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PARROCCHIA DEI SANTI FILIPPO E IACOMO POSTOLI … · In questo cammino verso il Natale ci aiutano...

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PARROCCHIA DEI SANTI FILIPPO E GIACOMO APOSTOLI - FINALE EMILIA - di 2014
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PARROCCHIA DEI SANTI FILIPPO E GIACOMO APOSTOLI

- FINALE EMILIA -

di

2014

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In questo cammino verso il Natale ci aiutano

alcuni atteggiamenti: la perseveranza nella

preghiera, pregare di più; l’operosità nella carità

fraterna, avvicinarci un po’ di più a quelli che

hanno bisogno; la gioia nella lode del Signore.

Dunque: la preghiera, la carità e la lode, con il

cuore aperto perché il Signore ci incontri».

(Papa Francesco,

Omelia in S.Marta, 2 dicembre 2013)

Nel cammino di preparazione al Natale continua, anche

quest’anno, la buona pratica della Novena del Natale. Ci facciamo

aiutare dalla Parola di Dio e dalle riflessioni del nostro papa

Francesco.

Ancora, in particolare agli ammalati, agli anziani e agli infermi è

affidato questo libretto, con la certezza che la Novena che si può

pregare a casa servirà ad alleviare le sofferenze e a sentirsi in

comunione con tutti i membri della Chiesa.

Anche alle famiglie va questo sussidio, perché sia usato nella

preghiera quotidiana. Nel difficile cammino di trasmissione della

fede non trascuriamo l’importanza di questa semplice preghiera –

opportunamente semplificata – con i nostri figli!

Buona Novena

e Buon Natale a tutti!

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SCHEMA DELLA NOVENA

ANTIFONA

O cieli, stillate rugiada; le nubi piovano il Giusto. Si apra la terra e germogli il Salvatore!

CANTO DELLE PROFEZIE

Rit. Viene il Signore, venite adoriamo (Regem venturum Dominum, venite adoremus)

Gioisci, figlia di Sion, esulta, figlia di Gerusalemme, ecco viene il Signore e splenderà in quel giorno una gran luce e i monti stilleranno dolcezza; dai colli fluiranno latte e miele perché viene il gran profeta, egli rinnoverà Gerusalemme. Ecco viene l'Uomo-Dio della casa di David, egli siederà sul trono. Voi lo vedrete ed esulterà il vostro cuore.

Rit. Viene il Signore, venite adoriamo (Regem venturum Dominum, venite adoremus)

Ecco viene il nostro difensore, il Santo d'Israele, porta sul capo la corona del regno: Egli dominerà dall'uno all'altro mare; dal fiume agli ultimi confini della terra. Ecco apparirà il Signore, non verrà meno alla parola data, fioriranno in quel giorno giustizia e pienezza di pace. Tutti i re della terra lo adoreranno, a lui tutte le genti serviranno.

Rit. Viene il Signore, venite adoriamo (Regem venturum Dominum, venite adoremus)

Ecco ci nascerà un bimbo, si chiamerà Dio forte, siederà sul trono di David, suo padre e regnerà. Sulle sue spalle porterà lo scettro. Betlemme, città di Dio Altissimo, in te nascerà il dominatore d'Israele, generato dall'eternità, tutta la terra canterà la sua lode; e quando verrà, sarà pace sulla nostra terra.

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Chi fa la novena a casa a questo punto prega:

10 Ave Maria,

il Padre Nostro,

il Gloria;

le letture della Messa del giorno,

il testo di meditazione del papa

e le preghiere dei fedeli. Poi si prosegue con il Benedictus (ultima pagina del libretto) e si termina con l’Angelus

ANGELUS

L’Angelo del Signore portò l’annunzio a Maria. - Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo. Ave Maria.

Eccomi, sono la serva del Signore. - Si compia in me la tua parola. Ave Maria.

E il Verbo si fece carne. - E venne ad abitare in mezzo a noi. Ave Maria.

R. Prega per noi, santa Madre di Dio. V. Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo.

CONCLUSIONE

Preghiamo. Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre; tu, che nell’annunzio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

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Lunedì 15 Dicembre 2014 1° giorno della Novena

Letture della Santa Messa Prima Lettura Nm 24,2-7. 15-17 Una stella spunta da Giacobbe Dal libro dei Numeri In quei giorni, Balaam alzò gli occhi e vide Israele accampato, tribù per tribù. Allora lo spirito di Dio fu sopra di lui. Egli pronunciò il suo poema e disse: «Oracolo di Balaam, figlio di Beor, oracolo dell’uomo dall’occhio penetrante; oracolo di chi ode le parole di Dio, di chi vede la visione dell’Onnipotente, cade e gli è tolto il velo dagli occhi. Come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue dimore, Israele! Si estendono come vallate, come giardini lungo un fiume, come àloe, che il Signore ha piantato, come cedri lungo le acque. Fluiranno acque dalle sue secchie e il suo seme come acque copiose. Il suo re sarà più grande di Agag e il suo regno sarà esaltato». Egli pronunciò il suo poema e disse: «Oracolo di Balaam, figlio di Beor, oracolo dell’uomo dall’occhio penetrante, oracolo di chi ode le parole di Dio e conosce la scienza dell’Altissimo, di chi vede la visione dell’Onnipotente, cade e gli è tolto il velo dagli occhi. Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele». Parola di Dio Salmo Responsoriale Dal Salmo 24 R. Fammi conoscere, Signore, le tue vie Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza. Ricòrdati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore che è da sempre. Ricòrdati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore.

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Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via. Canto al Vangelo Sal 85,8 Alleluia, alleluia. Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. Alleluia.

Vangelo Mt 21,23-27 Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore

Per la riflessione Oggi vorrei riflettere con voi sul Natale di Gesù, festa della fiducia e della speranza, che supera l’incertezza e il pessimismo. Pensate bene a questo: Dio è con noi e Dio si fida ancora di noi. E' generoso questo Dio Padre! Egli viene ad abitare con gli uomini, sceglie la terra come sua dimora per stare insieme all’uomo e farsi trovare là dove l’uomo trascorre i suoi giorni nella gioia o nel dolore. Pertanto, la terra non è più soltanto una "valle di lacrime", ma è il luogo dove Dio stesso ha posto la sua tenda, è il luogo dell’incontro di Dio con l’uomo, della solidarietà di Dio con gli uomini. Dio ha voluto condividere la nostra condizione umana al punto da farsi una cosa sola con noi nella persona di Gesù, che è vero uomo e vero Dio. Ma c’è

