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PDF n° 13 12-5-2009

Date post: 06-Apr-2018
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    Direttore Luca Beltrami Gadola

    numero 13

    12 maggio 2009

    dizione stampabile in pdf

    SommarioIn questo numero

    Editoriale - LBG - IMMIGRATI, MIGRANTI E PARLAMENTO EUROPEO

    Urbanistica e Architettura - Guido Martinotti - IN CITTA' PI ARCHITETTURA E MENO CUBATURA

    Approfondimenti - F. Beltrami Gadola - GLI INVISIBILI

    Citt e Societ - Franco D'Alfonso - BUROCRAZIE IERI E OGGI. lo SGUARDO DI GIANO BIFRONTE

    Scuola e Universit - Luisa Belvisi - LE CLASSI DELLE LAUREE

    Dall'arcipelago - Franco Mirabelli - DALLA REGIONE NON ASPETTIAMOCI CASE PER CHI NE HA

    BISOGNO

    Dal Palazzo admin LA SETTIMANA DEI COMUNICATI STAMPA

    Lettera - AA.VV. LETTERA APERTA SULLA SALUTE MENTALE

    Metropoli - Emilia Dragonetti - A PROPOSITO DI SICUREZZA

    Sanit - Piervito Antoniazzi - DOVE E' FINITA LA PSICHIATRIA DEMOCRATICA

    YouTube

    I Rom ringraziano il vicesindaco

    MUSICA a cura di Paolo ViolaARTE - a cura di Silvia DellOrsoTEATRO a cura di Maria Luisa BianchiCINEMA E TV a cura di Simone Mancuso

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    EditorialeIMMIGRATI, MIGRANTI E PARLAMENTO EUROPEOLBG

    Non c di peggio che la politicaper veder piovere sul bagnato.

    Nel caso dellimmigrazione saggiunto il problema della crisieconomica mondiale con due ef-

    fetti perversi e congiunti: la crisinon ha colpito solo i paesi ricchima anche e forse di pi i paesipoveri e dunque la fame e leguerre tribali dovuteallaccaparramento delle pocherisorse locali disponibili spingo-no sempre di pi allemigrazioneverso i paesi ricchi. In questo ul-timi la disoccupazione crescente,dovuta alla crisi, fa vedere gli im-migrati come pericolosi competito-ri sul posto di lavoro per due mo-tivi: sia perch aumentano co-munque lofferta di braccia siaperch accettano lavori e salariche la popolazione locale non ac-cetterebbe e ingrossano la schie-ra dei lavoratori in nero. Un terre-no fertile per il razzismo che dob-biamo affrontare senza stupore,come le persone assennate chenon si stupiscono delle crisi am-bientali ma cercano di affrontarlepacatamente. Rispetto alla stru-

    mentalizzazione che del razzismofanno le forze politiche di destra,bisogna trovare nuove strategie-nuove alleanze tra quei laici per iquali la tolleranza regola di vitae quei credenti, in particolare cat-tolici, che dellamore verso il

    prossimo fanno uno dei fonda-menti della loro morale.

    Al problema dellimmigrazionesiamo approdati per ultimi tra ipaesi industrializzati, i meno pre-

    parati dunque ma i pi esposti inEuropa, anche se larrivo via marenon certo lunico e nemmenoquello pi importante ma ha unacaratteristica che lo rende dram-matico: il naufragio di questi pove-ri disgraziati quando il mare inburrasca li coglie o restano fermisu qualche caretta in avaria. Lapolitica recentissima del governoitaliano il riaccompagno in unporto libico una decisione chesembra dettata pi da ansia dipropaganda leghista che da altro,proprio perch non dal mareche arrivano in maggioranza gliimmigrati clandestini ma questavia la pi facile da controllare. Ilministro Maroni sembra inossida-bile alle critiche della Chiesa cat-tolica e dellOnu e tra gli argo-menti a suo sostegno cita la man-cata collaborazione dellEuropa enon si potrebbe dargli torto se,anche assai recentemente, non

    leggessimo sui quotidiani che inostri parlamentari europei sono ipi noti per il loro assenteismo eper la scarsa assiduit ai lavoridelle commissioni europee. Unesempio clamoroso della conside-razione nella quale teniamo il Par-lamento europeo e le sue attivit

    la candidatura alle prossime e-lezioni di personaggi di spicco, acominciare dal presidente delConsiglio, candidature che aprono

    la porta di Strasburgo a perso-

    naggi ignoti dei quali poco o nullasi sa. Durante la recente crisi e-conomica abbiamo visto riunirsiattorno a tavoli pi o meno impor-tanti primi ministri e ministri eco-nomici di tutta Europa, cera ingioco la sopravvivenza di un mo-dello economico entrato in crisi(che comunque stenta a trovareun suo nuovo promettente equili-brio), sul problemadellimmigrazione non si vede lastessa attenzione n lo stessoimpegno, eppure rischia di diven-tare un punto di crisi altrettantodrammatico. Anche volendo ab-bandonare il terreno dei valori so-stanzialmente morali tolleranzae carit chiunque abbia un mi-nimo di buon senso deve conside-rare una follia lasciare che il pro-blema immigrazione/razzismo ol-trepassi i livelli di guardia col ri-schio di vedere le lancettedellorologio della storia tornare

    indietro di ottantanni. Ma c dipi. Dobbiamo premere perchdel problema si dibatta con pervi-cacia per scongiurare la consuetastrategia dellemergenza che giu-stifica ogni sciagurato provvedi-mento. La emergenza casa do-vrebbe avercelo insegnato.

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    Architettura e Urbanistica

    IN CITT PI ARCHITETTURA E MENO CUBATURA.

    Guido Martinotti

    Probabilmente il maestro Abbadola faccenda dei 90000 alberi l'hadetta davvero come una battuta.Una battuta musicale come quellache Haydn usava per svegliare gliascoltatori appisolati, nella Sinfo-nia 94, "La Sorpresa", Mit demPaukenschlag, con il colpo di tim-pano. E naturalmente la grancas-sa mediatica, con il Sindaco intesta stata rapida nell'accodarsi

    e anzi nell'ingigantire la battuta,andando come sempre fuori delrigo. 90.000 alberi! Se sono di altofusto e un po' fronzuti ho calcolatoche ogni albero richiede un cer-chio di 5metri di raggio pi alme-no un metro per parte d'aria trauna pianta e l'altra - per il miogiardino sono stime conservative.Facendo quattro calcoli sarebberocirca 8 kmq e cio vicino al 4%della superficie comunale. Non poco, sa di cosa parla il nostro

    sindaco? Ma soprattutto dove livogliamo mettere?Non sono con-trario al verde in citt, maminfastidiscono l'ideologia e quel-lo che gli americani chiamano iltokenismo, cio la finta caritche fanno i ricchi ai poveracci.Quando sento rappresentanti del-le due imprese che hanno deva-stato il territorio italiano, petrolio emattone, parlare entusiasticamen-te di piante e di ambiente, non

    faccio come Mussolini che mette-va mano alla rivoltella, ma certouna mano sulle terga me la pon-go.A mio parere le citt devonoessere soprattutto ben costruite,

    l'architettura non la natura (o lasemplice cubatura) che ci vuole incitt. Mario Fubini, il grande italia-nista, tutte le volte che dovevaattraversare il cortile della Statalesoffriva per il praticello messo lnel bel cortile del Filarete in viFe-sta del Perdono, che un po' co-me mettere una cravatta da ven-ditore Fininvest sul tight per laconsegna dei premi Nobel. Leo-nardo Benevolo mi ha spiegato in

    modo convincente che il parcodella Villa Reale di Monza era sta-to pensato a prato per permetterela vista delle montagne. Convin-cente, perch nel giardino dellacasa di mia madre successa lastessa cosa delle belle piante,piantate da noi - lo so perch hole foto storiche del luogo, che eracoltivato a ortaggi senza unapianta- sono cresciute e non ve-diamo pi il Monte Rosa. Non so-no le citt che hanno bisogno di

    piante, ma quell'area che si e-stesa come una lebbra nelle areerurali per far soldi agli industrialidel mattone, del petrolio e dell'in-formazione. Sono infatti l'auto pri-vata a costi stracciati dell'energiache combinandosi con le tecnolo-gie dell'informazione hanno per-messo a milioni di persone di tra-sferirsi lontano dalle citt in unasimilcampagna devastata dal mat-tone e dall'asfalto.

    stata questa comoda ma esizia-le combinazione a distruggerel'ambiente, non la pietra delle cit-t. In cui ogni albero a) deve es-sere comperato e piantato b) oc-

    cupa uno spazio che contribuiscea spostare le persone dai centriallo sprawl c) deve essere irriga-to, con l'acqua dell'acquedotto d)sporca e deve essere mantenuto -e protetto dalla pip di cani e u-mani e) deve essere irrorato con-tro gli insetti e d) provoca allergieagli umani. Qualcuno ha mai fattoil vero bilancio ambientale dell'al-bero in citt?

    Io ho unidea di citt molto diver-

    sa: la citt deve esser urbana,cio densa, compatta e ben co-struita, con pi persone (e possi-bilmente meno macchine) chepiante. Il verde (acqua permet-tendo) lo possiamo mettere nellecase o sui terrazzi o in grandiporzioni nel tessuto metropolita-no, dove viene irrigato e si man-tiene spontaneamente. Nellostesso momento in cui promette90000 piante, quel medesimo

    comune di Milano che vende ailettori unimmagine "verde", stapensando di distruggere una dellepoche aree di verde socializzato efunzionante della citt, larea diSan Siro, che dovrebbe inveceessere considerata uno dei patri-moni della memoria storica dellacitt. Forse il maestro Abbadovorrebbe spendere un po' dellasua influenza per aiutarci a pre-servare quest'area verde, ma condentro anche un po' di animali bi-

    pedi e quadrupedi?

    Guido Martinotti

    Approfondimenti

    GLI INVISIBILI

    Filippo Beltrami Gadola

    Della questione della presenzadei Rom a Milano si discusso a

    lungo. Per chi vive e lavora in cer-te aree della citt il problema, for-se, non esiste nemmeno: si passavia veloce ignorando la ragazza oluomo seduto per terra mentrechiede lelemosina, non ci si ac-corge delle baracche di legno co-struite, e oggi in parte distrutte,

    quando per mesi sono sorte sottoi ponti ferroviari, i raccordi auto-stradali e le aree dismesse.

    Vero che il numero di questi ac-

    campamenti quantitativamentecresciuto, e questo in parte do-vuto alla disastrosa condizioneeconomica di paesi come la Ro-

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    mania, dove i Rom sono stati let-teralmente cacciati dalle loro case(e non dalle baracche di compen-sato alle quali ci siamo abituati), ei loro villaggi bruciati.

    I Rom costituiscono un reale pro-blema per quanti, invece per sor-te, vivono in stretto contatto conqueste comunit. Il nostro vice-sindaco, che ha fatto dello sgom-bro dei campi nomadi la propriabandiera, ha ordinato e ottenutocome molti, o quasi tutti, questivillaggi abusivi sorti sotto i pontidelle ferrovie o in edifici abbando-nati, venissero sgomberati e de-moliti. Su questo tema si leggaqui a fianco larticolo A PROPO-

    SITO DI SICUREZZA. LA GE-STIONE DEI CAMPI NOMADI diEmilia Dragonetti, o su YouTubelintervista a Anna Gorio e TonioCuragi, registi del film documenta-rio Via San Dionigi 93 della casadi produzione Officine Ubu.

    Uno degli intervistati, che dellacura e del controllo dei nomadi hafatto la propria temporanea pro-fessione, riporta come, in un pae-se come il nostro perennemente

    sottoposto a forzati periodi pre-elettorali- anche la questione deisenza fissa dimora finisce col di-ventare un puro e semplice gioco

    politico, uno strumento di facile eimmediato appeal per una qualsi-asi campagna elettorale a ognilivello: soprattutto nellhinterlandinteri consigli comunali sono statirispediti a casa e prontamente

    rimpiazzati proprio sul tema delrapporto tra gli abitanti stanzialie i villaggi abusivi.

