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Osservatori ITENETs Reti istituzionali internazionali per ... · offerte dagli italiani...

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Osservatori ITENETs Reti istituzionali internazionali per formazione e lavoro Rapporto 2006 dell’Osservatorio ITENETs REGIONE CAMPANIA
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Osservatori ITENETs Reti istituzionali internazionali per

formazione e lavoro

Rapporto 2006 dell’Osservatorio ITENETs REGIONE CAMPANIA

Osservatori ITENETs

Reti istituzionali internazionali per formazione e lavoro

Rapporto 2006 dell’Osservatorio ITENETs REGIONE CAMPANIA

Centro Internazionale di Formazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (CIF-OIL)

Ministero Degli Affari Esteri, Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le

Politiche Migratorie Ufficio II ( D.G.I.E.P.M.)

A cura di Osservatorio Regionale ITENETs — Regione Campania

e Osservatorio Interregionale ITENETs

Direttore dell’Osservatorio: Liliana Ottazzi

Autori che hanno collaborato: Elda Zofrea, Paola Goglia, Rocco Caporale e i ricercatori dell’INIAS di New York (per la ricerca sui Campani in Canada)

Responsabile editoriale CIF — OIL, Luca Azzoni

Comitato Tecnico Scientifico

Patrizio Di Nicola (Università La Sapienza), Lorenzo Prencipe (CSER), Roberto Scovacricchi (CIF-OIL),

Coordinamento di redazione

Osservatorio Interregionale ITENETs — CIF OIL, Livia Di Nardo

Dicembre 2006 Si autorizza la riproduzione a fini non commerciali E con citazione della fonte

INDICE Premessa.................................................................................... 7 Introduzione............................................................................. 11 1. L’Osservatorio Regionale. ..................................................... 16

1.1 L’internazionalizzazione regionale attraverso gli Italiani all’estero e l’Osservatorio regionale sugli italiani all’estero: obiettivi. .......................... 16 1.2 L’organizzazione e la struttura dell’Osservatorio Regionale .................. 20 1.3 I servizi e i progetti ....................................................................... 23

1.3.1 I servizi per il 2006 ................................................................. 24 2. La rete regionale, gli attori del territorio e il processo di creazione di legami stabili. ....................................................... 30

2.1 I fabbisogni di internazionalizzazione attraverso gli IRE della rete regionale. .......................................................................................... 30 2.2. La rete degli attori locali................................................................ 32

3. La rete estera dell’Osservatorio e i corregionali nel mondo. . 40 3.1 I paesi di maggiore emigrazione delle comunità regionali – le comunità, le associazioni, le attività imprenditoriali.................................................... 40 3.2 La rete estera regionale e le collaborazioni attivate. ........................... 44

4. La comunità campana nella Circoscrizione Consolare di Montréal Canada....................................................................... 50

4.1 Panoramica storica della comunità italo-canadese e di Montreal ........... 50 4.1.1 La prima ondata migratoria: le esplorazioni (1490-1881).............. 50 4.1.2 I primi insediamenti stabili (1882-1914)..................................... 51 4.1.3 Diffusione territoriale della Comunità Italiana.............................. 52 4.1.4 Il sistema “Padrone”................................................................ 53 4.1.5 La sosta nel processo migratorio (1915-1947)............................. 53 4.1.6 La Seconda ondata: L’Emigrazione in massa dal 1948 al1971 ........ 55 4.1.7 Il calo nell’immigrazione dal 1972-ad oggi .................................. 55 4.1.8 Momenti culturali di maggiore importanza nella storia dell’emigrazione Italiana nel Canada .................................................. 57 1.4.9 Il Centro Leonardo Da Vinci di Montreal...................................... 60

4.2 Aspetti demografico-sociali della comunità italiana e campano-molisana nel Canada e a Montreal ...................................................................... 62

4.2.1 Distribuzione della popolazione italiana nel Canada e cambiamento 63 4.3. LE INTERVISTE ............................................................................ 69

4.3 1 Premessa metodologica ........................................................... 71 4.3.2 I temi.................................................................................... 71 4.3.3 Le fasi di immigrazione come variabile determinante.................... 71 4.3.4 La peregrinazione geografica locale nel corso di tre generazioni. .... 73 4.3.5 Unità comunitaria e differenze regionali...................................... 73 4.3.6 Differenze intergenerazionali .................................................... 75 4.3.7 Il vecchio vs. il nuovo.............................................................. 76 4.3.8 Legami e rapporti politico-sociali-economici con l’Italia ................. 77 4.3.9 Valorizzazione dell’eredità culturale. Le potenzialità dello sfruttamento della legame con la terra d’origine. ................................. 78 4.3.10 Il ruolo e l’efficacia delle associazioni regionali. Il dilemma tra associazioni paesane/locali e associazioni professionali interregionali. ..... 78 4.3.11 Il Rapporto della comunità Italo-Canadese col Governo Italiano ... 79 4.3.12 L’impatto del voto politico di Aprile sulla comunità Italiana di Montreal ........................................................................................ 79 4.3.13 Turismo di Ritorno. Dalla nostalgia all’interesse commerciale e alle esigenze della gioventù italo-canadese. .............................................. 80 4.3.13 Le Associazioni ..................................................................... 81

4.3.14 Stralci di alcune interviste. ..................................................... 82 4.4 Personalità di rilievo di origine campana nel campo della politica .......... 89

5. Conclusioni: il futuro dell’Osservatorio. ................................ 92 BIBLIOGRAFIA.......................................................................... 96 ALLEGATI.................................................................................. 98

1. Bibliografia sull’emigrazione italiana in Canada .................................... 98 2. Dimensione associativa degli italiani nel Canada e a Montréal .............. 109

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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Premessa

L’obiettivo di legare in forma stabile gli Italiani Residenti all’Estero allo sviluppo italiano generale ed allo sviluppo dell’occupazione e del sistema educativo e formativo del Mezzogiorno in particolare, per favorire il trasferimento di conoscenze, metodologie e buone pratiche esistenti nei paesi di residenza, è stato perseguito del Progetto ITENETs promosso dal Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con le Regioni Obiettivo 1 ed eseguito dal Centro Internazionale di Formazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. La rinnovata visione del ruolo delle comunità estere italiane, non rapportabile a casi trattati in letteratura o ad altre esperienze note a livello internazionale, ha richiesto un disegno innovativo ed un’esecuzione sperimentale che permettessero di affrontare e superare i comprensibili disorientamenti e resistenze culturali nonché di integrare in maniera feconda le modalità di collaborazione con le comunità all’estero prevalenti nelle istituzioni regionali. L’opzione prescelta è stata quella di costruire legami stabili istituzionali internazionali in materia di formazione e lavoro - ITENETs (International Training and Employment Networks - attraverso la creazione di una rete internazionale di progettazione dello sviluppo dei territori che collega le Regioni, le comunità italiane all’estero e le entità locali di altri Paesi. Questa rete ha preso forma e sostanza in strutture tecniche presenti in ogni regione del Mezzogiorno collegate tra loro in un Osservatorio sul lavoro degli italiani all’estero. A partire dal 2001, grazie ad un lavoro sistematico di cooperazione mirata e capacity building, la Direzione Generale degli Italiani all’Estero e delle Politiche Migratorie del Ministero Affari Esteri ed il CIF OIL quale agenzia esecutrice, ha sostenuto la capacità dei soggetti delle politiche attive del lavoro e della formazione nelle Regioni, principali destinatari e partner del progetto, nella costruzione dei sette Osservatori Regionali, che costituiscono il livello locale di questo sistema di servizi. Dare sostanza ad una rete internazionale significa porla in condizione di operare ed è questo il caso del progetto ITENETs nell’ambito quale, a partire dalla necessità di conoscere e osservare il lavoro degli italiani all’estero, è stata realizzata una rete di servizi a sostegno dello sviluppo e dell’internazionalizzazione economica, sociale, culturale e istituzionale delle regioni del Mezzogiorno, con particolare riguardo ai temi del lavoro e della formazione. L’attività di ricerca prevalente nella fase iniziale del progetto, ha permesso di conoscere lo stato dell’arte delle politiche, delle programmazioni e delle azioni esistenti nelle Regioni e nei paesi esteri. Le conoscenze accumulate ed inventariate sono poi state utilizzate per delimitare il campo di osservazione e azione della diaspora italiana. La diaspora italiana, oggetto di studi multidisciplinari che costituiscono un corpus poderoso, è stata un fenomeno sociale ed economico di impressionanti dimensioni, reso ancor più complesso da un intricato sistema associazionistico e comunitario, sviluppato sin dai primi tempi dell’esodo per rispondere all’esigenza di mantenere contatti regolari con le proprie famiglie, le comunità di origine, i 60

PREMESSA

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paesi, le città e le regioni d’Italia, al fine di consolidare basi culturali e identitarie indispensabili per realizzare una piena integrazione nei paesi di emigrazione. Il progetto ITENETs, ha fatto tesoro del prezioso lavoro di ricerca, pubblicistica e letteratura esistente ed è partito dalle conclusioni della Conferenza degli Italiani nel Mondo dell’anno 2000. I punti fermi sono parsi quelli de: l’identità e la precisa connotazione della diaspora italiana come comunità a sé (la comunità italica) a distanza di oltre un secolo dall’inizio dei flussi migratori; la consapevolezza che in una società globale, collegata tramite le reti tecnologiche e sociali, l’italianità, intesa come sentimento di appartenenza non rigida o uniforme ad una data comunità, è frutto di scelta piuttosto che di ascrizione; il fattore coesivo e identificativo nel quale la componente “etnica” si richiama a un sistema di valori e saperi, di storia, cultura, tradizioni, di umanesimo, di capacità creative e di intraprendenza; l’appartenenza come fattore di aggregazione e di riconoscimento, pur diversificata dalle vicende tipiche della diaspora, in seno alle differenti generazioni degli italiani emigrati e dei loro discendenti. Il progetto è partito dalla premessa secondo la quale la collettività italiana nel mondo oggi può, a ragione, essere definita come comunità transnazionale, corpo sociale mobile di individui che soggiornano all’estero senza un preciso termine temporale circolando tra due o più territori, appartenenti a stati diversi, e alimentando circuiti attraverso i quali transitano informazioni, oggetti, idee, capitali e immagini, oltre che persone. Il progetto ITENETs, in sede di conclusione può confermare che, a differenza di quanto avvenuto per altre diaspore che hanno interessato altri paesi in tempi diversi, gli italiani all’estero, socialmente ed economicamente integrati nei paesi di residenza, condividono valori comuni e radici, pur in maniera differenziata per generazione e paese di emigrazione, e sono in grado di fornire un tale contributo allo sviluppo economico, culturale e sociale dei territori d’origine da renderli risorsa essenziale, asset, per l’intero paese, pronto ad essere utilizzato nei processi di sviluppo locale- globale. Per valicare l’ipotesi di partenza è stato necessario progettare una struttura a rete i cui nodi fossero sufficientemente forti e le cui maglie abbastanza strette da sostenere una comunità di progetto costituita da un campione sperimentale, significativo per numerosità ed interessante per i territori regionali ed i loro attori. A tale fine si è adottata la modalità di progettazione della struttura e dei servizi che garantisse il coinvolgimento sistematico degli attori regionali coinvolti nelle tematiche del progetto, veri e propri attori interessati o stakeholders nei diversi territori regionali quali le Università, le Camere di Commercio, le parti sociali, le agenzie di sviluppo, di formazione, i servizi per l’impiego e le associazioni degli Italiani all’estero sono. La progettazione è stata finalizzata con il contributo di funzionari regionali appartenenti ai settori dell’amministrazione di attinenza del progetto, riuniti in Gruppi di Azione Regionale (GAR). I workshops di progettazione congiunta sono stai preceduti da momenti di formazione all’utilizzo delle metodologie di lavoro GOPP (Goal Oriented Project Planning1).

1 La metodologia di lavoro ITENETs è stata sviluppata utilizzando le principali tecniche di elaborazione tecnica e gestione progettuali europee e internazionali, quali il Project Cycle

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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L’attività di progettazione della rete degli Osservatori e la metodologia di realizzazione adottata sono frutto, oltre che di una scelta di metodo, di un’esigenza manifestata dalle Regioni in sede di negoziazione pre-progettuale, ovvero la necessità di acquisire idee e spunti concreti per potersi dotare di una tecno-struttura, l’Osservatorio, in grado di integrare la programmazione regionale riferita all’internazionalizzazione con il contributo e le opportunità offerte dagli italiani all’estero nel campo della formazione e dell’occupazione. Attraverso un approccio cooperativo e concertativo tra organizzazioni centrali e regionali, secondo il metodo di dialogo sociale propugnato dall’OIL, le Regioni del Mezzogiorno sono progressivamente giunte ad utilizzare la rete degli Osservatori ITENETs presenti nelle sette Regioni del Mezzogiorno italiano, per la propria pianificazione territoriale del ciclo 2007-2013 integrata dal supporto degli italiani all’estero, come descritto nel Rapporto che ciascun Osservatorio regionale ha predisposto per dare conto del proprio operato nel corso dell’anno 2006. Al termine dell’anno 2005, allorché la prima sperimentazione del lavoro del proprio Osservatorio fu portata termine da ciascuna Regione, il progetto aveva ritenuto maturi i tempi per fare apprezzare ai centri di responsabilità decisionale di ciascuna regione, la quantità e l’importanza delle informazioni necessarie ad adottare decisioni appropriate sull’utilizzo delle risorse disponibili in materia di internazionalizzazione rafforzata dal coinvolgimento delle comunità degli italiani all’estero. Fu prodotta una prima Relazione composta da sette rapporti regionali ed un rapporto prodotto dall’Osservatorio centrale. Al termine dell’annualità di progetto 2006, che coincide con il termine dell’intera programmazione 2000-2006, viene proposto il Rapporto ITENETs 2006 che ha l’ambizione di rendere conto del lavoro svolto e delle iniziative intraprese dagli Osservatori regionali, alle Amministrazioni Regionali e locali nonché agli attori socio economici del territorio. L’obiettivo del Rapporto 2006 è quello di dimostrare che l’Osservatorio regionale costituito dal progetto ITENETs non è soltanto uno strumento di sistematizzazione della conoscenza prodotta dal 2001 ad oggi sugli Italiani all’estero come agenti di sviluppo regionale, ma è anche e soprattutto una struttura che si è dotata, testandola positivamente, della capacità di supportare processi di programmazione e decisione delle Amministrazioni regionali sui temi di competenza, erogare servizi puntuali ed eseguire progetti propri. Il Rapporto è articolato in cinque capitoli. I primi tre descrivono il lavoro svolto, a livello regionale, negli anni di progettazione: l’organizzazione dell’Osservatorio, l’ideazione e la programmazione di progetti e servizi, l’analisi dei fabbisogni del territorio e la costruzione della rete di attori locali, le attività con l’estero. Il quarto capitolo è una ricerca originale su di una comunità regionale all’estero con la quale gli Osservatori regionali hanno elaborato progetti e iniziative. Produrre nuova conoscenza su comunità italiane all’estero, individuare e valutare ambiti e potenziali settori di intervento partenariale in linea con le priorità e gli obiettivi di sviluppo regionale, è una attività fondamentale che ciascun Osservatorio Regionale sa svolgere.

Management (PCM) e gli strumenti adottati dalle pubbliche amministrazioni per la realizzazione di progetti di sviluppo.

PREMESSA

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Il Rapporto si conclude con un capitolo dedicato al futuro degli Osservatori Regionali che, con il 2006, terminano la fase di sperimentazione resa possibile dalle risorse messe a disposizione dal Ministero degli Esteri e da ciascuna Regione e dal supporto tecnico fornito dal CIF-OIL. Il passaggio dalla fase di sperimentazione al regime ordinario attraverso l’inquadramento dell’Osservatorio all’interno delle strutture regionali, lo sviluppo di nuovi servizi, l’utilizzo e l’evoluzione a livello locale della Rete ITENETs viene trattato nel capitolo finale. E’ il compito che attende la Regioni alle quali il CIF OIL passa il testimone nella consapevolezza di aver costruito con esse capacità e competenze sufficienti a garantire continuità di programmazione, gestione e dotazione di risorse umane e finanziarie necessarie per il funzionamento degli Osservatori Regionali stessi. Le attività organizzate in forma di progetto, anche attività di lunga durata e di complessa articolazione, hanno un termine programmato. Al termine del 2006 scade il tempo del progetto ITENETs alla cui realizzazione tutte le parti coinvolte, Ministero Affari Esteri, Regioni, attori del territorio, comunità degli Italiani all’estero, CIF OIL, hanno fornito il proprio contribuito istituzionale di competenza, disponibilità, motivazione e passione. Luca Azzoni Chief-ESF Projects Unit ITC-ILO

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Introduzione

Com’è noto, l’emigrazione ha rappresentato uno dei tratti peculiari della storia contemporanea italiana, influenzandone profondamente lo sviluppo socio-economico. Iniziata nel secolo scorso, ha mutato le sue caratteristiche e da alcuni decenni non si sostanzia più nello spostamento di consistenti fasce di popolazione in cerca di futuro fuori dal proprio paese di origine. Oggi si caratterizza, come fenomeno dai flussi limitati relativi a spostamenti di personale qualificato o altamente specializzato al seguito di grandi aziende ed organizzazioni internazionali oppure ai fini di attività formative e di ricerca, come denota il fenomeno della cosiddetta “fuga di cervelli”. Le storie di successo dei nostri connazionali all’estro si moltiplicano, tanto che si parla, oggi, di New Italians con un’accezione non più svalutativa rispetto a quanto accadeva in passato. In questo contesto, le attività di internazionalizzazione del ‘Sistema Italia’ trovano negli Italiani residenti all’estero una risorsa di dimensioni ed importanza crescente, ben radicata nei maggiori paesi del mondo, sempre più interessata a cooperare con le regioni di origine per comuni interessi di sviluppo. In questa prospettiva va inteso lo sforzo di ‘institutional building’ intrapreso dal MAE ed, in particolare, dalle Regioni Ob.1, nel campo delle attività internazionali. Le Regioni del Mezzogiorno hanno compreso per prime questo immenso potenziale da utilizzare in ‘chiave di sviluppo’ e si sono dotate di competenze e capacità progettuali per far leva sul patrimonio di esperienze, conoscenze, professionalità, opportunità di business e scambi a tutti i livelli. Gli IRE possono fungere da piattaforma per la costruzione di reti e relazioni internazionali, per la creazione di canali privilegiati di accesso a scambi economici ed imprenditoriali, così favorendo direttamente o indirettamente lo sviluppo dei territori d’origine. In quest’ottica ed in tale prospettiva è partito il Progetto ITENETs – International Training and Employment Networks – nell’ambito del PON ATAS, QCS Italia 2000-2006. La progettazione e realizzazione di interventi di sviluppo locale attraverso la creazione di legami stabili con gli IE richiedeva, alla base, uno strumento efficace di collegamento e gestione delle reti e delle relazioni, che potesse favorire e coordinare le iniziative in un quadro di conoscenze chiare e condivise. Proprio partendo da tale consapevolezza è stato costituito l’Osservatorio ITENETs Regione Campania. L’Osservatorio, nato nell’ambito della Presidenza della Regione Campania – Area Generale di Coordinamento Rapporti con Organi Nazionali ed Internazionali – Settore Studio e Progetti UE, è lo strumento metodologico e informativo di supporto alla struttura regionale per le politiche di cooperazione internazionale tra i territori italiani e quelli di emigrazione. Conformemente agli obiettivi generali, l’Osservatorio ITENETs ha contribuito, in questi anni

alla creazione di legami stabili con gli italiani all’estero;

INTRODUZIONE

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alla valorizzazione delle potenzialità sociali, economiche, istituzionali e culturali esistenti nelle Regioni Ob. 1 e nelle comunità degli italiani all’estero;

all’individuazione delle opportunità di partnership con gli IRE per lo sviluppo locale

alla strutturazione di un network operativo con contatti e relazioni “testate” e garantite, messe a disposizione del territorio.

Il processo di costruzione dell’Osservatorio Campania ha preso avvio dall’integrazione tra competenze interne alla P. A. e contributi esterni provenienti dagli attori del territorio ed è stato implementato attraverso una serie di incontri, seminari di formazione e di progettazione congiunta tra i suddetti enti/soggetti.. In Campania, il lavoro di riflessione degli attori socio-economici si è integrato con quello di progettazione del Gruppo di Lavoro Regionale, coordinato dal Referente, fino a sviluppare un’idea di Osservatorio quale struttura erogatrice di servizi di natura diversa, ma il più possibile rispondenti alle esigenze dei propri fruitori: informazioni, networking, promozione e assistenza per lo sviluppo di partnership, ecc. Gli attori socio-economici della Campania hanno sostenuto la necessità di utilizzare l'Osservatorio ITENETs come strumento a supporto della creazione di reti in specifiche aree di intervento quali la promozione del patrimonio artistico-culturale e turistico delle aree interne, la valorizzazione delle produzioni artigianali, agro-alimentari e dei settori di punta dell'economia regionale, lo svolgimento di attività tese a favorire il cosiddetto brain back. In coerenza con tali presupposti, lo sviluppo e la messa a punto dell’Osservatorio stesso è stato un lungo ed articolato processo che solo ora sta entrando a regime, strutturando una vera e propria rete partenariale (8 Protocolli d’Intesa con attori socio-economici del territorio e soggetti esteri) e un network sempre più operativo. Il risultato è un “modello” di Osservatorio in grado di erogare una serie di servizi relativi alla gestione delle informazioni (attività di ricerca, raccolta, archiviazione dati, analisi territoriale sulle opportunità di partenariato, monitoraggio delle business communities degli italiani all'estero, monitoraggio e raccolta di progetti e best practices) networking, la promozione e accompagnamento per la creazione di partnerships, il consolidamento delle relazioni con gli IRE. Una volta consolidato come strumento l’Osservatorio ITENETs potrà essere funzionale anche ai processi di mobilità internazionale delle risorse umane, soprattutto in riferimento alle comunità di giovani ricercatori e professionisti che rappresentano una scelta specifica dell’Osservatorio Campania. Sono, inoltre, numerose le iniziative del territorio campano che prendono le mosse dai contatti realizzati grazie al network dell’Osservatorio ITENETs (ad esempio il Progetto missione Echo Italia di cooperazione, realizzato in Canada con la partecipazioned dei Centri di Competenza Regionali, il Progetto Gens realizzato dall’Università di Napoli, Federico II)

Il presente Rapporto “Osservatori ITENETs. Reti istituzionali internazionali per formazione e lavoro” rappresenta il lavoro svolto nel corso di questi anni: dalla costruzione alla sperimentazione dei servizi, con particolare attenzione al programma di lavoro del 2006. Nel corso del presente anno, infatti, gli Osservatori ITENETs regionali, in maniera autonoma ma coordinata, hanno svolto un proprio piano di lavoro

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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tarato in base alle esigenze espresse dal territorio e dalle stesse amministrazioni regionali. Dalla concertazione con gli attori del territorio è, infatti, nata l’idea progettuale “I Valori del Sannio tra Passato e Futuro”, esempio di progettazione congiunta che punta alla valorizzazione delle risorse e delle produzioni tipiche del Sannio attraverso la leva delle business communities degli Italiani all’estero. L’Osservatorio Campania si è pertanto orientato all’attuazione delle strategie regionali in essere e rivelate nel corso della programmazione 2000/2006, con attenzione alle prospettive della futura programmazione 2007/2013. Si è rafforzata la capacità di confrontarsi in maniera trasversale ai settori regionali, rendendo fruibili i servizi di informazione, promozione e networking. Un importante bacino di informazioni e relazioni cui attingere per la realizzazione di progetti internazionali anche nel futuro!

Liliana Ottazzi Referente Osservatorio ITENETs, Regione Campania

1. L’OSSERVATORIO REGIONALE L’internazionalizzazione

regionale attraverso gli Italiani all’estero e l’Osservatorio regionale sugli italiani all’estero: obiettivi.

L’Organizzazione e la struttura

dell’Osservatorio Regionale Servizi e progetti

L’OSSERVATORIO REGIONALE

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1. L’Osservatorio Regionale. 1.1 L’internazionalizzazione regionale attraverso gli Italiani all’estero e l’Osservatorio regionale sugli italiani all’estero: obiettivi. La Regione Campania, si è posta come obiettivo prioritario quello di favorire l’internazionalizzazione delle imprese regionali e la promozione dell’integrazione economica transfrontaliera e transnazionale. La politica di internazionalizzazione della Regione Campania si muove lungo tre indirizzi principali: sostenere ed espandere il grado di apertura dell'economia campana non solo

in termini di quantità e di qualità di beni esportati ma anche di capacità di fornire servizi avanzati di sostegno all'attività di internazionalizzazione delle imprese locali;

favorire una presenza più attiva e dinamica della Regione nella realizzazione di iniziative di internazionalizzazione dell'economia, della cultura e della società locale, assicurando alle imprese che operano nella Regione, e che hanno manifestato una forte vocazione alla internazionalizzazione, un sostegno adeguato da parte delle istituzioni regionali;

la promozione e la diffusione di una cultura volta all'internazionalizzazione della pubblica amministrazione che deve svilupparsi sia in direzione del rafforzamento dei rapporti istituzionali e sociali tra gli attori dello sviluppo locale, sia in direzione della formazione di personale competente2 Dall’esame del POR Campania 2000 – 2006, in linea con quanto disposto dal QCS nella revisione di metà programmazione, si possono notare cambiamenti nelle misure inerenti all’internazionalizzazione.

Si evidenzia che l’economia campana registra una situazione complessivamente insoddisfacente del commercio con l’estero derivante da una struttura economica sostanzialmente inadeguata. Tale deficit è affrontato nei diversi assi del Programma, mediante l’attuazione di politiche miranti alla valorizzazione di realtà produttive “di eccellenza”, già presenti sul territorio, unitamente all’attivazione di processi volti a favorire il successo delle imprese campane nei mercati internazionali. In particolare il POR Campania ha assegnato, nell’ambito dell’Asse 6 – Reti e nodi di servizio - una specifica misura alla materia di nostro interesse: la misura 6.5 “Sviluppo dell’internazionalizzazione e della cooperazione internazionale” che appunto riguarda in modo esclusivo la promozione dell’internazionalizzazione. L’obiettivo specifico della Misura è quello di «favorire l’internazionalizzazione delle imprese del Mezzogiorno e la promozione dell’integrazione e della cooperazione economica, culturale e istituzionale, transfrontaliera, transnazionale e interregionale». Sono obiettivi più generali della Misura: rafforzare e consolidare l’economia campana, non solo in termini di qualità e

quantità di beni esportati, ma anche di fornire servizi avanzati di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese locali ed alla cooperazione tra imprese, anche attraverso l’utilizzo dell’Information & Communication Technology;

Realizzare iniziative e programmi di internazionalizzazione dell’economia,

2 CFR: Scalese Rosa/PROGETTO PPTIE, 2006.

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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della cultura e della società locale, fornendo un sostegno al sistema imprenditoriale locale con riferimento agli scenari ed ai continui mutamenti del mercato globale;

Promuovere la cultura dell’internazionalizzazione nella Pubblica Amministrazione e rafforzare i rapporti istituzionali e sociali tra gli attori dello sviluppo locale e la realtà internazionale.

Si è cercato di realizzare tali obiettivi coerentemente con il Programma regionale predisposto attraverso il partenariato nazionale e regionale ed approvato dalla Giunta Regionale. Gli interventi previsti dalla Misura per i programmi di internazionalizzazione sono: A. realizzazione di progetti di internazionalizzazione dell’economia regionale: progetti-missione di penetrazione in Regioni - obiettivo del mercato

internazionale volti ad assicurare l’ingresso o il rafforzamento della presenza di imprese regionali nelle regioni economiche individuate dal programma;

progetti di marketing internazionale delle imprese anche in collegamento con altre azioni regionali e del POR;

progetti –missione di internazionalizzazione di settori produttivi, filiere e distretti per rafforzare la presenza della realtà regionale nell’ambito dei mercati mondiali;

iniziative per la creazione di joint-venture produttive ed organizzazione di servizi per l’internazionalizzazione volti al sostegno diretto delle PMI campane.

B. realizzazione di azioni dimostrative: borsa di scambio e di trasferimento di buone prassi in materia di

internazionalizzazione; cooperazione interistituzionale mediterranea; partecipazioni di PMI campane alle grandi fiere internazionali.

C. realizzazione dello Sportello Unico Regionale per l’internazionalizzazione delle attività (SPRINT): creazione di un sistema integrato a rete di sportelli territoriali volto a

facilitare l’accesso agli strumenti ed ai servizi di sostegno per il miglioramento del grado di internazionalizzazione del sistema produttivo campano, anche con riferimento alla L. 68/97 richiamata nell’Accordo di Programma MINCOMES/Regione Campania del 26/01/2000.

D. La diffusione dell’Information & Communication Technology: al fine di migliorare l’efficienza e la competitività del sistema produttivo

campano, e tramite la tecnologia della società dell’informazione creare opportunità di internazionalizzazione per le PMI Campane.

Questa Misura prevede interventi rivolti all’intero sistema economico regionale, finalizzati a favorirne l’apertura internazionale del sistema e diffondere le opportunità di collegamento con i paesi e mercati terzi. Qualora talune operazioni si configurino come sostegni diretti alle imprese, questi saranno attivati in conformità alla regola “de minimis”, ex Reg. CE 69/2001. Giunti oramai alla fine della programmazione 2000/2006, la Regione Campania sta guardando al futuro 2007/2013 delineando le politiche regionali, non solo in termini di coesione economica e sociale tra regioni “forti e deboli” all'interno

L’OSSERVATORIO REGIONALE

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dell'Unione, ma cercando di porre attenzione al posizionamento di rete dei territori, in relazione a territori omologhi in altri paesi e altri continenti. Le priorità strategiche che la Regione Campania ha già delineato nel quadro del Documento Strategico Preliminare puntano a: innalzamento degli standard culturali, professionali ed occupazionali dei

giovani, focalizzando l’attenzione sui giovani per combattere l’emigrazione dei “cervelli”, una delle idee-forza del Progetto ITENETs in Campania.

valorizzazione della risorsa “Mare” dal punto di vista dello sviluppo delle vie di comunicazione e del turismo e delle sue ricadute industriali ed economiche;

destagionalizzazione turistica grazie a nuove infrastrutture in grado di attrarre flussi turistici durante l’intero anno solare

riordino del territorio rurale intorno all’idea guida di un turismo rurale organizzato per aree attrezzate;

realizzazione di un sistema integrato di aiuti e servizi pubblici alle imprese allo scopo di aumentare la capacità della Regione di produrre investimenti e di attrarre investimenti di imprese esterne.

Di notevole rilevanza è poi la volontà regionale di confermare ed incrementare il ruolo della Campania come regione leader nel campo della ricerca. In tale ottica si opererà la valorizzazione ed il rafforzamento delle azioni intraprese anche attraverso: il consolidamento dei rapporti tra il sistema delle Università ed il mondo produttivo locale con particolare riferimento ai settori coinvolti nella realizzazione dei Distretti ad Alta tecnologia Sulla base delle suddette priorità sarà declinato anche il nuovo Programma Regionale di Internazionalizzazione, strumento programmatico specifico, di cui la Regione si è avvalsa già nel corso della attuale programmazione per la realizzazione della propria politica di internazionalizzazione. La Campania è stata la prima regione a dotarsi di un Programma Regionale per l’Internazionalizzazione e la Cooperazione internazionale (PRINT) approvato con Delibera n. 6116 del 15 novembre 2001. Si tratta di uno strumento di programmazione unitaria che aiuta in modo consistente ad orientare tutte le fonti finanziarie a disposizione delle amministrazioni locali sui temi rilevanti per l’internazionalizzazione. Inoltre, consente alla Regione di individuare e proporre le innovazioni amministrative necessarie al suo interno, per promuovere il tema in oggetto e per monitorare gli effetti delle iniziative intraprese. Scopo principale del PRINT è il rafforzamento del processo di internazionalizzazione delle attività produttive, istituzionali e culturali della Regione Campania, il quale si interseca in modo “trasversale” al Piano Operativo Regionale. Tale documento individua le Priorità programmatiche, le modalità di attuazione, le strutture di supporto all’interno dell’Amministrazione Regionale e le aree geografiche di intervento. E’ proprio in questa sezione che ritroviamo il riferimento alla rete degli IRE come strumento di promozione e sviluppo dei processi di internazionalizzazione. Strategicamente, lo stesso PRINT, ha attribuito un ruolo anche alle comunità degli IRE, chiamati a svolgere un ruolo strategico di connessione fra il territorio di origine e i paesi di insediamento. In questo senso sono state orientate le

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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"Linee Guida per i Campani nel mondo"3, che hanno raccolto numerosi contributi concettuali e spunti metodologici dal programma ITENETs, manifestando un approccio di valorizzazione e rafforzamento del loro ruolo per lo sviluppo locale. Nello specifico delle aree dell’America latina e Nord America, si ritrovano nel Print indicazione sulle azioni realizzabili attraverso la rete dei Campani residenti all'estero: America Latina “Definire strategie di intervento in grado di valorizzare le

forti comunità di italiani, anche utilizzando l’assistenza tecnica del PON. Programmi di esportazione produttiva sostenuti supportando i processi di transizione e ricercando forme di cooperazione tra enti locali e soggetti di sviluppo locale per lo sviluppo dei rapporti economici (in Argentina come in Brasile: rafforzamento della collaborazione industriale e partnership che tengano conto dei legami esistenti con le comunità di origine italiana”4.

Nord America “L’obiettivo generale per il Nord America è quello di rafforzare la cooperazione con gli Stati Uniti e con il Canada, ricercando in particolare nuove opportunità e sinergie negli scambi economici, rafforzando l’immagine delle produzioni “Made in Campania” di elevato livello qualitativo, con particolare attenzione alla grande distribuzione e alla diffusione della conoscenze dei nostri distretti industriali. In questa prospettiva un ruolo importante potrà essere svolto da Istituzioni pubbliche e governative all’estero, Associazioni ed Università attivando la cooperazione con le comunità di campani all’estero. In Usa e Canada la presenza di 7 uffici dell’ICE (New York, Atlanta, Chicago, Los Angeles, Seattle, Toronto e Montreal) e delle CCIE (Boston, Chicago, Houston, Los Angeles, New York, Pittsburgh, Montreal, Toronto e Vancouver), oltre alla rete diplomatico-consolare, costituiscono un’ottima base di appoggio per la realizzazione delle iniziative”5.

