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Parrocchia Ss.Filippo e Giacomo · La Parrocchia 2.0 Per chi possiede uno ... Ma che cosa vuol dire...

Date post: 15-Feb-2019
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Gli auguri di Pasqua: l’augurio più bello viene dai bambini della Scuola Elementare. (vedi pagina 3) Parrocchia Ss.Filippo e Giacomo Piazza G.Marconi, 28.31 Tel. e Fax 0761\477144 Don Lamberto Di Francesco 339-2353031 01019 Vetralla E-mail: [email protected] www.sfeg.it Numero ANDR O I D SITO WEB: WWW. SFEG .IT Parrocchia dei Ss. Filippo e Giacomo La Parrocchia 2.0 Per chi possiede uno smartphone Android o Apple è possibile scaricare la App ‘SFEG ‘da Play Store o App Store. … dalla parte del “calcagno” “Egli ti schiaccerà il capo e tu lo insidierai al calcagno” (Genesi 3,15) Descritti, sempre, come perdenti davanti alle malvagità, di fatto siamo sempre insidiati e vincenti: lentamente, silenziosamente, inesorabilmente. Guardando, indietro nei tempi, constatiamo come la Parola e la Promessa si stanno avverando. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». (Genesi 3,15) Verrà una donna; da lei verrà la salvezza del mondo; partorirà un figlio che sarà il Figlio di Dio ed il suo piede (il piede del Figlio) calpesterà il serpente. Difficile, forse, comprendere per chi non ha fiducia; certo e sicuro è il traguardo (continuo, non lontano, appassionante) per chi nutre fiducia in sé e nella Comunità dei credenti, quelli di “Buona volontà”. App e Sito Web sviluppati da: Frateiacci Adelmo e-mail : [email protected] né Facebook WhatsApp; per noi vale solo App Sfeg.it
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Page 1: Parrocchia Ss.Filippo e Giacomo · La Parrocchia 2.0 Per chi possiede uno ... Ma che cosa vuol dire “donare bellezza”? (1) ... Molte amicizie nascono a scuola ma la vera amicizia

Gli auguri di Pasqua:

l’augurio più bello viene dai bambini della Scuola Elementare.

(vedi pagina 3)

Parrocchia Ss.Filippo e Giacomo Piazza G.Marconi, 28.31

Tel. e Fax 0761\477144

Don Lamberto Di Francesco 339-2353031

01019 Vetralla

E-mail: [email protected]

www.sfeg.it Numero

AN

DR

OID

SITO WEB:

WWW.SFEG .IT

Parrocchia dei Ss. Filippo e Giacomo

La Parrocchia 2.0

Per chi possiede uno smartphone

Android o Apple è possibile

scaricare la App ‘SFEG ‘da

Play Store o App Store.

… dalla parte del “calcagno”

“Egli ti schiaccerà il capo

e tu lo insidierai al calcagno” (Genesi 3,15)

Descritti, sempre, come perdenti davanti alle malvagità,

di fatto siamo

sempre insidiati e vincenti: lentamente, silenziosamente, inesorabilmente. Guardando, indietro nei tempi, constatiamo come la

Parola e la Promessa si stanno avverando.

”Io porrò inimicizia fra te e la donna,

fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa

e tu le insidierai il calcagno». (Genesi 3,15)

Verrà una donna;

da lei verrà la salvezza del mondo;

partorirà un figlio che sarà il Figlio di Dio

ed il suo piede (il piede del Figlio)

calpesterà il serpente.

Difficile, forse, comprendere per chi non ha fiducia;

certo e sicuro è il traguardo (continuo, non lontano,

appassionante) per chi nutre fiducia in sé e nella

Comunità dei credenti, quelli di “Buona volontà”.

