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OROLOGIO DIGITALE PROGRAMMABILE - ITIS in...

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1 Istituto Tecnico Industriale Statale Galileo Galilei Via G. Galilei, 16 31015 Conegliano (TV) OROLOGIO DIGITALE PROGRAMMABILE Mocchi Andrea Classe 5^Bet Anno scolastico 2012-2013 Tesina per gli esami di stato.
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Istituto Tecnico Industriale Statale

Galileo Galilei Via G. Galilei, 16 – 31015 Conegliano (TV)

OROLOGIO DIGITALE PROGRAMMABILE

Mocchi Andrea

Classe 5^Bet Anno scolastico 2012-2013

Tesina per gli esami di stato.

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SOMMARIO

PREFAZIONE GENERALE Pag. 3

MICROCONTROLLORE PIC 18F4520 Pag. 4 MICROCONTROLORI, SPECIFICHE GENERALI Pag. 5 SCHEMA A BLOCCHI – HARDWARE Pag. 7

FUNZIONAMENTO E GESTIONE DISPLAY Pag. 8 TECNICA DEL MULTIPLEXING Pag. 9

ALIMENTAZIONE DEL CIRCUITO Pag. 10 FUNZIONAMENTO DEGLI INTERRUPT Pag. 11 UTILIZZO DELL’ INTERRUPT SUL TIMER0 Pag. 11

CALCOLI PER OTTENERE TEMPI PRECISI SUL TIMER0 Pag. 12 OSCILLATORE ESTERNO SU TIMER1 Pag. 13 LISTA COMPONENTI Pag. 14

STRUMENTI UTILIZZATI – MISURE Pag. 15 SPIEGAZIONE SOFTWARE Pag. 17 DATASHEET Pag. 21

SCHEMA COMPLETO Pag. 22 RIFLESSIONI STORICHE Pag. 23

RIFLESSIONI LETTERARIE Pag. 25 INGLESE Pag. 27 CONCLUSIONI Pag. 28

BIBLIOGRAFIA Pag. 29

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PREFAZIONE GENERALE

Ho realizzato un orologio digitale, con l’utilizzo del microcontrollore PIC 18F4520 programmato con linguaggio di programmazione C. Il programma è stato compilato con l’utilizzo di MPLAB e utilizzato il Pikit 3 per la scrittura fisica nel microcontrollore. L’orologio permette la visione di ore, minuti e secondi, intervallati da punti di separazione, visualizzati su sei display a catodo comune sette segmenti. La visualizzazione contemporanea di tutte le cifre è possibile attraverso l’utilizzo del multiplexing. È stata prevista la regolazione dei minuti e delle ore attraverso la pressione di due pulsanti dedicati.

Ho scelto di realizzare questo progetto perché mi ha permesso di mettere in pratica e di approfondire le competenze tecniche acquisite con lo studio nel triennio di specializzazione. Sono state necessarie conoscenze di “Sistemi” per la programmazione e gestione del PIC 18F4520; abilità di “TDP” per la progettazione, montaggio, collaudo e risoluzione dei problemi infine “elettronica” nel complesso.

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MICROCONTROLLORE PIC 18F4520

Per la realizzazione del mio progetto ho scelto il microcontrollore PIC 18F4520. La serie “18F” permette di programmare direttamente in linguaggio C, definito di alto livello, a differenza della serie meno evoluta “16F” con la quale è necessaria una programmazione in linguaggio ASSEMBLER, definita di basso livello ovvero un linguaggio molto vicino alla macchina. Questo modello inoltre ha un elevato numero di pins, 40 in totale, che garantiscono un numero sufficiente d’ingressi ed uscite necessarie per lavorare agevolmente. Sono presenti quattro piedini di alimentazione (due di VDD e due di VSS), cinque registri settabili come ingressi o uscite o con svariate applicazioni (PORTA, PORTB, PORTC, PORTD, PORTE). È possibile l’utilizzo di quattro Timer, oscillatori interni o esterni.

