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PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA...

Date post: 02-Jun-2020
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Sistema di gestione per la qualità certificato da DNV UNI EN ISO 9001:2008 CERT-12313-2003-AQ-MIL-SINCERT Sistema di gestione ambientale certificato da DNV UNI EN ISO 14001:2004 CERT-98617-2011-AE-ITA-ACCREDIA Progettazione ed erogazione di servizi di ricerca, analisi, pianificazi one e consulenza nel campo dell’ambiente e del territorio PIANO DAZIONE PER LENERGIA SOSTENIBILE
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Sistema di gestione per la qualità certificato da DNV

UNI EN ISO 9001:2008

CERT-12313-2003-AQ-MIL-SINCERT

Sistema di gestione ambientale certificato da DNV

UNI EN ISO 14001:2004

CERT-98617-2011-AE-ITA-ACCREDIA

Progettazione ed erogazione di servizi di ricerca, analisi, pianificazione e consulenza nel campo dell’ambiente e del territorio

PIANO D’AZIONE PER

L’ENERGIA SOSTENIBILE

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

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SINDACI DELL’UNIONE DI COMUNI VALMARECCHIA

Luigi Cappella - Comune di Casteldelci

Marcello Fattori - Comune di Maiolo

Lorenzo Marani - Comune di Novafeltria

Lorenzo Valenti - Comune di Pennabilli

Daniele Amati - Comune di Poggio Torriana

Mauro Guerra - Comune di San Leo

Guglielmino Cerbara - Comune di Sant’Agata Feltria

Alice Parma - Comune di Santarcangelo di Romagna

Francesca Ugolini - Comune di Talamello

Stefania Sabba – Sindaco di Verucchio

COORDINAMENTO DELLE ATTIVITÀ E SUPPORTO

dott. Alberto Rossini – Consulente ANCI – Emilia-Romagna

dott. Alessandro Merli – Ufficio Vincolo Idrogeologico e VAS dell’Unione di Comuni

DIRIGENTE UNIONE DI COMUNI VALMARECCHIA

arch. Sergio Buoso

SOCIETÀ RESPONSABILE DELLO STUDIO

AMBIENTE ITALIA S.R.L. Via Carlo Poerio 39 - 20129 Milano tel +39.02.27744.1 / fax +39.02.27744.222

www.ambienteitalia.it

Posta elettronica certificata: [email protected]

Codice progetto 14E108

Versione 03

Stato del documento Definitivo

Autori Paolo Fabbri, Filippo Loiodice, Stefania Stassi

Revisione Rodolfo Pasinetti

Approvazione Rodolfo Pasinetti

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

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INDICE

IL PIANO D’AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE DEI COMUNI DELL’UNIONE VALMARECCHIA 7

Il contesto di riferimento 7

L’approccio metodologico e le fasi di sviluppo 8

La strategia d’intervento al 2020 10

L’approccio integrato 10

Le direttrici di sviluppo 11

1 GLI ASSETTI SOCIO ECONOMICI DEL TERRITORIO 15 1.1 L’assetto demografico 15

1.2 L’assetto economico e produttivo del territorio 21

2 I CONSUMI FINALI DI ENERGIA 25 2.1 Il quadro generale 25

2.2 Il settore residenziale 32

2.2.1 Quadro di sintesi 32

2.2.2 I consumi termici 37

2.2.3 I consumi elettrici 64 2.3 Il settore terziario 71

2.3.1 Quadro di sintesi 71

2.3.2 Il terziario pubblico 74 2.4 Il settore dell’industria e dell’agricoltura 90

2.4.1 Quadro di sintesi 90 2.5 Il settore dei trasporti 94

2.5.1 Quadro di sintesi 94

2.5.2 Il trasporto privato 96

3 LA PRODUZIONE DI ENERGIA 113

4 LE EMISSIONI DI CO2 118 4.1 I fattori di emissione 118

4.2 Il quadro generale 120

4.3 Il settore residenziale 124

4.4 Il settore terziario 125

4.5 Il settore dell’industria e dell’agricoltura 127

4.6 Il settore trasporti 128

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

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5 L’INVENTARIO BASE DELLE EMISSIONI DI CO2 131

6 LA STRATEGIA D’INTERVENTO AL 2020 – QUADRO DI SINTESI 133

7 IL SETTORE RESIDENZIALE 135 7.1 Azioni 135

7.1.1 Gli usi finali termici 135

7.1.2 Gli usi finali elettrici 141 7.2 Strumenti 142

7.3 Obiettivi quantitativi 148

8 IL SETTORE TERZIARIO PUBBLICO 149 8.1 Azioni 150

8.2 Strumenti 150

8.3 Obiettivi quantitativi 154

9 IL SETTORE DEI TRASPORTI 155 9.1 Azioni 155

9.2 Strumenti 156

9.3 Obiettivi quantitativi 157

10 IL SETTORE PRODUTTIVO 159 10.1 Azioni 159

10.2 Strumenti 159

10.3 Obiettivi quantitativi 161

11 LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI 162 11.1 Azioni 162

11.2 Strumenti 163

11.3 Obiettivi quantitativi 165

PREMESSA 167

IL SETTORE RESIDENZIALE 171

IL SETTORE TERZIARIO 219

IL SETTORE DEI TRASPORTI 236

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

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IL SETTORE INDUSTRIALE 252

LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI 258

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

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IL PIANO D’AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE DEI COMUNI DELL’UNIONE VALMARECCHIA

Il contesto di riferimento

Negli ultimi anni le problematiche relative alla gestione delle risorse energetiche hanno assunto una

posizione centrale nel merito dello sviluppo sostenibile: prima di tutto perché l'energia (o più

esattamente l'insieme di servizi che l'energia fornisce) è una componente essenziale dello sviluppo; in

secondo luogo perché il sistema energetico è responsabile di una parte importante degli effetti negativi

delle attività umane sull'ambiente (a scala locale, regionale e globale) e sulla stabilità del clima.

Le emissioni di gas climalteranti sono ormai considerate un indicatore di impatto ambientale del

sistema di trasformazione e uso dell’energia e le varie politiche concernenti l’organizzazione energetica

fanno in gran parte riferimento a esse.

In generale, nell’ambito delle politiche energetiche vi è consenso sul fatto che per andare verso un

sistema energetico sostenibile sia necessario procedere lungo tre direzioni principali:

una maggiore efficienza e razionalità negli usi finali dell'energia;

modi innovativi, più puliti e più efficienti, di utilizzo e trasformazione dei combustibili fossili, la

fonte energetica ancora prevalente;

un crescente ricorso alle fonti rinnovabili di energia.

Tutto questo è stato tradotto nelle conclusioni della Presidenza del Consiglio Europeo dell’8 e 9 marzo

2007, che sottolineano l'importanza fondamentale del raggiungimento dell'obiettivo strategico di limitare

l'aumento della temperatura media globale al massimo a 2°C rispetto ai livelli preindustriali. In

particolare, attraverso il cosiddetto “pacchetto energia e clima”, l’Europa:

sottoscrive un obiettivo UE di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 20 %

entro il 2020 rispetto al 1990, indipendentemente da eventuali accordi internazionali;

sottolinea la necessità di aumentare l'efficienza energetica nell'UE in modo da raggiungere

l'obiettivo di risparmio dei consumi energetici dell'UE del 20 % rispetto alle proiezioni per il

2020;

riafferma l'impegno a promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili attraverso un obiettivo

vincolante che prevede una quota del 20 % di energie rinnovabili nel totale dei consumi

energetici dell'UE entro il 2020.

Questa spinta verso un modello energetico più sostenibile avviene in un momento nel quale il modo

stesso con cui si fa politica energetica sta rapidamente cambiando, sia a livello internazionale sia

nazionale; uno dei punti centrali è nel governo del territorio, nella crescente importanza che viene ad

assumere il collegamento tra dove e come l'energia viene prodotta e utilizzata e nella ricerca di

soluzioni che coinvolgano sempre di più la sfera locale.

È quindi evidente la necessità di valutare attraverso quali azioni e strumenti le funzioni di un Ente

Locale possano esplicitarsi e dimostrarsi incisive nel momento di orientare e selezionare le scelte in

campo energetico sul proprio territorio.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 8 / 282 APRILE 2015

In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI SINDACI” promossa dalla Commissione Europea

nel 2008, dopo l’adozione del pacchetto su clima e energia, al fine di coinvolgere i comuni e i territori

europei in un percorso virtuoso di sostenibilità energetica e ambientale.

Tale iniziativa è di tipo volontario e impegna gli aderenti a ridurre le proprie emissioni di CO2 di almeno

il 20% entro il 2020, attraverso lo sviluppo di politiche locali che aumentino il ricorso alle fonti di energia

rinnovabile e stimolino il risparmio energetico negli usi finali.

Al fine di tradurre il loro impegno politico in strategie concrete sul territorio, i firmatari del Patto si

impegnano a predisporre e a presentare alla Commissione Europea il Piano d’Azione per l’Energia

Sostenibile (PAES), un documento di programmazione energetica nel quale sono delineate le azioni

principali che essi intendono realizzare per raggiungere gli obiettivi assunti e individuati gli strumenti di

attuazione delle stesse.

Il Patto dei Sindaci rappresenta quindi una importante opportunità, per un’Amministrazione Comunale,

di fornire un contributo concreto all’attuazione della politica europea per la lotta ai cambiamenti

climatici.

Forti di questa consapevolezza, i Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, Poggio

Torriana, San Leo, Sant’Agata Feltria, Santarcangelo di Romagna, Talamello e Verucchio hanno

preso la decisione di aderire al Patto dei Sindaci in aggregazione, ratificando questa scelta con

delibera dei rispettivi Consigli Comunali. L’aggregazione è stata denominata “Unione di Comuni

Valmarecchia”.

L’approccio metodologico e le fasi di sviluppo

Il piano di lavoro per la redazione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile dell’Unione dei Comuni

Valmarecchia è stato suddiviso secondo le fasi e le attività di seguito dettagliate e che seguono le linee

guida preparate dal Joint Research Centre per conto della Commissione Europea:

▪ analisi del sistema energetico comunale attraverso la ricostruzione del bilancio energetico e la

predisposizione dell’Inventario Base delle Emissioni di gas serra;

▪ valutazione dei potenziali di intervento a livello locale, vale a dire del potenziale di riduzione dei

consumi energetici finali nei diversi settori di attività e del potenziale di incremento della produzione

locale di energia da fonti rinnovabili o altre fonti a basso impatto, attraverso la ricostruzione dei

possibili scenari di evoluzione del sistema energetico;

▪ definizione del Piano d’Azione (obiettivi, azioni e strumenti):

individuazione degli obiettivi di incremento dell’efficienza del sistema energetico locale e delle

linee strategiche di intervento atte a conseguirli;

definizione delle azioni da intraprendere con diversi livelli di priorità;

identificazione e analisi degli strumenti più idonei per la realizzazione degli interventi individuati

(strumenti di programmazione e controllo, di incentivazione, di gestione e verifica, ecc).

Analisi del sistema energetico locale e definizione dell’inventario delle emissioni

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

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Qualsiasi azione messa in atto per cambiare gli attuali schemi di sfruttamento delle risorse energetiche

di un territorio, ridurne gli impatti e incrementarne la sostenibilità complessiva, non può prescindere da

una analisi che consenta di definire e tenere monitorata la struttura, passata e presente, sia della

domanda che dell’offerta di energia sul territorio e degli effetti ad esse correlati in termini di emissioni di

gas serra.

La prima fase del programma di lavoro ha riguardato, pertanto, l’analisi del sistema energetico

comunale attraverso la ricostruzione del bilancio energetico e la predisposizione dell’inventario delle

emissioni di gas serra.

Tale analisi, i cui risultati sono stati riportati in questo documento, rappresenta un importante strumento

di supporto operativo per la pianificazione energetica comunale, non limitandosi a “fotografare” la

situazione attuale, ma fornendo strumenti analitici ed interpretativi della situazione energetica, della sua

evoluzione storica, della sua configurazione a livello territoriale e a livello settoriale. Da ciò deriva la

possibilità di indirizzare opportunamente le azioni e le iniziative finalizzate all’incremento della

sostenibilità del sistema energetico nel suo complesso.

L’analisi suddetta è stata strutturata secondo le fasi di seguito dettagliate.

▪ Bilancio energetico comunale

Predisposizione di una banca dati relativa ai consumi dei diversi vettori energetici con una

suddivisione in base alle aree di consumo finale e statisticamente rilevabili e agli impianti di

produzione/trasformazione di energia eventualmente presenti sul territorio comunale (considerando

le tipologie impiantistiche, la potenza installata, il tipo e la quantità di fonti primarie utilizzate, ecc.).

Per quanto riguarda i consumi finali, il livello di dettaglio realizzato ha riguardato tutti i vettori

energetici utilizzati sul territorio e i principali settori di impiego finale: residenziale, terziario, edifici

comunali, illuminazione pubblica, industria, agricoltura e trasporti.

▪ Approfondimenti settoriali

Analisi sia delle componenti socio-economiche che necessitano l’utilizzo delle fonti energetiche, sia

delle componenti tecnologiche che di tale necessità sono il tramite. Tale analisi è stata realizzata

mediante studi di settore, procedendo cioè ad una contestualizzazione dei bilanci energetici a livello

del territorio, analizzando gli ambiti e i soggetti socio-economici e produttivi che agiscono all’interno

del sistema dell’energia. individuando sia i processi di produzione di energia, sia i dispositivi che di

tale energia fanno uso, considerando la loro efficienza, la loro possibilità di sostituzione e la loro

diffusione in relazione all’evoluzione dell’economia, delle tendenze di mercato e dei vari aspetti

sociali alla base anche delle scelte di tipo energetico. Essa si colloca come un approfondimento

dell'analisi dei consumi elaborata in precedenza.

▪ Ricostruzione dell’inventario delle emissioni di CO2

Le analisi svolte sul sistema energetico sono state accompagnate da analoghe analisi sulle

emissioni di gas climalteranti da esso determinate. Questa valutazione è avvenuta anche in

relazione a ciò che succede fuori dal territorio comunale, ma da questo determinato, applicando un

principio di responsabilità.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

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Definizione del Piano d’Azione (obiettivi, azioni e strumenti)

Una volta definiti gli intervalli possibili di azione, nei diversi settori e ambiti, è stata sviluppata un’analisi

finalizzata a delineare “lo scenario obiettivo al 2020” e la strategia di Piano; vale a dire a individuare gli

ambiti prioritari di intervento e il mix ottimale di azioni e strumenti in grado di garantire una riduzione al

2020 dei consumi di fonti fossili e delle emissioni in linea con gli obiettivi assunti con l’adesione al Patto

dei Sindaci.

La definizione della strategia di Piano è stata sviluppata secondo le fasi di seguito dettagliate:

▪ individuazione degli ambiti prioritari di intervento e quantificazione degli obiettivi di efficientamento

degli stessi;

▪ selezione delle linee d’azione strategiche da intraprendere con diversi livelli di priorità atte a

conseguire gli obiettivi delineati;

▪ identificazione e analisi degli strumenti più idonei per la realizzazione e la diffusione degli azioni

selezionate (strumenti di programmazione e controllo, di incentivazione, di gestione e verifica, ecc).

▪ predisposizione di “schede d’azione” finalizzate a descrivere sinteticamente ogni intervento

selezionato, e che rappresentano la “roadmap” del processo di implementazione del Piano. Le

schede riportano, infatti, le caratteristiche fondamentali degli interventi considerando, in particolare,

la loro fattibilità tecnico-economica, i benefici ambientali ad esse connesse in termini di riduzione

delle emissioni di gas climalteranti, i soggetti coinvolti.

La strategia d’intervento al 2020

L’approccio integrato

La definizione della strategia di intervento al 2020 si è basata su un approccio integrato e cioè su

considerazioni riguardanti sia l’aspetto della domanda che l’aspetto dell’offerta di energia a livello

locale. Infatti, se la questione dell’offerta di energia ha da sempre costituito la base della pianificazione,

giustificata col fatto che scopo di quest’ultima fosse assicurare la disponibilità della completa fornitura

energetica richiesta dall’utenza, è evidente che altrettanta importanza va data alla necessità di valutare

le possibilità di riduzione della richiesta stessa.

Il punto fondamentale di tale approccio ha riguardato la necessità di basare la progettazione delle

attività sul lato dell’offerta di energia in funzione della domanda di energia, presente e futura, dopo aver

dato a quest’ultima una forma di razionalità che ne riduca la dimensione. Riducendo il fabbisogno

energetico si ottengono infatti due vantaggi principali:

si risparmia una parte significativa di quanto si spende oggi per l’energia e questi risparmi

possono essere utilizzati per ammortizzare i costi d’investimento necessari ad effettuare

interventi di riqualificazione ed efficientamento energetici;

le fonti alternative diventano sufficienti per soddisfare una quota significativa del fabbisogno

locale di energia.

La riduzione dei consumi energetici mediante l’eliminazione degli sprechi, la crescita dell’efficienza,

l’abolizione degli usi impropri, sono quindi la premessa indispensabile per favorire lo sviluppo delle fonti

energetiche alternative, in modo da ottimizzarne il relativo rapporto costi/benefici rispetto alle fonti

fossili.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 11 / 282

L’orientamento generale che si è seguito nel contesto del governo della domanda di energia, si è

basato sul concetto delle migliori tecniche e tecnologie disponibili. In base a tale concetto, ogni qual

volta sia necessario procedere verso installazioni ex novo oppure verso retrofit o sostituzioni, ci si deve

orientare ad utilizzare ciò che di meglio, da un punto di vista di sostenibilità energetica, il mercato può

offrire.

Sul lato dell'offerta di energia si è invece data priorità allo sviluppo delle fonti rinnovabili

prevalentemente a livello diffuso.

In considerazione del fatto che lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili è in genere fortemente

condizionato dai rapporti con le condizioni territoriali, ambientali e sociali, le analisi sono state orientate

alla selezione di interventi in grado di combinare aspetti energetici, ecologici, ambientali e socio-

economici e quindi di garantire un bilancio costi/benefici ottimale di un loro sfruttamento delle fonti e un

concreto supporto all’economia locale.

Le direttrici di sviluppo

L'obiettivo generale che la strategia di Piano si è posto, è quello di superare le fasi caratterizzate da

azioni sporadiche e scoordinate, per quanto meritevoli, e di passare ad una fase di standardizzazione

di alcune azioni. Ciò discende dalla consapevolezza che l'evoluzione del sistema energetico comunale

verso livelli sempre più elevati di consumo ed emissione di sostanze climalteranti non può essere

fermata se non introducendo dei livelli di intervento molto vasti e che coinvolgano il maggior numero di

attori possibili e il maggior numero di tecnologie. La selezione e la pianificazione delle azioni all’interno

del PAES non ha quindi potuto prescindere anche dalla individuazione e definizione di opportuni

strumenti di attuazione delle stesse, in grado di garantirne una reale implementazione e diffusione sul

territorio.

In relazione all’obiettivo generale assunto, la strategia di Piano ha individuato 3 direttrici principali di

sviluppo delle diverse azioni e degli strumenti correlati, identificabili con i diversi ruoli che

l’Amministrazione comunale può giocare in campo energetico.

▪ Proprietario e gestore di un patrimonio (edifici, illuminazione, veicoli)

Prima di tutto la strategia di Piano ha affrontato il tema del patrimonio pubblico (edilizia, illuminazione,

ecc.), delle sue performance energetiche e della sua gestione.

Benché, dal punto di vista energetico, il patrimonio pubblico (edifici, illuminazione stradale, veicoli)

incida relativamente poco sul bilancio complessivo di un comune, l’attivazione di interventi di

efficientamento su di esso può risultare un’azione estremamente efficace nell’abito di una strategia

energetica a scala locale. Essa infatti consente di raggiungere diversi obiettivi, tra i quali in particolare:

miglioramento della qualità energetica del patrimonio pubblico, con significative ricadute anche

in termini di risparmio economico, creando indotti che potranno essere opportunamente

reinvestiti in azioni ed iniziative a favore del territorio;

incremento dell’attrattività del territorio, valorizzandone e migliorandone l’immagine;

promozione degli interventi anche in altri settori socio-economici e tra gli utenti privati.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 12 / 282 APRILE 2015

Dato che l’esigenza degli Enti Pubblici di ridurre i costi di gestione dell’energia del proprio patrimonio si

scontra spesso con la scarsa conoscenza delle prestazioni energetiche dello stesso, le analisi di Piano

sono state finalizzate innanzitutto, alla valutazione dei margini di efficientamento di edifici e sistema di

illuminazione pubblica, alla selezione delle azioni prioritarie per ridurre consumi, e relativi costi;

successivamente si sono analizzate modalità di gestione innovative in grado di garantire il necessario

supporto finanziario per l’esecuzione degli interventi, anche in considerazione delle scarse risorse

spesso a disposizione degli enti pubblici.

▪ Pianificatore, programmatore, regolatore del territorio e delle attività che insistono su di esso

Il PAES rappresenta uno strumento indispensabile nella riqualificazione del territorio, legandosi

direttamente al conseguimento degli obiettivi di contenimento e riduzione delle emissioni in atmosfera

(in particolare dei gas climalteranti), di miglioramento dell’efficienza energetica, di riduzione dei

consumi energetici e di minor dipendenza energetica. Esso è dunque uno strumento attraverso il quale

l’amministrazione può predisporre un progetto complessivo di sviluppo dell’intero sistema energetico,

coerente con lo sviluppo socioeconomico e produttivo del suo territorio e con le sue principali variabili

ambientali ed ecologiche. Ciò comporta la necessità di una sempre maggiore correlazione e interazione

tra la pianificazione energetica e i documenti di programmazione, pianificazione o regolamentazione

urbanistica, territoriale e di settore di cui i Comuni già dispongono. Risulta quindi indispensabile una

lettura di tali documenti alla luce degli obiettivi del PAES, indagando le modalità con cui trasformare le

indicazioni in esso contenute in norme/indicazioni al loro interno.

▪ Promotore, coordinatore e partner di iniziative sul territorio

Vi è consapevolezza sul fatto che molte azioni sono scarsamente gestibili dalla sola pubblica

amministrazione attraverso gli strumenti di cui normalmente dispone, ma vanno piuttosto promosse

tramite uno sforzo congiunto da parte di più soggetti.

Quello dell’azione partecipata è uno degli strumenti di programmazione che attualmente viene

considerato tra i mezzi più efficaci, a disposizione di una Amministrazione Pubblica, per avviare

iniziative nel settore energetico. Strategie, strumenti e azioni possono trovare, quindi, le migliori

possibilità di attuazione e sviluppo proprio in tale ambito. Un programma di campagne coordinate può

rappresentare un’importante opportunità di innovazione per le imprese e per il mercato, può essere la

sede per la promozione efficace di nuove forme di partnership nell’elaborazione di progetti operativi o

per la sponsorizzazione di varie azioni. Gli interventi in campo energetico possono richiedere in alcuni

casi tempi di ritorno degli investimenti piuttosto lunghi; un coinvolgimento esteso di soggetti in grado di

creare le condizioni di fattibilità di interventi in campo energetico, può fornire le condizioni necessarie

per svincolare la realizzazione dalla dipendenza dalle risorse pubbliche e per garantirne una diffusione

su ampia scala.

Sono state quindi indagate le possibilità per i Comuni di proporsi come referenti per la promozione di

tavoli di lavoro e/o accordi di programma con i soggetti pubblici o privati che, direttamente o

indirettamente e a vari livelli, partecipano alla gestione dell’energia sul territorio, e delineate le modalità

di costruzione di partnership operative pubblico-private, finalizzate all’attivazione di meccanismi

finanziari innovativi in grado anche di valorizzare risorse e professionalità tecniche locali. Ad esempio:

creazione di gruppi di acquisto per impianti, apparecchiature, tecnologie, interventi di

consulenza tecnica attraverso accordi con produttori, rivenditori o installatori, professionisti;

creazione di meccanismi di azionariato diffuso per il finanziamento di impianti;

collaborazioni con investitori privati, società energetiche ed ESCO

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 13 / 282

La strategia di Piano ha preso quindi in considerazione azioni e strumenti in grado di attivare filiere

produttive integrate con l’economia locale, l’ambiente e il territorio, individuando strumenti di leva

economico-finanziaria consentendo una sostenibilità delle suddette filiere che vada oltre la fase di

sostegno finanziario.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

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IL SISTEMA ENERGETICO COMUNALE

1 GLI ASSETTI SOCIO ECONOMICI DEL TERRITORIO L’analisi di alcuni indicatori di contesto legati agli assetti demografici e socio-economici di un territorio, è

necessaria al fine di poter leggere e interpretare correttamente gli andamenti dei consumi energetici,

comprendendone le cause specifiche. Nelle prossime pagine, attraverso un’analisi prevalentemente

statistica, saranno descritti alcuni indicatori di inquadramento generale del territorio legati ai residenti,

all’aggregazione dei nuclei familiari, alla struttura economica e imprenditoriale del territorio, fino ad

analisi più specifiche sugli andamenti delle nuove costruzioni e sullo sviluppo urbano (descritti nel

capitolo dedicato all’edilizia residenziale). Gli indicatori selezionati, in modo diretto o indiretto, risultano

correlati all’andamento dei consumi energetici, in particolar modo del settore residenziale ma anche alla

domanda di servizi da parte del singolo Comune e alla domanda di trasporti.

1.1 L’assetto demografico

L’andamento della popolazione è stato analizzato in serie storica, a partire dal 2004 fino al 2010. Nel

2004 i residenti a livello complessivo nei dieci comuni ammontavano a 51.628 unità, mentre nel 2010

raggiungono le 54.602 unità, segnando un aumento pari al 6 %, corrispondente a quasi 3.000 abitanti

in più nell’arco dei sei anni considerati. A livello di singolo Comune, la popolazione risulta in leggero

calo a Casteldelci, Pennabilli, Sant’Agata Feltria e Talamello. Negli altri Comuni, invece, si registra la

tendenza opposta, ovvero un aumento che raggiunge il 7 % nel Comune di Santarcangelo di Romagna.

Grafico 1.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

[n

di re

sid

en

ti p

er

Co

mu

ne

]

Andamento delle popolazione residente a livello comunale fra 2004 e 2010

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli

Poggio Torriana San Leo Sant'Agata Feltria Santarcangelo di Romagna

Talamello Verucchio

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 16 / 282 APRILE 2015

Il Comune più popoloso è Santarcangelo di Romagna che, con più di 21.000 abitanti, rappresenta nel

2010 il 39 % della popolazione totale del raggruppamento. Verucchio, con circa 10.000 abitanti, incide

per il 18 % sul totale. Negli altri Comuni si registra una popolazione inferiore ai 10.000 abitanti.

Spiccano i Comuni di Maiolo e Casteldelci che incidono per il 2 % e l’1 %, avendo una popolazione pari

rispettivamente a circa 850 e 450 abitanti.

Grafico 1.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Nei capitoli seguenti si porrà a confronto la disaggregazione dei consumi di energia con la distribuzione

della popolazione residente nei territori analizzati.

Oltre al dato prettamente demografico, un parametro di rilievo nelle analisi energetiche disposte ai

capitoli seguenti, è rappresentato dalle dinamiche evolutive dei nuclei familiari. Infatti, la crescita o

decrescita dei consumi energetici del settore residenziale è fortemente correlata al numero di nuclei

familiari che a loro volta si legano alle abitazioni riscaldate o che in genere fanno uso di energia. La

dinamica evolutiva dei nuclei familiari, per completezza dell’analisi, va letta non solo in termini di

numero di nuclei familiari ma anche di struttura media degli stessi. Negli ultimi anni, infatti, si assiste a

livello nazionale a una tendenza alla riduzione del numero medio di componenti che costituiscono i

nuclei familiari e a un incremento dei nuclei familiari mono o bicomponente, dovuta alle dinamiche

sociali o alla scomparsa di residenti anziani con conseguente aumento del numero dei vedovi.

La serie storica riferita ai nuclei familiari viene descritta dal 2004. Nel 2004 le famiglie residenti nei dieci

comuni ammontavano a 19.600, pari a meno della metà della popolazione residente. Nel 2010 i nuclei

familiari complessivi raggiungono le 21.500 unità, evidenziando un incremento percentualmente pari a

10 punti rispetto al 2004.

Casteldelci1%

Maiolo2%

Novafeltria14%

Pennabilli5%

Poggio Torriana9%

San Leo6%

Sant'Agata Feltria4%Santarcangelo di Romagna

39%

Talamello2%

Verucchio18%

Incidenza della popolazione comunale rispetto alla complessiva del ragguppamento nel 2010

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 17 / 282

Osservando il grafico che segue si possono distinguere, per i dieci comuni, le seguenti dinamiche

evolutive:

Casteldelci e Talamello presentano un lieve calo dei nuclei familiari, pari al 5 e all’1 % rispetto

al 2004;

Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria, Santarcangelo di Romagna invece,

registrano un aumento delle famiglie compreso fra il 2 e l’11 % rispetto al 2004;

nei Comuni di Poggio Torriana e Verucchio, invece, si evidenzia un marcato aumento dei

nuclei familiari, con percentuali rispettivamente del 18 e del 16 % rispetto al 2004.

Grafico 1.3 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Queste differenti dinamiche con cui variano popolazione e famiglie risentono di una modifica strutturale

dei nuclei familiari che risulta già chiara se si pongono a confronto i valori percentuali di crescita fra

2004 e 2010 a livello complessivo:

le famiglie crescono di 10 punti;

i residenti crescono di 6 punti.

I 4 punti percentuali di scarto e la maggiore velocità di crescita delle famiglie rispetto ai residenti è

indicativo di una riduzione del numero medio di componenti delle famiglie nel corso degli ultimi anni.

Il grafico seguente evidenzia proprio l’andamento del numero medio di componenti nel corso delle

ultime annualità confermando la lineare decrescita media. Si passa da circa 2,63 componenti del 2004

a 2,53 componenti medi nel 2010. Si ritiene che nel corso delle prossime annualità si protrarrà

ulteriormente al ribasso questo tipo di andamento.

-

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

[n

di fa

mig

lie

pe

r C

om

un

e]

Numero di famiglie a livello comunale fra 2004 e 2010

Casteldelci Maiolo Novafeltria

Pennabilli Poggio Torriana San Leo

Sant'Agata Feltria Santarcangelo di Romagna Talamello

Verucchio

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 18 / 282 APRILE 2015

A titolo di confronto, si riporta l’indicatore dei componenti medi del nucleo familiare, nel 2010, riferito al

singolo comune: si distinguono i Comuni di Poggio Torriana e Verucchio, che superano in modo

significativo la media del raggruppamento (2,53), e il comune di Casteldelci, che registra il numero di

componenti più basso (2,20); gli altri comuni si attestano su valori intermedi.

Grafici 1.4 e 1.5 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Questo dato risulta essere una delle informazioni fondamentali per poter interpretare l’andamento di

consumi energetici di un Comune, soprattutto nelle analisi di serie storica. La rilevanza assegnata a

questo indicatore si incrementa in virtù delle dimensioni demografiche e urbane complessivamente

ridotte dei Comuni oggetto di analisi. Infatti, come risulterà maggiormente evidente dalle analisi

disposte ai capitoli successivi, i settori più incidenti in termini di consumo energetico sono proprio quelli

legati al domestico e alla residenza, contesti strettamente connessi alla struttura del nucleo familiare.

Mediamente, infatti, si ritiene che due persone residenti in abitazioni singole utilizzino quasi il doppio

dell’energia necessaria ad alimentare un’unica utenza nell’opzione di convivenza. Inoltre, l’analisi della

struttura del nucleo familiare acquista rilevanza anche in relazione alla costruzione degli scenari di

piano in cui sarà necessario proiettare al 2020 la struttura delle famiglie e della popolazione per

quantificare il fabbisogno di eventuali nuove abitazioni anche in coerenza con le indicazioni degli

strumenti urbanistici vigenti che scenarizzano, sul lungo periodo, l’utilizzo del suolo e indirettamente il

consumo di energia per il territorio comunale.

Oltre alla struttura del nucleo familiare, un ulteriore indicatore demografico di rilievo in correlazione alle

analisi energetiche, è rappresentato dall’età della popolazione residente nell’are analizzata. Infatti la

maggiore o minore età della popolazione e l’equilibrio fra i gruppi di popolazione disaggregati per archi

d’età permettono di valutare la maggiore o minore propensione di un territorio a realizzare determinati

interventi. La ristrutturazione delle abitazioni private, la sostituzione degli elettrodomestici, la

sostituzione della propria autovettura o l’utilizzo della ciclabilità al posto degli spostamenti in auto, sono

tutte scelte che si legano fortemente all’età della popolazione. Una popolazione squilibrata verso i

gruppi più anziani implica una maggiore lentezza nella realizzazione di questo tipo d’interventi oltre che

un minore interesse a realizzarli. Una popolazione più giovane, invece, recepisce in maniera più rapida

gli stimoli tecnologici che il mercato delinea nel corso degli anni. Infine, va anche detto che l’età della

popolazione influenza anche le scelte legate alla costruzione delle matrici di spostamento utilizzate per

la descrizione dei flussi di mobilità e di conseguenza dei consumi energetici ascrivibili al settore dei

trasporti. La popolazione disaggregata per archi d’età compie spostamenti variegati e differenti: in età

2,63 2,61

2,59 2,58

2,56 2,54 2,53

2,20

2,30

2,40

2,50

2,60

2,70

2,80

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

[n

di c

om

po

ne

nti

]

Numero medio di componenti del nucleo familiare fra 2004 e 2010

2,2

0 2,5

1

2,4

5

2,3

3 2,6

4

2,4

2

2,3

9

2,5

6

2,3

9

2,6

4

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

Cas

teld

elc

i

Maio

lo

No

va

felt

ria

Pen

nab

illi

Po

gg

ioT

orr

ian

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San

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gelo

di

Ro

mag

na

Ta

lam

ello

Veru

cch

io

[n

med

io d

i co

mp

on

en

ti]

Numero medio di componenti dei nuclei familiari al 2010

Valmarecchia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 19 / 282

lavorativa la popolazione si sposta per lavoro, in età di studio superiore o universitario la popolazione

viaggia per studio in direzioni differenti, in età scolare (media, elementare) la popolazione viene

accompagnata a scuola, in età post-lavorativa la popolazione gira in prevalenza all’interno del territorio

comunale. Alcune fasce d’età (più anziani) non si muovono quanto altre.

Disaggregando la struttura della popolazione per archi d’età si evidenzia la prevalenza della fascia

adulta (41-60 anni), seguita dalla fascia giovane (21-40 anni). In particolare si registra la presenza di:

una quota del 20 % sotto i 20 anni;

una quota del 26 % fra i 21 e i 40 anni;

una quota del 29 % fra i 41 e i 60 anni;

una quota del 19 % fra i 61 e gli 80 anni;

e il 5 % residuo degli abitanti, con più di 80 anni.

Grafico 1.6 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Anche in questo caso è possibile confrontare la popolazione per archi d’età nei singoli comuni:

in quasi tutti i Comuni la distribuzione delle fasce di età si allinea con la media

dell’aggregazione;

Casteldelci registra la percentuale più alta di popolazione ultrasessantenne, pari al 37 % sulla

popolazione totale;

Poggio Torriana e San Leo, invece, presentano la fetta più alta di popolazione giovane (entro i

40 anni) residente, pari al 50 % circa del totale.

0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1.000

02468

101214161820222426283032343638404244464850525456586062646668707274767880828486889092949698

100

[n° di residenti]

[età

]

Popolazione residente in Valmarecchia, nel 2010

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PAGINA 20 / 282 APRILE 2015

Grafici 1.7 e 1.8 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

La tabella che segue sintetizza i dati descritti in questo paragrafo.

Comune Popolazione 2010 % popolazione Famiglie 2010 % famiglie n° medio

componenti

Casteldelci 454 1% 206 1% 2,20

Maiolo 854 2% 340 2% 2,51

Novafeltria 7.380 14% 3.012 14% 2,45

Pennabilli 3.002 5% 1.289 6% 2,33

Poggio Torriana 4.989 9% 1.892 9% 2,64

San Leo 3.074 6% 1.268 6% 2,42

Sant'Agata Feltria 2.281 4% 953 4% 2,39

Santarcangelo di Romagna 21.409 39% 8.348 39% 2,56

Talamello 1.080 2% 452 2% 2,39

Verucchio 10.079 18% 3.819 18% 2,64

Valmarecchia 54.602 21.579 2,53

Tabella 1.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

10.759

14.353

15.876

10.378

2.866

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

18.000

0-20 anni 21-40 anni 41-60 anni 61-80 anni oltre gli 81anni

[n

di

res

iden

ti]

Popolazione per archi d'età nel 2010

15% 19% 18% 17% 21% 21% 16% 20% 19% 22%

21%26% 26% 25%

28% 28%24%

26% 27% 28%

28%

26% 29% 28%31% 27%

29%30% 33%

29%

25%22% 21%

21%

16%18%

23%20%

17% 17%

12% 7% 6% 9% 3% 6% 8% 5% 5% 4%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Cas

teld

elc

i

Maio

lo

No

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a

Pen

nab

illi

Po

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Ag

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Fe

ltri

a

San

tarc

an

gelo

di

Ro

mag

na

Ta

lam

ello

Veru

cch

io

Popolazione disaggregata per archi d'età nei comuni dell'aggregazione

0-20 anni 21-40 anni 41-60 anni 61-80 anni oltre gli 81 anni

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 21 / 282

1.2 L’assetto economico e produttivo del territorio

Accanto all’analisi dei dati relativi all’andamento e alle caratteristiche demografiche dei comuni oggetto

di indagine, è altrettanto importante indagare la situazione economica e produttiva dei territori. I dati

forniti dall’Istat attraverso il Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi 2011, in termini di numero

di unità locali registrate e di numero di addetti, permettono di inquadrare la situazione nei singoli

comuni relativamente alle quantità e alle tipologie di attività economiche e produttive presenti, e di

poterla confrontare con i dati riferiti al precedente censimento del 2001.

