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PFIII. IL MULINO DEL PO ANNO SCOLASTICO 2006-2007.

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PFIII. IL MULINO DEL PO ANNO SCOLASTICO 2006-2007
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PFIII. IL MULINO DEL PO

ANNO SCOLASTICO 2006-2007

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CREDITI

SULLE ORME DEGLI ESTENSI TRA TERRA E ACQUA docente di riferimento Silvana

Onofri.

PFIII 1 : classe III F, indirizzo scientifico–tecnologico, Liceo Classico “L. Ariosto”.Docente referente: Cinzia Solera. Hanno collaborato Silvana Onofri e

Silvia Malagò.

PFIII 2, 3: classe IV G e IV C, Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “O.

Vergani”. Docente referente: Maura Tortonesi. Hanno collaborato: Edda Tugnoli,

Rossana Bonfatti, Donatella Benetti.

ANNO SCOLASTICO 2006-2007

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PFIII 1. PRIMA GIORNATA Lazzaro in città: il tesoro della Madonna di Spagna

In bicicletta, insieme a Lazzaro, andremo alla ricerca del tesoro della Madonna di Spagna negli stretti vicoli del ghetto, assisteremo all’esecuzione di Fratognone nella piazza Travaglio, ci recheremo al convento delle Orsoline per ottenere lo scioglimento del “sortilegio”; infine, insieme a lui, sotto le mura degli Angeli ci parrà di sentire le grida strazianti dell’Urlon del Barco, il diavolo sconfitto dai Gesuiti e di vedere l’ingegnere idraulico Chiozzino che, protetto dai frati esorcisti di San Domenico, continua a irregimentare le acque del Po.

Quella loro Madonna era assai “milagrosa”, e coperta di doni.

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PFIII – RICCARDO BACCHELLI: Il MULINO DEL POTre giorni

Accompagnati dalle parole di Bacchelli seguiremo le tracce di Lazzaro Scacerni a Ferrara e sul Po, visiteremo una città caratterizzata dal suo ancestrale rapporto con il fiume, con i suoi miti (Fetonte) e le sue leggende (Chiozzino). In bicicletta ripercorreremo le tappe delle giornate ferraresi di Lazzaro Scacerni, reduce dalla campagna napoleonica di Russia, alla ricerca del tesoro della Madonna di Spagna; ne ritroveremo le tracce nella città moderna, nei suoi monumenti e luoghi d’arte e, alla ricerca dell’origine del nome Scacerni, visiteremo i palazzi cinquecenteschi della Ferrara rinascimentale.E saranno ancora le parole di Bacchelli ad accompagnarci dalla Darsena ferrarese al Mulino sul Po. Dal mulino, costruito dagli ultimi maestri d'ascia, in legno robusto con il tetto, come una volta, fatto con le canne di palude, si effettuerà, in bicicletta, il Percorso letterario Bacchelliano tra casolari e terre coltivate. Seguiremo la storia del pane ferrarese, dal chicco di grano, alla macinatura nei mulini sul Po, alla modellazione della coppia, il “pan ritorto” così chiamato dal conte palatino Cristoforo da Messisbugo, lo scalco degli estensi che lo aveva pensato per i banchetti di corte.

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PFIII-1 Percorso di visitaIn bicicletta

MATTINA:1. Accoglienza all’Ariosto: distribuzione di materiali didattici e della

caccia al tesoro. 2. Il Barco e le mura degli Angeli tra mito e storia. 3. Le mura e la Porta di San Giovanni4. Dalla Porta S. Giovanni alla Piazza. 5. Tra le strade del ghetto, alla ricerca del tesoro della Madonna di

Spagna. La Sinagoga.6. P.zza Travaglio e l’esecuzione di Fratognone. 7. Il Palazzo del Chiozzino e il patto col Diavolo.8. La Chiesa degli inquisitori: S.Domenico e l’impronta del diavolo

Magrino. Il Raguseo e il mistero del Palazzaccio. La colpa di Lazzaro.

9. Sosta pranzo: (cestino Vergani) al Parco Massari.

POMERIGGIO: 10. Il Duomo e i suoi mostri: troviamo Coniglio Mannaro. Il Duomo, la Madonna miracolosa e l’assoluzione dal “sacrilegio”11. Il Castello Estense e le rotte del Po: il “padimetro”.12. Suor Eurosia e lo scioglimento del sortilegio.13. Il cerchio si chiude: “Urlon del Barco” alla Porta degli Angeli.