App e Sito Web sviluppati da:

Frateiacci Adelmo

e-mail : [email protected]

né Facebook

né WhatsApp;

per noi vale

solo

App Sfeg.it

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Corale Vetrallese Finalmente abbiamo trovato un nuovo Direttore del

Coro per la Corale Vetrallese: un Direttore - Direttrice.

Il Concerto di Pasqua 2017 ha segnato questo grande

traguardo.

Lo Stendardo dei Ss. Filippo e Giacomo Inaugureremo il mese di maggio di questo 2017 con la

Festa dei Ss. Filippo e Giacomo, il 3 maggio. Innalzeremo uno Stendardo con la data 3 maggio e con la scritta

“Parrocchia Ss. Filippo e Giacomo”. E’ andata persa la pala d’altare dedicata ai Santi protettori della Parrocchia: in sua vece, nello stendardo, sono raffigurati i Santi Filippo e Giacomo (raffigurazione derivata dall’antico timbro parrocchiale) e S. Antonio Abate che, nella sua chiesa, accoglie i Santi la chiesa dei quali è stata demolita. Contrariamente a quanto si ritiene la chiesa Ss. Filippo e Giacomo fu chiusa al culto per un decreto del Vescovo Mons. Trenta, il 17 maggio 1917, e non per i danni causati dal bombardamento del 18 gennaio 1944. Già, però, il Vescovo Card. Luigi Serafini il 19 novembre 1873 aveva chiesto la chiusura al culto della chiesa. Dal giorno 3 giugno 1917 cessò definitivamente l’ufficiatura della chiesa Ss. Filippo e Giacomo ed iniziò quella della chiesa S. Antonio Abate.

Il coraggio di vivere

Soffrire da giovani so cosa significa.

Saper soffrire da giovani ancora non ho compreso.

E quando questo soffrire durasse per tutta la vita?!

Non ci vuole coraggio per morire.

Ci vuole coraggio per vivere. E per aiutare a vivere

A vivere una vita di Resurrezione.

Voglia e certezza di costruire un domani migliore.

Che la sofferenza di oggi

sia Resurrezione di domani.

Ma il Domani comincia Oggi.

Adesso.

E’ qui!!

E non l’ha segnato male! Una Vittoria per 3-0

Che poi Vittoria sia, ci sta proprio bene! E il nome della sua bambina.

3 - 0! Perché? 1: solo un mese di prove 1: sola una prova con l’Organista Manuela Cola 1 : sia l’Organista che il Direttore del Coro sono stati giudicati positivamente da Vittoria e Martina (le loro bambine). Il Direttore (ormai uscente) anche lui se l’è cavata! Abbiamo adesso bisogno che cresca questa allegra compagnia!

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Questo testo, scritto collettivamente,

è la sintesi dell'incontro avvenuto a scuola oggi 11/04/17

con Don Lamberto in occasione della

Benedizione Pasquale a scuola

Questa mattina a scuola, come ogni anno, nei giorni che

precedono la Pasqua, ci ha fatto visita Don Lamberto.

E' venuto a benedire la nostra scuola e tutti noi.

Quest'anno è capitato durante l'ora di arte e ci ha trovati intenti

a dipingere un paesaggio di Vetralla.

Nonostante ci siamo impegnati tanto, alcuni di noi non sono

molto soddisfatti del risultato ottenuto.

“Il mio quadro sembra una macchia di colore, sembra

sporco” dice Giorgio.

“ Ma no!” interviene Don Lamberto “Sarebbe stato sporco, se

tu lo avessi calpestato”.

Abbiamo quindi riflettuto che la bellezza dei nostri quadri non

è nel risultato finale, ma è nell'impegno e nella passione che

mettiamo mentre dipingiamo, è nell'apprezzare l'arte e nel

farlo insieme.

Poi Don Lamberto ha recitato una preghiera e ci ha chiesto che

cosa significa secondo noi “benedire”.

Claudio ha risposto:

“Benedire vuole dire DARE LA BELLEZZA”.