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qualcosa di ancora più sorprendente. La presenza di Dio in mezzo all’umanità non si è attuata in un mondo ideale, ma in questo mondo reale, segnato da tante cose buone e cattive, segnato da divisioni, malvagità, povertà, prepotenze e guerre. Egli ha scelto di abitare la nostra storia così com’è, con tutto il peso dei suoi limiti e dei suoi drammi. Così facendo ha dimostrato in modo insuperabile la sua inclinazione misericordiosa e ricolma di amore verso le creature umane. Egli è il Dio-con-noi; Gesù è Dio-con-noi. Gesù è Dio-con noi da sempre e per sempre con noi nelle sofferenze e nei dolori della storia. Il Natale di Gesù è la manifestazione che Dio si è "schierato" una volta per tutte dalla parte dell’uomo, per salvarci, per risollevarci dalla polvere delle nostre miserie, delle nostre difficoltà, dei nostri peccati. Da qui viene il grande "regalo" del Bambino di Betlemme: Lui ci porta un’energia spirituale, un'energia che ci aiuta a non sprofondare nelle nostre fatiche, nelle nostre disperazioni, nelle nostre tristezze, perché è un’energia che riscalda e trasforma il cuore. La nascita di Gesù, infatti, ci porta la bella notizia che siamo amati immensamente e singolarmente da Dio, e questo amore non solo ce lo fa conoscere, ma ce lo dona, ce lo comunica! Dalla contemplazione gioiosa del mistero del Figlio di Dio nato per noi, possiamo ricavare due considerazioni. La prima è che se nel Natale Dio si rivela non come uno che sta in alto e che domina l’universo, ma come Colui che si abbassa, discende sulla terra piccolo e povero, significa che per essere simili a Lui noi non dobbiamo metterci al di sopra degli altri, ma anzi abbassarci, metterci al servizio, farci piccoli con i piccoli e poveri con i poveri. Ma è una cosa brutta quando si vede un cristiano che non vuole abbassarsi, che non vuole servire. Un cristiano che si pavoneggia dappertutto, è brutto: quello non è cristiano, quello è pagano. Il cristiano serve, si abbassa La seconda conseguenza: se Dio, per mezzo di Gesù, si è coinvolto con l’uomo al punto da diventare come uno di noi, vuol dire che qualunque cosa avremo fatto a un fratello o a una sorella l’avremo fatta a Lui. Ce lo ha ricordato lo stesso Gesù: chi avrà nutrito, accolto, visitato, amato uno dei più piccoli e dei più poveri tra gli uomini, avrà fatto ciò al Figlio di Dio. Affidiamoci alla materna intercessione di Maria, Madre di Gesù e nostra, perché ci aiuti in questo Santo Natale, ormai vicino, a riconoscere nel volto del nostro prossimo, specialmente delle persone più deboli ed emarginate, l’immagine del Figlio di Dio fatto uomo.

(Udienza Generale, 18 dicembre 2013)

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Preghiera dei fedeli Fratelli e sorelle, il Signore ci assicura che il più piccolo del Regno dei cieli è più grande del Battista. Preghiamolo perché dia anche a noi la grazia necessaria per entrare nel suo regno. Preghiamo insieme e diciamo: Mostraci il tuo volto, Signore!

Perché i cristiani, chiamati a discernere i segni del tuo amore nelle vicende della storia, trovino nella Chiesa una guida sicura e amorevole, preghiamo.

Per i sacerdoti che annunciano con parola autorevole ed esempio di vita evangelica l’amore con cui tuo Figlio è venuto a salvarci, preghiamo

Affinché chi vive nell’angoscia, nella crisi nella e disperazione trovi in Cristo la gioiosa notizia che apre su una novità insperata, preghiamo.

Dona Signore al tuo popolo tante vocazioni sacerdotali, diaconali e di vita consacrata, preghiamo.

Signore dell’universo, nostro Redentore, nel tuo amore eterno hai avuto pietà di noi e sei venuto in mezzo ai peccatori: facci ritrovare oggi i gesti della tua grazia perché non rifiutiamo il disegno che tu hai su di noi nella nostra vita quotidiana. Tu vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

Impegno All’inizio di questa novena mi impegno ad invocare ogni giorno lo Spirito Santo.

Martedì 16 Dicembre 2014 2° giorno della Novena

Letture della Santa Messa Prima Lettura Sof 3, 1-2. 9-13 La salvezza messianica è promessa a tutti poveri Dal libro del profeta Sofonìa Così dice il Signore: «Guai alla città ribelle e impura, alla città che opprime! Non ha ascoltato la voce, non ha accettato la correzione. Non ha confidato nel Signore, non si è rivolta al suo Dio». «Allora io darò ai popoli un labbro puro, perché invochino tutti il nome del Signore e lo servano tutti sotto lo stesso giogo.

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Da oltre i fiumi di Etiopia coloro che mi pregano, tutti quelli che ho disperso, mi porteranno offerte. In quel giorno non avrai vergogna di tutti i misfatti commessi contro di me, perché allora allontanerò da te tutti i superbi gaudenti, e tu cesserai di inorgoglirti sopra il mio santo monte. Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero». Confiderà nel nome del Signore il resto d’Israele. Non commetteranno più iniquità e non proferiranno menzogna; non si troverà più nella loro bocca una lingua fraudolenta. Potranno pascolare e riposare senza che alcuno li molesti. Parola di Dio Salmo Responsoriale Dal Salmo 33 R. Il povero grida e il Signore lo ascolta

Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino.

Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce.

Il volto del Signore contro i malfattori, per eliminarne dalla terra il ricordo. Gridano i giusti e il Signore li ascolta, li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti. Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; non sarà condannato chi in lui si rifugia.

Canto al Vangelo Alleluia, alleluia. Vieni, Signore, non tardare: perdona i peccati del tuo popolo. Alleluia.

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Vangelo Mt 21,28-32 E' venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto Dal vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». Parola del Signore

Per la riflessione Il profeta è colui che ascolta le parole di Dio, sa vedere il momento e proiettarsi sul futuro. Ha dentro di sé questi tre momenti: il passato, il presente e il futuro: Il passato: il profeta è cosciente della promessa e ha nel suo cuore la promessa di Dio, l’ha viva, la ricorda, la ripete. Poi guarda il presente, guarda il suo popolo e sente la forza dello Spirito per dirgli una parola che lo aiuti ad alzarsi, a continuare il cammino verso il futuro. Il profeta è un uomo di tre tempi: promessa del passato; contemplazione del presente; coraggio per indicare il cammino verso il futuro. E il Signore sempre ha custodito il suo popolo, con i profeti, nei momenti difficili, nei momenti nei quali il Popolo era scoraggiato o era distrutto, quando il Tempio non c’era, quando Gerusalemme era sotto il potere dei nemici, quando il popolo si domandava dentro di sé: “Ma Signore tu ci ha promesso questo! E adesso cosa succede?”. E’ quello che è successo nel cuore della Madonna quando era ai piedi della Croce. In questi momenti è necessario l’intervento del profeta. E non sempre il profeta è ricevuto, tante volte è respinto. Lo stesso Gesù dice ai Farisei che i loro padri hanno ucciso i profeti, perché dicevano cose che non erano piacevoli: dicevano la verità, ricordavano la promessa! E quando nel popolo di Dio manca la profezia manca qualcosa: manca la vita del Signore!. Quando non c’è profezia ha il sopravvento il legalismo. Così, nel Vangelo i sacerdoti sono andati da Gesù a chiedere la cartella di legalità: “Con quale autorità fai queste cose? Noi siamo i padroni del Tempio!”. Non

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capivano le profezie. Avevano dimenticato la promessa! Non sapevano leggere i segni del momento, non avevano né occhi penetranti, né udito della Parola di Dio: soltanto avevano l’autorità! Ma quando regna il legalismo, la Parola di Dio non c’è e il popolo di Dio che crede, piange nel suo cuore, perché non trova il Signore: gli manca la profezia. La nostra preghiera in questi giorni, nei quali ci prepariamo al Natale del Signore, sia: “Signore, che non manchino i profeti nel tuo popolo!”. Tutti noi battezzati siamo profeti. “Signore, che non dimentichiamo la tua promessa! Che non ci stanchiamo di andare avanti! Che non ci chiudiamo nelle legalità che chiudono le porte! Signore, libera il tuo popolo dalla spirito del clericalismo e aiutalo con lo spirito di profezia”.

