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Per viam… cum fraternitate · 2009. 3. 2. · Benedicat tibi Dominus La fraternità di Casa Frate...

Date post: 30-Jan-2021
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Ogni momento è l’ora, così come ogni anno Lui ripassa perché anco- ra e ancora spera di trovare frutti. Qualcosa di nuovo sui rami della nostra vita. Noi non crediamo, sia- mo scettici, distratti, suscettibili ad ogni minimo cambiamento di ven- to… o di tendenza. Eppure Lui ripassa. Ripassa da morte a vita. “Nemmeno se uno risuscitasse dai morti crederebbero…”(Lc 16,31). Eppure ripassa. Non cede nemme- no all’incredulità che vede con i propri occhi, quegli occhi che rac- contano gli occhi di Maria e Giu- seppe. Non cede nemmeno alla durezza del nostro cuore, quella durezza che gli ha trapassato la carne, quella carne presa in dono per eccesso di amore. Mi dai quaranta giorni. Che ne farò di questi quaranta giorni? Che ne farò della tua pa- zienza, del tuo attendermi, del tuo amore ostinato? Che ne farò del mio desiderio di essere lasciata in pace, di vivere tranquilla? Che ne farò delle mie mezze misure, delle parole sempre pesate, dell’immagine di me che vale più di me? Che ne farò dei confini che metto, dei pregiudizi che mi proteg- gono, delle bugie che mi racconto? Che ne farò? E se mi lasciassi fare? Se la Pa- rola di questi quaranta giorni, così lunghi e così brevi, mi facesse il cuore nuovo? Vorrei imparare a vivere da salvata. Ancora quaresi- ma: non un ricordo, non una recita, non la messa in scena della morte di Dio. E’ Dio che muore. E risorge. Quaranta giorni come un nuovo deserto… per sapere che sapore ha l’assoluto bisogno che Pasqua sia già accaduta. E se cominciassi a vivere senza far finta che la Pasqua non sia mai stata? Benedicat tibi Dominus La fraternità di Casa Frate Jacopa Numero 3 - 1 marzo 2009 Ci chiedete: « Chi è il Cristo per voi? » e vi accontentate di una risposta che può essere di sola memoria! Chiedeteci: «Che cosa voi proponete di essere per Cristo?» E vi risponderemo: «Vogliamo essere qualcuno per lui, come egli è qualcuno per noi» (don Primo Mazzolari) Per viam… cum fraternitate
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  • Ogni momento è l’ora, così come ogni anno Lui ripassa perché anco-ra e ancora spera di trovare frutti. Qualcosa di nuovo sui rami della nostra vita. Noi non crediamo, sia-mo scettici, distratti, suscettibili ad ogni minimo cambiamento di ven-to… o di tendenza. Eppure Lui ripassa.

    Ripassa da morte a vita. “Nemmeno se uno risuscitasse dai morti crederebbero…”(Lc 16,31). Eppure ripassa. Non cede nemme-no all’incredulità che vede con i propri occhi, quegli occhi che rac-contano gli occhi di Maria e Giu-seppe. Non cede nemmeno alla durezza del nostro cuore, quella durezza che gli ha trapassato la

    carne, quella carne presa in dono per eccesso di amore.

    Mi dai quaranta giorni. Che ne farò di questi quaranta giorni? Che ne farò della tua pa-zienza, del tuo attendermi, del tuo amore ostinato? Che ne farò del mio desiderio di essere lasciata in pace, di vivere tranquilla? Che ne farò delle mie mezze misure, delle p a r o l e s e m p r e p e s a t e , dell’immagine di me che vale più di me? Che ne farò dei confini che metto, dei pregiudizi che mi proteg-gono, delle bugie che mi racconto? Che ne farò?

    E se mi lasciassi fare? Se la Pa-rola di questi quaranta giorni, così

    lunghi e così brevi, mi facesse il cuore nuovo? Vorrei imparare a vivere da salvata. Ancora quaresi-ma: non un ricordo, non una recita, non la messa in scena della morte di Dio. E’ Dio che muore. E risorge. Quaranta giorni come un nuovo deserto… per sapere che sapore ha l’assoluto bisogno che Pasqua sia già accaduta.

