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PA/ C1 / PG /06 /2012 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione ...er continuare a diffondere la speranza...

Date post: 19-Feb-2021
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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C1 / PG /06 /2012
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  • DALLE API ALLE ROSEBimestrale del Monastero di Santa Rita da Cascianr. 5 settembre-ottobre 2017

    Aut. Trib. Spoleto n. 9 del 26-06-1954. Iscritto al ROC con il n. 2460Edizione italiana: anno XCIV. Edizione inglese: anno LVI.Edizione francese: anno LV. Edizione spagnola: anno XLV.Edizione tedesca: anno XLV. Edizione portoghese: anno IV.

    In copertina: giovani agostiniani durante la color run a Cascia

    Direttore responsabilePasquale GrossiComitato di RedazioneSr. M. Giacomina Stuani (direttore editoriale)Monica Guarriello (caporedattore)P. Bernardino Pinciaroli, P. Giuseppe Caruso, Roger Bergonzoli Sede legaleMonastero Santa Rita, viale Santa Rita 13 - 06043 Cascia (PG)tel. + 39 0743 76221 - fax + 39 0743 76786Sede operativavia delle Fornaci 38 - 00165 Romatel. + 39 06 39674099 - fax + 39 06 39637399 www.santaritadacascia.org/dalleapiallerose [email protected] collaborazione conSr. Maria Rosa Bernardinis, Sr. M. Natalina Todeschini, Sr. M. Imelde Giovanna Sicari,Sr. M. Cecilia Genati, Alessandra Paoloni, Marta Ferraro, Rita Gentili, Alessia Nicoletti,Valentina Fabbri, Cristina Siccardi FotoGiovanni Galardini, Massimo Chiappini, Lamberto Manni, Roger Bergonzoli, PUP Menfi; Fotolia.com: © Alik MulikovProgetto Grafico e ImpaginazioneBruno Apostoli graphic designer - www.brunoapostoli.it

    Se desideri fare un’offerta al Monastero di Santa Rita a Cascia perrichiedere l’abbonamento, preghiere, Sante Messe, per le opere di caritàdel Monastero, per grazie ricevute e devozione, puoi farlo tramite:

    banca: IBAN IT14T0311139240000000001781BIC/SWIFT: BLOPIT22

    posta: c/c postale nr. 5058 - intestato al Monastero Santa Rita da Casciaper effettuare un bonifico postale: IBAN IT85R0760103000000000005058

    carta di credito: www.santaritadacascia.org/donazioni

    PER LA SVIZZERAPosta: conto nr. 69-8517-0intestato a: Monastero Santa Rita Agostiniana06043 Cascia PG - ItaliaIBAN CH8309000000690085170

    PER LA GERMANIAPosta: conto nr. 14421706Intestato a: Superiora del Monastero Santa Rita06043 Cascia PG - ItaliaIBAN DE11600100700014421706

    [email protected]

    www.santaritadacascia.org

    Finito di stampare nel mese di settembre 2017 da Litograftodi srl per contodi Tau Editrice srl Via Umbria 148, 06059 Todi (PG).

    La rivista Dalle Api alle Roseè stampata su carta ecologicacertificata col marchio FSC

    SOMMARIO3 Editoriale del direttore

    Un calcio ad un pallone

    4 Il cristiano, come l’atletaL’amore per Rita del Tractor

    8 Fondazione Santa RitaTestimonianza di una sostenitrice

    10 Cascia EventiAppuntamenti

    13 Speciale Madre FasceLe battaglie di Elena

    18 Pia Unione PrimariaNonno Guglielmo e i suoi ragazzi

    20 AgostinianiIl combattimento

    24 Dialogo col MonasteroCorriamo insieme, verso la meta

    NUOVO IBAN

    Comunichiamo a tutti i nostri lettoriche l’IBAN del Monastero è cambiato.Per chi vorrà sostenerci, ecco le nuovespecifiche bancarie:

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    SOSTIENI DALLE API ALLE ROSE

    Per continuare a diffondere la speranzadel messaggio ritiano, aiutaci a soste-nere “Dalle Api alle Rose”, la voce diSanta Rita in tutto il mondo. Basta una pic-cola donazione tramite:• banca: IBAN IT14T0311139240000000001781BIC/SWIFT: BLOPIT22• posta: c/c postale nr. 5058 - intestato al Monaste-ro Santa Rita da Casciaspecificando nella causale “Abbonamento”. Grazie per quanto potrai fare!

  • EDITORIALE DEL DIRETTORE

    Èun mercoledì addentato dalla canicola agostana. Il 9 agosto 2017, per la precisione. Emi è stato chiesto di tirare un calcio ad un pallone. Intendiamoci, sono una monaca diclausura di ampie vedute, ma non sapevo ancora quanto ampie. Prima di entrare inmonastero, giocavo a calcio, pallavolo e praticavo l’atletica, tutti e tre a livello agonisti-

    co. Gli allenamenti non mi lasciavano tempo per il Signore, lo sport era la mia vita. Fino a 38anni, andavo allo stadio. Ero iscritta al Milan club, del mio paese nel mantovano, e tuttora sonotifosa. Dopo che ho preso i voti, i miei compaesani hanno voluto regalarmi la tessera onorarian. 1 del Milan Club. L’ho accettata con grande gioia e gratitudine per l’affetto dimostratomi.Insomma, avevo tanti interessi e tanti amici, mi piace la musica, andavo ai concerti, mi piaceleggere, andavo alle presentazioni dei libri, andavo ai festival della letteratura, mi piaceva viag-giare e anche adesso… Io ora viaggio nelle persone che viaggiano, e... nella preghiera, che rag-giunge tutti i confini della terra.Questo, fino a 38 anni, senza ilSignore, da parte mia... perchéLui è sempre stato accanto a me.Poi? Io non so dire perché il Si-gnore nel gennaio del 1998 ha ri-svegliato in me il desiderio di an-dare a messa una domenica dopo20 anni che non lo facevo più.Sta di fatto che sono qui, nel Mo-nastero Santa Rita, a vivere appie-no la mia vocazione, innamoratadella vita contemplativa agostinia-na, ricevuta in dono dal Signore.

    Tornando alla richiesta di tira-re quel calcio ad un pallone… IlMonastero Santa Rita ha voluto aderire a un bel progetto realizzato dalla Group Tevere Servizidi Letizia Guerri, con il patrocinio della Regione Umbria dei Comuni di Cascia, Città di Castel-lo e Passignano sul Trasimeno e la partecipazione dell’A.C. Perugia Calcio. Il progetto si chia-ma “Cultura in Goal” e ha lo scopo di promuovere il matrimonio felice tra sport, cultura e ter-ritorio. Sono coinvolti giovani atleti professionisti e alcune città umbre, tra cui la nostra bellae forte Cascia. E così, col benestare della Madre Priora, io, Suor Giacomina Stuani, ho parte-cipato ai lavori di uno spot video dove mi è stato richiesto di tirare un calcio ad un palloneverso il giovanissimo portiere Under 16 dell’A.C. Perugia Calcio. Tutto questo è avvenuto den-tro il Monastero. Ho accettato per due ragioni prevalenti. La prima, la più importante, perchéci è stato richiesto di parlare a 22 giovani di Santa Rita, raccontandone la vita e spiegandoneil messaggio di dialogo e perdono. E questo perché il direttore responsabile del settore giova-nile, Giovanni Guerri, ci ha tenuto a dedicare parte del suo lavoro alla formazione umana, ol-tre che atletica, di questi ragazzi. C’era poi una seconda ragione, che riguarda noi monachepiù specificamente: il messaggio che vogliamo mandare alle persone che entrano in contattocon noi è anche questo, che il gioco è un dono di Dio e fa parte della nostra vita di monacheesattamente come accompagna la vita delle altre persone. Il gioco e lo sport sono fonte digioia e insegnano valori come la condivisione, la collaborazione, la fraternità, il rispetto reci-proco. Ecco perché, con grande gioia, ho tirato un calcio ad un pallone, davanti allo staff tec-nico guidato da Giovanni Migliorelli, che spero non abbia avuto da ridire sulla mia prestazioneagonistica un po’ arrugginita! Fate sport, se potete. In ogni caso, giocate. E amate la vita.

