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Periodico del liceo Scientifico E. Fermi di Cosenza … DAL DOLORE, UNITI NEL DOLORE Periodico del...

Date post: 17-Feb-2019
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UNITI DAL DOLORE, UNITI NEL DOLORE Periodico del liceo Scientifico E. Fermi di Cosenza Fascicolo n° 3 Sabato 19 maggio: una normale giornata di scuola alla "Morvillo-Falcone" di Brindisi viene sconvolta dallo scoppio di una bomba prima del suono della campanella. L'ordigno, posizionato davanti l'edificio, a quanto pare durante la notte, ferisce 7 ragazzi ed uccide Melissa Bassi, 16 an- ni. Sono tante le circostanze che hanno portato a pensare a un attentato mafioso, prima, quindi ad un attacco terroristico; al momento, l'ipotesi più plausibile è l'inspiegabile gesto di un folle. Cono- scere il movente e l'identità del responsabile è ormai l'assillo di tutti i cittadini di Brindisi; i gio- vani studenti della "Morvillo-Falcone", a gran voce, chiedono giustizia… Dal canto loro, telegior- nali e carta stampata tengono aggiornato un pubblico affamato di notizie, mentre tanti giornalisti ricamano l'ennesimo romanzo su una tragedia troppo grande, troppo dolorosa.Melissa era una di noi, una 16enne piena di sogni e di aspettative, dubbi sull'avvenire, paura di crescere e diventare adulta. Un piccolo fiore in mezzo a tanti altri, pronto a sbocciare, a far rifiorire questo nostro Pae- se piagato da troppi mali. Il dolore è straziante, lo sdegno indicibile. La tragedia di Brindisi ha davvero unito l'Italia, mobi- litando, come giusto che sia, gli studenti di tutta la Penisola: si scende in piazza a manifestare contro un simile scempio, con la voglia di dire “No” a sì vili attentati alla vita umana e, non di- mentichiamolo, alla scuola, alla sua funzione di formare i futuri cittadini. Tra i tanti striscioni, uno ha colpito la mia attenzione: “Siamo cittadini di un paese che si ricorda di stare uniti solo quando si muore”. Parole emblematiche, che colpiscono dritto nel petto e illustrano perfettamente la situazione della nostra “Bella Italia”. Tutti uniti, ora, nel dolore, nella voglia di giustizia e di riscatto. E' questo che lascia Melissa, morta andando a scuola, uno dei luoghi in cui ci sentiamo più sicuri! La morte ha coalizzato tutti, in un certo senso anche la Sacra Corona Unita e le Brigate Rosse, che si dichiarano alla ricerca dell'assassino. Persino la criminalità organizzata è scossa da una simile crudeltà! Dolore, sdegno, incredulità; cosa ci aspettiamo per dopo? Un'Italia davvero unita, che lotti per la giustizia: è questo che noi giovani vogliamo. Il nostro pensiero va a Melissa, ai suoi genitori straziati, alla sua comunità, a tutti quelli che solo in momenti come questo si sen- tono "fratelli d'Italia": che possano diventarlo davvero! Francesca Paura III A In occasione della "Festa dell'Europa", mer- coledì 9 maggio, la Regione Calabria ha vo- luto celebrare l'evento insieme agli studenti del Liceo scientifico "E. Fermi” di Cosenza. La manifestazione ricorda il giorno in cui il Ministro degli Esteri francesi Robert Schu- man presentò la proposta di creare un’ Euro- pa unita (9 maggio 1950). Ad accogliere gli assessori regionali al Bilancio e alla Pro- grammazione Nazionale e Comunitaria, on. Giacomo Mancini, e al Lavoro, Pierfrancesco Stillitani, e l’Autorità di gestione del Por Calabria Fers Anna Tavano, c’erano più di mille studenti e docenti del liceo, che per l’occasione hanno indossato la t-shirt e il cappello griffati: “UE Paisà. 100% europeo Made in Calabria”. I festeggiamenti sono stati aperti dal- la band della scuola, che si è esibita nell’<Inno alla gioia>di Beethoven, inno uffi- ciale dell’Europa, quindi l’inno di Mameli, entusiasticamente cantato da gran parte degli intervenuti. Il dirigente scolastico, prof.ssa Michelina Bilotta, ha rivolto un caloroso saluto agli ospiti ed ha ringraziato ogni componente dell’istituto per l’impegno profuso nella realizzazione della giornata. La moderatrice dell'incontro, prof.ssa Antonietta Cozza, ha quindi dato la parola ai rappresentanti delle autorità regionali Mancini, Tavano, Stillitani , che hanno invitato i ragazzi a essere parte attiva della popolazione europea (che ormai conta 500 milioni di cittadini). Anche gli studenti del nostro Istituto hanno svolto un ruolo di primo piano nella manifesta- zione, offrendo testimonianze sulle proprie esperienze nei Progetti scolastici euro- pei e confrontandosi con le autorità sul rapporto Unione Europea Regione Cala- bria. Piefrancesco Astorino I D Sono passati 20 anni dalla tragica morte di Giovanni Falcone, il magistrato antimafia prima isolato e poi pianto dalle istituzioni. Il 23 Maggio 1992, a Capaci, mentre, dall'ae- roporto di Punta Raisi, si stava recando, insie- me alla moglie e alle tre guardie della scorta, a Palermo, sua città na- tale e luogo di riposo nei fine settimana, Gio- vanni Falcone cadde vittima di un terribile attentato mafioso: al passaggio della vettura che ospitava il magistrato, un inte- ro tratto autostradale fu fatos altare in aria! 500 kilogrammi di tritolo, posizionati in una galleria posta sotto l’autostrada e azionati a distanza, infransero le vite dei tre uomini della scorta di Falcone, Vito Schifani, Roc- co Dicillo e Antonio Montinaro, dello stesso magistrato e di sua moglie, Francesca Morvillo. L’eccidio di Capaci (seguito, il 19 luglio dello stesso anno, dall’attentato al giudice Paolo Borsellino in via D'Amelio) resta indelebilmente impresso nella memoria degli Italiani, per la profonda risonanza mediatica che ebbe all’epoca e per l’impatto emotivo su quanti vedevano in Falcone il simbolo dell’Italia che lottava contro le mafie, di un’Italia che non si arrendeva di fronte a nulla. Purtroppo, rivela- zioni di pentiti e indagini portate avanti negli anni succes- sivi hanno gettato ulteriori ombre sull’evento, rivelando a tutti l'ipocrisia di un sistema politico troppe volte colluso con gli ambienti mafiosi e poche volte disposto a supporta- re chi lotta in prima linea a favore della legalità e della pie- na libertà. Come già accennato, Giovanni Falcone fu prima isolato e diffamato, poi pianto. Il suo sacrificio ha trasformato quel- lo che già era un grande uomo e un grande magistrato in un “eroe”, proiettandolo in una dimensione insieme epica e "familiare". Le tragedie sembrano accadere per scuotere le coscienze, per dare una scossa, cambiare qualcosa. Con la morte di Falcone è successo. A distanza di vent'anni, l'infame offesa arrecata alla giovane Melissa, alle sue com- pagne e alla loro (la nostra!) scuola, con il suo corollario di sdegno e commozione, chiama in causa tutti noi. Pierluigi Vagliante V A UNA VITTORIA DI TUTTI Sabato 19 mag- gio, il nostro giornale ha ri- cevuto un im- portante riconoscimento, riuscendo vincitore nella sezione Web della XII edizione del concorso nazionale "Il miglior giornale scolastico - Premio Carmine Scianguetta", indetto dall’Istituto comprensivo “Don Lorenzo Milani” di Mano- calzati (AV). Il concorso è dedicato alla figura di Carmine Scianguetta, ex dirigente scolastico del suddetto istituto, scomparso nel 1999, e intende valorizzare impegno e senso critico degli studenti, promuovendo, nello stesso momento, in occasione dei tre giorni di premiazione, momenti di in- contro tra le diverse realtà scolastiche italiane e la valoriz- zazione del territorio. A questa edizione hanno preso parte oltre 150 scuole di tutta la Penisola, da Messina (quella più a sud) a Bassano del Grappa (la più a nord). Per l'occasione, a rappresentanza del nostro Istituto, mem- bri della redazione del "Fermi.net" e studenti che hanno contribuito con i loro articoli ai precedenti numeri, accom- pagnati dai docenti referenti del progetto, hanno ritirato la coppa e l’attestato, che così recita: “Si conferisce il Primo premio […] per la ricchezza e la qualità dei contenuti, che ben evidenziano il percorso affrontato dagli allievi con spiccate capacità giornalistiche”. Il risultato ottenuto rende tutto il nostro Istituto, non solo gli alunni e i docenti della redazione, orgoglioso e fiero, nella consapevolezza che proprio attraverso iniziative di questo tipo gli studenti hanno l’opportunità di crescere e cono- scere meglio sé stessi e gli altri. Cristina Bozzarello, Emilia Salitu- Ro IIIA SEMPRE PIU’ FORTI INSIEME : UE PAISA’ OGGI COME IERI, BRINDISI COME CAPACI. LE STRAGI CAMBIANO VERAMENTE QUALCOSA?
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UNITI DAL DOLORE, UNITI NEL DOLORE

Periodico del liceo Scientifico E. Fermi di Cosenza Fascicolo n° 3

“Sabato 19 maggio: una normale giornata di scuola alla "Morvillo-Falcone" di Brindisi viene

sconvolta dallo scoppio di una bomba prima del suono della campanella. L'ordigno, posizionato

davanti l'edificio, a quanto pare durante la notte, ferisce 7 ragazzi ed uccide Melissa Bassi, 16 an-

ni. Sono tante le circostanze che hanno portato a pensare a un attentato mafioso, prima, quindi ad

un attacco terroristico; al momento, l'ipotesi più plausibile è l'inspiegabile gesto di un folle. Cono-

scere il movente e l'identità del responsabile è ormai l'assillo di tutti i cittadini di Brindisi; i gio-

vani studenti della "Morvillo-Falcone", a gran voce, chiedono giustizia… Dal canto loro, telegior-

nali e carta stampata tengono aggiornato un pubblico affamato di notizie, mentre tanti giornalisti

ricamano l'ennesimo romanzo su una tragedia troppo grande, troppo dolorosa.Melissa era una di

noi, una 16enne piena di sogni e di aspettative, dubbi sull'avvenire, paura di crescere e diventare

adulta. Un piccolo fiore in mezzo a tanti altri, pronto a sbocciare, a far rifiorire questo nostro Pae-

se piagato da troppi mali.