    La sensazione, di fronteallincapacit progettuale e di go-verno del territorio di molte ammi-nistrazioni, che si preferiscaquasi sempre intervenire sul temadiffuso della paura: paura dellaviolenza, paura negli spostamenti,paura per lincolumit fisica deipropri familiari. Non si tratta qui di

    difendere nessuno in palese vio-lazione del codice penale malimpressione quella di vedercolpire il pi duramente possibilelanello pi debole della societattraverso interventi di grande im-patto mediatico ma di nessun po-tere risolutivo.

    E vero, il Comune stanzia fondiper la cura e la manutenzione deicampi nomadi regolari, ma sucome questi fondi e a vantaggio di

    chi vengano elargiti, questa unaquestione avvolta nel mistero: non ben chiaro chi decida quando,come dove e in merito a cosa

    questi quattrini vengano distribuiti.Questa semplice questione haovviamente scatenato enormi po-lemiche e bagarre tra tutti i gruppi,laici e non, che da tempo lavora-no con e per i nomadi, non riu-

    scendo quindi a costituire ungruppo di azione compatto a tute-la dei diritti dei nomadi.

    Rimane poi la vera questione difondo: con grandi annunci, imma-gini apocalittiche fornite ai lettori eagli ascoltatori dalle reti televisivenazionali, i campi nodi abusivi so-no stati sgomberati. E quindi?Quale fine hanno fatto gli sgom-berati, adulti e bambini, i loro og-getti personali e le loro povere

    masserizie: alcuni sono stati ac-colti dai centri sociali (altri nemicigiurati del vicesindaco), altri sisono spostati qualche centinaio dimetri pi in l: un po pi nascosti,un po pi guardinghi, o hannotrovato nuovi edifici dismessi. Anessuno venga il sospetto chequesti famigerati rom si sianomagicamente volatilizzati o che sene siano tornati a casa loro.Siamo noi che non li vediamo, fi-no alla prossima puntata.

    Filippo Beltrami Gadola

    Citt e Societ

    BUROCRAZIA IERI E OGGI.LO SGUARDO DI GIANO BI-FRONTE.

    Aldo Aniasi mi raccont che neiprimi giorni da sindaco venivasommerso di carte da firmare,preparate con grande cura e forsequalche malizia dalla mitica buro-crazia comunale milanese. Il co-mandante Iso, venendo da vicen-de nelle quali la diffidenza potevavoler dire portare a casa la pelle,si rifiut di firmarle fino a che nontrovarono il modo di spiegarglielepreventivamente in modo detta-gliato e sufficientemente sicuro

    per poter impegnare la propriaresponsabilit politica e persona-le. Nel periodo intercorso tra laprima mancata firma e il raggiun-

    gimento di una sintonia tra sinda-co e funzionari, i dirigenti di pa-lazzo Marino vissero giornate divero e proprio panico, pensandoalla necessit di recuperare iltempo perduto e alla possibilitche, non fosse mai detto, si po-tessero determinare dei ritardi cheli rendesse indegni della tradizio-ne di Maria Teresa, il riferimentomistico di tutti i funzionari e im-piegati pubblici ambrosiani.

    Chiss perch mi tornato inmente questo aneddoto subitodopo aver letto alcuni verbali rela-tivi alla vicenda dei derivati che,nellinteresse limitato di troppi,hacompromesso il bilancio comu-

    nale dei prossimi 23 (ventitre) an-ni ( !!!! ) e danni per le casse co-munali da determinare tra 200 mi-lioni di euro di commissioni ban-

    carie (!!!) pagate e minusvalenzeche oggi

    sarebbero di circa 270 milioni dieuro, vale a dire pi o meno due otre volte i danni globali accertatidella Tangentopoli ambrosiana.

    Probabilmente sono rimasto colpi-to dal fatto che il funzionario co-munale che ha firmato gli atti dei

    derivati ha dichiarato di averlo fat-to su precisa indicazionedellassessore e del direttore ge-nerale (come noto oggi nominatodal sindaco e non per carriera in-terna), di trattarsi di documentiscritti in inglese e che egli nonconosce una parola dinglese.

    Ci hanno fracassato lanima peranni con concetti di azienda Co-mune, criteri manageriali e priva-

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    tizzazioni per arrivare a questo?Ma non era la perversa prima Re-pubblica, non erano i sindaci poli-tici a cercare di mettere le manisul pubblico e ad essere esempidi terribile inefficienza?

    Qui usano linglese (ma gli attidella pubblica amministrazionenon dovrebbero essere scritti initaliano e resi in tale idioma pub-blici ?) come il latinorum di man-zoniana memoria, hanno stravoltoil concetto di merito dicendo divoler arginare quello di anzianitper inserire quello di fedelt per-sonale (non politica, mi racco-mando: mica siamo nella prima-repubblica. ) ; hanno raddoppiato

    le linee di comando burocraticheper esautorare gli impiegati pub-

    blici a favore di consulenti super-pagati ; hanno tolto dignit edinteresse alla carriera pubblicacomunale ( dalla quale sono e-mersi Ciro Fontana, Carlo EmilioGadda e qualche altro personag-

    gio di secondo ordine, per inten-derci ) in cambio di un occhiochiuso su lassisti e fannulloni, ne-anche fossimo alla regione Cala

    bria.. I sindaci manager imprendi-tori Albertini e donna Letiziahanno rovesciato , forse irreversi-bilmente , lordine delle responsa-bilit : con malcelato fastidio , ri-spondono scaricando tutto suimanager da lui stesso nominati,nel caso di Albertini, oppure o-

    stentano un altezzoso quanto in-

    giustificato silenzio, nel caso diNostra Signora di Milano.

    Aniasi e il funzionario comunaledegli anni settanta erano certi cheavrebbero dovuto rendere conto

    del loro operato a qualcuno, fos-sero il partito, gli elettori, la stam-pa, i cittadini, la famiglia. in unaparola alla Citt. Questi due, in-vece, non si confrontano nemme-no con lo specchio del bagno lamattina.

    Si stava meglio quando si stavapeggio.

    Franco DAlfonso

    Scuola e Universit

    LE CLASSI DELLE LAUREE

    Luisa Belvisi

    Dal 4 al 29 maggio gli studentidellultimo anno delle superioripossono effettuare sul sito delMIUR la preiscrizione alluniversi-t.Si va in http://universo.miur.it esi compila il form: tutto moltosemplice.

    Si pu provare: per curiosare unpo, soprattutto se da molti anninon si pi studenti liceali, e percapire cosa viene riservato ai no-stri ragazzi.

    Ad un certo punto della compila-

    zione, per, ti coglie un senso dismarrimento, quando, dopo averindicato una delle quattro aree diafferenza del o dei corsi universi-tari che interessano, devi sele-zionare la Classe delle Lauree:una lista che contiene le sigle re-lative a esattamente 100 opzioni,tra lauree, lauree specialistiche,lauree magistrali, nuovo ordina-mento ecc.

    Allora vuoi capire meglio e vai sulsito del Ministero www.miur.it: quitrovi 35 classi delle lauree nel set-

    tore sanitario, 67 nellarea umani-stica, 80 nellarea sociale e 134 inarea scientifica. Unofferta forma-tiva in grado di soddisfare tutte le

    aspirazioni e di valorizzare i talen-ti di tutti: decisamente ampia eulteriormente potenziata dai corsidelle Accademie, dei Conservatorie degli Istituti dArte.

    Un po perplesso, cominci a do-mandarti che fine abbiano fatto iproclami ministeriali di razionaliz-zazione e contenimento dei corsidi laurea che gli atenei autonomi,ai tempi della morattiana riformadel 3+2, avevano moltiplicato adismisura.

    Un pensiero tira laltro e si ricom-pone una catena di ricordi di vec-chie notizie a suo tempo riferitedai media - gi, il Paese dallamemoria corta; per fortuna Goo-gle e Internet aiutano.

    Insieme ai corsi di laurea sonoaumentati i contratti individuali didocenza a specialisti di ogni sor-ta, sono nate le universit private,riconosciute dal Ministero, sononate le universit private fondateda ministri in carica, sono nate leuniversit telematiche che ti met-tono a disposizione il tutor perso-nale e ti garantiscono la laurea. Ititoli rilasciati da accademie econservatori sono stati riconosciu-ti equipollenti a quelli universitarie in pochi mesi un gran numero discuole e istituti privati che offronoi corsi pi disparati hanno attenu-to il riconoscimento ministeriale.Sono nati anche i protocolli di in-

    tesa fra Ministero delluniversit ealtri Ministeri per il riconoscimentodi CFU (crediti formativi universi-tari: ne bastano 180 per avereuna laurea di primo livello) al per-sonale in servizio, in genere fun-zionari sprovvisti di laurea, checon qualche esame si laureano epossono accedere agli scalini su-periori della carriera, superandoquelli che la laurea se la sono su-data. (uno degli ultimi, febbraio2009:http://www.giustizia.it/newsonline/data/multimedia/2782.pdf).

    E pensi alle universit statali,quelle dove, vero, ci sono anco-ra i baroni, ma dove la ricerca sifa, magari negli scantinati a 600euro al mese, quelle che sono co-strette a chiudere durante le va-canze di Natale per risparmiaresul riscaldamento.

    Ricordi che lo Stato finanzia leuniversit, tutte anche le private ele telematiche riconosciute, sulla

    base del numero di immatricola-zioni e pensi al clima di concor-renza sleale in cui si trovano quel-le che, per voler mantenere alto ecompetitivo il profilo dei propri lau-reati, operano una seria selezionemeritocratica.

    Ti viene voglia allora di controllarequale sia la situazione nelle tuacitt, magari solo perch sei una

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    mamma premurosa ma un poapprensiva, una mamma italianainsomma, e ti piacerebbe che tuofiglio continuasse gli studi in unasede sotto casa, oppure perch tista a cuore il futuro della societ evorresti per i nostri giovani una

    formazione seria basata su con-tenuti culturali e professionali fortie su competenze solide e flessibi-li, in grado di reggere il confrontointernazionale.

    La sezione di statistica del sito delministero, http://statistica.miur.it, e

    le pagine http://universo.miur.itconfermano che anche le univer-sit milanesi, statali e non, le pigiovani in misura superiore rispet-to alle storiche, propongonounofferta formativa variegata eparcellizzata, certamente frutto di

    un adeguamento inevitabile alleregole e alle norme ministeriali edi mercato.

    Anche il sito dellanagrafe deglistudentihttp://anagrafe.miur.it/cerca.phpfornisce dati interessanti che su-

    scitano a loro volta una serie diinterrogativi sulla qualit dellapreparazione erogata ma anchesulla qualit della preparazionerichiesta.

    Per non parlare dellincidenza del-

    le lauree nei punteggi dei pubbliciconcorsi. Ma questo ancora unaltro capitolo della triste storia del-le riforme dellistruzione a costozero.

    Luisa Belvisi

    DallArcipelagoDALLA REGIONE NON ASPET-TIAMOCI CASE PER CHI NE HABISOGNOFranco Mirabelli

    Le regioni hanno ormai da moltianni la competenza sulla casa,decidono come regolare laccessoalledilizia residenziale pubblica,determinano i canoni, decidono lepolitiche e, insieme allo Stato, fi-nanziano il settore.

    In queste settimane il presidenteFormigoni ha, sullondadellinteresse suscitato dal cosid-detto Piano Casa del Governo,esternato pi volte sul tema, pre-sentando la Regione Lombardiacome una Regione che sta inve-stendo molto sulla casa. La realt diversa e bastano pochi numeri,contenuti nel piano per lediliziaresidenziale pubblica per il 2009,per dimostrare che non solo nonci sono pi investimenti ma, chein realt, si riducono gli stanzia-

    menti e non si mantengono gliimpegni che erano stati assunti.

    Intanto, va ricordato che il pianoper ledilizia pubblica triennale eche per il triennio 2007-2009 prevista una spesa di 644 milionidi euro che sono pi di quelli pre-visti inizialmente, grazie a nuovistanziamenti statali, ma sono mol-ti meno del miliardo e 300 milioni

    che, grazie al Governo di centro-sinistra era stato stanziato nel tri-ennio precedente.