Grafici 1.9 e 1.10 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Nel raggruppamento, il maggior numero di unità locali è allocato al Comune di Santarcangelo di

Romagna, che con 2.138 unità locali (U.L.) rappresenta il 45 % delle U.L. attive in Valmarecchia. Anche

il maggior numero di addetti è rintracciabile nel Comune di Santarcangelo di Romagna, dove sono

impiegati nel 2011 circa 7.400 addetti, il 43 % del totale dell’area. Si distinguono anche Verucchio,

Novafeltria e Poggio Torriana che presentano valori rilevanti rispetto agli altri Comuni sia in termini di

unità locali che di addetti.

Il confronto fra le categorie di attività presenti al Censimento del 2001 e a quello del 2011 evidenzia

lievi discostamenti intervenuti nel decennio. In termini numerici, si assiste alla crescita di circa 422 U.L.

(+ 10 %) e di quasi 2.000 addetti (+ 13 %).

Grafici 1.11 e 1.12 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

37

35

61

6

22

6

37

4

21

6

14

9

18

88

10

1

64

9

35

40

64

7

211

43

6

23

6

15

1

2.1

38

83

73

6

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

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Unità Locali attive nel 2001 e nel 2011 per Comune

2001 2011

66

50

1.6

16

68

5

1.4

74

72

2

65

4

6.3

61

43

5

3.0

37

67

74

1.6

86

69

8

1.9

71

83

5

61

5

7.3

78

40

0

3.3

32

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

Ca

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San

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an

gelo

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om

ag

na

Tala

mello

Veru

cch

io

Addetti alle Unità Locali nel 2001 e nel 2011 per Comune

2001 2011

16%

0%

14%

29%

8%

6%

1%

3%

3%

8%

2%

3%1%

5%

UL nel 2001 per categoria ATECO agricoltura

estrazione minerali

manifattura

energia elettrica e acqua

costruzioni

commercio

trasporti

alloggi e ristorazione

informatica

finanza

immobiliari

attività professionali

viaggi

istruzione

sanità

arte e spettacolo

altre attività di servizi

13%

0%

16%

25%5%

7%

2%

2%

6%

10%

3%

4%1% 4%

UL nel 2011 per categoria ATECO agricoltura

estrazione minerali

manifattura

energia elettrica e acqua

costruzioni

commercio

trasporti

alloggi e ristorazione

informatica

finanza

immobiliari

attività professionali

viaggi

istruzione

sanità

arte e spettacolo

altre attività di servizi

Page 22: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 22 / 282 APRILE 2015

La disaggregazione delle unità locali in categorie merceologiche vede prevalere il settore commerciale,

sebbene nel corso degli anni questo subisca un leggero calo (29 % delle UL nel 2001 e 25 % nel 2011).

Anche il settore delle costruzioni e quello della manifattura presentano una certa rilevanza essendo

inserite in questi comparti rispettivamente il 16 e il 13 % circa delle aziende attive sul territorio. Le altre

categorie merceologiche sono rappresentate in misura più modesta.

Il dato relativo al numero degli addetti disaggregato per ambito di attività, illustrato nei grafici seguenti,

presenta uno scenario diverso rispetto a quello delle unità locali. Infatti, il settore che registra il maggior

numero di addetti è quello della manifattura, che garantiva impiego al 41 % degli addetti nel 2001 e al

34 % nel 2011. Il settore del commercio resta statico in termini di addetti coprendo il 20 % circa degli

impiegati in Valmarecchia. Si evidenzia l’aumento del numero di addetti impiegati nelle attività di

alloggio e ristorazione, che passano da un’incidenza del 6 % a un’incidenza del 9 % sul totale.

Gli altri comparti incidono con percentuali minori e sostanzialmente stabili nei dieci anni.

Grafici 1.13 e 1.14 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

È possibile approfondire la struttura delle aziende allocate ai comparti commerciale e manifatturiero,

ossia agli ambiti di attività più importanti nel territorio. I grafici che seguono dettagliano la struttura di

questi comparti in termini di attività e di addetti nel singolo Comune.

Grafici 1.15 e 1.16 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Il commercio al dettaglio, costituito dalle unità medio-piccole di vicinato, risulta essere il più ampio per

addetti e U.L., meno rilevanti sono invece il commercio all’ingrosso e la vendita di automezzi. Nel

41%

1%

11%

19%

5%

6%

2%

2%1%

4%

3%1%

1%2%

Addetti alle UL nel 2001 per categoria ATECO agricoltura

estrazione minerali

manifattura

energia elettrica e acqua

costruzioni

commercio

trasporti

alloggi e ristorazione

informatica

finanza

immobiliari

attività professionali

viaggi

istruzione

sanità

arte e spettacolo

altre attività di servizi

1%

34%

0%

11%20%

5%

9%

3%

2%

2%

4%

3%2%

1%3%

Addetti alle UL nel 2011 per categoria ATECO agricoltura

estrazione minerali

manifattura

energia elettrica e acqua

costruzioni

commercio

trasporti

alloggi e ristorazione

informatica

finanza

immobiliari

attività professionali

viaggi

istruzione

sanità

arte e spettacolo

altre attività di servizi

8 3

6933

8745

27

233

20

97

8 7

179

41

103

5331

568

19

182

0

100

200

300

400

500

600

Cas

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ta F

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ria

San

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gelo

di

Ro

mag

na

Ta

lam

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Veru

cch

io

UL allocate ai comparti commerciale e manifatturiero nel 2011

Manifattura Commercio

25 5

349 346

927

329 334

1.596

175

1.675

8 16

389

88

266138

66

1.929

81

477

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

Cas

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ria

San

tarc

an

gelo

di

Ro

mag

na

Ta

lam

ello

Veru

cch

io

Addetti alle UL allocati ai comparti commerciale e manifatturiero nel 2011

Manifattura Commercio

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 23 / 282

commercio al dettaglio rientra sia la vendita di prodotti alimentari (fetta principale) sia la vendita di altre

tipologie di articoli. Sembra che in questi Comuni non si evidenzino gli effetti derivanti dallo sviluppo di

centri commerciali e super market e in generale della grande distribuzione che, in media in Italia, hanno

portato a una decrescita delle unità di vicinato e allo sviluppo di imprese di più grandi dimensioni. E’

utile considerare la struttura dei territori spesso costituita da frazioni e borghi e meno vocata, rispetto ad

altri assetti urbani, allo sviluppo di sistemi commerciali di maggiori dimensioni. L’UL commerciale media

presenta una superficie di circa 75 m2.

Grafici 1.17 e 1.18 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Il comparto manifatturiero, pur incidendo solo per il 13 % delle UL presenti nell’area, rappresenta

l’ambito occupazionale più rilevante con una fetta di addetti impiegati del 35 % circa. L’area più

rilevante è il “Distretto della meccanica di Novafeltria” che include circa 16 imprese attive nella

fabbricazione di macchine. Questo è anche l’ambito in cui le imprese locali assumono una dimensiona

più significativa, con una media di circa 20 addetti per UL. Anche il settore della metallurgia è ben

presente sul territorio con una dimensione societaria importante (circa 10 addetti per UL). L’area di

Novafeltria assume rilievo anche per il “Sistema dell’agroalimentare”. Il distretto tessile e della moda è

presente nell’area, con una settantina di aziende attive e una prevalente collocazione geografica nel

territorio di Pennabilli.

Grafici 1.19 e 1.20 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Un ultimo riferimento è utile farlo alle attività estrattive. Il territorio della Valmarecchia è stato

storicamente interessato da un’intensa attività di estrazione e lavorazione di minerali riconducibili

130

370

691

0

100

200

300

400

500

600

700

800

Commercio di autoveicoli emotocicli

Commercio all'ingrosso dialtro

Commercio al dettaglio dialtro

UL allocate al settore commerciale nel 2011

489

1.155

1.814

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

1.800

2.000

Commercio di autoveicoli emotocicli

Commercio all'ingrosso dialtro

Commercio al dettaglio dialtro

Addetti alle UL nel settore commerciale nel 2011

74

78

58

32

1

3

10

1

39

114

117

7

25

41

22

0 20 40 60 80 100 120 140

Alimentare

Tessile

Legno

Carta e stampa

Prodotti petroliferi

Chimica

Gomma

Farmaceutica

Minerali non metalliferi

Metallo

Elettriconica e macchine

Trasporti

Mobili

Riparazioni

Altro

UL nel 2011 nel comparto manifatturiero

397

318

315

340

5

68

154

161

285

1.019

2.346

37

149

87

80

0 500 1.000 1.500 2.000 2.500

Alimentare

Tessile

Legno

Carta e stampa

Prodotti petroliferi

Chimica

Gomma

Farmaceutico

Minerali non metalliferi

Metallo

Elettriconica e macchine

Trasporti

Mobili

Riparazioni

Altro

Addetti alle UL nel 2011 nel comparto manifatturiero

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PAGINA 24 / 282 APRILE 2015

principalmente a calcari, gesso e argilla e collocate nei territorio di Novafeltria, San Leo e Talamello.

Attualmente San Leo è un sito cessato, al contrario a Talamello e Novafeltria è ancora presente un

notevole potenziale estraibile rispetto alle concessioni ottenute. Sia in termini di UL che di addetti,

l’incidenza di queste attività è molto bassa (sotto l’1 %), mentre, invece, sono circa 40 le aziende

impegnate nella lavorazione di minerali non metalliferi, con circa 7 addetti medi per ognuna.

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COD: 14E108 PAGINA 25 / 282

2 I CONSUMI FINALI DI ENERGIA

2.1 Il quadro generale

Il quadro complessivo dei consumi energetici nei dieci comuni per il 2010 definisce un utilizzo di

energia pari a circa 1.070 GWh, intesi come energia finale utilizzata dall’insieme delle utenze. Per

utenze si intende l’insieme delle utenze domestiche, terziarie, industriali, agricole, i consumi legati al

trasporto privato e della flotta pubblica (ove disponibili i dati) al livello comunale e al livello di area e i

consumi riferiti all’alimentazione termica ed elettrica degli edifici e degli impianti pubblici. In questi

consumi si include anche la quota di energia elettrica prodotta localmente da fonte rinnovabile che, con

12,7 GWh elettrici incide in misura complessivamente contenuta sui consumi elettrici complessivi dei

comuni (6 % circa dei consumi di energia elettrica) e di cui si dispone un dettaglio nel corso del

documento. L’anno 2010 rappresenta l’annualità di riferimento per questo documento di bilancio. Sui

dati di consumo energetico registrati in questa annualità saranno valutate le riduzioni da traguardarsi

entro il 2020.

Grafico 2.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Il grafico precedente disaggrega per vettore energetico le quantità annesse in bilancio. Risultando

carenti i dati disaggregati in serie storica, non è stato possibile ricostruire andamenti completi dei

consumi nel corso degli anni ma ci si è limitati all’annualità 2010. Dove disponibili i dati, sarà possibile

valutare le dinamiche in serie storica per specifico settore o vettore energetico.

Riguardo alla ripartizione dei consumi generali per vettore energetico, le quote predominanti sono

quelle annesse in bilancio per il gas naturale e l’energia elettrica. I prodotti petroliferi (gasolio e GPL in

particolare), presi singolarmente, presentano un’incidenza più contenuta.

522.295

124.275

61.594

117.182

38.194

206.855

0

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

Gas naturale Gasolio GPL Benzina Biomassa Elettricità

[MW

h]

Disaggregazione in MWh dei consumi finali di energia a livello comunale nel 2010

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PAGINA 26 / 282 APRILE 2015

In particolare la struttura dei consumi del territorio è così rappresentata:

il 50 % circa dei consumi è riferito all’utilizzo di gas naturale,

l’energia elettrica pesa per 20 punti circa,

la benzina per 11 punti,

gasolio e GPL incidono rispettivamente per il 12 e il 6 % circa dei consumi del territorio,

ala biomassa la fetta più limitata della torta dei consumi con 3 punti di incidenza.

Grafico 2.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

L’incidenza sostanziale dei consumi di prodotti gassosi si lega principalmente al clima del territorio che

vede prevalenti, soprattutto nel domestico, i consumi per usi termici rispetto ai consumi elettrici; inoltre,

sebbene con differenti livelli di capillarità, i territori analizzati, nel 2010, sono metanizzati. L’utilizzo di

prodotti petroliferi per riscaldamento, ancora presente, è comunque limitato a fette poco significative e a

territori in cui è più complessa la diffusione delle reti di trasporto del gas naturale. Il territorio

urbanizzato, infatti, è fortemente frastagliato e costituito da una molteplicità di borghi e frazioni a

vocazione rurale.

L’edilizia pubblica presenta un parco impianti termici totalmente metanizzato.

Per la costruzione della curva riportata nel grafico seguente, relativa al consumo di gas naturale nei

Comuni in serie storica dal 2005 al 2013, sono stati utilizzati i dati forniti dalla SNAM rete gas,

distributore nazionale di gas naturale, e da SGR Reti gas, distributore locale, nei dieci Comuni.

L’osservazione dell’andamento di questa curva delinea con chiarezza la struttura di un territorio ormai

totalmente metanizzato in cui si assiste a una lenta decrescita dei consumi correlata da un lato con

l’andamento economico degli ultimi anni e dall’altro con la struttura industriale (in particolare quella

metallurgica) storicamente in crisi. In particolare, fino al 2010 si osserva una calo dei consumi di circa

49%

12%

6%

11%

3%

19%

Disaggregazione percentuale dei consumi di energia al 2010 per vettore energetico

Gas naturale

Gasolio

GPL

Benzina

Biomassa

Elettricità

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COD: 14E108 PAGINA 27 / 282

7 Mm3 di gas rispetto al 2005; ossia si passa da circa 61 Mm

3 del 2005 a 54 Mm

3 registrati nel 2010.

L’anno 2010 rappresenta una fase di ripresa con un incremento dei consumi di circa 5 Mm3. Se si porta

l’osservazione fino all’ultimo anno della serie storica, tuttavia, si nota che il calo dei consumi diventa via

via più consistente fino a superare i 16 Mm3 nel 2013, rispetto al 2005 (- 26 %).

L’osservazione del Grafico 2.4 permette di interpretare con maggiore precisione la dinamica in corso

nel territorio: i dati sintetizzati fanno riferimento alle sole riconsegne di gas naturale da parte della

SNAM Rete Gas ad alcuni insediamenti produttivi presenti a Novafeltria e Santarcangelo di Romagna. I

consumi descritti nel grafico citato rappresentano solo una parte dei consumi di gas dell’industria;

infatti, le riconsegne dirette da parte della SNAM si correlano alle grosse utenze che consumano

energia. La quota prevalente del calo dei consumi di gas registrati nel territorio è ascrivibile a questa

tipologia di utenze, collocate a Novafeltria, territorio in cui fra 2005 e 2012 si assiste all’azzeramento

delle riconsegne dirette di gas naturale. Anche a Santarcangelo di Romagna si assiste a un calo dei

consumi, molto più contenuti rispetto a Novafeltria, ma che non comportano l’annullamento delle

riconsegne dirette.

Grafici 2.3 e 2.4 Elaborazione Ambiente Italia su base dati SNAM rete gas e SGR Reti.

Grafici 2.5 e 2.6 Elaborazione Ambiente Italia su base dati SNAM rete gas e SGR Reti.

Nel 2010 il consumo complessivo di gas naturale ammonta a circa 54,5 Mm3: il Comune con il consumo

più elevato è Santarcangelo che è anche il comune maggiormente popolato:

a Santarcangelo spettano circa 18 Mm3 di gas naturale su base comunale nel 2010;

Novafeltria, Poggio Torriana e Verucchio si pongono su valori di consumo annuo intermedio con

circa 8 Mm3 annui;

61,2959,61

53,1351,96 49,73

54,45

49,9546,64 45,30

0

10

20

30

40

50

60

70

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

[Mm

3d

i g

as n

atu

rale

]

Consumi di gas naturale in Valmarecchia

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

[Mm

3 d

i g

as n

tau

rale

]

Riconsegne dirette di gas naturale

Santarcangelo di Romagna Novafeltria

0,14 0,34

8,93

3,49

7,55

4,29

1,19

18,40

1,15

8,96

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

Ca

ste

ldelc

i

Ma

iolo

No

va

felt

ria

Pe

nn

ab

illi

Po

gg

io T

orr

ian

a

Sa

n L

eo

Sa

nt'

Ag

ata

Felt

ria

Sa

nta

rcan

gelo

di

Ro

mag

na

Ta

lam

ello

Ve

rucc

hio

[Mm

3d

i g

as n

atu

rale

]

Consumi di gas ntaurale nel 2010 in Valmarecchia

Residenziale22.086.453

39%

Terziario privato13.846.906

25%

Terziario pubblico911.892

2%

Industria17.600.000

31%

Trasporti1.700.000

3%

Consumi di gas naturale in m3 e in % nel 2010

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PAGINA 28 / 282 APRILE 2015

i restanti comuni presentano valori di consumo più bassi, di poco superiori o inferiori al milione

di m3.

La torta ripartisce i consumi di gas naturale per settore di utilizzo:

al residenziale compete la fetta più importante con 22 Mm3 e il 40 % di incidenza rispetto ai

consumi complessivi;

l’industria è molto vicina al settore della residenza e, seppure in crisi, il bilancio energetico

dell’area le annette circa 17,5 Mm3 con un’incidenza di poco superiore al 30 %;

il terziario privato è il terzo settore per incidenza sul bilancio dei prodotti gassosi, impegnandone

una fetta del 25 % con 14 Mm3;

il terziario pubblico con 1 Mm3 di gas consumato incide per il 2 %;

i trasporti, infine, sono responsabili di un consumo di gas naturale pari a 1,7 Mm3 con 3 punti

percentuali di incidenza.

Anche per i consumi elettrici è possibile analizzare con maggior dettaglio gli andamenti in serie storica.

Complessivamente, nel 2010, ammonta a circa 206 GWh il consumo elettrico complessivo nei dieci

Comuni analizzati. Osservando la serie storica, emerge un calo notevole dei consumi complessivi

nell’anno 2009, fortemente influenzati dall’andamento dei consumi nel settore industriale. Nel 2010 il

calo dei consumi ammonta a circa 33 GWh, pari al 14 % in meno rispetto al 2007. Il settore residenziale

e il settore terziario presentano un andamento in lieve crescita nel corso delle annualità analizzate. Nel

settore agricolo si evidenzia una leggera decrescita dei consumi elettrici. Il settore che invece risente di

un calo notevole dei consumi elettrici è quello industriale che, come già visto nel bilancio dei prodotti

gassosi, arriva a sfiorare il 40 % in meno dei consumi nel 2009, per poi aumentare leggermente nel

2010 e attestarsi su una riduzione del 34 % nel 2007.

Grafici 2.7 e 2.8 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel distribuzione.

L’osservazione del grafico che segue permette di comprendere la struttura del consumo elettrico per

settore di attività e la leadership fra i settori nel corso delle annualità considerate.

Le curve rappresentano l’incidenza dei consumi del singolo settore sui consumi elettrici totali dell’area:

l’agricoltura è l’unico settore a non presentare variazioni notevoli: infatti, si mantiene pressoché

costante su un’incidenza del 4 %;

l’industria, inizialmente incidente per il 50 % dei consumi elettrici totali, decresce nel 2009 fino

ad incidere per il 37 % sul totale;

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

2007 2008 2009 2010

[MW

h]

Andamento dei consumi elettrici fra 2007 e 2010 nei Comuni della Valmarecchia per settore di attività

Agricoltura Industria Residenziale Terziario

100

40

60

80

100

120

2007 2008 2009 2010

[Vari

azio

ne (

2006 =

100)]

Andamento dei consumi elettrici per settore di attività posto 100 al 2007

Agricoltura Industria Residenziale Terziario

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COD: 14E108 PAGINA 29 / 282

il residenziale e il terziario, inizialmente con un peso del 23 % su totale, nel 2009 vanno ad

occupare la fetta lasciata libera dall’industria e raggiungono il 30 % circa dei consumi totali.

Grafici 2.9 e 2.10 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel distribuzione.

La ripartizione per Comune conferma, come già per il gas naturale, l’incidenza importante di

Santarcangelo di Romagna che, con circa 71 GWh di energia elettrica utilizzata, è responsabile del

35 % dei consumi elettrici dell’area. Secondo per incidenza sui consumi elettrici totali è il Comune di

Verucchio che utilizza il 19 % dell’energia elettrica utilizzata nell’area. Novafeltria, Poggio Torriana e

San Leo, invece, si posizionano su livelli di consumo intermedi con valori di consumo compresi fra 22 e

26 GWh. I restanti comuni registrano valori più bassi.

Nel corso degli anni, le dinamiche di consumo comunale evidenziano una crescita del 47 % a

Casteldelci (+ 0,4 GWh) fra 2007 e 2010 e un calo del 31 % nei consumi elettrici di Santarcangelo di

Romagna, pari a circa – 30 GWh. Negli altri Comuni gli assetti in serie storica non presentano

variazioni di rilievo.

Riportando il ragionamento ai consumi energetici complessivi, il settore maggiormente incidente in

termini di consumo complessivo è il residenziale che impegna 339 GWh di energia pari al 30 %

dell’energia consumata nei dieci Comuni.

Il terziario, l’industria e i trasporti risultano molto vicini fra loro incidendo rispettivamente per 23 punti

percentuali l’industria, 21 punti il terziario e 19 punti i trasporti. All’industria, secondo settore per

rilevanza sul bilancio energetico, spetta un consumo di circa 250 GWh, al terziario 225 GWh e nei

trasporti si consumano carburanti per circa 200 GWh.

Il settore agricolo è il meno incidente sul bilancio complessivo dei comuni consumando annualmente

circa 55 GWh, ossia il 5 % dell’energia complessivamente utilizzata in Valmarecchia.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

2007 2008 2009 2010

[ %

]

Incidenza dei consumi elettrici per settore di attività sui consumi complessivi nei Comuni della Valmarecchia

Agricoltura Industria Residenziale Terziario

1.486 1.400

22.520

8.765

26.78722.375

6.798

71.347

6.408

38.790

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

Ca

ste

lde

lci

Maio

lo

No

vafe

ltri

a

Pen

nab

illi

Po

gg

io T

orr

ian

a

Sa

n L

eo

Sa

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Ag

ata

Fe

ltri

a

San

tarc

an

gelo

di

Ro

ma

gn

a

Ta

lam

ell

o

Veru

cch

io

[MW

h]

Consumi totali di energia elettrica nei Comuni della Valmarecchia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 30 / 282 APRILE 2015

Grafico 2.11 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Grafico 2.12 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

223.765

339.596

248.499

54.482

204.052

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

400.000

Terziario Residenziale Industria Agricoltura Trasporti

[MW

h]

Disaggregazione dei consumi finali di energia per settore di attività nel 2010

21%

32%23%

5%

19%

Disaggregazione percentuale dei consumi al 2010 per settore di attività

Terziario

Residenziale

Industria

Agricoltura

Trasporti

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 31 / 282

Le tabelle che seguono sintetizzano i consumi complessivi per settore e vettore a livello Comunale e

per l’intera aggregazione nel 2010.

Settore [MWh] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Pubblico 70 162 1.645 750 218 1.133 433 3.046 972 1.886 10.315

Terziario priv. 1.126 951 23.905 12.227 46.339 17.636 5.987 58.935 6.048 34.547 210.628

Residenziale 3.537 5.945 43.948 22.899 32.175 21.239 17.664 122.729 6.222 63.239 337.511

Illum. pubb. 86 116 804 476 485 456 474 1.815 168 868 5.749

Industria 42 26 50.530 13.194 37.314 29.101 2.711 73.537 5.756 36.289 248.499

Agricoltura 1.631 2.276 3.983 4.921 6.631 6.254 4.211 17.076 779 6.720 54.482

Flotta com. 0 0 0 261 0 200 0 39 0 0 499

Trasporti pr. 1.572 3.266 24.382 10.279 21.889 11.002 7.709 81.014 4.718 37.722 203.552

Totale 8.063 12.743 149.196 65.007 145.051 87.021 39.188 358.191 24.663 181.272 1.071.236

Tabella 2.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Vettori [MWh] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Gas naturale 1.326 3.282 85.683 33.470 72.395 41.195 11.386 176.518 11.054 85.987 522.295

Gasolio 2.495 3.561 13.392 9.570 16.562 9.883 8.376 38.725 2.597 19.113 124.869

GPL 749 1.177 7.790 3.848 10.863 4.319 3.821 17.175 1.381 10.472 62.186

Benzina 907 1.880 14.031 5.994 12.582 6.359 4.437 46.599 2.714 21.680 117.182

Biomassa 1.099 1.444 5.780 3.182 5.862 2.890 4.370 7.827 508 5.230 37.849

Elettricità 1.486 1.400 22.520 8.943 26.787 22.375 6.798 71.347 6.408 38.790 206.855

Totale 8.063 12.743 149.196 65.007 145.051 87.021 39.188 358.191 24.663 181.272 1.071.236

Tabella 2.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 32 / 282 APRILE 2015

2.2 Il settore residenziale

2.2.1 Quadro di sintesi

Il settore residenziale ha assorbito nel 2010 poco più del 30 % dei consumi energetici complessivi dei

dieci Comuni, pari a 340 GWh, rappresentando il settore più energivoro, a livello comunale; i consumi

dell’area vedono la prevalenza del gas naturale, seguito dall’elettrico, dalla biomassa e dai vettori

petroliferi. Questa netta incidenza dei vettori termici si lega al regime climatico abbastanza freddo

dell’area e di conseguenza alla maggiore incidenza dei consumi per la climatizzazione invernale.

Il Comune con i consumi più elevati nel settore domestico si conferma essere Santarcangelo di

Romagna, che risulta anche il Comune più popolato. A Santarcangelo si registra un consumo di quasi

123 GWh, pari al 36 % circa del consumo complessivo del settore domestico nei dieci Comuni. Il

secondo Comune per incidenza sui consumi termici è Verucchio che con 63 GWh è responsabile del

20 % circa dei consumi energetici del settore. Il Comune di Novafeltria e quello di Poggio Torriana,

rispettivamente con 44 e 32 GWh sono il terzo e il quarto comune incidente sul bilancio del

residenziale. I restanti comuni si attestano su valori di consumo più contenuti.

Grafico 2.13 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

I grafici seguenti distinguono i consumi complessivi del settore domestico in base ai vettori energetici

utilizzati:

al gas naturale compete il 63 % dei consumi con circa 213 GWh;

l’elettrico, con 58 GWh di energia utilizzata nel settore residenziale incide per 17 punti

percentuali;

l’utilizzo di biomassa, prevalentemente ad integrazione dei vettori tradizionali, incide per il 10 %;

3.5375.945

43.948

22.899

32.175

21.23917.664

122.729

6.222

63.239

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli PoggioTorriana

San Leo Sant'AgataFeltria

Santarcangelodi Romagna

Talamello Verucchio

[MW

h]

Consumi nel settore residenziale per Comune

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COD: 14E108 PAGINA 33 / 282

infine, l’utilizzo di prodotti petroliferi risulta residuale con rispettivamente 6 punti percentuali di

incidenza per il GPL e 3 per il gasolio.

Grafico 2.14 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Grafico 2.15 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

213.429

10.513

19.672

38.194

0

57.789

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

Gas naturale Gasolio GPL Biomasse Solare termico Elettricità

[MW

h]

Consumi del settore residenziale disaggregati per vettore energetico nel 2010

63%

3%

6%

11%

0%

17%

Disaggregazione percentuale dei consumi relativi al settore residenziale nel 2010 per vettore energetico

Gas naturale

Gasolio

GPL

Biomasse

Solaretermico

Elettricità

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 34 / 282 APRILE 2015

Per i consumi elettrici è possibile valutare più nel dettaglio gli andamenti. Nel 2010 i consumi elettrici

del settore residenziale corrispondono al 28 % circa dei consumi elettrici dell’area per un totale in

valore assoluto pari a quasi 58 GWh. Il grafico che segue riassume la variazione dei consumi elettrici

del settore domestico nel corso degli anni compresi fra il 2007 e il 2010. I dati considerati per delineare

l’andamento descritto derivano da fonte Enel Distribuzione, gestore della distribuzione locale di energia

elettrica nei dieci Comuni.

L’andamento nel corso delle annualità analizzate evidenzia un leggero aumento che porta a una

crescita dei consumi elettrici del 5 % circa nel 2010 rispetto al 2007.

Grafico 2.16 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione.

A conferma di questo andamento in lieve crescita, anche i consumi elettrici specifici per abitante e per

famiglia si presentano complessivamente in leggero aumento e si attestano rispettivamente su

1,06 MWh/abitante e 2,68 MWh/famiglia. È interessante leggere questo indicatore riferito ai consumi

elettrici per famiglia a confronto fra i dieci Comuni analizzati.

Osservando l’andamento dei consumi elettrici per famiglia nei singoli Comuni, emerge che:

Poggio Torriana spicca sugli altri Comuni registrando il consumo per famiglia più elevato, pari a

circa 3,3 MWh/famiglia, riconducibile al numero medio di componenti per nucleo familiare più

alto rispetto alla media degli altri Comuni;

Talamello presenta il valore più basso, pari a 2,2 MWh/famiglia;

tutti i Comuni registrano un aumento dei consumi per famiglia, seppure con percentuali

differenti, comprese fra il 10 % di Poggio Torriana e l’1 % di Sant’Agata Feltria.

54.848 56.369 57.249 57.7890

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

2007 2008 2009 2010

[ M

Wh

]

Andamento dei consumi di energia elettrica nel settore residenziale

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 35 / 282

Grafico 2.17 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione e Istat.

Grafico 2.18 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione e Istat.

0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

2,50

3,00

2007 2008 2009 2010

[ M

Wh

/ab

ita

nte

-M

Wh

/fa

mig

lia

]

Consumi elettrici specifici per abitante e per famiglia fra 2007 e 2010

MWh/abitante MWh/famiglia

-

0,50

1,00

1,50

2,00

2,50

3,00

3,50

2007 2008 2009 2010

[MW

h/f

am

igli

a]

Consumi elettrici specifici in MWh/famiglia a livello comunale

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli

Poggio Torriana San Leo Sant'Agata Feltria Santarcangelo di Romagna

Talamello Verucchio

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PAGINA 36 / 282 APRILE 2015

Nei paragrafi successivi si procederà a un’analisi dal basso che permetterà di individuare i consumi

termici ed elettrici del settore residenziale afferenti a ogni vettore energetico utilizzato.

Le tabelle seguenti riassumono i consumi del settore residenziale per singolo Comune e per l’intero

raggruppamento, disaggregati per vettore energetico, espressi nelle unità di misura proprie e in MWh.

Vettori Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli PoggioT. S. Leo S.Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Gas nat. [m3] 114.490 276.382 2.736.067 1.480.415 1.702.097 1.325.070 801.944 8.964.759 423.382 4.423.738 22.248.345

Gasolio [t] 32 35 152 84 157 76 114 82 21 132 886

GPL [t] 36 48 223 117 208 108 151 347 31 269 1.538

Biomassa [t] 286 376 1.506 829 1.528 753 1.139 2.040 132 1.363 9.953

Elettrico[MWh] 498 821 7.262 3.030 5.458 3.357 2.314 23.485 1.002 10.562 57.789

Tabella 2.3 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Vettori [MWh] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Gas naturale 1.098 2.651 26.247 14.202 16.328 12.711 7.693 85.999 4.062 42.437 213.429

Gasolio 379 412 1.806 994 1.865 903 1.351 978 254 1.569 10.513

GPL 463 617 2.852 1.491 2.661 1.378 1.935 4.439 396 3.441 19.672

Biomassa 1.099 1.444 5.780 3.182 5.862 2.890 4.370 7.827 508 5.230 38.194

Elettricità 498 821 7.262 3.030 5.458 3.357 2.314 23.485 1.002 10.562 57.789

Totale 3.537 5.945 43.948 22.899 32.175 21.239 17.664 122.729 6.222 63.239 339.596

Tabella 2.4 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 37 / 282

2.2.2 I consumi termici

I fabbricati residenziali

Per poter tracciare l’andamento dei consumi energetici del settore residenziale nei Comuni oggetto di

analisi e valutare i possibili scenari di evoluzione nel corso degli anni oggetto delle valutazioni di piano,

è necessario costruire un modello rappresentativo delle caratteristiche strutturali e tipologiche del parco

edifici del settore residenziale comunale. Questo modello incrocia sia considerazioni legate agli assetti

energetici quanto a quelli socio-culturali locali e strutturali dei fabbricati.

I dati ISTAT relativi al “14° censimento generale della popolazione e delle abitazioni” fanno registrare al

2001 la presenza in questi comuni di circa 12.500 fabbricati a uso residenziale:

il 30 % appartiene al Comune di Santarcangelo di Romagna;

il 14 % a Novafeltria;

il 13 % a Verucchio;

l’11 % a Pennabilli;

il 9 % a Sant’Agata Feltria e a Poggio Torriana;

il 7 % a San Leo;

e il residuo 8 % è ripartito fra i Comuni di Casteldelci, Maiolo e Talamello.

Su questi edifici si concentrerà l’analisi. Il grafico seguente disaggrega gli edifici per epoca di

costruzione delineando un territorio che, al 2001, presenta un tessuto edilizio in cui la fetta più

importante di edifici, pari al 24 %, risale al periodo antecedente agli anni ’20. Una percentuale pari al

37 % è stata edificata negli anni ’60 e ’70, corrispondenti al boom edilizio. Dagli anni ’80 in poi la pratica

edilizia diminuisce fino a raggiungere incidenze percentuali molto basse.

Se si analizza il singolo Comune emerge che:

a Santarcangelo di Romagna, a Poggio Torriana e a Verucchio la fetta di edificato realizzata

dopo la seconda guerra mondiale e nel periodo del boom edilizio (anni ’60 e ’70) incide in modo

molto significativo sull’intero parco edilizio;

a Casteldelci, Maiolo, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello, invece, risulta

preponderante la parte di edifici costruita prima degli anni ’20;

a Novafeltria la pratica edilizia si mantiene costante nel corso degli anni.

La collocazione storica degli edifici permette di individuare alcuni parametri specifici utili alla

simulazione termofisica che si vuole descrivere. Le caratteristiche tecnologiche di un involucro edilizio

appartengono strettamente alla fase costruttiva dello stesso, così anche le caratteristiche di tipo

geometrico si correlano all’epoca di costruzione (le altezze medie di interpiano, per esempio). Il dato

prettamente geometrico oltre a essere legato all’epoca costruttiva del fabbricato si lega anche alla

struttura per piani dello stesso. In particolare è il fattore di forma dell’edificio a essere influenzato dal

numero di piani dell’edificio stesso. Il fattore geometrico di forma è un indicatore della performance

energetica, legata al piano geometrico, delle singole unità immobiliari o del fabbricato nel suo insieme.

Il fattore di forma è definito dal rapporto fra superficie dell’involucro disperdente e volume riscaldato.

