo di pubblicizzare il nuovoimpianto con una canzone che potessesuccedere alla famosissima “funiculìfuniculà” che celebrava la scomparsafunicolare del Vesuvio. La possibilità di raggiungere il craterecomodamente seduti, sulle prime sem-brò attirare i turisti ma la seggioviaevidenziò ben presto i propri limiti:l’orario di servizio dalle 10 alle 17,30era troppo breve; quando tirava ventole sedie dondolavano paurosamentepertanto, in condizioni metereologichenon ottimali, il servizio veniva sospe-so; molto spesso poi i turisti era obbli-gati a lunghe file per acquistare ibiglietti per cui, a coloro i quali, essen-do in gita organizzata, il programmastilato concedeva limiti di tempomolto ristretti, poteva capitare didover, con grande delusione, rinuncia-re all’ascesa; infine le spese di manu-tenzione dell’impianto erano eccessi-vamente onerose in relazione ai tempiin cui esso poteva essere in esercizio.Per questi motivi la “SocietàSeggiovia ed Autolinee del Vesuvio(SAV)” subentrata alla “SocietàFerrovia e Funicolare Vesuviane” giànel 1976 aveva avviato lo studio di unanuova funicolare certamente più van-taggiosa sul piano economico rispettoalla seggiovia per la sua maggiorecapacità di trasporto potendo essa tra-sportare in un’ora ben novecento pas-seggeri contro le duecento della seg-giovia. La chiusura della seggiovia era stabili-ta per il 14 febbraio 1983, data di sca-denza dell’agibilità dell’impianto: la“vita tecnica” di un impianto a funenon può infatti superare i trent’anni diesercizio, dopo di che bisogna rinno-vare l’intero complesso dagli organi ditrazione ai tralicci e dalle carrucolealle seggiole adeguando il tutto allenuove, aggiornate normative di sicu-rezza. La Società esercente riuscì tut-tavia ad ottenere uno slittamento didue anni da questa data per cui la seg-giovia sarebbe stata disattivata impro-rogabilmente il 14 febbraio 1985: lachiusura definitiva avvenne invece nelsettembre del 1984 allorché, duranteun violento temporale un fulmine dan-neggiò seriamente il cavo di trazione.

Termine di corsa: la seggiola biposto, con a bordo una coppia di turisti ha raggiunto la sta-zione superiore della seggiovia (foto collez. A. Falcone).

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Un incidente che, per la verità, nonsuscitò...eccessivi rimpianti.

Visto l’insoddisfacente servizio offertodalla seggiovia, il Consiglio Regionaledella Campania deliberò nel 1980 lacostruzione della nuova funicolare edil relativo progetto venne inserito nelpiano triennale di sviluppo approvatodallo stesso Consiglio nel novembre1994. La deliberazione del ConsiglioRegionale suscitò grande entusiasmo:nella ricostruzione della funicolare,che avrebbe valorizzato una risorsanaturale come il Vesuvio, si intravede-va infatti non soltanto il rifiorire delleattività economiche legate al flussoturistico che aveva come meta tradi-zionale appunto il Vesuvio ma anchel’uscita dallo stato di degrado in cuiversava l’intera zona. Il mancatodecollo dell’area vesuviana pur riccadi attrattive naturali, storiche e cultura-li, era facilmente individuato nella dif-ficoltà di trasporto in assenza di unsistema viario in grado di smaltire l’in-tenso traffico locale e di consentire unrapido accesso alle zone di maggiorinteresse turistico. La mobilità è infat-ti la caratteristica peculiare del turismoe la realizzazione della funicolareavrebbe comportato anche interventimirati al miglioramento stradale ren-dendo l’intero comprensorio menocongestionato dal traffico e quindi piùvivibile. La gestione Diretta Trasporti Pubblicidella Regione Campania “Linee delVesuvio” istituita nei primi mesi del1987 dispose una gara internazionaledi appalto per la costruzione dellanuova funicolare che venne aggiudica-ta all’ANSALDO Trasporti mentre laprogettazione delle stazioni e dellecarrozze venne affidata all’architettoprof. Nicola Pagliara, un esperto delsettore. Il progetto esecutivo dell’im-pianto fu approvato dalla RegioneCampania e successivamente dalMinistero per i Beni Culturali edAmbientali e dagli altri Ministeri com-petenti. Pareva che tutto andasse per ilmeglio: i giornali napoletani dedicaro-no molto spazio all’argomento pubbli-cando articoli dai toni entusiastici, ric-chi di notizie non solo storiche su que-sto particolare mezzo di trasporto; siaccennò finanche ad un eventualeritorno della tranvia.