    E se cominciassi a vivere senza far finta che la Pasqua non sia mai stata?

    Benedicat tibi Dominus La fraternità di

    Casa Frate Jacopa

    Numero 3 - 1 marzo 2009

    Ci chiedete: « Chi è il Cristo per voi? » e vi accontentate di una risposta che può essere di sola memoria!

    Chiedeteci: «Che cosa voi proponete di essere per Cristo?»

    E vi risponderemo: «Vogliamo essere qualcuno per lui, come egli è qualcuno per noi» (don Primo Mazzolari)

    Per viam… cum fraternitate

  • Ti proponiamo di entrare nel cammino dei quaranta giorni in compagnia di un uomo, un prete, che ha riconosciuto nella realtà, nelle contraddizioni del vivere, il luogo privilegiato in cui il Mistero si rivela.

    Don Primo Mazzolari è una spina nel fianco. A volte le sue parole fanno male. E quindi fanno bene.

    In fraternità siamo abituate a presentare alle altre gli amici speciali. Diventano così amici della fraternità.

    Nostro Fratello Giuda da una registrazione effettuata a Bozzolo (giovedi santo, 1958)

    La tentazione è incominciata col denaro. Le mani che contano il denaro. Che cosa mi da-te? Che io ve lo metto nelle mani? E gli contaro-no trenta denari. Ma glieli hanno contati dopo che il Cristo era già stato arre-stato e portato davanti al tribunale. Vedete il barat-to! L’amico, il maestro, colui che l’aveva scelto, che ne aveva fatto un A-postolo, colui che ci ha fatto un figliolo di Dio; che ci ha dato la dignità, la libertà, la grandezza dei figli di Dio. Ecco! Baratto! Trenta denari! Il piccolo guadagno. Vale poco una coscienza, o miei cari fra-telli, trenta denari. E qual-che volta anche ci vendia-mo per meno di trenta denari. Ecco i nostri gua-dagni, per cui voi sentite catalogare Giuda come un pessimo affarista. C’è qualcheduno che crede di aver fatto un affare ven-dendo Cristo, rinnegando Cristo, mettendosi dalla parte dei nemici. Crede di aver guadagnato il posto, un po’ di lavoro, una certa stima, una certa conside-razione, tra certi amici i quali godono di poter por-tare via il meglio che c’è nell’anima e nella co-scienza di qualche loro compagno. Ecco vedete il guadagno? Trenta denari! Che cosa diventano que-sti trenta denari? ….Che cosa importa della co-scienza, che cosa importa

    essere cristiani? Che co-sa ci importa di Dio? Dio non lo si vede, Dio non ci da’ da mangiare, Dio non ci fa’ divertire, Dio non da’ la ragione della nostra vita. I trenta denari. E non abbiamo la forza di tenerli nelle mani. E se ne van-no. Perché dove la co-scienza non è tranquilla anche il denaro diventa un tormento... Povero Giuda. Po-vero fratello nostro. Il più grande dei peccati, non è quello di vendere il Cristo; è quello di disperare. An-che Pietro aveva ne-gato il Maestro; e poi lo ha guardato e si è messo a piangere e il Signore lo ha ricollo-cato al suo posto: il suo vicario. Tutti gli Apostoli hanno ab-bandonato il Signore e son tornati, e il Cri-sto ha perdonato loro e li ha ripresi con la stes-sa fiducia. Credete voi che non ci sarebbe stato po-sto anche per Giuda se avesse voluto, se si fosse portato ai piedi del calva-rio, se lo avesse guardato almeno a un angolo o a una svolta della strada della Via Crucis: la sal-vezza sarebbe arrivata anche per lui. Povero Giuda. Una croce e un albero di un impiccato. Dei chiodi e una corda. Provate a confrontare queste due fini. Voi mi direte: "Muore l’uno e

    muore l’altro". Io però vor-rei domandarvi qual è la morte che voi eleggete, sulla croce come il Cristo, nella speranza del Cristo, o impiccati, disperati, sen-za niente davanti. Perdonatemi se questa sera che avrebbe dovuto essere di intimità, io vi ho portato delle con-siderazioni così dolorose, ma io voglio bene anche a Giuda, è mio fratello Giuda. Pregherò per lui anche questa sera, per-ché io non giudico, io non condanno; dovrei giudica-

