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Patrizia De SocioRoma 20 XI 2008 Servizio al cittadino Corso di formazione per passaggi darea...

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Patrizia De Socio Roma 20 XI 2008 Servizio al cittadino Corso di formazione per passaggi d’area Storico dell’Arte
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Patrizia De Socio Roma 20 XI 2008

Servizio al cittadino

Corso di formazione per passaggi d’area

Storico dell’Arte

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Patrizia De Socio Roma 20 XI 2008

Di cosa parleremo in breve

Carta della qualità dei servizi dei musei

Accoglienza

Servizi al cittadino

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Patrizia De Socio Roma 20 XI 2008

Testi di riferimento

Atto d’indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei (art. 150, comma 6, D.L. n. 112/1998).

‘Codice dei beni culturali e del paesaggio’, (D. L. numero 42 del 22 gennaio 2004 e successive modifiche e integrazioni, fino alle ultime

due disposizioni del marzo 2008).

Carta della qualità dei servizi (D.M. 18.X.2007)

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Carta della qualità: cosa è

E’ un vero e proprio patto con gli utenti che fissa principi e regole tra chi eroga il servizio e chi ne usufruisce. Tutte le carte si ispirano ai principi fondamentali contenuti nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1994. Ma è con la direttiva Nicolais del 2007, dal titolo‘Per una pubblica amministrazione di qualità’ che si richiede alle amministrazioni un impegno concreto per il miglioramento continuo. I principi fondamentali sono quelli dell’uguaglianza e dell’imparzialità, della continuità, della partecipazione, dell’efficienza e dell’efficacia.

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La Carta della qualità dei servizi: un impegno per la qualità, un impegno per l’informazione

La Direttiva del Ministro,emanata il 18.X.2007, introduce l’obbligo di adozione della Carta e fornisce una serie di linee guida per ciascuna tipologia di Istituto.

La “Carta della qualità dei servizi” impegna i musei, le aree e parchi archeologici, le biblioteche e gli archivi ad informare il pubblico sul livello di qualità dei servizi

Esistono tre modelli della Carta (Musei, Archivi e Biblioteche)

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La Carta della qualità dei servizi: la partenza

5 Archivi di Stato Palermo,Catania,Messina,Ragusa,Trapani

2 BibliotecheNazionale “Vittorio Emanuele III” ,NapoliUniversitaria, Sassari 6 Musei e Aree archeologicheMuseo archeologico, NapoliMuseo archeologico PaestumParco archeologico VeliaMuseo di CapodimonteReggia di Caserta Pinacoteca Cagliari

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Tutti gli Istituti e i luoghi della cultura che erogano servizi pubblici mettono a disposizione degli utenti la propria carta con i relativi standard di prestazione. Le Carte indicano precisi livelli e standard qualitativi cui attenersi e non possono contenere impegni indefiniti e non controllabili o peggio ancora vaghe promesse e dichiarazioni di intenti.

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La Carta della qualità dei servizi: fattori di qualità e indicatori

I fattori di qualità e gli indicatori che ne derivano, ritenuti rilevanti per la soddisfazione dell’utenza,

sono:

- la regolarità e la continuità del servizio- l’accoglienza del visitatore- l’ampiezza dell’offerta- i servizi per l’educazione e la didattica o per la consultazione- l’esistenza di strutture o strumenti per le persone

con disabilità

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I fattori/indicatori di qualità per le persone con disabilità sui quali si prevedono impegni precisi sono: per l’accoglienza l’accesso facilitato e, per la fruizione, la mediazione attraverso l’assistenza qualificata per le categorie svantaggiate nonchè la disponibilità di strumenti specifici per disabilità sensoriali e cognitive.

