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OTTOBRE - scoprirecamminandoin certi casi a distanza di un paio d’anni e pertanto filtrata dai...

Date post: 08-Apr-2020
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GENNAIO FEBBRAIO APRILE MAGGIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE GIUGNO NOVEMBRE MARZO DICEMBRE LUGLIO
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Page 1: OTTOBRE - scoprirecamminandoin certi casi a distanza di un paio d’anni e pertanto filtrata dai ricordi, delle emozioni sca - turite dall’escursione. Si tratta dell’improbo tentativo

CAMMINANDO CON NUOVI OCCHI

GENNAIO

FEBBRAIOAPRILE MA

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AGOSTO

SETTEMBRE

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NOVEMBREMA

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DICEMBRE LUGLIO2012

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L’eventuale Il ricavato della distribuzione del calendario sarà devoluto all’Associazione Luca Onlus, che svolge la propria attività nel campo delle neoplasie infantili.

CAMMINANDO CON NUOVI OCCHI

Gennaio PANI: Pani di Raveo (Carnia centrale).

Febbraio PATÓC: Borgo di Patòc, in Val Raccolana (Alpi Giulie).

Marzo LEDRÁNIE: Località Ledrànie, altopiano di Monte Prât, Forgaria (Prealpi Carniche).

Aprile CONTOVELLO: Borgo di Contovello, Prosecco (Carso Triestino).

Maggio MAGREDI E RISORGIVE: Magredi di San Quirino, risorgive del Vinchiaruzzo, Cordenons (Pianura Pordenonese).

Giugno VALÍNS: Monte Valìns (Prealpi Carniche).

Ideazione e realizzazione www.scoprirecamminando.itTesti e foto, salvo diversamente citato, di Alberto Candolini.

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre,ma nell’avere nuovi occhi.Marcel Proust

In questo calendario 2012 proponiamo una rilettura dei territori attraversati durante do-dici escursioni che si sono svolte dal 2009 al 2011. Abbiamo scelto non tra le più belle escursioni, in quanto modestamente è difficile scartare qualche uscita basandoci su questo criterio. Piuttosto la scelta è ricaduta su quelle camminate che hanno suscitato forti emo-zioni, vuoi per l’ambiente naturale visitato o per il particolare momento in cui si è svolta la camminata. Inoltre abbiamo puntato su quelle escursioni che potevano offrirci spunti poetici, legando le immagini ad alcuni versi significativi. Così abbiamo pensato alla Val Raccolana di Pierluigi Cappello, al Monte Valìns di Ida Vallerugo, alla poesia “Contovel-lo” di Saba, al Matajûr di Dino Menichini e via dicendo. È davvero emozionante trovarsi in un luogo e leggere quello che altri uomini vi hanno scritto; se poi si tratta di bravi poeti l’emozione trasmessa è ancora più forte.Il breve testo che accompagna le immagini non è altro che una veloce trascrizione, fatta in certi casi a distanza di un paio d’anni e pertanto filtrata dai ricordi, delle emozioni sca-turite dall’escursione. Si tratta dell’improbo tentativo di seguire tali emozioni cammin fa-cendo, ma corrono davvero veloci ed è difficile stargli dietro! Le descrizioni, che potranno pertanto apparire in alcuni casi indecifrabili o caotiche, sono un condensato di stati d’ani-mo e immagini in cui molti si ritroveranno, avendole vissute assieme. Altri, leggendole, potranno essere stimolati a percorrerne il viaggio di scoperta.Come sempre questo calendario è un piccolo segno di gratitudine verso la nostra madre natura, che ci ha regalato terre uniche, di riconoscimento verso quel gruppo di persone che ha sempre voglia di scoprire con nuovi occhi, e di speranza verso i tanti, troppi, che ogni giorno soffrono davvero.Per questo motivo, come in passato, l’eventuale ricavato dalla distribuzione del calenda-rio sarà devoluto all’Associazione “Luca”, onlus che svolge la propria attività a sostegno dei bambini colpiti da neoplasie.

GennaioPANI: Pani di Raveo (Carnia centrale).

FebbraioPATÓC: Borgo di Patòc, in Val Raccolana(Alpi Giulie).

