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PDF n° 18 16-6-2009

Date post: 06-Apr-2018
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    Direttore Luca Beltrami Gadola

    numero 18

    16 giugno 2009

    edizione stampabile

    In questo numero

    Editoriale - LBG - BALLOTTAGGIO: ASTENSIONE, FAR VINCERE LA STUPIDITA'

    Approfondimenti - Mario De Gaspari - MILANO: LE OMBRE DEL SALOTTO BUONO DEL MAT-TONE

    Lavoro - Giuseppe Ucciero - A PROPOSITO DI TOLLERANZA ZERO: L'ORTOMERCATO AL TEM-PO DELL'EXPO

    Ambiente e scienza - Riccardo Lo Schiavo - ZANZARE, COPERTONI E IMMIGRAZIONE. UNASTORIA MILANESE

    Metropoli - Filippo Beltrami Gadola - MILANO E LA FAME: MANGIARE MEGLIO MANGIARE TUT-TISociet - Michele Bernelli - GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE: CRESCE LA "SPESA GIUSTA"

    Urbanistica e architettura - Pietro Cafiero - I MERCATI MENEGHINI

    Lettera - admin - ALFONSO MARZOCCHI SCRIVE E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

    Dal Palazzo - ***** - LETIZIA E RED - STESSO COLORE DEI CAPELLI. STESSE IDEE?

    Scuola e Universit - Vincenzo Viola - L'IMPROVVISAZIONE DEL POTERE

    In YouTube

    L'ACQUISTO SOLIDALE

    RUBRICHE

    MUSICA a cura di Paolo ViolaARTE - a cura di Silvia Dell'Orso

    TEATRO a cura di Maria Luisa Bianchi

    CINEMA E TV a cura di Simone Mancuso

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    EditorialeBALLOTTAGGIO: ASTENSIONISMO, FAR VINCERE LA STUPIDIT

    LBG

    La disaffezione, la disistima,linsofferenza verso la classe poli-tica ormai si sprecano: qualchebuona ragione c e son senti-menti del tutto trasversali. Chi dacorpo, parlando e scrivendo, aquesti sentimenti ovviamentequella che una volta avremmochiamato borghesia intellettuale.Nella sinistra questa borghesia molto presente e in passato hafornito alla politica uomini eccel-lenti, oggi meno, quasi nulla.

    Oggi invece una parte consistentedi quella borghesia preda di unasorta di disprezzo-odio che la ac-ceca e lastensionismo elettoraledel quale si fa portavoce ne lamanifestazione pi evidente. Ilnon recarsi alle urne ha pochevalide ragioni solo nel caso deireferendum e Giovanni Sartori sulCorriere della Sera di qualche set-timana fa ha lucidamente spiega-to perch sceglieva lasten-sionismo: un quesito referendariomal posto, un risultato in ogni ca-

    so di direzione contraria allinte-resse generale del Paese, ancherispetto agli obiettivi dei promotori.

    Nel caso del rinnovo degli organi-smi elettivi previsti dal nostro or-dinamento istituzionale lasten-sionismo invece sempre colpe-vole. Tante le ragioni per votare acominciare dalla prima: i destinicomuni abbiamo il diritto-doveredi determinarli democraticamente.

    La seconda ragione perch leinterpretazioni dellastensionismo,le cui cause possono essere lepi varie ed eterogenee, non ser-ve a orientare la classe politicanelle sue scelte. Anzi lascia unmargine dincertezza interpretati-va che fa solo il gioco della classepolitica al potere da una parte edallaltra. Questo quello che nonhanno capito i sostenitori a sini-stra dellastensionismo: non sonopochi, alcuni, come si detto,preda del disprezzo-odio, altri de-

    lusi dal non essere stati valorizza-ti, altri perch il candidato nonrappresenta che solo in parte leproprie istanze (i duri e puri votatial suicidio da kamikaze) altrisemplicemente stupidi. Largo-mento clou degli stupidi pres-sappoco questo: non andiamo avotare cos lanciamo un segnaleforte ai partiti, della sinistra in par-ticolare, del disprezzo e della disi-stima che nutriamo nei loro con-fronti. Si vestono di nero in unanotte buia e si lamentano di non

    esser visti.Ma santo Dio, se la colpa di que-sta classe politica linsensibilit,lincapacit di fronte ai cambia-menti sociali, lessersi chiusa inuna casta, chi potrebbe pensareche lastensionismo li cambi? un giochino stupido, buono perchiacchiere da salotto, fatto nelventre caldo di un ceto che pro-tegge, la perdita definitiva per

    loro del senso di appartenenza auna qualunque classe sociale.Una volta avevano un partito:LUomo Qualunque. Oggi poilastensionismo da parte di costo-ro ancora pi riprovevole: an-diamo a votare a un ballottaggioche non serve solo a scegliere ilnuovo presidente della Provinciama che mai come oggi rappresen-ta uno scontro politico tra due di-verse e opposte visioni del futuro,di come affrontarlo, se puntellarela vecchia economia liberista sen-

    za muovere una virgola e col suomodello di sviluppo o se imbocca-re coraggiosamente una nuovaera riformista. La dirigenza deipartiti di sinistra anche solo ieri hadato uno spettacolo indecorosodei suoi vecchi costumi.

    Per ricominciare la sola via can-cellare dalle aule parlamentari ivalori della sinistra riformista?Cancellare dalle istituzioni demo-cratiche le voci del riformismosperando che rinascano assieme

    a una nuova classe dirigente?Follia. Il lavoro va fatto con unarude presenza della societ civilenel recinto dei partiti della sinistra:non sono inespugnabili. Una viafaticosa questultima, inadattaalluomo qualunque. E se luomoqualunque non fosse solo stupidoma anche pigro? Senza idee? Infondo solo conservatore vergo-gnandosi di esserlo?

    ApprofondimentiMILANO: LE OMBRE DEL SALOTTO BUONO DEL MATTONE

    Mario De Gaspari

    Tre anni fa una societ finanziariamilanese di nome Sopaf ha e-messo questo comunicato stam-pa: Sopaf al 33% nel Fondo A-ster un altro passo nel settore

    immobiliare. Milano, 21 aprile

    2006 Sopaf s.p.a. rende notoche la controllata LM & PertnersS.c.a. ha sottoscritto il 33,33% delFondo Aster, fondo comune diinvestimento immobiliare di tipo

    chiuso, riservato a Investitori Qua-

    lificati e gestito da Vegagest SGR.La sottoscrizione, pari a circa 22milioni di Euro, sar finanziata inparte da terzi e in parte con risor-se proprie. Linvestimento si af-

    fianca ad altre attivit del gruppo

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    Sopaf che comprendono la parte-cipazione in Polis Fondi SGR, perquanto riguarda larea dellAssetManagement e quella in LM RealEstate, per gli investimenti pro-prietari.

    Il nome di questa societ, Sopafs.p.a., forse non dice nulla algrande pubblico. Tuttavia si trattadi una societ che ormai fa partedel salotto buono della finanza.Adriano Galliani siede stabilmentenel Consiglio di Amministrazionedal luglio 2005 e dal luglio 2006 membro del comitato per il con-trollo interno. Ma quel che piconta che Sopaf la finanziariache fa capo ai fratelli Magnoni,Giorgio e Ruggero. Il secondo, inparticolare, un personaggio di

    tutto rilievo: il numero uno diLehman Brothers in Italia ed ilbanchiere che nel 99 ha affianca-to Roberto Colaninno nella scala-ta a Telecom. Il sodalizio tra Ma-gnoni e Colaninno poi prosegui-to con avventure di non poco con-to, tra cui spicca quella legata allanuova Alitalia, di cui, secondo al-cuni, Ruggero Magnoni sarebbe ilvero deus ex machina.

    Il Fondo chiuso Aster, invece, lasociet dei fratelli Siano, costituitaper promuovere una sola opera-zione immobiliare, per tuttaltroche insignificante, nellest milane-se, precisamente e Segrate. Chequesta operazione, denominataSanta Monica, sia di tutto rispetto,lo dicono i numeri: secondo il Sole24 ore del 10 maggio 2008 si trat-ta della pi grande operazioneimmobiliare in corso nel milanese,con una quotazione di mercato di500 milioni di Euro. In fondo altesto di un comunicato della stes-sa Sopaf del 29 giugno 2007, vie-ne riportata questa notiziola, qua-

    si si trattasse di uninezia: Sopafinoltre comunica che in data o-dierna la controllata LM & Par-tners S.c.a. (in liquidazione) haceduto ad un operatore del setto-re 871 quote del fondo Aster(33,33%), sottoscritte nellaprile2006, realizzando una plusvalen-za, al netto di oneri e costi acces-sori, di circa 10 milioni di Euro. IlFondo Aster un fondo comunedi investimento immobiliare di tipochiuso, riservato ad InvestitoriQualificati e gestito da Vegagest

    SGR, societ di gestione dellaCassa di Ferrara.

    Dieci milioni di euro solo per tene-re quattordici mesi in portafogliouna partecipazione non sono uncattivo affare, tanto pi che

    linvestimento era stato di soli 22milioni, poco pi del doppio. Paghidue prendi tre! Giova far notareche in quei quattordici mesi, perquanto concerne loperazioneSanta Monica, non successonulla di rilevante: il piano era gistato approvato dal Comune e ilsuccesso delliniziativa immobilia-re gi ampiamente assicurato. Mail motto di Sopaf pi valore alcapitale, e ben si capisce il per-ch, se senza fare nulla si posso-no guadagnare 10 milioni di euro

    in poco pi di un anno. Il suolo,come si vede, non ha pi dunquenessun valore intrinseco, in fun-zione della sua fertilit o dellamaggiore o minore prossimit alcentro urbano e ai servizi: il valo-re, anzi, intrinsecamente flessi-bile, determinato unicamentedallintraprendenza speculativa edalla capacit contrattuale cheloperatore immobiliare possiedeverso lamministrazione pubblica.La rendita che ne deriva, per,non una variabile passivadelloperazione: con quei soldi sisarebbero potuti costruire un cen-tinaio di alloggi popolari, si sareb-bero potuti realizzare servizi per ipi bisognosi, si sarebbe sempli-cemente potuto incrementare ilbilancio del comune. I lavori sulterreno, invece, procedono a ri-lento, c la stretta creditizia, fi-nanziare i lavori sempre pi dif-ficile perch le vendite procedonoa rilento. Forse arriver qualchesalvatore dalloriente o dalla Rus-sia, o da chiss dove. Forse arri-ver qualche fondo sovrano. For-

    se. Intanto quei dieci milioni (netti)non hanno certamente arricchitola comunit cittadina. E pi pro-babile che siano andati a sostene-re altre operazioni analoghe.Sopaf, tra le societ che operanonel settore immobiliare, tra quel-le che si sono difese al meglio:nel 2008 ha perso solo il sessantaper cento di capitalizzazione. Mol-to peggio hanno fatto altri colossidel Real Estate, come Pirelli, Ae-des, o la Risanamento di LuigiZunino.

    Questa vicenda a mio avviso me-rita una attenta riflessione, perchrappresenta uno spaccato reale dicome operano i meccanismi con-nessi alla rendita immobiliare nelmilanese.E merita, a mio modesto parere,

    anche una riflessione da partedella magistratura: infatti, giustoper cercare di capire se questeenormi plusvalenze possano sot-tendere anche qualche illecito,nello scorso febbraio stato pre-sentato un esposto alla Procuradella Repubblica.Facciamo una passo indietro. An-no 2002. E un anno importanteper la speculazione: viene appro-vato il Collegato verde, un prov-vedimento in materia ambientale,collegato appunto alla finanziaria.

    Si tratta di pochi articoli, tra i qualila possibilit per la bicicletta elet-trica di circolare senza limitazioni.Interessante! Pi interessante per larticolo 12 che rivede tuttala procedura in materia di bonifi-che, che dora in poi saranno affi-date a privati.