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Un primo dato:gli indicatori sono tarati su utenze

diverse

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Carta della qualità – Musei,Aree archeologiche– Selezione contenuti

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Valutare il gradimento dei servizi offerti

Rapporto con il pubblico si basa sulla collaborazione concreta tra istituzione e persona

Per valutare l’efficacia del proprio rapporto con il pubblico, ilmuseo deve provvedere a sollecitare:

osservazioni e reclami dei visitatori segnalando all'ingresso la possibilità che il visitatoremanifesti critiche e suggerimenti (in un apposito registroo attraverso la compilazione di un modello prestampato).La direzione esaminerà periodicamente le considerazioniespresse e le sottoporrà al personale del museo, al qualerichiederà ulteriori proposte e suggerimenti.

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Atto d’indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei

musei

AMBITO VII tratta dei

RAPPORTI DEL MUSEO CON IL PUBBLICO E RELATIVI SERVIZI

(cfr. ”Gazzetta Ufficiale” n.238, 19 ottobre 2001)

(Decreto del 10 maggio 2001 )

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Atto d’indirizzo: i contenuti

L“Atto di Indirizzo sui criteri tecnico–scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei” (art. 150, comma 6, D.L. n. 112/1998).

è un decreto istituito nel maggio 2001

Contiene una serie di criteri tecnico scientifici e di standard minimi cui riferirsi per garantire un adeguato livello di fruizione collettiva dei beni. ( in corso di revisione)

E’ diviso in Ambiti (ognuno dei quali affronta aspetti legati alla ‘vita’ del museo, dallo status giuridico alle strutture del museo, alla gestione delle collezioni).

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Atto d’indirizzo: i contenuti

L’Ambito VII tratta dei ‘Rapporti del museo con il pubblico e

relativi servizi’

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Atto d’indirizzo: i contenuti

L’Ambito VII affronta alcuni temi chesono connessi all’area dell’accoglienza

Condizioni di accessibilità e fruibilitàOrario di apertura Modalità di accessoAccoglienza e servizio informazioniAssistenza a speciali categorie di utenti

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Atto d’indirizzo: i contenuti

L’Ambito affronta anche aree apparentemente ‘marginali’ come: l’organizzazione di spazi custoditi a uso di guardaroba

gli spazi per la sosta e il riposole aree per la proiezione di audiovisivi

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Patrizia De Socio Roma 20 XI 2008

Atto d’indirizzo: i contenuti

L’accoglienza al pubblico del museo, quindi, e’ fatta di elementi

indispensabili cui si deve dare la massima visibilità. Qualche esempio

Organizzazione di uno sportello/punto per le informazioni (ruolo chiave del personale che deve orientare gli utenti)

Servizio di biglietteria

Affissione del regolamento (contiene diritti e doveri dei visitatori,norme di sicurezza,fasi

di accesso e uscita,eventuale fruizione di servizi nel corso della visita,quali didattica,punti vendita ecc.)

Assistenza a speciali categorie di utenti

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Patrizia De Socio Roma 20 XI 2008

Atto d’indirizzo: i contenuti

Nelle condizioni preliminari di accessibilità e fruibilità, , l’Atto si occupa in specifico dell’assistenza a speciali categorie di utenti. Si parte dalla raggiungibilità del sito, che deve essere garantita sia con mezzo pubblico che privato, prevedendo anche il parcheggio nelle immediate adiacenze.Successivamente si affronta il superamento delle barriere architettoniche all’entrata, all’uscita e nei percorsi.

Il museo “deve risultare accessibile e fruibile in ogni sua parte pubblica alla totalità dei visitatori”, specificando che anche i visitatori con svantaggi di vario genere devono essere messi in grado di fruire pienamente della visita e dei servizi, con attenzione alle disabilità sensoriali nella progettazione dell’allestimento, e con un esplicito riferimento alla leggibilità delle didascalie.

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Atto d’indirizzo: i contenuti

Queste sono norme fondamentali per la vita del museo e il corretto rapporto con il pubblico

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Un altro aspetto interessante è affrontato nel punto 3 dell’Ambito VII,

“Servizi speciali per gli utenti” in cui si ribadisce la missione educativa del museo, la funzione di studio, documentazione, produzione scientifica svolta dallo staff tecnico dell’istituto, nell’ottica di fare del museo un luogo di eccellenza per l’approccio al passato , integrativo della formazione scolastica e universitaria nonché dei percorsi culturali individuali.