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MICROCONTROLLORI: SPECIFICHE GENERALI

Un microcontrollore è un integrato particolarmente complesso. Esso è composto da un microprocessore ovvero un' unità di elaborazione dedicata unicamente ad effettuare calcoli, più numerose altre periferiche che gli permettono d’interagire con il mondo esterno: linee di comunicazione, memoria per immagazzinare dati e programmi, convertitori analogico/digitale ecc. Il microcontrollore è propriamente un computer completo racchiuso all’interno di un circuito integrato. Da qui la sigla PIC che sta per:

“Programmable Intelligent Computer” oppure “Programmable Interface Controller”.

In particolare, i microcontrollori da noi utilizzati sono prodotti dalla Microchip e prendono il nome di PICmicro. Periferiche principali dei PIC: Memoria Interna:

La memoria ha un compito importante in un microcontrollore, la sua prima funzione è quella di memorizzare il programma che deve essere eseguito, la seconda funzione è quella di memorizzare i dati ovvero le variabili provenienti come input dall’esterno o provenienti dall’esecuzione del programma. La memoria, normalmente di tipo Flash, permette di mantenere i dati anche in assenza di alimentazione e di essere riscritta più e più volte.

Linee I/O: Tramite le linee Input/Output è possibile interagire con l’esterno. Input rappresenta i segnali in ingresso come ad esempio la pressione di un pulsante o un valore di temperatura rilevato da un sensore. Output sono i segnali in uscita come scrivere su un display o accendere un led.

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Convertitori analogico/digitale (A/D):

Queste periferiche ci permettono di acquisire segnali analogici provenienti dall’esterno (come ad esempio il segnale proveniente da un sensore di temperatura) e convertirlo in digitale per essere lavorato ed elaborato agevolmente dal programma.

Moduli PWM: I moduli PWM sono in grado di generare delle onde quadre che possiamo utilizzare per svariate applicazioni, la più comune è quella della regolazione della velocità dei motori, della luminosità delle lampade ecc.

Timer:

I timer o temporizzatori, di cui ho fatto largamente uso per la realizzazione dell’orologio digitale, hanno il compito d’effettuare conteggi in maniera regolare e vengono utilizzati un po’ per tutto: generare onde quadre, eseguire operazioni allo scadere di un tempo prefissato, realizzare applicazioni multitasking ecc.

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SCHEMA A BLOCCHI – HARDWARE

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FUNZIONAMENTO E GESTIONE DISPLAY

In questo progetto sono stati utilizzati sei display sette segmenti a catodo comune per la visualizzazione dell’ orario. Ognuno di questi display possiede otto led, sette dedicati alla visualizzazione della cifra decimale e uno per il punto di separazione. Per pilotare un singolo display è sufficiente collegare il catodo a massa (l’anodo, nel caso di display ad anodo comune) e far arrivare tensione (tramite resistenze) agli anodi per l’ accensione dei segmenti desiderati. I segmenti sono generalmente così disposti:

Per pilotare un singolo display con microcontrollore, sono pertanto necessarie 8 linee di comunicazione. Nel caso di più display si renderebbero necessarie:

ndispaly * 8 linee di comunicazione Questa configurazione si rende quindi improponibile per numero di componenti da utilizzare, spazio richiesto e pins d’ingresso/uscita necessari sul PICmicro.