    Questi in sostanza potranno sfrut-tare le capacit edificatorie deiterreni inquinati e accollarsilonere della bonifica utilizzandoparte del plusvalore generatodallintervento. La responsabilitdel soggetto che ha causatolinquinamento viene mantenutama chi ha capacit di investimen-to e progetti pu proporsi, farsiassegnare larea, bonificare e co-struire. Dati la scarsit di risorsepubbliche e gli alti costi delle boni-fiche la normativa pare a tutti piche ragionevole.La norma ci mette un po ad in-granare, le vecchie procedurepubbliche, lente e inefficaci, nonvengono subito smantellate. Mac qualcuno che capisce presto

    che il settore delle bonifiche puessere promettente. Anche nelmondo della finanza la cosa nonpassa inosservata.La nostra Sopaf tra le pi svelte.Nellottobre 2005 la societ co-munica di avere acquisito, attra-verso una propria controllata, il26% di SADI spa. SADI una a-zienda che ha oltre un secolo distoria, con sede in provincia diVicenza e opera nel settoredellarchitettura, principalmentecon la progettazione e produzione

    di controsoffitti, pavimentazioni

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    sopraelevate e allestimenti nava-li. Ma non questo ci che inte-ressa agli amministratori della fi-nanziaria. Da qualche tempo SA-DI si inserita nel campo dellebonifiche ambientali e questo purendere parecchio. Loperazione,

    riferisce il comunicato di Sopaf,rientra nella strategia di diversifi-cazione del portafoglio proprieta-rio perseguita da Sopaf volta adeffettuare investimenti in settori dinicchia, attraverso la costituzionedi veicoli specialistici (quali IDA)che consentano di creare siner-gie, a livello settoriale, tra inve-stimenti simili in termini di knowhowe skill operativi, accelerandoil processo di creazione del valo-re.

    Nessuna speculazione, per carit!Solo una bella accelerata nellaproduzione del valore! Nel comu-nicato si dice: Attraverso lop-razione prospettata, Sopaf com-pie il primo investimento in unaazienda operante, tra laltro, nelsettore delle bonifiche ambientalie dello smaltimento dei rifiuti in-quinati. Anche a seguito delle re-centi normative italiane e comuni-tarie in materia ambientale, Sopafritiene che il settore presenti pro-spettive di crescita interessanti esi pone lobiettivo di favorire lacrescita di SADI, anche attraversooperazioni di aggregazione conaltre realt operanti nel settoredelle bonifiche ambientali e deltrattamento dei rifiuti industriali.La SADI, in particolare la divisio-ne ambiente che ha sede in pro-vincia di Torino, la ritroviamo oggicoinvolta in uninchiesta che haavuto una certa risonanza nellacronaca milanese. SecondoGiancarlo Grossi, amministratoredelegato della Green HoldingSpa, la SADI di Torino sarebbe

    nelle mani della ndrangheta. E, asuo dire, proprio per tenerla sottocontrollo nel 2004 lui stesso a-vrebbe fondato la Ma.Te.Co., affi-dandola a due marescialli dellafinanza in pensione. Stiamo par-lando dellinchiesta su Santa Giu-lia, o Montecity, la citt nella cittsognata da Luigi Zunino e proget-tata da Norman Foster, una gran-de e ambiziosa operazione im-mobiliare impantanata nella crisi ein un mare di debiti.

    La citt e il suolo urbano vengonodunque considerati un po comevacche da mungere allo sfinimen-to e c una categoria di profes-sionisti, per la verit un po bor-derline, particolarmente preparatialloperazione. Si tratta di uomini

    che operano al confine tra la fi-nanza e la nuova economia im-mobiliare, ben inseriti nei mecca-nismi della pubblica amministra-zione, con grande capacit dipersuasione, e circondati da col-laboratori fidati, flessibili e non dirado abbastanza spregiudicati. Ascavare negli intrecci della crona-ca si scopre che ricorrono spessogli stessi nomi, perch non cosfacile avviare, sostenere e portarea compimento grandi operazioniimmobiliari. Occorrono persone

    esperte e collaudate. La Sopafcompare raramente in prima per-sona, ma spesso presente eattiva con plusvalenze di tutto ri-spetto.Brillante e non alla portata di tutti ad esempio loperazione che nelluglio 2005 porta Sopaf a parteci-pare, tramite una controllata, alprivate placement, cos vienechiamata la messa a disposizionedi quote, del fondo immobiliarechiuso denominato Fondo Immo-bili Pubblici, FIP, del MinisterodellEconomia e delle Finanze.Lofferta, irrevocabile e subito ac-colta, corrisponde ad un investi-mento di tutto rispetto, 57 milionidi euro. Erano i tempi della finan-za creativa, precedenti la conver-sione antimercatista del ministroTremonti: lo stato cartolarizzavagli immobili pubblici, incassavadenaro fresco e il rischio era acarico delle banche e degli inve-stitori istituzionali. In realt, so-prattutto allinizio, qualcuno fecedegli ottimi affari, i prezzi eranobuoni. Poi i prezzi salirono per

    effetto della bolla immobiliare, ilmeccanismo si incagli e allo sta-to restava lincombenza di ripiana-re le perdite.

    Oggi la chiusura definitiva di tuttaquella grande operazione di sicu-rization sembra sia costata allacomunit nazionale 1,7 miliardi dieuro. In compenso il patrimoniopubblico pi povero, alcuni entiche avevano la propria sede inpropriet sono costretti a pagarelaffitto, i problemi sociali, primo

    fra tutti quello della casa, sono

    tuttaltro che risolti. E innegabileche nel grande affare della valo-rizzazione immobiliare gli interessidelle comunit residenti sono po-co e mal tutelati.

    Negli ultimi anni le citt hanno

    dunque ben nutrito il sistema fi-nanziario. E difficile quantificare,ma non c analista che, nelcommentare le vicende dei paesiche via via sono entrati in crisi dalsettembre 2008, non faccia riferi-mento alla caduta dei prezzi degliimmobili, ai pignoramenti, alla pa-ralisi dellindustria edilizia. Il primopaese europeo ad entrare uffi-cialmente in recessione statolIrlanda: la tigre celtica, sempre increscita dal 1983, dove la crisi delsettore, ancora nel 2007 in cresci-

    ta del 7%, ha coinvolto da subitolintero sistema. La prima cosache stupisce che il processo divalorizzazione sembra non averelimiti. La valorizzazione del suolocome puro capitale fittizio unproblema di cui le politiche delterritorio non possono non tenereconto: un fondo viene valorizzato,poi venduto, chi acquista fa unnuovo piano e valorizza ulterior-mente, le banche asseverano efinanziano il nuovo piano, su que-sto si raccolgono risorse nel mer-cato obbligazionario, con questerisorse si fanno altre acquisizio-ni E la giostra sembra non ave-re fine. Se non si vende ai poveric il lusso nazionale, sempre bendisposto allinvestimento, se que-sto viene meno ci sono sempre irussi, o i cinesi; se vengono menoanche questi acquirenti restanopur sempre gli Emirati Arabi, ifondi sovrani.

    Il suolo si presta particolarmentea favorire la cosiddetta leva finan-ziaria: da qui nasce la tendenza

    alla bolla speculativa e alla con-centrazione della propriet fondia-ria nelle mani di istituzioni finan-ziarie, banche, assicurazioni, fon-di immobiliari, fondi sovrani. Daqui, dunque, deriva il rischio diessere colonizzati da capitaligiunti da altre parti del mondo cheuna volta esaurito il processo divalorizzazione migrano altroveverso altri territori. E un peccatoche il dibattito sullurbanistica m i-lanese sia inchiodato sullalter-nativa costruire molto/costruire

    poco, perch Milano corre invece

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    due rischi molto concreti: lin-vernabilit e limmobilismo. Lep-ifenomeno della crisi, forse,

    proprio Santa Giulia, o Montecity,la pi imponente operazione divalorizzazione immobiliare del

    nostro tempo. Vedere per crede-re!

    LavoroA PROPOSITO DI TOLLERANZA ZERO: LORTOMERCATO ED IL LAVORO AL TEMPO

    DELLEXPO.Giuseppe Ucciero

    Ci sono luoghi a Milano dove lalegge non osservata, conosciutao prevista: semplicemente nonesiste.Ci sono luoghi a Milano dove lasicurezza non tutelata, cono-sciuta o prevista: semplicementenon esiste.

    Ci sono luoghi a Milano dove i di-ritti non sono riconosciuti, cono-sciuti o previsti: semplicementenon esistono.Ci sono infine luoghi a Milano do-ve il valore del lavoro non rico-nosciuto: semplicemente ridottoa vessazione semischiavistica.

    Sono luoghi che i tartufi della tol-leranza zero non vedono, nonsentono e di cui non parlano, purvedendoli, sentendoli e parlando-ne sottovoce tra di loro.

    Il Luogo Non Luogo per eccel-lenza, il sito reale dove regna lostatus di extraterritorialit crimina-le, dove legge, sicurezza e dirittinon fanno parte del quotidianomodo di vivere e di lavorare, ilComune di Milano.Parliamo qui della SO.GE.MI.,lazienda pubblica che gestiscelOrtomercato, o per meglio direche offre graziosamente e gratui-tamente il grande mercato orto-frutticolo di Via Lombroso a chivuole provare lebbrezza del capi-talismo romantico delle origini,quello della Londra della primamet dell800, del primigeniomercato senza regole.

    Qui paleocapitalismo e XXI secolosi incrociano magicamente, comein un aleph dove tutto si confon-de, senza memoria e senza futu-ro.Qui il visitatore curioso, o magariuno dei nostri liberisti di sinistra,

    potr provare il brivido del contat-to con quelle ruvide figure im-prenditoriali che, ancora nettedalladdolcimento portato da quasidue secoli di lotte e mediazioninel mondo della produzione, trat-tano i proletari (o sottoproletari)semplicemente come carne da

    lavoro.

    Qui lantropologo potr toccarecon mano la pregnanza dei rap-porti interculturali tra etnie e pro-venienze diverse nella disperatacompetizione per ottenere il privi-legio di sudare come bestie per2,5 euro / ora.

    Qui loperatore del diritto potrosservare sul campo lindifferenzae gli sghignazzi degli operatoridella sicurezza al massacro u-

    mano e sociale in atto davanti aloro, e riaggiornare, letteralmenteriportare a giorno il significatodella parola dimenticata sbirro.Un Luogo Non Luogo, un incu-bo metropolitano nel cuore dellamacchina amministrativa comuna-le, dove tutti sanno ma al tempostesso dimenticano, paghi sem-plicemente di non far parte dellacalca dei disperati, o peggio anco-ra attenti a non perdere per stradale briciole che toccano a loro per illoro silenzio o la loro complicit.

    E non bastano per ridarci unaverginit cittadina e civile, lo di-ciamo subito per anticipare findora obiezioni prevedibili, opera-zioni una tantum pur lodevoli, olannuncio di timidi tavoli per lalegalit: serve ben altro per farfronte allintricato e verminosoconnubio tra malaffare criminale,speculazione commerciale, con-

    nivenze amministrative ed intreccipolitici.Ed infine ci dobbiamo allora purchiedere se di questo orrore si-stematico, di questa devastazioneomertosa, di questa corruzioneorganica della responsabilit, siaresponsabile solo la destra, o se

    invece non ne portino il peso an-che un campo democratico inertee silenzioso di fronte alla stragedei diritti.

    Sarebbe allora una gran cosa se iltema fosse ripreso e fatto oggettodi chiara iniziativa politica prima ditutto dal campo delle forze delcentro sinistra, dal mondo eccle-siale, dal sindacato, dalla societcivile avvertita e sensibile, dallastessa pubblica opinione a cui sideve offrire conoscenza e non

    pettegolezzo e perch aprendo ilcampo anche a forze ed esponen-ti del centro destra, che solo unavisione infantile e settaria ci pudipingere come in toto irrecupera-bile.