    Se guardiamo, inoltre, agli aiuticoncreti alle famiglie in difficoltche, con la crisi sono sempre dipi, la situazione ancora pigrave. Formigoni si era impegnatoa raddoppiare il fondo sostegnoaffitti per il 2009 prendendo attoche gi a gennaio le richieste so-no aumentate di oltre 5mila unite, probabilmente, a giugno au-menteranno ancora. La realt diversa: il fondo sostegno affitti passato dai 67 milioni del 2007, ai66 milioni del 2008 e questo gravissimo vista la situazione, a51 milioni per il 2009, 16 milioni inmeno per contribuire ad aiutareun numero di famiglie che au-mentato. Insomma, la nostra re-gione non solo non vero che stainvestendo per la casa ma, anzi,sta riducendo i contributi per

    laffitto, anche facendo scelte in-comprensibili come quella di con-tinuare ad alimentare un fondoper lacquisto della prima casache non viene utilizzato e che,visto che non ci sono richieste,potrebbe essere ridimensionato afavore del fondo sostegno affitti.

    C poi il capitolo che riguarda lecase popolari. Qui lunico datocerto dato dallaumento dei ca-noni agli inquilini (mediamente del

    40 per cento), per il resto manu-tenzioni, nuove costruzioni, boni-fiche dallamianto, si parla solo dicifre ipotetiche che dovrebberoarrivare dal Governo (i famosi 550milioni stanziati dal Governo dicentrosinistra per ilpiano casa,che da un anno non vengonospesi e, a parole, vengono conti-nuamente citati proponendone gliusi pi diversi) o dai proventi dellevendite che non si sa quando ar-riveranno e a quanto ammonte-

    ranno.In conclusione, le cifre dicono chela Regione Lombardia non spen-de per aiutare le famiglie in diffi-colt a pagare laffitto, per miglio-rare la condizione di chi vive nellecase popolari, per costruire nuovecase, in compenso aumenta gliaffitti e non blocca neppure gliadeguamenti Istat. Cos, come ilGoverno nazionale che toglie lICIanche a chi non ne avrebbe biso-

    gno ma poi non ha soldi per aiuta-re chi in difficolt, anche la Re-gione si muove su una linea percui chi in difficolt lo sar sem-pre di pi e chi sta meglio lo starsempre di pi, in cui invece di rea-lizzare pi opportunit per chi nonne ha si aumentano le disegua-glianze.

    Franco Mirabelli

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    Dal Palazzo

    LA SETTIMANA DI COMUNICA-TI DAL PALAZZO

    Nello stesso giorno in cui il Presi-dente della Repubblica GiorgioNapolitano ha fatto incontrare Li-cia Pinelli e Gemma Calabresi,scrivendo una pagina nuova nellastoria del nostro Paese, e facen-dogli spiccare un balzo di civilt,anche il presidente del ConsiglioSilvio Berlusconi ha voluto farsentire la propria voce. Non vo-gliamo unItalia multietnica hadetto. Le sue parole si sono alli-

    neate a quelle del leghista MatteoSalvini che, qualche giorno prima,aveva sfornato unidea davverooriginale: Sul metr posti riservatiai milanesi. Parole, le une e lealtre, degne di autentici statisti.Per fortuna sulla rete dei trasportipubblici sono fiorite proposte al-ternative. Una, in particolare, eradiretta a Salvini. Su un volantinoaffisso sul tram compariva la suafaccia. Sotto, una scritta: Carroz-za riservata ai pirla. Leggendola,lha capita perfino Mourinho.

    La settimana di Palazzo Marinoha riservato almeno una sorpresa.Il sindaco Letizia Moratti ha inau-gurato un nuovo modo di comuni-care. Si messa nelle mani diRed. Non la televisione di Mas-simo DAlema, no. Si tratta di RedRonnie, il musicista che ha avutoil privilegio di ingolfare per qual-che mese piazza del Duomo con

    un gigantesco tendone sotto ilquale ha messo in mostra tutti isuoi gadget rock.

    Come mai questa scelta da partedel sindaco? Non si sa. Qualcunoazzarda lipotesi che Donna Leti-zia sia stata colpita dallo stile delpresidente del Consiglio, la serache si presentato, senza con-traddittorio, da Bruno Vespa aPorta a porta, sotto la scritta A-desso parlo io. Nelle interviste (si

    fa per dire) che Red Ronnie leconfeziona per scaricarle su You-tube, Letizia Moratti si presenta

    nello stesso modo. Monologante.Orgogliosa di s. Tranquilla, so-prattutto perch sa che nessunadomanda imbarazzante o scomo-da le verr mai posta. E, dunque,in quei filmati parla di Monet,

    dellasta delle sedie di marca, diogni amenit. Stai facendo cosestraordinarie la incita Red Ron-nie. Tranquilli, non la sentiremomai parlare delle buche per lestrade, dei disservizi dellAtm, del-la progressiva condizione di de-grado che sta vivendo Milano inattesa dellExpo.

    Triste stagione quella in cui unsindaco ha bisogno di scegliersigli intervistatori.

    Quanto alla settimana di PalazzoMarino, ecco come la raccontanoi comunicati stampa.

    IL SEMINATORE - Milano, 4maggio 2009 - Una delicata esi-genza del nostro Paese cui ne-cessario dare una risposta: il rial-lineamento tra arte ed economia,la democratizzazione del capola-voro darte per contaminare econtagiare il terreno dellutile con ifrutti del bello. Con queste parolelassessore alla Cultura Massimi-liano Finazzer Flory intervenutooggi.

    BLIND PLANET - Milano, 4 mag-gio 2009 - La percentuale di a-dulti che nel nostro pianeta accu-sa problemi derivanti dall'uso-abuso del computer salitaall'88% Ha detto lassessore allaSalute Giampaolo Landi di Chia-

    venna.

    STELLA DI LATTA 1 - Milano, 4maggio 2009 - Proseguono i con-trolli interforze da parte di PoliziaMunicipale, Carabinieri, Polizia diStato e Guardia di Finanza. Locomunica il vice Sindaco e asses-sore alla Sicurezza Riccardo Mar-shal De Corato.

    STELLA DI LATTA 2 - Milano, 5maggio 2009 - Da inizio anno

    Forze dellordine e Vigili hannoeffettuato 13 blitz in appartamenti,identificando 215 occupanti, di cui61 irregolari. Lo dichiara il vice

    Sindaco e assessore alla Sicu-rezza Riccardo Marshal De Cora-to.

    STELLA DI LATTA 3 - Milano, 5maggio 2009 - Sono in corso gli

    accertamenti dattiloscopici perverificare le posizioni di tutti i sog-getti. Lo comunica il vice Sindacoe assessore alla Sicurezza Ric-cardo Marshal De Corato.

    STELLA DI LATTA 4 - Milano, 7maggio 2009 - Il nostro Paesenon il Far West, dove si purazziare impunemente infischiar-sene del Codice della strada. Locomunica il vice Sindaco e asses-sore alla Sicurezza Riccardo Mar-

    shal De Corato.

    RABELAIS - Milano, 6 maggio2009 - La lotta contro obesit,anoressia e bulimia comincia atavola e del resto: noi siamo quel-lo che mangiamo. Ha dettolassessore alla Salute GiampaoloLandi di Chiavenna.

    GRANDI E PICCINI - Milano, 6maggio 2009 - A Milano non siorganizzano solo grandi eventi,

    ma anche iniziative pi piccoleche diffondono la cultura tra i gio-vani. Ha detto Cesare Cadeo.

    ASPETTA E SPERA - Milano, 6maggio 2009 - Chi vuole una ca-sa popolare non ha che da met-tersi in lista dattesa, come hannofatto migliaia di milanesi. Lo co-munica il vice Sindaco e assesso-re alla Sicurezza Riccardo Mar-shal De Corato.

    REMEMBER - Milano, 6 maggio2009 - Ricordare significa lavora-re sulla nostra identit in favore diuna coniugazione tra politica cul-turale e politica sociale. Spiegalassessore alla Cultura Massimi-liano Finazzer Flory.

    CONVERGENZE - Milano, 8maggio 2009 - Ritengo molto po-sitivo lincontro di oggi, perchabbiamo raggiunto tre convergen-

    ze: che i residenti possano acce-dere con i veicoli alle loro abita-zioni; che i taxi possano transitare

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    nella via; che sia data priorit as-soluta allesigenza di proteggere ipedoni dalle automobili. Ha di-chiarato lassessore ai Lavori

    Pubblici e Infrastrutture BrunoSimini.

    MEDIA BASSA - Milano, 8 mag-

    gio 2009 - La cultura si occupa

    della realt, mentre la politica solodella cronaca con un effetto aber-rante sui media, ha aggiuntolassessore alla Cultura Massimi-liano Finazzer Flory.

    Lettera

    LETTERA APERTA SULLA SALUTE MANTALE

    Il trentennale della legge180/78 stato ricordato molto

    sommessamente, non solo inLombardia, eppure si tratta-to di un cambiamento epocalein cui noi ci riconosciamo, perla cui realizzazione molti dinoi hanno lottato. Il clima cul-turale oggi molto cambiato:le persone diverse, non inte-grate o svantaggiate suscita-no sospetto e paura, non cer-to impegno per dar loro citta-dinanza e diventano i nuovi

    capri espiatori di molti pro-blemi non affrontati.

    Riteniamo invece chelimpianto e lo spirito dellaL.180/78 siano da difenderecon decisione. Ci non vuoldire naturalmente che, a di-stanza di trentanni, non sianopossibili o anche opportunicambiamenti o integrazioni dialcuni aspetti della legge.Questi per devono servire a

    migliorarla e non a stravolger-la, come invece si propongonoi vari progetti di modifica gia-centi in parlamento. Siamocontrari ad ampliare tempi eluoghi dei trattamenti obbliga-tori: gi ora, nei casi che lorichiedono, il TSO pu essereprorogato anche a lungo, pur-ch la richiesta venga motiva-ta. Estenderlo a strutture pri-vate convenzionate rendereb-be incerte le garanzie controeventuali abusi e ridurrebbe lecertezze sugli standard diqualit professionale.

    A livello regionale, pur in unalinea complessiva di applica-

    zione della legge e di ade-guamento per certi versi allemutate condizioni (nuove pa-tologie, nuove fasce di popo-lazione a rischio, strategieriabilitative differenziate, ecc.)la soppressione dellUfficioPsichiatria ha comportato pe-santi conseguenze. Si persauna dimensione di specificit,indispensabile per salvaguar-dare lidentit della psichiatria

    e il suo mandato. Il campodella psichiatria stato attrat-to inevitabilmente nellareamedica, senza mantenere ilnecessario rilievo alla compo-nente psicologica n a quellasociale, misconoscendo in talmodo il paradigma biopsico-sociale.

    Tutto questo si manifestatocompiutamente a livello istitu-zionale col passaggio nel

    1998 dalle USSL agli Ospeda-li. La dimensione comunitariae territoriale del nostro lavoro stata profondamente mortifi-cata, accentuando a dismisuragli aspetti ospedalieri, il rico-vero, i trattamenti farmacolo-gici, a discapito degli aspettipreventivi, di diagnosi preco-ce, trattamento intensivo inte-grato, intervento domiciliare,sostegno alla famiglia, coin-volgimento delle agenzie e ri-sorse della comunit. Quantiprimari lavorano regolarmenteanche fuori dallospedale?

    Quanti direttori generali, sani-tari e amministrativi sono ve-

    ramente informati e coinvoltiin questi aspetti delloperarepsichiatrico?

    Conseguenza di tutto ci lasopravvalutazione degli SPDC(che peraltro funzionanospesso a livelli qualitativi de-plorevoli) con costante sotto-valutazione e di conseguenzasotto-dimensionamento, ridu-zione di personale o talorachiusura dei servizi collocatinel territorio. Ad esempio mol-ti CPS della citt di Milanosono in condizioni scandalo-se, sia ambientali che di per-sonale e di accessibilit, conpesanti conseguenze sullaqualit ma anche sui rischi. Ditale stato di degrado e incuriasarebbe troppo facile attribui-re interamente la responsabili-t alle aziende: tutti gli opera-tori coinvolti, ma specialmente

    chi dirige i servizi, ne condivi-dono la responsabilit.