Il dolore è straziante, lo sdegno indicibile. La tragedia di Brindisi ha davvero unito l'Italia, mobi-

litando, come giusto che sia, gli studenti di tutta la Penisola: si scende in piazza a manifestare

contro un simile scempio, con la voglia di dire “No” a sì vili attentati alla vita umana e, non di-

mentichiamolo, alla scuola, alla sua funzione di formare i futuri cittadini. Tra i tanti striscioni,

uno ha colpito la mia attenzione: “Siamo cittadini di un paese che si ricorda di stare uniti solo

quando si muore”. Parole emblematiche, che colpiscono dritto nel petto e illustrano perfettamente

la situazione della nostra “Bella Italia”. Tutti uniti, ora, nel dolore, nella voglia di giustizia e di

riscatto. E' questo che lascia Melissa, morta andando a scuola, uno dei luoghi in cui ci sentiamo

più sicuri! La morte ha coalizzato tutti, in un certo senso anche la Sacra Corona Unita e le Brigate

Rosse, che si dichiarano alla ricerca dell'assassino. Persino la criminalità organizzata è scossa da

una simile crudeltà! Dolore, sdegno, incredulità; cosa ci aspettiamo per dopo? Un'Italia davvero

unita, che lotti per la giustizia: è questo che noi giovani vogliamo. Il nostro pensiero va a Melissa,

ai suoi genitori straziati, alla sua comunità, a tutti quelli che solo in momenti come questo si sen-

tono "fratelli d'Italia": che possano diventarlo davvero!

Francesca Paura III A

In occasione della "Festa dell'Europa", mer-

coledì 9 maggio, la Regione Calabria ha vo-

luto celebrare l'evento insieme agli studenti

del Liceo scientifico "E. Fermi” di Cosenza.

La manifestazione ricorda il giorno in cui il

Ministro degli Esteri francesi Robert Schu-

man presentò la proposta di creare un’ Euro-

pa unita (9 maggio 1950). Ad accogliere gli

assessori regionali al Bilancio e alla Pro-

grammazione Nazionale e Comunitaria, on.

Giacomo Mancini, e al Lavoro, Pierfrancesco Stillitani, e l’Autorità di gestione del

Por Calabria Fers Anna Tavano, c’erano più di mille studenti e docenti del liceo,

che per l’occasione hanno indossato la t-shirt e il cappello griffati:

“UE Paisà. 100% europeo Made in Calabria”. I festeggiamenti sono stati aperti dal-

la band della scuola, che si è esibita nell’<Inno alla gioia>di Beethoven, inno uffi-

ciale dell’Europa, quindi l’inno di Mameli, entusiasticamente cantato da gran parte

degli intervenuti. Il dirigente scolastico, prof.ssa Michelina Bilotta, ha rivolto un

caloroso saluto agli ospiti ed ha ringraziato ogni componente dell’istituto per

l’impegno profuso nella realizzazione della giornata. La moderatrice dell'incontro,

prof.ssa Antonietta Cozza, ha quindi dato la parola ai rappresentanti delle autorità

regionali – Mancini, Tavano, Stillitani –, che hanno invitato i ragazzi a essere parte

attiva della popolazione europea (che ormai conta 500 milioni di cittadini). Anche

gli studenti del nostro Istituto hanno svolto un ruolo di primo piano nella manifesta-

zione, offrendo testimonianze sulle proprie esperienze nei Progetti scolastici euro-

pei e confrontandosi con le autorità sul rapporto Unione Europea – Regione Cala-

bria.

Piefrancesco Astorino I D

Sono passati 20 anni

dalla tragica morte di

Giovanni Falcone, il

magistrato antimafia

prima isolato e poi

pianto dalle istituzioni.

Il 23 Maggio 1992, a

Capaci, mentre, dall'ae-

roporto di Punta Raisi,

si stava recando, insie-

me alla moglie e alle

tre guardie della scorta,

a Palermo, sua città na-

tale e luogo di riposo

nei fine settimana, Gio-

vanni Falcone cadde

vittima di un terribile

attentato mafioso: al

passaggio della vettura che ospitava il magistrato, un inte-

ro tratto autostradale fu fatos altare in aria!

500 kilogrammi di tritolo, posizionati in una galleria posta

sotto l’autostrada e azionati a distanza, infransero le vite

dei tre uomini della scorta di Falcone, Vito Schifani, Roc-

co Dicillo e Antonio Montinaro, dello stesso magistrato e

di sua moglie, Francesca Morvillo.

L’eccidio di Capaci (seguito, il 19 luglio dello stesso anno,

dall’attentato al giudice Paolo Borsellino in via D'Amelio)

resta indelebilmente impresso nella memoria degli Italiani,

per la profonda risonanza mediatica che ebbe all’epoca e

per l’impatto emotivo su quanti vedevano in Falcone il

simbolo dell’Italia che lottava contro le mafie, di un’Italia

che non si arrendeva di fronte a nulla. Purtroppo, rivela-

zioni di pentiti e indagini portate avanti negli anni succes-

sivi hanno gettato ulteriori ombre sull’evento, rivelando a

tutti l'ipocrisia di un sistema politico troppe volte colluso

con gli ambienti mafiosi e poche volte disposto a supporta-

re chi lotta in prima linea a favore della legalità e della pie-

na libertà.

Come già accennato, Giovanni Falcone fu prima isolato e

diffamato, poi pianto. Il suo sacrificio ha trasformato quel-

lo che già era un grande uomo e un grande magistrato in

un “eroe”, proiettandolo in una dimensione insieme epica

e "familiare". Le tragedie sembrano accadere per scuotere

le coscienze, per dare una scossa, cambiare qualcosa. Con

la morte di Falcone è successo. A distanza di vent'anni,

l'infame offesa arrecata alla giovane Melissa, alle sue com-

pagne e alla loro (la nostra!) scuola, con il suo corollario di

sdegno e commozione, chiama in causa tutti noi.

Pierluigi Vagliante V A

UNA VITTORIA DI TUTTI

Sabato 19 mag-

gio, il nostro

giornale ha ri-

cevuto un im-

portante riconoscimento, riuscendo vincitore nella sezione

Web della XII edizione del concorso nazionale "Il miglior

giornale scolastico - Premio Carmine Scianguetta", indetto

dall’Istituto comprensivo “Don Lorenzo Milani” di Mano-

calzati (AV). Il concorso è dedicato alla figura di Carmine

Scianguetta, ex dirigente scolastico del suddetto istituto,

scomparso nel 1999, e intende valorizzare impegno e senso

critico degli studenti, promuovendo, nello stesso momento,

in occasione dei tre giorni di premiazione, momenti di in-

contro tra le diverse realtà scolastiche italiane e la valoriz-

zazione del territorio. A questa edizione hanno preso parte

oltre 150 scuole di tutta la Penisola, da Messina (quella più

a sud) a Bassano del Grappa (la più a nord).

Per l'occasione, a rappresentanza del nostro Istituto, mem-

bri della redazione del "Fermi.net" e studenti che hanno

contribuito con i loro articoli ai precedenti numeri, accom-

pagnati dai docenti referenti del progetto, hanno ritirato la

coppa e l’attestato, che così recita: “Si conferisce il Primo

premio […] per la ricchezza e la qualità dei contenuti, che

ben evidenziano il percorso affrontato dagli allievi con

spiccate capacità giornalistiche”.

Il risultato ottenuto rende tutto il nostro Istituto, non solo

gli alunni e i docenti

della redazione, orgoglioso e fiero, nella consapevolezza

che proprio attraverso iniziative di

questo tipo gli studenti hanno

l’opportunità di crescere e cono-

scere meglio sé stessi e gli altri.

Cristina Bozzarello, Emilia Salitu-

Ro IIIA

SEMPRE PIU’ FORTI INSIEME : UE PAISA’

OGGI COME IERI, BRINDISI COME CAPACI. LE STRAGI CAMBIANO VERAMENTE QUALCOSA?

Dal 23 al 27 Aprile, 20 ragazzi selezionati mediante un test

all’interno del Liceo “Fermi” hanno avuto l’opportunità di

partecipare ad uno stage presso l’Istituto Nazionale dei Tu-

mori a Milano. Ecco un resoconto di questa entusiasmante

esperienza

Step 1. Aspettative ed esperienza sul campo

Con il volo Lamezia-Linate, la passione nel cuore e gli occhi

come carta assorbente, venti alunni del liceo “Fermi” di Co-

senza sono stati ospiti “speciali” dell’Istituto Tumori di Mila-

no.progetto è nato con l’obiettivo di dare una maggiore op-

portunità di apprendimento in ambito medico-scientifico ad

alunni con una propensione verso tale ambito. Arrivati nella

metropoli, ai nostri occhi tutto appare grande e maestoso, per

le vie si incontrano persone appartenenti a culture diverse, tutto sembra muoversi freneti-

camente... Ma la nostra non è stata una semplice visita turistica: i giorni, infatti, si sono

susseguiti tra laboratori, esperimenti e conferenze tenutisi nell’Istituto Tumori. In partico-

lare, dei 20 ragazzi coinvolti, 15 sono stati assegnati all’«Amadeolab», un istituto di ri-

cerca sulle cellule tumorali, i rimanenti sono stati assegnati al dipartimento di oncologia

in via Venezian, a diretto contatto con la parte clinica. Ogni mattina, nei laboratori, ab-

biamo seguito, con i relativi referenti, le diverse tappe della ricerca (il funzionamento dei

meccanismi molecolari del ciclo cellulare, gli interventi della genetica sul cancro,

l’immunologia). Vivere nei laboratori è stato per noi tutti toccare con mano una realtà da

sempre considerata oscura e imbattibile: il cancro, una malattia che, provocando una serie

di mutazioni nel DNA, in uno stadio avanzato, genera metastasi e attacca l’organismo

fino alla sua distruzione. Grazie alla dedizione dei tantissimi ricercatori, i progressi sullo

studio dei tumori sono enormi, e nuovi farmaci stanno aprendo nuove prospettive e spe-

ranze per sconfiggere questo male.