Nonostante gli impegni assunti a livello programmatico, in realtà, sono ancora poche le azioni di internazionalizzazione economica, istituzionale, socio-culturale attraverso il coinvolgimento delle comunità di italiani sparsi nel mondo, realizzate dal territorio campano. Eppure il canale degli Italiani all’estero era stato già precedentemente oggetto di sperimentazione attraverso il finanziamento del Ministero degli Affari Esteri, PON di Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema del QCS Ob.1, 2000/2006 Misura II, Azione D, Avviso Pubblico 23 Agosto 2002. Tali progetti hanno registrato il coinvolgimento di attori socio-economici del territorio in partnership con Enti e strutture nazionali, per la realizzazione di iniziative volte a valorizzare la risorsa IRE, come vettore di internazionalizzazione. Le finalità specifiche dei progetti hanno offerto differenti opportunità di coinvolgimento delle comunità campane: dal marketing turistico alla creazione di partnership imprenditoriali, alla realizzazione di reti territoriali. Il progetto “VAL.TER” promosso da Consorzio TEC For aveva l'obiettivo di stimolare flussi turistici verso le aree interne della Campania (in particolare il Sannio Beneventano). Altrettanto il progetto “L'emigrazione quale strumento di riqualificazione turistica del Cilento” con proponente il CNR, puntava alla promozione qualificata del turismo del Parco naturale del Cilento e Vallo di

3Cfr: Regione Campania, 2006 4Cfr: Regione Campania, 2001, p. 9. 5Cfr: op. cit. pag. 10.

L’OSSERVATORIO REGIONALE

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Diano, attraverso la creazione di una rete imprenditoriale tra soggetti economici del territorio e partner USA, espressione dei cilentani emigrati all'estero. Il progetto “Nodi: una rete per lo sviluppo” mirava alla creazione di reti partenariali locali attraverso la promozione del raccordo tra il territorio campano e gli Italiani residenti in Brasile e Argentina e verso lo stesso paese è stato indirizzato il progetto “@RCA.net”, proposto da Italia Lavoro, finalizzato alla valorizzazione delle comunità residenti, in qualità di partner per l'internazionalizzazione della Regione. Obiettivo simile al progetto “L.I.N.F.A.” finalizzato alla costruzione di una rete partenariale tra la Regione ed i paesi extracomunitari con maggiore presenza di IRE. Infine il progetto CA.NA.POLIS, proposto dalla Facoltà di Scienze politiche dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, che puntava al riconoscimento e alla messa in rete delle attività imprenditoriali significative degli Italiani residenti in Canada ed in particolare nelle città di Montreal e Toronto, in sinergia con il contesto regionale. In questo contesto l'Osservatorio ITENETs della Regione Campania ha cercato di ritagliarsi uno spazio specifico come strumento innovativo per l'internazionalizzazione e la cooperazione internazionale, rendendo fruibili servizi di informazione, promozione e networking. Per dare il giusto rilievo alla risorsa degli IRE, come importante leva per lo sviluppo locale e sollecitarne l'utilizzo nella realizzazione di progetti internazionali, l'Osservatorio ha posto l'attenzione sui seguenti obiettivi: Rafforzamento della conoscenza sulle comunità italiane nel mondo, in

particolare le business e professional communities. Promozione dell'attività di internazionalizzazione del sistema socio-

economico regionale tramite gli IRE. Aumento della capacità di attrarre investimenti da e per l'estero. Promozione della formazione per l'internazionalizzazione. Sperimentazione di progetti pilota di partenariato e di buona governance con

gli IRE. Ricognizione e sostegno a programmi di collegamento internazionale e di

collaborazione tra comunità scientifica campana e corrispondenti realtà estere su progetti di interesse comune, in particolare nel campo della ricerca applicata.

Lancio, avvio e consolidamento, attraverso missioni all'estero, di collaborazioni e partenariati economico-sociali con i paesi del bacino Mediterraneo (compresi i paesi Mediorientali).

In maniera ambiziosa ma fattibile, l'Osservatorio ITENETs intende contribuire alla proiezione esterna della Regione Campania, alla sua integrazione con le aree forti ed alla sua maggiore competitività di sistema. 1.2 L’organizzazione e la struttura dell’Osservatorio Regionale Gli obiettivi fissati dall'Osservatorio della Regione Campania derivano dagli obiettivi generali che il progetto ITENETs persegue con sistematicità fin dall'inizio e di seguito sintetizzati: predisporre quadri conoscitivi di contesti socio-economici, relativi ai paesi di

maggiore emigrazione e delle regioni coinvolte; far conoscere il fenomeno migratorio italiano;

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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connettere attori; fornire strumenti; raccordare politiche; trasferire best-practices.

Ciò premesso, però, la costruzione della rete degli Osservatori è stato un percorso articolato che ha seguito alcune fasi fondamentali e partecipate da ciascuna Regione. L'elaborazione del modello teorico-concettuale non poteva essere semplicemente imposto, ciascuna regione ha fornito, infatti, il proprio supporto. Sono state così individuate le macro-aree tematiche di interesse e conseguentemente i servizi ad esse afferenti, riconducibili principalmente a: informazione, formazione, promozione e marketing, progettazione e networking. A seguire è stato messo a punto il modello organizzativo del sistema strutturato su diversi livelli: regionale, nazionale, internazionale. E’ chiaro che lo strumento “Osservatorio” necessitava dell’intervento di molteplici soggetti che, a vario titolo, intervenissero nella gestione e nello sviluppo dello stesso. A livello regionale è stata prevista, pertanto, la costituzione di Gruppi d’Azione Regionali (GAR) appartenenti a vari settori amministrativi dell’Ente Regione e/o ad altre istituzioni regionali interessate. Tali soggetti istituzionali avrebbero costituito la rete “interna” del progetto. In Campania l’Osservatorio è stato collocato all’interno del Settore Studi e Progetti CEE - Politiche internazionali, proprio a conferma del suo carattere di strumento funzionale all’internazionalizzazione e cooperazione internazionale ed in collegamento con le tematiche della formazione e dell’emigrazione. Proprio in riferimento al settore emigrazione è stato più volte sottolineato che l’obiettivo del progetto e dell’Osservatorio non dovesse coincidere con il semplice supporto all’associazionismo regionale all’estero, duplicando altri strumenti esistenti all’interno della stessa amministrazione. L’Osservatorio è stato strutturato con il seguente impianto organizzativo: Responsabile dell’osservatorio (Referente ITENETs); risorsa amministrativa;

ambedue fornite dalla Regione stessa e, in affiancamento, due altre risorse fornite dal Progetto ITENETs: un esperto dell’Osservatorio (gestore dei servizi); un esperto junior con funzioni di documentalista.

Definito l’assetto organizzativo, al fine di avviare il processo di sperimentazione ed utilizzo dell’Osservatorio e garantirne la sostenibilità, è stato convocato un Gruppo di Azione Regionale composto da 12 rappresentanti di differenti Assessorati e servizi della pubblica amministrazione: Emigrazione, Ricerca Scientifica, Area generale di coordinamento Politiche comunitarie, Formazione ed orientamento professionale, Ecologia e Agenzia Regionale per il Lavoro. I suddetti soggetti hanno fruito di un percorso formativo per l’acquisizione delle competenze, articolato in attività di formazione frontale, a distanza e tutoring-on line sulle seguenti tematiche Conoscenza degli strumenti tecnologici messi a disposizione (database,

piattaforme, formazione a distanza). Specificazione delle informazioni necessarie ai servizi offerti

dall’Osservatorio.

L’OSSERVATORIO REGIONALE

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Analisi dei fabbisogni formativi rispetto. Progettazione di percorsi formativi specifici. Definizione degli obiettivi.

Con la partecipazione dello stesso GAR, in attesa che avvenisse il riconoscimento formale, è stato avviato il lavoro per istituzionalizzare i rapporti tra il sistema dei servizi dell’Osservatorio ITENETs regionale, le altre strutture dell’Amministrazione Regionale e gli Attori dello sviluppo locale nel campo economico, culturale e sociale per lo svolgimento delle sue funzioni sul territorio. Per la predisposizione di tali accordi inter-istituzionali è stato attivato il personale di progetto con il compito di individuare le risorse esistenti e fruibili per l’avviamento del medesimo, comprese le reti esterne locali (coinvolgimento degli attori socioeconomici, mediante accordi di cooperazione con l’Osservatorio, verifica della disponibilità di informazioni da parte dei membri del GAR, ecc.). Una volta stabilito l’assetto organizzativo, sono state avviate alcune iniziative pilota. Per sviluppare l’idea e avviare l’iniziativa, l’Osservatorio Campania ha realizzato due azioni di orientamento, in forma di workshop formativi, erogati a favore di attori socio-economici regionali: amministrazioni locali, Organizzazioni economiche, Organizzazioni di categoria, Enti e servizi di sviluppo. I due eventi sono stati organizzati nell’area del Sannio, da subito, maggiormente interessata alla sperimentazione dei servizi di promozione e marketing territoriale fruibili attraverso l’Osservatorio. Ai seminari sono stati coinvolti gli stakeholders appartenenti alle principali tipologie di stakeholders coinvolti nel progetto: Camere di commercio, Comuni, Centri per l’impiego e Parti sociali (Istituti di Formazione professionale, rappresentanze dei lavoratori, associazioni datoriali e Associazioni degli Italiani all’estero)6, oltre ad altri attori che si occupano di sviluppo locale ed internazionalizzazione quali Università, Provincia di Benevento, Agenzia di sviluppo locale Sannio Europa e Gal Titerno. Proprio nel corso dei due workshop, grazie al contributo di tutti i partecipanti, si è realizzata l’esperienza di progettazione congiunta dell’iniziativa pilota “Valori del Sannio” finalizzata alla rivitalizzazione e al rilancio del sistema economico sannita, attraverso la valorizzazione delle risorse e delle produzioni tipiche (risorse eno-gastronomiche e turistico ambientali) e all’attrazione di flussi turistici mediante la promozione del territorio ed il coinvolgimento delle comunità di IRE in Canada. Allo stato attuale l’Osservatorio, pur scontando l’assenza di un riconoscimento istituzionale che nel corso del tempo ha causato un sempre minore coinvolgimento del GAR, ha proseguito nella fornitura di servizi informativi e di supporto al territorio, nell’avvio di iniziative di internazionalizzazione e di cooperazione internazionale, che prevedono il coinvolgimento di comunità di italiani residenti all’estero. Nello specifico, infatti, sono state consolidate le azioni puntate a: gestione della conoscenza/informazione relativa alla conoscenza capillare

dell'intero sistema (gestione delle attività afferenti l'analisi, ricerca, raccolta, archiviazione, messa a disposizione dei dati);

promozione e comunicazione afferente le attività di interscambio, nonché di

6 CFR. PROGETTO ITENETs/Università La Sapienza, 2003.

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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sensibilizzazione e pubblicizzazione rispetto ai potenziali fruitori locali ed esteri dell'Osservatorio/Agenzia;

erogazione di servizi in rete riferiti specificamente, oltre che al supporto nella consultazione del sistema informativo, anche all’assistenza e all'accompagnamento nella progettazione e realizzazione di interventi e programmi di internazionalizzazione con il contributo degli IE;

attività di coordinamento generale delle funzioni di cui sopra e a supporto degli interventi e progetti relativi al PPTIE.

1.3 I servizi e i progetti Nel corso dell'ultima annualità le attività che l'Osservatorio Campania ha svolto sono state orientate all’attuazione delle strategie regionali della programmazione 2000/2006, ma soprattutto modulando le attività con uno sguardo al futuro, sulla base delle proiezioni strategiche 2007/2013. Il network delle comunità italiane all’estero diviene punto di forza per consolidare la cooperazione transnazionale ed il partenariato territoriale, per la creazione di reti lunghe puntando sulle communities professionali, economiche e culturali. L’Osservatorio ha considerato la prospettiva della programmazione 2007-13, soprattutto, ai fini della nuova cooperazione territoriale, che la Commissione Europea ha voluto elevare a dignità di Obiettivo 3, evidenziandone l’importanza strategica per promuovere il dialogo e consentire la crescita di competitività tra sistemi. L’Osservatorio dunque, ha rafforzato la propria capacità di confrontarsi in maniera trasversale ai settori regionali, rendendo fruibili i propri servizi di informazione, promozione e networking. Un importante bacino di informazioni e relazioni cui attingere per la realizzazione di progetti internazionali. Come anticipato nei paragrafi precedenti, nel corso dell’annualità 2005, recuperando il gap con le altre regioni che hanno avviato il proprio programma di internalizzazione, l’Osservatorio ha realizzato una serie di incontri con vari attori socio-economici del territorio finalizzati alla formalizzazione di accordi di collaborazione. Inoltre, avvalendosi dell’expertise del Team centrale, ha sviluppato un’analisi degli stakeholders, concentrandosi in particolare sull’area del Sannio, territorio oggetto della sperimentazione del progetto pilota di cooperazione con le comunità IRE in Canada. Alla fine del 2005 risultano sottoscritti Protocolli di collaborazione con: Sprint Campania - Sportello Regionale per l‘Internazionalizzazione

dell’Impresa, che rientra nell’ampio quadro di politiche per l'internazionalizzazione della Regione Campania. Federazione Coldiretti Campania - Associazione datoriale che fornisce

sostegno allo sviluppo dell’impresa e valorizzazione dell’attività agricola. Irat CNR - Istituto di ricerche sulle attività terziarie, impegnato nella

promozione dell’internazionalizzazione del sistema italiano della ricerca scientifica e tecnologica e partecipa a grandi programmi di ricerca.

Sannio Europa - Agenzia di sviluppo locale che si occupa della promozione e gestione dei programmi integrati territoriali nonché dell'accompagnamento

L’OSSERVATORIO REGIONALE

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delle politiche di sviluppo locale promosse dalla Regione. Osservatorio provinciale sulla qualità e le politiche sociali - Soggetto

istituzionale che si occupa del monitoraggio delle politiche sociali e formative sul territorio sannita.

Mater - Soggetto pubblico-privato operante nel campo della formazione e consulenza per la realizzazione di piani per lo sviluppo economico e occupazionale e assistenza alla creazione d'impresa.

L’Osservatorio ha reso fruibile il proprio contributo ai suddetti partners per l’allargamento delle reti di contatto soprattutto nelle aree geografiche non coperte, nella realizzazione delle azioni di promozione del territorio attraverso tali reti, fornendo informazioni sulle opportunità di partecipazione a progetti di ricerca internazionali, bandi e iniziative internazionali a carattere formativo. 1.3.1 I servizi per il 2006 L’interscambio tra l’Osservatorio ITENETs Campania e gli attori del territorio si è realizzato attraverso la modulazione di proposte di servizi differenziati in base al target dei fruitori esteri e campani. Ciò ha comportato la necessità di offrire ai partners aventi all’attivo una consolidata attività internazionale, un pacchetto di servizi mirati e, di contro, ai partner più ”deboli “ sul versante dell’internazionalizzazione i servizi base dell’Osservatorio (informazione, networking). Sulla scorta di un’analisi condotta sulla composizione della rete locale, l’area in cui l’Osservatorio ITENETs Campania ha cercato di svolgere un ruolo maggiormente attivo è quella del consolidamento delle reti - networking, pur senza tralasciare le altre. A tal proposito sono state riattivati i contatti con gli attori esteri che, nel corso delle diverse annualità del programma, hanno mostrato interesse a cooperare su idee progettuali e proporre un servizio di match-making e studio di eventuali fonti di finanziamento a supporto (ricercate, sia nell’ambito del quadro regionale, nazionale e comunitario della programmazione ultima 2006, sia in proiezione della futura 2007/2013). In sintesi i servizi erogati per l’annualità 2006 sono:

1. Erogazione di servizi di informazione, networking e assistenza tecnica mirati agli specifici bisogni esplicitati dal territorio; 2. Follow up delle richieste on-line (provenienti dalla rete estera); 3. Riattivazione delle reti ITENETs e PPTIE; 4. Follow up dei progetti finanziati sul bando MAE; 5. Screening dei soggetti locali (scientifici, socio- economici e culturali) che hanno maggiore interesse a consolidare rapporti di collaborazione con omologhe controparti estere.

Al fine di presentare agli attori locali una serie di idee progettuali provenienti da operatori esteri, contribuendo all’attivazione di una rete di cooperazione, sono state mappate le proposte di strutture estere, in cui risultano operanti soggetti e referenti appartenenti alle comunità degli IRE (business, professional e social communities) non necessariamente solo campani. Sono state portate a conoscenza dei partners campani una serie di idee progettuali relative allo sviluppo di interscambi commerciali, alla chiusura di accordi per l'importazione e distribuzione di prodotti agroalimentari, agli scambi culturali fra Università o anche alle creazioni di partnership per la realizzazione di produzioni agricole innovative.

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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Queste proposte potrebbero risultare attrattive per alcuni degli attuali partners dell'Osservatorio, come la FEDERAZIONE COLDIRETTI Campania o l'UNIVERSITA’ degli Studi del Sannio, ma anche per le singole imprese raggiunte attraverso specifiche azioni promozionali dell'Osservatorio. L’attivazione delle reti funzionali è stata sviluppata anche attraverso una serie di incontri mirati. In questa senso va letto l’incontro con la dott.sa Mary Ann RE del “New Jersey Italian and Italian American Heritage Commission” presso il Dipartimento dell’Educazione del New Jersey motivato a strutturare progetti di collaborazione in campo formativo con le Università campane attraverso il sostegno e la ‘copertura’ istituzionale della Regione Campania. Inoltre con particolare riferimento ai servizi di networking e assistenza tecnica l’Osservatorio ITENETs Campania, nel corso dell’annualità 2006, ha fornito il proprio supporto ad alcune attività per le quali è stata espressamente richiesta assistenza ed è stato necessario predisporre un piano di attività puntuali. Tra questi, risulta di particolare interesse il Progetto GENS (Italy and its Migrants versus Canada and Australia: gene environment interaction study), ricerca sull’interazione gene e ambiente nelle malattie cardiovascolari. La ricerca è realizzata dall’Università Federico II, su un campione di emigranti sanniti nell’area di Montréal; proprio la Federico II ha richiesto all’Osservatorio ITENETs Campania i servizi di promozione e networking per la realizzazione del Progetto GENS.

Svolto in collaborazione tra l’Università partenopea e l’Université de Montréal, lo studio è volto ad indagare il ruolo dell’interazione tra geni e ambiente sull’insorgenza, la progressione e gli esiti delle malattie cardiovascolari. Ai fini del progetto è, pertanto, necessario effettuare un’indagine sulle famiglie di emigranti italiani giunti in Canada dal Sannio Storico (Provincia di Benevento, Provincia di Campobasso) e da alcuni comuni dell’Alta Irpinia - questi ed i loro consanguinei di primo grado residenti ancora in Italia saranno comparati per la prevalenza ed incidenza delle malattie cardiovascolari. L’Osservatorio ITENETs Campania, effettuando un’analisi dei fabbisogni, ha poi previsto la realizzazione di alcune attività quali: - La Ricerca, attraverso la rete territoriale / estera, di contatti utili a sensibilizzare i soggetti di origine sannita, nei Paesi ‘obiettivo’ Questa prima fase dovrà essere realizzata avvalendosi di alcuni specifici strumenti Attraverso alcuni strumenti specifici: Mailing list dei Comuni sanniti; Richiesta, ai Comuni del Sannio, di informazioni relative ad eventuali contatti

con Associazioni di emigrati e gruppi familiari all’estero; Coinvolgimento della Provincia di Benevento anche attraverso l’Osservatorio

Provinciale alle Politiche Sociali ( Acquisizione di dati utili dal Portale dell’Emigrazione della Provincia );

Ricerca di contatti nei Paesi obiettivo, all’interno della Community di Progetto (Associazioni di Emigrati, Università e Centri di Ricerca, Ambasciate);

Richiesta di diffusione e sensibilizzazione intorno agli obiettivi del progetto Gens, ai soggetti esteri;

L’OSSERVATORIO REGIONALE

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- La capillare diffusione in Italia e all’estero, del Progetto “Gens” e dei suoi scopi Realizzando: Attività di promozione ed informazione attraverso e-mail alle Associazioni di

Emigrati, Università, Centri di Ricerca, Ambasciate; Comunicati alla Stampa estera; Articoli nella newsletter mensile; News nel sito ad ogni step del Progetto Gens;

- Collaborazione istituzionale con l’Osservatorio ITENETs Molise, Strumenti: Richiesta di informazioni relative ai contatti esteri della Regione Molise.

In realtà proprio quest’ultima linea d’azione è ancora accennata, vista la necessità di selezionare le Associazioni estere molisane ma di appartenenza ‘sannita’, prima di poter procedere al loro coinvolgimento funzionale nel progetto. Il Progetto Gens appare, senza dubbio, l’attività più impegnativa e strutturata a realizzata nel corso della presente annualità, ma sono state progettate altre azioni specifiche. In particolare è stata intrapresa la creazione di una rete qualificata di ricercatori attraverso al selezione, attraverso le banche dati MAE, MIUR, Ministero del Lavoro, di giovani ricercatori campani all’estero. La Campania vanta, nel campo della Ricerca & Innovazione, la realizzazione di Centri di Competenza (CdC) regionale presso le Università del territorio. Ciascun CdC ha competenza su un particolare settore. In questo senso l'obiettivo dell'Osservatorio, in linea con le indicazioni strategiche regionali, tarate a loro volta sulla rinnovata strategia europea di Lisbona, è di mettere in rete i CdC con corrispondenti realtà nei paesi esteri dove sono operativi i 'cervelli' italiani. L'esperimento potrebbe cominciare con il Canada, poiché sono già in corso di sottoscrizione Accordi fra la Regione e tale paese. Inoltre, relativamente ai servizi di progettazione, è stata richiesta all’Osservatorio Campania specifica assistenza da parte di alcune Associazioni campane e Comuni, proprio dell’area sannita, per la partecipazione ai bandi a valere sulle Linee guida per i Campani nel mondo 2006. Gli interventi di natura finanziaria erano basati specificamente su tre delle misure previste7:

- Misura A – Contributi di sostegno alle attività delle Associazioni e alle Federazioni;

- Misura B – Contributi e finanziamento di progetti innovativi finalizzati alla valorizzazione delle competenze e delle risorse comunitarie:

- Misura D – Contributi e forme di co-finanziamento in concertazione e collaborazione con le Province ed i comuni campani in favore delle Associazioni dei loro cittadini emigrati all’estero.

Per quanto riguarda il servizio di follow up di tutte le richieste provenienti dal territorio e dalla rete estera, l’Osservatorio ha sempre effettuato l’opportuna ricognizione di ciascuna istanza, predisponendo caso per caso adeguata risposta. Ad esempio: Associazioni Padulesi nel Mondo, richiesta per la realizzazione di una società mista in Etiopia, richiesta di collaborazione dall’Argentina).

7 Le altre misure infatti (C – E – F) sono relative alle azioni realizzabili dalla Consulta

Regionale per l'emigrazione

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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Infine, l’Osservatorio ha svolto quotidianamente le attività comuni alla rete degli Osservatori regionali e considerate di carattere permanente: produzione di news; contributi per le newsletters mensili; accettazione delle nuove candidature per la Community di progetto; inserimento di documenti nel Centro di Documentazione on line.

In quest’annualità, è stata incrementata l’attività di promozione del territorio attraverso la rete consolare-diplomatica con la produzione di specifici "Focus Paese" attraverso i quali si sono analizzate le relazioni esistenti tra il "sistema Campania’"e determinati paesi (es. USA, CANADA, BRASILE ecc) dando evidenza sia alle azioni coordinate a livello regionale ma anche di carattere locale.

2. LA RETE REGIONALE, GLI ATTORI DEL TERRITORIO E IL PROCESSO DI CREAZIONE DI LEGAMI STABILI

I fabbisogni di

internazionalizzazione attraverso gli IRE della rete regionale

La rete degli attori locali

LA RETE REGIONALE

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2. La rete regionale, gli attori del territorio e il processo di creazione di legami stabili.

2.1 I fabbisogni di internazionalizzazione attraverso gli IRE della rete regionale. In accordo con il Settore Studi e Progetti CEE/Politiche Internazionali, presso il quale è nato e si è sviluppato il Progetto ITENETs, l'Osservatorio è stato concepito come un innovativo strumento per l'internazionalizzazione e la cooperazione internazionale. Infatti, sin dall'inizio è stata esplicitata la necessità di contestualizzare il tema degli Italiani all'estero in modo differente dall'ambito dell'Emigrazione tradizionale, superando l’ottica di assistenza all'associazionismo regionale all'estero, quanto piuttosto come un moderno strumento di supporto all'internazionalizzazione del territorio. In Campania, in maniera più esplicita che nelle altre Regioni è stato immaginato che le comunità degli italiani all’estero potrebbero funzionare come piattaforme da cui muovere per favorire la promozione di azioni di internazionalizzazione in campo economico, istituzionale, sociale e culturale. L'Osservatorio è stato, pertanto, strutturato come supporto metodologico e informativo per la connessione tra il territorio regionale e i corregionali all’estero, rispondendo all’esigenza di accompagnare e orientare la progettazione e la realizzazione di iniziative per lo sviluppo locale e la creazione di legami stabili con gli italiani all’estero, fornendo conoscenze che permettono di: valorizzare le potenzialità economiche, sociali, istituzionali e culturali della

Campania e delle comunità italiane all’estero; individuare le opportunità di partnership con i corregionali all’estero.

Al fine di definire gli opportuni scenari di collegamento del territorio con gli Italiani residenti all'estero, nel corso dell'annualità 2003, è stata realizzata un'analisi con il coinvolgimento del Gruppo di Azione Regionale, che ha permesso di identificare un insieme articolato di obiettivi strategici di sviluppo per raggiungere i quali si ipotizzava la valorizzazione degli Italiani residenti all'estero. Gli obiettivi identificati risultavano essere: attrazione degli investimenti da e per l'estero; aumento dei tassi di occupazione giovanile, particolarmente nel settore

culturale; rientro nella regione di campani con professionalità ad elevata

specializzazione (brain back) ed inserimento di campani nel mercato del lavoro estero con una maggiore stabilità;

rivitalizzazione delle zone interne e montane.

Il raggiungimento di questi obiettivi avrebbe contribuito, secondo una logica di causa-effetto, alla creazione di nuovi sbocchi occupazionali, obiettivo di politica del lavoro che da un lato permette la creazione di nuovi posti di lavoro per i disoccupati campani, dall'altro rappresenta una strategia d'attrazione delle elevate professionalità campane operanti all'estero, soprattutto nel settore della Ricerca e dell'Innovazione. La creazione di nuovi sbocchi occupazionali rappresenta inoltre un'azione funzionale, congiuntamente ad altri interventi di politica culturale, sociale, abitativa, alla soluzione del problema di depauperazione delle aree geografiche interne.

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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L'analisi condotta, infatti, ha rilevato che gli Italiani all'estero potrebbero essere attratti dalla prospettiva di rientro, soprattutto nelle aree dove si sono verificati fenomeni di spopolamento, se negli stessi territori fossero attivate politiche lavorative, abitative e di animazione culturale e sociale. Per rispondere all'esigenza di creazione di nuovi sbocchi occupazionali sono stati pertanto immaginati ulteriori sotto-obiettivi, aggregati in tre aree tematiche export, formazione e promozione culturale, Marketing e comunicazione. Tali aree rappresentano pertanto gli ambiti di sperimentazione del collegamento tra il territorio campano e gli italiani residenti all'estero. Per l’area dell’export l’obiettivo principale consiste nel favorire la creazione e lo sviluppo di reti commerciali tra le Piccole e Medie Imprese campane e le business communities degli Italiani residenti all'estero. Risulta evidente che, al conseguimento di effetti positivi in tal senso, contribuiscono la conoscenza adeguata dei mercati esteri da parte delle aziende campane, l'eventuale abbattimento dei costi per l'export affrontati dalle PMI regionali, l'innalzamento della cultura linguistica e sulle tecnologie avanzate. La conoscenza dei mercati esteri e l'abbattimento dei costi possono essere realizzati attraverso opportuni Servizi per l'internazionalizzazione che consistono nell'attività di informazione, consulenza e affiancamento alle imprese campane nella creazione e consolidamento dei legami con gli Italiani all'estero. Un'attività che richiede quindi una conoscenza del fenomeno delle comunità di italiani all'estero sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. L'area formazione punta alla diffusione di una cultura linguistica e delle nuove tecnologie adeguata per lo sviluppo dei collegamenti con gli Italiani all'estero. L'area Marketing e Comunicazione si pone l'obiettivo di favorire la capacità di attrarre investimenti esteri e aumentare la potenzialità d'attrazione di flussi turistici. A tal fine si possono immaginare interventi volti a garantire: procedure tecnico-amministrative semplificate (che possano agevolare gli

insediamenti esteri); costruire una buona immagine della Campania; promuovere la conoscenza all'estero dei prodotti campani.

Questi ultimi obiettivi di comunicazione possono essere raggiunti attraverso un'adeguata promozione del Made in Campania ovvero l'insieme delle risorse culturali ambientali, economiche turistiche che costituiscono il patrimonio regionale. In tal senso la promozione del Made in Campania presuppone un’approfondita conoscenza delle risorse e potenzialità esistenti da parte degli attori chiave del territorio, nonché la creazione di sistemi informativi e data base adeguati, che consentono di integrare i patrimoni informativi già esistenti sul territorio, ma in una forma meno parcellizzata e sistematica. L'analisi finora descritta è stata effettuata al fine di costruire un terreno di confronto con gli attori socio-economici e, partendo dalle priorità di sviluppo regionali, si procedesse ad un’ulteriore e più precisa definizione di aree di intervento e servizi dell'Osservatorio in risposta alle esigenze del territorio.

LA RETE REGIONALE

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Gli attori socio-economici della Campania sono stati coinvolti in differenti occasioni di confronto ma anche contattati singolarmente (per lo meno in un'area circoscritta) attraverso la ricerca sugli Stakeholders8. Nelle diverse occasioni gli attori hanno espresso la necessità di utilizzare l’Osservatorio ITENETs quale strumento a supporto della creazione di reti in specifiche aree di intervento quali: la promozione del patrimonio artistico-culturale e turistico; la valorizzazione della produzione artigianale e agro-alimentare e in genere

dei settori di punta dell’economia campana (distretti, polo tecnologico, aeronautico).

lo sviluppo delle aree interne della regione (soprattutto aree interne di Avellino e Benevento).

Inoltre, è stato sottolineato l’effetto positivo che l’Osservatorio sarebbe potuto sortire nel settore della Ricerca e dell’Innovazione, contribuendo a favorire il rientro dei cervelli (brain back). In definitiva, gli attori socio-economici della Campania hanno sostenuto la necessità di creare una finestra per mostrare le opportunità che la Regione offre e come essa si sia evoluta negli ultimi anni. A tal fine, l’Osservatorio ITENETs dovrebbe contribuire attraverso: la ricerca e lo studio delle realtà produttive e imprenditoriali più vivaci; la gestione e l’aggiornamento delle conoscenze acquisite, nonché il

trasferimento di buone pratiche; la formazione e l’assistenza nella progettazione e realizzazione delle

iniziative di internazionalizzazione. In rapporto a tali contenuti operativi dell'Osservatorio, attraverso la ricerca sugli stakeholders9, sono stati delineati anche i possibili ruoli che gli attori socio-economici potrebbero assumere e tra questi ricordiamo quelli di10: Fornitori di informazioni Fruitori Gestori Promotori

2.2. La rete degli attori locali Il maggior momento di confronto con gli attori socio economici del territorio è stato realizzato attraverso un workshop, che si è svolto a Capri nel novembre 2003. La finalità era di coinvolgere attivamente nella progettazione ed implementazione dell'Osservatorio regionale le figure rappresentative del contesto socio-economico campano potenzialmente interessati alla realizzazione dello strumento di internazionalizzazione attraverso gli italiani all'estero. I contenuti dell'evento seminariale/formativo sono stati delineati attorno ad alcune linee guida fondamentali: il progetto ITENETs: giustificazione, obiettivi, strategie, attività destinatari,

risorse;

8 PROGETTO ITENETs/Università La Sapienza, 2004.

9 Cfr: op. cit. 10 Per una definizione delle tipologie indicate: Osservatorio Interregionale ITENETs, 2005, p. 17.

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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l'Osservatorio regionale: aree tematiche, meccanismi di interazione e funzionamento, banca dati;

il ruolo delle istituzioni e organizzazioni partecipanti al progetto; i fabbisogni formativi degli attori socio economici per svolgere efficacemente

il ruolo loro assegnato.

Accanto ai suddetti argomenti di base, ritenuti fondamentali per una piena comprensione delle caratteristiche del progetto, nel corso del workshop sono stati approfonditi i 3 percorsi tematici rilevanti per il contesto campano, attraverso i quali è stato possibile mostrare ai partecipanti le potenzialità ed opportunità espresse dal progetto in funzione delle specificità del territorio. Tali percorsi di approfondimento riguardavano: il cosiddetto “turismo di ritorno”; la rivitalizzazione e promozione delle aree interne della regione; i settori di eccellenza dell'economia campana.

Relativamente al primo percorso tematico si è puntato ad evidenziare come, formare gli operatori turistici campani all'utilizzo dell'Osservatorio, fosse fondamentale per poter rilevare la domanda di riferimento e sviluppare pacchetti viaggio nel campo del turismo di ritorno. Altrettanto importante si è rivelata la creazione di accordi di cooperazione e scambi di esperienze, attraverso il trasferimento di modelli e metodologie di lavoro con imprese estere. È evidente che, in tal senso, le comunità di connazionali all'estero risultassero la leva operativa decisiva per l'individuazione degli interlocutori più appropriati per l'attivazione di partenariati e di iniziative di internazionalizzazione delle aziende turistiche. Lo sviluppo turistico, in particolare quello di ritorno, avrebbe prodotto, infatti, ricadute positive su molti altri settori collegati ad esso direttamente o indirettamente: la cultura, la produzione artigianale, l'agroalimentare. Per quanto riguarda la promozione delle aree interne della Regione, il percorso tematico proposto ha evidenziato come i corregionali all'estero sarebbero stati attratti dal rientro, non in maniera temporanea, ma anche in modo stabile in aree, seppur interne, ma dove sono state attivate politiche lavorative ed imprenditoriali. Pertanto in tale contesto diviene fondamentale lo sviluppo di una capacità promozionale dei territorio. Presentata in occasione del workshop la “best practice” dell'Irlanda ed il ricorso agli irlandesi residenti all'estero per la creazione di capacità locale ed attrazione di investimenti. Il terzo percorso tematico, analizzando i settori di punta dell'economia campana, ha identificato i bisogni degli attori implicati nello sviluppo di tali settori, studiando i servizi attivabili all'interno dell'Osservatorio per consentire la realizzazione di progetti comuni con le business e professional communities all'estero. Proprio al fine di creare la massima condivisione degli obiettivi previsti, al workshop sono stati invitati esponenti del sistema produttivo e sociale della Campania, scelti in base alla rilevanza e rappresentatività dell'Ente/struttura. In particolare sono state coinvolte le tipologie di attori, che già in fase di definizione teorica del progetto, erano state considerate significative ai fini dell'utilizzo dei servizi immaginati: le associazioni di categoria (comprese quelle all'interno di settori strategici

dell'economia campana); le associazioni dei lavoratori; le agenzie di sviluppo locale e marketing del territorio;

LA RETE REGIONALE

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le università e gli enti formativi; gli enti territoriali (province, comuni, comunità montane); altri enti pubblici (centri per l'impiego, CCIAA).