    Lo scarso coinvolgimento del-le direzioni Generali e sanita-rie nelle nostre specifiche ne-cessit , insomma lo scarsopeso della psichiatria, com-porta anche unattenzione in-sufficiente verso i rischidelloperare psichiatrico: siaquelli che gli operatori corronofisicamente nel quotidiano (si

    pensi ai molti P.S. ospedalieri,in cui lo psichiatra lavoraspesso senza infermieri), siaquelli di essere incriminati per

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    imprudenza, imperizia, negli-genza, e ora anche per nonaver svolto adeguatamente lacosiddetta funzione di garan-zia nei confronti dei malatigravi.

    La nostra collocazionenellAzienda Ospedaliera hacomportato distorsioni di variotipo, anzitutto economiche.Anche la psichiatria stataforzata ad entrare nel mecca-nismo del finanziamento aprestazione e del rimborsoospedaliero a DRG. Accen-niamo soltanto allenormequantit di tempo usata daglioperatori per queste rendicon-

    tazioni, alla perdita di centrali-t del lavoro clinico di buonaqualit, allo spostamento rea-le o fittizio verso le attivitmeglio remunerate, alle di-storsioni diagnostiche, e cosvia.

    Ma, nonostante gli sforzi delleUnit Operative, il nostro set-tore resta uno dei meno van-taggiosi e meno remunerativiper le aziende, stando alla ri-

    gida logica budgetaria volutadalla Regione, e come taleviene trattato. Con questo,non si vuole negare la dove-rosa attenzione alla gestionedelle risorse e alla valutazionedelle priorit, anche nellotticadel rapporto costi/benefici; nsi intende misconoscere lanecessit di operare in modoefficace ed efficiente, misu-rando le proprie attivit. Quelche ci pare necessario, dopodieci anni di aziendalismo, di evitare gli eccessi e ricali-brare tutto limpianto.

    Ma la dimensione aziendalecomporta anche obblighi difedelt e obbedienza che inpassato erano sconosciuti. Sevi sono errori gravi, omissioni,inadempienze, la tendenza quella di attenuare, sopire,troncare: ne va del buon nomeaziendale. Non parliamo poi dirapporti coi giornalisti e inter-venti sulla stampa, stretta-mente riservati allURP e alla

    Direzione: per queste coseora si rischiano sanzioni e pe-nalizzazioni a livello di carrie-ra.

    Da tutto ci a un clima timoro-so e omertoso il passo bre-ve e ci si avvia facilmente alreclutamento degli operatoriper appartenenza ideologico-politica. I direttori generali so-no gi ora, ufficialmente, e-spressione dei partiti dellamaggioranza regionale. I pri-mari gi da tempo hanno co-minciato a diventarlo, salvoalcune eccezioni. Gli altri ope-ratori faranno bene ad ade-guarsi.

    Ma la psichiatria deve fron-teggiare altri colpi, questa vol-ta a livello nazionale (ovvia-mente, con ripercussioni loca-li). Si tratta della forsennatacampagna politica e mediati-ca, tesa a drammatizzare lapericolosit sociale di tutti isoggetti marginali e a enfatiz-zare il rischio connesso alladevianza: dalla delinquenza airom ai malati mentali il passo

    piuttosto breve. Perci oggici si muove verso la ri-attribuzione ai servizi psichia-trici di un prevalente mandatodi controllo e non di cura, perquanto concerne i malati im-pegnativi; agli psichiatri ver-ranno sempre pi richiestecompetenze ed attivit crimi-nologiche, piuttosto che clini-che e riabilitative. Di conse-guenza atteggiamenti di iden-tificazione col paziente, com-prensione del suo disagio edempatia potranno essere con-siderate pericolose debolezze,da cui guardarsi con cura!

    A questo proposito non rac-comandiamo alcun buoni-smo, n altre ingenuit o ne-gazione degli aspetti violenti oaggressivi a volte connessi aidisturbi mentali. Crediamo chesia indispensabile una colla-borazione intensa e continuacon la polizia locale e le altreforze dellordine, soprattutto ascopo preventivo, dando per

    a ciascuno il suo e distin-guendo chiaramente le com-petenze, pur in uno sforzo digrande integrazione: evitandocio che disagio sociale e de-vianza vengano impropria-

    mente delegati alla psichiatri-a, ovviamente con la richiestadi sfoderare i suoi strumenti diintervento coattivo.

    Occorre poi contrapporsi inmodo netto, attivo e propositi-vo agli orientamenti culturali,politici e tecnici che oggi ri-propongono con forza la pau-ra per il diverso, lallon-tanamento dellestraneo, laseparazione e reclusione del

    malato, giustificando questescelte conservatrici con le e-sigenze di sicurezza dei citta-dini italiani normali e beneintegrati. Quanto alla tenden-za attuale di attribuire allapsichiatria compiti crescenti ditutela dellordine sociale e unprevalente profilo criminologi-co, occorre ricordare e far ca-pire a tutti che ci finisce perescludere un vero lavoro clini-co-terapeutico e riabilitativo.Su tutto questo occorrer in-crementare il confronto, sem-pre difficile e molto sporadico,col mondo della giustizia.

    Ci aspetta, per cominciare, ungrande lavoro culturale. Il re-stringimento di orizzonte dellaricerca e cultura psichiatriche innegabile: basti pensareche da anni il DSM IV utiliz-zato come testo-base per glistudenti e specializzandi inpsichiatria. Da anni la presen-za e il peso delle case farma-ceutiche e della dimensionefarmacologia, grazie anche aindiscutibili successi, non fache aumentare; le propostedellindustria sono accolte inmodo spesso acritico, comese fossero la soluzione aiproblemi della malattia menta-le. Ogni anno viene individua-ta una nuova sindrome, da

    trattare ovviamente con unaspecifica categoria di farmaci,e cos via. La formazione, so-prattutto ma non esclusiva-

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    mente quella degli psichiatri,grazie anche alla riduzionedelle risorse destinate daiservizi pubblici, in larga mi-sura gestita dalle case farma-ceutiche

    Occorre ridare attenzione alladimensione interiore e perso-nale della sofferenza, che laconnota come umana e quindifamiliare a ciascuno di noi.Occorre soprattutto sviluppa-re, anche nel dibattito socialee nei confronti dellopinionepubblica, quelle riflessioni equelle tematiche che rifiutanoil semplicismo delle etichette,cercando di dare un senso ai

    nuovi fenomeni sociali: immi-grazione, non-integrazione,multi-culturalismo, razzismostrisciante o esplicito, isola-mento, paura, situazionefemminile, crisi economica edisoccupazione, insicurezza,uso generalizzato di sostanzestupefacenti, adeguamento alconformismo mediatico, con-sumismo sfrenato, crisi dellafamiglia, integralismi di ognisorta, intolleranza, religioniusate come difese identitarie,localismi esasperati, e cosvia.

    Si obietter che questa non psichiatria ma sociologia; manon potremo difendere la no-stra idea di fare psichiatria seci faremo rinchiudere in un or-ticello minimalista, oggi quasisolo farmacologico.

    Un grave ostacolo al cambia-

    mento la scarsa capacit diconfronto e di azione comune,soprattutto da parte degli ope-ratori. Di fatto, non esistonopi luoghi di reale aggrega-zione (sindacato, associazioniprofessionali, gruppi rappre-sentativi) in cui la maggiorparte si riconosca, mentre imomenti di incontro istituzio-nali sono sempre pi formali,aridi e spesso condotti conmodalit autoritarie. Sicura-mente vi un po pi di vitali-t nelle associazioni dei fami-liari e in quelle di volontariato,

    mentre le associazioni degliutenti sono allo stato nascen-te; ma tutte queste realt so-no fortemente parcellizzate esi confrontano assai poco fradi loro.

    Non riteniamo opportuno, perfavorire il risveglio che auspi-chiamo, costituire nuovi grup-pi formalizzati e nuove asso-ciazioni. Occorre invece indi-viduare nuove forme di dialo

    go e di confronto, agili ed effI-caci, veloci e non burocratiche(che ne pensate di un sito on-line?), che portino poi a pe-riodici momenti di incontro,aorientamenti largamentecondivisi, a iniziative anchepratiche. Su tutto questo de-sideriamo sentire i suggeri-menti di tutti, e attendiamoquindi le vostre risposte eproposte.

    Germana Agnetti, Antonio

    Amatulli, Maria Antonietta

    Blzola, Angelo Barbato, Ste-

    fania Borghetti, Emanuela Ca-

    fiso, Massimo Cirri, Eugenia

    Crimi, Arcadio Erlicher, Emilio

    Fava, Elisabetta Francio-

    si,Maria Frova, Marco Goglio,

    Giorgio Legnani, Renato Lon-

    goni, Spiridione Masaraki,

    Cinzia Masserini, Umberto

    Mazza, Paolo Mori, Fiammetta

    Negri, Roberto Pasquino, Da-

    niele Piacentini, Pasquale Pi-

    smataro, Gianfranco Pittini

    , Edoardo Razzini, Edoardo

    Re, Augusto Righi, Serena

    Rugge, Angela Ruggeri, Gior-

    gio Scorza, Michele Stufles-

    ser, Guido Taidelli, Riccardo

    Telleschi, Enrico Varrani, Gio-

    vanna Zardini.Milano, Marzo2009

    Inviare le adesioni a:

    [email protected]

    Angelo Barbato, Unit di Epide-miologia e Psichiatria Sociale, ViaLa Masa 19, 20156 Milano, Tel.02-39014431, Fax 02-39014300

    In data 18.3.2009 sono pervenutele adesioni di: Vittorio Bulbarelli,Paolo Bertagni, Rocco Geraci.

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    Metropoli

    A PROPOSITO DI SICUREZ-

    ZA. LA GESTIONE DEICAMPI NOMADI

    Emilia Dragonetti

    Faccio parte di un Comitato diquartiere che dal 1998 convivecon il pi grande insediamento dizingari della citt: mi sono fattauna certa esperienza sul campo eho potuto toccare con mano iguasti delle grida demagogiche edella fuga dalle responsabilit.

    Il quartiere ha visto loccupazioneprogressiva di un grande terrenodi propriet comunale, di fianco alCimitero Maggiore - con roulotte,baracche, tende - da parte di on-date successive di Rom, mace-doni, bosniaci e, infine, rumeni.Abbiamo assistito al degrado pro-gressivo e veloce del territorio,delle condizioni igieniche e am-

    bientali, ma soprattutto della si-tuazione sociale di queste fami-glie. Li abbiamo visti arrivare, de-diti allaccattonaggio, al piccolofurto, ma anche disposti a impe-gnarsi in qualche lavoro, e tra-sformarsi velocemente in temibiliorganizzazioni criminali. Furto ericiclaggio di auto, deposito e ri-cettazione di merce rubata, depo-sito e spaccio di droga, prostitu-zione femminile e minorile, fino adiventare il terminale

    dellimportazione di minorenni dal-la Romania, venduti allasta nelcampo per finire sui marciapiedidella citt

    Un degrado cos veloce e perico-loso nasce dalla combinazioneperversa di condizioni ambientalisubumane e di totale assenza diregole e controlli. Il territorio oc

    cupato si trasforma in una encla-ve extraterritoriale, dove vigonole leggi del clan pi forte e gli o-biettivi sono la sopravvivenza e ilpotere che viene dalla prepotenzae dallarricchimento.

    La Polizia anche intervenuta:abbiamo assistito ad almeno seisgomberi senza alcun risultato.Sono state spese centinaia di mi-gliaia di euro in interventi spot, inaiuti a pioggia, come tende dellaProtezione civile, gabinetti chimi-ci, sacchi a pelo, immediatamenterivenduti alla Fiera di Sinigallia.Tutto inutilmente, perch ogni vol-ta, finita la faccia feroce o com-passionevoledellAmministrazione, la situazio-ne tornava come prima., in totaleassenza di un chiaro progetto chenon fosse lintervento emergen-ziale.

