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ORrientiamo lo sviluppo

Date post: 08-Jul-2015
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Formazione e lavoro:  educazione non formale e life skills.
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Formazione e lavoro: educazione non formale e life skills Tavolo Scuole e Università Ing. Martina Littera - Associazione YouSardinia
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Page 1: ORrientiamo lo sviluppo

Formazione e lavoro:educazione non formale e life skills

Tavolo Scuole e Università

Ing. Martina Littera - Associazione

YouSardinia

Page 2: ORrientiamo lo sviluppo

Il contesto che cambia: educazione e società

Le proiezioni al 2020 vedono l’Italia “in una posizione di grave difficoltà nel contesto internazionale e comparato,

rispetto alle prospettive demografiche, occupazionali e di crescita. Si prevede, in particolare, una forte carenza di

competenze elevate e intermedie legate ai nuovi lavori e un disallineamento complessivo dell’offerta formativa

rispetto alle richieste del mercato del lavoro” - ITALIA 2020, PIANO DI AZIONE PER L’OCCUPABILITÀ – Ministero del

Lavoro e delle Politiche Sociali e Ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca

Oggi assistiamo da un lato a imprese che non trovano mano d’opera di cui hanno bisogno per competere nei

mercati nazionali e internazionali e dall’altro a giovani disoccupati o sottoccupati che non trovano lavoro perché

non in possesso di quelle competenze ‘chiave’ richieste dal mercato del lavoro. Il cosiddetto Mismatch del mercato

del lavoro - Rapporto sulla scuola in Italia 2010 -FONDAZIONE AGNELLI

The world of work is going to turn upside down as 2 billion jobs - half of all employment on the planet today – will

be gone by 2030 - AOL

45 percent of America’s occupations will be automated within the next 20 years - Oxford Martin School’s

Il numero di giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano (disoccupati e inattivi) e non frequentano alcun corso di

istruzione o formazione – i cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training) – è, nel 2012, ulteriormente

aumentato di 95 mila unità (4,4 per cento); dal 2008 l’incremento è stato del 21,1 per cento

(+391mila giovani). Sono ormai in questa posizione due milioni e 250 mila giovani (23,9 per cento) – Rapporto

annuale Istat 2013

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Il contesto che cambia: educazione e società

La dispersione scolastica è cresciuta: «L’indice del 25,5 nel 2012 (era del 21,8 nel 2007), è di ben 12 punti

superiore alla media europea» - Orizzonte scuola

L’Italia ottiene risultati inferiori alla media dei Paesi dei 65 Paesi ed economie che hanno partecipato alla

valutazione PISA 2012 degli studenti quindicenni.

MatematicaLettura

Scienze

L’Italia si colloca:

tra la 30esima e 35esima in matematica

tra la 26esima e 34esima in lettura

tra la 28esima e 35esima in scienze

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La formazione in un contesto che cambia

Quale è l’argomento più dibattuto oggi in relazione al sistema educativo?

Di cosa abbiamo bisogno?

Di una formazione finalizzata allo

sviluppo e alla crescita della

competitività e della occupabilità

del nostro paese.

Cosa succede invece oggi?

Prima viene la scuola poi il

lavoro, prima il sapere poi il saper

fare, che non si incontrano mai.

Page 5: ORrientiamo lo sviluppo

Come orientarsi?

a. nella società post-industriale si va contraendo l'aspetto meramente manuale ed esecutivo del lavoro;

b. aumenta l’importanza dell'aspetto “immateriale” del lavoro: comunicazione, capacità metodologiche e

strategiche, responsabilità individuale, relazioni interne ed esterne;

c. la maggiore mobilità delle persone anche all'interno del mercato del lavoro interno determina la necessità di

valutare il potenziale umano per indirizzare, orientare, qualificare e riqualificare la manodopera;

d. l'apprendimento fondato su semplici conoscenze e saperi procedurali conseguiti mediante applicazione ed

esercitazioni non garantiscono la formazione di atteggiamenti funzionali alle richieste della vita e del

lavoro, in particolare per quanto riguarda la capacità di problem solving, di assumere iniziative autonome

flessibili, di mobilitare i saperi per gestire situazioni complesse e risolvere problemi.

