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Parte prima
Ruolo e funzioni del
sistema finanziario
Corso di Tecnica Bancaria. Anno 2008-2009Prof. Roberto Malavasi
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In questa parte …. Elementi di base: il sistema finanziario e le sue funzioni
Le caratteristiche delle attività finanziarie
La funzione creditizia e il saldo finanziario
L’articolazione del sistema finanziario
Gli intermediari: la banca e gli intermediari non bancari
L’esistenza degli intermediari e la specificità della banca
Aspetti tecnici del meccanismo dei pagamenti
Il processo moltiplicativo
La vigilanza sul sistema finanziario
I controlli sulle banche
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Elementi di base: il Elementi di base: il
sistema finanziario e sistema finanziario e
le sue funzionile sue funzioni
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Elementi di base: il sistema finanziario e le sue funzioni
Sistema FinanziarioUn sistema finanziario è costituito dal complesso integrato di strumenti, istituzioni e mercati finanziari, esistenti in un dato luogo in un dato momento. Esso costituisce un’infrastruttura cruciale per il funzionamento delle moderne economie in quanto svolge tre importanti funzioni.
Funzioni
realizza il trasferimento di risorse dal risparmio agli investimenti (funzione creditizia o di allocazione delle risorse); assicura l’efficiente funzionamento del sistema dei pagamenti (funzione monetaria); trasmette al sistema economico gli impulsi della politica monetaria ed economica.
Tali funzioni possono essere peraltro ricondotte tutte alla prima, cioè all’attività di concessione di credito che, in varie forme tecniche e attraverso diversi strumenti, è indirizzata a soddisfare i bisogni di finanziamento degli individui e delle istituzioni che compongono il sistema economico.
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Il sistema finanziario e le istituzioni che lo compongono hanno quindi la
funzione fondamentale di trasferire potere d’acquistotrasferire potere d’acquisto agli operatori che lo
richiedono per le loro operazioni correnti e di investimento.
Poiché le passività di alcuni intermediari (in particolare delle banche) sono
accettate come mezzi di pagamentomezzi di pagamento, il sistema finanziario contribuisce a
determinare il volume complessivo dei mezzi monetari a disposizione
dell’economia, dunque del potere d’acquisto che può essere trasferito.
La funzione creditizia e quella monetaria sono cioè strettamente La funzione creditizia e quella monetaria sono cioè strettamente
correlatecorrelate. Ne deriva che il trasferimento di risorse non avviene in modo, per
così dire, neutrale e passivo, ma rappresenta uno dei momenti cruciali del
funzionamento di un moderno sistema economico.
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Anche se il risparmio è una grandezza reale, in una
economia monetaria un atto di risparmio si concretizza
necessariamente in una determinata quantità di unità
monetarie, per la semplice ragione che i redditi vengono
percepiti in forma monetaria.
La moneta e tutte le altre attività finanziarie create dal
sistema finanziario hanno appunto la funzione di
collegamento tra il risparmio e gli investimenti: sono
infatti espressione di operazioni di prestito mediante le
quali viene ceduto potere d’acquisto.
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Schema del sistema finanziario
Banca d’Italia Consob Antitrust Isvap Covip
Intermediari
Banche e Altri
Investitori istituzionali
Fondi comuni e fondi pensione
Assicurazioni
Mercati
Monetario
Finanziario
(obbligazioni, azioni, derivati)
Famiglie
Depositi
Quote
Polizze
Obbligazioni e azioni
Imprese
Settore pubblico
Prestiti
Obbligazio
ni e azio
ni
Titoli
Le frecce indicano i principali strumenti che vengono utilizzati per effettuare il trasferimento di fondi. In termini economici tali strumenti sono definiti attività finanziarie. Rappresentano un rapporto di debito/credito fra le parti (o di partecipazione nel caso delle azioni) e sono il frutto di un contratto che disciplina gli impegni e i diritti reciproci
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Le caratteristiche Le caratteristiche
delle attività delle attività
finanziariefinanziarie
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All’interno del sistema finanziario lo scambio di fondi è
basato su strumenti come i depositi, le obbligazioni, i titoli
pubblici e così via. Tali strumenti sono chiamati “attività
finanziarie”
Attività finanziaria
Un bene che esprime un rapporto
contrattuale nel quale entrambe le
prestazioni sono denominate in
moneta e scadono in tempi diversi.
Una attività finanziaria prevede
quindi un trasferimento di potere di
acquisto contro una o più
prestazioni future di segno opposto
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La natura del contratto sottostante
Il tempo
Elementi fondamentali delle attività finanziarie
In una attività finanziaria le prestazioni delle due parti in causa sono rette da un contratto che può appartenere a tipologie diverse, che hanno implicazioni economiche diverse. Occorre innanzitutto distinguere, almeno, tra attività finanziarie che esprimono un rapporto di credito (obbligazioni, depositi) e attività finanziarie che esprimo un rapporto di partecipazione (azioni)
Ciò che contraddistingue un rapporto di credito (e dunque l’attività finanziaria che lo incorpora) da altri rapporti di scambio è la distanza temporale che separa le due prestazioni. Questa caratteristica rinvia alla distanza temporale che separa il momento della produzione di beni e servizi da quello della loro vendita. In ogni caso in cui il processo produttivo richiede un intervallo tra l’inizio della attività produttiva e la sua conclusione, si realizzano le condizioni affinché possano svilupparsi forme di credito non episodiche
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Il rischio
L’informazione
Elementi fondamentali delle attività finanziarie
Il fatto che il tempo sia l’elemento fondamentale del rapporto di credito comporta che in esso è insita una componente di rischio. Per quanto il creditore possa essere oculato nel valutare le condizioni prospettiche del debitore, esiste sempre una probabilità non nulla che alla scadenza il debito non venga onorato o che, comunque, durante la vita del prestito si verifichino fenomeni che non possono essere perfettamente previsti e che modificano la situazione economica del creditore e del debitore
La valutazione delle varie tipologie di rischio nel corso della vita dell’attività finanziaria dipende dalle informazioni disponibili alle parti in causa. L’informazione è allo stesso tempo input e output dell’attività degli intermediari e dei mercati finanziari. E’ input in quanto i processi decisionali degli operatori si basano su informazioni (concedere o non concedere un credito; acquistare o non acquistare un titolo). E’ anche output perché il prezzo di ciascuna attività finanziaria incorpora informazioni, in quanto è il frutto del processo decisionale stesso.
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L’interesse
Elementi fondamentali delle attività finanziarie
E’ la remunerazione per chi cede potere di acquisto, e quindi “fa credito”, e
richiede un compenso sia per la rinuncia al potere di acquisto, sia per il rischio
sopportato. Il tasso di interesse è innanzitutto il prezzo per lo scambio fra beni
presenti e beni futuri. Poiché solo la moneta si scambia fra presente e futuro,
possiamo definire il tasso di interesse come il premio percentuale pagato sulla
moneta ad una certa data in termini di moneta disponibile in un momento
successivo
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La funzione creditizia La funzione creditizia
e il saldo finanziarioe il saldo finanziario
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La funzione creditizia
La diffusione della moneta consente di identificare 2 circuiti2 circuiti distinti ma
sovrapposti, uno alimentato dai flussi reali dei fattori di produzione e
dei beni e uno alimentato dai flussi finanziari. Il secondo costituisce la
controparte monetaria del primo.
Precisazione: gli eventi economici che generano una obbligazione nei confronti di un terzo possono essere rilevati nel momento in cui tale obbligazione sorge – principio di competenzaprincipio di competenza – oppure nel momento in cui viene effettivamente realizzato il pagamento – principio di cassaprincipio di cassa.
Di seguito si parlerà genericamente di reddito, mentre si dovrebbe
parlare più correttamente di flussi finanziari in entrata.
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Gli operatori di un sistema economico generano:
Entrate correntiEntrate correnti (Y) destinate, in primo luogo, a coprire flussi finanziari in uscita (C).
S non viene, tuttavia, determinato in modo residuale (alcuni operatori
fissano S e quindi adeguano C in funzione di Y).
S viene destinato ad alimentare il processo di investimento ( I ) (che serve
a sua volta a ripristinare la capacità produttiva – amm/to - o ad incrementarla
– investimento vero e proprio)
Generalmente, ma non necessariamente, Y > C da cui Y - C = S (risparmio)
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Evoluzione nel tempo dello stato patrimoniale di un operatore
Attivo Passivo
AF
AR
Δ AF
Δ AR = I
PF
CN
Δ PF
Δ CN = RN = S
S = ΔAF
(Altri operatori)
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Dal confronto tra S e I nasce il saldo finanziariosaldo finanziario
Il saldo finanziario
A livello di sistema economico sistema economico complessivocomplessivo S = I (al netto dei trasferimenti da e verso l’estero, rilevati dal saldo delle partite correnti).
A livello di singolo operatoresingolo operatore è
difficile che sia S = I, più
frequentemente:
• S>I surplus o avanzo finanziario • S<I deficit o disavanzo finanziario
Questo significa che tutte le risorse finanziarie che vengono impiegate devono essere accumulate originariamente da qualcuno (residente o non) e che tutte le risorse finanziarie accumulate devono trovare una forma di impiego (dentro e fuori i confini nazionali).
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Il riequilibrio (cioè l’impiego del Surplus, ovvero il finanziamento del
Deficit) viene ottenuto agendo sullo stock di strumenti finanziari.