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I servizi speciali

Servizio educativoBiblioteca e Centro di documentazioneFototecaLaboratorio didattico

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“Il museo, insomma, deve garantire al pubblico una fruizione agevole e una permanenza piacevole”.

Concetto forte è raggiungimento della migliore qualità

del servizio che “va perseguita con ogni

mezzo”.

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Individuiamo il pubblico

Quale pubblico ?

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Pubblico o…. pubblici ?

Famiglie, scuole,anziani studenti, cultori della materia, studiosi, gruppi, turisti, insegnanti, associazioni,persone con disabilità…

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L’accoglienza del pubblico

Il ruolo dell’accoglienza e un’assistenza attenta e capace di unbuon livello di comunicazione verbale, si rendono sempre piùnecessari, perché sempre più sono partecipi dell’esperienzadel museo categorie di persone con esigenze diversificate:

famiglie con bambini piccoli

visitatori della terza età

persone con disabilità

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L’accoglienza del pubblico: una questione di reciproco scambio

L’ accoglienza del pubblico al museo è un segmentostrategico poiché è attraverso le strutture, i

materialie i servizi che il museo mette in campo che si

agevolano:la visita la comprensione del percorso espositivo la conoscenza delle opere e degli oggetti esposti e si stimola l’interesse e il desiderio di

approfondimentoculturale favorendo un’esperienza di visita

soddisfacente e piacevole

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Un interlocutore inesistente ?

Ma esiste anche un

Non pubblico

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Un interlocutore inesistente ?

Il significato del termine, stimolante e forse anche un po’ provocatorio, è chiarito con grande puntualità nelle pubblicazioni informative prodotte dai servizi educativi dei Musei Reali di Belle Arti del Belgio già dal 2003.

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Non pubblico

La negazione di questo sostantivo indica fasce di popolazione per le quali non è poi così scontato visitare un museo!

Qualche causa

a) comportamenti di autoesclusione dall’evento, dovuti ad una personale percezione di inadeguatezza o alla mancanza di strumenti interpretativi b) mancanza di interesse all’evento stesso c) oggettiva impossibilità di accesso al servizio, indipendente dalla volontà degli interessati

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Non pubblico: cosa nasconde questo termine

Questo gioco di parole apparentemente innocuo, maschera realtà sociali molto serie: quelle dei disabili sensoriali o psichici o di chi vive pesanti situazioni di esclusione sociale, di non partecipazione alla vita e alla cultura del paese.

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Non pubblico: cosa nasconde questo termine

una scarsa scolarizzazione una conoscenza ridotta della lingua madre,

un processo di inserimento in un paese in cui si arriva come forza lavoro e nel quale si vive culturalmente a margine Ecco alcune delle cause che generano una situazione di oggettiva difficoltà nella fruizione del patrimonio culturale.

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Non pubblico: cosa nasconde questo termine

Creare le condizioni che permettano a questo pubblico negato il passaggio nella categoria dei frequentatori, anche sporadici, del museo è una delle attività più meritorie ed eticamente alte che il museo può intraprendere.

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Strategie di lavoro e un piccolo racconto

ovvero: la prima volta in un museo

Un museo visto dagli occhi di un bambino

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Strategie di lavoro e un piccolo racconto

ovvero: la prima volta in un museo

“ …La Galleria non ho capito come era fatta perché io volevo fermarmi a guardare quanto era alta, ma dovevamo andare, poi pioveva e la maestra era già tutta agitata e continuava a ripetere:

’non toccate i quadri!’

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Strategie di lavoro e un piccolo racconto

ovvero: la prima volta in un museoio ho chiesto come mai ‘sti quadri non si toccano e lei mi ha detto che sono molto preziosi e costano un mucchio di soldi.