“Bravo! Ciò che hai detto è bellissimo! Commenta Don.

“Con l'acqua Santa Dio vi dona la BELLEZZA!”

Ma che cosa vuol dire “donare bellezza”? (1)

Riflessioni dei bambini

Dio ci dona la bellezza interiore, la parte buona, gentile e

generosa di ognuno di noi.

Dio ci aiuta a trovare la bellezza che è dentro di noi.

Tutti abbiamo la bellezza nel cuore, dobbiamo solo mostrarla

agli altri.

Dio ci dona la bellezza di saper apprezzare la bontà degli altri.

Nel benedire si usa l'Acqua Santa perché l'acqua è un elemento

puro,

indispensabile per ogni essere vivente,

che lava e purifica il nostro animo,

rendendo evidente la nostra bellezza.

Ognuno di noi ha tanta bellezza da ricevere e donare.

E' una bellezza che dona nei gesti di ogni giorno,

nelle parole che usa rivolgendosi agli altri e nell'ascoltare gli

altri.

Se io penso alla parola “bellezza” penso a quanto sono vestito

bene,

a quanto è bello e ammirato il ciuffo dei miei capelli,

a quanto è grande e colorata la bici nuova.

La bellezza che ci dona Dio non è questa,

ma è quella che ci fa capire quali sono le cose importanti della

vita.

Questo di oggi è stato un incontro veramente “BELLO”.

Ma che cosa significa

“donare bellezza”? (2)

Riflessioni dei bambini

Francesco: Oscurare la parte cattiva e far risplendere la

parte buona che è in ciascuno di noi.

Victoria: E’ tutto l’amore che dai alla gente senza

chiedere niente in cambio.

Mattia D.:.Donare amore e amicizia in tutto il mondo.

Vorrei che la bellezza fosse reale.

Filippo D.: Essere amico di altre persone e regalare un

sorriso.

Edoardo: E’ l’amicizia che ti rimane dentro il cuore per

sempre.

Anita: Donare amicizia e amore a chi non ne ha ed essere

buoni e gentili con tutti.

Stanis: Essere amico e sincero con tutti.

La bellezza sta dentro ciascuno di noi, solo che alcune

persone pensano che donare bellezza significa essere belli

d’aspetto, invece vuol dire essere gentili e simpatici con

tutti.

Rebecca: Per me donare bellezza significa cercare nel

fondo del cuore di ogni persona, perché anche le persone

che trattano male le altre possono diventare buoni con

tutti.

Christian: Avere pace in tutto il mondo e dare gioia.

Lorenzo: Dare fortuna e felicità e cancellare le cose

cattive.

Jennifer: E’ dare amore, l’amicizia e tanta gioia che è

dentro di noi.

Mattia I.: E’ aiutare gli altri.

Luca: Aiutare tutti con molto amore e serenità ed essere

amico di tutti.

Eleonora: Aiutare e donare amore a chi ne ha bisogno.

Aiutare un amico oppure dare un centesimo a chi lo

chiede.

Arianna: La bellezza è dentro di noi tutti i giorni. La

bellezza è dentro, nel nostro cuore, non fuori come

credono tanti.

Larisa: La bellezza è dare aiuto ed essere buoni con le

altre persone.

Filippo G.: Per me donare bellezza è dare tanti bacetti.

I bambini della classe VA di Vetralla

Una bambina è dispiaciuta che oggi, Giovedì Santo,

non si può andare a scuola. (Vedi articolo)

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Che

sia

un

canto

di

Resurrezione.

La

Vita

da

Attesa

si

trasformi

in

Bellezza

da

Speranza

in

Speranza

Affidabile

questa parola vuole essere

il segno distintivo

della Festa della Madonna

del Carmelo di questo 2017.

E’ la parola che ha dato significato

alle ultime esperienze del 2016.

Sia la parola che da’ completezza

di realizzazione agli eventi di

questo 2017.

