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PE OIZIONE IN A BBON AMENTO POST ALE LIRE ·uN

Date post: 28-Nov-2021
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DIFES! DELL! PO t E MIC4 OUESTIONJ\810 . DIRETTORE El E SIO INTERLANDI - ) V - n. 15 -5 GIUGNO XX PE OIZIONE IN A BBO N AMENTO P OS T AL E LIRE · uN
Transcript

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DIFES! DELL!

~Cl · -~ ~ZA•DOCUUEN·T!ZIONE POt EMIC4 • OUESTIONJ\810 .

DIRETTORE El E SIO INTERLANDI

- ) V - n. 15 - 5 GIUGNO XX A · P E OIZIONE IN A BBO N AMENTO P OST ALE

LIRE ·uN

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SOMMARIO Gl i art icol i con tenut i in questo fa sc icolo commenl3no d3l pun to d i vi sta storico le affermazioni fondamentali del Mani­

festo razz is ta del 1938; con l'inten to d i ch iari re, nel loro storico d ivenire e maturare, le

affermaz ion i sles! e. Gli argomenti lralfati sono i seguenti :

Sen. GIOVANNI MARRO : Rauismo vero e rauismo spu­

rlo (a proposi to de l le d iverse teorie sui " Med i terranei u).

GUIDO LANDRA : Fondamenti d ' Igiene rauiale (a propo­

si to d ei ca ralferi d el ra zzismo fascista).

CLAUDIO CALOSSO : Genesi sclentilica del c:>ncetto :li

raua (sul 1" punto del Man ifesto) .

GIOVA NNI SA VE LLI : Sintesi storica dei giudei in Ital ia

(su l 9" p unl o d el Manifes to) .

ARMANDO TOSTI : Nazionalità e razzismo (sul ?" punto del

M ani festo).

FELICE GRAZIANI : l meticci nella storia (sul 10" punto

del Manifesto).

ALDO MODICA : Evoluzione del concetto di arianesimo

(sul 4" punto del Mani festo).

RENATO SEMIZZI : Storia delle classificazioni razziali (sul

2" punto del Mani festo).

QU ESTIONARIO : Per un'efficace politica razziale; Sciacallismo ebraico.

GLI UFFICI DELLA "DIFESA DELLA RAZZA" SI TROVANO IN ROMA · PIAZZA COLONNA (PORTICI DI VHIO) - TELEFONO 63737 - 62880

_ANNO V - NUMERO 15 5 GIUGNO 1 94, 2- \:X ESC E IL. 5 E IL 20 DI OG:" I ~tt::H (; i'\ N UMERO SE PAR .~ T tl LIR•: 1 .-I.BB Oi'\" A ME N T O A !'i i'\ l! O L IR •: 2 1> A BBQ N ,, ~IE:-i TO SE~IESTRAU: . 1 ~ ES T E Rtl I l. 0 0 1'1"1 0 .

Dire ttore: TE LESI O I NT E RLAN DI Co mit a t o di redaz i o n e :

prof. dutt . GUIDO LAì'i'DRA · prof. dott. LIDIO CIPRIAN I :' çgreta io di redaz i o n i! : t;r OR G I O ALM IR .-\i'ITE

~CIENZ!•DOCUUENTJIZIONE POLEUIC! • OUESTIONARIO

Questa storia sintetica e ultrasignificatil'a degli Stati Uniti ha visto la luce sulla rivista . •

americana "Life ". E una storia veridica, a cui non manca, per esser perfetta e com-

pleta, che l'ultimo quadretto, con l'ultima pedt~ta. ~1Jfa c'è già chi si prepara a sferrar/a ..•

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I l Fascismo attende ,oggidì dall'antropologia norme e inda­gini per la tutela ed il miglioramento del patrimonio raz­ziale no.1lro " per un sano indirizzo da dare in proposito agli .studeTtli ed ai futuri insegfl(znti. La. vecchia antropologia

fi.siw - cht! .si è imperniata esser!ZI:almente. presso di noi, nel nome di Giu5eppe Sergi - 110n soddisfa e non può .wddisfare a tali postulc!ti: persi.stere e.sclusivamente in essa è venir meno ad U/l prt!ci.su tlovert! patriottico e dare in.sieme prova di spiriti 11.uùlerati, incapaci di muover.si per nuove vie.

Con queste premesse si comprenderà facilmente come io abbù1 dirP.tto sempre ·Le mie modeste forze per confutare risolutamente i « fPdelissimi :t sngiani-. i quali non solamente si sono fatto ushergo dell 'opera di G. Sergi per camuffarsi da ra;;zi3ti (eque­.sto sarebbe ancora poco malet, ma non nascondono audacemente di voler giungere al mo11opolio degli studi ufficiali sulla razza e, quel che è peggio, .si prefiggono per l'appunto di far tralignare il ra;;zi3mo italiano - che è problema nazionale e coloniale -rlu quell'originalt• t! co.struUivo indirizzo. in conformità a tradi­zioni schiettamente italiane e secondo il prcgramma profonda­lllt'nt,• rin11o vatore della Rivoluzione fasci5la .

Per combattere efficacemente costoro sono stato, naturalmente, costretto a fare Ull po' di processo all'opera di Giuseppe Sergi (La Vita Italiana, marzo XIX e novembre XXI: unica, esclusiva fonte ispiratrice alla loro attività scientifica. Sì. che pur non 1/IIP.II(Ione avu.ta L'intenzionalità mi .sono po5to in vista come un ri .wluto critico dell'opera sergiana.

Giu.seppe Sergi. inumto, non seppe o ·non volle vedere negli italiani una .mlda compagine etnica P negò a. priori una razza i1alia11a, .<t•guito scru.polosame11te in ciò dai suoi seguaci.

Un deg11o esponente dell'alta cultura italiana c del Partito Nazionale Fascista mi definiva , tempo fa, G. Serg1: come « opa­co :t, rivolgendo soprattutto il pensiero alla incapacità da parte dell'arrtropologo romano di penetrare nello spirito dell'l Roma­nità e di appre;zarlo al suo giusto oolore.

Il giudizio del dotto interlocutore mi ha tanto più colpilo dac­chè ben sapevo che era stato urr sincero ammiratore del Sergi. il quale ha effeuivamenle interessato molti giovani all'epoca del trionfo delle idee materialistiche, sorte ed agitate particolar­mente per le teorie del Darwin ed anche per le concezioni del Lombroso che del Ser~i fu intimo amico.

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Osservo che l'amicizia fra il Lombr0 •

so ed il Sergi contribuì_ forse ad impri. me re irt questi il marchio dell'Ebraismo per il quale lo rendeva già sùi.gol~rmen: le recettivo l'« opaciu.ì :t dello spirit(),

E' nola, invero, quale caratteristica della mentalità ebraica di concepire la grandezza solamente nel prepotere di 1 sraele, per cui ogm: altra elevazione morale viene da esso considerata con altezzosità se nim eon disprezzo e per lo più sistematicamente denegala. E qui ùova, secondo rJJi, le radici quel pessi­mismo, talora cinico, e quella tendenza all'internazionalismo che sogliano in­quinare a.nche le grandi elaborazioni spirituali a cui perviene L'Ebreo, se pur ·non sta alla base delle medesime: onde l'Ebraismo costituisce propriamente un velo per il rilievo e la comprensione della grandezza morale e civile del mon· do latino come pure della. bella: epopea del nostro Risorgimento (battezzato dal Sergi « rinvecchiamento :t).

. Dopo di che non fa meraviglia che · il Sergi sia stato condotto in alcune

sue opere, soprattutto nella Decadenza delle Nazioni Latine del 1900 : a misconoscere l' essen=a della civiltà latina, a d i. leggiarla roventemente, giungendo a considerare i Romani co­me barbari o semi-civili, ingiusti dominatori di tanti altri po· poli, a definire la civiltà romana un capitolo di paleontologi'J socia.le. non altrime11ti del·le civilu.ì semitiche a.çsira c babilo­nese, a ritenere il « latinismo » virus letale, .onde la consigliut~ proscrizione dal nostro insegnamento scolastico. Ma ciò- . ch e' non ·si riesce a comprendere all'infuori dell'internazioiwlism:; (per cui il patriottismo, nel pensiero del Sergi, .scende al ranf'u di un pregiudizio) è quel t•ilipendere ogni cosa sacra per no1 , atteggiando gli italiani moderni ad ·imbelli e codardi, scimmiul­tatori spregevoli degli Anglo-sassoni · e dei Francesi, è qu.el giu­dicare con scherno le nostre aspira_zioni espansioniste e farn e spietata giustizia, è qud gustare- da profeta iroso- il disastro africano. l n opere posteriori G . Sergi pone in sordina la diffam r;. :.ione per Roma a n'li ca, non ·senza però YJcagliare ;l supremo . Ì fl· salto di giudr:care « l'imperialismo inglese perfettamente simile a/ romono :t e di considerare addirittura «gli Inglesi Romani mo­derni, per cont•ergen;;a. d'origine, di stirpe, di caratteri nel/·. vita pubblica e di molte altre manifestazioni psicologiche indi viduali e soci~i :t; pro&pettando. infin!!, non già noi · ma gi. Anglo-sassoni dell'Europa e dell'America eredi legittimi dell'1m pero Romano (Nuova Antologia 1899 e 19181. Onde avev< . scritto: Oggi dunque, Giuseppe Sergi, redivivo, approverebb<· gli atteggiamenti dittatoriali e le mire imperialiste di un DP lano Roosevelt e lo riconoscerebbe per degno fondatore di un: nu.ova dinnstia di imperatori romani. attribuendosi il meri/l' di aver profetizzato il glorioso avvento .eli un tanto persoru;t.ggio

l n. pieno clima fa-'cista, il fondatore della scuole. romana d: antropologia scrive ancora altre quattro opere che di;poste pe1 ordine cronologico (1919, 1926, 1934, 1936) dimostrano ne· Sergi u.n crescendo di romanofilia e di italofilia, ma - com• io ho prospettato - per ragioni che non tornano molto lusin ghiere per il suo carattere.

Però. nello sforzo degli ultimi scritti il Sergi non riesc1 a vincere le concezioni originarie. E sminuisce la civiltà ro mana considerandola come la terza fase della civiltà m'editer ranea. le cui prime origini identifica nelU.1 civil~ minoica ,

nrl f"e /l.enica. Egli non può percorrere a ritroso la t•ia per tanti anni calca.ta ; !' r~b bandof!a, ma accede. in . gran parte " l'iete teori~ che tolgono , invero, il •Uff.!!.ello della. originalità alla civiltà la­tilla . Ma. come è noto, in molte opere il .~rr{!. i risale alle origini dei popoli euro­pei -c più particolarmente di quello ita­liano. Qui entria.mo nel campo delle sur· elucubrazioni int,orno a quella. spe­" '' che credette di poter identificare e che dtmominò «mediterranea».

So pra tale specie egli tanto si diffuse twlle sue opere per oltre un trentennio 111 cominciare cioè dall'Origine e diffu­,; ,,ne della stirpe mediterranea del 1895 , ,, ;•enire a Le prime e le più antiche ci-., i ! tà del 1926) trovando · grande con.sen­' ·' <-' larghezza. di traduzione fra gli an­l. opologi inglesi e nord-americani e co-. <ituendosi: per genera.le giudizio dei -- •: ai seguaci ed ammirat,ori, il mag[!.ior .•o/o rtlln fama .

Ma anche qu.esti studi lo condu­. .. ao lontano dalla visione della nostra

.,:za. Egli ammette precisamente che la maggior parte della po­

; ·•polazione iuiliana sia formata da una. grande propaggine della ''''cie da lui denominata eura.fricana e p-roveniente dall'Africa.

Tale specie risulterebbe costitu-ita essenzialmente da tre rami : r , lunodermico, feodermico e leucodermico. - Il ramo melano-1• '"micu permarrebbe tuttora nel luogo d'origine di tutta ,la

1 ci,. t' sarebbe costituito dai Begia, dai Galla. dai. So mali, 1· idi Abissini. ecc. Il -ramo .leu.codermico o nordico avrebbe

•· igrato in Europa e da esso dipenderebbe -il tipo della, Scan· ''1via e in parte quello dell'Europa verso il Baltico. Il ramo "dermico o bruno (camita-semitico e indo-'irano) - -- la .~pecie · rliterranea del Sergi - in parte si sarebbe diffuso nell'Afri·

set/.entrionale, dando origine ai Libici e ad ·unn parte d.!gli .i :iani, in parte sarebbe emigrato nell'Asia ( bra.nca semitica ·ndo-irana) e nell'Europa centrale ed ocC-identale 'fino alle

-'· le britannir.he, diffondendosi però soprattutto nel bacino del -Pditerraneu, , Specialmente nelle tre penisole principali, ma ·r. he nelle coste dell'Asia, dalla Siria. all'Asia Minore. Il Rel­·•i giustamente d~ce che il nome dell'Abissinia. nella quale il

- ·rgi vedeva. la patria della razza mediterranea, indica un me--,n'ato.

l l Sergi aggrega poi alla specie eurafricana anche i Poli­. · si e i T oda-Ainù malgrado le distanze che li separano dal·

1frica e dalla specie diffusa in Africa, in Europa e in Asia; · si giustifica col dire che «ho voluto procedere come il natu­.r/ista nella classificazione zoologica, il quale colloca nei ge­' r• ri e nelle specie forme animali per i loro caratteri fonda­·.· entali comuni:.. E qui . proprio sta l'errore - in cui per ogni :,wn razzista è caduto il Sergi - soverchiamente irretito, come

1 vede, nel pregiudizio zoologico -: errore che può legitti­.-·~a re il dubbio sopra la sua classificazione. E' vero che egli mette le mani avanti per parare critiche del genere, dicendo r /, p SO/IO inform.ate C: soltanto a pregiudizi nazionali che alte· ru no la scienza, la quale è al di sopra di ogni nazionalità e di ' l!n i competizione politica :. : dove fa chiaramente capolino di /,-1 nuovo quell'internazionalismo a cui si è visto essersi indub­hiunll'nte informata una gran parte dell'opera sergiana.