    DALLEAPI ALLEROSE

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    Un calcio ad un pallone

  • DALLEAPI ALLEROSE

    Innanzitutto devo confessarvi che sonouna romanista sfegatata. «Santa Rita mi accompagna sempre».A parlarmi, è Javier Zanetti, dirigente

    sportivo e vicepresidente dell’Inter (FootballClub Internazionale Milano), ex calciatore,per 19 anni difensore e centrocampista ne-razzurro, uomo con numeri da record incampo, nel campionato italiano con la ma-glia nerazzurra (186 partite consecutivegiocate, 1 sola volta espulso) e con la na-zionale argentina. Tanti, i soprannomi co-niati per lui. Il Capitano, per i tifosi dell’In-ter. El Tractor (il trattore, ndr), per le travol-

    genti discese palla al piede sulla fascia, maanche per la sua infaticabile passione neiconfronti del lavoro e per la preparazione.El Pupi, nomignolo datogli dal fratello finda ragazzino, che è diventato anche il nomedella fondazione creata nel 2001 con lamoglie Paula (Fondazione P.U.P.I., Por UnPiberío Integrado, ovvero: Per un’infanzia

    L’amore per Rita del Tractor

    Una chiacchierata al telefono con Javier Zanetti, devoto di Santa Rita, ex calciatore e at-tuale vicepresidente dell’Inter

    di Valentina Fabbri, Fondazione Santa Rita da Cascia

    Javier Zanetti è devoto a Santa Ritada sempre

    Javier Zanetti con Alessandra Paoloni, Padre Mario Di Quin-zio, cappellano dell'Alveare e Padre Luciano De Michieli,Priore Provinciale degli Agostiniani.

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  • IL CRISTIANO, COME L’ATLETA

    integrata). Una fondazione attiva a favoredei bambini di strada. La sede della Fonda-zione P.U.P.I. si trova a Remedios de Esca-lada, provincia di Buenos Aires. La scelta diquesto luogo, per il campione di calcio, nonè casuale: Remedios de Escalada è il postodove Javier e Paula si sono conosciuti. Inun mondo, quello del calcio, che non di ra-do si macchia di scandali, Javier Zanetti èsempre stato per tutti noi tifosi, a prescin-dere dalle preferenze che ci portano a par-teggiare per questa o per quell’altra squa-dra, un uomo di grande valore sul terreno digioco, ma anche fuori dal campo.

    Abbiamo appuntamento telefonico alleore 14.30 in punto, ore italiane; lui è in Ar-gentina, ma si è mostrato davvero disponi-bile ad essere intervistato dalla redazionedella rivista delle monache di Santa Rita.Esordisco ovviamente dicendo che tifo perla Roma, ma comunque onorata di poterloascoltare… E dopo una cordiale risata, ini-ziamo a parlare. Javier Adelmar Zanetti èdevoto a Santa Rita da sempre, il suo lega-

    me con la patrona dei casi impossibili è for-te e profondo. «La prima volta che sono an-dato al Santuario, è stata un’emozione in-credibile» mi racconta il campione. Abita aComo, il “nostro” Javier, ma quando è a Mi-

    lano, appena può, va al Santuario agostinia-no di Santa Rita, il più grande d’Europa de-dicato alla santa di Cascia, nel quartiereperiferico di Barona. Zanetti torna in pelle-grinaggio a Cascia ogni volta che riesce, so-lo o con tutta la sua famiglia. E, con sorpre-sa di tutti i presenti, è arrivato nella città diSanta Rita, devoto tra i devoti, proprio nelgiorno della solennità ritiana, il 22 maggioscorso: «Ho passato un bellissimo momentoricco di emozioni, insieme a tutta la gente e

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    PRENDI

    E LEGGI

    Il cielo è coperto. Ora piove sopra le te-ste di chi è senza il proprio tetto, in unaterra che continuamente fa tremareogni certezza e dove anche un semplicefiore può diventare germoglio di speran-za. Una volontaria presenta così la pic-cola composizione all’ingresso dellamensa: “Le pietre le ho prese da una casa distrutta, sopra ho poggiato dei fiori, comesegno di rinascita, e li ho fatti abbracciare da un fascio tricolore. La vita che continua,un modo anche questo per dare speranza a chi ancora vive nell’epicentro delle scosse”.“Voci dal terremoto. Storie fra rinascita e macerie, per non dimenticare”. Sono le vociraccolte dal giornalista Fabio Bolzetta tra le macerie di Umbria, Lazio, Marche e Abruz-zo, zone flagellate, a partire dal 24 agosto 2016, dalla furia del sisma. Tra case distrut-te, ecco giovanissimi che sfidano la burocrazia e regalano “casette”, consegnandole adomicilio a chi ha perso tutto. Un anziano 102enne che, senza più una casa, si è trova-to a ricominciare tutto daccapo; una chiesa di Tolentino che mette da parte le panche eospita centinaia di anziani; la visita a sorpresa di Papa Francesco ad Amatrice. Tra ilbuio delle crepe di edifici lesionati, filtra la luce delle “voci dal terremoto”, dei raccontidelle persone e delle loro speranze di rinascita.

    Voci dal terremotoFabio Bolzetta

    Editrice Poiesis € 16

    Aveva fatto un votoproprio alla santa di Cascia

  • DALLEAPI ALLEROSE

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    San Paolo è considerato l’atleta diDio. Dopo la sua conversione, congrande determinazione, intelligen-za e amore per Cristo, portò la sua paro-la, in tutto il mondo conosciuto allora.In quel tempo in cui l’Impero Romanoregnava incontrastato. Nella Prima Let-tera a Timoteo (6, 12), uno dei suoi con-sigli più sentiti e rivolti alla fede, fa rife-rimento allo sport. In quel caso, possia-mo leggere questo: “Combatti il buoncombattimento della fede, afferra la vitaeterna alla quale sei stato chiamato e invista della quale, hai fatto quella bellaconfessione di fede in presenza, di moltitestimoni”. La lotta quindi. Come gliatleti fanno nelle proprie gare. Lo sport èla metafora della vita, sicuramente e seuno degli apostoli più grandi della Chie-sa cattolica, lo ha preso da esempio, ècertamente un fenomeno e un dono, danon trascurare. Sono conosciuti, i princi-pi della Carta Olimpica, del Comitato In-ternazionale. Nel secondo punto, si spie-ga come lo sport sia una filosofia di vita,che esalta le qualità del corpo, la vo-lontà e lo spirito. Dunque, esso mostral’uomo in se stesso, con tutto il suo es-sere, fisico e spirituale: “Anche noi cor-riamo nello stesso stadio. La stessa co-rona, lo stesso premio, ci sta aspettan-do”. Continua a scrivere San Paolo, an-che nella sua Lettera ai Corinzi (9, 24-27). Questo passo, può riferirsi all’atletasportivo, secondo il pensiero dell’atletadi Dio. Ogni uomo lo è, se nasce con iltalento che Dio stesso gli ha dato e lomette in pratica. Lo sport ha il potere dicambiare il mondo, di migliorare la so-cietà civile e di entrare nel cuore di