(Omelia in S.Marta, 16 dicembre 2013)

Preghiera dei fedeli Chiediamo al Signore che, in una rinnovata effusione del suo Spirito, si risvegli in noi il dono della profezia ricevuto nel Battesimo. Preghiamo insieme e diciamo: Manda il tuo Spirito Signore

Per la Chiesa, chiamata nella storia a leggere i segni dei tempi: sappia anche oggi aiutare gli uomini a compiere le scelte suggerite da Dio. Preghiamo

Per le autorità civili: illuminate da Dio esercitino il loro ruolo come servizio della comunità umana, conducendola, attraverso scelte lungimiranti, verso un mondo con meno disparità. Preghiamo

Per la nostra comunità parrocchiale: ciascuno di noi, percependo di essere membro di un corpo, sappia uscire da se stesso incontro all’altro. Preghiamo

Signore, che non manchino i profeti nel tuo popolo. Preghiamo Padre santo, che in Gesù ci hai accolti come tuoi figli, ascolta le invocazioni che i nostri cuori ti rivolgono e donaci di costruire la nostra vita sulla salda roccia della tua Parola. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Impegno Proponiamoci oggi di crescere nella fede e, in questo, di non dire mai di no a quanto Dio ci chiede, soprattutto attraverso la Chiesa ed i fratelli più piccoli.

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Mercoledì 17 Dicembre 2014 3° giorno della Novena

Letture della Santa Messa Prima Lettura Gn 49, 2.8-10 Non sarà tolto lo scettro da Giuda Dal libro della Gènesi In quei giorni, Giacobbe chiamò i figli e disse: «Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe, ascoltate Israele, vostro padre! Giuda, ti loderanno i tuoi fratelli; la tua mano sarà sulla cervìce dei tuoi nemici; davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre. Un giovane leone è Giuda: dalla preda, figlio mio, sei tornato; si è sdraiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa; chi lo farà alzare? Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli». Parola di Dio Salmo Responsoriale Dal Salmo 71 R. Venga il tuo regno di giustizia e di pace. O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia. Ai poveri del popolo renda giustizia, salvi i figli del misero. Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E dòmini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra.

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Il suo nome duri in eterno, davanti al sole germogli il suo nome. In lui siano benedette tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato. Canto al Vangelo Alleluia, alleluia. O Sapienza dell’Altissimo, che tutto disponi con forza e dolcezza: vieni ad insegnarci la via della saggezza. Alleluia.

Vangelo Mt 1,1-17 Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide Dal vangelo secondo Matteo Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore

Per la riflessione Qualcuno una volta ho sentito che diceva: ‘Ma questo brano del Vangelo sembra l’elenco telefonico!’ E no, è tutt’altra cosa: questo brano del

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Vangelo è pura storia e ha un argomento importante. E’ pura storia, perché Dio, come diceva San Leone Papa, Dio ha inviato il suo Figlio. E Gesù è consustanziale al Padre, Dio, ma anche consustanziale alla Madre, una donna. E questa è la consustanzialità della Madre. Dio si è fatto storia. Dio ha voluto farsi storia. E’ con noi. Ha fatto il cammino con noi. Dopo il primo peccato nel Paradiso Lui ha avuto questa idea: fare il cammino con noi. Ha chiamato Abramo, il primo nominato in questa lista e lo ha invitato a camminare. E Abramo ha incominciato quel cammino. E poi Isacco, Giacobbe, Giuda. E così va questo cammino nella storia. Dio, ha affermato il Papa, cammina con il suo popolo. Dio non ha voluto venire a salvarci senza storia. Lui ha voluto fare storia con noi. Una storia, ha rilevato, che va dalla santità al peccato. In questo elenco ci sono santi, ma in questo elenco ci sono anche i peccatori. I peccatori di alto livello, che hanno fatto peccati grossi. E Dio ha fatto storia con loro. Peccatori, che non hanno risposto a tutto quello che Dio pensava per loro. Pensiamo a Salomone, tanto grande, tanto intelligente, e finì, poveraccio, lì, che non sapeva come si chiamava! Ma Dio era con lui. E questo è il bello, no? Dio è consustanziale a noi. Fa storia con noi. Di più: quando Dio vuol dire chi è, dice ‘Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e Giacobbe’. Ma qual è il cognome di Dio? Siamo noi, ognuno di noi. Lui prende da noi il nome per farlo il suo cognome. ‘Io sono il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di Pedro, di Marietta, di Marisa, di Simone, di tutti!’ Da noi prende il cognome. Il cognome di Dio è ognuno di noi. Lui, il nostro Dio ha fatto storia con noi, ha preso il cognome dal nostro nome, si è lasciato scrivere la storia da noi. Noi scriviamo questa storia di grazia e peccato e Lui va dietro a noi. Questa è l’umiltà di Dio, la pazienza di Dio, l’amore di Dio. E’ nostro! E questo fa commuovere. Tanto amore, tanta tenerezza, di avere un Dio così. La sua gioia è stata condividere la sua vita con noi. Il Libro della Sapienza dice che la gioia del Signore è fra i figli dell’uomo, con noi. Avvicinandosi il Natale, viene da pensare: se Lui ha fatto la sua storia con noi, se Lui ha preso il suo cognome da noi, se Lui ha lasciato che noi scrivessimo la sua storia, almeno lasciamo, noi, che Lui ci scriva la nostra storia. E quella è la santità: ‘Lasciare che il Signore ci scriva la nostra storia’. E questo è un augurio di Natale per tutti noi. Che il Signore ti scriva la storia e che tu lasci che Lui te la scriva. Così sia!

(Omelia in S.Marta, 17 dicembre 2013)

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Preghiera dei fedeli Fratelli e sorelle, eleviamo la nostra preghiera a Dio, nostro Padre, che ha mandato il Figlio suo nella storia d’Israele, una storia segnata da infedeltà, ma soprattutto intessuta dall’amore divino e dall’amore umano. Preghiamo insieme e diciamo: Venga il tuo regno, Signore!

Come Abramo ha abbandonato tutto per seguire te, o Dio aiuta ogni uomo e donna ad uscire da sé per incontrarti in Cristo. Noi ti preghiamo.

Come Davide che ha riconosciuto il suo peccato, aiutaci, Signore, a superare il nostro peccato e a vivere secondo la tua volontà. Noi ti preghiamo.

Hai prescelto Israele pur conoscendo la sua durezza di cuore; aiuta, Signore, quanti oggi si rifiutano a liberarsi dalla durezza del proprio cuore per alzare a te lo sguardo. Noi ti preghiamo.

Nel tuo amore infinito ci hai donato Cristo, nato da Maria: aiuta, Signore, la nostra Chiesa di Modena – Nonantola ed il nostro Vicariato ad accoglierlo e testimoniarlo in fedeltà ed obbedienza. Noi ti preghiamo.

Ascolta, o Padre, la nostra preghiera e mandaci il tuo Santo Spirito affinché anche nella nostra storia riconosciamo la presenza del tuo amore nel Figlio tuo venuto in mezzo a noi, Gesù Cristo, nostro Signore.

Impegno Sforziamoci di accettare coloro che nelle nostre famiglie sembrano non camminare nei sentieri tracciati da Dio, vedendoli come suoi strumenti al servizio del suo disegno di salvezza.

