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PERIODICO DELL’ ARTIGIANATO VENEZIANO 04|2017 · Pazze-sco, tradotto se sei in giro alle due di...

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04|2017 "MI NO VADO VIA" NUOVA GIUNTA E NUOVO PRESIDENTE IN CASA CONFARTIGIANATO VENEZIA EDIFICI STORICI DI VENEZIA: INTONACI AI RAGGI X PERIODICO DELL’ ARTIGIANATO VENEZIANO periodico dell’Associazione Artigiani Venezia - anno XXX - n. 04 - 2017 - spedizione in A.P. -70% - DCI VE
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04|2017

"MI NO VADO VIA"

NUOVA GIUNTA E NUOVO PRESIDENTE IN CASA CONFARTIGIANATO VENEZIA

EDIFICI STORICI DI VENEZIA: INTONACI AI RAGGI X

PERIODICO DELL’ ARTIGIANATO VENEZIANO

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Ma si, con questo editoriale metto la seconda e supero adestra, non sarà il solito discorso sull'impresa e dintor-ni. Parlerò di donne. E di uomini. Perché Confartigiana-to Venezia è una grande famiglia ed è inserita profonda-mente nella società. Non siamo sulla luna e non viviamosu una nuvoletta dove si parla sempre e solo di Iva e ditasse. Sia noi che le nostre imprese viviamo tutti in que-sto mondo, abbiamo figli, figlie, fratelli, mogli, madri,sorelle. E a volte dire la nostra, con coraggio e schienadritta, dà forza a tutti e rafforza il senso di comunità dicui facciamo parte. Pochi giorni fa una nostra collabora-trice è stata violentata. Questo editoriale è nato nel mo-mento in cui me lo ha detto, con gli occhi lucidi, ma for-te e solida come una roccia. La violenza l'ha subita tut-ta, dalla A alla Y. Non è arrivata alla Z perché lo stercoumano che l'ha perpetrata, probabilmente con le scar-pie nel cervello, ha fatto i conti solo con le sue pulsionidi bestia, con gli stereotipi insulsi che vogliono la donnadebole gazzella facile preda del maschio cacciatore. Nelsuo paradigma da primate delle relazioni umane ha sba-gliato clamorosamente i conti. Infatti si è trovato di fron-te a una marcantonia di quasi un metro e ottanta di robaben salda, non saprei come meglio dire, che non si è ac-contentata di gridare a squarciagola, ma gridando ha co-minciato a darle di santa ragione, un po’ a caso e forsesenza grande tecnica, ma tante e tante, che la Z non è èarrivata e questo disgraziato è scappato. Che figura!Questi colpi però sono simbolici, sono la reazione di ge-nerazioni di donne che hanno subito e subiscono violen-za senza sapersi o potersi difendere, sono la rabbia di ungenere stretto nella sua minuscola e sinistra parte dipreda, e sono un atto di accusa ad una cultura imperan-te nel mondo maschile che ancora fatica a liberarsi dalsenso del possesso. E mi piace pensare che qualchesganassone (simbolico) sia andato anche al povero, que-sto sì, Senatore di ALA ( ma cos’è??) che in pieno Parla-mento ha avuto il "coraggio" di dire quello che purtrop-po certamente in molti pensano ancora, all'alba del 21secolo. Cito testuale dal resoconto parlamentare: "Il de-siderio è istinto primordiale, le donne siano più caute ! Ioa mia figlia sconsiglio di andare in giro di notte". Pazze-

sco, tradotto se sei in giro alle due di notte perché tornida un compleanno o chiudi il negozio tardi ed è in unazona periferica e uno ti aggredisce infondo è colpa tua,che ci facevi in giro a quell’ora? Siamo tutti con gli occhilucidi davanti alle violazioni dei diritti umani quando col-piscono bambini e popolazioni deboli, ma ignoriamo chela Dichiarazione di Vienna ha dichiarato la violenza sulledonne uno dei diritti umani dove le violazioni sono piùimportanti, reiterate e in crescita. E bene ha fatto questaragazza a parlarne con me, per quello che conta, perchéè parlarne che conta ! Sconfiggere il mostro del silenzio,in modo che si comincino anche a proporre delle politi-che di contrasto e di sensibilizzazione. La violenza do-mestica che le donne subiscono in casa loro è la primacausa di morte al mondo per le donne dai 16 ai 44 anni .Più degli incidenti stradali e delle malattie. Sono convin-to che ad ognuno di noi piacerebbe pensare allo stupra-tore nero, al cingalese piuttosto che al nigeriano che as-sale le immacolate donne bianche nel buio della notte.Purtroppo io penso che questo sia tema per qualchegonzo che abbocca a qualche capopopolo da strapaese,piuttosto che un'analisi reale. In Italia ogni tre giorni unadonna viene uccisa da un marito, un fidanzato, un com-pagno. Quindi il problema della violenza è molto piùcomplesso, ha origini culturali, a volte etniche, ma quel-lo che ha ucciso la sedicenne a Lecce, quello che ha am-mazzato la moglie con la mazza da baseball a Santa Ma-ria Capua Vetere o con il fucile davanti al figlio di due an-ni non si sarebbero fermati alzando muri al confine,mettendo filo spinato o altro. Per fermare la violenza bi-sogna educare, crescere nella tolleranza e nel rispetto,bisogna parlare e bisogna denunciare. Le donne non de-vono vergognarsi di denunciare una violenza subita, nonsi è sporchi per quello che si è subito, si è sporchi perquello che si è fatto deliberatamente in modo scorretto.E le forze dell'ordine non devono ignorare mai, devonointervenire sempre. La nostra collega ha denunciato, enoi siamo con lei. Noi siamo con tutte loro .

il direttore responsabile Gianni De Checchi

NOI SIAMO CON LORO

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editoriale03

STORIE

Premiata l'originalità del "Gufo" firmato Primo Bollani22

Dall'antico al nuovo all’insegna della bellezza...28

CALEIDOSCOPIO VENEZIANO

El Todaro Benefico, 48 anni di solidarietà24

COTTO & CONFARTIGIANATO

Involtini di vitello con asparagi31

EVENTI

Edifici storici di Venezia: intonaci ai raggi x13

Il fascino delle Impiraresse al Chiostro della SS. Trinità16

Confartigianato & VideoConcorso Francesco Pasinetti18

Benvenuti a casa: nuovo ufficio a Pellestrina26

CATEGORIE

Nuova Giunta e nuovo Presidente in casa Confartigianato Venezia09

APPROFONDIMENTI

I nuovi voucher: un menù di ostacoli in salsa confusione!12

Nella rivista "All'Archimede"

la storia dei fotografi veneziani dell'800

20

L'anno d'oro dello sport veneziano29

"Mi no vado via"05

VENEZIA CHE CAMBIA

LEGGENDO32

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ALEIDOSCOPIO VENEZIANO

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O & CONFTTCO

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LEGGENDO32

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Anno XXX - n. 4/2017Iscr.Trib. n. 877del 12.12.1986Periodico della AssociazioneArtigiani VeneziaConfartigianato

sede centraleVeneziaCastello S. Lio 5653/4tel. 041 5299211fax 041 5299259

Ca’ Saviovia Fausta 69/atel e fax 041 5300837

Lidovia S. Gallo 43tel 041 5299280fax 041 5299282

MuranoCampo S.Bernardo 1tel e fax 041 5299281

BuranoVia S.Mauro 58 tel e fax 041 5272264

PellestrinaS. Piero in Volta 110/Bloc. Portoseccotel e fax 041 5273057

direttore responsabileGianni De Checchi

vicedirettoreG.B. “Titta” Bianchini

testi a cura diClaudia Meschini

foto diarchivio Confartigianatoarchivio TostapaneGianmarco Maggiolini

direzione, redazionee amministrazioneCastello S. Lio 5653/4Venezia

progetto grafico e impaginazioneFabrizio Bergerwww.tostapane.biz

impianti & stampaL’Artegraficawww.lartegrafica.com

in copertinafotografia diGianmarco Maggiolini

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"Mi no vado via"Perché Venezia senza i Veneziani non esiste

foto di Gianmarco Maggiolini

E' fissata per il 5 ottobre l'asta pubblicaper la vendita della Camera di Com-mercio in calle larga XXII Marzo: l'edifi-cio avrà una base d'asta di 45 milioni."L'abbandono della nostra sede storicaè indubbiamente una scelta sofferta,ma necessaria a fronte del contenimen-to delle spese che ci siamo imposti -precisa il segretario generale dellaCamera di Commercio, Roberto Crosta