    Politiche europee ed EXPO 2015offrono qui ed ora eccellenti occa-sioni per sollevare il coperchio sulmaleo-, affrontando ad un temposolo il tema della bontdellamministrazione ed il ricono-scimento del valore e dei diritti dellavoro: perdere questa congiuntu-ra favorevole dimostrerebbe unavolta di pi lincapacit organicadel centrosinistra di ricollocare sudi un terreno pi appropriato, epi ad essa favorevole proprioperch pi vero, il tema della sicu-rezza come esito di una profondabonifica del sociale e non comeeffetto di un catenaccio normativo poliziesco.

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    Ambiente e scienzaZANZARE, COPERTONI E IMMIGRAZIONE. UNA STORIA MILANESE

    Riccardo Lo Schiavo

    Passo tutte le sere sulla tangen-ziale est di Milano, come solito

    ingolfata di autovetture e camion.In estate generalmente, sono at-tratto da sciami di zanzare chestazionano sul Lambro, in zonacascina Gobba e oscurano il gisbiadito cielo di Milano. Questesono le nostre zanzare comuni,quelle contro cui il popolo mene-ghino lotta senza successo daalmeno 2000 anni.

    In particolare il comune di Milanosegnala la presenza delle se-guenti specie: Anopheles, Culex,Ochlerotatus e Aedes.Se il gene-re Anopheles incute ai cultori del-la materia un certo timore perch il vettore della malaria nelle zo-ne subtropicali, la specie Aedes,non da meno. E la mitica zan-zara tigre quella che ti punge an-che a mezzogiorno in piazzaDuomo! Questa zanzara, tra lealtre, ha una particolarit, di re-cente importazione. Il tutto co-minciato nel 1990 quando un ba-stimento ha scaricato a Genovadei copertoni. Incredibile ma vero,delle ruote di camion pieni di lar-ve di zanzare, ma non centraTronchetti Provera, quella unaltra storia.

    Lultimo quindicennio 1990-2005ha visto come protagonista dellascena climatica italianalaffermarsi di una forte modificadella variabilit a livello stagionalesia dal punto di vista termometricoche pluviometrico. Lingresso inItalia di specie animali e vegetaliprovenienti da territori extraeuro-pei, grazie allintensificazione de-

    gli scambi commerciali dovuti alprocesso di globalizzazione in at-to, ha introdotto un ulteriore fatto-re di squilibrio ambientale. Lastraordinaria diffusione in ambitourbano di Aedes Albopictus(Skuse), pi noto come ZanzaraTigre, a partire dalle prime suesegnalazioni (Della Pozza, 1992;Romi, 1995), ha fornito uno degliesempi classici per questo tipo difenomeni. Il suo comportamentomolesto nei confronti delluomo,lattivit diurna rispetto ad altre

    specie di culicidi lha fatto rapida-

    mente diventare uno degli oggettidi ricerca pi interessanti (Romi,

    2001).http://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pubblicazioni/volume_clima_07/AT_06/6-43_vallorani.pdf

    Caratteristica generale delle zan-zare la capacit, esclusivamen-te nelle femmine, di pungere altrianimali con il proprio apparatoboccale e prelevarne i fluidi vitali,ricchi di proteine necessarie per ilcompletamento della maturazionedelle uova. La presenza di diversespecie ematofaghe associate

    all'Uomo e agli animali domesticie in grado di trasmettere alla vit-tima microrganismi patogeni, at-tribuisce ai Culicidi una posizionedi primaria importanza sotto l'a-spetto medico-sanitario. La zoo-fagia si manifesta generalmente aspese del sangue di mammiferi,uccelli, rettili e anfibia oppure aspese dell'emolinfa di altri artro-podi. In generale il rapporto troficofra zanzare e ospite di tipo pre-ferenziale, ma non esiste unaspecializzazione biologica obbli-gata.

    Il meccanismo di attrazione dellaspecie umana nei confronti dellezanzare alquanto complesso ed tuttora oggetto di studio. L'acidolattico prodotto dall'attivit musco-lare richiama le zanzare, cos co-me azione attrattiva accessoria svolta da sostanze volatili presentinel sudore e nel sebo. stato i-noltre riscontrato che le zanzarerilasciano, sull'ospite, feromoni ...in altri termini, le femmine marca-no l'ospite che hanno aggredito

    lasciando sostanze attrattive cheattirano altre femmine. Sul mec-canismo di attrazione, interferi-scono infine la temperatura dellapelle e i moti convettivi dell'ariacalda, verso l'alto, emessa dallarespirazione. Infine hanno unafunzione accessoria altri stimoli, dinatura visiva, come il colore dellapelle. (Wikipedia)E probabile, ma non ovvio, che lenostre zanzare tenderanno ad at-taccare un soggetto che abbiamangiato polenta taragna e stra-

    cotto dasino, il tutto innaffiato da

    vino della Valtellina e che madidodi sudore stia sonnecchiando sul-

    la sedia nel giardino.La zanzara tigre considerataottimo vettore di virus e per que-sto oggetto di numerosi studi dilaboratorio. Nei paesi d'origine implicata nella diffusione di diver-se malattie fra le quali la pi nota il Dengue (conosciuta anchecome febbre spacca ossa). E' sta-to evidenziato inoltre che A-e.albopictus in grado di trasmet-tere arbovirosi (virus trasmessi daartropodi) indigene quali il LaCross in America e la Febbre

    Gialla in Africa e in Sud America.http://www.entom.unibo.it/nuova_pa2.htm

    La zanzara tigre prospera negliambienti urbani. una zanzaramolto aggressiva nei confrontidell'uomo; punge di giorno e all'a-perto, creando notevoli disagi allapopolazione. La sua puntura puprovocare ponfi dolorosi e persi-stenti in soggetti particolarmentesensibili (specialmente bambini eanziani); un elevato numero dipunture pu indurre reazioni al-lergiche localizzate. Leccezionalecapacit diffusiva di Ae. albopic-tus dovuta al trasporto passivodelle sue uova. Queste, come tut-te le uova del genere Aedes, sonodotate di una struttura particolareche permette loro di resistere aldisseccamento e quindi di ritarda-re la schiusa anche di parecchimesi. Durante il periodo estivo,quello pi favorevole allo svilup-po, gran parte delle uova deposteschiudono appena sommersedallacqua.

    http://www.agac.it/database/agac/a-gac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocument

    Allepoca della prima introduzionea mezzo copertoni di camion dellazanzara tigre, in Italia era in vigo-re la legge Martellisullimmigrazione: LEGGE 28febbraio 1990 n. 39Ragionando per assurdo, le zan-

    zare sono entrate clandestina-

    http://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pubblicazioni/volume_clima_07/AT_06/6-43_vallorani.pdfhttp://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pubblicazioni/volume_clima_07/AT_06/6-43_vallorani.pdfhttp://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pubblicazioni/volume_clima_07/AT_06/6-43_vallorani.pdfhttp://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pubblicazioni/volume_clima_07/AT_06/6-43_vallorani.pdfhttp://www.entom.unibo.it/nuova_pa2.htmhttp://www.entom.unibo.it/nuova_pa2.htmhttp://www.entom.unibo.it/nuova_pa2.htmhttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.agac.it/database/agac/agac.nsf/b4604a8b566ce010c125684d00471e00/d75685053c30e963c1256d21002d62d0?OpenDocumenthttp://www.entom.unibo.it/nuova_pa2.htmhttp://www.entom.unibo.it/nuova_pa2.htmhttp://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pubblicazioni/volume_clima_07/AT_06/6-43_vallorani.pdfhttp://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pubblicazioni/volume_clima_07/AT_06/6-43_vallorani.pdfhttp://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pubblicazioni/volume_clima_07/AT_06/6-43_vallorani.pdf
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    mente in Italia, sui barconi tantocari a certa politica, sono prive deinecessari mezzi di sussistenza, cisucchiano letteralmente il sangue.Ben peggio di quegli extracomuni-tari che vanno a lavorare a nero incampagna o in fonderia.

    Lironia del destino travalica leggie confini politici che nulla possonodi fronte ai fenomeni migrato-ri.Che si tratti di zanzare o umani,nulla riesce a fermare il moto.Questa zanzara porta le malattiee le inocula nellorganismo, intro-ducendo nellapparato circolatorioumano i virus, ci quanto di pi

    devastante ci possa essere sia daun punto di vista sanitario ma an-che culturale. Questa una bef-farda risposta della natura a chitende a erigere barriere inveceche a gestire la situazione in ma-niera intelligente consentendo di

    dare un futuro a chi migra senzadanneggiare gli indigeni. Uova dizanzara tigre trasportate nei co-pertoni sono figlie di zanzare chemagari hanno succhiato sanguedi neri, forse mussulmani. Mi ver-rebbe da dire questa linvasione! Allarmi, allarmi !

    Nella guerra dei mondi di StevenSpielberg, film del recente passa-to, gli alieni sono appunto sconfittiperch risucchiando il sangue de-gli umani assumono anche i virusche non avevano previsto di tro-vare. Sindeboliscono e sono

    sconfitti.Nel nostro specifico il rischio uscirne sia con le ossa rotte fisi-camente con il Dengue (la febbrespacca ossa) sia di essere travoltidallondata migratoria visto comela stiamo gestendo, non nel giustomodo.

    Metropoli

    MILANO E LA FAME. MANGIARE MEGLIO MANGIARE TUTTIFilippo Beltrami Gadola

    Se quando si parla di Expo daltro ormai non si parla siguarda solo alle aree edificabili,strade e mattoni, la spiegazionepi semplice che gli affari sonoaffari e che il dibattito tra chivuole farli alla faccia di tutti e chisi oppone cercando di mettersi insalvo dallavidit altrui. Cunaltra ragione per. Del temadellExpo, nutrire il mondo, diffi-

    cile parlare.Parlarne vuol dire farsi carico diun problema, la fame, che non citocca personalmente e che nonvediamo con i nostri occhi se nonmolto raramente: vedere morire difame a Milano uno spettacolofortunatamente inconsueto. Lamorte dei poveri a Milano la portadi solito il freddo. Abbiamo biso-gno dimmagini fotografiche, difilmati televisivi, di racconti e distatistiche per cominciare ad av-vicinarci al problema: le code digente che cerca di sfamarsi aiuta-ta dalla carit dei religiosi sonovisibili ma forse non basta. Il peg-gio, i bambini denutriti, non li ve-diamo nelle nostre strade.

    La sociologia urbana ha cercatodi indagare sulluomo di citt, su l-le sue pulsioni, sul suo modo diaggregarsi e drammaticamenteha costatato lo sbriciolamento deivalori collettivi: una societ riccache li perde sinselvatichisce, unasociet povera non ha spesso

    abbastanza energie libere dal bi-sogno per crearsi valori collettivi.Nonostante gli sforzi di molti vo-lonterosi sembra che il mondo, senon si pone qualche rimedio, an-dr dividendosi tra selvaggi poverie selvaggi ricchi. Milano da cheparte sta andando? la scom-messa dei prossimi anni, anchesenza aspettare il fatidico 2015.Le strade che si aprono davanti a

    noi sono solo due: una strada in-dicata dallONU e una indicata daimovimenti che si fanno carico del-la fame nel mondo. LONU ha unavisione tecnocratica e ottimista: agrandi linee, se i Paesi sviluppatirazionalizzeranno la loro agricol-tura e dedicheranno molte risorsea favore di quella dei Pesi sotto-sviluppati investendo capitali lo-calmente, ci sar da mangiare pertutti. La posizione dei movimenti diversa: il modello attuale di ali-mentazione dei Paesi sviluppati,modello che va estendendosi die-tro la pressione della pubblicitcommerciale, non sostenibile equindi bisogna partire da qui peroperare. Non solo due strategiediverse ma un diverso coinvolgi-mento sociale: produrre di piconcerne i produttori,unesiguissima minoranza, cam-biare modello di vita coinvolgetutti. Sono due strade alternative?Nemmeno porsi il problema per-ch in questi casi vale il principiodi precauzione: si deve fare tutto.