Senza dubbio, per noi studenti è stato un'esperienza straordinaria e stimolante, che ci ha

permesso di sviluppare nuove competenze e la speranza riuscire a creare, un domani non

troppo lontano, anche nella nostra terra una struttura all’avanguardia, in grado di evitare i

"viaggi della speranza" e di mantenere i migliori cervelli in questo Sud quasi sempre ulti-

mo in tutto.

Veronica Gaccione (Easy)

Sabato 25 febbraio all’auditorium “ A.

Guarasci” di Cosenza la Compagnia

teatrale “La Barraca” con il contributo

della Provincia di Cosenza, Assessorato

alle Politiche Giovanili, ha presentato lo

spettacolo teatrale, “La stanza segreta ”,

scritto da Silvio Stellato. Una storia, che

racconta l’esperienza drammatica della

sieropositività e dell’HIV.

Dell’Aids quasi non si parla più e, so-

prattutto, non si parla più a noi adolescenti e sono pochi quelli che si preoccupano di

informarci correttamente sui rischi e sulla sua gravità. I tre personaggi di questo testo nar-

rato e dialogato insieme rinascono e muoiono più volte, lasciano sulle tavole del palcosce-

nico una esperienza che chi vuole può prendere come una lezione. Siamo entrati in questa

stanza segreta, per “spiare” quello che succede al suo interno. Tutti quanti sono accomunati

dalla stessa sorte, il virus HIV. In un primo momento raccontano di come abbiano contratto

la malattia, uno dei 2 uomini tramite l'uso di eroina, mentre l'altro dice di averlo contratto

volontariamente per amore. La donna,invece, per numerosi rapporti sessuali non protetti. I

protagonisti, sicuri del loro imminente destino di morte, riescono a fermare il tempo e a

restituire alla loro vita valore e dignità.. Certamente la difficoltà di questa rappresentazione

è data proprio dalla drammaticità del tema trattato che viene presentato come uno status

non modificabile e proprio da questo derivano monologhi e dialoghi ricchi di significato e

di pathos. Il gesto teatrale, l’espressione corporea, la parola poetica hanno fornito un ap-

proccio al problema differente da quello solitamente veicolato dall’informazione, ma forte

e’ stato l’interesse per il tema trattato che ci ha sensibilizzato ed educato emotivamente.

Finale suggestivo con la musica del grande Freddy Mercury, il leader dei Queen , uno dei

frontman più famosi di tutti i tempi, uno dei più rimpianti miti del rock, consumato

dall’AIDS in una triste sera del 24 novembre di circa vent'anni fa.

Classe IV M

GLI STUDENTI DEL “FERMI” ALL’ISTITUTO NAZIONALE

DEI TUMORI DI MILANO

Step 2. Vita di laboratorio

L’Istituto è diviso in due sedi, una più nello specifico votata alla Ricerca, e un’altra alla terapia, - quest’ultima è quindi dotata anche di reparti

ospedalieri – di conseguenza, quindici ragazzi hanno partecipato alle attività previste nella prima sede e gli altri cinque nella seconda. Ognuno

degli studenti è stato poi assegnato a un singolo Dipartimento dell’Istituto e ha affiancato un tutor nel suo lavoro quotidiano, venendo così a

contatto con un particolare aspetto e una delle varie discipline che concorrono alla dura lotta controcancro. Dalle Terapie Molecolari,

all’Immunologia, dalla Genomica alla Bioinformatica, ognuno di noi è stato introdotto al lavoro complesso e altamente specifico che ognuno

dei Tecnici di laboratorio svolge, imparando le funzioni delle strumentazioni, assimilando dei complessi procedimenti, e, a volte, anche pren-

dendone parte in prima persona con degli esperimenti, oppure assistendo a delle spiegazioni teoriche da parte dei tutor stessi, che hanno am-

pliato di molto le nostre conoscenze in campo scientifico, andando decisamente oltre le nozioni a livello scolastico con cui siamo abituati a

confrontarci. Entrando in contatto con la quotidianità di ricercatori e scienziati, ci si rende conto di quanto complessa e articolata sia la strada

della ricerca, di quanto attento e minuzioso lavoro essa richieda, ma anche dei risultati a volte sorprendenti che si ottengono e che cambiano in

meglio la vita di migliaia di persone malate. La vita di laboratorio dell’Istituto, estremamente vivace e collaborativa, ci ha mostrato anche

quanto sia stretto il binomio tra teoria e pratica, tra ricerca e applicazione medica. È fondamentale comprendere come i risultati di una siano

inutili e privi di senso senza quelli dell’altra, perché se è vero che la ricerca ha il compito di trovare le spiegazioni e le soluzioni ai problemi,

senza un riscontro medico non sarebbe mai possibile continuare a migliorarla. L’ambiente dei laboratori, ricco di strumentazioni dal funzionamento spesso complicato, di provette piene di

composti utili agli scopi più vari, ma soprattutto di persone che ogni giorno mettono la propria cultura e la propria creatività a servizio del progresso umano, ha ampliato i nostri orizzonti,

mettendoci a contatto con un mondo a cui già tanti di noi erano interessati e che magari, dopo l’esperienza dello stage, ci permetterà di orientare i nostri studi futuri in questa direzione.

Serena Giardino (Tiffany)

Step 3. Dalla ricerca alla cura

Un gruppo di venti studenti del Liceo Scientifico “E. Fermi” di Cosenza ha partecipato a uno stage presso l’Istituto Nazionale dei Tu-

mori di Milano, avendo così la possibilità di frequentare laboratori in cui viene effettuata attività di ricerca (da parte degli stessi medici

che seguono i malati nelle attigue corsie di degenza), ma anche di partecipare, nelle ore pomeridiane, a conferenze di estremo interes-

se. Il primo incontro è stato tenuto dal prof. Marco Pierotti, direttore scientifico della Fondazione IRCCS, e dalla prof.ssa Maria Gra-

zia Daidone, direttrice del dipartimento di Oncologia Sperimentale e Medicina Molecolare, che ci hanno illustrato come, fin dalla sua

fondazione, l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano si sia posto determinati obiettivi:

1.La ricerca nel campo dei tumori, per capirne meglio i meccanismi biologici e per migliorare continuamente i sistemi di diagnosi e le

cure riconosciuti internazionalmente come i più validi; ciò permette di offrire ai pazienti le cure oncologiche più aggiornate. Sul piano

della ricerca, la continuità con la cura genera ciò che tecnicamente viene definito come "plusvalore": i risultati degli studi non sono

confinati nei laboratori, ma trasferiti sui pazienti, e permettono così ai ricercatori di acquisire ulteriori informazioni scientifiche e di

fornire le cure più innovative con una diretta ricaduta nella ricerca.

2. l'informazione oncologica dei cittadini.

3. la formazione del personale medico e infermieristico impegnato nel trattamento del cancro.

Grande interesse ha destato anche la conferenza su uno dei più frequenti e temibili tumori della pelle: il melanoma. Ci è stato spiegato

come l’esposizione ai raggi solari, e in particolar modo agli UVB, nelle ore di maggiore intensità, possa diventare un importante fatto-

re di rischio per lo sviluppo dei tumori della pelle. Tra questi, il più pericoloso è il melanoma, perché ha la capacità di invadere i tessu-

ti circostanti e diffondersi nell’organismo dando origine a metastasi a vari organi. I melanomi sono spesso resistenti alle terapie antine-

oplastiche convenzionali e perciò rappresentano una sfida per gli oncologi. Anche in questo caso, ci è stato ripetuto, fondamentale è la

prevenzione: uno stile di vita adeguato, abitudini sane e corrette, l'utilizzo di una crema protettiva con un alto fattore di protezione

contribuiscono ad evitare l'insorgenza delle neoplasie sulla pelle dell'individuo.La prevenzione (come la genetica possa aiutarci a prevenire i tumori) è stata un po' il filo conduttore delle

diverse conferenze: ci è stato illustrato come, con l'utilizzo di test genetici predittivi, sia possibile identificare i soggetti che sono portatori di mutazioni che predispongono allo sviluppo

della malattia tumorale; tuttavia, per la maggior parte delle malattie genetiche, l'utilizzo del test genetico predittivo nella popolazione generale non viene considerato vantaggioso, sia in

termini di tutela della salute pubblica sia, anche, in termini economici. Ecco perché, attualmente, questi test vengono utilizzati solo nelle famiglie a rischio (i cui componenti, cioè, manife-

stano una particolare tendenza ad ammalarsi di cancro).

Prevenzione è, inoltre, l’individuazione precoce delle neoplasie che, negli stadi precoci del loro sviluppo, sono curabili. Per esempio, nel caso del melanoma è fondamentale controllare

l’aspetto dei nevi, facendo attenzione ai segni che possono indicare un processo di trasformazione in corso.