- questo però non vuol dire che lascere-mo Venezia, anzi ci stiamo dando dafare per trovare qualcosa di altrettantodecoroso anche se non così grande eimpegnativo, specialmente dal punto divista economico". Insomma la Cameradi Commercio, al 31 dicembre 2019dovrà avere tre sedi: quella legale aVenezia centro storico, quella operativaa Mestre e una secondaria (davvero

qui sotto e nelle pagine seguentialcune immagini della manifestazione apartitica “mi no vado via”

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comodissima per i Veneziani!) a Rovigo. Ma l'annuncio della messa in venditadella Camera di Commercio è stato, co-me si suol dire, solo la goccia che hafatto traboccare il vaso e dilagare laprotesta, facendo sì che alla manifesta-zione svoltasi lo scorso 2 luglio, parte-cipassero oltre 2000 persone e ben 42tra associazioni e comitati, tra cui Con-fartigianato. Difatti da un volantino gi-rato in città prima dello svolgimentodella manifestazione "Mi no vado via",si scopre che la Camera di Commercioè solo la punta dell'Iceberg: "Il 2 lugliomanifestiamo perché quest’anno cihanno già tolto o ci stanno togliendo:Camera di Commercio; Catasto; Ca’ diDio, che era ospizio e casa di riposo daotto secoli (!) e diventerà un albergo;Palazzo Donà, in Campo Santa MariaFormosa, ex sede della Direzione Poli-tiche sociali, oltre che dell’archivio del-la Procura della Repubblica. Con l’oc-casione è stata sfrattata anche la ferra-menta che era un punto di riferimentoper il sestiere, e che soltanto grazie al-la caparbietà dei titolari ha riaperto po-

co lontano. La Regione Veneto a suavolta sta vendendo Palazzo Balbi e Pa-lazzo Gussoni, e “La Vida” in campoSan Giacomo. L’ex ospedale al mare delLido diventerà un Club Med e la sededella Polizia Municipale è nella listadegli immobili da alienare nel 2017: ilComune si libera anche di quella, dopoaver venduto la Casa del custode degliadiacenti Giardini Papadopoli nel 2016.Quanto ai Lagunari, andranno al-l’asciutto in terraferma perché all’idro-scalo delle Vignole devono fare un “re-sort” di lusso".Ma la vendita degli immobili non è il so-lo problema che ha spinto i cittadini ascendere in piazza con un corteo di va-ria estrazione sociale, culturale e politi-ca, e che da campo dell'Arsenale li haportati lungo Riva degli Schiavoni finoall'area antistante alla statua di VittorioEmanuele II; c'è infatti molto altro: l’in-vasione "selvaggia e incondizionata" dituristi, la sporcizia, le calli intasate, i va-poretti strapieni, il traffico acque al col-lasso, le case e gli appartamenti (priva-ti e non) trasformarti in B&B rendono

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sempre più difficile la vita alle famiglie,i prezzi proibitivi della case ma anchedegli immobili ad uso commerciale,senza dimenticare il transito delle gran-di navi, tutte cose che continuano a fo-mentare l'esodo forzato dei residentiverso la terraferma. E così non stupisceche tutti si ribellino contro questa nuo-va Venezia che rischia di diventare unparco giochi. La monocoltura turistica sta mettendocompletamente fuorigioco la vita deiresidenti e le attività artigiane: chiudo-no i negozi basilari per poter vivere e lacittà viene invasa da negozi di souvenirche vendono paccottiglie e da grandicatene che altro non fanno che danneg-giare l’industria locale, come quella delvetro di Murano, e che distruggono ilpiccolo artigianato locale. Per non par-lare del problema degli affitti: ci sonocirca 1000 immobili di proprietà pubbli-ca che rimangono vuoti e inutilizzati permancanza di manutenzione, ma chepotrebbero essere rilanciati a favoredella residenzialità o utilizzati comespazi lavorativi dagli artigiani, in seriadifficoltà a causa degli affitti sempremolto alti.

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Viene da sé che i veneziani non ricono-scono più la città in cui sono cresciuti:nel 1951 Venezia insulare contava175.000 abitanti, 55.000 nel 2014 –comunque meno di quanti vennero cen-siti demograficamente a seguito dellapeste del 1438. Il trend di abbandonodella città è calcolato attorno al -3%. La manifestazione apartitica "Mi novado via" ha quindi voluto lanciare unchiaro messaggio: riappropriarsi dellacittà per continuare ad essere venezianiche vivono a Venezia. Si è reclamato,insomma, il diritto ad una città vivibile,una città dalla quale i veneziani non sene vogliono andare anche se lo sfrutta-mento della città a fini turistici presup-porrebbe proprio questo.Aperto dallo striscione "Venezia è il miofuturo", il corteo è stato accompagnatoda cartelli che toccavano i più svariatitemi caldi per la sopravvivenza in città,sopratutto l'insostenibile presenza delturismo mordi e fuggi, ovvero le miglia-ia di turisti che ogni anno transitano inlaguna, mettendo a rischio il tessutosociale della città che si sente semprepiù minacciato dalla pressione dell’invi-vibilità crescente di Venezia. Il corteo ha puntato il dito contro l’ina-dempienza delle istituzioni locali, chenon offrono soluzioni concrete. Tra i

destinatari della protesta oltre alComune anche l'Unesco, che a giugnoha deciso una moratoria di due anniper esaminare il dossier Venezia evalutare se inserire il sito nell'elencodel Patrimonio mondiale in pericolo.L'Unesco è stato accusato di essere un"ente inutile", dopo la proroga conces-sa a Venezia e all'Italia in materiagrandi navi. "La deriva che spinge la città storicaverso la monocultura turistica - spiegail neo presidente di ConfartigianatoVenezia Andrea Bertoldini - sta inesora-bilmente mettendo fuori gioco residentie attività artigianali e di vicinato, acco-munati in un destino apparentementeineluttabile che sta passando tra l'indif-ferenza. Di fronte a questa situazione, ilcui peso non esitiamo a definire dram-matico, non vediamo da parte della poli-tica e della amministrazione della cittàalcuna presa di coscienza concreta ereale e soprattutto di entità pari allagravità della situazione". "Pensiamo -aggiunge il segretario Gianni De Chec-chi - che gli scatti di orgoglio dei cittadi-ni e lavoratori che vedono ancora unfuturo diverso dalla monocultura turi-stica per la nostra città servano a farsentire che a Venezia esiste anche unavoglia viva e vitale di "normalità".

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Nuova giunta e nuovo Presidente in casa Confartigianato VeneziaLe priorità: "Interventi fiscali per sostenere le imprese esalvaguardare Venezia come città viva e vitale"

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Lo scorso giugno più di mille aziendeassociate sono state chiamate a sce-gliere i propri portavoce nelle categorieprofessionali, con 34 rappresentantieletti per 15 mestieri, successivamentelo scorso 28 giugno il Consiglio Genera-le oltre all'ordinaria approvazione an-

nuale dei bilanci, ha eletto il nuovo pre-sidente e la Giunta Esecutiva per il qua-driennio 2017/2021. Presidente è statoeletto Andrea Bertoldini, vice AntonioMoressa."Durante il mese di maggio si erano te-nute le riunioni delle categorie e dei

Il nuovo Presidente Andrea Bertoldini

"La mia è un’attività di famiglia, i Bertoldini sono fabbri da 400 anni. Mipadre aveva un’officina in campo Sant’Angelo ed è lì che ho iniziato il miolavoro di fabbro. Ormai da svariati anni mi sono trasferito alla Giudecca, rile-vando un azienda del Consorzio Cantieristica Minore all’ex Cnomvdove operano 15 ditte artigiane di diverso genere. Ho dovu-to trasferirmi dopo 20 anni di lavoro in centro storicoa causa dei problemi con il vicinato, problemi cau-sati dal rumore che un’officina fabbrile compor-ta". Oggi Bertoldini, nella cui azienda lavoraoltre a sette dipendenti anche la moglieGiulia, referente per le pratiche burocrati-che, ha avuto la soddisfazione di ottenerela certificazione EN 1090 che serve allatracciabilità dei componenti metallici dicostruzione e alla certificazione deiprocessi di saldatura. "Obiettivo dellamia presidenza - ha detto Bertoldini -sarà quello di consolidare la presenzaartigiana in questa città, presenza a vol-te messa in disparte dalla politica, chetroppo spesso ultimamente si sta dimo-strando sorda alle esigenze della catego-ria artigiana che, di fatto, oltre a rappresen-tare un patrimonio storico irrinunciabile èbaluardo di tradizioni, conoscenze e servizi irri-nunciabili non solo per garantire un turismo diqualità ma anche per dare risposte alle necessità del-la popolazione residente".