·11a. per cogliere in fallo grossolano, dal punto di vista ra~­:i.<ta. le concezioni di G. Sergi - che, secondo l'allegra affer· ma:ione di un su.o fedeli.uimo. sarebbe più che precur.,ore crea-

· tore del razzismo italiano - d piace ancora rilevare che egli si fa vanto nella citata opera. del 1926' di aver dimostrato da lungo tempo: da. una- parte. c: l'affinità dei Mediterranei con i

· Mej.anodermici eurofricani »; dall'altra, la fratellanza addirit· tura dei Mediterranei coi semiti c: ch.e dall'Africa -~migrarono .

· nell'Asia, diffondendosi poi nella Siria e nella. Mesopotamia :., concludendo che c: il ramo asiatico .~i · può affermare che sia della stessa famiglia mediterranea. ».. . sebbene « esso storica· mente apparisca d'origine asiatica:. . - . Insomma, noi dovrem­mo ritenerci non solo imparentati strettamente coi Begia, coi GalLa, coi Somali, cogli Abissini e più particolarmente coi Libici, ma addirittura affratellati coi Semiti venuti di seconda mano dall'Asia, fra cui i Fenici, che Roma si recò a gloria di aver cancellato dalla storia e che i Greci, non. mediterr4nei at cento per cento come i Romani. non riuscirono mai a debellare.

D'altronde, le leggi fasciste in difesa. della stirpe, dagli scopi eminentemente pratici e suggerite dai dati dell'esperienza pro· pria e di altrui - le quali portano al preciso divieto delle unioni fra la razza italiana con tutti gli elementi semitici e con quelli dell'Abissinia e della Libia - fanno senz'altro giustizia delle elucubrazio·ni sergiane sulla stretta parentela fra la nostra razza e quelle del nostro l m pero africano 'non.chè del gru p p o semitico da lui denominato eurofricano .

Ma, le conèezioni sergiane sulla 'popolazione 'd'l_talia norr si limitano ·(l_ qùelle esposte, dacchè egli ammette anphe l'arrivo, la permanenza e a diffusione nella penisola ljtaliana di un'al- · tra varietà umana, profondamente differente da quella medi­terranea per origine, per costituzione scheletrica ed anche pf!r le peculiarità dell'abito mentale (il quale pur qui giova al­Sergi nella distinzione razziale ) : c Per noi l'Italia nella mag­gioranza assoluta è popolata da due varietà umane, d'origine differente, l'una d'Africa, ed è la più antica colonizzatrice del territorio, l'altra più recente d'Asia, éhe rappresenta i così detti AriÌJ o lndo-europei .... Oggi, t'Italia antropologica si può di· videre in tre zone: la meridionale con una popol~zione quasi uniforme ·e primitiva mediterranea; la media con una popola­zione mista con prevalenza. della mediterranea sulla eurasica o asiatica d'origine; la settentrionale, che ha la sua sede nella. 'V alle del P o, composta in gran maggioranza d(J elementi eura· sici. Celti, Veneti, lllirici o Protoslavi ». ·

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Per dare alla specie mediterranea, di sua creazione. la mug· gior gloria possibile C. Sergi ·affermò in-seguito che i setten· trionali italiani « rwn contribuirono nè poteuan? contribuin alla evoluzione ullf~riore della civiltà mediterranl'll e alla gran· dez:a ro.mana :.. Col repellere gli Italiani del sellentrione dalla daborazione della civiltà romana accede forse il Sergi alla le· pùla t1!.1i di quel francl'se. il Pichon. che accaparra Catullo . Vir . . gilio P Tito Liuio - per l'appunto dell'Italia sellentrionalP - ­dicendo che essi sono di stir pt' gallica e che fanno presen· lire, colla loro opera, l'nftezzu a cui giungerà la lelleratu.r!l f rance.1e?

Per coloro poi che, creduli nel sua verbo, 11olessero vedere nel nostro linguaggio un elemento che ci conferisce il diritto di crederci i più direlli eredi d~llu civiltà latina, il Sergi -infatuato nel cancello che i veri eredi della medesima siano gli A'ftglo·sassoni dellP due sponde dell'Atlantico, forse anche per ricono.!cenza (avendo egli trovato negli antropologi di lin · gua ingles(' i maggiori .1uoi ammiratoril - affaccia nella ci· lato opera del 1900 il dubbio che neppure si possa strettamente affermart• es.!ert' fa lingua italiana d'origine latina (giudizio correl/o a dir 1•eru - sia pure cun grande disinvoltura - nel· l'opt•ra L' Italia . Le Origini dd 19L9, dove afjermu. senza ri-

corda re l'antica opinione, che la lingua italiana è ·infine il latino) .

Concludendo, surebbt> stato· tanto opportuno che C. Sergi fosse stai'' lasciato tranquillo nella sua giusta e verace /aTTUt di scrittore prolifico in vari campi, con spirito battagliero, cui risale il merito di aver agitato tanti problemi in attinenza dello studio dell'uomo e di aver altirat.o fattenzione sull'An· tropologia anclt.e come elementò di cultura generale, pur es· sendosi Lasciato sovente prendere la mano dall'interTUJziona[j. Jmo, di marca ebraica. Eppure già al suo tempo una rigogliosa e feconda corrente scientifica e letteraria profilava i nuovi alli destini della razza italiana (basti qui il nome del Colajanni f

dell'Orianil. Ma. C.- Sergi è stato incensat.o oltre misura dai .1uoi « fedelissimi» , perchè miranti anche, candidamente, a fur cOn'liergere sopra se stessi i raggi della supposta sua grandezw.

Ma la scienza non tollera tabù di sorta alcuTUJ, e nulla vi ha di più deleterio per una disciplina che il . volerla fissare, anzi cristallizzare, nei limiti dell'opera di un uomo, soprattutto quando nuovi portati ne hanno dimostrato errori e ~nchez:o. le;;;e: onde il destino dell'Antropologia fisica è ormai segn'Jto in Italia e lo studio delle razze, individuale con criterio troppo unilaterale, è oru da rifare.

Sen, Prof. GIOVANNI MARRO

A. U H I A .P !P A R T E N G O N O % Si~ t e c~p ~ci di stnbilire, allr~verso l'esame delle carallerisliche facciali, a quale delle quallro coppie di genitori appartengono i bamLio;

contrassegnali dalle lellere A, B, C, D.? Provate; e poi confrontale i risulteli del vostro esame con i dati che troverete a pag. 22.

1F40,NJD, A~l1EN1r1l 10,. Jl CIJ, 11 JE N JE JRt~ZZJl~JLJE

Dobbiamo essere veramente grati al pro!. Otmar Frhr. 'J . Verschuer, pe.r averci riunito in un libro elementare i ~. rincipi essenziali dell'igiene razziale. Il V. Verschuer è :;oppo noto ai nostri lettori perchè debba essere presen­•:rto. Di lui abbiamo anche scritto a lungo sul «Tevere »

,-, occasione del nostro ultimo viaggio in Germania. La isita al magnifico istituto diretto da questo studioso ci ha

:!empito di ammirazione. Il V . Verschuer è (>enza dubbio ~ no de più illustri allievi del pro! . Eugen Fischer, il pa­·:ia rca degli antropologi tedeschi . Merito del V. Verschuer

di avere portato i principi del Fischer dal campo pret­<lrnente teorico a quello pratico. Tutte;~ l'intensa opera svol­G dalla Germania nazionalsocialista per migliorare qua­. ta tìvamente il popolo tedesco ha profittato largamente .iei risultati delle ricerche scientifiche compiute dal ' Verschuer.

Ora questo studioso ha riunito in un sintetico volume. la ] ti tolo « Leitladen der Rassenhygiene » edito dali~ Casa ·hieme di Leipzig, i risultati principali della sua lunga · 1tica nonchè di quella degli altri studiosi tedeschi. Si ' cttta di un libro che meriterebbe d i essere accurata -

mente studiato e profondamente meditato da quanti sì occupano di problemi razziali.

Il V. Verschuer difatti , lasciando da parte ogni .elucu­brazione metafisica, si mantiene sul terreno concreto del­la realtà. Egli , approfondendo i problemi della eredita ­rietà dei caratteri normali e patolÒgici, entra nel cuore delle questioni più vive dell'igiene razziale.

E' veramente triste che in Italia, dopo circa quattro anni di politica razziale , si continui a volere ignorare l'igiene razziale . Noi non vogliamo indagare le ragioni di questo stato di cose, nè crediamo che entrino in ciò solo delle questioni personali. Esortiamo però i nostri studiosi a vo­lere desistere dal loro atteggiamento di netta ostilità d i fronte all 'igie~e razziale .

E' un dovere nazionale occuparci del miglioramento qualitativo del nostro _popolo. O,ra, ci sembra che tale questione, salvo poche eccezioni , non venga presa in giu­sta considerazione in Italia. D'altra pqrte, non vediamo che questo stcito di fatto d ipendo essenzialmente da una opposizione di carattere cattolico. Ci sembra che, linchè noi manteniamo la nostra azione nel settore biologie? ·e in

Sana gaiezza dell'infanzie lescisfa.

q ue llo politico norv possiamo affatto scontrarci con i prin­ctpi del cattolicesimo. Occupandoci serenamente dello s tudio delle !are ~.reditarie e dei mezzi per liberarne il nostro popolo, noi non creiamo un nuovo milo anticat­tolico

Ci sembra quindi che le ostilità più o meno occulte contro l'igiene razziale non provengano tanto dal settore cattolico quanto da altri settori .

Ricordiamo cosi come nelle Università italiane esista un'avversione spiccalissima all'igiene razziale. Quest'av­versione dipende innanzitutto dal fatto che molti studiosi sono più favorevoli alla teoria dell'ambiente che a quella dell '-3reditarictà, e poi da questioni di carattere personale. Bisogna difatti tenere presente che, una volta affermatasi anche in Italia una sana igiene razz!ale, alcune istitu­zioni create con l'illusione di potere migliorare i !arati ver­rebbero fatalmente a perdere la loro importanza.

Molto evidente è ancora l'avversione all'igiene razziale da parte di alcuni settori burocratici . Questi, essendo di­.retli da degli amministrativi e non da dei biologi, non possono naturalmente comprendere tutta l'importanza del­l'igiene razziale. E' per questa ragione che la politica demografica ha avuto finora un carattere esclusivamente quantitalivo. Noi s iamo d 'accordo sull'importanza del fot­tere quantitativo ma crediamo che sia venuta l'ora di oc­cuparci un po' più seriamente del fattore qualitativo.

Sarebbe quindi necessaria un'energica azione governa­tiva tanto nel sello.re scientifico quanto in quellç .qm.mi­nistralivo.

Noi crediamo che non 6 sia nulla di male e di umi­liante nell 'approfittare dell 'esperienza altrui. Orbenè, se ci parliamo francamente , vediamo come in Germania la po­litica della razza, a parte la questione ebroica, çtbbia rag-

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giunto i suoi risultati migliori proprio nel campo dell'igiene razziale.

Mentre in Germania esistqno an­cora dei settori in cui si discute del­l'opportunità o meno del 'razzismo nel campo spirit~ale, tutti sono con­cordi per quello che riguarda il razzismo nel campo dell'igiene raz­ziale

L'igiene razziale non è u~a crea­z~one della Ge-tmania nazionalsocia­lista. Essa difatti si è affermata, pri­ma che· in Germania:. in di'varsi pae­si democratici come negli Stati Uni­li e i Paesi Scandinavi. Si tratta di una conquista della scienza 'moder-­na che, fatalmente, si sta afferman­do in tutto il mondo,. indipendente­mente dai regimi politici.

Essere contrari all 'igieJ!.e razziale, non vuole dire. soltanto essere degli ant~razzisti, ma anche essere dei co­dini . L'ostilità all'igiene razziale è molto simile a quella che sorse un tempo contro l'anestesia. Anche al­lora s'invocarono dei principi cosid­detti morali. Si disse, per ésempio, che l'uomo non doveva eliminare jl

dolore, dato che il dolore è stato creato da Dio.

Nello stesso modo oggi in Italia si parla contro il certificato matri­moniale obbligatorio e la sterilizza­

zione. Si crede di poter combattere le malattie ereditarie con i comuni mezzi clinici, con i quali in'vece non si può raggiungere nessun risultato 'd'importanza radicale.

Invitiamo quindi le persone in buona fede a leggere i ~< Leitfaden der Rassenhygiene » del V. Verschuer e di di­vulgarne il più possibile i principi essenziali .

Questo libro presenta alla nostra considerazione prima di tutto dei capitoli a carattere generale in cui si paria della biologia ereditaria dell'uomo e altri in cui s! parla della biologia razziale e dei principi generali per la pc:li­tica demografica e razziale.

Ma i capitoli per noi più interessanti sono quelli in cui .]· V. Verschuer tratta dei problemi speciali della patolog•a ereditaria e dell'igiene razziale.

Molto interessante è, per esempio, quanto egli seri' e ci.rca alcune anomalie che colpiscono l'intero corpo, con:e il nanismo e la condrodistrofia. Il V. Verschuer ci fa inc i­Ire vedere come intiere famiglie possano presentare l'arc :·­nodattilia ereditar:a e altre ancora la disostosi cleidocrr:­niale. FJr quanto r:guarda poi anomalie piJ) localizzate e comuni, come ad esempio la mancanza di dita o di a r ·, ·la documentazione presentata dal nostro autore è vero 1· mente impressionante.