In un altro incontro sono stati presentati i dati allarmanti sul fumo e sulla sua correlazione con il cancro al polmone in Italia: secondo l'ultimo rapporto ISTAT, la mortalità per tumore di-

minuisce del 2% circa l'anno, ma nel caso del cancro polmonare tale diminuzione riguarda solo gli uomini, mentre nelle donne i decessi sono aumentati dell'1,5% (Fonte AIRC - Associa-

zione Italiana per la Ricerca sul cancro), in linea con l’aumento dell’abitudine al fumo da parte delle donne.Questa esperienza, nella sua totalità, ha rappresentato un momento altamente

formativo per noi studenti e, nel contempo, ci ha fatto comprendere la complessità, ma anche il fascino, del ruolo di medico-ricercatore: uomini e donne che dedicano la propria vita alla

ricerca, votati alla scoperta di nuove cure che possano salvare la vita di tanti, troppi, pazienti.

Alessia Filice (Tamburino)

A TEATRO LEZIONE DI HIV

Quanti di noi, osservando il mondo che ci circonda, riuscirebbero ad

intuire e a capire che alla base di tutto, o quasi, vi è una sequenza di

numeri? Un girasole, i pistilli o le foglie dei fiori, una conchiglia, le

falangi delle nostre mani, opere d’arte e anche strumenti musicali e

le loro melodie: tutte cose che osserviamo con i nostri occhi ogni

giorno e che non sappiamo nemmeno essere legate ad una semplice

successione di numeri primi naturali. Leonardo Pisano, detto Fibo-

nacci poiché “filius” del Bonacci (Guglielmo dei Bonacci fu suo

padre), fu un matematico italiano che, grazie all’esperienza acquisi-

ta durante tutti i suoi lunghi viaggi in Oriente ed essendo, quindi,

entrato in contatto con dotti indiani e arabi, fu lo scopritore e

l’inventore della sequenza che porta il suo nome.

Come ogni genio che si rispetti, Fibonacci trasse la sua ispirazione

osservando la natura e cercando le leggi che la regolano e la controllano. Il punto di partenza

del nostro connazionale fu quello di capire come cresce una popolazione di conigli, ossia con

che frequenza e con che rapporti avviene la riproduzione di questo animale; ebbene, egli arrivò

alla seguente formula matematica:

Fn = Fn-1 + Fn-2 con n>1 , posto F0 = 0, F1 = 1; (0+1=1; 1+1=2; 1+2=3; 2+3=5; ecc..)

Come detto in precedenza, questa legge può essere utilizzata per comprendere molte delle cose

che ci circondano:

- le infiorescenze al centro del girasole sono disposte lungo due insiemi di spirali, una che ruota

in senso orario e l’altra che ruota in senso antiorario;

- quasi tutti fiori hanno un numero di petali riscontrabile nei primi otto numeri della sequenza di

Fibonacci (3,5,8,13,21,34,55,89).

- Il rapporto tra le falangi di un dito di un uomo rappresenta una piccola sequenza di Fibonacci.

- Una semplice conchiglia è costituita da una spirale aurea, strettamente collegata a tale sequen-

za.

Questa successione è molto presente anche all’interno della musica ma, prima di poterne parla-

re, bisogna chiarire il concetto di numero aureo. La posizione aurea o rapporto aureo o sezione

aurea o numero aureo indica il rapporto di due misure diverse, per cui la maggiore delle due è

medio proporzionale tra la minore e la somma delle due. Questo numero aureo equivale a circa

1,6180 ed è strettamente collegato alla sequenza di

Fibonacci poiché esso può essere approssimato,

con precisione crescente, dal rapporto di due nume-

ri consecutivi della sequenza sopra citata.

Nella musica, la successione dei numeri di Fibo-

nacci si può riscontrare nella durata di un brano,

nel numero di note o di battute. Addirittura, c’è chi

afferma che il violino e il pianoforte siano stati co-

struiti, incoscientemente, secondo tale sequenza

(infatti, la curvatura dell’arco o la posizione degli

occhielli del violino si trovano in posizione aurea

rispetto la lunghezza complessiva dello strumen-

to…). È la musica rock, e con esattezza il rock

progressive, il vero banco di prova della scoperta del nostro matematico. L’esempio

più emblematico è la musica dei Genesis, band inglese degli anni ’70, che ha usato

incessantemente la sequenza fibonacciana: Firth of firth, per esempio, è tutto basato

sui numeri aurei (assoli di 55,34 o 13 battute contenenti, solo alcuni, 144 note). Natu-

ralmente c’è chi, come i Deep Purple, con il brano Child in time, o i Dream Theater,

con l’album Octavarium, ha utilizzato saltuariamente la sequenza di Fibonacci. Altro

esempio eclatante dell’utilizzo di questa successione di numeri è riscontrabile nel

pezzo Lateralus dei Tool, gruppo progressive-metal formatosi negli anni ’90, che è

costruito interamente sulla serie fibonacciana: infatti, contando le sillabe della prima

strofa, si ottiene 1,1,2,3,5,8,5,3,2,1,1,2,3,5,8,13,8,5,3 (primi termini della sequenza di

Fibonacci).

Quanto misteriosa e strana è la natura! Sicuramente, Leonardo Fibonacci ha trovato

una delle chiavi per comprendere gran parte di essa. Una semplice sequenza di nume-

ri è la chiave di tutto: ci avresti mai pensato?

Francesco Rose IV H

Il termine Flash Mob nasce nel 2003

e sta ad indicare una sorta di riunio-

ne in un luogo pubblico di persone

che si mettono d'accordo su internet

o via telefono per compiere un'azio-

ne insolita, le cui regole possono

essere spiegate nell'invito stesso op-

pure pochi minuti prima che tutto

inizi. Il primo Flash Mob si è verifi-

cato a New York nel 2003, ma il

fenomeno non ha tardato a diffon-

dersi in tutto il mondo. Nel 2009

uno dei più famosi Flash mob si è

tenuto nella galleria Alberto Sordi di

Roma, dove un gruppo di ragazzi ha messo in scena una coreografia ispirata alla famosa serie

televisica american "Glee": per onorare l'intraprendenza di quei ragazzi, nel gennaio successivo,

il canale satellitare Fox, che trasemette la serie in questione, ha mandato in onda quell flash

mob poco prima della messa puntata d'esordio del serial. La febbre del Flash Mob ha raggiunto

anche il Sud. Nel Giugno 2010, molti ragazzi cosentini si sono riuniti in piazza XI settembre e

per tre minuti hanno mandato in tilt il traffico e deliziato pubblico e giornalsti. Negli anni, il

flash mob ha guadagnato estimatori, venendo addirittura considerato da molti una forma d'arte.

Un'arte, però, spesso utilizzata a fini politici. In questi tempi di crisi, infatti, anche i ragazzi di

Cosenza si sono mobilitati: lo scorso 12 Maggio sono scesi in piazza a manifestare rispondendo

all'appello dell'associazione anti precariato "Oltre il labirinto". Ancora in piazza XI settembre,

alle ore 17.30, i partecipanti hanno manifestato il loro dissenso al pubblico, ricorrendo ai tradi-

zionali striscioni, ma anche indossando le cuffie e scatenandosi a ballare, come se volessero di-

mostrare così la loro volontà di essere liberi.

Rita Dodaro IV A

La Divina Commedia è stata da sempre considerata

come un’enciclopedia del sapere medievale, ma in

realtà non è così. Molto spesso, infatti, l’opera risulta

poco comprensibile e necessita, perciò, di spiegazioni

che neanche Dante ci fornisce. L’esempio concreto è

la rappresentazione tridimensionale che Dante fa dei

suoi personaggi, degli ambienti che rappresenta, delle

situazioni “strane” e differenti dal reale di cui mette a

conoscenza il lettore. Intervengono perciò gli studiosi

della Divina Commedia che cercano di spiegare, attra-

verso vari metodi interpretativi, il messaggio intrinse-

co dell’opera. Questo, in parte, è quanto affermato dal

prof. Marco Santagata, studioso di letteratura italiana

e docente presso l’università di Pisa che ha incontrato

studenti, insegnanti e cultori dell’opera dantesca pro-

ponendo loro alcuni suggerimenti per una migliore

comprensione della Commedia. L’incontro – dibattito

sul X canto dell’Inferno si è tenuto giovedì 12 Aprile

nell’aula magna del Liceo Scientifico “E. Fermi”. Il dirigente scolastico, prof.ssa Michelina

Bilotta ha inizialmente rivolto un caloroso saluto di ringraziamento a tutti i presenti. La mo-

deratrice, responsabile del Dipartimento di Lettere prof.ssa Giusy Branda, ha presentato il

prof. Santagata introducendo il tema della conferenza. L'esimio relatore ha analizzato in ma-

niera dettagliata situazioni e personaggi del canto X, spiegando e svelando messaggi del te-

sto apparentemente nascosti. Gli alunni e i docenti, presenti all'incontro, hanno potuto pren-

dere parte ad una straordinaria Lectio Magistralis, scoprendo un Dante poco sincero

nell’Inferno, quando ancora nutre la speranza di poter tornare a Firenze, il quale descrive la

realtà a volte trasfigurandola. Solo nelle cantiche del Purgatorio e del Paradiso, quando or-

mai è rassegnato alla sua sorte di esule, il poeta fiorentino può esprimere con sincerità a trat-

ti violenta le sue idee, si pensi in proposito alle famose e accorate invettive dantesche. Un

poeta, secondo il prof. Santagata, che scrive per chi gli è accanto, per coloro che possono

comprendere i fatti narrati, e non per i posteri i quali necessitano di ulteriori ricerche e spie-

gazioni che la sola semplice lettura del testo non può fornire . Gli intervenuti hanno quindi

potuto trascorrere momenti intensi e appassionanti, grazie anche al dibattito vivace e parti-

colarmente stimolante che la relazione del professor Santagata ha suscitato, ma soprattutto

grazie ai versi di un'opera che riesce sempre ad affascinare ed incantare i lettori di tutte le

generazioni e che è ancora oggi oggetto di interesse e di studio dei maggiori studiosi con-

temporanei.