La nuova funicolare avrebbe richiama-to folle di turisti sul Vesuvio in occa-sione del Campionato Mondiale diCalcio in programma allo stadio SanPaolo nel 1990 e si era stabilito che nelcorso della cerimonia dell’inaugura-zione sarebbero echeggiate le notedella canzone “Funiculì funiculà” can-tata dal grande tenore LucianoPavarotti. Una dose di ottimismogenerale senz’altro eccessiva...I “Mondiali” passarono infatti alla sto-ria sportiva senza che un solo turistastraniero accorso ad assistere alle par-tite a Fuorigrotta potesse salire sulVesuvio: la funicolare era rimastaimpigliata nelle pastorie burocratiche.Le date previste presero a slittare sem-pre più nel tempo cosicché solo il 1°novembre 1991 potettero aver inizio ilavori. L’avvio fu quanto mai spedito,in breve tempo vennero abbattuti i tra-licci e le due stazioni della seggiovia.La demolizione di quella inferioreriservò una emozionante sorpresa:durante lo sbancamento della coltre diceneri e di lapilli, divenuta nel tempocompatta come una roccia, che nel1944 aveva ricoperto quasi del tutto lavecchia stazione, proprio lì dove avevainizio il binario di corsa, dal materialerappreso spuntarono i resti di una vet-tura della vecchia funicolare: dellacassa, in quanto lignea, nessuna trac-cia, il telaio metallico invece era prati-camente intatto.Era stato inoltre avviata la realizzazio-ne delle due nuove stazioni progettate

dal prof. Pagliara; di quella a valle, inparticolare, era stata costruita, a livellostradale, una grande piattaforma incemento armato al di sopra della qualesarebbe sorto il fabbricato viaggiatorimentre al di sotto avrebbero trovatoposto i motori e le varie apparecchia-ture indispensabili per il funzionamen-to dell’impianto, era stata poi ancherealizzata, per lungo tratto, la trinceacon la piattaforma in acciaio e cemen-to sulla quale si sarebbe dovuto posarel’armamento.Erano però trascorsi sei mesi dall’a-pertura dei cantieri che il Comune diTorre del Greco, ritenendo che partedel tracciato nonché la stazione infe-riore della costruenda funicolare rica-dessero sul suo territorio, con ordinan-za del 28 maggio 1992 sospese i lavo-ri intrapresi sul territorio di sua perti-nenza richiedendo la demolizionedelle opere abusivamente realizzate edil ripristino dello stato dei luoghi. Ineffetti sul foglio catastale n. 36 delComune di Torre del Greco risultavache il tracciato della funicolare distrut-to dall’eruzione del 1944, ad esclusio-ne della stazione superiore, insistevatutto sul territorio di questo Comune.Com’era possibile?Ecco cosa era accaduto. L’antica funi-colare, quella di “Funiculì funiculà”per intenderci, la quale ricadeva inte-ramente sul territorio del Comune diErcolano venne demolita nel 1904 ericostruita dalla società Cook, secondocriteri tecnici più al passo con i tempi,

Una delle due carrozze, inutilmente costruite, parcheggiate da anni a Pollena Trocchia nelcapannone delle locali autolinee CPL (foto A. Falcone).