Passando alle malattie dell'occhio, il V. Verschuer ' i parla a lungo dell'idroftalmo congenito ·3 della .cataral'J ereditaria. T!llli i vari casi di cecità ai colori, di st.!'Obism:, e di ptosi v~M9QilP poi esaminati ~saurientemente,

Impressionante è q!lQQl9 !?~li scriv~ çircçt qlcllne fo.m ~ di sordomutismo ereditario, che colpi~;~ç~ int§T§ h;:unigli© ' si t:romanda di generazione in generazione. Il capitolo de'· !e malattie ~r€lditgri!? della pelle, sullo xerodema pigme' · toso e l'epidermolial bull~, merit@rebb~; di ~;~er~; liltucl!o :~ e meditato seriamente do molli dei no$lli d~rmqtoloç, ..

l cçxpitoli che, fo.rse, più d 'ogni al­tro meriterebbero di essere meditati, sono quelli che riguardano il cancro e le malattie infettive. Così, per esempio, le ricerche riguardanti la tubercolosi presso i gemelli, sono molto dimostrative sotto ogni punto di vista. Analogamente interessanti sono i capitoli che riguardano le malattie interne.

Troppo nota è l'importanza del fat­tore ereditario nelle malattie nervo­se, perchè sia necessario richiamare su di essa l'attenzione del nostro lettore. I capitoli che il V. Verschuer ha dedicato a questo argomento, meritano ugualmente di essere se­riamente studiati -e meditati .

Ma non basta trattare scientifica­mente questo_ argomento. Ecco dun­que, nei successivi capitoli, che il 'l. Verschuer ci insegna come si fa ia diagnosi delle tare ereditarie e -::ome se ne stabilisce la prognosi.

Quindi il V. Verschuer ci insegna in che modo devono essere esami­na ti i nubendi, perchè sia loro con­:.::esso il certificato di idoneità matri­moniale.

Un ultimo ·capitolo è dedicato alla 1icerca della paternità.

La ricerca della paternità ha gran­de importanza dal punto di vista

In rudimentali rifugi scavati nel suolo vive molla parte della popolazione rurallt deii'U.R.s:s. ; i soldati germanici si prodigano nell'assistere mamme e fanciulli terroriu«fi • abbrutili

dai bolscevichi. ·

··a zziale. Troppo spesso accade che degli ebrei sostengano -.ii essere figli di genitori ariani per e5sere pòi arianizzati c~ssi stessi.

Non bastano queste affermazioni suffragate da testimo­'lianze inte.ressate. E' necessaria invece la ricerca della pa­,.~rnità fondata su metodi biologici, la quale sola può dirci •-::1 verità nei casi controversi.

Il libro del V. Verschuer contiene un'appendice nella quale sono riassunti d iversi casi pratici . Si tratta in ge­;Jere di fidanzati che si rivolgono al medico per chieder­'] li se .sono dal punto di vista ereditario sani o meno. La riSJ:OSta, data dal v. Verschuer, si basa, in genere, sul­'esame degli ascendenti dei dÙe nubendi . Questa appen- ·

dice potrebbe servire benissimo da guida a molti medici. Come ricorda il V. Verschue,r, è venuto il tempo in cui

si deve sostituire al medico, vecchio stile, il medico gene­tis ta. Non si tratta di creare una nuo'va specialità di me­dici ma di creare invece un nuovo tipo di med;ci, orien­~ati verso gli studi di genetica.

Il medico potrà effettivamente contribuire alla politica :iella razza, soltanto quando si sarà convinto della neces­sità di considerare l'individuo nei suoi rapporti con la raz­za. Questo potrà avvenire solo quando i medici si saraimo lotti una mentalità razzista, fondata sugli studi di genetica.

Arrivati a questo punto, qualcuno ci potrebbe doman­dare çhe cosq si dovrebbe fare per realizzare pratica­mente questo programma. d 'igiene razziale.

Noi rispondiamo che il meglio sarebbe di applicare an­che in Italia le leggi, che hanno dato in Germania tanti buoni frutti, cercando di modificarle il meno possibile.

Noi crediamo che non ci sia nulla di male nell 'imitare 1 nostri camerati in . questo importante settore. Difatti, nel campo della politiçq Q.ella mzza, l'esperienza compiuta

daìl'Italia fascista e quella compiuta dalla Germania na·· zionalsocialista possono considerarsi complementari.

Noi abbiamo, come i Tedeschi , una notevole esperienza per quello che riguarda il problema demografico c quello ebraico. In più, noi abbiamo affrontato il problema della razza in Africa, compiendo un'esperienza che è stata at­tentamente seguita dai razzisti tedeschi.

I 'Tedeschi, alla loro volta, hanno molto sviluppato l'igie­ne razziale, questione da noi finora trascurata.

Ci sembra quindi opportuno che, nello stesso modo che i camerati tedeschi seguiranno il nostro esemp:o nella po­litica razziale coloniale, noi seguiamo il loro nell'igient~ razziale.

Di questi argomenti a suo tempo abbiamo avuto occa­sione di parlare a lungo con il Segretario di Stato Conti, con Alfredo Rosenberg e con Walter Gross. Purtroppo, per varie vicende, non è stato possibile realizzare il pro­gramma concretato allora insieme.

Poichè la nostra missione ci tiene tuttora lontani dal­l'Italia, non possiamo fare altro che scrivere su questi argo­menti, che tanto ci appasionano. Noi siamo certi, però, che le idee che sosteniamo da molto · tempo si faranno un giorno o l'altro strada anche in Italia. Esortiamo quindi quanti -leggono« Là Difesa della Razza» a meditare seria­mente sull'opportuniià dell'igiene razziale. Il nostro popolo trarrà ,dall'igi:ane razziale benefici immensi La razza deve esiere' difesa non solo .dai' fattori che· la minacciano dal.:. ­l'esterno ma· anche\ &alle tarè che la minano dall'interno.

I tempi che viviamo sono duri e sono come il collaudo delle qualità razziali dei popoli. Non basta essere nume­rosi, è necessario essere anche qualitativamente a posto.

GUIDO LANDRA

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J

lO

DEL CONCETTO DI RAZZA Anarra6cammte dunque sembrerebbe

che tali atteggiamenti scientifici vantino un'età di duec:tnto anni, ma lo scolastico c distingue frequenter :t ci avverte che es­si so.no vecchi quanto l'umanità. Ad essi fauva difetto iJ metodo, non la forma. l doeumenti cf< Ile antichi sime civiltà medi­terranee illustr no appunto il fervore del­l'indarine umana n l campo raz:riale e ci offrono un'en rme me se "di materiale.

Le ervazioni di qualche valore, per lo eiù dovute ai Greci, andarono perdute durante la tarda decadenu della roma­nità e l'alto medioevo. Rimase vivo inve- • ce il senso della vigile curiosità, confor­tato dall'opera dei viaggiatori e degli esploratori che dal secolo XIII in avanti, percorsero le incognite contrade prima d'Asia e po eia d'Africa. Polo, frate Gio­vanni de' Carpini, frate Odorico appro­fondirono e c ntinuarono la conoscenza empirica del campo etnologico, racco­gliendo anche le memorie de' Cinesi e de­gli rabi in propo ito; i navigatori ita­li ni, spagn li ed ingl i contribuirono con l scoperta di nuovi mondi <Ld mplia­re gli orizzonti dell'etnologia, arrecando tale quantità di elementi che, verso la me­tl del secolo XV1ll, Jià potevano prende­re forma di prime riflessioni storiche c 61 ofiche ull'umanit e ui rruppi uma­ni vinnti.

Co l, al n tro Vico che sanmentc no­t va come l'u mo non potesse essere c lv io, alle origini c come l'incivi­limento n n segui e uno schema di pro­gre i ne assoluta i opponeva il nebulo­so ìdtalismo del R scau, che postulava un'um nlt veramente felice solo allo sta­to' incolto e primitivo (stato di natura).

nche gli tudi compiuti sulla macchina ~ u mo, aveva n egnato un notevole progrc n minando le loro tappe da

. citnziati come il Mondino il Vesalio, il T • on, c portavano a determinarla come c pecie :t prdudendo co l alla nascita dell'antropol i . U grande Linneo (1707· •778) ed il Buffon aUroòtarono per primi il pro cma, rdinando cd utilizzando

ima parte dd materiale 6n qui rac· colto. Con lo entrimo decisamente nel ~po 'enti6co e l cscienu dell'uomo• sì òrganiuerà in due di tinti rami : l'an­t po · e l etnografia.

In Linnco ( s o ohfroe- ed. 1758), l'c H • ba uoquc un po to neHa i­lCiU tica dei ' ' ÌYenti cd è catalogato ·nel-.

l'ordine dci Pr;mati, distinto in due p.: · cie, una delle quali (H. sapiens) è susea. tibile di quattro varietà (H. americanu;, curopacus, asiaticus, asser), contraddistin· to da partic:oJari caratteri fisici c psicbic:. Successivamente il Lmarck tentò di ren­der conto della formazione di tali carat·. teri attraverso un successivo adattamento ed mbicntamento di quelli della c Scim· mia :t.

Metodi più tecnici furono usati <Ul Camper (1770), l'autore della determina · zione dell'angolo facciale, .mentre alquan­te correnti intersecavano il travagliato cam~ delle nascenti scieilze antropologi· che: il problema delle origini dell'uomo ,. fondeva con quello della ·sua antichità c delle diversità della specie; gli studi l in · guistici cd etnOgrafici s'indirizuvano ali uno scopo quasi uguale, fornendo nuon elementi. ·

La quistione delle diffc.renze razzial i. già palese nell'opera di Linneo e dei suo; discepoli, agitata dal MuHcr (1773), dallo Hunter ( 1775), il compilatore -della prim ~ c Tabula colorum,. (1775), finahnentc ri­ceve una sistemazione degna di nota da Feder;co Bluinenbach che precisa scien· tificamente l'esistenza di ruze diverse, in funzione di osservuioni morfologiche eh, vanno da.l colore della pelle alle consi<k razioni sul materiale ,e)teletrico umwo.

Al Blumcnbach dobbimo la prim .• grande classificazione dell'umanitl (I8o6). scissa 1n cinque rami: caucasico, mong~> lico, etiopico, americano e matese.

La necessità di una classificazione piò ampia venne quasi immediatamente avvcr · tita; nel 1826, il Desmoulins pubbl' cava J;,

' l ... . l sua ta.vo a sw1e spec1e wnane, aumentan dole a.-sedici c distinguendo' tra di e m. per il primo, una razza semitica; Bory c_!,·

St. Vincent, l'anno dopo, riduceva 1l quin dici le varianti ruziali .

n fervore di tali studi si acqueta pc circa un trentcnnio, ma solo apparent. mente : le nuove SCO,PCrte nel campo ge•• grafico cd il progresso degli studi in quei lo antropologico preparano nuove basi s; cui rivedere le prime imperfe~ sistema zioni; le ricerche dél Tiedemann· (1836· del Bro'ca, del Prichard e del Retziu · (1!42), permettono le misure craniotog . che c la constatazione ddl'i.ndice ccfalicP pcculazioni profonde sÙlla comparazion.

delle specie umane e· sul loro valore civ il ·vengono pure operate dall'Agassiz (1845'

cùllo jac:quinot e finalmente claJ De Gohì · n u (t853), autore dcl famosissimo saJ­gio sulla c disagtagliatua ddle raue umane », in cui appare il concetto di laria­no e quegli altri non meno importanti del­la c;rcoluione delk aristocrazie e delb J eraz:ione dovuta ai meticciato.

Con più ampi mezzi tra il 1861 e il 1873. •·enivano proposti ulteriori sistemi di clas­~ificuiooe: Geofroy Sllint-Hilaire pr~i­sava la posizione dei gruppi già indivi­duati Oal Blumenbach, indagando anche !>tllla forma dei capelli, del naso e degli occhi e facendo etDefTere un tipo razzi•­lt fino allora sconosciuto: l'ottentotto; lo Huxley fu autore invece di una celeb~ d assificazione antropologica, il Muller as· -ociò alla prima il concetto linguistico.

Non ~i può però non tenere conto, ai ii ni dell'inrelligenza di un tracciato stor:­co delle scienze antropologiche, di quei la­' ori che indagavano l'origine dell'uomo e che portavano così, non foss'altro come presupposto dottr;nario, un contributo alle , cuole razziali. Già fin dai tempi dell'illu­minismo s'era fatta gran discussione sulla genesi degli uomini, se essi vantassero nn'origi';le unica oppure moltepli~e. Alla 'uce dei ritrovati dello scorso secolo, la 'luistione ebbe nuovo impulso e determinò rlue fazioni avverse: i monogenisti ed i noligenisti; all'interpretaz;one che i pri111i .lavano alle innegabili varianti umane (4e :!i ffe renze sarebbero dovute all'ambiente) i riallacc;a l'evoluzionismo, che ebbe il uo massimo esponente in Carlo Darwin

rhe nel 1871, si occup9 in particolare mo­io dell'uomo nell'opera c Desccnt o!

:n an », facendolo derivare ' da un membro Ici gruppo degli Antropod(. Alcuni anni ,•r:ma (1866), E. H. Haeckell, uno dei più radicali sostenitori del monogenismo, ave­. a già proposto una ricostruzione della oria filetica dell'uomo, in ventidue sta­

.,. In Italia, fiu,p sostenitore della teoria ··asformista fu Paolo Mantegazza.

