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Percorsi di crescita ed educazione alla cittadinanza di genere · fiabe” che vengono ... gli...

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Unione dei Comuni della Val di Merse Percorsi di crescita ed educazione alla cittadinanza di genere Laboratori di cittadinanza di genere Si può fare la Differenza?
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Unione dei Comuni della Val di Merse

Percorsi di crescita ed educazionealla cittadinanza di genere

Laboratori di cittadinanza di genere

Si può fare la Differenza?

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Accordo territoriale di genere 2013/2014

Percorso finanziato ai sensi della legge regionale n°16 del 2 aprile 2009

sulla Cittadinanza di genere

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Progetto: Laboratori di cittadinanza di genere

Soggetto attuatore: Unione dei Comuni della Val di Merse

Realizzazione dei laboratori: “Atelier Vantaggio Donna”“Gioco Le Nuvole”

Periodo di svolgimento: Anno scolastico 2013 / 2014

Istituti scolastici coinvolti: Istituto comprensivo “A. Lorenzetti”Istituto comprensivo “R. Lucini”

Area territoriale: Chiusdino, Monticiano, Murlo, Radicondoli, Sovicille

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La premessa:La categoria della differenza, fondante dell’identità del soggetto, riveste un ruolo fonda-mentale nei processi educativi. Il sistema scolastico in cui viviamo e che contribuiamo a produrre, educa ancora troppo spesso alla ‘neutralità’ senza prendere in considerazione le appartenenze di genere e le esperienze dei soggetti che lo abitano nonché le traiet-torie di genere che segnano le diverse discipline insegnate. Nasce da queste considera-zioni, volutamente sintetiche in questo contesto, l’impegno dell’Associazione Atelier Van-taggio Donna che ha voluto misurarsi, attraverso il modulo “Abbassa lo stereo-tipo”, con studenti e studentesse delle Scuole secondarie di primo grado, offrendo loro una oppor-tunità di rivisitare le proprie idee, concetti e visioni del mondo mettendo in discussione il pensiero unico e neutrale, fatto spesso di stereotipi e modelli culturali di genere domi-nanti e normativi che limitano le possibilità di espressione di ragazze e ragazzi, nell’ambito delle relazioni, degli affetti, dei percorsi scolastici e, in futuro, del lavoro. Il genere ha a che fare con la diversa condizione di vita storicamente determinatasi tra i due sessinella evoluzione sociale, nella divisione in ruoli differenti, in altre parole, il gene-re rappresenta il significato che ha assunto, a livello culturale e sociale la differ-enza sessuale. Partendo da questa definizione è facile intuire il peso che gli ste-reotipi hanno ancora oggi sulla costruzione delle identità dei ragazzi e delle ragazze e come la loro influenza porti a ruoli cristallizzati, rigidi e soprattutto asimmetrici.

Il presente progetto ha tre obbiettivi principali:- porre argini al rischio di omologazione del femminile al modello maschile- aprire ad una possibilità per il maschile di utilizzare qualità e modi di stare al mondo così detti femminili- valorizzare la ricchezza di una soggettività plurale capace di superare gli schemi dettati dagli stereotipi di genere.

Stereotipi? No, grazie a cura di Albalisa Sampieri e Angelina Gerardi dell’associazione “Atelier Vantaggio Donna”

Relazione di lavoro relativa agli interventi effettuati dall’Associazione Atelier Vantaggio Donna presso le scuole secondarie di I° grado di Rosia, Chiusdino, Monticiano e Murlo, per la realizza-zione di laboratori in cui ragazzi e ragazze possano guardare con senso critico agli stereotipi di genere, riconoscerne l’influenza nelle loro relazioni e aprirsi alla possibilità di un cambiamento.