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esattamente sul vecchio tracciato.Questa nuova funicolare riprese adandare allegramente su e giù lungo ilfianco del vulcano soltanto per brevetempo perché la furia della naturaavrebbe spazzato in un amen l’operadell’uomo. Nell’aprile del 1906 infatti,come accennato nella precedente pun-tata, ebbe inizio una tremenda eruzio-ne che incenerì letteralmente la funico-lare appena ricostruita. La Cook, lungi dall’arrendersi, rico-struì ancora una volta l’impianto chevenne inaugurato nel 1909: stavoltaperò, il tracciato, che prima era rettili-neo, fu modificato. Per diminuirne lapendenza, infatti, invece di seguire lageneratrice del Gran Cono, fermorimanendo il punto in cui sorgeva lastazione superiore, il tracciato vennericostruito in due tratte uguali raccor-date in corrispondenza dei binari diincrocio da una curva: il binario,facendo perno idealmente sul suocapolinea a monte ruotò verso sud diuna settantina di metri e fu proprio inseguito a questo spostamento chequasi tutto il tracciato finì per ritrovar-si sul territorio del Comune di Torredel Greco.Per ben 83 anni non si dette alcun peso

alla cosa fin quando cioè, non comin-ciarono i lavori per la nuova funicola-re. Ebbe allora inizio allora una estenuan-te battaglia a colpi di carta bollata, unaserie di ricorsi e controricorsi poi,finalmente il Commissario Prefettiziodi Comune di Torre del Greco, in data16 febbraio 1995 rilasciò al dott.Vincenzo De Rensis, nella sua qualitàdi Commissario della Gestione DirettaTrasporti Pubblici della RegioneCampania “Linee del Vesuvio”, laconcessione in sanatoria per i lavorigià eseguiti e per quelli da eseguire,previo versamento a titolo di oblazio-ne per il contributo di concessione ed acondizione che prima della ripresa deilavori venissero indicate le zone diparcheggio e di sosta come richiestodalla Sovrintendenza. I lavori sarebbe-ro dovuti ricominciare il 16 febbraio1996 e concludersi il 16 febbraio1998.Pareva dunque che non vi fossero piùostacoli per la ricostruzione dellaFunicolare, e ad assicurare anche i piùscettici in materia, contribuiva anchela consegna da parte della ditta Ceretti& Tanfani delle due vetture che avreb-bero dovuto trasportare i turisti sul cra-

tere del Vesuvio. Le carrozze, in viva-ce livrea (una era verniciata in giallo,l’atra in colore rosso amarena, entram-be con il telaio in nero) e capaci cia-scuna di 30 posti a sedere, furono tra-sportate a Pollena Trocchia e “tempo-raneamente” ricoverate presso deposi-to delle locali autolinee CPL. Dunquela nuova funicolare del Vesuvio potevaconsiderarsi una realtà!Ma ecco ad appena tre mesi di distan-za dalla concessione, in data 25 mag-gio 1995, al Commissario De Rensisveniva recapitata da parte della IISezione del TAR l’ordinanza disospensione dei lavori a seguito diricorso proposto da WWFAssociazione Italiana interessata almantenimento dell’assetto del territo-rio. A tanto si aggiungeva il divietoassoluto di costruzione sui fianchi delvulcano. Era l’assurda fine di un sognoe di tante illusioni ma era anche ladimostrazione di come, tra risarcimen-ti alle industrie impegnate, elaborazio-ni di progetti vari, costruzione e poiparcheggio delle vetture ed altro sipossa sprecare pubblico denaro sacri-ficando tra l’altro una risorsa turisticache in altri Paesi europei sarebbe statacertamente valorizzata!

Siamo lieti di apprendere da “La Repubblica” del 1 dicembre 2005 che, finalmente, anche presso l’Ospedale Monaldi i pazienti potran-no ricorrere alla “medicina alternativa” ed in particolare all’agopuntura...

...MA PRESSO IL S. MARIA DELLE GRAZIE DA BEN OLTRE UN DECENNIO FUN-ZIONA, OTTIMAMENTE, L’AMBULATORIO DI AGOPUNTURA DIRETTO DALLADOTT.SSA PAOLA ZULATI E DAL DOTT. ANTONIO ROSSI.