    ognuno. Dal cuore di un campione. L’e-roe dei valori, di ciascuno. Perché? Luicombatte la buona battaglia della fede,in quella gara, in quel campo, in quellapiscina, su quella pedana, su quel tata-mi, che rappresentano la vita di tutti.L’avversario esiste. Certamente, è pre-sente fisicamente. Ma in verità, esso èlo specchio dell’atleta che si confrontacon lui. È lì che la quotidianità si eleva.La speranza di vincere, la fatica, la pau-ra, la stanchezza, la forza dei sogni. Ilbene contro il male. È il primo che devevincere. Una delle domande più fre-quenti, del nostro tempo, ispirata a que-sto argomento, è la seguente: perché losport esiste? Ognuno può rispondere, se-condo la propria idea e coscienza. Puòfarlo, naturalmente, secondo quella li-bertà naturale, di cui gli uomini sono do-tati. In riferimento al pensiero religioso,potrebbe trovare una risposta concreta,nella missione di San Paolo. Divulgarel’amore di Dio, attraverso l’esempio diciascun uomo. Tramite la sua costanza,nel ricercare il bene, in gara, come nellavita. Qual è allora il bene di un atleta? Èla vittoria? Forse. Ma anche l’impegno ela responsabilità, perseguiti nella lottasportiva, lo sono. Non importa se infine,il podio non arrivi, l’importante è chequel cuore si sia manifestato, con tuttala sua forza. E se lo ha fatto nel modomigliore, certamente, anche la vittorianon tarderà ad arrivare.

    (Questo articolo di Alessandra Giorgi è statopubblicato in versione integrale con il titoloL’atleta sportivo come San Paolo, l’atleta di Diosul sito www.ilfaroonline.it. Grazie, alla direzio-ne per averci concesso di pubblicarlo)

    L’ATLETA DI DIONella lotta della gara, si manifesta quel combattimento quotidiano

    che ogni uomo deve affrontare per vincere la sua corona incorruttibile

  • IL CRISTIANO, COME L’ATLETA

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    a Santa Rita». Sorride, per poi tornare a fa-re un tuffo nei ricordi, fino alla finale diChampions League del 2010: «Era il 22maggio… Sembrava un segno del destino».La finale, infatti, si è svolta per la primavolta nella storia, di sabato, ma non un sa-bato qualsiasi bensì il 22 di maggio, giornodella solennità ritiana, «proprio quel giornolì», ribadisce El Pupi, e quasi sembra anco-ra incredulo. Possiede antichi e profondisentimenti religiosi, Javier, che trovano leloro radici nella famiglia, punto fermo perl’uomo e per il campione. Anche in quel-l’occasione, qualche giorno prima di quellaChampions che poi vinse con la sua squa-dra di sempre, l’Inter, aveva fatto un votoproprio alla santa di Cascia. Sembra anchea me di tornare indietro nel tempo, mentrelui condivide i ricordi, e il suo tono di voceriesce a trasmettere le emozioni provate…

    «La sera prima (della Champions League2010, ndr), a mezzanotte, ho acceso unacandela…» mi racconta lui «Mentre dormi-vamo, ci accompagnava. Io ero con il miocompagno di stanza Ivan Cordoba, un gran-dissimo amico, e questa candela accesa cifaceva compagnia… Per tutta la notte, pertutta la partita, per tutti i momenti». Cosìmi spiega che lui, il grande Javier Zanetti,non era l’unico giocatore dell’Inter ad esse-re un devoto di Santa Rita da Cascia: «C’e-ra anche Diego Milito, che indossava la ma-glia numero 22 e ha realizzato 2 goal du-rante quella finale». E racconta che alla Pi-netina, il centro sportivo dell’Inter, «la fa-miglia Moratti aveva costruito una chiesa elì abbiamo anche una statua di Santa Ritache avevamo portato noi. Sicuramente, nel-lo sport, la mia fede mi ha accompagnatosempre. La fede mi ha dato grandissimaforza» in campo e fuori dal campo, penso ioad alta voce. «Fuori, però» precisa lui «sonodavvero sempre stato normale». Parola cheripete più volte, normale, perché ci tiene a

    far passare un messaggio: che ha cercatosempre di fare tutto con entusiasmo e almeglio delle sue possibilità, rimanendo unpersona come tutte le altre. E in effettiquesto è arrivato. Sei sempre stato un gio-catore che ha ricevuto profondo rispetto datutte le tifoserie, gli dico io, e lui: «Questomi fa un enorme piacere, il rispetto da par-te di tutti… Credo che la fede possa aiutarea trasmettere anche questi valori». Valori,come quello della carità, che El Tractor hasaputo certamente rendere concreto attra-verso la sua Fondazione P.U.P.I. Onlus, asostegno dei minori: «Mi hanno sempre det-to che uno deve anche dare… È una cosache faccio con il cuore, cerco sempre di re-stituire a quelle persone che hanno più bi-sogno, di fare qualcosa che possa servireanche e soprattutto al futuro dei bambini».È a questo punto, che lo invito a visitare la“nostra” opera di carità ritiana, la casad’accoglienza Alveare di Santa Rita. «Volen-tieri!» promette il Capitano «Sarebbe unabella esperienza». E poi gli chiedo se c’è unmessaggio che gli farebbe piacere trasmet-tere ai devoti di Santa Rita, e lui: «Vorreidire a tutte le persone di avere sempre fe-de, soprattutto in una figura come SantaRita, una santa che trasmette delle emozio-ni importanti. Ci sono tante persone che sitrovano in difficoltà, poter avere la fededentro di sé, di sicuro aiuta tantissimo». Loringrazio per la disponibilità. Mi saluta così:«Piacere mio, ciao e a presto». A presto,caro Javier, ti aspettiamo a Cascia.

    «Mi hanno sempredetto che uno deveanche dare…»

    Javier Zanetti con una giovane devota di Santa Rita.

  • Ho ricevuto la tesserina di sosteni-tore dell’Alveare di Santa Rita evolevo ringraziarvi per il vostroimpegno, la vostra presenza attiva

    e generosa. È una gioia per la mia famigliapotervi inviare di tanto in tanto qualcosaper le Apette e per i Millefiori. Vorremmopoter fare molto di più! Mi fa piacere rac-contare la storia che lega la nostra famigliaa Santa Rita e a Madre Teresa Fasce.

    Sono venuta la prima volta da bambinacon la Parrocchia di Santa Maria di Fabria-no e ho delle foto di una giornata meravi-gliosa, trascorsa con i miei genitori e miasorella a Cascia. Sono stata subito colpitadai colori della chiesa, dal profumo dellerose… era maggio, c’era il sole! Mia madreè da sempre devota a Santa Rita e ha chie-sto sempre la sua protezione per la nostrafamiglia. Santa Rita mi accompagna daquando sono bambina, nei lunghi viaggiche facevamo in auto in Sicilia per andarea trovare i nonni, nelle preghiere della se-ra, e oggi che sono mamma e vivo in Um-bria, a pochi chilometri da voi, vengo a tro-varvi ogni anno con i miei cari, per ringra-ziare Santa Rita del sostegno e dell’aiutoche ricevo da lei come esempio di madre,di moglie e di donna. Mio figlio Teo Miche-langelo, da piccolino, è stato colpito dallafigura di Madre Teresa Fasce, aveva un an-

    no e pochi mesi quando la indicava con ilditino in chiesa… Così abbiamo deciso ditenere la sua immagine vicino a noi, sem-pre, proprio dove apparecchiamo la tavolaogni giorno, dove ci sediamo e ci regaliamodei momenti di convivenza unici e irripeti-bili. Invio questa lettera per unirmi a voinell’impegno costante e quotidiano di farcrescere con amore e passione la famiglia,un dono specialissimo e che va custodito,preservato e curato ogni istante. La fami-glia è una grazia, un lusso, una benedizio-ne. Noi preghiamo ogni giorno per le Apet-te e per i Millefiori e ci sentiamo di essereuna famiglia che cresce insieme a voi, an-che se da lontano, ma vicinissimi col cuoree con la preghiera. Santa Rita e Madre Te-resa Fasce sono il nostro pane quotidiano,

    DALLEAPI ALLEROSE

    Invio questa letteraper unirmi a voinell’impegno costante

    Testimonianzadi unasostenitrice

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  • la nostra forza, l’esempio che ci guida e cifa andare avanti, nei momenti belli e inquelli meno belli, che sono comunque mo-tivo di riflessione, di preghiera che ci avvi-cina al Signore e alla sua Passione. Conamore, gratitudine e tanta gioia nel cuore.(Flavia e famiglia)

    FONDAZIONE SANTA RITA

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    SOSTIENI CON NOI IL PROGETTO ALVEARE

    L’Alveare è una struttura che vive uni-camente grazie alle offerte di personeche rendono concreta la loro devozione.