Cena con degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello o albergo a tre stelle, prima colazione.

Ariosto di sera: I Motimmoti: Lungo il filo dell'acqua, rappresentazione

teatrale ispirata al Mulino del Po.

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SVILUPPO URBANISTICO DI FERRARA

Città lineare – sec. VIII-XI Città murata - sec. XI -XIV I Addizione di Niccolò II- - 1386 II Addizione di Borso - 1451 III Addizione di Ercole I - 1492 Interventi successivi

CACCIA AL TESORO

Gli studenti divisi in squadre, dovranno trovareedifici, oggetti, iscrizioni… che sono lungo il percorso di visita… Vincerà la squadra che …

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1-3. Le Mura, porta S. Giovanni, tra campagna e città

Cencioso indosso, magro e irsuto, pallido in viso del pallore di chi vive in palude, Lazzaro Scacerni poteva ben dare il sospetto d’aver il male nelle vene, quando comparve alla porta di San Giovanni. Faceva già buio, benchè la sera fosse ancor lontana, causa il folto nebbione. Sembrava d’accostare, attraverso l’invisibile campagna silenziosa, per la strada deserta, una città di morti. Gli sorsero innanzi, vicine, nella nebbia le torri cupe della antica porta fortificata, rotonde e massicc[i]e.►

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http://xoomer.alice.it/brdeb/opere/bacchelli.htm

Porta di San Giovanni

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Camminava lungo il muro per una strada larga senz’ un’ anima e senza voci; e la nebbia non lasciava scorger tre passi distante; e non trapelava lume dalle finestre chiuse. Soltanto dagli orti, abbondanti in quel quartiere, la campanella d’un convento o d’un oratorio squillava…

Da una bottega aperta, parecchie lucerne

gettavano sulla strada un chiarore vivido…il

fornaio voleva garantirsi che nessuno

allungasse le mani ai panetti senza pagare…

4. Dalla porta S. Giovanni alla piazza

LA COPPIA

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Così si trovò dietro il Duomo e imboccò la strada dei Sabbioni. […] Il ghetto era popoloso, e strada dei Sabbioni, che vi menava, era piena di mormorio fitto e trito, e di saluti dei solleciti rincasanti. Si sentiva odore della cucina ebraica. Le campane gravi del Duomo e di San Paolo annunciavano l’or di notte…

5. Il ghetto

http://www.ferraraterraeacqua.it/Siti/Ebraica/default.htm

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Erano state rimesse in vigore da poco alcune delle antiche interdizioni contro gli ebrei. Se non la rotella di fettuccia gialla cucita dalla parte del cuore, le autorità promettevano di rimettere le porte sulle tre entrate del ghetto ferrarese, e gli ebrei dovevano esser rientrati per l’ora del coprifuoco…

La Sinagoga

http://www.comune.fe.it/museoebraico/museoebraico.htm

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Così discorrendo […] era arrivato all’angolo di Vignatagliata…. Bussò alla porta chiodata della casa antica degli Annobon… Tornò l’Annobon con un sacchettino di cuoio: “Riscontrate. Io me ne lavo le mani”. La cupidigia, mentre scorrevano gli ori e le gemme fra le dita, le faceva tremanti, e accendeva gli occhi di Scacerni…

Il tesoro

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Dal tesoro al patibolo… si meravigliò tra San Romano e San Paolo, che dalle imposte di qualche osteria filtrasse ancora un lume, poiché si credeva a notte tarda…dalle osterie trapelava una fragranza ghiotta e grassa… …e di qui, più pomposo che mai, entrava sotto gli archi bassi e sotto quella specie di ballatoi e di balconi, che ancora si vedono attraversare e cavalcare la strada delle Volte. […] Era in città vecchia, tra le volte basse, i chiassuoli stretti e torti, i vicoli angusti, per lo più abitati da gente di malaffare…

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6. La punizione: l’esecuzione di Fratognone a Piazza Travaglio