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BAMBINI PROTAGONISTI ASSOLUTI DELLA FESTA DI NATALE

AATTMMOOSSFFEERRAA DD’’IINNCCAANNTTOONNEELL RREEPPAARRTTOO DDII PPEEDDIIAATTRRIIAA

di LLuuiissaa BBoovvee**

L’atmosfera che si respira nelReparto di Pediatria durante il

periodo natalizio è davvero emozionan-te. Le docenti della “Scuola inOspedale”, unitamente al primario dellaDivisione di Pediatria, dott. FrancescoSaitta, come ogni anno, hanno organiz-zato una festa davvero meravigliosa,con uno spettacolo che ha visto comeattori e spettatori i bambini ricoverati,rendendoli così protagonisti assolutidella Festa di Natale. A fare da sceno-grafia allo spettacolo, realizzato il 19dicembre nella corsia del Reparto, sonostati i lavori effettuati dai bambinidurante il periodo di degenza; hannoprovveduto all’allestimento del Reparto,del presepe e dell’albero di Natale, consoggetti e decorazioni a tema. A dare il via alla festa sono stati i bam-bini dell’Accademia di Danza“Emozioni in punta di piedi”, esibendo-si in uno spettacolo di baby-dance moltocoinvolgente. Di seguito il coro deglialunni del IV Circolo Didattico diPozzuoli ha allietato i piccoli degenticon poesie e canti natalizi e, infine, iltanto gradito Concerto di Natale per soliflauti suonato dai ragazzi della ScuolaMedia Statale “Pergolesi 1” di Pozzuoli.Questi piccoli volontari, accompagnatidalle loro insegnanti, grazie alla loro

sensibilità e disponibilità, hanno offertomomenti di allegria e spensieratezza aibambini ricoverati, che tanto ne hannoapprezzato la bontà e il talento.Dopo la splendida manifestazione, ledocenti della “Scuola in Ospedale”hanno dato spazio a Babbo Natale nellacorsia: egli ha provveduto personalmen-te alla distribuzione di regali e dolciuminelle stanze dei piccoli pazienti i qualihanno vissuto quel momento con grandeemozione. Il festeggiamento si è conclu-so con un gustoso buffet per i piccini.

Sono intervenuti a questa meravigliosafesta dedicata ai bambini della Pediatria,dimostrando come sempre, sensibilità esolidarietà, il Direttore Generaledell’ASL NA2, Pierluigi Cerato; CarloFago ed Eugenio Amato, rispettivamen-te Direttore Sanitario e responsabileamministrativo del P.O. “Santa Mariadelle Grazie” di Pozzuoli; i Direttoridelle Unità Operative; il sindaco diPozzuoli, Vincenzo Figliolia; il sindacodi Quarto, Pasquale Salatiello; il respon-sabile dell’azienda soggiorno e turismodi Pozzuoli, Carlo Bonaiuto; NicolettaMesca e Marisa Martinelli, dirigentiscolastici rispettivamente del IV CD edella SMS “Pergolesi 1”; il gruppo deivolontari di Quarto e il gruppo deivolontari di Santa Elisabetta diPozzuoli; i rappresentanti del CRAL. Ilprimario del Reparto, dott. FrancescoSaitta ha ringraziato tutti i presenti, ilpersonale medico e infermieristico dellapediatria e le docenti della scuola inospedale per la collaborazione e l’impe-gno profuso per aver reso felici i piccolitemporaneamente sofferenti.

*Luisa Bove è responsabile dellaSezione Scolastica Ospedaliera.

Gli alunni delle scuole puteolane in un momento della Festa di Natale nel Reparto diPediatria

Le docenti della “Scuola in Ospedale” della Divisione di Pediatria dell’Ospedale S. Mariadelle Grazie.

