PET-THERAPY COME STRUMENTO DI CAMBIAMENTO NON
CONVENZIONALEDott.ssa Fruzzetti Giulia
Psicologa, Specializzanda in Psicoterapia, Pet Partners®
IL CAMBIAMENTO: COSA SIGNIFICA CAMBIARE?
➤ Brainstorming…
“Gli uomini non cambiano
dall’oggi al domani,
e cercano in ogni nuovo regime
la continuazione dell’antico”
Marcel Proust
IL CAMBIAMENTO: COSA SIGNIFICA CAMBIARE …
➤ L’essere umano cerca di trovare e mantenere una situazione di equilibrio ottenuta dopo una serie di aggiustamenti interni
➤ Passaggio da uno stato di funzionamento (fisico e\o mentale) a un’altro
Cosa succede quando non è più funzionale?
Abbandono del modo
di essere precedente
Diventare qualcosa
di nuovo e di
diverso
Resistenza Rischi
IL CAMBIAMENTO: PERCHE’ E QUANDO?
➤ La tempistica e la disponibilità al cambiamento della persona sono fattori contestuali determinanti per la ricettività degli interventi
➤ Se manca la motivazione intrinseca, un bisogno di chiedere aiuto, una disponibilità al cambiamento e la convinzione di riuscire, difficilmente si potrà stabilire una relazione fra cliente e operatore, e ottenere dei benefici dall’intervento
➤Cosa fare quindi?
Aumentare la motivazione al cambiamento, analizzare e rendere consapevole degli ostacoli, favorire comprensione di sé e “normalizzazione” (è normale quello che si prova, anche
non voler cambiare)
LA MOTIVAZIONE
➤ E’ fondamentale per la buona riuscita di una attività
➤ Insieme dei bisogni, ragioni, desideri, valori che sono legati al comportamento umano (che rappresenta l’esito dell’agire)
➤ La spinta motivazionale è innescata quando l’individuo avverte uno squilibrio fra la situazione attuale e quella “meta” e quindi si adopera attraverso il comportamento per ristabilire l’equilibrio (es: sete)
DARE
AVVIO
DARE
DIREZIONEMANTENERE
PERCHÉ LA RESISTENZA AL CAMBIAMENTO\MOTIVAZIONE?
➤ Sforzo della persona di proteggere la propria autonomia e libertà di scelta
➤ “I tentativi di controllare e influenzare la persona quando essa manifesta resistenza al cambiamento tendono ad alienarla; comprendere e ascoltare le sue preoccupazioni sortisce l’effetto opposto” (H. Westra)
➤ Accettare, comprendere e riflettere sulle motivazioni per cui una persona è resistente alle nostre proposte di attività, porta la persona a sentirsi più compresa, e ciò favorisce e innesca la motivazione al cambiamento
DIVERSE TIPOLOGIE DI MOTIVAZIONE:
1. MOTIVAZIONI PRIMARIE (biologiche)
2. MOTIVAZIONI SECONDARIE (sociali)
3. MOTIVAZIONI DI LIVELLO SUPERIORE (specifiche)
➤ La motivazione inoltre si divide in INTRINSECA (parte “da dentro”) ed ESTRINSECA (sostenuta da rinforzi esterni), e l’obiettivo di ogni terapia con persone non motivate è quello di indurre una motivazione estrinseca e farla divenire gradualmente intrinseca.
Es1: individuare dei rinforzi adeguati per la persona (cibo, passeggiata, programma tv, ecc)per motivarla ad intraprendere una attività, e dilazionare progressivamente la consegna del rinforzo (o cambiarne forma), fino ad arrivare a rinforzatori simbolici (“bravo”) e poi a motivazione intrinseca.
Come si fa? SI COMPRENDE e SI PROVA A FARE!
L’AUTOEFFICACIA
➤ fortemente collegata al concetto di Autoefficacia Percepita, infatti “ siamo scarsamente spinti ad agire ed ad impegnarci se non ci riteniamo all’altezza delle situazioni o se crediamo di non avere buone probabilità di riuscita” (Bandura, 1997).
➤ AF: insieme delle valutazioni che le persone fanno rispetto al loro sentirsi capaci di eseguire determinate azioni e di raggiungere livelli stabiliti di prestazione in specifici ambiti, ovvero
SAPERE DI SAPER FARE
➤ si prova con attività più semplici e meno invadenti (sicurezza di riuscita) e si passa via via ad attività più difficili, senza porre enfasi sulla prestazione o richieste troppo alte e incoraggiando i risultati
CAMBIAMENTO NELLA PATOLOGIA …
➤ ancora di più usare un atteggiamento aperto alla persona, non fornendo “proposte” di cambiamento, ma lasciando che sia la persona a far emergere la propria esperienza e i motivi per cambiare (dal basso verso l’alto); ciò richiede pazienza, ascolto, osservazione, cercare e creare le opportunità per elicitare le idee della persona sul cambiamento.