Noi Giovani la vediamo così

L’amicizia

Molte amicizie nascono a scuola ma la vera amicizia si trova stando

con Gesù.

L’amicizia è Gesù.

Essere amici vuol dire fare cose buffe insieme e nonostante la

spensieratezza sacrificarsi reciprocamente;

fidarsi degli altri;

confidarsi i segreti;

condividere tutto bello o brutto che sia.

L’amicizia non è bullismo né razzismo.

Tra amici si trova la forza di superare le cattiverie includendo il

diverso.

Solo così la vita sarà meno triste nonostante le delusioni che vanno

affrontate INSIEME.

Se il Signore conduce la Storia

nessun traguardo rimane precluso. “Sento la tua mano posata sulla spalla … E’ bello camminare accanto a te un Padre sempre giovane sei tu e non mi fai sentire la vita mia che vola”

“Le speranze non saranno deluse perché Lui manterrà le promesse

il Signore ci ha benedetto le porte del Tempio per noi aprirà”

Ecco spunta il mio sole: Sei tu mio Signore, mio splendido astro; nelle tue mani tu tieni la vita e anche la vita oltre la vita.

(da: Sento la tua mano, Dio dov’è?

Mio splendido astro M. Giombini)

Bullismo sì, Bullismo no!

Cyber bullismo sì, Cyberbullismo no!

Non diciamo: “Non mi riguarda”.

Perché non è vero.

Ci riguarda e come!

Il bullo non ha età

Forse un’età l’ha il cyberbullo:

preferibilmente è giovane; ma non è detto.

Rendersi conto delle conseguenze delle

nostre azioni: è metodo abbastanza certo per

renderci conto di quando l’egoismo e

l’egocentrismo spingono “oltre”. Abbiamo aiuti per comprenderlo:

ma non andiamo dallo psicologo, dal prete,

dal carabiniere ...

Andiamo, invece, da quel \ quella psicologa

\ neurologa, da quel prete, da quel

carabiniere.

E’ bello sentirci in corsa

in una buona compagnia.

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Benedire

Bene … Dire

La prima volta che nelle Sacre Scritture (la S. Bibbia) si

trova la parola “Benedire” è in

Genesi 12, 1-3:

“Il Signore disse ad Abram:

«Vattene dalla tua terra. Farò di te una grande nazione

e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu

essere una benedizione.

Benedirò coloro che ti benediranno e in te si diranno

benedette tutte le famiglie della terra».

E in Giuditta 9,11-14 troviamo: “tu sei invece il Dio

degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il protettore

degli sfiduciati!».

In Isaia 35,4-10, poi leggiamo:

“Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete!

Ecco il vostro Dio, Egli viene a salvarvi ...gioia e

felicità seguiranno, fuggiranno tristezza e pianto”.

Benedire non è un ferro di cavallo, uno scongiuro, un

togliere il malocchio; non è Fortuna, Fato, Fatalità.

E’ “andarsene da una terra” e inventarne un’altra.

E’ passeggiare con Dio nel giardino che Dio stesso ha

creato per l’Uomo;

E’”irrigate la terra e fatene un giardino”.

E’ “possa tu essere una benedizione”.

E’ collaborazione dell’Uomo

alla Ri - Creazione della Terra. E’ missione e grazia.

E’ gioia di esserci, è gioia di esserci insieme …

essere con … Dio e i fratelli.

E’ Alleanza, non Concorrenza.

E’ collaborare a creare un mondo capace ancora di

cambiare una terra, cambiare un vocabolario, una

concezione dell’Uomo che non sia “Lupo per l’altro

Uomo”; Uomo che sia Fratello capace di non uccidere

Abele, ma di essere a Lui “fedele”, costruirlo e

ricostruirlo perché ogni Uomo giunga alla sua pienezza

di essere Uomo.

Roba “vecchia” ... da non perdere

Lascia stare i Santi?! Abbiamo il senso del “Sacro”, della “Sacralità”?