Monogenismo e poligenismo fino alla 'lllc del secolo XIX e per alcuni lustri del \ X dominarono il campo delle dottrine . Azziali: si distinsero, come monogenisti

1 Weinert, l'O.sbour, il Westenhofer, a <~ i si opposero via via Giuseppe Sergi, il

1.laatsch e l' A·rldt. Al Sergi, famoso tra •l Ì per i suoi studi craniologici e per le •cerche di indole preistorica ed antropo­

. •gica, dobbiamo una delle classificazioni ···ù minute e liOiide delle varietà umane, .. asatc, come scrive il Landra, sul più 'Pinto evoluzionismo poligenetico.

In essa si ravvisano cinque grandi ' i'CCÌe: Palacanthropus, Notanchropus, lcoanthropus, Archaeanthropus, Hespe­dnthropus. idi cui due spente), suddivise n numerose varietà. Una tendenza conci­at rice· tra le due dottrine emana invece

!al la classificazione di V , Giuffrida-Rug­;:•cri che, pur movendo da un unico tipo collettivo, ammette in seno a questo otto . randi diversificariooi

Frattanto, l'etnologia che, come abbia-1110 detto, nei primi tempi era stata asser­

Ita all'antropologia imperante, era riuscì­. , a rendersi indipendente ed a costituirsi

a parte come unità cientifica. ll fatto è dovuto alla mente coordinatrice di Fed -rico Ratzel, le cui opere: AKtropogcog,.o­fio (1882}, Razsc u.m<me (1887-88), rive­lano una vera c propria controllata. sist • mazione dej materiali di studio; il R<atzel intuì fimportanza degli elementi culturali nella quistione ~tnologica ed i suoi conti­nuatori ne studiarono gli effetti, il Graeb. ner nell'Oceania, l' Ankerman in frica. La comparazione c Ja relazione tra. le di­verse culture fu stabilita. da1 Frobenius (cicli culturali) e la scuola che ne derivò (metodo storico) fu illustrata dal Foy e da W. Schimdt. Le specie, umane erano ctun~ que inquadrate nel loro naturale ambiente geografico cd al concetto, del resto non del tutto -nuovÌissimo, i appoggiar no-i più recenti classificatori.

Giorgio Montandon applicò a tat' pro­posito la teoria dell'ologenesi dovuta a

. Daniele Rosa (gli Ominidi si sarebbero staccati dai Lemuri senza passare per gli antropomorfi}, appianando cosi brillanr -mente •le difficoltà offerte dalle differen­ze esistenti nei• gruppi umani considerati ognuno a sè; ed originale è stata pure l' -stensione di tale merodo alle culture (olo­genesi culturale). Il Montandon ravvisa -cinque specie umane, pigmoidc, negroidc, veddo-australoide, mongoloide, europoidc, e venti razze minori.

Basata esclusivament sui caratteri fi ­sici si presenta al contrario la classifica­zione del Deniker : l'umanità. è distinta in sei categorie, a seconda della forma c del colore dei capelli e degli occh~ e succes­sivamente in ventioove razze. Il Biasutti definisce lo sforro del Deniker com « il maggiore fin qui compiuto per rendere ae­cettabne una cla sificuion purament :.r. tificia~e delle forme umane ,,

· Finalmente, la eia jficaz:i n più imr)or­tante, posta nella cornice geografica, t •

le da pros~?Cttarc unt. moltepli ità di om­binazioni più o meno .stabili, è quella di E. von Eickstedt (1933 ~ c Ra en. und · und Ras enge chichte d r Men hh it »). Nell'opera di questo antropologo tè<l i ritorna all'ammis i ne di tre speci {Oil­

damentali, ricono cibili dal e •lo.r d Ila pelle: · l ucodemti, gli- x ntod rmì d i melanodermi, e i prospetta anc ra la ve • cbia teoria dell'origine a iatica d ll'uma­nità. Ma il problema è ùnpo talo, n n in modo originale, in maniera tal da of· f,rjr soluzioni notevoli ime.

Sempre n l quadro dell'ambi nt g • grafico, è poi degna di nora la eia ifica­zione del Biasutti, fcmdf.ta opra quattrC) cicli di for~, gnuno diviso in rami, gruppi e ottogruppi con un total di citi· quantadue razz .

••• La conclusi n che po iamo on ta­

menre trarre da questa rapida schemati· ca ra egna, è una : l'esistenza delle ru· ze uman un fatlo accertato nella realtà materiale c present in ogni tempo, sel•­bene sotto svariati aspetti ali pirito del. l'uom.

Con il sus idio di uccessive scoperte, con l'apporto continuo del materiale di studio, i cultori dell dottrine razziali no riusciti a tabilire chiaramente il con· cetto di: « razza», basandolo su dali an· tropologici, inquadrandolo gcogra6camen· te, mettendo in luc , infin , non solo gli atteggiamenti particolari d ll'individuo, ma quelli com.uni ad ogni singola collet­tività di individui, amalgamata dalla iden­tit del angue, dei fattori morfologici, d Jla lingua, dello spirito e della storia.

CLAUDIO CALOSSO

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br l d' lltllt! Marco 81 so, che fu un ello pepevero delle Aulcurez lonl Genertll.

Un enlico o

passione evangelica. originano ov.unque reazioni con~o i rap­presentanti della razza di Caifa e di Barabba. In Italia, i sin­goli Comuni disciplinano la legislazione dei ghetti. Non si ve­riiìcano eccessi; il ghetto di Venezia diventa presto uno dei maggiori d'Europa, per il sopravvenire di ebrei respinti d3 altri paesi. Quelli che, dai tempi di Augusto, erano i mestieri tipici dei giudei, non mutano colt succedersi dei, secoli. Il costi· tuirsi Gella società feudale, con l'assolutezza della sua gerar· chia, pone sempre più ai margini le attività •delle masse dei ghetti. Ma, contemporaneamente, il na&eere delle nuove esigenze finanziarie, commerciali e amministrative, derivanti dai più in· tensi rapporti politici tra gli Stati e le Città, in un'Europa che si stai de4inendo nelle sue grandi suddivisioni etniche. crea par· ticolari po ibilità all'antica attitudine economica. di Giuda, per· fezionata e codificata attraverso l'involuzione materializzatrice della razza. Gli ebrei assumono, al servizio dei •signori o d ~i Comuni, glif· ppalti fiscali, gli appalti di determinati monopoli: vivono di p fmnza sulle zone di confine organizzando i se r· vizi di peda ·o e di gabella o indirizzando le correnti del con· trabbando. Campi di lavoro più attivi sono, oltre le città mu rittime, le Marche, la TO&Cana e il Napoletano1 l'alto Veneto. il Piemonte, il Trentino.

Gli albori del neo·razionalismo trovano i giudei al loro pc, sto. Quello che, nelle grandi Università italiane, ·è denso fer· vere di una cultura irraggiante dal legame tra fede e mond" delle idee, tra umano e trascendente, negli ebrei è culturalism" e dialettica, cioè deviazione verso il circolo vizioso, e i disser camenti, del tecnicismo razionale. Dai ridotti sinagogali, da! IP retro lanze delle botteghe escono i giovani e vecchi c inter· preti~ della legge; scaltriti da un'esperienza più che millenari< all'881!0ttigliamento e all'irrigidimento delle idee nelle infinil< inanità dei c ca i~.

I fil010fismi, i tecnicismi scientifico·pratici sono i campi vers• cui si orientano i c dottori ~ giudei. L'identificazion~ tra fi" teorici e fini materia]~ l'asserragliamento nelle capzi~ità dia lettiche o nell 'applicazione empirica - gli estremi entro cui ~ avvolge l'insufficienza originaria di Israele - si risolvono or rapido infìltramento sociale-utilitario dei filosofi e dei medi• · del ghetto. ohi sono accolti presso le corti, alcuni prpso l tessa aede papale; essi si uniscono ai tenitori di app&lti e o

gabelle, ai c finan~iatori ~ che da Firenze a RoiDil e Vene:ti:-

Nel 1848 vienè proclamata l'abolmione dei ghetti, che di­venta effetti-... e generale nel 1870. L' immiaaion, nella nuova società può avvenire in consentaneità di atteggiamenti, sulla ,scia della tradmionale condotta del giudaismo italiano. · Il de­mocraticiamo e il liberaliamo sono, con il sorgente socialismo, creature del ruionalismo di Israele; e l'anticlericalismo, lo spi·

, rito di setta, la massoneria si legano ai motivi più intimi del-1'anima giudaica, agendo simultaneamente nel senso degli obiet­tivi' della raua. Ecco determinarsi, agevolmente, l'ascesa verso i gradini superiori della politica, dell'amministrazione, del gior. nalismo, della finanza ; ecco il riversarsi verso l'industria e il commercio della piccola plebe dei ghetti.

Si crea, secondo le direttive del giudaismo internuionale, la fondamentale interdipendenza tra economia e politica, tra cui· tura e setta. Uscendo dalla penombra, gli ebrei si imposae8sa· no dei posti di comando, li costituìscono a catena. Gran parte

·dei vecclti patriotti è presto liquidata. l principali giornali d'Italia sono alimentati da giudei; due ebrei divengono proprie· lari e direttori della c Stefani »; il ·movimento socialista, con tutte le sfumature ' delle tendenze, è guidato soetanaialmente dai giudei; la finanza italiana si trasforma in una filiazione dell'alta

, banca ebraica internuionale e si .coztforma 'alla sua politioa. l giudei, direttamente o indirettamente, giungono a controllare l'opera dei governi che si succedono nel paese. ,

, tendono rapporti d'interesse con principi e con:uomini d'arme. \ e derivano nuove colleganze e interdipendenze, un moltipli· .1rsi e un consolidarsi di possibilità, che preannunciàno le ·l te riori penetrazioni.

Ciò che di vitale è nelle correnti spirituali positive si impa· 1da per i giudei in una sorta di mate.rializzazione circo!are ; sotterraneamente, acutizza quella spinta alla .razionalizzazio·

•: che sboccherà poco più tardi nell'illuminismo e nei trionfi ·Ila dea ragione. Ma accanto a quest'azione esterna, si deter· ina nei ghetti d'Italia un'azione di pretto interesse giudaico,

·re coinvolge le ansie e le attese di tutti i ghetti dell'Europa ·cidentale e orientale. Il fatto è- estremamente significativo, fn 1anto dà la riprova più diretta del vero senso del conformismo

··raico nel nostro paese. · « L'Italia - · dice con piena chiarezza lo storico giudeo Ku­

\'Ìn - è in quest'epoca un mosaico di Stati, un càmpionario mille possibilità tra le quali si può svolgere il destino de·

· 1 ebrei... L'Italia diventa in questo· secolo terra di es peri· Pnto di tutte le correnti del mondo spiritua:e e inte~letluale rJdaico ». Ecco apparire in lstria, ~el 1502, il cabbalista ' cher Lemlii, con pretese messianiche; segue !saccO: Abra­•nel, che preannuncia per ·il 1531 la caduta di Roma;' Bonet ,. Lattes, medico ' del papa, profetizza tale caduta per il 505.

· a Venezia, il famoso Davide Reubeni bandisce una (crocia,ta"' rntro i mussulmani, per libe~are una ipotetica tribù giudafca rperstite nei deserti palestinesi, e chiede l'ausilio del ponte­·e. Questo « sperimentalismo », per adottare gii insolenti ter· ·ni del Kastein, non si svolge senza turbinose reazioni pole· che, sc~?ntri e dibattiti in ogni ghetto. Gli ebrei, dal 'Nord Sud d' ltalja, disputano, nel chiuso delle sinagoge, sulla ro·

·· a di Roma, mentre Bonet de Lattea compie ogni mattina la 1ta di rito al Papa._

' • • • Con l'eruzione rivoluzionaria della Francia, maturano i lfUltÌ !l'involuzione razionale soJlecitata dal giudaismo fin dai se·

•1 i dell'alto Medioevo. Le discese di Napoleone portano agli

'! rPi, da Roma a Napoli, da Padova a Venezia, la parità dei ·,ri tt i. Il « liberalismo :t dei giudei d'Italia si lega insieme alJa r ·!ice razziale e agli interessi pratici ed è mosso da motivi l ;l 1camente autonomi e utilitari, di contro alle formulazioni ·'n riche e ideali dei patriotti italiani.

CiOè la storia dell'avventura ebraica, coi scarsa di vìstotità drammatieiÌe, così c normaJe:. negli sviluppi, ai concl u~e nell'e.

· ruzione bolsceyiéa, ·vale a 4ire nella negazione integrllè dell'es· senza della nostra civiltà: -conclusione che è in rapporto di pie­na dipendenza logica con la realtà dell'uipne storica dei giudei in Italia. Sarà altamente proficuo lo studio più stretto che, da diverse parti, si sta intraprendendo sul giudaismo italiano: non potrà che uscirne ancora chiarificata l'opposizione originaria del; le due ci•iltà, e ne saranno meglio delimitati quei nuclei di in· vo)uzione materialistica, tecnicistica e raaionale che, tra i tremuli pietismi, condizionano tuttora troppi àapetti della società conte!Jl· poranea.

GIOVANNr SAVELU

Ebrei d' Italia: Leone Plneherl• (aneh!egll f•ee parte dello stato mag· glore giudaico delle Auleurazlonl Generell).