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SEGMENTO E

R16 330ohm

DISP1

1 2 3 4 5678910

e d k1

c pbakfg

K6

R9 330ohm

SEGMENTO F

DISP5

1 2 3 4 5678910

e d k1

c pbakfg

SEGMENTO G

R51K

R61K

R71K

DISP2

1 2 3 4 5678910

e d k1

c pbakfg

R12 330ohm

Q5 BC

337

SEGMENTO A

R41K

K1

Q4 BC

337

DISP4

1 2 3 4 5678910

e d k1

c pbakfg

SEGMENTO B

K2

R11 330ohmSEGMENTO C

R14 330ohm

R21K

K3

SEGMENTO D

Q3 BC

337

K4

R13 330ohm

K5

R10 330ohm

DISP3

1 2 3 4 5678910

e d k1

c pbakfg

DISP6

1 2 3 4 5678910

e d k1

c pbakfg

R15 330ohm

R31K

Q6 BC

337

Q2 BC

337

Q1 BC

337

SEGMENTO

DOTS

TECNICA DEL MULTIPLEXING

Nella pratica, viene utilizzata una tecnica chiamata multiplexing. Questa tecnica è concettualmente semplice e si basa sulla persistenza della visione: si accende un unico display per volta, ad intervalli di tempo talmente brevi da non poter essere percepiti dall’occhio umano: accendiamo prima un display, lo lasciamo acceso per pochi millisecondi, lo spegniamo e accendiamo il successivo e così via. Gli anodi inerenti agli stessi segmenti nei vari display vengono collegati assieme. Oltre alle 8 linee di comunicazione è richiesta una linea aggiuntiva per ogni display per pilotare il catodo comune (utilizzando un transistor BC337), permettendo l’attivazione/disattivazione del display. Es.: Supponendo di voler visualizzare il numero 48 sui primi due display, prima verrà data tensione agli anodi per visualizzare il numero 4, la tensione arriverà ad entrambi i display perché gli anodi sono collegati assieme, ma verrà attivato solo il primo visualizzando il 4 sul primo display. Quindi, per la visualizzazione del numero 8 sarà data tensione sugli anodi che compongono il numero 8, e sarà attivato solo il secondo display. Questo processo sarà ripetuto in sequenza 1-2-1-2 ad elevata velocità (nell’ordine del millisecondo) permettendo per la persistenza della visione di visualizzare contemporaneamente il numero 48.

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ALIMENTAZIONE DEL CIRCUITO

Il circuito che ho realizzato necessita di alimentazione in corrente continua +5V e massa per alimentare il PIC 18F4520 e i display attraverso le uscite del PIC stesso. L’alimentazione è fornita da un alimentatore a 12V con almeno 300mA. In parallelo alla fonte primaria è posto un connettore per batteria esterna di backup che ho previsto come fonte secondaria. In serie ad ogni sorgente è inserito un diodo 1n4148 che permette il funzionamento di solo una delle due sorgenti per volta, quella a potenziale maggiore. La batteria a 9V di backup garantisce l’alimentazione in caso d’interruzione della sorgente primaria, permettendo il funzionamento continuato dell’orologio e il mantenimento dell’orario impostato (in caso di perdita di alimentazione, l’orario viene resettato). Le due sorgenti sono dunque collegate ad un regolatore di tensione, l’integrato IC2 7805, che fornisce in uscita tensione costante a +5V diretta ad alimentare il circuito. I condensatori da 10uF garantiscono che la tensione sia il più possibile costante evitando piccole variazioni di tensione che potrebbero compromettere il funzionamento del circuito.

12VCN1 C3

10uF

C4

10uF

D2

1n4148

U2

IC2 78052

31

GN

D

VOUTVIN

D1

1n4148

TO VCC +5V

CN2

BATTERY 9V

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FUNZIONAMENTO DEGLI INTERRUPT

Gli interrupt sono delle interruzioni del programma principale, che si verificano ad un determinato evento e permettono l’esecuzione di un parte di programma in maniera parallela al programma principale. L’interrupt viene tecnicamente definito come un segnale asincrono che indica il bisogno d’attenzione oppure un evento sincrono che consente l’interruzione di un processo qualora si verifichino determinate condizioni. Il concetto di segnale asincrono, ovvero che non segue il normale svolgimento del programma principale, ci permette di capire il concetto stesso di interrupt: una richiesta d’attenzione che ci consente di interrompere momentaneamente ciò che stavamo facendo per dedicarci alla situazione che ha generato l’interrupt fino a quando non decidiamo di riprendere le nostre faccende nel punto in cui le avevamo lasciate. Nel caso di segnale sincrono, l’interrupt è un segnale periodico, così come quello generato dall’overflow di un timer che consente di creare sistemi multitasting permettendo “virtualmente” di eseguire più operazioni contemporaneamente. Nel mio progetto è stato fatto largo uso di questa tipologia di interrupt scatenato dall’overflow del timer0 e timer1.