Francesca Astorino 3H

Il 22 aprile, presso la libreria Ubik di Cosenza, si è tenuta la

presentazione del libro di Tiziano Izzo "Hai mutato il mio

lamento in danza. Per una coreografia della croce", edito da

Viator. Un volume di grande attualità, che fa il punto sul pre-

occupante binomio danza - anoressia e si avvale della prefa-

zione della ballerina Maria Francesca Garritano, in arte Mary

Garret, ballerina cosentina (di San Fili) nei mesi scorsi al

centro delle cronache nazionali. Maria Francesca ha iniziato

il suo percorso nella danza a soli 3 anni, seguita dai maestri

Antonella Monaco e Stefano De Gaetano, presso il “C.D.I”

diretto da Isabella Sisca. Nel 2000 la sua carriera si evolve

nel Corpo di Ballo della “Scala” di Milano, di cui diventa

una prima ballerina. Dopo dodici anni di successi ed emozio-

ni, il rapporto di lavoro con la “Scala” giunge al capolinea.

La ballerina viene licenziata a seguito dell’uscita del suo li-

bro “La verità, vi prego, sulla danza“ e di un’ intervista rila-

sciata al giornale britannico ”The Observer”, in cui la Garri-

tano ha denunciato i disturbi alimentari di cui soffre una bal-

lerina su cinque tra quelle

della “Scala” . Nel libro, in

particolare, si racconta sen-

za veli quale sia la vita di

una ballerina che ama la

danza e di quanta durezza

sia costellata questa profes-

sione. Le ballerine non pos-

sono permettersi distrazioni:

sono donne che devono ab-

bandonare gli affetti e i di-

vertimenti per concedersi

completamente alla danza;

trascorrono sere in terribile

solitudine con i piedi doloranti, le vesciche e i muscoli tesi

per il duro lavoro; donne che non possono concedersi un fi-

danzato e che devono rinunciare a tutto, dalla pizza con gli

amici alla gravidanza. Per non parlare poi delle minacce, del-

la corruzione e delle lotte intestine che le ballerine vivono tra

loro pur di riuscire a primeggiare su tutte. Ne emerge un

mondo corrotto e caotico, che rende la fatica del ballo ancora

più intensa. Maria Francesca si chiede se tutto questo sia giu-

sto, se valga la pena di affrontare un simile stress e se una

vita di questo tipo possa definirsi davvero "vita". La sua ri-

sposta è affermativa: potendo ritornare indietro, farebbe tutto

dall’inizio, perché il mondo della danza è così, o lo si ama o

lo si odia. L'amore di Maria Francesca Garritano per la dan-

za, però, la sua passione non sono bastate a salvarle il posto

di lavoro.

La ballerina, con il suo libro, ha squarciato il velo

dell’ipocrisia e ha messo in luce un mondo tutt’altro che idil-

lico, facendo capire il sacrificio e il duro lavoro di molte ra-

gazze che, pur di essere prime ballerine, sono disposte a met-

tere a repentaglio la propria vita. Tutto ciò, ovviamente, alla

“Scala” non è andata giù: meglio nascondere certe scomode

verità…

Mariafrancesca Bruno IVN

DI DANZA SI MUORE

IL ROCK SECONDO FIBONACCI

FLASH MOB: UNA FOLLIA CHE DIVENTA ARTE IL LICEO E. FERMI INCONTRA

IL PROF. MARCO SANTAGATA

We usually associate the figure of man to a crea-

ture that is able to change the course of history

making it, not only a simple succession of

events ,but above all a masterpiece, in which the

main character is man himself. Endowed with rea-

son and ennobled through studies, man is the most

perfect being ever created!

He manages to overcome all difficulties, and

make his life wonderful.

What we have just explained is the modern mean-

ing of man, but different opinions about him have

developed over time.

Thanks to his instinct man has always been able to

understand how to use the fundamental surviving

instruments, to improve his lifestyle. Since the

ancient time, man has tried to find the essence of life and in order to do this he started to

put a lot of things at the centre of his own world.

During the Middle Ages man was regarded as a being close to animals that hadn't any

trace of intelligence and any possibility to act by himself. According to the medieval view,

everything and every action was governed by God who is a spiritual entity, the creator, and

the mighty power in the Universe. In fact faith was the only interest and the most impor-

tant certainty in man’s life.

With the passing of time man paid his attention on his own place in the Universe. So, in

the Renaissance we have a new and different way of considering man's sensitivity.

In that period new discoveries contributed to change the vision of the Universe and recon-

sider man’s life on the Earth, which was no longer a preparation for life after death, but it

became something new and extraordinary.

History shows us that one of the most outstanding steps in the evolution of man was the

spread of mercantilism. The merchant was a man belonging to the middle class, who man-

aged to become richer and richer just doing his job well. But merchants were also really

brave and curious men who took up long journeys around the world to satisfy their thirst

for knowledge.

In that time man began to be seen as a being next to angels and no more as an empty crea-

ture. In fact he used his own reason to control over himself and his life. By now he is put at

the center of the world and, even if faith still plays an important role in his life, man's pri-

orities have changed.

Yesterday, now and forever, man seems to be an incessant “machine” which makes every

time new and amazing. He is an active and dynamic force upon the present and the future.

He does not have to forget his achievements and his past, to do his best and assert the

highest human values.

Cristina Bozzarello

Emilia Salituro III A

CHARLES DICKENS was born on 7

February 1812 in Portsmouth (England)

and he was one of the most important

novelists of the Victorian Age. He wrote

about lower and middle classes and he

denounced the social problems of his pe-

riod. He had a didactic aim: at the end of

each novel, the good characters were re-

warded and the bad ones were punished.

As an example we can take two of his

novels: “Oliver Twist” and “Hard

Times” . In the former he described the

world of the workhouses in which chil-

dren were underfed, ill-treated and ex-

ploited by worthless adults that abused of their authority; in the latter he wrote about the

consequences of industrialization that he considered a regression to the jungle world. These

consequences were the pollution of the town, the corruption of people and mainly the con-

formism of this period in which every institution or building had the same aspect. His aim

was to make the reader share the children’s point of view in order to make them a sort of

moral teachers; moreover in his latest works he didn’t always denounce these social prob-

lems explicitly but through similes, metaphors and symbols.

We can say that Charles Dickens’ criticism can be considered very modern because the so-

ciety that he described is the mirror of ours. The values of the Victorian Age that he criti-

cized were hidden by good ones like duty, hard work and charity that belonged to middle-

upper classes; poor people, instead, lived in polluted areas full of diseases, squalor and

crime but even in spite of that they “represented” the true values. He wanted to make them

become the protagonists of his novels in order to express their morality against the superfi-

ciality of rich people. These ones cared only about profit, money, facts, wealth and they

tried to suppress imagination, creativity and feelings in order to drive out every kind of re-

bellion: these attitudes brought to a “wild capitalism”. This is very modern because also in

our society “evil” is present under disguises and there isn’t any progress that can erase it.

It’s for these reasons that Dickens’ actuality amazes us and everyone that reads his novels

can state that these problems are still real.

Bruno Fiorella, Del Console Carlo, Gomez Marcos V I

What's better than theatre to spend an alter-

native school day?

On the 23rd February 2012. A large num-

ber of our classes, from first to fifth year

spent their morning among theatre seats

instead of school desks.

The show we enjoyed was "West Side

Story", the modern musical adaptation of

Shakespeare's "Romeo and Juliet".

We all know the story: an old hatred betwe-

en two families impedes their young chil-

dren's love, driving them to death.

In "West Side Story", Puerto Rican Sharks

and American Jets respectively represent

Capulets and Montagues.

The old-fashioned balcony scene with Ro-

meo and Juliet leaves its place to a lovely

Tony climbing fire escape to reach her Ma-

ria.

The theatrical musical adaptation of Jerome

Robbins and Robert Wise's film was per-

formed by a British group of young actors

working for "PalkettoStage International

Theatre Productions", which organizes

shows for primary and secondary schools,

with native language actors.

Therefore the show was entirely performed

in English. Utterances as songs were the

only ones to be subtitled on a screen under

the stage.

Claudia, a student from the third class,

said:"It was wonderful! Quite hard to un-

derstand, but I really enjoyed myself".

"I find it a bit hard to follow what they we-

re saying... but they were good!" echoed

Marco.

That's right! The actors managed to join

dancing and singing, making it seem like

there's no effort or stage anxiety playing a

role in the game.

A very enjoyable show, that joined the di-

dactic aim of the performance of a great

classic to students' interest.

An excellent way to improve speaking and

listening skills without giving up fun!

Francesca Paura IIIA

This year our school has organised a

mini stay in Malta for students aged

from 15 to 17.

On the 13th of April a group of 32

people left from Cosenza, accom-

pained by two teachers. The journey

was very long: we travelled by coach

and we took the ferry to reach Sicily,

then in Pozzallo we sailed on a cata-

maran and we finally got to Malta.

We were hosted by families, so we

had the chance to improve our Eng-

lish by speaking with them and also

being in contact with their habits,

way of living and Maltese food, of

course. We all agreed Italian food is

the best one and it can’t be compared

to others. Maltese food was particu-

lar, but not very tasty to us.

Malta, for some aspects, is different

from Italy, not only for food: they

drive on the left like British people,

the streets are cleaner than in our

country, the official languages are

both English and Maltese, but two

people on three can also speak Ital-

ian.

For what concerns the weather, it

was sunny, not so cloudy, but there

was an annoying cool wind.

We went sightseeing every day, visit-

ing St. Julian, where we stayed, Val-

letta, the capital city, and also two

ancient towns, the medieval Medina

and Rabat. We started our lessons at

half past one and we left at seven

o’clock, only the first day we went to

school on morning. During the les-

sons we enjoyed ourselves so much:

teachers were really nice and with

games and funny activities they made

us repeat the main rules about verbs,

adjectives and so on. We found their

way to teach very suitable and effica-

cious.

