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Personalità|Dipendenze n. 1 2011 - Indice, editoriale, recensione

Date post: 11-Jul-2015
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Personalità|Dipendenze n. 1 2011 - Indice, editoriale, recensione
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 PERSONALITÀ DIPENDENZE Rivista Quadrimestrale PERSONALITY  DEPENDENCIES Quarterly Journal  V olume 17 , fas c ico l o 1 luglio 2011 Estratto - Offprint  Mucchi Editore SDP SOCIETÀ DI STUDIO PER I DISTURBI DI PERSONALITÀ ERIT ITALIA FEDERAZIONE ITALIANA OPERATORI TOSSICODIPENDENZE ISSN 1124-9099
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PERSONALITÀDIPENDENZERivista Quadrimestrale

PERSONALITY DEPENDENCIESQuarterly Journal

 Volume 17, fascicolo 1

luglio 2011

Estratto - Offprint

Mucchi Editore

SDPSOCIETÀ DI STUDIOPER I DISTURBIDI PERSONALITÀ

ERIT ITALIAFEDERAZIONEITALIANA OPERATORITOSSICODIPENDENZE

ISSN 1124-9099

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Editore: MUCCHI EDITORE s.r.l. - Modena

Registrazione Tribunale di Modena n. 1221 del 28/12.1994

Direttore: Umberto Nizzoli

Vice-direttore: Roberto Bertolli

Direttore responsabile: Marco Mucchi

Spedizione in abbonamento postale

Autorizzazione direzione prov. P.T. Modena

Pre-stampa Mucchi Editore (MO), stampa: D. Bluprint (MO)Abbonamento annuo - Italia € 74,00 - Estero € 90,00

Ufficio abbonamenti: MUCCHI EDITORE

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Tel. 059-374094 - Fax 059-282628

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REDAZIONI SCIENTIFICHE

 ERIT - ITALIA

Flavio Bonfà - Roberto Bosi -Massimo Clerici - Claudio Colli- Chiara Covri - Mauro Croce - Mario Dondi - Fulvio Fantozzi

- Angelo Fioritti - Vittorio Foschini - Fulvio Frati - Giovanni

Battista La Sala - Ferdinando Luberto - Paolo Mezzelani -

Francesca Montali - Katia Quintino - Angela Zannini

SDP 

Gherardo Amadei - Cristina Carra - Sergio Dazzi - Roberto

Goisis - Marina Le Noci - Marzia Mori Ubaldini - Leo Nahon

- Furio Ravera

COMITATI CONSULENZA SCIENTIFICA

 ERIT - ITALIA

Armando Bauleo, Venezia - Francesco Bruno, Roma - Ernesto

Caffo, Modena - Umberto Curi, Venezia - Miguel Llorente

Del Pozo, Vitoria - Jean Pierre Demange, Beauvais - Grazia

Maria Fava Vizziello, Padova - Gilberto Gerra, Vienna -

Bernard Golse, Parigi - Enzo Gori, Milano - Leopoldo Grosso,

Torino - Gianpaolo Guaraldi, Modena - Claude Jacob, Metz

- Philippe Jeammet, Parigi - Kazim Khan, Londra - AntoineLazarus, Parigi - Alessandra Luzzago, Pavia - Marisa

Malagoli Togliatti, Roma - Enrico Malizia, Roma - Henri

Margaron, Livorno - John Marsden, Londra - Alain Morel,

Parigi - Giuseppina Mostardi, Roma - Luis Patricio, Lisbona

- Mario Pissacroia, Firenze - Fernand Poupon, Delèmont -

Mario Reda, Siena - Giulia Sissa, Los Angeles - Marc Valleur,

Parigi - Riccardo Zerbetto, Siena

SDP 

Emanuele Bonasia, Torino - Enrico De Vito, Milano - David

B. Feinsilver, Rockville, Maryland, USA - Adriana Guareschi

Cazzullo, Milano - Joel E. Rosen, Stockbridge, Massachusetts,

USA - Giangiacomo Rovera, Torino - Ferdinando Vanni,

Milano - Vamic Volkan, Charlottesville, Virginia, USA -

Robert Waldinger, Boston, Massachusetts, USA

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 Indice

Umberto Nizzoli, Editoriale ..........................................................................3

Teorie

Graziella Fava Vizziello, Di Febbo Mariavittoria Piera,

 La valutazione di una psicoterapia genitore-bambino:

il ruolo del padre ...........................................................................................9

r icerca clinica

Fabio Lugoboni, Marco Faccini, Rebecca Casari,

Gianluca Quaglio, Francesca Gamba, Patrizia Guadagnini,Elisa Vicentini, Paolo Mezzelani, Un servizio ospedaliero

ampiamente dedicato alla dipendenza da benzodiazepine:

l’esperienza di Medicina delle Dipendenze

del Policlinico di Verona .............................................................................25

esperienze

Ciro Garuti, Alcol e guida: la percezione del tasso alcolemico

nel progetto “Passa la chiave a BOB” ........................................................35

r iflessioni

Federica Bonettini, Le nuove adolescenze ...................................................45

