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petrei

Date post: 22-Mar-2016
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Paride Petrei VarioA R T
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VarioART

PETREI_BIO 17 novembre 2009 10-06-2010 18:32 Pagina 1

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Marco Antonini: Scusa, ho scritto il giorno sbagliato sull'agenda. ‘Sta chiacchierata virtuale?Paride Petrei: Spara pure.M.A.: Da subito, mi hai parlato del tuo lavoro con voci in bilico fra storia e politica;quasi da leggere come una fuga di scenari alternativi. “Progetto di riqualificazio-ne…” lo percepivi come un’utopia? P.P.: Un’utopia è tale se unanime, la domanda è di politica. È un piano urbanisticoche interessa Roma. Una loggia, al centro del Colosseo, circonda un liquido rossoche defluisce fino alla Cloaca Massima. Corre lì dove scaturisce e serra i fornicidel quadriportico di Giano. Ci sono anche degli umanoidi ma fanno gesti funzionalisolo ad illustrare il progetto.M.A.: Se immagino il liquido come sangue, questo flusso rimane vitale. Un ritrattodello spazio e della storia come indipendenti dall’umanità?P.P.: C’è la negazione della storia come sviluppo e c’è il luogo tecnologico cheprocede ineluttabilmente; ma l’ordigno auto-celebrativo ha bisogno di sangue perfunzionare. M.A.: È lo stesso tipo di inesorabile sublimità del sacrificio Maya.P.P.: Splendido!M.A.: Già. Passiamo alle cose facili? Parlami de “Il diamante si fará grafite”. Nellaserie si vede il “Pozzo artesiano nel Sahara” presentato alla Ratti. È proprio quello?P.P.: Sì, piante e prospetti erano lì. Mi chiedevo cosa sarebbe accaduto nel realiz-zarlo. È uno story-board, quindi non è importante ogni singola immagine. Comenel video, i gesti umani servono per veicolare l’utopia che, in quanto tale, non viveper il singolo.M.A.: Infatti, gli esseri umani sono senza volto o in massa. “Gradone alfa, lato est”esemplifica bene questa umanità vista come flusso.P.P.: Giusto. Una forza vettoriale.M.A.: Chiudiamo con “I mezzi giustificano il fine”. Mi incuriosiscono ma non socome connetterli al resto.P.P.: Ti mando un'immagine per farti capire. (Piano di riconversione #01, N.d.E.) Èuna versione epurata di ciò che cercavo nei due disegni. L’uomo insorge con l’au-silio degli scarti tecnologici che gli sono forniti.M.A.: Avevo un’impressione opposta. Vedevo i tuoi soggetti contaminati da questiutensili “usa e getta”. Un elemento inestetico fuso alla struttura ossea. P.P.: Diciamo antiestetico. Il rovesciamento del titolo ammette un decadimento.Credo che i mezzi di cui disponiamo palesino i fini a cui aspiriamo.M.A.: Si, l’analisi è complessa e il titolo inganna un po’. Ok, bello.P.P.: Prima di dimenticare ti mando la bio ma è cazzona forte.M.A.: Oh, Gesù! Scrivila come un cristiano. A presto e grazie.P.P.: Grazie a te.

Estratto da una conversazione su Skype con Marco Antonini10 novembre 2009

Paride Petrei

1 Paratie di contenimento(Atlanti), 2008, matita e acquerello sucarta intelata, cm. 25x35

2 Tavola di classificazione, 2008,matita su carta intelata,

cm. 25x353 Dove all’apparenzamanca Argo , 2008, matita e penna a sfera su carta intelata, cm. 25x35

4 In cui si provano

gli effetti dell’imperizia,2008, matita, penna a sfera e acquerello su carta, cm. 25x35

5 Liberazione di Tantalo, 2008, matita e penna a sfera su carta

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In copertina foto Claudio Carella

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Ierofania di raggi gamma,2008, matita e acquerello

su carta intelata, cm. 100x140

Dove qui equivale ad ora,2008, matita, penna a sfera

e acquerello su carta intelata, cm. 100x140

Progetto di riqualificazione dell’anfiteatro Flavio e dell’area circostante, 2008, frames da video in 3DStudio Max, durata 3’52’’