MarzoLEDRÁNIE: Località Ledrànie, altopianodi Monte Prât, Forgaria (Prealpi Carniche).

AprileCONTOVELLO: Borgo di Contovello,Prosecco (Carso Triestino).

MaggioMAGREDI E RISORGIVE: Magredi diSan Quirino, risorgive del Vinchiaruzzo,Cordenons (Pianura Pordenonese).

GiugnoVALÍNS: Monte Valìns (Prealpi Carniche).

LuglioCAMPANILE DI VAL MONTANAIA(Dolomiti di sinistra Piave).

AgostoSOMDOGNA: Sella Somdogna(Alpi Giulie).

SettembreCOLLI IN BICI: (Colli Orientali e Collio).

OttobreMATAJÛR (Prealpi Giulie).

NovembreL’ULTIMO STELLA: anse dello Stella,Precenicco (Bassa Pianura).

DicembreCURIEDI: monte Duròn,Fusea di Tomezzo (Alpi Carniche).

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Se esposto al pubblico regolarizzare agli effetti imposta Comunale e Diritti Pubbliche affissioni (D.P.R. n.639 del 26.10.1972) - Stampa GRAPHIS - Fagagna Ud.

Gatto in un fienile di Pani

PANI Pani di Raveo in estate, profumo di fieno nei prati punteggiati da stavoli.

Pani in inverno, soffici distese di neve nel silenzio e fienili stracolmi. Cesti di vischio appesi al pero secolare.In primavera, felci penne di struzzo, tripudio di candidi crochi e accecanti botton d’oro.Autunno struggente, faggi esplosi di arancio,

giallo e marrone, delicati panorami aperti a est, passo di tordi.Pani, discosta e raccolta nella sua verde conchiglia, protetta e riservata sotto l’ala del Col Gentile, è uno dei luoghi più belli del mondo.E non bisogna sapersi accontentare per affermarlo. Bisogna saper guardare con nuovi occhi e ascoltare con il cuore...

Gennaio 2012Se sei un uomo libero,allora sei pronto a metterti in cammino.

Thoreau

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SS. Maria Madre di Dio

SS. Nome del Signore

Santa Genoveffa

Sant’Ermete

Sant’Amelia

Epifania del Signore

S. Luciano, S. Raimondo

Battesimo del Signore

S. Giuliano martire

S. Agatone, S. Aldo

Sant’Igino Papa

S. Modesto

Sant’Ilario

S. Felice

S. Mauro

S. Marcello Papa

Sant’Antonio Abate

Santa Liberata

S. Mario

S. Sebastiano

Sant’Agnese

S. Vincenzo, Sant’Anastasio

Santa Emerenziana

S. Francesco di Sales

Conversione di S. Paolo

S. Timoteo

Sant’Angela Merici

S. Tommaso d’Aquino

S. Costanzo

Santa Martina

S. Giovanni Bosco

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Lungo la strada da Pani a Colza

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Abitazioni di Patòc

Cascata di Cadramazzo

Sono nato al di qua di questi foglilungo un fiume, porto nelle nariciil cuore di resina degli alberi, negli occhi il silenziodi quando nevica, la memoria lungadi chi ha poco da raccontare.

Pierluigi Cappello

Febbraio 2012PATÒC Saliamo a Patòc in un giorno

di sole di fine febbraio.Lasciamo in basso acque gelide scroscianti, volti e cascate di ghiaccio in Val Raccolana.Lungo la mulattiera, pietre squadrate da abili mani, un po’ di fiato al Crist de polse, tra cuscini delicati di eriche.Bianche corolle di ellebori passo dopo passo, aggirano lo Jama, indifferente e selvaggio.Vecchie fornaci di calce, i piloni di cemento della teleferica arrugginita, le luminose faggete pronte a ricominciare.

Saliamo al silenzio del borgo, lo scopriamo ancora addormentato sotto la sua soffice neve, custodito dall’enorme Cimone.Le sue viuzze in sù, l’intonaco blu della scuola, la piccola chiesa maestosa, il totem di legno con gufi e marmotte.Ci sediamo un attimo su scricchiolanti incolti pettinati dall’inverno, uno sguardo al superbo Ca-nin, e già il sole scappa via.È già tempo di inseguirlo, ju pai trois, dapìt de valade.