➤ 3 ingredienti:
1. EMPATIA (comprendere e concepire il mondo dal punto di vista della persona)senza esprimere giudizi e critiche
2.ASCOLTO e VALIDAZIONE (comunicare apertamente che le reazioni, emozioni e comportamenti della persona sono comprensibili, ragionevoli e logici in base alle sue esperienze)
3.SOSTENERE L’AUTOEFFICACIA e L’AZIONE (elicitare e sostenere l’attivazione delle idee, le azioni intraprese, mantenere i cambiamenti)
FILMATO
PET-THERAPY COME “STRUMENTO” DI CAMBIAMENTO
➤ Relazione di aiuto
➤ Pet-therapy vs. una animazione ben condotta
➤ Cosa apporta in più l’animale? (Brainstorming!)
Rinforzo
Azione
Motivazione Non giudizio
Accettazione
Ascolto
PECULIARITÀ PET-THERAPY
➤ Indurre il cambiamento con e attraverso “l’altro-diverso da sé”
QUALI LE CARATTERISTICHE?
Il cane per le sue peculiari
caratteristiche etologiche
privilegia un canale di
comunicazione più
diretto, immediato
ed emozionale,
ovvero quello
non verbale
Ascolto
Accettazione
Non giudizio
Motivazione
Azione
Rinforzo
Comunicazione non verbale
Cane Uomo
CANE COME “PONTE RELAZIONALE”
- facilita la relazione con gli altri esseri umani
- comunica in modo diretto e non mediato con il non-verbale
- non richiede prestazioni o giustificazioni
- non giudica ma accoglie
➤ differenza principale con una animazione ben condotta in quanto agisce su canali emotivi
➤ idoneo anche per disabilità psichico-fisiche più o meno gravi
utente Operatore
CANE
PONTE RELAZIONALE …
LO “STRUMENTO”
➤ Possiamo “utilizzare” il cane come “strumento”
per facilitare la nostra relazione con
l’utente, tenendo
presente queste
possibilità fornite dal
contesto
(esempio del cane
come modello)
CANE
come “stimolo” all’AZIONE
e alle EMOZIONI
come “SPECCHIO”
(modello)
rende PIACEVOLE e
divertente l’attività
STUDI DIMOSTRANO CHE CI SONO BENEFICI IN DIVERSE AREE:
PET-THERAPY: PER CHI E QUANDO NON E’ ADATTA
➤ Cinofobie
➤ Utenti che non desiderano il contatto con gli animali
➤ Utenti di specifici contesti culturali
➤ Comportamenti violenti o fisicamente inadeguati verso l’animale
➤ Contesti non idonei per il pet (spazi inadeguati, rumori eccessivi, fonti di stress varie)
➤ Presenza di altri animali fonte di disturbo
QUANDO L’OPERATORE NON È UNA RISORSA
➤ Gestione incorretta dell’arrivo del cane e conduttore
➤ Rapportarsi in modo inadeguato al cane non considerando che è lì per lavorare (eccessivi vocalizzi, manipolazione invadente, interruzione della relazione con altri utenti, ecc)
➤ Non facilitare la relazione fra la coppia cane-conduttore e il fruitore
➤ Lasciare da solo il cane e il conduttore
➤ Presentarsi a incontro iniziato e accentrare le attenzioni e la conversazione su di sé
CONSIGLI DI GESTIONE I
➤ Relazione con utente:
• sbloccare la resistenza e motivare -> validare le emozioni; chiedere il motivo; non forzare; attendere che veda negli altri e si convinca; richiamare spesso e rinforzare; far fare attività senza il diretto coinvolgimento del cane (preparare qualcosa senza che il cane sia lì); far notare gli aspetti positivi; collegarsi ad eventi di vita passata per invogliare all’azione; usare frasi empatiche per far riflettere e motivare all’azione come “va bene esprimere un dissenso o aspetti che non le piacciono, potrà interagire quando lei vorrà”, “solo lei può sapere cosa è meglio per lei in questo momento, mi chiami se cambia idea”, “la capisco”, “può farcela”, “può stare tranquillo, non ci sono problemi”, “cosa c’è di positivo nel rimanere qui e non provare l’attività? cosa ci sarebbe di male nel provare?”, “quali sono i costi del rimanere qui e quali i vantaggi del provare?”, “se non prova coma fa a sapere che non fa per lei?”, ecc.
• rinforzare i comportamenti corretti -> prestare attenzione ai comportamenti di tutti i fruitori e fare complimenti sia a chi sta svolgendo attività direttamente con il cane, sia a chi osserva e commenta; far raccontare ricordi piacevoli e condividerli con gli altri; prestare attenzione a chi vorrebbe interagire con il cane ma non riesce a chiederlo; fare battute
CONSIGLI DI GESTIONE II
➤ con gli altri operatori senza cane:
• se ci accorgiamo che stanno disturbando il lavoro della coppia cane-conduttore o il cane comunicare assertivamente che potranno salutare il cane successivamente e che è necessario per l’utente non interagire ora senza ripensamenti
• coinvolgere gli altri operatori per stimolare il più possibile gli utenti a notare il cane e ad interagire con lui
➤ con i conduttori:
• essere chiari se ci sono comportamenti che non dovrebbero tenere o sbagliati
• chiedere sempre se si possono proporre attività da fare con il cane
• chiedere esplicitamente di coinvolgere determinati utenti se non viene fatto
• chiedere spunti per attività collegate al di fuori dell’incontro