Giovedì 18 Dicembre 2014 4° giorno della Novena

Letture della Santa Messa Prima Lettura Ger 23, 5-8 Susciterò a Davide un germoglio giusto Dal libro del profeta Geremìa «Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,

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che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele vivrà tranquillo, e lo chiameranno con questo nome: Signore-nostra-giustizia. Pertanto, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali non si dirà più: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto!”, ma piuttosto: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire e ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!”; costoro dimoreranno nella propria terra». Parola di Dio Salmo Responsoriale Dal Salmo 71 R. Nei suoi giorni fioriranno giustizia e pace O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. Perché egli libererà il misero che invoca e il povero che non trova aiuto. Abbia pietà del debole e del misero e salvi la vita dei miseri. Benedetto il Signore, Dio d’Israele: egli solo compie meraviglie. E benedetto il suo nome glorioso per sempre: della sua gloria sia piena tutta la terra. Amen, amen. Canto al Vangelo Alleluia, alleluia. O Signore, guida della casa d’Israele, che hai dato la Legge a Mosè sul monte Sinai: vieni a liberarci con braccio potente. Alleluia.

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Vangelo Mt 1,18-24 Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, figlio di Davide Dal vangelo secondo Matteo Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore

Per la riflessione Il Vangelo ci racconta i fatti che precedettero la nascita di Gesù, e l’evangelista Matteo li presenta dal punto di vista di san Giuseppe, il promesso sposo della Vergine Maria. Giuseppe e Maria vivevano a Nazareth; non abitavano ancora insieme, perché il matrimonio non era ancora compiuto. In quel frattempo, Maria, dopo aver accolto l’annuncio dell’Angelo, divenne incinta per opera dello Spirito Santo. Quando Giuseppe si accorge di questo fatto, ne rimane sconcertato. Il Vangelo non spiega quali fossero i suoi pensieri, ma ci dice l’essenziale: egli cerca di fare la volontà di Dio ed è pronto alla rinuncia più radicale. Invece di difendersi e di far valere i propri diritti, Giuseppe sceglie una soluzione che per lui rappresenta un enorme sacrificio. E il Vangelo dice: «Poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto» (Mt 1,19). Questa breve frase riassume un vero e proprio dramma interiore, se pensiamo all’amore che Giuseppe aveva per Maria! Ma anche in una tale circostanza, Giuseppe intende fare la volontà di Dio e decide, sicuramente con gran dolore, di congedare Maria in segreto. Bisogna meditare su queste parole, per capire quale sia stata la prova che Giuseppe ha dovuto sostenere nei giorni che hanno preceduto la nascita di Gesù. Una prova

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simile a quella del sacrificio di Abramo, quando Dio gli chiese il figlio Isacco (cfr Gen 22): rinunciare alla cosa più preziosa, alla persona più amata. Ma, come nel caso di Abramo, il Signore interviene: ha trovato la fede che cercava e apre una via diversa, una via di amore e di felicità: «Giuseppe – gli dice – non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo» (Mt 1,20). Questo Vangelo ci mostra tutta la grandezza d’animo di san Giuseppe. Egli stava seguendo un buon progetto di vita, ma Dio riservava per lui un altro disegno, una missione più grande. Giuseppe era un uomo che dava sempre ascolto alla voce di Dio, profondamente sensibile al suo segreto volere, un uomo attento ai messaggi che gli giungevano dal profondo del cuore e dall’alto. Non si è ostinato a perseguire quel suo progetto di vita, non ha permesso che il rancore gli avvelenasse l’animo, ma è stato pronto a mettersi a disposizione della novità che, in modo sconcertante, gli veniva presentata. E’ così, era un uomo buono. Non odiava, e non ha permesso che il rancore gli avvelenasse l’animo. Ma quante volte a noi l’odio, l’antipatia pure, il rancore ci avvelenano l’anima! E questo fa male. Non permetterlo mai: lui è un esempio di questo. E così, Giuseppe è diventato ancora più libero e grande. Accettandosi secondo il disegno del Signore, Giuseppe trova pienamente se stesso, al di là di sé. Questa sua libertà di rinunciare a ciò che è suo, al possesso sulla propria esistenza, e questa sua piena disponibilità interiore alla volontà di Dio, ci interpellano e ci mostrano la via. Ci disponiamo allora a celebrare il Natale contemplando Maria e Giuseppe: Maria, la donna piena di grazia che ha avuto il coraggio di affidarsi totalmente alla Parola di Dio; Giuseppe, l’uomo fedele e giusto che ha preferito credere al Signore invece di ascoltare le voci del dubbio e dell’orgoglio umano. Con loro, camminiamo insieme verso Betlemme.

(Dall’Angelus del 22 Dicembre 2013)

Preghiera dei fedeli Fratelli e sorelle, eleviamo la nostra supplica a Dio, che Giuseppe incontrò nelle meraviglie che operava in Maria sua sposa. Preghiamo insieme e diciamo: Vieni e mostraci le tue meraviglie, Signore!

Signore, che hai trovato in Giuseppe un uomo disponibile all’ascolto: apri il nostro cuore alla tua volontà. Preghiamo

Signore, che hai trovato in Giuseppe un uomo obbediente: fa’ che nella nostra vita non manchi la docilità alla voce della tua Chiesa. Preghiamo

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Signore, che hai trovato in Giuseppe un custode per il tuo Figlio: fa’ che nella nostra vita impariamo a custodire nella purezza il nostro cuore. Preghiamo

Signore, Giuseppe ha riconosciuto il figlio di Maria come l’Emmanuele: purifica il nostro sguardo affinché possiamo contemplare la presenza di Cristo nella nostra vita. Preghiamo

Signore, Giuseppe ha preso con sé Maria: vieni per gli sposi e concedi loro amore saldo e fedele e sostegno nella difficoltà. Preghiamo

Ascolta, o Padre, la nostra preghiera e soccorrici con il tuo Spirito affinché il mistero della nostra esistenza trovi luce nell’incontro con l’Emmanuele, il Dio-con-noi, Gesù Cristo, nostro Signore. Amen

Impegno Oggi prego un “Padre nostro” per tutti i papà, viventi o defunti, come ci ha invitato a fare il papa.

Venerdì 19 Dicembre 2014 5° giorno della Novena

Letture della Santa Messa Prima Lettura Gdc 13, 2-7. 24-25 La nascita di Sansone è annunciata dall'angelo Dal libro dei Giudici In quei giorni, c’era un uomo di Sorèa, della tribù dei Danìti, chiamato Manòach; sua moglie era sterile e non aveva avuto figli. L’angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro. Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio fin dal seno materno; egli comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei». La donna andò a dire al marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l’aspetto di un angelo di Dio, un aspetto maestoso. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome, ma mi ha detto: “Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal seno materno fino al giorno della sua morte”».

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E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui. Parola del Signore Salmo Responsoriale Dal Salmo 70 R. Canterò senza fine la tua gloria, Signore. Sii tu la mia roccia, una dimora sempre accessibile; hai deciso di darmi salvezza: davvero mia rupe e mia fortezza tu sei! Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza. Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. Verrò a cantare le imprese del Signore Dio: farò memoria della tua giustizia, di te solo. Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. Canto al Vangelo Alleluia, alleluia. O Radice di Iesse, che t’innalzi come segno per i popoli: vieni a liberarci, non tardare. Alleluia.