Ignazio Senatore, Cinema e disturbi di personalità .....................................51

aggiornamenTi

Umberto Nizzoli, Le dipendenze ..................................................................69

r ecensioni

Otto-Michael Lesch, Henriette Walter, Christian Wetschka,

Michie Hesselbrock, Victor Hesselbrock, Alcohol and tobacco:

medical and sociological aspects of use, abuse and addiction....................93

segnalazioni

 Norcross J.C., Krebs P.M., Prochaska J.O.,Matching della Psicoterapia con le caratteristiche del paziente .................97

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 DSK, un quadro psicologico interessante,

(tratto dal TIME 10Weekly July 8th, 2011) ..................................................99

 Nizzoli, Caretti, Croce, Lorenzi, Margaron, Zerbetto,

Craving. Alla base di tutte le Dipendenze.Mucchi editore, Modena, 2011 ...................................................................103

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 EditorialE 

3 Pesnà / dpenenze, vol. 17, fasc. 1-2011, pp. 3-7

Congresso DiABo-2011

Questo Editoriale vuole segnalare un avvenimento importante, forse un po’ eccentrico rispetto ai tradizionali contenuti della rivista, ma assolutamen-te di interesse.

Infatti i temi del Congresso DiABo-2011 appartengono ad un’areaspesso ormai percepita come interna da parte di coloro che trattano le dipen-denze patologiche: numerosi sono i casi di servizi e di comunità che stannoallargando la propria azione su quei temi. Molti tra gli addetti alle dipendenzeche però ancora non se ne occupano li considerano importanti, solo che nonhanno ancora avuto il modo per ingaggiarvisi come vorrebbero. Di converso,la stessa questione vista con lo sguardo di chi si occupa dall’interno dei temi

che verranno trattati al Congresso DiABo-2011 trova un interessante conver-genza: spesso ne parlano come di condotte di dipendenza. Questi due movi-menti centripeti sono destinati al Congresso DiABo-2011 che si terrà a Bo-logna il 17, 18 e 19 novembre allo Star Hotel, giusto di fronte alla stazione,

 per facilitare gli arrivi.Ma quali sono i temi, quale è la materia di detta convergenza?Il Congresso DiABo-2011 tratta dei Disturbi Alimentari. Infatti DiABo

è l’acronimo di Disturbi Alimentari Bologna. Al Congresso DiABo-2011 sitrattano i temi dell’Anoressia, della Bulimia, del Binge eating e dell’Obesità.

Si tratta del 6° Congresso Nazionale della SISDCA, la Società scienti-ca italiana dei Disturbi del Comportamento alimentare, società di cui chi scri-ve è membro eletto nel Comitato Direttivo.

Il programma del Congresso DiABo-2011 stilato da una nutrita seriedi professionisti e scienziati radunati dal presidente Melchionda, è molto va-sto e complesso. In pratica chi lo seguirà con dedizione, sì ci vuole anche de-dizione, potrà dire di avere svolto un vero e proprio corso di specializzazio-ne. In 4 giorni, sì quattro perché il pomeriggio del 16 novembre si trattano i

temi della policy e dei nuovi inquadramenti desunti dall’incipiente DSM V°,il Congresso DiABo-2011 vuole squadernare cosa e come apprendere a 360°sui nuovi scenari. Insomma tutto ciò che si deve sapere se ci si vuole occupa-re il tema dei disturbi alimentari.

L’arco dei temi è il seguente: Sviluppo di Abilità Motivazionali e Pro-gettualità – Modelli clinici e organizzativi – Prevenzione – Cure – Promozio-ne della Salute – Facilitazione dell’Accesso – Ricerca – Laboratori di Forma-zione – il Team Approach – Integrazione Multi-professionale e Multi-disci-

 plinare – Ricerca.

C’è una lunga storia che giustica questo arrivo. Senza di essa il Con-gresso potrebbe apparire troppo ambizioso.

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 Nizzoli ♦4

 Nel 1991, anno della fondazione della SISDCA, esperti di differentidiscipline hanno sentito il bisogno di trovare uno spazio di lavoro comune

 per studiare un disturbo del comportamento che sta nella mente ma si riet-te pesantemente sul soma per diventare una malattia grave e di proporzioniepidemiche. Dopo alcuni anni di lavoro, studio e confronto culturale fu de-ciso di organizzare un 1° Congresso Nazionale della Società a Bologna, nel1998, dove di comune accordo appariva l’Obesità nel titolo e faceva capoli-no il Binge Eating già preso in considerazione dalla Comunità Internazionalecome candidato al DSM-IV.