Più questo valore risulta elevato, maggiore risulta essere la propensione del fabbricato alla dispersione

termica. A parità di volume, un’unità immobiliare disposta in condominio ha una fattore di forma più

contenuto rispetto a un’unità unifamiliare isolata.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 38 / 282 APRILE 2015

Grafico 2.19 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Grafico 2.20 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

15

1

80

29 32

34

25

9

19

9

41

18

72

66

23

20

37

2

33

9

23

9 27

8 30

9

10

7

87

66

5

10

1 12

2

13

7

23

2

60

29

19

7

73 9

1

16

4

29

5

13

6

12

5

29

5

86 1

10 13

0

13

7

55

36

46

3

26

2

14

1

10

5

89

53

48

34

7

28

1

62

2

90

6

77

3

43

9

37

8

10

7

9

21

22

51

23

21

24

2

10

9

12

1

38

0

38

5

18

2

16

1

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1.000

Edifici ad usoabitativo costruiti

prima del 1919

Edifici ad usoabitativo costruiti tra

il 1919 e il 1945

Edifici ad usoabitativo costruiti tra

il 1946 e il 1961

Edifici ad usoabitativo costruiti tra

il 1962 e il 1971

Edifici ad usoabitativo costruiti tra

il 1972 e il 1981

Edifici ad usoabitativo costruiti tra

il 1982 e il 1991

Edifici ad usoabitativo costruiti

dopo il 1991

[n

ed

ific

i]

Edifici a uso abitativo per epoca di costruzione

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio Torriana San Leo Sant'Agata Feltria Santarcangelo di Romagna Talamello Verucchio

4

184 169

318

259

156

6

207

1.076

382

66

262

764

290

30

225

765

89

286

579

167

17

243

678

217

23

440

2.802

447

5725

12886

1595

1.114

322

49

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

Edifici ad uso abitativo con un piano Edifici ad uso abitativo con 2 piani Edifici ad uso abitativo con 3 piani Edifici ad uso abitativo con 4 piani opiù

[n

ed

ific

i]

Edifici a uso abitativo per numero di piani fuori terra

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio Torriana San Leo Sant'Agata Feltria Santarcangelo di Romagna Talamello Verucchio

Page 39: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 39 / 282

È possibile disaggregare i fabbricati anche per numero di piani fuori terra, secondo quanto riportato nel

grafico precedente. In questo caso si evince la presenza di un tessuto edilizio residenziale costituito

maggiormente da edifici con due piani fuori terra, che rappresentano il 67 % del totale dei fabbricati. Gli

edifici con tre piani costituiscono il 19 % del totale, mentre quelli con un piano incidono per il 13 %. In

quantità ridotta e incidenti per il solo 2 % sul totale, risultano essere gli edifici con quattro o più piani

fuori terra. Analizzando i dati relativi a ogni singolo Comune, si evince che tutti i Comuni si allineano

alla media.

Per questi fabbricati è, inoltre, possibile fornire, in base alle elaborazioni Istat, un quadro delle tipologie

strutturali utilizzate in prevalenza:

la tipologia strutturale prevalente è la muratura portante, con percentuali comprese fra il 45 % di

Talamello e il 91 % di Casteldelci;

la struttura intelaiata in cemento armato, invece, incide per valori compresi fra il 4 e il 40 % dei

fabbricati ed è presente, in misura diversa, in tutti i Comuni. Le percentuali più elevate di edifici

intelaiati si registrano a Talamello, Santarcangelo di Romagna e Novafeltria, dove la pratica

edificatoria si è mantenuta attiva dal secondo dopoguerra fino agli anni ‘80, periodo in cui

questa tipologia strutturale ha avuto la sua massima diffusione e applicazione;

è compresa fra il 2 e il 24 % la fetta di edilizia in cui sono state utilizzate altre tipologie

costruttive, ovvero in cui la struttura portante dell’edificio ha previsto l’utilizzo del legno,

dell’acciaio, di murature miste o della pietra, ossia di tutte quelle tecnologie costruttive non

incluse nelle tipologie più consolidate.

Grafico 2.21 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

91%

75%

63%

86%

61%

82%84%

54%

45%

53%

2%

21%

7%

12%

2%

7%

14%

15%

24%

7%4%

30%

7%

26%

17%

9%

33%

40%

23%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli PoggioTorriana

San Leo Sant'AgataFeltria

Santarcangelodi Romagna

Talamello Verucchio

Tipologie costruttive prevalenti

Muratura portante Altro Calcestruzzo armato

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 40 / 282 APRILE 2015

Un dato rilevante per il modello di simulazione che si vuole costruire è rappresentato anche dal grado di

compattezza dell’edificato. La maggiore o minore compattezza può essere dedotta attraverso una

lettura della struttura morfologica del territorio. In modo particolare a una minore densità edilizia,

generalmente legata alle edificazioni più recenti, corrisponde una maggiore rilevanza delle dispersioni

dell’involucro (più elevato rapporto di forma e maggiori superfici disperdenti a parità di volume

riscaldato). Al contrario un comparto edilizio particolarmente compatto garantisce una quota di

dispersioni dell’involucro (in particolare ci si riferisce alle pareti verticali) molto più contenuta. Questo

tipo di ragionamento non riguarda esclusivamente il riscaldamento invernale e le dispersioni di calore

che l’edificio subisce d’inverno ma è applicabile anche al regime estivo di funzionamento dei fabbricati;

infatti un comparto edilizio particolarmente compatto garantisce una minore quantità di radiazione

solare captata dall’involucro.

I territori di questi Comuni presentano una struttura mediamente poco compatta caratterizzata da un

tessuto edilizio prevalentemente sparso e da una molteplicità di borghi e frazioni dislocate nel territorio.

Pur tuttavia sono presenti anche nuclei urbani compatti identificabili nei comuni più popolati oltre che

nelle frazioni capoluogo.

Queste informazioni, qui descritte in modo qualitativo e sintetico, rappresentano uno fra gli input più

rilevanti del modello di simulazione rappresentativo dell’assetto edilizio del territorio e del suo

comportamento termofisico.

Le unità abitative

I fabbricati residenziali, nel 2001, ammontano a circa 12.500, come descritto nel paragrafo precedente;

per ognuno di questi, in media, si attesta la presenza di 2-3 unità abitative. In totale, nel 2001, nei dieci

Comuni le abitazioni complessive risultano pari a 22.400. Di queste l’83 % circa risultava, nel 2001,

occupata da residenti e non residenti (soggetti che utilizzano abitualmente l’abitazione ma non hanno

residenza anagrafica presso questa), per un totale di circa 18.550 abitazioni occupate, e circa 3.850

sfitte.

La quota maggiore di sfitto, nel 2001, era collocata nel Comune di Pennabilli, dove le abitazioni non

occupate costituivano il 38 % delle abitazioni totali. A Casteldelci e Maiolo la percentuale di sfitto

risultava molto elevata, pari al 62 e al 44 %, così come nel Comune di Sant’Agata Feltria in cui

raggiunge il 37 % del totale. Negli altri Comuni si registrava una percentuale più bassa, compresa tra il

7 % di Santarcangelo di Romagna e il 17 % di Novafeltria e Talamello.

La tabella che segue riporta al 2001 la disaggregazione del numero di abitazioni e superfici dedicate ad

abitazione complessive ripartite fra occupate e libere.

2001 Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. San Leo S.Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Abitazioni tot. 572 541 3.178 2.047 1.759 1.261 1.552 7.526 531 3.463 22.430

Abitazioni occ. 219 301 2.625 1.260 1.503 1.089 985 7.033 440 3.112 15.895

Abitazioni libere 353 240 553 787 256 172 567 493 91 351 3.863

Sup. abitaz. tot. 46.064 50.217 297.626 177.985 179.472 119.798 144.560 761.299 46.900 360.352 2.184.273

Sup. abitaz. occ. 20.721 30.207 251.319 117.717 154.483 103.385 89.558 713.953 38.903 321.871 1.842.117

Sup. abitaz. Lib. 25.343 20.010 46.307 60.268 24.989 16.413 55.002 47.346 7.997 38.481 342.156

Tabella 2.5 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 41 / 282

Il dato riferito al numero di abitazioni esistenti a livello comunale rappresenta uno dei dati in input per il

modello di simulazione termofisico dal basso dell’edificato. Per questo motivo, essendo ancora carenti

le informazioni di dettaglio dell’ultimo rilievo censuario effettuato nel 2011, sulla base delle statistiche

Istat sulle nuove costruzioni e considerando la variazione dei nuclei familiari nel corso degli anni, si è

opportunamente costruita un’evoluzione degli scenari di occupazione e utilizzo delle abitazioni in modo

da tracciare lo stato di fatto al 2010, anno di riferimento per questo documento di bilancio. Sono state,

comunque, prese in considerazione anche le prime risultanze derivanti dal Censimento Istat 2011.

Nel corso delle annualità comprese fra 2001 e 2010 il numero totale dei nuclei familiari nei dieci

Comuni del raggruppamento aumenta di circa 3.000 unità. Analizzando l’andamento del numero delle

famiglie in ogni singolo Comune, si evince che solo i Comuni di Casteldelci e Sant’Agata Feltria

registrano un calo, mentre tutti gli altri registrano aumenti anche consistenti, come il Comune di

Santarcangelo di Romagna che segna 1.315 nuclei familiari in più.

Grafico 2.22 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Questa analisi sulle dinamiche edificatorie ci permette di aggiornare il quadro evolutivo del tessuto

edificato occupato e che quindi consuma energia nell’arco dell’anno. Infatti, si ritiene che:

a Casteldelci e a Sant’Agata Feltria il calo del numero dei nuclei familiari provochi un aumento

delle abitazioni sfitte;

a Novafeltria, Poggio Torriana, San Leo, Santarcangelo di Romagna e Verucchio la domanda di

nuovi alloggi venga soddisfatta in parte con la realizzazione di nuove costruzioni e in parte con

l’occupazione di edifici esistenti e in precedenza sfitti;

200 200

100

1.100

500

-1339

187

29

189

79

-32

214

12

207

-200

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli PoggioTorriana

San Leo Sant'AgataFeltria

Santarcangelodi Romagna

Talamello Verucchio

Nuove unità immobiliari occupate nel 2010 rispetto al 2001 per tipologia

Famiglie in abitazioni nuove Famiglie in abitazioni esistenti

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PAGINA 42 / 282 APRILE 2015

negli altri Comuni la totalità delle nuove famiglie nel 2010 vada a occupare abitazioni che al

2001 erano vuote.

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio

T.

San

Leo S.Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Famiglie in più 2001/2010 -13 39 387 29 389 179 -32 1.315 12 707 3.012

Famiglie in abitaz. nuove 0 0 200 0 200 100 0 1.100 0 500 2.100

Famiglie in abitaz. esistenti -13 39 187 29 189 79 -32 214 12 207 911

Abitazioni libere al 2010 366 201 366 758 67 93 599 279 79 144 2.952

Tabella 2.6 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

In base a questi valori, come già fatto per gli edifici, è possibile disaggregare anche le abitazioni

esistenti e occupate per epoca di costruzione e numero di piani fuori terra.

Grafico 2.23 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

È possibile osservare che:

a differenza degli edifici, per le abitazioni la fetta più importante, pari al 38 % del totale, è

annettibile agli anni ’60 e ‘70, epoca in cui vengono costruiti edifici condominiali con più di due

abitazioni;

la parte di abitazioni antecedente gli anni ’20 rappresenta il 15 % del totale;

le abitazioni riferite agli altri periodi occupano percentuali attorno al 10 %;

nel grafico precedente compare anche l’edificato più recente (successivo al 2001) che non

compariva nelle statistiche Istat considerate precedentemente e riferite agli edifici. Con circa

2.100 alloggi le abitazioni costruite nell’ultimo decennio rappresentano il 10 % delle abitazioni

totali e sono segno di una pratica edificatoria ancora attiva nei Comuni analizzati.

3.197

1.733

2.426

3.930

4.218

1.964

1.837

2.100

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

4.500

< 1919 1919-1945 1946-1961 1962-1971 1972-1981 1982-1991 1992-2001 >2001

[n

di a

bit

azio

ni]

Abitazioni per epoca di costruzione

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COD: 14E108 PAGINA 43 / 282

Grafico 2.24 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

La rappresentazione delle abitazioni rispetto al numero di piani dell’edificio in cui esse sono inserite,

rispecchia quella degli edifici. Il tessuto urbano risulta costituito per il 67 % da abitazioni in edifici con

due piani fuori terra, per il 19 % da abitazioni in edifici con tre piani, per l’11 % da un piano e per il

restante 3 % da abitazioni con quattro o più livelli.

Ai fini della modellazione del parco edifici residenziali, l’unità minima considerata dal modello di calcolo

è l’abitazione, di cui è necessario identificare determinati parametri termofisici e geometrici, meglio

descritti nei paragrafi seguenti. Da un punto di vista geometrico, un dato di base è il numero di piani

fuori terra, mentre da un punto di vista termofisico è l’epoca di costruzione. Sulla base dell’epoca di

costruzione è possibile ipotizzare, considerando le tecniche costruttive attestate localmente, l’utilizzo di

determinati materiali e tecnologie edilizie con specifici valori di trasmittanza. In questo senso è utile

rappresentare una matrice che incroci il numero di abitazioni occupate per epoca di costruzione

dell’edificio in cui sono collocate e numero di piani fuori terra. Il grafico sotto disaggrega il dato delle

abitazioni occupate secondo questo criterio.

Salvo diversa indicazione, tutte le analisi che seguono faranno riferimento al parco edifici e alloggi

abitato, come disaggregato nel grafico seguente. Infatti la modellazione dei consumi energetici degli

edifici del settore residenziale deve necessariamente riferirsi a edifici e abitazioni in cui si attesti un

consumo energetico.

2.366

14.398

4.031

611

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

Edifici ad uso abitativo con un piano Edifici ad uso abitativo con 2 piani Edifici ad uso abitativo con 3 piani Edifici ad uso abitativo con 4 piani opiù

[n

di a

bit

azio

ni]

Abitazioni per numero di piani fuori terra dell'edificio in cui sono collocate

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PAGINA 44 / 282 APRILE 2015

Grafico 2.25 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Un ultimo dato di riferimento per poter costruire il modello di analisi dei consumi energetici di questi

edifici è costituito dalle superfici complessive. Nel 2010 in base alle elaborazioni descritte si può

ritenere che la superficie delle abitazioni occupate nei dieci Comuni ammonti a 2.132.123 m2 circa,

valore calcolato in base a elaborazioni di dati Istat. La superficie media delle abitazioni attestata a

livello intercomunale risulta pari a circa 92 m2.

I parametri termo fisici per il calcolo del fabbisogno dell’involucro

Al fine di costruire un modello rappresentativo del parco edifici comunale è importante comprendere le

tipologie costruttive prevalenti in ambito locale, per poter valutare, nello specifico, le dispersioni

attestate a livello medio, considerando materiali e tecniche costruttive. Dai dati Istat dell’ultimo

censimento emerge che il 65 % degli edifici è realizzato in muratura portante, il 23 % in calcestruzzo

armato e il 12 % circa in altre tipologie costruttive. Per quantificare i valori di trasmittanza termica delle

strutture così suddivise, si sono messe in opera delle semplificazioni, considerando, nell’analisi dei vari

subsistemi tecnologici, prestazioni termiche costanti per edifici coevi, applicando valori medi delle

caratteristiche termofisiche delle pareti che costituiscono l’involucro edilizio (ossia muri di

tamponamento perimetrale, coperture, basamenti e serramenti). In termini generali, la tabella seguente

riassume i dati aggregati e semplificati.

449

218278

381416

209 182235

1.983

1.205

1.665

2.7062.783

1.328

1.219

1.509

693

276

418

721

859

370 380313

7235 65

122161

58 55 42

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

< 1919 1919-1945 1946-1961 1962-1971 1972-1981 1982-1991 1992-2001 >2001

[n

di a

bit

azio

ni]

Abitazioni occupate per epoca di costruzione e per numero di piani fuori terra

Edifici ad uso abitativo con un piano Edifici ad uso abitativo con 2 piani Edifici ad uso abitativo con 3 piani Edifici ad uso abitativo con 4 piani o più

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COD: 14E108 PAGINA 45 / 282

Epoca storica Tipologia strutturale

Prima del 1919 Pietra e laterizio pieno

Dal 1919 al 1945 Pietra e laterizio pieno

Dal 1946 al 1961 Pietra e laterizio pieno + Calcestruzzo armato non coibentato

Dal 1962 al 1971 Calcestruzzo armato non coibentato

Dal 1972 al 1981 Calcestruzzo armato non coibentato

Dal 1982 al 1991 Calcestruzzo armato non coibentato + Calcestruzzo armato coibentato

Dopo il 1991 Calcestruzzo armato coibentato

Tabella 2.7 Elaborazione Ambiente Italia.

Inoltre è stato necessario procedere a una stima della superficie utile e del volume delle varie tipologie

di abitazioni (calibrate su valori di S/V specifici per epoca storica e numero di piani dell’edificato),

mediante l’ausilio di valori medi ricavati da letteratura e da indagini similari condotte in precedenza in

ambiti territoriali connotabili come simili da un punto di vista di tecnologia costruttiva. Questi dati,

successivamente, sono stati modificati e attualizzati allo specifico contesto locale.

Oltre a quanto descritto, l’analisi ha considerato altri valori rilevanti da un punto di vista energetico

come:

la trasmittanza media calcolata per lo specifico subsistema edilizio ed epoca storica;

l’altezza media delle abitazioni;

il rapporto tra superfici disperdenti e volumi;

una superficie media delle singole abitazioni differente per ognuna delle tipologie considerate e

tale per cui la media complessiva risulta essere coerente con i valori Istat attestati e già descritti

nel paragrafo precedente.

Trasmittanza tipica dei subsistemi edilizi per epoca storica

Trasmittanza

[W/(m2K)]

< 1919 1919-1945 1946-1960 1961-1971 1972-1981 1982-1991 > 1991

Pareti opache 1,50 1,40 1,30 1,20 1,10 1,00 0,90

Serramenti 4,85 5,00 5,35 4,25 4,25 3,80 3,70

Copertura 1,50 1,40 1,40 1,40 1,30 1,20 1,10

Basamento 0,80 0,80 0,80 0,90 0,90 1,20 1,40

Tabella 2.8 Elaborazione Ambiente Italia.

Altezza media delle abitazioni

< 1919 1919-1945 1946-1960 1961-1971 1972-1981 1982-1991 > 1991

Altezza media [m] 3,40 3,30 3,10 3,00 3,00 2,90 2,80

Tabella 2.9 Elaborazione Ambiente Italia.

Le condizioni climatiche locali

Un parametro di rilievo per il calcolo dei fabbisogni energetici in una singola stagione termica è

costituito dal valore dei Gradi Giorno. Il Grado Giorno rappresenta un indicatore meteo-climatico della

rigidità della stagione invernale. Lo si calcola come somma delle differenze di temperatura, calcolate

nella stagione termica, fra la temperatura di comfort interno (20 °C) e la temperatura media esterna,

nelle singole giornate, includendo nella somma solo le differenze positive. Il D.P.R. 412/931, sulla base

di una banca dati cinquantennale, definisce il valore di Grado Giorno (GG) per i singoli comuni italiani.

1 Decreto del Presidente delle Repubblica 26 agosto 1993 n° 412 “Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione,

l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4,

comma 4 della Legge 9 gennaio 1991 n° 10”

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PAGINA 46 / 282 APRILE 2015

Tale valore deve essere preso in considerazione per il calcolo delle dispersioni dell’involucro. I Comuni

oggetto di analisi sono collocati in Zona climatica E con valori di Grado Giorno standard compresi fra

2.186 GG e 2.581 GG, come riportati nella tabella seguente.

Zona climatica G.G. Standard

Casteldelci E 2.572

Maiolo E 2.549

Novafeltria E 2.294

Pennabilli E 2.581

Poggio Torriana E 2.470

San Leo E 2.549

Sant'Agata Feltria E 2.563

Santarcangelo di Romagna E 2.186

Talamello E 2.384

Verucchio E 2.534

Tabella 2.10 Elaborazione Ambiente Italia.

Il calcolo dal basso dei consumi dell’edilizia dei comuni considera, oltre ai Gradi Giorni riportati nella

tabella precedente, la stagione termica, ovvero il lasso di mesi in cui è permesso l’utilizzo di generatori

di calore per la climatizzazione invernale, costituita da 183 giorni annuali, compresi fra il 15 ottobre e il

15 aprile.

Grafico 2.26 Elaborazione Ambiente Italia su base dati UNI 10349.

Allo stesso modo, il modello di simulazione tiene in considerazione anche l’irradiazione solare incidente

sulle superfici finestrate dei fabbricati analizzati e che apporta calore agli edifici. Il grafico sopra

sintetizza il dato riferito ai kWh/m2 giornalieri apportati per mese dell’anno e per orientamento del

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

Gennaio Febbraio Marzo Aprile Ottobre Novembre Dicembre

[kW

h/m

2g

iorn

o]

Radiazione solare media giornaliera per orientamento delle superfici esposte e mese dell'anno

Sud Est/Ovest Nord

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COD: 14E108 PAGINA 47 / 282

serramento. Il modello di simulazione considera un’equa ripartizione dei prospetti dei fabbricati rispetto

agli orientamenti.

Gli impianti termici

Il grafico che segue descrive la struttura degli impianti presenti nel residenziale. La base dati delle

informazioni descritte è l’ultimo censimento Istat. Si legge una diffusione limitata degli impianti

centralizzati che, a eccezione di Novafeltria, Santarcangelo e Talamello in cui pesano per poco meno

del 10 %, complessivamente incidono solo per qualche punto. Gli impianti presenti in questi comuni

sono principalmente autonomi. In alcuni casi diventa rilevante anche la quota di alloggi riscaldati con

sistemi non riconducibili a impianti autonomi o centralizzati, descritti nel grafico sotto la voce altro. Per

“altro” s’intende la presenza di stufe, caminetti o apparecchi comunque deputati a riscaldare, totalmente

o parzialmente, l’abitazione. L’incidenza di questi sistemi si accentua maggiormente nei contesti di

Casteldelci, Maiolo e Sant’Agata Feltria, dove l’utilizzo di biomassa assume maggiore rilevanza e

conseguentemente anche la presenza di sistemi impiantistici meno tradizionali.

Grafico 2.27 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

La composizione del parco caldaie per vettore di alimentazione rappresenta il parametro relativo agli

impianti termici più importante nell’analisi che si sta conducendo. Infatti, sulla base dei vettori di

alimentazione degli impianti, viene valutato successivamente il consumo di un vettore energetico

piuttosto che di un altro. La tabella che segue descrive le modalità con cui vengono riscaldate le

abitazioni all’interno dell’edilizia presente in Valmarecchia.

9 19 258 76 100 95 65 706 40 196

159265

2.6231.051 1.723

1.034 7217.345 382

3.495

32

40

44

111

4156

116

0

1221

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli PoggioTorriana

San Leo Sant'AgataFeltria

Santarcangelodi Romagna

Talamello Verucchio

Struttura degli impianti termici installati nell'edificato residenziale

Centralizzati Autonomi Altro

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PAGINA 48 / 282 APRILE 2015

Comuni Riscaldamento Produzione ACS

Gas naturale En. El. Biomassa Gasolio GPL Gas naturale En. El. Gasolio GPL

Casteldelci 35% 4% 36% 11% 14% 35% 40% 11% 14%

Maiolo 50% 3% 28% 8% 11% 50% 39% 0% 11%

Novafeltria 70% 2% 16% 5% 7% 60% 33% 0% 7%

Pennabilli 70% 2% 16% 5% 7% 70% 23% 0% 7%

Poggio Torriana 60% 2% 22% 7% 9% 50% 41% 0% 9%

San Leo 70% 2% 16% 5% 7% 55% 38% 0% 7%

Sant’Agata Feltria 50% 1% 29% 8% 12% 50% 30% 8% 12%

Santarcangelo di Romagna 85% 2% 8% 1% 4% 65% 31% 0% 4%

Talamello 77% 1% 10% 5% 7% 65% 28% 0% 7%

Verucchio 80% 1% 10% 3% 6% 60% 34% 0% 6%

Tabella 2.11 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat, SGR Reti

Come evidente, il maggiore utilizzo di biomassa si contestualizza nei comuni di Casteldelci (dove il

36 % dell’energia utilizzata per il riscaldamento invernale deriva da biomassa), Maiolo (28 %),

Sant’Agata Feltria (29 %) e Poggio Torriana (poco più del 20 %). In tutti i Comuni, comunque, è sempre

presente una quota di biomassa nel mix termico del residenziale. Anche i prodotti petroliferi continuano

a esser presenti fra i vettori utilizzati per riscaldare le abitazioni, con incidenze entro il 10 % per ognuno

e con una maggiore preponderanza del GPL rispetto al gasolio.

L’utilizzo di gas naturale raggiunge il suo massimo livello a Santarcangelo di Romagna, comune in cui

lo utilizza l’85 % delle abitazioni. Il livello più basso di diffusione del gas naturale è attestato per il

Comune di Casteldelci dove solo il 35 % delle abitazioni si riscalda utilizzando i vettori gassosi.

Una parte degli impianti a gasolio per il riscaldamento, viene utilizzata anche per la produzione di

acqua calda sanitaria, mentre la totalità degli impianti a GPL svolge entrambe le produzioni. Nel caso

del gas naturale, invece, salvo alcuni casi, la maggior parte dei comuni presenta percentuali differenti

fra riscaldamento ed ACS. Infatti, la presenza di impianti centralizzati comporta, mediamente, che

l’ACS venga prodotta separatamente e con sistemi generalmente elettrici. La quota di impianti elettrici

deputati alla produzione di ACS risulta abbastanza alta e tendente al 40 % in alcuni Comuni.

In base ai rendimenti minimi di combustione definiti dalla UNI 10389 è possibile, per tipologia di

impianto, applicando delle semplificazioni, valutare i rendimenti medi di combustione del parco caldaie

descritto. Il grafico che segue riporta le curve di rendimento minimo di combustione dei generatori di

calore in funzione della data di installazione degli stessi e della potenza degli stessi. Nel corso degli

anni, come evidente, il parco caldaie tende a risultare via via più efficiente. I valori descritti dal grafico

rappresentano dei valori istantanei minimi, sono quelli con cui si confronta la prestazione della caldaia

in sede di prova fumi. I generatori di calore che in sede di prova fumi risultassero meno prestanti

rispetto alle curve del grafico riportato di seguito dovranno essere sostituiti entro circa un anno, mentre

gli altri risulteranno impianti a norma. Si precisa che i rendimenti definiti dalla norma citata fanno

riferimento all’impianto funzionante al 100 % della potenza nominale e includono esclusivamente le

perdite di combustione al camino a bruciatore acceso. I valori di rendimento complessivo di

generazione includono oltre alle perdite al camino a bruciatore acceso anche le perdite a bruciatore

spento e le perdite al mantello del generatore di calore. Inoltre, nella gestione reale, non è quasi mai

vero che un generatore funzioni al massimo del suo fattore di carico, in virtù del fatto che in genere gli

impianti esistenti risultano sovradimensionati o comunque dimensionati per garantire un corretto livello

di prestazione anche a fronte di picchi invernali particolarmente rigidi. Per questo motivo, nella media

stagionale, le caldaie producono calore utilizzando un carico ridotto rispetto al potenziale del

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COD: 14E108 PAGINA 49 / 282

generatore. L’utilizzo di carichi ridotti, al variare della tipologia di caldaia, ottimizza o peggiora il

rendimento complessivo di generazione. Una caldaia a condensazione, per esempio, fatta funzionare a

un carico ridotto, o meglio producendo acqua calda a temperature medie (50 °C – 60 °C) o basse

(30 °C – 50 °C) migliora le proprie prestazioni. Allo stesso modo un generatore a potenza modulabile

garantisce un’ottimizzazione delle proprie prestazioni anche a fronte di range di potenza ridotti (nel

range di potenza del generatore). Invece, una caldaia tradizionale, in generale, peggiora la propria

performance a fronte di riduzioni del fattore di carico.

Il grafico che segue sintetizza il rendimento medio di combustione valutato per età del generatore,

potenza e tipologia di alimentazione.

Grafico 2.28 Elaborazione Ambiente Italia su base dati UNI 10389.

Il rendimento di generazione varia in funzione del vettore energetico impiegato. Nella tabella seguente

vengono riportati i rendimenti riferiti alle diverse tipologie di impianto presenti nelle abitazioni analizzate.

Tipologia impianto Rendimento

Impianti a gas naturale 90 %

Impianti a biomassa 75 %

Impianti a gasolio 80 %

Impianti a GPL 90 %

Impianti elettrici 95 %

Tabella 2.12 Elaborazione Ambiente Italia.

Il rendimento complessivo del sistema impiantistico, denominato rendimento globale medio stagionale

dell’intero sistema edificio-impianto termico, tiene anche conto di altri sottosistemi impiantistici oltre alla

generazione e in particolare dei sistemi di emissione, di regolazione e di distribuzione.

78

80

82

84

86

88

90

92

94

96

5 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 40 45 50 60 70 80 90 100 125 150 200 300 400

[re

nd

ime

nto

di

ge

ne

razio

ne

]

[Potenza in kW]

Rendimento minimo di generazione a norma della UNI 10389 per data di installazione del generatore, tipologia di caldaia e potenza

Standard ante 1993 Standard 1998-2005 Condensazione 1998-2005

Standard post 2005 Condensazione post 2005 Standard 1993-1997

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 50 / 282 APRILE 2015

Ognuno di questi sottosistemi attesta delle perdite che nella valutazione dei consumi complessivi del

patrimonio edilizio vanno conteggiate in quanto incidenti in misura sostanziale sui consumi finali di una

caldaia.

Si valuta per questo calcolo che:

il sistema di emissione sia costituito, nel 90 % delle abitazioni dotate di impianti termico, da

radiatori a colonne o a piastre e nel 10 % da ventilconvettori (vedi tabella seguente per i valori

utilizzati nel calcolo);

la regolazione sia effettuata secondo lo schema riportato nella tabella seguente:

Tipologia di sistemi di regolazione della temperatura ambiente

Impianti autonomi precedenti al 2000 Solo termostato ambiente

Impianti autonomi 2001-2005 Cronotermostato ambiente

Impianti autonomi 2006-2010 Cronotermostato ambiente + Valvole termostatiche

Tabella 2.13 Elaborazione Ambiente Italia.

Il rendimento di distribuzione è stato considerato pari al 92 %, considerando la prevalenza di impianti

autonomi, quello di regolazione pari al 94 % e quello di emissione al 92 %.

Considerando i dati riportati nella pagine precedenti si stima un rendimento globale medio stagionale

compreso fra il 65 e il 69 %.

Il carico termico totale per il riscaldamento

In base alla correlazione dei dati e delle analisi descritte ai paragrafi precedenti è stato possibile

ricostruire il carico termico per il riscaldamento richiesto da ciascuna classe di abitazioni.

Si è proceduto al calcolo di:

calore disperso tramite la superficie opaca;

calore disperso tramite la superficie trasparente;

calore disperso tramite i sistemi di copertura;

perdite di calore derivanti dalla ventilazione naturale degli ambienti;

rendimento medio dei sottosistemi impiantistici di generazione, distribuzione, emissione e

regolazione.

Il grafico che segue disaggrega percentualmente il dato di fabbisogno calcolato per il raggruppamento

di Comuni, mettendo in evidenza una struttura dei consumi energetici abbastanza omogenea nel corso

dei vari periodi:

una fetta importante dei consumi energetici è ascrivibile all’edilizia antecedente agli anni ’20 e a

quella edificata negli anni ’60 e ’70 che sono responsabili complessivamente del 58 % dei

consumi energetici totali. Questa parte del costruito deve essere tenuta in debita

considerazione nella costruzione del piano d’azione in quanto oltre a rappresentare un ambito

importante per i consumi energetici che attesta, rappresenta anche la fetta di costruito

volumetrica più rilevante nei Comuni analizzati. L’edilizia realizzata in questi anni richiede

interventi di manutenzione e di ristrutturazione energetica importanti e nello stesso tempo

difficili da realizzare considerando le caratteristiche architettoniche e tipologiche degli edifici;

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COD: 14E108 PAGINA 51 / 282

i fabbricati annettibili alle altre epoche sono responsabili di consumi di energia per il

riscaldamento che incidono con percentuali di circa il 10 % sul totale;

l’edificato realizzato nell’ultimo decennio incide per il 5 %, essendo l’attività edificatoria attiva

ma contenuta e con standard prestazionali più elevati rispetto a quanto accaduto nei decenni

precedenti.

Grafico 2.29 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Il dato descritto dal grafico precedente, tuttavia, non costituisce un indicatore di efficienza del parco

edilizio, rappresentando il carico energetico complessivo; le epoche storiche in cui si attestano quote

percentuali maggiori di fabbisogno corrispondono, infatti, ai periodi storici in cui, sulla base delle analisi

già svolte, si registra anche la maggiore superficie edificata. Il valore più utile per focalizzare le

necessità energetiche per il riscaldamento invernale delle abitazioni comunali viene delineato nel

grafico che segue che raccoglie i valori di consumo di energia per unità di superficie utile, mediato su

tutti gli appartamenti. Si tratta di un’ipotesi senz’altro ottimistica: infatti nel calcolo è stata considerata

l’intera superficie delle abitazioni occupate, senza considerare decurtamenti derivanti dalla presenza di

spazi probabilmente non riscaldati quali corpi scala, eventuali vani tecnici, vani accessori, comunque

ritenuti limitati nella specifica situazione locale dei comuni analizzati. La dinamica descritta attesta

l’ovvio miglioramento registrato nel corso del secolo, dovuto alle variazioni in termini di modalità,

strumenti, scelte tecnologiche nel settore delle costruzioni. In particolare, si registra una decrescita più

importante a partire degli anni ’60, epoca in cui l’implementazione dei tamponamenti in laterizio forato e

gli obblighi derivanti dalle prime normative energetiche hanno portato a un miglioramento prestazionale

rispetto alle annualità antecedenti. Un’ulteriore diminuzione dei consumi è evidente nell’edificato

dell’ultimo decennio, caratterizzato da una più elevata qualità dal punto di vista energetico, dovuta

19%

9%

11%

19%

20%

9%

8%

5%

Consumi di energia per il riscadamento degli edifici residenziali per epoca di costruzione

< 1919

1919-1945

1946-1961

1962-1971

1972-1981

1982-1991

1992-2001

>2001

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 52 / 282 APRILE 2015

all’introduzione in Italia dei nuovi requisiti prestazionali per gli edifici di nuova costruzione definiti nel

2005 con il Decreto Legislativo 192.

Se si confrontano i consumi specifici dell’ultima fase costruttiva con quanto registrato per l’edilizia di

inizio secolo si stima una decrescita pari al 50 % circa.

Grafico 2.30 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

È necessario precisare che questi valori non sono utili a definire, sulla base della classificazione

energetica nazionale, una classe media dell’edificato comunale. Infatti nel calcolo è stato considerato

un numero di ore di funzionamento dell’impianto termico realistico e non pari a 24 ore come richiede la

norma. L’obiettivo di questa modellazione, infatti, è proprio quello di comprendere il reale consumo

dell’edificato e le maggiori criticità dello stesso, al fine di poter intraprendere azioni mirate di

riqualificazione.

Al fabbisogno di energia finale per la climatizzazione invernale degli edifici deve essere aggiunto anche

il fabbisogno di energia finale necessario per la produzione di acqua calda sanitaria, calcolato e

direttamente relazionato con la superficie occupata, in linea con gli algoritmi di calcolo definiti dalla UNI

TS 11300. La valutazione dell’ACS ha considerato, alla superficie media dell’edificato, un consumo pari

a 1,5 l/giorno/m2, riscaldati su un Δθ, fra temperatura dell’acqua in acquedotto (15 °C) e temperatura di

erogazione (40 °C), pari a 25 °C. Nella valutazione in energia finale sono stati considerati i rendimenti

dei sistemi di produzione elettrici, a gas naturale e a GPL.

Le tabelle disposte alle pagine seguenti sommano i fabbisogni complessivi per gli usi termici del singolo

Comune e per l’intera Unione Valmarecchia.

179

165

148151

147

139

130

92

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

< 1919 1919-1945 1946-1961 1962-1971 1972-1981 1982-1991 1992-2001 >2001

[kW

h/m

2]

Consumi di energia per il riscaldamento

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 53 / 282

La tabella che segue rappresenta il Comune di Casteldelci.

Si evidenzia che:

l’1 % dei consumi di vettori per usi termici è legato agli usi cucina; l’88 % è invece annettibile alla climatizzazione invernale degli ambienti; l’11 % si lega, infine, alla produzione di acqua calda sanitaria.

Usi finali Casteldelci Consumo finale di energia

MWh

Peso

%

Uso cucina 44 1%

Gas naturale 15 35%

GPL 28 65%

Uso riscaldamento 2.891 88%

Gas naturale 957 33%

GPL 383 13%

Gasolio 339 12%

Biomassa 1.108 38%

Energia elettrica 104 4%

Uso produzione ACS 358 11%

Solare termico 0 0%

Gas naturale 133 37%

Biomassa 0 0%

GPL 55 15%

Gasolio 43 12%

Energia elettrica 128 36%

Totale 3.293

Tabella 2.14 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Per vettore energetico, la tabella che segue riporta una sintesi dei consumi, sempre limitatamente agli

usi termici.

Usi finali Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Solare termico

[MWh]

Riscaldamento 99.812 104 29 30 289 0

ACS 13.866 128 4 4 0 0

Usi cucina 1.589 0 0 2 0 0

Totale 115.267 232 32 36 289 0

Tabella 2.15 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Sul nucleo familiare medio di Casteldelci il consumo complessivo di energia per la climatizzazione, la

produzione di ACS e gli usi cucina pesa in media per un quantitativo pari a circa 16 MWh all’anno.

Valutando i consumi con indicatori specifici legati alla popolazione e alle famiglie la tabella seguente ne

calcola i rapporti.