    La vergogna di Tribonia-no/Barzaghi ha avuto fine quandolAssessore Moioli ha deciso diabbandonare lalternativa fingo dinon vedere/sgombero, con lacreazione di un campo, certamen-te non bello, ma almeno civile,con fogne, acqua e luce, serviziigienici sufficienti e soprattutto re-gole di gestione forti, affidate agestori esperti come don Colme-gna e i suoi della Casa della Cari-t. Gestori che hanno anche unprogetto a lungo termine: scola-rizzazione obbligatoria dei bambi-ni, avviamento al lavoro per gli

    adulti e accompagnamento peruscire dal campo e inserirsi innormali case dabitazione. Questo il senso del cosiddetto Patto disocialit e legalit, firmato daiRom del campo e criticato da unacerta sinistra: abbandonare la po-litica spot, la demagogiadellemergenza e intraprendere

    una strada, magari lunga e diffici-le, di vera integrazione.

    Il tutto non stato indolore: alme-no due milioni di euro per le infra-strutture e un impatto ancora mol-to pesante sul territorio, perchnon si avuto il coraggio di ridur-re le dimensioni del campo, cre-andone un altro fuori dal quartie-re.

    Purtroppo, lAmministrazione Mo-ratti, dopo questo atto di coraggio,ha chiuso largomento, abbando-nando tutti gli altri campi zingari

    comunali al loro solito destino.Il Prefetto, nominato Commissariostraordinario dal Governo, si ben guardato dal fare qualcosa.Ora, sotto la spinta di Penati, siritorna a parlare del problemazingari, e finalmente (ma durer?)con la giusta prospettiva: elimina-zione progressiva dei campi, inci-vili, ghettizzanti e criminogeni erealizzazione di una efficace stra-tegia di integrazione.

    Il Governo ha promesso dieci mi-lioni di euro da investire sui cam-pi. Se arriveranno davvero, do-vremo sorvegliare attentamenteche vengano spesi bene e nondispersi a pioggia per i soliti inter-venti demergenza.

    Emilia Dragonetti

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    Sanit

    DOV FINITA LA PSICHIA-TRIA DEMOCRATICA

    Piervito AntoniazziE innegabile laumento esponen-ziale delle richieste di aiuto rivolteai servizi psichiatrici. Questo datoreale viene spesso citato per giu-stificare le difficolt del settore:laffluenza supera di gran lunga lecapacit di risposta delle istituzio-ni. Miguel Benasayag, psichiatraargentino che opera a Parigi nelcampo dellinfanzia edelladolescenza, parte dallo

    stesso dato ma vi legge un cam-biamento qualitativo, un malesse-re che siamo impreparati ad af-frontare. Anche Freud aveva par-lato di Disagio della civilt(1930) criticando il mito di un pro-gresso come redenzione laica efelicit garantita ma, parados-salmente, stato anche lui inseri-to nei grandi progressi scientificidellumanit.

    Ora Benasayag prende a prestito

    il termine di Spinoza per parlare diEpoca delle passioni tristi (titolodel saggio pubblicato da Feltrinel-li), ovvero della tristezza del no-stro tempo che vienedallimpotenza e dalla disgrega-zione. Non c pi il mito del futu-ro (le magnifiche sorti e progres-sive ) ma la minaccia del futu-ro. Inquinamenti, guerre, nuovemalattie e ora anche il disastroeconomico riempiono il cielo di

    nuvole nere. Se le scienze pro-grediscono, contemporaneamente

    cresce la sfiducia e la delusionenei loro confronti.

    E questo futuro imprevedibile eminaccioso angoscia soprattutto

    le nuove generazioni (o perlome-no rende vuoti i vecchi paradigmiottimisti/positivisti). Certo non pula psichiatria dare risposta a tutti imali sociali

    Se in crisi il principio di autoritperch prevale il mito della libertindividuale. Se si persa la con-nessione tra autorit e anteriorit(cio il valore dellanzianit edellesperienza) non baster unapsicoterapia a ristabilirla social-

    mente. Certo che oggi la psichia-tria arretra. Rinuncia spesso alladiagnosi, opera attraverso classi-ficazioni (DSM Manuale Statisti-co e Diagnostico dei disturbi men-tali, prodotto dallAPA Associazione degli psichiatri ame-ricani). Ma con la classificazione eletichetta (anche innovativa bipo-lare, borderline, ecc.) si crede direndere visibile lessenza di undisturbo ma in realt si rischia di

    rendere invisibile la persona, diridurla al sintomo (bersaglio delfarmaco). Benasayag ricorda ilprincipio esistenzialista di SartreLesistenza precede lessenza. Ilsaggio non ha una risposta, unachiave che mondo possa aprirti,semplicemente ci dice che nonpossiamo far finta che il mondonon sia cambiato. Propone cometerreno di lavoro una clinica dellegame, abbandonando il mitosociale dellautonomia.

    Pensando alla nostra realt italia-na che ha sommessamente ri-

    cordato il trentennale della Legge180/1978 (come scrivono in unaLettera Aperta che pubblichiamo

    in questo numero alcuni psichiatri

    democratici milanesi), molti quesi-ti vengono sollecitati. Da stake-holder sociale della psichiatria (ntecnico n psichiatra) non possonon cogliere la medicalizzazionedei servizi pubblici, lesplosionedel consumo farmacologico. So-prattutto col passaggio ammini-strativo (1998) della Psichiatriaagli Ospedali (SPDC), il lavoroterritoriale (CPS) stato sottova-lutato e sottodimensionato (come

    denuncia la Lettera Aperta). Sia-mo dunque al paradosso che difronte ad un aumento della do-manda a cui potrebbe corrispon-dere unautorevolezza sociale, uninvestimento, una centralit, assi-stiamo invece a unimplosionedella psichiatria pubblica schiac-ciata tra burocrazia ospedaliera,case farmaceutiche, restrizioni dibudget e personale, sospetto econtrollo politico, carriera e rischioprofessionale.

    Occorrerebbe una ripresa forte dipensiero e azione. Occorrerebbe-ro nuove passioni gioise comequelle della stagione di Basaglia edelle imprese impossibili. Maquella generazione va in pensioneo stressata dai DRG.

    Dove finita la psichiatria demo-cratica?

    Piervito Antoniazzi

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    MUSICA

    Questa rubrica a cura di PaoloViola

    Formazione e informazione.

    Negli ultimi anni, senza leggerestatistiche o avere dati precisi, si avuta limpressione che letmedia dei frequentatori della mu-sica colta si sia considerevol-mente abbassata. Le sale daconcerto si riempiono di giovani enon sempre con laria da studentidel Conservatorio.

    Ragazzi e ragazze si vedonosempre pi numerosi alla Scala,allAuditorium, al Conservatorio,ma anche in luoghi meno istituzio-nali e pi occasionali come nellebelle chiese milanesi, dove di dan-no concerti sempre pi apprezzatidal pubblico giovanile, anche per illoro costo molto contenuto, spessopari a zero.

    I giovani non solo ascoltano pi

    musica, ma ne studiano di pi, nonsolo ogni tipo di strumenti, ma an-che canto e danza; sorprendenteil loro crescente interesse perlopera lirica, dove al fascino dellamusica si aggiunge la magia delteatro e della letteratura, e tutto cinonostante la totale assenza dididattica musicale nella scuoladellobbligo, tante volte denunciata

    molto autorevolmente dai no-stri pi grandi musicisti, da Abbado

    a Muti, da Campanella a Ughi.

    Sorprende dunque che i mediatrascurino questo interesse e non

    seguano le iniziative e gli spettaco-li della musica colta in misura pa-ragonabile a quelli della musicapopolare (non si sa mai comeindicare questi due mondi che, an-

    corch si avvicinino sempre pi,sono pur sempre ancora molto di-versi).

    Mentre infatti oggi improbabile, aMilano, ignorare gli eventi che ri-guardano i cantautori, i concertirock e il mondo musicale che ruotaintorno ad essi - sicch chi inte-ressato sa bene e con congruoanticipo cosa gli viene offerto dallacitt - per la musica classica se

    non si abbonati a un ciclo, edunque se non si gi nel giro,si viene a sapere di un bel concer-to solo il giorno dopo se tutto vabene - grazie a quelle rare recen-sioni generalmente riservate ainomi pi noti.

    Visto che le scuole non indirizzanoalla musica, troppo pretendereche il variegato mondodellinformazione promuova lebuone pratiche musicali, soste-nendone la qualit attraverso glistessi approfondimenti che nor-malmente accompagnano il cine-matografo, il teatro, i libri (per que-sti ora, finalmente, si fa molto) eche aiuti i ragazzi a conoscerle,riconoscerle e sceglierle?

    LAuditorium ha una programma-zione straordinaria per avvicinare ipi giovani e i giovanissimi allamusica, ma i giornali ne parlano

    assai poco, e ancor meno diconodei giovani interpreti che arrivanoa Milano senza essersi gi fatti unnome e che ovviamente sa-

    ranno ascoltati solo dagli abbona-ti che hanno riposto la loro fiducianellistituzione scelta a inizio sta-gione.

    In provincia, paradossalmente, lecose vanno molto meglio: usualeche i quotidiani di Como, Berga-mo, Varese, annuncino i concerticon ragionevole anticipo, si premu-rino di informare sia delle qualit o dellesperienza degli artisti, siadei contenuti dei programmi, anti-cipando le note che verranno di-stribuite in sala. Gli appassionaticominciano cos a parlare deglieventi musicali con settimane di

    anticipo, anche quando si tratta diartisti non celebri, e la curiosit ela preparazione arricchisconograndemente la qualit dellascoltoe la qualit dello stesso pubblico.

    Anche nei quotidiani di Londra,Parigi, Berlino troviamo la pagina ola rubrica di musica classica in cuisi parla diffusamente delle opereliriche e dei concerti che si sonoascoltati e di quelli che si ascolte-ranno, e vi si tiene un dialogo a-perto con i lettori e con le istituzio-ni musicali, creando cos quelpubblico attento e interessato chepoi riempie le sale.

    I nostri mezzi di comunicazione siaccorgeranno presto che anche danoi esistono questo pubblico equesti lettori che vale la pena diseguire, a beneficio di una citt picolta e dinamica (e anche di unastampa pi amica)?

    12 maggio

    TEATRO Questa rubrica curata da MariaLaura Bianchi UOVO PERFORMING ARTSFESTIVALUovo un festival internazionaleche presenta le espressioni pi

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    innovative delle performing arts,privilegiando artisti che promuo-vono un approccio indisciplinare eindisciplinato alla creazione arti-stica. Ledizione 2009 della mani-festazione si sviluppa attorno alle

    suggestioni dello sguardo, dellascoperta. In linea con le passateedizioni, Uovo unisce ospitalitprestigiose come la Socetas Raf-faello Sanzio/Romeo Castellucci,che torna a Uovo conlinstallazione Paradiso, la com-pagnia inglese Lone Twin Theatreper la prima volta in Italia con lospettacolo Daniel Hit By A Train,Jrme Bel, con la prima italianadel nuovo lavoro A spectator,Mammalian Diving Reflex conlinsolito taglio di capelli e i gio-vani talenti italiani Pathosformel,vincitore del premio Ubu 2008,Francesca Grilli, Plumes dans latte, Demetrio Castellucci/BlackFanfare.

    Uno degli elementi di novit ilprimo episodio del progetto Uovo0_11, non una sezione del festivalma un percorso di avvicinamentoallesperienza performativa con-

    temporanea dedicato ai pi gio-vani. I bambini sono qui protago-nisti nella duplice veste di spetta-tori e performer. Linfanzia diventala lente dingrandimento attraver-so cui leggere alcuni aspetti oggicentrali della societ come il ri-schio, il cambiamento, la speran-za, la fiducia, la responsabilit, ilpotere.

    Il 12 maggio Christina Kubischcrea per Milano il progetto itine-

    rante Electrical Walks - Passeg-giate elettriche nellambito di in-Contemporanea 09. Attraversodelle sofisticate cuffie capaci dipercepire e amplificare lacusticadi correnti elettriche soprassuoloe sottosuolo, lartista tedesca invi-ta i partecipanti a scoprire unaltradimensione della citt. A cura diO.