Si noti che il 1998 è l’anno in cui, sempre a Bologna nell’enorme pa-laera di Rastignano, si svolse il Congresso europeo delle Dipendenze orga-nizzato da Erit col sostegno dell’Unione Europea. Allora nelle dipendenze si

cominciava a parlare di disturbi alimentari come altre forme della dipenden-za patologica.Oggi è l’Obesità (sostenuta dall’alimentazione incontrollata) ad essere

alle porte del DSM-V. Dopo 10 anni di congressi dalla Sicilia al Veneto, siritorna a Bologna, dove è difcile trovare novità, ma, abbiamo almeno una

certezza, dobbiamo ancora lavorare insieme e strettamente integrati: Diabeto-logi, Dietisti, Endocrinologi, Internisti, Nutrizionisti, Psicanalisti, Psichiatri,Psicologi, Psicoterapeuti, Specialisti in Scienza dell’Alimentazione e, perchéno?, chirurghi.

La centralità del soggetto genera una strategia di intervento che deveessere il più precoce possibile per avere maggiori probabilità di successoonde evitare decessi per malnutrizione in eccesso e in difetto.

Tutti hanno la loro ricetta, tutti si trincerano dietro i loro sistemi di evi-denza, i pazienti sperimentano tutte le cure possibili, i costi vanno alle stel-le ma nessuno sa come attivare davvero le abilità motivazionali per risolverele resistenze e le ambivalenze, soprattutto non ci sono progetti sistematici emulticentrici di ricerca e di formazione.

I risultati, specie a lungo termine delle terapie, lasciano ancora a desi-derare.Questa considerazione ripropone all’attenzione un aspetto sempre ci-

tato, ma raramente tentato: la necessità di studiare modelli di prevenzione. Nell’ultimo anno Sisdca ha particolarmente sottolineato l’importanza dellaformazione ed ha avvertito l’esigenza di fare nascere aprire laboratori di altolivello (Atelier) mirati allo scopo. Il 1° Atelier, progettato in partnership conl’ANDID, la Società dei Dietisti, si è svolto al polo tecnologico di Navacchio(Pisa) nel Settembre 2010. Fu un momento di alto livello scientico in cui si

ruppe l’apartheid verso le dietiste troppo spesso reiette nel lavoro diagnosti-co e di gestione clinica dei pazienti benché citato nelle migliori Linee-Gui-

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♦ Ee 5

da internazionali come esperto essenziale, assieme ad altri, al lavoro multi-disciplinare.

L’esempio dei Dietisti è illuminante ed in qualche modo sovrapponi- bile a quello degli Educatori nel settore più tradizionale delle Dipendenze.Anche loro, gli Educatori, sono citati ed in praticano operano nella cura dei

 pazienti dipendenti ma a loro viene lasciato pochissimo margine di presen-za nei momenti di valutazione e di denizione dei piani assistenziali dei pa-zienti. Non dissimile emarginazione hanno sofferto gli Infermieri professio-nali negli Ospedali: oggigiorno questi ultimi hanno acquisito spazi maggio-ri di un tempo. Ebbene Sisdca ha rotto quel tabù della concentrazione del sa-

 pere-potere in capo al medico ed ha organizzato alla pari un suo momento diAlta Formazione con i Dietisti: una grande dimostrazione di apertura ed one-

stà intellettuale che merita di essere segnalato anche per la forza della razio-nalità scientica con cui viene effettuato. L’auspicio è che questa apertura sia

di esempio ad altri che continuano nei fatti a riservare il potere-sapere soload alcune gure professionali negando nei loro comportamenti i fatti concre-ti della attività clinica. Senza l’apporto essenziale degli educatori, il tratta-mento delle persone con disturbi di personalità e con patologia della dipen-denza si fermerebbe e costoro non riceverebbero più le cure. Eppure è espe-rienza comune che gli educatori non vengano neppure informati delle valu-tazione diagnostiche operate sui pazienti di cui concretamente si occupano.Speriamo che questa indecenza nisca. Intanto segnaliamo l’esempio lumi-noso di Sisdca.

Addentrandoci nel Congresso scopriamo che Diabo 2011 si articola in16 Macro-moduli che comprendono: una serie di Simposi Satellite, un Mini-corso di perfezionamento, una serie di Seminari tematici, alcune Tavole Ro-tonde in cui i 35 Relatori del Congresso potranno esprimere i loro punti di vi-sta liberamente, spaziando tra Cultura, Scienza e Management, senza perderedi vista la nalità ultima, offrire ai partecipanti dei Modelli diagnostici e tera-

 peutici innovativi. Ci sono poi ben tredici Minisimposi il cui scopo è di met-tere a fuoco in piccoli gruppi argomenti cruciali; vengono presentate alcuneMiniletture in cui l’esperto condivide l’esperienza sul campo. Alcuni Work-shop e Face-to-face dove di fronte alla totalità dei partecipanti si fa il puntorelativo all’Obesità in tutti i suoi aspetti; in altri si sviluppano gli argomentidi diverse scuole di pensiero relativi alla Riabilitazione Residenziale in ambi-to di DA e di Obesità; un campo in cui alcune Comunità Terapeutiche si stan-no introducendo. Inne in partnership tra Società Scientiche e Professionali

si tiene un dibattito multidisciplinare tra Medici, Chirurghi, Psichiatri e Psi-

cologi su come e perché sviluppare l’Educazione Terapeutica orientata per icandidati alla Chirurgia bariatrica.