S. Severo, Santa Verdiana

Presentazione del Signore (Candelora)

S. Biagio

S. Gilberto

Sant’Agata

S. Paolo Miki

S. Romualdo

S. Girolamo Emiliani

Santa Apollonia

Santa Scolastica

Nostra Signora di Lourdes

Santa Eulalia

Santa Maura

S. Valentino martire

SS. Faustino e Giovita

Santa Giuliana

S. Donato martire

S. Simeone

Sant’Alvaro

Sant’Eleuterio

Santa Eleonora

Ceneri

S. Policarpo

S. Edilberto re, S. Sergio

S. Cesario

I Domenica di Quaresima

S. Leandro

S. Romano abate

S. Giusto

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Prime luci dell’alba sul Tagliamento da Ledranie (foto Leonardo Zanello)

Eriche in fiore sotto un pino nero

Marzo 2012

Ancora rondini saettanodi sotto i tetti e lungo il fiume.

Un mare di verde è il bosco;cantano fanciulle

e vanno per i campia festa d’amore.

David Maria Turoldo

LEDRANIE Alba di sabato Santo in Ledrania,

sopra Cornino, sotto il Cuàr.Ledrania: panorami incolti sulla pianura friulana, betulle solitarie dalle cortecce dorate.Quasi accerchiati dall’intrecciato letto del Tagliamento, che avvolge in basso la montagna, guardiamo a est.Dalle Giulie si alzerà il primo sole di primavera. Ma da dove? Dal Krn? Dal Matajur? Dallo Stòl? Chissà...Poi d’improvviso, le inaspettate Zuffine ci svelano il

primo raggio, e l’azzurro rosato del fiume si spegne nel fuoco del sole.Scendiamo tra candidi festoni di peri corvini, il tintinnio delle pietraie, l’eco del gracchiare di un corvo imperiale.A Cornino acque smeraldine, riflettono i ciuffi gialli dei cornioli, poco più in là il Tagliamento ci arresta.Muti di fronte al vasto fiume, un sasso piatto lanciato a pelo d’acqua sull’altra sponda.E il sole già vecchio annuncia buon tempo e porta il tepore dei giorni migliori.

Sant’Albino

S. Basilio martire

S. Tiziano

II Domenica di Quaresima

S. Adriano

S. Marciano

Santa Perpetua e Felicita

S. Giovanni di Dio

Santa Francesca Romana

S. Simplicio Papa

III Domenica di Quaresima

S. Massimiliano

Santa Eufrasia

Santa Matilde regina

Santa Luisa

Sant’Ariberto

S. Patrizio

IV Domenica di Quaresima

S. Giuseppe

Santa Claudia

S. Benedetto da Norcia

S. Lea

S. Turibio de Mogrovejo

S. Romolo

V Domenica di Quaresima

S. Emanuele

S. Augusto

S. Sisto III Papa

S. Secondo martire

S. Amedeo

S. Beniamino martire

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Castello di Miramare dal sentiero dei pescatori(foto Marzia Gorini)

Terrazzamenti e coltivi a Contovello

Un uomo innaffia il suo campo.Poi scende così erta del monte una scaletta,che pare, come avanza, il piede mettanel vuoto. Il mare sterminato è sotto.Ricompare. Si affanna ancora attornoquel ritaglio di terra grigia, ingombradi sterpi, a fiore del sasso. Sedutoall’osteria, bevo quest’aspro vino.

Umberto Saba

Aprile 2012CONTOVELLO Il mare sopra le

tegole rosse, le tartarughe dalle orecchie rosse sopra lo stagno di Contovello.La terra rossa del Carso e le prime gemme del terrano. Un giorno di aprile a Contovello.Trampolino di lancio verso il mare sterminato. Ciliegi in fiore e muretti a secco, il bianco d’Istria della torre di Miramare sopra il nero dei lecci.La ripida scaletta dei pescatori ci cala veloci nel parco dei principi. Corbezzoli secolari. L’ombra asciutta dei pini d’Aleppo non dona frescura.