UTILIZZO DELL’ INTERRUPT SUL TIMER0

Il timer0 è un contatore impostato a 16bit, il cui conteggio è incrementato automaticamente di 1 ad ogni ciclo di istruzioni da 0 a 65535. Quando il timer0 va in overflow (ovvero il conteggio passa dal valore 65535 al valore 0), viene generato un interrupt che può essere intercettato e sfruttato per fermare momentaneamente l’esecuzione del programma principale ed eseguire altre determinate operazioni. Nel mio progetto l’interrupt sul timer0 è stato utilizzato per la gestione (abilitazione sequenziale) dei display, così come descritto precedentemente per l’utilizzo della tecnica del multiplexing. Tramite l’interrupt a tempi determinati (dati dal contatore timer0) si procede con l’abilitazione del primo display e disabilitazione degli altri e così via.

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CALCOLI PER OTTENERE TEMPI PRECISI SUL

TIMER0

Per utilizzare l’interrupt sul timer0 per eseguire operazioni specifiche (come la gestione dei display), è necessario eseguire alcuni calcoli finalizzati alla regolazione della durata del conteggio. Questo per poter impostare esattamente i tempi da noi desiderati. Il conteggio del timer0 è stato affidato ad un contatore interno del PICmicro impostato ad 8MHz di frequenza. Il periodo del clock utilizzato è pertanto il seguente:

TOSC = 1 / FOSC = 1 / (8 * 10-6) = 0.125 us

Nei PIC, l’esecuzione di un operazione avviene ogni quattro cicli di clock pertanto abbiamo:

TTIMER0 = TOSC * 4 = 0,125 * 4 = 0.5 us

Questo tempo è generalmente troppo basso e per lavorare più agevolmente viene utilizzato il prescaler. Il prescaler è un divisore di frequenza, permette cioè di ottenere tempi di esecuzione più alti e quindi più facilmente gestibili ed impostabili sui valori che desideriamo. Io ho utilizzato un prescaler di 32:

TPRESCALER = TTIMER0 * 32 = 0.5 * 32 = 16 us

Per poter impostare il periodo d’esecuzione desiderato, bisogna calcolare il numero di conteggi eseguiti dal timer0 nel periodo che si vuole utilizzare e quindi pre caricare i rimanenti conteggi nel timer0 in maniera tale che l’overflow avvenga in un periodo più breve, da noi desiderato.

Conteggi = TDESIDERATO / TPRESCALER = (1 * 10-3) / (16 * 10-6) = 62,5 approssimo a 62 non essendo possibili mezzi conteggi

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Quindi il pre-load del timer0 è:

Timer0 pre-load = (216 + 1) – Conteggi = 65536 – 62 = 64474

Questo valore deve essere caricato in binario su due registri: TMR0H=0b11111111; TMR0L=0b11000010;

OSCILLATORE ESTERNO SU TIMER1

Il conteggio dell’orario è assegnato al timer1. Il timer1 è un contatore impostato a 16bit, il cui conteggio varia da 0 a 65535, così come il timer0. Il conteggio del timer1 è stato assegnato ad un oscillatore esterno che va inserito nei piedini T1OSO e T1OSI del PIC. L’oscillatore utilizzato è un oscillatore con frequenza di 32768 Hz (32.768 KHz). Questo oscillatore viene utilizzato in tutti gli orologi perché le sue 32768 oscillazioni sono completate esattamente in un secondo. Il che significa che con un preload del valore 32768 (0x8000 in esadecimale) il valore massimo 65535 è raggiunto in esattamente un secondo e all’oscillazione successiva si genererà l‘overflow e quindi l’interrupt che viene intercettato dal programma. Così come in tutti gli oscillatori, vanno inseriti due condensatori per garantirne il corretto funzionamento:

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6R 4,7K

8R 330ohm

Q1 BC

337

LISTA COMPONENTI

Per questo progetto sono stati utilizzati più componenti:

1. Sei display a catodo comune; In questo componente, ogni segmento che lo compone, si illumina al passaggio di corrente. La corrente non deve superare i 20mA. I piedini 3 e 8 sono la massa.