    Il 20 maggio allAlcatraz,nellambito del festival Indeepan-dance, Claudio Sinatti e DemetrioCastellucci/Black Fanfare presen-tano in prima italiana Rhomboi-

    de, performance multimedialeprodotta da Uovo e dal Kaaithea-ter di Bruxelles, dove la produzio-ne ha debuttato a febbraio 09nellambito del festival internazio-nale Performatik. Nel centenario

    della nascita del Futurismo, Uovopresenta e firma una produzioneche rielabora in chiave contempo-ranea lestetica e la poeticadellavanguardia capeggiata daTommaso Marinetti.

    Il primo episodio del progetto Uo-vo 0_11 si svolge dal 22 al 24maggio, grazie alla collaborazio-ne con il Teatro Franco Parentiche ospita liniziativa.

    Il 22 maggio la giovane artistaFrancesca Grilli presenta due suerecenti produzioni: la performanceLa terza conversazione e la vi-deoinstallazione La quarta con-versazione. Uno spiazzante eaffascinante progetto articolato inpi episodi che coinvolge perfor-mer sordomuti, qui reinterpretatoper la prima volta anche per unpubblico di bambini. Una ricercatra la dimensione ordinaria e fan-

    tastica della realt.Il 22 maggio Kinkaleri sar pre-sente a Uovo con la performancePinocchio e il 23 maggio con unlaboratorio per bambini. Un pro-getto che si sviluppa a partire dalracconto di Collodi e disegna unaserie di percorsi immaginari che siintersecano secondo logiche im-previste.

    Il 23 maggio un nuovo capitolo

    della creazione di Virglio SieniUno sguardo che si concede alcorpo, lavoro che si inscrive nelpercorso dellAccademia sullartedel gesto, fondata e diretta dalcoreografo fiorentino con lo scopodi porsi come contesto inedito diformazione, di studio e creazioneartistica. Uno sguardo che siconcede al corpo parte dalla vi-sione della Deposizione di JacopoPontormo per sviluppareunindagine sul corpo e sulla sua

    capacit di relazionarsi ad ele-menti esterni.

    Il 23 maggio verr inoltre proiet-tato Adamo ed Eva di VirgilioSieni, documentario della serieDanza in scena di FrancescaPedroni e Maria Mauti, prodottoda Classica tv in onda su Sky. Lo

    stesso giorno, Claudio Sinatti, unodei maggiori artisti multimedialiitaliani, condurr Mostronica,laboratorio interattivo per e con ibambini dedicato alle nuove tec-nologie digitali e al live media.

    Il 24 maggio, presso il salone3.14 parrucchieri e con la collabo-razione di Orea Mali, in chiusuradel progetto Uovo 0_11, il festivalospita la pluripremiata compagniacanadese Mammalian Diving Re-

    flex con Haircuts by Children,una curiosa e divertente perfor-mance sull'emancipazione deibambini e sulla loro responsabili-t. Bambini-parrucchieri armatidi forbici inviteranno gli spettatoria mettersi in gioco confrontandosicol rischio, la fiducia e il poterenelle nuove generazioni.

    Incontri con gli artisti sono previstidurante le giornate del festival.

    Fino al 24 maggioLuoghi: Alcatraz via Valtellina21/27; DiDstudio via Procaccini4 c/o La Fabbrica del Vapore; LaTriennale di Milano viale Ale-magna 6; O via Pastrengo 12;Teatro Franco Parenti via PierLombardo 14; Teatro Out Off viaMac Mahon 16; Teatro Versacepiazza Vetra; 3.14 parrucchieri

    via Ozanam 8.

    Biglietti: Uovo Card 35 euro (27euro per studenti, t friends, socicentri culturali stranieri) compresaprevendita. La Uovo card d dirit-to allingresso a tutti gli spettacoli(a eccezione di Figure e Hair-cuts by Children) previa prenota-zione e fino a esaurimento posti.

    Info: uovoproject.it;348.80.39.149; skype: uovopro-ject

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    ANGELS IN AMERICA

    Questo bestseller del teatro ame-ricano, che ha fatto incetta di

    premi sia al suo debutto teatraleche nella versione televisiva gui-data da Al Pacino, ha portato for-tuna anche ai registi e alla com-pagnia dellElfo. Con la prima par-te, Si avvicina il millennio, (debut-tata al Teatro delle Passioni diModena il 2 maggio 2007) Elio DeCapitani e Ferdinando Bruni han-no ottenuto nel 2007 il PremioANCT (Associazione Critici di Te-atro) e due Premi Ubu e nel 2008il Premio Hystrio alla regia e due

    Premi ETI-Gli Olimpici del Teatro,come miglior regia e miglior spet-tacolo di prosa. La seconda parte,Perestroika, debutter nellottobre2009 al Festival Vie, Scena con-temporanea, coprodottaanchessa da Teatridithalia edEmilia Romagna Teatro Fonda-zione.

    Il sottotitolo esplicito, fantasiagay su temi nazionali, non sinte-tizza tutta la ricchezza di questasaga provocatoria e commovente:lautore affronta di petto il temadellidentit, ma non per esaurirlosotto il profilo sessuale, bens persondarne in profondit tutte lecomponenti, razziali, religiose eculturali, e per dipingere un mon-do nel quale gli esseri umani fati-cano disperatamente a ricono-scersi e accettarsi con consape-volezza e dignit. Il testo raccontale vicende sentimentali e i conflitti

    di due coppie: la relazione gay traPrior Walter, malato di AIDS, eLouis Ironson e il matrimonio fral'avvocato mormone Joe Pitt eHarper, giovane moglie depressa;le loro storie sintrecciano a quelledellavvocato Roy Cohn, perversofaccendiere, e di Belize, infermie-re professionale ed ex travestito.Sono tutti rappresentanti del mel-ting pot della Grande Mela, em-blemi attuali e universali diunumanit dolente.

    Lo scenografo Carlo Sala hacreato uno spazio ampio e semi-

    vuoto, fatto di nude mura di mat-toni chiari dove vengono introdottipochi elementi essenziali, luogoideale per le immagini video diFrancesco Frongia, capaci di tra-sformare la scena ora nello skyli-

    ne di Central Park, ora nel pano-rama di Salt Lake City, nei cumulidi ghiaccio dellAntartico, in bilicotra realt e allucinazioni mentali.

    Il cast guidato da Elio De Capi-tani, Premio Ubu 2007 come atto-re non protagonista per il ruolo diRoy Cohn, personaggio storico,pupillo del senatore MacCarthyche scaten la caccia ai comunistinel dopoguerra. Insieme a lui IdaMarinelli e Cristina Crippa, che si

    moltiplicano in diversi ruoli, e ungruppo affiatato di attori tra i tren-ta e i quarantanni: Edoardo Ri-batto, Umberto Petranca vincitoredellUbu come attore under 30,Elena Russo Arman, Cristian Ma-ria Giammarini e Fabrizio Mattei-ni.

    Fino al 24 maggio

    Teatro dellElfo, via Ciro Menotti,11

    Orario: 20.30 (domenica alle 16)

    Info e prenotazioni: 02.71.67.91

    WATERWALL

    Dopo aver circuitato nei principaliteatri italiani e aver entusiasmatoil pubblico dEuropa, America eAsia, torna finalmente a Milano

    lunico spettacolo teatrale al mon-do con una dirompente cascatadacqua in scena, con danzato-ri/acrobati che, incontrando la for-za dellacqua, si misurano con lasua potenza sfidando le leggi digravit.Questanno, per festeggiare i 10anni sulle scene, Waterwall e Te-atro Ventaglio Smeraldo presen-tano al pubblico milaneseunoriginale iniziativa: chi desiderapotr provare le strutture sceno-grafiche dello spettacolo elemozione di muoversi sotto una

    cascata dacqua.Ogni sera quat-tro temerari spettatori, sorteggiatitra coloro che avranno compilatoil modulo allingresso, verranno

    convocati sul palco a fine spetta-colo. Grazie alle imbragature for-nite dalla compagnia, assapore-ranno lebbrezza di stare sul palcoinsieme ai fenomenali performersdella Materiali Resistenti DanceFactory. I quattro volontari a fine

    esibizione verranno poi omaggiaticon una tuta asciutta.Work in progress dalle possibiliinfinite forme, Waterwall di IvanManzoni uno show dal forte im-patto visivo, unesperienza cheogni volta coinvolge ed emozionail pubblico pi eterogeneo. Imbra-gature, corde elastiche, altalene,amplificano i movimenti dei per-former spingendoli ai confinidell'acrobatica. Effetti di luci eombre modellano il flussodellacqua, lo mutano da velo tra-

    sparente a muro quasi impene-trabile piegandolo a una ineditaspettacolarit.Ivan Manzoni hatradotto sulla scena la volont disuperare le barriere architettoni-che e linguistiche tradizionali delladanza, sostituendo la ricercadrammaturgica con lo studio dellepotenzialit offerte dallincontro-scontro tra la forza dellacqua e ledinamiche del movimento umano.Da sempre il coreografo berga-masco stato affascinato dalpossibile legame tra questo liqui-do primordiale e la danza. Il lin-guaggio del corpo si articola sullascena nella sua disarmante sem-plicit, la sperimentazione nonsegue il percorso della ricerca co-reografica, ma prende vita unaperformance fatta di immagini, dicolori e di musica scandagliatinelle profondit dei loro poteri ip-notici. La complessit della mac-china scenografica con cui i dan-zatori interagiscono e le infinitevariazioni sul movimento che nederivano rendono necessaria perla compagnia Materiali Resistenti

    Dance Factory unaccurata sele-zione dei performers. Per questospettacolo gli artisti oltre a posse-dere ottime basi tecniche di danzae di acrobatica devono essere do-tati, tra varie altre qualit, anchedi una notevole resistenza fisica.Fino al 17 maggioTeatro Ventaglio Smeraldo, piaz-za XXV Aprile, 10Orario: 20.45 (domenica alle 18)Info e prenotazioni:02.29.00.67.67

    IL PRINCIPE DELLA GIOVEN-TUIl Principe della Giovent unprogetto originale di Riz Ortolani,

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    liberamente tratto dal famoso fattostorico La Congiura dei Pazzimai prima dora portato sulla sce-na musicale. La storia si svolge aFirenze, nel breve arco di quattromesi (dal gennaio al 26 aprile

    dellanno 1478) nel momento pialto dello splendore rinascimenta-le, un anno denso e ricco di eventisignificativi e decisivi per i duefratelli Medici, Lorenzo (GrazianoGalatone) e Giuliano (EdoardoLuttazzi).

    Il fatto in se stesso un drammauniversale che si ripete nei secoli.

    Lorenzo di appena ventotto anni, gi da dieci, Capo supremo

    dello Stato di Firenze, poeta egrande mecenate delle arti; il gio-vane fratello, ventiquattrenne,Giuliano il Principe della Gio-vent (cos lo chiamava il poetaPoliziano) con il suo grande e dif-ficile amore per la giovane Fioret-ta Gorini (Valentina Spalletta), fi-glia di un umile mercante di stoffe,complice la nutrice Cencia (parte-cipazione straordinaria di Donatel-la Pandimiglio). In contrasto con

    lo splendore Rinascimentale,lamore, la vivacit della gioventfiorentina, il gioco del calcio, gliintrighi, serpeggia la cupa oscuritdella famosa Congiura dei Pazziorganizzata da Franceschino dePazzi (Sandro Querci) divoratodallinsano odio e gelosia per idue fratelli Medici, cos amati dalpopolo, nonch per il loro poterebancario. La congiura culminacon lassassinio del giovane Giu-liano nella Cattedrale di Santa

    Maria del Fiore: diciannove pu-gnalate durante la Santa MessadellAscensione officiata dal Car-dinale Riario, giovane nipote diPapa Sisto IV, alleato della fami-glia Pazzi nel complotto.