Agli scogli della Riserva marina si aggrappano flessuose alghe: le querce di mare; più sotto si nasconde una bavosa pavone, al riparo del becco affilato del cormorano.Le minuscole siepi di bosso spargono l’aroma antico del giardino all’italiana.Al ritorno vitree grize e fazzoletti di narcisi, boscaglie a sommacco e la vecchia vedetta dei tonni.Un vecchio, lì da sempre che aspetta, ci dice dei banchi più ricchi e le grida a quelli giù in mare.Da quassù a Santa Croce, Contovello laggiù è ormai un pugnetto di case.

Le Palme

S. Francesco di Paola

S. Riccardo vescovo

Sant’Isidoro

S. Vincenzo Ferreri

S. Celestino

S. Giovanni B. de La Salle

Pasqua

Lunedì dell’Angelo

S. Terenzio martire

Santo Stanislao vescovo

S. Giulio I Papa

S. Martino I Papa

S. Abbondio

Sant’Annibale martire

Santa Bernadetta

S. Roberto

S. Galdino vescovo

Santa Emma

Santa Adalgisa

Sant’Anselmo

Ss. Sotero e Caio

S. Giorgio martire

S. Fedele da Sigmaringa

S. Marco Evang. / Festa della Liberazione

Ss. Cleto e Marcellino

Ss. Ida e Zita

Santa Valeria

Santa Caterina da Siena

S. Pio V Papa

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Farfalla Coenonympha nelle risorgive(foto Leonardo Zanello)

Papaveri in fiore sulla strada dei magredi a San Quirino

Maggio 2012

Anìn a grîs usgnot jenfri erbe e cjere dongje il Tiliment.Anin a pièrdisi tal scûr fra sterps e cîl cence carnîrs nè bês.Sîors di libertât a racuei grignei di vite e respîrs di ajar nete a durmî di voe sul jèt d’arint da l’aghe

Annamaria Di Gleria

MAGREDI E RISORGIVE Smarrirsi nelle terre magre tra Tagliamento e Cellina-Meduna. Prendersi cura per un giorno del nostro spirito selvaggio.Da Spilimbergo gli antichi guadi, alti sulla linea delle paludi, imbottigliati tra Noncello e Livenza, portano a ovest.Lo scalpiccìo degli zoccoli sui ciottoli bianchi, dai Longobardi agli Ungari, da quelle steppe gelide a queste, aride e calde.Le povere ossa dei contadini illusi del 1511, l’uovo mimetico dell’occhione. Lo stolone strisciante del

camedrio alpino.Rotola via nel vento il cespuglio secco della Crambe tataria, sparge semi di senape a casaccio tra levigati calcari e dolomie.Tutti qui sperano in una tasca di muschio e licheni.Poco più in là, in un tripudio di colori nel sole, miliardi di grilli nei prati da sfalcio, dall’alba al tramonto. Poco più in giù, d’improvviso il silenzio e il mistero dell’acqua che sorge. L’ombra riservata dell’ontaneta, la torbiera fradicia di vita.Nascosta tra mazzi di giaggioli siberiani, una timida farfallina aspetta un raggio di sole sulla via dell’estinzione.

Festa dei Lavoratori

Sant’Atanasio

Ss. Filippo e Giacomo apostoli

S. Silvano

S. Pio V

Santa Giuditta

Santa Flavia

S. Vittore

S. Gregorio

Sant’Antonino

S. Fabio martire

Ss. Nereo e Achilleo

Beata Vergine Maria di Fatima

S. Mattia apostolo

S. Torquato

Sant’Ubaldo

S. Pasquale Baylon

S. Giovanni I Papa

S. Celestino V Papa

Ascensione del Signore

S. Vittorio martire

Santa Rita da Cascia

S. Desiderio, S. Giorgio

Beata Vergine Maria Ausiliatrice

S. Gregorio VII Papa

S. Filippo Neri

Pentecoste

Sant’Emilio martire

S. Massimino vescovo

Santa Giovanna d’Arco

Visitazione Beata Vergine Maria

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Grifone (foto Marco D’Agaro)

Peonie sul monte Valins

Giugno 2012VALÌNS Saliamo a Cilia in un giorno di pioggia ai primi di giugno.