    re me, dovrei condannare me. Io non posso non pensare che anche per Giuda la misericordia di Dio, questo abbraccio di carità, quella parola ami-co, che gli ha detto il Si-gnore mentre lui lo bacia-va per tradirlo, io non posso pensare che que-sta parola non abbia fatto strada nel suo povero cuore. E forse l’ultimo momento, ricordando quella parola e l’accettazione del bacio, anche Giuda avrà sentito che il Signore gli voleva

    ancora bene e lo riceveva tra i suoi di là. Forse il primo apostolo che è en-trato insieme ai due ladro-ni. Un corteo che certa-mente pare che non fac-cia onore al figliolo di Dio, come qualcheduno lo concepisce, ma che è u-na grandezza della sua misericordia… Lasciate che io pensi per un momento al Giuda che ho dentro di me, al Giuda che forse anche voi avete dentro. E lasciate che io domandi a Gesù, a Gesù che è in

    agonia, a Gesù che ci accetta come siamo, la-sciate che io gli domandi, come grazia pasquale, di chiamarmi amico. La Pasqua è

    questa parola detta ad un povero Giuda come me, detta a dei poveri Giuda come voi. Questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi ci disperiamo. Anche quando noi ci rivolteremo tutti i mo-menti contro di Lui, anche quando lo bestemmiere-mo, anche quando rifiute-remo il Sacerdote all’ ulti-mo momento della nostra vita, ricordatevi che per Lui noi saremo sempre gli amici.

  • I I I I prossimi appuntamenti del Progetto Giovani...

    Napoli 13 marz

    o

    Brindisi 14-15 m

    arzo

    Per viam… cum laetitia

    Cana di GalileaCana di GalileaCana di Galilea Per coppie di Per coppie di Per coppie di fidanzatifidanzatifidanzati marzo 13marzo 13marzo 13---15 15 15

    Corso FidanzatiCorso FidanzatiCorso Fidanzati marzo 26marzo 26marzo 26---292929

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    Cana di GalileaCana di GalileaCana di Galilea Per coppie di Per coppie di Per coppie di fidanzatifidanzatifidanzati maggio 8maggio 8maggio 8---101010

    ... con una novita' per la Settimana Santa in Assisi!

    Mi ami tu?

    La Pasqua del disce

    polo

    ... per imparare a

    vivere da salvati!

    8-13 aprile a Casa Frate Jacopa

    I I I I prossimi IncontriGiovani a casa tua...

    Firenze 20 marzo Bologna 21-22 marzo

    Asti 3-5 ap

    rile

    Torino 5 a

    prile

    Per saperne di più, per tutte le date del Progetto Giovani e per le iscrizioni ai corsi:

    tel. 075.8043793 075.8043707 [email protected] www.alcantarine.org

    Per viam… cum simplicitate

    RICETTA DELLA COCCA Sformato di riso ai funghi Primo piatto unico… adatto per la Quaresima! (per 4 persone – di media difficoltà) Ingredienti: 300 gr. di riso, 2 mozzarelle, parmigiano, 2 uova, pan grattato. 600 gr. di funghi champignon, aglio, prezzemolo, olio. Procedimento: dopo aver pulito i funghi, tagliarli a fette e tribolarli in padella con olio, aglio e prez-zemolo tritati. A parte lessare il riso in abbondante acqua bollente-salata. Scolarlo al dente e la-sciarlo raffreddare in una teglia capiente. Condire con la mozzarella tagliata a cubetti, parmigiano grattugiato e legare con le uova. Aggiungere metà dei funghi. Imburrare e cospargere di pan grat-tato uno stampo tipo per ciambelle. Disporre il riso in maniera uniforme nello stampo e spolverare di pan grattato anche sopra. Cuocere in forno a 170° per 20 minuti circa fino a perfetta doratura. Sfornare, lasciar raffreddare e capovolgere lo stampo in un piatto rotondo. Disporre al centro i rimanenti funghi e servire caldo/tiepido.

    Moltiplica

    tu “Per via

    m”

    con la tua

    mailing li

    st

    Ti Aspetti

    amo!


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