    Milano ha unoccasione sociale digrande respiro nellExpo, deveimboccare le due strade: il megliodel suo sapere nellagricoltura, ilmeglio del suo sociale nella stra-da della parsimonia. Come valuta-re i risultati? Nel primo caso ilconfronto scientifico internaziona-le e la sperimentazione, nel se-condo caso usando misuratori in-

    diretti ma efficaci come la quantitdi rifiuti solidi urbani pro capite o ilconsumo di energia elettrica do-mestica. In provincia di Milanoogni anno produciamo 5 quintalidi rifiuti solidi per persona neo-nati compresi con una maggiorquota per il centro urbano milane-se. Saremo capaci di ridurre glisprechi, soprattutto alimentari?Riusciremo ad avviare a incene-rimento una quota inferiore di der-rate alimentari scadute o non piutilizzabili. Ogni tanto ci doman-deremo come mai qualche annodopo la guerra del 40 il mondoaveva riserve alimentari per unanno e oggi per meno di 40 gior-ni? La crisi economica e la cadutadei redditi delle famiglie sta gicambiando qualcosa. In altra par-te del giornale parliamo dei gruppidi acquisto solidale; la novit ed ilsuccesso dei farmer market mi-lanesi son ormai di dominio pub-blico. Forse il segnale di una resi-stenza allavanzare del selvaggio.

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    SocietGRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE: CRESCE LA SPESA GIUSTA

    Michele Bernelli

    GAS, Gruppi di Acquisto Solidale.Sono ancora una piccola nicchiadi consumatori. Ma potrebberoessere lavanguardia di un mododel tutto nuovo di fare la spesa, esoprattutto di ridare un senso achi produce rispettando la terra,lambiente, la dignit della perso-na.Sono gruppi di famiglie, di amici,di vicini di casa, in qualche casodi colleghi che si organizzano peracquistare direttamente dai pro-duttori - in modo critico e intelli-gente. Critico verso le distorsionidei meccanismi della grande di-stribuzione; intelligente perchvuole capire cosa e soprattutto chista dietro un pacco di pasta, unamela, una maglietta, un detersivo.

    Il primo GAS stato costituito aFidenza nel 1994; dieci anni dopoerano circa 150 sparsi per tuttaItalia, e negli ultimi anni la curvadi crescita dei gruppi decisa-mente allins. Quasi 600 sono

    quelli censiti sul sitowww.retegas.org che sul web fada punto di raccordo nazionale;ma rilevazioni fatte in alcune pro-vince fanno salire di un buon 30%il totale effettivo dei GAS in attivi-t. Se calcoliamo una media di 25famiglie per GAS si arriva a ununiverso di circa 20 mila famigliesolidali.

    Il nostro gruppo ha acquistato nel2008 prodotti per un totale vicinoai 50 mila euro calcola Attilio Ra-

    pisarda del GASd8, gruppo diacquisto milanese del quartiereQT8. Sono numeri che racconta-no di una massa critica che bastagi per dare una concreta alterna-tiva di mercato a piccoli produttoriche erano sinora costretti ai prez-zi imposti da grossisti e distributo-ri. E che consente oggi al movi-mento dei GAS di entrare da pro-tagonisti anche in filiere pi com-

    plesse di quella alimentare, daltessile alla telefonia finoallelettricit: lassociazione GASEnergia, che raccoglie GAS di tut-ta Italia, impegnata nella defini-zione un contratto solidale conun consorzio di produttori perlacquisto di energia da fonte rin-novabile.

    Quello dei GAS non un feno-meno solo cittadino, ma nelle me-tropoli assume un valore partico-lare di reazione alle distorsionidella grande distribuzione e dinuovo raccordo tra citt e campa-gna: il sito www.gasmilano.orgelenca 51 GAS di Milano, e alme-no altrettanti sono attivinellhinterland e nella cintura mi-lanese.

    Non esiste un solo modello di gasma tante realt diverse per nume-ro di partecipanti, per modalit diacquisto, per scelta dei produttori.Tutti i GAS per si riconoscono inun manifesto di principi e in tre

    aggettivi guida: piccolo, locale,solidale.

    Piccolo: perch Il GAS acquistapreferibilmente da piccoli produt-tori, con cui sviluppa rapporti diconoscenza diretta e approfondi-ta, basata sulla fiducia reciproca;ne sostiene lattivit, impegnan-dosi allacquisto e in alcuni casiprefinanziando la produzione.

    Locale: perch il GAS fa la spesasecondo i principi del chilometro

    zero (la minima distanza possibiletra produzione e consumo) e dellafiliera corta (azzerando i passaggidi mano della distribuzione orga-nizzata). Nella stessa logica diriduzione dellimpatto ambientale,sceglie il produttore biologico; ri-nuncia agli imballi, riusa i conteni-tori; acquista il prodotto sfuso ognivolta che questo possibile.

    Solidale: perch, con i suoi acqui-sti, sostiene e promuove lidea dirisparmio e di profitto sociale. Ri-fornirsi da piccoli agricoltori biolo-gici, da cooperative che impiega-no soggetti svantaggiati, significapermettere a chi strozzato dallagrande distribuzione o espulsodal mondo del lavoro di essereparte di un nuovo processo eco-nomico.

    I GAS non sono, e ci tengono adirlo chiaro, gruppi di risparmio.Ma alla fine, si scopre anche, alnetto di un impegno non da poco,i conti tornano. Tornano anzituttoperch lavoro nero, agricolturache devasta lambiente, camion eaerei che viaggiano da una parteallaltra del mondo, imballaggisempre pi ingombranti non sipagano con lo scontrino finale,ma hanno un evidente costo so-ciale, che pagheranno le genera-zioni a venire. Ma tornano anche ipi banali conti della serva: Ilprezzo di un prodotto GAS puli-

    to, giusto, trasparente e, a pariqualit (quindi, ad esempio, nelconfronto con i prezzi da scaffa-le del biologico) permette rispar-mi che possono raggiungere il20%.

    Una famiglia del nostro grupposottolinea ancora Attilio Rapisarda ha tenuto per quattro anni i contidella sua spesa per alimenti eprodotti per la casa; la quantit diacquisti tramite il GAS, aumen-tata nel tempo; e di pari passo la

    spesa totale (supermercato +GAS) scesa del 15%. La spie-gazione chiara: meno super-mercato vuol dire meno acquistidimpulso, inutili, e quindi bilancifamigliari pi sobri e leggeri. Inumeri di questa rilevazione, perchi vuol ragionarci su, sononellarea risorse per la stampa diwww.retegas.org

    http://www.retegas.org/http://www.retegas.org/http://www.gasmilano.org/http://www.gasmilano.org/http://www.retegas.org/http://www.retegas.org/http://www.retegas.org/http://www.gasmilano.org/http://www.retegas.org/
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    Urbanistica e architetturaI MERCATI MENEGHINI

    Pietro Cafiero

    mercoled. Giorno di mercato.

    Anzi di mercati. Ne conto tre sultragitto da casa allo studio. Treagglomerati multicolori di tende eombrelloni, tre grumi vivaci dibancarelle e furgoni. Tre isole pe-donali temporanee che mi co-stringono una volta a settimana amodificare il collaudato percorsoquotidiano verso il lavoro. Nulla dimale. Una piacevole trasgressio-ne alla routine da pilota automati-co che normalmente comprime ilmio tempo carrabile.

    Questa la pi immediata conse-guenza che i mercati hannosullassetto della citt. Ma non lunica.La presenza di tali forme di vendi-ta influenza in modo diretto o indi-retto la forma stessa della citt,con ricadute che prescindono dal-la durata temporale dellattivit.A Milano, come in tutte le grandicitt, vi sono tre tipi di mercato.C quello rionale, fatto dagli am-bulanti in perenne transumanzatra un paese e laltro, che a ca-denza settimanale (a volte anche

    due volte a settimana) occupachiassosamente strade e piazzedi quartiere per tutta la mattinata.Nel capoluogo lombardo dal lune-d al sabato si tengono 95 mercatirionali, di cui 21 solo il sabato.Ci sono poi i mercati comunali,ospitati in strutture permanenti. AMilano sono 26, equamente di-stribuiti su tutta la superficie terri-toriale.C infine il mercato generale, si-tuato nel quadrante sud-est, nellevicinanze della cintura ferroviaria

    per ovvie ragioni logistiche.Cerchiamo di capire in che modoognuno di questi differenti ogget-ti sia in grado di lasciare un se-gno tangibile nella citt.

    I mercati rionaliI segni pi palesi di questi mercatili cogliamo alla fine. Quando gliambulanti chiudono le bancarellee impacchettano linvenduto neiloro furgoni, lasciano dietro di sle macerie dellattivit mattutina.Strade, piazze e parcheggi da pu-lire e recuperare al loro uso co-

    mune. Perch nel giorno del mer-cato sono questi spazi che si tra-

    sformano e si adattano ad acco-gliere una funzione che non gli propria. Nei piccoli paesi esiste lapiazza del mercato, che spessocoincide con la piazza principale.Diversamente il mercato rionalenelle grandi citt si deve accon-tentare di luoghi ritagliati e nonsempre adeguati. Uno dei mercatipi famosi di Milano, quello di via-le Papiniano, si tiene principal-mente su unisola spartitrafficolungo la circonvallazione. Il mer-cato di Largo VAlpini, meta dellesciure di zona Fiera, affastella isuoi carissimi banchetti in pochimetri quadri di parcheggio pubbli-co, tra torri residenziali e rotaiedel tram.Il mercato rionale ha una signifi-cativa funzione sociale, soprattut-to in periodi di crisi, perch riescenella maggior parte dei casi a of-frire merci a prezzi accessibili. Mavi un costo, neanche troppo na-scosto, da pagare in termini didegrado e di fastidio per i residen-ti.Via Morgagni e Via Benedetto

    Marcello sono, se osservate dauna foto aerea, due tasselli verdinel tessuto cittadino, simmetrici eparalleli rispetto allasse di CorsoBuenos Aires. Ma se la prima viarappresenta un buon esempio disistemazione a verde e di areeattrezzate per il gioco dei bambini,lo stesso non si pu dire per laseconda. Se sia colpa degli al-berghetti a ore che affacciano sul-la via o del mercato bisettimanaleche ne occupa il tratto nord impe-dendo la riqualificazione di tutto il

    parterre, anche ora che il silosinterrato terminato, non chia-ro. Sta di fatto che via BenedettoMarcello non simmetrica a viaMorgagni quanto ad estetica edecoro urbano.In alcuni casi, nellhinterland so-prattutto, si sta intervenendo conla creazione di spazi ad hocper losvolgimento del mercato, spaziche negli altri giorni della settima-na sono fruibili dai cittadini, comeparcheggi pubblici o zone pedo-nali. Nel capoluogo lombardomanca una strategia di risistema-

    zione e ridisegno generale dellearee per i mercati rionali

    I mercati comunaliLa maggior parte di essi ha unapropria sede, mentre pochi sonoospitati al piede di edifici residen-ziali (in via Livigno il mercato sitrova in una Coop). Gi esercentipossono ottenere il posto (po-steggio) attraverso unasta pub-blica. Periodicamente l'ufficiocompetente rende noti i posteggiliberi all'interno dei mercati comu-nali coperti e li assegna a chi offreil canone annuo pi eleva-to. Questo spiega perch i prezzisono pi simili a quelli dei negoziche a quelli dei mercati rionali.Alcuni di questi mercati sono par-te integrante dellimmagine dellacitt. In piazza Wagner, in piazza-le Lagosta o in viale Umbria gliedifici del mercato comunale han-no una dignit architettonica, chederiva pi dal loro ruolo urbanoche da una reale valenza estetica.La volta a botte del mercato diviale Monza un segno identitarioe riconoscibile nel profilo della via,senza dubbio pi del vicino mer-

    cato di Gorla, lungo lo stesso via-le, o degli anonimi contenitori si-tuati nelle zone pi periferiche(Gratosoglio, Quarto Oggiaro, CaGranda, Rombon, etc.).Il nuovo PGT, definendo i Nucleidi Identit Locale (i vecchi quartie-ri, per intenderci) indica che inquelli di tipo 3 lo scavo per unposteggio di quartiere loccasione per ripensare a unanuova struttura che ospiti il mer-cato di quartiere. Un piccolo pas-so nella giusta direzione o

    lennesima espressione di vellei-t?Di certo siamo ancora lontani daci che a Barcellona la municipali-t ha fatto per la risistemazionedello storico Mercato di Santa Ca-terina attraverso un intervento digrande qualit architettonica, am-pliando la sua funzione primaria -la vendita- e trasformandolo in unluogo di aggregazione dove sipu anche mangiare o incontrarsi.