We made a lot of friends, also with

people from different countries and

we are still keeping in touch with

them. Besides, in Malta there were a

lot of people staying there to learn

English, a lot of Italians, too.

For what concerns our group, even if

at the beginning we didn’t know and

didn’t chat with each other, from the

second day onward we became

closer and closer and we had such a

great time together that we didn’t

want to come back home.

It’s been such a wonderful experi-

ence that we wish we’d stayed

longer. We’d really like to repeat this

amazing trip with the same mates. Mara Vercillo

Cristina Bozzarello

Alessandra Gagliardi

Greta D’Amico

III A

AN AMAZING AND UNFORGETTABLE EXPERIENCE

HE’S 200 YEARS OLD AND HE DOESN’T SHOW!

SPOTLIGHT ON MAN

HOW NOBLE IN REASON! HOW INFINITE IN FACULTY! WEST SIDE STORY:

WHEN SCHOOL BECOMES FUN!

War is the worst obscenity that government can inflict upon its subjects. It makes every other political crime, such as corruption, bribery, fa-

voritism, vote-buying, graft, dishonesty seem petty.

It is a cynical pretext that man uses to increase his political power and impose his economic interests over other weak people, causing suffer-

ings, violence, destruction and death.

War is a terrible mistake that destroys man's certainties, dreams, personal enthusiasm, patriotic spirit, and physical and moral health.

During the twentieth century mankind was torn and bled by two enormous conflicts that devastated all political and economic balances in the

world.

When the First World war broke out, thousands of young men volunteered for military service ;most of them regarded the conflict as an adven-

ture undertaken for noble aims , but this sense of pride and exhilaration was soon replaced by doubts and disillusionment.

The conflict became a war of attrition and the toll in the human lives was terrible.

For the soldiers, life in the trenches was hell because of the use of poison gas in warfare and the repeated bombings.

From the beginning the common soldiers improvised verses in which they described their horrible life in trenches and their sufferings. Some of

them were young poets who experienced the fighting, and managed to awaken the conscience of the readers to the horrors of the war. These

poets are known as "the War Poets".

Are wars ghosts of the past?

Unfortunately we have to answer “no”, although the existence of an organization such as ONU assures peace in the world, war represented one

of the most important problems in our society.

Nowadays war has changed tactics and arms, in fact, after the World War Two, that finished after the tragic experiences of Hiroshima and Na-

gasaki, the resort to nuclear weapons became frequent and influenced the policy of the most important countries.

Unlike the previous wars in which the enemy was identified with a specific nation that declared his intention to attack another, now the enemy

is not so obvious because of the increase of terrorism that produces a sense of alert, frustration and fear in civilians. On the 11th September

2001 the world was forced to enter in a new era: the Twin Towers (New York) were attacked by Kamikaze. The reaction of USA and their allies

was strong and they decided to crash with Afghanistan in which Osama Bin Laden, their leader lived. The USA bombarded that zone and his military power was stopped.

This is an example of a new kind of war but now wars continue around the world and man is unable to solve his political, economic and ideological problems peacefully.

Valentina De Vuono e Simona Gentile V A

What is an island? If you ask someone he will proba-

bly answer that it is "a piece of land surrounded en-

tirely by water, which can vary on shapes and sizes"

or ,simply, with a nostalgic attitude, he will start to

fancy about a nice holiday in the Caribbean.

No poetry, no metaphor, no deepness. Yet we don't

have to be poets to understand that the island is more

than all this, much more. Now imagine yourself on a

desert island, close your eyes and let the sea breezes

and the softness of the sand under your feet... and lis-

ten. Relax and pay attention to the sounds around you.

You think you're hearing just the ocean. You think,

indeed. Try to lend an ear, to be motionless, calm, re-

laxed. Don't you hear a sound? Aren't your ears boom-

ing suddenly? Calm down: that's made by your thoughts that are trying to get space in your mind. This is

the most charming effect of the island. It involves your soul. It makes you see things of your life, sides

of your being, pictures of you, of the person you thought you were that make you smile, cry, or even

shudder and feel scared, stirring an indomitable fear that destroys you slowly and drives you crazy.

But the chaotic rhythm of the city makes you just ignore this ability.

And what is more exciting for man, "higher being", if not challenging fears and imposing his rule over

them? For this reason the island since ancient times was the protagonist of famous books, first, and ex-

citing films, later, as a place of salvation and damnation, a gift of God and an anticipation of hell. How

forgetting the famous novel "Robinson Crusoe", with the various film adaptations that followed since

1952, and the "recent" Cast Away, starring Tom Hanks in a bold role of a "contemporary survivor"

forced to cope with himself for about four years.

This film doesn't talk only about an agent of Fedex crashed on a desert place, but it describes the situa-

tion of a man in love, forced to survive far away from his sufferings. Who could be able, for all these

years, to live in a similar place just with some coconut juice and crabmeat? Despite this desperate condi-

tion, Nolan did it, maybe with the help of Wilson, his imaginary friend, his drawn ball and adventure

friend, he has returned bringing home one of the most important results of life:

Starting all over is possible.

The solitary island with beautiful and hot beaches and the blue ocean is not the lost paradise, just hell,

without dreams, without friends, without home and family cheering the soul and the delicate character of

the different moods. 'And what will destiny be like?' Chuck will be asked in that long period away from

home. From dead agent, however, Nolan, is alive again with a new conscience and experience, born to

change his existence.

Classe IV B

“Every man's life ends in the same way. It is only the

details of how he lived and how he died that distinguish

one man from another”

Ernest Hemingway, Nobel prize for literature, year

1954, followed the real meaning of this sentence until

the very end of his life, totally embodying it, living such

an exciting life as few people, going through each kind

of experience and travelling around the world. Three

were the elements which had made him that great kind

of man he became: Nature – War - Spain

The contact with the first had happened since his child-

hood thanks to his father, Clarence, a naturist doctor,

who had made Ernest develop a deep passion for Nature,

taking him fishing and hunting. Nevertheless, with the passing of time, Ernest revised his

idea of it, sensing the relationship between it and Man as a real fight.

What vouched for it is his masterpiece, "The old man and the sea", in which there is the

direct conflict between man, endowed with his only intellect, honour and strength against a

marlin, that is an excellent representative of Nature in its whole greatness.

With War , Hemingway got in touch only in 1918, after having been rejected many times

for military service because of a defective eye; he finally managed to take part in it as a vol-

unteer of the American Red Cross on the Italian front. Severely wounded he recovered in

Milan and then came back home.

Nevertheless it took Hemingway teen years to understand and be able to transmit all his

experience. All he had lived, all the horrors and the sufferings which he had been through,

brought him to hate war and consider it as the worst experience that a man could live.

Spain, is to be considered his "spiritual" country. He hadn't loved any other place as he

loved Spain, neither his own home in Michigan.

But, what enchanted him of Spain? What had been the elements which led him to consider

it as his spiritual home?

In the first place it is to be considered the so-called "toreo" a sport of extreme difficulty, in

which there was the direct comparison between man(the "torero") and the bull. Hemingway

was so influenced by the bullfight (“corrida) to give his son the name of John Hadley Ni-

canor, just like Nicanor Villalta, the great Spanish "torero".

Another important element was that it was the "last country". It was the "last" to remain the

same even though changing. In fact, above all the countries he saw Spain as the last in

which men could still have a contact with Nature.

In conclusion, despite the critics after his suicide, it is important to underline the greatness

of this man, the "last" man who believed in an authentic contact between Man and Nature.

Nicoletta Catanzariti VF

MR. POFF’ S WORLD

WHAT IS WAR ?

THE LAST MAN THE OTHER FACE OF THE ISLAND

Spesso pensiamo che la matematica sia inutile e troppo complicata, che non c’entri nulla col

mondo reale. Ma sbagliamo, perché la matematica è il mondo reale! Prendiamo una margherita:

tutti siamo in grado di vedere che i petali formano una spirale; il numero di petali in ogni fila è

la somma delle due file precedenti (lo stesso vale per la struttura dei cristalli e la spirale delle

galassie...). La sequenza di Fibonacci: una successione di numeri interi naturali in cui, asse-

gnando un valore ai primi due termini, i successivi saranno il risultato della somma dei due pre-

cedenti. La matematica è il linguaggio della natura, è il suo metodo per comunicare direttamen-

te con noi. Galileo Galilei affermava: “La mathematica è l'alfabeto in cui Dio ha scritto l'Uni-

verso”.

L’incontro col docente della facoltà di matematica dell’Università della Calabria, il prof. Fran-

cesco Dell’Accio, ci ha dimostrato che non sempre, nel giudicare la realtà, possiamo fidarci del

nostro istinto. Attraverso alcuni giochi, tanto semplici quanto coinvolgenti, abbiamo inconscia-

mente risolto problemi di teoria della probabilità condizionata, come quello che è conosciuto

come “problema di Monty Hall”, che rimanda al principio su cui si basano alcuni giochi televi-

sivi a premi. Il “gioco” consiste nello scegliere una fra tre caselle chiuse che ci vengono mostra-

te: dietro una di queste si nasconde un’automobile, che giochiamo per far diventare il nostro

premio, mentre dietro alle altre due si nascondono due capre. Una volta scelta la nostra casella,

con la probabilità uguale a una su tre di vincere l’auto, ci viene mostrata la capra che si nascon-

de dietro una delle due caselle rimanenti, e ci viene offerta la possibilità di cambiare la nostra

scelta iniziale. Ma ciò che è fondamentale ai fini di questo ragionamento è se il cambio ha una

rilevanza. Cambiare casella aumenterebbe le possibilità di vincere l’auto o no? La risposta è sì.

Cambiando, le possibilità di vincere passeranno da 1/3 a 2/3. Come possiamo vedere dallo sche-

ma rappresentato.