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 Nizzoli ♦6

Come non bastasse in occasione del congresso viene presentato un nuo-vo portale della SISDCA che permette ai soci un lavoro comune, interattivoe a distanza: un metodo formidabile che sicuramente porterà a ottimi risulta-ti nel futuro.

Tra i tanti temi di straordinario interesse scegliamo ora di dedicare at-tenzione al confronto fra Modelli clinici: anche questo si riconnette immedia-tamente al dibattito scientico in atto nelle Dipendenze. Un forte movimento

ispirato ai principi della Qualità ha scosso i sistemi di cura già a partire daglianni ’80. Con esso sono cresciuti i diritti dei cittadini-pazienti no al recen-te riconoscimento OMS, Salute 2000 che rompe la tradizionale a-simmetriamedico-paziente. Concetti come trasparenza, negoziazione ed appropriatezzadelle cure, valutazione sono divenuti comuni al punto da rendere impensabi-

le l’applicazione di terapie per semplice dettato medico.Di pari passo e collateralmente è cresciuto il bisogno/dovere di empo-werment dei pazienti-clienti. Con lo sviluppo e l’affermazione dei principi diQualità delle cure e dei sistemi assistenziali) è divenuto necessario dare ai pa-zienti (spesso non a caso identicati come clienti) la possibilità di scegliere le

cure per sé seguendo proprie preferenze sulla base di una documentata validi-tà. In pratica il paziente-cliente dovrebbe avere il diritto di scegliere seguendoi suoi canoni all’interno di un menù di offerte scienticamente validate. Dio

converso ogni servizio deve mettere in chiaro un Sistema di garanzie per gli

utenti, i loro familiari, i fruitori diretti ed indiretti ed i paganti.Se questo orintamente appare ineccepibile, presto ci si scontra con un

grave limite attuale. Infatti per guidare i sistemi di cura verso livelli crescen-ti di qualità, di efcienza e di efcacia, oltre a promuovere il sano narcisismo

dei terapeuti, occorrerebbe sviluppare in modo qualicato le funzioni di Com-mittenza. La committenza guida il miglioramento continuo dei sistemi curanti.

L’esempio inglese è emblematico. L'obiettivo generale della Healthca-re Commissioning Service, HCS, del National Health Service è quello di for-

nire ai Commissioner le competenze di programmazione, di budget e di in-telligence necessarie per offrire la migliore assistenza possibile ed il miglio-re risultato di salute al più basso costo possibile. HCS è in grado di fornire aiCommissioner un livello elevato di informazioni e tutte le analisi necessarie

 per prendere decisioni complesse di committenza nel modo più chiaro, forte esemplice possibile. Il National Treatment Agency, che si occupa di dipenden-ze, opera al medesimo modo. Non ci piace passare per esteroli; se lo fossi -mo non si capirebbe perché ci battiamo con determinazione da tempo per fareavanzare le cose nel nostro paese. Purtroppo però nel nostro paese questa at-

tenzione non esiste. Il Dipartimento nazionale è un punto di nta avanguardiascientica sprovvisto di consensi e di credibilità; le poche regioni che hanno

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cercato di incamminarsi su quella strada come la Lombardia o l’Emilia, han-no visto arenare gli sforzi nel coacervo di poteri locali in preda ai politici di

 partito. Questa materia non dovrebbe essere patrimonio di partito.La committenza, in rappresentanza degli interessi collettivi, dovrebbe

denire il mandato ai responsabili della produzione di servizi. La committen-za è una funzione strategica che produce la programmazione sanitaria (e so-ciale) e denisce il sistema di cure alla persona. Sarebbe perciò bene differen-ziare fra chi gestisce i servizi e chi fa la committenza. il compito della com-mittenza innesca competizione fra i (professionisti) servizi sia all’interno del

 pubblico che col privato ed ugualmente garantisce l’integrazione dei sistemicuranti (anche sviluppando l’integrazione pubblico-privato). La committenzadice cosa deve (può) essere ottenuto dai servizi che offrono le cure.

È impensabile che un sistema di cura serio prescinda da questi princi- pi e non applichi questi modelli. Senza una valida (intesa come competen-te e potente) Committenza si condanna la cura all’occasione ed all’impres-sionismo clinico. Chi per caso sa o può si rivolge a un servizio serio, chi nonsa o non può va dove gli capita o dove è costretto dalla residenzialità e dallenorme e riceve (si becca) le cure che vogliono dargli; un sistema quasi bar-

 barico. Invece una seria Committenza ci introduce ad un sistema di cure sot-to l’egida dell’approccio scientico e razionale. Il nostro paese ha un biso-gno enorme di sviluppare Committenze forti e competenti. Se le cure fosse-

ro pagate da Assicurazioni private anziché dalla Stato ci avvicineremmo piùin fretta all’obiettivo.

In attesa di svolte politiche e culturali profonde, Sisdca fa no in fon-do la sua parte incrementando la formazione e l’addestramento del terapeuta.