Per ciascuna area i partecipanti al workshop di Capri hanno approfondito gli aspetti concreti, le finalità realmente perseguibili e le modalità ed i contenuti del proprio contributo all'Osservatorio. I risultati di tale momento di condivisione sono stati, a seguire, oggetto di un'attenta analisi ai fini della individuazione delle funzioni chiave nell'implementazione dell'Osservatorio. Ma, come accennato nel paragrafo precedente, per giungere alla strutturazione della rete locale è stato fondamentale un secondo passaggio di approfondimento sugli attori socio-economici rappresentato dalla Stakeholders Analisys. Questa analisi realizzata in tutte le Regioni partecipanti, tranne in Molise, nella sua definizione teorica e metodologica ha previsto di rilevare i fabbisogni delle categorie di soggetti il cui coinvolgimento è stato ritenuto fondamentale per la realizzazione del sistema di servizi in rete degli Osservatori regionali e delle attività e servizi in materia di internazionalizzazione ed emigrazione11. Sono state indagate differenti aree tematiche quali: dimensione organizzativo-professionale: finalità dell’ente, tipo di struttura,

processi operativi attuati, sistemi tecnologici in uso, dettaglio dei servizi e delle attività svolte e loro funzionamento nonché il patrimonio di conoscenze, capacità e competenze presenti all’interno dell’ente;

dimensione relazionale: rete di referenti (istituzioni, imprese, enti, associazioni) con cui l’ente oggetto di studio interagisce, comunica, collabora. L’analisi di questa dimensione evidenzia l'ampiezza del network, la natura delle relazioni (supporto, assistenza, scambio di informazioni, consulenza) e ancora il contesto di azione (nazionale, locale, internazionale), la nazionalità degli attori e le modalità di comunicazione e cooperazione;

dimensione informazionale: quantità e qualità di banche dati, informazioni di cui l’ente dispone e loro valore ai fini di ITENETs, le metodologie di acquisizione e valorizzazione di tali informazioni nell’Osservatorio.

La Stakeholders Analisys in Campania è stata realizzata in un momento successivo rispetto alle altre regioni, potendo, pertanto, usufruire, di una metodologia d'indagine già consolidata, che è stata ulteriormente modulata in base alle esigenze regionali. La ricerca si è concentrata, infatti, sull'area sannita, le cui caratteristiche avevano consentito di progettare l'iniziativa pilota di sperimentazione dell'Osservatorio: iniziativa che tocca tutte le aree prioritarie di intervento e specificatamente la rivitalizzazione delle aree interne, attraverso la promozione dei settori di punta dell'economia locale. L'analisi è stata finalizzata anche alla rilevazione dei bisogni degli attori locali, da coinvolgere nel suddetto Progetto pilota e per questa ragione, oltre alle categorie previste, sono stati intervistati anche altri soggetti socio-economici, coinvolti nei processi di sviluppo del territorio. Complessivamente sono state realizzate 15 interviste ad altrettanti enti della Provincia di Benevento.

11 Cfr : op. cit. p. 23 e seguenti

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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1 ente afferente alla categoria delle Camere di Commercio (Valisannio); 4 Comuni (Guardia San Framondi, Paduli, Pietrelcina, San Marco dei Cavoti); 4 Parti Sociali, di cui un istituto di formazione professionale (Fondazione Lee

Iacocca), 3 associazioni datoriali (Artigian Casa Benevento, Confindustria Benevento, Coldiretti Benevento);

1 Università (Unisannio, Facoltà S.E.A.); L’Osservatorio Provinciale sulla Qualità e le Politiche Sociali (Provincia di

Benevento); 2 Agenzie di Sviluppo Locale (GAL Titerno e Sannio Europa); 1 Istituto di istruzione superiore (Istituto alberghiero “Le Streghe”); L’Ente Provinciale per il Turismo della provincia di Benevento.

La ricerca è stata un utile strumento per definire gli ambiti di collaborazione con gli attori socio-economici del territorio, in considerazione dei fabbisogni espressi in materia di internazionalizzazione. Conformemente alle precedenti ricerche realizzate, anche in Campania sono state rilevate tre aree prioritarie di collaborazione12: area della conoscenza: “luogo” dello scambio di informazioni, di dati, di

conoscenze e contenuti a supporto delle attività svolte - sia dall'Osservatorio sia dagli attori locali distribuiti sul territorio – in un’ottica di internazionalizzazione sociale, culturale, economica e istituzionale della Regione.

area della promozione: il cui scopo è la pubblicizzazione delle iniziative, dei materiali e delle informazioni prodotte nell'ambito del Progetto ITENETs, oltre che la sensibilizzazione degli attori locali.

area del networking: finalizzata all'individuazione di soggetti complementari e alla creazione di una rete di relazione tra gli stessi in maniera coordinata e funzionale.

La ricerca ha rilevato, in ciascuna delle aree indagate, a cui corrispondono specifici servizi, gli stakeholders più adeguati per la strutturazione della rete locale dell'Osservatorio. Quasi tutti gli attori intervistati, infatti, avevano già partecipato al workshop, ma, è chiaro, che il contatto diretto ha agevolato la conoscenza reciproca e l'approfondimento degli interessi comuni, possibile oggetto di una collaborazione più stretta. In particolare gli attori maggiormente interessanti sono risultati: Coldiretti Benevento, l'Osservatorio Provinciale per la qualità e le politiche sociali, l'Agenzia speciale della CCIAA di Benevento – Valisannio e l'agenzia di sviluppo locale Sannio Europa Coldiretti Benevento ha le caratteristiche di partner ideale per

L'Osservatorio Campania possedendo una rete capillare sul territorio e in fase di strutturazione della propria rete estera. L'ente, inoltre, ha partecipato come partner e/o proponente ad alcuni progetti internazionali e pertanto ha la necessaria esperienza in ambito di progettazione.

Altrettanto l'Osservatorio provinciale rappresenta una partnership fondamentale per il progetto ITENETs, poiché possiede banche dati sulla situazione demografica e sul monitoraggio delle politiche sociali e formative sul territorio sannita. Possiede una consolidata rete regionale, oltre che estera molto attiva.

L'agenzia della Camera di Commercio di Benevento occupandosi di internazionalizzazione è risultato di grande interesse. Tra i punti di forza

12 Di Nardo L..- Osservatorio Interregionale ITENETs, 2006.

LA RETE REGIONALE

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rilevati la conoscenza delle aziende del territorio, i loro bisogni e i possibili mercati con cui il sistema Sannio è interessato ad interagire o già collabora, possiede, inoltre, banche dati sulle caratteristiche economiche del territorio in cui opera. Il valore aggiunto dell’ente è rappresentato dalla rete di attori locali ed internazionali, dalla capacità di progettazione e organizzazione di missioni all’estero nonché dalla capacità di analisi del proprio territorio.

Sannio Europa, agenzia di sviluppo della Provincia di Benevento si occupa della promozione e della gestione dei programmi integrati territoriali nonché dell’accompagnamento delle politiche di sviluppo locale. Punto di forza è risultata la capacità di fare sistema tra gli enti che lavorano a livello locale per lo sviluppo, le competenze dell’agenzia nella realizzazione di progetti e nella formazione per la pubblica amministrazione.

Questo lungo processo di ricognizione degli interessi e delle caratteristiche degli attori del territorio ha consentito, infine, di strutturare una rete locale non estesa ma variegata, poiché composta da un rappresentante per ciascuna categoria ideale. La rete regionale dell'Osservatorio Campania è attualmente composta da 6 partners ma altre collaborazioni sono state attivate e sono in attesa di sottoscrizione ufficiale da parte dell'Ente regione. L’Osservatorio, infatti, recuperando il gap con le altre Regioni, ha realizzato una serie di incontri con vari attori socio-economici del territorio mirati alla stipula degli accordi di collaborazione. Senza dubbio il territorio che ha maggiormente risposto alle sollecitazioni dell'Osservatorio è stato quello sannita, anche in virtù della Stakeholders Analisys realizzata, ma i componenti della rete provengono dalla realtà regionale nel suo insieme ed alcuni hanno, addirittura, una competenza più ampia degli attori del territorio sannita, considerati potenziali partners ideali. Si tratta ad esempio dello Sprint Campania e della Coldiretti Campania, che hanno il coordinamento dei rispettivi ambiti di azione a livello regionale e pertanto sono risultati più adeguati per la firma di un Protocollo di collaborazione. Gli attori che compongono attualmente la rete regionale sono descritti di seguito.

1. Sprint Campania – Sportello regionale per l'Internazionalizzazione dell'impresa.

Sprint rientra nell’ampio quadro di politiche per l'internazionalizzazione della Regione Campania e persegue le seguenti finalità: Agevolare l'accesso degli operatori economici ai servizi promozionali

assicurativi e finanziari e agli strumenti internazionali, comunitari, nazionali e regionali, mediante una maggiore diffusione sul territorio degli stessi;

Fornire supporto per lo sviluppo di progetti di promozione dell'export e di internazionalizzazione con particolare riguardo alle PMI.

Supportare la realizzazione delle iniziative previste dal Programma Regionale per l'Internazionalizzazione.

Il bisogno rilevato ai fini della collaborazione con L'Osservatorio ITENETs riguarda l'allargamento delle reti di contatto soprattutto in aree geografiche non coperte.

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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2. Federazione Coldiretti Campania: Associazione datoriale. La Federazione è impegnata nel sostegno allo sviluppo dell’impresa e valorizzazione dell’attività agricola in tutte le sue espressioni ed articolazioni, con particolare riguardo: all’incentivazione dell’imprenditorialità giovanile e femminile, all’accrescimento della competitività e dell’innovazione tecnologica; realizzazione di indagini e studi di carattere sociale, tecnico, economico,

finanziario di interesse per il settore agricolo, agroalimentare e delle aree rurali.

Gli ambiti di collaborazione attivati con L'Osservatorio Campania riguardano: l'allargamento delle reti di contatto, il necessario supporto nella realizzazione di azioni promozionali, la progettazione di azioni/iniziative congiunte.

3. Irat CNR – Istituto di ricerche sulle attività terziarie. Realtà molto importante poiché si occupa della promozione dell’internazionalizzazione del sistema italiano della ricerca scientifica e tecnologica. L'istituto, infatti, partecipa ai grandi programmi di ricerca e agli organismi internazionali, fornendo su richiesta di autorità governative competenze scientifiche, garantendo la collaborazione con enti ed istituzioni di altri paesi nel campo scientifico-tecnologico e nella definizione della normativa tecnica. Il bisogno rilevato è relativo all'area del networking finalizzato all'allargamento delle reti di contatto e all'ottenimento di informazioni sulle opportunità di partecipazione a progetti di ricerca internazionali.

4. Sannio Europa: Agenzia di sviluppo Locale

E' uno dei partner risultati maggiormente interessanti della realtà sannita: si occupa di promozione e gestione dei programmi integrati territoriali nonché accompagnamento delle politiche di sviluppo locale promosse dalla Regione, oltre che di creazione di partenariati a livello locale. Perseguendo tali finalità l’agenzia possiede un consolidato know how nella realizzazione di progetti e nella formazione per la pubblica amministrazione. Il bisogno rilevato che costituisce la fornitura dell'Osservatorio è la promozione del territorio attraverso reti estere.

5. Osservatorio provinciale sulla qualità e le politiche sociali.

Struttura istituzionale che si occupa del monitoraggio delle politiche sociali e formative sul territorio sannita, in particolare: realizzazione di studi e ricerche sulla situazione demografica; strutturazione di progetti con il coinvolgimento di attori locali e partners esteri. L'oggetto della collaborazione in atto riguarda lo scambio reciproco di informazioni, il supporto per la ricerca partners oltre che la realizzazione azioni promozionali.

6. Mater srl - Soggetto pubblico-privato operante nel campo della formazione e consulenza.

L'ente ha piena competenza nella realizzazione di piani per lo sviluppo economico e occupazionale, nell'assistenza alla creazione d'impresa, nel sostegno ad attività di lavoro autonomo a servizio dei nuovi imprenditori e dei gruppi svantaggiati. E' impegnata nella diffusione delle informazioni relative al "sistema di opportunità" regionale, nazionale e comunitario a disposizione di Enti Locali, operatori economici e giovani in cerca di occupazione. In tal senso svolge assistenza ad operatori pubblici e privati nella progettazione e presentazione di

LA RETE REGIONALE

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progetti comunitari, nella redazione di business plan relativi a progetti di investimento e sviluppo occupazionale e nella ricerca di partner transnazionali. Il loro bisogno è dell'allargamento reti di contatto, oltre all'informazione diretta e rapida su bandi, iniziative internazionali a carattere formativo.

3. LA RETE ESTERA DELL’OSSERVATORIO E I CORREGIONALI NEL MONDO.

I paesi di maggiore emigrazione

delle comunità regionali: le comunità, le associazioni, le attività imprenditoriali

La rete estera regionale e le

collaborazioni attivate

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3. La rete estera dell’Osservatorio e i corregionali nel mondo.

3.1 I paesi di maggiore emigrazione delle comunità regionali – le comunità, le associazioni, le attività imprenditoriali La Campania è una delle regioni d’Italia più colpite dal fenomeno dell’emigrazione ed è pressoché impossibile quantificare esattamente quanti campani, nel secolo scorso, hanno abbandonato la terra d’origine in cerca di opportunità di lavoro all’estero. In questo senso risulta di grande utilità l’analisi realizzata dall’Istituto Italiano di Statistica relativamente al flusso migratorio degli ultimi 13 anni del secolo XX13

che fornisce alcuni dati certi sul fenomeno migratorio. L’analisi prende in esame l’arco temporale 1987-99 e registra un movimento migratorio sempre in positivo, con annate molto consistenti (1991 e 1994) una fase di lieve calo negli anni 1996-98 ed una lieve ripresa sul finire del secolo (1999). Seppur con andamenti più ridotti del XIX secolo, quindi, il flusso migratorio campano si mantiene pressoché costante, conservando la Regione al secondo posto per area di provenienza degli emigrati italiani residenti all’estero (pur non potendo contare su una rilevazione sistematica come quella presa in considerazione per gli anni 1987-99). Inoltre, si può avere un’idea della consistenza dello stock di campani all’estero anche dal numero delle iscrizioni all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) dove, al maggio 2006, le iscrizioni della Campania risultano 341.04414, pari a poco più del 10% del totale nazionale. La fase di ripresa del flusso migratorio, avvenuta sul finire del secolo scorso, registrava nel 1999 un aumento delle cancellazioni anagrafiche per l’estero, ma nelle province minori, in particolare Avellino. I dati delle iscrizioni AIRE per provincia di provenienza riportavano un cambiamento di tendenza che ha visto Napoli arretrare dal primo posto fino al terzo, per numero di conterranei nel mondo. Le recenti analisi evidenziano una scomposizione provinciale lievemente mutata, ovvero: il capoluogo regionale ritorna ad essere la provincia campana con il più alto numero di cancellazioni anagrafiche per l’estero, seguita da Avellino e Salerno, invertendo il trend di fine secolo, in cui Napoli manteneva la seconda posizione per numero di concittadini emigrati. Il dato della distribuzione della popolazione residente per provincia assegna ai comuni della provincia di Avellino 437.560 abitanti, a quelli di Salerno 1.089.770 e a quelli di Napoli 3.092.85415. Osservando questo dato in rapporto al numero degli iscritti delle singole province all’AIRE si manifesta l’incidenza migratoria sul territorio, notiamo che tale incidenza è pari al 20% circa per Avellino, al 7,6 per

13Progetto ITENETs/CSER, 2002, pag.171. 14 Fondazione Migrantes,, 2006, pag. 335 15Istat, 2005, pp.1-2.

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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Salerno, al 2,8% per Napoli (nonostante la differenza numerica degli iscritti AIRE sia poco rilevante). Il percorso storico regionale, al di là degli elementi distintivi provinciali, è perfettamente in linea con l’andamento dell’intero paese nello stesso periodo. Osservando le statistiche relative alla distribuzione dei campani nel mondo, appaiono tendenzialmente stabili, poiché rimane l’Europa il continente che accoglie il maggior numero di emigrati della regione, seguito dall’America (settentrionale e meridionale nel suo insieme) e dall’Oceania.

Tabella 3.1 Ripartizione continentale dello stock di emigrati campani iscritti all’AIRE

Area continentale di insediamento Iscritti AIRE

(09.05.2006) Unione Europea 137.333 Altri europei 63.381 Totale Europa 200.714 Africa settentrionale 328 Africa orientale 229 Africa occidentale 35 Africa centro-meridionale 1.753 Totale Africa 2.345 Asia Orientale 423 Asia centro-meridionale 32 Asia Occidentale 275 Totale Asia 730 America settentrionale 44.656 America centro-meridionale 81.220 Totale America 125.876 Oceania 11.379 TOTALE 341.044

Fonte: Aire 2006

Accanto all'analisi quantitativa del fenomeno migratorio campano, risulta interessante l'osservazione della tematica relativa all'associazionismo, di grande interesse per diversi motivi. Le associazioni rappresentano indubbiamente una forma di aggregazione e difesa degli interessi degli emigranti e sono, al contempo, uno dei veicoli fondamentali di mantenimento dell'identità culturale. Le associazioni di Campani nel mondo possono iscriversi (sulla base di alcuni specifici requisiti richiesti) ad un Registro regionale istituito presso l'Assessorato alle Politiche sociali, all'occupazione, all'emigrazione e immigrazione. Tale iscrizione è possibile attualmente sulla base della normativa regionale di riferimento, ossia la L. n. 2 del febbraio 1996 (“Interventi regionali in favore dei cittadini campani residenti all'estero”). Gli articoli che riguardano specificatamente la materia sono quelli che vanno dall'art. 28 all'art. 31 e che prevedono l'istituzione del Registro, i criteri di riconoscimento delle Associazioni, le modalità di iscrizione e le certificazioni corrispondenti, nonché la possibilità di formare federazioni di associazioni e le modalità per accedere ai contributi regionali previsti. Per effetto della promulgazione di tale normativa i rapporti tra la Regione Campania e le associazioni dei cittadini residenti all’estero sono diventati più chiari e strutturati e le stesse associazioni hanno potuto armonizzare le

LA RETE ESTERA

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rispettive configurazioni giuridico-legali, sulla base di quanto previsto dalla normativa.

Il risultato del processo di iscrizione, iniziato fra il 1997 e il 1998, è sintetizzato nella tabella sottostante, laddove si evince anche il numero delle associazioni attive nelle aree geografiche di insediamento, ma non ancora iscritte al Registro regionale.

Tabella 3.2 Associazioni di campani iscritte e non iscritte al Registro Regionale (2004)

Nazioni Associazioni

iscritte Associazioni non iscritte16

Totale

valore % valore % valore % Argentina 20 16 4 17,4 24 16,2 Australia 29 23,2 3 13 32 21,6 Belgio 8 6,4 - 8 5,4 Brasile 11 8,8 - 11 7,4 Canada 19 15,2 - 19 12,8 Cile 1 0,8 - 1 0,6 Francia 1 0,8 - 1 0,6 Germania 2 1,6 - 2 1,3 Inghilterra 2 1,6 - 2 1,3 Lussemburgo 1 0,8 - 1 0,6 Olanda 1 0,8 - 1 0,6 Stati Uniti 16 12,8 14 60,8 30 20,2 Sud Africa 1 0,8 - 1 0,6 Svezia 1 0,8 - 1 0,6 Svizzera 11 8,8 2 8,6 13 8,7 Uruguay 1 0,8 - 1 0,6 Totale 125 100,0 23 100,0 148 100,0

Fonte: Elaborazione ITENETs su dati del Registro regionale delle Associazioni campane

presso il settore Emigrazione

L’area geografica dove si concentrano più associazioni è quindi l’Australia, seguita dagli Stati Uniti e l’Argentina. L’associazionismo si è fortemente sviluppato in America Latina, sebbene i paesi di maggiore concentrazione, prima ancora dell’Argentina, risultano essere il Canada, e in Europa, la Svizzera ed il Belgio. In ciascuna area geografica, o più specificatamente in ciascun paese estero dove sono presenti almeno due associazioni di campani, sono attive anche delle Federazioni di associazioni. Per quanto riguarda l’Europa le Federazioni sono due: una operante in Belgio e l’altra in Svizzera. Stesso numero si riscontra nell’America settentrionale, rispettivamente una in Canada e l’altra negli Stati Uniti. Tre le Federazioni presenti in Argentina. Infine, una Federazione di associazioni campane è attiva nell’area meridionale dell’Australia, area a maggior concentrazione di campani. Le Federazioni svolgono sostanzialmente un ruolo di trasmissione e circolazione di informazioni, di sostegno ‘politico-sociale’ alle attività delle associazioni, di supporto alle singole associazioni che presentano particolari necessità17.

16 Aggiornamento dei dati contenuti in: Carchedi, 2004, p. 100 17 Cfr: Carchedi, 2004, pp. 101-102

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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Le associazioni, considerate nel loro insieme, possono essere suddivise in “generaliste” allorquando aggregano i campani in generale (quindi a prescindere dalle province e dai comuni di provenienza) e in “localiste” che aggregano, cioè, cittadini di particolari comuni di provenienza. Le associazioni campane nei diversi paesi europei si distribuiscono in maniera diversa: il numero maggiore di associazioni si trova in Svizzera e in Belgio. Certamente è possibile correlare il numero delle associazioni alle consistenze numeriche delle presenze campane in generale e, non secondariamente, al numero delle micro-comunità paesane, questo perché l'aggregazione associazionistica molto spesso ricalca le comunità del paese d'origine. Appare interessante notare che, per quanto riguarda le associazioni in Europa, il numero più alto degli associati proviene dalla provincia di Avellino (con circa il 40%), la maggior parte è iscritta ad associazioni belghe. L'altra componente maggioritaria degli iscritti alle associazioni in Europa è costituita dai napoletani. Fanalino di coda degli iscritti sulla base della provincia di provenienza sono i beneventani (con il 5,4%) presenti maggiormente a Londra. Le associazioni campane presenti nell’America settentrionale ammontano a 35 unità di cui 19 in Canada e 16 negli Stati Uniti. Le associazioni presenti in Canada sono collocate maggiormente nell'area urbana di Montreal (soltanto due sono collocate in città diverse) mentre le associazioni presenti negli USA sono polarizzate principalmente su due aree: una parte ubicata nell'area metropolitana di New York e l'altra in quella del New Jersey. Per quel che riguarda l'America meridionale il numero maggiore di Associazioni si trova in Argentina e Brasile dove si rileva anche una caratteristica importante, relativa alle iscrizioni femminili. Nello specifico, infatti, è presente a San Paolo del Brasile un'Associazione femminile della Campania: tale supremazia femminile non si ritrova in nessun'altra area geografica. Anche per l'America Latina l'ubicazione privilegiata delle associazioni appare quella urbano-centrica (le grandi città: Buenos Aires, Rosario, San Paolo, Rio de Janeiro, Santiago) esiste evidentemente una stretta correlazione tra l'area urbana di notevoli dimensioni e la nascita e lo sviluppo di forme di auto-organizzazione associazionistica. Il gruppo provinciale più folto è quello salernitano, soprattutto in Argentina e a seguire napoletani e avellinesi, anch'essi concentrati in Argentina rispetto agli altri paesi (Brasile, Uruguay). Componente minoritaria quella degli originari delle altre province Caserta e Benevento. Al contrario in Australia, dove pure sono presenti un numero elevato di associazioni campane, si registra una forte consistenza di beneventani, con una percentuale di oltre un terzo del totale. Gli scopi fondamentali delle associazioni, desumibili dai singoli Statuti di costituzione, sono di varia natura, primo fra tutti la “difesa e la conservazione della cultura d’origine” ma anche la “diffusione della cultura italiana e campana tra gli emigranti stessi e la popolazione nativa” nell’ottica dello scambio continuo che di fatto si sviluppa tra gli emigranti e la popolazione autoctona. Per altre associazioni l’obiettivo principale è la coesione comunitaria da raggiungere mediante attività collettive, non solo di carattere culturale ma anche ludico e sportivo: “tenere unita e integrata la comunità campana attraverso l’organizzazione di attività culturali sportive e ricreative”.

LA RETE ESTERA

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Infine, vi sono associazioni il cui obiettivo è “aiutare i connazionali in difficoltà, in quanto in condizione di svantaggio sociale”. L’associazione è concepita come strumento di reintegrazione sociale, ponendo attenzione a quei segmenti della popolazione emigrante più marginale e bisognosa18. Da un’indagine svolta dalla Filef nazionale con il contributo dell’Assessorato al lavoro, emigrazione ed immigrazione della Regione Campania si evince, infatti, che nelle associazioni sono rappresentate tutte le posizioni lavorative e professionali, con significative presenze di commercianti e affatto trascurabile risulta anche la percentuale dei dirigenti d’impresa e di imprenditori19.

Le associazioni si collocano, pertanto, in una posizione privilegiata essendo in grado di attivare relazioni e reticoli sociali sia per favorire l’inserimento lavorativo delle componenti giovanili che per assicurare il rafforzamento dei rapporti economici con la società d’origine. Gli imprenditori, presenti nelle associazioni, dirigono piccole e medie imprese, ma sono registrate anche presenze imprenditoriali con aziende più consistenti. Svolgono sia attività specificatamente industriali, che attività artigianali e commerciali prevalentemente nel settore alimentare, meccanica e tessile. Il consolidamento dei rapporti con le associazioni consentirebbe la valorizzazione economica della leva dei campani all’estero e potrebbe dar vita a forme più avanzate di collaborazione e alla creazione di partnership permanenti, attività ancora ampiamente trascurata sul territorio regionale. 3.2 La rete estera regionale e le collaborazioni attivate. L’Osservatorio ITENETs Campania ha, nel corso degli anni, incrementato la propria capacità di attivazione di reti, considerata obiettivo stesso dello strumento Osservatorio teso a svolgere un ruolo attivo nell'ambito del networking. Tale processo di creazione e consolidamento di contatti, già nient’affatto agevole sul proprio territorio, è risultato ancor più difficile all’estero. Un primo network fruibile per gli Osservatori ITENETs, in coerenza con le finalità del progetto, è quello composto dalle Associazioni dei corregionali all’estero, pur tuttavia nel caso dell’Osservatorio Campania l’attivazione di tali canali è risultata laboriosa per più di una ragione. E’, infatti, presso l’Assessorato alle Politiche sociali, occupazione, emigrazione ed immigrazione che risiede la ‘Consulta regionale per l’emigrazione’ organo previsto dalla L.R. 2/96 ("Interventi regionali a favore dei cittadini campani residenti all'estero") allo scopo di attuare le finalità previste dalla normativa stessa. La Consulta mantiene e aggiorna, con le nuove iscrizioni o cancellazioni, il Registro regionale delle Associazioni all’estero ed in Italia. Tali Associazioni e gli enti locali sono coinvolti annualmente in attività ed interventi sulla base di una programmazione prevista per la ripartizione annuale delle risorse finanziarie.

18 Op. cit. pp. 132-133 19 Op. cit. pp 145-146

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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L’attivazione, pertanto, del network delle Associazioni campane all’estero è stata conseguente al consolidamento di uno stretto rapporto di collaborazione fra l’Osservatorio e il settore emigrazione e relativo allo scambio di informazioni, al trasferimento della banca dati associativa, a volte anche, alla mediazione attraverso la presentazione dell’Osservatorio, degli obiettivi perseguiti e dei servizi offerti. Attualmente le Associazioni maggiormente coinvolte dalle attività dell’Osservatorio sono quelle canadesi, con le quali è stata avviata l’azione relativa al Progetto GENS (Italy and its Migrants versus Canada and Australia: gene environment interaction study) ricerca sull’interazione gene e ambiente nelle malattie cardiovascolari20. La ricerca compiuta da un Dipartimento dell’Università di Napoli Federico II su un campione di emigranti sanniti nell’area di Montreal, è, pertanto, svolta in collaborazione con l’Université de Montreal. Il progetto nasce dall’idea di investigare la natura ed il ruolo dell'interazione gene-ambiente nell’insorgenza, la progressione e gli esiti delle malattie complesse con l'obiettivo di contribuire a disegnare, a lungo termine, approcci terapeutici e diagnostici mirati per meglio orientare misure di sanità pubblica. Famiglie costitute di parenti di primo grado che vivono sia nel Sannio e a Montreal, cd. “Modello Sannita”, offrono un'opportunità unica di studiare come e se l’interazione geni ambiente influenzi l’insorgenza delle Malattie cardiovascolari. La comprensione della varietà di aspetti coinvolti nel progetto Gens, così come della loro complessa interazione, rende necessaria non solo la presenza di expertise e professionalità molto diverse e la costruzione di una rete d’interazione fra di esse ma anche la possibilità di prendere contatto con i suddetti nuclei familiari. Proprio al fine di favorire la creazione del network e allo scopo di promuovere la diffusione di informazioni relative al progetto stesso è stato richiesto sostegno all’Osservatorio ITENETs Campania, che ha avviato l’attività di sensibilizzazione dei comuni sanniti e i contatti con le Associazioni sannite in Canada affinché contribuiscano con le proprie reti alla buona riuscita dello studio. Le Associazioni, infatti, conoscono la provenienza geografica dei propri associati e non, possono quindi: fornire nominativi di residenti in loco da intervistare ai fini della ricerca, sensibilizzare gli stessi sulle finalità del progetto e contribuire alla diffusione dei risultati in territorio canadese. Le Associazioni campane in Canada sono attive su tematiche differenti e ben recepiscono il legame con il territorio d’origine. Solo nello scorso anno l’Associazione Culturale Campania di Calgary ha ricevuto il sostegno finanziario regionale per 3 progetti, ed in particolare: Corso di teatro napoletano, una rassegna del cinema italiano, ed una serata dedicata al folklore napoletano. Inoltre a vantaggio dei corregionali in Canada è stato presentato il Progetto di Ital Uil e Uim “STARNET – NETWORK”, attuato con il contributo della Regione Campania, relativo ad una Tv digitale da guardare su internet per i 350 mila campani residenti in Canada. Si tratta di una piattaforma internet per offrire ai Campani in Canada alcuni servizi on-line: un digital repository per la

20 CFR. Capitolo 1 paragrafo 3 del presente Rapporto.

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pubblicazione web ed un sistema di diretta tv e on demand per l'archiviazione e la divulgazione di filmati. E’ anche programmata una diretta quotidiana con una rassegna stampa di carattere regionale e locale utilizzando testate sia nazionali che provinciali e territoriali. Per la realizzazione della seconda tranche di progetto, presentato a valere sulle Linee Guida 2006 e pertanto non ancora approvato a finanziamento, l’Osservatorio Campania sarà coinvolto nella promozione dei servizi offerti, proprio attraverso il network delle Associazioni canadesi. Una seconda rete su cui l’Osservatorio ha puntato per il conseguimento dei propri obiettivi è quella delle business e professional communities esistenti nei paesi di maggiore emigrazione. La scelta di tali associazioni è dettata dalla riconosciuta rilevanza nei settori economico ed imprenditoriale e/o formativo/culturale, in modo da stimolare la costruzione di una rete qualificata di risorse da utilizzare per la promozione dell’immagine campana in termini economici, culturali scientifici. In questa direzione va la sottoscrizione di un Protocollo con l’INIAS - Institute for Italian-American Studies, Inc - con sede a new York, rappresentato dal Presidente Prof. Rocco Caporale. Oggetto del Protocollo è principalmente il supporto operativo in USA e Canada per la realizzazione di interventi congiunti in campo culturale ed economico oltre allo scambio reciproco di dati e documentazione sul mondo del lavoro, delle imprese, dei centri di formazione e dei soggetti preposti all’internazionalizzazione dei sistemi in entrambe i territori di riferimento. Tre sono al momento le azioni programmate da condurre congiuntamente: collaborazione sul Progetto Gens - INIAS fornirà all’università Federico II la

propria expertise ai fini del progetto; individuazione e mappatura dei progetti di ricerca svolti da ricercatori

campani in Istituti di ricerca e Università del Nord-America, interessati al rientro in Italia e al proseguimento dei propri progetti di studio;

creazione di un Consiglio Generale di Campani nel Mondo - composto da oriundi campani all’estero che hanno raggiunto posizioni di spiccata rilevanza nei loro rispettivi campi, che mantengano un legame di interesse con la Campania e che possano aderire all’iniziativa come gruppo di riflessione e di promozione della Regione.

Un terzo network riattivato è quello relativo agli enti che, nel corso del programma PPTIE, hanno mostrato interesse a cooperare su idee progettuali; si tratta per lo più di strutture estere in cui risultano operanti soggetti e referenti appartenenti alle comunità degli IRE non necessariamente solo campani. L’Osservatorio, in virtù della propria rete sul territorio, ha proposto un servizio di match-making affiancato allo studio di eventuali fonti di finanziamento a supporto, ricercate, sia nell’ambito del quadro regionale, nazionale e comunitario. Al fine di presentare agli attori locali le idee progettuali provenienti dai suddetti operatori esteri, contribuendo all’attivazione di una cooperazione, è stata realizzata una mappatura delle proposte provenienti da:

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1. IMD - Institute de Marketing et dévélopement - Francia: Sviluppo reti economiche e turistiche;

2. Lilia Inc. – USA: Consulenza per l’inserimento giovani laureati in specifici programmi di training on the job

3. Assoii.ch – Svizzera: Interscambio commerciale con le imprese del Mezzogiorno

4. De Luca Brothers di Winnipeg – Canada azienda associata alla locale CCIE importa e distribuisce in Canada numerosi prodotti agroalimentari italiani. Interessati principalmente all’attività primaria di importazione, sono anche fondatori di una scuola di cucina ‘De Luca Brothers Foods International’.

5. Università del Manitoba – Canada: Scambio culturale tra università.

6. Swinburne University Melbourne – USA: Scambio culturale tra Università.

7. Università del Natal - Durban - Sud Africa: Scambio culturale tra Università.

8. Università di Città del Capo - Sud Africa: Scambio culturale tra Università

9. National Microbiology Laboratory - Healt Canada – Canada: Scambio di know-how per la tecnologia avanzata applicata alla diagnostica di malattie infettive.

10. Italy - American Chamber of Commerce Southeast of Miami – USA: Sviluppo di nuovi farmaci tra aziende farmaceutiche del Mezzogiorno d’Italia e la scuola di Medicina dell’Università di Miami. In realtà la Camera di Commercio Italiana di Miami è già partner per il progetto PPTIE, essendo coinvolta nella realizzazione del Progetto Pilota ‘Cooperazione integrata tra i Porti di Napoli e Miami e le rispettive aree socio-economiche’.