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Strategie di lavoro e un piccolo racconto

ovvero: la prima volta in un museoSono passato dentro alla galleria e, nel prato, ho visto delle cose di ferro e la maestra mi ha detto che erano delle sculture.

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Strategie di lavoro e un piccolo racconto

ovvero: la prima volta in un museoIo non ho mai visto delle sculture, ma al mare c’era un mucchio di navi rotte come quelle robe lì.

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Strategie di lavoro e un piccolo racconto

ovvero: la prima volta in un museoIn questa galleria, sui muri, c’erano tanti quadri inchiodati e c’erano molte donne nude. Io non avevo mai visto tanti disegni, con le cornici, tutti insieme e in un posto così grande e con l’odore che senti in un barattolo quando lo apri e i pavimenti di legno”[1]

[1] Città di Torino – Divisione Servizi Culturali, IRRE Piemonte, Provv.to agli studi di Torino, Tra scuola e museo: lo spazio dell’arte. Incontri, didattica, esperienze di formazione, Torino 2001, op. cit.

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Impariamo qualcosa dal nostro pubblico

La narrazione fresca e spontanea di questa prima esperienza museale è di un’efficacia incredibile, sia dal punto di vista dell’impatto emozionale vissuto, che il bambino è capace di restituirci passo dopo passo, sia dal punto di vista dei bisogni pedagogici che lui stesso esprime inconsapevolmente.

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Impariamo qualcosa dal nostro pubblico

Il bambino è capace di farci ripercorre con una serie di piani sequenza quasi cinematografici la sua esperienza, cominciando con un ordine rigoroso dal suo arrivo di fronte all’edificio. Riviviamo così il primo incontro con il museo che ai suoi occhi appare gigantesco e di cui non riesce ad avere una visione d’insieme, anche perché non gliene lasciano il tempo…. entriamo poi in un interno ignoto di cui non ci dice le caratteristiche strutturali, ma che percepiamo esercitare su di lui un grande fascino.

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Impariamo qualcosa dal nostro pubblico

Non ci dice cosa vede precisamente, ma ci trasmette l’impegno che profonde nel tentativo di capire il significato di ciò che gli adulti si affannano a mostrargli. E’ nell’incapacità di afferrare e rendere proprie le considerazioni e i giudizi che altri fanno per lui, non lo soddisfano le risposte che gli vengono date e che sente generiche e forse tirate un po’ via.

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Impariamo qualcosa dal nostro pubblico

Le sue curiosità restano inappagate: le promesse che quel grande edificio sembrava contenere ad inizio di giornata, alla fine risultano come un po’ gualcite e sciupate.

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Impariamo qualcosa dal nostro pubblico

Torniamo alla narrazione di Marco e analizziamo i punti in cui trapelano gli errori compiuti dagli adulti nel corso di questo impatto con il museo.La prima reazione emotiva che Marco manifesta è lo stupore di fronte all’aspetto e alle dimensioni dell’edificio.Marco ci dice che ha bisogno di assimilare lentamente il rapporto che lega l’ edificio alla sua funzione ed il rapporto che intercorre tra questo e l’ambiente perimuseale.

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Impariamo qualcosa dal nostro pubblico

Ci chiede implicitamente di analizzare l’architettura nella quale sta per entrare, di spiegargliene la forma, di dargli il tempo di valutarne le dimensioni, di metterlo in grado di riconoscere la novità di quell’edificio rispetto agli altri di cui ha esperienza: la casa, la scuola, i luoghi di incontro della città che egli frequenta.Ci parla di conoscenza sensoriale e ci suggerisce di utilizzare, se possiamo, non un codice comunicativo ma un sistema pluricodice

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Impariamo qualcosa dal nostro pubblico

Apprendere per lui è un’azione che passa anche per il tatto, oltre che per la parola e questo nel museo gli è impedito, per motivi che non capisce perché probabilmente nessuno lo ha preparato a confrontarsi con sistemi di regole e di comportamento, in un luogo in cui l’apprendimento avviene per altri canali.