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11 regno di zone fra loro

per acquisto o perdita d'individui: .è in mezzo a codesto grande turbirùo di forze opposte (ma sempre equilibrantesi) che . sono la vita e la morte, che si rintracda nella storia d'ogni popolo il caroJttre N<J.Ii0110U. Questa base d'unità per ogni sua sosti­tuzione, che è causa ed effetto e sintesi ancora d'ogni forza e d'ogni debolezza, d'ogni virtù e d'ogni vizio, si fissa eredi­tariamente. Ogni popolo ha una fisonomia propria che r;sulta da circoMallze esterne, dacchè esso, come la pianta e come l'ani­male, sub:sce le influenze fisiche t morali degli ambienti nei quali nMct, vive e muore: l'organizzazione poi, modificata da questi fattori, si trasmette fissando 9uei cambiamenti prodotri dalle condizioni di progresso, stabilità o regresso, perchè con •l germe del tipo originale si trasmettono pure le modificazion• da esso subite.

T11ttavia l'eredità non regna senza oppositori, ed ha un .av­versario potentissimo nella i.tscild, che è la legge dei contrari, come l'eredità lo è dei simili. Se questa avesse un regno assoluto. incontrastato, non esisterebbe alcuna diversità fra i singoli d1 una pecie, e se l'ineità a sua volta dominasse sovrana, non c• sarebbero p;ù tipi, non specie, non razze, e nell'uno e nell'altro caso sarebbe compromc sa l'opera più bella di natura, il genere umano: dal cozzo di queste due leggi opposte nasce l'equilibrio. td or l'una ed or l'altra predomina, tanto nell'indiv;duo quanto nella razza. E se alla vittoria della ineità si deve un cerio pro· gresso delle rane uman'e, le quali resterebbero altrimenti sem· pre immutate nei loro tipi,....rendendo' impossibile ogni evoluzione, tanto quella che Darwin investigò nelle sdenze naturali, quanto l'evol11zionismo che lo Spencer volle applicare alle scienze so­ciali, non i deve neppure dimenticare che la vera forza d'im­f'rrlsio"c e di "'odcraJSio"e di ogni razza è nell'eredità.

Cosi quando noi parliamo di razze ~re, intendiamo aopra tutt alludere a quei principali caratteri omogenei dei gruppj umani, caratteri che sono incancellabili appunto perchè sono ereditari, e che non possono essere alterati con i cosi detti incrociamenti. Cosl il Buon ha potuto esprimere, a propos:to degl'incrociamenti, que ta idea che se non ha trovato molte conferme, non ha ma; a\•uto una recisa smentita: dato il polimorfismo della specie e la costanu di alcune forme che la compongooo, il meticcio devr essere considerato come corrispondente alla forma larvaria (ddlr pecie inferiori a gwerazione alternante), eh~ \'a esaurendo la

,ua energia plastica sino a -che essa .resbtul:SCe l'una o l'altra Jelle organizzazioni unisessuali che gli hanno dato origine co­niugandosi, tanto che in questo modo i meticci ritornano sempre _,] tipo d.ei loro genitori.

E' dunque evidente che se l'idea di Nazione e di Nuionaliti , appresenta tutto quello che un· popolo ha saputo collettivamente :dea.re e cost ruire, il vero principio sostanziale è quello di rana, ;>e rchè è fondato sull'eredità, perchè pe" etra nella Nazione e le dà consistenza. Nazionalità è una legge naturale e fatale che ~i sponde a una necessità sociale, a un diritto immanente : alla necessità delle differenziazioni nazionali che costituiscono insie­me la varietà energetica e intellettuale che è l'unità morale, cioè la fo rza sociale ; a quei bisogni che ogni nazione ha di salva­guardare interessi propri, di guadagnare vie per lo smaltimento della propria ·produzione; a quel diritto dì presidiare la p-ropria l. bertà e la propria ricchezza con l'amore verso la propria na· z.one e con tutte le difese che impongono il tempo e gli eventi. Razzismo è invece la consistenza organica della Nazione, è la io rza centrifuga, la sintesi, la concentrazione dì tutti gli ele­menti che la compongono: è una necessità secreta ed intima che t 1t~·ne salde ed intatte le molecole individuali, assegnando ad ogni membro della società nàzionale quello che giustamente uno scrit-· !ore francese contemporaneo, Robert Lascaux, chiama c il mas­simo di. potenza vitale e dì espansione ».

Ed è proprio il principio dì razza quello che dovrà reggere la nuova Europa. Finora la storia non sì è compìac;uta, come cre­deva un tempo il socialismo, nella dinamica equilìl:iratrice delle d assi, ma in una lotta più possente e più vasta che gPìnteressì particolari ha riassunto ed annullato in un unico e generale in­teresse : l'affermazione morale e materiale della Nazione nel mon­do per la conquista della ricchezza, per la supremazia della r'azza. E se domani si dovrà parlare dì collaborazione fra i popoli, gli .\ rianì di Europa dowanno saper intendere l'avvenire, e do­n anno aver coscienza non solo della propria nazionalità, ma .t nche e sopra tutto della propria razza. Nel passato gli Ariani dimostrarono di avere per eccellenza la facoltà di dilatarsi e di r·onsolidare il loro dominio. In quello che fu chiamato il c nuovo ·non do » andarono a creare una civiltà, e mentre cinsero ·l'A frìca, 'i to maronoi là donde mossero i loro progenitori., con le armi ·nacedoni dì Alessandro. Più tardj essi vanno a combattere una ~ue rra di preponderanza propr.io nel luogo dov·e cominciò i). mo­. i mento di dilatazione degli antichi A:rii. E si ricongiungono, ·na con le spade. E con le spade si stringono nella penisola bal­·:anica, e in tutto il bàcino del Mediterraneo, in cui. Ariani com­··attono contro Ariani, dopo aver soggiogato i Semiti e quasi ·, :michilita la potenza tu·ranìca dell 'Europa orientale : l'armonia· Iell e loro facoltà H ·rende invincibili in guerra e potenti nello ,· iluppo progressivo delle arti della pace, ma le loro scissure, l cancro che li rode internamente, non li preservano contro gli •di che hanno accumulato fra loro. Essi hanno pertanto bisogno

-,; fondersi : questa ·loro fusion e è il solo' rimedio contro le bande' · 11 raniche dei selvaggi che in oggi hanno assunto il nome · di ·11lscevichi, e questa coJieganza sarà il solo scampo ai pericoli h c minacciano. esternamente il continente. Gli Ariani dì Europa, ,uando saranno confederati, rimarranno sempre la più potente "zza del mondo, e potranno gu\lrdare tranquillamente in vi so

· ualunque minaccia che partisse dall'Africa, o dall'Asia o dal­. Europa orientale. ~1a prima che questo stato di cose si verifichi, ogni popolo

·1· c aver sicura consapevolezza, nell'ambito della Nazi ne, dei "Of>ri speci.fict caratteri rassiali. Oggi il problema da risolvere quello della razza. Tanto gli organismi sociali quanto gli or­

~ nismi individuali debbono abituarsi a rendersi sempre più con-di questo pr:ncì.pìo : che, cioè, o"unque e sempre l'esistenza

lo sviluppo dì un 'individualità, s:a essa fis ica o sociale, dipende .1 riconoscimento della sua libertà, delle ~ùe attitudini e della a fo rza. Onde la conclusione che da questo principio deriva che l'avvenire dell'Europa deve far capo ad un equilibrio pro­

-, <s: vo fra tutte le razze, ad uniformare, cioè, ovunque, le con-7ioni più essenziali a:Jl'esistenza ed allo sviluppo di esse, in ~a parola a quella che un alt-ro storico francese, Henri Martin, :amava c indistruttibile individualità».

ABMANDO TOSTI

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Oobbiarno prcmtucrc che ptr noi il me. l olttl ti ridiiCC in tOttatiU ai probJan i rltl colore. Vale dire che nell'ambito cc· n ralt della ruu bianca t tanto meno nel JtrlO de lle Jti rpi veramente ariane, degl i tncontri e dell mucolanze delle ttcuc 1\(ll\ abbiamo ma i fatto c non faremo ma i 'lutttion, d• mcticciAto. Noo sari quindi rnn icci.uo l' incrocio di sangue « latino», con lingue rc:rmanico o con sangue slavo ; ""' 'ara tuttavia, nei cat i di panicolari c pronunciate dutDiftt razziali , un ibridismo ht ha riKOtJO c riKUotc la riprovazione

tl i orni 111\A COKienu di razza c di ogni •a~e~ia politica.

Invece il meticciato vero c proprio è '"'a coJa ben piu grave . Se l'ibridismo di cui topra t un attentato alla dignità cd ~la tltlta penonalìti di rana, e, impl i-uam ntc, alla tolidilà rnori le dccii Stati,

ti meticciato con le sue fatal i c tperimtn· 1 c con•erucnze t un attentato alla natu· ra 11 '"' degli uomini, a quella natura chr ci ha u mpre fatto ritenere distinti c ~upc: r ;ori all'univcrao mondo zoolocico.

()l,rante le millenarie vicende della no­•era ' tirpe italica non ai hanno a rqisfra · r fortunatamente grandi fenomeni di mt· t,c i to. Se •i eccettuano alcuni casi per· Jt.n li di t torica rilevanza (il sangue-mi· tln aracalla, ~ti à bascardo nel sangue pa· terno e fi~tllo di una semita, Giul ia Domna : l.urc nzino tic' Medici che ereditava nella 11 lrl~t: matcnta un incrocio col sangue k · vant ioo : il non meglio civilmente idcnti· fi flll n Mnro· thcllo H nrzia no, .drll it cclr·

Melltda bta•lll.na, nata d. pedN mv!.+to • d. IMdN bleMa.

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nella storia bre tragedia. etc.) le altre grandi intcrfc· renze etniche della nostra ccnte sono sem. prc avvenute coo le razze affini del Nord, senza pericnlo quindi di meticciato. Anche l'invasione degli Arabi .ntll'ltalia meridio­nale cd insulare, quanto ad ibridismo etui­co conseguente, si riduce a minime, prcs­JOCht tnscurabili proporzioni.

Quello che invece dobbiamo ascrivere al p;usivo della noscra storica digniti di raua, vero e proprio meticciato di san· guc, è l'incrocio razziale ariano-ebraico, che purtroppo anche in Italia, da un se­colo a questa parte, ha inquinato alcune catecorie soc;iali della Nazione, per lo in­nanzi dominanti.

Nella 'Storia di tutto il mondo cd in ri­ferimento all'espansione dei b:anchi, è tolo in epoche relativamente recenti che si sono o'Sscrvati i più vasti e dolorosi fe­nomeni di incrocio c di mcticciato. A co­minciare dalla mongolizzazionc della Rus­sia che deve farsi risalire ai sec. XII c Xlii, epoca delle invasioni dci Tartari, c per la quale la fi sionomia di un popolo europeo-ariano è rimasta tanto alterata da potersi considerare, anche psicologicamen­te, più affine dell'Asia che ddi'Europa, r continuando attraverso i primi, inconsulti contatti etnici nelle terre appena scoperte, per finire ai colossali sviluppi dd mctk· c:iato durante il periodo delle colonizza· zioni, l'c umanità, civile ha visto la na­scita di nuove figure umane, misto dci co­lori, dei caratteri fisici e. psichici delk raz. ze integre e costituenti, a causa di siffat· to svariatissimo contrasto etnico e psico­logico, un grave pericolo per ~a salute dci continenti.

Rcjetto sempre dalla razza paterna, normalmente ·la bianca, i sangue-misti a loro volta respingono la razza materna normalmente la negra, e questa infine non nutre simpatia alcuna per i meticci da es~ sa usciti. E destinati per siffattc princ:i · pali cause a divenire elemento insubordi· nato, privo di ogni coscienza di naziona­lità e di tradizione, anzi ad essa perenne­mente ostile. Per questo la presenza d: meticci è ~tata sempre ed ovunque motivo di (TIYÌ preoccupazioni per la tranquil­htl delle Potenze coloniali nell'ammini­strazione delle rispettive colonie.

Ad esempio le rtlaz:oni prtsentate nel 1923 al Congnsso coloniale internazionale d.i Bruxelles. dai ddegati francesi, olan­desi. bel~ e port~csi sulla quest ione dei

metic.ci nelle rispctti\·e tc:rrc coloniali, ri­velano uno stato di profondo malcsscrr sociale.

Meticci sono tuttavia oggi spars1 m tutta la Terra, risultanza dci più diversi incroci di razze. Carattcristic.a importante è l'intervento del sangue bianco ·n.ella mas­sima pane degli incroci.

Meticci di bianchi c gialli (moogoloidi) quegli svc:OOi del settentrione nati dall'in. crocio di Scandinavi e Finni con Lapponi.

Meticci di bianchi e negri, i btJSIDrdi del Sud-Africa, incrocio di Boeri olandesi con femmine ottcl)totte, a tuttoggi molto· nu­merosi c prolifici, e dalle più strane ' ca· ratteristichc, tra cui una viva tendenza a mantenersi lontani c separati dagli in-digeni negri. ·

Meticci di bianchi con indig~ni di co­lore gli abitami delle Hawai, incrocio di americani (anglosassoni) e. portoghesi con i polincsiani; quelli di T ai t~ incrocio el i sangue inglese (i famosi ammutinati del Bounty), con sangue malcse tropicale, r i­salente alla .fine del sec. XVIII; gli au straloidi della Tasmania, incrocio di euro pei e di razze autoctone.

Ma ben più vasti e disordinati sviluppi il ml•ticciato ha •tro\·ato nelle due Amrri

Meticcia bresiliena, Mia d. pedre bienc • de IMdN mu!.He.

Meliccieto anglo-giudaico: Lord Winchester, appartenente ed une delle più antiche lemlglle nobili proveniente de una famiglie . Hoffnung di Sldney.

d1, , ~ p~cialmente nei paesi del centro c •11 pramtto nel Messico, nelle repubblichet­ll' equatoriali, nel Brasilè, c negli Stati Unit i.