2. Otto resistenze da 330 Ω e sei resistenze da 4,7KΩ; Le resistenze da 330 Ω, sono state utilizzate per regolare la tensione a cui sono sottoposti i segmenti del display.

3. Un condensatore ceramico da 100nF, due condensatori da 27pF, due condensatori elettrolitici da 10uF;

Il condensatore da 100nF inserito tra l’alimentazione del microcontrollore garantisce una tensione costante per un corretto funzionamento.

4. Sei transistor BC337;

I sei transistor sono stati utilizzati per l’abilitazione dei display.

5. Microcontrollore PIC18F4520;

Il microcontrollore è un integrato molto complesso, può essere paragonato ad un computer miniaturizzato.

PIC18F4520DIP_1

234567

11

12

3334353637383940

15161718 23

242526

1920 21

22

27282930

31

32

89

10

1314

1

RA0/AN0RA1/AN1RA2/AN2/Vref -/CVrefRA3/AN3/Vref +RA4/T0CKI/C1OUTRA5/AN4/SS/HLVDIN/C2OUT

VD

DV

SS

RB0/INT0/FLT0/AN12RB1/INT1/AN10

RB2/INT2/AN8RB3/AN9/CCP2RB4/KBI0/AN11RB5/KBI1/PGMRB6/KBI2/PGCRB7/KBI3/PGD

RC0/T1OSO/T13CKIRC1/T1OSI/CCP2RC2/CCP1/P1ARC3/SCK/SCL RC4/SDI/SDA

RC5/SDORC6/TX/CKRC7/RX/DT

RD0/PSP0RD1/PSP1 RD2/PSP2

RD3/PSP3

RD4/PSP4RD5/PSP5/P1BRD6/PSP6/P1CRD7/PSP7/P1D

VS

SV

DD

RE0/RD/AN5RE1/WR/AN6RE2/CS/AN7

OSC1/CLKI/RA7OSC2/CLKO/RA6

MCLR/Vpp/RE3

10uF

27pF

100nF

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U2

IC2 78052

31

GN

D

VOUTVIN

D1

1n4148

1. Oscillatore al quarzo a 32768 Hz;

Oscillatore è il temporizzatore dell’orologio.

2. Un IC2 7805;

Quest’integrato è un regolatore di tensione, l’uscita è a 5V.

3. Due diodi 1n4148;

Questi diodi sono stati utilizzati per la selezione della fonte d’alimentazione a potenziale maggiore.

STRUMENTI UTILIZZATI - MISURE

Per l’alimentazione:

Alimentatore in tensione continua da 12V.

Batteria a 9V come sorgente d’alimentazione di backup. Per la scrittura software:

PicKit 3; Il PicKit3 è uno strumento che permette la scrittura del programma nella memoria del microcontrollore. Ho previsto l’utilizzo del PicKit 3 perché esso permette una agevole programmazione del microcontrollore e non necessita di essere rimosso dalla millefori. È sufficiente effettuare alcuni semplici collegamenti:

Y1

32K

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Per il collaudo e risoluzione problemi:

Multimetro digitale; Utilizzato come voltmetro per la verifica dei segnali e ricerca di risoluzione dei problemi.