Invece di aggredirsi fra terapeuti appartenenti a modelli terapeutici dif-ferenti o di proteggersi vicendevolmente all’insegna del siamo tutti colleghiappartenenti ad Ordini più preoccupati di tutelare gli iscritti che di favorire losviluppo della qualità delle cure, sarebbe bene fare conoscere al largo pubbli-

co e dotare i Committenti attuali di conoscenze afnché la selezione dei tipidi cura avvenga secondo l’attesa della massima efcacia possibile. Consiglia-mo due testi che possono aiutare, Nizzoli U (2004) Il sistema dei servizi per le dipendenze patologiche, Milano, Franco Angeli e, sempre di Nizzoli, Mo-delli assistenziali, percorsi terapeutici e trattamenti integrati sulla cocaina, inCocaina e servizi per le dipendenze patologiche, (a cura di M. Ferri, A. Sapo-naro, M. Sanza, C. Sorio), pp. 29-53, Franco Angeli/Sanità, 2006.

Chi vuole seguire più da vicino il Congresso DiABo 2011 può collegar-si a http://diabo2011.weebly.com/index.html

Umberto Nizzoli

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 recensioni 

93 Paltà / Dpdz, vol. 17, fasc. 1-2011, pp. 93-95

ALCOHOL AND TOBACCO:

MEDICAL AND SOCIOLOGICAL ASPECTS OF USE,

ABUSE AND ADDICTION

Otto-Michael Lesch, Henriette Walter, Christian Wetschka, Michie

Hesselbrock, Victor Hesselbrock 

 Negli Stati Uniti il consumo eccessivo di alcol è correlato a circa 75 000

morti l’anno; inoltre è un fattore di circa il 41% di tutte le morti dovute ad in-

cidenti della strada.

La maggioranza dei decessi negli USA è causato dal tabacco, dal virusdi immunodecienza, dall’uso di droghe, di alcol, da incidenti della strada o

del lavoro, ed inne da suicidi ed omicidi combinati assieme.

Il consumo di alcol e di tabacco sono comportamenti strettamente col-

legati; quindi, l’uso concomitante di alcol e tabacco è di particolare interesse

sociale e sanitario date le conseguenze negative sulla salute derivanti dall’uso

combinato ed i signicativi effetti economici negativi per l’individuo e per 

la società.

In questo contesto, il libro di Otto-Michael Lesch, Henriette Walter,

Christian Wetschka, Michie Hesselbrock, e Victor Hesselbrock è di partico-lare importanza, perché gli autori hanno concentrato la loro ricerca sul legame

tra il fumo e lo sviluppo di dipendenza, soprattutto la dipendenza da alcol.

  Nell’introduzione, Lesch sottolinea la presentazione dei risultati de-

rivanti dalla ricerca scientica degli ultimi 30 anni in un modo tale da poter 

essere integrati nella pratica quotidiana di trattamento della dipendenza. Nei

 primi 2 capitoli, questo utile e chiaro volume fornisce una panoramica appro-

fondita delle eziologia e della patologia della dipendenza, sottolineando che

la disfunzione del cervello è alla base della variabile vulnerabilità biologicaalle sostanze d’abuso.

Lesch rileva che le singole vulnerabilità sono una sda ai medici ed ai

clinici ad ottimizzare il differenziale diagnostico ed il trattamento dell’abuso

e della dipendenza.

Semplici approcci diagnostici, che deniscono i cluster delle malattie

vanno implementati con tipologie basate sulla valutazione individuale e sulla

 prognosi derivate dalla ricerca clinica e dalle conoscenze scientiche.

L’enfasi posta da Lesch sulla tipologia è importante perché può es-

sere utilizzata come strumento per predire la risposta terapeutica a terapiediverse, soprattutto in casi di dipendenza da alcol. Lesch delinea 4 gruppi

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Lesch, WaLter , Wetschka, V. hesseLbrock , M. hesseLbrock  ♦94

tipologici di alcolismo che riettono l’eterogeneità clinica di questa pato-

logia e che identicano la maggioranza dei pazienti. Essi rappresentano un

sistema di classicazione psichiatrica avente un focus biologico: ciò dà la

forma concettuale di insieme all’intero volume. I sottogruppi individuati di

alcolismo sono rilevanti per le conseguenze terapeutiche e per la prognosi;

essi comprendono i sottogruppi di fumatori dipendenti che necessitano di

terapie speciche.

Gli autori sottolineano che il fumo provoca modiche siopatologiche

simili a quelle prodotte dall’alcool e che le conseguenze negative della dipen-

denza concomitante da nicotina e da alcol esitano in sequele sintomatologi-

che più gravi ed in sintomi più acuti di astinenza.

L’importanza dell’approccio basato su questa tipologia è evidente nel

selezionare la farmacoterapia dell’astinenza e nella prevenzione della ri-caduta. Lesch sottolinea che la scelta farmacologica anticraving basata sui

tipi delineati può ottener è più del doppio dei successi intesi come stato di

astinenza mentre di converso il mancato rispetto mdei tipi nella scelta far-

macologica comporta un peggioramento di oltre il doppio nel ripetersi del-

le ricadute.

