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Pedalate Letterarie · Web viewSi diceva a Firenze... alla riscoperta degli antichi luoghi dove...

Date post: 28-Feb-2021
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le Passeggiate fiorentine Si diceva a Firenze... alla riscoperta degli antichi luoghi dove sono nati i modi di dire la Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa si propone come luogo di ritrovo per passeggiate su e giù per la città alla riscoperta dei luoghi dove sono nati modi di dire, motti e personaggi famosi. 1
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le Passeggiate fiorentineSi diceva a Firenze...

alla riscoperta degli antichi luoghi dove sono nati i modi di dire

la Biblioteca del Palagio di Parte Guelfasi propone come luogo di ritrovo per passeggiate su e giù per la città alla riscoperta dei luoghi dove sono nati modi di dire, motti e personaggi famosi.

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tel. 055 2616030 – e mail [email protected]

Si diceva a Firenze...alla riscoperta degli antichi luoghi dove sono nati i modi di

direVisita guidata del 19 gennaio 2012 ai luoghi “bestiali” di

Firenze

FIRENZE BESTIALE

Via Cavour corte d’appello

SCIMMIA Portone del casino mediceo (1576) disegnato dal Buontalenti (quello del gelato) fatto costruire da Francesco I, secondo granduca di Toscana, seguendo la moda dell’epoca: ville in città circondate da grandi giardini. Francesco non vi abitò mai e lo lasciò in eredità a Don Antonio, il figlio di un complotto ordito da Bianca

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Cappello e da un’ancella allo scopo di dare a Francesco un erede maschio. La fantesca però si pentì e rivelò tutta la tresca. Francesco tenne il bimbo a corte e, come abbiamo detto, in parte lo lasciò erede di alcune proprietà.L’edificio è decorato con bizzarri elementi scultorei tra cui la scimmia che rappresenta il male, schiacciata dalla conchiglia (il bene).

Piazza SS. Annunziata monumento equestre e fontane

API Nel centro della piazza statua equestre di Ferdinando I realizzata dal Giambologna e dal Tacca (1608) Ferdinando aveva sconfitto i Saraceni (turchi) per questo sul sottopancia della sella è scritto (de metalli rapiti al fiero trace). Sul retro del piedistallo è scolpita un’ape regina contornata da molte operaie con il motto “MAIESTATE TANTUM”. La simbologia è di raffigurare Francesco come il fulcro del granducato e nelle api operaie i sudditi fedeli. La leggenda vuole che non si riesca a contare il numero delle api, perché disposte a raggiera e sfalsate, in realtà le api sono 91.Una curiosità è che la statua raffigurante Ferdinando guarda una finestra (sempre aperta) del palazzo Grifoni li davanti. La leggenda vuole che dietro a quella finestra si celasse una sua amante.I grifoni raffigurati nel sottotetto ricordano il nome dei primi proprietari.

PESCI nella piazza si trovano anche due fontane realizzate da Pietro Tacca

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(1629) composte da due mostri marini che si danno le spalle e da molte specie di pesci. La leggenda vuole che siano le specie che servono per la ricetta del cacciucco: palombo ,coda di rospo, grongo, murena, cernia, polpo, seppie e cicale. Le fontane create per adornare qualche piazza di Livorno furono installate qui.

Via dei servi n.22

AGNELLO Stemma mediceo col toson d’oro

Antica onorificenza spagnola data a Cosimo dal re di Spagna a causa del suo matrimonio con Leonora da Toledo.

Piazza Duomo di fronte a via dei Servi

MUCCA Si trova sotto il tamburo della cupola e sembra che sia un omaggio a tutti quegli animali impiegati per il trasporto e l’innalzamento dei materiali si pensi agli argani azionati dai buoi.Il popolino invece racconta che la testa sia di un toro e che l’avrebbe collocata lì un capomastro in spregio al marito di una sua amante, un fornaio che aveva la bottega sulla piazza.

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AGNUS DEI Agnello con croce stemma dell’arte della lana da non confondersi con l’arte di Calimala che aveva coe stemma un’aquila con una balla piena di stoffe comunemente detta “torsello”.Diversa anche l’attività; l’arte della lana tesseva e rifiniva pezze di lana. Mentre l’arte di Calimala comprava all’estero pezze di lana scadenti e attraverso un’accurata lavorazione le rendeva migliori. Il nome venne attribuito sia all’arte che alla via da Kali che in arabo significa alcool, sostanza molto usata dall’arte stessa.