Famiglie Abitanti

Dati anagrafe [n° famiglie – n° abitanti] 206 454

Riscaldamento [MWh/famiglie – abitanti] 14,03 6,37

Produzione ACS [MWh/famiglie – abitanti] 1,74 0,79

Cucina [MWh/famiglie – abitanti] 0,21 0,10

Totale [MWh/famiglie – abitanti] 15,98 7,25

Tabella 2.16 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

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PAGINA 54 / 282 APRILE 2015

La tabella che segue rappresenta il Comune di Maiolo.

Si evidenzia che:

l’1 % dei consumi di vettori per usi termici è legato agli usi cucina; l’88 % % è invece annettibile alla climatizzazione invernale degli ambienti; l’11 % si lega, infine, alla produzione di acqua calda sanitaria.

Usi finali Maiolo Consumo finale di energia

MWh

Peso

%

Uso cucina 82 1%

Gas naturale 41 50%

GPL 41 50%

Uso riscaldamento 4.782 88%

Gas naturale 2.291 48%

GPL 504 11%

Gasolio 412 9%

Biomassa 1.444 30%

Energia elettrica 130 3%

Uso produzione ACS 600 11%

Solare termico 0 0%

Gas naturale 319 53%

Biomassa 0 0%

GPL 72 12%

Gasolio 0 0%

Energia elettrica 209 35%

Totale 5.464

Tabella 2.17 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Per vettore energetico, la tabella che segue riporta una sintesi dei consumi, sempre limitatamente agli

usi termici.

Usi finali Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Solare termico

[MWh]

Riscaldamento 238.866 130 35 39 376 0

ACS 33.246 209 0 6 0 0

Usi cucina 4.270 0 0 3 0 0

Totale 276.382 340 35 48 376 0

Tabella 2.18 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Sul nucleo familiare medio di Maiolo il consumo complessivo di energia per la climatizzazione, la

produzione di ACS e gli usi cucina pesa in media per un quantitativo pari a circa 16 MWh all’anno.

Valutando i consumi con indicatori specifici legati alla popolazione e alle famiglie la tabella seguente ne

calcola i rapporti.

Famiglie Abitanti

Dati anagrafe [n° famiglie – n° abitanti] 340 854

Riscaldamento [MWh/famiglie – abitanti] 14,06 5,60

Produzione ACS [MWh/famiglie – abitanti] 1,77 0,70

Cucina [MWh/famiglie – abitanti] 0,24 0,10

Totale [MWh/famiglie – abitanti] 16,07 6,40

Tabella 2.19 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 55 / 282

La tabella che segue rappresenta il Comune di Novafeltria.

Si evidenzia che:

il 2 % dei consumi di vettori per usi termici è legato agli usi cucina; il 85 % è invece annettibile alla climatizzazione invernale degli ambienti; il 13 % si lega, infine, alla produzione di acqua calda sanitaria.

Usi finali Novafeltria Consumo finale di energia

MWh

Peso

%

Uso cucina 708 2%

Gas naturale 496 70%

GPL 212 30%

Uso riscaldamento 32.545 85%

Gas naturale 22.479 69%

GPL 2.248 7%

Gasolio 1.806 6%

Biomassa 5.780 18%

Energia elettrica 231 1%

Uso produzione ACS 5.180 13%

Solare termico 0 0%

Gas naturale 3.273 63%

Biomassa 0 0%

GPL 392 8%

Gasolio 0 0%

Energia elettrica 1.516 29%

Totale 38.433

Tabella 2.20 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Per vettore energetico, la tabella che segue riporta una sintesi dei consumi, sempre limitatamente agli

usi termici.

Usi finali Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Solare termico

[MWh]

Riscaldamento 2.343.247 231 152 176 1.506 0

ACS 341.160 1.516 0 31 0 0

Usi cucina 51.660 0 0 17 0 0

Totale 2.736.067 1.747 152 223 1.506 0

Tabella 2.21 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Sul nucleo familiare medio di Novafeltria il consumo complessivo di energia per la climatizzazione, la

produzione di ACS e gli usi cucina pesa in media per un quantitativo pari a quasi 13 MWh all’anno.

Valutando i consumi con indicatori specifici legati alla popolazione e alle famiglie la tabella seguente ne

calcola i rapporti.

Famiglie Abitanti

Dati anagrafe [n° famiglie – n° abitanti] 3.012 7.380

Riscaldamento [MWh/famiglie – abitanti] 10,80 4,41

Produzione ACS [MWh/famiglie – abitanti] 1,72 0,70

Cucina [MWh/famiglie – abitanti] 0,24 0,10

Totale [MWh/famiglie – abitanti] 12,76 5,21

Tabella 2.22 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 56 / 282 APRILE 2015

La tabella che segue rappresenta il Comune di Pennabilli.

Si evidenzia che:

l’1 % dei consumi di vettori per usi termici è legato agli usi cucina; l’88 % è invece annettibile alla climatizzazione invernale degli ambienti; l’11 % si lega, infine, alla produzione di acqua calda sanitaria.

Usi finali Pennabilli Consumo finale di energia

MWh

Peso

%

Uso cucina 288 1%

Gas naturale 202 70%

GPL 86 30%

Uso riscaldamento 17.917 88%

Gas naturale 12.376 69%

GPL 1.238 7%

Gasolio 994 6%

Biomassa 3.182 18%

Energia elettrica 127 1%

Uso produzione ACS 2.240 11%

Solare termico 0 0%

Gas naturale 1.624 73%

Biomassa 0 0%

GPL 167 7%

Gasolio 0 0%

Energia elettrica 449 20%

Totale 20.446

Tabella 2.23 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Per vettore energetico, la tabella che segue riporta una sintesi dei consumi, sempre limitatamente agli

usi termici.

Usi finali Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Solare termico

[MWh]

Riscaldamento 1.290.069 127 84 97 829 0

ACS 169.331 449 0 13 0 0

Usi cucina 21.014 0 0 7 0 0

Totale 1.480.415 577 84 117 829 0

Tabella 2.24 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Sul nucleo familiare medio di Pennabilli il consumo complessivo di energia per la climatizzazione, la

produzione di ACS e gli usi cucina pesa in media per un quantitativo pari a quasi 16 MWh all’anno.

Valutando i consumi con indicatori specifici legati alla popolazione e alle famiglie la tabella seguente ne

calcola i rapporti.

Famiglie Abitanti

Dati anagrafe [n° famiglie – n° abitanti] 1.289 3.002

Riscaldamento [MWh/famiglie – abitanti] 13,90 5,97

Produzione ACS [MWh/famiglie – abitanti] 1,74 0,75

Cucina [MWh/famiglie – abitanti] 0,22 0,10

Totale [MWh/famiglie – abitanti] 15,86 6,81

Tabella 2.25 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

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COD: 14E108 PAGINA 57 / 282

La tabella che segue rappresenta il Comune di Poggio Torriana.

Si evidenzia che:

il 2 % dei consumi di vettori per usi termici è legato agli usi cucina; l’86 % è invece annettibile alla climatizzazione invernale degli ambienti; il 12 % si lega, infine, alla produzione di acqua calda sanitaria.

Usi finali Poggio Torriana Consumo finale di energia

MWh

Peso

%

Uso cucina 479 2%

Gas naturale 287 60%

GPL 191 40%

Uso riscaldamento 24.242 86%

Gas naturale 14.212 59%

GPL 2.132 9%

Gasolio 1.865 8%

Biomassa 5.862 24%

Energia elettrica 171 1%

Uso produzione ACS 3.430 12%

Solare termico 0 0%

Gas naturale 1.829 53%

Biomassa 0 0%

GPL 338 10%

Gasolio 0 0%

Energia elettrica 1.263 37%

Totale 28.151

Tabella 2.26 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Per vettore energetico, la tabella che segue riporta una sintesi dei consumi, sempre limitatamente agli

usi termici.

Usi finali Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Solare termico

[MWh]

Riscaldamento 1.481.504 171 157 167 1.528 0

ACS 190.659 1.263 0 26 0 0

Usi cucina 29.934 0 0 15 0 0

Totale 1.702.097 1.434 157 208 1.528 0

Tabella 2.27 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Sul nucleo familiare medio di Poggio Torriana il consumo complessivo di energia per la climatizzazione,

la produzione di ACS e gli usi cucina pesa in media per un quantitativo pari a quasi 15 MWh all’anno.

Valutando i consumi con indicatori specifici legati alla popolazione e alle famiglie la tabella seguente ne

calcola i rapporti.

Famiglie Abitanti

Dati anagrafe [n° famiglie – n° abitanti] 1.892 4.989

Riscaldamento [MWh/famiglie – abitanti] 12,81 4,86

Produzione ACS [MWh/famiglie – abitanti] 1,81 0,69

Cucina [MWh/famiglie – abitanti] 0,25 0,10

Totale [MWh/famiglie – abitanti] 14,88 5,64

Tabella 2.28 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 58 / 282 APRILE 2015

La tabella che segue rappresenta il Comune di San Leo.

Si evidenzia che:

il 2 % dei consumi di vettori per usi termici è legato agli usi cucina; l’87 % è invece annettibile alla climatizzazione invernale degli ambienti; il 12 % si lega, infine, alla produzione di acqua calda sanitaria.

Usi finali San Leo Consumo finale di energia

MWh

Peso

%

Uso cucina 295 2%

Gas naturale 206 70%

GPL 88 30%

Uso riscaldamento 16.271 87%

Gas naturale 11.238 69%

GPL 1.124 7%

Gasolio 903 6%

Biomassa 2.890 18%

Energia elettrica 116 1%

Uso produzione ACS 2.169 12%

Solare termico 0 0%

Gas naturale 1.267 58%

Biomassa 0 0%

GPL 165 8%

Gasolio 0 0%

Energia elettrica 737 34%

Totale 18.735

Tabella 2.29 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Per vettore energetico, la tabella che segue riporta una sintesi dei consumi, sempre limitatamente agli

usi termici.

Usi finali Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Solare termico

[MWh]

Riscaldamento 1.171.516 116 76 88 753 0

ACS 132.036 737 0 13 0 0

Usi cucina 21.518 0 0 7 0 0

Totale 1.325.070 853 76 108 753 0

Tabella 2.30 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Sul nucleo familiare medio di San Leo il consumo complessivo di energia per la climatizzazione, la

produzione di ACS e gli usi cucina pesa in media per un quantitativo pari a quasi 15 MWh all’anno.

Valutando i consumi con indicatori specifici legati alla popolazione e alle famiglie la tabella seguente ne

calcola i rapporti.

Famiglie Abitanti

Dati anagrafe [n° famiglie – n° abitanti] 1.268 3.074

Riscaldamento [MWh/famiglie – abitanti] 12,83 5,29

Produzione ACS [MWh/famiglie – abitanti] 1,71 0,71

Cucina [MWh/famiglie – abitanti] 0,23 0,10

Totale [MWh/famiglie – abitanti] 14,77 6,09

Tabella 2.31 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 59 / 282

La tabella che segue rappresenta il Comune di Sant’Agata Feltria.

Si evidenzia che:

l’1 % dei consumi di vettori per usi termici è legato agli usi cucina; l’88 % è invece annettibile alla climatizzazione invernale degli ambienti; l’11 % si lega, infine, alla produzione di acqua calda sanitaria.

Usi finali Sant’Agata Feltria Consumo finale di energia

MWh

Peso

%

Uso cucina 219 1%

Gas naturale 109 50%

GPL 109 50%

Uso riscaldamento 14.008 88%

Gas naturale 6.698 48%

GPL 1.608 11%

Gasolio 1.206 9%

Biomassa 4.370 31%

Energia elettrica 127 1%

Uso produzione ACS 1.697 11%

Solare termico 0 0%

Gas naturale 886 52%

Biomassa 0 0%

GPL 218 13%

Gasolio 145 9%

Energia elettrica 448 26%

Totale 15.924

Tabella 2.32 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Per vettore energetico, la tabella che segue riporta una sintesi dei consumi, sempre limitatamente agli

usi termici.

Usi finali Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Solare termico

[MWh]

Riscaldamento 698.209 127 102 126 1.139 0

ACS 92.329 448 12 17 0 0

Usi cucina 11.405 0 0 9 0 0

Totale 801.944 574 114 151 1.139 0

Tabella 2.33 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Sul nucleo familiare medio di Sant’Agata Feltria il consumo complessivo di energia per la

climatizzazione, la produzione di ACS e gli usi cucina pesa in media per un quantitativo pari a quasi

17 MWh all’anno. Valutando i consumi con indicatori specifici legati alla popolazione e alle famiglie la

tabella seguente ne calcola i rapporti.

Famiglie Abitanti

Dati anagrafe [n° famiglie – n° abitanti] 953 2.281

Riscaldamento [MWh/famiglie – abitanti] 14,70 6,14

Produzione ACS [MWh/famiglie – abitanti] 1,78 0,74

Cucina [MWh/famiglie – abitanti] 0,23 0,10

Totale [MWh/famiglie – abitanti] 16,71 6,98

Tabella 2.34 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 60 / 282 APRILE 2015

La tabella che segue rappresenta il Comune di Santarcangelo di Romagna.

Si evidenzia che:

il 2 % dei consumi di vettori per usi termici è legato agli usi cucina; l’84 % è invece annettibile alla climatizzazione invernale degli ambienti; il 14 % si lega, infine, alla produzione di acqua calda sanitaria.

Usi finali Santarcangelo di Romagna Consumo finale di energia

MWh

Peso

%

Uso cucina 2.054 2%

Gas naturale 1.746 85%

GPL 308 15%

Uso riscaldamento 87.857 84%

Gas naturale 73.925 84%

GPL 3.479 4%

Gasolio 978 1%

Biomassa 7.827 9%

Energia elettrica 1.648 2%

Uso produzione ACS 15.129 14%

Solare termico 0 0%

Gas naturale 10.329 68%

Biomassa 0 0%

GPL 652 4%

Gasolio 0 0%

Energia elettrica 4.148 27%

Totale 105.040

Tabella 2.35 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Per vettore energetico, la tabella che segue riporta una sintesi dei consumi, sempre limitatamente agli

usi termici.

Usi finali Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Solare termico

[MWh]

Riscaldamento 7.706.106 1.648 82 272 2.040 0

ACS 1.076.677 4.148 0 51 0 0

Usi cucina 181.977 0 0 24 0 0

Totale 8.964.759 5.796 82 347 2.040 0

Tabella 2.36 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Sul nucleo familiare medio di Santarcangelo di Romagna il consumo complessivo di energia per la

climatizzazione, la produzione di ACS e gli usi cucina pesa in media per un quantitativo pari a circa

12,5 MWh all’anno. Valutando i consumi con indicatori specifici legati alla popolazione e alle famiglie la

tabella seguente ne calcola i rapporti.

Famiglie Abitanti

Dati anagrafe [n° famiglie – n° abitanti] 8.348 21.409

Riscaldamento [MWh/famiglie – abitanti] 10,52 4,10

Produzione ACS [MWh/famiglie – abitanti] 1,81 0,71

Cucina [MWh/famiglie – abitanti] 0,25 0,10

Totale [MWh/famiglie – abitanti] 12,58 4,91

Tabella 2.37 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 61 / 282

La tabella che segue rappresenta il Comune di Talamello.

Si evidenzia che:

il 2 % dei consumi di vettori per usi termici è legato agli usi cucina; l’85 % è invece annettibile alla climatizzazione invernale degli ambienti; il 14 % si lega, infine, alla produzione di acqua calda sanitaria.

Usi finali Talamello Consumo finale di energia

MWh

Peso

%

Uso cucina 104 2%

Gas naturale 80 77%

GPL 24 23%

Uso riscaldamento 4.601 85%

Gas naturale 3.480 76%

GPL 316 7%

Gasolio 254 6%

Biomassa 508 11%

Energia elettrica 43 1%

Uso produzione ACS 740 14%

Solare termico 0 0%

Gas naturale 502 68%

Biomassa 0 0%

GPL 55 7%

Gasolio 0 0%

Energia elettrica 182 25%

Totale 5.445

Tabella 2.38 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Per vettore energetico, la tabella che segue riporta una sintesi dei consumi, sempre limitatamente agli

usi termici.

Usi finali Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Solare termico

[MWh]

Riscaldamento 362.727 43 21 25 132 0

ACS 52.339 182 0 4 0 0

Usi cucina 8.316 0 0 2 0 0

Totale 423.382 225 21 31 132 0

Tabella 2.39 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Sul nucleo familiare medio di Talamello il consumo complessivo di energia per la climatizzazione, la

produzione di ACS e gli usi cucina pesa in media per un quantitativo pari a circa 12 MWh all’anno.

Valutando i consumi con indicatori specifici legati alla popolazione e alle famiglie la tabella seguente ne

calcola i rapporti.

Famiglie Abitanti

Dati anagrafe [n° famiglie – n° abitanti] 452 1.080

Riscaldamento [MWh/famiglie – abitanti] 10,18 4,26

Produzione ACS [MWh/famiglie – abitanti] 1,64 0,68

Cucina [MWh/famiglie – abitanti] 0,23 0,10

Totale [MWh/famiglie – abitanti] 12,05 5,04

Tabella 2.40 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

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PAGINA 62 / 282 APRILE 2015

La tabella che segue rappresenta il Comune di Verucchio.

Si evidenzia che:

il 2 % dei consumi di vettori per usi termici è legato agli usi cucina; l’85 % è invece annettibile alla climatizzazione invernale degli ambienti; il 13 % si lega, infine, alla produzione di acqua calda sanitaria.

Usi finali Verucchio Consumo finale di energia

MWh

Peso

%

Uso cucina 967 2%

Gas naturale 774 80%

GPL 193 20%

Uso riscaldamento 47.216 85%

Gas naturale 37.188 79%

GPL 2.789 6%

Gasolio 1.569 3%

Biomassa 5.230 11%

Energia elettrica 440 1%

Uso produzione ACS 7.070 13%

Solare termico 0 0%

Gas naturale 4.475 63%

Biomassa 0 0%

GPL 459 6%

Gasolio 0 0%

Energia elettrica 2.136 30%

Totale 55.253

Tabella 2.41 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Per vettore energetico, la tabella che segue riporta una sintesi dei consumi, sempre limitatamente agli

usi termici.

Usi finali Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Solare termico

[MWh]

Riscaldamento 3.876.587 440 132 218 1.363 0

ACS 466.519 2.136 0 36 0 0

Usi cucina 80.632 0 0 15 0 0

Totale 4.423.738 2.576 132 269 1.363 0

Tabella 2.42 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Sul nucleo familiare medio di Verucchio il consumo complessivo di energia per la climatizzazione, la

produzione di ACS e gli usi cucina pesa in media per un quantitativo pari a circa 14,5 MWh all’anno.

Valutando i consumi con indicatori specifici legati alla popolazione e alle famiglie la tabella seguente ne

calcola i rapporti.

Famiglie Abitanti

Dati anagrafe [n° famiglie – n° abitanti] 3.819 10.079

Riscaldamento [MWh/famiglie – abitanti] 12,36 4,68

Produzione ACS [MWh/famiglie – abitanti] 1,85 0,70

Cucina [MWh/famiglie – abitanti] 0,25 0,10

Totale [MWh/famiglie – abitanti] 14,47 5,48

Tabella 2.43 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

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COD: 14E108 PAGINA 63 / 282

Infine valutando i dati riferiti all’intera area dell’Unione di Comuni Valmarecchia si evidenzia che:

il 2 % dei consumi di vettori per usi termici è legato agli usi cucina; l’85 % è invece annettibile alla climatizzazione invernale degli ambienti; il 13 % si lega, infine, alla produzione di acqua calda sanitaria.

Usi finali Valmarecchia Consumo finale di energia

[MWh]

Peso [

%]

Uso cucina 5.238 2%

Gas naturale 3.955 76%

GPL 1.283 24%

Uso riscaldamento 252.331 85%

Gas naturale 184.845 73%

GPL 15.820 6%

Gasolio 10.327 4%

Biomassa 38.202 15%

Energia elettrica 3.137 1%

Uso produzione ACS 38.613 13%

Solare termico 0 0%

Gas naturale 24.636 64%

Biomassa 0 0%

GPL 2.572 7%

Gasolio 188 0%

Energia elettrica 11.216 29%

Totale 296.182

Tabella 2.44 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Per vettore energetico, la tabella che segue riporta una sintesi dei consumi, sempre limitatamente agli

usi termici.

Usi finali

Raggruppamento

Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Solare termico

[MWh]

Riscaldamento 19.268.644 3.137 871 1.237 9.956 0

ACS 2.568.163 11.216 16 201 0 0

Usi cucina 412.315 0 0 100 0 0

Totale 22.249.122 14.353 887 1.538 9.956 0

Tabella 2.45 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 64 / 282 APRILE 2015

2.2.3 I consumi elettrici

I consumi elettrici nelle abitazioni evolvono secondo l’andamento di due driver principali: l’efficienza e la

domanda di un determinato servizio. Mentre il primo driver è di tipo tecnologico e dipende dalle

caratteristiche delle apparecchiature che erogano il servizio desiderato (illuminazione, riscaldamento,

raffrescamento, refrigerazione degli alimenti), invece il secondo risulta prevalentemente correlato a

variabili di tipo socio-demografico (numero di abitanti, composizione del nucleo familiare medio, assetto

economico del nucleo familiare). Anche in questo caso, come già fatto per l’analisi dei consumi

finalizzati alla produzione di energia termica, si procede alla descrizione di un modello di simulazione di

tipo bottom-up che analizza la diffusione e l’efficienza delle varie apparecchiature elettriche ed

elettroniche presenti nelle abitazioni. Questo tipo di approccio permette un’analisi “dal basso” delle

apparecchiature, degli stili di consumo e degli aspetti demografici al fine di modellizzare sul lungo

periodo un’evoluzione dei consumi. L’evoluzione dei consumi si connota come risultato finale

dell’evoluzione dei driver indicati sopra.

Gli elementi principali su cui la simulazione agisce sono elencati di seguito:

tempo di vita medio dei diversi dispositivi;

evoluzione del mercato assumendo che l’introduzione di dispositivi di classe di efficienza maggiore

sostituisca in prevalenza le classi di efficienza più basse;

diffusione delle singole tecnologie nelle abitazioni.

Nel corso degli ultimi anni, in alcuni casi, i nuovi dispositivi venduti vanno a sostituire apparecchi già

presenti nelle abitazioni e divenuti obsoleti (frigoriferi, lavatrici, lampade ecc.), incrementando

l’efficienza media generale. In altri casi, invece, alcune tecnologie sono entrate per la prima volta nelle

abitazioni e quindi hanno contribuito a un incremento netto dei consumi.

Le analisi svolte prevedono un differente livello di approfondimento in base alle tecnologie. In

particolare, si è ipotizzato un livello di diffusione per classe energetica nel caso degli elettrodomestici

utilizzati per la refrigerazione, il lavaggio e l’illuminazione e per alcune apparecchiature tecnologiche.

Negli altri casi si è stimato solo un grado di diversa diffusione della singola tecnologia. Per

disaggregare a livello comunale i consumi elettrici, sulla base degli usi prevalentemente attestati, sono

state considerate rappresentative dello scenario alcune indagini condotte a livello nazionale che, se da

un lato riescono a rappresentare in modo esauriente la situazione delle abitazioni italiane a causa

dell’esteso campione di indagine, dall’altro non possono mettere in evidenza le ultime modificazioni

delle abitudini delle utenze, soprattutto in termini di diffusione della climatizzazione, soprattutto a livello

locale. Per tale ragione queste ultime informazioni sono state completate e integrate con informazioni

desunte tramite indagini eseguite ad hoc in alcuni Centri Commerciali italiani. Si è potuto quindi

osservare come dal 2002/2003 le vendite di dispositivi per la climatizzazione estiva abbiano superato di

gran lunga quelle di frigoriferi, ad esempio considerando il fatto che se un frigorifero nuovo va quasi

sicuramente a sostituirne uno vecchio, la stessa affermazione non è valida per i condizionatori che

entrano, nella maggior parte dei casi, per la prima volta nelle abitazioni. In particolare considerazione,

inoltre, sono stati tenuti alcuni documenti di analisi nazionale degli assetti energetici, prodotti

dall’ERSE2 e da Confindustria

3.

2 Erse, Fabbisogno energetico per la climatizzazione estiva di edifici tipo situati in località di riferimento, 2010 e Erse, Rapporto sul

supporto scientifico alle politiche energetiche nazionali, 2010.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 65 / 282

Grafico 2.31 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione e Istat.

Il grafico precedente e quello che segue riportano, per usi finali, la disaggregazione dei consumi di

energia elettrica nel settore residenziale in valore assoluto e in termini di peso percentuale, facendo

riferimento al raggruppamento dei Comuni. Le voci di consumo riportate nei grafici e conteggiate

nell’analisi dei consumi di energia elettrica fanno riferimento ai principali elettrodomestici presenti nelle

abitazioni. Quanto collocato sotto la voce “altro” include le apparecchiature, diffuse nelle abitazioni, di

piccola taglia (quali impianto hi-fi, ferro da stiro, cucine elettriche, forni a microonde, altre applicazioni).

Inoltre, sotto la voce altro, sono anche inclusi gli utilizzi collettivi dell’energia elettrica nelle abitazioni

(corpi scala, ascensori, vani tecnici, alimentazione degli ausiliari elettrici negli impianti termici

centralizzati).

L’osservazione dei grafici evidenzia che:

i consumi più elevati, indicati in nero nel grafico, spettano all’utilizzo delle diverse apparecchiature

accomunate sotto la voce “altro”;

alla produzione di ACS che incide per il 19 % circa dei consumi elettrici totali delle abitazioni e

all’utilizzo dei frigocongelatori che incide in misura rilevante (13 %);

l’utilizzo di sistemi elettrici per il riscaldamento degli ambienti rappresenta complessivamente il 5 %

dei consumi elettrici totale;

3 ENEA, CESI Ricerche e Confindustria Proposte per il Piano Nazionale di Efficienza Energetica della Commissione Energia di

Confindustria, 2007 e successive riedizioni.

7.240

2.212

3.780

2.377

3.995

5.772

1.143

1.671

3.547

11.701

3.136

11.216

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

Fri

go

co

ng

ela

tori

Co

ng

ela

tori

La

va

tric

i

La

va

sto

vig

lie

Illu

min

azio

ne

TV

DV

D

PC

Co

nd

izio

nato

ri

Alt

ro

Ris

ca

lda

me

nto

AC

S

[MW

h]

Consumi finali di energia elettrica per uso finale nel 2010

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 66 / 282 APRILE 2015

i consumi per le lavatrici, l’illuminazione degli ambienti domestici e quanto riportato sotto la voce

“altro” incidono rispettivamente per il 7 %, il 9 % e il 10 %;

le apparecchiature elettroniche (DVD, VHS, PC) fanno registrare consumi in quota pari al 4 %

perché non presenti nella totalità delle abitazioni (la loro diffusione è compresa fra il 90 % e il

100 % delle abitazioni);

le TV, al contrario, risultano presenti in misura maggiore di una per abitazione e impegnano il 10 %

circa del consumo elettrico delle utenze domestiche;

congelatori e lavastoviglie, tecnologie non presenti in tutte le abitazioni, ma solo rispettivamente

nel 25 % e nel 21 % delle abitazioni, incidono in quota pari al 2 % per ognuno;

infine i sistemi di condizionamento, quasi in misura equivalente rispetto ai sistemi di riscaldamento

elettrico, incidono per il 6 % dei consumi elettrici.

Grafico 2.32 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione e Istat.

Riguardo all’illuminazione degli ambienti si è proceduto definendo un fabbisogno in lumen per

l’abitazione media del singolo Comune. A questo sono stati abbinati dei sistemi di illuminazione la cui

efficienza è stata valutata in funzione della diffusione di specifiche tecnologie. La tabella che segue

rappresenta, per semplificazione, il Comune medio. Il modello di calcolo ha considerato i dati riferiti al

singolo Comune.

13%

4%

7%

4%

7%

10%

2%3%6%

20%

5%

19%

Disaggregazione percentuale dei consumi elettrici nel settore residenziale per usi finali al 2010

Frigocongelatori

Congelatori

Lavatrici

Lavastoviglie

Illuminazione

TV

DVD

PC

Condizionatori

Altro

Riscaldamento

ACS

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 67 / 282

Vani Superficie [m2] Lux Lumen

Cucina 15 250 3.747

Camere 31 200 6.228

Sala 23 200 4.671

Bagno 5 100 487

Corridoio 8 80 623

Ripostiglio 5 50 243

Superficie media 87

Tabella 2.46 Elaborazione Ambiente Italia

Le efficienze medie considerate per tipologia di lampada installata sono descritte nella tabella

seguente. I consumi sono stati calcolati considerando 600 ore annue equivalenti di funzionamento.

Tipo di lampada Diffusione lm/W

Incandescenza 40% 14

Fluorescente 55% 65

Alogena 5% 20

LED 0% 72

Totale 100 % 50

Tabella 2.47 Elaborazione Ambiente Italia

I valori di consumo riferiti alle classi energetiche descritte nella tabella che segue fanno riferimento a

quanto è attualmente sul mercato per le singole tecnologie e a quanto la normativa tecnica europea

ipotizza di implementare nei prossimi anni. La percentuale di diffusione indica l’indice di presenza della

specifica tecnologia nelle abitazioni. I valori di diffusione riportati nella tabella sono le medie registrate

nell’intera aggregazione; nelle simulazione di calcolo sono stati definiti specifici livelli di diffusione per

ogni comune.

Tecnologie

Consumo

annuo

[kWh/anno]

Diffusione A

[kWh/anno]

A+

[kWh/anno]

A++

[kWh/anno]

Frigocongelatori 400 100% 330 255 184

Lavatrici 210 100% 209 187 165

Congelatori 350 25% 265 201 145

Lavastoviglie 300 35% 294 Non previsto Non previsto

TV 200 170% 250 Non previsto Non previsto

PC 60 95% 94 Non previsto Non previsto

DVD 70 100% 70 Non previsto Non previsto

Hi-Fi 60 70% Non previsto Non previsto Non previsto

Ferro da stiro 100 100% Non previsto Non previsto Non previsto

Cucina elettrica 150 80% Non previsto Non previsto Non previsto

Forno microonde 70 30% Non previsto Non previsto Non previsto

Altro 50 100% Non previsto Non previsto Non previsto

Tabella 2.48 Elaborazione Ambiente Italia

L’incidenza del condizionamento sui consumi elettrici complessivi in questi territori raggiunge nel 2010 il

6 % dei consumi elettrici annui delle abitazioni. Questo consumo rappresenta una fetta sicuramente

destinata a crescere data la sempre maggiore diffusione di questi sistemi nelle abitazioni.

Già nel corso degli ultimi anni, la quota di consumo attribuibile alla climatizzazione estiva degli ambienti

domestici ha subito una crescita significativa. In particolar modo dalle estati del 2004 e 2005 si sono

incrementate sia le vendite quanto le installazioni di impianti di vario genere dedicati al

condizionamento.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 68 / 282 APRILE 2015

È importante sottolineare che nell’analisi complessiva dei consumi elettrici del settore residenziale

risulta evidente che altri elettrodomestici, maggiormente diffusi nelle abitazioni (frigoriferi, dispositivi

audio, video, PC e sistemi di illuminazione) incidono maggiormente sul bilancio elettrico residenziale

comunale rispetto ai sistemi di climatizzazione. Questo differente rapporto di incidenza deriva

principalmente dal diverso indice di diffusione di questi elettrodomestici nelle abitazioni. Frigoriferi, PC,

dispositivi audio e video o sistemi di illuminazione sono ormai capillarmente diffusi nelle case. Gli

impianti invece per la climatizzazione estiva ancora non attestano una diffusione capillare; tuttavia, nei

prossimi anni si stima una tendenza all’incremento: infatti le nuove costruzioni, in alcuni casi, sono

vendute con l’impianto di climatizzazione già installato o con la predisposizione all’installazione dello

stesso e i costi di questi impianti, nel corso degli anni, si sono notevolmente ridotti. Non esistono a oggi

dati statistici locali che ci permettano di definire con precisione l’impatto di questo tipo di impianti a

livello locale a meno dell’Annuario statistico 2012 dell’Istat che riporta i dati riguardanti il possesso da

parte delle famiglie di beni durevoli nel 2010 con una disaggregazione fra nord, centro e sud Italia:

nel 2010 a livello nazionale la presenza di condizionatori era registrata nel 34 % circa delle famiglie italiane;

a livello disaggregato per zone geografiche, la concentrazione maggiore si registra nel mezzogiorno d’Italia. Per il nord Italia, nel 2010 il 34 % delle famiglie possedeva un condizionatore; la diffusione cresce al sud Italia dove si raggiunge una copertura pari al 37 % delle famiglie e scende nel centro Italia che registra 10 punti in meno rispetto al sud.

Sebbene tali dati risultino generici e poco localizzati geograficamente, ci forniscono un’idea della

fortissima diffusione che questa tecnologia sta avendo negli ultimi anni. Nelle analisi realizzate sui dieci

Comuni si è valutata una diffusione e un livello di consumo per singolo comune dettagliato nella tabella

che segue.

Tecnologie Consumo annuo

[MWh/anno]

Diffusione nelle

famiglie COP medio stagionale

Casteldelci 0 0 % 2,0 Maiolo 0 0 % 2,0 Novafeltria 353 30 % 2,0 Pennabilli 91 30 % 2,0 Poggio Torriana 406 40 % 2,0 San Leo 137 30 % 2,0 Sant’Agata Feltria 45 20 % 2,0 Santarcangelo di Romagna 1.784 40 % 2,0 Talamello 41 20 % 2,0 Verucchio 690 30 % 2,0 Tabella 2.49 Elaborazione Ambiente Italia e Istat

Per le valutazioni dei consumi sono stati presi a riferimento gli esiti di calcolo derivanti da un’analisi4

condotta da ERSE per la valutazione dei fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva in contesti

geografici tipici e per classi di vetustà dell’immobile comparabili con la classificazione attualmente

utilizzata nelle analisi Istat disposte alle pagine precedenti.

Il grafico seguente sintetizza i valori di consumo complessivi e per m2 di superficie. Si è ritenuto che

l’edilizia precedente agli anni ’60 in media non si sia dotata di sistemi di condizionamento dato che si

può ritenere che il livello di inerzia termica delle pareti e dei solai di copertura sia in grado di soddisfare

4 ERSE, Francesco Madonna, Fabbisogno energetico per la climatizzazione di edifici-tipo situati in località di riferimento, Febbraio 2010.

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COD: 14E108 PAGINA 69 / 282

una riduzione importante dei fabbisogni energetici estivi. Il maggior consumo registrato nelle fasi

costruttive ’60-’70 si lega alle più ampie volumetrie annettibili a quegli anni. La curva rossa, invece,

indica i consumi energetici specifici che aumentano nel corso dei decenni considerati. La crescita dei

consumi specifici è riconducibile alla diminuzione delle prestazioni energetiche in regime estivo

registrate nell’edilizia più recente, che è stata principalmente realizzata con l’impiego di tecniche

costruttive, quali il mattone forato, che presentano bassi valori di inerzia termica e aumentano i

fabbisogni energetici estivi. La curva descritta presenta un andamento esattamente inverso rispetto a

quanto invece evidenziato per il fabbisogno energetico invernale.

Grafico 2.33 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione e Istat.

La tabella seguente riporta la sintesi dei consumi di energia elettrica per Comune.

