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PER UNA BUONA POLITICA 5iì - Marsilio Editori · lunghi, alla riconfigurazion delle a forma Stato:...

Date post: 22-Aug-2020
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44 CORIANDOLI/CONFETTI domus 1015 Luglio-Agosto / July-August 2017 5 1 I signori del fare anche questa volta, dopo gli ultimi avvenimenti tellurici che hanno toccato molti territori dell'Italia centrale, si sono messi subito all'opera con la solita presunzione di sapere da subito cosa fare, considerando qualsiasi forma di pensiero superfluo, inutile e anche dannoso. Noi di Domus non lo crediamo e, mese dopo mese, abbiamo raccolto pensieri e opinioni sulla possibile ricostruzione di questi luoghi e continuiamo a farlo convinti che tutto questo sia il presupposto necessario a qualsiasi intervento, anche di urgenza. Dopo l'accento posto esplicitamente da Carlo Melograni sul tema politico ineludibile, Carlo Masiero tratta della problematica di una prassi progettuale oggi non più adeguata alla nostra società e, raggruppandola in tre punti essenziali, delinea una strategia per rimettere in moto una vera progettazione sociale, ndb PER UNA BUONA POLITICA Dopo un evento disastroso come un terremoto, occorre accompagnare le comunità locali verso un re-inizio e non una ricostruzione, individuando le condizioni previe affinché la comunità locale possa vivere, prosperare e innovare After a disastrous event like an earthquake, it is urgent to assist locai communities towards a new beginning and not a reconstruction, identifying the pre- conditions so that the locai community can live, thrive and innovate. Carlo Masiero Once again, after the recent earthquakes that struck many Central Italian regions, the doers immediately set to work with the usuai presumption that they knew what to do, considering any form of thought superfluous, useless and even harmful. We at Domus do not believe this, and month after month we have gathered ideas and opinions about the possible reconstruction of these places and will continue to do so, convinced that ali this is an essential prerequisite for any form of intervention, however urgent. After Carlo Melograni's explicit emphasis on the unavoidable politicai theme, Carlo Masiero deals with the problem of a design practice that is no longer adequate for our society and focusing on three essential points, he outlines a strategy for putting into motion a true social design, ndb Carlo Masiero nato nel 1944, è stato ordinario di Storia dell'architettura presso lo IUAV di Venezia È studioso delle arti e delle scienze nel quadro di una generale storia delle idee. Le sue ultime pubblicazioni sono dedicate all'analisi delle trasformazioni in atto tra il modo di produzione industriale e il modo di produzione digitale (Dalla smart city alla smart land, Marsilio, 2014; La società circolare, Derive e approdi, 2016). • born in 1944. Full professor of Architecture at the IUAV in Venice. A scholar of art and science in the framework of a general history of ideas, his most recent publications are devoted to analysis of the transformations taking place between the world of industriai production and the world of digitai production (Dalla smart city alla smart land, published by Marsilio, 2014; La società circolare, published by Derive e approdi, 2016).
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Page 1: PER UNA BUONA POLITICA 5iì - Marsilio Editori · lunghi, alla riconfigurazion delle a forma Stato: no n esiste alcun peccato da redimere dovrebber, o esistere procedure da seguire,

44 CORIANDOLI/CONFETTI d o m u s 1015 Luglio-Agosto / July-August 2017

5 i ì 1

I signori del fare anche questa volta, dopo gli ultimi avvenimenti tellurici che hanno toccato molti territori dell'Italia centrale, si sono messi subito all'opera con la solita presunzione di sapere da subito cosa fare, considerando qualsiasi forma di pensiero superfluo, inutile e anche dannoso. Noi di Domus non lo crediamo e, mese dopo mese, abbiamo raccolto pensieri e opinioni sulla possibile ricostruzione di questi luoghi e continuiamo a farlo convinti che tutto questo sia il presupposto necessario a qualsiasi intervento, anche di urgenza. Dopo l'accento posto esplicitamente da Carlo Melograni sul tema politico ineludibile, Carlo Masiero trat ta della problematica di una prassi progettuale oggi non più adeguata alla nostra società e, raggruppandola in tre punti essenziali, delinea una strategia per rimettere in moto una vera progettazione sociale, ndb

PER UNA BUONA POLITICA

Dopo un evento disastroso come un terremoto, occorre accompagnare le comunità locali verso un re-inizio e non una ricostruzione, individuando le condizioni previe affinché la comunità locale possa vivere, prosperare e innovare

After a disastrous event like an earthquake, it is urgent to assist locai communities towards a new beginning and not a reconstruction, identifying the pre-conditions so that the locai community can live, thrive and innovate.