Oscilloscopio digitale;

Misurazione della sinusoide a 32KHz: Misurazione dell’alimentazione fornita in uscita al regolatore di tensione:

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SPIEGAZIONE SOFTWARE

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DATASHEET

Schema interno del timer0:

Schema interno del timer1:

Schema interno dei display:

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K5

SEGMENTO B

R13

330ohm

DIS

P3

123456

78910

edk1cpb

akfg

SEGMENTO A

U2

IC2 7

805

2

31

GND

VO

UT

VIN

SEGMENTO C

Q6BC337

SEGMENTO B

SEGMENTO D

C2

27pF

C3

10uF

SEGMENTO

DOTS

Q5BC337

SEGMENTO E

PIC

18F

4520D

IP_1

2 3 4 5 6 7

11 12

33

34

35

36

37

38

39

40

15

16

17

18

23

24

25

26

19

20

21

22

27

28

29

30

3132

8 910

13

141

RA

0/A

N0

RA

1/A

N1

RA

2/A

N2/V

ref-

/CV

ref

RA

3/A

N3/V

ref+

RA

4/T

0C

KI/

C1O

UT

RA

5/A

N4/S

S/H

LV

DIN

/C2O

UT

VDD VSS

RB

0/I

NT0/F

LT0/A

N12

RB

1/I

NT1/A

N10

RB

2/I

NT2/A

N8

RB

3/A

N9/C

CP

2R

B4/K

BI0

/AN

11

RB

5/K

BI1

/PG

MR

B6/K

BI2

/PG

CR

B7/K

BI3

/PG

D

RC

0/T

1O

SO

/T13C

KI

RC

1/T

1O

SI/

CC

P2

RC

2/C

CP

1/P

1A

RC

3/S

CK

/SC

LR

C4/S

DI/

SD

AR

C5/S

DO

RC

6/T

X/C

KR

C7/R

X/D

T

RD

0/P

SP

0R

D1/P

SP

1R

D2/P

SP

2R

D3/P

SP

3

RD

4/P

SP

4R

D5/P

SP

5/P

1B

RD

6/P

SP

6/P

1C

RD

7/P

SP

7/P

1D

VSSVDD

RE

0/R

D/A

N5

RE

1/W

R/A

N6

RE

2/C

S/A

N7

OS

C1/C

LK

I/R

A7

OS

C2/C

LK

O/R

A6

MC

LR

/Vpp/R

E3

Q2BC337

K6

TO

VC

C +

5V

SEGMENTO F

R11

330ohm

DIS

P4

123456

78910

edk1cpb

akfg

C4

10uF

K3

R14

330ohm

SEGMENTO G

Y1 32K

12V

CN

1

K4

R12

330ohm

SEGMENTO C

R5

4,7

K

DIS

P5

123456

78910

edk1cpb

akfg

<D

oc>

1

Oro

logio

Dig

itale

- M

occhi A

ndre

a

B

11

Thurs

day

, June 0

6,

2013

Title

Siz

eD

ocum

ent

Num

ber

Rev

Date

:S

heet

of

K2

DIS

P1

123456

78910

edk1cpb

akfg

SEGMENTO D

DIS

P6

123456

78910

edk1cpb

akfg

R2

4,7

K

R7

330ohm

SEGMENTO G

R6

4,7

K

K1

R4

4,7

K

SEGMENTO E

C5

100nF

K2

DIS

P2

123456

78910

edk1cpb

akfg

Q1BC337

R3

4,7

K

SEGMENTO F

R10

330ohm

K3

C1

27pF

K1

K4

R9

330ohm

CN

2

BA

TTE

RY

9V

K5

R8

330ohm

Q3BC337

K6

Q4BC337

VC

C

D1

1n4148

SEGMENTO DOTS

D2

1n4148

SEGMENTO A

R1

4,7

K

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RIFLESSIONI DI TIPO STORICO

Il mio progetto tecnico, un orologio digitale programmabile, mi ha dato degli

spunti di riflessione di tipo storico.

L’orologio e quindi una particolare attenzione per il tempo mi hanno fatto

pensare al notevole mutamento socio-politico mondiale avvenuto tra gli

ultimi decenni del ‘800 e il primo decennio del ‘900.