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E’ NUOVAMENTE FESTA PER I PICCOLI RICOVERATI

LLAA BBEEFFAANNAA SSOORRPPRREENNDDEE AANNCCOORRAAdi LLuuiissaa BBoovvee

Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, festaimportantissima per tutti i bambini, il

personale del Reparto di Pediatria erapronto, con il Primario dott. FrancescoSaitta, i medici, gli infermieri, gli opera-tori sanitari e le docenti della “Scuola inOspedale”, a festeggiare con i bambiniricoverati il giorno della Befana. Il primo saluto ai bambini lo ha dato ilVescovo di Pozzuoli, Sua Eccellenza,Monsignor Gennaro Pascarella, augu-rando loro, con dolci carezze e tenerisorrisi, una pronta guarigione. SuaEccellenza si è accomodato circondatoda tutti i bambini, per assistere insieme aloro allo spettacolo di magia di DonRodrigo, bravissimo prestigiatore che dalunghi anni offre gratuitamente, assiemealla sua famiglia, lo spettacolo ai bambi-ni ricoverati in Pediatria. Il Mago hachiamato a partecipare allo show tutti ipiccini presenti, sbalordendoli con i suoitrucchi e le sue magie. Ma a stupirli nonè stato solo il mago Don Rodrigo, maanche il gruppo di volontari di Quarto,vestiti in maschera da clown con i lorosketch e bizzarrie, ma l’arrivo dellaBefana, carica di giocattoli e di calzepiene di dolciumi ha immediatamenteemozionato i bambini, infatti, si leggevanei loro occhi la felicità per ciò che sta-vano vivendo e l’ingenuità con la qualeaffrontavano l’evento. Maria Quarta,nelle vesti della Befana da circa diecianni, ha distribuito giocattoli e calze atutti i bambini presenti che, non resisten-do alla curiosità, hanno immediatamentescartocciato con espressione compiaciu-ta. La festa si è conclusa con i ringrazia-menti del primario dott. Saitta per la sen-sibilità e la disponibilità degli intervenu-ti, per la stretta collaborazione tra i con-siglieri del CRAL e le docenti della“Scuola in Ospedale”, per l’assidua pre-senza in Reparto e la generosità deivolontari di Quarto. Un ringraziamento particolare a SuaEccellenza Mons. Gennaro Pascarella,Vescovo di Pozzuoli, per aver trascorsocon i bambini il giorno dell’Epifania,manifestando ancora una volta la suasensibilità verso il mondo dell’infanzia. Momenti salienti della Festa della Befana in Pediatria (foto Nello Nardi).

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FILMS E PREMIAZIONI AL CINEMA, CENA E KARAOKE IN TAVERNA

LLEE FFEESSTTEE SSOOCCIIAALLII DDII FFIINNEE AANNNNOOdi AAllffrreeddoo FFaallccoonnee

I FILMS DI NATALEAnche in occasione delle ultime festivi-tà, grazie alla cortese ospitalità dell’av-vocato Luigi Graspello titolare delCinema Sofia in Pozzuoli, i soci hannopotuto assistere gratuitamente ad unospettacolo cinematografico. Due i films,a scelta, proiettati due volte, entrambi digrande successo nel periodo natalizio:appunto “Natale a Miami” con De Sicae Boldi, e “Cronache di Narnia” ultimocapolavoro della Walt Disney. Alto, inentrambi i casi, il gradimento dei soci edei loro familiari, come dimostravano ilpienone registrato in entrambe le sale edil buonumore degli spettatori a conclu-sione della serata. Inoltre, per l’occasio-ne, è stato allestito un punto di ristorodove tutti potevano ritirare gratuitamen-te bibite e pop corn. Prima delle proie-zioni, ai soci andati in quiescenza nel-l’anno 2005, sono state consegnate daiConsiglieri del CRAL targhe ricordo. Aritirare questa semplice, ma schiettatestimonianza di affetto e di stima neiconfronti dei colleghi che hanno lascia-to l’attività lavorativa, erano, palese-mente emozionati, Francesco Barile,Antonio Carnevale, Raffaela Mirata,Anna Fortunato, Gaetana Maddaluno,Antonietta Capozzi e l’avv. CatelloSalerno. Tra la prima e la seconda

proiezione sono stati invece premiati ivincitori del Concorso per le Borse diStudio per l’anno scolastico 2004/05con grande soddisfazione per i soci chehanno visto i loro figli salire sul palco aritirare le pergamene e gli assegni delpremio in denaro che avrebbero potutopoi spendere durante le vacanze natali-zie.