Marco Antonini: Sorry, I wrote the wrong day in the diary. “What about this virtualchat?”Paride Petrei: Fire away.M.A.: Right from the word go, you spoke of your work as something betweenhistory and politics,Almost as if it were to be read as an escape from alternative scenarios.“Conversion project….” Did you perceive it as a utopia?P.P.: A utopia is such if it is unanimous, the question is a political one. This is atown plan that concerns Rome. A loggia, in the centre of the Coliseum, surroundsa red liquid that drains into the Great Sewer. It stands where it originates and locksthe fornixes of Janus’s four-sided portico. There are also some humanoids, butthey only make functional gestures to illustrate the project.M.A.: If I imagine the liquid as blood, this flow appears to indicate life. A portrait ofspace and history as independent from humanity?P.P.: There is the negation of history as development and there is technologywhich proceeds inexorably; but the self-celebratory bomb needs blood to be ableto work.M.A.: It’s the same type of inexorable sublimity of the Mayas’ sacrifice.P.P.: Splendid!M.A. Right. Shall we move on to something easy? Tell me about “The diamond willturn into graphite”. In the series, you can see the “Artesian well in the Sahara” pre-sented at the Ratti Foundation. Is it that very one?P.P.: Yes, the plans and prospectuses were there. I wondered what would happenonce the work on it started. It’s a story-board, so single images are unimportant.Like in the video, the human gestures serve to convey the utopia which, as such,does not live for the single being.M.A.: Yes, and the human beings are massed together and faceless. “Alfa step,east side” exemplifies perfectly this humanity seen as a flow.P.P.: Right. A vectorial force.M.A.: We’ll close with “The means justifies the end”. It fascinates me, but I’m notsure how to connect it to the rest.P.P.: I’ll send you a picture to make it clearer. (Conversion plan #01, Ed’s note) It isa purged version of what I was looking for in the two designs. Man arises with theaid of the technological waste he’s provided with.M.A.: I had the opposite impression. I saw your subjects contaminated by these“disposable” utensils. An unaesthetic element fused with the bone structure.P.P.: Let’s say antiaesthetic. The upturning of the title allows a decline. I think themeans we dispose of reveal the ends we work towards.M.A.: Yes, the analysis is complex, and the title is a bit deceptive. OK, nice.P.P.: Before I forget, I’ll send you my biography, but it’s awful.M.A.: Oh God, can’t you write it like a Christian? See you soon and thanks.P.P.: Thanks to you.

From a conversation on Skype with Marco Antonini.10 November 2009

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Gradone alpha lato est, 2008, matita e acquerello su carta intelata, cm. 50x70

Aeropittura del centro storico, 2008, matita, penna a sfera e acquerello su carta intelata, cm. 50x70

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Paride Petrei è nato a Pescara nel 1978. I suoi anni di formazione si svolgono all’Accademiadi Belle Arti di Brera. Qui allaccia rapporti conGiacinto Di Pietrantonio e Alberto Garutti. Nel 2000viene selezionato per partecipare al “CorsoSuperiore di Arti Visive della Fondazione AntonioRatti”. Como fa da cornice al corso tenuto daMarina Abramovic. Nella stessa occasione entra incontatto con Angela Vettese e Anna Daneri. L’annosuccessivo espone alla Galleria Via Farini nella col-lettiva “Care-off”. Terminati gli studi, tra il 2003 e il2005 torna in Abruzzo. Coopera con Enzo DeLeonibus partecipando a numerose mostre nelMuseo Laboratorio di Città S.Angelo. Qui conoscegiovani e validi curatori come Veronica Valentini eMarco Antonini. Lavora per la prima volta conCesare Manzo durante due collettive sostenute daFlash Art: “I love Abruzzo” nell’ex-CO.F.A. diPescara e “Index” a Chieti. Nel 2006 si trasferiscea Roma dove ha tempo di portare a maturazione ilsuo lavoro, accostando alla personale percezioneinstallativa una parte grafica. Per la prima personalepresenta, a Firenze, il ciclo di disegni “Autoritratto informa di sottomarino nucleare” a cura di SibillaPanerai. Inizia nel 2008 il percorso con la GalleriaCesare Manzo. Prima con la personale “Il diamantesi farà grafite” ed in seguito partecipando a mostrenelle sedi di Roma e Pescara.

Paride Petrei was born in Pescara in 1978. He studied at the Fine Arts Academy of Brera,where he met Giacinto Di Pietrantonio and AlbertoGarutti. In 2000, he was selected to take part inthe “Masterclass of the Visual Arts of the AntonioRatti Foundation”. The course took place at Comoand was held by Marina Abramovic. Here, Petreimet Angela Vettese and Anna Danieri. The follo-wing year, he exhibited his work at the Via FariniGallery in the collective “Care-off”. Having finishedhis studies, he returned to live in Abruzzo between2003 and 2005. He collaborated with Enzo DeLeonibus, and was involved in many exhibitions atthe Laboratory Museum in Città S.Angelo. Here, hemet committed, young curators like VeronicaValentini and Marco Antonini. He worked withCesare Manzo for the first time in two collectivesorganised by Flash Art: “I love Abruzzo”, in the ex-CO.F.A. in Pescara and “Index” in Chieti. In 2006, he moved to Rome, where he had to timeto perfect his work, adding a graphic element to hispersonal preference for installations. For his firstpersonal in Florence, he exhibited a series of pictu-res called “Self-portrait in the shape of a nuclearsubmarine”, curated by Sibilla Panerai. In 2008, hebegan working with the Cesare Manzo Gallery, firstwith the personal “The diamond will turn into gra-phite” and later with exhibitions in Rome andPescara.

Il diamante si farà grafite, 2008, materiali vari, particolare dell’istallazione

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