L’esigenza degli operatori di riequilibrare la propria posizione si traduce
nella necessità di operare un trasferimento:
Chi detiene un Surplus si presenta come offerente di risorse finanziarie, cioè domanda strumenti finanziari (AF)
Chi si trova in Deficit domanda risorse finanziarie, cioè offre strumenti finanziari (PF)
Il trasferimento che consente di soddisfare queste opposte esigenze si concretizza nella creazione di uno strumento finanziariostrumento finanziario (PF)
AttenzioneTutte le grandezze esaminate sono grandezze FLUSSO (nuovo reddito, consumo, investimento, risparmio, avviati da un operatore durante un esercizio). Questi flussi vanno ad accrescere (diminuire) lo stock di investimenti reali e finanziari (e di debito).
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Il processo si svolge come segue:
SP0
AR PF
AF PN
Impieghi
C Y
(di norma + S)(anche – S
se C > Y
Fonti
Posizione patrimoniale iniziale ( tPosizione patrimoniale iniziale ( t00 ) )
PN0 = AF0 +AR0 – PF0
Saldo finanziarioSaldo finanziario
S – I = Δ AF – Δ PF
Posizione finanziaria finalePosizione finanziaria finale
AF1 – PF1 = AF0 + Δ AF – PF0 – Δ PF
Posizione patrimoniale finale ( tPosizione patrimoniale finale ( t11 ) )
AR1 + AF1 – PF1 = PN1 = PN0 + S
Δ+ AR Δ+ AFΔ- PF
Δ- ARΔ- AFΔ+ PF
C Y
S
Δ PF
I (AR)
Δ AF
20
Esempio 1
I = 100 S = 80
ΔPF = 20
ΔAF = 0
SF = - 20
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Esempio 2
I = 100 S = 80
ΔPF = 50ΔAF = 30
I + ΔAF = S + Δ PF
100 + 30 = 80 + 50
SF = S- I = 80 – 100 = -20
SF = ΔAF- Δ PF = 30- 50 = -20
(30)
(20)
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Ogni settore ha una posizione che si colloca tra due estremi:
La funzione creditizia: alcune osservazioni
S = I e quindi SF=0S = 0 e quindi SF = I oppure I = 0 e quindi SF = S
Equilibrio finanziario
Divergenza finanziaria
Dissociazione tra risparmio e investimento
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Non completamenteNon completamente! Perché resterebbero:
1) le necessità monetarie (connesse al sistema dei pagamenti)
2) le necessità derivanti dalla copertura dei rischi
3) le necessità delle singole unità all’interno di ciascun settore
4) le necessità derivanti dalla variazione delle PF per finanziare la variazione delle AF, indipendentemente dallo squilibrio tra S e I
5) le necessità connesse alla ricomposizione dei portafogli di AF (gestione degli stock esistenti)
DomandaIn una economia con una struttura SF = 0SF = 0,
verrebbe meno il fabbisogno di trasferimento ?
Ne consegue che i medesimi saldi finanziari possono dare origine a diverse combinazioni
di variazioni delle AF e delle PF (del settore); non esiste cioè una relazione stretta tra non esiste cioè una relazione stretta tra
saldi finanziari e fabbisogno di intermediazionesaldi finanziari e fabbisogno di intermediazione.
AF1PF1
MonMon
AF2 PF2
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Esempio 3
I Famiglie Imprese
AR 50
AFI 400
AR 480PN 450 PN 80
PFF 400
AF = 400
PF = 400
S - I = - 400
SF = - 400
IIBa
S - I = 400
450 - 50
SF = 400
AFI 400 PFF 400
SF = 400
AF = 400+400 = 800
PF = 400+400 = 800
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Esempio 3
III Famiglie
AR 50
AFB 450
PN 450
Ba
S - I = 450 – 50 = 400
Δ AF - Δ PF = SF
450 – 50 = 400
AF 450 PFF 450
AF = 450+450 = 900
PF = 450+450 = 900
PFB 50
(+50) (+50)
Circuito finanziario puroCircuito finanziario puro
I 400
F 50
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Esempio 3
IV Famiglie
AR 50
AFI 400
PN 450 (+ 40)
Ba
Mon
+ mon 40 PFF +40
““Aggiustamento stock”Aggiustamento stock”
AFBot 40
Dep
40
+ (Bot) 40
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Il soggetto A possiede attività finanziarie (BOT) per 100. Il suo risparmio è pari a 20 e viene investito in AR per 8. Il saldo finanziario è quindi pari a 12 e viene interamente destinato all’acquisto di depositi bancari (AF).
I 12 rappresentano esclusivamente un fabbisogno addizionale di trasferimento (offerta aggiuntiva di fondi suscettibili di trasferimento)
A potrebbe avere riallocato nello stesso periodo la propria ricchezza finanziaria (AF) da BOT (-100) a Depositi (+100).
Il sistema bancario si troverebbe a fine anno ad intermediare 112 pur a fronte di un saldo finanziario di 12.
IV
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I SF non catturano i processi di riallocazione della ricchezza
finanziaria esistente (consentono solo di valutare in che modo si
distribuiscono i flussi finanziari tra gli operatori).
Gli aggiustamenti di portafoglio (variazioni degli STOCK)
influenzano i fabbisogni di trasferimento, ma non i SF
i SF indicano quali ripercussioni esercitano sulle variabili finanziarie
le scelte in tema di variabili reali (scelte che non sono, ovviamente,
indipendenti da considerazioni attinenti la dimensione finanziaria di
tali operazioni)
La funzione creditizia: alcune osservazioni
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Esiste dunque una stretta interrelazione tra variabili reali e finanziarie
La mobilizzazione ed il trasferimento dei saldi permettono la realizzazione
di investimenti che altrimenti non potrebbero avere luogo
Gli aggiustamenti di portafoglio sono stimolati dalla disponibilità di AF (PF)
in grado di soddisfare le preferenze degli operatori (il “miglioramento” delle
tecnologie di negoziazione e degli strumenti di informazione contribuisce a
facilitare gli aggiustamenti di portafoglio).
A parità di dimensione aggregata dei fenomeni di natura reale (Y,S,I) il
volume degli strumenti finanziari in essere è più ampio se più accentuata è la
tendenza alla divisione del lavoro (ossia alla dissociazione tra funzione di
accumulazione e funzione di impiego del risparmio le quali si concentrano in
unità appartenenti a settori diversi dell’economia).
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I fattori determinanti della dimensione dell’attività finanziaria (volumi di AF in circolazione) sono allora:
Dimensione dei SF settorialiDimensione dei SF settoriali (volumi di risorse da trasferire)
Intermediazione semplice e multipla nei circuiti indirettiIntermediazione semplice e multipla nei circuiti indiretti (oltre allo sviluppo delle attività connesse con la gestione dei rischi)
Ricomposizione di portafoglioRicomposizione di portafoglio (ampiezza degli scambi relativi agli strumenti
finanziari in circolazione)
Peso relativo dei circuiti diretti e indirettiPeso relativo dei circuiti diretti e indiretti
Rilevanza dei circuiti finanziari “puri”Rilevanza dei circuiti finanziari “puri” (ΔAF = ΔPF cioè emissione di PF per investimento in AF)
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L’articolazione del L’articolazione del sistema finanziariosistema finanziario
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Fabbisogno di fondi Copertura del fabbisogno
I + Δ AFS
Δ PF
Circuiti direttidiretti
(mercati)(mercati)
Circuiti indirettiindiretti
(intermediari)(intermediari)
SempliciSemplici MultipliMultipli
Gli operatori che si trovano con SF attivi possono (secondo le loro preferenze) optare per un trasferimento diretto oppure appoggiarsi ad un intermediario.
L’articolazione del sistema finanziario
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Il sistema finanziario, cioè la rete di operatori finanziari, si colloca fra prenditori e prestatori finali di fondi. Una prima differenza si pone fra il collegamento direttocollegamento diretto, via mercato, e quello indirettoindiretto, via intermediari.
Il primo tipo di collegamento individua un circuito di intermediazione diretto nel
quale le passività finanziarie create dalle unità in disavanzo finanziario trovano una contropartita diretta nelle attività
ammesse allo stato patrimoniale delle unità in avanzo finanziario.
(Come in tutti i mercati, sono necessari agenti che facilitino e consentano l’incontro fra domanda e offerta)
Nel circuito finanziario indiretto il trasferimento di risorse avviene per il
tramite di banche e in genere di operatori definiti intermediari finanziari.
Per questi operatori la funzione di intermediazione, effettuata con
l’interposizione del proprio bilancio, trova una diretta espressione contabile nella composizione del conto economico e
dello stato patrimoniale
La diversa articolazione del sistema finanziario rispecchia diverse modalità tecniche di trasferimento delle risorse dalle unità in surplus alle unità in deficit e diverse
modalità di distribuzione dei rischi sui vari soggetti economici.
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Il sistema finanziario realizza un pooling delle risorse finanziarie per
rendere possibile il trasferimento di potere di acquisto dalle unità in
surplus alle unità in deficit.
Ciò vale per il sistema finanziario nel suo complesso, che può
essere visto come un immenso serbatoio, nel quale le unità in
surplus immettono risorse a cui attingono le unità in deficit
Ciò vale anche a livello di singola istituzione e di singolo strumento.