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mestieri per il rinnovo dell'intero Consi-glio Generale di Confartigianato Vene-zia. Tutte le riunioni si sono tenute congrande cordialità tra i partecipanti chesono stati più interessati a discutere deiproblemi e delle opportunità delle im-prese piuttosto che soffermarsi tropposulle elezioni dei rappresentanti di Ca-tegoria - spiegano il segretario GianniDe Checchi ed il neo presidente AndreaBertoldini - La filosofia che da semprecontraddistingue la nostra Associazionee i propri dirigenti, infatti, è lo spirito diservizio e operativo volto a risolvere iproblemi di ogni singolo associato"."Per ragioni personali, il nostro Presi-dente Gilberto Dal Corso non ha potu-to riconfermare la sua disponibilità adun successivo mandato - aggiungonoDe Checchi e Bertoldini - L'obiettivodell'Assemblea è stato di votare unanuova Giunta che riuscisse a conti-nuare il lavoro svolto da quella presie-

Il nuovo vice presidente Antonio Moressa

L'attività “Moressa snc” nacque nel 1942 a 50 metri dallasede attuale con il padre Alessandro Moressa, che poi

trasmise la passione ai figli, Antonio e Rosalia. Acollaborare con l'attività di famiglia è arrivata,

infine, anche la figlia di Toni, Anna. AlessandroMoressa era esperto in riparazioni di vario

tipo e modifiche apportate alle scarpe diclienti con problemi di deambulazione edaffiancava all'attività di calzolaio ancheuna fiorente produzione di scarpe artigia-nali, lavoro appreso grazie alla frequen-tazione dei noti calzaturifici della Rivieradel Brenta, suo luogo di nascita. “All'ini-zio – spiega Moressa – mio padre realiz-zava riparazioni e scarpe su misura, ma

con il tempo l'interesse verso questo set-tore è andato scemando quindi abbiamo

deciso di aprirci anche alla vendita”. Il nego-zio in via Sandro Gallo 51/B è stato restaurato

in grande stile nel 2005, ingrandendolo grazieall’acquisizione di un locale attiguo e alle calzatu-

re si è aggiunto anche un piccolo settore commercia-le di abbigliamento.

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a destra dall’altol’Assemblea operativa

di Confartigianato Venezia:Andrea Della Valentina

Francesco Palmisano Massimiliano Rasa

Damiano Nardine qui sotto Fabrizio Berger

a sinistrail presidente uscenteGilberto Dal Corso

duta dal Cav. Dal Corso. Per questa ragione il consi-glio ha votato ad unanimità un rinnovo parziale dellastessa riponendo la fiducia a Andrea Ber -toldini, giàvice - presidente dell'Associazione e titolare dellastorica azienda fabbrile Bertolidini & Torre, alla Giu-decca . Vicepresidente è stato eletto Antonio Mores-sa, calzolaio del Lido di Venezia, dove si occupa an-che di attività sociale e volontariato, già membro diGiunta e delegato per il Lido. L'assemblea operativadi Confartigianato è composta inoltre da Andrea Del-la Valentina (vetro di Murano), Francesco Palmisano(settore alimentare), Massimiliano Rasa (installatoreimpianti), Damiano Nardin (falegname), tutti ricon-fermati oltre alla new entry Fabrizio Berger (grafico).Ci preme assicurare ai soci il rinnovato impegno del-la Direzione di Confartigianato Venezia e dei suoi fun-zionari a rappresentare tutti i soci; ricordiamo chel'Ufficio Categorie e la Direzione, assieme ai singoliUffici, sono il tramite nei confronti di tutti gli enti eorganismi politici con cui voi imprenditori vi confron-tate tutti i giorni. L'Associazione, la Giunta e tutto ilConsiglio Generale rinnovano l'impegno quotidiano arappresentare l'artigianato e l'imprenditoria Venezia-na sui tavoli politici locali e nazionali nonostante lacontinua tendenza alla disintermediazione che glistessi organi manifestano rispetto al mondo dellaRappresentanza".Queste, in sintesi, le priorità del quadriennio su cui laGiunta lavorerà. In cima alla lista ci saranno gli inter-venti fiscali per sostenere le imprese, le agevolazioniper l'accesso al credito, il sostegno ai progetti d'innova-zione e all'esxport e la salvaguardia del lavoro e dell'oc-cupazione.

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I nuovi voucher: un menù di ostacoli in salsa confusione!

di Elisa Rocchi

Oggi parliamo di voucher…. Ah dimenticavo ilConsiglio dei Ministri con un comunicato stampadel 17 marzo 2017 ha deciso, “dal giorno allanotte”, di abrogare il lavoro accessorio! Stranamente il governo italiano non è mai statocosì efficiente come in questa occasione, nor-malmente si discute per mesi, si apportanomodifiche al testo iniziale, i partiti fanno a brac-cio di ferro per spuntare la maggioranza e inve-ce, in questa occasione, non c’è stato nemmenoil tempo per attendere l’entrata in vigore delprovvedimento che già era attuato.I voucher, usati correttamente, erano un validoaiuto alle aziende che necessitavano per breviperiodi di forza lavoro aggiuntiva occasionale; nonper niente il loro nome tecnico era proprio lavorooccasionale accessorio. Soprattutto per i giovanierano un modo per iniziare ad entrare nel mondodel lavoro e, perché no.. un modo per guadagna-re qualcosa e concedersi qualche piccolo “lusso”.Inoltre permetteva alle aziende di “provare” lepersone per dei lavori occasionali e, se poi l’atti-vità andava ampliandosi, di richiamare il lavorato-re per un vero contratto di assunzione.Oggi tutto questo non è più possibile, le aziendeche alla data del 17 marzo 2017 fossero ancora inpossesso di voucher li possono utilizzare entro il31 dicembre 2017, gli altri devono attendere il“dopo voucher”. Si infatti, il “dopo voucher”, perché il governo haprovveduto a creare uno strumento simile allavoro accessorio, ma con restrizioni importanti.La manovra è stata in corso di lavorazione perpiù di un mese, molte sono state le modificheapportate durante questo periodo, ma con l’ap-provazione della manovra correttiva del 15 giu-gno 2017 la nuova normativa del lavoro occasio-nale è operativa.Vediamo in cosa consiste questo nuovo strumento.La prima importante novità è che il lavoro occa-sionale può essere utilizzato solo da aziende cheabbiano in forza fino a 5 dipendenti a tempo inde-terminato: sono completamente escluse leaziende agricole e gli edili ed affini;

La seconda novità riguarda il tetto annuo; essoinfatti scende a 5.000,00 euro per l’azienda edogni lavoratore potrà essere pagato fino a2.500,00 euro;La terza novità è di natura burocratica. Vieneinfatti previsto un contratto di lavoro online sem-plificato e l’introduzione di uno “scalino” d’in-gresso, in quanto si può attivare il nuovo contrat-to telematico per non meno di quattro ore.A cambiare è anche l’importo orario minimo pre-visto: 9 euro netti e 12,37 euro lordi, quindi insostanza i “nuovi” voucher saranno più cari per leaziende, ma i lavoratori occasionali percepirannoun po’ di più .Per quanto riguarda le famiglie è prevista l’intro-duzione del “libretto di famiglia” per piccoli lavo-ri domestici, assistenza domiciliare, lezioni pri-vate. A differenza delle imprese, per loro non èprevisto il contratto di lavoro online semplificatoe le comunicazioni all’Inps non sono preventive,ma i dati devono essere inviati entro il 3 del mesesuccessivo alla prestazione. Il valore orario è fis-sato in 10,00 euro.Questo in sintesi il nuovo lavoro occasionale. Sem-plice? Poco! Snello? Ancora meno! Saranno le pic-cole imprese a dirci se questo nuovo strumentorisulterà utile o sarà l’ennesimo buco nell’acquache in definitiva non accontenterà nessuno.