La matematica è perfino presente nelle foto che continuamente scattiamo, che altro non sono

che un insieme di numerosissimi puntini, non distinguibili a occhio nudo, ognuno caratterizzato

da una sua intensità di colore a seconda della posizione occupata. A ciascuno di essi possiamo

far corrispondere una funzione. In base a tale principio opera la tecnica che viene utilizzata nel-

le imprese di restauro grafico, quando, col passare del tempo o per problemi di natura climatica,

un’immagine è stata danneggiata e deve essere, in alcune parti o del tutto, ricostruita.

L’obiettivo principale dell’incontro con il prof. Dell’Accio è stato quello di dare un senso alla

laurea in matematica; a tal proposito invito tutti a cercare in rete “I mestieri dei matematici”, un

sito che risponde alle curiosità di ragazzi appassionati e preparati, ma che continuamente si

chiedono: Dove lavorano i laureati in matematica? Che tipo di lavoro possono fare? Come ini-

zia e si sviluppa la loro carriera professionale? Ebbene, troviamo laureati in matematica impie-

gati (oltre, ovviamente, che nel mondo della scuola e dell’università) in ogni ambito,

dall’ambiente alla meteorologia, dalle banche alle borse, dalla biomedicina alla ricerca, dai mer-

cati alle assicurazioni e all’editoria. Dagli studenti la matematica è spesso considerata ostica e

inutile, ma davvero essa, vista sotto la giusta luce, “possiede non soltanto verità, ma anche su-

prema bellezza; una bellezza fredda e austera, come quella della scultura” (Bertrand Russell)…

Maria Naccarato VG

“il cane è un gentiluomo.

Spero di andare nel suo

paradiso, non in quello de-

gli uomini.” Con queste

parole lo scrittore stanuti-

nense Mark Twain sottoli-

neava la superiorità della

razza canina rispetto a

quella umana. Una consi-

derazione alquanto strana

ed esagerata si potrebbe

pensare, eppure, in pieno

2012, l'umanità si sta mac-

chiando di un crimine mo-

rale non indifferente: Green Hill, il canile dell'orrore! Quest'ultimo ha il compito di

allevare cani di razza, in particolare Beagle, per poi fornirli alle aziende farmaceuti-

che, alle università e alti enti, per vari tipi di sperimentazione. Oltre al crimine mora-

le che si sta compiendo, va sottolineato l'illegalità del canile in questione: infatti, pare

che dei 2143 cani ceduti alle varie aziende entro settembre del 2011, solo 831 risulta-

vano registrati in base alle disposizioni di leggi regionali. Oltretutto, le condizioni in

cui vivono questi poveri animaletti sono davvero scioccanti. E' una situazione che

spaventa, un problema che sembra aggravarsi nonostante i vari tentativi, da parte de-

gli animalisti e non solo, di trovare una soluzione. Innanzitutto, il canile, sito presso

Montichiari, nel Bresciano, non ha certo la simpatia dei compaesani: frequenti sono

le manifestazioni di protesta per salvare i cani e per far chiudere questo centro. Le

proteste, però, arrivano da molti luogo e da persone di ognio tipo;anche l'ex ministro

Brambilla si è schierato a favore dei manifestanti per questa giusta causa. In suo no-

me, addirittura, diverse persone le persone si sono spinte ad infrangere la legge. In un

blitz (specifica il giorno...) 12 attivisti sono penetrati nel canile e sono riusciti a libe-

rare alcune di queste cavie da laboratorio. Il loro esempio è stato subito seguito da

centinaia di alti manifestanti che sono riusciti a superare il cordone di sicurezza delle

forze dell’ordine e a salvare circa 25 cani dal loro triste destino. “Il comitato Monti-

chiari contro Green Hill” si sta ulteriormente mobilitando per porre fine a questo ter-

ribile fenomeno: nella pagina Facebook dedicata, chiunque può postare un segno di

sdegno nei confronti del canile ed esprimere così il proprio dissenso.

Rita Dodaro IV A

L'associazione 'Certamen Plinianium' e la delegazione dell'

A.I.C.C. (Associazione italiana di cultura classica) di Castellama-

re di Stabia sono impegnate a promuovere la conoscenza della fi-

gura e dell'opera di Plinio il Vecchio, autore legato alla storia cul-

turale della città di Castellamare di Stabia. A tale proposito, que-

ste due associazioni, in collaborazione con il liceo classico

"Seniore" e il liceo scientifico "Severi", realizzano il 'Certamen

Plinianium', con cui si propongono di favorire uno scambio cultu-

rale tra studenti e docenti italiani, volto a riscoprire la bellezza

della lingua latina. Quest'anno si sono accesi i riflettori sull' VIII

edizione del 'Certamen Plinianium', gara di traduzione contrastiva

di un brano della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. La mani-

festazione, organizzata da Maria Carmen Materazzo, si è svolta

giorno 19 aprile, nel campus della fondazione Ras. Tuttavia,

nell'arco di tre giorni, è stato possibile partecipare a varie confe-

renze tenute da esperti della letteratura latina e italiana, nonché

visitare i siti archeologici della città. A vincere è stata una ragazza

del posto, la quale è stata in grado di dare un propria interpretazione

coerente con il testo proposto e inoltre ha risposto in modo esempla-

re alle domande di analisi previste dalla prova. Altrettanto soddisfa-

cente è stato il risultato ottenuto da una studentessa del nostro liceo,

Liliana Martirano (IV H) , che è riuscita ad aggiudicarsi il quarto

posto su 28 partecipanti. Vissuta in prima persona dalla sottoscritta,

posso sicuramente affermare che esperienze del genere sono indi-

spensabili alla formazione dello studente che senta il bisogno di con-

frontarsi e dimostrate le proprie capacità. E anche in questa occasio-

ne il liceo Fermi ha dato prova di poter contare su studenti validi e

preparati anche nelle competizioni umanistico-letterarie e non solo

in quelle di argomento scientifico.

Francesca Fuorivia IV H

Ecco l’ultima tappa del tour per le strade della

nostra città, alla scoperta della storia dei perso-

naggi da cui prendono nome le vie che abitual-

mente frequentiamo. Protagonista dell’ultimo

numero è Giacomo Mancini. Nato a Cosenza il

21 Aprile del 1916, figlio di Pietro Mancini, uno

dei fondatori del PSI, è stato avvocato, uomo

politico e antifascista, esponente di primo piano

del Partito Socialista Italiano, membro

dell’organizzazione militare clandestina a Ro-

ma. Dopo la Liberazione d’Italia, rientrato a Co-

senza, Giacomo Mancini divenne segretario

(fino al 1947) della locale Federazione Sociali-

sta e membro della direzione nazionale del par-

tito (fino al 1948). Consigliere comunale di Co-

senza dal 1946 al 1952, fu eletto alla Camera nel

1948 con 26.000 preferenze, rimanendovi per

dieci legislature. Autonomista, nenniano, uomo

di governo nel centrosinistra, è stato Ministro

della Sanità nel primo governo Moro (suo il me-

rito dell'introduzione del vaccino antipolio Sabin), e Ministro ai Lavori Pubblici nel

secondo e terzo governo Moro (al suo nome rimane legato il tracciato dell'autostrada

Salerno-Reggio Calabria...), nonché Ministro del Mezzogiorno. Sempre in prima li-

nea nella battaglia per i diritti civili (a cominciare da quella per il divorzio), negli

"anni di piombo" Giacomo Mancini non si è associato al fronte della fermezza con-

tro il terrorismo, e gli sono state pertanto rimproverate debolezze e simpatie persona-

li verso esponenti di primo piano di ”Autonomia operaia”. Non riconfermato alle

elezioni del 1992, rese, alla Procura di Milano, la testimonianza decisiva per impedi-

re a Bettino Craxi di nascondersi dietro il segretario amministrativo nelle inchieste

sui finanziamenti illeciti del PSI. Dopo esserlo stato pochi mesi nel 1985, nel 1993

Giacomo Mancini venne rieletto sindaco di Cosenza. Nello stesso anno, però, accu-

sato da alcuni pentiti di presunti rapporti con cosche mafiose del Reggino e del Co-

sentino, Giacomo Mancini fu condannato dal Tribunale di Palmi, il 25 marzo 1996,

per concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza venne annullata l' anno

dopo dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria. Questo gli permise di riprendere

l’attività politica ed amministrativa, dopo un periodo di sospensione dalla carica di

sindaco. Tornato a guidare l'amministrazione comunale cosentina, Giacomo Mancini

fu rieletto sindaco al primo turno nel 1997, contribuendo in misura decisiva ad un

processo di rinnovamento urbanistico e culturale della città di Cosenza. La sua

scomparsa, avvenuta l'8 aprile del 2002, all'età di 86 anni, ha destato un grande cor-

doglio e una commossa partecipazione nella comunità, a livello locale e nazionale,

abbattendo ogni distinzione di schieramento e ideologia.

Debora Citrigno IIIH

NATURALITER “FERMI

LA MATEMATICA E’ IL MONDO REALE

UNA VIA, UN NOME, UNA STORIA

“PIÙ CONOSCO GLI UOMINI, PIÙ AMO I CANI”

(SOCRATE)

<<Si piegò sulle ginocchia e cominciò a fare il rumore che si fa quando si danno i baci a vuoto>>.