Elettrodomestici Casteldelci

[MWh] Casteldelci

[%] Maiolo [MWh]

Maiolo [%]

Novafeltria [MWh]

Novafeltria [%]

Pennabilli [MWh]

Pennabilli [%]

Poggio [MWh]

Poggio [%]

Frigocongelatori 69 14% 114 14% 1.011 14% 432 14% 635 12%

Congelatori 9 2% 20 2% 268 4% 115 4% 169 3%

Lavatrici 36 7% 60 7% 528 7% 226 7% 331 6%

Lavastoviglie 5 1% 12 1% 301 4% 129 4% 189 3%

Illuminazione 41 8% 68 8% 551 8% 250 8% 357 7%

TV 34 7% 73 9% 754 10% 322 11% 473 9%

DVD 10 2% 16 2% 160 2% 68 2% 101 2%

PC 8 2% 17 2% 222 3% 95 3% 139 3%

Condizionatori 0 0% 0 0% 353 5% 91 3% 406 7%

Altro 55 11% 102 12% 1.368 19% 724 24% 1.225 22%

Usi generali 103 21% 130 16% 231 3% 127 4% 171 3%

ACS 128 26% 209 25% 1.516 21% 449 15% 1.263 23%

Tabella 2.50 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione e Istat

879.258

924.113

491.088

551.839

701.111

2,3 2,2

2,5

3,0

3,7

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

0

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

700.000

800.000

900.000

1.000.000

1961-1971 1972-1981 1982-1992 1991-2001 >2001[k

Wh

/m2]

[kW

h]

Consumi complessivi e specifici per la climatizzazione estiva

Consumo per la climatizzazione estiva Consumo specifico

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PAGINA 70 / 282 APRILE 2015

Elettrodomestici S. Leo [MWh]

S. Leo [%]

S.Agata [MWh]

S.Agata [%]

Santarcangelo [MWh]

Santarcangelo [%]

Talamello [MWh]

Talamello [%]

Verucchio [MWh]

Verucchio [%]

Frigocongelatori 425 13% 320 14% 2.801 12% 152 15% 1.281 12%

Congelatori 113 3% 85 4% 995 4% 40 4% 398 4%

Lavatrici 222 7% 167 7% 1.462 6% 79 8% 669 6%

Lavastoviglie 127 4% 95 4% 1.049 4% 39 4% 431 4%

Illuminazione 230 7% 191 8% 1.513 6% 83 8% 711 7%

TV 317 9% 238 10% 2.375 10% 98 10% 1.087 10%

DVD 67 2% 51 2% 444 2% 24 2% 203 2%

PC 93 3% 70 3% 711 3% 33 3% 281 3%

Condizionatori 137 4% 45 2% 1.784 8% 41 4% 690 7%

Altro 772 23% 478 21% 4.554 19% 188 19% 2.235 21%

Usi generali 116 3% 127 5% 1.648 7% 43 4% 440 4%

ACS 737 22% 448 19% 4.148 18% 182 18% 2.136 20%

Tabella 2.51 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione e Istat

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COD: 14E108 PAGINA 71 / 282

2.3 Il settore terziario

2.3.1 Quadro di sintesi

Il settore terziario ha assorbito nel 2010 il 20 % circa dei consumi energetici complessivi dei Comuni,

pari a 224 GWh, rappresentando il terzo settore maggiormente incidente per consumi di energia a

livello comunale, quasi al pari del settore industriale: di questi consumi, la quota principale è annessa

agli usi termici (più del 70 % ripartito fra gas naturale, GPL e gasolio), la quota residua è invece legata

agli usi elettrici (30 %). Il comune con i consumi più elevati nel settore è Santarcangelo di Romagna

che risulta essere anche il Comune più popolato. A Santarcangelo si registra un consumo pari al 36 %

del consumo complessivo del settore terziario nei vari comuni aggregati. Anche i Comuni di Verucchio,

Novafeltria e Poggio Torriana evidenziano un livello di consumo importante nel raggruppamento, con

valori di incidenza compresi fra il 10 e il 20 % circa. Casteldelci, Maiolo e Talamello, invece, si fermano

a livelli di consumo più blandi.

Grafico 2.34 e 2.35 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della

Valmarecchia, Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Il grafico disposto alla pagina seguente distingue i consumi complessivi del settore in base ai vettori

energetici utilizzati. I vettori per usi termici, come già per il residenziale, risultano prevalenti rispetto agli

usi elettrici. Fra i vettori termici risulta dominante il gas naturale con un’incidenza del 63 % circa (più

bassa rispetto al residenziale). I prodotti petroliferi utilizzati nel settore rappresentano il 10 % circa dei

consumi complessivi. Il terziario generalmente presenta un consumo elettrico più incidente rispetto a

quanto si verifica nel residenziale: questo in parte si lega ai maggiori utilizzi di impianti di

climatizzazione estiva e a sistemi elettrici utilizzati anche per il riscaldamento degli ambienti. Negli usi

elettrici, inoltre, si includono i consumi legati agli impianti di illuminazione pubblica comunale.

3.537 5.945

43.948

22.89932.175

21.239 17.664

122.729

6.222

63.239

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

Caste

ldelc

i

Maio

lo

No

vafe

ltri

a

Pen

nab

illi

Po

gg

ioT

orr

ian

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San

Le

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San

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gata

Felt

ria

San

tarc

an

gelo

di R

om

ag

na

Ta

lam

ello

Veru

cch

io

[MW

h]

Consumi nel settore terziario per ComuneCasteldelci

1% Maiolo2%

Novafeltria13%

Pennabilli7%

Poggio Torriana9%

San Leo6%

Sant'Agata Feltria5%

Santarcangelo di Romagna

36%

Talamello2%

Verucchio19%

Consumi nel settore terziario per Comune

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PAGINA 72 / 282 APRILE 2015

Grafico 2.36 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Grafico 2.37 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

140.028

8.44114.060

61.236

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

Gas naturale Gasolio GPL Elettricità

[MW

h]

Consumi del settore terziario nel 2010 disaggregati per vettore energetico

63%

4%

6%

27%

Disaggregazione percentuale dei consumi nel 2010 per vettore energetico nel settore terziario

Gas naturale

Gasolio

GPL

Elettricità

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COD: 14E108 PAGINA 73 / 282

Per i consumi elettrici è possibile valutare più nel dettaglio gli andamenti. Nel 2010 i consumi elettrici

del settore corrispondono al 30 % circa dei consumi elettrici comunali per un totale in valore assoluto di

circa 61 GWh.

Grafico 2.38 e 2.39 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione.

I grafici precedenti riassumono la variazione dei consumi elettrici del settore terziario nel corso degli

anni compresi fra il 2007 e il 2010, con un dettaglio riferito ai consumi per l’impianto di illuminazione

pubblica che il gestore della rete di distribuzione conteggia separatamente. Come evidente,

l’andamento nel corso delle annualità analizzate risulta costantemente crescente con una variazione

pari a circa 4,7 GWh in più, (+ 4 % dei consumi elettrici del settore in quattro anni).

Nel 2010 i consumi dell’impianto di illuminazione pubblica incidono per il 9 % sui consumi elettrici

complessivi del terziario. L’incidenza dell’illuminazione pubblica sui consumi totali e il valore assoluto di

consumo resta pressoché invariato nei quattro anni analizzati. A livello comunale spicca il Comune di

Santarcangelo di Romagna, i cui consumi si distaccano nettamente da quelli degli altri Comuni,

attestandosi su circa 27 GWh e segnando un aumento di 1 GWh nei quattro anni. A Verucchio, invece,

si evidenzia la maggiore crescita dei consumi nel corso degli ultimi anni, pari a circa 2 GWh in più fra

2007 e 2010. Novafeltria e Poggio Torriana registrano consumi di circa 7 GWh. Gli altri Comuni, invece,

registrano consumi ridotti, compresi fra 0,5 e 3 GWh, e complessivamente costanti negli anni.

La tabella che segue riassume i consumi del settore terziario per singolo comune e per l’intera

aggregazione.

Vettori [MWh] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Gas naturale 23.741 65.716 1.695.709 1.008.574 3.344.498 1.469.229 384.924 3.635.905 428.865 2.539.744 14.596.906

Gasolio 5 6 86 54 307 79 54 31 18 71 712

GPL 6 9 126 75 407 112 65 128 27 145 1.099

Elettricità 922 410 7.462 2.185 6.114 2.751 1.733 26.912 2.517 10.230 61.236

Tabella 2.52 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Vettori [MWh] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Gas naturale 228 630 16.267 9.675 32.084 14.094 3.693 34.879 4.114 24.364 140.028

Gasolio 59 76 1.018 637 3.645 942 635 362 218 848 8.441

GPL 73 113 1.607 955 5.200 1.437 833 1.643 339 1.860 14.060

Elettricità 922 410 7.462 2.185 6.114 2.751 1.733 26.912 2.517 10.230 61.236

Totale 1.281 1.229 26.353 13.453 47.042 19.225 6.894 63.796 7.188 37.301 223.765

Tabella 2.53 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero..

50.429 52.882 55.729 55.309

5.8885.900

5.746 5.749

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

2007 2008 2009 2010

[MW

h]

Consumi elettrici nel terziario nei nei Comuni della Valmarecchia

Terziario Illuminazione pubblica

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

2007 2008 2009 2010

[MW

h]

Consumi elettrici nel settore terziario nei Comuni della Valmarecchia

Casteldelci MaioloNovafeltria PennabilliPoggio Torriana San LeoSant'Agata Feltria Santarcangelo di RomagnaTalamello Verucchio

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PAGINA 74 / 282 APRILE 2015

2.3.2 Il terziario pubblico

Nei Comuni della Valmarecchia i consumi termici ed elettrici per l’alimentazione delle utenze pubbliche,

nel 2010, ammontano a 10.315 MWh. Nella tabella seguente i consumi vengono disaggregati per

singolo Comune e per singolo vettore energetico, espresso nella propria unità di misura e convertito in

MWh. Nei paragrafi successivi verranno analizzati nello specifico i consumi degli edifici dei singoli

Comuni.

Edilizia pubblica Consumi Consumi [MWh]

Gas naturale 5.779 m3 55

Energia elettrica 15 MWh 15

Casteldelci 70

Gas naturale 15.096 m3 145

Energia elettrica 18 MWh 18

Maiolo 162

Gas naturale 154.382 m3 1.481

Energia elettrica 164 MWh 164

Novafeltria 1.645

Gas naturale 59.702 m3 573

Energia elettrica 178 MWh 178

Pennabilli 750

Gas naturale 18.427 m3 177

Energia elettrica 41 MWh 41

Poggio Torriana 218

Gas naturale 86.630 m3 831

Energia elettrica 302 MWh 302

San Leo 1.133

Gas naturale 39.544 m3 379

Gasolio 4 t 53

Sant’Agata Feltria 433

Gas naturale 317.511 m3 3.046

Santarcangelo di Romagna 3.046

Gas naturale 65.700 m3 630

Energia elettrica 342 MWh 342

Talamello 972

Gas naturale 149.120 m3 1.431

Energia elettrica 455 MWh 455

Verucchio 1.886

Gas naturale 911.892 m3 8.748

Gasolio 4 t 53

Energia elettrica 1.514 MWh 1.514

Valmarecchia 10.315

Tabella 2.54 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comuni della Valmarecchia

I consumi termici degli edifici pubblici di Casteldelci

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Casteldelci, di cui il Comune ha fornito i dati, si

riferiscono all’anno 2010 e ammontano a 5.779 m3 di gas e circa 15 MWh elettrici. Nella tabella

seguente sono riportati i dati relativi ai consumi del vettore energetico utilizzato, disaggregati per i

singoli edifici.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 75 / 282

In rosso si indicano gli edifici in cui si evidenzia il maggiore consumo, tanto per usi termici che per usi

elettrici.

Edificio Gas naturale [m3] Energia elettrica [kWh]

Municipio 2.570 6.523

Centro di aggregazione 0 1.166

Scuola elementare e materna 3.206 6.464

Magazzino 0 0

Museo 3 501

Casteldelci 5.779 14.654

Tabella 2.55 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Casteldelci

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Maiolo

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Maiolo, di cui il Comune ha fornito i dati, si

riferiscono all’anno 2010 e ammontano a 15.096 m3 di gas e circa 18 MWh elettrici. Nella tabella

seguente sono riportati i dati relativi ai consumi del vettore energetico utilizzato, disaggregati per i

singoli edifici.

In rosso si indicano gli edifici in cui si evidenzia il maggiore consumo, tanto per usi termici che per usi

elettrici.

Edificio Gas naturale [m3] Energia elettrica [kWh]

Sede Municipale 4.288 6.820

Scuola elementare e materna 9.848 9.457

Centro di aggregazione 960 0

Magazzino Comunale Antico ex scuola 0 1.086

Magazzino Comunale Pieggia 0 90

Magazzino comunale Capoluogo 0 198

Maiolo 15.096 17.651

Tabella 2.56 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Maiolo

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Novafeltria

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Novafeltria, di cui il Comune ha fornito i dati, si

riferiscono all’anno 2010 e ammontano a 151.787 m3 di gas e circa 118 MWh elettrici. Nella tabella

seguente sono riportati i dati relativi ai consumi del vettore energetico utilizzato, disaggregati per i

singoli edifici. In rosso si indicano gli edifici in cui si evidenzia il maggiore consumo, tanto per usi termici

che per usi elettrici.

Edificio Gas naturale [m3] Energia elettrica [kWh]

Ex Museo Miniera Perticara 0 706

Immobile Sartiano 64 388 870

Scuola elementare Secchiano 17.094 8.140

Scuola materna Secchiano 6.257 2.327

Mensa comunale 6.200 5.592

Ufficio tecnico 4.819 2.288

Immobile Via Aurelio Saffi 81 2.492 1.072

Palazzo Lombardini 15.888 30.466

Scuola elementare Perticara 11.748 3.283

Ex Scuola media Perticara 2.534 1.201

Delegazione comunale 941 171

Palestra Scuola Media 6.816 0

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PAGINA 76 / 282 APRILE 2015

Edificio Gas naturale [m3] Energia elettrica [kWh]

Teatro 12.333 8.969

Asilo Nido Novafeltria 5.637 3.068

Giudice di Pace 4.468 2.154

Uffici Via Cesare battisti 8.558 6.470

Biblioteca Via Saffi 8.558 0

Sede Comunale Piazza V. Emanuele 8.130 5.842

Scuola Media Via Galli 0 4.226

Polizia Municipale 1.786 1.494

Scuola Materna Novafeltria 8.002 2.757

Casetta palazzo Cappelli 1 1.233 2.761

Scuola Elementare Novafeltria 16.673 8.682

Casetta Palazzo Cappelli 2 1.233 1.721

Depuratore 0 8.024

Strada Tana Libera Tutti 0 929

Campo sportivo 0 57

Locale Certino 0 166

Immobile Via Trieste 0 1.606

Magazzino 0 3.383

Chiesa Santa Marina 0 91

Ex discarica 0 78

Novafeltria 151.787 118.594

Tabella 2.57 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Novafeltria

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Pennabilli

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Pennabilli, di cui il Comune ha fornito i dati, si

riferiscono all’anno 2010 e ammontano a 59.702 m3 di gas e circa 178 MWh elettrici. Nella tabella

seguente sono riportati i dati relativi ai consumi del vettore energetico utilizzato, disaggregati per i

singoli edifici.

In rosso si indicano gli edifici in cui si evidenzia il maggiore consumo, tanto per usi termici che per usi

elettrici.

Edificio Gas naturale [m3] Energia elettrica [kWh]

Palazzo Comunale 3.353

Scuola Materna Maciano 2.068

Studiolo 3.018

Municipio 8.943

Scuola Media ed Elementare Pennabilli 23.976

Scuola Materna Pennabilli 4.694

Scuola Elementare Ponte Messa 5.879

Scuola Materna Ponte Messa 7.771

Piazza Montefeltro 8.225

Via Molino di Bascio 1.577

Via Confraternite 11.637

Via Pianacci 27.393

Via San Gaetano 3.570

Via Molino Schieti 3.386

Via Saturno 5.139

Frazione Molino di Bascio 43 250

Frazione Molino di Bascio 23 1.720

Strada per Soanne 232

Via Unvea 3.157

Via San Rocco 10.951

Piazza Montefeltro 37.972

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 77 / 282

Edificio Gas naturale [m3] Energia elettrica [kWh]

Piazza Montefeltro 13.245

Piazza Montefeltro 24.753

Viale Bistolli 1.220

Strada Miratoio 234

Via Salita Valentini 2.523

Via al Prato 44

Via Padreterno 276

Piazzetta San Filippo 20.084

Pennabilli 59.702 177.588

Tabella 2.58 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Pennabilli

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Poggio Torriana

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Poggio Torriana, di cui il Comune ha fornito i dati, si

riferiscono all’anno 2010 e ammontano a 40.381 m3 di gas e circa 162 MWh elettrici. Nella tabella

seguente sono riportati i dati relativi ai consumi del vettore energetico utilizzato, disaggregati per i

singoli edifici. In rosso si indicano gli edifici in cui si evidenzia il maggiore consumo, tanto per usi termici

che per usi elettrici.

Edificio Gas naturale [m3] Elettricità [kWh]

Municipio 5.540 27.000

Scuola elementare Marino Moretti 1.000 13.800

Scuola materna Peter Pan 2.500 36.000

Scuola intercomunale di Camerano 4.500 26.700

Nido 4.954 11.400

Biblioteca 3.460 5.300

Scuola elementare Turci 8.361 9.747

Municipio, via Roma 3.951 8.899

Scuola materna Pinocchio 6.115 7.069

Campo sportivo polivalente 345

Piazza S. Allende, Fontana Albero dell'Acqua,

Campanile Scorticata, Giardino pietre recuperate, Illuminazione rupe 6.469

Magazzino e officina 2.115

Ambulatorio medico 4.318

Portale di Montebello 2.308

Casa del Campanile 24

Poggio Torriana 40.381 161.949

Tabella 2.59 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Poggio Torriana

I consumi elettrici degli edifici pubblici di San Leo

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di San Leo, di cui il Comune ha fornito i dati, si

riferiscono all’anno 2010 e ammontano a 86.630 m3 di gas e circa 302 MWh elettrici. Nella tabella

seguente sono riportati i dati relativi ai consumi del vettore energetico utilizzato, disaggregati per i

singoli edifici. In rosso si indicano gli edifici in cui si evidenzia il maggiore consumo, tanto per usi termici

che per usi elettrici.

Edificio Gas naturale [m3] Energia elettrica [kWh]

Municipio 5.622 21.229

Palazzo Mediceo 19.478 50.539

Edificio Scolastico capoluogo 18.602 26.436

Campanile 0 1.021

Fortezza 0 68.191

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 78 / 282 APRILE 2015

Edificio Gas naturale [m3] Energia elettrica [kWh]

Teatro Comunale Pietracuta + Uffici delegazione Pietracuta + centro giovanile 6.475 16.010

Edifici Scolastici Pietracuta 23.617 49.191

Centro Civico Libiano 0 277

Chiesa Pianetta 0 66

Centro Sportivo Pietracuta 10.891 61.260

Centro Sportivo Montemaggio 0 2.133

locali ex Studi medici Pietracuta 680 410

Capannone automezzi Pietracuta 0 1.057

Studi Medici Montemaggio 205 546

Studi Medici Capoluogo 1.060 3.588

Bagni pubblici Quattroventi 0 18

San Leo 86.630 301.972

Tabella 2.60 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di San Leo

I consumi termici degli edifici pubblici di Sant’Agata Feltria

I consumi termici degli edifici pubblici di Sant’Agata Feltria, di cui il Comune ha fornito i dati, si

riferiscono all’anno 2010 e ammontano a 39.545 m3 di gas e 5.400 litri di gasolio. Non sono stati forniti i

dati di consumo elettrico per gli edifici di questo Comune. Nella tabella seguente sono riportati i dati

relativi ai consumi del vettore energetico utilizzato, disaggregati per i singoli edifici.

In rosso si indicano gli edifici in cui si evidenzia il maggiore consumo.

Edificio Gas naturale [m3] Gasolio [l]

Scuola primaria, elementare, media e Palestra Padre A. da Montefeltro 31.643

Scuola primaria di Romagnano 1.772

Centro di Aggregazione Capoluogo 288

Teatro A. Mariani / Sala Consigliare / Sala polivalente "delle Scuderie" 5.371

Uffici Comunali 5.400

Palazzo Celli - sede Pro loco 472

Sant’Agata Feltria 39.545 5.400

Tabella 2.61 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Sant’Agata Feltria

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Santarcangelo di Romagna

I consumi termici degli edifici pubblici di Santarcangelo di Romagna, di cui il Comune ha fornito i dati, si

riferiscono all’anno 2010 e ammontano a 317.511 m3 di gas. Non sono stati forniti i dati di consumo

elettrico per gli edifici di questo Comune. Nella tabella seguente sono riportati i dati relativi ai consumi

del vettore energetico utilizzato, disaggregati per i singoli edifici.

In rosso si indicano gli edifici in cui si evidenzia il maggiore consumo, tanto per usi termici che per usi

elettrici.

Edificio Gas naturale [m3]

Museo Etnografico 8.511

Scuola elementare San Martino dei Mulini 6.838

Scuola elementare e materna San Vito 17.402

Scuola elementare Sant’Agata 6.117

Scuola elementare Sant’Ermete 9.612

Direzione didattica San Michele 8.382

Scuola elementare capoluogo + Municipio + Biblioteca 80.532

Scuola Materna Il Drago 9.956

Scuola materna Sant’Ermete 7.775

Scuola materna Canonica 4.232

Scuola materna Margherita 14.561

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 79 / 282

Edificio Gas naturale [m3]

Scuola Materna San Martino 4.490

Scuola media Teresa Franchini 28.305

Scuola media ex Saffi 49.504

Asilo Nido La Mongolfiera 10.631

Sala Polivalente 3.464

Museo etnografico 2.023

Uffici di collocamento 1 222

Uffici di collocamento 2 703

Uffici cimiteriali 1.934

Scuola materna Flora 10.268

Scuola di Musica 2.565

Magazzini Comunali 4.209

Vigili urbani 3.243

Palazzo Cenci 3.354

Palestra San Vito 5.781

Asilo Nido Rosaspina 12.897

Poggio Torriana 317.511

Tabella 2.62 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Santarcangelo di Romagna

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Talamello

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Talamello, di cui il Comune ha fornito i dati, si

riferiscono all’anno 2010 e ammontano a 22.950 m3 di gas e circa 14 MWh elettrici. Nella tabella

seguente sono riportati i dati relativi ai consumi del vettore energetico utilizzato, disaggregati per i

singoli edifici.

In rosso si indicano gli edifici in cui si evidenzia il maggiore consumo, tanto per usi termici che per usi

elettrici.

Edificio Gas naturale [m3] Elettricità [kWh]

Museo Gualtieri 2.602 2.020

Centro Aggregazione Ca' Fusino 387 285

Casa della Musica 286 914

Municipio 2.636 2.588

Scuola materna 6.184 3.328

Scuola elementare 9.878 4.391

Ufficio tecnico e Sala Consiliare 977 479

Talamello 22.950 14.005

Tabella 2.63 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Talamello

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Verucchio

I consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici di Verucchio, di cui il Comune ha fornito i dati, si

riferiscono all’anno 2010 e ammontano a 156.654 m3 di gas e circa 413 MWh elettrici. Nella tabella

seguente sono riportati i dati relativi ai consumi del vettore energetico utilizzato, disaggregati per i

singoli edifici.

In rosso si indicano gli edifici in cui si evidenzia il maggiore consumo, tanto per usi termici che per usi

elettrici.

Edificio Gas naturale [m3] Elettricità [kWh]

Scuola Materna 7.616 7.514

Museo 14.851 0

Palazzo Municipale 12.842 0

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 80 / 282 APRILE 2015

Edificio Gas naturale [m3] Elettricità [kWh]

Piscina 742 19.862

Scuole elementari 11.504 25.625

Scuole medie 15.227 17.340

Via Casale, 117 2.238 8.902

Via Casale, 119 4.308 0

Scuola elementare 22.099 35.184

Palestra scuole elementari 15.830 26.908

Scuola Materna 6.122 15.341

Scuola Media 23.197 38.899

Via del Tesoro, 635 1.286 0

Teatro 5.757 9.281

Asilo Nido 13.028 28.870

Magazzino comunale 2.146

Via Aldo Moro, 504 26.108

Via Aldo Moro 59.822

Magazzino comunale 5.338

Via Rocca, 40 197

Via Pieve Corena, 670 1.046

Via Marconi, 2 - 101

Piazza Malatesta, 28 24.954

Orologio 192

Rocca Malatestiana 28.200

Piazza Malatesta, 23 31.625

Verucchio 156.654 413

Tabella 2.64 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Verucchio

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 81 / 282

Gli impianti di illuminazione pubblica in Val Marecchia

I consumi elettrici ascrivibili all’impianto d’illuminazione pubblica nei dieci Comuni nel 2010 risultano

pari a 5,7 GWh. Questi consumi sono inclusivi anche della quota di illuminazione votiva e di altri usi

eventualmente presenti nei Comuni.

Grafici 2.40 e 2.41 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione.

La lettura storica dei consumi evidenzia un andamento complessivamente omogeneo nel corso degli

anni, con variazioni minime poco significative. Il Comune con i consumi maggiori si conferma essere

Santarcangelo di Romagna che impegna il 32 % dei consumi per l’illuminazione pubblica complessiva.

Verucchio e Novafeltria, con un consumo di circa 0,8 GWh ciascuno impegnano il 15 % del totale. I

comuni con i consumi più bassi risultano Talamello, Maiolo e Casteldelci.

Grafici 2.42 e 2.43 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione

Analizzando le curve storiche dei consumi disaggregati per ogni Comune, emerge che tutti i Comuni

presentano un andamento costante nel corso delle annualità.

Valutando il consumo al km2, si conferma essere Santarcangelo di Romagna il territorio con il maggior

livello di consumo anche a livello specifico, seguito da Verucchio e Novafeltria. I consumi vengono

valutati in MWh/km2 di territorio comunale annesso alla singola amministrazione.

Santarcangelo di Romagna, a cui compete il consumo specifico maggiore, è illuminata consumando

circa 41,6 MWh/km2; a Casteldelci, territorio con il consumo elettrico specifico più basso, il consumo è

pari 1,7 MWh/km2.

5.888 5.9005.746 5.749

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

2007 2008 2009 2010

[MW

h]

Consumi totali di energia elettrica relativi agli impianti di illuminazione pubblica nei Comuni della Valmarecchia

86 116

804

476 485 456 474

1.815

168

868

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

1.800

2.000

Cas

teld

elc

i

Ma

iolo

No

va

felt

ria

Pe

nn

ab

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Po

gg

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San

tarc

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ge

lod

i R

om

ag

na

Ta

lam

ell

o

Veru

cc

hio

[MW

h]

Consumi di energia elettrica relativi agli impianti di illuminazione pubblica nel 2010

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

1.800

2.000

2007 2008 2009 2010

[MW

h]

Consumi degli impianti di Illuminazione Pubblica nei Comuni della Valmarecchia

Casteldelci Maiolo NovafeltriaPennabilli Poggio Torriana San LeoSant'Agata Feltria Santarcangelo di Romagna TalamelloVerucchio

Casteldelci862%

Maiolo1162%

Novafeltria80414%

Pennabilli4768%

Poggio Torriana4858%

San Leo4568%

Sant'Agata Feltria4748%

Santarcangelo di Romagna

181532%

Talamello1683%

Verucchio86815%

Consumi elettrici degli impianti di illuminazione pubblica nel 2010

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 82 / 282 APRILE 2015

Nel 2010 nel territorio comunale di Casteldelci sono stati censiti circa 219 corpi lampada utilizzati per

l’illuminazione pubblica, per una potenza installata complessiva pari a 18 kW. La tabella che segue

riporta i dati riferiti alla numerosità e alla potenza delle lampade per tipologia di lampada. Considerando

4.200 ore annue di funzionamento e un fattore di perdite dovute alla rete e ai pali si stima un consumo

pari a circa 96 MWh. A Casteldelci non sono presenti regolatori di flusso e la potenza installata è

ancora del tipo ai vapori di mercurio.

Tipo lampada - Impianto di Casteldelci n° di lampade Potenza

nominale Potenza

totale Consumi

[W] [kW] [kWh] Neon 20 40 0,8 3.528

Vapori di mercurio – HG 179 80 14,32 63.151

20 125 2,5 11.025 Totale 219 17,62 77.704

Tabella 2.65 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Casteldelci

Nel 2010 nel territorio comunale di Maiolo sono stati censiti circa 310 corpi lampada utilizzati per

l’illuminazione pubblica, per una potenza installata complessiva pari a circa 25 kW. La tabella che

segue riporta i dati riferiti alla numerosità e alla potenza delle lampade per tipologia di lampada.

Considerando 4.200 ore annue di funzionamento e un fattore di perdite dovute alla rete e ai pali si

stima un consumo pari a circa 112 MWh. Le lampade installate a Maiolo sono principalmente del tipo al

Sodio ad Alta Pressione, con limitate percentuali di lampade a Neon e alogene.

L’impianto è provo di regolatori di flusso. Sono invece presenti alcuni sensori crepuscolari.

Tipo lampada - Impianto di Maiolo n° di lampade Potenza nominale Potenza totale Consumi

[W] [kW] [kWh]

Sodio alta pressione - SAP 259 70 18,13 79.953 30 100 3 13.230

6 400 2,4 10.584 Alogenuri metallici - ALO 7 250 1,75 7.718 Neon 8 24 0,192 847 Totale 310 25 112.332

Tabella 2.66 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Maiolo

Nel 2010 nel territorio comunale di Pennabilli sono stati censiti circa 1.210 corpi lampada utilizzati per

l’illuminazione pubblica, per una potenza installata complessiva pari a circa 86 kW. La tabella che

segue riporta i dati riferiti alla numerosità e alla potenza delle lampade per tipologia di lampada.

Tipo lampada - Impianto di Pennabilli n° di lampade Potenza

nominale Potenza

totale Consumi

[W] [kW] [kWh]

Sodio alta pressione - SAP

975 70 68,25 300.983

79 100 7,9 34.839 5 150 0,75 3.308

3 400 1,2 5.292 Vapori di mercurio - HG 16 125 2 8.820

Alogenuri metallici - ALO 1 70 0,07 309 6 150 0,9 3.969

7 250 1,75 7.718 Sodio bassa pressione - SBP 1 90 0,09 397 Fluorescenti - FLUO 115 24 2,76 12.172 Incandescenza - INC 2 10 0,02 88 Totale 1.210 86 377.893

Tabella 2.67 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Pennabilli

Page 83: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 83 / 282

Considerando 4.200 ore annue di funzionamento e un fattore di perdite dovute alla rete e ai pali si

stima un consumo pari a circa 378 MWh. Le lampade installate a Pennabilli sono principalmente del

tipo al Sodio ad Alta Pressione, con limitate percentuali di lampade ai vapori di mercurio, alogene,

fluorescenti e incandescenti.

L’impianto è privo di regolatori di flusso.

Nel 2010 nel territorio comunale di Poggio Torriana sono stati censiti circa 1.137 corpi lampada

utilizzati per l’illuminazione pubblica, per una potenza installata complessiva pari a circa 130 kW. La

tabella che segue riporta i dati riferiti alla numerosità e alla potenza delle lampade per tipologia di

lampada. Considerando 4.200 ore annue di funzionamento e un fattore di perdite dovute alla rete e ai

pali si stima un consumo pari a circa 544 MWh. Le lampade installate a Poggio Torriana sono

principalmente del tipo al Sodio ad Alta Pressione, con limitate percentuali di lampade ai vapori di

mercurio e a LED.

L’impianto è dotato di regolatori di flusso, considerati nel calcolo dei consumi.

Tipo lampada - Impianto di Poggio Torriana n° di lampade Potenza

nominale Potenza

totale Consumi

[W] [kW] [kWh]

Sodio alta pressione - SAP

317 70 22,19 93.198 279 100 27,9 117.180

317 150 47,55 199.710

6 250 1,5 6.300

3 400 1,2 5.040 5 1000 5 21.000

LED 20 26 0,52 2.184 Vapori di mercurio - HG 190 125 23,75 99.750 Totale 1.137 130 544.362

Tabella 2.68 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Poggio Torriana

Nel 2010 nel territorio comunale di San Leo sono stati censiti circa 936 corpi lampada utilizzati per

l’illuminazione pubblica, per una potenza installata complessiva pari a circa 86 kW. La tabella che

segue riporta i dati riferiti alla numerosità e alla potenza delle lampade per tipologia di lampada.

Considerando 4.200 ore annue di funzionamento e un fattore di perdite dovute alla rete e ai pali si

stima un consumo pari a circa 381 MWh. Le lampade installate a San Leo sono principalmente del tipo

al Sodio ad Alta Pressione, con limitate percentuali di lampade a LED e alogene.

L’impianto non è dotato di regolatori di flusso.

Tipo lampada - Impianto di San Leo n° di lampade Potenza

nominale Potenza

totale Consumi

[W] [kW] [kWh]

Sodio alta pressione - SAP

647 70 45,29 199.729

156 100 15,6 68.796

2 150 0,3 1.323 25 250 6,25 27.563

37 400 14,8 65.268

2 1000 2 8.820 LED 11 2 0,022 97 Alogenuri metallici - ALO 3 70 0,21 926

Faretti alogeni - ALO

19 25 0,475 2.095

32 35 1,12 4.939

1 100 0,1 441 1 150 0,15 662

Totale 936 86 380.658

Tabella 2.69 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di San Leo

Page 84: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 84 / 282 APRILE 2015

Nel 2010 nel territorio comunale di Sant’Agata Feltria sono stati censiti circa 850 corpi lampada

utilizzati per l’illuminazione pubblica, per una potenza installata complessiva pari a circa 112 kW. La

tabella che segue riporta i dati riferiti alla numerosità e alla potenza delle lampade per tipologia di

lampada. Considerando 4.200 ore annue di funzionamento e un fattore di perdite dovute alla rete e ai

pali si stima un consumo pari a circa 495 MWh. Le lampade installate a Sant’Agata sono

principalmente del tipo ai Vapori di Mercurio e al Sodio ad Alta pressione, con più limitate percentuali di

lampade al Sodio a Bassa Pressione e alogene.

L’impianto non è dotato di regolatori di flusso.

Tipo lampada - Impianto di Sant’Agata Feltria n° di lampade Potenza

nominale Potenza

totale Consumi

[W] [kW] [kWh]

Sodio alta pressione - SAP

80 70 5,6 24.696

37 100 3,7 16.317 66 150 9,9 43.659

15 250 3,75 16.538

4 400 1,6 7.056

Sodio bassa pressione - SBP 1 18 0,018 79 1 35 0,035 154

2 55 0,11 485

Alogenuri metallici - ALO

3 70 0,21 926

41 100 4,1 18.081 27 150 4,05 17.861

1 250 0,25 1.103

6 400 2,4 10.584

9 1000 9 39.690

Vapori di mercurio - HG 46 80 3,68 16.229

509 125 63,625 280.586

1 250 0,25 1.103 Totale 849 112,278 495.146

Tabella 2.70 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Sant’Agata Feltria

Nel 2010 nel territorio comunale di Santarcangelo di Romagna sono stati censiti circa 4.503 corpi

lampada utilizzati per l’illuminazione pubblica, per una potenza installata complessiva pari a circa

386 kW. La tabella che segue riporta i dati riferiti alla numerosità e alla potenza delle lampade per

tipologia di lampada. Considerando 4.200 ore annue di funzionamento e un fattore di perdite dovute

alla rete e ai pali si stima un consumo pari a circa 1.621 MWh. Le lampade installate a Santarcangelo

sono principalmente del tipo al Sodio ad Alta pressione, con più limitate percentuali di lampade al Sodio

a Bassa Pressione e Alogene.

L’impianto è dotato di regolatori di flusso e ne è stato considerato l’effetto nel calcolo dei consumi.

Tipo lampada - Impianto di Santarcangelo di Romagna n° di lampade Potenza

nominale Potenza

totale Consumi

[W] [kW] [kWh]

Sodio alta pressione - SAP

3.724 70 260,68 1.094.856

238 100 23,8 99.960 191 150 28,65 120.330

100 250 25 105.000

30 400 12 50.400

16 1000 16 67.200 Sodio bassa pressione - SBP 5 150 0,75 3.150

Alogenuri metallici - ALO 126 70 8,82 37.044

14 100 1,4 5.880

59 150 8,85 37.170 Totale 4.503 385,95 1.620.990

Tabella 2.71 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Santarcangelo di Romagna

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COD: 14E108 PAGINA 85 / 282

Nel 2010 nel territorio comunale di Talamello sono stati censiti circa 392 corpi lampada utilizzati per

l’illuminazione pubblica, per una potenza installata complessiva pari a circa 40 kW. La tabella che

segue riporta i dati riferiti alla numerosità e alla potenza delle lampade per tipologia di lampada.

Considerando 4.200 ore annue di funzionamento e un fattore di perdite dovute alla rete e ai pali si

stima un consumo pari a circa 176 MWh. Le lampade installate a Talamello sono principalmente del

tipo ai Vapori di Mercurio, con più limitate percentuali di lampade al Sodio ad Alta pressione e a LED.

L’impianto non è dotato di regolatori di flusso.

Tipo lampada - Impianto di Talamello n° di lampade Potenza

nominale Potenza

totale Consumi

[W] [kW] [kWh] Sodio alta pressione - SAP 130 70 9,1 40.131 LED 19 30 0,57 2.514 Vapori di mercurio - HG 243 125 30,375 133.954 Totale 392 40 176.598

Tabella 2.72 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Talamello

Nel 2010 nel territorio comunale di Verucchio sono stati censiti circa 2.437 corpi lampada utilizzati per

l’illuminazione pubblica, per una potenza installata complessiva pari a circa 192 kW. La tabella che

segue riporta i dati riferiti alla numerosità e alla potenza delle lampade per tipologia di lampada.

Considerando 4.200 ore annue di funzionamento e un fattore di perdite dovute alla rete e ai pali si

stima un consumo pari a circa 805 MWh. Le lampade installate a Verucchio sono principalmente del

tipo al Sodio ad Alta Pressione, con più limitate percentuali di lampade Alogene, a LED, ai Vapori di

Mercurio e Fluorescenti.

L’impianto è dotato di regolatori di flusso, considerati nel calcolo dei consumi.