Carlo Masiero

Once again, after the recent earthquakes that struck many Central Italian regions, the doers immediately set to work with the usuai presumption that they knew what to do, considering any form of thought superfluous, useless and even harmful. We at Domus do not believe this, and month after month we have gathered ideas and opinions about the possible reconstruction of these places and will continue to do so, convinced that ali this is an essential prerequisite for any form of intervention, however urgent. After Carlo Melograni's explicit emphasis on the unavoidable politicai theme, Carlo Masiero deals with the problem of a design practice that is no longer adequate for our society and focusing on three essential points, he outlines a strategy for putting into motion a true social design, ndb

Carlo Masiero

nato nel 1944, è stato ordinario di Storia dell'architettura presso lo IUAV di Venezia È studioso delle arti e delle scienze nel quadro di una generale storia delle idee. Le sue ultime pubblicazioni sono dedicate all'analisi delle trasformazioni in atto tra il modo di produzione industriale e il modo di produzione digitale (Dalla smart city alla smart land, Marsilio, 2014; La società circolare, Derive e approdi, 2016).

• born in 1944. Full professor of Architecture at the IUAV in Venice. A scholar of art and science in the framework of a general history of ideas, his most recent publications are devoted to analysis of the transformations taking place between the world of industriai production and the world of digitai production (Dalla smart city alla smart land, published by Marsilio, 2014; La società circolare, published by Derive e approdi, 2016).

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d o m u s 1 015 Luglio-Agosto / July-August 2017 CORIANDOLI/CONFETTI 91

Tre premesse: a. E il primo novembre del 1755. Un terribile terremoto rade al suolo Lisbona. Il disastro sconvolge l'intera Europa. Voltaire rifiuta ogni giustificazione teologica scrivendo contro Leibniz che non viviamo nel migliore dei mondi possibili, quindi non ci rimane che fare di tutto per miglioralo, questo mondo. Come? Imparando a prevedere per quanto possibile gli eventi della natura, le sue dinamiche, i suoi processi, le sue 'ragioni'. Il terremoto non è la furia di un dio vendicatore e non ci fa paura solo per la sua potenza distruttiva, ma perché non sappiamo prevederlo e questo, per la nostra cultura che chiamiamo moderna, è inaccettabile visto che si basa su un presupposto che non possiamo di certo rinnegare: conoscere significa prevedere.

E allora? Guai se non si sviluppa ricerca, se non si elaborano strumenti analitici, se non si accumulano in forma ordinata dati e informazioni, se non si fa prevenzione; guai se non affrontiamo la questione in chiave radicalmente laica. Si fa in questo nostro malandato Paese? Poco e male. Si dirà che comunque alcune università si danno molto da fare, ma il problema non sono le singole competenze, quanto la loro portata collettiva, istituzionale, statale.

b. E la scienza che elabora algoritmi previsionali ed è la tecnica che assume in sé il compito operativo. A fronte delle condizioni comunque estreme dell'evento terremoto, si dovrebbe rispondere con il livello più alto possibile di tecnologia applicata. Con una considerazione: nel nostro tempo la tecnologia

non è più solo meccanica e/o cibernetica, ma digitale (cioè virtuale, olistica, sostanzialmente social). Si dovrebbero allora elaborare strategie d'intervento, sia pre che post, capaci di dare risposte non solo di natura eminentemente tecnico-operativa, ma anche sociopolitica ed economica. Questo ci è permesso oggi proprio dalle logiche digitali: smart city, smart land, smart community. Si tratta di progettare non cose, ma processi e, in particolare, processi di umanizzazione. Si fa in questo nostro malandato Paese? No, visto che i temi per le decisioni politiche sembrano essere argomentati tra prevenzione, ricostruzione e, solo marginalmente, sostenibilità, quando la questione è eminentemente sociopolitica.