Ronzano le api nervose sulle acacie fiorite, i versi di Ida nella mente libera da fastidi.Superiamo i quattro tetti del borgo, rituffandoci tra liane di cincine e il gocciolìo del muscoso sottobosco.Emergiamo inzuppati dalla foresta pluviale di Meduno, a mezza costa del Valins, alti sulla domenica mattina dei paesini dispersi tra ghiaie e campi.Le peonie del Monte Valins, decollo di bombi e

deltaplani, ci ammiccano un sorriso timido e protetto da sguardi distratti.I pennacchi arruffati degli asfodeli vigilano sui borghi abbandonati del Canale.Sul Valins hai due strade: una è la rampa di legno che ti lancia nel panorama dell’infinita pianura, l’altra è la rampa verde che ti accompagna sulla cima ed in cielo.Le stelle bianche dei narcisi, con gesti segreti, ci invitano a scegliere la seconda, e un passo dopo l’altro, sempre più leggeri, saliamo.

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S. Giustino

Festa della Repubblica

S. Carlo Lwanga e compagni

S. Quirino vescovo

S. Bonifacio vescovo

S. Norberto

S. Roberto vescovo

S. Medardo vescovo

Ss. Primo e Feliciano

Corpus Domini

S. Barnaba apostolo

S. Basilide

Sant’Antonio da Padova

Sant’Eliseo

Sacro Cuore di Gesù

Cuore Immacolato di Maria

S. Ranieri

Santa Marina

S. Romualdo

Sant’Ettore

S. Luigi Gonzaga

S. Paolino da Nola

S. Lanfranco vescovo

Natività di S. Giovanni Battista

S. Guglielmo

Ss. Giovanni e Paolo martiri

S. Cirillo d’Alessandria vescovo

S. Ireneo

Ss. Pietro e Paolo

Ss. Primi Martiri

Jo i iês da Sìlia chê lûs lassùrestada jê sola a ârdi tal scûr.Li tô âvi lassù a vèvin i cjavei rosvuardâs cun suspiet in planura. Flâmi.Cuan c’a ju suiâvin al soreliduti a li cuiergjeva chel mantel di ondi lusînti.

Ida Vallerugo

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Genziana di Silvia Zenari(Gentiana froelichii ssp. Zenariae)

Il campanile di Val Montanaia e gli spalti del Toro

Luglio 2012CAMPANILE DI VAL MONTANAIA Quaggiù in fondo alla valle più lontana, pardon, lassù in cima alla Val Montanaia, si arriva sempre in pochi, a piccoli gruppi o da soli.Che Dio sia passato di qua e per un momento attardato a fare qualcosa di speciale, non v’è dubbio, basta alzare lo sguardo dall’erto sentiero.Il messaggio è così chiaro che non serve meditare.Si svela nitido sul profilo dei cretti. Purtroppo sono in pochi ad arrivare quassù, a leggere, capire, tacere.Quando vedi per la prima volta, da sotto, il

campanile, sei certo che anche l’anima ha un centro di gravità, un nocciolo puro attorno al quale ruotano giorni e cosucce della vita.Imponente, perfetto, il campanile è lì, perno di roccia attorno al quale gira il mondo. Non puoi staccargli lo sguardo di dosso, mentre sali tra mughi e ghiaioni, a costo di inciampare.Quasi non fai caso al tappeto blu delle genziane di Silvia Zenari, uniche al mondo, sulla soglia del paradiso. Una volta che l’hai visto lo saprai per sempre lì; ovunque ti muoverai per il mondo, avrai la certezza di ruotargli attorno.

Mi sono seduto sul bordo della vita e con i piedi a penzoloni ho guardato l’infinito respirando il suo profumo.