    Il mercato generaleNato come mercato ortofrutticolo,si via via trasformato nel merca-

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    to generale, comprendendo tuttigli altri mercati agroalimentariallingrosso. gestito dallaSo.Ge.Mi e si trova a sud del se-dime della ex stazione di PortaVittoria e a ovest della cintura fer-roviaria. in progetto una rilevan-

    te trasformazione dellarea. Nonuna dismissione, ma una riorga-

    nizzazione dellintero sistema deimercati allingrosso milanesi, conlinserimento di nuove funzionipregiate e la creazione della co-siddetta Citt del Gusto e dellaSalute, un polo tecnologico doveinsediare universit, strutture

    commerciali e ricettive nellambitodei progetti Expo.

    Una vera e propria operazioneimmobiliare, di cui ancora si parlapoco, ma destinata ad incidereconsiderevolmente nel tessutocittadino data lestensionedellarea dei mercati. E per questomeritevole di vigilanza e attenzio-

    ne.

    LetteraALFONSO MARZOCCHI SCRIVE E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

    Admin

    Mi sembra che non ci siamo pro-prio. Devo dire che ho letto moltovelocemente i vostri articoli, enemmeno tutti per ora. Tuttaviaesprimo la mia criticit: l'expo certamente una grande occasioneper Milano, il tema "nutrire il pia-neta energia per la vita" poten-zialmente pi che utile per tutto ilmondo. Io voglio per Milano me-tropolitane grattacieli vie dacquanavigli riaperti nuovi parchi ecce-tera. Perch piuttosto non vi ado-perate per chiedere per il 2015almeno 10 linee di metr e tutte "pesanti " (cio con treni e banchi-

    ne lunghi come in M1 M2 e M3, enon come stanno facendo in M5 evorrebbero fare in M4, con treni ebanchine molto pi corti), la ria-pertura di tutti i navigli storici e perquanto possibile navigabili dapersone e merci, la creazione dinuovi parchi in citt meglio se al-berati con sempreverdi adatti alclima e al paesaggio lombardi, acosto di demolire i rioni semicen-trali pi fatiscenti, e non solo esempre nelle estreme periferie, lacostruzione di sedi universitarie

    anche nelle periferie enell'hinterland, tutte dotate di ver-di campus, e la tutela reale deldiritto allo studio abolendo i nu-meri chiusi e passando qualoranecessario alla frequenza di unoo pi anni integrativi per chi neavesse bisogno prima di accedereai corsi veri e propri, la coperturadi tutti gli edifici e gli immobililombardi - a partire da quelli pub-blici e dalle aziende - con pannellisolari, tranne che nei casi di chia-ra incompatibilit estetica, la cre-azione di un corso di laurea inteologia e religioni comparate (tut-

    ti i culti della terra, di ieri e di og-gi), lapertura di coffeshops comein Olanda ma un po meno com-merciali e pi sobri, eccetera.L Expo diffusa: i padiglioni vannofatti tutti e solo a Rho (nell'areaproposta dal sindaco), senzatroppe stramberie: nel resto dellaprovincia e della regione sarebbepi che bene che vi fossero inizia-tive artistiche culturali ambientalie scientifiche distribuite il pi ca-pillarmente possibile sul territorio.Vi segnalo un po di links:www.partecipami.it (e-democracymilanese, forse lo conoscete gi),

    www.christiansforcannabis.com,www.legalizzala.it,www.stopthedrugwar.org,www.norml.org,www.abort73.com contro laborto,e spero per un'educazione sessu-ale migliore pi diffusa e per unamaggiore accessibilit agli anti-concezionali, pillola del giornodopo inclusa ), www.paxchristi.it(.net la versione internazionale),www.chiesavaldese.org,www.animanews.it, (librerie ecu-meniche esoteriche a Milano ),

    www.verticalfarm.com. Per favorecontinuate a mandarmi le vostremails.

    Grazie, cordiali saluti e buon lavo-ro

    Alfonso Marzocchi

    Gentile signor Marzocchi,le rispondo molto volentieri per-ch mi sembra utile doveroso enecessario, dalle pagine di Arci-pelagoMilano introdurre un serio

    dibattito sul tema dellExpo dandoanche spazio, come forse nel suocaso, a visioni per certi versi oni-riche della nostra citt.

    E vero, lExpo rappresenta unagrande opportunit per Milano,ma vedremo nei fatti chi sar ingrado di portare a Milano grandi opiccole idee per nutrire il pianeta,energie per la vita. Temo chepurtroppo vista anche la crisi eco-nomica mondiale, poche sarannole nazioni che siano state in gradodi allocare grandi investimentisullargomento. Comunque sta-

    remo a vedere. Tutto vorrei, tran-ne che vedere lExpo trasformatain una grande fiera alimentare. Seavr il tempo di leggere tutti i no-stri articoli, scoprir, per esempioche nessuno spazio stato dedi-cato a coloro, e sono sempre dipi, che lExpo non la vorrebberodel tutto. Questo magazine pro-pone, e ha proposto e difeso piut-tosto la realizzazione di un Expoalternativa, utilizzando, come leimenziona, potenziali strutture al-ternative dislocate in punti diversi

    della citt. Da Palazzo Marino,che ha definito queste rispostefolcloristiche, giunto un seccorifiuto, adducendo tre cose: laprima che il BIE stesso ha indivi-duato da s la sede della futuraExpo, che la stessa Expo va rea-lizzata presso ununica sede, eche ogni modifica al progetto ini-ziale richiede lapprovazione dialmeno due terzi dei paesi mem-bri.

    Noi stessi desidereremmo dieci,venti, trenta linee metropolitanepesanti, nuovi parchi, grattacieli

    http://www.partecipami.it/http://www.partecipami.it/http://www.christiansforcannabis.com/http://www.christiansforcannabis.com/http://www.legalizzala.it/http://www.legalizzala.it/http://www.stopthedrugwar.org/http://www.stopthedrugwar.org/http://www.norml.org/http://www.norml.org/http://www.abort73.com/http://www.abort73.com/http://www.paxchristi.it/http://www.paxchristi.it/http://www.chiesavaldese.org/http://www.chiesavaldese.org/http://www.animanews.it/http://www.animanews.it/http://www.verticalfarm.com/http://www.verticalfarm.com/http://www.verticalfarm.com/http://www.animanews.it/http://www.chiesavaldese.org/http://www.paxchristi.it/http://www.abort73.com/http://www.norml.org/http://www.stopthedrugwar.org/http://www.legalizzala.it/http://www.christiansforcannabis.com/http://www.partecipami.it/
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    decorosi che si armonizzano conil paesaggio circostante, mentreper la riapertura dei navigli interni,se lei ci ha fatto caso, il suo trac-ciato corrisponde esattamentecon quello della linea metropolita-na M4. A lei chiedo, meglio una

    linea metropolitana in meno o lariapertura dei navigli di cui da anni(dallepoca credo del sindaco Pil-litteri se non prima) si discute?Sempre sul tema delle viedacqua: se lei osserva attenta-mente il progetto presentato alBIE noter che non sono stati

    presi in considerazione dei pro-blemi di carattere tecnico, come ilsuperamento del notevole dislivel-lo, per non parlare del suo per-corso, che si svolgerebbe attra-verso una periferia che forse meglio nascondere piuttosto che

    mostrare ai potenziali visitatoridellExpo.

    Sul tema delluniversit, poi, chedire? Il governo pensa piuttostoalla riduzione degli insegnanti ealla decurtazione dei corsi di lau-rea gi esistenti, piuttosto che alla

    creazione di nuovi poli universita-ri, che negli ultimi anni, al contra-rio di quello che lei sostiene, sonosorti ovunque un po come funghi.

    Per ultimo, lei che mi sembra cosattento al futuro della sua citt,

    unExpo come quella propostadalla Moratti finirebbe col cancel-lare definitivamente quel poco diterreno agricolo ancora esistentea nord di Milano, non le sembraun prezzo troppo alto da pagare?

    Filippo Beltrami Gadola

    Dal PalazzoLETIZIA E RED, STESSO COLORE DEI CAPELLI. STESSE IDEE?ADMIN

    La stampa dipinge unItalia chenon reale, parola di Silvio Ber-lusconi, presidente del Consigliodel nostro sventurato Paese.Vecchia storia. Da sempre chi go-verna legge controvoglia i giornali,soprattutto quando fanno il loromestiere: raccontare in modo cri-tico lazione di governo di chi stato eletto. Si sa che uno dei

    modelli di Berlusconi MargarethThatcher, che era solita vantarsidi non leggere i giornali, perchscrivevano cose che non le pia-cevano. Di sicuro pi comodoavere giornalisti scendiletto(quanti ne abbiamo visti sfilare aPorta a porta, proprio in questeultime settimane).Lultimo esempio di politico insof-ferente alle critiche il sindacoLetizia Moratti, sempre pi assen-te dal Consiglio comunale, doveunopposizione neanche troppoagguerrita si ostina a chiederleconto delle sue scelte. E lei chefa? Quando non strilla per qual-che articolo che non le piaciuto,sta rintanata nel suo ufficio al pri-mo piano di Palazzo Marino. E siconcede soltanto alle domandemelliflue e complici del suo inter-vistatore di fiducia: Red Ronnie.Ormai hanno persino lo stessocolore di capelli, rosso mogano.

    * * *

    Ci siamo. Ne ha inventata

    unaltra. Dopo il progetto eversi-

    vo contro di me il presidente delConsiglio, a passeggio a Portofi-no, ha annunciato lultima sua li-nea di difesa: Mi hanno detto ditutto, ci manca solo che mi dicanoche sono gay. Dato che nondice mai nulla per caso (salvosmentite del giorno dopo, ma tuttofa brodo), c da temere che an-che questultima boutade avr un

    seguito.

    * * *

    Sar forse un caso, ma gli ultimidue libri che descrivono la situa-zione di Milano, e che vale la pe-na di leggere, hanno titoli che siriferiscono alla peste. Il primo diCorrado Stajano: La citt degliuntori, Garzanti editore; il secon-do di Marco Alfieri: La peste diMilano, Feltrinelli editore. Faran-no parte anche questi, senzadubbio, del progetto eversivo.Contro don Rodrigo.

    * * *E la settimana raccontata dai co-municati stampa di Palazzo Mari-no? Per ora non fa emergere al-cun piano eversivo. Per ora.

    10 X 5 - Milano, 5 giugno 2009- Cinquanta anni fa leuro era unsogno. Ci abbiamo messo decen-ni ma siamo riusciti a realizzarloha detto Lucio Stanca, ammini-stratore delegato Soge Expo.

    * * *

    CAMPA CAVALLO - Milano, 6giugno 2009 La bonifica delquartiere Palmanova Casetterientra fra le priorit della Giunta.In pochissimi anni contiamo dicompletare i lavori. Lo annuncia-no gli assessori Bruno Simini (La-vori pubblici e Infrastrutture) eGianni Verga (Casa e Demanio).