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Impariamo qualcosa dal nostro pubblico

Ci chiede di spiegargli quali criteri di selezione hanno portato certi oggetti al museo mentre altri, apparentemente simili, sono fuori. Ci chiede di fargli capire una scala di valori economici per oggetti di cui non capisce nemmeno bene perché siano lì. Bisognerà spiegargli che non tutto quello che è ‘prezioso e costoso’ è degno di entrare in un museo e fargli introiettare il difficile concetto di bene culturale, in tutte le sue accezioni.

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Impariamo qualcosa dal nostro pubblico

Quanto ai soggetti delle opere ed all’importanza di azzeccare il filone iconografico migliore, per colpire l’immaginario dei bambini, quelle donne nude parlano da sole e rafforzano la necessità di individuare nel museo dei percorsi monotematici efficaci che provochino domande

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Impariamo qualcosa dal nostro pubblico

Quanto alle strategie di comunicazione, ancora una volta ci viene in aiuto il diretto interessato, quando si dichiara senza tanto mistero poco incline ai temi, ai contenuti, alle forme dell’arte contemporanea, un patrimonio di oggetti e informazioni su cui taglia corto con un significativo ‘sti quadri’ e ‘quelle robe lì’, quasi a prendere psicologicamente le distanze da un mondo che non riconosce come familiare, nel quale vede cose, non opere d’arte.

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Fruizione e valorizzazione

Titolo II del Codice

Fruizione e valorizzazione Capo I Fruizione dei beni culturali

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‘Codice dei beni culturali e del paesaggio’,

Sono vari gli articoli che nel Codice mettono l’accento sulla fruizione pubblica, e di conseguenza sull’accessibilità, quale scopo primario della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico. In particolare:

• art. 1: “…. Lo Stato, le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni assicurano e sostengono la conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscono la pubblica fruizione e la valorizzazione. Gli altri soggetti pubblici, nello svolgimento della loro attività, assicurano la conservazione e la pubblica fruizione del loro patrimonio culturale”;

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Valorizzazione cioè promozione della conoscenza

• art. 1: “…. Lo Stato, le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni assicurano e sostengono la conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscono la pubblica fruizione e la valorizzazione. Gli altri soggetti pubblici, nello svolgimento della loro attività, assicurano la conservazione e la pubblica fruizione del loro patrimonio culturale”;

• art. 6: “La valorizzazione consiste nell'esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso….”; ‘Codice dei beni culturali e del paesaggio’,

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Valorizzazione cioè promozione della conoscenza

art. 6: “La valorizzazione consiste nell'esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso….”;

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Fruizione

art. 102 comma 1: “Lo stato,le regioni, gli altri enti pubblici territoriali ed ogni altro ente ed istituto pubblico assicurano la fruizione dei beni presenti negli istituti e nei luoghi indicati all’art. 101, nel rispetto dei principi fondamentali fissati dal presente codice “

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Fruizione

art. 105 “Il Ministero e le regioni vigilano, nell’ambito delle rispettive competenze,affinché siano rispettati i diritti di uso e godimento che il pubblico abbia acquisito sulle cose e i beni soggetti alle disposizioni della presente Parte “

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Fruizione del patrimonio culturale

Il tema della fruizione del patrimonio culturale (D.L. n. 42 del 22 gennaio 2004 parte prima Art.1 punto 3), come sancito nella normativa di riferimento, è un argomento cruciale e non può essere che interpretato nella maniera più ampia possibile, in considerazione del fatto che le persone sono portatrici di bisogni

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Tra le condizioni di fruibilità sono da ritenere compresi tutti quei provvedimenti e accorgimenti che mettono anche i visitatori con svantaggi di vario genere in grado di fruire pienamente della visita e dei servizi, (bagni,aree di sosta,bookshop,caffetteria) esperienze ed informazioni connessi, tenendo conto nell’allestimento dei problemi di vista e udito, oltre a quelli di deambulazione. Un buon esempio è la cura da dedicare alle didascalie.