Fabio Volo

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S. Teobaldo

S. Urbano

S. Tommaso apostolo

Santa Elisabetta regina

Sant’Antonio Maria Zaccaria

Santa Maria Goretti

S. Claudio

Sant’Adriano III

S. Fabrizio

Santa Felicita

S. Benedetto da Norcia

S. Felice e Nabore martiri

Sant’Enrico imperatore

S. Camillo De Lellis

S. Bonaventura

Beata Vergine del Carmine

Sant’Alessio confessore

S. Federico

Santa Giusta

Sant’Apollinare

S. Lorenzo da Brindisi

Santa Maria Maddalena

Santa Brigida

Santa Cristina

S. Giacomo apostolo

Ss. Anna e Gioacchino

Santa Liliana

Ss. Nazario e Celso martiri

Santa Marta

S. Pietro Crisologo vescovo

Sant’Ignazio di Loyola

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Scorcio in malga Pieltinis

Gregge a Sella Somdogna

Agosto 2012SOMDOGNA Prima di arri-vare lassù dove

erba e cielo sono un solo ricamo, devi farti la via crucis dell’antimodernità.Diciotto chilometri di rampe e tornanti tra pini e faggi, paesaggi mozzafiato, con in mente le parole dell’arzillo bersagliere Mussolini:“questa strada che domani costituirà un’ottima via fra Dogna e Tarvisio rappresenta il non plus ultra della modernità” (1 maggio 1916).Prima sosta viadotto di Dogna, ricordando Kugy e il suo Titano: il Montasio, più bello che mai da quaggiù, superbo.Poi le pieghe della Terra e le conchiglie fossili delle

mioforie, le impronte del dinosauro impresse sui delta del passato.Una sosta ogni borgo: Chiout di Puppe: una metropoli; Chiout di Gus e la sua vecchina, sull’orlo del burrone.A Chiout Zuchin la via di scalini sotto i tetti, la fermata dello scuolabus per San Daniele e la piazza con specchio, fontana e sapone.A Chiout i “modernissimi” piloni della teleferica di guerra piantati sulle case; a Pleziche, e chi ci arriva fin là?A Pian dei Spadovai il miracolo delle mucche tornate quassù dopo decenni di cespugli nei pascoli magri.Infine sei in Sella, sotto il Montasio, tra le pecore, e il cielo ti sorride.

O greggia mia che posi, oh te beata,che la miseria tua, credo, non sai!Quanta invidia ti porto!Non sol perché d’affannoquasi libera vai;ch’ogni stento, ogni danno,ogni estremo timor subito scordi;ma più perché giammai tedio non provi.

Giacomo Leopardi

Sant’Alfonso M. de’ Liguori

Sant’Eusebio

Santa Lidia

S. Domenico di Gusman

S. Giovanni Maria Vianney

Trasfigurazione del Signore

S. Gaetano da Thiene

S. Domenico

S. Romano

S. Lorenzo martire

Santa Chiara d’Assisi

Sant’Ercolano

Ss. Ippolito e Cassiano martiri

S. Massimiliano Kolbe

Assunzione di Maria Vergine

S. Stefano d’Ungheria

S. Giacinto

Santa Elena imperatrice

S. Ludovico

S. Bernardo

S. Pio X Papa

Beata Vergine Maria Regina

S. Rosa da Lima

S. Bartolomeo apostolo

S. Lodovico re

Sant’Alessandro martire

Santa Monica

Sant’Agostino

Martirio di S. Giovanni Battista

Santa Faustina

Sant’Aristide

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Se esposto al pubblico regolarizzare agli effetti imposta Comunale e Diritti Pubbliche affissioni (D.P.R. n.639 del 26.10.1972) - Stampa GRAPHIS - Fagagna Ud.

Veduta del Brda dalla Subida

In bici tra le vigne dei Colli Orientali

Sant’Egidio

Sant’Elpidio vescovo

S. Gregorio martire

Santa Rosalia

S. Vottirino

Sant’Umberto

Santa Regina

Natività della Beata V. Maria

S. Sergio Papa

S. Nicola da Tolentino

Ss. Proto e Giacinto martiri

SS.mo Nome di Maria

S. Giovanni Cristoforo

Esaltazione della S. Croce

Beata V. Maria Addolorata

Ss. Cornelio e Cipriano

S. Roberto Bellarmino

Santa Sofia martire

S. Gennaro vescovo

Sant’Eustachio

S. Matteo Apostolo ed evangelista

S. Maurizio martire

S. Pio da Petralcina

S. Pacifico prete

Santa Aurelia

Ss. Cosma e Damiano

S. Vincenzo de’ Paoli

S. Venceslao martire

Ss. Michele, Gabriele, Raffaele arcangeli

S. Girolamo

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Settembre 2012COLLI IN BICI Pedalare in un pomeriggio di

sole di settembre tra le colline dei colli orientali.Pedalare nel Brda, attraversando la piana del Prevàl, e via oltre confine, nei paesini dispersi tra i filari.Assaggiare cento acini differenti, scoprire cento profumi, annusando il senso leggero della libertà.Smarrirsi nel Collio, operazione conveniente, chiedere aiuto a chi vendemmia di gusto, all’ospitale cantiniere.