    Per sostenere le Apette e i Millefiori, basta una donazione, anche piccola, tramite: banca IBAN:IT27T0200821703000102136901BIC/SWIFT: UNCRITM1J35

    posta c/c nr. 1010759072 intestato a: Fondazione Santa Rita da Cascia onlus

    per effettuare un bonifico postaleIBAN: IT-59-S-07601-03200-001010759072 specificando nella causale “Alveare”

    A BORDO DI NAVE ITALIASi è conclusa il 29 luglio scorso, l’av-ventura di cinque giorni da Olbia a LaSpezia, a bordo del veliero Nave Ita-lia, che ha ospitato le giovani dell’Al-veare di Santa Rita nell’ambito delprogetto “Oltre gli Orizzonti - A marequieto”. Tramite la nostra FondazioneSanta Rita da Cascia, in collaborazio-ne con la Fondazione Tender To NaveItalia, 14 Apette e 2 Millefiori sonopartite per sperimentare la navigazio-ne in mare aperto. Il progetto, giuntoalla seconda edizione, ha previstouno spazio di ascolto attivo per la rie-laborazione del trauma del terremotopensato specificamente per le ragaz-ze, che già provengono da situazionifamiliari difficili. Grazie ai numerosiamici dell’Alveare che hanno soste-nuto il progetto, le giovani hanno po-tuto ritrovare parte della serenità per-duta, scoprire l’importanza della coo-perazione e del lavoro di squadra evivere appieno rispettando la natura.

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    Cascia (Perugia), dal 21 al 22 ottobreIncontro generale della PUPTorna il tradizionale appuntamento congli amici della Pia Unione Primaria San-ta Rita da Cascia, che quest’anno s’in-

    contrano per riflettere sul tema “Dio ob-bedisce a chi obbedisce”. Con l’occasio-ne, avranno luogo anche i festeggiamen-ti per il 10° compleanno della PUP.La due giorni è aperta a tutti, anche ainon iscritti alla PUP. Ecco il programma:

    SABATO 21 OTTOBREore 10.00 - Conferenza nella Sala dellapace con Don Angelo Longoore 11.30 - Incontro dei responsabiliPUP con le monacheore 15.00 - Visita all’urnaore 17.00 - Processione aux flambeauxcon la statua ritiana di Campofranco(partenza dalla statua donata dal Libano)ore 21.45 - Adorazione con le monachee nuove affiliazioni (ogni gruppo porteràun vasetto di terra proveniente dalla pro-pria terra, che offrirà a Santa Rita comesegno di vicinanza alla terra di Cascia).Per l’adorazione, abbiamo chiesto allemonache la reliquia del cuore di Madre

    Teresa Fasce, dato che quest’anno ricor-re il 20° anniversario della sua beatifica-zione; al termine dell’adorazione recite-remo insieme la preghiera alla Beata Fa-sce.DOMENICA 22 OTTOBREore 9.15 - Liturgia penitenziale presso laPenitenzieriaore 10.00 - Appuntamento nella Sala del-la pace con le proprie divise e stendardiore 10.30 - S. MessaFoto e salutiPer la sistemazione in albergo e per ipasti, ognuno provvede per proprio con-to. Info: Ufficio informazioni del San-tuario, tel. +39 074375091 - email: [email protected]

    DALLEAPI ALLEROSE

    APPUNTAMENTI

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    CASCIA EVENTI

    Cascia (Perugia), tutte le domenicheS. Messa nella Chiesa di Sant’AgostinoOgni domenica, alle ore 8.00, verrà ce-lebrata la S. Messa presso la Chiesa diSant’Agostino in Cascia. Grazie alla pre-senza delle Monache Carmelitane di To-lentino, che quest’estate si sono trasferi-te a Cascia a causa dei danni subiti dalterremoto nel loro monastero, la Chiesadi Sant’Agostino rimarrà anche apertatutti i giorni ed è possibile visitarla epregarvi. Le carmelitane attualmente vi-vono nella Casa d’Accoglienza adiacentealla Chiesa, finora chiusa, ma che da og-gi torna a nuova vita.

    TESTIMONIANZAHo conosciuto Santa Rita grazie aun opuscolo distribuito in chiesa.Le sono profondamente devoto.Ho costruito questa cappella insuo onore e come gesto d’amoreverso di lei. Prego di poterla anda-re a vedere a Cascia, vorrei dirletutto ciò che provo per lei.(Christian Leblanc)

    MUSICA ALDILÀ DEI CONFINI“Né muri, né barriere, solo musi-ca”: è questo il sottotitolo dell’e-vento concertistico “Musica al-dilà dei confini”, che si è tenutoall’interno del suggestivo chiostrodel Monastero Santa Rita, nellanotte di San Lorenzo, lo scorso10 agosto. L’ensemble “Giardinodi Delizie” si è esibito sotto lestelle cadenti con grande succes-so di pubblico e il plauso dellemonache e dei padri agostiniani.Il concerto era in ricordo di Gia-como Persiani, giovane organistadella Basilica, scomparso nel1997 per malattia.

  • Dal 24 al 29 luglio 2017, a Cascia si ètenuto il 30° incontro di giovani e adole-scenti provenienti dalle diverse realtàagostiniane d’Italia. 220, sono stati i ra-gazzi e le ragazze coinvolti nella sei gior-ni all’insegna del tema “Tu sei un profe-ta”. Il profeta è chiamato da Dio per in-dicare agli uomini una nuova direzione;è un uomo con pochi mezzi, spesso deri-

    so e perseguitato per aver proposto “vie”diverse da quelle umane. È un uomo congrandi ideali, ma che spessodeve fuggire, come ilprofeta Elia, ritirarsinel deserto ad atten-dere il fallimento.Mentre si trova da

    solo a piangere sul suo progetto ridottoin “macerie”, il Signore lo rialza e loconduce a una rinascita inattesa, chesupera ogni aspettativa. Durante l’incon-tro, non sono mancati i momenti di con-tatto con i casciani: la color run, ovverola corsa per le vie del paese, conclusasisul viale della Basilica con il lancio dellapolvere colorata; la Messa nel tendoneche sostituisce temporaneamente lachiesa parrocchiale danneggiata dal ter-remoto; la festa con i casciani nellapiazza del paese. In questi sei giorni,Cascia ha sentito un po’ di chiasso, havisto giovani e adolescenti che pregano,riflettono, lavorano e giocano insieme,sorridono e gioiscono per il grande donodell’amicizia, accompagnati dalla pre-senza silenziosa e premurosa di Rita. Èun segno di speranza, la speranza di la-sciarsi condurre verso una nuova rinasci-ta, scommettendo soprattutto sui più

    giovani: la cosa piùpreziosa che ab-

    biamo. (dalsito agosti-niani.it)

    DALLEAPI ALLEROSE CASCIA EVENTI

    INCONTRO GIOVANILE DEGLI AGOSTINIANI

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    Festa della MadreVi aspettiamo a Cascia, dal 9 al 14 ottobre

    In occasione del 20° anniversa-rio della beatificazione di Ma-dre Maria Teresa Fasce (Torri-glia, 1881 - Cascia, 1947), nota

    a tutti semplicemente come “la Ma-dre”, la Famiglia Agostiniana di Ca-scia si prepara a celebrare questagrande donna con una serie di ap-puntamenti che avranno luogo nellaBasilica Inferiore, dove è custodito ilcorpo della beata. Ecco, di seguito ilprogramma.