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COME SI E’ SVOLTO IL LAVORO:Il lavoro è stato prima di tutto un lavoro di ricerca degli stereotipi di genere che po-polano l’immaginario di ragazzi e ragazze, quindi di definizione di quelle lenti che ali-mentano credenze, luoghi comuni, idee dure a morire su ciò che è maschile e ciò che è femminile. Abbiamo ragionato intorno a due polarità, poste sulla scena del mondo come se fossero una naturale conseguenza della differenza sessuale. Determinismo bio-logico o cammino predefinito verso una identità segnata da una costruzione sociale del maschile e femminile? Corredo di nascita o messaggi inculcati da una cultura patriarcale? Parlarne solo in teoria non basta, occorre ripercorrere quella strada lastricata di par-zialità per le bambine e i bambini, rivisitare le favole classiche a caccia di quei carat-teri e luoghi che costruiscono il femminile e il maschile, rispolverare quel costume, quegli ambienti che segnano le nostre identità, ripensare quei giochi che hanno costruito le prime competenze, il saper fare e il saper essere di ciascuno e ciascuna, il sapere tout court, privato del punto di vista femminile perché costruito intorno al polo maschile.

STEREOTIPI MASCHILI E FEMMINILI

Creano aspettative su di voi Dicono come vi dovreste comportare visto

che siete nati maschi o femmine

SI CHIAMANO ANCHE STEREOTIPI DI GENERE

StereotipiCredenzeSemplificazione della realtà Opinione diffusa e non verificataLuogo comune

Stereos = rigidoTopos =impronta

Porta a IGNORARE la complessità di ciascuno/aNEGARSI di essere quel che si è

“E’ un bambino o una bambina?”, questa è la prima domanda che ci si pone ad ogni nuova nascita ed è la stessa domanda che poniamo ai ragazzi e alle ragazze a proposi-to di una figura formata da due orsi, uno dei quali con il grembiule e l’altro seduto a leg-gere il giornale. In questo caso la domanda è: “Chi è il babbo e chi la mamma?”*

* Irene Biemmi 2010 “Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari”

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E dalle risposte appare evidente come il sesso ed il genere siano elemen-ti basilari per definire una persona sia a livello individuale che sociale. Diviene quin-di necessario stabilire da subito che quando di parla di “sesso” (maschio-femmi-na) ci riferiamo alle differenze biologiche ed anatomiche, mentre con il termine “genere” si fa riferimento ad un processo di costruzione sociale e culturale che indica la rappresentazione e la definizione di comportamenti che danno vita allo status di uomo/donna.

Il percorso che condividiamo con i ragazzi e le ragazze a partire dalla fiaba di Biancane-ve (ieri) e continuando con l’oggi (la pubblicità, il costume, la lingua) li/le aiuta bene a comprendere come l’appartenenza al genere “maschile” piuttosto che a quello “femmini-le” influenzi non poco il loro destino, fin dalla nascita, stabilendo giochi ed interessi, atteg-giamenti e comportamenti da adottare nelle occasioni sociali e nelle relazioni amorose.

Appare chiaro come gli stereotipi di genere giochino un ruolo fondamentale nello stabilire queste appartenenze, definendo non solo ciò che una persona é/deve essere, ma creando aspettative differenti per il maschile ed il femminile; il loro essere poi “stereo” cioè rigidi, fa sì che divengano normativi ed esprimano un giudizio di valore tale per cui una persona che non si sente di aderire a tali modelli di genere, viene declassata e diviene oggetto di discriminazione.

Per i ragazzi e le ragazze spesso tutto questo rappresenta una scoperta così come la sottolineatura che interpretare la realtà con gli occhiali dello stereotipo, può diventareuna trappola e generare situazioni di disagio. Immaginare il cambiamento e prospettare lo sviluppo di una identità al riparo dei codici di genere, così come figurarsi cosa poteva accadere se ai maschi si regalavano le bambole e alle femmine i trenini, è un secondo passaggio fondamentale.

Cosa sarebbe successo se Biancaneve, anziché arrendersi al suo destino, si fosse ribellata alla regina, oppure avesse detto ai nani di stirarsi le camice, lavarsi i calzini e farsi le crostate? Il principe quale altra soggettività maschile poteva incarnare? A questo punto del lavoro risulta più facile per i ragazzi e le ragazze comprendere come gli stereotipi di genere possano essereestremamente limitativi e come il loro uso, se non messo in discussione, possa con-durre ad una percezione rigida e distorta della realtà e finisca per ingabbiare la loro vita in situazioni che limitano la loro libertà ed i loro desideri più autentici.