In attesa del nuovo tour europeo, “Sotto Bombardamento”, Lucia-

no Ligabue veste per la quarta volta i panni di scrittore con “Il

rumore dei baci a vuoto” (Einaudi). Questo libro rappresenta un

ritorno alle origini per l’autore, che ripropone una raccolta di rac-

conti (Fuori e dentro il Borgo, Dalai 1997). Tredici vivissime e

forti storie, all’apparenza diverse tra loro, ma legate da alcuni de-

gli argomenti più cari al cantautore: l’amore, la morte, il dolore e

gli imprevisti della vita. La voce narrante appare distante dalla

voce del rocker che tutti conosciamo, che fa un salto di qualità

nella scelta linguistica. Molti brani confinano con i racconti

dell’assurdo, vicende molto reali che trovano una conclusione

nell’elemento fantastico. Storie che presentano assonanze con le

vicende narrate nei testi delle sue canzoni. Molte cose sorprendo-

no e fanno riflettere: la tenerezza, l’orgoglio, l’intelligenza, la

sensibilità. Elemento ricorrente - compare in tre racconti - sono

gli animali: questi invadono spesso i rapporti d’amore, mostrando

la fragilità di una coppia, tanto da mandarla in crisi. Ci sono storie

di vari tipi d’amore: verso gli amici, gli animali, la famiglia, le

donne, ma nessuno è facile. Ci sono brani autobiografici. C’è ma-

linconia e speranza, soprattutto nei finali lasciati aperti, che spingono ad immaginare tante possi-

bili soluzioni. Insomma, un libro pieno d’emozioni, che racconta la vera e dura realtà e che, come

dice lo stesso Ligabue, deve essere letto e interpretato per quello che è, senza alcun pregiudizio

verso l’autore.

Maria Francesca Astorino IIIH

TUTTI IN PIAZZA CONTRO IL CANCRO

“Amici, non questi suoni! Ma intoniamone altri più pia-

cevoli, e più gioiosi.”: sono i primi versi de “L’inno

alla gioia”; proprio con questo inno il 9 maggio scorso

è iniziata la manifestazione per la festa dell’Europa al

Liceo scientifico "E. Fermi" di Cosenza. La manifesta-

zione ha visto la partecipazione non solo dei circa 1500

alunni, professori, collaboratori scolastici e Dirigente

dell’Istituto, ma anche dell’assessore regionale al Bi-

lancio Giacomo Mancini, affiancato altre personalità in

rappresentanza della Regione Calabria.

Dopo una breve presentazione della relatrice, prof.ssa

Antonietta Cozza, sulla nascita dell’ Unione Europea, il

dirigente scolastico, prof.ssa Michelina Bilotta, ha illu-

strato la situazione generale del Liceo e i Progetti europei a cui esso partecipa. La

parola è, quindi, passata all’assessore Mancini, che ha sottolineato l’importanza

dell’Unione Europea e illustrato sommariamente attività e iniziative promosse dalla

Regione Calabria.

Ampio spazio è stato dato anche agli studenti, che hanno potuto rivolgere delle do-

mande all’assessore su svariati temi, quali il coinvolgimento delle scuole calabresi

in Europa e i Progetti regionali, e hanno potuto testimoniare le esperienze fatte in

alcuni progetti scolastici, come il viaggio a Volterra

(Parlamento europeo) e Milano (Istituto tumori).

La manifestazione è stata chiusa dall'esibizione di una

band formata da studenti, che hanno trascinato il folto

pubblico in una sentita esecuzione dell'Inno d’Italia .

Laura Zaccaro IV N CRESCITA O DECRESCITA: QUESTO È IL PROBLEMA

L’INNO ALLA GIOIA DEL FERMI

IL RUMORE DEI BACI A VUOTO

ALUNNI A TEATRO

ANCHE UNA RAPPRESENTANZA DEL FERMI ALL’ANTEPRIMA

DEL “RIGOLETTO” PER LE SCUOLE

La Festa della Mamma è una ricorrenza civile festeggiata in tutto il mondo, ma

in periodi diversi. L’Italia, come la maggior parte dei

Paesi, celebra l’evento la seconda domenica di maggio

e quest’anno è stata anche l’occasione per contribuire

alla ricerca sul cancro e per diffondere maggiori infor-

mazioni sul come prevenire, diagnosticare e curare tale

patologia.

Il sito web dedicato all’evento,www.lafestadellamamma.it, oltre al momento

della comunicazione, della socialità e dell'incontro, è finalizzato alla promozio-

ne dell'iniziativa dell'AIRC (Associazione italiana per la ricerca sul cancro)

"Mettiamo il cancro all'angolo", che ha visto 25.000 volontari distribuire

650.000 azalee in 3.500 piazze di oltre 3.000 comuni italiani. Un'occasione per

sensibilizzare la popolazione su determinati argomenti, per evidenziare il ruolo

delle donne nella ricerca scientifica e per centrare l'obiettivo di raccogliere 10

milioni di euro necessari a garantire la continuità dei progetti di ricerca sui tu-

mori femminili. Diversi personaggi noti hanno offerto il proprio volto a favore

della Campagna dell'Airc: Emma Marrone, Antonella Clerici, Arisa, Flavia

Pennetta, Stefania Sandrelli, Caterina Caselli, Elisa e Geppi Cucciari sono solo

alcuni dei nomi.

Francesca Fuorivia IV H

Ancora una volta il Teatro Rendano di Co-

senza si è dimostrato punto di incontro per

gli studenti delle scuole medie e superiori di

Cosenza e provincia.

Mercoledì 22 Febbraio 2012 il Teatro ha

aperto le porte a 600 studenti per

l’anteprima dello spettacolo del "Rigoletto"

di G. Verdi, rivisitato in chiave moderna dal

regista Francesco Antonio Castaldo.

Il "Rigoletto" è un’opera articolata in tre

atti. Il protagonista è un buffone di Corte, il

cui signore, Duca di Mantova, si innamora della figlia. Le reazioni alle malefatte del

buffone da parte dei cortigiani danno il via ad una serie di delitti: Gilda, figlia del Ri-

goletto, viene rapita e violentata dal Duca; il Rigoletto, per vendicare l’offesa, paga

Sparafucile, un bandito, perché uccida il Duca, ma a morire per mano del mal vivente è

Gilda.

Nella sua visione dell’opera, seguita con massima compostezza e concentrazione dai

ragazzi, il regista ha spostato l’azione ai giorni nostri, rivoluzionando nell’aspetto i

personaggi, proposti in abiti rigorosamente moderni (uomini con grisaglie grigie e cra-

vatte extra-large, donne con abiti succinti e tacchi a spillo), e con riferimenti molti e-

spliciti ad accadimenti piuttosto recenti della vita politica nazionale, come l’allusione

ai portaborse di oggi.

La scena era costituita da un coacervo di antenne paraboliche e suppellettili rivestite di

ritagli di giornale, ad evocare il potere dei media.

Al termine, applausi a scena aperta e diverse chiamate al proscenio per i cantanti (su

tutti il Rigoletto del baritono Damiano Salerno, la Gilda di Sandra Pastrona e il Duca di

Mantova di Alessandro Liberatore).

Paola Altomare 1B

Mariabruna Arcuri 1B

Sara Iodice 1B

C’erano una volta alcuni

grandi economisti che propa-

gandavano un’idea felice ed

allettante: la crescita infinita.

L’Illuminismo nel '700 e il

Positivismo nel secolo suc-

cessivo hanno riproposto con

maggior convinzione e propa-

gandato con vigore l’idea di

crescita e progresso.Questa

idea è sempre stata per

l’Occidente una sorta di pa-

nacea, un modo per evadere

dalla realtà, per proiettarsi

fiduciosi in un futuro migliore.

La stessa psicologia umana, ormai, è profondamente con-

nessa con la realtà economica.Tuttavia, questo sistema socio

-economico sembra avere un neo, che rischia di trasformarsi

in un male incurabile: quando non vi è crescita, il sistema va

in tilt, come dimostra l'attuale crisi economica che ha inve-

stito il mondo capitalistico occidentale.

Escludendo la Cina e pochi altri Paesi in pieno sviluppo (i

cosiddetti BRICS...), il resto del mondo vive una fase eco-

nomica in cui la crescita sembra essersi arrestata. E le prime

conseguenze sono spesso disastrose.

E’ in questo contesto che si sviluppa l’idea di “decrescita”

teorizzata da Serge Latouche, professore all’Università degli

studi sullo sviluppo economico e sociale di Parigi (IEDES).

Latouche sostiene una tesi del tutto nuova in ambito econo-

mico: la decrescita come paradigma economico per il futuro

(anche se sarebbe meglio parlare di a-crescita). Infatti, il no-

me con cui Latouche indica questa prospettiva economica è

principalmente uno slogan propagandistico, utile per far

maggior presa sul pubblico, sebbene ciò non sminuisca la

novità dell’idea.

La scelta della decrescita consiste nel rivalutare il paradig-

ma economico basato sulla crescita illimitata per proiettarsi

in un futuro in cui le parole d’ordine saranno stabilità ed eco

-sostenibilità.Infatti, come fa notare Latouche, vivendo su

un pianeta con risorse finite (e in fase di esaurimento), pen-

sare a una crescita infinita è totalmente illogico. E’ infatti

stato il principio di una crescita infinita a dar il via alle nu-

merose catastrofi ambientali che si sono verificate recente-

mente e che sono tuttora in corso d’opera. Proprio per que-

sto la “decrescita” sembra essere l’unico rimedio per guarire

una società malata di economicismo, quella tendenza a guar-

dare la realtà con gli occhi di un economista che ci sta por-

tando “dritti contro un muro” (per citare ancora Latouche,

“Breve trattato sulla decrescita economica”).

Il futuro ci presenta due strade: continuare con la politica

della crescita, o abbandonare l’attuale e obsoleto sistema per

tuffarsi in un nuovo modo di vedere le cose. Quale delle due

possibilità avrà ragione di realizzarsi?

Pierluigi Vagliante V A

La redazione è composta dagli alunni del Liceo Scientifico “E. Fermi” di Cosenza : Maria Francesca Astorino, Mariafrancesca Bruno, Pierluigi Calvelli, Debora Citrigno,

Raffaele Crovara, Rita Dodaro, Alessia Filice, Francesca Fuorivia, Veronica Gaccione, Serena Giardino, Alessandro Lento, Maria Naccarato, Francesca Paura, Valentina

Spano, Matteo Speziale, Pirluigi Vagliante

ed è coordinata dai professori

Brigida Del Vecchio, Maria Grazia Ruffolo, Massimo Vita.


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