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Edifici storici di Venezia: intonaci ai raggi xLo chiede anche l'UNESCO: contro il degrado della cittànecessario preservare i saperi storici e le buone pratiche ev

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A Venezia operare nelle costruzionisignifica rapportarsi con il restauro deicirca venti mila edifici civili, di cui tremi-la sottoposti a tutela monumentale. Sitratta di una corrispondenza dal saporeantico, immutabile, ma che perde pro-gressivamente di significato per man-canza di chi deve materialmente pre-servarla: le maestranze artigiane.Una delle lavorazioni più intimamenteconnesse al costruito abitativo della cit-tà antica è il restauro degli intonaci edelle superfici murarie, oggi purtroppoa rischio proprio per la progressiva per-dita di interpreti adeguati "Stiamo assi-

stendo - spiega Gianni De Checchi,segretario di Confartigianato Venezia -ad un tracollo delle maestranze artigia-ne capaci di intervenire con le compe-tenze tecniche e culturali che la cittàrichiede. E' un piano inclinato: in questianni di grande difficoltà dobbiamo congrande concretezza cercare di tenere leposizioni e non disperdere quel pocoche ci è rimasto". Gli artigiani veneziani sono depositari disaperi e tecniche non replicabili, quantomeno nel breve periodo: ogni attivitàche chiude è certamente un'azienda inmeno iscritta alla Camera di Commer-

in altoSala del Piovego, Palazzo Ducale, VeneziaPresentazione dello studio "Conoscenza e restauro degli intonaci e delle superfici murarieesterne di Venezia"

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cio, ma, soprattutto, rappresenta unvuoto che solo in rarissimi casi verràcompensato da nuove aperture.Un'emorragia difficile da arrestare;nonostante tutto l'Associazione degliArtigiani di San Lio ha individuato tredirettrici lungo le quali si sta muovendo."La prima è la formazione del persona-le - spiegano Francesco Busato e Mat-teo Busolin, rispettivamente presidentee vice presidente del settore Edilizia diConfartigianato Venezia - attuata siacon percorsi di natura pratica che teori-ca. Nello specifico i percorsi su "Gliintonaci tradizionali a base di calce aVenezia" si stanno rivelando un'impor-tante occasione di confronto e di appro-fondimento per gli artigiani venezianiriguardo la conoscenza dei carattericostruttivi, la scelta dei materiali e letecniche applicative". La seconda è la promozione e la tuteladella categoria. Su questo tema l'Asso-ciazione è da tempo attiva nei confrontidel cittadino/utente sulla scelta delleaziende artigiane a cui affidare i lavori."Il messaggio a più riprese comunicato- prosegue De Checchi - è che le impre-se edili specializzate nel restauro e nel-le manutenzioni che operano nel rispet-to delle regole sostengono una serie dicosti aziendali fissi incomprimibili.L'obiettivo è far capire quindi che pre-ventivi a prezzi stracciati spessonascondono "trappole" che rischiano dicostare care, anche in termini diresponsabilità".Una battaglia prima di tutto culturalequindi, oltre che di tutela della catego-ria: chi opera abusivamente, o nonrispettando le regole, non rispetta nem-meno la città e chi ci vive, favorendone ildegrado. Su questo fronte Confartigia-nato Venezia cerca alleati.La terza è la codificazione dei saperi. "E'forse quella più complicata e difficile daattivare - commenta Enrico Vettore,responsabile dell'Ufficio Categorie diConfartigianato Venezia - perché richie-de un grande sforzo collaborativo peruna larga condivisione delle linee diprincipio e delle procedure operative. Inquesto processo tutti i principali attoridevono essere coinvolti pena l'autorefe-renzialità".

"La definizione delle buone prassi -puntualizza Francesco Trovò, funziona-rio della Soprintendenza ABAP per ilComune di Venezia e Laguna - è fonda-mentale per una scelta di interventoconsapevole indirizzata verso il rifaci-mento degli intonaci piuttosto che versola loro conservazione".Buone prassi richieste dall’Ente di tute-la, nei casi di edifici vincolati, ma anchesollecitate dal Piano di Gestione del SitoUnesco Venezia e la sua Laguna checontempla, tra le varie azioni, l'elabora-zione di una serie di "Quaderni di prati-ca per la tutela attiva del capoluogolagunare" al fine di preservare, attra-verso l’azione di tutela lo straordinariopaesaggio urbano, il cui valore è Patri-monio dell’Umanità dal 1987. Ed è proprio in questo contesto che

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Confartigianato Venezia ha promossonel 2013, uno studio sui serramentidegli edifici storici di Venezia e su quel-la scia oggi contribuisce alla realizza-zione e alla diffusione di un secondostudio dedicato agli intonaci e allesuperfici murarie."Questo volume - spiega Trovò in vestedi coautore dello studio, insieme aFrancesco Doglioni, Angela Squassinae Luca Scappin e ad altri numerosicontributi di competenti addetti ailavori - nasce dalla collaborazione traenti (Università IUAV, Comune, Soprin-tendenza) e associazioni di categoria(Confartigianato) e ordini professionali(Ordine degli Architetti) ed è stato for-temente caldeggiato dall’allora soprin-tendente Renata Codello e sostenutodall’attuale soprintendente EmanuelaCarpani. Vuole mettere a fuoco il temadelle superfici di intonaco e in laterizioa vista che, combinandosi tra loro, for-mano con la pietra le architetture dei

fronti. Una ricerca approfondita percomprendere meglio l’articolazionestorica e costruttiva che Venezia offrecon questi suoi elementi, troppo spes-so a torto considerati solo come losfondo di più riconoscibili manufatti inpietra".Nel testo vengono infine proposti unaserie di criteri e indirizzi ai quali gli ope-ratori possono riferire i loro interventisulle superfici, per consentire di artico-larli in rapporto alla natura del fronte edei suoi paramenti, al loro stato di con-servazione e al contesto; in sostanzaper elaborare il progetto, motivandoloanche come risposta misurata all’ag-gressione ambientale. Viene infine riba-dito che solo un costante controllo eindirizzo degli interventi edilizi è in gra-do di scongiurare una pericolosa omo-logazione degli esiti e di allontanamen-to da istanze conservative. Concetti sui quali la Confartigianato ve-neziana esprime piena convergenza dalmomento che tutti i contributi riportatiall'interno dello studio, oltre a rappre-sentare una straordinaria opportunità diarricchimento tecnico / professionale edi approfondimento storico, si pongonol'obiettivo di sostenere la salvaguardiadel capitale umano impiegato nel com-parto artigiano dell'edilizia. "Un quaderno - conclude Vettore - chesi colloca quindi perfettamente in que-sto contesto, di tutela delle tecniche edei saperi legati ai mestieri artigianitradizionali, vero patrimonio della cittàe della valorizzazione dei suoi miglioriinterpreti. E' vivamente auspicabile cheun testo di tale rilevanza possa acquisi-re rapidamente lo status di strumentodidattico. Per quanto ci compete noiprovvederemo a darne da subito la piùampia diffusione adottandolo come veroe proprio manuale di buone prassi perle nostre imprese".Lo studio "Conoscenza e restauro degliintonaci e delle superfici murarie ester-ne di Venezia" è stato presentato il 16giugno alla Sala del Piovego a PalazzoDucale alla presenza di oltre 150 traliberi professionisti, artigiani, funziona-ri pubblici e studiosi della materia epresto sarà disponibile anche il volumeedito da Il Prato di Padova.