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Valorizzazione

La valorizzazione sembra trovare la sua essenza costitutiva nelle azioni che promuovono la conoscenza del bene ne assicurano l'utilizzazione e la fruizione pubblica .

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La missione educativa del museo

Tra i servizi speciali per gli utenti, strettamente

collegati alla missione educativa del museo sono

Il Servizio educativo ( rapporti con le scuole )

La Biblioteca e centro di documentazione (rapporti con singoli studiosi)

La Fototeca (rapporti con singoli studiosi)

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Focus su

La pedagogia del patrimonio

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Pedagogia del patrimonio

Dal 1998 “pedagogia del patrimonio” (secondo il lessico francese) o educazione al patrimonio (più consono all’uso linguistico italiano) sono i termini con i quali viene designata la missione che il Consiglio d’Europa raccomanda alle istituzioni educative dei 46 paesi che ne fanno parte.

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La pedagogia del patrimonio

• Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, ha concretizzato nel 1998 una lunga serie di riflessioni sul tema dell’’heritage education’ emanando una ‘Raccomandazione’, indicata con la sigla R (98) 5. In questo testo, considerando alcuni provvedimenti presi in precedenza nell’ambito di: formazione professionale specifica del settore, linguistica, promozione della consapevolezza di appartenenza europea, interculturalità, creatività e produzione artistica, diritti civili, ruolo dei musei nell’educazione complessiva della persona, così si definisce la materia:

• ‘’heritage education’ means a teaching approach based on cultural heritage, incorporating active educational methods, cross-curricular approaches, a partnership between the fields of education and culture and employing the widest variety of modes of communication and expression’

• ‘(Per) ‘pedagogia del patrimonio’ si intende un approccio didattico basato sul patrimonio culturale e che compendia metodi didattici fattivi, approcci trasversali (tra materie curriculari), (e associa) il campo dell’istruzione e quello della cultura e che si serve della più ampia varietà possibile di metodi di comunicazione ed espressione’. (TdA)

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La pedagogia del patrimonio

L’uso di tradurre il termine inglese ‘heritage’ nell’italiano ‘patrimonio’, e non nel più lessicalmente corretto ‘eredità’ è rivelatore della sottile complessità del tema.

Eredità in italiano è parola che indica un complesso di beni che passano di mano e divengono oggetto di possesso unico e totale per chi li riceve. Patrimonio, dal latino pater-patris, (padre) e munus-muneris (dono,obbligo,impegno) esprime una più forte carica emotiva e relazionale: dal padre che ha custodito per il figlio al figlio che in dono riceve, che si fa carico di un obbligo nel momento stesso in cui riceve, che prende in consegna per sé e per i suoi figli, in una ideale rete di premurosa custodia temporanea di opere,valori,simboli di una civiltà.

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La pedagogia del patrimonio

Ecco allora che la pedagogia del patrimonio diventa una tappa strategica per la costruzione del senso di appartenenza alla propria comunità ma anche per la conoscenza e il rispetto delle altre realtà socio culturali: il patrimonio culturale diventa così uno dei fattori forti, nel senso strategico del termine, di tolleranza e integrazione sociale.

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La pedagogia del patrimonio

Si riceve un patrimonio del quale gradualmente si deve imparare a conoscere il valore, in termini storici, artistici,documentari. Un patrimonio comune che deve essere riconosciuto come tale e per il quale, inevitabilmente, ogni generazione sarà chiamata ad assumersi importanti responsabilità in termini di conservazione, fruizione, salvaguardia e tutela. Occorre perciò facilitare precocemente il passaggio culturale generazionale ed educare al patrimonio con un rapporto conoscitivo diretto, costante, quotidiano, legato quanto più possibile al territorio, grande risorsa di informazione.