La scuola deve assumere il ruolo di promotore di capacità, motivazioni, interessi, necessari

per apprendere lungo tutto l’arco della vita, puntando non solo su quello che l’allievo ‘sa’

ma anche su quello che ‘sa fare’ con quello che sa.

Quale ruolo per la scuola di oggi?

Page 6: ORrientiamo lo sviluppo

Il concetto di competenza

La competenza assume un ruolo centrale nel dibattito educativo fin dagli anni ’90.

In tutte le riflessioni possono distinguersi 3 approcci:

1) la visione di chi concepisce la competenza come una somma di parti (conoscenze, abilità, capacità) e

quindi pone ad oggetto di cura i frammenti (conoscenze, abilità, capacità) e non il tutto;

2) la visione di chi concepisce la competenza come performance, quindi è un requisito dell'organizzazione e

non della persona, e tende a costruire "dizionari di competenze" di matrice neo-tayloristica

3) la visione di chi concepisce la competenza come l'atto della mobilitazione efficace e valutata/validata

della persona di fronte a problemi

La definizione più recente è stata data nel 2008 all’interno della Raccomandazione 2008/C 111/01, con la quale

l’Unione Europea ha ufficialmente adottato l’European Qualification Framework – EQF:

Si definisce come “competenza” la “comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali,

sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale”

descritta in termini di “responsabilità e autonomia” e con l’obiettivo di “promuovere la mobilità transfrontaliera

dei cittadini e agevolarne l’apprendimento permanente”.

Page 7: ORrientiamo lo sviluppo

Il concetto di competenza

Non ci sono le competenze in sé, ci sono soltanto le

persone competenti.

OCDE, Qualifications et compétences professionnelles dans l’enseignement technique et la formation

professionnelle, 1966

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A cosa ci servono?

L’istruzione e la formazione rappresentano le vie con cui “attrezzare” il singolo individuo, a partire

dall’infanzia, di quelle conoscenze, abilità e competenze atte a permettergli di affrontare e risolvere i

problemi che la vita quotidiana gli riserva.

Il fine dell’istruzione e dell’educazione è la competenza.

Dato che il motore della competenza sono le capacità personali, sociali, metodologiche, l’esercizio

dell’autonomia e della responsabilità, è ovvio che non può esistere un modello di istruzione che non si

assuma compiti educativi.

L’assunzione di autonomia e responsabilità implica che la persona assimili e integri dentro di sé i valori

condivisi, la cura e l’attenzione per l’altro e per l’ambiente, l’adesione alle norme di convivenza, il loro rispetto

non per timore della sanzione, ma per comprensione del loro valore di patto sociale.

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Cosa cambia?

L’approccio per competenze mette al centro il soggetto in apprendimento e gli obiettivi che esso dovrebbe

raggiungere.

Il processo di apprendimento deve essere organizzato in modo da perseguire i

saperi in forma attiva mirando all’effettiva padronanza da parte degli studenti dei

compiti e dei problemi in cui essi sono incorporati.

Mettendo in moto le risorse dei destinatari, si rende possibile l’acquisizione di una

cultura personale tramite un processo vitale fondato su ricerca, scoperta, lavoro

cooperativo, confronto con il contesto reale.

Tale metodologia mira a selezionare le conoscenze chiave irrinunciabili, disegnare

situazioni di apprendimento che permettano agli studenti di entrare in

rapporto diretto con il sapere sotto forma di procedimento di scoperta così da

condurre ad una acquisizione autenticamente personale.