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Le scuole, le classi, i ragazzi e le ragazze incontrate

Istituto Comprensivo “A. Lorenzetti” - Rosia

III A presenti 21 di cuiMaschi 10

Femmine 11

III B presenti 21 di cuiMaschi 6

Femmine 15

III C presenti 20 di cuiMaschi 8

Femmine 12---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Istituto Comprensivo “A. Lorenzetti” – Monticiano

III E presenti 10 di cuiMaschi 7

Femmine 3------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Istituto Comprensivo “A. Lorenzetti” – Chiusdino

III D presenti 17 di cuiMaschi 9

Femmine 8------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Istituto Comprensivo “R. Fucini” – Murlo

II presenti 19 di cuiMaschi 12Femmine 7

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Le conclusioni:Da esperienze formative come questa si comprende perfettamente quanto gli stereotipi siano comuni e quanto strutturino le identità sociali e le identità personali anche nella coorte di età a cui ci siamo rivolte.

Un primo test che ci permette di rilevare quanto i ruoli costruiti sugli stereotipi, condizionino l’immaginario dei ragazzi e delle ragazze è quello dei due orsi (v. sopra I. Biemmi 2010):

la quasi totalità degli alunni e delle alunne identificano nelle due figure, entrambe prive di qualunque caratterizzazione sessuale, un babbo ed una mamma disegnati dallo stereotipo di genere. Uno dei due orsi per il semplice fatto di avere un grembiule e di trovarsi in un am-bito domestico, viene identificato come la madre; l’altra figura, seduta ad un tavolo mentre legge il giornale, viene riconosciuta come il padre. Quei pochi/poche che si discostano da questa lettura, sono restii ad affermare questa loro interpretazione e per la maggioranza sono ragazzi e ragazze di altre culture. Difficile rimane il passaggio dalla prima analisi fatta serven-doci della fiaba di Biancaneve al successivo lavoro che vede tutti e tutte coinvolti/e nella ricerca di stereotipi nei mezzi di comunicazione attuali (pubblicità, cartoni, films ecc.ecc.).

Si rileva infatti che quelli stereotipi emersi ed analizzati attraverso la fiaba, rischiano di essere confinati in un tempo passato quindi non più attuali.

Il lavoro si fa quindi interessante quando riusciamo a far rilevare ai ragazzi e alle ragazze i parallelismi che esistono tra passato e presente e come “le moderne fiabe” che vengono loro raccontate, contengano gli stessi messaggi stereotipati.Il risultato di questa parte del laboratorio porta ragazzi e ragazze a comprendere quin-di l’attualità del tema posto e quanto tutto ciò possa toccare profondamente le loro vite, influenzare il loro sapere e saper essere e condizionare le loro scelte future an-che in relazione all’indirizzo di studi che intendono intraprendere. Tutto questo lavoro/percorso rappresenta per noi il primo tassello per richiamare l’attenzione non solo dei ragazzi e delle ragazze, ma anche degli/delle insegnanti sulla necessità di rivisitare le pro-prie idee, i propri concetti e le proprie visioni del mondo, mettendo in discussione il pen-siero unico e neutrale, fatto spesso di stereotipi e modelli culturali normativi. Se è vero come è vero che lo stereotipo è un prodotto culturale attraverso il quale vengono per-petuate le rappresentazioni di una società sessista, nonché il nucleo cognitivo di ogni pre-giudizio, prima si interviene nella sua decostruzione e migliori e più solidi saranno i risultati.

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Ci pare importante sostenere i ragazzi e le ragazze nella messa a fuoco del fatto che gli stereotipi di genere ancora oggi giustificano i comportamenti di chi vuole mante-nere lo status quo nelle relazioni tra gli individui e nella composizione delle loro identità. Inoltre assicurano il permanere di gerarchie di genere che mantengono una struttura so-ciale basata sulla disuguaglianza e sulla asimmetria di potere e spingono a ritenere natu-rali e quindi non modificabili, i ruoli maschili e femminili. E proprio perché gli stereotipi di genere si sviluppano in ognuno ed ognuna nelle molteplici esperienze personali, ci sem-bra urgente e fondamentale lavorare all’interno della scuola, anche sul mutamento dell’immagine che ragazzi e ragazze hanno di sé. Per rafforzare il percorso descritto, il labo-ratorio prevedeva un secondo incontro in cui a “fare lezione” sono i ragazzi e le ragazze. La consegna data è riassunta nelle seguenti due figure:

Il lavoro raccolto e discusso durante il secondo incontro e di cui abbiamo documentazione a disposizione di tutti e tutte, ha evidenziato:- la capacità di riconoscere in molteplici fonti, la pervasività dello stereotipo di genere- la costruzione di uno sguardo critico e a tratti, ironico, rivelatore di una nuova prospettiva dalla quale guardare il mondo- la scelta di un proprio linguaggio a misura della loro generazione per illustrare questa tematica e potenziare un’autonomia di pensiero.In un arco di tempo deciso dai ragazzi e dalle ragazze di concerto con gli/le insegnanti, sono stati realizzati una serie di prodotti (cartaceo, cartellonistico, video, ecc. ecc.) che documentano due prospettive così definite “siamo dentro lo stereotipo quando…..” e “siamo fuori dallo stereotipo quando….”.

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L’amore ai tempi degli stereotipi

Gli alunni e le alunne della III B della scuola media

“A. Lorenzetti” di Rosia

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“Io credo che bisognerebbe considerare le capacità di una persona indipendentemente dal sesso”

“Bisogna pensare con la propria mente senza farci influenzare dagli altri”

“Dobbiamo essere liberi di pensare, vestire ed agire”

“Le differenze ci sono, ma bisogna superare i pregiudizi”

“Gli stereotipi portano solo ingiustizie”

*immagini tratte dal video prodotto dai ragazzi e dalle ragazze della III B della scuola media secondaria “Lorenzetti” di Rosia. Il video sarà presto disponibile nel sito della

Provincia di Siena, sezione Pari Opportunità

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Primo gruppo di lavoro:che cosa sono gli stereotipi?

Gli stereotipi sono rappresentazioni semplificate della realtà. In pratica, sono un in-sieme di credenze e rappresentazioni che vengono associate, senza distinzioni né verifiche, a un intero gruppo di persone. Gli stereotipi attribuiscono a tutti quel-li che appartengono a una categoria le stesse caratteristiche. Per esempio non penseremo mai a una donna che lavora nei campi o a un uomo che fa il casalingo. Una bambina impara fin dai primissimi anni ad essere una “femmina”. I libri illustrati che la mamma le legge le dicono che cosa sono le femmine e che cosa fanno. Le femmine sono mamme. Sono infermiere. I libri non mostrano donne che facciano scoperte o inventino qual-cosa, o prendano importanti decisioni alle quali gli altri, di entrambi i sessi, debbano attenersi.Fin da piccoli i bambini vengono cresciuti con un certo tipo di ideologia. Le bambine vengono incoraggiate ad essere pulite, ordinate, affettuose, mentre dai ragazzi ci si aspetta che siano fisicamente attivi, esplorativi, ribelli e rumorosi. I ragazzi devono mostrarsi fisicamente efficienti.

stereotipi dentro le favoleLe fiabe della tradizione propongono donne miti, passive, unicamente occupate alla pro-pria bellezza, incapaci; le figure maschili sono attive, forti, coraggiose, leali e intelligentiSe analizziamo una fiaba come Cappuccetto Rosso, leggiamo la storia di una bambina mandata in giro per i boschi; per risolvere il problema che si è creato, si deve porre fiducia della presenza di un maschio nel posto giusto al momento giusto: il cacciatore coraggioso. Quando Biancancaneve è ospitata dai nani tiene la loro casa in ordine; poi riesce a met-tersi negli impicci accettando la prima mela che le viene offerta da una sconosciuta e se ne tira fuori grazie ad un uomo, il Principe Azzurro. Cenerentola è il prototipo delle virtù domestiche, non muove un dito per uscire da una situazione intollerabile, senza coraggio e dignità; accetta il salvataggio che le viene offerto da un uomo sconosciuto, il Principe.

Gli alunni e le alunne della III A della scuola media “A.Lorenzetti”

di Rosia

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Barbie, una bambola omologataI giochi rispecchiano l’ideale che i bambini tengono sempre presente e che identifi-cano con l’adulto. Per esempio la bambola rispecchia un’ideale di bellezza. Ma questa bellezza è omologata in un unico tipo di ideale femminile: la barbie. Questa è magra, bella, regolare e ha un corredo di abiti che rappresentano una moda per tutte le giovani. Così le bambine crescono con in mente un preciso modello di perfezione.