Si seppe la sentenza di Giovanni Rizzoli, detto Fratognone... : la morte mediante taglio della testa da eseguirsi nella solita piazza del Travaglio a porta San Paolo…Il Travaglio… rintronava di martellate sul legno. Gi aiutanti dell’esecutore finivano di inchiodare il palco e vi drizzavano, quadra e tozza, la macchina da decapitare, introdotta dai Francesi e rimasta usuale a Ferrara. Il palco non arrivava al petto di un uomo della statura di Scacerni. La città dormiva ancora…

PORTA PAOLA

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7. Il mago Chiozzino, dal libro degli incanti al patto col diavolo

…Si vuole che Urlone abitasse già in Barco e vi si facesse sentire, specie nelle notti tempestose, anni e secol prima che il cabalista e astrologo Chiozzini si trasferisse dalla nativa Mantova a Ferrara, comprando, per andarci a stare con la famiglia, palazzo Palmiroli in Ripagrande, dietro il ramparo di Piangipane. E qui il Chiozzini diventò anche mago, scavando in cantina, dove trovò una cassetta con dentro il libro degli incanti, e la formola per chiamare il diavolo…un omiciattolo…storto, sbilenco da tutte le parti, panciuto su gambette esili, di pelo rosso che gli mangiava la fronte, rinselvava gli occhi volpini, riempiva gli orecchi.

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8. La Chiesa degli inquisitori: San Domenico e l’impronta del diavolo Magrino

Il Chiozzino aveva varcata la soglia della vicina chiesa di San Domenico, con tale sforzo da cadere ansante e quasi esamine sopra la prima panca. Era salvo.Magrino, o piuttosto ormai col suo vero nome Urlone, girava vorticosamente attorno alla chiesa. Chiozzini, esorcizzato dai domenicani, pentito, sostenne poi con lui una disputa in sillogismi e in tutte le lingue; resistette a tutte le tentazioni e persecuzioni; e lo confinò nel Barco deserto…

SAN DOMENICO

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Il Raguseo e il mistero del Palazzaccio. La colpa di Lazzaro.

…il Palazzaccio aveva conosciuto tempi migliori … Scacerni salì i gradini consunti dello scalone, e sul loggiato s’indirizzò a una porta…un uomo in zimarra turchesca, con una papalina alla schiavona in capo, apparve …Scacerni si vide deprezzar l’oro di dodici carati e anche meno; disprezzare i diamanti …e le perle erano tutte scaramazze …tanto che quando il Raguseo gli offrì duemila scudi, fu un sollievo inaspettato…

Quivi il Raguseo, pervenuto alla soglia del portone, mise un grido che giunse a Scacerni sull’ultimo gradino della scala…Fratognone e Scacerni l’avevano seguito passo passo…Come se una forza arcana e vetustissima lo legasse sull’ucciso all’uccisore, Scacerni allungò la destra a quella [di Fratognone] incrociandole sul morto che giaceva fra loro.

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9. Sosta pranzo al Parco Massari

PANINO ALL’OLIO CON SALAME ALL’AGLIO E FRUTTA DI STAGIONE

INSALATA DI RISO, UN FRUTTO

SFILATINO CON FORMAGGIO E VERDURE, UN FRUTTO

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FETONTE: UN MITO LEGATO AL POTra i miti legati al territorio vi è quello che narra la tragica corsa attraverso il cielo di Fetonte, figlio del Sole. Questo mito fa parte di una serie di affreschi dipinti nel 1934 da Achille Funi, denominati “ IL mito di Ferrara” che si trovano nella Sala dell’Arengo del Palazzo Comunale.

http://www.belpaese.it/ferrara/palazzo-comunale.html

MITO DI FETONTE

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10. Il duomo e i suoi mostri: alla ricerca di Coniglio Mannaro

…durava un resto della strana fantasia, che all’antico scultore delle porte del duomo di Ferrara ha suggerito tante bestie semiumane e tanti uomini semibestiali; durava, segnatamente, il famoso e secolare spavento dell’uomo lupo. Allora, burlandosi del suo viso di coniglio feroce, la gente soprannominò Giuseppe Scacerni, piacevolmente, Coniglio mannaro; e giuravano ridendo che la notte, invece d’allupare diabolicamente, e di correre per le terre con l’urlo orrendo del lupo mannaro bramoso di sgozzare i viandanti attardati, si doveva accontentare, lui, di inconiglire, con una voce sottile, con uno squittio di “barbastèl”, ossia di pipistrello ed avventarsi alle galline sviate dal pollaio: Coniglio mannaro. ...