Sarebbe un grossolano abbaglio ritene­r.: che le attuali ahitudini cit .. ili dci tredici milioni di negri nordal!l_ericani, nelle cui ,·cne scorre non più soltanto il sangue del-1'.-\f rica. ma al~rcsì abbondante sangue ., me rindiano ed europeo, testimonino di 'lna lche fonunata eventualità del metic­ciato. Senza mettere in conto la infelice ' Orte di quel sangue bianco, precipitato .d di sotto di ~gni razziale dignità, basta • iilettere che la civiUà dei negri è tutta ;n passivo della civiltà d$!- bianchi e, co­ne ogni incontrollata convivenza eteroge. nctica , questa è stata causa del progressi-" logorio, decadimento e sacrificio dei

. alori della razza superiore senza rappre­cnta re nulla di razzialmente valutabile ci confronti della razza inferiore. Vale dire che per poco più di dieci miJioni di

.egri civilizzati ci sono oggi negli Stati niti 120 milioni di bianchi degradati ad n in fantilismo, ad un istintivismo più che rimi tivo ; infantilismo e istintivismo che ~;noreggia la mentalità dell'attuale popo­' statunitense, tutte -le attività· spirituali

quella nazione e la stessa sua storia di .1csto secolo. ~cl Brasile il meticciato si è svilup­

.,., to sottQ le più varie combinazioni di 'l crocio (bianchi e negri dell'Africa oc­dc ntalc, bianchi e indiani, indiani c ne-

: - ~ dell'Africa occidentale) dando origine ·, ! una numeroslssima popolazione meric-

eia che sotto~~~ varietà d~i 11111lalli, mam.: · l11ci, caj11si cnstituiscc o,gi la maggior.an­za del popolo brasiliano.

·Dalla testimonianza dei più autorevoli storici del Brasile. quali gl i scrittori Oli­veira Vianna ~ 1\ssis Moura, nonchè dalle dichiarazioni di molti uomini politici, ri.l sulta chiaramente che ·l'elemento metic­cio del paese ha dato sempre un coeffi ­ciente di gran lunga preponderante al dì ­sordine e all'anarchia che ogni tanto fu­nestano la vita politica del Brasile.

E, stante la comunità di ambiente fisico c di educazione dell'elemento sociale me­ticc io con le popolazioni di razza integra di cui i negri, non meno dei bianchi e dc­gli indiani, hanno sempre dimostrato qua­lità di sottomissione, di sobrietà e di mo­r;geratezza, resta più che pro\'ato in que­sto caso il gioco dell'eredità psicologica razziale e quel pervertimento del senso morale che, come abbiamo detto, si ac­compagnano al meticciato.

Fenomeno prcssochè identico nel Mes­sico dove la medesima triplice figura del­l'incrocio ha portato la popolazione metic­cia alla maggioranza assoluta degli abi­tanti nella proporzione del 55 ~ circa (quasi nove milioni sulla totalità di se­dici).

Ed anche nel Messico, anzi qui più che altrove, le anomalie e le turbolenze della vita pubblica sono state sempre il pi&tto unico deUa storia c altresl della cronaca.

L' India, per conto suo, è stato il più grande crogiuolo di razze.

Sono trascorsi tremila anni dalla glo-

riosa CJ>OCa degli Aryas c da allor11 è co­minciato il miscuglio di innumerevoli nu · zc colà stanziatr o sopragg;untc. Con l' in· crocio di ariani, arabi, mongoli, cinesi, males j e negri ogni fi sionomia rnu ialc della na zione è diventata irriconoscibile. ~ col progresso del meticciato la storia del­l'Ind ia ha registrato il ·regrcsso di · ogni spirito militare c di ogni energia morale ddlc snc genti e dello stesso suo grado di civiltà.

Altr i importanti celllri di mcticciato su· no anche oggi l' Indonesia, l ' lndocint~, le Filippine c il Madagascar, dove gli stat i colonialisti deJI'Occident~ hanno costanl. ·· mente · permesso, c ta.Jvolta t>erHno favo­rito, rapporti coniugaJi di cittadini della rnadrepatria con donne indigene. Bat'.a ricordare la fe,nme dc col<»lie dei F rnn· cesi c la cittadinanza piena attribuita dal governo olandese ai meticci dei suoi poli­sedimenti.

Di fronte all'imperialismo democratico, orientato alla negazione ed alla distnuio­ne dei valori di razza sta oggi il nostro pr_ggramma di difesa e di potenziamento.

"Di fronte all'imperialismo anglosassone c plutocratico, il quale controllando tanta parte di mondo ha sempre cercato di fa vorire il meticciato delle razze soggette, preservandonc, c non sempre, la ( elc' · ta ,. , col segreto sogno di meglio domina · re sopra una umanità di bastardi, sta il nostro programma di- contrQilo e, fin dove è possibile, di riparazione di ogni presente (: futura confusione di sanrui.

FEIJCE GRAZIANI

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11pelh peculiari • l>UOi v~t ii •lenz menll.

In lire occasione d i r • m o quenl quell ltllimonienze sclentlfrche 1i 1ono accumulale ,., Ilo perlo dr un 1ecolo e le· vor dell'omten& d i qu 1fo

ruppo di 11'1 e ori • che v Me rilenufo rpolofico In ' d crili· i e dtromo ncho queh sono

l• be" poi oenfropleh od entro. p ich •ttu Il d Ilo pouibìllt• di amm Il r como l"lpol 1 ariano

od ormai di apporli che no~ po g eno solo 1ul lelloro lìngui · sllco od el n co me 11 allergeno al l rr no motfologico, fis iologi. Co. pslchito, umorele.

Me oggetto di qu sto scritto • d• pu ett in reuogne l>ommerie le lapp eh he p rcono l>Ìno al mom nlo elluel l'indiriuo arie· nl Ileo applicalo el rauil>mO e por elle re&iologie.

N l 1833 11 sltmpeve 1 8 r· lino una gremmalica comp~tele

d l nscr ~~~. d Ilo rendo, d l l l111o, del litueno, golleo e le· d co dovuta ello slud o di Fr nz 8opp, l quale in base ali ellì­nit hngu fiche lormuleve le leo­ne di une comune origine d Ile Cl'l Il 1ndogermenkhe. A qu lo l>ludio o " unirono succeuive-

nl Frlodrich Poli e Je ob

Grìmm condividendo lo medesi· ma ipotes i. le questione venne po!>la in termini plu chiari de Mu Muller (• leclures on lhe sclcnce of longuege •. 1861 -1864) e do Fronçols Lenormon (" Mo· ,uel, d 'hhfolre ancienne de l'Q. r enl •, 1869). Ouesli autori omml· sero che gli erli ebbero lo loro cullo nell' onllce 8ellrieno l cui ve. sii plani avrebbero ospifelo e le· scia lo eleborore une razza ed une llnguo dapprincipio omogenee e che si sarebbero gradualmente perticolerluele In diveni punii d i quest'insieme senza une qual· che coesione politica compleui· ve. le verienl i cosi prodotte so· rebbero l>fefe lresporlale per vie di migrozionl successive in full i. i luoghi dell'elluefe dominio del· le lingue indo-europee.

Nel 1863 veniva pure pubbli· celo do Reouf Picfef un frellolo di " pefeonfologie lìnguislice • (• les orlgines indo-europeennes ou les Aryes primitils • ) il quale si proponeva d i ricercare le ci· vilt• indo-europ" primitive che avrebbe dovuto onere uniforme come le linguo e le rene.

Il me lodo "di Pìcfef quel e con· tributo all'etllnismo risiede nella considerezione di certe parole eh si. rilrO'IIno nelle maggior

,.,.. delle ..... ~~ • che ~ celte .,.... ticol.riti del&. ~ ..-.-. comune li verii gniPPi indo-.rii..

In quesll lese r~ ri­menevl fermo el dogiN M'Ufti. li ~•ul.l. dei popoli .n.ai ed in ciò .. soslenuto delriMperf.. zione delll c~• elnologt. che ed ~nlropologiche. Sludìi successivi mirerono • spez:ute quel!. uniti ed 1 concepire gli etii c- eppartenenli • divene raue e soltorene di UN ~ sime linee.

Valido fu il contributo di W. Edwet<H. M.e Bull--lytton lu il primo ed identifiCite nel 18-42 la riZZI bionde deJ Notd con il tipo erio. Ouest• lesi sostennero nel 1114S e nel t8St Omelius d 'Hai· loy e llthem.

A queslo punto, e ciofl nel 1852, viene edite l'opere di Ar· lhur de Gobineeu: • Essai sw l' inégolité des roces humeines •.

LI loppe ~egna lo dell' eri.tnr­smo con le diHusione delle teo­rie del De Gobineou è quelle d · una forte postulezione filosolica le quale assume soggellivislk•· menle l'ipotesi di un grande im. pero erieno proto1lorico e con dense nelle razza bianca nordico le lunzioni universeli di eppor­lelrice di civilli e di invenliviti. Ma l' eleborezione dell' erienismo diggii evolve'le in un campo piu obiettivo con l'inizio degli studi, sull'Antropologie e sullo Preisto. rio umano. Queste due brenche i '

incontrano nello socieli di An· lropologie fondete de 8roce nel 1859 e si mantengono rigidemen. le nel solo terreno delle ouer vezioni meterieli per cui si evil• d i mischiarvi questioni sloriche linguistiche le queli poi si poi· sonop restere a divene inle,.Prc lezioni di nelure lilosÒiica e le i feraria.

E' attraverso lo studio dell • Paleoenfropologie e della Paleo· etnologia che si giunge e nuov formulazioni del principio aria n• slico.

Euendosi constelefo, sulla b• se di reperti controllati, che l• popolazioni neolitiche piu en t, che dell'Europa presenlavano l· medesime composizioni eln ic h· degli attuali europei se ne co' eludeva che solo una delle ra u ' cosi individuele, cioè quella No dice, poteve reppresenlare 9' Ariani e che esse eveve semp" abilelo I'Europe onde le sua cui avrebbe dovulo ricercersi in qu• sto spezio.

lelhem, lìndenschmidl (1 86C Om1lius d 'Helloy e 8enley (1 86• seguirono quesle idee. E n• 1870 e 1871 i rezzisli od i r•"'" logi lodeschi spinsero sino • · estreme conseguenze t1le que; lo segnando une nuove lap• ' dell ' arienismo.

louis Geiger silueve la eu' degli Ariani nel centro ed < l'o11esl delle Gefmenie, Cuno ' colloc•v• invece Ire l' All.nlico • gli Urali. Thitodor Poesche (• L "

~ · er e in Betrag zur his.lorichen ~ o lr opologie •) assunse dogmati­. , mente ridentificazione dei Nor­~ c, b iond i con gli ... rii e Karl o enka nel 1883 (• .Origenes aria­. e>e • ) sostenne, rafforzando tale _. , unto , che la ra:ua aria pura , :>be a formarsi nel periodo gla­. ol e in Scandinavia ove predo-

na anche oggi il tipo grande­. ondo dolicocefalo, identificalo . :> me tipo ario da questo scritto­

(« Die Enlslehung der neol i­. · en Kullur Europas, 1907).

Sul la medesima traccia il pre i­e> riografo l e d e sco Malhoeus

·.\ uch (n Die Kupferzeil in Euro­o u) mirò, sulla base di studii .. profonditi su documenti ar­•eologici, a dimostrare che la vo ll i! del rame al nord ed al

., nlro dell'Europa corrispondeva qu ella che si attribuisce agli

•ani primitivi. Guslav Kossinna, d iversi studii pubblicati da !

•02 al 1926, ha precisato le cir­lianze di formazione del grup-

ariano nel nord dell'Europa de lla sua jlsfensione nel resto

-1 continente. A questa lesi dò contributi anche Cari Schu-

·· oardl (« Alleuropa », 1926). Una ·· a tappa è segnala in questo >vi menlo dalla sin tesi dei due

-- todi, il filologico e l'archeolo-o, raggiunta sin dal 1905 da omann Hirl, il quàle ha potuto •>el udere sullo sles'so piano dei ieoa nlropologi. Ciò che ha an­. sosle nulo in una edizione ri­lu la della sua opera sugli In­-ge rmani (1928). ·' aralle lamenle a questi sludii, ua li hanno avvialo l'arianismo

te rreno delle scienze biolc­he, an tropologiche e paleoan­pic he, si sono sviluppate altre ri e i cu i autori hanno piegato ncq uisizioni slrellamenle scien­he alle formule de i loro prin­·'· Ouesle teorie hanno avuto •a via un peso nella successiva

>. azione del pensiero razzista giunge sino ai priricipii d i

emberg e degli attuali razzi · tal i<mi. nel 1899 che Vacher De La­

•ge (« L'Aryen : son role so­u) enuncia le proprie idee

·•ve rso le quali , sulla traccia a la da De Gobineau, si giun­,, 1 riconoscimento . della su­'J roiil del tipo ariano, dislin­.ol e anc he per eccezionali

voli tive e costrutt ive. Al De •uge si deve una frase ce­. " lo sono convinto che nel rmo secolo mi lioni d i uomi­~ nd eranno in campo per la •e nza d i uno o due gradi in •l'o ndice cefalico "· « Per laie - egli aggiungeva - le

' affini si riconosceranno e ito mi sent imentali assisfer<sn­

po.senl i sconvolgimenfi di Il Il.

Lapouge ha formula lo poi ·<•p io della selezione volon­con mezz i sociali e polit ici : opo d i favor ire la d isclen-

denr.a degli elementi puri d i razza a ria.