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Secondo gruppo di lavoro:

Nel mondo dei giovani e degli adolescenti, per attenerci alle dinamiche del «grup-po», tendiamo ad essere conformisti e a ragionare secondo gli stereotipi semplice-mente per essere accettati. Se qualcuno (in particolare i ragazzi maschi) ha un orientamento diverso, viene subito giudicato male, poiché si «supera» il confine dello stereotipo. Nel mondo dell’hip-hop americano, che i teen agers conoscono molto bene, le canzoni dei rapper più famosi parlano volgarmente della donna come «oggetto» e mostrano nei video ragazze mezze nude, truccate pesantemente e ai limiti del luogo comune (e della decenza…). Il celebre Macklemore ha scritto una canzone per celebrare il matrimonio dello zio gay. Questo può aiutare tutti a «togliere gli occhiali dello stereotipo». Il testo della canzone (cantata anche con la famosa Mary Lambert) evidenzia come tutti amiamo nello stesso modo, e come l’unica dif-ferenza sia solo nella nostra testa. La frase che ho preferito della canzone è stata:

«Just live on, and be yourself…»«Solo vivi, e sii te stesso…»

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When I was in the 3rd gradeI thought that I was gay

Cause I could draw, my uncle wasAnd I kept my room straight

I told my mom, tears rushing down my faceShe’s like, Ben you’ve loved girls since before

pre-K Tripping yeahI guess she had a point, didn’t she

A bunch of stereotypes all in my headI remember doing the math likeYeah, I’m good at little league

A pre-conceived idea of what it all meantFor those that like the same sex had the charac-

teristicsThe right-wing conservatives think it’s a decision

And you can be cured with some treatment and religion

Man-made, rewiring of a pre-dispositionPlaying God

Ahh nah, here we go America the braveStill fears what we don’t know

And ‘God loves all his children’ is somehow forgotten

But we paraphrase a book written3,500 years ago

I don’t know

And I can’t changeEven if I tried

Even if I wanted toAnd I can’t change

Even if I triedEven if I wanted to

My love, my love, my loveShe keeps me warm [x4]

If I was gayI would think hip-hop hates me

Have you read the YouTube comments lately“Man that’s gay”

Gets dropped on the dailyWe’ve become so numb to what we’re saying

Our culture founded from oppressionYet we don’t have acceptance for ‘em

Call each other faggotsBehind the keys of a message board

A word rooted in hateYet our genre still ignores it

Gay is synonymous with the lesserIt’s the same hate that’s caused wars from

religionGender to skin color

Complexion of your pigmentThe same fight that led people to walk-outs

and sit-insHuman rights for everybody

There is no differenceLive on! And be yourself!

When I was in churchThey taught me something else

If you preach hate at the serviceThose words aren’t anointed

And that Holy WaterThat you soak inIs then poisoned

When everyone elseIs more comfortable

Remaining voicelessRather than fighting for humansThat have had their rights stolen

I might not be the sameBut that’s not important

No freedom til we’re equalDamn right I support it

We press playDon’t press pause

Progress, march on!With a veil over our eyes

We turn our back on the cause‘Till the day

That my uncles can be united by lawKids are walkin’ around the hallway

Plagued by pain in their heart

A world so hatefulSome would rather dieThan be who they are

And a certificate on paper

Isn’t gonna solve it allBut it’s a damn good place to start

No law’s gonna change usWe have to change us

Whatever god you believe inWe come from the same one

Strip away the fearUnderneath it’s all the same love

About time that we raised up

Love is patient, love is kindLove is patient (not crying on Sundays)

Love is kind (not crying on Sundays)

Macklemore & Ryan Lewis ft.Mary Lambert

ll rapper canadese Macklemore

traduzione

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Quando ero in terza elementarepensavo di essere gay

Perché ero bravo a disegnare,lo eraanche mio zio e perché tenevo la mia

cameretta in ordine.Lo dissi a mia madre,mentre le

lacrime scivolavano sul mio viso.Lei disse:-“Ben,ti piacciono le ragazze

da ancora prima che andassi all’asilo nido”-.