UNA ALLEGRA SERATAUna piacevole serata quella trascorsa 1i

28 dicembre u.s. presso la taverna“Torno sabato” sita nell’ambito delCamping International presso il lagoPatria. Una festicciola organizzata dalCRAL, diciamo così, quasi su duepiedi, con una quota minima per i parte-cipanti; un’occasione per ritrovarsi, sta-volta, gomito a gomito con i colleghinon dietro ad una scrivania ma intornoad un tavolo tra un piatto di pasta alforno, contorni vari e tranci di pizza.Notevole poi l’aspettativa per le tretombolate, condotte ...folkloristicamen-te dal dottor Carmine Arcucci, per i ric-chi premi messi in palio dal CRAL.Protagonisti della seconda parte, quellamusicale della serata, parecchi soci iquali si sono impegnati con ...alternafortuna nel karaoke ed ai quali spesso èvenuto in soccorso il socio AntonioTagliaferri con la sua stentorea vocenonché una bionda e dinamica conviva-le che, oltre a mettere in mostra unaindiscussa capacità canora, ha effettua-to applaudite ...rotazioni dei fianchi cul-minate nella “mossa” che ha reso famo-sa Ninì Tiraboujon. Il tutto in un climadi cordialità nonché di allegria cheavrebbe potuto essere ancora maggiorese fosse stato della partita Enzo Buonoche resta sempre l’indiscusso animatoree mattatore di tutte le feste del CRAL.

L’avvocato Catello Salerno (al centro) riceve la targa ricordo dai consiglieri (da sin.)Calabrese, Nardi, Scoppetta e Buono (foto Gennaro Schiano).

Il “punto ristoro” allestito presso il Cinema Sofia dal CRAL per la festa sociale di fine anno(foto Vincenzo Buono).

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LE PRIME LETTERE SPEDITECI DAI PICCOLI ADOTTATI DAI SOCIII ““NNOOSSTTRRII”” BBIIMMBBII CCII SSCCRRIIVVOONNOO

di Pasquale D’Avascio

Cari amici del CRAL!Beharnesh vi manda tanti cordiali saluti.E’ felice e vi ringrazia per la vostra dis-ponibilità di sostenerla. Vorrebbe sapere ivostri nomi e quanti siete. La bambinavive in una città chiamata Melki. Suopadre è Kloide Tekle e fa l’operaio gior-naliero. La mamma è Etenesh Teka.Beharnesh ha due sorelle, Tavikwa chenon va a scuola è Enye che è ancora trop-po piccola. La vostra bambina frequentala scuola chiamata “Meki Verai” ed èfelice di essere stata promossa in terzaclasse. Durante queste vacanze sta aiu-tando i genitori. A scuola va tutto bene elei ama tantissimo le materie inglese escienze. Quando e grande vorrebbediventare insegnante. Le piacerebbe sape-re qual è il vostro lavoro. Frequenta lascuola domenicale ogni settimana in chie-sa e questa settimana ha studiato la storiaquando Dio ha ordinato ad Abramo alasciare il suo paese e i suoi parenti. Vichiede di pregare per lei e la sua famigliae desidera ricevere la vostra lettera e lavostra foto. Ciao! da Beharnesh Wolde.

Cari amici del C.R.A.L.,Kato desidera sapere come state edice che lui e i suoi familiari stannobene. Il bambino vi ringrazio tantis-simo per aver scelto lui da sostenerecome amico. Ne è molto felice! Katovive con la mamma ed il papà e hauna sorella gemella di nome Prossy.Gli altri fratelli si chiamano Roland,Cryton e Best. Le sue sorelle sonoPhiona, Dachas, Pamela e Olivia.Kato frequenta la 2° classe dellascuola primaria di Ihunga e la suamateria preferita è scienze. Glipiace giocare a calcio con i suoiamici Justus e David. Il suo cibopreferito sono le banane e la carnecon i fagioli. Il bambino partecipaalla scuola domenicale della chiesadi Uganda a Ihungu e gli piace can-tare e ascoltare le storie bibliche.Kato vi saluta e dice “Dio vi bene-dica! Ciao!”Da Kato Caxton, scritto daMnurungi Brenelah, direttore delCentro Compassion.