11. Centro di Ricerca Brandon e Winnipeg - CCIAA del Manitoba – Canada: Biotecnologie applicate nel settore agricolo.

12. Associazione portale Italie – France: Creazione di un partenariato nell’ambito turistico per far confluire la comunità italiana verso la scoperta della regione;

13. CCIAA Italo-brasiliana di San Paolo – Brasile: Diffusione della dieta mediterranea

14. Rural development technology - Sud Africa: Partnership per produzioni agricole innovative;

15. CCIAA Italiana di Toronto – Canada: Creazione di una rete nel settore delle produzioni tipiche;

16. Centro di Ricerca Brandon e Winnipeg - CCIAA del Manitoba – Canada: Biotecnologie applicate nel settore agricolo.

17. CCIAA Francia Due/Unisco: Sviluppo biovillaggi turistici. Tali opportunità di collaborazione sono state ritenute attivabili per alcuni partners campani dell’Osservatorio ed in particolare per: Valisannio: Azienda Speciale della CCIAA di Benevento. UNIVERSITA’ degli Studi del Sannio IRAT – CNR OSSERVATORIO sulla qualità e le politiche sociali della provincia di

Benevento FEDERAZIONE COLDIRETTI Campania.

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Finora è stato riattivato il contatto con ciascuno dei suddetti operatori esteri, fornendo le informazioni sugli attori socio-economici del territorio ritenuti maggiormente interessanti e sulle attività e i servizi offerti dall’Osservatorio.

4. LA COMUNITA’ CAMPANA

NELLA CIRCOSCRIZIONE CONSOLARE DI MONTREAL —CANADA

Panoramica storica della

comunità italo-canadese e di Montreal

Aspetti demografico-sociali

della comunità italiana e campano-molisana nel Canada e a Montreal

Le Interviste

Personalità di rilievo di origine

campana nel campo della politica

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4. La comunità campana nella Circoscrizione Consolare di Montréal Canada

4.1 Panoramica storica della comunità italo-canadese e di Montreal Storicamente l’Italia, con un’estensione territoriale grande appena quanto la provincia dell’Ontario, ma con quasi il doppio della popolazione di tutto il Canada, ha avuto un ruolo importante nella conformazione del presente Canada.

Dall’approdo di Giovanni Caboto sulla costa di Newfoundland nel 1497 fino a oggi, gli Italiani hanno costituito una componente integrale del mosaico Canadese.

L’emigrazione Italiana nel Canada può essere divisa in due ondate migratorie:

La prima ondata, che va dal 1490 al 1947, può essere suddivisa in tre fasi: la fase delle esplorazioni (1490-1881), la fase dei primi insediamenti (1882-1914) e fa fase conclusiva fino alla sospensione dell’emigrazione (1914 al 1947).

La seconda ondata che si estende dal 1948 al giorno d’oggi può essere suddivisa in due periodi: il periodo di emigrazione di massa (1948-1971) e un periodo di emigrazione decrescente e conclusiva (1972 a oggi). 4.1.1 La prima ondata migratoria: le esplorazioni (1490-1881) La prima fase, tra il 1490 e il 1881, è caratterizzata da esplorazioni e da pochi insediamenti. Tra il 1490 e il 1881 si stima siano arrivati nel Canada all’incirca 2000 Italiani, ma questa è una cifra approssimativa dato che non ci sono fonti per stabilire questo fatto con una certa accuratezza. Il Censimento Canadese ha inizio solo nel 1871; quindi è difficile conoscere il numero di immigrati che arrivarono in Canada prima di questa data. Il censimento del 1881 indica che vivevano nel Canada 1,849 immigrati di origine italiana, 777 dei quali erano nati in Italia. Durante questo periodo gli Italiani vennero in contatto con il territorio canadese e la sua popolazione indigena soprattutto nel corso del loro lavoro come esploratori e come missionari cattolici. L’obiettivo dei loro viaggi era principalmente l’esplorazione del territorio e l’identificazione di luoghi per la loro impresa religiosa. Non ci meraviglia quindi se pochi tra loro si domiciliarono in modo permanente nel Canada: quei pochi che si sono stabiliti lì erano principalmente missionari e preti senza famiglie. Gli Italiani furono tra i primi europei che vennero nel Canada. Parecchi dei primi esploratori erano Italiani come John Caboto. Durante il periodo francese, quando il Canada era la “New France”, siccome parte dell’Italia era occupata dalla Francia, c’era una forte presenza italiana nelle forze militari francesi di occupazione. Tra questi vanno notati Alphonse de Tonty, che partecipò alla fondazione di Detroit ed Henri de Tonti, che con La Salle esplorò il fiume Mississippi (Mississippi River). Il primo notevole insediamento di Italiani nel Canada rimonta al 1665, quando i Francesi arruolarono soldati italiani da varie parti della penisola (ancora non unita in nazione) nel reggimento Carignac-Salières dell’Esercito Francese. Finito

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il loro contratto di servizio con l’esercito francese nel Nord America, molti di loro rimasero nella Nuova Francia. Alcuni Italiani prestarono il loro servizio militare anche al comando degli Inglesi nei reggimenti de Meuron e Watteville durante la guerra del 1812, in quello che allora era conosciuto come Lower Canada e che è il Quebec di oggi. Quando il reggimento si sciolse nel 1816 alcuni dei soldati italiani, innamorati di quella terra, decisero di restarci. Gli Italiani però rappresentavano una piccola parte della popolazione e subito persero la loro identità etnica. Nel 1881, appena 2000 Canadesi si riconoscevano come Italiani. Un terzo (e breve) periodo di questa immigrazione iniziale di Italiani nel Canada occorreva durante il Risorgimento ed era composto soprattutto di intellettuali e attori politici che cercavano un’alternativa alle turbolenze della vita sociale italiana ed europea. Un immigrato Italiano di grande fama in questo periodo fu James Fornieri (1779-1866), che diventò il primo professore di lingue moderne all’Università di Toronto. 4.1.2 I primi insediamenti stabili (1882-1914) Un flusso notevole cominciò al principio del secolo ventesimo quando oltre cento mila Italiani arrivarono nel Canada. Questi immigrati erano soprattutto contadini provenienti dalle aree più povere del Mezzogiorno. Le mete più frequenti della loro emigrazione erano Toronto e Montreal, città che in poco tempo divennero sede di grosse comunità italiane. Comunità più piccole sorsero anche a Hamilton, Vancouver, Windsor, Niagara Falls e Ottawa. Molti si sistemarono nelle comunità minerarie della British Columbia, Alberta, Cape Breton Island e del Northern Ontario. Le città di Sault Ste. Marie e di Fort William del Northern Ontario avevano una forte comunità di Italiani. Nel 1905 il governo Canadese nominò una Royal Commission (Commissione Reale) per indagare sulla immigrazione Italiana a Montreal e sull’accusa di pratiche fraudolente da parte di agenzie di impiego di lavoratori Italiani. La commissione mise in luce le pratiche abusive praticate dalle agenzie di immigrazione conosciute come “padroni”. Questo trend immigratorio fu interrotto dalla prima Guerra mondiale; ma nel 1920 nuove leggi sulla immigrazione limitarono fortemente l’afflusso di Italiani nel Canada. In questa seconda fase, che va dal 1882 al 1914, si evidenzia sia una tendenza a un’emigrazione stagionale sia una prima ondata di insediamenti familiari abituali, soprattutto nell’area di Montreal. Tra il 1882 e il 1914 approssimativamente 120,000 Italiani immigrarono nel Canada. Ma non tutti si stabilirono lì, perchè buona parte di questa emigrazione era di natura stagionale. Il censimento del 1911 indica che la popolazione di origine italiana nel Canada aveva raggiunto la cifra di 46,000, 7,000 dei quali (15% circa) vivevano a Montreal. I fattori determinanti di questa crescita nell’immigrazione italiana in Canada erano la disponibilità di lavoro e il sistema “padronale”. Lo sviluppo enorme delle ferrovie e delle industrie minerarie generò un’alta domanda di lavoratori, mentre il sistema “padronale” serviva come gestore dell’offerta, mettendo a disposizione

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a buon mercato migliaia di lavoratori racimolati dall’Italia e portati in Canada con una catena efficiente di fornitura di forza lavoro. Questo periodo fu quindi caratterizzato da due tipi di immigranti italiani: immigranti stagionali e immigranti permanenti. Gli immigranti stagionali erano quelli che, passata la stagione lavorativa, rientravano in patria, generalmente alla fine dell’autunno. Questa forma di immigrazione stagionale era fortemente influenzata sia dal clima canadese molto duro e sia dai legami familiari delle famiglie dell’emigrato nei paesi di origine. L’altro tipo di immigrati si riferisce a quelli che si stabilirono soprattutto nelle città canadesi orientali come Montreal, Toronto e Hamilton. Le condizioni di quelli che si stabilivano in Canada, però erano molto difficili e precarie sia fisicamente che socialmente. Gli immigrati italiani spesso vivevano ammassati in “boardinghouses”, lavoravano ai lavori più pesanti e sporchi (miniere, costruzione di ponti, di ferrovie e di strutture pubbliche) ed erano oggetto di discriminazione razziale. In aggiunta molti stereotipi negativi (la mafia italiana, il contadino ignorante, ecc.) e tutta una serie di regole governative molto dure fomentavano un senso di ostilità verso gli Italiani. Durante questa fase i primi immigrati Italiani provenivano dalle regioni del nord e centro Italia come la Liguria, il Piemonte, il Friuli e la Toscana. Ma gradualmente il flusso migratorio si spostò alle regioni del Mezzogiorno, principalmente la Calabria, il Molise, la Basilicata, la Campania e la Sicilia, finché l’emigrazione dal Sud Italia sorpassò notevolmente quella del Nord Italia. Mentre le condizioni particolarmente sfavorevoli dell’emigrazione dall’Italia al Canada, come i lavori pesanti, la paga bassa, la povertà, le malattie, la discriminazione riuscivano a scoraggiare notevolmente l’immigrazione dal nord Italia, queste rappresentavano un deterrente minore per i contadini e i disoccupati del Sud Italia, la maggior parte consistente di mano d’opera, per i quali queste condizioni già facevano parte della dura vita nel Mezzogiorno. 4.1.3 Diffusione territoriale della Comunità Italiana Nelle prime decadi del 20mo secolo ci furono tre interessanti insediamenti agricoli di Italiani nel Canada Occidentale e cioè Naples, Alberta nel 1905; Venice, Alberta nel 1914 e Lorette, Manitoba nel 1921. Mentre i politici della immigrazione erano dell’opinione che gli immigrati Italiani non avevano la capacita di fare gli agricoltori nel West del Canada, alcune notevoli eccezioni hanno dimostrato il contrario. Padre Vangelisti fa notare che particolarmente gli Italiani del Piemonte avevano dato l’impressione agli ufficiali canadesi dell’Immigrazione che potevano essere buono agricoltori. Stan Carbone nel suo volume sugli Italiani nel Winnipeg nota che il Winnipeg Commissioner of Immigration scriveva senza paura di sbagliare che “è un fatto dimostrato che immigrati di discendenza Italiana, Assira, Ebrea, Giudea e Cinese non sono buoni come agricoltori”. Questo appare assurdo, quando si pensa che molti dei lavoratori assunti per lavorare nelle miniere, nei boschi, e nella ferrovia provenivano da aree agricole ed avevano lavorato nell’agricoltura prima di emigrare. È interessante riflettere su perchè i lavoratori agricoli del nord Italia erano visti come più adatti all’agricoltura di quelli che provenivano dal Mezzogiorno. Probabilmente una

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delle ragioni era che essi erano visti come più vicini agli immigrati dell’Europa Centrale da dove provenivano gli immigrati più desiderati. Nel 1914-15 un gruppo di immigrati dal Nord Italia fondarono al colonia Agricola nominata “Venezia” nella zona di Lac La Biche nel Nord Alberta. Essi erano guidati dall’agente consolare Felice De Angelis, che mantenne un diario nel quale documentava l’esperienza, e da Olivo Giovanni Billos . Biollo era nato in Campalongo Maggiore vicino Padova il 27 maggio, 1883 e arrivò nel Canada quando aveva 19 anni per lavorare nella costruzione della ferrovia. Egli andò a finire nel Winnipeg dove guadagnò considerevolmente lavorando in un albergo e in altre imprese, prima di spostarsi a Edmonton per aiutare a fondare la colonia Venezia. Egli aveva ricevuto una formazione professionale in agricoltura ed era di natura molto intraprendente. Alcuni dei soci originari lasciarono la colonia, ma quelli che rimasero svilupparono una forte agricoltura, ebbero successo e si avventurarono anche in una varietà di altre imprese. Un’altra impresa agricola cooperativa fu creata nel Manitoba nel 1920 da immigranti dalla regione Lombardia, la North Italy Farmers Colony. Questa Colonia fu creata a Lorette nel Sud di Winnipeg, ma si dissolse alla fine degli anni 1920. 4.1.4 Il sistema “Padrone” Il sistema padronale consisteva in una procedura commercializzata di domanda e offerta di lavoro, secondo il quale il padrone, cioè il gestore dell’operazione, racimolava in Italia chi voleva lavorare nel Canada. Una volta arrivato nel Canada il “padrone” assisteva il lavoratore nel trovare un alloggio e in altri servizi. Il fattore principale che ha dato alimento al sistema “padrone” nella prima parte del secolo 20mo era costituito dal fatto che l’emigrazione era un fenomeno stagionale, ragion per cui gli emigranti stagionali si trasferivano da soli, per breve tempo e senza alcuna risorsa personale. Questo sistema alimentò l’emigrazione perchè assicurava un lavoro agli emigranti stagionali. Però, man mano che gli Italiani cominciarono a sistemarsi permanentemente, specialmente in Montreal, il sistema si disgregò. Un’altra ragione per la disgregazione del sistema “padrone” fu la sua natura sfruttatrice. I mezzadri del lavoro, gli agenti del lavoro erano diventati cosi potenti e influenti che nel 1904 il governo canadese istituì una Commissione Reale per investigare l’operativo delle agenzie di lavoro in Montreal. L’Associazione Italiana per gli aiuti agli Immigranti (Italian Immigrant Aid Society) fu fondata in quello stesso tempo per por fine al commercio abusivo di lavoro umano a scapito dei lavoratori Italiani. Con la caduta del sistema “padrone”, la famiglia, la parentela, le associazioni paesane e l’appartenenza al paese subentrarono nel ruolo di facilitatore e sostenitore dell’emigrazione italiana nel Canada. 4.1.5 La sosta nel processo migratorio (1915-1947) La normativa restrittiva dell’immigrazione che andò in effetto come conseguenza della prima guerra mondiale ebbe come conseguenza che pochi Italiani immigrarono nel Canada nell’intervallo tra le due guerre (1915-1939). Infatti dopo il 1929 solo agricoltori erano elegibili per immigrare.

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Gli Italiani che arano già arrivati si assimilarono e si identificarono più facilmente con i Canadesi di origine inglese che con gli immigrati Italiani che vennero dopo questo periodo. Si sviluppò così un sistema di “casta” tra i primi immigrati Italiani che si erano ben sistemati, e che in molti casi stavano bene, e i nuovi “pezzenti” arrivati. Siccome gli “old timers” (quelli della prima ondata) avevano perso la conoscenza della lingua e delle tradizioni italiane, c’era poco terreno in comune tra loro e i nuovi arrivati. Questi, poi, in generale si sistemarono nella aree urbane, e questo “trend’ è continuato anche nella terza ondata migratoria dopo la seconda guerra mondiale. Durante la terza fase, dal 1915 al 1947, l’emigrazione italiana nel Canada vide un notevole rallentamento, anche se approssimativamente 34,000 italiani arrivarono nel Canada durante questo periodo. Ma anche se l’immigrazione aveva rallentato, la comunità italiana ha continuato a crescere: nel 1941 vivevano nel Canada oltre 113,000 cittadini di origine italiana, il 22% dei quali (circa 25,000) vivevano a Montreal. Parte della spiegazione di questi avvenimenti va ritrovata negli avvenimenti politici ed economici che si verificavano in Canada e in Italia. Nel Canada ci fu un’ondata crescente di politica anti-immigrazione, specialmente per immigrati che provenivano dall’Europa dell’Est e dall’Europa Meridionale. Allo stesso tempo, la grande depressione economica del Nord America causava una caduta notevole nella domanda della forza lavoro. In Italia, alla prima guerra mondiale faceva seguito il regime fascista di Mussolini, che scoraggiava l’emigrazione, che allo stesso tempo veniva molto più fortemente ostacolata dalla Seconda Guerra Mondiale (1939-1945). Durante la seconda guerra mondiale gli Italo-Canadesi, come i Tedeschi-Canadesi, furono visti con sospetto e trattati con una forte dose di discriminazione. Quelli che erano stati molto attivi a favore del Fascismo, e altri che furono accusati falsamente di questo attivismo, furono internati nel Camp Petawawa per la durata della guerra. Ciononostante, nel caso degli Italiani non si verificò l’internamento in massa che fu praticato con i Canadesi di origine Giapponese. Nelle varie città canadesi l’animosità contro gli Italiani era molto ovvia e palpabile. L’alleanza tra l’Italia e la Germania durante la Seconda Guerra Mondiale induceva il sentimento che il nemico era latente nella struttura nazionale. A Montreal il governo Canadese ordinò la chiusura della Casa Italiana, anche se continuò a pagarne il mutuo finché non la restituì alla comunità a guerra finita. Tutto il materiale e la documentazione della Casa fu confiscata, le decorazioni del palazzo furono rubate e la sua funzione come punto di aggregazione della Comunità completamente esaurita. A un certo punto il governo canadese tentò perfino di vendere la Casa, ma ne fu impedito da una forte reazione da parte della comunità italiana e di altri gruppi etnici. Solo a guerra finita la Casa fu restituita, malandata e priva di ogni suppellettile e materiale storico, alla comunità e gli italiani cominciarono and essere considerati come un gruppo etnico accettabile. Uno dei fattori principali in questa accettazione era costituito dalle istituzioni che conferivano al gruppo etnico italiano un certo status e rispetto nella società Canadese. Queste istituzioni includevano i giornali, le chiese, le scuole, le

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associazioni e i centri commerciali in fase di sviluppo (ristoranti, negozi di cibi, di vestiti, ecc.). Queste sono le istituzioni che hanno solidificato le radici della comunità italiana nel Canada. 4.1.6 La Seconda ondata: L’Emigrazione in massa dal 1948 al1971 Il periodo tra il 1948 e il 1971 rappresenta il periodo della più intensa emigrazione italiana nel Canada. Tra il 1948 e il 1971, approssimativamente 457,000 Italians immigrarono nel Canada. Durante questo periodo il Canada ha ricevuto in media approssimativamente 19,800 italiani l’anno. In contrasto con la modalità della prima fase l’ondata migratoria italiana di questo periodo è composta di emigrazione permanente. Nel 1951 la popolazione Canadese di origine italiana raggiungeva la cifra di 152,000; nel 1961, arrivava a 450,000 e nel 1971, raggiungeva 731,000. Questo incremento fenomenale dell’immigrazione dall’Italia va attribuito soprattutto al cambiamento nella politica immigratoria anteriore al 1967, come pure a un aumento fenomenale delle opportunità di lavoro specialmente nel settore secondario. Pertanto, mentre nella prima ondata (fase) di emigrazione italiana nel Canada il sistema “padrone” giocò un ruolo determinante, questa seconda ondata (fase) fu controllata e gestita dal sistema familiare, dal sistema associativo e soprattutto di legami paesani e regionali. I nuovi immigrati Italiani dal Mezzogiorno potevano appoggiarsi a parenti che si erano sistemati nel Canada e trovare lavoro nel settore secondario (per es. costruzioni) che rispondevano meglio alle loro qualifiche lavorative. Il bisogno di forza lavoro in questo settore era amplificato dal fatto che i Canadesi generalmente non erano inclini a fare questi lavori e quindi accoglievano con piacere i nuovi immigranti che coprivano questi settori. Gli emigrati italiani nel Canada dagli anni ‘60 in poi arrivavano abitualmente a Halifax’s Pier 21, che oggi li onora assieme ai milioni di emigranti da tutto il mondo con un impressionante monumento, ad imitazione di quello che si trova ad Ellis Island in New York. La maggior parte di quelli arrivati si stabilivano a Montreal e Toronto, dove gli emigrati che li avevano preceduti si erano insediati, ma parecchi continuarono fino a Calgary, Edmonton e Vancouver, dove oggi vivono e lavorano vivaci comunità di Italiani. Purtroppo subito apparvero sintomi di crisi nell’emigrazione italiana, dovuti soprattutto all’introduzione nel Canada del sistema a punti che fu messo in atto nell’accettazione di immigranti. Questo sistema ebbe un effetto devastante sugli Italiani che volevano emigrare nel Canada. Di conseguenza tra il 1966 e il 1971 il numero di Italiani che arrivarono nel Canada diminuì dell’82%. 4.1.7 Il calo nell’immigrazione dal 1972-ad oggi L’ultima fase, tra il 1972 e il 2006, riflette un declino notevole dell’emigrazione Italiana nel Canada. In questo periodo il Canada ricevette solo 37,000 Italiani, tra il 1982 e il 1991, il numero scese a 9,000 e nell’ultima decade solo 6,000 Italiani sono emigrati nel Canada. Dal 1972 il Canada ha accolto in media solo 1,700 immigranti Italiani l’anno. Una principale spiegazione della caduta dell’emigrazione Italiana nel Canada va trovata nelle notevolmente migliorate condizioni socio-economiche dell’Italia dagli anni ’70 in poi, accompagnate da migliori prospettive occupazionali. Ma tra le principali cause dell’abbassamento di emigrazione dall’Italia (e dall’Europa in

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generale) vanno notati i cambiamenti nel sistema di gestione delle migrazioni Canadese a cominciare dal 1960. La creazione del sistema a punti nel 1967 dava molta importanza alla preparazione scolastica e alle capacità occupazionali e professionali come criteri di selezione e di ammissione di immigranti. Il sistema a punti fu messo in atto per facilitare l’ingresso di immigranti dotati di capitale umano più alto (ad esempio: scolarità, esperienza lavorativa, stato finanziario economico) tutte caratteristiche nelle quali i meridionali italiani erano particolarmente carenti. I cambiamenti nella politica canadese sull’immigrazione rispondevano al bisogno di lasciare entrare persone con maggiori competenze e tenere a bada immigranti non qualificati. Questo rappresentava una nuova fase nella quale gli immigranti erano selezionati in base alle loro capacità più che in base alle loro origini etniche. Questa nuova politica causò il declino dell’immigrazione dall’Europa a favore di quella dall’Asia e in generale di immigranti non europei. Nonostante lo stallo nel flusso immigratorio, oggi la comunità Italiana del Canada rappresenta la più grande comunità in Montreal, dopo quella Francese Inglese, e la quarta comunità in tutto il Canada, dopo quella Inglese, Francese e Cinese. Nel censimento canadese del 2001 la popolazione di origine italiana (che dava quella Italiana come sola appartenenza etnica) era di 726,275 persone in tutto il Canada e di 140,640 nell’area metropolitana di Montreal. Due pietre miliari nella storia Italo-Canadese sono rappresentate rispettivamente dalla nomina nel 1991 alla Corte Suprema del Canada di Frank Iacobucci, di origine italiana, figlio di un Italiano nato nella British Columbia, e dal conferimento a Nino Ricci, Canadese di seconda generazione da Leamington, Ontario, del Governor General’s Award per il suo libro “Lives of the Saints” (Vite dei Santi) nel quale racconta la storia viva della immigrazione nel Canada dei suoi compaesani dall’Abruzzo-Molise. Nel quarto di secolo che va dal 1980 al 2006 la comunità Italiana nel Canada vide uno sviluppo fenomenale che portò molti dei suoi figli a posizioni di importanza nazionale lungo una traiettoria ben definita: in un primo tempo si delineò l’emergenza di una classe dirigente molto robusta nel campo dell’imprenditorialità e della politica; in un secondo tempo emerse anche una forte classe di elite nel campo delle professioni e della tecnologia. Geograficamente la presenza Italiana è soprattutto forte nell’Ontario e a Toronto; ma anche a Montreal e nella British Columbia gli Italiani godono di una posizione molto avanzata sia economicamente che politicamente. Dal punto di vista politico, la comunità Italiana ha sempre preferito l’orientamento liberale. Nel caso specifico di Montreal, vista la profonda conflittualità tra il gruppo francofono e anglofono, gli Italiani hanno giocato il ruolo di ago della bilancia, moderando le pretese autonomiste dei francofoni e appoggiando gli orientamenti più democratici e liberali degli Anglofoni. Per molto tempo, infatti, i francofoni non permisero ai giovani italiani di accedere alle loro scuole. Fu giocoforza mandare i figli alle scuole inglesi e questo assicurò la conoscenza della lingua inglese, oltre che francese, che rappresentava la lingua della comunità. Gli immigrati Italiani desideravano trovarsi a proprio agio nella nuova terra e pertanto molti di loro scoraggiarono i loro figli dall’imparare l’italiano, perchè non volevano essere percepiti come stranieri. Nel frattempo altre occupazioni

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diventarono accessibili, come il giardinaggio, i negozi alimentari e di frutta e verdure e vari prodotti, i ristoranti, gli alberghi, occupazioni e professioni di ogni genere. Come “stranieri” nella nuova nazione essi preferirono spostarsi e sistemarsi dove era più a buon mercato trovare un’abitazione e questo significava nel cuore della vecchia città, dove essi crearono le “little Italies”. Queste zone si trovavano soprattutto vicine alle line ferroviarie, alle fabbriche e ad altri posti di lavoro. La dinamica linguistica è stata cruciale nello sviluppo della comunità italiana. Il trilinguismo degli Italiani ha conferito loro un enorme vantaggio nella comunità del Quebec e ha permesso l’accettazione completa della comunità italiana alla pari con quella anglofona e francofona.

4.1.8 Momenti culturali di maggiore importanza nella storia dell’emigrazione Italiana nel Canada Quando i maschi Italiani immigrati nel Canada decidevano di rimanere nel Canada, quelli che erano sposati si facevano raggiungere dalle loro mogli, mentre i non sposati ricorrevano al sistema di trovare una moglie per posta o per corrispondenza (mail order bride). Membri della famiglia erano contattati in Italia e si combinava il matrimonio. Man mano che gli Italiani mettevano radici nel Canada, costruivano chiese come per esempio la Chiesa della Madonna del Carmine in Montreal nel 1905 e la parrocchia con lo stesso nome in Toronto nel 1908. Società di mutuo soccorso cominciarono a offrire servizi ai minatori e ai lavoratori nella costruzione di ferrovie e da qui originarono i vari clubs culturali e sociali. Questi avevano nomi diversi: Società del Mutuo Soccorso [Mutual Aid Society], la Fratellanza Italiana [Italian Brotherhood], la Umberto Primo Italian Benevolent Society, i Figli d'Italia [Sons of Italy] and i Fiori d'Italia [Flowers of Italy]. Siccome a Montreal si era create una massa critica di italiani, alla costruzione di chiese segui quella di scuole italiane e la programmazione di corsi di lingua italiana. Le associazioni italiane organizzarono classi per l’insegnamento dell’italiano anche in altre comunità con un alto numero di immigrati italiani, in tutta la nazione. Nella decade tra il 1920s e il 1930s materiali per queste classi erano forniti dal governo italiano. Come parte della crescita del Fascismo, i servizi consolari italiani degli anni 1930 promossero la creazione di “Case Italia”, centri culturali e comunitari. Nel 1934 centri di questo tipo furono creati a Montreal e a Toronto. Al tempo non esistevano ragioni ovvie di conflitto tra Fascismo e cittadinanza canadese. In occasione della inaugurazione della Casa d’Italia a Toronto il seguente articolo apparve sul Globe and Mail firmato dal giornalista Harney: “[..] il palco offriva uno spettacolo multicolore, con le sue decorazioni dell’Union Jack e della bandiera d’Italia, con nel mezzo il ritratto dei Re Giorgio V, Vittorio Emanuele III e Mussolini. Tra le sedie si osservavano numerose bandiere di varie organizzazioni italiane. All’arrivo del vice console la banda intonò l’inno del York Township, ma in vari momenti durante i discorsi, quando veniva menzionato il nome del Duce, la folla cominciava a cantare l’inno fascista “Giovinezza”. Sulla piattaforma c’erano il prof. E. Goggio dell’Università di Toronto e il dott. Fontanella. Tutti i discorsi furono fatti in Italiano. Alla fine la cerimonia si concluse con una marcia al Monumento, dove il vice console depose una corona in onore dei caduti d’Italia.”.

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La conclusione della Seconda Guerra mondiale pose fine a queste associazioni che avevano un legame molto chiaro con la politica italiana. Questo significava che con l’emigrazione del dopoguerra tutto un nuovo genere di associazioni e di entità doveva essere creato. Per quanto riguarda l’insegnamento della lingua italiana, la Società Dante Alighieri rappresentò il veicolo principale per l’apprendimento della lingua italiana promuovendone l’insegnamento il sabato mattina in molte città canadesi per le classi operaie ed eventualmente offrendo la possibilità di un’immersione totale nella lingua attraverso il sistema scolastico (anglofono) canadese. A livello universitario, verso la fine del secolo 19mo l’università di Toronto riuscì ad avere un professore di Italiano. Questo rappresentava un legame con la cultura romana antica e l’epoca del Rinascimento. Finalmente nel 1950 programmi di lingua e di cultura italiana erano offerti nelle varie università canadesi e in qualche università come quella di York erano organizzate anche “chairs” (cattedre dedicate) di studi di cultura italiana e di storia della emigrazione italiana. Al di la dell’influenza degli emigrati, avvenne nel Canada una accettazione dei prodotti della cultura italiana come parte della economia globale. Mentre nel 1950-60 i figli degli emigranti erano presi in giro per i loro maleodoranti “sandwitches”, dal 1970 le tradizioni e i prodotti etnoculturali acquisirono un grande valore per la popolazione in generale. In occasione del primo centennale canadese nel 1967 e del bicentenario Americano nel 1979 emerse una forte coscienza sociale dell’importanza dell’immigrazione nella creazione della cultura canadese. Il multiculturalismo acquisì attenzione politica da parte del governo, e fu riconosciuto veicolo di dialogo tra culture delle terre di origine degli immigranti. Gli studiosi hanno fatto un forte sforzo per distinguere tra la politica americana di assimilazione che produceva il cosiddetto “ melting pot” (la pentola dove tutto si scioglie) dalla politica canadese che promuoveva la tolleranza della diversità attraverso il modello del “mosaico culturale”. La diffusissima grammatica Inglese-Italiana di Vincenzo Grasso, Grammatica Ragionata della Lingua Inglese, A standard Italian-English grammar (Palermo, Libreria Marchese, prima edizione 1938, riveduta nel 1951) descrive questo ‘melting pot’ in uno degli esercizi grammaticali di traduzione. Questo significa che si era formata una coscienza della politica di assimilazione nel corso dell’onda di immigrazione dopo la seconda guerra mondiale, e questo non solo in America ma anche nel Mezzogiorno d’Italia. È affascinante notare che già in quell’anno l’espressione ‘melting pot’ veniva usata, anche se non si diffuse fino agli anni 1970. Prima di questo periodo gli immigranti avevano percepito una forte pressione di acculturarsi e diventare come tutti gli altri. Ma dal 1970 in poi il Canada non solo ha cominciato a tollerare le altre culture ma anche ad accettarle come legittime e incoraggiarle. Il governo federale, come pure alcune tra le amministrazioni provinciali, cominciò a stanziare fondi per sostenere queste iniziative e programmi. Per quanto riguarda l’altro problema del razzismo, va notato che gli Italo-Canadesi mentre soffrivano per le conseguenze della discriminazione, non avevano altra scelta che accettarla. Contrariamente alla situazione presente, allora no c’erano leggi basate sulla Carta dei Diritti e delle libertà civili che

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proteggevano il cittadino. Come risposta a questa situazione, verso la fine degli anni ’70 fu organizzato il National Congress of Italian-Canadians (Congresso Nazionale Italo-Canadese) con sezioni in varie parti del paese. Era la prima volta che una simile organizzazione si assumeva il compito e la responsabilità di promuovere l’identità e i diritti degli Italiani al livello nazionale. Il Congress sollevò anche il problema delle riparazioni da pagare agli Italiani che furono mandati in campi di concentramento durante la seconda Guerra mondiale, approfittando del fatto che i Giapponesi-Canadesi avevano sollevato il problema delle riparazioni alla loro comunità. Il primo ministro Brian Mulroney offrì ufficialmente le scuse del Canada alla comunità italiana in occasione della conferenza biennale del Congresso nazionale Italo-Canadese nel Novembre 1990, durante un intervento a un pranzo per i leaders della comunità Italo-Canadese in Toronto a Novembre di quell’anno, ma non si azzardò ad offrire riparazioni. Il Congresso ha anche esaminato la problematica evidenziata dal modo in cui i cittadini di origine italiana sono rappresentati nella televisione e nei film, anche se la comunità italo-canadese non appare molto interessata a questo tipo di “protezionismo”. Ultimamente il Congresso ha preso una posizione opposta a quella del governo italiano che si era attivato per far riottenere la cittadinanza italiana agli immigrati che l’avevano persa e permettere loro di votare nelle elezioni italiane. Questa politica, che ha prodotto diverse importanti conferenze sulla emigrazione che riportarono a Roma oriundi immigrati, ha avuto come risultato la formazione dei COMITES sotto il controllo dei consolati. Paradossalmente questa nuova nozione degli “Italiani all’Estero” rievoca la politica di Mussolini e del Fascismo. Harney ci ricorda che il governo fascista nel 1927 sostituì al Commissario per l’Emigrazione un Direttore Generale degli Italiani all’Estero. Secondo la nuova politica gli "Italo-Canadesi” dovevano essere considerati come soggetti Italiani all’Estero e non come emigranti perduti alla madre patria. Questo ha causato qualche frizione in alcune comunità italiane del Canada nei loro rapporti con le autorità consolari, ma finalmente il Congresso Nazionale ha cancellato la sua opposizione. Intanto, sia grazie al Congresso Nazionale che di Casa Italia, la Comunità aveva raggiunto un livello di vitalità tale e di complessità organizzativa da generare il bisogno di un punto di riferimento e coordinamento a livello provinciale se non nazionale, sulla scia dell’iniziativa america della National Italian-American Foundation di Washington. Si arrivò così all’idea di costruire un Centro rappresentativo della consistenza della comunità e propulsivo per il suo sviluppo. Una Fondazione, alla quale appartenevano i migliori esponenti imprenditoriali, politici e culturali della Comunità fu creata e dimostrò con la sua operatività l’enorme energia della comunità italiana di Montreal. Numerosi simili centri erano stati istituiti in Australia dalle varie vigorose comunità locali (Adelaide, Sidney, Melbourne, Perth ma nessun centro simile era stato costituito nel nord America, inclusi gli USA. La scelta era sempre stata in favore di “Case Italiane” presso le varie università o Istituti di Cultura o qualche piccolo Museo locale. Quindi il significato innovativo e l’impatto determinante del Centro Leonardo da Vinci di Montreal.