Suppongo che avesse ragione,non è così?Avevo un mucchio di stereotipi in testa

ricordavo di fare matematica mente dicevo:“si sono bravo a giocare a BaseBall”

Un’idea preconcetta di cosa significasseessere Gay

Secondo cui tutti coloro che amanola gente dello stesso sesso hanno le

stesse caratteristiche.

I conservatori di destra pensano chesia una scelta.

E che puoi essere curato con trattamentio con la religione

Ma è andare contro una predisposizione.E prendersi gioco di Dio.

Oh no,rieccoci.L’America è coraggiosa ma ha ancora

paura di quello che non sappiamo.E il verso “Dio ama tutti i suoi figli” è

stato in qualche modo dimenticato.Ma parafrasiamo un libro scritto 3500 anni fa

Non saprei.E non posso cambiare.Anche se ci provassi.Anche se lo volessi.

E non posso cambiare.Anche se ci provassi.Anche se lo volessi.

Lei mi tiene al caldo.Lei mi tiene al caldo.

Se fossi Gay penserei che l’Hip-hopmi odiasse

Hai letto i commenti su youtubeultimamente?

“Questo è da gay” viene digitatoogni giorno,siamo diventati così

insensibili a ciò che diciamo.

La nostra cultura è stata formata dall’oppressione

Si,noi non abbiamo approvazione per loro.Tra di loro li chiamano froci dietro i tasti di

una tastiera telefonica.

Una parola radicata nell’odio,ma il nostrogenere musica ancora ignora il fatto che

la parola Gay è diventata sinonimo di infimoè lo stesso odio che ha causato le guerre

religiose.Di sesso e di colore della pelle,

per la carnagione della tua pellela stessa lotta che porta la gente a fare

manifestazioni in strada e sit-inI diritti umani valgono per tutti,

non c’è alcuna differenzaVivi e si te stesso.

Quando andavo al catechismo mi insegna-vano qualcos’altroSe predichi l’odio

quelle parole non sono consacrate.e l’acqua santa in cui ti immergi ti avvelena.

Quando ognuno è più a suo agiorestando muto

piuttosto che lottando contro umaniche hanno rubato i loro diritti.

Potrei non essere lo stesso ma non è impor-tante

Non ci sarà libertà fin quandonon saremo uguali.

Dannazione io supporto questa causaNon saprei.

E non posso cambiare.Anche se ci provassi.Anche se lo volessi

Premiamo playnon premiamo pausa

progresso,continua a marciare!

Con un velo sui nostri occhiVoltiamo le spalle alla causa,

fino al giorno in cui i miei zii potrannoessere riuniti dalla legge

i bambini stanno girando per il corridoiotormentati dal dolore nei loro cuori.

è un mondo così pieno di odioche qualcuno preferirebbe morire

piuttosto che essere chi è veramente.

e un certificato di cartanon risolverà la cosa

Ma è pur sempre un punto di partenza.

Nessuna legge cambierà il nostro stato,noi dobbiamo cambiarlo

Qualunque sia il Dio in cui credi,veniamo tutti dallo stesso.

Sbarazzati della paura.Sotto la nostra pelle risiede lo stesso

amore.

è ora di alzarsi in piedi.E non posso cambiare.Anche se ci provassi.Anche se lo volessi.

E non posso cambiare.Anche se ci provassi.Anche se lo volessi.

Amore mio,amore mio,amore mioL’amore è paziente,l’amore è gentile.

( non piango alla domenica)

Macklemore & Ryan Lewis ft.Mary Lambert

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I cartelloni fatti dai ragazzi e dalle ragazze di Chiusdino

Gli alunni e le alunne della III Ddella scuola media “P. Mascagni”

di Chiusdino

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Gli alunni e le alunne della scuola media “R. Fucini”

di Murlo

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Tutto ciò ci spinge a prendere atto di un risultato per noi molto importante e cioé quello di aver contribuito con questo modulo a sconfiggere seppur parzialmente la ri-gidità che sottende gli stereotipi di genere, aprendo l’immaginario verso altri scenari.