Banche e fondi comuni realizzano un pooling evidente: grazie alla
divisibilità del deposito e della quota del fondo comune, un
investitore è in grado di accedere ad un portafoglio diversificato
(crediti a imprese e titoli nel primo caso; titoli nel secondo)
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La trasformazione delle scadenze e dei rischi
Se il pubblico percepisce che le attività nei confronti delle banche
hanno un grado di rischio inferiore a quello delle attività verso le
imprese si ha anche una trasformazione dei rischitrasformazione dei rischi (le banche
sopportano allora una parte del “rischio reale”, cioè di quello
collegato all’andamento dei profitti lordi delle diverse attività
economiche)
Gli intermediari finanziari attuano poi una trasformazione delle trasformazione delle
scadenzescadenze (conciliando la preferenza alla liquidità delle unità in
surplus con le esigenze delle imprese – in deficit- di avere fondi
adatti a finanziare investimenti che generano profitti lordi nel medio
periodo).
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La struttura finanziaria delle banche comporta necessariamente una
differenza di scadenze (mismatching) nel senso che le attività, per
rispondere alle esigenze di trasformazione, devono avere scadenze
superiori alle passività
Tale divario è particolarmente forte nel caso delle banche che, per
assolvere alla funzione monetaria, hanno una parte consistente del
proprio passivo nella forma di conti a vista
Sempre con riferimento al sistema degli intermediari e ai loro
rapporti con le unità in deficit, è opportuno approfondire fin d’ora un
aspetto relativo alla durata dei crediti
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Abbiamo visto che con il credito le decisioni di spesa di un singolo
operatore possono risultare indipendenti dalla disponibilità di fonti
interne
La stessa definizione di saldo finanziario mette in evidenza che il
finanziamento della spesa per investimenti, cioè la spesa che per
definizione ha effetti sulle produzioni future ed è quindi “di
competenza” di più periodi può non essere coperta da profitti lordi
generati nel periodo
Vi è un’altra categoria di operazioni finanziarie da considerare:
finora abbiamo infatti preso in esame il nesso fra crediti e
investimenti e abbiamo trascurato il finanziamento della spesa
corrente
Questo credito viene riassorbito con la vendita delle merci e dunque
è nullo per definizione e per il sistema nel suo complesso al termine
di un intero ciclo produttivo
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Poiché peraltro i processi produttivi si intrecciano tra loro, esiste
sempre uno stock di attività correnti che deve essere finanziato: così
come nel bilancio delle imprese c’è sempre una quantità di scorte e
crediti verso clienti legata al livello corrente della produzione, così vi è
una quantità corrispondente di debiti verso il sistema finanziario
E’ allora naturale chiedersi se vi è una differenza e, in caso
affermativo, di quale natura, fra il credito destinato a colmare un deficit
temporaneo (ad esempio quando l’impresa si indebita all’inizio di un
ciclo produttivo per comprare le merci che dovrà trasformare e
vendere) e, dall’altro, il credito destinato a comprare nuove macchine
e aumentare la capacità produttiva e dunque i ricavi futuri
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E’ evidente che la spesa per investimenti è compiuta per accrescere
la qualità e/o il livello delle produzioni future: in questo senso, essa
è la manifestazione per eccellenza dell’attività imprenditoriale e del
rischio che questa comporta, quella cioè in cui l’imprenditore deve
dimostrare la sua capacità di cogliere e realizzare i processi
innovativi tipici della sua attività.
Questa differenza si riflette anche sulle modalità del processo di
creazione del credito. Se per il momento ipotizziamo che i depositi
bancari a vista (moneta bancaria) siano l’unica attività finanziaria
esistente, possiamo dire che tutta la moneta che le banche
consegnano alle imprese è moneta di nuova creazione.
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Ma quella creata in relazione alle esigenze “correnti” è destinata ad
essere distrutta mediante un procedimento decumulativo, nel
momento in cui il prestito viene rimborsato.
In un sistema stazionario, in cui S = I = 0, tutta la moneta bancaria
creata inizialmente viene distrutta al termine del ciclo. Solo in un
sistema in crescita, in cui ex post S = I > 0 avremo alla fine del
processo di produzione un incremento netto della quantità di
moneta, sulla base del credito creato per finanziare l’investimento
In altre parole, la moneta che viene messa a disposizione degli
imprenditori per effettuare gli investimenti non serve a sostituire
moneta legale nel finanziamento delle transazioni corrispondenti ad
un dato livello di reddito, ma serve ad aumentare quel livello,
rendendo possibili nuove transazioni. Serve cioè a “comandare”
nuove produzioni.
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E’ in quest’ottica che emerge chiaramente il ruolo di allocazione delle
risorse che viene svolto dal sistema finanziario. Attraverso le operazioni di
finanziamento esso aumenta la capacità produttiva di un operatore e
dell’economia nel suo complesso, dunque alimenta e sostiene il processo di
crescita.
La responsabilità del sistema finanziario è proprio quella di sapere
indirizzare le risorse verso gli impieghi più efficienti, cioè quelli a più alta
produttività marginale
Il riferimento alla creazione netta di potere di acquisto che avviene al
momento della creazione del credito porta anche ad identificare le
condizioni che consentono il puntuale rimborso a scadenza.
Saranno infatti le risorse aggiuntive consentite dall’operazione di prestito a
fornire il potere di acquisto necessario per pagare alle scadenze pattuite gli
interessi e il capitale (o, nel caso di una emissione azionaria, per pagare i
dividendi implicitamente promessi)
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I profitti lordi futuri sono quindi la variabile cruciale della capacità di
rimborso del debitore, poiché corrispondono alle risorse create
dall’impresa al netto dei costi correnti e quindi ( anche qui basta
ricordare la definizione di saldo finanziario) sono la fonte a cui
attingere per diminuire le passività precedentemente contratte
Ciascuna operazione di finanziamento trova cioè la sua
giustificazione (e il momento di accertamento della sua validità)
nella capacità di generare un flusso aggiuntivo di risorse tali da
consentire di pagare l’interesse, di ripagare il capitale e lasciare un
margine di profitto per l’operatore che sopporta il rischio d’impresa.
Ciò è valido anche per un macrosettore nel suo complesso:
l’indebitamento accumulato può essere diminuito in valore assoluto
(senza tener conto per il momento della variazione di potere di
acquisto della moneta) solo da saldi finanziari positivi nel futuro.
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Il settore pubblico ad esempio può ridurre il volume del suo debito
solo ponendosi nella condizione di avere saldi finanziari positivi; un
paese nel suo complesso può ridurre il suo debito estero solo
trovandosi con un saldo delle partite correnti positivo
In sintesi, i profitti lordi futuri sono la variabile da cui dipende la
capacità di rimborso del debitore. Tutte le operazioni poste in
essere dal sistema finanziario, tutta la piramide dei crediti costruita
dalle banche e dagli altri operatori trova la sua convalida definitiva
nei profitti futuri.
Il che significa che la ragion d’essere del sistema finanziario è
quella di consentire un processo di accumulazione capace di
aumentare il flusso futuro di produzione e di reddito
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Circuiti diretti e circuiti indirettiI fattori che determinano la scelta sono:
Grado di visibilità reciproca
Compatibilità fra le diverse esigenze
Simmetria (asimmetria) informativa sull’esito futuro dell’impiego delle risorse
Grado di fiducia dei fornitori di fondi rispetto ai prenditori
Mercati organizzati
Livello informativo
Mezzi di comunicazione
Tecnologie di trasferimento
Liquidità strumenti (titoli)
Accordi di cambio
Assetti competitivi
Regole istituzioni e controlli
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L’evoluzione del sistema finanziario porta come logica conseguenza ad un ampliamento delle tipologie di intermediari esistenti
Le banche presentano la caratteristica peculiare di essere gli unici operatori abilitati all’esercizio congiunto del credito e della raccolta di fondi direttamente presso il pubblico.
L’articolazione del sistema finanziario
In Italia la vigilanza è esercitata:
dalla Banca d’ItaliaBanca d’Italia per quanto riguarda le banche e in generale i controlli di stabilità su tutti gli intermediari
dalla CONSOBCONSOB per quanto riguarda il mercato mobiliare e in genere i controlli di correttezza e trasparenza.
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Gli intermediari: la
banca e gli altri
intermediari non
bancari
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L’attività bancaria: definizione La nuova legge bancaria (Testo Unico Bancario, ovvero
T.U.B., ovvero Dlgs 385/93) ha sancito che:
“La raccolta di risparmio fra il pubblico e
l’esercizio del credito costituiscono l’attività
bancaria. Essa ha carattere di impresa” (art.
10, c. 1).
L’attività bancaria può essere svolta solo dalle banche!!!!
Le banche sono iscritte in un Albo previsto dall’articolo 13 del T.U.B. tenuto dalla Banca d’Italia
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Le disposizioni di legge contenute nel T.U.B. sono coerenti con la definizione economica di banca formulata dall’economia aziendale
= azienda di produzione che svolge sistematicamente e
istituzionalmente a proprio rischio un’attività di intermediazione intermediazione
finanziariafinanziaria, cioè una attività di conferimento di risorse finanziarie a
titolo di credito, utilizzando prevalentemente risorse ottenute da terzi a
titolo di debito e, in parte, risorse a titolo di capitale proprio …………
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….. Le risorse ottenute a titolo di debito possono anche caratterizzarsi per una scadenza a vistascadenza a vista, assumendo in questo caso una forma tecnica idonea a fungere da mezzo di pagamentomezzo di pagamento in sostituzione della moneta legale
Le banche sono caratterizzate dalla contemporaneacontemporanea presenza
dell’insieme di elementi sopra citati
In mancanza di anche un solo di tali elementi l’azienda esaminata non
può essere classificata come “Banca” e, quindi, farà parte di una diversa e
articolata categoria di soggetti che vengono definiti, in generale,
“Intermediari finanziari”
Attenzione
50
Oltre alla attività bancaria (raccolta di risparmio tra il pubblico e esercizio del credito), le banche esercitano ogni
altra attività finanziaria, secondo la disciplina propria di ciascuna, nonché attività connesse e strumentali.