Piazza Duomo porta di fronte al palazzo dei canonici CICALE Ogni anno il 12 luglio festa di S. Giovanni Gualberto seguendo una tradizione l’abate di Vallombrosa mandava ai canonici del duomo una frasca di quercia a cui erano legate alcune cicale. Il ramo veniva attaccato nel coro e le cicale accompagnavano col loro frinire i canti dei canonici. Un giorno non ben definito del settecento le cicale si liberarono ed entrarono dentro le canne dell’organo che dovette essere smontato e riparato l’incidente determinò la fine dell’usanza.

Via vecchietti ang. Via Strozzi

DIAVOLO (canto del) il nome deriva da un episodio accaduto durante una predica di S. Pietro da Verona. Il diavolo per disturbare gli astanti si presentò sotto forma di un cavallo nero imbizzarrito. S. Pietro con un segno di croce lo fece levare

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in volo e scomparire. Il diavolino che si vede ora sull’angolo è la copia di una coppia scolpita dal Giambologna.

Piazza Strozzi

PAVONE era lo stemma di Palla Strozzi, avversario di Cosimo il vecchio e da lui mandato al confino nel 1434, perché Geloso della maggior cultura del rivale (parlava Greco e Latino ed era forse anche più ricco di lui) il bando gli fu rinnovato per altre due volte nel 1444 e nel 1454 quando aveva già 82 anni. Sebastiano da Bisticci lo ricorda come persona bella e generosa Palla morirà a Padova.

Piazza del mercato nuovo

PORCELLINO E’ una copia del 1612 di Pietro Tacca di una scultura classica in marmo conservata agli Uffizi. Bello il fondo dove si possono vedere molti animali abitanti nei terreni umidi. Un’usanza vuole che si appoggi una monetina sul grugno del cinghiale e lasciandola andare, se questa finisce nella rostra dove scorre l’acqua, il fato aiuta il proprietario della moneta a tornare a Firenze. Le monete raccolte vengono donate alla madonnina del Grappa un ente benefico che aiuta gli orfani.

Ponte Santa Trinita

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ARIETE simbolo di Cosimo I che lo aveva adottato in onore di Alessandro Magno.

Ponte vecchio

LUCERTOLA si trova sul colonnino che regge la meridiana a metà del ponte.Ricorda il sole necessario alla lucertola per scaldarsi ed a noi per stabilire l’ora.

Piazza dei giudici

CAVALLO spalletta del fiume, si tratta di una lapide che ricorda la tomba del cavallo dell’ambasciatore della repubblica veneta presso la repubblica fiorentina, Carlo Cappello, che durante l’assedio del 1530 fu colpito in questo punto da un colpo d’artiglieria; il proiettile esplose proprio sotto al cavallo che grazie alla sua mole salvò il proprietario. Carlo volle ringraziare l’animale dedicandogli questa lapide.

GECO si trova sulla meridiana moderna installata da poco nella piazza.

Piazza della Signoria

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LEONI ingresso loggia dell’Orcagna e Arengario. Il leone, forse portato dai soldati romani dopo aver combattuto in Libia e essersi ritirati a Firenze, si trasformò nel Marzocco, un leone con uno scudo, in cui è impresso il giglio di Firenze. Il nome Marzocco deriva da Piccolo Marte, in latino Martiocus.La tettoia dei Pisani

Nel 1363 dopo un’accanita lotta i fiorentini riuscirono vittoriosi sui Pisani e dalla porta a San Frediano entrarono in città con 42 carri di prigionieri. Questi furono fatti sfilare sulla piazza S. Giovanni e furono costretti a costruire una tettoia (“de’pisani” appunto) e a baciare il culo al Marzocco.

Via Calimaruzza

AQUILA con torsello Stemma dell’arte di Calimala o dei mercanti.I gigli sul fondo sono Francesi perché proprio dalla francia venivano i panni da raffinare.

MULA primo cortile palazzo Pitti, monumento ad una delle tante bestie da soma

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che con il loro lavoro hanno reso possibile la costruzione di Palazzo Pitti.

TARTARUGA Salone de’ Cinquecento. Impresa di Cosimo col motto “Festina Lente”. Il significato sta nel ricordare che un buon governante deve affrettarsi a fare le leggi dopo averle ben ponderate.

Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa a cura di Paolo Nardi e Fabio Pini

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