http://www.frara.it/monumenti_in_citta/duomo.htm

Trova il lupo tra i mostri del portale

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Il Duomo, la Madonna miracolosa e l’assoluzione dal “sacrilegio”

Se ti accosti ai sacramenti, dopo che abbi accettato il mio lascito, li profani e ti danni: o ti piacciono i quattrini, o hai paura dell’inferno.-…Scaceni…ebbe la penitenza: atti di contrizione….Promise inoltre d’andare in pellegrinaggio… all’altare miracoloso della Madonna dell’Atrio, in Duomo di Ferrara, veneratissima, per offrire un ex voto per grazia ricevuta e in espiazione dell’oltraggio…

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11. Chiozzino e il “retto sentiero ”: le opere dell’ ingegnere idraulicoChiozzini…, aveva indirizzata la mente e la scienza, tornato sul retto sentiero, a stendere un progetto per bonificare le valli; per rimandare ai bolognesi il Reno, già dalla costor malizia e da un antico errore immesso nel Po di Ferrara, che ne riuscì interrato; e per ridare acqua al Volano e commercio al porto di Ferrara e a tutti quelli del litorale, a dispetto dei veneziani, antichi e ostinati nemici e oppressori della prosperità fluviale e marittima ferrarese.

http://www.castelloestense.it/

IL PADIMETRO

IL CASTELLO

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12. Madre Eurosia e la liberazione di Lazzaro dai”travagli” del diavolo

-Sentite, Madre, quella volta che fu ammazzato il Raguseo…-Figlio mio, non sono il vostro confessore. -Ho patito molto, e patisco.-Chi vi travaglia?…-Il diavolo,-disse Scacerni sommessamente… - Dite dunque su: chi sono quelli che il Signore tribola?...-Quelli a cui vuol bene…Possiamo ringraziarlo -E allora è già ringraziato …E quando sarete tentato e tribolato, non dite mai:” E’ troppo.”

CONVENTO DELLE ORSOLINE

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13. Sulle mura: dalla città alla campagna

Salì sul bastione alberato, e si trovò all’altezza della nebbia, che sulla città stava dileguando, e lì fuori, sul vasto sterpeto e sulle basse boscaglie e sui maligni acquitrini del piano, dai bastioni, fino al Lagoscuro e al Po stagnava uguale, come un immenso lenzuolo.

In quel terreno di fuori, in altri tempi, rinselvatichirono e affogarono i giardini coltissimi d’alcune fra le più famose “delizie” dei signori estensi,…La plaga si chiamava e si chiama ancora il Barco…il popolo collocò nel Barco tregende diaboliche, convegni maledetti …

LA PORTA DEGLI ANGELI

DELIZIE

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Itinerario delmattino

Itinerario delpomeriggio

SECONDA GIORNATA P F III- 2 ALLA RICERCA DI UN NOME: GLI SCACERNI

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“…gli Scacerni, non nobili, non letterati, ma molinari

del PO…”