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Didattica museale

Didattica museale è l'insieme delle metodologie e degli strumenti utilizzati dalle istituzioni museali e da quelle scolastiche per rendere accessibili (comprensibili attraverso una comunicazione adeguata) al pubblico collezioni, raccolte, mostre e in generale ogni tipo di esposizione culturale.Attraverso la didattica museale si costruisce e si matura la conoscenza del proprio territorio, si risponde ai diversi bisogni di natura socio culturale del pubblico, si migliorano i processi di apprendimento.

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Didattica museale

Ciò che rende unica la didattica museale è il fatto che usa un ‘libro’ in cui si può fisicamente entrare: il museo. Le ‘pagine’ sono le sale; le ‘illustrazioni’ sono le opere in tutta la loro concreta fisicità. Ciò che rende unica la didattica del patrimonio culturale territoriale è il suo essere segno concreto della storia là dove si vive e, quindi,un grande laboratorio di apprendimento.

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Didattica museale

Le potenzialità di questi due contesti educativi possono essere infinite quando si prenda la decisione di sperimentare una didattica dell’arte non ‘letta’ ma agita, in contesti formativi estranei alla scuola, come una chiesa, un parco archeologico, una villa storica, una sede museale, con un’azione di conoscenza diretta e un forte recupero dell’ identità culturale.

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Dialogare con il pubblico

Un partner privilegiato:la Scuola

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art. 119 - Diffusione della conoscenza del patrimonio culturale nelle scuoleComma 2. “Sulla base degli accordi previsti al comma 1, i responsabili degli istituti e dei luoghi della cultura di cui all’articolo 101 possono stipulare con le scuole di ogni ordine e grado, appartenenti al sistema nazionale di istruzione, apposite convenzioni per la elaborazione di percorsi didattici, la predisposizione di materiali e sussidi audiovisivi, nonché per la formazione e l’aggiornamento dei docenti. I percorsi, i materiali e i sussidi tengono conto della specificità della scuola richiedente e delle eventuali particolari esigenze determinate dalla presenza di alunni disabili”

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Fare scuola al museo ?

fare scuola al museo si può, sempre e comunque, perché la scuola e il museo sono fatti di cose, intenti, programmi, persone che comunicano attraverso il dialogo, quello tra istituzioni e quello tra singoli individui. E non c’è circostanza in cui non si possa trovare un punto d’incontro sul come costruire un progetto didattico.

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L’apprendimento in museo

L’apprendimento museale richiede, da parte degli educatori, il controllo su una serie di variabili che non corrispondono a quelle presenti nella quotidianità della vita scolastica di aula.Ad esempio il luogo dove avviene l’apprendimento: sale, corridoi, gallerie, spazi in cui le regole di comportamento, i tempi e le stesse modalità di svolgimento dell’attività sono solo in parte o non sono affatto stabiliti ed esplicitati dall’insegnante, contrariamente a quanto succede a scuola dove si sa bene chi detta le regole del gioco e fino a che punto ci si può spingere…

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Museo e scuola

Didattica interattiva

Dalla tradizionale “comunicazione unilaterale” delle visite guidate ad altre forme di attività didattiche più interattive

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Museo e scuola

Ad esempio pensando, con gli insegnanti a modelli didattici che integrino l’informazione scolastica con una serie di attività pratiche e l’elaborazione di prodotti didattici

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Oggetti, segnali e sollecitazioni

In un convegno tenutosi a Caserta nel 2003 che aveva come tema l’educazione al patrimonio culturale,

Ludovico Solima ha chiarito quali e quante siano le sollecitazioni e i segnali che il visitatore percepisce nel museo. I segnali più forti provengono, ovviamente, dagli oggetti esposti e risalgono alla funzione, all’uso, alla provenienza, al materiale eccetera. Il visitatore prova a decifrarli facendo ricorso alle proprie capacità interpretative, quelle per intenderci che costituiscono il suo personale bagaglio culturale, ed ai supporti che il museo allestisce espressamente per questo. Questo è uno dei problemi di comunicazione che il museo deve risolvere.

