Date post: | 22-Jun-2015 |
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Dante immagina il Paradiso, secondo lo schema tolemaico, suddiviso in nove cieli concentrici (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Cielo delle stelle fisse, Cielo
cristallino o Primo Mobile), racchiusi nell’Empireo dove sta Dio.E’ immobile e gli altri cieli girano più velocemente quanto più
sono alti.L’Empireo è la sede delle anime; qui Dante le vede tutte
insieme, ma Dio per fargli comprendere il diverso grado della loro beatitudine (minore quanto più il cielo è lontano da Dio) ha
voluto che esse gli si mostrassero nei vari cieli: Cielo della Luna, spiriti che mancarono ai voti; Cielo di Mercurio, spiriti attivi; Cielo di Venere, spiriti amanti; Cielo del Sole, spiriti
sapienti; Cielo di Marte, spiriti guerrieri; Cielo di Giove, spiriti giusti; Cielo di Saturno, spiriti contemplanti; Cielo delle stelle
fisse, spiriti trionfanti; Primo Mobile, gerarchie angeliche.
La struttura del Paradiso
Dante si volse a Beatrice che sorridendo disse: “Ecco siamo nel primo dei nove cieli del Paradiso , quello della Luna”. Dante vide davanti a sé dei volti
che lo guardavano : gli sembravano come riflessi da vetri o da acque limpide. Uno spirito gli disse: “Io sono Piccarda , sorella di Corso e Forese Donati. Mi
feci suora ma poi dovetti abbandonare il convento, perché Corso volle maritarmi a un suo amico; son qui insieme con altre anime che, come me,
non riuscirono a mantenersi fedeli ai voti che avevano preso, ma non per loro colpa .
I due furono nel secondo cielo, quello di Mercurio.
Brillando di più forte luce uno spirito parlò: “Fui imperatore e il mio nome è Giustiniano; raccolsi e ordinai quelle leggi che avevano fatto Roma grande e gloriosa. In questo cielo sono radunati quelli che in vita hanno lavorato per
compiere opere che durassero nei secoli
Dante s’accorse di esser salito al cielo di Venere. S’avvicinarono altri spiriti beati: quello di Canizza da Romano, che fu donna di molti amori e molte virtù, moglie di
quel Sordello mantovano che Dante aveva incontrato nel Purgatorio.
Nel cielo del Sole erano raccolti gli spiriti sapienti, i filosofi che avevano vissuto indagando sulla verità, cercando di penetrare il mistero di Dio.
San Tommaso d’ Aquino indicò altri beati e disse: “Dio volle che la sua chiesa avesse due principi: uno ardente d’amore ( San Francesco ), l’altro di sapienza angelica (San
Domenico ). Io ti parlerò del primo, il suo nome è Francesco e i suoi seguaci si chiamaron francescani.
Dante si sentì trasportare fino al cielo di Marte. Esso
era attraversato da due raggi sfolgoranti che formavano
una grande croce.
Ed ecco una stella scendere e da essa uscire
una voce: “ O sangue mio a chi mai come a te furon
dischiuse per ben due volte le porte del cielo”…. ” Io sono
il tuo trisavolo…e fui chiamato Cacciaguida…
Andrai esule, saprai quanto è amaro salire e scendere
l’altrui scale”… “Qui ci sono color che combatterono per il
trionfo della fede: ci sono Carlo Magno, il suo paladino
Orlando, i grandi re, i condottieri che guidarono le
crociate…”
Dante , come rapito da quelle luci si trovò nel cielo di Giove e vide l’Aquila simbolo dell’impero romano.
L’aquila risolse i suoi dubbi e rispose: “ Tu pensi che anche altri uomini furono giusti e pii, ma che sono stati esclusi dal Paradiso non essendo stati battezzati. Ma gli uomini non possono scrutare il volere di Dio. Sappi anche che, nel giorno
del giudizio, Dio li dividerà in due schiere: quella dei buoni e quella dei malvagi”. In quello splendore Dante vide Davide , Traiano, Costantino, altri re e imperatori e
uomini che ebbero come ideale supremo la giustizia.
“ Se io ora sorridessi – soggiunse Beatrice – Tu non potresti sopportare il mio volto, e diventeresti
cenere. Siamo infatti saliti al settimo cielo, quello di
Saturno. Guarda! “.
Dante vide una immensa scala che saliva verso il cielo.
Come volando, si ritrovò nell’ottavo cielo, nella costellazione dei Gemelli.
“ Sei giunto nell’Empireo - disse Beatrice –
vicino all’estrema beatitudine, cioè a Dio. In fondo, molto in basso, Dante vide la Terra.
“Tu sei colui al quale Gesù ha lasciato le chiavi del suo regno! “ Disse Beatrice. Infatti quella era l’anima di San Pietro il quale, volgendosi a Dante, lo interrogò
sulla Fede …. Dopo di lui venne San Giacomo, che interrogò Dante sulla Speranza. Si fece avanti un’altra luce, l’anima di San Giovanni che pose a Dante
diverse domande sulla Carità.
Beatrice invocò una luce.
Riminando il viso meraviglioso di Beatrice, egli ascese al Cielo Cristallino, o Primo Mobile, il cielo che, stando fuori dallo spazio, tutti
gli altri cieli metteva in movimento.
Beatrice non c’era più. Al suo posto un vecchio venerando con il volto pieno di letizia....
”Guarda più in alto, al cerchio più in alto e vedrai la signora di questo regno, Maria. Così potrai prepararti a guardare ancora più in lato, Dio. Maria ti concederà questa grazia che io le chiederò: io sono infatti il suo fedele
Bernardo “ ( San Bernardo di Chiaravalle).
Istituto Comprensivo di CasacalendaA.S. 2007-2008
Classi 1^,2^,3^ Scuola Secondaria di I° Grado
Casacalenda
“La Divina Commedia”
A cura degli insegnanti: Di Corpo Rosanna
Iantomasi AntonellaPasquale Maria Concetta
Sanna SabrinaRulli Nicola
In collaborazione con:Pietro La Barbera