    * * *

    CULTURISMI 1 - Milano, 9 giugno2009 Il cibo cultura, cono-scenza. Lo ha detto lassessoreal Turismo, Marketing territoriale eIdentit Massimiliano Orsatti.CULTURISMI 2 - Milano, 10 giu-gno 2009 La strada come mu-seo da riempire di eventi. Ho ispi-rato e condiviso questa iniziativache sar ripetuta anche in altriquartieri della citt. Lo ha dettoquesta mattina lassessore allaCultura Massimiliano FinazzerFlory.CULTURISMI 3 - Milano, 11 giu-gno 2009La scienza non so-lo un sapere, ma anche culturaspiega lassessore alla CulturaFinazzer Flory.

    * * *RADIOCITY - Milano, 10 giugno2009 Stiamo dandounimpronta del tutto nuova pertrasformare Milano da una cittradiale a una citt reticolare. Loha detto lassessore allo Sviluppodel territorio Carlo Masseroli.

    * * *STELLA DI LATTA 1 - Milano, 5

    giugno 2009 - I volontari monito-

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    reranno un treno su due dei 24 incircolazione dalle 22. Lo annun-cia il vice Sindaco e assessorealla Sicurezza Riccardo MarshallDe Corato.STELLA DI LATTA 2 - Milano, 10giugno 2009 - A maggio le Forze

    dellordine e la Polizia Localehanno inflitto una raffica di multe.Lo comunica il vice Sindaco e as-sessore alla Sicurezza RiccardoMarshall De Corato.STELLA DI LATTA 3 - Milano, 10giugno 2009 - Nessuno pretendedi risolvere con le multe un pro-blema come quello della droga

    sottolinea il vice Sindaco e asses-sore alla Sicurezza Riccardo Mar-shall De Corato.STELLA DI LATTA 4 - Milano, 11giugno 2009 Sulla questionedelle gang sudamericane rimanecomunque il problema. Lo dichia-

    ra il vice Sindaco e assessore allaSicurezza Riccardo Marshall DeCorato.

    * * *NOSFERATU - Milano, 11 giugno2009 Il sangue vita ha dettoil Presidente del Consiglio comu-nale Manfredi Palmeri.

    * * *

    PAULISTA - Milano, 11 giugno2009 Milano e San Paolo delBrasile, dal punto di vista urbani-stico, hanno in comune molti ele-menti. Lo ha detto lassessoreallo Sviluppo del territorio CarloMasseroli.

    * * *A FERRAGOSTO OGNI SCHER-ZO VALE - Milano, 11 giugno2009 Il 15 agosto le vie dellanostra citt accoglieranno il car-nevale di ferragosto. Lo ha dettolassessore alle Attivit produttive,Politiche del lavoro ed Eventi Gio-vanni Terzi.

    Scuola e UniversitLIMPROVVISAZIONE DEL POTEREVincenzo Viola

    Uno dei capisaldi dellazionedellonorevole Gelmini in questoprimo anno della sua gestione delministero di viale Trastevere stato il ritorno alla valutazionenelle singole materie espressa invoti numerici. Ne ha fatto unaquestione di principio, con chiareconnotazione ideologiche, tantoda ripeterlo pi volte e in molte

    forme in ogni circolare o docu-mento che riguardi sia pure indi-rettamente largomento della valu-tazione. Con una sorta di ebbrez-za, ad esempio, nel comunicatostampa del 28 maggio 2009 trion-falmente annuncia che questometodo di valutazione riguarderanche l'insegnamento della musi-ca(ma non quello della religione,chiss perch). Evidentementeper il ministro il voto numerico hail dolce sapore del retro, dellasconfessione di un trentennio di

    docimologia e di pedagogia, diuna rivincita sullodiato Sessantot-to. Se ci vuole cos poco per ren-derla felice, perch dirle di no?

    Perch il ministro e i suoi validicollaboratori difettano, in questocaso, di una qualsiasi conse-quenzialit logica. Infatti se si u-sano i numeri per valutare (e sipu farlo benissimo) e si decideche in ogni singola disciplina deb-ba essere valutato il livello di pre-parazione raggiunto al di sotto delquale non si pu essere promos-

    si, ovvio che devono essere ap-

    prontate delle misure con unafunzione di paracadute per evi-tare che un ragazzo con una odue insufficienze sia costretto aripetere lanno. Nella scuola vec-chia maniera, tanto cara allaGelmini, tali ammortizzatori esi-stevano e si chiamavano esamidi riparazione: nulla di ecceziona-le, strumento vecchiotto e da non

    rimpiangere proprio, ma che al-meno dava la possibilit di diffe-renziare la situazione di chi avevaalcune lacune limitate nella gravi-t o nella diffusione da quella dichi arrivava a fine anno quasicompletamente impreparato. Delresto nella secondaria superiore,in cui si sempre utilizzato unascala di valutazione numerica,esistono i debiti e la possibilit (eil dovere) di ripararli.

    Invece per la scuola elementare e

    media oggi, se dovessimo appli-care come sono scritte le disposi-zioni della Gelmini, non vi diffe-renza tra chi ha uninsufficienza indisegno e chi non studia mai e sicomporta da bullo: in un caso enellaltro pollice verso, dice lanorma perch per passare allaclasse successiva necessarioottenere un voto non inferiore asei decimi in ogni disciplina distudio. Ancor di pi: per essereammessi agli esami conclusividella secondaria inferiore ne-cessario aver conseguito in ogni

    disciplina di studio e nel compor-

    tamento un voto non inferiore asei decimi, mentre per ottenerelammissione allesame di Statoconclusivo della secondaria supe-riore sufficiente la media com-plessiva del sei, media che cal-colata considerando nel compu-to, a tutti gli effetti, anche il voto dicomportamento e il voto di edu-cazione fisica.. Cio alla fine del-

    le superiori un 8 in condotta e un8 in educazione fisica compensa-no dei 4 in matematica e inglese,mentre nelle medie un 5 in geo-grafia potrebbe impedirelammissione allesame di terzamedia.

    Il paradosso generatodallincapacit del ministro di valu-tare le conseguenze delle propriedecisioni e dei propri atti assolu-tamente palmare. Questa situa-zione viene contrabbandata dal

    nostro ministro (nella sua sovranaincompetenza) come il trionfo delrigore e della seriet. Nulla di pifalso, ovviamente: di fronteallesigenza di avere tutti i votisufficienti sul tabellone non diffi-cile capire che molti consigli diclasse opteranno per una vastasanatoria, con un effetto a casca-ta di disincentivazionedallimpegno (perch studiare sepoi il sei bene o male arriva pergrazia ricevuta?) proprio nella de-licatissima et della prima adole-scenza. Cos si apre la porta al

    caos: improvvisi miglioramenti,

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    facile prevederlo, caratterizzeran-no il curriculum di gran parte deglistudenti italiani; poich nessunascuola pu permettersi di fermareun terzo dei propri studenti, si po-tr osservare con finto stuporeche tutti avranno prontamente im-

    parato matematica e italiano, in-glese e scienze nelle ultime setti-mane di scuola e i 4 e i 5 di aprilediventeranno 6 a giugno.

    Di fronte a questo stato di cose,che tende inevitabilmente a de-

    generare, alcuni dirigenti scolasti-ci col senso del proprio compito diformatori avevano pensato di in-trodurre sul tabellone un piccolocorrettivo, il 6 rosso, almeno percomunicare a genitori e studentiche in questa o quella disciplina il

    livello di preparazione era carentee che quindi sarebbe buona cosadarsi da fare durante lestate perriparare le carenze. Misura dibuon senso, non altro, subito perduramente contrastata dalla Gel-mini: cos questa storia delle suf-

    ficienze colorate, che potrebberosegnalare sufficienze assegnatedal consiglio di classe? Non se neparla neppure!

    A fine anno, si sa, tempo di bi-lanci per tutti, per chi insegna e

    per chi impara. Sarebbe il casoche lo fosse anche per chi gover-na la scuola; ed ora per tutti didomandarci dove pu portarequesta frenesia ideologica nutritada incompetenza e improvvisa-zione.

    LE RUBRICHE

    MUSICAQuesta rubrica a cura di Paolo Viola

    Le Schubertiadi di Schwarzenberg

    Pochi milanesi e lombardi cono-scono e frequentano questo spe-

    cialissimo evento, che si svolgeogni anno a 250 km da casa loro(non pi di tre ore, quasi tutte inautostrada), di un fascino incredi-bile per chiunque ami la musicaclassica - anche senza essernegrande intenditore e magari an-che laria estiva delle Alpi.

    Le Schubertiadi prendono il nomedallabitudine del giovane Franz(17971828) di riunire nella suacasa di Vienna gli amici musicisti,e con loro passare intere giornate

    a far musica; non solo musicapropria, ma qualsiasi testo pia-cesse loro e si divertissero a suo-nare insieme, spesso anche im-provvisandone di nuovi. Dopo laprematura morte di Franz, delnome di Schubertiade si fattogrande uso, in festival grandi epiccoli e in vari paesi, ma ultima-mente si imposto allattenzionedi tutto il mondo musicale un fe-stival molto particolare(www.schubertiade.at) che fin dal1976 si svolge nella piccola re-gione austriaca del Vorarlberg -

    non lontano dalla sua capitale

    Bregenz, sul lago di Costanza oBodensee - dapprima sulle rive

    del Reno e successivamente piin alto, in un delizioso paesinoadagiato fra i prati e i boschi delfamoso altipiano del Bregenzer-wald incorniciato da alte cimequasi sempre innevate.

    Nel minuscolo paese di Schwar-zenberg proprio domani cominciail primo ciclo delle Schubertiadi,che durer 10 giorni (dal 17 al 27giugno) e che riprender il 29 a-gosto per concludersi l8 settem-bre (in maggio e in ottobre altri

    due cicli si svolgono in valle, adHohenems). Il programma del fe-stival prevede tre concerti il giorno- mattino, pomeriggio e sera chesi terranno nella bella sala in le-gno dedicata ad Angelika Kau-fmann (la grande pittrice nata aSchwarzenberg e cresciuta in pa-ese nella seconda met del 700)ciascuno dei quali preceduto dalrichiamo dei corni che, pochi mi-nuti prima dellinizio, fanno e-cheggiare antiche armonie fra imonti e le valli dellaltipiano.

    In questo prossimo ciclo si ascol-teranno tanti pianisti - fra cui

    Brendel, Eschenbach, Lewis eSchiff - il violoncello di Erben e ilclarinetto di Bader, il trio Eggner, iquartetti Artemis e Belcea,lottetto di Lipsia (Leipziger Oktett)e per gli amanti dei lieder lemagnifiche voci di Ian Bostridge,Annette Dash, Gerald Finley, Mat-thias Goerne, Robert Holl, JuliaKleiter, Christopher Maltman,Christoph Prgardien, ThomasQuasthoff, Kate Royal, AndreasScholl e Peter Schreier. Oltre aSchubert - che la fa ovviamente

    da padrone con pagine pianisti-che, lieder e varie formazioni dimusica da camera (dal duoallottetto) si ascolterannoHaydn, Beethoven, Schumann,Mendelssohn, Brahms, Debussy,Ravel in un turbillon di musichemeravigliose in un ambiente disogno, assolutamente inusuale.

    Ascoltare musica in un contestocos particolare, dove ogni cosaruota intorno al festival i piccolie antichi alberghi di montagnacon le loro stuben, le chiese con i

    loro organi e i cori di paese, i ne-

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    non solo visivamente. La rasse-gna infatti il primo appuntamen-to di un progetto promosso in col-laborazione con lUnione ItalianaCechi, pensato per coinvolgereanche un pubblico non vedente inspeciali percorsi tattili. Complici

    lodore del legno, le forme morbi-de, levigate, ma anche scabredelle sculture, minuziosamentelavorate con lo scalpello sul fron-te, incompiute sul retro.Love at First Touch: GehardDemetz.Como, ex Chiesa di San France-sco, viale Lorenzo Spallino 1- ora-rio: luned-venerd 16/20; sabatoe domenica 10.30/19.00. Fino al27 giugno.