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1.4.9 Il Centro Leonardo Da Vinci di Montreal Il Centro Leonardo da Vinci di Montréal, uno dei più grandi e più completi nel suo genere al mondo, da qualche anno ha iniziato il suo cammino in seno alla Comunità Italiana di Montréal per opera di un gruppetto di uomini decisi e di grande esperienza che hanno creduto nella necessità della sua realizzazione. Di un Centro Comunitario si era parlato per anni. Quando le prime idee furono messe su carta, era previsto un complesso di modeste proporzioni dal quale era stata esclusa la costruzione di un teatro, forse per ragioni di costo. Silvio De Rose e Giuseppe Borsellino che già erano convinti di questa necessità, si adoperarono per cercare i fondi: così il teatro fu incluso nel progetto definitivo. Il centro rappresenta un chiaro orientamento verso il futuro. Giuseppe Borsellino che da sempre aveva creduto ad un progetto del genere, ne aveva preparato le basi ottenendo la promessa dalla città di San Leonard di avere il terreno dove sarebbe dovuto essere edificato il Centro. Si trattava di un posto strategico, centrale, accanto al municipio, alla biblioteca, alle piscine e ad un'arena. E sindaco della città di San Leonard era Frank Zampino, un uomo di grandi vedute, che insieme al suo consiglio comunale, composto in gran parte da italiani, aveva accolto con molto interesse l'idea di creare un Centro comunitario a San Leonard dove vivono molti nostri connazionali, tanto da diventarne anche lui promotore. Si partì avendo in mente tre direzioni: culturale, sociale e sportiva. Strada facendo fu aggiunta anche quella religiosa. Messo a punto il progetto, occorreva trovare i fondi per finanziarlo e si trattava di parecchi milioni di dollari. Inizialmente il costo era di 14 milioni di dollari, poi fu ampliato per giungere, alla fine, ai 17 milioni e 300 mila. La Fondazione aveva in banca la modesta somma di 1 milione e 500 mila dollari. Nel 1995 il governo federale e quello provinciale lanciarono il programma nazionale per il finanziamento delle infrastrutture, con lo scopo di creare posti di lavoro, e gli Italiani di Montreal ne approfittarono per inserirsi in questo programma e, con l'aiuto dell'onorevole Alfonso Gagliano, allora ministro dei Lavori Pubblici e del defunto senatore Pietro Rizzato, ottennero dai due governi un finanziamento totale di 6 milioni e 500 mila dollari. Per trovare i fondi che mancavano fu deciso di percorrere due strade: quella di cercare i soldi tra i membri della Fondazione, e l'altra di ricorrere alla comunità italiana. La Fondazione Comunitaria Canadese-Italiana del Quèbec è composta da oltre 200 membri-governatori, quasi tutti uomini d'affari e professionisti affermati. È un ente senza scopi di lucro, creato per raccogliere fondi per beneficenza e promozione umana. Ebbene Giuseppe Borsellino aveva creato un fondo di grandi donatori, se solo il progetto fosse stato realizzato. E, infatti, molti contribuirono con somme ragguardevoli e con impegni diluiti nel tempo21. Per far contribuire il resto della Comunità Italiana fu creato un Comitato per la campagna di finanziamento presieduto da due dinamici uomini d'affari: Luigi Liberatore e Mario Galella i quali con l'aiuto del console generale d'Italia a Montréal, Gian Lorenzo Cornado, della senatrice Marisa Barth, dell'ex presidente Tony Meti, dell'attivissimo Giuseppe Borsellino, del direttore dei lavori di costruzione, Pasquale Iacobacci, e di tanti altri raccolsero il resto dei fondi necessari.

21 Da citare Lino Saputo, presidente della Saputo Co. che ha dato 2 milioni di dollari.

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Oggi il Centro Leonardo da Vinci è una realtà in pieno sviluppo, attiva già da quattro anni. Dopo otto anni Giuseppe Borsellino lasciava la presidenza della Fondazione. Al suo posto è andato Mario Galella. Giuseppe Borsellino è diventato presidente del Consiglio d'amministrazione del Centro, Mario Galella vice-presidente, e Nicola Di Iorio segretario. Poi ci sono i rappresentanti della CIBPA, del Congresso e della Camera di Commercio Italiana. Pasquale Iacobacci ha assunto la carica di direttore generale. Il centro si stende su 130 mila piedi quadrati tutti utilizzati, con 40 persone che lavorano in parte a tempo pieno e in parte a tempo parziale. I servizi offerti sono molteplici. Il teatro dedicato a Lino e Mirella Saputo funziona a pieno ritmo: rappresentazioni teatrali, cinematografiche e avvenimenti culturali di vario genere. C’è un bocciodromo con quattro campi, sempre affollatissimo. Due grandi saloni attrezzati per la ginnastica sono frequentati giornalmente da circa 800 persone; il campo per il calcetto e la pallacanestro è molto attivo. Al terzo piano ci sono gli uffici di varie federazioni di associazioni, del Congresso Italo-Canadese, dei Comites, degli Uomini d'Affari. Ci sono varie Aule per corsi di lingua e un salone per le mostre. C’è una cappella per i riti religiosi, dove ogni domenica sono celebrate 3 messe, oltre a quelle celebrate nel teatro e nelle sale capaci di accogliere 1.000 bambini per il catechismo. La sfida per il futuro è che entro due anni il Centro deve diventare economicamente autosufficiente. Conclusioni Le elezioni politiche del 2006 e il referendum hanno affermato che la comunità italo-Canadese ha raggiunto una forte maturità politica, indicata da una partecipazione molto alta, più di quella degli USA, alle elezioni, che ha espresso una chiara preferenza per l’Unione da parte della comunità Italiana del Nord America. In conclusione si può dire che gli Italo-Canadesi si sentono prima di tutto Canadesi, ma sono coscienti del loro legame profondo con la nazione di origine. Essi vedono lo sforzo di mantenere il loro contatto con l’Italia come il loro contributo alla diversità multiculturale della società Canadese.22

22 Credits: Parte del materiale incluso in questa prima parte del presente rapporto incorpora elementi dal saggio di Adriana Albi Davies, Ph.D. sulla storia dell’emigrazione italiana nel Canada.

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4.2 Aspetti demografico-sociali della comunità italiana e campano-molisana nel Canada e a Montreal Secondo il Censimento Canadese del 2001, circa 1.2 milioni di Canadesi si considerano di origine Italiana. Dei 1,270,370 residenti Canadesi che dicevano di essere di origine italiana nel Censimento Canadese del 2001 circa 726,275 diceva di avere solo origini italiane, mentre 544,090 dicevano di essere di origine parte Italiana e parte non Italiana. Gli Italo-Canadesi costituiscono il 4.3% della popolazione del Canada (Tabella 4.1) La maggior parte degli Italo-Canadesi vivono nell’Ontario (781,345) dove costituiscono quasi il 7% della popolazione, mentre altri 249,205 vivono nel Québec.

Tabella 4.1 Distribuzione degli Italo-Canadesi per Province e Territori

Provincia/Territorio Popolazione Italo-Canadese

Percentuale sulla collocazione totale

Newfoundland and Labrador 1.180 0.2% Prince Edward Island 605 0.5% Nova Scotia 11.240 1.3% New Brunswick 5.610 0.8% Quebec 249.205 3.5% Ontario 781.345 6.9% Manitoba 18.550 1.7% Saskatchewan 7.565 0.8% Alberta 67.655 2.3% British Columbia 126.420 3.3% Yukon 500 1.8% Northwest Territories 400 1.1% Nunavut 95 0.4%

Canada 1.270.370 4.3%

Fonte: Statistics Canada, Census 2001.Population by selected ethnic origins, by province and territory.

La maggiore concentrazione di Italo-Canadesi si trova nelle seguenti aree metropolitane: Greater Toronto Area (429,380), Greater Montreal Area (224,460); Vancouver/Lower Mainland (69,000); Hamilton, Ontario (67,685); St.Catharines-Niagara (44,645); Ottawa-Hull (37,435); Windsor, Ontario (30,680); Calgary Region (29,120); Edmonton Capital Region (22,385); London, Ontario (17,290); Winnipeg Capital Region (16,105); Sault Ste. Marie, Ontario (16,315); Thunder Bay, Ontario (15,395); Oshawa, Ontario (13,990); Greater Sudbury, Ontario (12,030); and Guelph, Ontario (11,135). Secondo il Censimento del 2001 quasi tre quarti del 1.3 milione di Italo-Canadesi (903,375) sono nati nel Canada, mentre 315,455 residenti Canadesi sono nati in Italia. Di questi 315,000 immigranti, quasi la metà (46.7%) è immigrata nel Canada prima del 1961, 38.3% è immigrata tra il 1961 e il 1970, un altro 10.3% è immigrato tra il 1971 e il 1980. L’immigrazione Italiana nel Canada dal 1981 si è andata scemando al punto che da quell’anno a oggi l’immigrazione dall’Italia rappresenta solo il 6.4% dell’immigrazione nel Canada. Più della metà degli Italo Canadesi (670,300) dichiaravano che l’Inglese era la

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loro lingua madre, mentre solo 81,000 dichiaravano il Francese e 469,485 l’Italiano. Il loro profilo religioso riflette il loro legame con l’Italia. 1,015,725 or 79.9% si dichiarano Cattolici Romani, 113,455 o l’8.9% si dichiarano Protestanti, 23,805 o l’1.8% Cristiani di altre denominazioni. Quelli senza una professione religiosa ammontano a 109,515 ovvero l’8.2%. La denominazione religiosa non Cristiana più comune tra gli Italiani è il Giudaismo. Gli Italo canadesi godono di un reddito annuo più alto della media Canadese ($34,871, mentre il reddito medio annuo canadese è pari a $ 31,757) e di un tasso di disoccupazione al di sotto della media nazionale (5.4% paragonato al 7.4% per tutto il paese). Anche se gli Italo-Canadesi lavorano in tutte i settori, essi sono rappresentati in maniera sproporzionata nel settore delle costruzioni: 6% di tutti i lavoratori nel settore delle costruzioni sono Italo-Canadesi. Allo stesso tempo, però, gli Italo-Canadesi sono poco presenti nel settore dell’agricoltura. Negli altri settori industriali e commerciali gli Italo-Canadesi sono rappresentati in proporzioni molto vicine a quelle della popolazione canadese in generale. 4.2.1 Distribuzione della popolazione italiana nel Canada e cambiamento Confrontando i dati del rapporto ITENETS del settembre 200323 sugli Italiani nel Canada con la presente situazione emergono notevoli differenze statistiche. Secondo il rapporto del Progetto ITENETS del settembre. 2003, al 1 agosto 2003 con 177.366 iscritti nell'Anagrafe dei residenti all'estero (Aire), il Canada ospitava il 6% del totale degli italiani emigrati, la settima comunità per numero di presenze e la terza nel continente americano dopo l’Argentina (325.000) e gli Stati Uniti (191.000). Considerando invece le registrazioni delle Anagrafi consolari, gli italiani in Canada erano 143.749, risultando in tale circostanza la nona comunità nella graduatoria dei paesi di accoglienza (Tabella 4.2).

Tabella 4.2 Cittadini italiani iscritti nelle anagrafi consolari in Canada per giurisdizione consolare al 1.8.2003

Giurisdizione Consolare Valori assoluti % Toronto 79.504 55,3 Montreal 38.039 26,3 Vancouver 14.287 10,0 Edmonton 6.450 4,5 Ottawa 5.469 3,9 Totale 143.749 100,00

Fonte:ITENETs 2003, Ministero Affari Esteri.

Ad oggi i cittadini italiani iscritti nelle liste del Ministero degli Affari Esteri risultano 144.671 (al 31 gennaio 2006), il 4.13% del totale degli emigrati (Tabella 4.3). Gli iscritti all’AIRE invece risultano ridotti di ben 45.000 unità in soli tre anni. Se, nel 2003 risultavano iscritti 177.366 cittadini, oggi ve ne sono

23PROGETTO ITENETs/CSER, Gli Italiani in Canada, 2003, http://www.itenets.org/virtualLibrary/taxonomy2.asp?id=7&schedaid=3862

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131.427 (Tabella 4.4). Le percentuali di distribuzione degli iscritti nelle varie circoscrizioni risultano pressoché invariate. Nella circoscrizione consolare di Montreal, oggetto della presente ricerca, risiedono, secondo i dati Ministero degli Esteri, 41.397 italiani, sono invece 36.897 per il Ministero degli Interni (il 28% dell’intera popolazione italiana in Canada).

Tabella 4.3 Cittadini italiani iscritti nelle anagrafi consolari in Canada

per giurisdizione consolare al 31 gennaio 2006

Giurisdizione Consolare Valori Assoluti % TORONTO 78.412 54,20 MONTREAL 41.397 28,61 VANCOUVER 12.655 8,75 OTTAWA 6.379 4,41 EDMONTON 5.828 4,03 TOTALE 144.671 100,00

Fonte: Ministero Affari Esteri, Anagrafi Consolari 2006

Tabella 4.4 Cittadini Italiani del Canada per giurisdizione consolare iscritti nella anagrafe del Ministero dell’Interno AIRE al 30 giugno 2006

Giurisdizione Consolare Valori Assoluti %

TORONTO 72.479 55,15

MONTREAL 36.897 28.07

VANCOUVER 11.071 8.42

OTTAWA 5.793 4.41

EDMONTON 5.187 3.95

TOTALE 131.427 100.00

Fonte: Elaborazione INIAS su dati AIRE 2006

Le differenze tra i dati MAE del 2003 e 2006 riflettono una situazione molto diffusa, soprattutto nel Nord America: hanno dovuto probabilmente al lavoro del cosiddetto “allineamento” e pulitura dei dati. Ma, considerando il metodo seguito dal Ministero dell’Interno e dai Consolati per verificare e pulire la lista AIRE, sorgono forti dubbi sulla attendibilità dei risultati. Attraverso una ricerca telefonica, condotta dall’INIAS, su un piccolo campione di elettori è stato verificato che una buona percentuale dei 12.322 cittadini italiani “eliminati” dalla lista AIRE (quasi il 10% di tutti i cittadini italiani del Canada) erano effettivamente cittadini italiani con passaporto italiano, anche se risultavano introvabili e irraggiungibili da parte dei consolati nonostante le varie comunicazioni intercorse. Come è possibile notare dalla Figura 4.1 Montreal, con il 28,07% degli iscritti, per l’AIRE e il 28,61% per il Ministero degli Esteri è la seconda comunità italiana per numerosità di tutto il Canada. Circa 40 mila cittadini, facendo una media tra le due anagrafi, risiedono a Montreal.

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Figura 4.1 Distribuzione cittadini italiani nelle 5 Giurisdizioni Consolari del Canada

TORONTO55,43%MONTREAL

28,21%

VANCOUVER8,46%

OTTAWA4,43%

EDMONTON3,47%

Fonte: Elaborazione INIAS su dati AIRE 2006

Secondo i dati AIRE, dei 36.897 italiani a Montreal, il 47% sono di sesso femminile, mentre gli uomini sono il 53%.

Figura 4.2 Divisione per sesso della Comunità italiana di Montreal

Divisione per sesso della Comunita' Italiana di Montreal

(Fonte: elaborazione INIAS dei dati Aire del Ministero dell'Interno)

Maschi53%

Femmine47%

Fonte: Elaborazione INIAS su dati AIRE 2006

I dati AIRE 2006 (Tabella 4.6 e Figura 4.3) segnalano che, nell’area di Montreal, le comunità regionali più numerose sono costituite dai molisani, con 7231 iscritti (pari al 20% del totale), e dai campani con 6253 iscritti (il 17%). Quasi il quaranta percento degli italiani a Montreal provengono da queste due regioni.

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Tabella 4.5 Appartenenza regionale dei cittadini Italiani iscritti

nell’Elenco ufficiale del Ministero dell’Interno, AIRE, al 30 giugno 2006 nell’area consolare di Montreal

Regione di origine Valori assoluti MOLISE 7231 CAMPANIA 6253 CALABRIA 4009 LAZIO 3096 PUGLIA 3046 SICILIA 2839 ABRUZZO 2728 MARCHE 1597 LOMBARDIA 1123 VENETO 1080 FRIULI-VENGIULIA 1022

BASILICATA 600 TOSCANA 531 PIEMONTE 511 EMILIA-ROMAGNA 452 LIGURIA 244 SARDEGNA 190 UMBRIA 185 TRENTINO ALTO ADIGE 144

VALLE D’AOSTA 16

Totale 36.897

Fonte: Elaborazione INIAS dei dati ufficiali del Ministero dell’Interno del 30.6.2006

Figura 4.3 Appartenenza regionale dei cittadini Italiani iscritti nell’Elenco ufficiale del Ministero dell’Interno, AIRE, al 30 giugno 2006

nell’area consolare di Montreal (distribuzione percentuale)

VENETO3%

TOSCANA1%

MOLISE20%

LIGURIA1%

SARDEGNA1%

UMBRIA1%

CAMPANIA17%

CALABRIA11%LAZIO

8%PUGLIA

8%

SICILIA8%

ABRUZZO7%

MARCHE4%

LOMBARDIA3%

FRIULI-VENGIULIA3%

BASILICATA2%

PIEMONTE1%

EMILIA-ROMAGNA1%

TRENTINO ALTO ADIGE0%

AOSTA0%

Fonte: Elaborazione INIAS dei dati ufficiali del Ministero dell’Interno del 30.6.2006

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La distribuzione per province riflette la distribuzione regionale descritta in precedenza. Dai dati del Ministero dell’Interno (AIRE) si rileva infatti che fra le prime 10 Province di appartenenza appartengono al Mezzogiorno d’Italia, con la sola eccezione di Ascoli Piceno. Fra queste troviamo tre delle province campane: al secondo posto Caserta con 2012 presenze, Avellino al quinto posto seguita da Benevento, rispettivamente con 1658 e 1473 presenze (Tabella 4.6).

Tabella 4.6 Province di origine degli elettori italiani nella giurisdizione

consolare di Montreal

Provincia di origine Cittadini

CAMPOBASSO 6494

CASERTA 2012

BARI 1941

FROSINONE 1796

AVELLINO 1658

BENEVENTO 1473

REGGIO CALABRIA 1421

AGRIGENTO 1369

ASCOLI PICENO 1193

COSENZA 1090

CATANZARO 1005

Fonte: Elaborazione INIAS dei dati del Ministero dell’Interno al 6.30.2006 Osservando la distribuzione della provenienza comunale degli iscritti nelle due regioni che contano il maggior numero di iscritti (Campania e Molise) si evince l’estrema frammentarietà della comunità di elettori. Infatti il comune campano con il maggior numero di iscritti, Rocca d’Evandro, conta appena 414 cittadini Tabella 4.7) e 657 sono invece gli iscritti che provengono dal comune di Larino (Tabella 4.8).

Tabella 4.7 Primi 15 Comuni di origine dei Campani di Montreal

Comuni Iscritti ROCCA D'EVANDRO 414 SAN BARTOLOMEO IN GALDO 339 PONTELANDOLFO 293 GALLUCCIO 292 SAN PIETRO INFINE 212 ALIFE 172 CONCA DELLA CAMPANIA 149 MONTEFALCIONE 143 MIGNANO MONTE LUNGO 131 CERRETO SANNITA 114 NAPOLI 112 SAN MANGO SUL CALORE 96 VOLTURARA IRPINA 92 TEGGIANO 89 CAMPOSANO 75

Fonte: Elaborazione INIAS dei dati del Ministero dell’Interno, al 30 giugno 2006

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Tabella 4.8 Primi 10 Comuni di origine dei Molisani di Montreal

Comuni Iscritti LARINO 657 JELSI 549 CASACALENDA 469 GUGLIONESI 458 GILDONE 390 RIPABOTTONI 228 MONTORIO NEI FRENTANI 215 CAMPODIPIETRA 184 CAMPOCHIARO 182 MORRONE DEL SANNIO 180

Fonte: Elaborazione INIAS dei dati del Ministero dell’Interno, al 30 giugno 2006

I numeri qui riportati si riferiscono esclusivamente ai Campani e Molisani che hanno conservato la cittadinanza italiana e che sono inclusi come tali nell’AIRE del Ministero dell’Interno. Mentre la totalità degli oriundi dai vari comuni, tutti presumibilmente cittadini Canadesi che non hanno conservato la cittadinanza italiana, è di gran lunga superiore, il numero esiguo di “cittadini Italiani” provenienti da tanti piccoli comuni prefigura una trasformazione radicale nella composizione della comunità campana e molisana a Montreal. Come dimostra il Grafico seguente, la comunità ‘Italiana’ dell’area va verso una progressiva estinzione, nel giro di qualche decennio.

Figura 4.4 Decadi di nascita dei Campani e Molisani di Montreal

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

14000

1900-1909

1910-1919

1920-1929

1930-1939

1940-1949

1950-1959

1960-1969

1970-1979

1980-1989

1990-1999

2000-2006

Totale

Decadi di nascita dei Campani e Molisani di Montreal(Fonte: analisi INIAS dei dati del Ministero dell'Interno)

Fonte: Elaborazione INIAS, dati Ministero dell’Interno

Infine, l’analisi delle decadi di nascita della Comunità Campano-Molisana nell’area di Montreal mostra come l’emigrazione si stia progressivamente

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esaurendo e la comunità sia oggi composta prevalentemente da persone di “origine” italiana. 4.3. LE INTERVISTE Ai fini della presente ricerca commissionata dall’Osservatorio ITENETs Campania erano state programmate circa 60 interviste a soggetti appartenenti alla Comunità italiana in Canada, con particolare attenzione, pertanto, ai soggetti di origine campana Delle interviste programmate ne sono state realizzate 2924, nel periodo fra il 22 ed il 29 di agosto 2006. Se ne riporta di seguito l’elenco:

1. Basilio Giordano, Editore Il Cittadino Canadese, tel. 1-877-503-5077; 1877-689-2924 - 514.253.2332; [email protected]

2. Arturo Tridico, editore La Voce e Assicuratore governativo (514) 727-7763 [email protected]

3. On. Massimo Pacetti, Deputato di Saint Leonard/Saint Michel 514-325-5385; Membro del Parlamento Canadese; Tel. 514.256.4548; [email protected]

4. Carole Gagliardi, editrice de Il Corriere Italiano; Tel.514.279.4536; 514.862.5170; [email protected]

5. Anna Maria Maturi, Consultore per la Regione Campania, tel. 450-629-6446

6. Tony Vespa, Presidente della Federazione dei Molisani del Canada e consultore per il Molise. tel. 514-363-0474 e 363-0474; 892.2425

7. Dr. Salvatore Andricciola, direttore del Centro Leonardo da Vinci, 8. Dr. Vincenzo Giangaspero, Molisano, Vice presidente del Centro

Leonardo da Vinci 9. Dr. Sergio Monti, Console Generale d’Italia a Montreal. Tel. 514-849-

8351/2/3/4 10. D.ssa Patrizia Piana, incaricata dell’AIRE di Montreal, presso il

Consolato Generale d’Italia. Tel. 514-849-8351,x 232 11. Gabriele (Gaby) Mancini, Presidente, Casa d’Italia. Tel. 514-271-2524 12. Joe Fratino, Vice President, Casa d’Italia Tel. Off.514.271.2524;

abitazione: 514.812.6990) 13. Pasquale Iacobacci, Direttore esecutivo, Casa d’Italia. Tel. 514-996-

0279

24 Interviste programmate, ma non realizzate: Giovanni Rapanà, già candidato al parlamento italiano, Pina Moschetti, deputata canadese, Nunzio Discepola, ex politico canadese e Judge Discepola (514.726.2589), Sam Scalia, proprietario della società SamCon, Mariano De Carolis, Casertano, direttore generale della Cassa Popolare Canadese-Italiana, William Cusano, Sannita di Campobasso, Vice Presidente dell’Assemblea Nazionale del Quebec e deputato del Viau (514-728-2474), Tony Tomassi, giovane deputato di La Fontaine, ciociaro e vice presidente della commissione Trasporti e Ambiente (514-648-1007) Prof. Filippo Salvatore, Concordia University, Prof. John Capobianco, Concordia University, Prof. Cambrosio Alberto, McGill University (514-398-4981), Prof. Antonio Masi, Provost, McGill University (514-398-4177) Marianna Simeone, Giornalista campana di Benevento presso la CBC. (514-937-5557), Alberto de Luca, Presidente uscente della Camera di Commercio Italo Canadese, Rocco di Zazzo, imprenditore edile, casertano (514-336-1811), Lino Saputo, Frank Zambino, Tony DeRizzi, Elio DiLauro, Ciotta, magnate canadese del marmo.

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14. Joe Colubriale, grosso imprenditore nel riciclaggio della carta stampata. Tel. 514-513-7391

15. Alfonso Minicozzi, sannita, Presidente di Minicut International, World Leader in Cutting technology; mancato senatore, fornitore dell’industria aeronautica in tutto il mondo; Tel. 514.596.2388

16. Irene Giannetti, M.Sc. oriunda da Casacalende, Direttore generale Ospedale Santa Cabrini. Tel. 514.252.6400; [email protected]

17. Isabella Tirelli, maresciallo presso la dogana canadese di Montreal; presidentessa dell’Organizzazione Giovanile Italiana del Quebec. Tel. 514-919-9159

18. Sabrina Marandola, di Caserta, giovane giornalista (25 anni) e annunciatrice radio-televisiva. Tel. 514-484-1107; [email protected]

19. D.ssa Danielle Virone, Prossima Presidente, Camera di Commercio Italo- Canadese. Direttrice generale. Tel. 514.844.4249. [email protected]

20. Anna Maria Caserta. già proprietaria di un mercato di frutta e verdura, presso il Mercatino italiano

21. Joe (Pino/Pinuzzo) Agrigento. Commerciante di frutta e verdura presso il Mercatino italiano

22. Nunzio Chillemi, Director General Ordine Figli D’Italia/Canada. 23. Sergio Polcaro, presidente uscente della Little Italy Association di

Montreal. 24. Mario and Luciana, Abruzzesi. Little Italy, mentre facevano la spesa al

mercato. 25. Maria – 82 anni, proprietaria e manager del ristorante Le Tre Marie

nella Little Italy (intervista breve) 26. Tony Commodari , Hostaria Romana; [email protected];

Tel. 514.849.1389 27. Enzo Tirelli (Corriere Italiano) Tel. 514.279.4536;

[email protected] (Reponsable cahiers speciaux) 28. Filomena Alati Sclapari, esperta in Canada degli affari per 'immigrazione e l'emigrazione 29. Alessandro Di Zazzo, Presidente, Federazione delle Associazioni Campane nel Canada. Tel. 514-322-6060; cellulare 514-927-1025

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4.3 1 Premessa metodologica Le 29 interviste realizzate con personalità della comunità Italiana di Montreal e delle comunità campana e sannita non possono essere considerate un campione rappresentativo della comunità in senso stretto, per la semplice ragione che non si aveva a disposizione un “universo” preciso e ben delineato dal quale scegliere un campione rappresentativo e, desiderabilmente, stratificato. Nella scelta degli intervistati sono stati seguiti tre criteri: a) rappresentatività dei vari settori della comunità; b) disponibilità; c) competenza basata sulla strategia “snow ball” (palla di neve), cioè risultato cumulativo di indicazioni ricevute dagli informatori, man mano che conducevamo le interviste, che si traduce nel numero di istanze nelle quali un personaggio veniva suggerito partendo dai primi informatori di base. Ciononostante, si può dire che i 29 personaggi da noi intervistati non solo riflettono sufficientemente la gamma delle categorie significative della comunità italiana di Montreal, ma, nella varietà delle loro caratteristiche, ci danno un’idea abbastanza chiara dei parametri della problematica socio-economico-culturale della comunità. La scelta di questi “informants/respondents” è il risultato sia del lavoro previo di preparazione e analisi della comunità Montrealese, sia della cernita dei nomi che più frequentemente ci erano menzionati, quando chiedevamo suggerimenti su chi valeva la pena di intervistare. 4.3.2 I temi I temi salienti che emergono dalle interviste non si riferiscono necessariamente al protocollo da noi predisposto, ma più direttamente alle problematiche con cui effettivamente si confronta la comunità italiana di Montreal e con il ruolo specifico delle comunità Campana e Molisana. La comunità Italiana di Montreal ci è apparsa sicura di sé e della sua distinta identità, matura e quando mai dinamica. Gli Italiani di Montreal sentono di essere riusciti a fare quello che gli Italiani degli USA e anche gli Italiani di Toronto e di altre parti del Canada non sono riusciti a fare, e cioè inserirsi pienamente nella società Canadese, pur mantenendo la loro identità italiana, ben armonizzata in un contesto multiculturale, assumendo un ruolo centrale, anzi a volte di leadership, nella comunità sia politica che economica e culturale del Quèbec. Fatte queste premesse, rileviamo i temi che interessano gli Italo-Canadesi e le posizioni che questi prendono nelle varie tematiche individuate. 4.3.3 Le fasi di immigrazione come variabile determinante Una variabile critica che sottostà e spiega in parte il comportamento sociale della comunità italiana nel Canada è il periodo di immigrazione. Mentre l’immigrazione negli USA e la prima fase di immigrazione nel Canada avvenivano dal 1885 ai primi anni ‘20, il fenomeno dell’immigrazione Italiana più significativa nel Canada va riportato a dopo la guerra mondiale (anni ‘50-‘70). L’immigrazione del dopoguerra portò nel Canada non solo enormi masse di italiani, ma anche masse di persone che fuggivano da una società fallimentare, decimata dalla guerra e ridotta alla miseria, e quindi masse dotate di una grande determinazione di crearsi una nuova vita e di avvalersi della ripresa sociale ed economica che offriva la società Canadese.

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La differenza tra le due fasi è simbolicamente raffigurata dal dipinto di Mussolini a cavallo nella cupola della chiesa Nostra Signora della Difesa, che ancora oggi costituisce oggetto di controversia nella comunità. Al tempo della costruzione della Chiesa l’inclusione dei gerarchi fascisti e di Mussolini (in simmetria con Pio XI e con i personaggi della Curia Romana firmatari dei Patti Lateranensi) era apparsa come una cosa normale e dovuta. E ancora oggi nell’ufficio di uno dei nostri intervistati, il ritratto di Mussolini troneggiava in piena vista di tutti. Ma quando, durante un’intervista al mercatino Italiano, Pino, figlio di un immigrato degli anni ‘70, gridò ad alta voce che la figura di Mussolini nella cupola della chiesa sarebbe dovuto essere coperta e pitturata, nel piccolo mercato Italiano stava per scoppiare un vero tafferuglio. Commentando il fatto, Joe Fratino cercava di coprire il suo senso di vergogna, quando ricordava il periodo fascista nel Canada e il periodo post-bellico con tutte le sue ambivalenze. Ma allo stesso tempo Joe era sconvolto dal fatto che tutti i manufatti, la documentazione di quel tempo è scomparsa, vandalizzata, rubata, o obliterata nello sforzo di nascondere e por fine al ricordo fascista di quei tempi, “dalla fine della guerra fino agli anni 60 non abbiamo nessuna memoria, o record...È come se quella parte della nostra storia sia svanita nel nulla...”. diceva. Ma anche l’immigrazione del dopoguerra va vista in luce differenziata. Ci fu la prima fase dei “muscoli”, seguita dalla seconda dei “professionisti” ben educati che beneficiarono della base economica predisposta per loro dalla prima ondata, di quelli che arrivarono subito dopo la seconda guerra mondiale. I valori fondamentali che hanno animato la comunità italiana di Montreal dal dopoguerra a oggi è la famiglia e il lavoro; pertanto, lavorare sodo per poter consegnare i frutti del proprio lavoro alla generazione futura. “Lavorare duro e non portare disonore alla tua famiglia è stato il valore centrale della nostra comunità”. Individualmente gli Italo-Canadesi si comportano molto bene. Il problema resta quello del loro ruolo come “gruppo”, che a volte crea una situazione difficile e problematica. Come gruppo, gli immigranti Italo-Canadesi del dopoguerra incontrarono enormi ostacoli e difficoltà e dovettero fare enormi sacrifici. I Franco-Canadesi si rifiutavano di affittare i loro appartamenti agli Italiani e respinsero i figli degli immigrati italiani che volevano entrare nelle loro scuole. Di conseguenza gli Italiani cominciarono a mandare i loro figli alle scuole anglofone e si dedicarono alla costruzione di case. La prima casa in cemento armato nel Canada fu ideata e costruita da un immigrato italiano, Luigi Baroni. Oggi tutti gli Italo-Canadesi posseggono una casa più o meno grande, comoda e a più piani, tanto che molti di loro possono permettersi il lusso di affittarne dei piani ai nuovi immigrati. Ma ancora oggi persiste un grado di discriminazione: gli italiani possono immigrare nel Quebec solo se sono in possesso di un contratto di lavoro, mentre altri gruppi etnici, specialmente quelli provenienti da aree francofone, trovano la porta aperta. Man mano che il bisogno per gli immigrati Italiani cresceva nella società Canadese, il trattamento dei nostri connazionali è cambiato.