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VERGANI

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P F III- 2 ALLA RICERCA DI UN NOME: GLI SCACERNIAndando alla ricerca delle origini e della dimora di una famiglia ferrarese, gli Scacerni, si potranno visitare significativi palazzi cinquecenteschi della città e contemporaneamente andare a scoprire i vari volti di Ferrara: S. Giorgio, il primo nucleo abitativo, la parte medievale, l’addizione Erculea e i palazzi rinascimentali, infine la Ferrara dell’800. Sarà un percorso intriso di miti, leggende, che affiancheranno la storia, la cultura, l’arte, le tradizioni di una città tutta da scoprireE una scoperta sarà anche il nome, Scacerni,che nella finzione letteraria di Bacchelli, nel romanzo “Il mulino del Po”, verrà dato ad una famiglia di vallaroli, in una significativa unione di città e campagnaMATTINADurante la mattina si va alla ricerca delle origini di una delle più note famiglie della Ferrara rinascimentale, gli Scacerni, percorso che porterà il visitatore dalla realtà storica e artistica alla finzione letteraria, scoprendo come da rappresentante di una nobile famiglia si possa diventare “vallarolo”, come è successo a Lazzaro, protagonista del romanzo di Bacchelli “ Il mulino del Po”. Sarà così possibile rivivere leggende e miti, attraverso un percorso suggestivo che va dalle origini della città ai palazzi Cinquecenteschi della Ferrara degli Estensi, mirabili nella loro cultura, arte, tradizione. Il vallarolo richiama poi l’arte dei mugnai e quindi il pane, “il pane più buono del mondo”Ore 9 – accoglienza visitatori a Palazzo Pendaglia, sede dell’IPSSAR “ Vergani”; distribuzione brochure e materiale cartaceo. San Giorgio. S. Romano. il duomo. palazzo ScacerniOre 12,30 – pranzo con cestino salutare preparato dagli studenti dell’ IPSSARIl cestino salutare offre tre tipi di menù, a scelta, leggeri, prelibati, con prodotti tipici localiAttività di laboratorio all’IPSSAR VERGANI Facciamo insieme il pane e diventiamo maestri dell’”arte bianca” POMERIGGIOIn bicicletta, tra i palazzi ferraresi, alla ricerca di altre suggestive leggende, intrise di magia, di omicidi e di esotico tra la Ferrara rinascimentale e quella dell’800, in un percorso che sfocia nella campagna , “ variopinta in estate, lattea e silenziosa in inverno, quando la nebbia la avvolge. …” . il palazzo del Chiozzino. il palazzo del Raguseo. il castello Estense. la porta degli AngeliOre 20 Cena di degustazioneAttività ricreativa all’IPSSAR “ O. VERGANI”Spettacolo da parte degli sbandieratori del Palio, il più antico palio del mondo

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1. SAN GIORGIO: PRIMO NUCLEO DELLA CITTA’

RIPERCORRIAMO LA STORIA DI FERRARA MENTRE ANDIAMO ALLA

RICERCA DELL’ ORIGINE DEGLI SCACERNI

Dal “ducatus ferrariae il vero nucleo originale della città: San Giorgio.

La Chiesa di San Giorgio fu la Cattedrale di Ferrara dal 657. Nel 1485 fu ultimato il campanile, la cui costruzione era stata affidata a Biagio Rossetti. All’ombra di questo, nel 1809, sotto il dominio napoleonico, avvenne il movimento insurrezionale “degli insorgenti” raccontato da Bacchelli.

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2-3-4-5. LA CATTEDRALE

PERCORRENDO UN TRATTO DELLE MURA DELLA CITTA’, ATTRAVERSANDO IL GHETTO EBRAICO, SI ARRIVA ALL’ATTUALE CATTEDRALE CHE RISALE AL 1135, ANNO DELLA SUA CONSACRAZIONE A SAN GIORGIO.

Impostata su austero stile romanico, alleggerito in gradevole simbiosi con lo stile gotico, contribuì all’ espansione verso Nord della Ferrara Medievale; attorno ad essa infatti furono via via costruiti i più importanti palazzi pubblici e la piazza divenne il centro di vita oltre che religioso e politico, anche commerciale.

CORSO MARTIRI DELLA LIBERTA’

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6. PALAZZO SCACERNI

“Nel romanzo si raccontano le vicende dell’immaginaria famiglia Scacerni, famiglia di mugnai, attraverso un secolo di storia del nostro paese: dagli albori dell’Ottocento alla fine della prima guerra mondiale … Nei fatti insurrezionali del 1809 a Ferrara scomparve un tal Scacerni di Ariano, traghettatore di mestiere e pescatore di frodo per passione … I suoi discendenti furono i proprietari del mulino sul fiume, parteciparono intensamente alla vita politica e sociale della città e della terra di Ferrara. Il dizionario del Pasini-Frassoni individua negli Scacerni una nobile famiglia ferrarese, che dal secolo XVII viveva nel piccolo centro di Consandolo dove Renata Di Francia soggiornava per molti mesi dell’anno nella sua ”magnifica e sontuosa delizia” circondata dalla sua corte di intellettuali. Nel 1707, in Ferrara, gli Scacerni acquistarono il palazzo costruito dalla duchessa Laura D’Este che era posto sulla bella via di Boccacanale: una delle tante vie così chiamate perchè si “imboccavano nei canali adducenti al Po”.