La forza della sua analisi non risiede solo nella approfondita e metodi-

ca revisione di tutte le opzioni farmacologiche disponibili, ma nella sua ca-

 pacità di integrare all’interno di queste terapie nel contesto del suo approc-

cio tipologico.Le tabelle e le diapositive nel volume forniscono una guida chiara e di

facile comprensione per ogni operatore sanitario impegnato nella pratica del-

la cura della dipendenza.

Il capitolo decimo e l’ultimo formano quasi un terzo dell’intero libro e

sono incentrati sulla socioterapia dell’alcolismo e del tabagismo basata sul-

la tipologia di Lesch. Lesch ribadisce che l’inuenza dei fattori sociali sul-

lo sviluppo e sulla progressione dell’abuso e sulla dipendenza da sostanze è

spesso sottovalutata.Wetschka denisce la socioterapia come un corpus che si distingue dal-

le altre discipline del lavoro sociale e dalla psicoterapia per la sua enfasi sul

mutuo scambio e sull’azione attiva nel plasmare l’ambiente sociale in cui il

 paziente risiede. Questo approccio terapeutico è progettato per aiutare gli in-

dividui affetti da dipendenza nel rimodellamento dei modi di socializzazio-

ne, integrandolo in un modo stabile nell’ambiente sociale e forgiando un so-

cial network come sistema di supporto per proteggere l’astinenza a lungo ter -

mine ed il recupero.

L’applicazione clinica di questo approccio è facilitata dalle molteplicivignette e dai vari case report di cui è intessuto il testo.

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♦ Alhl ad tba 95

Si tratta di un volume di valido aiuto didattico. Pertanto questo libro

dovrebbe essere fortemente raccomandato per i professionisti della cura delle

dipendenze: vi trovano il modo per offrire efcaci terapie personalizzate.

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segnalazioni 

97 Prtà / Dpd, vol. 17, fasc. 1-2011, pp. 97-104

Matching della PsicoteraPia

con le caratteristiche del Paziente

n J.c., Kb P.M., Pk J.o. Adapting psychotherapy to theindividual patient: stage of change, J f c Pyy: 2011,

67(2), p. 143-154.

È uscito un numero speciale del Journal of Clinical Psychology dedica-to ai rapporti stesi da una task force di alto livello scientico convocata dal-la American Psychological Association per identicare le relazioni fra ef-cacia della psicoterapia e modi per adattare la terapia alle caratteristiche del

 paziente oltre che alla diagnosi, come la loro personalità e i loro backgroundculturali. La task force incaricata ha redatto una review di sintesi delle ricer-che sui modi promettenti di abbinamento dell’approccio terapeutico alle di-verse tipologie di pazienti.

La review offre una serie di raccomandazioni complete e basate sulleevidenze su come massimizzare i beneci della Psicoterapia.

(In questo articolo diamo conto del lavoro di Norcross e Colleghi suAdapting psychotherapy to the individual patient: stage of change, NdR)

Le fasi di cambiamento di Prochaska e Di Clemente prevedono in modoattendibile quanto di positivo potrà fare la psicoterapia con quel paziente ba-sandosi sulla loro fase di inizio, ma non esistono studi sufcienti e rilevan-ti su come il matching della terapia con la fase iniziale del paziente miglio-ri gli esiti.

Il modello transteoretico in generale, e le fasi di cambiamento in parti-colare, si sono rivelati utili per l’adeguamento o la personalizzazione del trat-tamento al paziente.

Gli Autori innanzitutto deniscono le fasi ed i processi del cambiamen-to e quindi esaminano le precedenti meta-analisi sulla loro interrelazione. GliAutori riportano una meta-analisi originale di 39 studi comprendenti 8238

 pazienti in psicoterapia aloo scopo di valutare la capacità di assessment del-la fase di cambiamento del paziente e delle relative misure per prevedere i ri-sultati della psicoterapia.

Sono stati trovati degli effetti clinicamente signicativi fra l’associazio-ne della fase del cambiamento all’inizio ed i risultati della psicoterapia. Vi è

chiara indicazione che i clienti che iniziano il trattamento a fasi più avanzatedel cambiamento in modo signicativo tendono a fare maggiori progressi du-

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rante il trattamento. (In particolare questa associazione è stata riscontrata trai 14 importanti studi di outcome relativi alle dipendenze)

Gli Autori esaminano le potenziali inuenze su questa relazione (esitialle cure e stadio di cambiamento all’inizio delle stesse) ivi comprese le mi-sure di esito, le caratteristiche del paziente, le caratteristiche del trattamentoe la diagnosi. Relativamente alle caratteristiche del paziente gli Autori nonhanno trovato alcuna differenza statisticamente signicativa nella relazionetra esiti alle cure e stadio di cambiamento all’inizio delle stesse nei campio-ni di adolescenti e di adulti o tra i pazienti di diversa razza / etnia. Tuttavia larelazione esiti alle cure e stadio di cambiamento all’inizio delle stesse è piùforte nei campioni di studio con più alta percentuale di donne.