Attenzione
Sono tuttavia “salve le riserve di legge”. Ciò significa che vi sono alcune
attività, quali ad esempio la gestione collettiva del risparmio e l’attività
assicurativa, che non possono essere svolte dalle banche in via diretta,
perché riservate ad altri soggetti.
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Gli altri intermediari finanziari
Nei sistemi finanziari le banche rappresentano sicuramente
l’intermediario più importante sotto il profilo delle funzioni
economiche svolte e delle dimensioni delle operazioni di raccolta e
di impiego
Tuttavia l’evoluzione dei sistemi finanziari ha portato come
conseguenza ad un ampliamento delle tipologie di intermediari
esistenti
Vediamo dunque quali sono gli altri
principali intermediari presenti sul mercato
e che tipo di funzioni essi svolgono
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Società finanziarie
Si tratta di una categoria di operatori di vario tipo che svolgono la funzione creditizia (= concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma) o di assunzione di partecipazione in imprese ma che non presentano un’autonoma capacità di provvista presso operatori finali.
Attenzione: proprio perché non svolgono congiuntamente
l’esercizio del credito e la raccolta di risparmio presso il pubblico (ma
solo l’esercizio del credito), queste società non possono essere
classificate come “Banche”
Le società finanziarie sono iscritte in appositi elenchi previsti dall’articolo 106 e 107 del T.U.B.
Tra le principali tipologie di società finanziarie ritroviamo:
Società di leasing Società di factoringSocietà di credito
al consumoFinanziarie
di partecipazione
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Tra le società finanziarie sono inoltre ricomprese alcune
tipologie di operatori attivi nel settore dei Servizi di
pagamento. Ad esempio:
Società emittenti carte di credito e di debito
Società di gestione in concessione del servizio di
riscossione tributi
Società finanziarie
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SIM (società di intermediazione mobiliare)
Società introdotte con la legge n. 1/91 e oggi disciplinate dal Testo Unico della Finanza. Sono iscritte in un Albo tenuto dalla Consob
Si tratta di società per azioni che operano prevalentemente nel settore mobiliare
potendo svolgere, come le banche, tutti i servizi di investimento previsti dal Testo Unico
della Finanza
Originariamente le Sim potevano sfruttare “l’esclusiva” delle contrattazioni in Borsa: in
pratica, chi voleva comprare o vendere titoli in Borsa doveva effettuare la compravendita
attraverso una SIM. Tale vantaggio operativo è però decaduto in quanto anche le banche
sono state abilitate, a partire dal 1996, ad operare direttamente in Borsa.
Il ruolo delle Sim si è di conseguenza ridimensionato. Molte di esse, peraltro, hanno
deciso di trasformarsi in banche.
Le Sim possono avvalersi, nella commercializzazione dei propri servizi, di Promotori
Finanziari (persone fisiche abilitate all’offerta fuori sede di servizi di investimento e di
strumenti finanziari che operano in qualità di agenti e con vincolo di monomandato);
tuttavia le reti di Promotori Finanziari più numerose fanno oggi capo a intermediari bancari
55
SGR (Società di gestione del risparmio)
Introdotte dal Testo Unico della Finanza, sono società per azioni iscritte in un Albo tenuto dalla Banca d’Italia
Le SGR operano prevalentemente nel campo della gestione collettiva del risparmio,
insieme alle SICAV (vedi oltre)
Le SGR gestiscono, in via esclusiva, i fondi comuni di investimento: ciò significa,
quindi, che una banca non può gestire un fondo comune di investimento!! La banca
colloca presso gli investitori i fondi comuni gestiti da SGR!!
Tuttavia la maggior parte delle SGR appartengono a gruppi bancari, anche se di
recente le Autorità di Vigilanza (leggasi Banca d’Italia) caldeggiano una maggiore
autonomia di queste società dalle banche
Oltre a gestire i fondi comuni di investimento le SGR possono istituire e gestire fondi
pensione, svolgere l’attività di gestione individuale di portafogli nonché attività
connesse e strumentali
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Alcune definizione in tema di gestione collettiva
Oicr (organismi di investimento collettivo del risparmio): i fondi comuni
di investimento e le Sicav
Fondo comune di investimento: patrimonio autonomo, suddiviso in
quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti, gestito in monte
Gestione collettiva del risparmio: il servizio che si realizza
attraverso:
1) la promozione, istituzione e organizzazione di fondi comuni
d'investimento e l'amministrazione dei rapporti con i partecipanti;
2) la gestione del patrimonio di Oicr, di propria o altrui istituzione,
mediante l'investimento avente ad oggetto strumenti finanziari, crediti,
o altri beni mobili o immobili
57
SICAV (società di investimento a capitale
variabile)
Società previste dal Testo Unico della Finanza e iscritte in un Albo tenuto dalla Banca d’Italia
Anche le Sicav, come le SGR, svolgono la gestione collettiva del risparmio
Tuttavia, mentre le SGR effettuano la gestione collettiva attraverso l’istituzione e la
gestione di fondi comuni di investimento, le Sicav sono esse stesse un OICR (ossia uno
strumento di investimento collettivo)
La Sicav viene infatti definita nel TUF come “società per azioni a capitale variabile con
sede legale e direzione generale in Italia avente per oggetto esclusivo l'investimento
collettivo del patrimonio raccolto mediante l'offerta al pubblico di proprie azioni”
In termini semplici la Sicav è una società che raccoglie denaro solo tramite l’emissione
di proprie azioni che vengono collocate presso i risparmiatori, e il cui unico scopo è
quello di investire le risorse raccolte in strumenti finanziari (azioni e obbligazioni
prevalentemente)
La Sicav è una società aperta (a capitale variabile), in quanto ogni giorno i risparmiatori
possono sottoscrivere nuove azioni della Sicav, ovvero chiederne il rimborso, secondo le
modalità stabilite dallo statuto della società stessa
58
Imprese di assicurazione
Disciplinate dal Codice delle Assicurazioni (Dlgs 209/2005), sono società per azioni o società cooperative che svolgono, in via esclusiva, l’attività assicurativa. Sono iscritte in un Albo tenuto dall’Isvap
L’attività assicurativa è distinta nei cosiddetti Rami Vita e Rami danni
I Rami vita comprendono tutte quelle forme di contratti (polizze) in cui,
dietro pagamento di un premio, viene assicurata dalla compagnia di
assicurazione una prestazione (erogazione di un capitale o di una rendita)
che è dipendente dalla permanenza in vita (ovvero dalla morte)
dell’assicurato
I Rami danni riguardano invece tutte quelle forme di polizze legate ad
eventi accidentali (furto, incendio, responsabilità civile ecc..)
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Investitori istituzionali
Con il termine Investitori Istituzionali non si fa riferimento ad un’unica e
specifica categoria di soggetti
Tra gli Investitori Istituzionali, infatti, vengono ricompresi tutti quegli operatori
caratterizzati dal fatto di investire un patrimonio per conto di più unità in surplus
finanziario (risparmiatori).
Possiamo dunque considerare Investitori Istituzionali i fondi comuni di
investimento (nelle loro diverse tipologie), i fondi pensione, le Sicav, le compagnie
di assicurazione
Se si somma l’attività degli investitori istituzionali con le gestioni su base individuale poste in essere dalle banche (ma anche da SGR) ottiene l’insieme
che viene definito Risparmio Gestito (Asset Management)
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Attività Tipologia istituzionale
Esercizio del credito
Credito a breve e medio lungo termine Banche: soggetti iscritti all’Albo di cui all’art. 13 del Testo Unico Bancario
Leasing finanziario: locazione finanziaria Società di leasing finanziario (società finanziarie che esercitano in via esclusiva una o più delle attività previste dal T.U. all’art. 1, c.2, lett. f) punti da 2 a 12, ovvero altre attività finanziarie di cui al punto 15 del medesimo articolo
Banche
Factoring: cessione dei crediti di impresa Società di factoring (società finanziarie)
Banche
Credito al consumo Società di credito al consumo (società finanziarie)
Banche
Tavola riassuntiva
61
Attività Tipologia istituzionale
Finanziamento mobiliare
Assunzione di partecipazioni nel capitale di imprese
Finanziarie di partecipazione (società finanziarie)
Società di merchant banking e di venture capital (società finanziarie)
Banche
Sottoscrizione e collocamento titolo Società di intermediazione mobiliare
Banche
Negoziazione Negoziazione titoli per conto proprio e per conto terzi
Società di intermediazione mobiliare
Banche
Gestione del risparmio
Gestione individuale del risparmio
Gestione collettiva del risparmio
Società di intermediazione mobiliare
Società di gestione del risparmio
Banche
Società di gestione del risparmio e Sicav
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Attività Tipologia istituzionale
Assicurazione Assicurazione vita e previdenza Società di assicurazione
Istituti di previdenza
Fondi pensione
Assicurazione danni Società di assicurazione
Servizi di pagamento
Offerta di strumenti di pagamento Banche autorizzate a svolgere funzione monetaria
Società emittenti carte di credito (società finanziarie)
Incasso e pagamento Società di incasso e pagamento (società finanziarie): società di gestione in concessione del servizio di riscossione tributi
Banche
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L’esistenza degli L’esistenza degli
intermediari e la intermediari e la
specificità della bancaspecificità della banca
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L’esistenza degli intermediari e la specificità della banca
Gli sviluppi più recenti della teoria dell’intermediazione motivano l’esistenza
degli intermediari finanziari sulla base di una imperfezione informativaimperfezione informativa che
caratterizza i mercati e i contratti finanziari e che scaturisce dalla diversa
disponibilità di informazione esistente tra debitore e creditore.