Il palazzo,cinque-seicentesco degli Scacerni, sulla strada di San Guglielmo, ora chiamata via Palestro, presenta un composto movimento architettonico; l’opulenza, insomma, di una casa ferrarese di quel tempo. Anche se è scomparso in parte il grande parco fiorito sulla via Mentana, è rimasta l’opera d’arte della casa Scacerni nella sua semplice integrità.

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Originario giardino del Palazzo Estense detto di San Francesco, fu costruito nella seconda metà del XV secolo da Pietro Benvenuto degli Ordini e ampliato poi da Biagio Rossetti. Alla metà del secolo successivo il palazzo e il giardino furono modificati per volere del cardinale Ippolito II d'Este e il muro di cinta del complesso venne ornato da merlature dipinte. Il parco deve il proprio nome ai Pareschi, che alla metà del XIX secolo acquisirono la proprietà del palazzo e reimpiantarono il giardino, ormai adibito ad orto, secondo la moda "all'inglese".

7. PARCO PARESCHI: pranzo al sacco

PER LA SOSTA PRANZO: CESTINO SALUTARE E PRODOTTI TIPICI DEL TERRITORIO

PANINO ALL’OLIO CON SALAME ALL’AGLIO E FRUTTA DI STAGIONE

SFILATINO CON FORMAGGIO E VERDURE, UN FRUTTO

INSALATA DI RISO, UN FRUTTO

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-riscopriamo l’arte dei mugnai

-facciamo il pane

-assaggiamo “..il pane più buono del mondo” (Bacchelli)

8. ATTIVITA’ DI LABORATORIO A PALAZZO PENDAGLIA

IMPARIAMO INSIEME ...

PANE

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Da Porta Paola al “Palazzo Chiozzino”.

“Il palazzo è risultato un ingegnoso succedersi a catena di pieni e di vuoti: con l’ampio androne, il piccolo cortile sul quale si affaccia un unico locale tutto ad arco, ma senza finestre. Se si chiude la grande porta, questo locale rimane buio. Già in quel tempo varie sfumature di magia si imbastirono quando furono note certe caratteristiche dell’edificio.”

9-10. IL CHIOZZINO:TRA LEGGENDA E REALTA’

Trascorso mezzo secolo, e forse più, il palazzo Palmiroli pervenne alla famiglia Chiozzi. Il suo discendente Bartolomeo di Antonio Chiozzi, più noto col nome di Chiozzini, sposò nel 1706 la bella Cecilia Camilli. Fu ingegnere e giudice di argini; si occupò, con spiccate attitudini, di scienze occulte, che coltivò sotto la guida di certo frate Lana, ed ebbe fama di stregone. Questa sua casa di Ripagrande ed il tetro vòlto sul fianco erano luoghi frequentati dal diavolo e dalle streghe.

ECCO LE LEGGENDE DEL MAGO CHIOZZINO E DELL’URLON DEL BARCO.

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Visita al Castello Estense e successivamente al Palazzo del Raguseo.

Il palazzo fu artisticamente l’ambiente dove si incontrarono due loschi personaggi, l’immaginario Lazzaro Scacerni con in tasca i gioielli rubati e lo strozzino Michele Bergando, detto il Raguseo. Entrando dal portone principale, fra luci di pavimenti, ampi cristalli e chiare pareti, spiccano quattro possenti colonne, sormontate da capitelli fioriti, nel bel mezzo dell’androne con archi a tutto sesto caricati sulle colonne stesse. Ci si rende conto di essere entrati in una casa del tardo Rinascimento ferrarese e nel suo caratteristico “loggiato passante”.

11-12. PALAZZO DEL RAGUSEO

“Nella notte fra il 29 ed il 30 luglio 1839 in questo ambiente si perpetrò l’assassinio del Raguseo, strozzato nel sonno. Il misfatto e i tre processi contro una masnada di banditi scappati dalla rocca di Cento e la presunta mandante, Caterina Baracchi Bergando, cognata della vittima, destarono profonda impressione in città e fuori.”