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Gli studenti Italiani che riuscirono a entrare nelle scuole francofone si orientavano verso l’arte, la letteratura e la storia. Quelli invece che studiarono nelle scuole anglofone si orientavano verso la tecnologia e il commercio. Questi ultimi avevano come obiettivo una carriera che avrebbe permesso loro di fare soldi e eventualmente ritornare in Italia dove, conoscendo a perfezione le tre lingue, volendolo avrebbero potuto far carriera molto facilmente. Questo secondo gruppo ha sviluppato una cultura basata su un posto di lavoro molto remunerativo che permette loro di vivere in una grande casa, possedere un’auto di forte cilindrata e godere della possibilità di viaggiare nel mondo, specialmente in Francia (più che in Italia). Quindi il rapporto con i Francesi ha causato e subito un cambiamento profondo nella comunità Italiana. Al principio si trattava di frequentare le scuole anglosassoni, perchè gli Italiani non erano ammessi in quelle francofone. Ma quando si arrivò al problema di mantenere il carattere francese dell’area, la comunità francese cercò di arruolare gli Italiani sia per mantenere la lingua francese come lingua ufficiale del Quèbec, sia perchè speravano che gli Italiani avrebbero potuto sostenere il movimento separatista, anche se la maggior parte degli Italiani non erano separatisti, eccetto per una minoranza di conservatori. Quindi c’è stata una trasformazione da parte della comunità francofona dal primo periodo di ostilità al tentativo recente di captazione degli Italiani come alleati nella lotta per l’autonomia e per mantenere la cultura e la lingua francese, specialmente in vista del fatto che la popolazione francofona è in diminuzione, mentre la comunità francese mira ancora a mantenere il controllo culturale ( e politico) del territorio. 4.3.4 La peregrinazione geografica locale nel corso di tre generazioni. Gli Italiani, una volta arrivati, si sono insediati a Montreal, dapprima lungo il fiume e vicino al porto nelle Little Italies del sud ovest (Lachine, ecc.), poi si sono spostati nella Little Italy di San Leonardo e di Lavalle ed infine, alcuni di loro hanno cominciato a spostarsi nelle case multimilionarie del West. Perfino la Casa D’Italia, costruita nel 1936, è stata spostata in parte verso il nord East nel 2002, con la costruzione del centro Leonardo da Vinci. Cinquanta anni fa San Leonardo aveva solo 2,000 abitanti e una sola parrocchia. Oggi ne ha ben 78,000, nella maggioranza Italiani, mentre la vecchia Little Italy è diventata quasi tutta cinese. Gli Italiani si sono insediati a San Leonardo costruendo case che permetteva loro di affittare il secondo e/o il terzo piano, trasformando così la casa in una piccola impresa redditizia. Oggi gli Italiani di Montreal sono tutti proprietari di case, mentre uno dei grandi imprenditori Italiani, il sig. Saputo, è padrone del più grande grattacielo della città. 4.3.5 Unità comunitaria e differenze regionali Anche se, al livello di attività politico-sociale dell’area le radici regionali non hanno più una rilevanza notevole, nel ricco complesso della comunità Italiana di Montreal emergono chiaramente alcune distinzioni regionali. Queste distinzioni regionali restano però un fatto interno alla comunità, la quale, quando occorre, riesce a reagisce unitariamente e con solidarietà, salvo notare

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informalmente che gli attori principali sono eventualmente identificati dalla loro origine regionale. Come sopra indicato, nel confronto a tre culture, l’Italo-Canadese si identifica genericamente con la comunità culturale Italiana, senza fare molta attenzione alle differenze interregionali interne. È evidente una solidarietà etnica italiana che soprassiede a eventuali differenze e peculiarità regionali e che è comprovata dall’indicatore “hard” di frequenti matrimoni tra oriundi di diverse regioni. A questo proposito la riflessione del Direttore generale dell’Ospedale Cabrini, Irene Giannetti, risulta incisiva: “In questo ospedale non c’è posto per regionalismo; c’è un volontariato italiano che origina da tutte le regioni indistintamente e che ci fa onore”. Non è stato facile collocare le varie regioni in un’ipotetica scala sociale di prestigio e di attivismo. Ma nel corso delle interviste, la sagoma comparativa regionale è emersa con sufficiente chiarezza per i ricercatori. Il gruppo regionale più rappresentativo, sia per la forza numerica che per i suoi esponenti, è quello dei Molisani e dei Sanniti, ricchi del maggior numero di Associazioni e con rappresentanti nella maggiori imprese locali, specialmente nelle costruzioni e nell’industria. Tutti i Molisani di Montreal si considerano Sanniti. Ciot Ceramica, il re delle mattonelle, è sannita e ugualmente Nick Di Tempora (che opera anche in Florida) Joe Terrigno é il CEO di una delle industrie tecniche più avanzate nel mondo, l’industriale beneventano Minicozzi. Nonostante a parole alcuni ci abbiano assicurato che non ci sono notevoli differenze, dalle interviste è emerso con chiarezza che, per quanto appartiene a partecipazione civica e successo sociale, i Campani (Salernitani, Avellinesi, Casertani e Napoletani) stanno in coda alla comunità italiana di Montreal. Questa condizione è stata comprovata indirettamente anche dai risultati delle ultime elezioni politiche. Sia nel Canada che negli USA nessun candidato campano è riuscito eletto, mentre i candidati oriundi Calabresi, Siciliani e Molisani hanno fatto la parte del leone. Il consultore per la Campania arguiva tenacemente che i Campani sono un gruppo forte, anche se non si vedono e non si sentono, perchè lavorano dietro le quinte ed esercitano una forte influenza sulla vita sociale. Secondo il Consultore, le altre comunità sono gelose dei Campani. D’altra parte, quando abbiamo chiesto ai non-Campani perchè i Campani sembravano essere cosi “sottovoce” nel Montrealese, quasi tutti ci rimandavano al Consultore: “dovete parlare con lei...”. Anche se poco visibili nel campo politico-sociale, indubbiamente i Campani sono molto attivi nel campo commerciale, intenti come sono “a fare soldi e a trasmetterli ai loro figli[...]”, indicatore quindi di un forte interesse intergenerazionale, anche se prevalentemente individuale e con una dimensione sociale relativamente debole. Tra quelli indicatici come esponenti della comunità Campana di spicco notiamo i nomi di Tony Di Palma, avellinese, e Elio De Lauro nella Restaurazione.

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D’altra parte la dottoressa Virone della Camera di Commercio Italo-Canadese faceva riferimento ad almeno 12 progetti di sviluppo e centri di eccellenza che erano alla base di un programma di collaborazione intensa tra la Campania e l’area di Montreal. Durare l’intervista con il consultore della Campania, questa esprimeva la sua indignazione per il fatto che l’ex Ministro degli esteri Fini, in occasione della sua ultima visita a Montreal, aveva cercato di insinuare la possibilità di accentuare la contrapposizione italiana Nord/Sud anche a Montreal, come era accaduto in Italia a causa della Lega. Contrariamente ai Campani, i Sanniti di Montreal danno la chiara impressione di un gruppo politicamente molto attivo, vivace e civilmente coinvolto. I Molisani da soli contano oltre 45 Associazioni registrate nella loro Federazione. Abbiamo stimato che tutte le Associazioni Molisane dell’area di Montreal, incluse quelle non registrate, superano il numero di 60, ciascuna con in media 150 soci. Un valido indicatore dei differenti livelli di qualità è costituito dal fatto che mentre per la Campania siamo riusciti a mala pena a ottenere dal Consultore regionale e dal Presidente della Federazione delle Associazioni Campane di Montreal qualche informazione in più di quelle contenute nell’elenco del sito regionale, per parecchie delle Associazioni Molisane siamo riusciti a raccogliere informazioni più precise, e in molti casi particolareggiate, anche se il Presidente della Federazione delle Associazioni Molisane, dopo varie promesse, non riuscì a mettere a nostra disposizione la lista ufficiale e particolareggiata di tutte le Associazioni Molisane dell’area. Su questo problema comune dell’informazione sulla rete associativa diremo qualcosa più in seguito. Nel Centro Leonardo da Vinci le placche in riconoscimento di contributi e donazioni di Molisani sono numerose, mentre si fa fatica a rintracciare placche con nomi di Campani. 4.3.6 Differenze intergenerazionali Il dualismo generazionale che si nota negli USA è notevole anche nel Canada. A differenza dei giovani Americani, però i giovani Italo-Canadesi si sentono molto orgogliosi del loro trilinguismo (Italiano/Inglese/Francese). Secondo loro gli Italiani di Toronto e del resto del Canada si sono effettivamente “ americanizzati”, e non hanno mantenuto il carattere “europeo” dei montrealesi. Eppure, a somiglianza degli USA, nel Canada è virtualmente impossibile invogliare i giovani ad arruolarsi nelle classiche Associazioni Italiane (folklorico/paesane), e se si riesce ad arruolarli, a mantenerli attivi e partecipanti. La sorprendente ragione che i giovani ci hanno dato è che esiste una tangibile resistenza da parte degli anziani ad accettare i giovani e dare loro un ruolo di potere effettivo nelle Associazioni. Qualche giovane si lamentava che a scapito dei giovani fosse stata praticata una malcelata discriminazione: occorre passare un “test” molto rigido. Nel caso citato dalla Maturi, alcuni giovani erano riusciti a entrare in una Associazione, ma ne furono presto cacciati via. Isabella Tirelli era dell’idea che le Associazioni non volevano che i giovani si presentino alle elezioni per le cariche ufficiali.

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Allo stesso tempo, i giovani non sono interessati agli aspetti “culturali/folklorici” delle associazioni. Questi aspetti culturali ( leggi “folklore paesano”) figurano in secondo ordine rispetto all’interesse finanziario dei giovani. Fare soldi è il loro interesse primario e le Associazioni non aiutano a questo. Questi fattori operano come barriere nella trasmissione della cultura associativa italo-canadese (analogamente a quello che succede anche negli USA). La dottoressa Giannetti dell’ospedale Cabrini faceva notare come la prima generazione si è privata di tutto affinché la seconda generazione avesse la disponibilità finanziaria per affermarsi. I giovani italiani, secondo lei, sono meravigliosi. Studiano e hanno molto successo. La prima generazione non era così. 4.3.7 Il vecchio vs. il nuovo Queste ambivalenze si riflettono nella diversità della struttura organizzativa della comunità italiana di Montreal. Da una parte continuano ad esistere e operare numerose associazioni locali (paesane e folkloriche), per lo più collegate alle parrocchie e, uniformemente, ai paesi di origine, e pertanto che interessano un numero limitato di partecipanti piuttosto anziani e che si debbono confrontare con tutta una serie di problemi. Dall’altra parte c’è la funzione della Casa d’Italia, col suo bagaglio storico e culturale, prima, e poi con il nuovo Centro Leonardo Da Vinci, e la CIBPA (Canadian Italian Business and Professional Association), la voce della business community italiana di Montreal, tre istituzioni improntate a tutta una nuova filosofia e strategia comunitaria. Una delle discriminanti è il fattore età. Le generazioni più anziane (sessanta anni in su) e di prima emigrazione aderiscono alle associazioni paesane che si attivano soprattutto in occasione di processioni, feste religiose (sagre), qualche festival, e simili. I soci di queste associazioni generalmente non partecipano alle attività delle nuove Associazioni Italo-Canadesi aventi scopi più “secolari”, economici, commerciali, professionali e/o politici. La Casa d’Italia, nel frattempo sta cercando di reinventare se stessa da centro di mutuo soccorso e di azione politica a centro culturale vivente, dotato di archivi e di programmi culturali innovativi. Il problema è ridefinire il ruolo della Casa d’Italia vis-a vis il nuovo Centro Leonardi da Vinci, che pure con la Casa è strettamente connesso e la business community che sostiene finanziariamente tutte e due le istituzioni. Mentre il Centro nutre ambizioni di essere il punto di riferimento per “performances” e incontri ad alto livello, ricevimenti di personalità politiche e di visitatori dall’Italia, allo stesso tempo ha maggior successo nell’attirare i giovani con la sua palestra e il suo teatro. Ma corre il pericolo di diventare un Club privato e generare un poco di frizione. “Noi siamo i custodi della nostra cultura” diceva uno del personale del Centro, alludendo alle varie attività culturali, agli scambi di studenti, alle borse di studio che il Centro gestiva. Una esperienza emblematica per gli intervistatori è stato il pranzo a casa Fantino/Fieni dove, seduti allo stesso tavolo erano circa venti persone (inclusi i ricercatori) appartenenti a quattro generazioni, capitanate dalla mater famiglia, la signora Frattini di 94 anni che aveva cucinato i piatti più prelibati del pasto.

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Attorno allo stesso tavolo condividevano il pasto il cognato, che ancora produce un ottimo vino fatto in casa, un bravo suocero che lavora come camionista, il Direttore e uno dei Vice Direttori della Casa d’Italia, un altro cognato ingegnere elettronico, la giovane figlia Adriana, tecnica chimica all’Ospedale Cabrini e un folto gruppo di bambini e adolescenti che frequentano una varietà di scuole di Montreal. Il miscuglio di lingue parlate, Italiano, Inglese, Francese e napoletano era una delizia con i suoi vari e alternati suoni, paragonabile solo alla squisitezza dei vari piatti preparati dalle suocere (alcune francofone e anglofone) e dalla signora Frattini. 4.3.8 Legami e rapporti politico-sociali-economici con l’Italia I rapporti con la Regione Campania sono migliorati enormemente negli ultimi anni, e così pure i rapporti commerciali con l’Italia, come è indicato da parecchie “joint ventures”. Ma mentre i legami commerciali diventano sempre più forti, i legami politici stanno attraversando un periodo di crisi. C’è una certa alienazione politica dall’Italia, che ha messo in dubbio la bontà e il valore del “miracolo Tremaglia” (il voto degli Italiani all’estero), “un fenomeno che non si ripeterà”, a dire di alcuni. Politicamente, però, a parte la funzione dei “consultori” regionali, non ci sono articolazioni istituzionali efficaci tra Regioni e Canada. Il legame più forte e durevole tra le due comunità è quello commerciale e la prospettiva di una carriera per i giovani che li porti anche in Italia. La Camera di Commercio è ben intenzionata, ma manca la struttura adeguata per mandare avanti i progetti. Nel corso dell’intervista con Minicuzzi, il president di Minicut International abbiamo avuto la visione di una condizione chiarissima a due facce: da una parte la sicurezza della comunità imprenditoriale italiana di Montreal, che, nell’espressione di Minicuzzi dice tutto: “francamente ... non abbiamo bisogno di niente, non abbiamo neanche bisogno dell’Italia”. D’altra parte c’è una grande apertura a tutte le proposte e i programmi di scambi commerciali, di joint ventures, di centri di eccellenza, ecc. Minicucci non vedeva ostacoli alla possibilità di un forte sviluppo di joint ventures e di collaborazione con l’Italia e la Campania in particolare. Egli nutre una forte ammirazione per la robusta capacità industriale di alcuni settori della Campania. Nel Canada la disponibilità è aperta e il clima di opinione è estremamente favorevole. Da qualche tempo la regione Campania si è attivata molto, specialmente nella persona del presidente della Provincia di Benevento, il dott. Nardone. La valutazione di Minicucci della classe imprenditoriale italiana di Montreal è quanto mai positiva e ottimista: una classe ben preparata, molto stimata …“we are the top of the top” e rispettata, con una preparazione tecnica e culturale altissima. Il frutto di questa qualità della classe imprenditoriale italiana è il Centro Leonarda da Vinci, che fa capire che si vuole andare al di la dell’assistenzialismo e del protezionismo. La comunità Italiana nel Canada ha fatto un vero e proprio salto di qualità collettiva.

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Come tutti gli altri leaders, Minicucci pensa che mantenere la propria identità etnico-culturale è un valore superiore alla assimilazione, come è accaduto nella vicina USA. In Minicucci si percepisce una visione positiva e pragmatica, di una persona molto fiera e sicura di se, senza lamentele o critiche sterili. La classe dirigente Italo-Canadese imprenditoriale è in gamba, anche più di quella politica. 4.3.9 Valorizzazione dell’eredità culturale. Le potenzialità dello sfruttamento della legame con la terra d’origine. Il problema del mantenimento e della valorizzazione della cultura italiana nella comunità di Montreal si traduce nella desiderabilità di attivarsi in cinque aree distinte e articolate:

• L’emergente dimensione associazionistica-istituzionale, (vedi sopra) che porti ad una nuova articolazione funzionale ed efficace tra una struttura associazionistica tradizionale (paesana/folklorica) e le nuove strutture professionali, di affari e politiche. Attualmente tra questi due gruppi di organizzazione c’e poca condizione di programmi, partecipanti e risultati.

• l’orientamento e la ristrutturazione dei numerosi Mass Media (TV., Stazioni Radio, giornali e periodici), per ottenere una maggiore concentrazione ed efficacia;

• la promozione di un turismo di ritorno meglio strutturato di quello spontaneo e alla spicciolata di oggi, anche specializzato per gruppi di età e categorie, con lo scopo di intensificare il rapporto personale con la terra d’origine, facilitato da voli diretti Montreal-l’Italia;

• la promozione di joint ventures e la creazione di Centri di Eccellenza, sia nel campo della imprenditorialità e della produzione industriale, sia nel campo dei servizi sanitari e della ricerca medica, campi nei quali si aprono orizzonti molto promettenti e di grande valore aggiunto.

4.3.10 Il ruolo e l’efficacia delle associazioni regionali. Il dilemma tra associazioni paesane/locali e associazioni professionali interregionali. Quando le associazioni paesane sono curate e nutrite sopravvivono, come è accaduto per esempio con i Jelsesi di Montreal, che la domenica durante la nostra ricerca celebravano “la Sagra del Grano”. La Sagra offriva uno spettacolo davvero commovente con una trentina di “carri” in miniatura, tutti addobbati con spighe di grano, e trascinati, per la maggior parte, da bambini vestiti con abiti folklorici di Jelsi, con la banda locale, composta per lo più di giovani e con un’ottima esecuzione di musica tradizionale sacra e secolare dell’Italia anni trenta e cinquanta. Ma è ovvio che prima o poi questa tradizione è destinata a morire. Difatti c’erano pochi giovani alla processione e il pubblico non era più di un migliaio di persone. Le proiezioni demografiche non smentiscono. Ma, come abbiamo notato sopra, parallelamente alle numerose associazioni paesane/folkloriche, operano nell’area numerose associazioni professionali, culturali e politiche di alto livello, con una capacità di appeal che trascende la fascia degli anziani e che esercita un impatto su tutta la comunità Montrealese.

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Parliamo della Camera di Commercio, della CIBPA, delle varie associazioni professionali, della Fondazione che ha finanziato il Centro da Vinci, e delle tante altre associazioni elencate nelle pagine seguenti, che non sono riducibili alle più numerose associazioni paesane/folkloriche. La dicotomia tra queste due forme di associazionismo è critica, in quanto finora non è emerso un progetto di collegamento e di interazione tra le due entità. 4.3.11 Il Rapporto della comunità Italo-Canadese col Governo Italiano Le aspettative della comunità Italo-Canadese nei confronti del Governo Italiano sono molto poche e quasi insignificanti. “Ma pare che vanno svenendo col tempo” dice Pacetti. Sono ancora vive le lamentele sul fatto che le proprietà degli emigrati italiani sono state spesso espropriate dalle amministrazioni locali, con varie scuse. Gaby Mancini considera questo un grave insulto agli emigrati italiani. Il recupero della cittadinanza è ancora un problema serio che interessa sia i giovani che gli anziani. “Tutti i giovani hanno perso la cittadinanza Questa nuova generazione non assomiglia per niente a quella che l’ha preceduta... Chi perde la cittadinanza sono le persone sbagliate. Fra poco non avremo più nessun giovane con la cittadinanza italiana.” Pasquale, l’animatore della Casa d’Italia, ci dice questo, mentre ci racconta la storia incredibile di come il governo italiano gli ha portato via la cittadinanza. “L’Italia non è pronta a gestire le migliaia di richieste di riconoscimento della cittadinanza da parte degli Italo-Canadesi. Questo è un problema della struttura burocratica italiana…. e della legislazione vigente in Italia”. Per attirare i giovani, il governo italiano deve cambiare la legge e creare nuove strutture. Secondo gli intervistati le aspettative della gioventù italo-canadese non sono poco soddisfatte: i consolati non rispondono immediatamente alle richieste della popolazione. Bisogna passare ore e ore su internet per capire quali programmi e dispositivi sono accessibili per un recupero della cittadinanza italiana. Le informazioni sono limitate e difficilmente accessibili. 4.3.12 L’impatto del voto politico di Aprile sulla comunità Italiana di Montreal A livello politico locale, in generale, gli Italo-Canadesi sono visti, e lo sono effettivamente, Liberali. L’orientamento notoriamente ancora più liberale degli Italiani di Montreal assume anche la dimensione di reazione all’orientamento pro-Fascista del periodo prima e durante la seconda guerra mondiale. A sua volta il Partito Liberale Canadese è stato apertamente in favore degli Italiani nella promozione di legislazione che li interessava e nell’organizzazione del welfare. Ma recentemente pare stia emergendo una leggera ondata di ritiro dal liberalismo storico degli Italiani, fenomeno questo che ripete quanto è accaduto negli USA dove gli Italiani, che al principio erano decisamente Democratici, si sono spostati notevolmente verso il partito Repubblicano, man mano che progredivano nella scala sociale.

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Quanto invece al rapporto della comunità Italo-Canadese del Quèbec e l’Italia, nel Canada c’è indubbiamente più interesse agli avvenimenti politici italiani che non negli USA. Ma, in occasione delle elezioni politiche dell’Aprile scorso, molti hanno indicato che si trattava di qualcosa che non li interessava o che starci dietro significava una perdita di tempo. La spiegazione, ovviamente, è che c’è molta ignoranza e poco interesse nella politica italiana, assieme a un senso che non è giusto avere a che fare con le sorti politiche degli Italiani, anche se si è al corrente di come stanno le cose in Italia. Ogni giovane che abbiamo intervistato ha parlato solo in prima persona. “Di tutti quelli che conosco, io sono l’unico/a che so che è andato/a a votare.”...... “Gli anziani hanno votato non per il programma ma su base personale del candidato, o perchè lo/a conoscevano, o perchè era parente o perchè era della loro regione di origine in Italia....” “La gente non era interessata a capire come si fa a votare intelligentemente... Quelli che hanno votato lo hanno fatto per ragioni sentimentali. Io sono prima di tutto un Canadese, poi sono Italiano. Mi sento Italiano nel cuore, ma quando vado in Italia mi sento come un turista. Lì sono uno straniero e questo purtroppo è quello che molti di noi sentono...”. 4.3.13 Turismo di Ritorno. Dalla nostalgia all’interesse commerciale e alle esigenze della gioventù italo-canadese. Contrariamente agli USA, nel Canada un programma di turismo di ritorno potrebbe avere un maggior successo, perchè la comunità canadese è una comunità di più recente immigrazione e quindi il ritorno in Italia rappresenta un’esperienza meno esotica, specialmente in funzione della conoscenza della lingua italiana che è molto più diffusa nel Canada che non negli USA. Una buona parte degli Italo-Canadesi sono già stati in Italia almeno una volta dopo l’emigrazione Ciononostante più di un intervistato ci ha avvertiti che un ritorno dei giovani canadesi in Italia, se gestito male potrebbe causare nei giovani, specialmente adolescenti, una reazione negativa, precludendo per sempre la possibilità di ulteriori ritorni (Pacetti, Tirelli e altri più anziani). “Il governo italiano deve dare a questo problema massima priorità, assicurandosi dell’accompagnamento dei giovani e della possibilità di essere accolti da qualcuno in Italia che sappia parlare ai giovani visitatori. I giovani Italo-Canadesi non sentono la nostalgia delle “radici”. Isabella lamentava la mancanza di entusiasmo tra i giovani per ritornare a visitare l’Italia, mentre notava la sua forte eccitazione nel visitare l’America Latina l’anno scorso. Un programma efficace di turismo di ritorno va pensato bene e a fondo, con obiettivi precisi e modalità nuove, che includano anche aspetti esplicitamente educativi e culturali. Oltre alle solite puntate sulle località tradizionalmente incluse nei giri turistici, come le città d’arte e, nel Sud, le solite Capri, Pompei, Pestum, Taormina, Siracusa, ecc., un elemento essenziale di questo “ritorno”, specialmente per i giovani, sarebbe una visita, anche breve, ma ben programmata, ai paesi di origine delle loro famiglie, con l’obiettivo di stimolare il loro interesse per una ricerca che permetta di ricostruire l’albo familiare di ogni partecipante.

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4.3.13 Le Associazioni25 Indubbiamente le tante Associazioni degli Italo-Canadesi hanno avuto una funzione cruciale e indispensabile durante il periodo di accoglienza e di insediamento. Col passare degli anni e con i profondi cambiamenti sociali, le famose Associazioni hanno subito una profonda trasformazione che appare ancora incompleta, lasciando irrisolto il quesito sulla loro funzione effettiva e della loro longevità, entro un quadro di pianificazione sociale a lungo raggio. Va ripetuto che le Associazioni, particolarmente quelle Molisane, sono tutte impostate sulla condivisione dell’esperienza “paesana”, cioè si riferiscono essenzialmente al Comune di origine e servono a mantenere e riprodurre la cultura di quel paese, oltre che la solidarietà dei paesani che di lì sono oriundi. Le Associazioni quasi sempre hanno un elemento religioso e si riferiscono a una parrocchia. Le attività delle associazioni, quindi, consistono frequentemente nella celebrazione delle feste patronali, delle Sagre, di qualche momento culturale storico o caratteristico del paese di riferimento. Il valore folkloristico-culturale delle Associazioni è innegabile. Allo stesso tempo emergono le drammatiche limitazioni di queste Associazioni, molto ristrette da un punto di vista etnico, condannate ad avere un numero di soci sempre in diminuzione perchè le giovani generazioni non ne apprezzano il valore e la funzione nel contesto della vita moderna canadese. Dei piccoli contributi provenienti dalle varie Regioni, aiutano a mantenere in vita queste Associazioni. Ma dal punto di vista di sviluppo sociale, di inserzione e partecipazione alla vita socio-culturale della nazione, il contributo di queste Associazioni è minimo e spesso non esistente. Il grosso problema al momento è come articolare queste Associazioni di vecchio tipo con le nuove Associazioni/Organizzazioni moderne, a respiro interregionale e professionalmente gestite. Abbiamo ampliamente illustrato le difficoltà incontrate nel reperire il minimo di informazioni su queste Associazioni. Ma va anche notato che nel nuovo Centro Da Vinci i fondatori avevano predisposti vari locali per l’operatività delle Associazioni delle varie Regioni. I locali ci sono, ben visibili con le scritte e i nomi, ma il responsabile del Centro ci faceva notare che le Associazioni non avevano tratto vantaggio da questa “centralizzazione” e “formalizzazione” al punto che il Centro aveva deciso di dedicare i locali ad altre funzioni. Questo fatto emblematico sintetizza la problematica delle Associazioni paesane/folkloriche particolarmente nel Quèbec, dove sono così numerose e, fino a un certo punto, operative.

25 Si riporta in Allegato la lista delle Associazioni che non sono catalogabili come Associazioni specificatamente regionali ad esclusione della dimensione Associativa Campana, poiché tali Associazioni sono censite, in parte, nel Registro regionale a cui si rimanda. È possibile trovare l’elenco completo di tutte le Associazioni italiane nel Canada nel rapporto Progetto ITENETs – Gli italiani in Canada – http://www.itenets.org/virtualLibrary/taxonomy2.asp?id=7&schedaid=3862

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L’altro aspetto problematico delle Associazioni è che, nonostante tutti gli sforzi apparenti dei Soci, queste non hanno alcun significato per i giovani della nostra comunità. Una semplice proiezione demografica ci costringe a concludere che il fenomeno è sulla via del tramonto e che, se non è effettuata un’operazione molto difficile di trasformazione culturale, fra una decina di anni di queste Associazioni rimarranno solo dei frammenti insignificanti. 4.3.14 Stralci di alcune interviste.

• Alfonso Minicozzi, imprenditore Il Presidente di Minicut International ci riceve con cordialità nonostante che, a causa di un disguido nel traffico, arriviamo con 20 minuti di ritardo. Ci illustra la sua impresa, nel suo settore una delle maggiori nel mondo: copre il 65% della produzione in Canada e servono ditte come la Boeing, la Lockheed, la Bombardier, l’Aerobus, insomma le maggiori industrie aeronautiche del mondo.

“A Napoli con l’Alenia abbiamo scoperto quanto è avanzata la Campania nel campo industriale, e non solo con l’Alenia, ma anche con le tante piccole e medie imprese. Noi abbiamo invitato molte piccole e medie imprese del Napoletano per creare un ponte Napoli-Québec e per promuovere le imprese campane nel Québec. A settembre dell’anno scorso abbiamo ricevuto una delegazione di 30 società italiane la maggioranza delle quali provenivano dalla Campania. Non vedo ostacoli a un maggior sviluppo di questa cooperazione. Abbiamo capito che bisogna cooperare perché abbiamo bisogno l’uno degli altri. Occasionalmente si incontra qualcuno che ha ancora una mentalità antiquata ma nella piccola e media impresa, in generale, la mentalità è cambiata. Naturalmente le più grandi società sono meglio posizionate. La classe imprenditoriale italiana del Québec è molto attiva e partecipante. Le nostre associazioni professionali e commerciali sono molto forti. Tra noi c’è rispetto, amicizia e c’è la lingua italiana che ci unisce. Mentre negli USA e nell’Ontario l’assimilazione è stata molto forte, qui siamo riusciti a mantenere la cultura italiana. Ma trent’anni fa ci vergognavamo di essere italiani. Ora invece siamo fieri per il successo della nostra generazione.

I Montrealesi ci guardano con molto rispetto e non usano più le immagini

di Mafia ecc. Siamo il top of the top, la cima della cima.

Siamo riusciti a dimostrare che non siamo secondi a nessuno, perché siamo ottimi lavoratori. La posizione della nostra comunità ha avuto un’esplosione sorprendente, dovuta soprattutto all’altissimo livello di educazione dei nostri membri. Ci siamo sviluppati nelle aree delle professioni e del commercio, come pure nell’area della cultura.

Io sono uno dei governatori del Centro Leonardo da Vinci. Ci abbiamo messo tempo a completarlo ma ora è il frutto del nostro orgoglio perché col centro possiamo fare qualcosa per la cultura, al di là dell’assistenzialismo e del protezionismo. Insomma abbiamo fatto un gran salto di qualità che si è manifestato anche tra i giovani in occasione dei mondiali di calcio.

Io sono arrivato qui nel 1954, dopo un periodo in Belgio. Negli USA i

nostri sono stati costretti ad assimilarsi: noi pensiamo che è meglio mantenere la nostra identità...

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• Anna Maria (di Caserta). “Vivo a Montreal da 40 anni, 31 dei quali spesi vendendo frutta e verdura”. Alla morte del marito ha venduto una piccola gestione commerciale, dove ancora lavora come dipendente, anche se molti pensano che lei è ancora la proprietaria. Joe Frattino ci assicura che si serviva dei suoi prodotti per il suo ristorante alla Casa d’Italia, perchè erano di ottima qualità. Anna Maria era disperata perchè il mercatino sta cambiando con l’aggiunta di un bistrot, alcuni negozi di specialità, e perchè la gente va solo per curiosare prendere un caffé espresso. Ciononostante gli affari vanno bene. Durante l’intervista una squadra televisiva stava facendo un documentario sul mercatino…“Io mi sento ricca, non perchè ho soldi, ma per quello che dentro di me. Ho imparato a parlare Francese e Inglese tutto da me, senza andare a scuola. Amo cucinare. Anche se i miei figli vorrebbero farmi smettere, non se ne parla proprio…Debbo dire che io ancora amo l’Italia, ma non con un affetto forte e profondo.... quando ritorno in Italia per una visita, essi pensano che io sono una regina...In questo mercatino uno impara assai sulla natura umana, con tanta gente così diversa nei suoi costumi e nella sua cultura.... Un giorno quando l’ex premier Chretien venne a fare una visita al mercato mi ha dato un bacio….!”

• Pino (o Pinuzzo) venditore di frutta e verdura. “I miei genitori si sono sposati qui”. La mamma è arrivata prima, ma suo padre era nato negli USA. E’ vissuto negli USA fino a 18 anni poi lo riportarono in Italia, ma soffriva molto perchè era cresciuto negli USA fino a 18 anni. Durante l’intervista Pino ha chiamato la mamma per chiedere quale era il paese di suo nonno (risulta essere Bayonne nel New Jersey). Suo nonno sognava sempre di ritornare negli USA per poter parlare l’Inglese, che aveva imparato ed era molto utile durante la guerra perchè così poteva fare da traduttore non ufficiale per i soldati e per il governo. Ritornò alla casa dei suoi nonni in Italia in occasione della sua luna di miele. Gli piaceva il suo piccolo paese, la sua semplicità, ma lamentava che non era un posto adatto ad attirare turisti come le città del nord. Pino era molto seccato per lo stereotipo di mafioso con cui spesso veniva caratterizzato: “Mi da proprio ai nervi, fin troppo!” Pino è un quarantenne, non è socio di nessuna associazione ma fa da ‘coach’ per una squadra di calcio, partecipa ad attività religiose della parrocchia, ha frequentato qualche performance al Centro Da Vinci, ma non è mai stato alla Casa d’Italia nonostante che questa sia a 4 passi da casa sua.. Sul dipinto di Mussolini nella cupola della chiesa egli notava: “cosa farebbero se il dipinto fosse di Hitler?” Quando Joe, che ci accompagnava, sentì questo andò su tutte le furie e cominciò a gridare: “ma Mussolini non ha ammazzato milioni di persone, come ha fatto Hitler...”

• Mario e Luciana, sanniti sulla sessantina Proprietari della seconda agenzia di viaggi nella Little Italy ‘Travel mediterraneo’, mentre Alfredo Gagliardi è il padrone della prima agenzia, più rinomata, anche per i suoi numerosi meriti verso la comunità. “Tutti sono venuti qui in cerca di lavoro. L’Italiano si imparava a casa, ma le altre due lingue a scuola. Potevi imparare e parlare tutte le lingue che volevi. Ma se volevi mangiare dovevi parlare italiano a tavola!”. Ci hanno offerto ciliegie e fichi dalle varie cassette di frutta.

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• Joe Frattino (Vice Presidente di Casa D’Italia e guida per la Little

Italy). Suo suocero, Gentile Dieni, dirigeva una banda e un Club Sociale dove gli immigranti italiani che non avevano casa dormivano nel sottoscala. Non era un dormitorio, ma un posto con molti lettini, come si usava anche presso la Casa d’Italia quando era necessario. Si interessò alla Casa d’Italia solo, quando cominciò a frequentare la sua fidanzata che aveva incontrato a una danza dei tifosi della Juventus nella parrocchia. È stato lui a costruire la scena della Natività che ancora oggi si vede nel giardino accanto alla Chiesa della Difesa. La figlia Adriana è un’esperta di dieta all’Ospedale Cabrini. I giovani si coinvolgono solo se i loro genitori sono coinvolti e se crescono in questa cultura di partecipazione nella comunità italiana. Caffé Italia fondato nel ’55, serve un ottimo espresso. Dice Joe Fratino: “Qui è sempre affollato di gente che parla solo di politica e di sport, dimostrando che ognuno è un esperto, come nei bar italiani.”.