Domanda: perché esistono gli intermediari finanziari?
Gli studi in tema di asimmetrie informative individuano nell’intermediario l’operatore in grado di offrire una soluzione ideale al trasferimento di risorse finanziarie dalle unità in surplus a quelle in deficit, e ciò:
in virtù delle economie che è in grado di realizzare nella produzione di informazioni relative ad un ampio e diversificato numero di imprese
ma anche per la natura del rapporto che pone in essere e che consente di aver accesso a informazioni riservate sia nella fase di valutazione (screening) sia di controllo (monitoring) della qualità del debitore.
65
La banca è l’intermediario finanziario per eccellenza e in ogni
sistema è il perno dell’intermediazione complessiva.
Le sue caratteristiche fondamentali sono costituite da un lato dal
fatto che una parte rilevante delle sue passività ha natura monetaria
ed è normalmente accettata come mezzo di pagamento e, dall’altro,
che l’attivo del suo bilancio è costituito in gran parte da prestiti non
liquidi e generalmente non mobilizzabili, basati su “informazione
riservata” (in contrapposizione a quella pubblica che caratterizza i
mercati)
Nonostante le profonde innovazioni che si sono susseguite nel
tempo, si può dire che queste due caratteristiche colgono ancora la
“unicità” della banca rispetto agli altri intermediari finanziari
La definizione giuridica di banca non fa riferimento esplicito alla
funzione monetaria, ed è basata invece sul contemporaneo
esercizio dell’attività di raccolta e di impiego
66
È svolta da quegli intermediari che hanno la caratteristica
particolare di avere PASSIVITA’ a vista che vengono
universalmente accettate come mezzo di PAGAMENTO
La funzione monetaria
Sistema bancario
PASSIVITÀ della BC
PASSIVITÀ delle altre banche (depositi accettati sulla base di
un rapporto fiduciario)
Esame da due punti di vista
TecnicoTecnico
Il sistema bancario fornisce mezzi di pagamento accettati dal pubblico e compie tutte le operazioni necessarie per il regolamento degli scambi
MonetarioMonetario
Il sistema bancario contribuisce a determinare la quantità di mezzi dei mezzi di pagamento complessivi a disposizione del pubblico
67
Aspetti tecnici del Aspetti tecnici del meccanismo dei meccanismo dei
pagamentipagamenti
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Aspetti tecnici del meccanismo dei pagamenti
Il principale aspetto innovativo della moneta bancaria è costituito dalla dissociazione in essa implicita tra mezzo di scambio e strumento di pagamento
In altri termini: il pagamento a valere sulla moneta bancaria avviene generalmente in tempi e luoghi diversi da quelli in cui si compie lo scambio di beni
PagamentoAtto mediante il quale un operatore si libera di una obbligazione relativa all’acquisto di un bene o all’utilizzo di un servizio (atto finale)
Problemi di equilibrio microeconomico e di pubblico interesse che la gestione dei pagamenti comporta
Gli strumenti che compongono il sistema dei pagamenti debbono presentare alcuni requisiti fondamentali
Sicurezza Rapidità Accessibilità
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Ogni operazione di pagamento consiste in un complesso di
registrazioni, cioè in uno scambio di informazioni fra i soggetti
interessati (allo scambio).
Sono tre i problemi principali collegati al funzionamento del sistema
dei pagamenti
La trasmissione delle informazioni e dei fondi all’interno del sistema bancario
I tempi impliciti nel sistema dei pagamenti
La remunerazione del sistema dei pagamenti
Il problema essenziale del meccanismo di pagamenti amministrato dal sistema finanziario è quello di ridurre al minimo la circolazione materiale della moneta legale, di cui comunque quella bancaria è il sostituto.
Questo evidentemente per motivi di sicurezza, di costo e soprattutto di convenienza per la banca, che non corre il rischio di dover intaccare le proprie riserve di moneta legale.
70
Al limite, la situazione ideale per il sistema bancario sarebbe quella di
trasformarsi in un unico grande centro di registrazione contabile in cui
segnare i vari pagamenti. A quel punto gli stessi non darebbero origini
a spostamenti delle riserve di contanti né per i soggetti interessati, né
per la banca. Quest’ultima vedrebbe così perfettamente stabilizzati i
propri depositi e vedrebbe annullarsi una delle ragioni fondamentali
delle uscite di cassa.
Stanza di Stanza di compensazionecompensazione
Consente di minimizzare il deflusso di moneta legale conseguente allo svolgimento della funzione monetaria. Questo istituto è pertanto espressione di aspetti assai significativi dell’attività bancaria, come l’accettabilità della moneta bancaria rispetto a quella legale, nonché l’importanza dei rapporti di corrispondenza che uniscono con legami di sistematicità tutti gli operatori bancari.
Luogo e modo del regolamento, cioè di
accertamento delle posizioni di debito e credito nei confronti di tutti gli altri
partecipanti al sistema dei pagamenti e di liquidazione
delle somme relative
71
Ordini di pagamento
Banche
Compensazione (clearing) Mercato interbancario
Regolamento (settlement)
Credito banca centrale
Tasso a breve
72
Il processo Il processo moltiplicativomoltiplicativo
73
In un regime di fractional reserve banking le banche concorrono a determinare il volume di moneta a disposizione dell’economia
Ciò significa che esse sono in grado di influire sulle decisioni di spesa dei vari soggetti e quindi di incidere sui prezzi e, attraverso questi, sulle grandezze reali
Il problema che dobbiamo esaminare è come si determina la quantità complessiva di moneta legale e di moneta bancaria e se, e in che modo, il problema debba essere controllato
74
La prima questione da affrontare è come ha origine la moneta. Si è
già detto che tutta la moneta oggi esistente è emessa dal sistema
bancario, cioè dalle banche centrali e dalle banche. Essa è inoltre la
contropartita di operazioni di credito.
La moneta emessa dalla banca centrale viene messa a disposizione
del pubblico per effetto di prestiti concessi dalla banca centrale
stessa ad alcuni operatori (generalmente il settore estero, il Tesoro
e le banche).
La moneta legale non è perciò creata dal nulla in virtù di
un’autonoma prerogativa delle banche centrali, ma rappresenta la
contropartita di operazioni di credito compiute dalla banca centrale
nei confronti di altri operatori
75
Un ragionamento simile può essere fatto per la creazione della
moneta bancaria, la cui contropartita è costituita da operazioni attive
effettuate dalle banche mediante prestiti di varia struttura tecnica o
mediante acquisto di titoli
Da questo punto di vista prestiti e depositi sono due facce della
stessa medaglia, o meglio due lati di uno stesso bilancio: appunto
quello della banca.
Il vincolo di bilancio agisce qui nella solita maniera ferrea:
all’aumento (diminuzione) della moneta legale corrisponde un
aumento (diminuzione) dei prestiti concessi dalla banca centrale;
all’aumento (diminuzione) dei depositi corrisponde un aumento
(diminuzione) dei prestiti bancari.
La quantità complessiva di moneta (moneta legale e moneta
bancaria) a disposizione del pubblico varia quindi in parallelo alla
quantità complessiva dei prestiti concessi tanto dalla banca centrale
quanto dalle banche
76
Il moltiplicatore dei depositi e della moneta
• La descrizione del processo del moltiplicatore parte dalla definizione di alcune identità fondamentali: in primo luogo, quella che riguarda la moneta a disposizione del pubblico (M), che è data dalla moneta legale (o circolante: CIRC) e dai depositi bancari
M = CIRC + DEP
77
• La seconda grandezza fondamentale è la moneta legale emessa dalla banca centrale, che si distribuisce fra pubblico e banche e che, per i motivi che saranno spiegati, viene definita base monetaria.
• La base monetaria del pubblico coincide con il circolante, mentre quella delle banche può essere utilizzata come riserva libera (LIQ) oppure come riserva obbligatoria (ROB). Avremo cioè
BM = BMp + BMb = CIRC + LIQ + ROB
78
• Da questa definizione possiamo derivare tre rapporti cruciali:
a) CIRC/DEP (c): indicatore di composizione del portafoglio del pubblico, cioè del modo in cui il pubblico distribuisce la propria ricchezza tra moneta legale e moneta bancaria
b) BMb/DEP: indicatore di copertura del bilancio delle banche, che indica in che percentuale i depositi bancari sono fronteggiati da riserve di moneta legale
Tale rapporto a sua volta si può distinguere in:
b1) ROB/DEP (ro) cioè il coefficiente di riserva obbligatoria
b2) RIS/DEP (rl) cioè il coefficiente di riserva libera
79
• I rapporti ro e rl sono fra loro complementari. L’esigenza per la
banca di mantenere una riserva legale dipende in primo luogo dalla
stessa dimensione di CIRC/DEP: quanto maggiore è la preferenza
al contante del pubblico, tanto più intenso sarà il prelevamento di
contante dai depositi
• Dall’altro lato, BMb/DEP deve anche coprire dal rischio che
CIRC/DEP vari nel tempo, sottoponendo la banca a prelievi
imprevisti
• Sono proprio i tre rapporti indicati a scandire il ritmo della creazione
di moneta e a porre nello stesso tempo un limite alla capacità della
banca di mettere in circolazione propri debiti a fronte di operazioni di
credito, a porre cioè un limite alla possibilità di creazione della
moneta bancaria, secondo il noto schema del moltiplicatore
descritto in ogni testo base di economia
80
• Il moltiplicatore dei depositi bancari, cosi come altri
moltiplicatori in economia, viene ricavato con una serie
di manipolazioni di identità contabili, ed è perciò esso
stesso un’identità, che deve essere vera per definizione.