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13. PALAZZO PROSPERI-SACRATI

In Corso Ercole I d’ Este, di fronte al Palazzo dei Diamanti, si impone, e non solo per la sua posizione urbanistica che qualifica il “quadrivio degli Angeli”, il Palazzo Prosperi-Sacrati.I Prosperi divennero anche proprietari del Palazzo di Via Palestro perché gli Scacerni si estinsero nei Prosperi.

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La Casa del Boia è il nome con cui viene comunemente identificata l'antica Porta degli Angeli, una costruzione posta lungo le Mura settentrionali della città, dalla quale, percorrendo Corso Ercole I d'Este, si raggiungeva direttamente il Castello Estense.

E DALLA CAMPAGNA ECCO L’ECO DELL’ URLON DEL BARCO CHE CI ACCOMPAGNA FINO AL PO…

14. PORTA DEGLI ANGELI -VERSO L’URLON DEL BARCO…

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ORE 20.00

CENA ALL’ I.P.S.S.A.R “ORIO

VERGANI” OPPURE

IN UN RISTORANTE TIPICO FERRARESE.

ORE 21.30

a scelta tra

FILM

O

ESIBIZIONE

DEGLI SBANDIERATORI

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Le acque del Po rappresentano un’importante e naturale fonte di energia che ha alimentato per secoli l’industria molinaria e ha diffuso il fascino dell’ “ Arte bianca dei Mugnai”. I MOLINARI erano gente speciale: più ricchi dei braccianti, senza dubbio, però con una vita altrettanto grama, sempre lavorare e fare la guardia.Il mulino era anche la loro casa però in questa non potevano nemmeno cucinare a fuoco vivo per non incendiare una struttura che era di legno e canne. Cuocevano le piade e il pesce, loro alimentazione quotidiana, fra due pietre scaldate sulle braci e dovevano vivere sempre sul fiume.

TERZA GIORNATAP F III- 3 IL MULINO DEL PO

VERGANI

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P F III – 3 IL MULINO DEL POMATTINALa giornata inizia con un percorso suggestivo, in motonave, attraverso canale Boicelli, che immette nel Po Grande; lungo questo percorso si affianca la caratteristica Isola Bianca e si può rivivere il mito di Fetonte e la leggenda del Drago del fiume Il visitatore si troverà immerso in un grande silenzio, a contatto diretto con una natura seducente e pura, dove regnano una flora e una fauna singolari, che lo sapranno meravigliare: :gli sembrerà di percorrere una grande autostrada, , larga, baciata dal sole, solcata solo da rare imbarcazioni, fino alla sorprendente ricostruzione del mulino sul Po, a Ro. Ore 9 – accoglienza presso Darsena , porto turistico di Ferrara. Ore 11- arrivo a Ro e visita al mulino, rivivendo l’arte dei mugnai. Ore 13- pranzo con cestino salutare preparato dagli studenti dell’IPSSAR VERGANIPOMERIGGIO. Ore 15 TREKKING Il territorio di Ro è attraversato da circa 30 KM di piste ciclabili, con aree di sosta e sentieri ciclo-pedonabili che collegano le varie località e i punti di interesse turistico . Al turista si propone il percorso letterario, itinerario ciclabile di circa 6 KM, attraverso i caratteristici luoghi Bacchelliani, i palazzi padronali, le case contadine e la chiesa di Guarda, paese posto in un luogo che al tempo degli Estensi assunse una funzione di dogana per il transito delle merci e una di controllo per il commercio del sale. Il sale, proveniente dalle saline adriatiche, fu motivo di conflitto tra la città estense e la serenissima repubblica di Venezia ( battaglia della Polesella)Ora il grande fiume rappresenta invece un punto di unione tra le popolazioni rivierasche.. chiesa di Guarda. Vallazza. Palazzone . villa Beicamina . Ore 17 – ritorno a Ferrara in motonave. Durante il percorso di ritorno è prevista un’ animazione con tecniche comunicative ideate dagli studenti del Vergani , finalizzata ad esplicitare ulteriormente la figura del vallarolo e quella del mugnaio

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MATTINA: IL PO

“Nelle acque del Po galleggiavano pittoreschi mulini fin dal 1200”.

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Partenza da Darsena a Ferrara in motonave o con la traghettatrice Nena.