Tipo lampada - Impianto di Verucchio n° di lampade Potenza

nominale Potenza

totale Consumi

[W] [kW] [kWh]

Sodio alta pressione - SAP

1.722 70 120,54 506.268

290 100 29 121.800

121 150 18,15 76.230 34 250 8,5 35.700

3 400 1,2 5.040

LED

43 1 0,043 181

8 2 0,016 67 7 29 0,203 853

4 40 0,16 672

Alogenuri metallici - ALO

2 70 0,14 588 4 150 0,6 2.520

2 400 0,8 3.360

1 600 0,6 2.520

4 50 0,2 840 1 300 0,3 1.260

NEON

2 9 0,018 76

4 30 0,12 504

8 32 0,256 1.075 72 36 2,592 10.886

Fluorescenti compatte - FLUO 10 23 0,23 966

38 25 0,95 3.990 Vapori di mercurio - HG 57 125 7,125 29.925 Totale 2.437 191,743 805.321

Tabella 2.73 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Verucchio

Nei grafici che seguono si riporta la ripartizione delle potenze installate per tipologia di lampada per

ogni Comune. Escludendo Sant’Agata Feltria e Talamello è possibile evidenziare che gli impianti

presentano un buon livello di efficienza, almeno da un punto di vista energetico e di tecnologia di corpo

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PAGINA 86 / 282 APRILE 2015

lampada prevalente. Sono presenti, comunque, margini di miglioramento riconducibili sia alla

sostituzione delle tipologie di lampade meno efficienti sia all’installazione di regolatori di flusso, assento

nel 70 % degli impianti. I Comuni si Sant’Agata e Talamello presentano il parco lampade più scadente

con la presenza rispettivamente del 60 e del 76 % della potenza installata riconducibile a lampade del

tipo ai Vapori di Mercurio.

Grafici 2.44 e 2.45 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comuni di Casteldelci e Maiolo

Grafici 2.46 e 2.47 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comuni di Pennabilli e Poggio Torriana

Grafici 2.48 e 2.49 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comuni di San Leo e Sant’Agata Feltria

Neon5%

HG95%

Potenza installata per tipologia Casteldelci

ALO8%

SAP92%

Potenza installata per tipologia Maiolo

SAP91%

HG3%

ALO3%

FLUO3%

Potenza installata per tipologia Pennabilli

SAP81%

LED1%

HG18%

Potenza installata per tipologia Poggio Torriana

SAP98%

ALO2%

Potenza installata per tipologia San Leo

SAP22%

SBP0%

ALO18%

HG60%

Potenza installata per tipologia Sant'Agata Feltria

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COD: 14E108 PAGINA 87 / 282

Grafici 2.50 e 2.51 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comuni di Santarcangelo di Romagna e Talamello

Grafici 2.52 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Verucchio

Grafico 2.53 Elaborazione Ambiente Italia.

ALO5%

SAP95%

SBP0%

Potenza installata per tipologia Santarcangelo di Romagna

SAP23%

LED1%

HG76%

Potenza installata per tipologia Talamello

SAP93%

LED0%

ALO1%

FLUO2%

HG4%

Potenza inastallata per tipologia Verucchio

84

98 97

110

130

167

5052

58

68

15

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

SAP 70W SAP 100W SAP 150W SAP 250W SAP 400W SBP 135W HG 125W HG 150W HG 250W JM 250W INC 200W

[Lm

/W]

Efficienza ottica delle lampade installate nel 2010

Alta efficienza

Bassa efficienza

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PAGINA 88 / 282 APRILE 2015

Per comprendere il differente livello di efficienza delle varie tipologie di lampade, il grafico precedente

evidenzia il livello di efficienza ottica di alcune tipologie di lampada. L’efficienza ottica è intesa come il

rapporto fra i lumen che la singola lampada è in grado di garantire e la potenza elettrica che la lampada

richiede per produrli. È un indicatore interessante di efficienza della lampada. Infatti, se si confronta una

lampada HG da 150 W con una SAP da 150 W emerge che una lampada HG, in un’ora, consumando

150 Wh garantisce la produzione di 50 lm; mentre una lampada SAP, in un’ora, consumando 150 Wh

ne produce circa 100.

L’illuminazione votiva

Per alcuni dei Comuni oggetto di analisi sono stati resi disponibili i dati riferiti al parco lampade

installato presso i cimiteri e utilizzato ai fini dell’illuminazione votiva delle tombe.

La tabella che segue sintetizza i dati riferiti al numero di lampade installate, la tipologia delle stesse, la

potenza e ai relativi consumi energetici.

Cimiteri N° di lampade installate Tipologia Potenza

Potenza complessiva

Consumi

[W] [kW] [kWh]

Casteldelci 300 LED 0,2 0,1 526

223 INC 1,5 0,3 2.930 Maiolo 395 INC 3 1,2 10.381

Poggio Torriana 540 INC 10 5,4 47.304 70 LED 0,25 0,02 153

Sant'Agata Feltria 1.158 INC 3 3,5 30.432 Talamello 700 INC 5 3,5 30.660 Verucchio 2.500 LED 2 5,0 43.800 Tabella 2.74 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comuni di Casteldelci, Maiolo, Poggio Torriana, Sant’Agata Feltria, Talamello e

Verucchio

L’illuminazione semaforica

Un’ultima informazione riguarda gli impianti semaforici presenti nei Comuni di Santarcangelo di

Romagna e Verucchio. Si tratta di 4 impianti semaforici a Verucchio e 4 impianti lampeggianti. Gli

impianti di Verucchio sono dotati di lampade a incandescenza da 100 e 60 W.

La tabella che segue sintetizza i dati riferiti al numero di lampade installate, la potenza e ai relativi

consumi energetici.

Tipo lampada Verucchio Potenza

[W] n° lampade

[n°] Potenza totale

[W] h funzionamento

[h] Consumo

[MWh]

Lampade rosse 100 4 400 1.460 0,58

Lampade verdi 100 4 400 1.460 0,58

Lampade arancioni 100 4 400 3.285 1,31

Lampade a lampeggiatori 60 4 240 3.285 0,79

Totale --- 16 1440 --- 3,2704

Tabella 2.75 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Verucchio

A Santarcangelo di Romagna, invece, l’impianto è composto in parte da lampade a incandescenza e in

parte da lampade a LED:

160 lampade a incandescenza da 60 W,

44 lampade a incandescenza da 100 W,

137 lampade a LED da 10 W.

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COD: 14E108 PAGINA 89 / 282

Gli impianti semaforici presenti a Santarcangelo sono 13 e la tabella seguente ne sintetizza la struttura

facendo riferimento alla potenza media installata.

Tipo lampada Santarcangelo di Romagna Potenza

[W] n° lampade

[n°] Potenza totale

[W] h funzionamento

[h] Consumo

[MWh]

Lampade rosse 45 114 5.115 1.460 7,47

Lampade verdi 45 114 5.115 1.460 7,47

Lampade arancioni 45 114 5.115 3.285 16,80

Totale --- 341 15.345 --- 32

Tabella 2.76 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Santarcangelo di Romagna

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PAGINA 90 / 282 APRILE 2015

2.4 Il settore dell’industria e dell’agricoltura

2.4.1 Quadro di sintesi

Il settore industriale viene descritto in questo paragrafo abbinato al settore agricolo in quanto la

struttura del bilancio richiesta dalla Commissione Europea inserisce il settore agricolo all’interno del

settore produttivo. I due settori insieme, nel 2010 hanno assorbito il 28 % circa dei consumi energetici

complessivi dei dieci Comuni, pari a circa 300 GWh. Il settore agricolo incide per il 5 % sui consumi

totali con 54 GWh e il settore industriale incide per 23 punti percentuali con 248 GWh. Di questi

consumi, il 30 % è riferita all’energia elettrica, utilizzata sia nel settore agricolo che in quello industriale;

il gas naturale, utilizzato esclusivamente nel settore industriale, raggiunge il 56 % dei consumi totali;

mentre la parte residua, pari al 15 %, è annessa agli usi di gasolio agricolo, utilizzato esclusivamente

per l’alimentazione delle macchine agricole. Il grafico che segue ripartisce i consumi complessivi del

settore produttivo (unendo agricoltura e industria) considerando l’intero territorio dei Comuni analizzati.

Grafico 2.54 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Istat e Bollettino petrolifero.

I grafici seguenti, invece, ripartiscono i consumi complessivi di energia fra i due settori.

Da essi si evince che nel settore industriale risultano essere prevalenti i consumi gas naturale, che

raggiungono la quota del 70 % dei consumi totali allocati all’industria, così come nel comparto agricolo,

incidono in misura sostanziale i consumi di gasolio agricolo che sfiora il 90 % sui consumi complessivi

di settore.

Il consumo di energia elettrica nel settore industriale solo in quota limitata può esser considerato legato

all’illuminazione degli ambienti, mentre in quota prevalente fa riferimento all’alimentazione di motori

elettrici e pompe.

168.837

46.313

87.831

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

180.000

Gas naturale Gasolio Elettricità

[MW

h]

Consumi energetici nel settore agricolo e industriale nel 2010

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COD: 14E108 PAGINA 91 / 282

Grafici 2.55 e 2.56 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Istat e Bollettino

petrolifero.

Nel grafico seguente i consumi complessivi del settore produttivo sono ripartiti per comparto agricolo e

comparto industriale e dettagliati per Comune. Il Comune con i consumi più elevati nell’industria si

conferma essere Santarcangelo di Romagna con circa 73 GWh di energia utilizzata annualmente,

affiancato da Novafeltria (50 GWh), Verucchio (36 GWh), Poggio Torriana (37 GWh) e San Leo

(29 GWh).

Grafico 2.57 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Istat e Bollettino petrolifero.

Anche nel comprato agricolo risulta essere preminente il consumo di energia del Comune di

Santarcangelo di Romagna con poco più di 17 GWh annui. Il Comune di Santarcangelo è anche il

territorio con la quantità maggiore di Superficie Agricola Utilizzata. A fianco a Santarcangelo emerge

Gas naturale168.837 MWh

68%

Elettricità79.662 MWh

32%

Consumi nel settore industriale nel 2010

Gasolio agricolo46.313 MWh

85%

Elettricità8.169 MWh

15%

Consumi nel settore agricolo nel 2010

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

90.000

100.000

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli PoggioTorriana

San Leo Sant'AgataFeltria

Santarcangelodi Romagna

Talamello Verucchio

[MW

h]

Consumi di energia nel settore agricolo e industriale al 2010

Industria Agricoltura

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PAGINA 92 / 282 APRILE 2015

anche la posizione rilevante in ambito agricolo dei Comuni di Poggio Torriana, San Leo e Verucchio a

cui competo consumi di settore intorno ai 6 GWh per ognuno.

È interessare osservare che in base alla vocazione del territorio risulta differente la tipologia di rapporto

fra consumo legato all’industria e consumo legato all’agricoltura: in quasi tutti i Comuni è preminente il

consumo del settore industriale, al contrario, a Casteldelci, Maiolo e Sant’Agata Feltria prevale il settore

agricolo sui consumi complessivi di energia.

Mentre per i consumi di gas naturale e di elettricità si è fatto riferimento alle informazioni raccolte

direttamente dai distributori locali (Enel Distribuzione, SGR Reti e SNAM rete gas), per i consumi di

prodotti petroliferi in questo settore, si è proceduto a una stima prendendo a riferimento la SAU nei

singoli Comuni in base alle ripartizioni descritte nel 6° Censimento Generale dell’Agricoltura 2010 di cui

sono disponibili i dati definitivi. Sulla base della SAU si è ripartito il dato di consumo di gasolio agricolo

la cui disaggregazione provinciale viene descritta trimestralmente dal bollettino petrolifero pubblicato

dal Ministero per lo Sviluppo Economico.

La SAU totale dei dieci Comuni ammonta a circa 1.932 ha, di cui il 30 % ricade nel territorio di

Santarcangelo, il 13 % a Verucchio, il 10 % a Pennabilli, Poggio Torriana, San Leo e Sant’Agata Feltria.

La restante parte è ripartita in maniera decrescente tra gli altri Comuni, come dettagliato dal grafico che

segue. La SAU complessiva nei dieci Comuni rappresenta il 36 % della SAU complessiva della

Provincia di Rimini e il confronto con la SAT (Superficie Agricola Totale) identifica un territorio a

vocazione agricola: la SAU dei dieci Comuni, infatti, rappresenta il 95 % circa della SAT complessiva

(valore molto alto).

Grafici 2.58 e 2.59 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Anche per il settore industriale e agricolo è possibile dettagliare l’andamento in serie storica dei

consumi di energia elettrica. Mentre il settore agricolo, nel corso degli anni, presenta una struttura dei

consumi elettrici piatta, il settore produttivo registra una decrescita notevole nel 2009, seguita da un

leggero aumento nell’anno successivo. Il confronto fra il primo e l’ultimo anno della serie storica (2007 e

2010) evidenzia:

un calo del 7 % circa dei consumi elettrici dell’agricoltura;

e un calo del 34 % circa dei consumi elettrici nel settore industriale.

Casteldelci673%

Maiolo895% Novafeltria

1488%

Pennabilli20010%

Poggio Torriana19810%

San Leo19610%

Sant'Agata Feltria1749%

Santarcangelo di Romagna

58530%

Talamello322%

Verucchio24313%

Superficie Agricola Utilizzata in ha

Valmarecchia1.932 ha

36%

Altro Provincia di Rimini

3.449 ha64%

Superficie Agricola Utilizzata in Valmarecchia e nel resto della Provincia di Rimini

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COD: 14E108 PAGINA 93 / 282

Grafico 2.60 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione

Le tabelle che seguono riassumono i consumi dei due settori per singolo comune e per l’intera

aggregazione.

Vettori Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Gas [m3] 0 0 4.500.000 1.000.000 2.500.000 1.500.000 0 5.800.000 300.000 2.000.000 17.600.000

Gasolio [t] 135 180 299 404 400 396 352 1.182 65 491 3.905

En.el.[MWh] 67 169 7.796 3.728 15.216 16.267 2.751 20.950 2.889 17.998 87.831

Tabella 2.77 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Istat e Bollettino petrolifero.

Vettori [MWh] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Gas naturale 0 0 43.169 9.593 23.983 14.390 0 55.640 2.878 19.186 168.837

Gasolio 1.606 2.133 3.548 4.794 4.746 4.698 4.171 14.023 767 5.825 46.313

Elettricità 67 169 7.796 3.728 15.216 16.267 2.751 20.950 2.889 17.998 87.831

Totale 1.673 2.302 54.512 18.115 43.945 35.355 6.922 90.613 6.534 43.009 302.982

Tabella 2.78 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Istat e Bollettino petrolifero

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

2007 2008 2009 2010

[MW

h]

Consumi di energia elettrica nei settori industriale e agricolo

Agricoltura Industria

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PAGINA 94 / 282 APRILE 2015

2.5 Il settore dei trasporti

2.5.1 Quadro di sintesi

L’analisi effettuata per la determinazione dei consumi annettibili a questo settore è sostanzialmente di

tipo bottom-up, come descritto più in dettaglio nel paragrafo seguente. Infatti le fonti dati disponibili per i

prodotti petroliferi forniscono informazioni esclusivamente legate al livello provinciale e la

disaggregazione delle stesse al livello locale risulta complessa. La simulazione descritta nei paragrafi

che seguono ha preso le mosse dal livello di efficienza del parco veicolare immatricolato nei comuni e

dalla struttura urbana del territorio degli stessi. I dati di consumo calcolati includono esclusivamente i

carburanti utilizzati nei territorio interni ai Comuni della Valmarecchia.

I consumi complessivi del settore trasporti si attestano, per l’anno 2010, intorno ai 204 GWh, pari al

20 % circa dei consumi comunali complessivi.

Grafico 2.61 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Bollettino petrolifero e Istat.

Disaggregando il consumo complessivo per vettore emerge l’utilizzo più elevato della benzina rispetto

al gasolio, in termini percentuali la prima pesa per il 57 % con circa 9.600 t e il secondo raggiunge il

29 % con circa 5.000 t.

Il 14 % dei consumi del settore trasporti è legato all’utilizzo di GPL, con circa 2.200 t.

In questa valutazione si includono esclusivamente i consumi legati al trasporto privato e alla flotta

pubblica, mentre sono esclusi i consumi degli automezzi di più grossa taglia che si ritiene possano non

essere annettibili a una competenza del singolo comune, inteso come amministrazione del territorio.

117.182

59.008

27.862

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

Benzina Gasolio GPL

[MW

h]

Disaggregazione in MWh dei consumi finali di energia nel settore trasporti nel 2010

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COD: 14E108 PAGINA 95 / 282

A livello comunale il comune più energivoro, anche in questo caso, si conferma essere Santarcangelo

di Romagna che, con circa 81 GWh di consumo di carburante, rappresenta il 40 % circa dei consumi

complessivi del settore. Anche Verucchio, Poggio Torriana e Novafeltria incidono in misura importante

consumando fra i 20 e i 40 GWh annui e incidendo per valori compresi fra il 10 e il 20 % circa.

L’elevato livello di consumi di carburante ascrivibile al territorio di Santarcangelo si lega alla maggiore

incidenza delle popolazione residente oltre che all’estensione del territorio.

Grafico 2.62 e 2.63 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Bollettino petrolifero e Istat.

Le tabelle che seguono sintetizzano i dati di consumo contabilizzati.

Vettori Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Benzina [t] 74 154 1.149 491 1.031 521 363 3.817 222 1.776 9.598

Gasolio [t] 38 79 592 265 532 282 187 1.970 115 917 4.975

GPL [t] 17 35 260 110 235 118 82 867 51 404 2.178

Tabella 2.79 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Bollettino petrolifero e Istat.

Vettori [MWh] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Benzina 907 1.880 14.031 5.994 12.582 6.359 4.437 46.599 2.714 21.680 117.182

Gasolio 451 940 7.020 3.144 6.305 3.339 2.219 23.361 1.358 10.871 59.008

GPL 213 447 3.331 1.402 3.002 1.504 1.053 11.093 646 5.171 27.862

Totale 1.572 3.266 24.382 10.540 21.889 11.202 7.709 81.053 4.718 37.722 204.052

Tabella 2.80 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Bollettino petrolifero e Istat.

57%29%

14%

Disaggregazione percentuale dei consumi di carburante per autotrazione nel 2010

Benzina

Gasolio

GPL 1.572 3.266

24.382

10.540

21.889

11.2027.709

81.053

4.718

37.722

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

90.000

Caste

ldelc

i

Maio

lo

No

vafe

ltri

a

Pen

nab

illi

Po

gg

ioT

orr

ian

a

San

Le

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San

t'A

gata

Felt

ria

San

tarc

an

gelo

di R

om

ag

na

Ta

lam

ello

Veru

cch

io

[MW

h]

Consumi nel settore trasporti per Comune

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 96 / 282 APRILE 2015

2.5.2 Il trasporto privato

Il parco veicolare

Il parco veicolare complessivo, immatricolato nel raggruppamento di Comuni nel 2010, è composto da

poco più di 48.000 veicoli, di cui:

circa 34.000 sono autovetture (70 % circa);

il 16 % sono motocicli, pari a circa 7.800 unità;

circa 5.500 sono autocarri e motocarri per trasporto merci (11 %);

le restanti minime quote sono rimorchi, trattori stradali e mezzi speciali, di poco rilievo nella

costruzione del bilancio energetico comunale.

Il grafico che segue riporta, in serie storica dal 2004 al 2010, il numero e la tipologia di autoveicoli

registrati a livello comunale.

Grafico 2.64 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI

Considerando il solo parco autovetture e motocicli è possibile disaggregare nel grafico seguente, per

anno, l’andamento e il trend di crescita.

In particolare emerge che, nelle annualità analizzate, il trend crescente ha portato all’incremento di

entrambe le principali categorie di autoveicoli, seppur con tassi differenti, rispettivamente:

di circa 2.500 unità per le autovetture, pari all’8 % in più;

e di circa 2.200 unità per i motocicli, pari al 39 % in più.

31.432 31.949 32.483 32.789 33.203 33.510 33.996

5.6556.105

6.416 6.847 7.202 7.605 7.834

5.5535.718

5.8155.905

5.893 5.5395.532

586613

657668

690 734760

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

[n°

di a

uto

ve

ico

li]

Tipologie di autoveicoli circolanti nell'area della Valmarecchia dal 2004 al 2010

Autovetture Motocicli Trasporto merci Autobus Altro

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COD: 14E108 PAGINA 97 / 282

Per le altre tipologie, gli autobus crescono del 46 %, gli altri tipi di veicoli (rimorchi e trattori stradali)

crescono del 30 %, mentre il trasporto merci non registra variazioni.

Risulta evidente, da questa prima sintesi di dati statistici, che le tipologie veicolari più rilevanti a livello

comunale siano rappresentate dalle autovetture e dai motocicli e che l’analisi delle dinamiche di settore

debba partire da queste due categorie.

Grafico 2.65 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI

Per interpretare correttamente gli andamenti fin qui descritti è utile porre a confronto il numero di

autovetture e di motocicli con la popolazione residente e le famiglie residenti, nel corso degli stessi

anni. Questo confronto viene posto all’interno del grafico che segue.

Dall’osservazione del grafico si deduce che tutti gli indicatori riferiti alle auto e alle moto per abitante e

per famiglie segnano un andamento crescente nel corso delle annualità considerate, seppure con

percentuali diverse. Infatti, il numero di auto per abitante cresce del 2 % nel 2010 rispetto al 2004,

mentre quello per famiglia scende del 2 %. La crescita del numero di moto per abitante e per famiglia,

invece, risulta più marcata, segnando un aumento del 31 % nel primo caso e del 26 % nel secondo. La

maggiore crescita delle moto rispetto alle auto è il segnale di una lieve modifica strutturale del sistema

dei trasporti privati che ha portato a incrementare la presenza dei motocicli.

Per avere un termine di confronto riferito al tasso di motorizzazione del territorio, il Grafico 2.66

evidenzia la differenza fra tre livelli di analisi riferiti al raggruppamento di Comuni, alla Provincia di

Rimini e alla media italiana:

gli indicatori relativi alle auto per abitante risultano allineati rispetto alla media nazionale e a

quella provinciale; le auto per famiglia, invece, sono in numero superiore nella Valmarecchia

rispetto alla media nazionale e a quella provinciale;

31.432 31.949 32.483 32.789 33.203 33.510 33.996

5.6556.105

6.4166.847

7.2027.605

7.834

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

[n°

au

tove

ttu

re e

mo

toc

icli

]

Dettaglio delle autovetture e dei motocicli circolanti nella Valmarecchia fra 2004 e 2010

Autovetture Motocicli

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PAGINA 98 / 282 APRILE 2015

gli indicatori relativi alle moto per abitante e per famiglia risultano inferiori rispetto alla media

provinciale, ma superiori rispetto a quella nazionale.

Grafico 2.66 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI e Istat

Grafico 2.67 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI e Istat

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

auto/abitante 0,61 0,61 0,62 0,62 0,62 0,62 0,62

auto/famiglia 1,60 1,60 1,60 1,58 1,58 1,57 1,58

moto/abitante 0,11 0,12 0,12 0,13 0,13 0,14 0,14

moto/famiglia 0,29 0,31 0,32 0,33 0,34 0,36 0,36

0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20

1,40

1,60

1,80

[n°]

Confronto fra autovetture/moto e residenti/famiglie fra 2004 e 2010 nellla Valmarecchia

0,62

1,58

0,14

0,36

0,61

1,44

0,20

0,46

0,61

1,46

0,10

0,25

0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20

1,40

1,60

1,80

auto/abitante auto/famiglia moto/abitante moto/famiglia

[n°

di a

uto

ve

ttu

re e

di m

oto

cic

li]

Confronto fra gli indicatori riferiti alla diffusione di veicoli a livello intercomunale, in Italia e in Provincia di Rimini nel 2010

Valmarecchia Provincia di Rimini Italia

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COD: 14E108 PAGINA 99 / 282

La lettura di questi indicatori di confronto è utile a inquadrare le tendenze locali rispetto a quanto

accade nel resto d’Italia e in Provincia di Rimini. Il dato riferito alle auto per famiglia si presenta più alto

rispetto alla media provinciale e nazionale perché i Comuni della Valmarecchia sono caratterizzati da

un numero medio di componenti per famiglia più alto rispetto alla media nazionale.

Il dettaglio comunale è descritto nella tabella seguente e nel grafico successivo.

Fra i dieci Comuni si registrano delle differenze nel tasso di motorizzazione al 2010 che, infatti, varia fra

0,60 auto per abitante di Verucchio e 0,71 auto per abitante di Casteldelci. Verucchio risulta essere il

Comune meno motorizzato; al contrario Casteldelci è il Comune con il maggior tasso di motorizzazione.

Comuni 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Tasso di

motorizzazione

Casteldelci 315 325 330 327 313 317 321 0,71

Maiolo 477 472 490 485 500 509 530 0,62

Novafeltria 4.031 4.097 4.216 4.334 4.368 4.371 4.506 0,61

Pennabilli 1.813 1.889 1.910 1.893 1.887 1.885 1.917 0,64

Poggio Torriana 2.759 2.877 2.935 3.008 3.060 3.169 3.227 0,65

San Leo 1.613 1.635 1.664 1.692 1.708 1.834 1.914 0,62

Sant'Agata Feltria 1.280 1.302 1.331 1.346 1.359 1.355 1.390 0,61

Santarcangelo di Romagna 12.885 13.009 13.135 13.211 13.394 13.356 13.407 0,63

Talamello 680 712 726 712 730 727 739 0,68

Verucchio 5.579 5.631 5.746 5.781 5.884 5.987 6.045 0,60

Tabella 2.81 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat e ACI.

Grafico 2.68 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI.

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Autovetture a livello comunale

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli

Poggio Torriana San Leo Sant'Agata Feltria Santarcangelo di Romagna

Talamello Verucchio

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PAGINA 100 / 282 APRILE 2015

La maggior parte dei Comuni, quindi, si allinea alla media del raggruppamento, ad eccezione di

Casteldelci che presenta un tasso superiore alla media provinciale e nazionale.

Fra il 2004 e il 2010 si assiste a una crescita del parco veicolare in tutti i Comuni, con percentuali

comprese fra il 2 % di Casteldelci e il 19 % di San Leo. Il grafico dettaglia meglio il ritmo di crescita

descritto per singolo Comune.

Santarcangelo di Romagna detiene la percentuale maggiore di autovetture presenti nel

raggruppamento (39 %), seguito da Verucchio con il 18 % e Novafeltria con il 13 %. Pennabilli, Poggio

Torriana, San Leo e Sant’Agata Feltria incidono con percentuali comprese fra il 4 e il 9 %. Raggiungono

percentuali basse, pari all’1 e 2 %, i Comuni di Casteldelci, Maiolo e Talamello.

Questa ripartizione è perfettamente coerente rispetto alla ripartizione della popolazione.

Oltre ad analizzare le tendenze di sviluppo del parco autovetture, è importante valutare anche la qualità

energetica e ambientale dello stesso e il ritmo con cui l’utente medio del trasporto privato tende a

svecchiare il proprio mezzo. Questa analisi permette di evidenziare la maggiore o minore anzianità del

parco autovetture e conseguentemente l’aderenza o meno dello stesso ai livelli imposti di anno in anno

dalle direttive europee in termini di efficienza.

Nel 2010, la disaggregazione delle autovetture immatricolate nel raggruppamento per classe euro di

appartenenza descrive un parco veicolare in cui la maggior parte delle autovetture appartiene alla

classe Euro IV (circa 13.000 unità, pari al 39 % del totale), seguita dalle classi Euro III e Euro II che

coprono ciascuna il 22 % del totale con circa 7.500 autovetture l’una.

La presenza significativa di autovetture classificate Euro IV, appartenenti ad una categoria recente e

performante, è indicativa di un parco autovetture buono che presenta un tasso di svecchiamento

sostenuto e in linea con quanto accade in Italia.

Valutando percentualmente per quote rispetto al totale, nel 2010 emerge che, rispetto agli ultimi 4 anni:

una parte importante delle autovetture, il 10 %, risulta essere ancora in classe Euro 0, ma in

diminuzione rispetto al 19 % registrato nel 2007;

il 5 % è in classe Euro 1 (contro il 9 % del 2007);

il 21 % è in classe Euro 2 (contro il 28 % registrato nel 2007);

il 22 % è in classe Euro 3 (contro il 25 % del 2007);

il 39 % è in classe Euro 4 (contro il 24 % del 2007);

e il 3 % è in classe Euro 5 (questa classe è stata immessa in vendita nel 2009, non è dunque

confrontabile con i periodi antecedenti).

Il grafico che segue descrive la struttura, in serie storica, del parco autovetture nei comuni analizzati.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 101 / 282

Grafico 2.69 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI.

Gli elementi positivi che è possibile rilevare dalla lettura di questi dati statistici si legano all’introduzione

nel parco veicolare delle prime Euro V. La classe Euro V, infatti, è entrata in commercio nel 2009 e in

due annualità le autovetture di questa categoria risultano pari al 3 % del parco autovetture totale.

I comuni analizzati presentano un tasso di svecchiamento allineato, se non addirittura superiore,

rispetto a quello provinciale e a quello nazionale.

Nel 2010, infatti:

in media in Italia il parco autovetture Euro V ha raggiunto una quota pari al 3 % circa e la fetta di

autovetture Euro IV ha aggiunto il 36 %. Nei dieci comuni analizzati la fetta di Euro V si attesta

al 3 %, mentre quella relativa alle autovetture Euro IV sfiora il 39 %;

la fetta di autovetture Euro 0 ed Euro I nei dieci comuni complessivamente raggiunge il 15 %

mentre l’Italia assomma 19 punti percentuali per queste due categorie;

l’incidenza più importante di autovetture Euro 0 rispetto alle Euro I si lega alla presenza nel

parco veicolare di autovetture storiche che tendono a formare un gradino più rilevante rispetto

all’immatricolato appena successivo.

La lettura della composizione del parco veicolare per singolo comune evidenzia un complessivo

equilibrio fra i dieci comuni con una quota leggermente più elevata di autovetture Euro 0 a Casteldelci,

che risulta il Comune del raggruppamento con un processo di svecchiamento più lento. Santarcangelo

di Romagna e Verucchio, invece, presentano la percentuale di autovetture Euro 0 ed Euro I più bassa

del raggruppamento e la percentuale più elevata di autovetture Euro IV ed Euro V rispetto agli altri

Comuni, risultando quindi i Comuni più attivi nel processo di svecchiamento del parco autovetture.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2007 2008 2009 2010

Euro 0 4.396 3.973 3.619 3.439

Euro 1 2.850 2.405 1.989 1.760

Euro 2 9.509 8.807 7.932 7.149

Euro 3 8.216 8.010 7.775 7.517

Euro 4 7.808 9.995 11.828 13.172

Euro 5 0 0 354 946

[n°

au

tove

ttu

re]

Parco autovetture immatricolato per classe Euro di appartenenza nei territori della Valmarecchia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 102 / 282 APRILE 2015

Grafico 2.70 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI

Grafici 2.71 e 2.72 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI

Grafici 2.73 e 2.74 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI

10% 10%13%

5% 5%

6%

21% 21%

20%

22%21%

22%

39% 40%36%

3% 3% 3%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Comuni Provincia di Rimini Italia

[%]

Confronto disaggregazione Copert al 2010 fra la Valmarecchia, la Provincia di Rimini e la media nazionale

Euro 0 Euro 1 Euro 2 Euro 3 Euro 4 Euro 5

Euro 056

17%

Euro 1206%

Euro 289

28%

Euro 357

18%

Euro 493

29%

Euro 56

2%

Composizione del parco autovetture a Casteldelci

Euro 063

12%

Euro 1387%

Euro 212323%

Euro 312724%

Euro 416632%

Euro 5122%

Composizione del parco autovetture a Maiolo

Euro 049411%

Euro 12686%

Euro 298022%

Euro 31.03223%

Euro 41.60435%

Euro 51273%

Composizione del parco autovetture a Novafeltria

Euro 025413%

Euro 11407%

Euro 245024%

Euro 342122%

Euro 461732%

Euro 5352%

Composizione del parco autovetture a Pennabilli

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 103 / 282

Grafici 2.75 e 2.76 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI

Grafici 2.77 e 2.78 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI

Grafici 2.79 e 2.80 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI

Per poter individuare nella sua complessità la qualità energetica e ambientale del parco autovetture è

opportuno procedere ad altre due disaggregazioni: la prima riferita ai vettori di alimentazione delle

autovetture e la seconda, invece, legata alla cilindrata delle stesse. Entrambe queste disaggregazioni

sono importanti per poter inquadrare correttamente l’analisi. Rispetto ai dati fin qui trattati, tuttavia, non

è disponibile una statistica specifica comunale su queste due tematiche e per questo motivo si

utilizzano le statistiche Provinciali di Rimini ritenute rappresentative della struttura media anche del

parco autovetture comunali.

Euro 037512%

Euro 11635%

Euro 266220%

Euro 370122%

Euro 41.25339%

Euro 5722%

Composizione del parco autovetture a Poggio Torriana

Euro 021011%

Euro 11357%

Euro 242622%

Euro 339721%

Euro 469236%

Euro 5523%

Composizione del parco autovetture a San Leo

Euro 017112%

Euro 1705%

Euro 234125%

Euro 328220%

Euro 449035%

Euro 5353%

Composizione del parco autovetture a Sant'Agata Feltria

Euro 01.2219% Euro 1

6015%

Euro 22.70820%

Euro 32.93422%

Euro 45.51241%

Euro 54253%

Composizione del parco autovetture a Santarcangelo di Romagna

Euro 077

10%Euro 1

416%

Euro 216622%

Euro 317524%

Euro 426436%

Euro 5162%

Composizione del parco autovetture a Talamello

Euro 05188% Euro 1

2845%

Euro 21.20420%

Euro 31.39123%

Euro 42.48141%

Euro 51663%

Composizione del parco autovetture a Verucchio

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 104 / 282 APRILE 2015

Grafico 2.81 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI

In termini di alimentazione, nel corso degli ultimi anni si assiste a una graduale e lineare sostituzione

delle autovetture a benzina, che decrescono, con autovetture alimentate a gasolio e con autovetture

con alimentazione bifuel, che invece segnano un andamento crescente. Questa tendenza risulta oggi

evidente a tutti i livelli territoriali di analisi anche se con ritmi abbastanza differenti.

Nel 2010:

il 55 % delle autovetture è alimentata a benzina (contro il 63 % registrato nel 2007);

il 31 % è a gasolio (contro il 28 % del 2007);

il 9 % ha un’alimentazione mista benzina/gas naturale o benzina/GPL.

Infine, è possibile stimare una disaggregazione delle autovetture per cilindrata. Anche in questo caso,

non essendo disponibile per nessuna annualità il dato ACI riferito al Comune, si procede a delineare il

quadro delle cilindrate facendo riferimento alle disaggregazioni provinciali. Ciò che si evidenzia in

termini di dinamica è la crescita delle autovetture di cilindrate medio-piccole (1200 cc – 1600 cc) che

nel 2010 rappresentano il 44 % delle autovetture complessive contro un peso del 40 % registrato nel

2007. A fronte di questo incremento si evidenzia un calo delle cilindrate piccole (inferiori a 1200 cc) e

delle cilindrate medio-alte (1600 cc – 1800 cc). Risultano stazionarie le cilindrate maggiori (1800 cc –

2000 cc).

La torta seguente descrive lo stato del parco autovetture al 2010 disaggregato per cilindrate:

il peso maggiore spetta alle medie cilindrate (1.200 – 1.600 cc) che incidono per il 44 %;

63%

61%

58%

55%

28%29%

30% 31%

9%10%

12%14%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

2007 2008 2009 2010

Disaggregazione percentuale delle autovetture per tipologia di alimentazione fra 2007 e 2010

Benzina Gasolio Altro

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 105 / 282

anche le cilindrate medio-piccole (800 – 1.200 cc) assumono una certa importanza pesando per

il 22 % delle autovetture;

pari al 17 % è il peso delle cilindrate maggiori (1.800 – 2.000 cc);

le altre fasce risultano essere meno rilevanti.

Grafici 2.82 e 2.83 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI

Il calcolo dei coefficienti di consumo e di emissione imputabili al parco veicolare circolante nei territori

comunali descritto nel seguito è avvenuto sulla base della banca dati europea CORINAIR, attraverso

l’ausilio del software COPERT IV.

Grafico 2.84 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI e Copert 4.

Quanto riportato nei grafici successivi è rappresentativo dell’assetto delle emissioni e dei consumi del

parco veicolare intercomunale al 2010, descritto in queste pagine. Infatti, i valori riportati nei grafici

0

50

100

150

200

250

2007 2008 2009 2010

[mig

liaia

di au

tove

ttu

re]

Parco autovetture circolante in Provincia di Rimini per cilindrata.