Per le caratteristiche del trattamento gli Autori non hanno riscontrato

differenze nella relazione tra esiti alle cure e stadio di cambiamento all’ini-zio delle stesse tra trattamenti ambulatoriali o trattamenti in stato di ricovero,trattamenti che seguono oppure no una manualizzazione o tra trattamenti conun numero differente di frequenza di sedute di terapia. Tuttavia, tra gli stu-di che hanno esternato il loro orientamento teorico di riferimento, il rapportoesiti alle cure e stadio di cambiamento all’inizio delle stesse era più forte tra i

 pazienti che seguono programmi basati sui “dodici passi” rispetto a quelli cheseguono l’orientamento cognitivo-comportamentale o altri modelli.

Gli Autori hanno anche rivisto il grande volume di ricerche sui com-

 portamenti sani, e pur in una scarsa quantità di ricerca sulla psicoterapia, ri-sulta dimostrata l’efcacia del matching tra trattamento e stadio di cambia-mento del paziente.

Purtroppo non è stato possibile effettuare l’obiettivo di valutare i risul-tati degli studi in ambito di psicoterapia che abbinano trattamento con le spe-ciche fasi di cambiamento, in quanto non esistono studi controllati che sod-disno i criteri della presente ricerca e operino il matching fra psicoterapia estadio di cambiamento dei pazienti.

Gli Autori rendono note le limitazioni della ricerca e formulano una se-rie di raccomandazioni pratiche. Probabilmente l’implicazione più evidentee immediata è quella di valutare sempre la fase di cambiamento del pazien-te e, su quella base, personalizzare il trattamento; e in particolare viene rac-comandato di difdare dal trattare tutti i pazienti come se fossero nella fasedi azione.

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dsK, un quadro Psicologico interessante

(tratto dal TIME 10 Weekly July 8th, 2011).

È una storia folle, una storia che avrebbe potuto succedere solo a lui:Dominique Strauss-Kahn, ex capo del Fondo Monetario Internazionale, i cuimolteplici talenti gli avevano dato la possibilità di raggiungere i traguardi piùalti ma che è stato capace di sacricare tutto per il più volgare dei piaceri.

Magnetico e a volte inquietante ed impertinente, più preoccupato per lasua libertà che per la sua reputazione, l’uomo conosciuto come DSK è la star di un’avventura parossistica che lo ha visto, nel giro di sei settimane, passare

da essere il favorito alle prossime elezioni presidenziali francesi ad essere ac-cusato lunedì 16 maggio per aggressione sessuale a una cameriera.Signicativo è come ha saputo affrontare la terribile possibilità di pas-

sare il resto dei suoi giorni in carcere, no ad arrivare alla redenzione, il 1 lu-glio, quando sono emersi seri dubbi sulla credibilità della sua accusatrice, lacameriera di New York.

La cosa buona degli scandali – e la loro pericolosità – è che, indipen-dentemente dal fatto che non vi è alcuna verità in essi, chiunque abbiano col-

 pito è sbattuto a terra. Sezionato a fettine. La verità di quello che è successo

sabato 14 maggio in quella suite al Manhattan Sotel di New York non potràmai essere ben rivelata, ma ciò che l’incidente ha messo a fuoco è notevole.DSK era sotto i riettori, nonostante ciò DSK, un uomo che pure ha un gros-so prolo pubblico, ha dimostrato una straordinaria capacità di mantenere isuoi segreti ben segreti.

Improvvisamente, ha affrontato non solo lo scanner della pubblica opi-nione, ma l’esame di coloro che lo conoscevano – amici e colleghi che han-no trascorso le ultime sei settimane psicanalizzando non lui solo, ma se stes-

si. Tra il lunedì nero e il Venerdì santo, gli amici di DSK – i funzionari eletti,i funzionari, gli ex colleghi, i leader della nanza e delle imprese, gli amici difamiglia – si sono riuniti per parlare di lui, e insieme, passo dopo passo, met-tere insieme un suo prolo profondo ed informale. Senza lasciarsi prendere etravolgere dalla marea emotiva prevalente nell’opinione pubblica, hanno con-dotto un discreto, e forse in ritardo, coscienzioso esame. A coppie o a picco-li gruppi, nei caffè e nelle case di campagna, hanno analizzato la planimetriadella suite Sotel ed hanno tentato di ricreare lo scenario, minuto per minuto.

Sono rimasti sbalorditi su quanto DSK fosse caduto in basso, sulla ve-

locità dei fatti e su quanto “dal vivo” fosse sotto gli occhi di tutti – ed eranodavvero poco sicuri che il loro amico fosse stato interamente irreprensibile.

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L’unico “prolo” che hanno potuto escludere era quello di un uomoviolento “Dominique sfugge al minimo segno di conitto”, “Non ha mai sgri-dato neanche i suoi gli”, “Non è un uomo coraggioso”. Un parente ha detto:“È troppo pigro per forzare qualcuno”.