Vangelo Lc 1,5-25 La nascita di Giovanni Battista è annunziata dall'angelo. Dal vangelo secondo Luca Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo

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l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». Parola del Signore

Per la riflessione Tante volte, nella Bibbia, troviamo donne sterili alle quali il Signore fa il dono della vita. Dall’impossibilità di dare vita viene la vita. E questo è anche accaduto non a donne sterili ma che non avevano speranza di vita, come Noemi che alla fine ha avuto un nipote (cfr. Libro di Rut). Il Signore interviene nella vita di queste donne per dirci: ‘Io sono capace di dare vita’. Anche nei Profeti c’è l’immagine del deserto, la terra deserta incapace di far crescere un albero, un frutto, di far germogliare qualcosa. ‘Ma il deserto sarà come una foresta - dicono i Profeti - sarà grande, fiorirà’. Ma il deserto può fiorire? Sì. La donna sterile può dare vita? Sì. Quella promessa del Signore: Io posso! Io posso dalla secchezza, dalla

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secchezza vostra, far crescere la vita, la salvezza! Io posso dall’aridità far crescere i frutti! E la salvezza è questo: L’intervento di Dio che ci fa fecondi, che ci dà la capacità di dare vita. Noi non possiamo farlo da noi soli. Eppure tanti hanno fatto la prova di pensare alla nostra capacità di salvarci. Anche i cristiani! Invece tutto è grazia. E’ l’intervento di Dio che ci porta la salvezza. E’ l’intervento di Dio che ci aiuta nel cammino della santità. Soltanto Lui può. Ma da parte nostra cosa facciamo? Primo: riconoscere la nostra secchezza, la nostra incapacità di dare vita. Riconoscere questo. Secondo, chiedere: ‘Signore, io voglio essere fecondo. Io voglio che la mia vita dia vita, che la mia fede sia feconda e vada avanti e possa darla agli altri’. ‘Signore, io sono sterile, io non posso, Tu puoi. Io sono un deserto: io non posso, Tu puoi’. E questa può essere proprio la preghiera di questi giorni, prima del Natale. Pensiamo a come i superbi, quelli che credono che possono fare tutto da sé, sono colpiti. L’umiltà è necessaria per la fecondità. Quante persone credono di essere giuste, come quella, e alla fine sono poveracce. L’umiltà di dire al Signore: ‘Signore, sono sterile, sono un deserto’ e ripetere in questi giorni quelle belle antifone che la Chiesa ci fa pregare: ‘O figlio di David, o Sapienza – oggi – o radice di Jesse, o Emmanuel, vieni a darci vita, vieni a salvarci, perché Tu solo puoi, io solo non posso!’ E con questa umiltà, l’umiltà del deserto, l’umiltà di anima sterile, ricevere la grazia, la grazia di fiorire, di dare frutto e di dare vita.

(Omelia in S.Marta, 19 dicembre 2013)

Preghiera dei Fedeli Fratelli e sorelle, eleviamo la nostra supplica a Dio Padre che ha mandato nel mondo il suo Figlio, nato nell’umiltà a Betlemme. Preghiamo insieme e diciamo: Donaci, Signore, di essere umili

Per la tua Chiesa, strumento nelle tue mani: possa mostrare ad ogni uomo che la grandezza sta nel farsi piccoli. Preghiamo

Per i governanti: il potere non acciechi il loro sguardo, ma la carità che viene da te li renda capaci di soccorrere ogni uomo. Preghiamo

Per i giovani: nel loro cammino di crescita incontrino educatori capaci di insegnar loro, con l’esempio, che l’obiettivo più grande della vita è assomigliare al tuo Figlio, consumatosi per amore. Preghiamo

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Per i consacrati: perché il voto di obbedienza pronunciato ricordi alla Chiesa intera che la vita vera è essere sottomessi gli uni agli altri. Preghiamo

Padre, fonte dell’Amore, soccorrici nel nostro peccato: aiutaci ad aprire il nostro sguardo agli altri, che tu ci chiami a servire. Per Cristo nostro Signore. Amen

Impegno Oggi, nella preghiera, mi impegno a chiedere al Signore una vita di fede feconda, capace, cioè, di trasmettere vita e gioia evangelica a chi incontro

Sabato 20 Dicembre 2014 6° giorno della Novena

Letture della Santa Messa Prima Lettura Is 7, 10-14 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio Dal libro del profeta Isaìa In quei giorni, il Signore parlò ad Àcaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele». Parola di Dio Salmo Responsoriale Dal Salmo 23 R. Ecco, viene il Signore, re della gloria. Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. È lui che l’ha fondato sui mari e sui fiumi l’ha stabilito. Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli.

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Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. Canto al Vangelo Alleluia, alleluia. O Chiave di Davide, che apri le porte del Regno dei cieli: vieni, e libera l’uomo prigioniero che giace nelle tenebre. Alleluia.

Vangelo Lc 1,26-38 Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio Dal vangelo secondo Luca Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

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Per la riflessione Dove porta la superbia del cuore? Adamo ed Eva, cedendo alla seduzione di Satana, hanno creduto di essere come Dio. Quella “superbia sufficiente” fa sì che siano allontanati dal Paradiso. Ma il Signore non li lascia camminare da soli, fa loro una promessa di redenzione e cammina con loro. Il Signore accompagnò l’umanità in questo lungo cammino. Ha fatto un popolo. Era con loro. E quel cammino che è incominciato con una disobbedienza, finisce con una obbedienza, con il sì di Maria all’Annuncio dell’angelo. Il “nodo che ha fatto Eva con la sua disobbedienza lo ha sciolto Maria con la sua obbedienza” (Sant’Ireneo). E’ un cammino nel quale le meraviglie di Dio si moltiplicano. Il Signore è in cammino con il suo popolo. E perché camminava con il suo popolo, con tanta tenerezza? Per ammorbidire il nostro cuore. Esplicitamente lo dice, Lui: “Io farò del tuo cuore di pietra un cuore di carne”. Ammorbidire il nostro cuore per ricevere quella promessa che aveva fatto nel Paradiso. Per un uomo è entrato il peccato, per un altro uomo viene la salvezza. E questo cammino tanto lungo aiutò tutti noi ad avere un cuore più umano, più vicino a Dio, non tanto superbo, non tanto sufficiente. E oggi la liturgia ci parla di questa tappa nel cammino di restaurazione, ci parla di obbedienza, di docilità alla Parola di Dio. La salvezza non si compra, non si vende: si regala. E’ gratuita. Noi non possiamo salvarci da noi stessi: la salvezza è un regalo, totalmente gratuito. Non si compra con il sangue né di tori né di capre: non si può comprare. Soltanto, per entrare in noi questa salvezza chiede un cuore umile, un cuore docile, un cuore obbediente. Come quello di Maria. E, il modello di questo cammino di salvezza è lo stesso Dio, suo figlio, che non stimò un bene irrinunciabile, essere uguale a Dio. Paolo lo dice (Cfr. Fil 2). Umiltà, umiliazione significa semplicemente dire: “io sono uomo, io sono donna e Tu sei Dio”, e andare davanti, alla presenza di Dio, nella obbedienza, nella docilità del cuore. Oggi possiamo abbracciare il Padre che, grazie al sangue del suo Figlio, si è fatto come uno di noi, ci salva. Questo Padre che ci aspetta tutti i giorni… Guardiamo l’icona di Eva e di Adamo, guardiamo l’icona di Maria e Gesù, guardiamo il cammino della Storia con Dio che camminava con il suo popolo. E diciamo: “Grazie. Grazie, Signore, perché oggi Tu dici a noi che ci hai regalato la salvezza”. Oggi è un giorno per rendere grazie al Signore.

(Omelia in S.Marta, 25 marzo 2013)

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Preghiera dei Fedeli Fratelli e sorelle, con Maria, beata per la sua umiltà, impariamo ad ascoltare la parola di Dio, chiedendo nella preghiera che si compia nella nostra vita. Preghiamo insieme e diciamo: Aumenta la nostra fede, Signore!

Perché impariamo a fidarci delle tue promesse contenute nella tua Parola. Noi ti preghiamo.