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Il fascino delle Impiraresse al Chiostro della SS. TrinitàDedicata ai quattro elementi: terra, acqua, fuoco e aria la sfilata dei gioielli realizzati in vetro

L'Archivio di Stato di Venezia ha ospitato lo scorso 23giugno, presso il Chiostro della SS. Trinità, la settimaedizione della "Festa delle Impiraresse", il festival de-dicato a uno dei mestieri veneziani riservato al gene-re femminile: la professione di impiraressa, legata al-la produzione di collane e monili di perle, che ha inte-ressato molte donne dei sestieri popolari di Castello eCannaregio ma anche dell'isola della Giudecca. Tra lafine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, girandoper le calli, si potevano notare ed ascoltare queste la-voratrici - spesso in gruppo fuori dagli usci di casa -che trascorrevano le ore a impirar perle. Erano facil-mente riconoscibili poiché portavano tutte la stessapettinatura, il cocòn, cioè lo chignon raccolto sulla nu-ca e tenevano in grembo le loro ceste di perline, divi-se per colore e dimensione.Una mostra fotografica e documentaria, curata daMaria Teresa Sega, è stata allestita nel chiostro: otto

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grandi pannelli per ripercorrere la sto-ria di queste donne lavoratrici attraver-so articoli di giornale, documenti, foto,cartoline e dipinti. Dalle prime impira-resse, sedute nelle calli di Castello, alleultime che uscivano dalle fabbriche diperle veneziane negli anni '60, fino aquelle attuali che ancora oggi realizzanomeravigliosi monili. A completare lamostra, all'interno di alcune bacheche,oggetti e materiali di lavoro con annes-se spiegazioni e terminologie dialettali;esposizione, questa, curata da MarisaConvento. Presenti alla festa anche al-cune impiraresse il cui compito è statoquello di far rivivere con una dimostra-zione in diretta l'arte dell'infilatura del-le conterie. Dopo un breve saluto del di-rettore dell'Archivio, Raffaele Santoro eun'introduzione al luogo storico che haospitato la festa, l'attrice ChirastellaSerravalle ha, con grande verve, inter-

pretato racconti, aneddoti e villotte, of-frendo così una vivace pennellata sulla vi-ta delle impiraresse. Ad anticipare il cloudella festa, ovvero la sfilata, la lettura dialcune poesie di Giampaolo Simonetti chehanno fatto per l'appunto da preludio al-l'entrata delle modelle che indossavano igioielli in vetro della Ditta Gioia ispirati aiquattro elementi: aria, acqua, terra e fuo-co. Cristalli iridati in grandi spirali comevortici di aria ghiacciata, minuscole perlee cristalli che sembrano zampillare dauna fontana d'acqua blu elettrico e poicolletti con i colori della terra e fili d'erbafatti di conterie che ondeggiano comemossi dal vento, ed ecco il fuoco congrandi piastre di vetro come braci da cuipartono spirali di fiamme di conterie. Adaccompagnare le 16 modelle, vestite conun'eleganza che richiamava gli anni'50, iflauti degli allievi del Conservatorio Be-nedetto Marcello.

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Confartigianato & VideoConcorsoFrancesco PasinettiIl Festival del cortometraggio e del micrometraggio a Venezia

foto di Cecilia Pennisi

Si è svolta lo scorso 1 giugno al LiceoArtistico Michelangelo Guggenheim lapremiazione del Festival Pasinetti.Giunta alla 14° edizione, la manifesta-zione come tutti gli anni ha saputodonare un pieno di sorprese, mettendoalla prova i numersi partecipanti.Il VideoConcorso “Francesco Pasinetti”,rassegna del cortometraggio e delmicrometraggio a Venezia, dedicato allamemoria del grande regista, sceneggia-tore e critico veneziano, protagonistadel panorama cinematografico nellaprima metà del secolo scorso, è unFestival nato e cresciuto in città che neltempo si è consolidato sviluppando itemi del dialogo intergenerazionale einterculturale, della convivenza cordialee del turismo sostenibile, parlando distoria della città attraverso lo sguardofresco e genuino dei giovani e quelloattento e maturo di videomaker esperti.

Un cammino costellato di incontri e dia-loghi frutto di collaborazioni e di nume-rose partecipazioni. L’attenzione rimanefocalizzata sulle tematiche che da sem-pre lo caratterizzano e sulla città con lasua bellezza e il suo fardello di proble-mi. Nella selezione finale, è stata data

in queste paginealcuni momenti della premiazione

della 14a edizione del Festival Pasinetti

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quest'anno particolare rilievo al generedocumentario, soprattutto legato allacittà di Venezia e ai video che trattanotemi sociali e ambientali. Il concorso Pasinetti, che in questi anniha potuto fregiarsi della medaglia delPresidente della Repubblica per il suovalore socioculturale, è gratuito ed aper-to a tutti; si articola in più sezioni, alcunedelle quali hanno specifici destinatari. Preziosa la collaborazione con la Con-fartigianato che ha premiato la sezione“Venezia: una città”, premio vinto poi da"Veludere" di Angela M.L.Colonna,video dedicato alle ultime cinque tessi-trici rimaste a perpetrare la tradizioneartigianale serica di velluti e soprarizzi,ancora realizzati a mano su telai ligneidella Serenissima presso la tessituraBevilacqua.Il primo premio del VideoConcorso èstato assegnato dalla giuria, presiedutada Carlo Montanaro, critico cinemato-grafico, a “La Perla Sotto i Solchi deiGiganti” di Valeria Degli Agostini, giova-ne graphic designer padovana, specia-lizzata nella modellazione e animazionecon cinema 4D. La video maker ha cosìricevuto il premio in denaro di 400 euroofferto dalla Confartigianato di Venezia.“La Perla Sotto i Solchi dei Giganti” è uncartone animato che ha come scopo ladenuncia del passaggio delle "grandinavi" in Bacino San Marco, un tema digrande attualità e molto sentito dallacittadinanza veneziana. Il rumore realesubacqueo del passaggio di una grandenave è stato registrato con un idrofono.Dal video si percepisce come fuori dal-l'acqua le navi siano silenziose mentresott'acqua creano un rumore acutomolto forte. Il corto racconta il passag-gio di una grande nave, visto (e soprat-tutto sentito) non dalla terra ma da sot-t'acqua, dal punto di vista dei pesci,rappresentati nel corto sotto forma dicreature umanoidi per facilitare l'im-medesimazione dello spettatore. I vincitori delle diverse sezioni hannoricevuto un premio in attrezzature infor-matiche, offerto da Coop Alleanza 3.0. Ilvideo vincitore del Festival, ed una sele-zione dei prodotti più interessanti, sonostati anche proposti in occasione dellaMostra del Cinema di Venezia.

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Nella rivista "All'Archimede" la storia dei fotografi veneziani dell'800

Oggi i fotografi e cineoperatori del cen-tro storico sono solo 28 e il trend attua-le non promette bene, infatti, nel 1963 ifotografi e cineoperatori erano 71, nel1976 erano 65, nel 1992 erano 52 e nel2002 solo 32. Nel 1800, invece, se necontavano oltre un centinaio. Ce lo rac-conta un'ampia e articolata ricercacomparsa sulla rivista "All'Archimede".Nata come raccolta privata negli annisessanta, l'Associazione CulturaleArchivio Carlo Montanaro è una dellepiù importanti e ricche collezioni dimateriale cinematografico d'Italia. Trale attività promosse a partire dal 2014,l'edizione del trimestrale "All'Archime-de" sfogliabile nel sito www.archivio-carlomontanaro.it. Ce ne parla CarloMontararo.

Nell'"Archimede" si parla dei fotografiveneziani dell'800. Come è nata questaricerca storica ?"Nell'ultimo numero della rivista si è

giunti al censimento dei fotografi vene-ziani dell’800 (oltre 100 professionistidel mestiere) in modo contestuale, ovve-ro basato, di massima, sulla mappaturadei segni che gli stessi professionistiavevano prodotto nel tempo in particola-re nelle "carte da visita" il più piccolo deiformati (stampa all'albumina incollatasu cartone) in uso dedicato sia a copie diimmagini disponibili anche in maggioresuperficie (dal "formato gabinetto" in sufino all’imperiale") che alla ritrattistica.Nel retro, questi cartoncini con l’indiriz-zo del suo stabilimento, eventuali detta-gli onorifici e/o le speciali caratteristi-che di alcune lavorazioni. Il tutto spessoperfino con una grafica accattivante.Altre indicazioni sono state trovate sualtre tipologie di supporti rigidi come, adesempio, quelli che conservano le ste-reoscopie. Per completamento e verificasono state consultate e confrontate altrefonti d'epoca come almanacchi e indiriz-zari, ma anche gli studi specialistici più

in queste pagineCarlo Montanaro

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recenti. Il periodo preso in esame è l’ot-tocento ma di certo esistono sconfina-menti nel secolo successivo. Fondamen-tale la partecipazione al progetto e allaredazione di Alessandro Mander, colle-zionista curioso ed attento, che ha accu-mulato anche un numero importante di“carte da visita”."