Appassionatamente impegnati nel processo, ognuno guardava dritto aquello che sapeva di DSK. “Non so che cosa ha fatto a New York, ma socome è stato a Bercy [la sede del Ministero delle Finanze francese] e a Wa-shington”, afferma Stéphane Boujnah, che era consigliere di DSK, quando luiera ministro delle Finanze e che ora dirige la banca Santander a Parigi. Ricor -da quanto velocemente DSK abbia riallineato anche i tecnocrati più irriduci-

 bili a Bercy; come fosse prodigiosa la sua memoria, come abbia saputo gesti-re la crisi nanziaria per avvantaggiare il ruolo del Fondo monetario interna-

zionale, una istituzione molto “appetitosa” ma disprezzata, facendola diven-tare una leva cruciale del salvataggio globale, e il suo talento nello spiegarela Francia al mondo e il mondo ai francesi.

Ogni input proveniente da chi lo conosce meglio è solo un pezzo del puzzle del più grande ritratto psicologico di DSK. “Una cosa molto particola-re di Dominique è che sarà in grado di dire alle persone solo quanto esse vo-gliono sentire” Boujnah continua “Ognuno a modo suo; quella era la regoladi Strauss-Kahn”.

“La sua libertà era più importante per lui di qualsiasi altra cosa”, dice unamministratore. “Dominique ha sempre pensato che lui avrebbe potuto for -giare il suo destino ed organizzare le cose in modo tale che non avrebbe do-vuto sacricare niente; lui solo sapeva dove era la chiave.”

In questo complesso e davvero articolato club che comprende noti eco-nomisti e CEO e maghi del marketing, ognuno conosceva solo “Strauss” per ciò che sembrava soddisfare il loro carattere ed i loro valori. Per François Vil-leroy de Galhau, capo dello staff di DSK presso il Ministero delle Finanze, lui

era un padre di famiglia, un ero difensore dell’etica cristiana in nanza; per altri un economista poderoso e visionario. Per Ramzi Khiroun, un consulentedella comunicazione, DSK era un uomo che ha inviato testi in codice, condi-viso segreti indicibili, e la cui intricata vita doveva essere prima o poi disve-lata. Per gli amici della moglie, Anne Sinclair, lui era il capo clan socievole efelice durante le vacanze con la famiglia a Marrakech. Per gli amici di scuo-la era un vero signore’.

L’uomo. Strauss-Kahn si è descritto così: “Sono un camaleonte”. Ogni persona ha la visione di una sola parte di lui e delle sue cose, anche se tutti

sono d’accordo nel dire “era sempre in ritardo”, con l’aggiunta fatta da molti“e Dio solo sa dove fosse stato.”

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Questo cerchio ristretto sa perché la storia del Sotel lo ha ‘catturato’: perché lui sembrava credibile, anche se era più che pallido, con il suo latooscuro e anche la possibilità che il tutto avrebbe potuto essere parte di una re-cita. Come uno dell’entourage ha scritto: “In Dominique puoi vedere il più

 brillante ragazzo della sua generazione”. E Darth Vader “L’incontro del capodel FMI con la cameriera al Manhattan Sotel” è stato l’incrocio più che ca-suale fra il piano di lavoro di una governante di albergo con la fatalità di untemperamento: il veleno del dubbio instillato ha trovato un terreno fertile.

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Rivista quadrimestraleDiretta da Umberto Nizzoli

ERIT ITALIA - Federazione Italiana

Operatori Tossicodipendenze

SDP - Società di studio per

i Disturbi di Personalità

Volume 17, fascicolo 1

luglio 2011

©Mucchi Editore srl - Modena©Via Emilia est, 1527 - 41122

Quaderni di

Personalità / Dipendenze

In uscita:

La cura dei disturbi alimentari

Indice

3 Editoriale

Teorie

9 FAVA VIZZIELLO, DI FEBBO - La valutazi-

one di una psicoterapia genitore-bambi-no: il ruolo del padre

25 Ricerca clinica

LUGOBONI, FACCINI, CASARI, QUA-

GLIO, GAMBA, GUADAGNINI, VICENTI-

NI, MEZZELANI - Un servizio ospedaliero

ampiamente dedicato alla dipendenza

da benzodiazepine: l’esperienza di Me-

dicina delle Dipendenze del Policlinico

di Verona

Esperienze

35 GARUTI - Alcol e guida: la percezione del

tasso alcolemico nel progetto “Passa la

chiave a BOB”

Riflessioni

45 BONETTINI - Le nuove adolescenze

51 SENATORE - Cinema e disturbi di per-sonalità

 Aggiornamenti

69 NIZZOLI - Le dipendenze

Recensioni

93 LESCH, WALTER, WETSCHKA, V. HES-

SELBROCK, M. HESSELBROCK - Alcohol

and tobacco: medical and sociological

aspects of use, abuse and addiction

Segnalazioni

97 Matching della Psicoterapia con le carat-

teristiche del paziente

99 DSK, un quadro psicologico interessante

103 Craving. Alla base di tutte le Dipenden-

ze. Mucchi editore, Modena, 2011

Poste Italiane Spa - Sped. Abbon. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1 DCB, Modena CPO


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