    A cura di Philippe Daverio conElena Agudio e Jean Blanchaert,la rassegna propone tuttaltro cheuna lettura univoca e compiutadellarte sudamericana; semmaiun ritratto dautore che ricorda ar-tisti di ieri e protagonisti delle ul-time generazioni, insistendo sualcuni temi condivisi: sangue,morte, anima, natura, citt. Esempre e comunque con grandepassione sociale e attenzione perla storia. Non ununica AmericaLatina, ma tante Americhe Latine,cos come molto diversificato evariegato il panorama artistico delcontinente sudamericano. Arriva-no dal Brasile, da Cuba, dalla Co-lombia, dal Cile, dal Venezuela edal Messico le oltre cento opereesposte. Una cinquantina gli arti-sti rappresentati, concettuali, a-stratti, figurativi nel senso pi tra-dizionale del termine, pittori, scul-tori, fotografi o amanti delle spe-rimentazioni linguistiche. Ecco,dunque, la cubana Tania Brugue-ra, largentina Nicola Costantino,la brasiliana Adriana Varejo fino

    a Beatriz Milhares, Vik Muniz, alfotografo guatemalteco LouisGonzales Palma, al cileno De-mian Schopf. C anche Alessan-dro Kokocinsky, cresciuto in Ar-gentina, ma nato in Italia dove tut-tora vive e lavora, che trasferiscenelle sue opere dolenti i tormentivissuti in prima persona. Nella sa-la cinematografica dello SpazioOberdan la sezione video cura-ta da Paz A. Guevara e ElenaAgudio.Americas Latinas. Las fatigas

    del querce.

    Spazio Oberdan, via Vittorio Ve-neto 2 - orario: 10/19.30, martede gioved fino alle 22, chiuso lu-ned.Fino al 4 ottobre.

    Si fa sempre pi fitto il dialogo traarte antica e moderna, almenoquanto a iniziative che vedono aconfronto tradizione e modernit.Come la mostra allestita in questigiorni allAccademia Tadini di Lo-vere. Una rassegna nata dallacollaborazione tra il museo lom-bardo, aperto nel 1828 da un col-lezionista di allora, il conte LuigiTadini, e tre galleristi/collezionistidi oggi, Claudia Gian Ferrari,Massimo Minini e Luciano Bilinelli.Ecco dunque che le opere di An-

    tonio Canova, Francesco Hayez,Jacopo Bellini, Fra Galgario, ilPitocchetto, Francesco Benaglio eParis Bordon, conservate in per-manenza allAccademia Tadini, sitrovano per qualche mese facciaa faccia con quelle di Giulio Pao-lini, Carla Accardi, Lucio Fontana,Luigi Ontani, Arturo Martini, SolLeWitt e molti altri maestri del XXe XXI secolo.Accademia Tadini. Quattrocollezionisti a confrontoLovere (Bergamo), Accademia diBelle Arti Tadini, Palazzo dell'Ac-cademia, via Tadini 40 (Lungola-go) - orario: marted-sabato15/19, domenica 10/12 e 15/19.Fino al 4 ottobre.

    la mostra simbolo delle cele-brazioni per il centenario della na-scita del Futurismo. Una rassegnaimpetuosa e forse un po bulimica,ma come di fatto fu il Futurismo ecome si conf alla passione dellostudioso che ama rendere pubbli-che le proprie scoperte. Il Futuri-

    smo a volo duccello, dunque,guardando al movimento in tuttala sua estensione cronologica esenza omettere nessuna dellesue molteplici declinazioni, esplo-rando anzi lintero campo dazionedi unavanguardia la cui piena va-lutazione stata a lungo condi-zionata dalle sue collusioni colfascismo. A cura di Giovanni Listae Ada Masoero, la rassegna riuni-sce circa 500 opere, spaziandodai dipinti, disegni e sculture, alparoliberismo, ai progetti e dise-

    gni d'architettura, alle scenografie

    e costumi teatrali, alle fotografie,ai libri-oggetto e ancora agli arre-di, allarte decorativa, alla pubbl i-cit, alla moda, offrendo in chiu-sura un assaggio di film futuristi. Il20 febbraio 1909 Filippo Tomma-so Marinetti pubblicava su Le Fi-garo il Manifesto del Futurismoed appunto a Marinetti che spet-ta un ruolo chiave nel percorsoespositivo, traghettando nelletdelle avanguardia larte italiana difine 800 alla quale dedicataunefficace panoramica in apertu-ra, tra Simbolismo e Divisionismo.Si prosegue quindi per decenni,individuando di volta in volta lefigure e i caratteri dominanti. Boc-cioni, Carr, Balla, Severini, Rus-solo, Soffici, Prampolini, Depero,Sironi, Dottori e molti altri. La

    compagine di maestri futuristi ampiamente rappresentata, an-che grazie a opere non scontate,e la rassegna segue lintera evo-luzione del movimento fino a tuttigli anni 30 e oltre, avventurandosinella met del secolo scorso perrintracciarne gli eredi: da Fontanaa Burri, Dorazio, Schifano ai poetivisivi.Futurismo 1909-2009. Velocit +Arte + Azione.Palazzo Reale, piazza Duomo 12 orario: 9.30/19.30, luned14.30/19.30, gioved 9.30/22.30.Fino al 12 luglio.

    I temi sono tutti indiscutibilmenteponderosi e decisamente univer-sali: Potere, Quotidiano, Vita,Morte, Mente, Corpo, Odio, Amo-re. Ognuno di questi rinvia a unadelle 8 sezioni in cui si articola lamostra bergamasca il cui titolo,Esposizione Universale, sembraironizzare su uno degli argomentipi frequentati e ineludibili delmomento. Qui per lExpo rigo-

    rosamente artistico, con una car-rellata di un centinaio di opere dal400 ai giorni nostri, forte innanzi-tutto del patrimoniodellAccademia Carrara di Ber-gamo, ma non solo. Si va da Gio-vanni Bellini, Bergognone, Botti-celli, Carpaccio, Foppa, Pisanello,Tiziano a Casorati, Duchamp, DeChirico, Christo, De Dominicis,Ontani, Clemente, Kabakov, Gil-bert & George, Maria Lai, Spallet-ti, Arienti, Cuoghi e molti altri, tracui Ben Vautier le cui opere-testo

    ricorrono in tutte le sale. A cura di

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    Giacinto Di Pietrantonio, non laprima volta che il direttore dellaGalleria dArte moderna e con-temporanea di Bergamo mette aconfronto larte antica con quellamoderna. Lo ha fatto ragionandosulle Dinamiche della vitadellarte, una rassegna di qualcheanno fa e continua a riproporreanche in questo caso la sua vi-sione unitaria dellarte, tutta con-temporanea, perch con gli oc-chi di oggi che si rilegge larte diieri.Esposizione UniversaleLartealla prova del tempo.Bergamo, Galleria darte modernae contemporanea, via San Toma-so 53 orario: marted-domenica10/19, gioved 11/22. Fino al 26luglio.

    Lopera incisa di James Ensor al centro di una mostra, a cura diFlavio Arensi, allestita nelle saledi Palazzo Leone da Perego aLegnano. Sono esposte 188stampe del maestro belga vissutoa cavallo tra 800 e 900, prove-nienti dalla collezione Kreditbank;tra queste 134 acqueforti, a deli-neare un percorso influenzato ini-zialmente dallesperienza impres-sionista che lascia ben presto ilpasso a un deciso espressioni-smo, tramite per una dissacrantee spietata critica della societ deltempo. Occupa una posizione ri-levante, la stampa, nella produ-zione di Ensor, un medium che siaddice alla sua vena di solitariofustigatore del compassato mon-do borghese, ma anche alle suesfrenate escursioni nei territori delfantastico e del grottesco. Nonmancano, peraltro, anche i pae-saggi, le marine, le nature morte, iritratti e gli autoritratti, con

    unattenzione particolare riservataalla figura di Cristo che ricorre inalmeno una dozzina di incisioni ea cui dedicato lalbum litograficodal titolo Scnes de la vie duChrist.Parallelamente, al Castello di Le-gnano si possono visitareunantologica di Tino Vaglieri anove anni dalla morte dellartistatriestino, milanese dadozione, dicui si segue il percorso dapprimalegato al Realismo esistenziale eapprodato quindi allinformale e

    una personale della giovane arti-sta di Merate, Marta Sesana.James Ensor. Lopera incisa.Legnano, Palazzo Leone da Pe-rego - orario: marted-venerd16/19.30; sabato 15.30/19.30;domenica e festivi 10/13 e

    15.30/19.30; mercoled 21/23. Fi-no al 28 giugno.

    Gli spazi della Fondazione Pomo-doro sono letteralmente occupatidalle grandiose installazioni dellasettantanovenne artista polacca,protagonista della nuova mostra,a cura di Angela Vettese. dav-vero una rifondazione del lin-guaggio della scultura quella chesi avverte nellopera di MagdalenaAbakanowicz. Monumentale non

    solo per le dimensioni degli 11lavori esposti, ma anche per il re-spiro, per la vastit della conce-zione, per il modo in cui le suecreazioni interagiscono con lospazio, occupandolo, appunto etrasformandolo. Lo si vede peresempio in Embriology, installa-zione acquistata nel 2008 dallaTade Modern di Londra e ora aMilano. Un lavoro imponente i-deato nel 78, fatto di centinaia disacchi di iuta imbottiti, di varie di-mensioni e a forma di patata, giintrinsecamente destinati a tra-sformarsi nelle sue folle di figureumane e animali, arricchendosi aun tempo con luso di altri mate-riali: ceramica, acciaio, alluminio,bronzo. Nata in una famiglia ari-stocratica, Magdalena Abakano-wicz ha sempre vissuto e lavoratoa Varsavia e si vista poco in Ita-lia a parte le Biennali di Venezia euna mostra al Mart di Rovereto.Magdalena Abakanowicz.Space to experience. Fonda-zione Arnaldo Pomodoro, viaAndrea Solari 35 orario: mer-

    coled-domenica 11/18 (ultimoingresso alle17); gioved 11/22(ultimo ingresso alle 21). Fino al26 giugno.

    Il soggiorno di Leonardo da Vin-ci a Vigevano, testimoniato dallostesso maestro nei suoi appunti, il pretesto per una serie di ini-ziative in zona che ruotano at-torno a questo genio poliedrico,tra cui una mostra decisamenteinsolita. Anzi impossibile per-

    ch riunisce lintera opera pitto-

    rica di Leonardo, operazione ins inimmaginabile se non attra-verso il ricorso alle tecnologie diriproduzione digitale. cos che17 opere leonardesche, rico-struite in dimensioni reali e re-troillluminate (al punto da esse-

    re apprezzabili analiticamentetalvolta meglio degli originali),sono esposte tutte assieme ne-gli spazi del castello vigevane-se. Dalla Giocondaalla Verginedelle Rocce, alla Dama conlermellino e persino lUltimaCena, questultima presentatanella vicina chiesa sconsacratadi San Dionigi, da poco restau-rata come anche limponentepala del Cerano, qui custodita,raffigurante il martirio del santo.Questa rassegna non la prima

    del genere. Lideatore del pro-getto, Renato Parascandolo, hacominciato a pensarci nel 2000,quando, allora direttore di RaiEducational, strinse un accordocol Ministero per i Beni e le Atti-vit culturali per fotografare eriprendere in video i maggioricapolavori dei musei italiani.Cominci da l la sua avventuranei territori della riproduzionedelle opere darte e nacque coslidea di utilizzare quei materialiper realizzare una sorta di gran-de trailer dei capolavori italianida esportare nel mondo per ri-chiamare turisti a vedere gli ori-ginali. Ecco allora le mostre diLeonardo, Raffaello e Caravag-gio, curate da studiosi qualifica-ti, cui seguiranno a breve, quellenon meno impossibili sulla Cap-pella degli Scrovegni di Giotto esu Piero della Francesca.Leonardo: una mostra impos-sibile. Lopera pittorica di Le-onardo da Vinci nellepocadella sua riproducibilit digi-tale.