Come è stata creata la mappatura dellapresenza logistica dei fotografi vene-ziani di quel periodo ?L'indagine ha messo in evidenza la pre-senza logistica dei fotografi a Veneziaattraverso una semplice rielaborazionedei dati relativi alle varie imprese arti-gianali che, nel tempo, si sono succedu-te in città. L’indicazione anagrafica vieneillustrata da una piantina di Venezia,

supplemento de L’Adriatico Giornale delMattino, che risale all’inaugurazionedella prima Biennale, al 1895, che vieneriproposta ingrandita sul cuore di Vene-zia, su quella Piazza San Marco ele-mento storico, religioso, spettacolare enel contempo commercialmente fonda-mentale per il lusso e per il turismo.Non a caso nei portici delle procuratie eperfino nelle botteghe esistenti allabase del campanile abbattute nel 1883,si riscontra la più alta concentrazionedell’offerta fotografica. Con la propostadi vendita di copie delle immagini neivari formati, nelle varie possibilità dicolorazione e rilegatura di quelli chedivennero ambiti "Ricordi di Venezia",che iniziarono a riempire le valige deisempre più frequenti visitatori, per poipassar la mano a sistemi di stampa viavia meno raffinati. Quanto si propone è,come per le “carte da visita” un primoapproccio basato sulla verifica di testi eappunti vari e, soprattutto, sull’analisidei materiali d’epoca appartenentiall’Archivio Carlo Montanaro e alla Col-lezione di Alessandro Mander".

Quando è nata la dagherrotipia a Vene-zia ? (sistema di ripresa in uso nei pri-mi tempi della fotografia, basato sul-l'uso di una piastra di rame ricoperta diioduro d'argento ) "Si può indicare il 1839 come data d’ini-zio dell’identificazione dell’ing. Mala-carne come iniziatore di attività legatealla dagherrotipia. Seguito dal triestinoCarlo Gros “si fanno ritratti di qualun-que genere con mezzo del dagherroti-po”. Nel 1848 in una nota della polizia siidentifica come Maistrello un dagherro-tipista che alloggiava all’Albergo AlCavalletto. Tra i primi fotografi si trova-no i nomi di Ferdinand Brosy da Aqui-sgrana, i Vogel, con il nipote CarloReinhardt da Magonza, Jacob AugustLorent che usava negativi su carta ince-rata en amateur. Ma anche firme impor-tanti come Giuseppe Cimetta, Lewis, Bresolin prossimo professore di pae-saggio all’Accademia di Belle Arti, LuigiBurlinetto".

Ulteriori informazioni sul numero 5/6di "All'Archimede"

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Premiata l'originalità del "Gufo"firmato Primo BollaniAssegnata una coppa anche al fabbro venezianoalla rassegna artistica romana "Premio Capitolium"

Il fabbro veneziano Primo Bollani si èaggiudicato una coppa alla XI edizionedel Premio Capitolium 2017, tentosi dal3 al 14 maggio a Roma in Piazza delPopolo, presso il prestigioso complessomuseale “Sale del Bramante”. Il suo"Gufo" è stato difatti giudicato la miglio-re opera in lizza per originalità. Al ver-nissage, svoltosi con la presenza delcritico d’arte Vittorio Sgarbi e dellaprincipessa Ginevra Giovannelli e dialtre personalità del mondo della cultu-ra, si sono evidenziate gli obiettivi diquesto premio. Il Premio Capitolium, realizzato da Artein Cammino, come rassegna internazio-nale pone a confronto espressioni arti-stiche di diverse origini. Punti di vistadiversificati, esigenze di creatività dimolteplici maniere, nell’intento di rea-lizzare un confronto tra culture, crean-

do tra esse un nodo indissolubile dinatura spirituale; pittura, scultura,astratto e figurativo, ceramica e foto-grafia, colore, segno e gesto….ogni for-ma artistica in queste mostre è tramitetra il creatore e l’osservatore per coin-volgere quest’ultimo ed invitarlo ariflettere sul fatto che “non fu la ruota,ma l’arte, la più grande invenzione nel-la storia dell’umanità“. La manifesta-zione si svolge nel cuore della cittàeterna, dove il Colosseo (il monumentopiù visitato al mondo) è divenuto simbo-lo di Roma, dell’Italia tutta ed ora anchedi “Arte in Cammino”. Il tema della ras-segna è libero e sono state ammesseopere di pittura, scultura, ceramica,mosaico e fotografia. Ai primi 6 classificati, in diverse catego-rie, scelti dalla giuria, è stato consegna-to un simbolico trofeo, premiata anche

in queste paginePrimo Bollani

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l'Officina Fabbrile di Bollani Primo,aperta dal 1982 e situata a Venezia,Castello 5567. "Nella mia officina c'èferro dappertutto e di ogni forma, soprail gran banco da lavoro arnesi delmestiere - afferma soddidfatto Bollani -Il mio lavoro? Il fabbro! Ma dal 2002lavoro il metallo in maniera diversa.Realizzo miniature di Venezia, creoritratti e oggettivistica varia rigorosa-mente in ferro e acciaio ed è per me ungrande piacere partecipare a delleesposizioni per far vedere le mie opere,per sentire i giudizi della gente. Nelfrattempo però continuo il mio lavoro disempre: cancelli, inferriate, riparazionidi ogni genere".

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El Todaro Benefico, 48 anni di solidarietà”

Quasi cinquant'anni di solidarietà tar-gati "El Todaro benefico", storica asso-ciazione benefica, fondata da un grup-po di amici della zona di Santo Stefanonel 1969. "Da allora ad oggi sono cam-biate tante cose, ma non la necessitàdi aiutare anziani soli, ragazze madri,famiglie in difficoltà, famiglie bisogno-se che hanno bisogno persino di unaiuto per i generi alimentari" - spiegaSergio Boschian, attuale presidente -L'associazione fu fondata nel patrona-to di San Samuele, spazio nei pressi dipalazzo Grassi che oggi è diventatosede di mostre. Erano anni in cui siaiutavano quelle famiglie che faticava-no ad arrivare a fine mese, aprendoloro un conto corrente al negozio dialimentari".Oggi l'associazione - che ha sede in una

laterale di Calle delle Botteghe a SantoStefano (San Marco 2988) e che conta270 iscritti-pensionati che si autotassa-no per aiutare i più bisognosi - svolgeuna serie di attività benefiche incentra-te nel sostegno di enti caritatevoli,come Betania, nella visita degli anzianipresso le case di riposo, ma anche inadozioni a distanza, senza però trascu-rare anche le piccole cose che possanooffrire un sorriso a chi ne ha più biso-gno, come ad esempio portare il 25aprile "il bòcolo" alle ospiti dell'istitutoSanta Maria del Mare, un gesto che siaffianca ai regali agli ospiti dell'istitutoCarlo Stebb, al vestiario per detenute eloro bambini, all'acquisto di letti ortope-dici per anziani, insomma un silenziosocostante e fondamentale supporto asostegno dei più deboli.

in queste pagineil Presidente

Sergio Boschian

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Negli anni vari gli importanti contributiofferti dall'associazione come ad esem-pio l'assegno di 5 mila euro alla famigliamestrina la cui figlia è affetta dalla sin-drome di Rett. I fondi raccolti, e donatinel corso di una festa organizzata nellapropria sede, inizialmente sarebberodovuti servire per l'acquisto di un pun-

tatore oculare che permettesse allabambina di dialogare con i genitori. Poiè subentrata la Usl 3 che ha concesso lostrumento in comodato d'uso gratuito aseguito indicazioni rilasciate dall'Istitu-to San Paolo di Milano specializzato inmalattie rare e che segue da tempo labambina mestrina. In tanti hanno volutoaiutare la famiglia, e l'associazione ElTodaro Benefico è stata, anche in que-sto caso, in prima fila in città per aiuta-re concretamente e assistere le perso-ne meno fortunate e bisognose.Tra gli altri validi contributi l'acquisto diun serbatoio da 10mila litri per la rac-colta di acqua piovana in una località delKenya ed un importante quota per l'ac-quisizione di un macchinario per l'emo-dialisi destinato al reparto pediatricodell'Ospedale dell'Angelo.Tra le altre attività benefiche dell'asso-ciazione ricordiamo l'acquisto di deter-sivi e prodotti per l'igiene intima desti-nati all'istituto Betlemme di Veneziache assiste persone disagiate oppuregli indumenti ed giocattoli per i bambi-ni dei detenuti e altri prodotti per l'igie-ne personale.Tra le finalità statutarie, infatti de "ElTodaro Benefico", c'è "la valorizzazionedella persona e della famiglia neimomenti di necessità tramite contribu-ti, sovvenzioni, fornitura di beni, ausili,attrezzature e protesi". Oltre all'incenti-vazione e all'organizzazione di iniziative"per sostenere persone in condizioni dinecessità e raccogliere fondi ai fini del-la solidarietà e beneficenza".Contributi pubblici? Ora nessuno."Campiamo con le donazioni, il 5 permille e le entrate da attività sociali".