Attraverso il canale Boicelli, si passa per la conca di navigazione di Pontelagoscuro che consente di superare due livelli idrici diversi.

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Entrati nella conca, ci si trova la via sbarrata da una saracinesca a scorrimento verticale che separa il canale Boicelli dal PO.

Dopo qualche minuto un’altra saracinesca scende alle spalle della barca. Tramite grosse pompe, viene immessa acqua in questo bacino chiuso. Quando viene raggiunto il livello idrometrico del fiume PO, si apre la saracinesca anteriore e si continua la navigazione nel grande fiume.

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ISOLA BIANCADurante il tragitto si può ammirare l’Isola Bianca, piccola oasi naturalistica, accessibile solo in alcuni periodi dell’anno. Su di essa è presente un sentiero che permette il raggiungimento di un capanno per l’attività di birdwatching.

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“Passaggio del Sambuco”, uno dei passaggi che permette di visitare l’isola.

Questo è l’ingresso secondario, accessibile anche ai disabili attraverso una pedana mobile.

“Il picchio rosso”, simbolo dell’isola Bianca.

“La vecchia casa”, l’unica abitazione ch’era presente sull’isola, distrutta dalle piene del fiume e dalla vegetazione..

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IL MULINO SUL PO ha una lunghezza di 12,2 m e una larghezza di 9,36 m.Si riferisce al modello più semplice: 2 scafi, 1 ruota, 1 macina. Per realizzarlo infatti, si è tenuto conto della tecnologia costruttiva di allora; le attrezzature sono fedeli a quelle in uso dai vecchi mulini.

Dagl’anni ’20 si è registrata la lenta scomparsa dei mulini natanti.

Sembra di percorrere un’interminabile autostrada solcata solo da rare imbarcazioni. Poi, ecco la curva a gomito di Zocca, che è stata teatro della cruenta battaglia di Polesella nel 1509 tra estensi e veneziani, poi il primo ponte, tra Ro e la sponda veneta, sotto il quale vi è l’attracco di Ro con il mulino natante.

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POMERIGGIO

Dal mulino s’intraprende il percorso ciclabile, sull’argine della riva destra del Po, tra bosco coltivato e bosco naturale.

Bosco coltivato: presenta più di 30 specie forestali tipiche della vegetazione delle aree boschive della pianura padana; e la ricostruzione di un ambiente naturale che ha lo scopo anche di produrre seme di origine certificata per l’utilizzo da parte del centro della biodiversità di peri (VR).

Bosco naturale: ecosistema complesso che ospita grande varietà di organismi vegetali, piante autoctone tra le più tipiche del territorio, com’era frequente trovare prima delle bonifiche del 1850, insieme ad animali ben inseriti nell’ambiente.

Il percorso è di 6 km e richiede circa due ore e mezza di tempo.

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Pranzo al sacco o in agriturismo.

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1. CHIESA DI GUARDA

Percorrendo l’argine della riva destra del Po s’arriva a Guarda ferrarese che evidenzia emergenze di interesse storico come la chiesa di Guarda che “ volta le spalle ai parrocchiani … il grosso delle case si raggruppò dietro la chiesa via via che il fiume serrava più da vicino, pare quasi le proteggesse , umili, come la chioccia con i pulcini quando avvistano il falco “. Da “Il Mulino del Po”

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2. IL PALAZZONE

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La Vallazza è un grandioso fabbricato costruito verso il 1850 quale stazione di trebbiature. Bacchelli la immagina una casa padronale e la chiama villa Cattarusco.

“…Gli sterratori della Vallazza e dei canali cantavano:

A mezzanotte in punto/ si sente una tromba sonar:/ sono gli scariolanti, larì lerà, / che vanno a lavorar / volta, rivolta, / e torna a rivoltar…”

3. LA VALLAZZA

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Nel romanzo è la dimora del marchese Macchiavelli “discendente dagli antichi banchieri Oriundi di Toscana nella Ferrara estense.”

Il nome Beicamina venne dato da Bacchelli quando si intratteneva, ospite della proprietaria Carla Rivani, nelle sale ornate da bei camini.

4. LA BEICAMINA

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Il percorso ciclabile si conclude con il ritorno al mulino sul Po e poi…

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…alla Darsena.

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