c. Ciò che può governare e indirizzare scienza e tecnica nelle loro diverse potenzialità è lo Stato, a sua volta organismo per propria natura tecnico-organizzativo (la famosa questione della burocrazia nella formulazione di Max Weber). Il nostro malandato Paese continua a mettere in relazione collusiva politica, statualità ed economia. Questo fa sì che gli apparati gestionali (Ministeri, Soprintendenze, Regioni, Comuni, Dipartimenti e Commissioni varie) siano continuamente in conflitto e irretiti da 'interessi' che non assumono

quasi mai la forma del bene comune. E fondamentale capire che lo Stato non può identificarsi con la politica, né dipendere dalle dinamiche generali dell'economia. Un Paese che permette l'omologazione di queste modalità del sociale è un Paese profondamente ammalato e, inevitabilmente, in deficit di democrazia. È un Paese che non è ancora riuscito a elaborare l'autonomia dei poteri, così come si è venuta a configurare proprio dopo il terribile terremoto di Lisbona nella cultura illuminista prima e nell'elaborazione della moderna forma Stato dopo, al di là di ogni consolazione concessa dalla teodicea che si legittimava affermando, con Leibniz, che "viviamo nel migliore dei mondi possibili". Se queste sono le premesse, si tratta di:

1. Rielaborare complessivamente l'idea e la pratica della funzione Stato (non solo sulla questione dei terremoti, ma in generale: uffici, competenze, saperi collettivi, sistemi sociali). Non si affronta la questione solo con dipartimenti o commissioni varie (es: dipartimento della Protezione Civile e/o commissione Grandi Rischi) 2. Utilizzare il digitale nella sua valenza non solo tecnologica, ma soprattutto sociale, in modalità d'innovazione continua. 3. Avere un atteggiamento politico e ideologico assolutamente laico procedendo, anche se nei tempi lunghi, alla riconfigurazione della forma Stato: non esiste alcun peccato da redimere, dovrebbero esistere procedure da seguire, responsabilità, diritti e doveri, statualità.

La questione fondamentale è allora accompagnare le comunità locali verso un re-inizio e non una ricostruzione, individuando le condizioni previe affinché la comunità locale possa vivere, prosperare e innovare. La sfida sta nella capacità collettiva di trasformare il 'disastro' in una vera opportunità, in un processo virtuoso, economico e sociale, per la città e per il suo territorio, per i cittadini e la loro identità/comunità, attraverso un piano integrato di smart city, smart land, nelle modalità smart community, innestando processi di economia e società circolare. Cosa significa? Significa accompagnare la trasformazione prevedendo un ambito territoriale nel quale attraverso politiche diffuse e condivise si possa aumentare la competitività e attratività del territorio con un'attenzione particolare alla coesione sociale, alla diffusione della conoscenza, alla crescita creativa, all'accessibilità e alla libertà di movimento, alla fruibilità dell'ambiente (naturale, storico/ architettonico, urbano) e alia qualità del paesaggio e della vita dei cittadini. Il dopo terremoto può aprire a questa progettualità sociale. Economia e società circolare significano individuare un futuro intelligente, sostenibile e inclusivo per una cittadinanza attiva, orientata a

Accompagnare la t rasformazione prevedendo un ambi to territoriale nel quale, attraverso polit iche diffuse e condivise, si possa aumentare la competit ività e attratività del territorio con un'at tenzione particolare alla coesione sociale, alla dif fusione della conoscenza, alia crescita creativa, all 'accessibilità e alla libertà di movimento, alla fruibilità del l 'ambiente e alla qualità del paesaggio e della vita dei cittadini. Il dopo terremoto può aprire a questa progettuali tà sociale.

risolvere problemi condivisi e a creare opportunità sociali ed economiche e culturali con il coinvolgimento delle autorità locali, degli stakeholder e dei cittadini (smart community), con una gestione digitale della pubblica amministrazione per ottimizzare i servizi e offrire ai cittadini e alle imprese servizi più efficienti e innovativi (E-governement). Il modello circolare prevede il riuso generando anche materie prime secondarie, il riciclaggio, l'archiviazione dati di natura economica e culturali (musei, biblioteche, web, big data, cloud). In altri termini, si tratta di ripensare la produzione, la distribuzione e il consumo in chiave circolare, cioè in un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo, in una logica resiliente. Come?