Il compito della scuola oggi è organizzare, dare senso alle conoscenze e alle esperienze acquisite, fornire

metodi e chiavi di lettura, permettere esperienze in contesti relazionali significativi

Page 10: ORrientiamo lo sviluppo

Come?

Le competenze dovrebbero essere acquisite al termine del periodo obbligatorio di istruzione o di

formazione e servire come base al proseguimento dell’apprendimento nel quadro dell’educazione e della

formazione permanente.

Si riferiscono a tre aspetti fondamentali della vita di ciascuna persona:

la realizzazione e la crescita personale (capitale culturale);

la cittadinanza attiva e l’integrazione (capitale sociale);

la capacità di inserimento professionale (capitale umano)

A questo obiettivo sono riconducibili due diversi approcci, elaborati in momenti diversi con finalità diverse:

Competenze chiaveRaccomandazione Europea 2006/962/CE del 2006

Life Skills“Life skills education in schools” - OMS, 1993

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Le life skills

Si tratta di “competenze sociali e relazionali che permettono ai ragazzi di affrontare in modo efficace le varie

situazioni; di rapportarsi con autostima a se stessi, con fiducia agli altri e alla più ampia comunità (dalla

famiglia, alla scuola, al gruppo degli amici e conoscenti, alla società di appartenenza, ecc). La mancanza di tali

skill socio-emotive può causare in particolare nei ragazzi e nei giovani, l’instaurarsi di comportamenti negativi e

a rischio in risposta a stress” (Life skills in school – OMS, 1993

Le life skills individuate sono 10:

Obiettivo dell’OMS era migliorare il benessere e la salute dei bambini e degli adolescenti tramitel’apprendimento di abilità e competenze utili per affrontare varie situazioni, anche di fronte all’imprevisto oa situazioni di forte stress emotivo (es. insuccesso scolastico/professionale/affettivo, disoccupazione, etc)

1. Decision making (capacità di prendere decisioni)

2. Problem solving (capacità di risolvere i problemi)

3. Pensiero creativo

4. Pensiero critico

5. Comunicazione efficace

6. Capacità di relazioni interpersonali

7. Autoconsapevolezza

8. Empatia

9. Gestione delle emozioni

10. Gestione dello stress

Page 12: ORrientiamo lo sviluppo

Le competenze chiave

Le competenze chiave sotto forma di conoscenza, abilità e attitudini adeguate al contesto sono essenziali per

ogni individuo in una società basata sulla conoscenza. Tali competenze costituiscono un valore aggiunto per il

mercato del lavoro, la coesione sociale e la cittadinanza attiva, poiché offrono flessibilità e capacità di

adattamento, soddisfazione e motivazione.

Il quadro di riferimento delinea 8 competenze chiave:

Le otto competenze chiave sono in grado di costituire la cornice e lo sfondo per tutti i saperi e le

competenze specifiche ancorate ai diversi settori in cui l’apprendimento e l’attività umana si dispiegano.

Sono chiamate, appunto, “chiave”, perché sono a buon diritto, come abbiamo già detto, delle

“metacompetenze”, travalicano le specificità disciplinari per delineare quegli strumenti culturali, metodologici,

relazionali che permettono alle persone di partecipare e incidere nella realtà.

1. Comunicazione nella madrelingua

2. Comunicazione nelle lingue straniere

3. Competenze matematiche e in scienza e tecnologia

4. Competenza digitale

5. Imparare ad imparare

6. Competenze scoiali e civiche

7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità

8. Consapevolezza ed espressione culturale

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Confronto life skills – competenze chiave

Competenze chiave Life skills

comunicazione nella madrelingua comunicazione efficacecapacità di relazione interpersonale/gestione delle emozioni

comunicazione nelle lingue straniere creatività/senso criticoempatia/autocoscienza

competenze in matematica e competenze di base in scienze e tecnologia problem solving

competenza digitale problem solving/comunicazione efficace

imparare a imparare problem solving/autocoscienza/senso critico/gestione dello stress

competenze sociali e civicheautocoscienza/senso criticogestione delle emozioni/empatiagestione dello stress/capacità di relazione interpersonale

spirito di iniziativa e imprenditorialita’

senso critico/creativitàproblem solving/decision makinggestione delle emozioni/gestione dello stressautocoscienza

consapevolezza ed espressione culturalecomunicazione efficace/creatività/empatia/autocoscienzasenso critico