BM / DEP = c + ro + rl
DEP = BM ____1______
c + ro + rl
81
• La frazione è per definizione superiore all’unità, e ci dice che i
depositi sono legati da un rapporto di proporzionalità inversa
con la preferenza alla liquidità del pubblico e con il
coefficiente di riserva delle banche, scomposto nella parte
libera e in quella obbligatoria.
• Potremmo allora dire che, date le ipotesi fatte, il valore del
moltiplicatore individua il valore massimo potenziale dei
depositi che può essere raggiunto per date quantità di base
monetaria in circolazione
• Se supponiamo che la base monetaria sia perfettamente
controllabile dalle autorità, queste potranno fissare dei tetti,
cioè dei limiti superiori, alla crescita della capacità di spesa
del pubblico. Il volume effettivo dei depositi e del credito sarà
poi fissato dal comportamento delle banche e del pubblico
82
• E’ il comportamento degli agenti economici che hanno
rapporti con la banca (e della banca stessa) a scandire i tempi
del moltiplicatore e a determinare il valore finale
• Al centro del problema vi sono le scelte dei depositanti in
ordine alla composizione del proprio attivo, quelle delle
imprese in ordine al proprio indebitamento, e quelle delle
banche in ordine alle proprie riserve che mettono in moto il
processo
• Il meccanismo del moltiplicatore non è una sorta di processo
di trasformazione a coefficienti fissi che consente alla banca
centrale di determinare la quantità di moneta a disposizione
del pubblico una volta controllata la base monetaria in
circolazione.
83
• Né il sistema bancario è il passivo meccanismo di
trasmissione di questo processo.
• Al contrario, sono i comportamenti delle unità
economiche a determinare la dimensione del
moltiplicatore e i tempi in cui esso agisce: per il sistema
bancario l’unica componente fissa (ed esogena) è
l’aliquota di riserva obbligatoria.
• Le altre variabili sono endogene e in particolare sono
legate alle scelte di convenienza delle banche, dei
depositanti e delle imprese
84
Se aumenta la preferenza del pubblico per la Se aumenta la preferenza del pubblico per la moneta scritturale (rispetto a quella legale) l’attività moneta scritturale (rispetto a quella legale) l’attività delle Aziende di credito connessa alla funzione delle Aziende di credito connessa alla funzione monetaria si espande, anche in assenza di un monetaria si espande, anche in assenza di un incremento dei saldi finanziari attivi da incremento dei saldi finanziari attivi da intermediareintermediare
La capacità di attrarre clientela (e BM) è connessa alla capacità di offrire un sostituto di BM che ne elimini gli svantaggi, cioè una moneta che abbia:
Minori costi di trasmissione (sistema) Un rendimento
85
La caratteristica fondamentale della banca consiste nel fatto che le sue passività (i depositi in conto corrente) sono accettate come mezzo di pagamentomezzo di pagamento.
Tale accettazione non deriva da una norma di legge, come nel caso della moneta emessa dalle banche centrali, ma da un rapporto fiduciario che si stabilisce fra i partecipanti allo scambio e fra questi e le banche.
Le banche cioè possono continuare a svolgere la loro funzione monetaria e creditizia nella misura in cui il pubblico continua ad avere fiducia nella moneta bancaria. Tale grado di fiducia non riguarda solo il singolo emittente, ma il sistema bancario nel suo complesso
La natura monetaria dei depositi e la gestione del sistema dei pagamenti rappresentano dunque le caratteristiche peculiari della banca di deposito
II ruolo della banca di deposito nell’ambito del sistema finanziario viene tuttavia ridotto con
il ridimensionamento del peso dei depositi e della moneta nel portafoglio di attività
complessivamente detenute dagli operatori in surplus. Il problema della liquidità e, quindi,
del mismatching possibile, è strutturalmente legato alla dinamica della raccolta.
86
La vigilanza sul La vigilanza sul sistema finanziariosistema finanziario
87
La vigilanza sulle istituzioni creditizie
L’importanza delle funzioni svolte dal sistema finanziario richiede:
StabilitàStabilità del valore della moneta, stabilità delle istituzioni e del sistema nel suo
complesso
Tutela del risparmiatoreTutela del risparmiatore in quanto tipico contraente debole dei contratti
finanziari, soprattutto per quanto riguarda la trasparenza delle
informazioni e la correttezza del comportamento degli intermediari
EfficienzaEfficienza allocativa e operativa degli intermediari
ConcorrenzaConcorrenza dei mercati in cui operano gli intermediari
Il mercato non è autonomamente in grado di realizzare questi obiettivi. Di
qui la necessità di “regolamentazione”“regolamentazione”
Per il settore creditizio
Per il mercato mobiliare
88
Sul primo versante (vigilanza sul settore creditizio - Banca d’Italia), la regolamentazione si è preoccupata soprattutto di assicurare la stabilità e l’efficienza.
Sul secondo versante, (vigilanza sul mercato mobiliare - Consob ) la regolamentazione è stata rivolta a garantire da un lato la completezza e la correttezza dell’informazione fornita dagli emittenti dei titoli e, dall’altro, la correttezza del comportamento degli intermediari nei loro rapporti con i clienti.
I controlli di stabilitàcontrolli di stabilità mirano ad assicurare l’equilibrio patrimoniale
di lungo periodo di ciascun intermediario e dunque dell’intero
sistema
I controlli di trasparenza e controlli di trasparenza e correttezzacorrettezza hanno l’obiettivo di
garantire gli utenti dei servizi finanziari nel momento in cui entrano in contatto
con gli intermediari finanziari.
Il rischio di stabilità è differente in base alle varie funzioni svolte dagli intermediari. È ovviamente massimo per la funzione monetaria ed è quasi nullo per gli intermediari che non assumono posizioni in proprio, come i brokers e quelli che gestiscono in forma collettiva o individuale il patrimonio della clientela. Il dissesto di un singolo istituto può minare la fiducia del pubblico nei confronti dell’intero sistema
89
Gli obiettivi della vigilanza
Gli obiettivi della vigilanza sul sistema bancario e finanziario sono la stabilitàstabilità e l’efficienzaefficienza dei singoli intermediari e del mercato nel suo complesso.
Le motivazioni per cui la stabilità e l’efficienza degli intermediari finanziari, ed in particolare delle banche, sono oggetto di un’ azione di
regolamentazione e di controllo derivano dalla crucialità delle due funzioni che gli intermediari svolgono nell’ambito del sistema
economico: la funzione monetaria e quella creditizia.
L’obiettivo della stabilità dei singoli intermediari è a tutela della clientela: la stabilità è necessaria per mantenere la fiducia di chiunque utilizza la moneta bancaria e, in generale, dei risparmiatori. Tale obiettivo viene perseguito a livello dei singoli operatori, verificandone e garantendone le condizioni di liquidità e di solvibilità, nonché limitandone l’assunzione dei rischi.
Il perseguimento dell’obiettivo dell’efficienza, nelle sue diverse fattispecie è strettamente collegato al grado di concorrenza all’interno dell’industria finanziaria. Il concetto di efficienza presenta più fattispecie
Efficienza tecnico-operativa
Efficienza allocativa
Efficienza informativa
90
Gli strumenti della vigilanza
La funzione di vigilanza si esplica principalmente attraverso tre tre direttrici
Vigilanza regolamentare
Vigilanza informativa
Vigilanza ispettiva
Interviene a regolamentare aspetti della struttura e dell’attività degli
intermediari, per limitarne l’assunzione dei rischi. In quest’area, la
classificazione degli strumenti di controllo può essere ricondotta:
controlli all’entrataall’entrata, strutturalistrutturali, prudenzialprudenzialii e di trasparenza e trasparenza e
correttezza.correttezza.
91
Controlli strutturali
Controlli prudenziali
Controlli di trasparenza e
correttezza
Questi strumenti vengono utilizzati per definire o modificare la morfologia del mercato interessato, in termini di caratteristiche principali delle imprese operanti. I controlli di tipo strutturale possono essere così classificati:
a) Condizioni per l’accesso all’attività
b) Vincoli all’operatività
c) Condizioni per determinate operazioni
I controlli di questo tipo hanno l’obiettivo di limitare il grado di rischio assunto dai singoli intermediari e quindi di salvaguardarne la solvibilità e la liquidità. Il fulcro di questo tipo di strumenti è oggi costituto proprio dalle normative in materia di adeguatezza del capitale.
Questo tipo di controlli è anche noto come fair play regulation e comprende norme volte a garantire la correttezza e la trasparenza in due aree principali: i rapporti bancari e l’attività di investimento.