    Giuliano morir tra le braccia dellasua amata Fioretta, in attesa delloro figlio, futuro Papa ClementeVII. La congiura per non riescenellintento perch Lorenzo, mira-colosamente salvato, rafforza ilsuo potere e ne esce trionfante: ilpopolo fiorentino lo vendica e loacclama e nei secoli a venire sar

    sempre Lorenzo il Magnifico. Laforza espressiva delle musichesostenute dalle potenti orchestra-zioni dellautore fanno vivere tuttalintensit delle emozioni.

    Dal 6 al 14 maggio

    Teatro degli Arcimboldi, vialedellInnovazione 20

    Orario: Mercoled 6 maggio alle21; gioved 7 maggio alle 16 e alle21.. Luned 11, marted 12, mer-coled 13, gioved 14 maggio alle21

    Info e prenotazioni:02.64.11.42.200

    La cimice

    Proseguono al Piccolo Teatro diMilano le repliche de La cimicedi Vladimir Majakovskij, con la re-gia di Serena Sinigaglia, la tradu-zione e ladattamento di FaustoMalcovati e della stessa Siniga-glia. La cimice, scrisse Majako-vskij, la variante teatrale di

    quellargomento fondamentale alquale ho dedicato versi e poemi:la lotta contro il piccolo-borghese. Un testo importante econ molti spunti di attualit, pocopresente sulle scene italiane:loperaio Prisypkin, presodallambizione di avere una vitamigliore, lascia loperaia Zoja,che lo ama e che per lui tenta ilsuicidio, e si fidanza con Elzevira,di professione cassiera, figlia dipiccolo-borghesi. Si sposano e

    durante il banchetto nuziale, chefinisce in una sbornia collettiva,scoppia un incendio. Vi perdonola vita tutti, tranne Prisypkin, cherimane ibernato dallacqua gelidadegli idranti. Dopo cinquantanni la com

    media venne rappresentata per la

    prima volta nel 1929 nella nuo-va societ comunista che si nelfrattempo realizzata, certi compor-

    tamenti individuali, egoistici, pro-pri di un mondo diviso in classi edominato da interessi privati sonoormai superati e vengono consi-derati come antiche malattie.Prisypkin viene rinvenuto nel suo

    blocco di ghiaccio e fatto sconge-lare per essere esaminato: gli sitrova addosso una cimice cheviene catturata e isolata nello zoo.Nonostante il controllo degliscienziati, ben presto i germi dellamalattia nota come borghesia an-cora attivi nel corpo di Prisypkin sidiffondono provocando inauditemanifestazioni. Alla fine i due pa-rassiti, il borghesius vulgaris Pri-sypkin e il cimex normalis ven-gono rinchiusi nello zoo per esse-re mostrati alla folla attonita

    Penso che Majakovskij non siastato solo un uomo di teatro mauno di quegli artisti completi di cuioggi, soprattutto in Italia, sentia-mo molto la mancanza, spiegaSerena Sinigaglia. Chi fa teatronon fa cinema, chi lavora nel ci-nema non dipinge Majakovskijaveva talento per tutto: facevacinema, era attore, scriveva per il

    teatro, disegnava manifesti, co-stumi e scenografie. Soprattutto,come molti altri della sua genera-zione, era un poeta. Un poeta nelsenso pasoliniano del termine,quella figura che, in una forma direligiosit laica, il vero profeta diuna societ. Ma siccome lessere

    umano spesso non allaltezzadel proprio compito, aggiunge laregista, chi sa guardare avanti - ilpoeta - e vorrebbe volare in alto,finisce sempre per schiantarsitragicamente.

    In scena un eccellente cast di at-tori che comprende, tra i protago-nisti, anche Paolo Rossi e Mas-simo De Francovich.

    Fino al 24 maggio

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    Piccolo Teatro Strehler, largoGreppi 1

    Orari: marted e sabato alle 19.30;luned, mercoled, gioved e ve-nerd alle 20.30; domenica alle

    16. Luned 18 maggio: riposo

    Info e prenotazioni:

    848.800.304

    Antonio e Cleopatra alle corse

    Un uomo e una donna drogatidal gioco si tormentano, si amanoe si divertono. Un gioco di coppiache mescola vita, amore, scom-messe. Una storia tragicomica,insolita e appassionante per il

    nuovo spettacolo di Andre RuthShammah.

    Un marito e una moglie, ai giorninostri, in una qualsiasi nostra cit-t, lui senza soldi, lei senza sole,

    che si chiamano Bambino e Bam-bina. Lei ha una malattia rara, nonpu esporsi alla luce. Vivono inuno spazio travestito da sala

    corse, immersi nel gioco e perdo-no senza tregua. Lui vincerebbe

    ma non punta mai. Lei giocasempre cavalli perdenti. Lui vagadi bar in bar, ruba noccioline etorna ogni volta da lei con storie e

    immagini della vita di fuori. Ricor-dano, scherzano, si insultano, bal-lano, si cercano, si respingono, sifanno domande, non si rispondo-no. Come in una danza ritmatadalla voce surreale di un com-

    mentatore ippico, tenerezza, iro-nia, crudelt si intrecciano e so-vrappongono alla ricerca di unavia di salvezza, per sottrarsi allaminaccia della fine.

    Dal 12 al 28 maggio

    Teatro Franco Parenti, via PierLombardo 14

    Orario: 20.30 (gioved alle 18.30,domenica alle 16)

    Info e prenotazioni:

    02.59.99.52.06

    ARTEQuesta rubrica curata da SilviaDellOrso

    LEcomuseo Urbano Metropoli-tano di Milano (EUMM) unprogetto che mira a valorizzare ilpatrimonio materiale e immateria-le attraverso un percorso di ricer-ca sulla memoria, sulla storia lo-cale e su ci che di tutto questo ancora riconoscibile sul territorio. stato avviato nel 2007 grazie alsostegno del Consiglio di Zona 9e al supporto della Societ Edifi-catrice Niguarda: partito, appun-

    to, da Niguarda, ma si sta giampliando allarea nord di Milano.

    Un ecomuseo non si costruisceex novo in questo o quel territorio,non mai calato dallalto, mainteragisce e dialoga con le realtsociali e culturali gi presenti eattive in loco, viene deciso tappadopo tappa con i cittadini, leassociazioni culturali, gliintellettuali, gli operatori locali,attingendo dal loro patrimonio diidee, conoscenze, risorse,entusiasmo, voglia di partecipare.

    Tra i principali obiettivi vi quellodi promuovere la cittadinanzacome valore civile e lo strumentoecomuseale, avvalendosi della

    raccolta e dellinterpretazione dimemorie, saperi, tradizioni, insisteproprio sui principi dellaconvivenza, dellinclusione e delsenso di responsabilit collettivache nasce dalla conoscenza dellepropria storia.

    Tra le attivit svolte dallEUMMc la Mappa di comunit, stru-mento prezioso per immergersinelle pieghe del quartiere, per ini-ziare a prendersene cura attiva-mente, trasformando il proprio at-taccamento in una rappresenta-zione pubblica condivisa e so-cialmente utile. Il percorso di co-struzione della Mappa di Comu-nit, non produrr soltanto

    lindividuazione di luoghi, ma an-che la loro storia e ci che rap-presentano per la comunit. Unpercorso collettivo, al quale stan-no prendendo parte gli abitanti delquartiere e a cui sta contribuendoanche il Politecnico di Milano.

    Per saperne di pi:

    Mappare Niguarda e Zona 9Partecipa anche tu alla mappatu-ra del territorio niguardese, dise-

    gna con noi la Mappa di ComunitdellEcomuseo Urbano Metropoli-tano Milano NordMarted 12 maggio 2009

    ore 21.00I temi, la mappa, gli strumentiSala consiliare di quartiereVia Ornato 7

    Domenica 17 Maggio 2009ore 15.00-19.00Il mapping-partyper le vie di Niguarda a partiredal Centro Servizi Ghiglionevia Val di Ledro 23

    Una campagna di mappatura col-laborativa per lo sviluppodella mappa libera e la condivi-sione delle informazioniterritoriali del primo ecomuseourbano nella citt di Milano.In collaborazione con Open Street

    Map Italia.

    Info:www.tramemetropolitane.ithttp://wiki.openstreetmap.org/wiki/T:Pagina_Principalemail: [email protected]

    E segnaliamo anche:

    Martedi 19 Maggio 2009Facolt di Architettura e Societvia Ampere 1

    ore 14.30 - 18.30 Aula IVEcomusei UrbaniPopolazioni, mappe, politiche

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    Esperienze a confronto a parti-re dal caso lombardo

    Introduce:Rossella SalernoDiAP - Politecnico di Milano

    Coordina:Camilla CasonatoDiAP- Politecnico di Milano

    Intrvengono:Alessandra Micoli-Elisa Piria-Michela BrescianiEcomuseo Urbano MetropolitanoMilano Nord

    Vincenzo SimoneEcomuseo Urbano di Torino

    Raul del Santo

    Ecomuseo del Paesaggio, Para-biago

    Daniele VillaDiAP - Politecnico di Milano

    Mauro ErriuCriteria

    Giuliana RicciDiAP - Politecnico di Milano

    stato dapprima nella casa vec-chia dei Medici a Firenze, quindi,dal 1495, in Palazzo Vecchio, perpoi essere spostato, nel Seicento,in Palazzo Pitti, dove rimastofino al suo trasferimento, nel1778, agli Uffizi, nella nuova Saladei Bronzi Moderni, passando poial Bargello, all'indomani della fon-dazione del museo nel 1865. L ilDavid di Donatello occupa un po-sto di tutto rilievo all'interno delgrande Salone dedicato allo scul-

    tore fiorentino, da cui tuttaviamomentaneamente assente poi-ch stato chiamato a fare datestimonial della Campionaria del-le qualit italiane, manifestazionededicata alle eccellenze del no-stro Paese, promossa da Fonda-zione Symbola e Fiera Milano.Eccolo, dunque, fino al 31 maggioa Fieramilanocity, in occasionedella nuova Campionaria, dedica-ta in particolare ai temidelleconomia, del territorio, dellaricerca, dellinnovazione (orario:

    10/19). Diversamente dai bronzidi Riace che, nonostante svariatitentativi di trasloco, non si sonoancora mossi da Reggio Calabria,

    il celeberrimo e altrimenti inamo-vibile bronzo di Donatello 158centimetri di pastore biblico, ritrat-to attorno al 1440 come malinco-nico ed efebico eroe pagano approdato a Milano, reduce da unrecentissimo restauro che ne ha,

    fortunatamente, sottoscritto le ot-time condizioni conservative e for-te di unassicurazione di 100 mi-lioni di euro.

    la mostra simbolo delle cele-brazioni per il centenario della na-scita del Futurismo. Una rassegnaimpetuosa e forse un po bulimica,ma come di fatto fu il Futurismo ecome si conf alla passione dellostudioso che ama rendere pubbli-che le proprie scoperte. Il Futuri-smo a volo duccello, dunque,guardando al movimento in tutta

    la sua estensione cronologica esenza omettere nessuna dellesue molteplici declinazioni, esplo-rando anzi lintero campo dazionedi unavanguardia la cui piena va-lutazione stata a lungo condi-zionata dalle sue collusioni colfascismo. A cura di Giovanni Listae Ada Masoero, la rassegna riuni-sce circa 500 opere, spaziandodai dipinti, disegni e sculture, alparoliberismo, ai progetti e dise-gni d'architettura, alle scenografiee costumi teatrali, alle fotografie,

    ai libri-oggetto e ancora agli arre-di, allarte decorativa, alla pubbli-cit, alla moda, offrendo in chiu-sura un assaggio di film futuristi. Il20 febbraio 1909 Filippo Tomma-so Marinetti pubblicava su Le Fi-garo il Manifesto del Futurismoed appunto a Marinetti che spet-ta un ruolo chiave nel percorsoespositivo, traghettando nelletdelle avanguardia larte italiana difine 800 alla quale dedicataunefficace panoramica in apertu-ra, tra Simbolismo e Divisionismo.Si prosegue quindi per decenni,individuando di volta in volta lefigure e i caratteri dominanti. Boc-cioni, Carr, Balla, Severini, Rus-solo, Soffici, Prampolini, Depero,Sironi, Dottori e molti altri. Lacompagine di maestri futuristi ampiamente rappresentata, an-che grazie a opere non scontate,e la rassegna segue lintera evo-luzione del movimento fino a tuttigli anni 30 e oltre, avventurandosinella met del secolo scorso perrintracciarne gli eredi: da Fontanaa Burri, Dorazio, Schifano ai poeti

    visivi.Futurismo 1909-2009. Velocit +Arte + Azione.