• Dott.sa Irene Giannetti Nata in Italia e emigrata in Canada a 6 anni, la dottoressa Giannetti rappresenta una delle figure professionali di maggior rilievo Montreal. Parla della comunità italiana con grande orgoglio e molto positivamente, una comunità molto ben integrata che pure mantiene la sua cultura e la sua distinzione, che è rispettata dalle altre comunità ed è guidata da una classe imprenditoriale, non necessariamente da quella professionale. “La comunità italiana è caratterizzata da una forte longevità e in generale da ottima salute. Questo può essere attribuito al cibo fresco e sano. La longevità media degli Italiani qui è di 88 anni. Ma parecchi superano i 100 anni. E questo nonostante la vita difficile che molti hanno avuto, la lontananza dai familiari e il problema di confrontarsi con la sfida dell’integrazione in un’altra cultura”. Tra gli Italiani di Montreal c’è una forte incidenza di Epatite B e di Anemia Mediterranea. È vero che non sono malattie mortali e che sono pericolose solo per gli adolescenti. Ma la loro incidenza è un problema, c’è anche una forte incidenza di problemi mentali e psicologici tra gli adolescenti. La sofferenza comune causata dall’esperienza migratoria ha creato un regime di tolleranza e accettazione tra immigrati di regioni e paesi diversi. Altrimenti saremmo rimasti divisi. In ospedale sono tutti amici, la malattia è un livellatore sociale, mentre prima quasi non si conosceva, il volontariato è molto diffuso nella comunità adesso: “Ora che abbiamo il pane possiamo permetterci il lusso di pensare anche agli altri. Ci incoraggia la presenza del Console anche come volontariato, specialmente a Natale”. Abbiamo adottato il sistema chiamato “Teleconsulto” (IPOCM)—vi partecipano 27 ospedali, tutto gratis ma nessun ospedale degli Stati Uniti. Il nostro Ethics Committee ha approvato la nostra partecipazione al progetto della dottoressa Tramontano (GENS) e il nostro ospedale ha siglato l’intesa per la ricerca. Tutti ormai conoscono questo progetto di ricerca”. Tra i suoi “desiderata”: che il governo italiano favorisca e promuova un programma di scambi di professionisti (dottori) di tirocinanti, facilitando il riconoscimento delle qualifiche (titoli accademici) e il permesso di soggiorno e di

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lavoro. Sarebbe un programma facilmente attuabile se ci fosse un’intesa tra i due rispettivi Ministeri della Sanità. I grandi nomi nella comunità non sono i professionisti ma gli uomini di affari: nelle costruzioni, nella distribuzione di generi alimentari, nel settore commerciale. Le nostre associazioni prima erano per il mutuo soccorso ora sono scomparse o sono diventate sedi di incontri culturali. La nostra comunità sta maturando molto bene e la continua conoscenza della lingua italiana ne è un indicatore. A Toronto, invece, la lingua Italiana non è più parlata. I nostri giovani si trovano in un’ottima posizione per far carriera e raggiungere alti livelli di eccellenza. È interessante notare cos’ è accaduto alle nostre donne. Prima, se volevano andare all’università si sentivano dire: che ci vai a fare? Il diploma poi lo metti nel tiretto. Ci si sposa e si va a lavorare in fabbrica. Così avevamo tanto talento e potenziale non utilizzato. Per ricevere un’educazione io ho dovuto lavorare sette giorni la settimana e investire molta fatica. Per i maschi invece la storia era diversa. I maschi andavano alla Business School, sono tutti diventati businessmen, dagli anni ‘80 abbiamo avuto tutta una coorte di professionisti. Ma gli italiani non erano ben visti alla University of Montreal e quindi si sono trasferiti in massa alla McGill. La CIBCA ogni anno dà molte borse di studio a giovani italiani promettenti. Le varie associazioni dovrebbe imitarla e garantire anche loro borse di studio. I nostri giovani hanno sete di radici, di cultura italiana e di conoscenza della lingua. Con la Campania e con la Provincia di Benevento abbiamo iniziato molti progetti in comune, con il coinvolgimento di Sprint Campania, il polo Aeronautico di Napoli e contatti con 12 centri di eccellenza Campani. Per un maggiore impulso alla collaborazione io suggerirei che le imprese private conducessero più studi di mercato e organizzassero incontri mirati ‘one to one’ per interpretare i veri bisogni della comunità. Gli Italiani sono bravi, ma mancano di strutture di accompagnamento”. Infine ci dice che l’ospedale riceve un piccolo contributo dal Ministero per le Attività produttive, ma è una ‘non profit cooperation’.

• Massimo Pacetti, parlamentare Molti anni fa la situazione era diversa. Oggi gli Italio-canadesi stanno bene e non hanno bisogno dell’Italia.“A dire la verità, gli Italiani del Canada non hanno bisogno di alcunché da parte dell’Italia…. Io non conosco nessuno che ha bisogno di essere aiutato dal governo Italiano….Ma abbiamo bisogno di maggiori scambi culturali. Gli Italiani mi vengono a trovare come parlamentare perchè sono italiano e hanno bisogno di me per le loro pensioni, per problemi con le tasse, ecc. Abbiamo un problema serio con gli anziani ottantenni e più. Abbiamo bisogno di case per gli anziani dove possono parlare italiano ed essere aiutati anche se scelgono di vivere soli, perchè piace godersi la casa e l’orticello. Il mio problema principale è quello della immigrazione, che sta cambiando e che ci porta nuovi gruppi di persone ogni giorno che mi creano una nuova massa di clienti... Un problema serio della comunità italiana è quello delle case per anziani. Abbiamo poco personale che serve questi anziani, ma che sa anche parlare la lingua. Poi molti anziani vivono da soli a casa, non possono uscire e non hanno l’assistenza necessaria[…].

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Gli Italiani hanno avuto successo nel creare un’immagine collettiva positiva come buoni cittadini. Gli italiani sono cittadini solidi che partecipano anche alla vita politica, mentre sono un poco stufi della politica italiana. Ci sono dei piccoli pregiudizi; anche se io sono di origine mista toscana e meridionale, a volte sono ancora visto come “Mafia”. Qui si parla raramente della politica italiana. Non c’è nessun interesse. Il voto per gli Italiani all’estero registra poco interesse tra i giovani e anche tra gli anziani molti erano disgustati di dover votare perchè non sapevano per chi e perchè. La destra attualmente era più forte e forse avrebbe potuto vincere, se [...]. I prodotti dell’Italia, anche quelli provenienti dal Mezzogiorno, non sono di qualità inferiore. Ma bisogna fare i conti con il mercato. I prodotti italiani soffrono della mancanza di un canale efficiente di distribuzione... E in questo settore io potrei essere di aiuto[…]. Tutti quelli che vanno in Italia visitano Roma e Firenze. Quasi nessuno va al Sud, perchè pensano che è pericoloso e anche perchè sfortunatamente non ci sono voli diretti da Montreal all’Italia meridionale. I passeggeri ci sono e da anni si attende che si mettano in atto le linee. Ma non succede. Perchè? Almeno si potrebbe fare uno scalo Montreal-Milano. Molti dei nostri giovani sono già stati in Italia e ora preferiscono andare in Africa o in Australia. Ma c’è gente che non ha la cittadinanza canadese e che non può andare negli USA a visitare amici e parenti. Purtroppo molti dei nostri connazionali hanno perso la cittadinanza, perchè non avevano i soldi per pagare il costo della pratica che pertanto è diventata una barriera difficile da superare. A me pare che ci sono molte e ridondanti Associazioni Italiane, tutte in concorrenza l’una con l’altra, e molti livelli di rappresentanza (Comites, CGIE, Consolati...). Questo crea molta confusione sia tra le Istituzioni e sia per i politici locali[…].Tra le associazioni le migliori sono ben organizzate. Ma io direi che occorrerebbe avere meno feste e più attività cultuali. Ma siccome attraverso le Regioni arrivano soldi, i leaders si montano la testa. Qui, le Regioni meglio organizzate danno migliori risultati e riescono a gestire meglio i loro soci […]. A mio parere la RAI è troppo politicizzata, preferirei una TV RAI tutta canadese e questa esigenza è molto sentita tra gli Italo-Canadesi. Un buon progetto sarebbe quello di promuovere la cucina italiana, le sagre culinarie, usando cuochi italiani, come ha fatto Celia Villani(?). Io mi trovo in competizione con la mia gente, queste piccole personalità politiche che fanno parte delle tante strutture politiche italiane. La gente mi chiede continuamente se sono di destra o di sinistra....”

• Carole Gagliardi, direttrice Corriere Italiano La Sig.ra Gagliardi svolge il suo ruolo nel campo delle comunicazioni come supplemento a media inglesi e francesi, mettendo a disposizione della comunità notizie dall’Italia oltre opinioni e pareri dall’Italia e sull’Italia in generale. “Le organizzazioni Italo-Canadesi dovrebbero reinventarsi e il Governo italiano dovrebbe dare esempio proiettando una visione nel futuro. A Montreal c’è un notevole gap generazionale. Per esempio il Centro Da Vinci è frequentato dai giovani perchè offre servizi adatti come la gym e le performance teatrali e cinematiche. La comunità Italiana di Montreal è ben servita in termini di media. Ci sono però troppi giornali e ne soffre la qualità. Le nostre trasmissioni Radio sono ottime e fanno un buon lavoro con i mezzi limitati a loro disposizione. Per quanto riguarda la TV abbiamo perso sulla proposta di una TV Italiana locale.

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Anche se avanza ancora qualche critica, la soluzione RAI è accettabile e avrà un forte impatto”.

• Sabrina Marandola, giornalista della stampa, radio e TV.

“La comunità è molto unita, ma c’è qualche conflitto intergenerazionale. Quelli che sono immigrati negli anni ‘70 e ‘80 hanno mantenuto le tradizioni della madrepatria più degli Italiani stessi. Tutta la musica che si sente durante le nostre feste è nostalgica del secolo passato… le nuove generazioni conoscono tre lingue e frequentano l’Università e quindi non ci si meraviglia se si sentono più competenti dei loro parenti. La comunità Italo-Canadese non usa molto i Mass Media per comunicare. Quasi mai si leggono “lettere all’editore….” dalle nostre parti. L’anno scorso abbiamo avuto un momento felice di unità, quando la comunità si è manifestata a proposito del caso RAI. Un’altra occasione nella quale abbiamo sentito un forte senso di unità sono stati i Mondiali di calcio: mai prima ci siamo sentiti così vicini all’Italia… Ma va detto che tra noi italiani ci si riconosce facilmente…dal modo di vestire, che segue la nostra moda. I giovani non sono capaci di andare al di là di questo e capire e approfondire il significato di appartenere alla cultura italiana. Alle ultime elezioni hanno votato oltre 60,000 dei nostri connazionali. E i nostri giovani hanno capito l’importanza di riacquistare la cittadinanza italiana, specialmente ora che la maggioranza di loro è trilingue, che costituisce un grande vantaggio. Molti ragazzi ora pensano di riacquistare la cittadinanza italiana. Io stessa, da piccola non parlavo mai italiano. Poi quando sono andata al college, ne ho capito l’importanza e mi sono affrettata a diventare esperta nella nostra lingua. Rimane comunque il problema delle differenze intergenerazionali. Noi siamo cresciuti secondo il modo tradizionale, ma arrivato a un certo punto sentiamo la discontinuità tra le cultura dei nostri anziani e noi. Stranamente, gli Italiani sono liberali in politica ma molto conservatori a casa. Ma, per esempio, dal punto di vista religioso, la religione per i nostri giovani non è nel loro “radar screen”. Si partecipa alle feste, alle processioni, alla messa parrocchiale, ma, per esempio, mentre i vecchi vanno alla messa in Italiano, i giovani vanno alla messa inglese. I giovani sanno delle differenze regionali, ma in modo superficiale e distaccato. Appartengo all’Associazione Gallerucciana, che ha programmi per giovani, ma in generale le Associazioni sono utili solo per la celebrazione delle feste. Il Consiglio di Amministrazione delle Associazioni è sempre in mano a quelli con 65 anni e più. Ci vorrebbero delle Associazioni appositamente per i giovani italo-canadesi. Le associazioni sono in crisi e hanno bisogno di evolversi. Per questa ragione non si può fare troppo affidamento sulle Associazioni. Il Centro Leonardo da Vinci mi piace, anche perché è molto frequentato da giovani. Io lì ho seguito anche dei corsi. Ma mi piace anche l’architettura del Centro. Molti giovani lo frequentano perché vanno in palestra o frequentano gli spettacoli.

• D.ssa Danielle Virone Prossima Presidente Camera di Commercio. Italo-Canadese. Direttrice generale. Toscana di Firenze.

Ci riceve prontamente nella sede della Camera di Commercio approfittando del fatto che un suo appuntamento salta. Pare che la Camera stia passando un periodo di transizione e lei è la designata Direttore Generale.

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Ci informa che la CIBCA ogni anno mette a disposizione parecchie borse di studio. “Anche le nostre Associazioni dovrebbero entrare in questo ordine di idee. Occorre organizzare attività culturali: i nostri giovani hanno sete di cultura e di lingua italiana. L’Istituto Tagliacarne ci ha anche contattato perchè stanno iniziando uno studio della comunità italiana nel Quebec26. Anche il Presidente della Provincia di Avellino il dott. Nardone ha fatto visita alla nostra provincia accompagnato da 200 persone. Abbiano in comune un progetto NAFTA. Abbiamo anche siglato un accordo con lo SPRINT Campania. Anche la nostra Associazione Canadese dell’Aeronautica ha siglato un accordo con Torino e con Napoli. Ci sono dodici centri di eccellenza campani con i quali siamo in contatto per esplorare possibilità di collaborazione tra imprese private, per studi di mercato e per incontri vari “one on one”. Noi cerchiamo di interpretare i bisogni della comunità. E’ un lavoro molto soddisfacente. La Camera di Commercio ha un ruolo molto importante perchè in generale gli Italiani qui sono ottimi lavoratori e produttori, ma mancano di strutture e di accompagnamento. Alla CCIA lavorano 12 addetti. Riceviamo un piccolo contributo dal Ministero delle Attività Produttive. Abbiamo aperto uno sportello per Milano e per la Fiera di Milano. Nel Quebec noi siamo il ‘partner of choice’ per il Ministero per lo sviluppo economico. Collaboriamo anche con ‘Investment Québec’ per ottenere altri fondi, specialmente nell’area di Trois Rivieres. Noi siamo ben conosciuti, anche se altri enti cercano di fare la stessa cosa che noi facciamo ma senza le competenze di cui noi disponiamo, usando impiegati a termine. Ci sono anche istituzioni con competenze parallele come per es. L’ICE. Purtroppo le risorse sono limitate e questo crea problemi. Abbiamo organizzato molti incontri e abbiamo prodotto una guida di tutte le nostre iniziative. La dott.sa Tramontano ci ha contattato ed è venuta accompagnata da rappresentanti dei Centri di eccellenza. Lei collabora col prof. Hamet e anche con l’Ospedale Cabrini. Noi ci siamo addossati il compito di fare conoscere il progetto alla comunità.”

26 Ci incoraggia a metterci in comunicazione con loro e ci da i nominativi.

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4.4 Personalità di rilievo di origine campana nel campo della politica Rappresentanza Politica: Parlamentari Canadesi di origine italiana La Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica in occasione della Conferenza degli italiani nel mondo (11-15 dicembre 2000) ha censito quasi trecentocinquanta parlamentari di origine italiana, eletti in ventisette Paesi appartenenti all'Europa (43), all'America Settentrionale (49), all'America Centro-meridionale (249) e all'Oceania (5).

Alle ultime elezioni (2006) la comunità italo-canadese esprimeva 18 parlamentari, 16 membri della House of Commons (Camera dei Deputati) e 2 membri del Senato. Di questi 18 solo due risultavano essere di origine Campana, ovvero:

• DISCEPOLA Nunzio

Nata a Volturara Irpina, 27/11/49 Liberal Party Eletto alla Camera dei Comuni nel 1993 e rieletto nel 1997, è stato Presidente del Gruppo parlamentare del Liberal Party nel Québec (1994). Vicepresidente della Commissione permanente Finanze, è membro delle Commissioni permanenti Giustizia e affari legali e Industria e fa parte della Sottocommissione Sicurezza nazionale, della Commissione permanente Giustizia e degli affari legali. È Presidente del Gruppo parlamentare di amicizia Italia-Canada. Immigrato in Canada nel 1957, laureato in Matematica presso la McGill University di Montréal, ha poi conseguito un master in Amministrazione aziendale nella stessa Università. Consigliere comunale per la città di Kirkland (1983-89), ne è divenuto successivamente Sindaco (1989-93). Si occupa in particolare di problematiche economiche e sociali con spiccata attenzione per il Québec. Nel 1996 e nel 1997 è stato Segretario parlamentare del Ministro dell’Interno.

• NUNZIATA John Nato a Revelstoke, 04/01/55 Indipendente Eletto alla Camera dei Comuni nel 1984 nelle liste del Liberal Party e riconfermato nel 1988 e nel 1993, è stato rieletto come indipendente nel 1997. Fa parte della Commissione permanente Giustizia della Camera dei Comuni. Laureato in Scienze politiche presso l’Università York e in Legge presso l’Università di Toronto, avvocato, è stato Assessore al Comune di York nella regione metropolitana di Toronto. È stato responsabile nel Governo ombra per il Ministero dell’Interno (1984-92) e responsabile nel Governo ombra per il Lavoro (1992). Regione italiana di origine: Campania Gli altri Italo-Canadesi eletti al Parlamento nel corso delle ultime elezioni, risultavano i seguenti: House of Commons (16) Senate (2) Maurizio Bevilacqua Consiglio Di Nino Charles Luigi Caccia Marisa Ferretti Barth Joe Comuzzi Joe Fontana Alfonso Gagliano Albina Guarnieri

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Tony Ianno Karen Longo Redman Peter Mancini Maria Minna Gary Pillitteri Carmen Provenzano Tony Valeri Joseph Volpe Nove Regioni Italiane risultavano rappresentate dai nuovi eletti al Parlamento Canadese. Gli eletti erano così ripartiti per le loro origini regionali: Sicilia 4 (sovra rappresentata), Abruzzo 3, Calabria 3 (sottorappresentata), Molise 0, Campania 2, Puglia 2, Friuli-Venezia Giulia 1, Lazio 1, Lombardia 1, Marche 1. Questa distribuzione riflette in generale la consistenza regionale di emigrati con cittadinanza italiana nel Canada, ad eccezione della Sicilia che esprime un numero di parlamentari superiore alla sua forza demografica nel paese, mentre la Calabria ne esprime un numero inferiore.

5. CONCLUSIONI: IL FUTURO

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CONCLUSIONI: IL FUTURO DELL’OSSERVATORIO

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5. Conclusioni: il futuro dell’Osservatorio. L’esperienza compiuta in questi anni, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale di Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema (PON-ATAS) del QCS Italia Ob. 1 Misura II.1 “iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani all’estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno”, rappresenta l’acquisizione di un Know how tecnico ed organizzativo che richiederebbe un’opportuna valorizzazione nel futuro. Le tre azioni di sistema ITENETs (Osservatorio Regionale), PPTIE (Programma di Partenariato Territoriale con gli IE) ed ex AVVISO PUBBLICO( finanziamento di ‘best practices’ sul territorio) hanno attivato, in questo lungo percorso di lavoro comune tra Regioni, MAE e Centro Internazionale di Formazione dell’OIL, numerose competenze in termini di capacity building, networking, orientamento all’internazionalizzazione. Non vi è alcun dubbio sul valore aggiunto indotto dalle “Azioni di Sistema PON ATAS” e in particolare su quelle relative al rafforzamento dei legami con le business communities. Esse hanno costituito un fattore di crescita del tasso di internazionalizzazione del sistema regionale e ugualmente vanno intese come uno strumento indiretto di sviluppo locale. Va sottolineato come le varie azioni della Misura PON ATAS, realizzando interventi di partenariato e cooperazione internazionale, abbiano promosso un sempre maggiore coinvolgimento degli attori del territorio, appartenenti al mondo dell’imprenditoria, della formazione, della ricerca scientifica e delle Istituzioni e siano servite a consolidare i rapporti intrapresi tra la Regione e questi soggetti attraverso il dialogo continuo, a favorire una sorta di processo di “fidelizzazione” all’Ente. In termini di competenze apportate, strumenti e “prodotti” possono dirsi rilevanti e concretamente misurabili in: - accresciuta capacity building istituzionale, - incremento di competenze e know how relative alla programmazione,

implementazione e gestione dei processi di internazionalizzazione e cooperazione internazionale,

- accresciuta capacità di networking (creazione e gestione di reti informative, relazionali e tematiche) - analisi dei mercati e dei sistemi internazionali (domanda ed offerta) - sistematizzazione e gestione dei flussi informativi “bidirezionali” coerenti con tali mercati e sistemi. Si può dire che il Programma abbia contribuito fortemente a sistematizzare tutta una serie di dati conoscitivi sparsi e frammentati, a rafforzare e mettere a sistema una rete estesa e fitta di collegamenti internazionali, a meglio gestire le partnership con l’estero, in generale a migliorare la governance dei processi di internazionalizzazione da parte delle Regioni. Lo stesso il documento di pianificazione strategica regionale DSR, approvato dalla DGR n. 1042, riporta svariati richiami, seppur indiretti, agli Italiani all’estero ed alle iniziative ITENETs e PPTIE. I progetti ITENETs e PPTIE, hanno agito, infatti, nel contesto regionale quali leve indirette per l’internazionalizzazione del territorio, puntando l’accento sul capitale umano e sul ruolo cardine degli IRE, che, portatori di conoscenze e competenze nel proprio contesto estero, sono stati il punto di partenza privilegiato per numerose azioni di cooperazione internazionale.

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Le scelte e le attività messe in campo dai progetti durante la programmazione 2000/2006 trovano elementi di congruità nel DSR già in fase di premessa, rilevando che, in linea con il QSN si intende “favorire l’internazionalizzazione delle imprese del Mezzogiorno e la promozione dell’integrazione e della cooperazione economica, culturale e istituzionale transfrontaliera, transnazionale e interregionale”. Altrettanta congruità è rilevabile nel PRINT (Programma Regionale per l’Internazionalizzazione, documento del 2001 in fase di revisione) che definisce la volontà della Regione Campania nel “favorire, su specifiche aree-paese, attività volte alla cooperazione e al partenariato, utilizzando al massimo le opportunità offerte dai programmi dell’Unione europea”. Ancora il DSR sottolinea il ruolo importante, in termini di know how e competenze, riconosciuto dalla Regione alle Assistenze Tecniche in tema d’internazionalizzazione e cooperazione internazionale. Per queste ragioni sarebbe auspicabile un processo di internalizzazione delle competenze acquisite, inserendo i “profili” professionali attivati dal programma nell’AGC 09 - Rapporti con gli organi nazionali ed internazionali in materia di interesse regionale - quale strumento trasversale a tutti i settori regionali che abbiano interesse a proiettarsi all’esterno e a cooperare a livello internazionale. Tutto ciò sarebbe funzionale a garantire continuità al lavoro e alle reti partenariali già attivate (sia con stakeholders del territorio che con Enti esteri) attraverso i protocolli d’intesa che hanno reso l’Osservatorio uno strumento sinergico di tipo complementare rispetto a quanto la Regione Campania già possedeva in termini di leve per l’internazionalizzazione. Nell’agenda della futura Programmazione Comunitaria (2007-13) la Campania potrà contare su un considerevole afflusso di nuove risorse finanziarie (circa 11.130 Meuro) che, sulla base delle indicazioni strategiche del DSR, costruiranno la copertura dei Piani Operativi regionali (uno per relativo Fondo) consentendo anche il finanziamento di nuovi progetti e azioni innovative di cooperazione internazionale. La metodologia acquisita attraverso il progetto ITENETs, con la sperimentazione di partenariati sviluppati con le business e professional communities, potrà divenire modalità strutturante anche della prossima programmazione che prevede un così ampio ricorso alla cooperazione territoriale (Ob. 3) Il lavoro finora svolto nell’ambito dei progetti ITENETs e PPTIE, ha dato vita ad una vivace comunità virtuale, talvolta anche fisica e di incontro, tra soggetti e persone sparsi per il mondo. Essi comunicano e cooperano fattivamente e costituiscono un piccolo grande patrimonio di conoscenze e relazioni di cui tutta la Regione, intesa come Amministrazione ed ancor più come territorio, può avvalersi.

Liliana Ottazzi Referente Osservatorio ITENETs, Regione Campania

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PROGETTO ITENETs/Università La Sapienza, Lo scambio di conoscenze tra gli attori del territorio e gli Osservatori sul lavoro e l’impresa degli italiani all’estero nelle regioni Obiettivo1 (Stakeholders Analysis), 2003.

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• A Bench on Which to Rest: The Diary of an Immigrant: A Novel, by Elena Maccaferri (translated by Maria Colfer Phillips), Herodias (New York:1999)

• A Monument for Italian Canadian Immigrants: Regional Migration from Italy to Canada, G. Scardellato and Manuela Scarci, eds., Department of Italian Studies, University of Toronto (Toronto:1999)

• All Our Fathers: the North Italian Colony in Cape Breton, by E.M. Razzolinni, International Education Centre (Halifax:n.d.)

• Angelo Branca: Gladiator of the Courts, by Vincent Moore, Douglas & McIntyre (Vancouver:1981)

• Arranggiarsi: The Italian Immigration Experience in Canada, edited by Roberto Perin and Franc Sturino, Guernica Editions (Montreal:1989)

• Canadese: A Portrait of the Italian Canadians, by Kenneth Bagnell, Macmillan (Toronto:1989)

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(Venice:1979) • Canadiana: Problemi di Storia Canadese, edited by Luca Codignola

(Venice:1983) • Contrasts: Comparative Essays on Italian-Canadian Writing, edited by

Joseph Pivato, Guernica Editions (1985) • Coro Santa Cecilia, Toronto, Canada, 1961-1986: Twenty-Five Years of

Italian Voices in Canada, Gianni Angelo Grohovaz (Toronto:1986) • Curaggia: Writing by Women of Italian Descent, N. A. Ciatu, et al., eds.,

Women’s Press, (Toronto:1998) • Dalla Frontiera alle little Italies: gli italiani in Canada, 1800-1945, by

Robert Harney, Bonacci Editore (Rome:1984) • “Dangerous Foreigner”: European Immigrant Workers and Labour

Radicalism in Canada, 1896-1932, by Donald Avery (Toronto:1979) • “…E con rispetto parlando al microfono Gianni Grohovaz”, by Gianni

Grohovaz, La Casa Editrice Sono Me (Toronto:1983) • Eh, Paesan: Being Italian in Toronto, by Nicholas D. Harney, University

of Toronto Press (Toronto:1998) • Enemies Within: Italians and Other Internees in Canada and Abroad,

Franca Iacovetta et al., eds., University of Toronto Press (Toronto:2000).

• Ethnicity and Housing Adaptation of the Italians in Montreal, by John Fainella, National Library of Canada (Ottawa:1987)

27 Per quanto possibile si riportano i riferimenti di quanto esistente sul tema dell’emigrazione italiana in Canada. Sebbene una panoramica completa, dettagliata, aggiornatissima e illustrata della storia dell’emigrazione italiana nel Québec, dei personaggi più significativi della nostra comunità e della rete di Organizzazioni e Associazioni italiane nel Québec è contenuta nel volume da poco pubblicato dal Sig. Basilio Giordano, editore del quotidiano Il Cittadino Canadese e intitolato: Les Protagonistes Italiens du Québec,, con i tipi dell’editoriale “Canada” (2006).

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• Ethnicity, the State and War: Canada and Its Ethnic Minorities, 1939-1945, by Norman Hillmer (Ottawa:1989)

• Fogolars 1979, by T. Baldassi et al., Azzi Publishing Company (Vancouver:1979)

• From an Antique Land: Italians in Canada, edited by F.C.Hardwick (Vancouver:1976)

• Gathering Places: Peoples and Neighbourhoods of Toronto, 1875-1935, (Toronto:1985)

• Gli Italiani in Canada, by Guglielmo Vangelisti, 2nd edition (Montreal:1958)

• I Cattivi Pensieri di Don Smarto: Un Prete Italiano in Canada, by Benito Framarin, Edizioni Messaggero Padova (Padua:1986)

• I Lucani a Toronto, by Franco Conte (Toronto:1984) • Immigrants, A Portrait of the Urban Experience:1890-1930, by R.

Harney and H. Troper, Van Norstrand Reinhold (Toronto:1975) • In Giro Per Il Mondo: Osservazioni e appunti, by Enea Cavalieri

(Bologna:1880) • Il Canada e L’emigrazione Italiana, by Carlo De Stefani (Firenze:1914) • Issues in Cultural Diversity, by H. Troper and L. Palmer, The Ontario

Institute for Studies in Education (Toronto:1976) • Italian Canadian Voices, edited by Caroline Morgan Di Giovanni, Mosaic

Press (Oakville,Ontario:1984) • Italians in a Multicultural Canada, by Clifford Jansen, E. Mellen Press

(Queenston, Ontario:1988) • Italians in Canada, by A.V. Spada, Riviera Press (Montreal:1969) • Italians in Ontario, edited by F. Sturino and J. Zucchi, Special Issue of

Polyphony, the Bulletin of the Multicultural History Society of Ontario (Fall-Winter 1985)

• Italians in Toronto: Development of a National Identity, 1875-1935, by John Zucchi, McGill-Queen’s University Press (1989)

• La Ville Sans Femme, by Mario Duliani, Societé des Editions Pascal (Montreal:1969)

• Little Italies in North America, edited by Robert Harney and J. Vincenza Scarpaci, Multicultural History Society of Ontario (Toronto:1981)

• Lives of the Saints, by Nino Ricci (Toronto:1991) • Looking Into My Sister’s Eyes: An Exploration in Women’s History, edited

by J. Burnet (Toronto:1982) • Newcomers in Transition: An Experimental Study Project, by E.

Ferguson, International Institute of Metropolitan Toronto (Toronto:1964) • Of Toronto the Good: A Social Study, by C.S. Clark, Toronto Publishing

Company (Montreal:1889) Reprinted 1970 • On the Move: French Canadian and Italian Immigrants in the North

Atlantic Economy, 1860-1914, by Bruno Ramirez, McClelland and Stewart (Toronto:1991)

• Recreation in a predominantly Italian-speaking neighbourhood in Toronto, by Angelo Albergo, (Toronto:1973)

• Rime Gentile e Barbare, by Nicola Morfea, Editrice Nuovi Autori (Milano:1990)

• Roman Candles, edited by Pier Georgio Di Cicco (Toronto:1978) • Royal Commission appointed to Inquire into the Immigration of Italian

Labourers to Montreal and alleged Fraudulent Practices of Employment Agencies (Ottawa:1905)

• Strangers Within Our Gates, or Coming Canadians, by James S. Woodsworth (University of Toronto Press:1972)

• Studi Emigrazione/Études Migrations, Centro Studi Emigrazione (Rome:1985)

ALLEGATI

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• The Closer We Are to Dying, by Joe Fiorito, Picador • The Congregation of Italians in Vancouver, by Christopher William

Collett, National Library of Canada (Ottawa:1985) • The Culture of Italy Mediaeval to Modern, edited by S. Bernard Chandler

& Julius Molinaro, Griffin House (Toronto:1979) • The Father, by Frank Paci (Ottawa:1984) • The Italian Immigrant Woman in North America, edited by Betty Boyd

Caroli et al., Multicultural History Society of Ontario (Toronto:1978) • The Italians, by Frank Paci (Scarborough, Ontario:1978) • The Italians in America Before the Civil War, by G. Schiavo (New

York:1934) • The Italians in Canada, by Bruno Ramirez, Canadian Historical

Association (Ottawa:1989) • The Italians of Montreal: Social Adjustment in a Plural Society, by

Jeremy Boissevain, Queen’s Printer (Ottawa:1970) • The Italians of Montreal: From Sojourning to Settlement 1900-1921, by

Bruno Ramirez, Associazione Cultura Popolare Italo-Quebecois (Montreal)

• The Italians of Western Canada: How a Community Centre is Born, by Giovanni Germano, Giunti (Florence:1975)

• The Italians, by Luigi Barzini, Atheneum (New York:1964) • The New City: A Prejudiced View of Toronto, by Pierre Berton, Macmillan

(Toronto:1961) • The Vertical Mosaic: An Analysis of Social Class and Power in Canada, by

John Porter, University of Toronto Press (Toronto:1965) • They Lived in the Moneta: An Overview of the History and Changes in

Social Organization of Italians in Timmins, Ontario, by J.L. DiGiacomo (Downsview, Ontario:1982)

• They Worked and Prayed Together: Italians in Haliburton County, by Leopold Dobrzensky (1988)

• Toronto Remembered: A Celebration of the City, by William Kilbourn, Stoddart (Toronto:1984)

• Torontòs People, edited by Robert Harney, Multicultural History Society of Ontario (Toronto:1984)

• We Italians: A Study on Italian Immigration in Canada, by Francesco Gualtieri, Italian World War Veterans’ Association (Toronto:1937)

• Abucar, Mohamed Hagi. Italians. Tantallon, N.S.: Four East Publications, 1991. 56 p.

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• Anctil, Pierre. Bibliographie sur la communauté italienne de Montréal. Montréal: Institut québécois de recherche sur la culture, 1981. 36 p

• Antonelli, Claudio. Fedeli all'Istria, Fiume, Dalmazia: noi, profughi-emigrati. Montreal: Losna & Tron, 1997. 163 p.

• Antonelli, Claudio et al. I protagonisti italiani di Montréal. Montreal: Basilio Giordana, 1998. 394 p.

• Sradicamento, appartenenza, identita: Pisino, Napoli, Montreal e altrove. Montreal: Losna & Tron, 2002. 215 p.

• Ariemma, Virginia Williams. The Story of Villa Charities: A Quarter Century of Community Development by Italian Canadians in Greater Metropolitan Toronto, 1971-1996. Toronto: Villa Charities, 1997. 244 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN HV 110 T6 A74 1997

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• Augimeri, Maria C. Calabrese Folklore. Ottawa: National Museum of Man, National Museums of Canada, 1985. 255 p. (Mercury Series. Canadian Centre for Folk Culture Studies ; Paper 56) Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN GR 113 C36 no. 56

• Bagnell, Kenneth. Canadese: A Portrait of the Italian Canadians. Toronto: Macmillan, 1989. 287 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN FC 106 I8 B33

• Buranello, Robert. I Giuliano-Dalmati in Canada: considerazioni ed immagini. Ottawa: Legas, 1995. 126 p.

• Caccia, Fulvio. Sous le signe du phénix: entretiens avec quinze créateurs italo-québécois. Montreal: Guernica, 1985. 305 p.

• Caccia, Fulvio ; Sloate, Daniel (trans.). Interviews with the Phoenix: Interviews with Fifteen Italian-Quebecois Artists. Toronto: Guernica, 1998. 221 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN FC 2950 I8 C33

• Carbone, Stanislao. The Streets were not Paved with Gold: A Social History of Italians in Winnipeg. Winnipeg: Manitoba Italian Heritage Committee, 1993. 112 p.

• Italians in Winnipeg: an Illustrated History. Winnipeg: University of Manitoba Press, 1998. 102 p.

• Culos, Raymond. Vancouver's Society of Italians. Madeira Park, B.C.: Harbour Pub., 1998-2002. 2 vol. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN FC 3847.9 I8 C84 v.1-2

• D'Alfonso, Antonio. En italiques: réflexions sur l'ethnicité. Montreal: Éditions Balzac, 2000. 114 p

• In Italics: In Defense of Ethnicity. Toronto: Guernica, 1996. 265 p. • Del Negro, Giovanna. Looking Through my Mother's Eyes: Life

Stories of Nine Italian Immigrant Women in Canada. Toronto: Guernica, 1997. 134 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN GR 470 D44 1997

• Dobrzensky, Leopolda z L. They Worked and Prayed Together: Italians in Haliburton County. Haliburton, Ont.: L. Dobrzensky, 1988. 55 p.