    DAL 9 ALL’11 OTTOBRE - Triduo inpreparazione alla Solennità del 12ottobre: ore 17.30, S. Rosario; ore 18.00, S. Messa con predicazio-ne a cura di Mons. Giovanni Scana-vino.

    12 OTTOBRE - Festa liturgica dellabeata: ore 18.30, S. Messa.

    14 OTTOBRE - Tavola rotonda perconoscere meglio Madre Fasce: dalle ore 17.00 alle ore 20.00, inter-vengono Padre Josef Sciberras, Po-stulatore Generale della Curia Gene-ralizia Agostiniana; Cristina Siccar-di, biografa e storica della chiesaautrice di “Maria Teresa, alla con-quista di Cascia”); Suor M. Giaco-

    mina Stuani, monaca agostinianadel Monastero Santa Rita.ore 20.15, Cena a buffet pressol’Hotel delle Rose offerta dal Mona-stero Santa Rita.

    Priora del Monastero Santa Ritaper ben 27 anni, “la Madre” ha se-gnato la storia di Cascia e del cultodi Santa Rita, attraverso la realizza-zione della nostra rivista, “Dalle Apialle Rose”, la costruzione dell’attua-le Basilica, la costruzione dell’Ospe-dale e della Casa del Pellegrino (og-

    gi, Hotel delle Rose). Madre Fasce èanche la donna che ha reso concre-ta la carità ritiana con il progetto“Alveare di Santa Rita”, per bambi-ne provenienti da famiglie in diffi-

    coltà, che il prossimo anno spe-gnerà 80 candeline.

    Info: Ufficio informazioni del Santuario di Santa Rita, tel. +39 074375091 - email: [email protected]

    Chi più è provato è caro a Dio.P A R O L A D I M A D R E

  • Lo scorso 2 luglio abbiamo rice-vuto una testimonianza bellis-sima, che ci ha fatto pensarevalesse davvero la pena di “stravol-gere” questo numero dello specialededicato alla nostra cara Beata Ma-ria Teresa Fasce. Non vi anticipiamonulla, leggerete le parole efficacidella protagonista a breve, ma que-sta è una storia di una battaglia,l’ennesima, vinta da una donna cheha saputo affidarsi al Signore. È lastoria di Elena, insegnante di 45 an-ni alla scuola media del suo paese,Cologna Veneta (Verona), che ha in-contrato Santa Rita e la Beata Fascein un modo del tutto inaspettato…

    Sento il bisogno di confidarvi al-cuni importanti avvenimenti che mihanno coinvolta recentemente.

    Faccio una breve premessa.All’età di 20 anni ho avuto un linfo-ma che ho curato con chemio e ra-dioterapia molto forte. La malattiaera pericolosa e mi avevano avverti-to che non avrei potuto avere figli.Una volta sposata, io e mio maritodesideravamo tanto dei bambini,ma avremmo accettato quello che ilSignore avrebbe deciso per noi. Sononati due figli: Irene, che oggi ha 15anni, ed Enea, che ne ha 13. Cinqueanni fa però il tumore si ripresenta,questa volta al seno. Vengo curatadi nuovo. Ma ancora nel gennaio diquest’anno scopro di avere un tu-more su entrambi i polmoni. Questavolta non riuscivo ad accettare lasituazione ed ho pensato più voltealla morte. Mi sentivo vuota, tristis-sima e niente mi dava coraggio.

    Fingevo di essere forte per i miei fi-gli, ma dentro ero distrutta e demo-tivata.

    Mia nonna si chiamava Marghe-rita (Rita) ed è sempre stata devotaa Santa Rita. Veniva a Cascia ognianno. Decidono di operarmi; avreidovuto togliere tutto il polmone sini-stro e parte del destro. Un disastro!

    Vi ho scritto qualche mese faper chiedere una preghiera e voi miavete risposto che sarei stata pre-sente nelle preghiere e mi avetemandato gli auguri. Io in quel mo-mento ho preso coraggio e sono par-tita per l’ospedale con la corona delrosario di Santa Rita che mia nonnami aveva regalato anni fa (e che te-nevo nel cassetto!).

    La notte prima dell’operazione,ho pianto e pregato tanto la santa,

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    Le battaglie di Elenaa cura delle Consorelle

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    per la prima volta. Le parlavo comead un’amica e... Al mattino il chirur-go entra in camera per avvisarmi cheha cambiato idea! Non mi avrebberooperata ma avrebbero tentato di ri-durre la massa con la chemioterapia.Non mi sembrava vero! La chemio èstata dura, ma ho iniziato un rappor-to con Santa Rita che mi confortavae mi dava coraggio.

    Non sono una visionaria, ma so-no certa di ciò che sto per raccon-tarvi. Alla notte quando pregavochiudevo gli occhi al buio, eppurevedevo una luce fortissima, come sequalcuno mi puntasse una torcia infaccia. La luce si muoveva e ruotavapiano.

    Non sapevo nulla di Santa Rita.Non mi ero ancora documentata, sa-pevo solo che era considerata lasanta dei casi impossibili... Ed era ilmio caso!

    Mentre pregavo, talvolta mi ac-corgevo addirittura di sbagliare no-me: pregavo Maria Teresa. Allora miscusavo con la santa e pensavo dinon essere abbastanza concentrata!Non capivo perché mi venissero inmente i due nomi: Maria Teresa.(Ancora non sapevo nulla di MariaTeresa Fasce).

    Un pomeriggio, mentre stavodavvero male, ferma a letto, ho vistouna nuvola nera sul soffitto dellamia camera. Fuori, c’era il sole. Sonocerta di quello che ho visto! La nu-vola si avvicinava e mi stava sopra.L’ho cacciata con la voce, ho gridatoche volevo vivere e mi sono strana-mente sentita protetta e felice.

    Ora, dai controlli, è risultato chela massa è notevolmente ridotta! Ilprimo intervento fatto è stato più

    piccolo del previsto e certamentenon si è parlato più di togliere il pol-mone!

    I miei genitori sono venuti a Ca-scia per ringraziare. Mi hanno por-tato a casa le polverine, fascicoli daleggere e un piccolo sacchetto con

    degli acini d’uva. Quando mi hannoconsegnato i libretti ho scoperto lastoria della Beata Maria Teresa. Pro-prio il nome che pregavo senza sa-pere perché. L’intervento è stato fat-to il 22 maggio! Data importante!

    Dopodomani entrerò di nuovo inospedale per un piccolo interventoanche al polmone destro, ma i me-dici sono increduli. La massa tumo-rale che cresceva e che aveva coin-volto anche l’aorta è letteralmenteregredita e addirittura sparita. Maciò che mi ha turbata di più sono

    La notte primadell’operazione, hopregato la santaper la prima volta

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    state le visioni diurne e i sogni not-turni, che mi tranquillizzavano e mihanno sempre predetto gli eventi fu-turi.