Questo mutamento è visibile negli Stati Uniti d’America, i quali grazie alla

vasta ricchezza del sottosuolo di carbone, ferro e petrolio si trovarono in

possesso degli elementi fondamentali per la creazione di una potente

economia industriale basata sullo sviluppo dei settori meccanico,

metallurgico e tessile.

Notevole fu anche l’impulso all’agricoltura grazie alla disponibilità di

sterminate praterie e all’introduzione delle macchine.

Infine l'incremento demografico, dovuto

anche alla forte immigrazione, unito ad una

fitta rete di comunicazioni permise

disponibilità di manodopera e richiesta di

prodotti agricoli ed industriali, concretizzando

questo forte processo di modernizzazione e

industrializzazione del paese.

Il passaggio ad una produzione industriale e l’introduzione delle macchine

comportarono un radicale mutamento del modo di produrre: dalle “botteghe

artigiane” e dal lavoro a domicilio si passò al lavoro nelle fabbriche.

Dunque si diffuse una nuova organizzazione del lavoro detta taylorismo, in

onore del suo ideatore e sviluppatore Taylor, che contribuì a promuovere lo

sviluppo economico.

Il pensiero di Taylor, esponente della scuola classica, si basa sulla

organizzazione scientifica del lavoro ovvero sulla divisione del lavoro e sulla

specializzazione.

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Taylor prevede che un lavoro complesso debba essere scomposto in tante

distinte operazioni determinate scientificamente e che ad ogni lavoratore

venga assegnata soltanto una mansione elementare.

Taylor prevede che con questa organizzazione ogni individuo diventi

espertissimo nel suo compito permettendo di produrre sempre più, in minor

tempo, con costi ridotti, assegnando ad ogni operaio il “lavoro adatto per

l’uomo adatto”.

Tale visione del lavoro fa particolare attenzione sul tempo di produzione e

sulla velocità di esecuzione delle singole mansioni.

Il nuovo metodo di lavoro venne per la prima volta utilizzato nella catena di

montaggio della Ford e permise la produzione dei veicoli, ad un costo così

basso da poterli rendere disponibili alle grandi masse.

I punti di forza di questo metodo sono:

Miglior rendimento dei lavoratori

Organizzazione scientifica

Riduzione della fatica dei lavoratori

I punti di debolezza di questo metodo sono:

Eccessiva specializzazione dei lavoratori

Alienazione dei lavoratori (demotivazione, insoddisfazione, non

valorizzazione delle loro capacità)

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RIFLESSIONI LETTERARIE

Questi profondi mutamenti sociali e una visione differente della realtà anche

in visione dei principi di velocità propri dell’industrializzazione hanno delle

notevoli ripercussioni in ambito letterario.

Nei primi anni del ‘900 si va diffondendo una nuova corrente letteraria: il

futurismo. Il futurismo nasce in seguito alla crisi che vive il Positivismo

basato su una visone meccanicistica della realtà.

Il Positivismo perde le sue basi con la pubblicazione della teoria della

relatività di Albert Einstein (nel 1905), che mette in luce come anche le

cosiddette scienze “esatte” si basino su dei presupposti convenzionali e

dunque “relativi”, assieme alla pubblicazione della teoria dell’inconscio di

Freud. Si può sostenere che si passa da una visione della realtà come

semplice e lineare ad una visone della realtà composta da molteplici

elementi.

Inoltre a partire dalle teorie di Nietzche, si va diffondendo un pensiero di

negatività, che raggiunge anche l’Italia ad opera di D’Annunzio.

Ed infine la visione che percepisce la realtà come dinamica, in continuo

mutamento, tanto che solo con l’intuizione può essere colta e spiegata,

mentre la scienza offre solo una visione riduttiva e parziale.

Fatte le premesse dalle quali il futurismo nasce, l’obbiettivo del futurismo è

quello di trasformare radicalmente la cultura e la letteratura italiana con

l’intento di migliorare e trasformare la società attraverso un azzeramento, un

totale rinnovamento.

