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Personale di St.Art

Date post: 28-Mar-2016
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Pubblicazione sulla pittrice Milena Panza - Critica di Michele Miscia
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ST•ART FLASH Milena Panza: critica di Michele Miscia Milena Panza flash
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Page 1: Personale di St.Art

ST•ART FLASHMilena Panza: critica di Michele Miscia

Milena Panza

flash

Page 2: Personale di St.Art

Anno I - 2009Numero 0Milena PanzaISBN: 978-88-6436-059-1

Direttore ResponsabileNicola Scontrino

Direttore EditorialeMichele Miscia

GraficaMarco Mazzariello

RedazioniCattedra di Storia dell’ArteContemporaneaUniversità degli studi di SalernoProf. Nicola Scontrino

Via delle Rose, 1 - LacedoniaResponsabile - Dr. Michele MisciaCell. 338 [email protected]

Via Firenze, 1 - GrottaminardaResponsabile - Dr. Silvio SallicandroTel. 0825 [email protected]

Centro perl’emersione

e la promozionedell’Arte

ST•ART FLASHMilena Panza: critica di Michele Miscia

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ST•ART FLASHflash

“Osserva, figlio mio, quel cerro maestoso. Esso non era che un tenero arbusto ed oggi è un albero gigantesco …E dov'è finito il fragile arbusto, nonno? Perché è scomparso?Non è affatto scomparso, figlio mio. Esso è nel tronco del cerro, ricoperto da molti strati di legno … per questo non riesci a vederlo … ma ti assicuro che l'arbusto è proprio là dentro …”Mi sono sempre chiesto, come feci nel mio romanzo “Come la cometa”, del quale riporto un breve brano, che fine abbia mai a fare l'infante che tutti siamo stati. Occorre forse che il “bimbo” muoia perché l'adulto viva? O, piuttosto, come a me piace credere, la vita non è altro che una perpetua “ninna nanna” che cantiamo per impedire al nostro pargolo interiore di destarsi dal suo sonno?Probabilmente è questo ciò che tentiamo, inutilmente, di fare. Se materialmente conduciamo la nostra vita in un mondo costruito dalla nostra mente su criteri (apparentemente) razionali, nei fatti il dominio su di essa è nelle mani salde del nostro inconscio, il quale, io penso, se pur inondato di sedimenti empirici, è del tutto immune dalla tirannia del tempo e dello spazio: l'inconscio è la culla in cui sonnecchia la nostra interiorità, che non può invecchia-re e che fa udire la sua voce, di solito, nel cuore della notte, come

L’infanzia negatadi Milena Panza

tutti i neonati, affidandosi a corde vocali oniriche, che ci mostrano, per sonore immagini scomposte, le nostre realtà più intime, le paure, le ansie, i desideri.I sogni, infatti, non sono altro che favole, ora popolate da lupi o da uomini neri, da orchi o da streghe, ora abitate da simpatici folletti, da bellissime principesse, da principi azzurri (da non confondersi con quelli dei rotocalchi attuali, alquanto squallidi in verità), che la mente, perennemente bambina, racconta a se stessa quando la severa nutrice, la razionalità, dorme.Prendiamone dunque atto: siamo tutti bambini alle prese con il terrore dell'orco moderno, che s'incarna i mille paure, al punto da aver indotto, nella società, un senso di angoscia collettiva che non ha precedenti nella storia umana, diffondendo a destra e a manca quel male oscuro, tra i più epidemici, che è la fobia esisten-ziale. Siamo bimbi brancolanti nel buio dell'incertezza, paralizzati da pericoli che, materializzandosi nella nostra mente, si proiettano virtualmente nella realtà circo-stante. Nei fatti percepiamo soltanto ciò che ci aspettiamo di percepire, vediamo, sostanzial-mente, ciò che noi stessi abbiamo creato. Non mi sorprende, dunque, che la sensibilità di Milena Panza abbia colto, intuitivamente, tali dinami-che sociali e le abbia trasportate