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Benvenuti a casa: nuovo ufficio a PellestrinaInaugurata la nuova sede Confartigianato a Portosecco

Giornata di festa per le imprese artigia-ne dell'isola di Pellestrina con l'inaugu-razione della nuova sede a San Pietro inVolta, località Portosecco, n. 110/b,svoltasi lo scorso 21 giugno alla presen-za di oltre 20 imprenditori locali. "Leaziende dell'isola - spiega Gianni DeChecchi, segretario di ConfartigianatoVenezia - da tempo ci chiedevano unospazio più ampio e funzionale. Con que-sti nuovi uffici, a cui si aggiunge unasaletta riunioni, siamo convinti di soddi-sfare le esigenze di aggregazione deinostri Soci ed intensificare quindi l'atti-vità formativa e sindacale.Nell'economia di Pellestrina l'artigia-nato riveste un ruolo di primo piano:sono poco meno di 40 le imprese arti-

giane operanti nell'isola per circa 110addetti di cui il più dell'80% impegnatenel comparto delle costruzioni. "Si trat-ta di un artigianato polarizzato a fortevocazione edile e impiantistica - spiegaSimone Crosara falegname artigiano edelegato di Pellestrina - il cui mercatodi riferimento è sostanzialmente legatoalla manutenzione del patrimonio abi-tativo dell'isola. I clienti delle nostreimprese sono per lo più privati dove peranni faceva fede la vecchia stretta dimano. Negli ultimi tempi però anche noici siamo dovuti adeguare ai grandi cam-biamenti della società e all'introduzionedi normative via via più stringenti inmateria di appalti e sicurezza con unaburocrazia sempre più impattante; per

in questa paginaAntonio Moressa

Gianni De Checchicon il Delegato della

Protezione Civile di Pellestrina

a destraSimone CrosaraDelegato di zona

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questi motivi la presenza stabile del-l'Associazione con tutti i suoi servizi sirivela per noi di vitale importanza".Ma qual è lo stato di salute degli artigia-ni di Pellestrina?"E' sostanzialmente stabile - prosegueDe Checchi - e comunque meno in sof-ferenza di altre aree del nostro Comunecome quelle della Terraferma. La collo-cazione geografica così decentrata seper molti aspetti è penalizzante per altrisi rivela decisiva in quanto prevale l'ef-fetto fortezza: chi è dentro è dentro etutt'al più "sconfina" al Lido; ma chi nonalmeno ha un magazzino in isola non siavventura neanche di sbarcarvi per gliinsostenibili costi legati alla logistica in

particolare quelli dei trasporti".Ma anche a Pellestrina il vento sembracambiare. Dopo il tracollo del settoredella pesca, per decenni elemento fon-dante l'economia dell'isola, oltre all'ar-tigianato delle costruzioni sta facendocapolino una nuova tipologia di impreselegate all'accoglienza dei visitatori. "E ilturismo esperienziale - spiega EnricoVettore, responsabile Ufficio Categoriedi Confartigianato Venezia - che soddi-sfa una domanda di vacanza diversa piùrilassante e interessata a vivere il terri-torio nella sua interezza; già la pesca,causa crisi, si sta convertendo per cre-arsi nuove forme di integrazione al red-dito con l'ittiturismo, ora anche l'arti-gianato, soprattutto quello alimentare edei trasporti, intravede buone possibili-tà di crescita".L'inaugurazione della nuova sede è sta-ta preceduta da un seminario sui nuoviincentivi fiscali per le imprese tenutodalla consulente aziendale Dott.ssaLara Citon che ha riscosso particolareinteresse al punto che già tre aziendehanno richiesto un appuntamento perconsulenze mirate alle proprie esigenzedi sviluppo imprenditoriale.La serata si è poi conclusa con unapprezzato rinfresco fornito da Alessan-dra Campolonghi, nostra associata,titolare del bar gelateria artigianale"Laguna" a San Pietro in Volta.

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Dall'antico al nuovo all’insegna della bellezza...Una mostra per ricordare l'artista del legno Alberto Benedetti

Un omaggio a suo marito Alber-to Benedetti e alla sua arte.Questo l'obiettivo della piccolamostra, contenente alcune dellesue ultime opere, mai ancoraesposte, che la moglie ChiaraMoccia, ha voluto dedicargli, adotto anni dalla sua scomparsa,all'interno del negozio/labora-torio in campo Santa Marina,uno spazio che ospitò fino al2000 il padre di Alberto, fondito-re di piombo, realizzatore disouvenir ma anche di piombi dapesca. Quell'antico laboratoriopoi divenne, fino al momentodella scomparsa, l'atelier diAlberto Benedetti, docente diFisica all'Istituto Nautico Venier,poeta ed artigiano/artista dellegno, testimone e interprete diun artigianato veneziano di pre-gio e che, al pari di altri artisti(orafi e vetrai), artigiani contem-poranei che operano tutt'ora, hacercato di dare una svolta al tes-suto produttivo veneziano, nelsuo caso sperimentando attra-verso il legno nuove forme diespressione artistica. A partire dal 2000 il percorsoartistico di Alberto è attraversa-to da una coerente evoluzioneche affonda le sue radici in unprofondo legame con la culturaveneziana, assunta come guidae riferimento. Tradizione e in-novazione sono i poli che Alber-to riesce a coniugare in tutta lasua opera, alimentando questofitto dialogo con accenti semprepiù appropriati, dettati da unacrescente sicurezza. Utilizzan-

do legno di rovere, noce o cile-gio, realizza sia oggetti decora-tivi di modeste dimensioni siaelementi funzionali d'arredo co-me ad esempio, sedie e scale.Tra le sue opere più particolariquelle che prendono spunto e siispirano ai merletti di Burano,dove il merletto torna ad esserestudiato ed apprezzato, ma sitrasforma. In alcune occasionil'artigiano/artista è riusci-to anche ad utilizza-re il piombo delpadre fondito-re, creandoun ferro dagondola chenon ha pro-blemi di so-lidità statica.

nel cerchioAlberto Benedetti

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L'anno d'oro dello sport venezianoCalcio Venezia, Reyer e, ciliegina sulla torta, Federica Pellegrini Oro mondiale

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L'oro nei 200 stile libero conquistati daFederica Pellegrini ai Mondiali di Buda-pest sono la ciliegina sulla torta diun'annata davvero incredibile per Vene-zia. Viva le glorie del nostro leon, recital'Inno a San Marco, patrono della città diVenezia e in questo caso le glorie sonotutte sportive. Prima il Venezia di PippoInzaghi in Serie B, con tre giornated'anticipo (oltre alla Coppa Italia di LegaPro), quindi la Reyer di Walter De Raf-faele che ha vinto un meritato scudetto.Dopo anni di decadenza, il calcio e ilbasket veneziano sono risorti dalleceneri quasi a braccetto.La parentesi di Serie A vissuta dal Vene-zia a cavallo del 2000 era stata tantoemozionante quanto fugace, poi la fugaa Palermo di Zamparini faceva da prelu-dio al fallimento del 2005. Nel decennioseguente, il calcio lagunare sarà disa-strato da altri due crac, con la squadrasu e giù tra Lega Pro e Serie D. La cor-data americana che rilevò il neonatoVenezia FC nel 2015 segnò la svolta. JoeTacopina presidente, Giorgio Perinetti

direttore sportivo e dopo la promozionein Lega Pro, l'arrivo in panchina di Filip-po Inzaghi. Da non trascurare poi, sem-pre in ambito calcistico, la promozionein Lega Pro del Mestre calcio.E veniamo al basket. La scalata degliorogranata per tornare ai vertici delbasket nostrano è stata lunga ma ine-sorabile, a partire dal fallimento del1996. Luigi Brugnaro, oggi sindaco diVenezia, si è insediato ai vertici societa-ri dieci anni dopo, portando la squadradalla B1 alla massima serie nell'arco dipoche stagioni. Qui la Reyer si è affer-mata come una realtà solida e determi-nata, registrando importanti successianche a livello giovanile. E dopo diversestagioni ai piani alti, per Thomas Ress ecompagni il 2017 è stato l'anno dellaconsacrazione. Non altrettanto si può dire delle infra-strutture. Lo Stadio Pier Luigi Penzonell'isola di Sant'Elena, il secondo piùantico d'Italia tuttora in uso (eretto nel1913, due anni dopo il Ferraris di Geno-va), è tanto suggestivo quanto obsoleto

La Reyer festeggia lo scudetto di basket

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mentre la Reyer che fino al 1976 hadisputato le gare casalinghe alla ScuolaGrande della Misericordia, un edificiocinquecentesco, per trasferirsi nel nuo-vo PalArsenale, si è dovuta comunquespostare al Palasport Taliercio diMestre. E ora si attende il fantomaticonuovo stadio vicino all'aeroporto MarcoPolo, di cui si parla (e basta) dai tempi diZamparini.