Perché, guardando all’ignoto del domani, nella speranza non ci lasciamo vincere dalla paura. Noi ti preghiamo.

Perché chi si trova senza lavoro e in grave difficoltà economica non ceda alla disperazione. Noi ti preghiamo.

Perché chi ha perso fiducia nella tua Provvidenza possa incontrarti operante nella sua vita. Noi ti preghiamo.

Ascolta, o Padre, la nostra preghiera e ricolmaci di Spirito Santo che ci faccia capaci di accogliere il Figlio tuo, nato da Maria, Gesù Cristo, nostro Signore. Amen

Impegno Oggi ringrazio il Signore per avermi regalato la salvezza, un dono per noi inaspettato e immeritato.

Domenica 21 Dicembre 2014 7° giorno della Novena

Letture della Santa Messa Prima Lettura 2 Sam 7, 1-5.8b-12.14a.16 Il regno di Davide sarà saldo per sempre davanti al Signore Dal secondo libro di Samuèle Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te». Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi

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più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”». Parola di Dio

Salmo Responsoriale Dal Salmo 88 R. Canterò per sempre l'amore del Signore.

Canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà, perché ho detto: «È un amore edificato per sempre; nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo. Stabilirò per sempre la tua discendenza, di generazione in generazione edificherò il tuo trono».

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza”. Gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli sarà fedele».

Seconda Lettura Rm 16, 25-27 Il mistero avvolto nel silenzio per secoli, ora è manifestato Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, a colui che ha il potere di confermarvi nel mio vangelo, che annuncia Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni, ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti, per ordine dell’eterno Dio, annunciato a tutte le genti perché giungano all’obbedienza della fede, a Dio, che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, la gloria nei secoli. Amen.

Canto al Vangelo Lc 1,38 Alleluia, alleluia. Eccomi, sono la serva del Signore: avvenga di me quello che hai detto. Alleluia.

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Vangelo Lc 1,26-38 Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce. Dal vangelo secondo Luca In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

Per la riflessione Nella storia della salvezza, non il clamore, ma l’ombra e il silenzio sono i “luoghi” in cui Dio ha scelto di manifestarsi all’uomo. La mia riflessione parte dagli istanti dell’Annunciazione, in particolare il passo in cui l’Angelo dice a Maria che la potenza dell’Altissimo la coprirà con la sua ombra. In fondo, quasi della stessa sostanza dell’ombra era fatta anche la nube con la quale Dio aveva protetto gli ebrei nel deserto. Il Signore sempre ha avuto cura del mistero e ha coperto il mistero. Non ha fatto pubblicità del mistero. Un mistero che fa pubblicità di sé non è cristiano, non è il mistero di Dio: è una finta di mistero! E questo è quello che è accaduto alla Madonna qui, quando riceve suo Figlio: il mistero della sua maternità verginale è coperto. E’ coperto tutta la vita! E Lei lo sapeva. Quest’ombra di Dio, nella nostra vita, ci aiuta a scoprire il nostro mistero: il nostro mistero dell’incontro col Signore, il nostro mistero del cammino della vita col Signore. Ognuno di noi sa come misteriosamente opera il Signore nel nostro cuore, nella nostra anima. E qual è la nube, la potenza, com’è lo stile dello Spirito Santo per coprire il nostro mistero?

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Questa nube in noi, nella nostra vita si chiama silenzio: il silenzio è proprio la nube che copre il mistero del nostro rapporto col Signore, della nostra santità e dei nostri peccati. Questo mistero che non possiamo spiegare. Ma quando non c’è silenzio nella vita nostra, il mistero si perde, va via. Custodire il mistero col silenzio! Quella è la nube, quella è la potenza di Dio per noi, quella è la forza dello Spirito Santo. La Madre di Gesù è stata la perfetta icona del silenzio. Dall’annuncio della sua eccezionale maternità al Calvario. Penso a quante volte ha taciuto e quante volte non ha detto quello che sentiva per custodire il mistero del rapporto con suo Figlio, fino al silenzio più difficile, ai piedi della Croce. Il Vangelo non ci dice nulla: se ha detto una parola o no… Era silenziosa, ma dentro il suo cuore, quante cose diceva al Signore! ‘Tu, quel giorno - questo è quello che abbiamo letto - mi hai detto che sarà grande; tu mi ha detto che gli avresti dato il Trono di Davide, suo padre, che avrebbe regnato per sempre e adesso lo vedo lì!’. La Madonna era umana! Ma Lei, col silenzio, ha coperto il mistero che non capiva e con questo silenzio ha lasciato che questo mistero potesse crescere e fiorire nella speranza. Il silenzio è quello che custodisce il mistero, per cui il mistero del nostro rapporto con Dio, del nostro cammino, della nostra salvezza non può essere messo all’aria, pubblicizzato. Che il Signore ci dia a tutti la grazia di amare il silenzio, di cercarlo e avere un cuore custodito dalla nube del silenzio.

(Omelia in S.Marta, 20 dicembre 2013)

Preghiera dei Fedeli Fratelli e sorelle, il Signore viene a liberare chi giace nelle tenebre del peccato. Con fiducia attendiamo la sua venuta. Preghiamo insieme e diciamo: Avvenga in me secondo la tua Parola, Signore!

Cristo, Verbo di Dio, che chiami ogni uomo alla salvezza, guida il mondo alla verità e alla pace. Noi ti invochiamo.

Cristo, Verbo di Dio, accolto nel grembo di Maria, rischiara il cammino anche di quanti ti rifiutano. Noi ti invochiamo.

Cristo, Verbo di Dio, venuto a donare grazia e verità, sii la luce di quanti hai rigenerato a figli di Dio nel Battesimo. Noi ti invochiamo.

Cristo, Verbo di Dio, disceso a narrare il Padre, sostieni chi ascolta, contempla e annuncia l’evangelo. Noi ti invochiamo.

O Dio, che ci hai dato nel figlio della Vergine il segno definitivo della tua tenerezza, apri le nostre menti alla sua venuta, perché la nostra vita porti frutti di giustizia e di amore. Per Cristo nostro Signore.

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Impegno Dopo l’annuncio dell’angelo, piena di Spirito Santo Maria corre in fretta ad aiutare la cugina Elisabetta. Oggi, animato dallo stesso Spirito, mi impegno ad andare a trovare una persona ammalata.

Lunedì 22 Dicembre 2014 8° giorno della Novena

Letture della Santa Messa Prima Lettura 1 Sam 1, 24-28 Anna ringrazia per la nascita di Samuèle Dal primo libro di Samuele In quei giorni, Anna portò con sé Samuèle, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore. Parola di Dio Salmo Responsoriale 1 Sam 2,1.4-8 R. Il mio cuore esulta nel Signore, mio Salvatore.

Il mio cuore esulta nel Signore, la mia forza s’innalza grazie al mio Dio. Si apre la mia bocca contro i miei nemici, perché io gioisco per la tua salvezza.

L’arco dei forti s’è spezzato, ma i deboli si sono rivestiti di vigore. I sazi si sono venduti per un pane, hanno smesso di farlo gli affamati. La sterile ha partorito sette volte e la ricca di figli è sfiorita. Il Signore fa morire e fa vivere, scendere agli inferi e risalire. Il Signore rende povero e arricchisce, abbassa ed esalta.

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Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farli sedere con i nobili e assegnare loro un trono di gloria. Canto al Vangelo Alleluia, alleluia. O Re delle genti e pietra angolare della Chiesa: vieni, e salva l’uomo che hai formato dalla terra. Alleluia.