Abbiamo il senso del “Religioso”, della “Religiosità”?

Abbiamo il senso della “Fede”, della “Fedeltà”?

Quale può essere il senso di queste domande?

Non la pretesa di dare spiegazioni, ma una richiesta di

aiuto per comprendere, non con chiacchiere, ma con gesti

effettivi, quale sia lo stato delle “tradizioni popolari

vetrallesi”, quelle che caratterizzano il nostro popolo.

Per comprenderlo siamo alla ricerca di: Fotografie vetrallesi,

documenti e ricordi sulle tradizioni popolari.

Che cosa ne è degli “Gli Olivatori di Vetralla”, del

“Magna l’Uva”, della tradizione nella Festa di S. Antonio

Abate …

Chiediamo documenti di ogni genere da visionare,

scannerizzare, restituire in giornata e proporre alla

conoscenza comune.

Perché quando chiediamo questi documenti ci dite di no?!

E perché, nello stesso tempo, vi lamentate:

“Non se fa gnente”?!

O vogliamo che questi valori vadano perduti nei cassetti di

“robevecchie” che puntualmente eredi distratti butteranno

a fuoco o manderanno alla discarica?

Per una Festa di Maggio

ancora più interessante

“Villa Carmine”

Villa “Pietro Canonica” Villa “Piatti”, Villa…..“la Villa”:

Materiali vari per una ricerca che porta a concludere che il nome iniziale della Villa era

“Villa Carmine” derivando il nome dalla “Chiesa del Carmine”, come fu chiamata la chiesa delle Murelle dopo la venuta dei Frati Carmelitani. Ai frati Carmelitani nel 1582-83 fu messo a disposizione il fabbricato del convento, la chiesa e “un piacevole orto e lì presso un fertilissimo oliveto ….” (vedi “Cronaca …” alle pagine 206-210) I frutti di questo orto erano più che sufficienti al sostentamento dei frati. Non era, quindi, semplicemente il piccolo orto, ancora oggi esistente sotto la chiesa delle Murelle, ma tutta la”Villa” il cui terreno iniziava dalla chiesa del Carmine o delle Murelle. Possiamo ormai dire con certezza che la devozione alla Madonna del Carmelo non iniziò, certo, con la venuta dei Frati Carmelitani,; i Frati Carmelitani, invece, si fermarono a Vetralla perché già esistente era a Vetralla la devozione alla Madonna del Carmine (alla “napoletana”), Madonna del Carmelo. E la villa, l’orto che iniziava dalla chiesa delle Murelle - chiesa del Carmine fu chiamata “Villa Carmine”.

VILLA CARMINE !!!

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Cambiare stile:

dal demolire e eliminare,

al conservare

“Custodire”

Occasioni perdute da ritrovare. Reagire alla quasi assuefazione a considerare persi ricordi ,pubblicando di nuovo alcuni scritti del giorno della Inaugurazione di cui sopra si parla; ricordare Pietro Canonica, Villa Carmine. Ricordare le demolizioni di chiese (Le Murelle, Ss. Filippo e Giacomo, S. Maria Maddalena de’ Pazzi); della Fontana di Piazza della Rocca e di chissà quali altri delitti artistico - storici ai quali il Popolo non si oppose … anzi!! Trovare coraggio e forza per uscire da un decadimento progressivo che speriamo arrestato

Non far deperire, decadere quel che è stato, con lavoro, fatica, gioia

costruito.

17 maggio 1925 Nel programma della Festa della Madonna del Carmelo, questo anno, vogliamo inserire anche fatti importanti della Storia Vetrallese: gli anniversari delle: Inaugurazioni di: Monumento ai Caduti, Scuole Elementari, Piazza XX Settembre (Una volta Piazza S. Antonio Abate, attualmente Piazza Guglielmo Marconi). Ricorderemo anche come, in tale occasione il Re d’Italia fece visita a Vetralla e ascoltò una signora vetrallese che con “Ce saluti la sora Regina!” invitava il Re a coinvolgere anche la “sora Regina “ nel ricordo di Vetralla e degli “affezionati” Vetrallesi“. Ricordare insieme a tutto ciò la Fontana “del Villaggio”, ormai senza acqua e che sogniamo restaurata.