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La didattica italiana:

Il legislatore italiano ha accolto le sollecitazioni europee a orientare i curricula verso le competenze e le ha

tradotte nella legge 22 dicembre 2006, n. 296, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

pluriennale dello Stato, art. 1 commi 622, 624, 632, e il Decr. N. 139 22 agosto 2007, Regolamento recante

norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione:

• L’elevamento dell’obbligo di istruzione a 10 anni intende favorire il pieno sviluppo della persona nella

costruzione del sé, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà.

• L’elevamento dell’obbligo di istruzione offre anche strumenti per contrastare il fenomeno della dispersione

scolastica e formativa, che rappresenta uno dei problemi ancora presente drammaticamente nel nostro

Paese, soprattutto per i giovani di 14/18 anni.

• I saperi e le competenze per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione sono riferiti ai quattro assi

culturali dei linguaggi, matematico, scientifico–tecnologico, storico-sociale.

Essi costituiscono “il tessuto” per la costruzione di percorsi di apprendimento orientati all’acquisizione delle

competenze chiave che preparino i giovani alla vita adulta e che costituiscano la base per consolidare e

accrescere saperi e competenze in un processo di apprendimento permanente, anche ai fini della futura vita

lavorativa.

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La didattica italiana:

• I saperi sono articolati in abilità/capacità e conoscenze, con riferimento al sistema di descrizione previsto

per l’adozione del Quadro europeo dei Titoli e delle Qualifiche (EQF)1. La competenza digitale, contenuta

nell’asse dei linguaggi, è comune a tutti gli assi, sia per favorire l’accesso ai saperi sia per rafforzare le

potenzialità espressive individuali.

• Le competenze chiave proposte nell’allegato 2 sono il risultato che si può conseguire - all’interno di un

unico processo di insegnamento /apprendimento - attraverso la reciproca integrazione e interdipendenza

tra i saperi e le competenze contenuti negli assi culturali.

• L’integrazione tra gli assi culturali rappresenta uno strumento per l’innovazione metodologica e didattica;

offre la possibilità alle istituzioni scolastiche, anche attraverso la quota di flessibilità del 20%, di progettare

percorsi di apprendimento coerenti con le aspirazioni dei giovani e del loro diritto ad un orientamento

consapevole, per una partecipazione efficace e costruttiva alla vita sociale e professionale.

• L’obbligo di istruzione si caratterizza, dunque, per la congruenza dei saperi e delle competenze acquisite, che

assicurano l’equivalenza formativa di tutti i percorsi, nel rispetto dell’identità dell’offerta formativa e degli

obiettivi che caratterizzano i curricoli dei diversi ordini, tipi e indirizzi di studio.

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Competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’obblig0:

• Imparare ad imparare: organizzare il proprio apprendimento.

• Progettare: elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie attività di studio e di lavoro.

• Comunicare

- comprendere messaggi di genere diverso trasmessi utilizzando linguaggi diversi mediante diversi supporti;

- rappresentare eventi, fenomeni, principi, concetti, norme, procedure, atteggiamenti, stati d’animo, emozioni,

ecc. utilizzando linguaggi diversi e diverse conoscenze disciplinari, mediante diversi supporti.

• Collaborare e partecipare: interagire in gruppo.

• Agire in modo autonomo e responsabile: sapersi inserire in modo attivo e consapevole nella vita sociale.

• Risolvere problemi: affrontare situazioni problematiche e proporre soluzioni utilizzando contenuti e metodi

delle diverse discipline.