nella sua opera. Ella mi propone una serie di quadri concernenti altrettanti personaggi fiabeschi: da Cappuccetto Rosso ad Alice nel Paese delle meraviglie, da Cenerentola a Biancaneve a Pinocchio. Essi, emblematica-mente ritratti di spalle, sono calati dall'artista nel mondo attuale, in situazioni di sicuro disagio, ed è la loro postura, in qualche maniera, ad esternare lo sconcerto in cui versano (la mano di Alice e quella di Biancaneve portate al mento, ad esempio). Cappuccetto Rosso si avventura in una “foresta” di cemento, regno di una angosciosa solitudine, ostello di pericoli indefinibili e pertanto forieri di ansie amplificate dall'incertezza. Il nemico più spaventoso è quello che non riesci a vedere o a udire. Alice si imbatte nei personaggi della sua favola in un carcere. Cenerentola ammira le ricche mercanzie esposte in vetrine scintillanti. Biancaneve, abituata al duro lavoro dei sette nani, osserva un corteo di lavoratori in sciopero. Pinocchio, dulcis in fundo, si reca dallo psichiatra perché in preda ad un conflitto interiore concernente la sua identità. Pare chiaro che ognuno dei personaggi, che sono estro-flessioni dell'interiorità, o, in termini psicologici, dell'inconscio, incarnano altrettante paure comunissime nei tempi nostri, ovvero, rispettivamente, le fobie connesse alla solitudine, alla

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Anno I - 2009Numero 0Milena PanzaISBN: 978-88-6436-059-1

Direttore ResponsabileNicola Scontrino

Direttore EditorialeMichele Miscia

GraficaMarco Mazzariello

RedazioniCattedra di Storia dell’ArteContemporaneaUniversità degli studi di SalernoProf. Nicola Scontrino

Via delle Rose, 1 - LacedoniaResponsabile - Dr. Michele MisciaCell. 338 [email protected]

Via Firenze, 1 - GrottaminardaResponsabile - Dr. Silvio SallicandroTel. 0825 [email protected]

Centro perl’emersione

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ST•ART FLASHMilena Panza: critica di Michele Miscia

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“Osserva, figlio mio, quel cerro maestoso. Esso non era che un tenero arbusto ed oggi è un albero gigantesco …E dov'è finito il fragile arbusto, nonno? Perché è scomparso?Non è affatto scomparso, figlio mio. Esso è nel tronco del cerro, ricoperto da molti strati di legno … per questo non riesci a vederlo … ma ti assicuro che l'arbusto è proprio là dentro …”Mi sono sempre chiesto, come feci nel mio romanzo “Come la cometa”, del quale riporto un breve brano, che fine abbia mai a fare l'infante che tutti siamo stati. Occorre forse che il “bimbo” muoia perché l'adulto viva? O, piuttosto, come a me piace credere, la vita non è altro che una perpetua “ninna nanna” che cantiamo per impedire al nostro pargolo interiore di destarsi dal suo sonno?Probabilmente è questo ciò che tentiamo, inutilmente, di fare. Se materialmente conduciamo la nostra vita in un mondo costruito dalla nostra mente su criteri (apparentemente) razionali, nei fatti il dominio su di essa è nelle mani salde del nostro inconscio, il quale, io penso, se pur inondato di sedimenti empirici, è del tutto immune dalla tirannia del tempo e dello spazio: l'inconscio è la culla in cui sonnecchia la nostra interiorità, che non può invecchia-re e che fa udire la sua voce, di solito, nel cuore della notte, come

L’infanzia negatadi Milena Panza

tutti i neonati, affidandosi a corde vocali oniriche, che ci mostrano, per sonore immagini scomposte, le nostre realtà più intime, le paure, le ansie, i desideri.I sogni, infatti, non sono altro che favole, ora popolate da lupi o da uomini neri, da orchi o da streghe, ora abitate da simpatici folletti, da bellissime principesse, da principi azzurri (da non confondersi con quelli dei rotocalchi attuali, alquanto squallidi in verità), che la mente, perennemente bambina, racconta a se stessa quando la severa nutrice, la razionalità, dorme.Prendiamone dunque atto: siamo tutti bambini alle prese con il terrore dell'orco moderno, che s'incarna i mille paure, al punto da aver indotto, nella società, un senso di angoscia collettiva che non ha precedenti nella storia umana, diffondendo a destra e a manca quel male oscuro, tra i più epidemici, che è la fobia esisten-ziale. Siamo bimbi brancolanti nel buio dell'incertezza, paralizzati da pericoli che, materializzandosi nella nostra mente, si proiettano virtualmente nella realtà circo-stante. Nei fatti percepiamo soltanto ciò che ci aspettiamo di percepire, vediamo, sostanzial-mente, ciò che noi stessi abbiamo creato. Non mi sorprende, dunque, che la sensibilità di Milena Panza abbia colto, intuitivamente, tali dinami-che sociali e le abbia trasportate