    Castello di Vigevano - orario:marted-domenica 10/19. Fino al30 giugno

    A sei anni dalla morte di EnricoBaj, la sua produzione artisticanon cessa di riservare sorprese enuovi filoni dindagine. Non solo ledonne fiume, i monumenti idrauli-ci, le dame, i generali, a molti gifamiliari, ma anche i mobili anima-ti, in linea con lineludibile tenden-za allantropomorfizzazionedellartista milanese. Un libro, a

    cura di Germano Celant, edito da

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    Skira, e una mostra alla Fonda-zione Marconi propongono questoversante della feconda produzio-ne artistica del padre del Movi-mento Nucleare e della PatafisicaMediolanense. Sono una cinquan-tina le opere eseguite agli inizi

    degli anni 60, presentate in colla-borazione con lArchivio Baj. Allabase, lidea tipicamente surreali-sta e venata dironia che qualsiasicosa possa trasformarsi in altro.Ecco, dunque, come gi statoper i personaggi, una serie di mo-bili bizzarri ma anche eleganti,confezionati con ovatta pressata eapplicata a collage sul fondo distoffa da tappezzeria, su cui Bajsistemava cornici, pomelli, pas-samanerie e fregi di serrature aevocarne i tratti somatici; via via il

    mobile si precisa, si fa di legnograzie a fogli dimpiallacciatureopportunamente impreziositi e siavvia a esibire la sua naturaKitsch.Enrico Baj. Mobili animati.Fondazione Marconi, via Tadino15 - orario: marted-sabato

    10.30/12.30 e 15.30/19. Fino al24 luglio.

    I suoi celebri Bleuhanno addirittu-ra richiesto una tonalit di blu

    creata ad hoc, che porta atuttoggi il suo nome (InternationalKlein Blue). Laspirazione alla pu-rezza e allassoluto hanno con-traddistinto lintera e brevissimavicenda creativa di Yves Klein,suggerendo pi di unaffinit conPiero Manzoni, e non soltantoperch sono morti, quasi coeta-nei, a un anno di distanza lunodallaltro: nel 62, a Parigi, iltrentaquattrenne Klein; nel 63, aMilano, Manzoni appena ventino-venne. A Yves Klein, capofila del

    Nouveau Ralisme, sebbene nesia uscito un anno dopo la fonda-zione e antesignano della pitturamonocroma, dedicata unampiaretrospettiva che oltre a presenta-re un centinaio di opere del mae-stro francese, provenientidallArchivio Yves Klein di Parigi eda collezioni internazionali, affian-

    ca loro, nelle piazze e nei giardinidella citt, una selezione di scul-ture metalliche della moglieRotraut Uecker che con Kleincondivise anche la vocazioneartistica e immaginifica. Sui trepiani del museo, le opere di Klein

    sono presentate per nuclei tema-tici: i Monochrome realizzati conpigmenti puri fino ad arrivare alsolo blu, alternato con loro in fo-glia; i quadri realizzati con il fuocoa contatto diretto con la tela; leAnthropomtrie, tele su cui sonoimpressi i corpi delle modelle co-sparse di colore dallartista duran-te veri e propri happening; e an-cora i Relief plantaire, le Sculp-ture ponge, insieme a filmati efotografie a documentarne le a-zioni, mentre un ricco apparato

    documentario permetter di se-guire le tappe del percorso artisti-co e personale di Klein.Yves Klein & RotrautLugano, Museo dArte, Riva Cac-cia 5 orario: marted-domenica10/18, luned chiuso (tranne il 1e29 giugno). Fino al 13 settembre.

    TEATROQuesta rubrica curata da Maria Laura Bianchi

    Three Solos and A Duet

    Cos lontani, cos vicini tra di loro,Mikhail Baryshnikov e AnaLaguna sono la pi stupefacentestrana coppia della danza di oggi.Lui , per dirla in breve, thegreatest living dancer, il pigrande danzatore vivente,secondo Time Magazine. Dallevette del balletto russo, lextransfuga Misha non ha fatto altro

    che cambiare tutto (paese: dallanativa Lettonia agli States,linguaggio: dal classico alcontemporaneo) per noncambiare niente: rimasto sestesso, una superstar curiosa,perfezionista, inguaribilmentesnob. Dopo essere stato il pimusicale dei Principi del ballettozarista, ha frequentato a lungo ilneo-modern e post-modern Usadi Twyla Tharp e Mark Morris perpoi concedersi qualche arditaescursione: ha calzato tacchi

    vertiginosi come Achille per il

    provocatorio Richard Move, si calato nei panni del fascinosoAleksandr Petrovsky nel cult tvSex & the City. Di lei, laspagnola Ana, si sa molto meno.Da sempre musa del maritocoreografo, lo svedese Mats Ek, unantidiva defilata dallamondanit, immune da qualsiasivanit femminile. Interprete diviscerale espressivit, ha saputo

    scolpire a piedi nudi creatureborderline per le poetichecoreografie contemporanee di Ek.Insieme, Misha & Ana formanouna miscela esplosiva. Congrande smacco di chi vorrebbe ladanza perennemente congelata inuna smagliante giovent, ecco lalezione di due sublimisessantenni. Non salgono incattedra, ma scivolano nelleangustie del quotidiano,tratteggiato da un tavolo e untappeto, simulacri di una vitaqualunque in cui cullarsi,

    specchiarsi, accapigliarsi,

    ritrovarsi. Place, una tessituradi gesti minuti modellata sui corpiintelligenti di Baryshnikov eLaguna da uno dei maestri pisensibili della scenacontemporanea, Mats Ek, che peri due ha adattato anche il suoSolo for Two, originariamenteconcepito per Sylvie Guillem eNiklas Ek (fratello di Mats), sumusica di Arvo Prt, in cui si

    intrecciano solitudine, distanza edesiderio tra una donna e unuomo a lungo sospirato.Riservano sorprese il nuovissimoassolo per Baryshnikov sul laValse Fantasie di Mikhail Glinka- ideato dallex direttore delBalletto del Bolshoi AlereiRatmanski (il debutto, il 2 maggioalla Latvian National Opera diRiga, citt natale del divo russo) -,e un secondo solo per Misha daltitolo Years Later, firmato nel2007 dal francese BenjaminMillepied, principal dancer del

    New York City Ballet, su musiche

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    di Philip Glass, Erik Satie e AkiraRabelais.Teatro Strehler, largo GreppiStasera alle 19.30; domani e do-po alle 20.30Info e prenotazioni: 848.800.304

    SuperwoobindaDefinito una delle pi lucide anali-si dello stato della nostra televi-sione, Superwoobinda lalbumdi cinquantadue racconti brevis-simi dello scrittore varesino AldoNove pubblicato nel 1998 arrivaa Milano nella riduzione scenicafirmata da Monica Nappo. Unalingua elementare, quasi bambi-nesca, restituisce il sorprendentepaesaggio di storie e di situazioniquotidiane, dove il gusto compia-ciuto per la violenza, la presenza

    ossessiva della pubblicit, delmarchio, del mondo della televi-sione, e una morbosa ossessioneper il sesso, convivono, e i cuiprotagonisti uccidono, squartanoe dilaniano corpi con la stessanaturalezza con cui potrebberoandare a fare la spesa. Teen a-gers brufolosi dichiara MonicaNappo, lattrice di teatro e di ci-nema diretta, tra gli altri, da registicome Mario Martone, Toni Servil-lo, Arturo Cirillo, Matteo Garrone,Silvio Soldini, Paolo Sorrentino,Leonardo Pieraccioni che ambi-scono a una relazione con diveporno, casalinghe cinquantenniche sognano una love story conMagalli, donne che si eccitano piper un cellulare che per un uomo,operai frustrati, studenti folli e pe-ricolosi, oche giulive che diventa-no serenamente puttane, padri difamiglia con doppia vita, disadat-tati di periferie e di quartiere, de-lusi e disillusi dalla politica. Ritrattida foto tessera, con tutti i dialetti ele miserie del nostro stivale. Aproposito della sua antologia, Al-

    do Nove ebbe poi ha dichiarare:Quando scrissi Superwoobinda,alcuni anni fa, volevo delineareuna generazione priva di futuro. Ilfuturo, purtroppo, arrivato.Solo venerd 19 giugno, alle 21.45Ex O.P. Paolo Pini, via Ippocrate45

    Info e prenotazioni:02.66.20.06.46

    Lultima astronaveCosa mettere su unastronaveche partir per gli spazi siderali,una volta che la razza umana sa-

    r estinta? Codici e invenzioninon bastano. Ci vuole la provadella capacit artistica delluomo,il suo sogno e il concreto deside-rio di comunicare agli altri. Il me-glio, forse, della sua storia. Unastoria del mondo con in mezzodue scienziati pazzi, un dicitore eun pianoforte, e uno schermo do-ve appaiono quadri famosi, e inat-tese sorprese.Dai graffiti paleolitici a Leonardo,dai mostri di Bosch a Velasquez,dalla sfida di Van Gogh a

    Twombly attraversando Walt Di-sney, le ninfee, la restauration art,Klee e Bacon. Le parole degli ar-tisti e altre parole scritte e rein-ventate. Il sorriso e il grido in let-teratura, in musica e in pittura. Unviaggi ironico e crudele, in ci chedi meglio e peggio luomo ha damostrare alluniverso, nel casovicino o lontano che debba scom-parire.La voce di Stefano Benni, la mu-sica di Umberto Petrin,linvenzione scenica di Fabio Vi-gnaroli, elefanti rosa, girasoli infiamme e un mammuth parlantenello spettacolo che segue ilgrande, sorprendente successo di"Misterioso", lo spettacolo dedica-to a Thelonious Monk, e ora di-sponibile in un dvd pi libro editoda Feltrinelli.Solo sabato 20 giugno, alle 21.45Ex O.P. Paolo Pini, via Ippocrate45Info e prenotazioni:02.66.20.06.46

    Oblivion Show

    Oblivion Show uno spettacoloche mette in scena il meglio delrepertorio originale degli Oblivion(Graziana Borciani, Davide Cala-brese, Francesca Folloni, LorenzoScuda e Fabio Vagnarelli). Un cir-co volante in cui si alternano blobdi canzoni, cantautori italiani rivistie corretti, uffici postali musicali,

    un reality show dove i personaggisono ostaggio dei terroristi, le av-venture di Rato lImmigrato elimmancabile riduzione musicaledei Promessi Sposi in 10 minuti,vero e proprio filmato cult dellarete. Unora e un quarto di pura

    follia, acrobazie musicali, risate...Non adatto ai deboli di cuore.Teatro Franco Parenti, via PierLombardo 14Fino al 27 giugnoOrario: 21.15Info e prenotazioni:02.59.99.52.06

    Il fabbriconeLultimo spettacolo della stagionedi Tieffe Teatro StabiledInnovazione porta in scena,dall11 al 27 giugno, allinterno del

    Cortile della MagnoliadellAccademia di Brera, Il Fabbri-cone di Giovanni Testori.La ringhiera e il cortile sono i pro-tagonisti di questo affresco di sto-rie che rimandano a quella Milanodi periferia, fotografata tra leco -non ancora troppo lontana - diuna guerra che ha lasciato sul ter-reno e sulle coscienze cumuli dimacerie e un futuro ancora incer-to. Insomma sono gli anni del bo-om e dello sboom tra le inquie-tudini e i sogni di gloria di unagiovent in cerca di nuovi riferi-menti e la nostalgia carogna divite invecchiate troppo presto. Iltutto a portata di mano e di cuore,grazie alla penna straordinaria diuno dei pi grandi autori del No-vecento. La versione teatrale pro-posta da Emilio Russo prova aricostruire sentimenti e atmosfere,attraverso i personaggi principalie secondari, abitanti di questo de-cadente Fabbricone (un caseg-giato di Novate, luogo nat


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