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Il riferimento bibliografico del Convegno è il seguente:

Iacono M.R., Furia F. ( a cura di )

Educazione al Patrimonio culturale:problemi di fondazione

e di metodo

Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza

per i B.A.P.P.S.A.D di Caserta e Benevento, Caserta 2004

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Oggetti mediatori

Gli oggetti mediano l’informazione consentono una complessa interazione tra il soggetto e i ‘saperi’ che ha dentro di sé, ma…

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Oggetti,pannelli,interpretazioni

Il museo oggi cerca di offrire un sistema espositivo che valorizzi le collezioni, rispettandone specificità e caratteristiche, magari ridisegnandone l’assetto, nel rispetto conservativo di strutture museali storiche, così numerose nel nostro paese. In molti casi ci troveremo di fronte a scelte espositive che isolano l’oggetto nello spazio o nella vetrina, per farne risaltare la sua qualità di unicum artistico, il suo valore assoluto di documento; in altri casi gli oggetti sono esposti in modo che sia evidente e facile da cogliere una relazione reciproca; in altri gli oggetti sono raggruppati in modo non articolato.Ad ogni esposizione corrisponde un diverso approccio con le opere: potremo confrontarci da solo a solo con l’oggetto isolato, che ci vincolerà alla sua visione, oppure coglieremo l’aspetto complessivo dei nessi tra gli oggetti.

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Oggetti,pannelli,interpretazioni

La vita del museo e il suo rapporto con il pubblico concerne la sua funzione espositiva e la necessità di trovare delle formule che sappiano ben valorizzare i beni museali. L’esposizione è un problema che è sempre andato a braccetto con l’idea stessa di collezione : viene spontaneo constatare quanta distanza ci separa dalla logica delle antiche quadrerie seicentesche con le loro pareti affastellate di dipinti o dagli immensi e grandiosi spazi espositivi in cui le sale si susseguono una dietro l’altra senza alcuna pausa visiva per l’occhio del visitatore!

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Oggetti,pannelli,interpretazioni

L’allestimento dell’apparato informativo di corredo alle opere, pannelli esplicativi, schede informative,didascalie e cartellini che riportano i dati indispensabili e per così dire ‘strategici’ ai fini della presentazione delle collezioni, comporta da parte del personale del museo un’analisi molto attenta dei contenuti e un’altrettanto attenta redazione dei testi, a tutela della scientificità di cui il museo si deve fare garante e dei bisogni complessivi di un pubblico che, in realtà, è un insieme di più pubblici poiché è formato da persone di ogni tipo, età, cultura, interesse.

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Oggetti,pannelli,comprensione

L’immagine percepita del museo è fatta anche dei suoi apparati espositivi che possono respingere il pubblico se usano linguaggi troppo specifici.Il museo, cioè gli specialisti che vi lavorano, trova ancora difficoltà a semplificare l’informazione quasi a temere che una comunicazione scritta di facile e immediata comprensione possa essere interpretata come un abbassamento del livello scientifico.

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Per l’educazione alla conoscenza

Riprendiamo ora la lettura del Codice e leggiamo la definizione di museo

art. 101: “Gli istituti ed i luoghi della cultura che appartengono a soggetti pubblici sono destinati alla pubblica fruizione ed espletano un servizio pubblico….”

(art.101) «museo», una struttura permanente che acquisisce, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio;

L’educazione alla conoscenza del patrimonio culturale, dunque, rappresenta, da molti punti di vista, l’obiettivo prioritario del museo quale ambiente educativo

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Qualche spunto di dibattito

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Museo e territorio

interagire fattivamente nel settore della pedagogia del patrimonio

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Museo e territorio

Ascoltare i bisogni dell’utenza

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Museo e scuola

Rapporti con le scuole: come costruirli

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Museo e scuola

Lo strumento della convenzione

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Persone con disabilità

Riferimento costante alle associazioni per progetti di conoscenza mirati sulle specifiche esigenze formative

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L’apparato informativo

Elaborare testi facilitati per una comunicazione dei contenuti efficace

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Buon lavoro a tutti


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