nella sua opera. Ella mi propone una serie di quadri concernenti altrettanti personaggi fiabeschi: da Cappuccetto Rosso ad Alice nel Paese delle meraviglie, da Cenerentola a Biancaneve a Pinocchio. Essi, emblematica-mente ritratti di spalle, sono calati dall'artista nel mondo attuale, in situazioni di sicuro disagio, ed è la loro postura, in qualche maniera, ad esternare lo sconcerto in cui versano (la mano di Alice e quella di Biancaneve portate al mento, ad esempio). Cappuccetto Rosso si avventura in una “foresta” di cemento, regno di una angosciosa solitudine, ostello di pericoli indefinibili e pertanto forieri di ansie amplificate dall'incertezza. Il nemico più spaventoso è quello che non riesci a vedere o a udire. Alice si imbatte nei personaggi della sua favola in un carcere. Cenerentola ammira le ricche mercanzie esposte in vetrine scintillanti. Biancaneve, abituata al duro lavoro dei sette nani, osserva un corteo di lavoratori in sciopero. Pinocchio, dulcis in fundo, si reca dallo psichiatra perché in preda ad un conflitto interiore concernente la sua identità. Pare chiaro che ognuno dei personaggi, che sono estro-flessioni dell'interiorità, o, in termini psicologici, dell'inconscio, incarnano altrettante paure comunissime nei tempi nostri, ovvero, rispettivamente, le fobie connesse alla solitudine, alla

Page 4: Personale di St.Art

delinquenza che sembra ormai incontrollabile, alla povertà che si fa strada anche nelle classi medie, alla disoccupazione dilagante, al disagio interiore, che talora sconfina nella patologia (la depressione sembra essere passaggio esistenziale quasi scontato).Non è questo un mondo nel quale

i personaggi delle fiabe, i volti più puliti e candidi dello spirito umano, perché incarnazioni dello stato di fanciullezza che, come detto, sonnecchia nel nostro intimo, possono trovare acco-glienza e sicurezza. Essi sono ormai banditi, sono marginali rispetto al contesto generale e non resta loro che osservare,

relegati in un angolo, il dissolversi progressivo e apparentemente inarrestabile della fanciullezza primigenia, la negazione di ogni spazio vitale per l'infanzia, che in questo mondo ha perso la propria cittadinanza.

Nata a Polla (SA) nel 1959, vive in Alpignano (To). Frequenta l'Atelier di pittura “ImpArAlArte” di Amelia Alba Argenziano a Rivoli dal 2002 e presso tale scuola ha approfondito diverse tecniche pittoriche.Dall'anno 2005 comincia l'attività espositiva in mostre collettive e concorsi nel Nord Italia.

MOSTRE COLLETTIVE 2005 luglio Galleria “9 Colonne/SPE/ Il Resto del Carlino Bologna “Il Bosco” 2005 settembre Galleria “9 Colonne/SPE/ Il Resto del Carlino Ferrara “Il Bosco”2005 ottobre Studio D'Ars-Oscar Signorini- Milano “Il bosco e i suoi abitanti” 2005 novembre Caffetteria il Quadrifoglio –Rivoli- “Luci e Ombre”2005 dicembre Rassegna 13x17 –Padiglione Italia- mostra itinerante 2006 febbraio UGC 45° Nord CineCitè Mocalieri, “Olimpiadi 2006”2006 marzo Palazzo Piozzo di Rosignano Rivoli, “Talmente Diversi”2006 luglio Concorso “2° ed. Premio movimento nelle Segrete di Bocca” -Mi-2006 dicembre Concorso –1° premio internazionale Arte Laguna- Mogliano Veneto2007 aprile Galleria “in galleria” Pavia “La collettiva”2007 settembre UGC 45° Nord CineCitè Moncalieri, “ArteAlcinemA”2008 maggio , “ArteAlcinemA”2008 maggio Salone dei Cavalieri Pinerolo, “Periferie”2008 giugno Chiesa Sconsacrata P.zza Conte Rosso Avigliana, “Periferie”2009 febbraio Conte Verde Rivoli “Rivoli d'Africa”2009…marzo caffetteria “Wonder Bar” Torino “ArteAlcinemA” 2009 aprile UGC 45° Nord CineCitè Moncalieri, “Periferie al cinema”2009 maggio Chiostro S.ma Annunziata Via Po, 45 Torino “Periferie in chiesa”2009 giugno Cesar Caffè – Orbassano – “Suburbana 2009”