A questa idea si innestano i moderni slud ìi scientifici in Ger­mania ed in Italia miranti a crea­re una orlogenesi umana in lun­zione difensiva e miglioraliva della rana, la quale, come è im­plicitamente riconosc:iulo, sì ri­chiama al fondo ariano. Dal 1850 al 1923 Ludwig W ìlser ha poi svi­luppato la propria teoria ariani­sta in base alla quale si sostiene l'origine artica degli Ari i, il cui c.olorilo chiaro non si sarebbe potuto d ifferenziare se non in un ambiente glaciale.

Nel 1905 intanto era apparsa " Le Genése du dixnouvieme sie­de ., dovuta ad Houslon Cham ­betlain. Questo scrittore riprese con maggior forza le teorie dei prec6de nli razzisti insistendo sul fallo che le razze non nascollo nobili ma vi d ivengono e poi ancora sulla necessità di · appli ­care i principii d i selezione raz­ziale alla . difesa delle razze uma­ne ed in pa-rticolare di quella. nordico-ar ia. Combattè, s o Il o questo aspetto, il meliccialo ed assunse per -la razza, divenuta pura e nobile, una lunz ione di guida rispetto alle altre.

Per Chamberlain i Germani sono una razza preistorica dalla quale si sarebbero enucleali e Celti, e Slavi e Germani in senso stretto. E' pure a Chamberlain che si deve l'attribuzione di arianilà a Gesù Cristo poichè non è lucri di luogo che egli abbia potuto discendere da coloni ariani di Galilea. In questa sede egli ela­bora principii in base ai qual i il cristianesimo pr imitivo viene riconosciuto come un prodotto tipico della civiltà !lfiana.

Entro il piano d i idee dell ' aria ­nismo in funzione nordico-germa­nica evolvono le teorie filosofi ­che di Lange, çli Wollmann, d i Driesmans.

Parallelamenfe si svolge l'ope­ra di · studiosi ebrei i qual i fen­dono a sminuire ed a corrodere gli apporl i ricevuti dal princìp io ariani sta. - Salomon Reinach nel 1892 in­lallì («L'origine degli Ariani ») ha attaccalo le teorie di Poesche e d i Penka qualificandol e per romantiche ed ha emeua l' ipo­tesi che gli ariani pouano es­sersi original i nell'antica Sciz ia . Ad eguale conclusione giunge, dopo una demol izione cri tica, lsaac T aylor .

In Italia G iuseppe Sergi (« Gli Ari i in Europa ed in t.. sia n) ca­povolge i termini dello lesi nor­dico- iperboreo ammettendo l' im­migrazione degl i Arian i dell'As ia in Europa ello fine del neoli tico e qual ifica questi tipi come bro­chicelol i apportatori d i c ivi ltà al ­le razze che precedentemente ocè:upavano il nostro continente. A questi enuncial i si oppose, ser­vendosi di larga scorta documen~ laria roccella nel terreno paleoen-

tropico e nel terreno preistorico, E. De Michelis («L'origine degli lndoeuropei • ) il quale sostenne che i popoli indo-europeì sì ere­no costituili, con la loro lingue e la loro peculiare civìlt6, per via d i una lente combinazione, durante l'epoca neolitica, dello diveno rane europee primitive nello spazio compreso Ira l'Eu­ropa centrale e l' Europa orion· tale.

Degni di nola per la storia del­l' idea ariana $Ono gli sludiì d i Zaborowski ( .. Les peupiO$ aryens d 'Asie e d ' Europa) il quale ha voluto dimostrare la possibil ità della formazione dei gruppi pro­loariani nello zona siberiene lo quale in quel periodo gode va d i temperature moderate.

Nel 1913 Sigmund Feisl conte­stò (" Kultur, Ausbreilung und Hoimal der lndogermanen ») la ìdenlificuione degl i .tirii con i Nordici ritornando alla lesi del­l' origine asiatica.

Schrader, Boule, Myres, Had­don, Peake e Childe svilupparo­no invece ed epprolondirono il principio, servito dalla maggior parte dei reperti scientifici, se­condo il quale i nordico-erli pro­venivano dalle Siberia occide n­tale (civiltà del renne) e fond e n­dosi con le razze e le e tnie tro­vate in Europa avrebbero dalo luogo eli' ariani là .

Ancora nel 1923 Giles (u Cam­bridge hislory ol Indio .. ) ha lor-

muleto l'ipo1esì d ì una origine danubiana degli Arlì .

Questi princip i! sono stati ri­presi in " Pouples e l civilisalion .. che veniva pubblìcondosì solto la d ìre1ione dì Holphen e Se­gnoc in Francia. In quest'opere .le culla degli Ariani sarebbe compresa " nei p ian i che si sten­dono a nord dell 'Eurasia oltre il Reno ed il Danubio ed ovest sino all'Arai ed al Baikal od est».

E poichè una risposta .d e finili­va ancora non può essere dale el problema delle origini e dello formaz ione dei gruppi ariani, tut­lovie le varie branche dell 'alli · vi16 scientifica, In questo campo, sono volte al vaglio ed ello slu· d io di sempre nuovi e lementi più o meno probaloriì dell ' uno o del­l' altra les i. Me c'è sopra lutti un letto innegabile che d6 il fon­dame nto all'alluole reulsmo d offre une guida agli slud iì entro· pologici 11 paleoanlropici : l'es i­stenza di uno allìn i16 d i londo Ira le varie suioni dell'orizzonte razziale indogermanìco e perll­colormenle une affinll6 più stre t­te Ire rane e so ltorane che pelo­no prove nire do un ceppo d i non lontano formaz ione come non troppo lontano ha dovuto essere il d is tacco del medesimo di que lle razze dotale di elle virtù che hanno vlvilìcolo e rin ­novato ovunque honno potuto avere prem inenza.

ALDO MODICA

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prluw t he rt>t·e unn uht~~Mlfh·n· tluue rl Il rane uutanc : e~rli •lt crll<l!e qu11ttro vnrietà ronda · 111 ntnl l. r r le cognizioni d i qu l tenltll h• ~UII elall!llnt·nzlu· ne ·. molto attn. E~rll non de·

•ri ve Oltnnlo IO !jUIIIiliÌ ll ~i ·

·h , 11111 H teUiporamento, lo eul · a1npnn turo ~eli u~<i e ·o.<tuml 1lei ,.,. nell11 1111 JIOII clu lrl ·nli. ,

Appeno Il nlo oro Kaut ( 1724-180-1) ·l dii un con etto 1·hluru d lln puroln r11~w pui ch ~ urli non tle llnlMc il litiO ~oltnnto nn· tro,lologlcl'mente mu nmmolle nn •he l' lnrlueuza ti ll'amhienle ulln rorouazlone tle lle qunlllà

rnzln ll, nfr flUII IH traMtni R~iO· ne d •l caratteri nelle diMCe n­denzo olnmlone ·681 la ll .i!!llà . Il ·onte U. L. L. Burron 117117-

17 ) por :ontro 80t!lenue ·he Il d l rmlnlKmo dei caratteri 8Jie· clrt l d11ll raue dipendeva unl ­·amente dall'lnrluenza dell'am· bl nte, loè dal clima, dal ge­o r di nntrl'&lone e da quello dell11 vita IIOClale.

odo la teoria della c mo· no'" l • reneraaione · orirl · n uni ) l odi roe raue uma· n d riv rebbero da una raDII primlllva unica. me.nlre IIOCOn· do la teoria della c poUrenesi • (gonernionl • origini dlvei'IIO) le umanità (lrtlll nti d r iverebbero da plì1 rane appai'IIO In più pu· ti d Ila t rra In epoebe dlvei'IIO.

E le vlvenll rane um11ne d rh•ano da un ppo unico. ro· me l pier11no l differenti CB ·

ratt rl h le di U~ono Ln qu lo callO dobbi11mo ammette­re ehe la dtrrenmliuione la IIV''enula per UJla eoetante e continua influenu tlell'amblen· te u un olele rmin•to ,rrUIIIIU

lh .. ma llltlura ' ru Il tnil'o.

Un'ultra pieguxiune del fenn­meno ci rorni!lce lo teoria olello· • mutnzioni • 1li ne \ rie . ll!<lli n imtlfO\'viae BllJIBrizioui di car11l · Ieri nuovi dissomiglianli olu quelli Mino allora ap(lBI'IIi in unu delerminal11 Kpede. Le mutu1" ni esplodono brui!Camente etl ir· regolarmente senza renomen1 premonilori e ~~enza ri~~entlre al ­cuna influenza dell 'ambien to• colpendo uno o più ind ividui ol i uno olal11 ijpecie e tra~mettemlu si di generazione in genernio• ne sino al punto da divenire ~ · redltarie. Seeondo Daniele Ro sa la di rrerenziulone delle ru z ze si ba~~erebbe sull11 teoria oiel la c ologeneHi • 088ia non in ~~'' guito a mutazioni bru&ehe eol Irregolari ma attravei'IIO muto zlonl regolari dicotomiche orlo genetiche. L'evoluzione sarehb avvenuta per cause interne 111' 11

za l'Intervento ambientale. La claS&iflcasione delle rasz•

coetltul&ee l'argomento prinr : tJale dello atudlo. Vari furono metodi, gl'indirizzi &elentifir ed i criteri d.l ricerca per l. clatllll ficasione. Le pritìle cla11111 flcasloni rauiall furono ra ll • su basi morfologlco-de&eritti v· tenendo conto unicamente drll . comblnuioni di alcuni caraiiP ri morfolotrlei specialmente dr ' colore della pelle, della fonu » · del colore del capelli, .della Ì!l · tura, ecc. La claulllcazlone con• prendeva cinque rane uma n (bianca, gialla, neKfa , ,_. bruna) diYiae In ramlrlle e rw mi. In Be«Uito rll atudl e gl orientamenti eia lllcatori perresiona rono e le claalllfieu :lioni 111 voi ro vei'IIO altri t ri Ieri ientUici: antropologi~ I(COI(rafico-elaruatlci. lin,rui~l

, o. e t uogr11t ici . ~-c. TuttBviu le 11 v.-n.-e .<t•uole oli ra:u:iologiu oli •:-'"l:"i ba nno varie teuùe nt.t' nel ­k q ua li pred ominano un deter­oo. ua to lllt>lodo londameutale eol " '"' d ete rminala (lrefe reuuo oli ,- lassi fi e.. .

Bluwenb;Jl·h ( 1752- 18~0) puù ,. ,.e re eons itlt'ra lo l'Otne UIIO ol e i

11 ri mi ·c ienziati t·he abbiu fullu u na clussifit•n dt>ll e razze umu · " " t•orris ponolente allt> nozioni .lo oggi. Lu suu classifit·n è prt!ll a m Pute rl eserillivu . Egli ru a ... ~ertort> del t rus form i.uuo so ­• te nendo ehe le modifiCJlZioui .t ~ ll t> n; zze ùittentlono dalle vu ­ronzion i attraverso la loro s to· ro a s i olu liS!'lllllert> nuovi carat­t~ r i e reolitubi li.

Cu,•ier 11769-1832) udottò tmre d ml'todo deserittivo. Topiunrù .-ompre utl e nella s ua <'lassifica IR tip i fontlamentali. Denikt>r ot!o:e unu elus~ ifil'u lmsutu sulla :oo o r fologin mu con crite ri gl'O· .: rn fl c i e liuguis tici. Ln s un cla~­·i flcaziooe cout(lrt>ude !!O rnzze u1un ne divise in nu1nerosc sot ~

Jorazze. Lo s tudio tlelle 'rttzzl' umutw

,- hhe un uotcvole inwulso t•on '" r..-erche dell'ltnatoutico nntura ­os tn s vedes e A. Adolfo Hc l.zius

. 1796-1860). l suoi ~ t urli sull'in ­lio·e ce falico (dolicocefulia. loru ­lo ice llllia., ecc.) conse nlironu ouo vi sviluppi e nuov i oricntu ­

o ~ nti ullo s tudio d elle razze u · 111 11 e dando co~i origine ul -

n u t.ropomet riu •- Il metodo ' ll tl ematil'o · tllttlilltieo 11er lu la "s ifi<:uzione <I e lle 1·azzll t<Ì hu · .o sulln combinuzione delle d i­·· r~e mi~ure antropoml'triche. J.u c lu!<s i fi cazione biontl'tricu

,, ltulia e bbe uu grande s vilut•· " du ll'nntropologo f"abio Fra<· .- tt u di Bologna. I n Italia il 'o as ull i ed il Bonarolli ed in .. rmonin il Fiac her clussillcu -" le nozze umane con il me lo­l geogrn fico. Un c riterio di clo,;sillcu è un ­

·o c quello oleHnito • spe<!iule •· de metodo fn udottatu inte­. a lmente in Italia da Olusep· · Sergi. Egli basa la :~uo clttK· Ilo-n sullo formo del crono ce· lt rnl e ometkndo di prendere

PKnme gli altri caratteri. I.u a cla t1sificu comprende cin· 1r generi 11istematiei, 11 Hpe· ,. c c irca ~O varietà. \'i è inoltre un meto•lo oli ""lflcu basalo 11ul criterio ge­t oco in cui il raggruppnmen ­•·lnico SÌ fonda l!U una COillU ·

origine e la sistemazione ti ~ rane è Ku.bordinatu ulle

•· nte le. Que<;~to metodo ru n · tt a to dal Oiufridda Ruggeri ta l Muntonùon (che per le o ­. oo oi de lle ro1.ze ho applicato la ro a tiP II'ologenesi del ROtlll) a ltr i. Alcun i Ktudiosi come

,._ I'Hoeckel, il Uobineuu, il '' <l lr r ed altri adottarono il cO·

·tto metodo c ru istu > tli clu .. -• · · a. Questo metodo s i bnKn KU

'· l•· ri olivenoi : genetici . lin~rui ­. · ·o . •lr•,w r ittivi. ecc.

l'\un esi ·te un' un ità oli chl "'-'<Ì· flca a iune. t.~i p . e. ,. dhuno hl' Bluru!'obaeh dis tingue 5 vur ie l il umane. Butrou (Hi toi re olt> l'homme) ne distingue 6, O. Pe­sce! 7. Mortou :!2. l'r:tw foro l 60. e..-c.