Rimane fondamentale non solo ampliare alla partecipazione di nuove clas-si, ma consolidare, in quelle già raggiunte, i risultati ottenuti, anche prevedendo di costruire moduli che intercettino con maggiore precisione le problematiche di ge-nere che i ragazzi e le ragazze incontrano nelle diverse fasi della loro crescita.A noi animatrici si è comunque presentata l’opportunità di ascoltare e misura-rci con quello che davvero gli e le adolescenti pensano. In questo scambio ci sia-mo lasciate guidare dai valori che segnano il nostro impegno nelle scuole all’interno del quadro della legge 16 sulla Cittadinanza di genere che per noi prima di tut-to è costruzione di una comunità segnata da relazioni positive tra uomini e donne.

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Laboratorio di generea cura di Claudia Chiti

dell’associazione “Gioco le Nuvole”

Il progetto si è svolto dal mese di Marzo 2013 al mese di Settembre 2014.

Al progetto hanno partecipato le classi I A, I B, II A, II B, III A, III B, IV a e IV B, V A e V B della scuola primaria di Sovicille e la classe IV della scuola primaria di Monticiano.Le attività specifiche del progetto sono state strutturate in seguito ai colloqui con le insegnanti di riferimento, durante i quali abbiamo ascoltato quelle che erano le esigenze rispetto ai gruppi classe.Il progetto è partito a Marzo, quindi le insegnanti avevano potuto ben analizzare i gruppi e ci hanno potuto indicare gli aspetti anche critici che avrebbero voluto affrontare grazie al progetto. Le insegnanti ci hanno manifestato l’esigenza di affrontare con i bambini e le bambine il tema della differenza di genere soprattutto attraverso esperienze di narrazione.

Non solo, le insegnanti ci hanno segnalato l’esigenza di affrontare con i bambini i temi dell’accoglienza, dell’amicizia e della solidarietà tra pari, temi particolarmente sentiti vista la presenza di bambini/e stranieri, di-versamente abili o con difficoltà scolastiche all’interno di molte classi.Le insegnanti, inoltre, ci hanno chiesto di svolgere il progetto, solitamente rivolto alle classi IV e V, anche nelle altre classi dei bambini/e più piccoli, in modo da iniziare a sensibilizzare i bambini/e verso questi temi e dare la possibilità a più classi di partecipare al progetto.

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Abbiamo quindi cercato testi adatti a queste fasce d’età ed utilizza-to tecniche che potevano essere maggiormente adatte a suscitare il loro interesse. Gli incontri, quindi, quest’anno hanno dato meno spazio alla parte dedicata alle attività manuali e creative, e si sono concen-trate maggiormente sull’ascolto, la narrazione e la rielaborazione attra-verso attività di carattere espressivo. Ogni incontro iniziava con la presen-tazione della grande valigia che conteneva tante sorprese e tante storie.In alcuni casi i testi sono stati drammatizzati dalle animatrici, coinvolgendo i bambini/e nel racconto e facendo loro interpretare personaggi e scenette.Per i più piccoli abbiamo utilizzato molti pupazzi che interagiva-no con i bambini/e stimolandoli a commentare i temi propos-ti; è stata utilizzata anche la musica, le canzoni e le danze animate.Una cura particolare è stata dedicata all’elaborazione della bibliografia utilizzata durante gli incontri.

Bibliografia :IL PIRATA PASTAFROLLA (Sebastiano Ruiz mingrada)I FACOCERI FANNO LE.... ( Simone Frasca)NON MI FAI PAURA PUC( Sam Lioyd)IL LUNEDI SCOMPARSO (Silvia Monegaglia)SCHERZI DA STREGA (Roberta Grazzoni)TOPAZIO E ALBERO/TOPAZIO NELLO SPAZIO (Loretta Serafilli,Roberto Benevelli)BALLANDO AL BUIO (Ella Burfoot)TI PIACE LA TUA FACCIA? (Roberto Denti)LA LINEA ROSSADUE AMICIQUALCOS’ALTROIL PICCOLO GROGO CORAGGIOSOELI E MO AMICI IN RETEPICCOLO BLU E PICCOLO GIALLO

Sono previsti nel mese di Settembre i tre incontri presso la scuola primaria di Chiusdino, con le due classi IV.

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