MOSTRE PERSONALI

2008 dicembre Caffetteria “Wonder bar” via San Francesco d'Assisi 2/B Torino

NOTE BIBLIOGRAFICHE

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delinquenza che sembra ormai incontrollabile, alla povertà che si fa strada anche nelle classi medie, alla disoccupazione dilagante, al disagio interiore, che talora sconfina nella patologia (la depressione sembra essere passaggio esistenziale quasi scontato).Non è questo un mondo nel quale

i personaggi delle fiabe, i volti più puliti e candidi dello spirito umano, perché incarnazioni dello stato di fanciullezza che, come detto, sonnecchia nel nostro intimo, possono trovare acco-glienza e sicurezza. Essi sono ormai banditi, sono marginali rispetto al contesto generale e non resta loro che osservare,

relegati in un angolo, il dissolversi progressivo e apparentemente inarrestabile della fanciullezza primigenia, la negazione di ogni spazio vitale per l'infanzia, che in questo mondo ha perso la propria cittadinanza.

Nata a Polla (SA) nel 1959, vive in Alpignano (To). Frequenta l'Atelier di pittura “ImpArAlArte” di Amelia Alba Argenziano a Rivoli dal 2002 e presso tale scuola ha approfondito diverse tecniche pittoriche.Dall'anno 2005 comincia l'attività espositiva in mostre collettive e concorsi nel Nord Italia.

MOSTRE COLLETTIVE 2005 luglio Galleria “9 Colonne/SPE/ Il Resto del Carlino Bologna “Il Bosco” 2005 settembre Galleria “9 Colonne/SPE/ Il Resto del Carlino Ferrara “Il Bosco”2005 ottobre Studio D'Ars-Oscar Signorini- Milano “Il bosco e i suoi abitanti” 2005 novembre Caffetteria il Quadrifoglio –Rivoli- “Luci e Ombre”2005 dicembre Rassegna 13x17 –Padiglione Italia- mostra itinerante 2006 febbraio UGC 45° Nord CineCitè Mocalieri, “Olimpiadi 2006”2006 marzo Palazzo Piozzo di Rosignano Rivoli, “Talmente Diversi”2006 luglio Concorso “2° ed. Premio movimento nelle Segrete di Bocca” -Mi-2006 dicembre Concorso –1° premio internazionale Arte Laguna- Mogliano Veneto2007 aprile Galleria “in galleria” Pavia “La collettiva”2007 settembre UGC 45° Nord CineCitè Moncalieri, “ArteAlcinemA”2008 maggio , “ArteAlcinemA”2008 maggio Salone dei Cavalieri Pinerolo, “Periferie”2008 giugno Chiesa Sconsacrata P.zza Conte Rosso Avigliana, “Periferie”2009 febbraio Conte Verde Rivoli “Rivoli d'Africa”2009…marzo caffetteria “Wonder Bar” Torino “ArteAlcinemA” 2009 aprile UGC 45° Nord CineCitè Moncalieri, “Periferie al cinema”2009 maggio Chiostro S.ma Annunziata Via Po, 45 Torino “Periferie in chiesa”2009 giugno Cesar Caffè – Orbassano – “Suburbana 2009”

MOSTRE PERSONALI

2008 dicembre Caffetteria “Wonder bar” via San Francesco d'Assisi 2/B Torino

NOTE BIBLIOGRAFICHE

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