Con questa visione, i futuristi si scagliano con violenza nei confronti della

letteratura precedente, del romanticismo e del decadentismo, considerati

frutti di una civiltà superata. I valori sono la velocità, il dinamismo, lo

sfrenato attivismo, il mito della macchina. C’è un rifiuto dei valori borghesi,

considerati meschini e spregevoli a favore di idee antisocialiste e

antidemocratiche, del culto dell’eroismo, della forza e della guerra,

considerata l’unica igiene del mondo.

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Formalmente, viene molto utilizzata l’analogia, seppur non con l’intento decadente di cogliere significati spirituali o oltre la realtà, ma con quello di mettere a confronto realtà diverse e lontane. C’è un largo uso del “sostantivo-doppio”. C’è una forte attenzione alla forma, all’aspetto acustico e all’immagine mentale che suscita la parola, che deve richiamare la dinamicità. C’è un rifiuto della sintassi tradizionale che culmina con l’idea di porre “i

sostantivi a caso”.

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(Inglese)

Questa sezione non è disponibile, sarà presentata

nella versione cartacea consegnata all’esame.

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CONCLUSIONI

Il progetto è stato completato con successo. Non ho riscontrato difficoltà nella fase di progettazione e di montaggio. Ho riscontrato difficoltà nella fase di programmazione anche a causa dell’inesperienza e non conoscenza dell’architettura 18F (negli anni precedenti, il programma scolastico prevede la programmazione unicamente di microcontrollori con architettura 16F, programmati in ASSEMBLER). Le difficoltà sono state superare passo per passo, anche con il sostegno del professore Joe Rigato, che ringrazio, ma principalmente con numerose ricerche, letture e studi online, utilizzo dei datasheet. La parte con più difficoltà è stata l’utilizzo, impostazione e sincronizzazione esatti degli oscillatori (quello interno per il refresh dei display, quello esterno come temporizzatore). L’orologio si è dimostrato dai test preciso nel tempo grazie al quarzo a 32,768 KHz ideale per questa applicazione. Sono soddisfatto del lavoro svolto e del risultato ottenuto anche se ero intenzionato a realizzare delle ulteriori applicazioni per questo progetto, che non ho potuto concretizzare a causa della mancanza di tempo necessario per lo sviluppo e collaudo delle idee e a causa dell’impegno scolastico. Dunque questo progetto può essere un valido punto di partenza per future modifiche e applicazioni, come cronometro, conto alla rovescia, funzione di sveglia, sensore di temperatura/umidità, realizzazione su circuito stampato.

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BIBLIOGRAFIA

- Documento digitale per imparare ad usare i PIC 18F: di Mauro Laurenti, “C18 Step by Step”, Seconda Edizione del 2009. - G. Baccelli e C. Robecchi, diritto ed economia industriale, ed. 2011 - Antonio Brancati e Trebi Pagliarani, il nuovo dialogo con la storia 3

- G. Baldi e S. Giusso e M. Razetti e G. Zaccaria, testi e storia della letteratura

vol. F

SITOGRAFIA

Immagine microcontrollore: http://hades.mech.northwestern.edu/index.php/PIC18F4520:_Digital_Outputs Approfondimenti sugli Interrupt: http://it.wikipedia.org/wiki/Interrupt Datasheet della Microchip: http://ww1.microchip.com/downloads/en/devicedoc/39631a.pdf Immagini storia e italiano: http://lnx.viapascolicesena.it/classe3i5/images/cdl%20di%20ub.jpg

http://www.galad.it/ADR/SSS/Eco1/Eco_6_file/image003.jpg

http://it-it.abctribe.com/Disegni/Guide/Generiche/locomot.jpg

Di grande utilità è stato il sito: http://www.settorezero.com/wordpress/ in cui sono trattati molti argomenti di elettronica, molti dei quali anche sotto forma di “lezioni”.


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