Vangelo Lc 1, 46-55 Dal vangelo secondo Luca In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Parola del Signore

Per la riflessione Il Concilio ci ha lasciato una meditazione bellissima su Maria Santissima. «La Madre di Gesù, come in cielo, glorificata ormai nel corpo e nell’anima, è l’immagine e la primizia della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in cammino, fino a quando non verrà il giorno del Signore» (Lumen Gentium, n. 68) Soffermiamoci sulla parola “speranza”. Speranza è la virtù di chi, sperimentando il conflitto, la lotta quotidiana tra la vita e la morte, tra il bene e il male, crede nella Risurrezione di Cristo, nella vittoria dell’Amore. Abbiamo sentito il Canto di Maria, il Magnificat: è il cantico della speranza, è

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il cantico del Popolo di Dio in cammino nella storia. E’ il cantico di tanti santi e sante, alcuni noti, altri, moltissimi, ignoti, ma ben conosciuti a Dio: mamme, papà, catechisti, missionari, preti, suore, giovani, anche bambini, nonni, nonne: questi hanno affrontato la lotta della vita portando nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili. Maria dice: «L’anima mia magnifica il Signore» - anche oggi canta questo la Chiesa e lo canta in ogni parte del mondo. Questo cantico è particolarmente intenso là dove il Corpo di Cristo patisce oggi la Passione. Dove c’è la Croce, per noi cristiani c’è la speranza, sempre. Se non c’è la speranza, noi non siamo cristiani. Per questo a me piace dire: non lasciatevi rubare la speranza. Che non ci rubino la speranza, perché questa forza è una grazia, un dono di Dio che ci porta avanti guardando il Cielo. E Maria è sempre lì, vicina a queste comunità, a questi nostri fratelli, cammina con loro, soffre con loro, e canta con loro il Magnificat della speranza. Cari fratelli e sorelle, uniamoci anche noi, con tutto il cuore, a questo cantico di pazienza e di vittoria, di lotta e di gioia, che unisce la Chiesa trionfante con quella pellegrinante, noi; che unisce la terra con il Cielo, che unisce la nostra storia con l’eternità, verso la quale camminiamo.

(Dall’Omelia del 15 agosto 2013, Castelgandolfo)

Preghiera dei Fedeli Fratelli e sorelle, facciamo nostro il canto della speranza di Maria e con lei riconosciamo la potente salvezza di Dio nel Figlio generato nel suo seno. Preghiamo insieme e diciamo: L’anima mia magnifica il Signore!

Con Maria cantiamo la tua grandezza, Signore e la riconosciamo nell’abbassarsi del Figlio tuo nella carne umana. Noi ti preghiamo.

Con Maria cantiamo la tua salvezza, Signore e la riconosciamo compiuta nell’opera di Cristo, Figlio tuo. Noi ti preghiamo.

Con Maria cantiamo la tua onnipotenza, Signore e la riconosciamo nella fragilità del frutto del suo seno. Noi ti preghiamo.

Con Maria cantiamo la tua misericordia, Signore e la riconosciamo negli ultimi divenuti primi nel regno del Figlio tuo. Noi ti preghiamo.

Ascolta, Padre, il canto che la Chiesa eleva a te con Maria, l’umile figlia di Sion, e ricoprila come lei dell’ombra dello Spirito che scenda a suscitare e ad educare in questo tempo la fede nel Figlio tuo, nato da lei, Gesù Cristo, nostro Signore.

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Impegno Quello del ricordo costante di Dio e della preghiera continua non può essere il proposito di una giornata, ma oggi può essere l’inizio di una vita vissuta più intensamente alla sua presenza.

Martedì 23 Dicembre 2014 9° giorno della Novena

Letture della Santa Messa Prima Lettura Ml 3,1-4.23-24 Prima del giorno del Signore manderò il profeta Elia Dal libro del profeta Malachìa Così dice il Signore: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani. Ecco, io invierò il profeta Elìa prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio». Parola di Dio Salmo Responsoriale Dal Salmo 24 R. Leviamo il capo: è vicina la nostra salvezza. Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza. Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via.

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Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti. Il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza. Canto al Vangelo Alleluia, alleluia. O Emmanuele, Dio con noi, attesa dei popoli e loro liberatore: vieni a salvarci con la tua presenza. Alleluia.

Vangelo Lc 1,57-66 Nascita di Giovanni Battista Dal vangelo secondo Luca In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Parola del Signore

Per la riflessione Natale è vicino. La Chiesa, come Maria, è in attesa di un parto. Anche Lei sentiva quello che sentono tutte le donne in quel tempo. Sente queste percezioni interiori nel suo corpo, nella sua anima che il figlio sta arrivando. Maria sente nel cuore che vuole guardare il volto del suo Bambino. Noi

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come Chiesa, ha soggiunto, accompagniamo la Madonna in questo cammino di attesa e quasi vogliamo affrettare la nascita di Gesù. Il Signore viene due volte, quella che commemoriamo adesso, la nascita “fisica” e quella in cui “verrà alla fine a chiudere la storia”. Ma, come afferma San Bernardo, c’è anche una terza nascita. C’è una terza venuta del Signore: quella di ogni giorno. Il Signore ogni giorno visita la sua Chiesa! Visita ognuno di noi e anche la nostra anima entra in questa somiglianza: la nostra anima assomiglia alla Chiesa, la nostra anima assomiglia a Maria. I padri del deserto dicono che Maria, la Chiesa e l’anima nostra sono femminili e quello che si dice di una, analogamente si può dire dell’altra. La nostra anima anche è in attesa, in questa attesa per la venuta del Signore; un’anima aperta che chiama: 'Vieni, Signore!'. In questi giorni, lo Spirito Santo muove anche noi a fare questa preghiera: “Vieni! Vieni!”. Tutti i giorni dell’Avvento noi, la Chiesa, come Maria, siamo vigilanti nell’attesa. E la vigilanza è la virtù del pellegrino. Noi tutti siamo pellegrini!. E mi domando: siamo in attesa o siamo chiusi? Siamo vigilanti o siamo sicuri in un albergo, lungo il cammino e non vogliamo più andare avanti? Siamo pellegrini o siamo erranti? Per questo la Chiesa ci invita a pregare questo 'Vieni!', ad aprire la nostra anima e che la nostra anima sia, in questi giorni, vigilante nell’attesa. Vigilare! cosa succede in noi se viene il Signore o se non viene? Se c’è posto per il Signore o c’è posto per feste, per fare spese, fare rumore… La nostra anima è aperta, com’è aperta la Santa Madre Chiesa e com’era aperta la Madonna? O la nostra anima è chiusa e abbiamo attaccato sulla porta un cartellino, molto educato, che dice: 'Si prega di non disturbare!'. Il mondo non finisce con noi, noi non siamo più importanti del mondo: è il Signore, con la Madonna e con la Madre Chiesa!. Ecco allora, ha detto, ci farà bene ripetere l’invocazione: “O saggezza, o chiave di Davide, o Re delle genti, vieni!”: E oggi ripetere tante volte 'Vieni!', e cercare che la nostra anima non sia un’anima che dice: 'Do not disturb'. No! Che sia un’anima aperta, che sia un’anima grande, per ricevere il Signore in questi giorni e che incominci a sentire quello che domani nell’antifona ci dirà la Chiesa: ‘Sappiate che oggi viene il Signore! E domani vedrete la sua gloria!’.

(Omelia in S.Marta, 23 dicembre 2013)

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Preghiera dei Fedeli Fratelli e sorelle, la nostra vita senza Dio è vuota e triste. Supplichiamo il Signore perché non sia sordo al nostro grido e ci aiuti ad incontrarlo. Preghiamo insieme e diciamo: Guidaci, Signore, all’incontro con te!