Il Miille r lut.'!>t l>t s ua daAAi ri · ett ~ul lingung g io, H.e tzi u,; sul · l'inùice t•.el u liffl. n it r ì s ull 'etno­gru fia. C<'e.

Il Giint.e r di v ide La rau n nriu europen ·u ba i a ntropoligic ho.' e d i lotitudin l' (Homo med it e r ­runeu~. R. g ermnnicus, B. nlpi ­nus. H. bnltic u: . !J. llinnri l'u ~ . H. illiricus).

Montnndou tli\' ide le ruzze in c etnil' • (J>. e. lu razza lutlun si olivide in etnia italiann. frnnce­se, tadino. St>agnolu . ecc.). Il concetto etnia non si hasa sol ­lnnto sulle quolitù somntil'he. mn ><u quelle tJI! ichiche, lillgui ­stiche. culturnli. :~toriche, reli ­giose. rolcloril!liche. Eik-;tedt tlescri ve le rnzze u.mn ne con cri · teri moderni !! in desl'rittiv i che geogrnfit:i. EJ.!'Ii >;ostiNtl' inoltre il •linumi><mo razziale secondo il •tnnle le razze dvii i rcs t>inge­rebhero que lle ltriruitive ~emt•n• pitì ve r so la pe riferia ll e lln t er­ru (Lupponi. ttopoli de lle i~o lo• de i mnr i de l sud. d ll llu 'l'!' r r:o de l fuo<·O. !!l'C.).

Pl.'r t>Ote r runl Ull ucc urulto studio delle ruz·w uottllllP hisu-1-tllll ntlpogginrc Il' ri o.:e rche sull'untropologiu, Jl tlleouto logiu, etuologin. e lnogrul'ia , g cogrnfiu, glottologiu. geueti<·u 1'<1 igi ent• e medicinu sociale.

l.'uulropologia e In puleouto­login coHliluiKcono 111'1 turo Ìlt ·

sieme la Hloriu •Ielle n1zze umu -11e, poit!hè tendouo le torto l'l'O· paggini nuche nel più lontnno JIUH~ato chiarendoci le no,;tre origini e•l i noKiri legumi coli tutto il mondo uttimule.

l.'untro(lologiu s i •livitl ll in zoologico (che ~:~ tudiu i ruppor· li vicini e luntnni fru l' uomo c

g li '~tnhuulì ). e1nhrlologh 1 l ht• ::tudi11 lo :svil u p(lu mbr iologi· ,-.;, d e ll ' u omo ~.'d i rllpputtl f rn OlltOgt!ll e>li Il S ÌIUptJO de ll ' i noli · v hluo da ovulo n feto n 1 rminl\ e 1\JogenM i o sviluptlO ,, trn · : formuaion!l d lln " ll t.>cil' olnll ro rme s mtl li c i in quell ' tt ì t't t•omt>l ' S ~i no a ll ' uomo) . 11111 · tomi CJl (ahi' ~tudlu le vuriu t.i o· ni ol ei cnra tt or i nnntom ici <' tu­ro s igulll alo) , llsiologlcn (chè s tud io l ru nzio n i d i v11 ri or­g un i iu riJPt>orto nl sesl!O, tì\ e rn t.7.n) , biologicn (ehe s llltlln lo leggi ole ll'e 1·etllt.à , le ibritln ­:r. ioui, l'uluvismo, h• inllnenzl) n ieh e socioli o~ul oomtlleAAo umnno) e pntologicu (che s tu­•Ln le unomalic del corpo UIIIO ·

no e l mutilnzioni urtiflclnll In uso t>rll>! •O Qllnluh n tlOIIOiu lll'i · mi livo) .

.Mn l'nntropulogiu non è sur­flciente od tlllO s tuoliu esntto •••l esnuriente •I e lle nt7.Zil · umnne, JlOrc iò ol cve e,;11u re comvlllhltn •lnlln g·OOJtl'lllln e clltnutologio, olu llu s t.or iu, do Ilo glottologln per ruggrutJI'ure e tlil'teren:r.lu· r e cl e terminnte e'tnio e chili, olullu medicina sol'inle per s tu · .-tinre le endemie e cons netuolinl IHltologicho con riguurdo nllu ~c ncsccnzu. olcgrudn.,ionl' e ole­g cnl'rn z inn c oli tlllll ruzzu, dullu g l! nelit•n por stuol iurc In lls<ltù credit.urin oli delc rmlnnti curnt · lcl'i. il auovitnento ol emugrullco. le ibridazioni ccc., o soprntutto olull'etnologin otl etnogrnlln ch e t1Ì occutmno dei cnruttorl moro · li tll unu razzo, olei curutterl In · tcllclluull c ps lcbici nonch do· gli usi e coKtumi. religione, or· te, civiltà, nllmenlazione. gene· re e modo di lnvorure ecc. di un tJOIIOlo.

Solnmonlo un'unità a·nzziulo tauù guruntiro unu unità di idee, di ideali e di vittorioKi cou11eguimeutl politici. l.u tol · lerunzu di un'ibridnziono etero· ruzzinle olefnrmu In t>Kicologlu,

111 nuuolR IU\ , l l~llrRllerl llsi 1 e le concealtmi ct.i O·, Ot' inli •li un ttOtlolo. E' ben ve rn che Rl·

1111 i rau iologi ~os\ · lllfllllO c• h• i (IO!lOll inVRSOrl I'<Crel\11110 Ul\11 tr11s urahil lnflue uM e tnl 11 ~Ili tlOilolo lnVIISO, e t>ll~'<tlln In r111'· llca de l \lrlmu urto ngnl gru111111

t11ieo rlm11ne ne l QUiltlro ciel tlrO~lrlo eCJlllO •Il ur lglu11. {.i "" ' no llello tlOtlolnloni medlterru· 11ce che uncora OIUtl tlOrtllnO ltt· ,•onron!lìbill trRc e di iuvuslo· uì e oli I<Jmlnu zloul elerornu ln· lì oli SC<'Oii ru . lJ1111 fiU\lll lll!Ì i!l In IIUIIIlto i\ clumhllll'lt dn corni · Ie ri onwtlcl e llSicologlt•l t•hll In COli tru ololi s ll nguo11u o In Il ul· Ire rn'lliiC. Anche I' Ol'l'<lltì\ 1>>11 · cologlcu ' ' Il lu buouu tlnrle r<OIC· gettu 111111 volontà olelle lcgl(l mcnd llun • l.e moollll enalonl llflt>ortute clnll'amlo)ente volgo· no il nd imprimere qual h Vtt ·

rluzlone sul fonot111o e Hul < tllll· tJiesso tlH icologlco, mn •lttllslu vnriuzlonl llOi!tlOllO ucquilllRrc unA rorzn erctlltnrill Rnll go· nernzlonl 11oltanto se Hl oRtlli lltl · no coRlunlemonte o collu t!lOitlh Intens ità l!ullo lllcAAo ~rrntltlù ut· n leo uhc le ·IIUbiHee.

Unn riiZZil dove CIIHoro lutulu• tu do uu imparziale ti P!oggl11 congegno legl11lntl vo 11 <111 tllll.l rntlicalc modlclnn l!Oc itlltl llttn riolo noi ~<on o outoni cu !Il 111l · gliornmenlo •loll'umhicnlo, ""' 1~11 •ho noi soniiO oli llllll motl• · l'tllll ClllflllllltlCII boP!lll.h SU cll un mlgliorumonlo dci curollori troHllliKslblli HO ten•lo11ll nl t>U· lo logico.

NnlltJ •lcv'ol!l1oro tolto u•l u1111 rozza che tlO~tln lnlorrOillllllrll la suo continultt\ tll!luologlca e•l etnolo~elcu. Ma Ktl Hi mnult 11la· no tendenze che tlnl!llano 11110he lontnnnmoutc utlfiOrtaro cl l di · ~orientamenti o del d1U1lll HUlla collottlvltà otnlca, ullora tlovo· 110 lnlervenlre lo luggl o l11 'n • oll c iuu KOclnlc.

RENATO SEMIZZI

Le madri di un villaggio tadeKo, fondalo dal naz i •mo, fotografale auleme al primo Iute nel villaggio deuo •

21

dividuo d•l suo elfecdetsi elle vita; come rw • p\10 Jurrogete illlegt•lmenle l• su• pto-1 Jion« ti lttK ullo, e le tlfezfoni e le omo­'lorti JUpeliOti dl'tiW ptodig• o g-re. E' b.n n'pelere lino ella nolt, perchè d ; 0110

d quelli che de qutilo orecchio non inten­dono, predicendo mille sunogezioni del lo­col.re clorntiHco. che l'u11ione durevole rea­fin le dtllt lemiglia è l• piu netur~le, la pi senlil•, l• plu vere, l• piu logica w si vuole nlzltJione a 11pporfi di gerarchia e di solkt.rieli, wn11 del quali elcun 01dine ed tlcllfl ordinamento potrebb. sussistere. T uflo c ò premtiJO Kefurisce ptcifict le tondeiJien-1 le imporftnze che si può ennellere ella :a­mlgf 1 come el mento di secondo gredo di una polllic:.t r~uiele che non si contenti di ri­men re t.rnl me;t verniciatura delle politica g n rele di uno Stelo. Dopo o insieme o an­che prima dell'Individuo (qutillr • consecutio 1 mporum • è una questione di delleglio delle qutle è peregrino dibattere) ve curelo Il nucleo lemlglitre. E' su di esso che deve e1wre energictmenle rivolta l'eltenzlone de­gli org•nl di propegende e prelicelo l'inler­venlo pubblico n c11i particolarmente defl­clleri de punti di visi• morali o politici . . E comunque non sle • noi, nè qui è la sede ndicete, Sli99erlre questo o quel da lersi :

e no preme .tebilire che le femlglia costi­tuisce, con l'individuo le materie prime da pltsmere, correggere, illfluenzare,· formare ei lini d i une coscienze collettivi razziale, selda e virile, si1 parche la famiglie è coslltvltf di individui (e su questi glè è da osercllare, come s'è visto nelle precedenll nole, l'alti­vii' d Ila pollllca raulele) sia perchè ossa

Jfes51 sugli individui agisce nelle IIIOIIeplic­IOtme accennale prime; ed agisce, in ::on1e­guenze, in maniere c:onJOne allt medesime polilict rauiele. QUindo avremo fissato que. sto punto e ci wremo c-onvinti che anche nelle lemiglie, anzi soptetlvflo in ~ :levo entrare la nuov• le fteKe, l. sene eria rer. ziele del noslro tempo rinnovelore :fi tullo ellora solo potre1110 euere certi di non j)re: dlcere vuole fonnule e non ostentare van propositi •·

Il volontario universitario sergente Pasquale A. Jennlnl ci comunica un suo appunto, ~he sta a dimostrare la crudeltà git.rdeica. Ecco quel che il camerale ci riferisce:

' Uno dei generali di Napoleone l, il gene­rale Berone di Marhol nelle .sue ~Memorie . e precisamente nel quarto volume, dove s• narra della campagna di Russia, ci dice che le truppe francesi avevano occupato la cillà di Wilna quando furono messe in allarme da elcune sortite dei ·cosacchi. Credendo che vi loue l'intera armala di Koutousoff alle porte il Re Muret con parte delle truppe •· allontanò precipitosamente, rimase il Mare­sciallo Ney eh~ cercò di organizzare la ri· tirata; ma furono ebbandonali uomini, me le · riale d'artiglierie e una parte del tesoro del­l'ermete. Non appene il grosso lasciò la cillà, gli Infami giudei, cosi li chiama il Marhol, , quali avevano ospitato i francesi allo scopo di derubarli del denaro, si gettarono come jene sui francesi, li spogliarono dei loro ve· stili ·e nudi li gettarono dalle finestre.

Le cose fu lento crudele e berbera che 31 stessi ufficiali russi dell'avanguardia non ap­pena seppero dell'ecceduto fecero fuci la•• molli giudei. Questo letto sta a dimostra.. quale fonte di perfidia, di crudellè, di !>arb•­rle sia l'animo giudeo.

Queste guerra rivoluzion•ria per la quoie noi univenllari ebbiemo lescielo i libri ;Jc• CQrrere alle armi è una guerre senta il eu fine etico supere tutti gli interessi maleri.l che in una conflagrazione debbono nalur.•'· mente sussistere.

Dobbiamo debellare e concezione :lem·;· plutocralice, ma piu ancore ridurre all'impv· lenza l'aspide ebreict. Poichè è riwputo. '" quanto ampiamente documentale la respoe· sabilitè ebraica nelle guerra del '14. Sapp"· mo benissimo che queste nuove guerra ' stele fomentate dall'ebreiimo internazion,:• lacente capo ai vari Mand•l, Blum, Litvinol• Hore Bellsha, La Guardia e che questo ir mene flagello che è il bolscevismo pren<'e le mosse dal giudeo Marx.

Dobbiamo ipegnere la fiemme alimentai· ce delle plutocreve infemezionele: l'.)brt . smo. Questa forze occulta che lavOte nasc · slamenle e tutto a un lrello melle e ferro · a fuoco il mondo intero, deve •n- >t' locale ·ad ogni costo, se occorTe anche c '

nostro wngue •·

BANCO DI

SICILIA

OLTRE MEZZO MILIARDO DI FONDI PATRIMONIALI

129 SEDI

E AGENZIE


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