92
Il TUB e l’attuale assetto dei controlli in Italia
Un ruolo importante nello sviluppo della normativa
bancaria in Italia è stato svolto dal processo di
integrazione finanziaria europea.
Infatti il recepimento della II direttiva in materia creditizia
(15 dicembre 1989 n. 89/646/CEE), avvenuto con il
decreto legge n. 481 del 1992, ha rappresentato un
punto di svolta rispetto alla legislazione precedente; essa
costituisce l’ossatura portante del successivo TU del
1993, la nuova legge bancaria italiana
93
La legislazione comunitaria è diretta a realizzare un’armonizzazione
minima delle normative dei singoli paesi, allo scopo ultimo di unificare i
diversi mercati dei servizi finanziari, in un solo mercato, attraverso il
mutuo riconoscimento delle normative nazionali.
Il mercato unico, oltre alla libertà di circolazione dei capitali, deve
consentire una piena libertà d’insediamento e di prestazione dei
servizi, assicurando al tempo stesso condizioni di effettiva concorrenza
tra gli intermediari.
La possibilità di operare in tutti i paesi comunitari è riconosciuta sulla
base del criterio dell’autorizzazione unica, per cui un soggetto, abilitato
nel proprio paese di origine, acquisisce il diritto ad estendere l’attività
sull’intero territorio della Comunità
Con il recepimento della II Direttiva è stato introdotto nel nostro
ordinamento il modello di banca universale, abilitata ad offrire tutti i
servizi mutuamente riconosciuti
94
Gli effetti sul sistema bancario italiano del recepimento
della II direttiva sono stati di estremo rilievo: in primo
luogo, con l’introduzione del modello di banca
universale, è venuta a cadere la distinzione introdotta
con la precedente legge bancaria del 1936 tra aziende
di credito, operanti sul breve termine, e istituti di
credito speciale (ICS), abilitati ad operare a
medio/lungo termine (Da rilevare che l’emissione di
obbligazioni degli enti creditizi non è vincolata al rispetto
dei limiti quantitativi fissati dal codice civile per le società
per azioni)
95
La seconda grande innovazione dovuta alla nuova
normativa è la possibilità concessa alle banche di effettuare
direttamente operazioni prima loro precluse: per esempio,
leasing e factoring, che esse svolgevano attraverso società
controllate, all’interno dei gruppi bancari
Vi sono due aree della attività finanziaria in cui le banche
non possono intervenire: l’attività assicurativa, riservata alle
assicurazioni, e l’attività di gestione collettiva del risparmio
riservata alle SGR e alle Sicav. Per svolgere tali attività la
struttura del gruppo è quindi indispensabile
96
Elenco attività che beneficiano del mutuo riconoscimento
1) raccolta di depositi o di altri fondi con obbligo di restituzione2) operazioni di prestito (compreso in particolare il credito al consumo, il credito con garanzia
ipotecaria, il factoring, le cessioni di credito pro soluto e pro solvendo, il credito commerciale incluso il «orfaiting)
3) leasing finanziario;4) servizi di pagamento;5) emissione e gestione di mezzi di pagamento6) rilascio di garanzie e di impegni di firma7) operazioni per proprio conto o per conto della clientela in: strumenti di mercato monetario; cambi;
contratti su tassi di cambio e tassi d'interesse; valori mobiliari;8) partecipazione alle emissioni di titoli e prestazioni di servizi connessi;9) consulenza alle imprese in materia di struttura finanziaria, di strategia industriale e di questioni
connesse, nonché consulenza e servizi nel campo delle concentrazioni e del rilievo di imprese10) servizi di intermediazione finanziaria del tipo «money broking»11) gestione o consulenza nella gestione di patrimoni12) custodia e amministrazione di valori mobiliari13) servizi di informazione commerciale14) locazione di cassette di sicurezza15) altre attività che, in virtù delle misure di adattamento assunte dalle autorità comunitarie, sono
aggiunte all'elenco allegato alla seconda direttiva in materia creditizia del Consiglio delle Comunità europee
97
Una terza innovazione della nuova normativa è
costituita dalla possibilità, ora concessa alle
banche, di assumere partecipazioni nel capitale
delle imprese non finanziarie, comunque entro ben
precisi limiti, per evitare il costituirsi di posizioni a
rischio.
Viene quindi in parte eliminata la rigida
separatezza tra banca e imprese che era stata
introdotta sempre con la legge del 1936
98
Con il TU si è inoltre realizzato il definitivo passaggio da
una azione di vigilanza discrezionale, basata su controlli
strutturali (Banca d’Italia Regista), ad una vigilanza
prudenziale, che poggia sulla presenza di requisiti oggettivi
(Banca d’Italia Arbitro).
Tale svolta è sancita dalle finalità stesse della funzione di
vigilanza, che sono individuate nella sana e prudente
gestione dei soggetti controllati, nella stabilità complessiva,
nell’efficienza e nella competitività del sistema finanziario,
nonché nell’osservanza delle disposizioni in materia
creditizia
99
Intermediari Finalità
Stabilità Trasparenza Concorrenza
Banche Banca d’ItaliaCICRMEF
Banca d’ItaliaCICRMEF
Consob(Antitrust per pubblicità
ingannevole)
Banca d’Italia (parere Antitrust)
Società di intermediazione
mobiliare
Banca d’ItaliaMEF
Consob(idem Antitrust)
Antitrust
Assicurazioni IsvapCipe
Isvap Consob
Cipe(idem Antitrust)
Antitrust (parere Isvap)Cipe
Organismi di investimento collettivo
Banca d’ItaliaMEF
Consob (idem Antitrust)
Antitrust
Fondi pensione CovipMinistero Lavoro
MEF
Covip MEF
(idem Antitrust)
Antitrust
100
Le condizioni dell’autorizzazione all’esercizio della attività bancaria
La banca esiste e opera in forza di un’autorizzazione formale delle autorità competenti
L’autorizzazione viene concessa dalla Banca d’Italia quando ricorrono le seguenti condizioni:
La forma di società per azioni o di società cooperativa per azioni a responsabilità limitata
Il versamento del capitale minimo richiesto
La presentazione del programma concernente l’attività iniziale, con l’atto costitutivo e lo statuto
101
I requisiti di onorabilità stabiliti per i soci
La struttura proprietaria (composizione e ripartizione dei diritti proprietari) rispetti particolari vincoli in tema di
partecipazione al capitale delle banche
I soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo abbiano i requisiti richiesti di
onorabilità e professionalità
Le condizioni esposte vengono verificate dalla
Banca d’Italia, che nega l’autorizzazione quanto esse
non garantiscono la sana e prudente gestione.
102
L’evidente corollario del principio di
autorizzazione è l’esistenza di un
apposito Albo in cui la Banca d’Italia
iscrive le banche autorizzate e le
succursali delle banche comunitarie
stabilite nel territorio nazionale
103
La partecipazione al capitale delle banche: vincoli normativi e regime autorizzativo
Il problema dei rischi derivanti dalla possibilità che
l’esercizio dell’attività bancaria venga controllato da
soggetti portatori di interessi estranei, diversi e
confliggenti con quelli istituzionali della banca, è sempre
stato oggetto di attenzione da parte delle autorità di
controllo, preposte in via primaria alla tutela della
stabilità della banca
La normativa tende quindi a salvaguardare l’autonomia
di quest’ultima rispetto a interessi divergenti da quelli
istituzionali
104
In proposito il TU persegue l’obiettivo di autonomia e
separatezza sottoponendo ad autorizzazione preventiva (e
successiva, nella forma della revoca dell’autorizzazione)
l’acquisizione diretta o indiretta di partecipazioni superiori al 5%
del capitale della banca o che – indipendentemente da tale limite
– comportino il controllo della banca stessa
Inoltre la norma vieta l’acquisizione diretta o indiretta di
partecipazioni superiori al 15% o comunque di controllo ai
soggetti che svolgono in misura rilevante attività di impresa in
settori non bancari e non finanziari
105
Altri profili rilevanti di regolamentazione dell’attività bancaria
Il TU attribuisce alla Banca d’Italia funzioni di vigilanza,
finalizzati prevalentemente a tutelare la sana e prudente
gestione della banca, la stabilità complessiva, l’efficienza
e la competitività del sistema finanziario, cioè lo stesso
principio che sta alla base dei poteri autorizzativi
demandati allo steso organo di controllo
Allo scopo di definire i confini dell’attività bancaria è
necessario richiamare gli oggetti fondamentali della
vigilanza regolamentare, che persegue appunto lo scopo
di regolare alcuni profili dell’attività della banca con criteri
definiti “prudenziali”
106
La Banca d’Italia, in conformità alle deliberazioni del CICR emana disposizioni di carattere generale avente per oggetto:
L’adeguatezza patrimoniale
Il contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni
Le partecipazioni detenibili
L’organizzazione amministrativa e contabile e i controlli interni
Questi aspetti dell’attività bancaria sono oggetto di analitiche e
dettagliate “istruzioni di vigilanza” emesse dalla Banca d’Italia
I primi tre profili di regolamentazione concorrono a definire i confini
quantitativi e qualitativi dell’attività bancaria per quanto concerne la
dimensione e la composizione della struttura dell’attivo e del passivo
della banca
107
Le disposizioni riguardanti l’adeguatezza patrimoniale impongono alle
banche il mantenimento di un coefficiente patrimoniale minimo
obbligatorio, detto coefficiente di solvibilità.