FINO A 800 801 - 1200 1201 - 1600 1601 - 1800

1801 - 2000 2001 - 2500 2501 - 3000 OLTRE 3000

FINO A 8004%

801 - 120022%

1201 - 160044%

1601 - 18005%

1801 - 200017%

2001 - 25004%

2501 - 30003%

Parco autovetture immaticolato in Provincia di Rimini per cilindrata nel 2010

0,00

0,02

0,04

0,06

0,08

0,10

0,12

0,14

10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130

[kg

di

ca

rbu

ran

te/k

m]

[km/h]

Consumo di carburante dell'autovettura media circolante nella Valmarecchia nel 2010

Benzina Gasolio Altro

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PAGINA 106 / 282 APRILE 2015

seguenti mediano l’intero parco veicolare e sono riportati come variabili al variare della velocità. Nel

primo grafico si riporta il valore di consumo (riferito alla percorrenza standard di un km) in kg di

carburante al variare della velocità di percorrenza. Negli altri quattro grafici, invece, vengono riportate le

emissioni specifiche di CO2 per km percorso, sempre in riferimento alla velocità di percorrenza.

Quest’ultimo dato è calcolato sull’intero parco autovetture e riportato in riferimento alla autovettura

media nel primo grafico, e distinto per tipologia di carburante impiegato nei successivi tre. Il livello più

basso di emissioni si registra, in media, ai 70 km/h, mentre il valore più elevato si lega alle bassissime

velocità (10 km/h). Nel caso di alimentazione a GPL, invece, le emissioni maggiori si registrano alle

velocità più elevate (130 km/h). A elevati valori di emissione corrispondono elevati standard di consumo

dell’autovettura.

Grafici 2.85 e 2.86 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI e Copert 4.

Grafici 2.87 e 2.88 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI e Copert 4.

312

230

190

168155 148 146 148 153 161

171185

203

0

50

100

150

200

250

300

350

10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130

[gra

mm

i d

i C

O2

pe

r k

m]

[km/h]

Emissioni di CO2 dell'autovettura media circolante nella Valmarecchia nel 2010

351

249

201

174158 151 149 150 155 162 171

182196

0

50

100

150

200

250

300

350

400

10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130

[gra

mm

i d

i C

O2

pe

r k

m]

[km/h]

Emissioni di CO2 dell'autovettura media circolante nella Valmarecchia nel 2010 alimentata a benzina

291

219

184165

154 148 146 147 150 157166

181203

0

50

100

150

200

250

300

350

10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130

[gra

mm

i d

i C

O2

per

km

]

[km/h]

Emissioni di CO2 dell'autovettura media circolante nella Valmarecchia nel 2010 alimentata a gasolio

200

178

161149

140 136 137 141150

164

181

204

230

0

50

100

150

200

250

10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130

[gra

mm

i d

i C

O2

pe

r k

m]

[km/h]

Emissioni di CO2 dell'autovettura media circolante nella Valmarecchia nel 2010 alimentata a GPL

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 107 / 282

Il modello di simulazione dei principali flussi di traffico

Nei prossimi paragrafi si ricostruisce un’analisi di tipo bottom-up, che a partire dalla domanda di

mobilità e dal parco veicolare medio circolante nel Comune cerca di ricostruire i consumi di carburanti.

Se l’approccio top-down ha il pregio di consentire, in modo relativamente semplice, la redazione di

bilanci complessi, evidenziandone gli andamenti in serie storica e i fenomeni a essi associabili, esso

risulta operativamente limitato in virtù della difficoltà di rapporto con la maggior parte dei parametri

operativi caratteristici del settore trasporti; questa limitazione è superata da un approccio inverso

(bottom-up), che tuttavia richiede la disponibilità di grandi masse di dati disaggregati, derivanti da

rilevazioni e modellizzazioni dei flussi di traffico realizzate con specifiche metodologie. Non sempre

questo tipo di dato è disponibile a livello comunale e, anche nei casi in cui la conoscenza analitica è

avanzata, si rendono necessarie correzioni ed espansioni dei risultati volte a garantire la completezza e

la confrontabilità con il quadro delle statistiche disponibili.

Dunque, il modello costruito nelle pagine seguenti è un modello di tipo semplificato in cui i dati in input

sono costituiti dal numero di abitanti e veicoli per isola censuaria in cui è disaggregato da Istat il

territorio comunale. La scelta di quantificare consumi ed emissioni del settore mobilità attraverso un

approccio esclusivamente bottom-up si lega al bisogno di valutare la quota di carburanti consumati

esclusivamente nell’ambito del confine amministrativo dei Comuni e imputabili, come competenza, agli

stessi Comuni. Mentre nelle analisi svolte finora l’approccio perseguito prevedeva la doppia analisi top-

down e bottom-up, in questo caso risulta molto complesso quantificare i litri di combustibile non avendo

a disposizione statistiche disaggregate se non di livello provinciale. Il bollettino petrolifero, annualmente

pubblicato dal Ministero per lo Sviluppo Economico (MSE), infatti, riporta i dati di vendite di prodotti

petroliferi esclusivamente al livello di Provincia. Anche l’eventuale censimento dei distributori di

carburante presenti nel territorio comunale e la richiesta di dati riferiti alle vendite rappresenterebbe in

modo falsato la realtà del settore. Notoriamente, soprattutto in comuni di piccole dimensioni, capita che

ci si rifornisca in altri contesti comunali e si consumi il carburante acquistato, parzialmente o totalmente,

fuori dal territorio amministrativo in cui è ubicato il distributore da cui ci si è riforniti. Per questi motivi

l’approccio seguito in questo capitolo prevede la costruzione di un modello dal basso rappresentativo

della struttura degli spostamenti annettibili ai residenti.

La metodologia adottata per la redazione dell’analisi bottom-up si articola nelle fasi seguenti:

analisi del parco veicolare medio comunale circolante e determinazione dei fattori specifici di emissione e di consumo (paragrafi precedenti);

analisi del sistema della mobilità a scala urbana con particolare attenzione alla definizione di polarità principali e secondarie e comunque rilevanti da un punto di vista energetico;

ricostruzione dei flussi principali; calcolo dei consumi energetici come prodotto dei fattori di consumo unitari per volumi di traffico.

I flussi e le principali polarità

La quantificazione dei flussi di spostamento e l’identificazione dei vettori viene dettagliata in questo

paragrafo e fa riferimento principalmente ai dati quantificati in parte attraverso il censimento Istat 2011

della popolazione e in parte attraverso l’utilizzo dei dati contenuti nel documento di aggiornamento del

PTCP della Provincia di Rimini in riferimento all’Area dell’Alta Valmarecchia.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 108 / 282 APRILE 2015

Le tipologia di spostamenti analizzati e quantificati sono principalmente tre:

spostamenti interni al Comune di residenza della popolazione

spostamenti quotidiani della popolazione interni ai Comuni per motivi di studio o lavorativi

spostamenti quotidiani della popolazione esterni ai Comuni per motivi di studio o lavoro

(pendolarismo lavorativo).

Da un punto di vista geografico e di ricostruzione dei flussi, non essendo disponibili dati che

quantifichino la mobilità interna si è proceduto alla definizione di punti di partenza e punti di arrivo dei

traffici stimati secondo un criterio univoco.

Si è ritenuto sufficientemente rappresentativo dei traffici interni uno schema di spostamenti in cui il

centro di ogni singola isola censuaria rappresenti il punto di partenza della rispettiva popolazione

residente, mentre il punto di arrivo è identificato da specifiche polarità individuate a livello comunale e

ritenute polo di attrazione degli spostamenti. Questo tipo di modello permette di quantificare

“convenzionalmente” gli spostamenti interni della popolazione, attribuendo alle isole censuarie più

popolate e più distanti dal centro dei Comuni la quota maggiore di consumo per attraversamenti urbani.

Questi spostamenti di popolazione sono stati modellizzati considerando una velocità di percorrenza

simulata sulla base di un’analisi effettuata con sistema GPS. A ogni isola censuaria sono state annesse

un numero di autovetture, in base al rapporto autovettura su abitante specifico del territorio comunale e

in base agli abitanti registrati nella singola isola di censimento.

Le isole censuarie sono state incluse nel modello considerando come significative quelle urbanizzate,

quindi escludendo gli ambiti territoriali in cui non risultano presenti unità abitative occupate. Questi

ultimi ambiti territoriali sono stati esclusi in termini di poli di origine dei vettori di spostamento, sono

invece stati inclusi in termini di siti di attraversamento. Inoltre, nel caso delle analisi relative agli

spostamenti interni, è stata definita come principale polarità d’attrazione la zona centrale del territorio

comunale in cui risultano presenti una serie di servizi (dal commerciale ai servizi pubblici). Sono state

escluse dall’analisi delle percorrenze interne, le isole censuarie confinanti con la destinazione degli

spostamenti, ritenendo che gli stessi, in questi contesti, possano essere prevalentemente pedonali.

A questa prima quantificazione di spostamenti interni è stata abbinata una seconda analisi che ha

considerato, in base ai dati contenuti nell’ultimo censimento Istat, il numero di residenti nella singola

isola censuaria che quotidianamente si spostano fuori dal Comune di residenza per svolgere la propria

attività lavorativa. Anche in questo caso gli spostamenti sono stati definiti in base a polarità principali

rappresentative dei punti di partenza e di arrivo. L’analisi, logicamente, è stata limitata alle percorrenze

interne ai territori comunali implicati nelle analisi di questo documento, senza considerare la quantità di

km o i consumi di combustibili annettibili alla percorrenza su strade esterne ai territori comunali fino al

luogo di lavoro. In tal caso il punto di partenza relativo ai vari flussi è rappresentato dalle singole isole

censuarie intorno a cui gravita la popolazione (a cui Istat annette spostamenti quotidiani lavorativi); il

punto di arrivo, invece, è stato considerato sulla base della matrice origini-destinazioni definita

nell’ambito del documento di aggiornamento del PTCP della Provincia di Rimini, debitamente

aggiornata per tenere in considerazione l’evoluzione della popolazione ritenendo inalterato lo schema

di attrazione. Attraverso questo modello è stato possibile valutare spostamenti, flussi, percorrenze e

consumi energetici a esse annessi.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 109 / 282

Anche in questo caso il metodo utilizzato ha permesso di abbinare al singolo spostamento una velocità

media di percorrenza calcolata in considerazione della tipologia di percorso stradale con l’ausilio di uno

specifico software gps.

Infine, il terzo livello di analisi ha considerato gli spostamenti lavorativi interni ai Comuni della

popolazione residente. La metodologia di calcolo e stima dei flussi è la stessa descritta per gli

spostamenti interni della popolazione.

Sia agli spostamenti interni lavorativi, della popolazione, sia agli spostamenti interni legati alla

quotidianità è stato applicato uno specifico mezzo utilizzato per questi spostamenti, come descritto nel

grafico che segue. Ossia, è stato ipotizzato che il 65 % della popolazione si sposti per lavoro nel

proprio Comune in auto, il 16 % a piedi o in biciletta e le quote residue in autobus o moto. Questa

ripartizione deriva dalle analisi, già citate, effettuate nell’ambito della redazione del documento di

aggiornamento del PTCP della Provincia di Rimini.

Grafici 2.89 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Provincia di Rimini

Le torte che seguono descrivono la tipologia di spostamento (interno o esterno) e il motivo dello

spostamento (lavoro o studio). I valori riportati nei grafici escludono gli spostamenti legati alla

quotidianità.

Il 70 % degli spostamenti si lega a motivi lavorativi, la quota residua a motivi di studio. La ripartizione

fra spostamenti interno o esterni ai comuni risulta essere quasi equa.

Piedi-bici16%

Auto65%

Moto2%

Autobus17%

Modalità di spostamento in Valmarecchia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 110 / 282 APRILE 2015

Gli istogrammi successivi, invece, quantificano il valore giornaliero per Comune degli spostamenti

lavorativi o per studio.

Grafici 2.90 2 2.91 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

Grafici 2.92 e 2.93 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat.

I consumi di carburante

Per quanto riguarda il flusso pendolare il numero di veicoli applicabili è stato calcolato considerando

che l’autovettura media del residente che si sposta per lavoro sia occupata da una sola persona. Si è

ritenuto che la maggior parte dei lavoratori pendolari si sposti fuori dal proprio comune, utilizzando il

proprio mezzo singolarmente.

Al fine di valutare il consumo complessivo per il settore trasporti analizzato a livello urbano è stata

considerata la curva di consumo medio del parco veicolare già descritta nei paragrafi precedenti

disaggregata in base alle velocità medie di percorrenza.

Si precisa che sia i flussi interni che esterni sono stati modellizzati considerando una velocità media

calcolata di percorrenza tra i 10 e i 50 km/h, mentre per i flussi esterni è stata valutata una velocità

media di percorrenza compresa fra 20 e 70 km/h.

A seguito dell’analisi descritta, le tabelle successive disaggregano i risultati in termini di consumi

energetici ottenuti e riferibili al trasporto privato. In particolare di seguito si riportano i consumi legati agli

spostamenti della popolazione interni ai Comuni per esigenze personali legate alla quotidianità (tempo

libero, acquisti, servizi generali).

Interni13.11447%

Esterni14.98153%

Spostamenti giornalieri complessivi per studio e lavoro ripartiti fra interni ed esterni

Studio8.47630%

Lavoro19.61970%

Spostamenti giornalieri complessivi interni ed esterni ripartiti per motivo dello spostamento

94 268

1.486

661

1.926

773508

6.003

396

2.866

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

Ca

ste

ldelc

i

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No

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ab

illi

Po

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Ro

mag

na

Ta

lam

ello

Ve

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hio

[n°

di s

po

sta

me

nti

]

Spostamenti giornalieri dei residenti, per studio e per lavoro, esterni ai Comuni di residenza

80 114

2.102

689 838 720 559

5.288

179

2.545

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000C

as

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i

Ma

iolo

No

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felt

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Pe

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Po

gg

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eo

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gelo

di

Ro

mag

na

Ta

lam

ello

Ve

rucc

hio

[n°

di s

po

sta

me

nti

]

Spostamenti giornalieri dei residenti, per studio e per lavoro, interni ai Comuni di residenza

Page 111: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 111 / 282

Comune

Consumi di carburante per spostamenti della popolazione interni al Comune

Benzina [kg]

Gasolio [kg]

GPL [kg]

Casteldelci 42.547 21.138 9.113

Maiolo 70.249 34.900 15.046

Novafeltria 597.248 296.717 127.916

Pennabilli 254.089 126.233 54.420

Poggio Torriana 427.723 212.496 91.608

San Leo 253.691 126.035 54.335

Sant'Agata Feltria 184.238 91.530 39.459

Santarcangelo di Romagna 1.777.031 882.841 380.598

Talamello 97.951 48.663 20.979

Verucchio 801.235 398.059 171.606

Valmarecchia 4.506.001 2.238.612 965.079

Tabella 2.82 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Istat, Provincia di Rimini e Copert IV

La tabella seguente, invece, riporta i dati di consumo annettibili agli spostamenti pendolari della

popolazione legati all’attività lavorativa e allo studio, interni ai Comuni.

Comune

Consumi di carburante per spostamenti legati al pendolarismo lavorativo e di studio interno al comune

Benzina [kg]

Gasolio [kg]

GPL [kg]

Casteldelci 4.774 2.691 1.215

Maiolo 6.803 3.835 1.732

Novafeltria 125.441 70.703 31.930

Pennabilli 41.117 23.175 10.466

Poggio Torriana 50.009 28.187 12.730

San Leo 42.967 24.218 10.937

Sant'Agata Feltria 33.359 18.803 8.491

Santarcangelo di Romagna 315.572 177.868 80.327

Talamello 10.682 6.021 2.719

Verucchio 151.878 85.604 38.660

Valmarecchia 782.604 441.104 199.208

Tabella 2.83 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Istat, Provincia di Rimini e Copert IV

Infine, la tabella seguente riporta i dati di consumo annettibili agli spostamenti pendolari della

popolazione legati all’attività lavorativa e allo studio, esterni ai Comuni.

Comune

Consumi di carburante per spostamenti legati al pendolarismo lavorativo e di studio interno al comune

Benzina [kg]

Gasolio [kg]

GPL [kg]

Casteldelci 26.979 14.200 6.362

Maiolo 76.919 40.485 18.140

Novafeltria 426.499 224.479 100.581

Pennabilli 189.715 99.852 44.740

Poggio Torriana 552.784 290.947 130.363

San Leo 221.860 116.771 52.321

Sant'Agata Feltria 145.802 76.740 34.384

Santarcangelo di Romagna 1.722.931 906.829 406.319

Talamello 113.657 59.821 26.804

Verucchio 822.575 432.945 193.988

Valmarecchia 4.299.722 2.263.069 1.014.003

Tabella 2.84 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Istat, Provincia di Rimini e Copert IV

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 112 / 282 APRILE 2015

Considerando l’articolazione dei consumi legati ai trasporti in questi comuni, è interessante porre a

confronto nei grafici che seguono la struttura e la finalità del consumo rilevato:

mediamente sull’area i flussi interni rappresentano il 46 % circa degli spostamenti realizzati e

dei relativi consumi di carburante;

il pendolarismo esterno, per studio o per lavoro, pesa per un ulteriore 45 %

lo spostamento per fini lavorativi o di studio interno agli stessi comuni pesa invece per il 10 %;

i Comuni di Santarcangelo di Romagna e Verucchio, come già visto per gli altri ambiti analizzati,

incidono sui consumi in misura più consistente rispetto agli altri Comuni;

Casteldelci è il Comune con i più bassi consumi legati al settore trasporti.

Grafici 2.94 e 2.95 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Istat, Provincia di Rimini e Copert IV

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

90.000

Ca

ste

ldelc

i

Ma

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No

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na

Ta

lam

ello

Ve

rucc

hio

[MW

h]

Consumi in MWh di carburante nel settore trasporti

Flussi interni Pendolarismo interno Pedolarismo esterno

Flussi interni93.91046%

Pendolarismo interno17.335

9%

Pedolarismo esterno92.30745%

Consumi di carburante per uso finale nel 2010

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3 LA PRODUZIONE DI ENERGIA

Una parte dei consumi elettrici comunali, in base alle indagini fatte, risulta prodotta localmente da fonte

energetica rinnovabile. Nel 2010, in valore assoluto, questa fetta di energia prodotta localmente

ammonta a circa 12,6 GWh pari al 6 % dell’energia elettrica complessiva consumata nei Comuni della

Valmarecchia. L’energia rinnovabile prodotta nel territorio deriva in parte da impianti fotovoltaici di

piccola, media e grossa taglia, entrati in esercizio entro il 2010, e, in parte, da impianti idroelettrici e

alimentati da biogas.

Nella tabella seguente vengono riportati gli impianti di produzione di energia a fonti rinnovabili non

fotovoltaica con le rispettive potenze e quote di energia prodotta.

Comune Fonte Potenza [kW] Energia prodotta [MWh]

Novafeltria Idraulica 590 2.360

San Leo Idraulica 18 72

Pennabilli Idraulica 650 2.600

San Leo Biogas 265 2.000

Valmarecchia 7.032

Tabella 3.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati GSE e Provincia di Rimini.

La potenza fotovoltaica complessivamente installata nei dieci Comuni nel 2010 risulta pari a circa

4,7 MW, con 233 impianti fotovoltaici. Il grafico che segue riporta la descrizione della potenza installata

annualmente (barre verdi) e della potenza complessiva cumulata (barre rosse) dal 2006 al 2010.

È evidente che nel 2010 si registra un aumento rilevante della potenza installata.

Grafico 3.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Atlasole - GSE.

10754

634

1.663

2.507

107 155

716

2.322

4.697

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

4.500

5.000

2006 2007 2008 2009 2010

[kW

]

Potenza fotovoltaica annua e cumulata installata presso la Valmarecchia

Potenza annua Potenza cumulata

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PAGINA 114 / 282 APRILE 2015

Numericamente prevalgono gli impianti di piccola taglia (fino a 10 kW), che costituiscono il 75 % degli

impianti totali, ma si evidenzia la presenza di numerosi impianti di media taglia (fra 10 kW e 50 kW) che

incidono per il 21 % del totale. Sono anche presenti cinque impianti di potenza maggiore di 100 kW. Nel

Comune di Pennabilli è presente un impianto con potenza installata pari a 1,5 MW, il più grande

dell’area.

Analizzando l’installato a livello comunale:

a Pennabilli è installato il 31 % del totale dell’area, con oltre 1.500 kW di potenza complessiva;

Sant’Agata Feltria supera i 1.300 kW di potenza installata e rappresenta il 27 % del totale;

Poggio Torriana, con quasi 700 kW di potenza installata, costituisce il 14 % del totale;

Santarcangelo di Romagna, con circa 560 kW di potenza installata, incide per l’11% sul totale;

gli altri Comuni invece presentano valori inferiori di potenza installata e costituiscono ciascuno

percentuali al di sotto del 10 % sul totale.

Grafico 3.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Atlasole - GSE.

Sulla base della potenza installata, valutando rappresentativa del territorio una media di circa 1.136 ore

equivalenti annue di funzionamento degli impianti alla massima potenza, è stata stimata la producibilità

di questi impianti. Il parametro di ore equivalenti di funzionamento tiene conto delle caratteristiche

meteo-climatiche dei dieci comuni oltre che di un’installazione integrata per gli impianti di piccola taglia

e di un’installazione a terra per gli impianti di dimensioni maggiori (in modo da poter valutare in modo

cautelativo l’influenza della ventilazione) e di condizioni ottimali di orientamento. La tabella che segue

disaggrega la potenza installata al 2010 per Comune e i valori di energia prodotta.

Casteldelci6

0%

Maiolo411% Novafeltria

1002%

Pennabilli1.52231%

Poggio Torriana67614%

San Leo4619%

Sant'Agata Feltria1.32227%

Santarcangelo di Romagna56011%

Talamello8

0%Verucchio

2695%

Potenza fotovoltaica installata al 2010

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COD: 14E108 PAGINA 115 / 282

Comune Potenza installata 2010 [kW] Energia prodotta 2010 [MWh]

Casteldelci 6 7

Maiolo 41 47

Novafeltria 100 112

Pennabilli 1.522 1.735

Poggio Torriana 676 764

San Leo 461 530

Sant'Agata Feltria 1.322 1.507

Santarcangelo di Romagna 560 633

Talamello 8 9

Verucchio 269 306

Valmarecchia 4.697 5.344

Tabella 3.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Atlasole – GSE e PV Gis.

I grafici che seguono sintetizzano l’energia prodotta dagli impianti, fino al 2010, nell’aggregazione dei

comuni e poi a livello di singolo Comune.

Grafico 3.3 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Atlasole – GSE e PV Gis.

122 176

810

2.639

5.344

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

2006 2007 2008 2009 2010

[MW

h]

Energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici nei comuni del raggruppamento Valmarecchia

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PAGINA 116 / 282 APRILE 2015

Grafico 3.4 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Atlasole – GSE e PV Gis.

Grafico 3.5 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Atlasole – GSE e Istat.

747

112

1.735

764

530

1.507

633

9

306

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

1.800

2.000

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli PoggioTorriana

San Leo Sant'AgataFeltria

Santarcangelodi Romagna

Talamello Verucchio

[MW

h]

Energia prodotta nel 2010 da impianti fotovoltaici a livello comunale

13

49

14

507

136150

580

267

2745

82

0

100

200

300

400

500

600

700

Ca

ste

lde

lci

Ma

iolo

No

vafe

ltri

a

Pe

nn

ab

illi

Po

gg

io T

orr

ian

a

Sa

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Sa

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Ag

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Fe

ltri

a

Sa

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elo

di

Ro

mag

na

Ta

lam

ell

o

Ve

rucc

hio

Pro

vin

cia

di

Rim

ini

Re

gio

ne

Em

ilia

Ro

mag

na

[W/a

b]

Disponibilità di potenza fotovoltaica per abitante al 2010

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COD: 14E108 PAGINA 117 / 282

A titolo di confronto il grafico precedente riporta la potenza specifica per abitante nei dieci comuni

analizzati e la potenza calcolata sia a livello medio provinciale che a livello medio regionale.

Come evidente, i Comuni di Pennabilli e Sant’Agata Feltria si caratterizzano per una dotazione di

potenza fotovoltaica per abitante notevolmente superiore rispetto agli altri Comuni e pari a circa 12

volte la media provinciale e a circa 7 volte la media regionale.

Anche Poggio Torriana e San Leo registrano una disponibilità di potenza fotovoltaica per abitante

doppia e tripla rispetto ai valori provinciali e regionali.

Gli altri Comuni invece registrano una disponibilità molto bassa di potenza fotovoltaica per abitante,

inferiore alla media provinciale e regionale.

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PAGINA 118 / 282 APRILE 2015

4 LE EMISSIONI DI CO2

4.1 I fattori di emissione

I gas di serra che derivano dai processi energetici sono essenzialmente l’anidride carbonica (CO2), il

metano (CH4) ed il protossido d’azoto (N2O). In questa analisi si considerano solo le emissioni di

anidride carbonica. Il contributo della CO2 alle emissioni complessive di gas di serra, infatti, è di circa il

95 %.

L’anno di riferimento per valutare il livello delle emissioni è il 2010, lo stesso utilizzato per il bilancio dei

consumi.

Per il calcolo delle emissioni di CO2 dovute all’utilizzo dei vari vettori energetici, è necessario

considerare degli opportuni coefficienti di emissione specifica corrispondenti ai singoli vettori energetici

utilizzati. Il prodotto fra tali coefficienti e i consumi legati al singolo vettore energetico permette la stima

delle emissioni. Per ogni vettore energetico si considera un solo coefficiente di emissione relativo al

consumo da parte dello stesso utilizzatore. Questo coefficiente si riferisce, dunque, ai dispositivi

utilizzati per la trasformazione dello specifico vettore energetico in energia termica o meccanica o

illuminazione, in base agli usi finali.

Le emissioni di CO2 corrispondenti ai prodotti petroliferi considerati in questa sede sono riportate nelle

tabelle seguenti espresse in tonnellate per MWh di combustibile consumato. Le emissioni specifiche

considerate sono quelle relative al consumo e includono la combustione.

Vettore energetico Sorgenti fisse e mobili

[t/MWh]

Gasolio 0,267

GPL 0,227

Benzina 0,249

Tabella 4.1 Elaborazione Ambiente Italia

Le emissioni di CO2 corrispondenti al gas naturale sono riportate nella tabella a seguire. Come per i

prodotti petroliferi, le emissioni considerate sono quelle relative al consumo e includono la combustione

finale.

Vettore energetico Sorgenti fisse e mobili

[t/MWh]

Gas naturale 0,202

Tabella 4.2 Elaborazione Ambiente Italia

Per il calcolo delle emissioni di CO2 dovute ai consumi di energia elettrica sul territorio, si utilizzeranno i

coefficienti specifici relativi al mix elettrico nazionale così come riportati nel grafico seguente, articolati

fra i singoli anni compresi fra 1990 e 2011 in base alle quote specifiche di vettori energetici fossili

utilizzati per la produzione elettrica e alle quote di rinnovabili facenti parte del mix elettrico nazionale.

È interessante notare come il cambio dei combustibili utilizzati (soprattutto l’aumento della quota di

metano rispetto all’olio combustibile) e l’aumento dell’efficienza media del parco delle centrali di

trasformazione abbiano portato, nel corso degli anni, a una significativa riduzione delle emissioni

specifiche di CO2 fra 1990 e 2011 pari al 33 % circa. Per il 2010 il valore di riferimento calcolato sul mix

termo-elettrico medio nazionale risulta pari a 0,394 t di CO2/MWh.

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COD: 14E108 PAGINA 119 / 282

Grafico 4.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Ministero per lo Sviluppo Economico e Terna.

Comune Energia elettrica

[t/MWh]

Casteldelci 0,392

Maiolo 0,381

Novafeltria 0,351

Pennabilli 0,203

Poggio Torriana 0,383

San Leo 0,348

Sant'Agata Feltria 0,307

Santarcangelo di Romagna 0,391

Talamello 0,393

Verucchio 0,391

Unione Valmarecchia 0,370

Mix nazionale 0,394

Tabella 4.3 Elaborazione Ambiente Italia

A livello comunale, considerando l’influsso derivante dalla quota rinnovabile installata nel singolo

Comune e considerando il livello specifico di consumo di energia elettrica è possibile valutare nella

tabella seguente il coefficiente locale relativo.

Considerando l’effetto derivante dalla produzione elettrica rinnovabile locale ritenuta a impatto emissivo

nullo, il valore del coefficiente di emissione elettrico medio sull’intera area dei dieci comuni si riduce a

0,370 t di CO2/MWh. Il calcolo del coefficiente locale di emissione dell’energia elettrica è stato

effettuato con le modalità definite dal J.R.C. nell’ambito delle Linee guida per lo sviluppo dei PAES.

575

548539

519 516

546

524515 517

494 486476

493 488 482468 468

460445

401 394 388

0

100

200

300

400

500

600

700

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

[gr

di C

O2/k

Wh

el]

Emissioni di CO2 da energia elettrica (mix elettrico nazionale)

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PAGINA 120 / 282 APRILE 2015

4.2 Il quadro generale

Il quadro complessivo delle emissioni di CO2 nei comuni, nel 2010 fa registrare un totale pari a 258 kt,

intese come emissioni legate alla combustione dei vettori energetici utilizzati a livello comunale e

all’utilizzo di energia elettrica le cui emissioni, per un principio di responsabilità, vengono attribuite ai

territori comunali. Per abitante si registrano circa 4,7 t di CO2 nel 2010. Il Grafico che segue disaggrega

per vettore energetico le quote di emissione attribuibili all’uso dei singoli vettori considerati in bilancio.

Si evidenzia la prevalenza delle quote di emissioni ascrivibili al consumo di gas naturale e, in valori più

contenuti, all’utilizzo di energia elettrica e dei principali prodotti petroliferi.

Riguardo alla ripartizione percentuale si modificano gli equilibri fra vettori rilevati in sede di analisi dei

consumi, in virtù dei differenti fattori di emissione descritti al paragrafo precedente. Va precisato che la

quota di energia rinnovabile elettrica prodotta nel singolo comune incide positivamente sul computo

delle emissioni complessive. Senza la quota rinnovabile, infatti, le emissioni totali del territorio

sarebbero risultate maggiori di circa 5.000 t rispetto all’assetto descritto.

Grafico 4.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Osservando i grafici emerge che:

il 40 % delle emissioni risulta legata al consumo di gas naturale che sui consumi complessivi

incideva per il 50 % circa;

il 30 % è legato all’utilizzo di energia elettrica che sui consumi incideva, invece, per il 20 %;

l’incidenza del gasolio, della benzina e del GPL ammonta invece rispettivamente a 13, 11 e 5 punti

percentuali, con un’incidenza complessiva dei prodotti petroliferi pari a circa 30 punti percentuali;

sui consumi, i prodotti petroliferi incidevano per un punti percentuale in meno.

105.503

33.181

13.982

29.178

76.504

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

Gas naturale Gasolio GPL Benzina Energia elettrica

[t d

i C

O2]

Disaggregazione in tonnellate delle emissioni di CO2 nel 2010

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COD: 14E108 PAGINA 121 / 282

Questo tipo di confronto fra peso delle emissioni per vettore e peso dei consumi permette di identificare

i vettori energetici ambientalmente più critici e sui cui è maggiormente utile agire per ridurre le emissioni

complessive.

Grafico 4.3 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Grafico 4.4 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

41%

13%

5%

11%

30%

Disaggregazione percentuale delle emissioni di CO2 nel 2010 per vettore energetico

Gas naturale

Gasolio

GPL

Benzina

Energia elettrica

56.379

71.758

63.568

15.387

51.258

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

Terziario Residenziale Industria Agricoltura Trasporti

[t d

i C

O2]

Disaggregazione delle emissioni di CO2 per settore di attività nel 2010

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PAGINA 122 / 282 APRILE 2015

Grafico 4.5 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Grafico 4.6 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

22%

28%

24%

6%

20%

Disaggregazione percentuale delle emissioni nel 2010 per settore di attività

Terziario

Residenziale

Industria

Agricoltura

Trasporti

0,252

0,211

0,256

0,282

0,251

0,241

0,00

0,05

0,10

0,15

0,20

0,25

0,30

Terziario Residenziale Industria Agricoltura Trasporti Totale

[t d

i C

O2

/ M

Wh

]

Confronto consumi emissioni nel 2010

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COD: 14E108 PAGINA 123 / 282

Come per le analisi fatte sui consumi, anche per le emissioni è possibile attribuire un livello emissivo al

singolo settore di attività. Il peso maggiore per livello di emissioni è attribuibile, coerentemente rispetto

alla struttura dei consumi, al settore residenziale (responsabile del 28 % delle tonnellate complessive

emesse in atmosfera, per un valore di circa 72 kt), seguito dal settore industriale (24 % con 63 kt), dal

terziario (22 % con 56 kt), dal settore della mobilità (che pesa per circa 20 punti percentuali con 51 kt) e

dall’agricoltura (con il 6 % di incidenza e 6 kt di emissioni).

Rispetto all’analisi dei consumi, a livello di settori non si evidenziano differenze sostanziali di peso.

Il Grafico precedente pone a rapporto le emissioni e i consumi (t di CO2 per MWh consumato) per

settore di attività evidenziando che il settore industriale, quello dei trasporti e il terziario rappresentano i

contesti in cui la quota di emissioni al consumo risulta più elevata in virtù della maggiore incidenza della

quota di consumo di energia elettrica e di prodotti petroliferi.

Al contrario si evidenzia come il settore residenziale risulti il meno emissivo in rapporto ai consumi in

virtù dell’utilizzo abbastanza diffuso di biomassa. L’elevata incidenza di consumo di prodotti petroliferi

rende il settore agricolo il più impattante a livello specifico.

Il Comune responsabile della quota di emissioni in atmosfera più rilevanti si conferma essere

Santarcangelo di Romagna a cui competono circa 89 kt di CO2; segue Verucchio, responsabile di circa

45 kt; a Poggio Torriana, invece, terzo comune per impatto emissivo, spettano circa 36 kt e a

Novafeltria 34 kt; agli altri Comuni sono annettibili valori di emissioni più contenute.

Grafici 4.7 e 4.8 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Nelle due tabelle che seguono, si riporta la disaggregazione dei valori di emissioni di CO2 per vettori e

per settori di attività.

Settore [t CO2] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Pubblico 17 36 357 152 52 273 91 615 262 467 2.341

Terziario priv. 389 249 5.901 2.537 10.737 3.951 1.400 16.700 1.629 8.762 51.911

Residenziale 623 1.098 8.979 4.088 6.490 4.290 3.064 27.812 1.372 13.901 71.758

Illum. pubb. 34 44 282 97 186 159 145 709 66 339 2.126

Industria 16 10 11.302 2.669 9.947 8.029 831 18.228 1.714 10.561 63.568

Agricoltura 439 624 1.100 1.306 1.989 1.796 1.126 4.936 209 1.905 15.387

Flotta com. 0 0 0 68 0 53 0 10 0 0 131

Trasporti pr. 395 820 6.124 2.582 5.498 2.763 1.936 20.348 1.185 9.475 51.127

Totale 1.913 2.882 34.045 13.498 34.898 21.314 8.593 89.359 6.437 45.411 258.349

Tabella 4.4 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Casteldelci1% Maiolo

1%

Novafeltria13%

Pennabilli5%

Poggio Torriana14%

San Leo8%Sant'Agata Feltria

3%

Santarcangelo di Romagna

35%

Talamello2%

Verucchio18%

Emissioni di CO2 per Comune

1.913 2.882

34.045

13.498

34.898

21.314

8.593

89.359

6.437

45.411

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

Caste

ldelc

i

Maio

lo

No

vafe

ltri

a

Pen

nab

illi

Po

gg

ioT

orr

ian

a

San

Le

o

San

t'A

gata

Felt

ria

San

tarc

an

gelo

di R

om

ag

na

Ta

lam

ello

Veru

cch

io

[MW

h]

Emissioni di CO2 per Comune

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 124 / 282 APRILE 2015

Vettori [t CO2] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Gas naturale 268 663 17.308 6.761 14.624 8.321 2.300 35.657 2.233 17.369 105.503

Gasolio 666 951 3.576 2.555 4.422 2.639 2.236 10.339 694 5.103 33.181

GPL 170 267 1.768 874 2.466 980 867 3.899 313 2.377 13.982

Benzina 226 468 3.494 1.492 3.133 1.583 1.105 11.603 676 5.398 29.178

Elettricità 583 533 7.899 1.816 10.253 7.790 2.085 27.861 2.521 15.163 76.504

Totale 1.913 2.882 34.045 13.498 34.898 21.314 8.593 89.359 6.437 45.411 258.349

Tabella 4.5 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

4.3 Il settore residenziale

Il settore residenziale ha generato nel 2010 l’emissione in atmosfera di 71.758 t di CO2, pari al 28 %

circa delle emissioni complessive. La residenza risulta il primo settore per impatto emissivo nel

territorio.

Grafico 4.9 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

L’analisi vettoriale evidenzia una struttura di emissioni che vede la predominanza netta del gas

naturale:

la quota di emissioni ascrivibili al consumo di gas assomma un’incidenza del 60 %;

l’energia elettrica presenta un’incidenza pari al 30 %;

i prodotti petroliferi, insieme, coprono il 10 % residuo.