• Individuare collegamenti e relazioni: individuare e rappresentare collegamenti e relazioni tra fenomeni,

eventi e concetti diversi.

• Acquisire ed interpretare l’informazione: acquisire ed interpretare criticamente l’informazione ricevuta nei

diversi ambiti ed attraverso diversi strumenti comunicativi.

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Rapporto competenze chiave e didattica?

Il significato dell’istruzione, otre che essere chiaro per i docenti, va sempre esplicitato agli allievi.

La competenza presupponel’integrazione di abilità econoscenze tecniche concapacità personali, relazionali,metodologiche

La didattica non può limitarsi alla trasmissione del

sapere e alla sua applicazione “addestrativa”, come

l’atteggiamento del docente non può esaurirsi

nell’istruire, senza occuparsi dell’educazione delle

capacità personali.

La competenza è “sapereagito”, capacità di agire permodificare la realtà

La didattica deve offrire all’allievo occasioni di

risolvere problemi e assumere compiti e iniziative

autonome, per apprendere attraverso l’esperienza e

per rappresentarla attraverso la riflessione.

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La didattica per competenze nella didattica quotidiana:

La didattica per competenze richiede un ampio uso di modalità induttive, cooperative e sociali di

apprendimento.

L’utilizzo di mediatori didattici differenti consente già di differenziare le proposte didattiche e coinvolgere

alunni con diverse modalità di apprendimento:

• mediatori attivi: esercitazioni pratiche, costruzione di manufatti, esperimenti, visite ...

• mediatori iconici: utilizzo di disegni, film, diapositive, foto, schemi, tabelle …

• mediatori analogici: role playing, simulazioni, “mettersi nei panni di …”

• mediatori simbolici: i linguaggi formali a cui comunque dobbiamo arrivare per rappresentare l’esperienza

secondo i sistemi di simboli convenzionali (lingua, matematica, linguaggi scientifici, musica ecc.).

Esempio: “Tu sei un tour operator e devi convincere noi 25 della classe a comprare tutti un biglietto per il

Messico. Tieni presente, però, che ciascuno di noi è interessato a cose diverse: chi la cultura, chi la storia, chi il

paesaggio, chi l’economia, chi lo svago …. Trova le argomentazioni e gli elementi perché tutti noi saremo

convinti a partire per il Messico.

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Implementare la didattica per competenze

Per fare questo è necessario:

• Riqualificare la figura dell’insegnante, spesso sottovalutata, come figura di alto valore formativo e

facilitatore di processi di apprendimento attivi che creino cittadini responsabili, non solo studenti meritevoli;

• Creare delle comunità di apprendimento, in cui condividere con i colleghi il progetto formativo e svolgere

tutte le operazioni necessarie, sia quelle specifiche al proprio asse culturale o di indirizzo sia quelle svolte in

forma interdisciplinare sia infine quelle riferite ad attività formative basate su progetti ed eventi pubblici.

• riformulare il curricolo, strutturandolo per indicatori di competenze, declinate a loro volta in abilità,

conoscenze, contenuti irrinunciabili;

• individuare livelli di padronanza per le competenze, sul modello dei diversi framework europei (framework

delle lingue, PISA, EQF …);

• strutturare unità di lavoro sistematiche interdisciplinari e disciplinari centrate sulla competenza che

prevedano l’utilizzo di mediatori didattici differenti e prevedano per l’allievo proposte didattiche ed

esperienze diverse;

• organizzare i tempi, gli spazi, l’organizzazione del gruppo classe per permettere la realizzazione delle unità di

lavoro programmate.

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Best practice in Italia #1

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Best practice in Italia #2

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Best practice in Italia #3

Page 23: ORrientiamo lo sviluppo

Best practice in Italia #4

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Grazie per l’attenzione!Avete domande?

Associazione Yousardinia

Via Macchiavelli 34 – 09129, Cagliari

www.yousardinia.com

[email protected]

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