• Duliani, Mario. The City Without Women: A Chronicle of Internment Life in Canada During the Second World War. Oakville, Ont.: Mosaic Press, 1994. 157 p. Translation of: La ville sans femmes and Città senza donne. Call number: CWM/MCG VIMY GEN D 805 C2 D813 1994

• Eisenbichler, Konrad (ed.) An Italian Region in Canada: The Case of Friuli-Venezia Giulia. Toronto: Multicultural History Society of Ontario, 1998. 187 p.

• Fahey, Kathleen. The Italians. St. Catharines, Ont.: Crabtree Pub., 2000. 32 p. [Children’s book]

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• Gabaccia, Donna R. Italy's Many Diasporas. Seattle: University of Washington Press, 2000. 264 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN DG 453 G33 2000

• Gabori, Susan. In Search of Paradise: The Odyssey of an Italian Family. Montreal: McGill-Queen's University Press, 1993. 232 p.

• Giuliano, Bruce B. Sacro o Profano? A Consideration of Four Italian-Canadian Religious Festivals. Ottawa: National Museum of Man, National Museums of Canada, 1976. 64 p. (Mercury Series.

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Canadian Centre for Folk Culture Studies ; Paper 17) Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN GR 113 C36 no. 17

• Grohovaz, Gianni A. Coro Santa Cecilia, Toronto, Canada, 1961-1986: 25 Years of Italian Voices in Canada. Toronto: Coro Santa Cecilia, 1986. 138 p.

• Harney, Nicholas DeMaria. Eh, Paesan! Being Italian in Toronto. Toronto: University of Toronto Press, 1998. 209 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN FC 3097.9 I8 H37 1998

• Harney, Robert F.; Harney, Nicholas De Maria; Harney, Maria (ed.). From the Shores of Hardship : Italians in Canada : Essays. Welland, Ont.: Lewiston, 1993. 216 p.

• Harney, Robert F ; Liberati, Luigi Bruti, and Nicoletta Serio (trans). Dalla frontiera alle little Italies: gli italiani in Canada, 1800-1845. Roma: Bonacci Editore, 1984. 313 p.

• Harney, Robert F ; Anctil, Pierre et Bruno Ramirez, Bruno (eds). If One Were to Write a History: Selected Writings. Toronto: Multicultural History Society of Ontario, 1991. 290 p.

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• Harney, Robert F. Italians in North America. Toronto: Multicultural History Society of Ontario, 198-? 27, 17 p.

• Harney, Robert F. ; Scarpaci, J. Vincenza (eds). Little Italies in North America. Toronto: Multicultural History Society of Ontario, 1981. 210 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN E 184 I8 L57

• Liberati, Luigi Bruti. Il Canada e la guerra dei trent'anni: l'esperienza bellica di un popolo multietnico. Milano: Guerini Studio, 1989. 333 p.

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Volti italiani: immagini della comunita italiana di Sudbury. Welland, Ont.: Éditions Soleil Pub., 2000. 182 p.

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• Ramirez, Bruno ; Del Balso, Michael. The Italians of Montreal: From Sojourning to Settlement, 1900-1921. Montreal: Éditions du Courant, 1980. 54 p.

• Ramirez, Bruno; Teasdale, Christiane (trans.). Les Italiens au Canada. Ottawa: Société historique du Canada, 1989. 28 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN FC 106 I8 R3414 1989

• Ramirez, Bruno. On the Move: French-Canadian and Italian Migrants in the North Atlantic Economy, 1860-1914. Toronto: Oxford University Press Canada, 1998, c1991. 172 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN HD 8081 I8 R35 1991

• Ramirez, Bruno ; Teasdale, Christiane (trans.). Par monts et par vaux: migrants canadiens-francais et italiens dans l'economie nord-atlantique, 1860-1914. Montréal: Boréal, 1991. 204 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN HD 8081 I8 R3514 1991

• Ramirez, Bruno. Les premiers Italiens de Montréal: l'origine de la petite Italie du Québec. Montreal : Boréal express, 1984. 136 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN FC 2947.9 I7 R35 1984

• Razzolini, E. M. All our Fathers: The North Italian Colony in Industrial Cape Breton. Halifax, N.S.: International Education Centre, Saint Mary's University, 1983. 55 p.

• Riganelli, Carla (ed.). Club Roma, St. Catharines, Ontario, Canada, 1961-1986: 25 Years of Dedication to the Community. Ontario: Webcom, 1987. 101 p.

• Rocchetti, Loriana ; Rose, Robert. Bravi: A History of the Italian Community in the Town of St. Marys. St. Marys, Ont.: Thames Label & Litho, 1996. 121 p.

• Salvatore, Filippo. Fascism and the Italians of Montreal: an Oral History, 1922-1945. Toronto: Guernica, 1998. 224 p.

• ---. Le fascisme et les Italiens à Montréal: une histoire orale, 1922-1945. Montreal: Guernica, 1995. 302 p.

• Scardellato, Gabriele Pietro ; Scarci, Manuela (eds). A Monument for Italian-Canadian Immigrants: Regional Migration From Italy to Canada. Toronto: Dept. of Italian Studies, University of Toronto, 1999. 110 p.

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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• Scardellato, Gabriele Pietro. Within our Temple: A History of the Order Sons of Italy of Ontario. Toronto: Order Sons of Italy of Canada, 1995. 223 p.

• Sturino, Franc. Forging the Chain: A Case Study of Italian Migration to North America, 1880-1930. Toronto: Multicultural History Society of Ontario, 1990, 277 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN FC 3097.9 I8 S88 1990

• Italian-Canadian Studies: A Select Bibliography. Toronto: Mariano A. Elia Chair in Italian-Canadian Studies, York University and the Multicultural History Society of Ontario, 1988. 108 p. (Elia Chair publication series; 1) Call number: MCC/CMC BIBLIO REF Z 1395 I8 S78

• Tedesco, Theresa. Italiani: A Celebration of Italian Life in Canada. Don Mills, Ont.: Stoddart, 1990.

• Toppan, Marino. The Voice of Labour: A Life in Torontòs Construction Industry. Toronto: Mariano A. Elia Chair in Italian Canadian Studies; Frank Iacobucci Centre for Italian Canadian Studies, 2003.

• Verdicchio, Pasquale. Devils in Paradise: Writings on Post-Emigrant Cultures. Toronto: Guernica, 1997. 160 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN E 49.2 I8 V47

• Wood, Patricia Katharine. Nationalism From the Margins: Italians in Alberta and British Columbia. Montreal: McGill-Queen's University Press, 2002. 180 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN FC 3700 I8 W66 2002

• Zorzi, Rosella Mamoli. Attraversare gli oceani: da Giovanni Caboto al Canada multiculturale. Venezia : Marsilio, 1999. 247 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN E 129 C1 A88 1999

• Zucchi, John E. The Italian Immigrants of the St. John's Ward, 1875-1915 : Patterns of Settlement and Neighbourhood Formation. Toronto: Multicultural History Society of Ontario, 1981, c1980. 43 p. Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN FC 3097.9 I8 Z82

• Italians in Toronto: Development of a National Identity, 1875-1935. Montréal: McGill-Queen's University Press, 1990. 255 p

Articoli

• Allen, Robert Thomas, “Portrait of Little Italy”, Maclean’s, March 21, 1964

• ”From Italy With Love (Some Lessons in Living)”, The Canadian Magazine, November 8, 1969

• Bell, Margaret, “Torontòs Melting Pot”, The Canadian Magazine, May-October 1913

• Bridle, Augustus, “The Drama of the Ward”, The Canadian Magazine, November 1919

• Danesi, Marcel, “Ethnic Languages and Acculturation: The Case of Italo-Canadians”, Canadian Ethnic Studies (1985)

• Fortier, A.-M., “The Politics of ‘Italians Abroad’: Nations, Diaspora, and the New Geographies of Identity”, in Diaspora: A Journal of Transnational Studies, Vol. 7, Number 2, Spring 1998

• Gabaccia, D. R., “Creating Italians in Canada”, in Diaspora: A Journal of Transnational Studies, Vol. 7, Number 2, Spring 1998

• Harney, Robert F., “The Padrone and the Immigrant”, Canadian Review of American Studies, 1974

ALLEGATI

106

• “Ambiente and Social Class in North American Little Italies”, Canadian Review of Studies in Nationalism, 1976

• “ Italphobia: English Speaking Malady?”, Studi Emigrazione XX11, 1977 • “ The Italian Experience in America: Handbook for Teachers of Italian”,

American Association of Teachers of Italian, 1976 • “ The Commerce of Migration”, Canadian Ethnic Studies (1977) • “Italians in Canada”, Occasional papers on ethnic and immigration

studies, Multicultural History Society of Ontario, Toronto • “If one were to write a history of Postwar Toronto Italia”, Multicultural

History Society of Ontario, 1987 • Iacovetta, Franca, “Remaking Their Lives: Women Survivors,

Immigrants and Refugees in Early Post-war Toronto”, in Joy Parr, ed., A Diversity of Women: Ontario, 1945-1980, Toronto:1995

• Jansen, Clifford J., “Community Organization of Italians in Toronto”, The Canadian Ethnic Mosaic, McClelland and Stewart, 1978

• “Education and Social Mobility of Immigrants: A Pilot Study Focusing on Italians in Vancouver”, The Institute of Behavioural Research, 1981

• Macdonald, J.S., “Chain Migration Reconsidered”, Bolletino di Demografia Storica, Vol. 16, 1992

• Negri, Cristoforo, “Le Navigazioni alla Nuova-Brunswick”, in La Grandezza Italiana: Studi, Confronti, Desideri (Turin:1864)

• Pagliuso, Saverio, “Private brief on problems and needs within Torontòs Italian-Canadian community”, Report submitted to the Addiction Research Foundation of Ontario, 1972

• Pennacchio, Luigi G., “Fascism and the World War: The Impact on Torontòs Italians”, York University, 1989

• Principe, A., “The Italo-Canadian Press of Toronto, 1922-1940”, Proceedings of the Italian Section/Northeast Modern Languages Association Conference, 1980

• Pucci, Antonio, “At the forefront of militancy: Italians in Canada at the turn of the century”, Studi Emigrazione/Etudes Migrations, Rome, 1985

• “Thunder Bay’s Two Little Italies, 1880s-1940s”, in The Italian Immigrant Experience, J. Potestio and A. Pucci, eds., Canadian Italian Historical Association, Thunder Bay, 1988

• Saccucci, Sandra, “The Italian Canadian Dialectic. The Old and the New: Frank Pacìs Black Madonna and the Father, in Italian Canadiana, VI, 1990

• Sturino, Franc, “Family and Kin Cohesion among the South Italian immigrants in Toronto”, Toronto, 1978

• “Contours of Post War Italian Immigration to Toronto”, Toronto, 1984 • Zucchi, John, “The Immigrants of St. John’s Ward: Patterns of

Settlement and Neighbourhood Formation”, Multicultural History Society of Ontario, 1978

• “Occupations, Enterprise, and the Migration Chain: The Fruit Vendors from Termini Imerese in Toronto, 1900-1930”, in Studi-Emigrazione/É

Tesi di Laurea

• “Community and Conflict: A Study of the Working Class and Its Relationship at the Canadian Lakehead, 1903-1913”, Master’s thesis of Jean Morrison, Lakehead University, Thunder Bay, Ontario, 1974

• “Inside the Chain: A Case Study in Southern Italian Migration to North America, 1880-1930”, Ph.D. dissertation of Franc Sturino, University of Toronto, 1981

• “Post-War Immigrants in the Changing Metropolis with Special Reference to Torontòs Italian Population”, Ph.D. dissertation of Samuel Sidlofsky, University of Toronto, 1969

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

107

• “The Innocuous Enemy Alien: Italians in Canada during World War Two”, Master’s thesis of Joseph A. Ciccocelli, University of Western Ontario, 1977

• “The Italian Community in Fort William’s East End in the Early Twentieth Century”, Master’s thesis of Anthony Pucci, Lakehead University, Thunder Bay, Ontario, 1977

Filmografia

• Barbed Wire and Mandolins. Montreal: National Film Board of Canada, 1997. 1 VHS (46 min.).

• Caffè Italia. Montreal: Cinéma Libre and Imavision, 1999, c1985. 1 VHS (81 min.).

• (In French with English subtitles). • The Canadians: The Italian Community. Richmond, B.C.: Provincial

Educational Media Centre, 1983-1984. 1 VHS (30 min.) (The Canadian Community series; 2)

• Dimanche d'Amérique. Montreal: National Film Board of Canada, 1961. 1 film (16 mm, vidéo 1/2 po, 3/4 po, 1 po ; 27 min.). In English: One Sunday in Canada.

• Enigmatico. Montreal: National Film Board of Canada, 1995. 1 VHS (52 min.). (In English with French subtitles).

• The Good Life. Toronto: Dog-Ear Film and Video Productions, 1991. 1 VHS (23 min.). (In Italian with English subtitles)

• Mediterraneo sempre. Montreal: National Film Board of Canada, 2000. 1 VHS (73 min.) (In French: Méditerranée pour toujours. In English: Mediterranean forever). Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN VIDEO 743

• The Newcomers: The Italians. Markham, Ont.: LM Media Marketing Services Ltd., 1978. 1 VHS (58 min.).

• One Sunday in Canada. Montreal: National Film Board of Canada, 1961. 1 film (16 mm, vidéo 1/2 po, 3/4 po, 1 po. ; 27 min.). In French: Dimanche d’Amérique.

• Sons and Daughters: The Italians of Schreiber. Toronto: White Pine Pictures, 1997. 1 VHS (30 min.) (A scattering of seeds series; 7) Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN VIDEO 692 v. 7

• St. Bruno: My Eyes as a Stranger. Toronto, Ont.: Lynx Images Releasing, 1993. 1 VHS (20 min.). Call number: MCC/CMC BIBLIO GEN VIDEO 470

• Terra Nova. Toronto: Northern Outlaw Productions Inc, 1991. 1 film (16 mm, ½ po, ¾ po, 1 po ; 24 min.).

SITOGRAFIA

1. http://www.tandemnews.com/viewstory.php?storyid=2177 2. [email protected] 3. http://www.semaineitaliennedemontreal.com/

a. 8370, Boul. Lacordaire, St-Leonard (Quebec) H1R 3Y6. Tel: (514)279-6357 Fax: (514) 955-8527

4. http://www.canadese.org/ 5. http://www.albertasource.ca/abitalian/illcongresso/articles/ilcongresso/htm 6. http://www.heritagecommunityfdn.org 7. www.toronto.italconsulate.org 8. www.iicmontreal.esteri.it

ALLEGATI

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9. http://www.cittadinocanadese.com 10. Per il censimento canadese: http://www12.statcan.ca/english/census01/

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

109

2. Dimensione associativa degli italiani nel Canada e a Montréal Enti nazionali

• CONGRESSO NAZIONALE DEGLI ITALO CANADESI - PROVINCIA DI QUEBEC

505 JEAN TALON EST, MONTREAL, QUEBEC CANADA - H2R 1T6 MONTREAL Tel. 01 514/279 6357 Pubblicazione: RIVISTA TRIMESTRALE Finalità: Sindacali; Linguistico-culturali - Pres. Anna Mancuso Fondato nel 1983. Soci: 85

• NATIONAL CONGRESS OF ITALIAN-CANADIANS-OTTAWA Ms. Josephine Palumbo President P.O. Box 8144 Post Office Terminal OTTAWA, ON K1G 3H6 Tel: (613) 727-2760

• NATIONAL CONGRESS OF ITALIAN-CANADIANS - TORONTO DISTRICT

756 Ossington Ave. TORONTO, ON M6G 3T9 Tel: (416) 531-9964 Fax: (416) 531-9966

• FEDERATION OF ITALIAN-CANADIAN SENIOR CLUBS Columbus Centre #305, 901 Lawrence Avenue west TORONTO ON M6A 1C3 tel (001-416) 787.4340 fax (001-416) 787.3745 Direttore: Prof. Alberto Di Giovanni

• CENTRO SCUOLA E CULTURA 901 Lawrence Ave. West TORONTO ON M6A 1C3 tel (001-416) 789.4970 fax (001-416) 789.4246 Presidente : Arch. Renzo Pillon

• COLUMBUS CENTRE #305, 901 Lawrence Avenue west TORONTO ON M6A 1C3 tel (001-416) 787.4340 fax (001-416) 787.3745 Presidente: Mr. Emanuele Triassi

• CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA 550, rue Sherbrooke Ouest, Bureau 680 MONTRÉAL PQ H3A 1B9 tel (001-514) 844.4249 fax (001-514) 844.4875 Presidente: Dr. Giuseppe Turi

• SOCIETÀ DANTE ALIGHIERI DI MONTREAL

suite 524, 3355 Chemin Queen Mary MONTRÉAL PQ H3V 1A5 tel (001-514) 345.0718 fax (001-514) 345.0860

• ORDER SONS OF ITALY IN CANADA 505 Jean Talon St. East MONTRÉAL PQ H2R 1T6 tel (001-514) 271.2281

• CANADIAN ITALIAN BUSINESS & PROFESSIONAL ASSOCIATION Mr. Robert De Toni, President

ALLEGATI

110

P.O. Box 1095, Postal station B 59 Sparks Street. Ottawa, ON K1P 5R1 Tel: (613) 834-5288; Fax: (613) 563-8496

• ASSOCIAZIONE UOMINI D'AFFARI E PROFESSIONISTI - C.I.B.P.A.

6020 JEAN TALON EST SUITE 830, MONREAL, QUEBEC- H1S 3B1 MONTREAL, Tel. 01 514/254 4929 - Fax. 01 514/254 4920 Finalità: Professionali - Pres. Salvatore Mariani

• ASSOCIAZIONE ITALO CANADESE PROFESSIONISTI E IMPRENDITORI DI TORONTO

901 Lawrence Avenue W., Suite 305 TORONTO ON M6A 1C3 tel (001-416) 782.4445; fax (001-416) 782.5500

• CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA DI TORONTO 901 LAWRENCE AVE. N.306, TORONTO, ONTARIO - M6A 1C3 TORONTO Tel. 1 416/7897169 - Fax. 1 416/7897160 Pres. Arturo Pelliccione Fondata nel 1987 –

• SOCIETÀ DANTE ALIGHIERI DI MONTREAL suite 524, 3355 Chemin Queen Mary MONTRÉAL PQ H3V 1A5 tel (001-514) 345.0718; fax (001-514) 345.0860

• ORDER OF SONS OF ITALY IN CANADA 505 Jean Talon St. East MONTRÉAL PQ H2R 1T6 tel (001-514) 271.2281

• CANADIAN ITALIAN BUSINESS & PROFESSIONAL ASSOCIATION OF BRITISH COLUMBIA

3075 Slocan Street, VANCOUVER BC V5M 3E4 tel (001-604) 430.3337; fax (001-604) 430.3331

• CANADIAN ITALIAN BUSINESS & PROFESSIONAL ASSOCIATION INC.

#830, 6020 Jean Talon St. East; ST-LÉONARD, PQ H1S 3B1 tel (001-514) 254.4929; fax (001-514) 254-4920

• CANADIAN ITALIAN BUSINESS AND PROFESSIONAL ASSOCIATION OF TORONTO

#212, 901 Lawrence Avenue W.; TORONTO ON M6A 1C3 tel (001-416) 782.4445; fax (001-416) 789.3951

• CALGARY ITALIAN CLUB 416 1st Avenue NE, CALGARY AB T2E 0B4 tel (001-403) 264.4133; fax (001-403) 264.0626

• TEAM ITALIA Associazione delle aziende e dei dirigenti italiani in Canada. Presidente: Paolo Maccario, Segretario generale: Giuseppe Mancini 78 Warren Road unit # 108, Toronto, ON, Canada M4V 2R2 tel: (001-416) 960 37 92; fax: (001-416) 946 1974 email:[email protected]/[email protected] www.team-italia.ca

• CASA D'ITALIA 505 JEAN TALON EST, MONTREAL , QUEBEC, CANADA - H2R 1T6 MONTREAL Tel. 01 514 /274 9461 Finalità: Culturali - Pres. Gaby Mancini

• FONDAZIONE SANTA CABRINI 5655 ST.ZOTIQUE EST,, MONTREAL QUEBEC CANADA - H1T 1P7 MONTREAL

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

111

Tel. 01 514/270 4124 Finalità: Assistenziali - Pres. Gemi Giaccari Fondata nel 1974. Soci 485

Associazioni del welfare e servizi nella circoscrizione consolare di Montreal Patronati

• A.C.L.I. (QUEBEC) 4371 Rue Gatineau, Chomedey, Laval, Quebec, Canada - H2T 1G5 CHOMEDEY LAVAL; Tel. 01 514/688 2155

• MONTREAL (QUEBEC) Indirizzo: 20 BLVD. DE MAISONNEUVE O. H2X 1Z3 MONTREAL QUEBEC (CDN) Telefono: 001-514-8440010 Fax: 001-514-8443872

• ITAL-UIL 1555 Jean Talon Est, Montreal H2E1S7 Quebec Tel. 001514/728/4242; Fax. 001514/728/6868

• PATRONATO INCA MONTREAL - 1549 JARRY EST 1A7 - MONTREAL QUE. H2E Nazione (CAN) Tel. 001514 7217373 - Fax. 001514 7210765 e-mail: [email protected] Informazioni addizionali sulle Associazioni Campane e Molisane:

• IRPINIA CLUB 110 BLOSSOM CRESCENT, DOWNSVIEW, ONTARIO - M3N 2V2 DOWNSVIEW Anno di Fondazione:1983 –

• ASSOCIAZIONE AVELLINESI 1696 DOLLARD, VILLE LASALLE QUEBEC CANADA - H8N 1T8 VILLE LASALLE Tel. 01 514/365 9044 Finalità: Culturali - Pres. Aderico Savignano Anno di Fondazione: 1990. Soci: 300

• ASSOCIAZIONE CIVITANOVA DEL SANNIO 7152 VERDIER, ST.LEONARD QUEBEC CANADA - H1S 2H2 SAINT LEONARD Tel. 01 514 /728 6465 Finalità: Culturali; Ricreative - Pres. Mario Battista

• COMITATO MADONNA DELL'ARCO 6232 PAPINEAU, MONTREAL QUEBEC CANADA - H2G 2W9 MONTREAL Finalità: Ricreative - Pres. Teresa Galati

• ASSOCIAZIONE SPORTIVA RICREATIVA CASERTA 9187, 12TH AVENUE ST.MICHEL, MONTREAL , QUEBEC, CANADA MONTREAL Tel. 01 514/325 2313 Finalità: Ricreative; Sportive - Pres. Luigi Ranaldi Anno di Fondazione1984. Soci 470

• ASSOCIAZIONE CANCIANESI DI MONTREAL 8093 FABRE, APP.2, MONTREAL, QUEBEC CANADA MONTREAL Finalità: Ricreative - Pres. Gaspare Cicchirillo Anno di Fondazione 1949. Soci 600

• ASSOCIAZIONE GUARDIALFIERA 5602 DES GLAIEULES, MONTREAL, QUEBEC CANADA - H1G 2C6 MONTREAL Tel. 01 514 /955 8099 Finalità: Ricreative; Culturali - Pres. Frank Ronci

• ASSOCIAZIONE GESUALDINA DI MONTREAL 11057 RUE FRIGON, MONTREAL, QUEBEC CANADA - H3M 2R4 MONTREAL Tel. 01 514/331 3519

ALLEGATI

112

Finalità: Ricreative; Culturali - Pres. Tony D'Addese Anno di Fondazione 1965. Soci 230

• ASSOCIAZIONE GALLUCCIANA DEL QUEBEC 9685 LAROSE, MONTREAL QUEBEC CANADA - H2B 2Y6 MONTREAL Tel. 01 514/389 9351 Finalità: Ricreative; Culturali - Pres. Ludovico Prattico

• ASSOCIAZIONE ARAGONESE 3133 LEGENDRE, APP.2 MONTREAL, QUEBEC, CANADA - H1Z 1N2 MONTREAL Tel. 01 514 /663 6816 Finalità: Culturali - Pres. Girlando Chiara Anno di Fondazione: 1976 –

• ASSOCIAZIONE CAMPOLIETO 12185 PHILIPPE PANETTON, MONTREAL , QUEBEC, CANADA - H1E 3R1 MONTREAL Tel. 01 514/648 8347 Finalità: Culturali; Ricreative - Pres. Pasquale Ialenti Anno di Fondazione: 1984. Soci 602

• ASSOCIAZIONE SPORTIVA RICREATIVA CASERTA 9187, 12TH AVENUE ST.MICHEL, MONTREAL , QUEBEC, CANADA MONTREAL Tel. 01 514/325 2313 Finalità: Ricreative; Sportive - Pres. Luigi Ranaldi Anno di Fonfazione: 1984. Soci 470

• ASSOCIAZIONE CIVITANOVA DEL SANNIO 7152 VERDIER, ST.LEONARD QUEBEC CANADA - H1S 2H2 SAINT LEONARD Tel. 01 514 /728 6465 Finalità: Culturali; Ricreative - Pres. Mario Battista

• COMITATO MADONNA DELL'ARCO 6232 PAPINEAU, MONTREAL QUEBEC CANADA - H2G 2W9 MONTREAL Finalità: Ricreative - Pres. Teresa Galati Anno di Fondazione: 1968. Soci 70

• ASSOCIAZIONE CANCIANESI DI MONTREAL 8093 FABRE, APP.2, MONTREAL, QUEBEC CANADA MONTREAL Finalità: Ricreative - Pres. Gaspare Cicchirillo Anno di Fondazione: 1949. Soci 600

• ASSOCIAZIONE RICREATIVA DELIESI 1736 - 6ÈME AVENUE,, BOISBRIAND, QUEBEC CANADA - H7G 1J5 BOISBRIAND Tel. 01 514/435 9873 Finalità: Ricreative - Pres. Domenico Romagnino

• CLUB SOCIALE CONVERSANESE 5247 ANGEVIN,, ST. LEONARD, QUEBEC CANADA - H1S 1H7 SAINT LEONARD Tel. 01 514 /852 2678 Finalità: Ricreative - Pres. Vincenzo Di Cristo Anno di Fondazione: 1985.

• ASSOCIAZIONE GESUALDINA DI MONTREAL 11057 RUE FRIGON, MONTREAL, QUEBEC CANADA - H3M 2R4 MONTREAL Tel. 01 514/331 3519 Finalità: Ricreative; Culturali - Pres. Tony D'Addese Anno di Fondazione: 1965. Soci 230

• ASSOCIAZIONE GALLUCCIANA DEL QUEBEC 9685 LAROSE, MONTREAL QUEBEC CANADA - H2B 2Y6 MONTREAL Tel. 01 514/389 9351 Finalità: Ricreative; Culturali - Pres. Ludovico Prattico

• CLUB CERVINARA 38 IKLEY RD., DOWNSVIEW, ONTARIO - M3J 1C6 DOWNSVIEW Finalità: Ricreative - Pres. Joe Bruno Anno di Fondazione: 1971

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

113

• CIRCOLO SANT'ONOFRESE Gli italiani in Canada – Progetto ITENETs – http://www.itenets.org – pag - 69 70 PIPPIN ROAD, UNIT 59, CONCORD, ONTARIO - L4K 4M9 CONCORD Tel. 1 905/6690332 Pres. Antonio Bonavota Anno di Fondazione: 1978

• CIVITANOVA DEL SANNIO CLUB 3695 DUFFERIN ST., NORTH YORK, ONTARIO - M3K 1N9 NORTH YORK Tel. 1 416/6380616 Pres. Vincenzo Palazzo Anno di Fondazione: 1987

• ASSOCIAZIONE CATTOLICA SAN GERARDO 27 ARRAN CRESCENT, WOODBRIDGE, ONTARIO - L4L 1G4 WOODBRIDGE Tel. 1 905/8511578 Finalità: Ricreative - Pres. Gerardo Marcantuoni Anno di Fondazione: 1984. Soci 85

• AVELLINO SOCCER CLUB 9 GARVIEW COURT, WESTON, ONTARIO - M9R 4B9 WESTON Finalità: Ricreative - Pres. Mike Pasquariello

• LETINO MATESE S.C. 107 FINDHORN CRES., MAPLE, ONTARIO - L4A 1M3 MAPLE Finalità: Ricreative - Pres. Antonietta Mozzone Anno di Fondazione: 1979

• ASSOC. SANVITESE 3765 OULETTE AVE., WINDSOR, ONTARIO - N9E 3M6 WINDSOR Tel. 1 519/9665371 Finalità: Ricreative - Pres. Domenico Ruggirello Anno di Fondazione: 1970

• ASSOCIAZIONE MARIA SS.MA DELLA LIBERA 14 CRABAPPLE CRT., BRANTFORD, ONTARIO - N3R 5X9 BRANTFORD Tel. 1 519/7531861 Finalità: Ricreative - Pres. Giovanni Tavernese Anno di Fondazione: 1986

• VALLE DEL SANGRO CLUB 65 PEACHAM CRESCENT, DOWNSVIEW, ONTARIO - M3M 1S9 DOWNSVIEW Pres. Fernando Luciani Anno di Fondazione: 1982

• ASSOCIAZIONE SANTO IERARDO P.O. BOX 685-STN. MAIN, BOLTON, ONTARIO - L7E 5T5 BOLTON Tel. 1 416/7023667 Finalità: Ricreative - Pres. Luigi Schiavi Anno di Fondazione: 1978

• COMUNITÀ MONTORIESE AL VOMANO 2899 STEELES AVE. W. N. 31, NORTH YORK, ONTARIO - M3J 3A1 NORTH YORK Finalità: Ricreative - Pres. Mario Cortellucci

• MONTORIO DEI FRENTANI 18 COLLSWOOD PLACE, SCARBOROUGH, ONTARIO - M1G 3P7 SCARBOROUGH Tel. 1 416/4393924 Pres. Denny Del Rosso Anno di Fondazione: 1987

• ROSETO VALFORTORE S.C. 2394 HAINER ROAD UNIT 7, MISSISSAUGA, ONTARIO - L4Y 1Y6 MISSISSAUGA Pres. Phil Zita Anno di Fondazione: 1988

• ASSOCIAZIONE CULTURALE MONTE S. GIOVANNI CAMPANO P.O. BOX 357 STA. A, DOWNSVIEW, ONTARIO - M3M 3A6 DOWNSVIEW

ALLEGATI

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Tel. 1 416/7248979 - Fax. 1 416/7248979 EMail: [email protected] Pres. Angelo Santaroni

• ASSOCIAZIONE CULTURALE CAMPANI 545 LAKESHORE BLVD. W., ROEONTO, ONTARIO - M5V 1A3 TORONTO Tel. 1 416/2600047 Finalità: Ricreative - Pres. Vincenzo Somma Altre Associazioni Campane del West Canada

KELOWNA Canadian Italian Club 770 Lawrence Ave, Kelowna British Columbia V1Y 6M1 Presidente: Celeste Bazzana Tel.: (250) 762-0900

NELSON Società Italo-Canadese P.O. Box 239, Nelson British Columbia V1L 5T9 Presidente: Rocco Mastrobuono

PRINCE GEORGE Club Italiano 533 Dominion St, Prince George, British Columbia V2L 1T7 Presidente: Pasquale Canino

TRAIL Società Cristoforo Colombo 584 Rossland Ave, Trail, British Columbia V1R 3M8 Presidente: Mario Berno Tel.: (250) 368-8921

TRAIL Club Italico 1623 Green Gable Rd, Trail British Columbia V1R 3N1

TRAIL Società M.S. Italo-Canadese 419 Rossland Avenue, Vancouver, British Columbia V1R 3N1 Presidente: Antonia Driutti

Amici di Casacalenda 519 West Kings Rd, North Vancouver, British Columbia V7N2M5 Presidente: Carmelina Cusano Tel.: (604) 980-2377

Associazione Bocciofila Italo-Canadese 3075 Slocan St, Vancouver, British Columbia V5M 3E4 Presidente: Luigi Pasin Tel.: (604) 430-3337

Centro Culturale Italiano 3075 Slocan St, Vancouver, British Columbia V5M 3E4 Presidente: Joe Finamore Tel.:(604) 430-3337 www.italianculturalcentre.ca

Club Femminile Italiano 3075 Slocan St, Vancouver, British Columbia V5M 3E4 Presidente: Gemma Scotton Tel.: (604) 420-5494 E-mail: [email protected]

Confratellanza Italo-Canadese Box 57091-2480 E. Hastings St, Vancouver, British Columbia V5K5G6 Presidente: John Barbieri Tel.: (604) 215-2456 E-mail: [email protected]

Lega Femminile Vancouver, British Columbia Presidente: Serafina Sammarco Tel.: (604) 274-1052

RAPPORTO ITENETs 2006 – REGIONE CAMPANIA

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Congresso Nazionale Italo-Canadese 3075 Slocan St, Vancouver, British Columbia V5M 3E4 Presidente: Nick Ciavarella Tel.: (604) 324-6752

Coro Folcloristico Italiano di Vancouver 3075 Slocan St, Vancouver, British Columbia V5M 3E4 Presidente: Mario Castellani Tel.: (604) 430-3337

Coro Italiano della British Columbia 3075 Slocan St, Vancouver, British Columbia V5M 3E4 Presidente: Toni Battista Tel.:(604) 987-4846 E-mail: [email protected]

Italian Canadian Sports Federation 3075 Slocan St, Vancouver, British Columbia V5M 3E4 Presidente: Thomas DeLuca Tel.: (604) 321-2007

Società Italiana di Mutuo Soccorso 940 Ewen Ave, New Westminster, British Columbia V3M 5C8 Presidente: Larry Cadorin Tel.: (604) 521-8320 E-mail: [email protected]

Club Italo-Canadese dei Produttori di Vino 3075 Slocan St, Vancouver, British Columbia V5M 3E4 Presidente: Gianni Seminari E-mail: [email protected]

Associazione Scrittori Italo Canadesi Vancouver Chapter. Persona da contattare: Anna Foschi Sito: www.aicw.ca [email protected] E-mail: [email protected]

VICTORIA Centro Assistenziale Leonardo da Vinci 195 Bay St, Victoria, British Columbia V9A 3K4 Presidente: Giovanna Greco Tel.: (250) 383-8041

VICTORIA Associazione Culturale Italo-Canadese Sede: Depot 1, P.O. Box 6416, Victoria British Columbia V8P 5H3 Presidente: Teresa Delli Carri Sede: Powel River (British Columbia) V8A 5H7 Sede: Trail (British Columbia) V1R 2V3 Tel.: (604) 485-9074; Tel. (250) 364-1961; Fax (250) 364-2325


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