"Ci Voleva...Sicuramente ne avevamo bisogno!È vero, tra la morsa dai mille problemi e angosce che quotidianamente ci ritroviamocostretti ad affrontare, questo era probabilmente l'ultimo dei nostri pensieri, mauna iniezione di "orgoglio", come questa, fa decisamente bene! Ti fa scattare unasorta di "autostima", ti fa recuperare i valori dell'appartenenza, ti fa risvegliare l'or-goglio da troppo tempo assopito: orgoglio di essere ed appartenere a quel piccoloma straordinario popolo di "Isolani”, che da sempre nella storia, ha saputo distin-guersi dimostrando di saper rendere Possibile anche, L'IMPOSSIBILE. E l'esempio lo"è la nostra "Unicità!Grazie Reyer, grazie Venezia F.C. e grazie Pellegrini, grazie per averfatto riascoltare a tutti e a gran voce...il "Ruggito, del nostro LEONE".

Monica Bondesan (Collaboratrice famigliare della ditta Giovanni Giusto, marmista)

"La stagione dello sport veneziano è stata trionfale grazie allo scudetto della Reyer Veneziae alle promozioni del calcio Venezia e calcio Mestre. Sono stato coinvolto nell'ultimo bien-

nio come sponsor della Reyer, ed è stata un'esperienza ricca di emozioni. La squadra èstata spinta dalla città che non ha fatto mai mancare il proprio apporto, anche neimomenti più difficili della stagione. Vedere il palasport sempre pieno di famiglie, bam-bini, ragazzi e adulti è stata l'arma in più che ha spinto Ress e compagni alla finale-four di Champions prima, e alla cavalcata dei play-off culminata con la conquista del-

lo scudetto in gara 6 a Trento. L'ultima immagine impressa nella mia mente è la festascudetto, partita da Piazza San Marco e terminata in Piazza Ferretto a Mestre, con

migliaia di persone a sfilare per le strade indossando una t-shirt granata".

Giancarlo Bareato (grafiche "Al Canal" - stampatore)

Davvero un anno di grandi soddisfazioni per lo sport veneziano, in particolare per lo storicoscudetto conquistato dalla Reyer. Ho un paio di ricordi a testimonianza della mia gran-de passione per il basket. Il primo è molto antico e risale addirittura agli anni '70 quan-do andavo a seguire le partite e anche gli allenamenti della Reyer alla Misericordia emi sedevo sulle nicchie dei grandi finestroni della palestra più bella del mondo; ilsecondo è più recente, fine degli anni '80, quando al palazzetto dell'Arsenale, inoccasione di una partita contro la Virtus Bologna, il grande Praja Dalipagic ha mes-so a segno ben 70 punti. Con tanto di lapide commemorativa a futura memoria!

Enrico Vettore, responsabile Ufficio Categorie Confartigianato Venezia

Il Calcio Venezia festeggia la promozione in serie B

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Le ricette della MarisaVanda, figlia di Marisa, prosegue la tradizione nella locanda aperta nel 1965

Piccola locanda sul canale di Cannaregio, sul-la cui riva è possibile gustare i pranzi e le ceneestive. La cucina, portata avanti da Anna, figliadi Marisa Bertolini, è molto semplice: piattiabbondanti e fedeli alla tradizione. DallaMarisa si possono trovare gli intramontabilidella cucina veneziana casalinga: moscardiniin umido, spienza bollita (milza), baccalàmantecato o frittura mista di pesce. La genui-nità delle pietanze e l’accessibilità dei prezzifa del ristorante meta ambita da studenti eturisti. Cannaregio 652b, Fondamenta di San Giobbe,VeneziaChiusura: domenica, lunedì e mercoledì seraTEL: 041/720211

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INVOLTINI DI VITELLO CON ASPARAGI

Ingredienti per 4 persone: mezzo kg di fettine di vitello sottili; 1 etto e mezzo di fettine di lardo; 1 asparagi verdi sottili; 1 bicchie-re di vino bianco; 1 spicchio di aglio; salvia, olio di oliva, pepe e sale qb.Preparazione: tagliare a pezzi gli asparagi eliminando la parte più dura, mettendo da parte le punte. Stendere su ognifettina di vitello una fettina di lardo, una foglia di salvia e un pezzo di asparago crudo, chiudere l'involtinocon uno stuzzicadente. Soffriggere gli involtini in una pentola con un po' d'olio e uno spicchio d'aglio.Quando saranno dorati, bagnare con il vino bianco e lasciare sfumare. Cuocere per 45 minuti, poi aggiun-gere le punte di asparago e cuocere per un altro quarto d'ora. Impiattare poggiando sugli involtini le pun-te di asparago. Vino di accompagnamento: Collio Pinot Bianco DOC "Cru di Capriva" di Schiopetto.

Da ex giocatore di basket e tifoso stento ancora a credere che la nostra squadra sia campio-ne d’Italia. Come pure non si può non gioire per una campionessa che negli ultimi metriin vasca ha dato quella … zampata che le ha dato un oro strepitoso.Purtroppo però lo sport veneziano rispecchia il suo tessuto economico che vede dauna parte Società statali di dimensioni internazionali ma che non possono interveni-re direttamente in società sportive, e dall’altro piccole e medie società private legateal vetro o al turismo, che hanno provato negli anni a sostenere le società sportiveveneziane. Così si è dovuto aspettare delle figure esterne per poter rivedere le nostresquadre di nuovo sulla cresta dell’onda. Solo con uno stadio od un palazzetto di pro-prietà le società possono primeggiare nelle parti alte della classifica …. altrimenti sirischia di finire come i cugini trevigiani dove, una volta chiusi i rubinetti della famigliaBenetton, basket e volley in primis, hanno visto ridimensionare drasticamente i loro obbiettiviripartendo in qualche caso dalle categorie minori.

Andrea Lavelli (ditta Dogal - corde musicali)

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LeggendoContinua la simpatica iniziativa dedicata alle piccole

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Libreria “Bertoni” - San Marco 3637/B Venezia"PERDERSI IN VENEZIA - UNA GUIDA VERSO LA LUCE" prezzo di copertina 20,00 € Questo libro vuole essere un itinerario involontario e fortunato, del visitatore capa-ce di sfuggire agli obbligatori percorsi turistici alla città di Venezia,  gli autori RenéHuyghe e Marcel Brion accademici di Francia specialisti d’arte nel loro intensosoggiorno nella città alla metà degli anni Settanta si incontrarono al Florian conDiego Valeri, che nella “Guida sentimentale di Venezia” aveva cantato quel“Perdersi in Venezia” che dà il titolo al dialogo tra i due accademici.Autore: René Huyghe – Marcel Brion • Edito da: Corbo e Fiore Editore

Libreria “Marco Polo” - Cannaregio 5886/A - Dorsoduro 2899 Venezia“ISTANBUL ISTANBUL”prezzo di copertina 17,00 €Istanbul era una città con un milione di celle e ogni cella era una Istanbul".Quattro uomini, dieci giorni e dieci storie: un dottore, un barbiere, uno studente eun rivoluzionario si ritrovano a condividere una cella angusta nei sotterranei dellaprigione di Istanbul. Tenendosi uno stretto all'altro per lenire il freddo, mentreattendono il proprio turno di essere prelevati e portati nella sala delle torture,riscoprono la bellezza e il potere della parola, e come i personaggi delDecamerone e de Il vagabondo delle stelle si raccontano storie e brandelli di unavita precedente, costruendo una narrazione corale che svela il filo che li lega, glieventi che li hanno portati fin lì e il motivo per cui si trovano imprigionati: nell'al-tra Istanbul, quella sopra la cella, quella che vive e brulica, forse qualcosa sta peraccadere, un cambiamento, una rivoluzione. Ma la vera protagonista del libro è la cittàcon tutte le sue contraddizioni: la Istanbul "di sopra" e quella sotterranea, quella dellasperanza e della luce e la sua gemella, quella dell'ombra e del dolore.Autore: Burhan Sönmez • Edito da: Nottetempo Editore

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