Cari tutti del CRAL, sono felice di scrivervi per Gerson; visaluta e vi ringrazia per essere i nuovisponsor che Dio gli ha dato. e’ scuro dipelle e di occhi, è nato il 04.03.1993 aSavane Carrè in una piccola famiglia.Ama scienze sociali e matematica. Amail calcio e andare ai giardini con ilpadre. Ricordatelo nelle vostre pre-ghiere. Che Dio benedica voi e levostre famiglie!Per tutti coloro che volessero scrivere aibambini adottati è importante ricordarequanto segue: le lettere vanno indirizza-te tutte a Compassion Italia Onlus viaCorio 15 - 10143 Torino indicando sem-pre il codice del sostenitore (IT 10 05692) e i seguenti codici per i bambiniMarie Alemu Mekuria ET 6060140Kato Caxton UG 2200155Beharnesh Wolde ET 3170008Gerson Zephyrin HA 7180190Kevin Lozano H02230008Per ulteriori informazioni: www.com-passion.it oppure tel. 011.7710212

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Il 18 novembre di quest’anno è ricorsoil decennale della morte della collega

Gaetanina Scotto di Perrotolo,Infermiera professionale deceduta aProcida nell’infausto incidente dell’eli-cottero della Polizia, insieme alCopilota Antonio Raimondo, mentreeffettuava un trasferimento di urgenza.I colleghi di tutto il Presidio ospedalierodi Procida la ricordano con affetto eammirazione.Noi tutti ci auguriamo che l’esempio didedizione e professionalità sia di inse-gnamento per tutti i colleghi presenti efuturi.Il dott. Gioacchino Grossi dedicò a Leiqueste semplici ma commoventi parole:Nata nel cerchio bagnato dal mareIn un soccorso votato a sfaceloNel volger altri a volar per salvareAndò a librarsi per sempre nel cielo.

Ciao NINA

Amici carissimi,sono ormai molti anni che collaboria-mo per migliorare alcuni aspetti delvivere insieme sul nostro posto di lavo-ro. Credo che oggi ognuno di noi si siaritagliato un ruolo attivo nel CRAL, alquale è difficile rinunciare, soprattuttoper il timore di tradire la ferma fiduciache i Colleghi Vi hanno confermata intante tornate elettorali. Tutto ciò, sonocerto, è per noi motivo di grande sod-disfazione e continua, ancora oggidopo anni, a darci nuovi stimoli percontinuare. E’ noto che il tempoimbianca le chiome e spesso arrotonda

gli addomi, è anche vero, però, che “lagallina vecchia fa buon brodo”. Giàimmagino la Vostra riflessione: “maquesto Peppe Varriale è sempre il soli-to! Chissà ora che gli frulla per il cer-vello? Quando fa così che ti “alliscia”vuole certamente ottenere qualcosa!”Niente paura Amici cari! E’ solo unaproposta! Credo che ormai siamomaturi per tentare di lanciarci in unanuova ed ancora più impegnativa ini-ziativa. Veniamo al punto! In qualità diPresidente onorario del Fondo diSolidarietà Vi invito a prendere in con-siderazione la proposta d’ampliamento

della sfera d’interesse del Fondo diSolidarietà con l’istituzione diun“Premio per la Poesia”in lingua edin vernacolo da collegare eventual-mente al già esistente concorso annua-le fra i CRAL aziendali della Regione.Non vi preoccupate per il“Regolamento”, mi offro da ora perconcordarlo con Voi e stilarlo! Vi rin-grazio per avermi letto e pubblicatoraccomandandomi a Voi per la nascitadi questa bella e nuova iniziativa cheda tanto tenevo a proporVi.Saluti cordialissimi

Peppe Varriale

IINN RRIICCOORRDDOO DDII NNIINNAA

UUNNAA PPRROOPPOOSSTTAA:: UUNN PPRREEMMIIOOPPEERR LLAA PPOOEESSIIAA


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