Indaffarato a rovesciare ceste gocciolanti di mosto, troverà il tempo per indicarti la via e un assaggio.Scrostarsi di dosso i giorni pesanti, come l’intonaco che ricopriva i variopinti affreschi di certe chiesette accerchiate da olivi.Liberarsi dalla zavorra delle scadenze e dei modelli da compilare, come mongolfiere multicolori volare sul Collio a pedali.Ma a quelli in bici lo fanno il palloncino?

É venuto un momento che tutto si fermae matura. Le piante lontano stan chete.Sono fatte più scure. Nascondono fruttiche a una scossa cadrebbero. Le nuvole sparsehanno polpe mature. Lontano, sui corsi,ogni casa matura al tepore del cielo.

Cesare Pavese

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Pane degli alpini (Carlina acaulis)

Sulla cima del Matajûr, verso Stol e Canin

Santa Teresa di Gesù Bambino

SS. Angeli Custodi

S. Gerardo abate

S. Francesco d’Assisi

S. Placido martire

S. Bruno di Calabria abate

Beata Vergine Maria del Rosario

S. Pelagia, S. Reparata

S. Dionigi

S. Daniele vescovo

Maternità di Maria, S. Firmino

S. Serafino

Sant’Edoardo re

S. Callisto I Papa

Santa Teresa d’Avila

Santa Edvige

Sant’Ignazio d’Antiochia

S. Luca evangelista

S. Isacco martire

Sant’Irene

Sant’Orsola e compagne

S. Donato

S. Giovanni da Capestrano

S. Antonio Maria Claret vescovo

Ss. Crisante e Daria martiri

Sant’Evaristo Papa

S. Fiorenzo

N.S. Gesù Re dell’Universo

S. Ermelinda

S. Germano vescovo

Santa Lucilla

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Ottobre 2012MATAJÛR Dici Matajûr e dici

tante cose. Se davvero il re longobardo Alboino è salito quassù, una volta visto il mare e l’immensa pianura avrà detto: “questo è un posto da restarci”.Se è vero che il 26 ottobre 1917 i fanti della Salerno sono corsi incontro a Rommel urlando “viva la Germania” è vero che siamo un po’ figli di Alboino.Di certo è vero che da quassù i limpidi ponti d’aria tra una cima e l’altra ci permettono sguardi senza frontiere.Di certo è vero, come scritto poco più sotto, tra le

calli di Topolò: “il cielo non ha confini”.La Velika Baba, la grande nonnetta delle valli, il Matajûr, è sempre lì che ti aspetta.Ci vai una sera d’inverno, con la neve e la luna piena, e ti racconterà leggende di skretiç e krivapete.Ci sali con la bella stagione e ti svelerà i suoi gioielli botanici, come l’aconito dalle foglie strette o la sassifraga delle pietraie.Con la nebbia sarà mistero e ricordi di guerra, con la bora tagliente i versi di Menichini, con la calda estate la voglia di buttarsi nell’erba e testa insù: il cielo non ha confini, e da questi infiniti prati, ne hai la certezza.

Alimenta la fiamma del falòil respiro del vento che riallacciain un limpido e fermo ponte d’arialo Stol e il Matajûr, della frontierafa un segno vano.