    Verrò quanto prima a Cascia. Uncaro saluto, Elena.

    Tre giorni dopo, così ci scrive lacara Elena:

    Buongiorno, la mia felicità è in-descrivibile. Sono stata ricoverataper l’intervento previsto a destrama, dopo la TAC, sono stata dimes-sa. Il tumore è davvero così ridottoche non è più necessaria l’operazio-ne! Senza parole chirurghi e infer-mieri; figuratevi mio marito ed io!Preciso che sono seguita nel CentroHumanitas di Milano e di casistichetumorali ne vedono a migliaia (pur-troppo). Quindi sono a casa. I medi-ci si consulteranno per organizzarequalche seduta di radioterapia. Poiarrivo! Ma prima vi avviso! Un ab-braccio, Elena.

    IL TESTIMONEDAL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE DI MADRE FASCE

    Teste nr. 45: Mi chiamo Magrelli Giovanna in Conti, nata a Cascia il 7 luglio 1907. Di professione casalinga, vedova, cat-tolica.

    «È necessario che io esterni la più grande riconoscenza al buon Dio che, per intercessione di Madre TeresaFasce, ha concesso una grazia al mio nipotino, Giuseppe De Angelis. Il caro bambino aveva soltanto 2 mesi divita quando si ammalò di enterite e gastrite acute: fu portato d’urgenza all’ospedale di Spoleto, ma i medicidisperavano di salvarlo. Nell’amarezza di quei giorni, lungo conforto mi proveniva dal raccomandarmi allacara e mai dimenticata Madre Teresa. Davanti alla sua tomba, mentre piangevo e pregavo… la fede mi face-va sentire che il Signore, per intercessione di Madre Fasce, avrebbe esaudito la mia preghiera… E così è sta-to. Oggi, il piccolo Giuseppe ha 5 mesi ma sembra che abbia un anno d’età, tanto, grazie a Dio, sta bene.L’ho affidato a Santa Rita e Madre Teresa perché lo proteggano sempre».

  • Destinare anche un piccolo lascito testamentario al Monastero Santa Rita da Cascia significa lasciare il segno della tua generosità nel tempo. Grazie ai lasciti, possiamo sostenere l’Alveare di Santa Rita, una speranza per tutte le Apette, le bambine che erediteranno il tuo amore.

    Scrivici a [email protected] e riceverai informazioni su come fare per aiutare i minori in difficoltà che hanno bisogno di te.

    Ricordando nel tuo testamento chi è più indifeso,

    puoi cambiare la vita di qualcunoper sempre

  • Nonno Guglielmoe i suoi ragazzi

    Dalla PUP di Melfi, l’iniziativa solidale delle Rose di Santa Ritache unisce le generazioni

    DALLEAPI ALLEROSE

    a cura di Marta Ferraro

    Il 7 maggio 2017 la Fon-dazione Santa Rita daCascia è scesa in piazza,per la prima volta, per la

    raccolta fondi con la manife-stazione dei banchetti soli-dali. Il bene scelto per con-tribuire al sostegno delle at-tività benefiche del Monaste-ro di Santa Rita sono state lerose, uno dei simboli princi-pali nella storia della santadei casi impossibili. L’eventoè stato un’ottima palestraper volontari e devoti, uniti

    dallo stesso scopo: mettersiin gioco, spendere il lorotempo, unendo le loro forze,per aiutare il prossimo. Tan-te, sono state le adesioni perpoter dare il proprio contri-buto e molto soddisfacente èstato il risultato finale, a so-

    stegno della casa d’acco-glienza Alveare di Santa Ri-ta. Molteplici, le belle espe-rienze che potremmo raccon-tare. Momenti di scambio edi soddisfazione che, in variomodo, hanno vissuto i volon-tari dei banchetti mentre si

    Il signor Guglielmo Calandrelli con ilbanchetto per le Rose di Santa Rita aMelfi (PZ).

    Il signor Guglielmo è un nonnoche ha deciso di coinvolgere la nipotina

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  • PIA UNIONE PRIMARIA

    scambiavano sorrisi e rosepronte a sbocciare. Ma c’èuna storia che più di altre ciha colpito, quella di Gugliel-mo Calandrelli che, insiemealla sua famiglia, mantieneviva la Pia Unione Primariadi Santa Rita nella città diMelfi, in provincia di Poten-za. Il signor Guglielmo è de-voto di Santa Rita sin dabambino, grazie all’esempioe all’esperienza vissuta in fa-miglia. È un nonno di quasisettant’anni che, in questaoccasione, ha deciso di coin-volgere la nipotina e i suoiamici, tutti adolescenti. Co-

    sì, il banchetto solidale diMelfi ha visto schierate in-sieme due generazioni. «Èstata un’ottima opportunitàper raccontare ai ragazzi chiè Santa Rita» ha spiegato ilsignor Guglielmo «credo siaimportante avvicinare i gio-vani a queste iniziative. Perle persone adulte queste atti-vità sono quasi un’abitudine.La sfida vera è quella dicoinvolgere i giovani, interes-sarli a cose che sembranolontane da loro». E, dunque,nonno Guglielmo insieme al-

    la nipote Cristina e ai suoiamici Lucio e Agnese hannotrascorso due giorni unitidallo stesso proposito. Il pri-mo giorno, hanno preparatotutto e il secondo giornohanno trascorso la mattinataa distribuire le piantine dirose. Divertendosi, hannofatto del bene, hanno incon-trato tante persone e cono-sciuto aspetti nuovi delle lo-ro personalità. «L’iniziativa aMelfi è riuscita molto bene.In poche ore siamo riusciti aesaurire tutte le 255 pianti-ne che ci sono arrivate daCascia. E sono sicuro che seavessimo avuto altre rose adisposizione non avremmoavuto alcuna difficoltà a con-tinuare. Oltre che per il Mo-nastero, è stata una soddi-sfazione personale. Sono unabrava persona, i miei concit-tadini si fidano di me e mihanno dato fiducia aiutando-mi in questo nobile scopo»ha raccontato con orgoglio ilsignor Guglielmo. Non cre-diamo di dire una cosa nuo-

    va affermando che quando sifa del bene si è più contenti,nelle parole di Guglielmo ab-biamo letto una punta dicontentezza in più quandoha affermato «Tutti quelliche hanno preso la piantinaal banchetto solidale mi fer-mano per strada per dirmi

    contenti che le loro rose han-no attecchito e stanno fio-rendo!». Vogliamo leggerequesta circostanza come unsegno che Santa Rita hasenz’altro apprezzato e bene-detto l’impegno di quantihanno lavorato con dedizionea questa interessante mani-festazione.

    In poche oresiamo riusciti aesaurire tuttele 255piantine

    ISCRIVITI ALLA PUPChe tu sia una persona singola o membro di un gruppo, iscriviti alla PUP! Parteciperai così ainostri incontri conoscendo chi, come te, è devoto alla cara Santa Rita. Per informazioni, puoirivolgerti alla segretaria generale, Alessandra Paoloni: [email protected]

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    IL 6 MAGGIO 2018, SEI DEI NOSTRI?