Signore, che ti rivelavi nel dono di un figlio ad Elisabetta, conduci ogni donna ad accoglierti nella nascita del proprio bambino. Noi ti preghiamo.

Signore, che ti rivelavi nella gioia dei vicini per la nascita figlio di Elisabetta, conduci la nostra società a rallegrarsi in te per ogni bambino. Noi ti preghiamo.

Signore, che nel nome di Giovanni indicavi il tuo voler far grazia, conduci la Chiesa ad accoglierla nella quotidiana conversione. Noi ti preghiamo.

Signore, che facevi parlare tutta la Giudea della nascita del Precursore, conduci la curiosità per il sacro all’incontro trasformante con te, attraverso l’opera educativa delle nostre comunità parrocchiali. Noi ti preghiamo.

Ascolta, Padre, la nostra preghiera e sostienici con il soffio dello Spirito affinché impariamo a riconoscerti nei tuoi segni e ad abbracciarti. Per Cristo nostro Signore. Amen

Impegno Oggi ripeterò con insistenza l’invocazione: “O saggezza, o chiave di Davide, o Re delle genti, vieni!”

Mercoledì 24 Dicembre 2014 Vigilia di Natale

Letture della Santa Messa Prima Lettura 2 Sam 7,1-5.8-12.14.16 Il regno di Davide durerà in eterno. Dal secondo libro di Samuèle Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te». Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’, e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai

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una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”». Parola di Dio

Salmo Responsoriale Dal Salmo 88 R. Canterò per sempre l’amore del Signore.

Canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà, perché ho detto: «È un amore edificato per sempre; nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». «Ho stretto un’alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo. Stabilirò per sempre la tua discendenza, di generazione in generazione edificherò il tuo trono». «Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza”. Gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli sarà fedele». Canto al Vangelo Alleluia, alleluia. O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte. Alleluia.

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Vangelo Lc 1, 67-79 Dal vangelo secondo Luca. In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Parola del Signore

Per la riflessione L’essere custode è la caratteristica di Giuseppe: questa è la sua grande missione. Oggi vorrei riprendere il tema della custodia secondo una prospettiva particolare: la prospettiva educativa. Guardiamo a Giuseppe come il modello dell’educatore, che custodisce e accompagna Gesù nel suo cammino di crescita «in sapienza, età e grazia», come dice il Vangelo. Lui non era il padre di Gesù: il padre di Gesù era Dio, ma lui faceva da papà a Gesù, faceva da padre a Gesù per farlo crescere. E come lo ha fatto crescere? In sapienza, età e grazia.

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Partiamo dall’età, che è la dimensione più naturale, la crescita fisica e psicologica. Giuseppe, insieme con Maria, si è preso cura di Gesù anzitutto da questo punto di vista, cioè lo ha “allevato”, preoccupandosi che non gli mancasse il necessario per un sano sviluppo. Non dimentichiamo che la custodia premurosa della vita del Bambino ha comportato anche la fuga in Egitto, la dura esperienza di vivere come rifugiati – Giuseppe è stato un rifugiato, con Maria e Gesù – per scampare alla minaccia di Erode. Poi, una volta tornati in patria e stabilitisi a Nazareth, c’è tutto il lungo periodo della vita di Gesù nella sua famiglia. In quegli anni Giuseppe insegnò a Gesù anche il suo lavoro, e Gesù ha imparato a fare il falegname con suo padre Giuseppe. Così Giuseppe ha allevato Gesù. Passiamo alla seconda dimensione dell’educazione, quella della sapienza. Giuseppe è stato per Gesù esempio e maestro di questa sapienza, che si nutre della Parola di Dio. Possiamo pensare a come Giuseppe ha educato il piccolo Gesù ad ascoltare le Sacre Scritture, soprattutto accompagnandolo di sabato nella sinagoga di Nazareth. E infine, la dimensione della grazia. Qui certamente la parte riservata a San Giuseppe è più limitata rispetto agli ambiti dell’età e della sapienza. Ma sarebbe un grave errore pensare che un padre e una madre non possono fare nulla per educare i figli a crescere nella grazia di Dio. Cari fratelli e sorelle, la missione di san Giuseppe è certamente unica e irripetibile, perché assolutamente unico è Gesù. E tuttavia, nel suo custodire Gesù, educandolo a crescere in età, sapienza e grazia, egli è modello per ogni educatore, in particolare per ogni padre. San Giuseppe è il modello dell’educatore e del papà, del padre. Affido dunque alla sua protezione tutti i genitori, i sacerdoti – che sono padri –, e coloro che hanno un compito educativo nella Chiesa e nella società. Chiedo per voi papà la grazia di essere sempre molto vicini ai vostri figli, lasciandoli crescere, ma vicini, vicini! Loro hanno bisogno di voi, della vostra presenza, della vostra vicinanza, del vostro amore. Siate per loro come san Giuseppe: custodi della loro crescita in età, sapienza e grazia. Custodi del loro cammino; educatori, e camminate con loro. E con questa vicinanza, sarete veri educatori. Grazie per tutto quello che fate per i vostri figli: grazie. Che san Giuseppe vi benedica e vi accompagni. E alcuni di noi hanno perso il papà, se n’è andato, il Signore lo ha chiamato. Possiamo pregare per tutti i papà del mondo, per i papà vivi e anche per quelli defunti e per i nostri, e possiamo farlo insieme, ognuno ricordando il suo papà, se è vivo e se è morto. E preghiamo il grande Papà di tutti noi, il Padre.

(Dall’Udienza Generale del 19 Marzo 2014)

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Preghiera dei Fedeli Fratelli e sorelle, lasciamo, come Zaccaria, che lo Spirito susciti in noi la preghiera che benedice Dio, nostro Padre, per il dono della salvezza. Preghiamo insieme e diciamo: Visita il tuo popolo, Signore!

Benedetto sei tu, Signore, che in Cristo ti riveli salvezza potente: santificaci nell’immersione in lui morto e risorto. Noi ti preghiamo.

Benedetto sei tu, Signore, che in Cristo mostri la tua fedeltà: donaci lo Spirito per crescere nella fede, nella speranza e nell’amore. Noi ti preghiamo.

Benedetto sei tu, Signore, che in Cristo ti ricordi della tua alleanza: donaci di rinnovarla in lui attraverso il pane e il vino dell’altare. Noi ti preghiamo.

Benedetto sei tu, Signore, che in Cristo chiami a servirti in santità e giustizia: costruisci la nostra comunità con il servizio sacerdotale e l’amore degli sposi. Noi ti preghiamo.

Ascolta, Padre, il popolo dei salvati e manda lo Spirito Santo a educalo all’incontro con te nella sequela del Figlio tuo, Gesù Cristo, nostro Signore.

Impegno Oggi mi soffermo davanti alla culla vuota del presepio, vuota come il mio cuore senza Gesù. Chiedo al Signore di venire ad abitare nella mia vita, di condividere con me le vicende tristi e liete della vita… per poterlo incontrare ogni giorno.

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BENEDICTUS

CANTICO DI ZACCARIA LC 1,68-79 Benedetto il Signore il Dio d’Israele perché ha visitato e redento il suo popolo,

e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo,

come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:

salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza,

del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici,

di servirlo senza timore, in santità e giustizia, al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade;

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei peccati,

grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge,

per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte

e dirigere i nostri passi sulla via della pace.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre Nei secoli dei secoli. Amen.


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