Dino Menichini

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Casoni in Laguna alle foci dello Stella

Volo di gabbiani lungo lo Stella (foto Renzo Vicedomini)

Novembre 2012Giovedì

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Tutti i santi

Commemorazione dei defunti

Santa Silvia

S. Carlo Borromeo

S. Zaccaria profeta

S. Leonardo

Sant’Ernesto

S. Goffredo vescovo

Sant’Oreste

S. Leone Magno

S. Martino

S. Renato

S. Diego confessore

S. Giocondo vescovo

S. Alberto Magno

S. Margherita di Scozia

Santa Elisabetta di Ungheria

Sant’Oddone

S. Fausto

S. Felice di Valois

Presentazione di Maria Vergine

Santa Cecilia

S. Clemente I Papa

S. Giovanni della Croce

Santa Caterina di Alessandria

S. Corrado vescovo

S. Virgilio

Santa Livia, S. Demetrio

S. Giacomo

Sant’Andrea apostolo

L’ULTIMO STELLA Seguiamo calmi lo

Stella, dalle sue anse morte di Precenicco, da Titiano.Più lenti della timida lontra, che forse tornerà a popolarne le rive, scendiamo lungo gli argini, nelle golene allagate.Dai mucchi delle talpe affiorano le conchiglie dell’arenile romano. Portum Anaxum, mica poco! Da qui partivano i crociati teutonici, cavalieri templari alti due metri più l’elmo.

Seguiamo con gli occhi il volo veloce di uno stormo di gabbianelle che si perde in Laguna.I canneti scemeranno nelle barene salmastre, le gigantesche case coloniche si trasformeranno in piccoli casoni arruffati alle mote.Lo Stella si è perso nel mare, dove il sole di novembre ha disegnato una bassa parabola, impigliandosi infine nella grande bilancia da pesca.

E’ ndéveno cussì le vele al ventolassando drìo de noltri una gran ssia,

co’ l’ánema in t’i vogi e ‘l cuor contentosensa pinsieri de manincunia.

Biagio Marin

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Fuoco solstiziale sul Cjampeòn

Plenilunio dal Monte Duròn verso il gruppo del Sernio

Dicembre 2012Sabato

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S. Eligio

I Domenica di Avvento

S. Francesco Saverio

Santa Barbara

S. Dalmazio

S. Nicola di Bari vescovo

Sant’Ambrogio vescovo

Immacolata Concezione

II Domenica di Avvento

Nostra Signora di Loreto

S. Damaso I Papa

Santa Giovanna

Santa Lucia

S. Giovanni della Croce

S. Valeriano

III Domenica di Avvento

S. Lazzaro

S. Graziano vescovo

S. Dario

S. Liberato martire

S. Pietro Canisio

S. Flaviano

IV Domenica di Avvento

Santa Irma

Natale del Signore

S. Stefano - Sacra Famiglia

S. Giovanni Evangelista

Ss. Innocenti martiri

S. Tommaso Becket

Sant’Eugenio vescovo

S. Silvestro Papa

CURIEDI Delle tredici lune piene prendiamo la più grossa,

quella del solstizio d’inverno.Delle centinaia di cime, colli, gobbe e dossi panoramici scegliamo Curiedi, sopra Fusea di Tolmezzo.Saliamo al tramonto. Aghi della bilancia più grande del mondo, in un piatto il sole sulle Dolomiti friulane, nell’altro la luna sul Sernio.Difficile pendere di qua o di là; manteniamo il crinale del monte. Ombre lunghissime sulla neve vanno incontro alla luna. Il blu della giovane notte si amalgama al dorato degli ultimi raggi.

Mezza faccia al sole, l’altra metà alla luna, scivolia-mo nel morbido manto verso il Duròn. Alla fine vince il blu.Districandosi dal groviglio dei faggi contorti, alla fine la luna sale alta e libera, innaffia d’argento l’Amariana e se ne va.Tolmezzo, silenziosa e accovacciata nella conca buia, accende microscopici addobbi.Nuove ombre, blu scuro nel blu, si raggruppano sulla cima. Eccoci quassù, a galleggiare nel mare di neve, immersi nel cielo.Ci può essere finale migliore? Ovviamente no.Buon Natale!

Mia signora, per quella sacra luna lassùche inargenta le cime degli alberi di questo giardino,ti giuro...

Oh, Romeo, non giurare per la luna incostanteche muta ogni mese nel suo rotondo andare:non sia mai altrettanto mutevole il tuo amore...

William Shakespeare


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