- Elaborando una progettualità sul lungo periodo in nome di storie, tradizioni, opportunità e sogni condivisi. Il dov'era e com'era è semplicemente mortificazione senza questa progettualità condivisa. - Applicando I' articolo 118 della Costituzione italiana sulla sussidiarietà che non significa affatto partecipazione ideologica, ma responsabilità condivisa. - Avendo come scopo non oggetti o prodotti, ma processi sociali di emancipazione capaci anche di aiutare l'elaborazione del lutto e la riappropriazione emotiva dei propri luoghi. - Sperimentando le molte forme delle tecnologie digitali (dalla sensoristica al big data, dalle tecnologie di localizzazione dei fenomeni alle molteplici prestazioni dell'intelligenza artificiale) per ricomporre le comunità, per rendere trasparenti i processi, per impedire forme collusive, per aprire alla formazione continua e all'imprenditorialità supportata dal digitale. L'interrelazione digitale può allora segnalare problemi, suggerire soluzioni utili, dare responsabilità ai cittadini nella gestione dello spazio pubblico, comunicare le iniziative proposte dalla politica, consultare

gli utenti, monitorare e mappare fenomeni e processi, e così di seguito. È significativo che gli esiti più virtuosi della ricostruzione dopo il terremoto nel Friuli siano il portato della legge 30 /77 che delegava ai sindaci la gestione della ricostruzione a livello locale, riducendo di molto i tempi della burocrazia, la gestione degli appalti, la liquidazione degli stati di avanzamento dei lavori e, soprattutto, la possibilità di elaborare accordi pubblico-privato. Quella legge è la dimostrazione che essere smart non significa assolutamente essere nati digitali, ma essere astuti nell'affrontare questioni e problemi che chiamiamo con un termine oggi nel contempo nobile e senza più alcuna legittimità: politica. Dobbiamo ripensare e affidarci - invece -proprio al significato più profondo proprio della parola politica. E questa che manca: la buona politica. @

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CORIAN DOLI /CON FETTI d o m u s 1015 Lugl io-Agosto / July-August 2017

FOR A GOOD POLITICS

Three premises: a. It was the first of November 1755. A terrible earthquake razed Lisbon to the ground. The disaster shocked the whole of Europe. Voltaire rejected ali theological justifications, writing, in criticism of Leibniz, that we do not live in the best of ali possible worlds, and so ali we can do is improve this world. How? By learning, as far as possible, to foresee naturai events, their dynamics, processes and causes. An earthquake is not the fury of a vengeful God, and we fear it not just for its destructive power, but because we are unable to predict it. And this, for our culture, considered modem, is unacceptable, as it is based on a principle we cannot renounce: knowing means predicting. What: follows? We have to develop research, create analytical instruments, carefully collect data and information, take preventative measures. We have to approach the question from a radically secular standpoint. Do we do this in our decrepit country? Not really and not well. We can at least say some universities are active in this field, but the problem is not the competence of individuate, but their collective, institutional, state-guided effectiveness.

b. Science develops algorithms for predicting earthquakes, and technology performs the operatiorial part. Given the extreme effects of an earthquake, we need to adopt the most advanced applied technology. With one proviso: in our day, technology is not solely mechanical and/or cybernetic, but digitai (or rather, virtual, holistic, substantially social). This means we have to develop strategies for intervention, both before and after, not only by providing technical and practical answers but ones that are effective socially, politically and economically. This is made possible today by digitai logie: smart cities, smart land, smart communities. It means designing processes rather than things, in particular processes of humanisation. Do we do this in our decrepit country? No! Because politicai decisions seem to based on prevention, reconstruction and only marginally on sustainability, when the question is eminently social-poi itical;

c. It is the State that can govern and guide science and technology in the various forms of its potential. The State, in turn, is an organism of atechnical/organisational nature (the famous question of bureaucracy as formulated by Max Weber). Our decrepit country continues to place politics, the state, and economics in a collusive relationship. This means the various forms of governance (Ministries, Superintendencies, Regions, Municipalities, and various Departments and Commissions) are continuously in conflict and entangled in vested interests, hardly ever for the common good. We have to realise

that the State cannot identify itself with Politics, nor can it depend on the general dynamics of Economics. A country which allows these forms of society to be homogenised is a country that is profoundly troubled and inevitably lacking in democracy. It is a country that has stili not managed to develop independent powers, as in the situation which followed the terrible earthquake in Lisbon in Enlightenment culture, which preceded the event, and in the development of the modem form of the State, which followed, beyond ali consolation which might be provided by the theodicy that maintained, with Leibniz, that "we live in the best of ali possible worlds". If these are the premises, it is necessary to:

1. entirely re-elaborate the idea and practicality of the function of the State (not only with regard to earthquakes but in general: offices, areas of responsibility, collective knowledge... social systems). The matter cannot be handled solely by various departments or commissions (e.g.: The Department for Civil Protection and/orthe Committee on Major Hazards) 2. use the digitai world not only technologically, but above ali socially, with continuous innovation; 3. have a politicai and ideological attitude which is completely secular, proceeding, even over time, to reconfigure the form of the State: there should be no sins to be delivered from, there should be procedures to be followed, responsibilities, rights and duties, stateness. The fundamental question is thus to guide locai communities towards a new beginning, and not reconstruction by identifying the necessary conditions for the community to be able to live, prosper and innovate. The challenge lies in the collective capacity to transform a "disaster" into a true opportunity, a social and economie process positive for the city and territory, for citizens and their identity/community, through an integrated programme of smart city, smart land, in the form of smart communities, engaging processes of circular economics and society. What does this mean? It means guiding transformation by planning an environment in which, through wide-ranging and shared policies, it is possible to increase the competitiveness and attractiveness of the territory with particular attention to social cohesion, the sharing of knowledge, creative growth, accessibility and freedom of movement, the utility of the environment (naturai, historical/ architectural, urban) and the quality of the land and the lives of the citizens. The post-earthquake period can pavé the way for this kind of social planning.

Circular economics and society means identifying a future which is intelligent, sustainable and

inclusive, for an active citizenship oriented towards the solving of common problems and the creation of social, economie and cultural opportunities with the involvement of locai authorities, stakeholders and citizens (Smart Community), with the digitai management of the public administration in orderto optimise services and offer citizens and businesses services which are more efficient and innovative (E-government). The circular model provides for reuse, generating secondary raw materials, recycling, the archiving of economie and cultural data (museums, libraries, the internet, big data, clouds). In other terms, it is about rethinking production, distribution and consumption in a circular manner, or rather in an economie system created in order to auto-regenerate, in a resilient manner. How?

- by elaborating long-term planning with respect for history, tradition, opportunity and shared visions. The idea of "where it was and how it was" is simple mortification without this kind of shared planning: - by applying article 118 of the Italian Constitution regarding subsidiariety, which does not mean ideological participation but rather shared responsibility; - by having as an objective not objects or products, but social processes of emancipation, which can also aid the elaboration of grief and the emotive reappropriation of one's own spaces. - by experimenting with the many forms of digitai technology (from sensors to big data, from technology for the localisation of phenomena to the many uses of artificial intelligence) in orderto recreate communities, make processes transparent, hinder covinous forms, be open to continuous training and entrepreneurship supported by digitai technology. Digital inter-relations can therefore highlight problems, suggest useful solutions, give responsibility to citizens in management of public space, communicate initiatives proposed by politics, consult users, monitor and map phenomena and processes, and so on. It is interesting to see that the best results of the reconstruction after the Friuli earthquake were found in the results of law 30 /77 which charged mayors with the management of reconstruction locally, greatly reducing the times for bureaucracy, as well as the management of calls for tender, payment for works and, above ali, the possibility to set up public and private agreements. This law is the demonstration that being smart has nothing to do with being born digitai, but being astute in tackling matters and problems identified with a term that today is both noble and devoid of legitimacy: politics We must reconsider and entrust ourselves to the deeper meaning of the word politics. This is what is lacking: good politics. @

To guide transformation by planning an environment in which, through wide-ranging and shared policies, it is possible to increase the competitiveness and attractiveness of the territory with particular attention to social cohesion, the sharing of knowledge, creative growth, accessibility and freedom of movement, the utility of the environment and the quality of the land and the lives of the citizens. The post-earthquake period can pavé the way for this kind of social planning.


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