    Palazzo Reale, piazza Duomo 12 orario: 9.30/19.30, luned14.30/19.30, gioved 9.30/22.30.Fino al 7 giugno.

    I temi sono tutti indiscutibilmente

    ponderosi e decisamente univer-sali: Potere, Quotidiano, Vita,Morte, Mente, Corpo, Odio, Amo-re. Ognuno di questi rinvia a unadelle 8 sezioni in cui si articola lamostra bergamasca il cui titolo,Esposizione Universale, sembraironizzare su uno degli argomentipi frequentati e ineludibili delmomento. Qui per lExpo rigo-rosamente artistico, con una car-rellata di un centinaio di opere dal400 ai giorni nostri, forte innanzi-tutto del patrimonio

    dellAccademia Carrara di Ber-gamo, ma non solo. Si va da Gio-vanni Bellini, Bergognone, Botti-celli, Carpaccio, Foppa, Pisanello,Tiziano a Casorati, Duchamp, DeChirico, Christo, De Dominicis,Ontani, Clemente, Kabakov, Gil-bert & George, Maria Lai, Spallet-ti, Arienti, Cuoghi e molti altri, tracui Ben Vautier le cui opere-testoricorrono in tutte le sale. A cura diGiacinto Di Pietrantonio, non laprima volta che il direttore dellaGalleria dArte moderna e con-temporanea di Bergamo mette aconfronto larte antica con quellamoderna. Lo ha fatto ragionandosulle Dinamiche della vitadellarte, una rassegna di qualcheanno fa e continua a riproporreanche in questo caso la sua vi-sione unitaria dellarte, tutta con-temporanea, perch con gli oc-chi di oggi che si rilegge larte diieri.

    Esposizione Universale Lartealla prova del tempo.

    Bergamo, Galleria darte moderna

    e contemporanea, via San Toma-so 53 orario: marted-domenica10/19, gioved 11/22. Fino al 26luglio.

    la prima mostra in uno spaziopubblico milanese lantologica cheil Museo di Arte Antica al CastelloSforzesco dedica a Cordelia vonden Steinen. A cura di Elena Pon-

    tiggia, la rassegna incentratasoprattutto sulla produzione pirecente dellartista, quella legataalla stagione iniziata nei tardi anni

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    70, quando Cordelia, dopo gli e-sordi nel segno di un realismo diascendenza espressionista e unafase venata da vaghe suggestioniastratte, approdata a quella fi-gurazione a un tempo poetica enarrativa che la contraddistingue,

    fatta di estrema naturalezza, masenza indugiare nel verismo. Ori-ginaria di Basilea, ma formatasi aMilano, allAccademia di Brera,alla scuola di Marino Marini e AlikCavaliere, e poi a Roma e a Pari-gi, stata legata da un intensosodalizio darte e di vita allo scul-tore Pietro Cascella, morto loscorso anno. La mostra allineauna cinquantina di opere in terra-cotta, tra cui alcune grandi instal-lazioni, a documentare liter crea-tivo della scultrice svizzera dagli

    anni 70 a oggi.Cordelia von den Steinen. Il so-gno e i segni.

    Castello Sforzesco, Museo darteantica, Sala degli Scarlioni ora-rio: marted-domenica 9/13 e14/17.30. Fino al 31 maggio.

    Un nuovo appuntamento a Breraper ricordare il bicentenario dellanascita della Pinacoteca milane-se. Dopo i Caravaggio e dopo la

    presentazione del restauro delloSposalizio della Vergine di Raffa-ello, ora stabilmente reinserito nelpercorso espositivo, la volta diuno sguardo al passato recentedella galleria per riproporne la sa-la dedicata ai paesaggi. Per tuttol800 Brera ha sfoggiato una salainteramente consacrata a questogenere pittorico, nella quale figu-ravano opere di Marco Gozzi,Bernardino e Gaspare Galliari,Luigi Basiletti, Rosa Mezzera emolti altri, tra cui anche AndreaAppiani, nume tutelare

    dellAccademia e della sua Pina-coteca, presente per con dueopere di soggetto mitologico, Gio-ve incoronato dalle Ore e Apollo.Dipinti che si possono rivedereora, in una rassegna a cura di I-sabella Marelli, allestita al centrodella sala XV. La mostra docu-menta le trasformazioni che han-no caratterizzato la pittura di pae-saggio nel corso del XIX secolo,un genere del quale fu protagoni-sta Marco Gozzi (1759-1839) ar-tefice di vedute che sancirono

    labbandono del paesaggio arca-dico a favore di un approcci pisensibile al vero. La collezionevenne ripartita tra Pinacoteca e

    Accademia al momento della se-parazione dei due istituti e nel1902, col riallestimento di Brera,le opere dell800 vennero date indeposito al Comune di Milano,dapprima per dare vita al Museodel Castello Sforzesco, quindi tra-

    sferite nella Villa Reale di via Pa-lestro, sede della Galleria dartemoderna e in parte poi collocatein uffici periferici. In mostra si ve-dono anche dipinti di proprietdellAccademia di Brera.

    La Sala dei Paesaggi. 1817 1822.

    Pinacoteca di Brera, via Brera 28,Sala XV orario: marted-domenica 8.30/19.15. Fino al 2giugno.

    Lopera incisa di James Ensor al centro di una mostra, a cura diFlavio Arensi, allestita nelle saledi Palazzo Leone da Perego aLegnano. Sono esposte 188stampe del maestro belga vissutoa cavallo tra 800 e 900, prove-nienti dalla collezione Kreditbank;tra queste 134 acqueforti, a deli-neare un percorso influenzato ini-zialmente dallesperienza impres-sionista che lascia ben presto il

    passo a un deciso espressioni-smo, tramite per una dissacrantee spietata critica della societ deltempo. Occupa una posizione ri-levante, la stampa, nella produ-zione di Ensor, un medium che siaddice alla sua vena di solitariofustigatore del compassato mon-do borghese, ma anche alle suesfrenate escursioni nei territori delfantastico e del grottesco. Nonmancano, peraltro, anche i pae-saggi, le marine, le nature morte, iritratti e gli autoritratti, con

    unattenzione particolare riservataalla figura di Cristo che ricorre inalmeno una dozzina di incisioni ea cui dedicato lalbum litograficodal titolo Scnes de la vie duChrist.

    Parallelamente, al Castello di Le-gnano si possono visitareunantologica di Tino Vaglieri anove anni dalla morte dellartistatriestino, milanese dadozione, dicui si segue il percorso dapprimalegato al Realismo esistenziale eapprodato quindi allinformale e

    una personale della giovane arti-sta di Merate, Marta Sesana.

    James Ensor. Lopera incisa.

    Legnano, Palazzo Leone da Pe-rego - orario: marted-venerd16/19.30; sabato 15.30/19.30;domenica e festivi 10/13 e15.30/19.30; mercoled 21/23. Fi-no al 28 giugno.

    Gli spazi della Fondazione Pomo-doro sono letteralmente occupatidalle grandiose installazioni dellasettantanovenne artista polacca,protagonista della nuova mostra,a cura di Angela Vettese. dav-vero una rifondazione del lin-guaggio della scultura quella chesi avverte nellopera di MagdalenaAbakanowicz. Monumentale nonsolo per le dimensioni degli 11lavori esposti, ma anche per il re-spiro, per la vastit della conce-

    zione, per il modo in cui le suecreazioni interagiscono con lospazio, occupandolo, appunto etrasformandolo. Lo si vede peresempio in Embriology, installa-zione acquistata nel 2008 dallaTade Modern di Londra e ora aMilano. Un lavoro imponente i-deato nel 78, fatto di centinaia disacchi di iuta imbottiti, di varie di-mensioni e a forma di patata, giintrinsecamente destinati a tra-sformarsi nelle sue folle di figureumane e animali, arricchendosi aun tempo con luso di altri mate-riali: ceramica, acciaio, alluminio,bronzo. Nata in una famiglia ari-stocratica, Magdalena Abakano-wicz ha sempre vissuto e lavoratoa Varsavia e si vista poco in Ita-lia a parte le Biennali di Venezia euna mostra al Mart di Rovereto.

    Magdalena Abakanowicz.Space to experience. Fondazio-ne Arnaldo Pomodoro, via AndreaSolari 35 orario: mercoled-domenica 11/18 (ultimo ingressoalle17); gioved 11/22 (ultimo in-

    gresso alle 21). Fino al 26 giugno.

    Accompagnati da Giovanni Testo-ri in una rassegna che sa di no-stalgia nellepoca del mostrismospinto, dei supermanager edellarte intesa come merce discambio. Quattordici dipinti, te-stimonianza della pittura a Novarae dintorni tra fine 500 e 700, re-staurati dalla Soprintendenza delPiemonte grazie al sostegno dellaBanca Popolare di Novara, e col-locati eccezionalmente nella na-vata della basilica di San Gau-denzio. Capolavori tra i capolavoriperch il percorso espositivo, ide-ale omaggio alle passioni di Te-

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    stori alimentatesi di arte novare-se, sacri monti e qualit della pit-tura coniugata a forte tasso diumanit, si snoda tra le cappellegrandiosamente affrescate e ric-camente ornate di opere dartedella stessa San Gaudenzio.

    Quindi le tele di Gaudenzio Ferra-ri, Cerano, Tanzio da Varallo, Mo-razzone si trovano a dialogarecon opere di questi stessi artistiabitualmente custodite nella chie-sa novarese, fino a sortire acco-stamenti inediti come la pala diSanta Caterina di Gaudenzio Fer-rari, proveniente dal Duomo diNovara, e il Polittico di San Gau-denzio; oppure il bozzetto di Tan-zio da Varallo per la tela della bat-taglia di Sennacherib a fianco del-la tela definitiva nella Cappella

    dellAngelo Custode che rinviaalla suggestiva lettura comparatatestoriana Tanzio-Gricault. Sen-za trascurare il Ceranino, France-sco Cairo e il settecentesco Giu-seppe Antonio Pianca.

    Da Gaudenzio a Pianca. Omag-gio a Testori. Capolavori restau-rati nel novarese.

    Novara, Basilica di San Gauden-zio orario: marted-venerd15.30/18.30; sabato 10/12.30 e15.30/18.30; domenica15.30/18.30; chiuso luned. Finoal 17 maggio.

    Il soggiorno di Leonardo da Vincia Vigevano, testimoniato dallostesso maestro nei suoi appunti, il pretesto per una serie di iniziati-ve in zona che ruotano attorno aquesto genio poliedrico, tra cuiuna mostra decisamente insolita.Anzi impossibile perch riuniscelintera opera pittorica di Leonar-

    do, operazione in s inimmagina-bile se non attraverso il ricorsoalle tecnologie di riproduzione di-gitale. cos che 17 opere leo-nardesche, ricostruite in dimen-sioni reali e retroillluminate (alpunto da essere apprezzabili ana-liticamente talvolta meglio deglioriginali), sono esposte tutte as-sieme negli spazi del castello vi-gevanese. Dalla Gioconda allaVergine delle Rocce, alla Damacon lermellino e persino lUltimaCena, questultima presentatanella vicina chiesa sconsacrata diSan Dionigi, da poco restauratacome anche limponente pala delCerano, qui custodita, raffiguranteil martirio del santo. Questa ras-

    segna non la prima del genere.Lideatore del progetto, RenatoParascandolo, ha cominciato apensarci nel 2000, quando, alloradirettore di Rai Educational, strin-se un accordo col Ministero per iBeni e le Attivit culturali per foto-

    grafare e riprendere in video imaggiori capolavori dei musei ita-liani. Cominci da l la sua avven-tura nei territori della riproduzionedelle opere dar


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