Questo ha la funzione di tutelare la solvibilità della banca e fa
riferimento alla composizione dell’attivo patrimoniale mediante
ponderazione delle sue diverse componenti in funzione della classe di
rischio di appartenenza
Il coefficiente di solvibilità – inteso come rapporto minimo fra
patrimonio di vigilanza e attivo patrimoniale ponderato per il rischio –
deve assumere valori non inferiori all’8%
Esso si riferisce sia alla singola banca sia all’insieme del gruppo
bancario cui essa appartiene e in cui eventualmente funge da
capogruppo
108
Considerata l’impostazione logica del coefficiente, ne deriva che la
composizione dell’attivo per classi di rischio è condizionata dalla
dimensione del patrimonio esistente e dalla possibilità di accrescerlo
per autofinanziamento o per apporto esterno
Si tenga presente che, in questa materia, il Comitato di Basilea ha
elaborato una normativa più avanzata e articolata, orientata
innovativamente a consentire agli intermediari di adottare modelli
interni per governare i rischi e per determinare i requisiti patrimoniali
correlati
Secondo tale prospettiva, l’attività di vigilanza sarà soprattutto
focalizzata a validare l’affidabilità e la robustezza dei menzionati
modelli interni
Questa nuova regolamentazione sarà definitivamente efficace a partire
dal gennaio 2008
109
Sempre nella logica prudenziale e con il fine di tutelare la stabilità della
banca, le disposizioni regolanti il contenimento del rischio disciplinano i
requisiti patrimoniali connessi all’assunzione di rischi specifici, secondo
diverse configurazioni. Queste ultime sono essenzialmente tre:
La concentrazione dei rischi per i grandi fidi: le disposizioni relative –
finalizzate a mantenere un’adeguata diversificazione del rischio di
credito per classi di importo degli affidamenti – regolano le dimensioni
massime individuali e aggregate dei grandi fidi assumendo come
parametro di riferimento il patrimonio
La trasformazione delle scadenze e l’esposizione al rischio di
interesse. Come spiegato, l’intermediazione creditizia comporta una
strutturale (ed entro certi limiti fisiologica) divaricazione fra le scadenze
delle attività e quelle delle passività, nel senso che le prime sono più
lunghe delle seconde.
110
Ciò è implicito nelle funzioni di intermediazione creditizia, che devono
saldare le diverse schede di preferenza dei datori e dei prenditori di
risorse finanziarie.
La trasformazione delle scadenze attuata dalle banche comporta quindi
sia rischi finanziari e di liquidità connessi con la maggiore lentezza della
rotazione dell’attivo rispetto al passivo, sia rischi economici riferibili alla
possibilità che la combinazione fra le strutture per scadenze dell’attivo e
del passivo e le variazioni dei tassi di mercato producano diminuzioni del
margine di interesse.
Anche la disciplina di questi profili di rischio fa riferimento al patrimonio
della banca
111
i rischi di mercato. Questo concetto identifica la possibilità che le attività
finanziarie possedute dalla banca e oggetto di apprezzamento da parte
del mercato (si tratta quindi, principalmente, di valori mobiliari, ivi compresi
gli strumenti derivati, e di posizioni in cambi) subiscano una variazione di
valore per fatti di mercato. Pure in tale fattispecie la disciplina del rischio
fa riferimento al patrimonio della banca.
Per quanto riguarda infine le partecipazioni detenibili, le disposizioni
emanate dalla Banca d’Italia attuano in via preliminare la suddivisione fra
due insiemi:
a) Partecipazioni in banche, in società finanziarie e strumentali e in
imprese di assicurazione
112
L’assunzione e la gestione di tali partecipazioni – soprattutto quando esse
comportino posizione di controllo per il titolare/proprietario – sono
disciplinate dalle norme e istruzioni riguardanti il gruppo bancario e la
capogruppo
b) Partecipazioni in altri soggetti indicati come “imprese non finanziarie”
In proposito le disposizioni vigenti distinguono:
un limite complessivo, che definisce il valore massimo totale delle
partecipazioni detenibili in rapporto al patrimonio. Tale limite si riferisce
alle imprese quotate nei mercati regolamentati, mentre viene ridotto per le
imprese non quotate
un limite di concentrazione, che definisce il rapporto massimo fra
singola partecipazione detenuta e il patrimonio della banca
113
un limite di separatezza, che definisce il rapporto massimo fra singola
partecipazione detenuta e il patrimonio dell’impresa partecipata
In proposito si segnala la particolare attenzione posta dalla Banca d’Italia
a limitare il coinvolgimento della banca nel rischio dell’impresa
partecipata, a conferma del principio che l’assunzione di partecipazioni ha
finalità di finanziamento e non di controllo gestionale. Inoltre le istruzioni
della Banca d’Italia differenziano i tre limiti menzionati, aumentandoli in
relazione alla circostanza che la banca abbia un patrimonio di rilevanza
superiore a 1 miliardo di euro (banca abilitata) oppure attui
esclusivamente raccolta a medio e lungo termine (banca specializzata)
114
In conclusione le disposizioni riguardanti il contenimento e il
frazionamento del rischio nelle sue diverse configurazioni assumono
grande rilevanza ai fini della gestione bancaria per due aspetti
fondamentali, poiché da un lato pongono precisi confini all’attività bancaria
(e quindi alle scelte e al processo decisionale di chi gestisce l’impresa) e
dall’altro attribuiscono peso e criticità alla variabile economica del
patrimonio, che diviene sostanzialmente – anche dal punto di vista
regolamentare, oltre che economico – il perno principale e fondamentale
della gestione
115
La nozione di gruppo bancario
Il gruppo bancario è composto alternativamente:
dalla banca italiana capogruppo e dalle società bancarie,
finanziarie e strumentali da questa controllate
dalla società finanziaria capogruppo e dalle società
bancarie, finanziarie e strumentali da questa controllate,
quando nell’ambito del gruppo abbia rilevanza la
componente bancaria, secondo quanto stabilito dalla
Banca d’Italia, in conformità alle deliberazioni del CICR
Questa definizione viene ulteriormente specificata dagli
articoli 59 e 61 del TU
116
Inoltre l’articolo 61 del TU definisce “l’azienda capogruppo” in funzione
di due caratteri necessari: l’appartenenza alla nazionalità italiana e
l’autonomia da qualsiasi altra persona giuridica controllante
In materia di gruppo bancario (o creditizio), le istruzioni di vigilanza della
Banca d’Italia precisano che nel gruppo viene a realizzarsi un disegno
imprenditoriale unitario a direzione strategica accentrata e che la
capogruppo, avendo ruolo di referente della Banca d’Italia ai fini della
vigilanza consolidata, esercita attività di direzione e coordinamento, ed
esercita pure un controllo gestionale, nell’interesse della stabilità del
gruppo.
Al gruppo bancario viene fatto obbligo di pubblicità: esso è iscritto in un
apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia
117
Le modalità di vigilanza regolamentare di cui si è parlato con riferimento
alla banca si applicano anche al gruppo bancario.
In proposito la legge impiega significativamente il termine di vigilanza su
base consolidata.
In definitiva, nell’ordinamento vigente le attività di intermediazione
finanziaria – cioè l’attività bancaria e le altre attività finanziarie, secondo la
terminologia ufficiale – possono essere esercitate secondo due modelli
istituzionali diversi:
il modello della “banca universale”, che consiste nel tipo di banca che
esercita congiuntamente e direttamente l’attività bancaria propria e le altre
attività finanziarie ammesse, con una diversificazione che può essere
definita universale
118
il modello del “gruppo bancario”, che invece consiste nell’esercizio di
attività bancarie e finanziarie da parte di un unico soggetto economico
mediante aziende giuridicamente separate, ma direttamente coordinate
secondo un disegno imprenditoriale unitario a direzione strategica
accentrata
Il livello di diversificazione raggiungibile dal gruppo è tuttavia maggiore di
quello della banca universale poiché il perimetro del gruppo può essere
esteso a comprendere il controllo di società esercenti attività protette da
precise riserve di legge: in particolare le società di gestione del risparmio,
le società di investimento a capitale variabile, le società di assicurazione e
i fondi pensione (come si è già detto queste attività non possono essere
esercitate direttamente dalla banca)
119
La vigilanza sui conglomerati finanziari
La Direttiva europea 2002/87 ha definito
norme in materia di vigilanza
supplementare su banche, assicurazioni e
imprese di investimento appartenenti a un
conglomerato finanziario.
La normativa è stata recepita nelle
legislazioni nazionali e lo stesso è
avvenuto in Italia
120
I conglomerati finanziari
Secondo la Direttiva, si tratta di entità organizzative complesse che prendono la forma di gruppo o sottogruppo di imprese e che presentino alcune caratteristiche principali:
a capo del gruppo vi sia un’impresa regolamentata (intermediario finanziario) o almeno una delle imprese figlie del gruppo sia impresa regolamentata; nel primo caso l’impresa regolamentata sia un’impresa madre di un’altra impresa del settore finanziario
qualora a capo del gruppo non vi sia un’impresa regolamentata, le attività del gruppo si svolgano principalmente nel settore finanziario
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Almeno una delle imprese del gruppo operi nel
settore assicurativo e almeno una operi nel settore
bancario e nel settore dei servizi di investimento
Le attività consolidate o aggregate delle imprese
del gruppo che operano nel settore assicurativo e
nel settore bancario o dei servizi di investimento
siano entrambe significative