Una bambina in compagnia di suo padre, è triste, un po’

“abbacchiata”, questa mattina, Giovedì Santo 2017:

Perché?

“Perché oggi non c’è scuola”. Quando succederà che tutti i bambini siano tristi perché non

c’è Scuola?

Quando succederà che i bambini, i ragazzi, i giovani, gli adulti

siano un po’ “abbacchiati” perché, oggi, non c’è Messa?

Quando succederà che ciò che di bello facciamo sia diventato,

per tutti, davvero, Bellezza?

Precisazione: Il segno

Il simbolo

La pagnotta di pane potrebbe (?) essere “simbolo“

dell’Eucaristia,

ma l’Eucaristia è “segno efficace” della presenza di Gesù Cristo.

L’Eucaristia è Cristo presente nella esistenza reale di ogni

credente, non lo “significa”.

Bozza

dello

Stendardo

processionale

dedicato

al ricordo

dei Santi

Filippo

e Giacomo,

titolari e protettori

della Comunità

Parrocchiale.

Mai ci manchi

la loro

assistenza.

Per realizzare questo programma

abbiamo bisogno di collaborazione:

fotografie degli anni 1910 - 1950 da scannerizzare e restituire in giornata

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C’ho Trovo ‘l Patrone

Titta racconta all’osteria

(versi vernacoli Vetrallesi)

L’ete presente Teta…. de giuppe ‘l capisotto?

Da quanto me piaceva, me c’ero mezzo cotto.

Me piaceva namunchia! O Dio quante nottate

ciò perse pe’ annalle a fa le serenate!

Ma gnavarà che prima v’aricconte gni cosa.

Teta e ‘nabella mora: le guance a mella rosa,

Cià un petto! Un c… basta. Nu lo sa manco essa

El bene che le voio. Quanno c’annava a messa

Io la smicciavo sempre. Pur essa me guardava…

Cia un po de robba al sole, ensomma me guardava..

Fu l’altra sera. Pijo ma ripuliscio un po’,

vo da Boccone a famme la barba che nun ciò,

me fo mette l’odore, me ficco su ‘l cappotto

e piloto, piloto vo giuppe ‘l Capisotto.

Quanno arrivo a la porta, le cianche me tremaveno,

le nocciole battiveno ma le busse nu le daveno

E siccome era operto, me decido e vo su…

Er core me zompava, nun ce vedevo più…

“ A Puopo , buonasera.! “

“ Oh, bonasera Titta.! “

(Ma dopo ‘l bonasera rimase a bocca zitta.!)

Ah che brutto momento.! Fratelle che tremore.!

So cose che le prova chi prateca l’amore.!

“Te serve qualche cosa.? Che see venuto a fa.? “

“ A Popore’ vavrebbe da parlà “

Subbeto s’incajonno e Teta annette via.

E Poleto de botto: “ gnente voe la mi fia.? “

“ Già “ le rispose. E lue :” stasera so un po stracco.

Già che see capitato portame su sto sacco

de farina de sopra. Nun me pariva vero

de falle sto servizio. C’ivo ‘l vestito nero

che me se ‘mbiancò tutto, e mentre faticavo

“ Con que ce fanno ‘l pane che magna lee “ Pensavo

E si invece de ‘n sacco fossero state cento

Le carejavo tutte e sempre più contento.

Poe disse “ Vene ca, scanzamo sto cassone”

“ lo scanzo io “ ma ‘n chiodo me strappo le calzone

“ m’arincresce “ fa lue

“ Oh , que ‘adè poco male ! “

Io già vedivo Teta coll’ago e col detale

A ricucì lo sgarro , davante a me accucciata.