    Partecipa anche tu all’evento che ha unito tutta Italianel nome della carità ritiana! L’anno prossimo, le Rosedi Santa Rita sono in piazza domenica 6 maggio 2018.Per info su come diventare Volontario nell’Amore diSanta Rita chiamaci al numero dedicato 3669376809o scrivici a [email protected] oppure vai sul sito www.rosedisantarita.org

  • Tra i molti scritti diSant’Agostino se netrova uno dal titoloabbastanza originale,

    De agone christiano. Agon in-dica, prima in greco e poi an-che in latino, la gara di lottache si svolge, come attivitàsportiva che attira molto pub-blico, in una piazza; potrem-mo dunque provare a tradurreil titolo come “Il combatti-mento cristiano”, tenendoperò presente che si tratta diun combattimento sportivo(appunto agonistico!) e nonmilitare. Agostino si sta dun-que servendo della metaforasportiva per illustrare il cam-mino della vita cristiana allepersone semplici, dei qualiera da poco divenuto vescovo(se davvero lo scritto risale al397, come sembra) e che,come ricorderà lo stesso Ago-stino, avevano difficoltà acomprendere un latino elabo-rato, tanto che egli si sforzadi conservare un linguaggiosemplice e di essere breve,proprio per non affaticare gliascoltatori e lettori. Siamoquindi davanti a un manualeche vuole illustrare come sivive cristianamente, e che lofa proponendo la sequela delSalvatore come una specie digara; in effetti, nota il santovescovo, a noi è promessauna corona; questa era il tro-

    feo tipico di chi vinceva unagara; un po’ come le nostremedaglie. Per conseguire ilpremio, l’atleta deve sottopor-si a una rigorosa disciplinafatta di allenamenti e rinunce

    e deve, inoltre, sopportare lafatica della gara; inoltre, fa-cendo riferimento specificoalla lotta, l’atleta ha un avver-sario che si oppone a lui conil chiaro proposito di farlo

    DALLEAPI ALLEROSE

    Il combattimento La competizione sportiva come metafora

    della vita cristiana di P. Giuseppe Caruso osa

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    Gruppo di giovani agostiniani in cor-sa durante la color run.

  • AGOSTINIANI

    perdere per carpire al suo postola vittoria. Proprio su questo faleva Agostino, quando racco-manda al suo pubblico di lotta-re contro il diavolo, un avversa-rio invisibile ma non per questomeno insidioso che, conoscen-do bene il nostro desiderio difelicità, ci inganna prospettan-doci soddisfazioni passeggere e

    caduche come se fossero labeatitudine definitiva.

    Ma in che modo, effettiva-mente, si conduce questa lottache, lo si capisce bene, è tuttainteriore? Agostino lo espone

    brevemente nella prima partedell’opera: vincendo sulle pro-prie chiusure e sugli egoismi,tenendo sempre davanti agliocchi l’esempio di Cristo che,pur essendo Figlio di Dio, si èfatto uomo per tracciare a no-stro vantaggio la via da segui-re. Credere questo, credereche Dio davvero ama e salva il

    mondo, è una condizione im-prescindibile per poter affron-tare con il giusto equipaggia-mento il combattimento cri-stiano; proprio per questo Ago-stino dedica la seconda parte

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    1. Chiara Rita Marinosci(Francavilla FontanaBR - Italia)

    2. Eva Fritz (Bertiolo UD- Italia)

    3. Giorgia Galasso(Nicotera VV - Italia)

    4. Leonardo Toscano(Zafferana Etnea CT -Italia)

    5. Marco DonatoMontemorra eMargherita Protano(Cerignola FG - Italia)

    6. Sofia Rita Costanzo(Catania - Italia)

  • DALLEAPI ALLEROSE

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    AGOSTINIANI

    LA PREGHIERAPREGHIERA DELLA STRADA

    Chi potrà mai ridurre l’avventura della Strada ad una sola riflessione? Tradurre i nostri passi, in un testoscritto, rischia di essere un tradimento. La strada è sempre troppo lunga per essere raccontata. Megliosarebbe tacere, pregare e insieme camminare... Camminare a lungo... Andare silenziosamente lungo lesilenziose strade che nascondono un segreto. Chi sa ascoltare e guardare, potrà captarne la folgoranterivelazione! Incamminiamoci!Qui tutto ha un significato. Piccolo SENTIERO, insegnaci l’umiltà, la povertà e l’abbandono. Finché siamo in macchina, venti chilometri sono niente.Ci sentiamo capaci di tutto. Ci gonfiamo.Con i soli piedi però, hai gettato la maschera delle nostre apparenze,e ci hai lasciato a noi stessi,senza difesa contro il caldo e il freddo, la pioggia e la stanchezza. Ci hai rivelato i nostri limiti, le nostre ricchezze e siamo entrati nella verità di noi stessi.Qui abbiamo imparato a guardare ciò che ci sta attorno in un modo nuovo.O ROUTE (strada, ndr) che porti i nostri passi, sei scuola di bellezza e riflesso di Dio...Modellati sugli stampi consumistici del mondo moderno, i nostri cinque sensi si erano spenti. Non vedevamo più!I tuoi chilometri ci hanno riaperto gli occhi sugli splendori di Madre Natura, specchio di Dio.Con te abbiamo compreso il bisogno e l’urgenza di osservare, ammirare, tacere, adorare... Per gli altri, saremo ormai profeti della Bellezza.Qui abbiamo imparato il modo di vivere in comunità. Quando siamo arrivati sulla soglia di questa PISTA di libertànon parlavamo lo stesso linguaggio. Eravamo stranieri. Ci siamo incamminati.Per tutti gli uomini, la STRADA è un linguaggio simile. Sei tu che costruisci il Clan e stabilisci i veri rapporti:quando lui era assetato, io ho accostato la mia borraccia alla sua bocca, quando lui era stanco, io ho portato il suo zaino, quando lui dava segni di stanchezza, ho frenato il mio passo per mettermi alla pari del suo.I chilometri ci rendono fratelli.Qui abbiamo capito il senso della perseveranza e della fedeltà per superare i chilometri, le salite sotto il sole, i sentieri fangosi.Per noi sei stata il trampolino che ci ha fatto sbilanciare su un’altra STRADA,verso quella di Gesù Cristo che porta la nostra avventura verso la Verità traboccante di Vita...E i nostri passi non si fermeranno mai, finché non arriveremo al Bivacco del Riposo e della Gioia, dove Gesù ha piantato la sua Tenda con le nostre nei secoli dei secoli. Amen!(Padre Etienne)

    della sua opera a spiegare icontenuti fondamentali dellafede, dando così vita a unaspecie di catechismo per lepersone comuni.

    Per concludere questabreve riflessione, mi piacedare la parola allo stessoAgostino che in uno dei suoi

    discorsi (Sermo 156,9.9),torna ancora a parlare delcombattimento dei cristiani,mettendo in evidenza comeDio sia, nel corso di questalotta, non uno spettatore im-parziale, ma il migliore allea-to di ogni fedele: “Quandocombattiamo in questo ago-

    ne, abbiamo Dio come spet-tatore; quando in questoagone siamo messi a duraprova, ci rivolgiamo a Dio,nostro aiuto; se infatti non èproprio Lui ad aiutarci, dicoche non saremmo capacinon solo vincere, ma nem-meno combattere”.

  • “Tra Terra e Cielo. Lasciare unsegno sui luoghi del terremo-to”. Cinque percorsi di Rou-tes (un particolare tipo di

    cammino scout, ndr), con possibilità di fareservizio su alcuni territori della Valnerinadal 15 luglio al 9 settembre, con oltre1.350 scout coinvolti, tra capi e ragazzi,provenienti da 90 gruppi di tutta Italia. Gli

    scout umbri dell’Agesci (Associazione Gui-de e Scouts Cattolici Italiani) hanno pensa-to di proporre ai Clan d’Italia un progetto diservizio concreto alle comunità locali. Ilprogetto è stato chiamato “... tra Terra e

    Cielo... strada, spiritualità e servizionelle terre benedettine”. Ragazzi datutta Italia si sono messi in cammi-no per poter dare una mano e prega-re, confrontarsi in queste terre e tro-vare se stessi.