Ma ‘nvece ! era sparita!!! M’aridò ‘n’ammantata

P’aricopri quel bianco che dal ginocchio ‘ n su

Basta …… se c’aripenzo.!!!

“ E Teta.? Nun c’è più.

Nun so manco dov’ita. Si nun hae prescia, aspetta,

che portamo de sotto ste sacche de favetta. “

Erano cinque sacche, uno de biada, see:

mo ‘nun pensavo piune: “ che se le magna lee “

Pesavano na munchia.! Ero mortefecato.

Ma con chi la pijavo? Chi me c’iva chiamato?

E quanno ch’ebbe smesso de fa la sfacchinata,

Me credivo: se beve, se fa na chiacchierata

E va fini che doppo fatiche, sgarro e pene

Se ce parlo un po a longo l’affare vene bene.!

Ma levete.! Siccome ‘n c’era da fa più gnente,

me da la bonasere. (ma guarda si che gente!)

“ E de quella faccenna quanno ‘na riparlamo.? “

“ Eh “ m’arispose “ Quanno che ciò da fa te chiamo. “

Qui sento da de dentro ‘na risata de Teta.

Me magnò le budella, ma che brutta pianeta. !

Almeno ‘na parola, ‘na scopettata, ‘n grazie.

Ma va, mic’adè l’ultima de tutte le disgrazie,

che poe, scennenno al buio, (pe chiuda col finale)

Inciampecò ma ‘n gatto, e …. cascò giù pe le scale

Risata generale

Io nun capisco proprio che c’è da cojonà

Volivo un po vedevve ch’erete bone a fa

Ma è mezzora che strillo e ciò la gola stretta

Pe ‘nun pensacce piunne bevemo ‘na fojetta.

Brindisi

A la faccia de Teta, de Poleto a cavallo

E del gattaccio nero, lo possen’ammazzallo:

Chi ci si riconosce?

Pippetto famoso come (Pippo cammina dritto sennò te metto sul

giornaletto)

e noi lo mettiamo sul giornaletto

Puoi mettere a disposizione

fotografie in tuo possesso

per riconoscere

persone, eventi, luoghi

realizzarne quasi una gara?!

chi si riconosce in questa fotografia?

Aspettiamo risposte.

Attendiamo altre fotografie. sas

non ci stanchiamo

di essere cristiani autentici e non bigotti

non ci stanchiamo

nonostante le sopraffazioni ricevute

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Onorare un grande artista: Pietro Canonica

1925 Monumento ai caduti di Vetralla – Bronzo, si compone della statua, alta 2 metri, di un bersagliere

accanto ad un bassorilievo con un soldato morente e figure allegoriche

1938 il ritratto di Guglielmo Marconi (marmo, busto grande al vero ) Roma, Palazzo della Farnesina alla Lungara

1939 a Vetralla si trova copia di questa opera posta innanzi al monumento dei caduti

Onorare un grande artista non significa solamente apporre pannelli turistici (quasi illeggibili),

ma soprattutto rendere le sue opere degne di essere ammirate 3 febbraio 2017 SaS

Dameje ‘na pulita!

Come? Quando? A chi?

E’ responsabilità di ogni cittadino tenere pulita ed ordinata la propria città; non solo del Sindaco, del Carabiniere, del

Prete, del Dottore.

Quale gusto avremmo di una Villa “Pietro Canonica” ordinata e pulita, rispettata ed onorata?

Quale cura e pulizia delle strade abbiamo: cartacce, scatoloni, feci di cani, gatti ecc ...

Perché non ci organizziamo a fare pulizia e a tenere pulito l’ambiente?

Un gruppo di volenterosi sta sorgendo per questo: Per saperne di più rivolgetevi a www.sfeg.it


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