    DALLEAPI ALLEROSE

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    Corriamo insieme, verso la meta

    Gli scout a servizio delle popolazioni terremotate di Sr. M. Giacomina Stuani osa

  • DIALOGO COL MONASTERO

    Il tema-motto del progetto deriva daun’affermazione di un monaco premostra-tense: “… lo scoutismo è un metodo edu-cativo naturale [terra], aperto al sopranna-turale [cielo]. Esso è una valida propostache educa i ragazzi ad avere i “piedi perTERRA” (cioè uomini reali), con la “testasulle spalle” (cioè uomini responsabili), macon “gli occhi verso il CIELO” (cioè uominiche vivono la Fede).

    Cinque Routes di strada e servizio neipaesi colpiti dal sisma, cinque percorsi im-mersi tra natura e spiritualità. In ognuno, lapossibilità di entrare in contatto con le co-munità locali e svolgere attività. In ognipercorso la possibilità di vivere momenti dispiritualità con alcune comunità religiosedel territorio. E attraverso il racconto diesperienze di servizio e testimonianza risco-prire la preghiera e la contemplazione neiluoghi attraversati.

    «Lo scout» spiega il prof. Marco Moschi-ni, responsabile regionale AGESCI dell’Um-bria «si educa alla logica del servizio, dell’a-

    zione che deve rispondere subito ad un biso-gno e deve lasciare un segno, una testimo-nianza, una traccia, capace di lasciare ilmondo migliore di come è stato trovato. Ab-biamo chiamato gli scout di tutta Italia a fa-re le loro attività educative estive qui perchéquesti giovani, ritornando alle loro case, pos-sano raccontare la bellezza della nostra terrae la fierezza della nostra gente. Porterannoun abbraccio, lasceranno il segno di un servi-zio concreto, ma soprattutto saranno testi-moni privilegiati di un’Umbria che si è rialza-ta. Siamo molto fieri della grande rispostache abbiamo ricevuto dai nostri fratelli scoutdi tutta Italia. Vogliamo dire grazie a loro efar sapere a tutti che la forza rivoluzionariadel servizio non è quella di stare a guardare,ma è quello di affrontare coraggiosamente lecose ordinarie e farle nel segno della bontà,della prossimità e della giustizia. Oggi l’Um-bria ha bisogno di vicinanza, di ordinarietà edi gesti concreti. Gli scout ci sono».

    Chi ama sente il bisogno, il desiderio distare vicino, di farsi prossimo. Questa è lalogica di Dio perché Dio è Amore! È perquesto che Dio decise di “scendere nel

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  • DALLEAPI ALLEROSE

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    COSA FARE DURANTE L’OTTOBRE MISSIONARIO?

    Era il 1926, quando Papa Pio XI indisse per la prima volta la Giornata MissionariaMondiale, che ricorre ogni penultima domenica di ottobre (diventato il “mese missio-nario”). Ma, in concreto, cosa siamo chiamati a fare durante l’ottobre missionario? Èquesta un’occasione in cui siamo chiamati a condividere: è possibile condividere lericchezze spirituali, liturgiche, culturali; è pure importante condividere le ricchezzemateriali, per aiutare i più poveri e indifesi. Ognuno dà secondo le sue possibilità, ciòche conta è farlo con il cuore.

    Ad aiutarci in questo percorso di riflessione e azione, ci sono le parole di Papa France-sco, pronunciate nel giorno di Pentecoste proprio per la prossima Giornata MissionariaMondiale, che sarà celebrata domenica 22 ottobre 2017: «Il mondo ha essenzialmen-te bisogno del Vangelo di Gesù Cristo… E grazie a Dio non mancano esperienze signifi-cative che testimoniano la forza trasformatrice del Vangelo. Penso al gesto di quellostudente Dinka che, a costo della propria vita, protegge uno studente della tribù Nuerdestinato ad essere ucciso… E possiamo pensare a innumerevoli testimonianze di co-me il Vangelo aiuta a superare le chiusure, i conflitti, il razzismo, il tribalismo, pro-muovendo dovunque e tra tutti la riconciliazione, la fraternità e la condivisione».

  • A te, Signore, umilmente raccomandiamoquesti nostri defunti, perché come nella lorovita mortale sono stati sempre amati da Ted'immenso amore, così ora, liberati da ognimale, entrino, per Tua grazia nel riposo eter-no. Portali nel tuo Paradiso, dove non vi èpiù lutto, né dolore, né lacrime, ma pace egioia con il Tuo Figlio e con lo Spirito Santo,nei secoli dei secoli. Amen.

    Andrea Mariani (Anzio RM - Italia)Angela Rita Albanesi Serena (Canada)Anna Maria Valente (Ronciglione VT - Italia)Domenica e Teresa Ferraina (Girifalco CZ -Italia)Elsa Bucalossi (Livorno - Italia)

    Elsa Guerrieri (Milano - Italia)Flora Longo De Vallier (Laste di Rocca Pietore BL -Italia)Francesco Ferraina (Girifalco CZ - Italia)Giannina Magnoli (Ferno Va - Italia)Gino Garrapa (Cutrofiano LE - Italia)Giuseppe Ferraina (Girifalco CZ - Italia)Liliana Gentili (Leonessa RI - Italia)Nazzareno Vissani (Cascia PG - Italia)Rocco e Mario Migliaccio (Girifalco CZ - Italia)Roberto Arrighini (Livorno - Italia)Rosa Carando (Tronzano Vercellese VC - Italia)Rosa Russo (Floridia SR - Italia)Teodoro Castiglioni (Olgiate Olona VA - Italia)Vezzosa Bulleri Benvenuti (Isola di Ortonovo SP - Italia)Virginia Vergari (San Pancrazio Salentino BR - Italia)

    VIVO

    NO

    IN C

    RIS

    TO

    mondo degli uomini” per condivi-dere la nostra carne, la nostravita, la nostra avventura, lanostra “route”, camminandoper la strade della Palestina.

    “Be prepared” (sii prepa-rato) è il motto scout origina-rio pensato dal fondatore Ba-den Powell. Esso racchiudel’essenza stessa dello spirito

    scout e dei principi fondamentalidello scautismo. Spinge allamessa in pratica del viverecoerentemente. È stato anchetradotto in latino con l’espres-sione “Estote Parati” (siatepronti), presente sia nel Van-

    gelo di Luca (Lc 12,40), sia inquello di Matteo (Mt 24,44).

    Questo per mettere in risalto, oltreall’aspetto pratico, anche la parte

    spirituale nella formazione cristiana delloscout.

    Noi monache abbiamo incontrato tantis-simi gruppi: Orvieto, Mesana, Bassano, Ma-rano, Bitonto, Marostica, Lanciano, Rover-bella ecc,... Sono stati momenti di grazia,fraternità, comunione, scambio reciproco…Questi ragazzi hanno camminato su questeterre, hanno respirato la spiritualità qui pre-sente, hanno cercato di rispondere alla do-manda di senso che stanno vivendo, nellabellezza della loro gioventù. La loro espe-rienza è stata una palestra di forza interio-re, impregnata di intensità e pienezza, inparte anche di fatica, ma con la consapevo-lezza che Gesù dal Cielo si è fatto guida ebattistrada per tutti.

    Grazie, ragazzi! Dopo aver incrociato lenostre strade, ora corriamo insieme congioia verso la meta!

    LA PRIORA RISPONDE

    Sta per tornare la rubrica di corri-spondenza della Madre Priora con idevoti di Santa Rita. Se desidericondividere con noi i tuoi timori, ituoi dubbi o la tua felicità, scrivi [email protected],specificando diautorizzarci allapubbl icazionedella lettera. Ma-dre Maria Rosa ri-sponderà a tutti,sulla rivista “DalleApi alle Rose” oin forma privata.

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    DIALOGO COL MONASTERO


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