43.113

2.807

4.465

21.373

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

50.000

Gas naturale Gasolio GPL Elettricità

[t d

i C

O2]

Emissioni di CO2 del settore residenziale disaggregate per vettore energetico

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 125 / 282

Grafico 4.10 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

La tabella che segue disaggrega i dati riferiti alle emissioni del residenziale.

Vettori [t CO2] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Gas naturale 222 536 5.302 2.869 3.298 2.568 1.554 17.372 820 8.572 43.113

Gasolio 101 110 482 266 498 241 361 261 68 419 2.807

GPL 105 140 647 338 604 313 439 1.008 90 781 4.465

Elettricità 195 312 2.547 615 2.089 1.169 710 9.171 394 4.129 21.373

Totale 623 1.098 8.979 4.088 6.490 4.290 3.064 27.812 1.372 13.901 71.758

Tabella 4.6 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

4.4 Il settore terziario

Il settore terziario ha generato nel 2010 l’emissione in atmosfera di 56.379 t di CO2, pari al 22 % circa

delle emissioni complessive del territorio comunale. Sui consumi complessivi, il settore incideva per

percentuali pressoché equivalenti.

Rispetto al settore della residenza, l’analisi vettoriale evidenzia un diverso equilibrio fra le emissioni per

vettore. Infatti, l’utilizzo maggiore di energia elettrica nel settore terziario porta il peso delle emissioni

attribuibili all’elettrico a risultare più incidenti (40 % circa). Il gas naturale si conferma il primo vettore

anche in termini di impatto emissivo con un’incidenza del 50 %. I prodotti petroliferi incidono in questo

settore per 10 punti percentuali.

60%

4%

6%

30%

Disaggregazione percentuale delle emissioni nel 2010 per vettore energetico

Gas naturale

Gasolio

GPL

Elettricità

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PAGINA 126 / 282 APRILE 2015

Grafico 4.11 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Grafico 4.12 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

28.286

2.254

3.192

22.648

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

Gas naturale Gasolio GPL Elettricità

[t d

i C

O2]

Emissioni di CO2 del settore nel 2010 disaggregate per vettore energetico

50%

4%

6%

40%

Disaggregazione percentuale delle emissioni di CO2 nel 2010 per vettore energetico nel settore terziario

Gas naturale

Gasolio

GPL

Elettricità

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 127 / 282

La tabella che segue disaggrega i dati riferiti alle emissioni del terziario.

Vettori [t CO2] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Gas naturale 46 630 3.286 1.954 6.481 2.847 746 7.046 831 4.921 28.286

Gasolio 16 76 272 170 973 252 170 97 58 226 2.254

GPL 16 113 365 217 1.180 326 189 373 77 422 3.192

Elettricità 361 410 2.617 444 2.340 958 531 10.509 990 3.999 22.648

Totale 440 1.229 6.540 2.785 10.975 4.383 1.636 18.024 1.957 9.569 56.379

Tabella 4.7 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

4.5 Il settore dell’industria e dell’agricoltura

Il settore produttivo ha generato nel 2010 l’emissione in atmosfera di circa 78.954 t di CO2, pari al 30 %

circa delle emissioni complessive del territorio comunale. Di queste, il 20 % circa si lega al comparto

agricolo.

A livello di vettori il gas naturale incide per 43 punti percentuali ed è annesso unicamente al comparto

industriale, mentre l’elettrico è responsabile del 41 % circa delle emissioni del settore produttivo.

I prodotti petroliferi, limitati al gasolio agricolo, rappresentano la terza quota per incidenza con circa 16

punti percentuali. I grafici seguenti dettagliano i dati descritti.

Grafico 4.13 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

34.105

12.366

32.484

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

Gas naturale Gasolio Elettricità

[t d

i C

O2]

Emissioni di CO2 nel settore agricolo e industriale nel 2010

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PAGINA 128 / 282 APRILE 2015

Grafico 4.14 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

La tabella che segue disaggrega i dati riferiti alle emissioni dei due settori.

Vettori [t CO2] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Gas naturale 0 0 8.720 1.938 4.844 2.907 0 11.239 581 3.876 34.105

Gasolio 429 570 947 1.280 1.267 1.254 1.114 3.744 205 1.555 12.366

Elettricità 26 64 2.734 757 5.824 5.664 844 8.181 1.137 7.035 32.484

Totale 455 634 12.402 3.975 11.936 9.825 1.957 23.165 1.923 12.466 78.954

Tabella 4.7 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

4.6 Il settore trasporti

Il settore della mobilità ha generato nel 2010 l’emissione in atmosfera di circa 51.258 t di CO2, pari al

20 % circa delle emissioni complessive del territorio.

In valore assoluto è il quarto settore per peso delle emissioni rispetto alle totali comunali. La benzina,

nel settore trasporti rappresenta il 57 % delle emissioni del settore, seguita dal gasolio che pesa per

poco più di 30 punti percentuali. Risulta, invece, meno rilevante il GPL che copre il 12 % residuo.

43%

16%

41%

Pesi percentuali delle emissioni di CO2 annettibili ai vettori energetici utilizzati nel settore industriale e agricolo nel 2010

Gas naturale

Gasolio

Elettricità

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COD: 14E108 PAGINA 129 / 282

Grafico 4.15 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Grafico 4.16 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

29.178

15.755

6.325

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

Benzina Gasolio GPL

[t d

i C

O2]

Disaggregazione in tonnellate delle emissioni di CO2 riferite al settore trasporti nel 2010

57%31%

12%

Disaggregazione percentuale delle emissioni di CO2 nel settore trasporti nel 2010 per vettore energetico

Benzina

Gasolio

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 130 / 282 APRILE 2015

La tabella che segue disaggrega i dati riferiti alle emissioni dei due settori.

Vettori [t CO2] Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S. Agata Santarcangelo Talamello Verucchio Unione

Benzina 226 468 3.494 1.492 3.133 1.583 1.105 11.603 676 5.398 29.178

Gasolio 120 251 1.874 839 1.684 892 592 6.237 363 2.903 15.755

GPL 48 101 756 318 681 341 239 2.518 147 1.174 6.325

Totale 395 820 6.124 2.650 5.498 2.816 1.936 20.359 1.185 9.475 51.258

Tabella 4.8 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

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COD: 14E108 PAGINA 131 / 282

5 L’INVENTARIO BASE DELLE EMISSIONI DI CO2

La metodologia di elaborazione di un PAES prevede la scelta di un anno di riferimento sul quale basare

le ipotesi di riduzione. Le emissioni di tale anno, che definiscono l’Inventario delle Emissioni (o BEI –

Beseline Emission Inventory), andranno infatti a definire la quota di emissioni da abbattere al 2020 che

dovrà essere pari ad almeno il 20 % delle emissioni dell’anno di Baseline.

Per i territori dell’Unione di Comuni Valmarecchia l’anno di riferimento scelto è il 2010. La scelta delle

Amministrazioni comunali, inoltre, è stata quella di includere nel bilancio energetico il settore produttivo,

in base alle indicazioni definite dalle Linee Guida del J.R.C. per la compilazione dei bilanci energetici.

I Comuni, infatti, in questo settore hanno ritenuto utile strutturare una politica finalizzata non tanto al

diretto abbattimento delle emissioni di gas serra quanto piuttosto legata a una serie di azioni di

governance e indirizzo meglio dettagliate nel seguito del documento.

Sulla base delle elaborazioni condotte e descritte nei capitoli precedenti, la tabella seguente riporta i

valori di emissioni che compongono la BEI.

Settori Baseline Emission Inventory

[t di CO2]

Edifici comunali 2.341

Edifici terziari 51.911

Edifici residenziali 71.758

Illuminazione pubblica comunale 2.126

Industria 63.568

Agricoltura 15.387

Flotta comunale 131

Trasporto commerciale e privato 51.127

Totale 258.349

Tabella 5.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Grafici 5.1 e 5.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

Come si osserva dalla rappresentazione grafica precedente, il settore residenziale è quello che

contribuisce in misura preponderante rispetto a tutti gli altri al bilancio delle emissioni. Circa il 30 %

delle emissioni annesse all’inventario proviene da questo settore. Il settore terziario, insieme al

comparto dei trasporti toccano una quota pari al 20 % (per ognuno) del bilancio delle emissioni;

2.3411%

51.91120%

71.75828%

2.1261%

63.56824%

15.3876%

1310%

51.12720%

Ripartizione delle emissioni nella BEIEdifici comunali

Edifici terziari

Edifici residenziali

Illuminazionepubblica comunale

Industria

Agricoltura

Flotta comunale

Trasportocommerciale eprivato

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

Stato 2010 Obiettivo 2020

[t d

i CO

2]

Obiettivo minimo di riduzione delle emissioni di CO 2 nel 2020 rispetto al 2010

Emissioni Riduzione minima

-20 %

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 132 / 282 APRILE 2015

l’industria pesa per il 24 % sul quadro complessivo delineato. La restante parte si suddivide tra gli usi

dell’energia nel settore pubblico.

Da questa analisi emerge chiaramente come le amministrazioni, per poter raggiungere gli obiettivi

preposti, debbano agire non solo sul proprio patrimonio, ma in larga parte su settori che non sono di

propria diretta competenza e in particolar modo sulla residenza privata. Inoltre è fondamentale

sviluppare azioni specifiche nel campo delle fonti rinnovabili di energia, le quali potrebbero garantire

interessanti potenziali, soprattutto per quanto riguarda la fonte fotovoltaica e da biomassa,

considerando le potenzialità del territorio.

Avendo quindi definito e calcolato l’inventario delle emissioni, la riduzione minima da raggiungere per

traguardare gli obiettivi imposti dalla Commissione Europea è pari a 51.670 tonnellate, 20 % delle

emissioni della Baseline di riferimento.

Obiettivi Quantità di CO2

Baseline 2010 258.349 t

Obiettivo minimo emissioni 2020 206.679 t

Obiettivo minimo di riduzione 51.670 t

Tabella 5.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Enel Distribuzione, SNAM rete gas, SGR Reti, Comuni della Valmarecchia,

Provincia di Rimini, ACI, Istat e Bollettino petrolifero.

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COD: 14E108 PAGINA 133 / 282

6 LA STRATEGIA D’INTERVENTO AL 2020 – QUADRO DI SINTESI

La strategia integrata del PAES dei Comuni dell’Unione di Comuni Valmarecchia si sviluppa su

ventuno diverse linee di azione, riguardanti sia la domanda che l’offerta di energia in cinque

principali ambiti di intervento: il settore residenziale, il settore terziario pubblico, il settore dei

trasporti, il settore produttivo e la produzione di energia da fonte rinnovabile.

Le azioni selezionate riguardano sia il contenimento dei consumi di fonti fossili e l’incremento

dell’efficienza negli usi finali di energia, sia l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili di

tipo diffuso (in particolare solare termico, biomasse, pompe di calore, solare fotovoltaico, mini e micro

idroelettrico e microeolico).

La riduzione delle emissioni conseguibile al 2020 a seguito della realizzazione delle suddette azioni

(che verranno descritte nel dettaglio nella successiva sezione di questo documento) raggiunge

complessivamente le 57.999 tonnellate, pari al – 22 % rispetto al 2010, anno di riferimento per

l’inventario base delle emissioni (IBE).

Per quanto riguarda i consumi finali, rispetto al medesimo anno essi decrescono di circa 160.915 MWh,

mentre la produzione da fonti rinnovabili si incrementa di 55.665 MWh circa, fra fonti finalizzati alla

produzione di energia termica e fonti finalizzate alla produzione di energia elettrica.

Grafico 6.1 Elaborazione Ambiente Italia

Residenziale10.089

17% Terziario pubblico1.098

2%

Trasporti6.89512%

Industria23.912

41%

Fonti rinnovabili15.989

28%

Riduzioni di CO2 nello scenario obiettivo al 2020

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PAGINA 134 / 282 APRILE 2015

La riduzione delle emissioni ottenuta è ben ripartita fra i settori principali annessi in bilancio con una

fetta più rilevante legata al settore produttivo (40 % circa 24 kt di CO2) e alla diffusione di fonti

rinnovabili elettriche (28 % con 16 kt). Questi due ambiti risentono di una forte spinta derivante dalle

tendenze in atto, meglio dettagliate nelle prossime pagine. Il settore residenziale collabora al 17 % delle

riduzioni totali con circa 10 kt di CO2 e i trasporti con circa 7 kt (12 % delle riduzioni). Per il settore

pubblico è previsto un impegno di riduzione pari a circa 1.000 t.

2010

Obiettivo di riduzione

2020

Obiettivo di riduzione

2020 (%)

Consumi 1.070.394 MWh -160.915 MWh -15 %

Produzione di energia rinnovabile 12.683 MWh 55.665 MWh 439 %

Emissioni di CO2 258.349 t -57.999 t -22 %

Tabella 6.1 Elaborazione Ambiente Italia

La tabella successiva riassume nel dettaglio, per ognuno degli ambiti di intervento individuati, le azioni

selezionate e i risparmi energetici e ambientali correlati, così come l’eventuale incremento della

produzione da fonti rinnovabili.

Settori e azioni

Risparmio

energetico

[MWh]

Produzione di

energia

rinnovabile

[MWh]

Riduzione

emissioni

CO2

[t CO2]

Il settore residenziale

R.1 Riqualificazione degli involucri nell’edilizia esistente -4.142 0 -735

R.2 Riqualificazione e svecchiamento del parco impianti termici residenziale -19.345 6.425 -6.692

R.3 Impianti solari termici e pompa di calore per la produzione di ACS -5.324 7845 -2.719

R.4 Nuova edilizia in classe energetica A+, A e B 6.851 379 1.358

R.5 Svecchiamento di elettrodomestici nelle abitazioni -3.191 0 -1.181

R.6 Interventi di risparmio idrico -325 0 -120

Il settore terziario

T.1 Riqualificazione energetica degli edifici pubblici -1.093 438 -335

T.2 Riqualificazione degli impianti di illuminazione pubblica -1.884 0 -696

T.3 Efficienza nell'illuminazione votiva -156 0 -57

T.4 Efficienza nell'illuminazione semaforica -28 0 -10

Il settore dei trasporti

TR.1 Svecchiamento delle autovetture private -27.251 0 -6.833

TR.2 Valmabass -16 0 -4

TR.3 Bike Marecchia -246 0 -58

TR.4 Pedibus -58 0 -16

Il settore industriale

I.1 Efficienza nel settore produttivo -104.707 0 -23.912

La produzione di energia da fonti rinnovabili

FER.1 Impianti fotovoltaici integrati in edifici di nuova costruzione 0 286 -113

FER.2 Impianti fotovoltaici volontari 2010/2015 0 18.923 -7.456

FER.3 Impianti fotovoltaici + storage nell’ambito di GAS 0 1.989 -784

FER.4 Sistemi Efficienti di Utenza (SEU) in ambito industriale 0 5.680 -2.238

FER.5 Impianti fotovoltaici su edifici pubblici 0 1.518 -598

FER.6 Potenziale idroelettrico ed eolico derivante dal progetto TERRE 0 12.182 -4.800

TOTALE -160.915 55.665 -57.999

Tabella 6.2 Elaborazione Ambiente Italia

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7 IL SETTORE RESIDENZIALE

Nei Comuni oggetto di analisi i consumi finali di energia rilevati nel 2010 riferiti al comparto edilizio

residenziale ammontano al 32 % circa (340 GWh). Il comparto residenziale risulta quindi uno degli

ambiti strategici di intervento, a livello comunale e intercomunale, per raggiungere gli obiettivi di

riduzione delle emissioni al 2020.

Il settore residenziale, sia perché obiettivamente interessante sotto l’aspetto dell’entità del fabbisogno

energetico, sia per la varietà e la capillarità dei possibili interventi che presuppongono un

coinvolgimento e un adeguato approccio culturale da parte dell’operatore e dell’utente, rappresenta un

campo di applicazione in cui sarà possibile favorire una reale svolta nell’uso appropriato delle

tecnologie energetiche.

Per la definizione di una efficace strategia di intervento nel settore residenziale, è necessario riflettere

oltre che sulla trasformazione del territorio e sull’aumento degli insediamenti e delle volumetrie, anche e

soprattutto sulla sempre maggiore richiesta di confort nelle abitazioni esistenti, caratterizzate da

tecniche costruttive non sempre adeguate, e sul grado di diffusione e penetrazione di nuove

apparecchiature elettriche ed elettroniche. La maggiore esigenza di comfort e di tecnologie possono

determinare maggiori consumi che devono essere ridotti o contenuti attraverso misure che non vadano

a intaccare l’esigenza di una maggiore prestazione, affrontando la questione su più piani e in diversi

ambiti.

Le tendenze in atto rilevate nel settore residenziale già risultano indirizzate verso un generale

incremento dell’efficienza energetica. La specifica strategia delineata nel PAES, relativamente a questo

settore, è finalizzata ad amplificare tali trend di evoluzione verso livelli di efficienza più elevati,

attraverso l’implementazione di politiche mirate a specifiche fette di mercato, ponendosi quindi come

“addizionale” e garantendo un decremento più marcato di consumi e delle emissioni al 2020.

Le azioni prioritarie individuate dal PAES riguardano:

interventi di retrofit degli edifici esistenti e il rinnovo del parco impianti termici installato al fine di

ridurre i consumi di fonti fossili per il riscaldamento degli ambienti;

il rinnovo del parco impianti termici e apparecchiature elettriche a favore di tecnologie ad alta

efficienza;

la costruzione di strutture edilizie ad elevate prestazioni energetiche;

la diffusione di impianti solari termici e pompe di calore per la produzione di acqua calda

sanitaria.

7.1 Azioni

7.1.1 Gli usi finali termici

Nel 2010 i consumi per usi termici nel settore residenziale hanno rappresentato poco meno dell’85 %

dei consumi complessivi del settore afferendo, in buona parte, al gas naturale.

Per quanto attiene agli usi finali termici, il settore dell’edilizia si caratterizza per una sostituzione molto

lenta delle tecnologie a fronte di un ciclo di vita molto lungo dei manufatti che esso produce. In poche

parole, gli edifici durano molti anni (spesso anche più di un secolo) e le tecnologie costruttive si

innovano invece molto lentamente. Diventa quindi evidente come qualsiasi decisione procrastinata,

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PAGINA 136 / 282 APRILE 2015

relativamente al comportamento energetico degli edifici, si ripercuoterà sul comportamento energetico

di tutto il territorio urbano per diversi decenni.

Il raggiungimento di un obiettivo di contenimento dei consumi termici nel comparto edilizio deve

naturalmente prevedere la realizzazione di nuove costruzioni con elevati standard energetici e,

necessariamente, un parallelo aumento dell’efficienza nel parco edilizio esistente. L’introduzione di

tecnologie alimentate da fonti energetiche rinnovabili consente, inoltre, di ridurre ulteriormente le

emissioni collegate ai consumi energetici, pur senza intaccare direttamente il fabbisogno di energia per

la climatizzazione invernale degli edifici stessi.

La costruzione di nuovi edifici a basso consumo energetico è più semplice da realizzare, anche perché

accompagnata da una produzione normativa che spinge decisamente tutto il settore in questa

direzione.

La regolamentazione delle nuove costruzioni è necessaria perché ogni edificio costruito secondo uno

standard inferiore a quello disponibile è un’occasione persa e quell’edificio continuerà a consumare una

quantità di energia superiore al necessario per decine di anni, e qualsiasi opera di retrofitting non potrà

essere efficace come una nuova costruzione basata su criteri di aumento massimo del comfort e

riduzione massima dei consumi.

Dato che però la quota di edifici di nuova costruzione costituisce solo una piccolissima percentuale del

parco edilizio, il grande potenziale di risparmio si colloca nell’edilizia esistente.

Il contesto edilizio analizzato è attualmente caratterizzato, per la gran parte, da tipologie edilizie che

poco tengono in considerazione le prestazioni energetiche. Nonostante i criteri costruttivi consentano

attualmente di raggiungere livelli di efficienza energetica più ragionevoli, si è ancora molto lontani dai

livelli che la tecnologia attuale potrebbe consentire, senza eccessivi extra costi.

La realizzazione di misure di contenimento energetico sul parco edilizio esistente risulta, pertanto, di

grande importanza e anche pochi interventi selezionati e applicati in maniera diffusa possono

determinare risultati importanti nel bilancio energetico generale.

Mentre il mondo della nuova costruzione inizia ad adeguarsi a nuove modalità ed esigenze di

costruzione, anche il mercato della ristrutturazione deve quindi essere contagiato dalla riflessione sulle

possibilità di intervento per la riduzione dei consumi.

In altri termini, il raggiungimento di un obiettivo di riduzione complessiva delle emissioni di CO2 passa

prioritariamente attraverso una strategia di riduzione dei consumi (e delle emissioni) dell’edificato

esistente.

In generale un corretto concetto di efficienza energetica negli edifici deve comprendere sia sistemi

passivi che attivi ed esiste una stretta relazione tra gli interventi di efficientamento che possono essere

effettuati intervenendo sull’involucro edilizio (coperture, pareti opache, pareti trasparenti, infissi) e i

livelli di risparmio ottenuti intervenendo sugli impianti e le apparecchiature in uso.

Da un punto di vista di principio sarebbe dapprima necessario che il fabbisogno dell’edificio fosse

ridotto tramite opportune azioni sull’involucro edilizio; successivamente è necessario applicare le

migliori tecnologie impiantistiche possibili per coprire la nuova domanda di energia.

L'involucro costituisce la "pelle" dell’edificio, regolando i contatti e gli scambi di energia con l'esterno.

Tanto più l'involucro è adatto a isolare tanto più è energeticamente efficiente. Il ventaglio di interventi

realizzabili per migliorare la performance di un involucro è molto ampia e adattabile anche in base alle

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specificità dell’edificio oggetto di intervento; la scelta, generalmente, è dettata dall'analisi delle

caratteristiche costruttive dell'edificio e dal suo posizionamento, oltre che dai materiali utilizzati nella

realizzazione delle pareti stesse.

La riqualificazione degli impianti esistenti e l’adozione di nuove tecnologie sono presupposti

fondamentali per poter conseguire importanti risultati, sia in termini di risparmio energetico ed

economico che di maggiore sostenibilità ambientale. Sostituendo apparecchi obsoleti, come caldaie a

gasolio, scalda acqua elettrici, sistemi elettrici utilizzati per il riscaldamento degli ambienti con caldaie a

condensazione, impianti a pellet e pompe di calore, si abbattono in breve tempo i costi di esercizio e si

ammortizza l’investimento nel giro di pochi anni. Non bisogna dimenticare poi l’importanza del comfort

ambientale, su cui incide moltissimo la scelta dei terminali per il riscaldamento; radiatori,

ventilconvettori oppure pannelli radianti.

L’approccio seguito per la definizione dello scenario obiettivo al 2020, per quanto riguarda il parco

edilizio esistente, si è quindi sviluppato secondo la seguente sequenza di priorità:

riduzione del fabbisogno termico (quindi delle dispersioni o degli sprechi, da qualunque parte essi

arrivino);

aumento dell’efficienza della fornitura di energia;

sostituzione di una parte delle fonti energetiche fossili con fonti energetiche rinnovabili.

Le azioni e gli interventi che sottendono tale strategia sono così riassumibili:

edifici di nuova costruzione a elevate prestazioni energetiche (classe B, A e A+);

miglioramento dei valori di trasmittanza di parte dell'edificato esistente prevedendo interventi di

coibentazione degli elementi edilizi o di sostituzione dei serramenti;

rinnovo del parco impianti termici installato basato sulla sostituzione progressiva degli impianti

più vetusti;

rinnovo e diffusione più capillare degli impianti alimentati a pellet o a biomassa in generale;

diffusione di impianti solari termici per la produzione di ACS su tutto il nuovo costruito e nelle

ristrutturazioni di impianto termico;

rinnovo ed efficientamento del parco impianti per la produzione di ACS esistente, attraverso la

diffusione di impianti solari termici e pompe di calore.

Nello scenario delineato come obiettivo al 2020, si prevede la costruzione di nuovi edifici in classe B, A

e A+ e quindi con prestazioni energetiche più elevate di quelle previste dalla cogenza normativa

vigente.

Per quanto riguarda l’esistente, per ridurre le dispersioni si sono ipotizzati interventi di ristrutturazione e

riqualificazione sull’involucro mediante coibentazione degli elementi edilizi oltre alla sostituzione dei

serramenti, prevedendo requisiti prestazionali più stringenti rispetto a quelli della normativa

sovraordinata, ma in linea con i parametri dei sistemi di incentivazione vigenti al fine di assicurarne la

sostenibilità economica.

Per quanto riguarda l’impiantistica, si è ipotizzata la diffusione di caldaie a condensazione in

sostituzione di caldaie tradizionali alimentate a gasolio, partendo dalla considerazione che i climi tiepidi

del territorio permettono un miglioramento delle performance di funzionamento delle stesse grazie alla

possibilità di distribuire acqua calda a temperature medio-basse.

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Tutti gli interventi sull’edificato esistente sono stati ipotizzati in un limite di ipotesi realistica, supponendo

cioè che solo una porzione, anche limitata, degli edifici esistenti venga interessata da migliorie

energetiche. Va infatti considerato che esiste una parte di edifici ove gli interventi non sono

tecnicamente possibili (ci si riferisce, in particolare, agli edifici sotto tutela architettonica o in particolari

situazioni tecnicamente non risolvibili), e che non tutti i proprietari di edifici, specialmente quando si

tratta di proprietà composite, come per esempio nel caso dei condomini, possono dimostrarsi disponibili

o preparati a individuare ed eseguire interventi di tale portata.

Nello scenario obiettivo al 2020 si è infine valutato anche il possibile contributo e impatto dato

dall’impiego di tecnologie a elevata efficienza o di fonti energetiche rinnovabili per la produzione di

acqua calda sanitaria.

Sia a livello regionale che a livello nazionale vige l’obbligo di coprire almeno il 50 % del Fabbisogno di

energia primaria per la produzione di acqua calda sanitaria, tramite impianti alimentati da fonte

rinnovabile. Questo obbligo deve essere attuato, oltre che nei casi di nuova costruzione, anche nelle

ristrutturazioni dell’impianto termico (intendendo per ristrutturazione la contemporanea modifica di

almeno due dei sottosistemi dell’impianto termico). La tipologia impiantistica maggiormente idonea a

soddisfare questo obbligo è rappresentata dagli impianti solari termici che sfruttando la radiazione

solare producono acqua a un certo livello di temperatura durante tutto l’arco dell’anno.

Nello scenario obiettivo al 2020 si è assunto di andare oltre la cogenza normativa e che tutti gli edifici di

nuova costruzione vengano dotati di impianti solari termici a copertura di almeno il 60 % del fabbisogno

di acqua calda sanitaria, calcolato sull’anno intero. Questa è infatti una quota ottimale di

dimensionamento degli impianti, che permette di ottenere migliori risultati nel rapporto costi/benefici.

Inoltre l’applicazione degli impianti durante la costruzione degli edifici permetterebbe di ridurre

notevolmente i costi rispetto a un’opera di retrofitting e di ottimizzare anche spazi di distribuzione e

locali tecnici. Si è completata questa ipotesi con la penetrazione della tecnologia solare in una porzione

delle unità abitative esistenti in cui si procede alla sostituzione del generatore di calore (con una

copertura del fabbisogno anche in questo caso pari al 60 %). L’integrazione di tecnologie solari

sull’esistente è possibile, e nonostante risulti economicamente più interessante sugli edifici

plurifamiliari, si è assunta una maggiore diffusione nelle case mono e bifamiliari.

Un altro dei sistemi verso il cui utilizzo spinge molto la normativa vigente in Italia è rappresentato dalla

pompa di calore ossia una macchina in grado di trasferire calore da una “sorgente” generalmente a

temperatura più bassa, verso un “pozzo” (si legga ambiente o acqua da riscaldare) che deve essere

riscaldato a una temperatura più alta. In effetti la pompa di calore deve il suo nome al fatto che riesce a

trasferire del calore da un livello inferiore a un livello superiore di temperatura, superando quindi il limite

del flusso naturale del calore che può passare solo da un livello di temperatura più alto a uno più

basso. Il vantaggio nell'uso della pompa di calore deriva dalla sua capacità di fornire più energia utile

(sotto forma di calore) di quanta ne venga impiegata per il suo funzionamento (energia elettrica).

Nello specifico dello scenario obiettivo al 2020, la pompa di calore è stata applicata in sostituzione di

una quota di scalda acqua elettrici.

Infine, un ultimo focus va posto nei confronti degli utilizzi di biomassa lignea. Nel territorio del

Marecchia, in generale, l’uso di biomassa come integrazione degli impianti esistenti si sta diffondendo e

sviluppando nel corso degli ultimi anni attraverso l’incremento delle vendite di stufe a pellet. In molti

casi gli apparati impiantistici risultano vetusti, poco efficienti e privi di sistemi filtranti sulle canne

fumarie. Gli interventi ipotizzati in questo documento riguardano la maggiore diffusione di queste

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COD: 14E108 PAGINA 139 / 282

tecnologie impiantistiche utilizzate prevalentemente a integrazione degli impianti termici esistenti,

soprattutto nelle fasi dell’anno in cui la domanda di calore risulta molto contenuta.

Gli impianti a biomassa mediamente registrano livelli di efficienza più blandi rispetto ad altre tecnologie

(in particolare gas naturale e GPL); tuttavia, le moderne caldaie raggiungono rendimenti più elevati

rispetto a quanto attestato dai sistemi più diffusi, quasi sempre superiori all’85 %. Nei modelli più

recenti si supera stabilmente il 90 % di rendimento. Questo è vero in particolare per le caldaie a pellet

che generalmente raggiungono rendimenti di 2-3 punti percentuali superiori rispetto a quelli delle

caldaie a legna e cippato. Va evidenziato che negli ultimi 25 anni il rendimento delle caldaie a

combustibili legnosi solidi è aumentato di circa 30 punti percentuali.

Grafico 7.1 Elaborazione Ambiente Italia

Le biomasse sono considerate un vettore energetico a impatto ambientale pari a zero, poiché nel loro

processo di combustione emettono in atmosfera una quantità di anidride carbonica (CO2)

corrispondente a quella assorbita in precedenza dai vegetali nel loro processo di crescita. L’ utilizzo di

tali combustibili per fini energetici limita il rilascio di nuova anidride carbonica in atmosfera, principale

causa dell’effetto serra.

Per quanto riguarda le emissioni di altri inquinanti da parte degli apparecchi a biomasse legnose, esse

sono composte principalmente da quattro elementi:

Monossido di Carbonio (CO)

Polveri totali (PM)

Ossidi di Azoto (NOx)

Composti organici volatili (COV, CnHm)

In Italia, i limiti di emissioni sono definiti dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006; in particolare l’allegato

1 a tale decreto stabilisce i valori di emissione per specifiche tipologie di impianto.

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PAGINA 140 / 282 APRILE 2015

Tabella 7.2 Elaborazione Ambiente Italia

Volendo essere più stringenti, i requisiti del Conto Energia Termico impongono livelli di emissioni di PM

e CO ulteriormente più stretti rispetto a quanto riportato nella tabella precedente.

Tabella 7.3 Elaborazione Ambiente Italia

L’accesso ai meccanismi di incentivo menzionati impone l’obbligo di raggiungere i livelli di prestazione

indicati sopra. Inoltre, lo stesso meccanismo di incentivo offre la possibilità di incrementare il valore

economico dell’incentivazione nei casi in cui l’impianto installato garantisca livelli di emissioni di

particolato ulteriormente più virtuosi rispetto a quanto indicato nella tabella precedente. L’incremento

dell’incentivo, in questo caso, risulta variabile fra il 20 e il 50 % circa a fronte di livelli di emissioni

descritti nelle tabelle seguenti.

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COD: 14E108 PAGINA 141 / 282

Tabella 7.4 Elaborazione Ambiente Italia

Tecnologicamente sono disponibili modelli impiantistici in grado di rispondere a pieno alle indicazioni

tanto della normativa cogente quanto dei sistemi di incentivo. Per quanto riguarda le emissioni di

monossido di carbonio (CO) va evidenziato che, negli ultimi 25 anni, lo sviluppo tecnologico delle

caldaie di piccola-media taglia ha consentito di abbatterle drasticamente.

Impiegando biomasse vergini, le emissioni di NOx rilevate corrispondono, in media, a circa 1/5 del

valore limite previsto dalla normativa italiana per l’intervallo di potenza 0,15-3 MW (500 mg/Nm3).

Per quanto riguarda le emissioni di polveri totali, queste ultime non variano in funzione della potenza e

del livello di carico termico, ma invece in funzione di fattori quali la movimentazione del letto di braci, la

quantità e composizione delle ceneri o della disponibilità di zone di calma (in camera di combustione) in

grado di favorire la deposizione delle polveri.

Complessivamente è possibile affermare che per le moderne caldaie, l’osservanza dei limiti fissati dalla

normativa italiana non è problematica. Va comunque considerato che, per legna e cippato, l’emissione

di polveri è fortemente influenzata dalla gestione della caldaia, cioè da una corretta manutenzione e

dall’utilizzo di combustibile di qualità idonea ai requisiti della caldaia.

7.1.2 Gli usi finali elettrici

Nel 2011 i consumi per usi elettrici hanno rappresentato circa il 17 % circa dei consumi energetici

complessivi del comparto residenziale (57.789 MWh).

In termini di usi finali, le analisi svolte hanno evidenziato che i consumi più elevati spettano all’utilizzo

dei frigo congelatori e ai boiler elettrici per la produzione di acqua calda sanitaria, mentre i consumi per

l’illuminazione degli ambienti domestici e l’utilizzo di TV incidono in misura più contenuta.

L'evoluzione dei consumi elettrici nel comparto residenziale è determinata fondamentalmente da tre

driver principali:

l'efficienza energetica di apparecchiature e impianti,

il ritmo di sostituzione dei dispositivi,

il grado di diffusione e penetrazione dei dispositivi.

Mentre il primo driver è di tipo tecnologico e dipende dalle caratteristiche delle apparecchiature che

erogano il servizio desiderato (illuminazione, riscaldamento, raffrescamento, refrigerazione degli

alimenti ecc.), i secondi due, invece, risultano prevalentemente correlati a variabili di tipo socio-

economico (il numero di abitanti di un certo territorio, l’età media della popolazione, la composizione del

nucleo familiare, il reddito medio pro-capite, ecc.).

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PAGINA 142 / 282 APRILE 2015

In generale, l’approccio basato sulle migliori tecnologie possibili trova, negli usi finali elettrici, la sua

miglior forma di applicazione. I tempi relativamente brevi di vita utile di gran parte delle apparecchiature

in uso consentono, infatti, di utilizzare i ricambi naturali per introdurre dispositivi sempre più efficienti. A

tal proposito va rilevato che, sul fronte tecnologico, sono ormai disponibili sul mercato soluzioni che

consentono di traguardare ottimi risultati sul fronte del risparmio e il cui eventuale extra costo è

ampiamente recuperato nel tempo di vita dell’intervento. Le azioni rivolte alla riduzione della domanda

di energia elettrica risultano, pertanto, in diversi casi, particolarmente interessanti (per efficacia di

penetrazione e rapidità di implementazione) e possono riguardare diversi usi finali e diverse tecnologie,

tra i quali in particolare l’illuminazione e l’office equipment. Si tratta essenzialmente di interventi che

non comprendono modifiche strutturali delle parti impiantistiche se non per quanto riguarda i dispositivi

finali e/o gli inserimenti di eventuali dispositivi di controllo.

Per il raggiungimento di obiettivi di riduzione o contenimento dei consumi elettrici nel comparto

residenziale, l’orientamento generale seguito nell’ambito della strategia del PAES si è basato

sull’approccio suddetto, assumendo che, ogni qual volta è necessario procedere verso installazioni ex

novo oppure verso retrofit o sostituzioni, ci si deve orientare a utilizzare ciò che di meglio, da un punto

di vista dell’efficienza energetica, il mercato può offrire.

Il punto di forza di questa strategia consiste dunque nel non ipotizzare sostituzioni forzate o

"rottamazioni", bensì ciò che tendenzialmente viene immesso sul mercato in termini quantitativi.

Il principio dell'applicazione delle migliori tecnologie disponibili intende favorire l’introduzione sul

mercato di dispositivi qualitativamente superiori da un punto di vista energetico tenendo in

considerazione che, in alcuni casi, i nuovi dispositivi venduti vanno a sostituire dispositivi più obsoleti

(frigoriferi, lavatrici, lampade, ecc.), con un incremento generale dell'efficienza mentre, in altri casi, essi

entrano per la prima volta nell'abitazione e contribuiscono quindi ad un incremento netto dei consumi.

Gli ambiti prioritari di intervento selezionati per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione di consumi

ed emissioni al 2020 sono stati:

illuminazione,

elettrodomestici (in particolare lavaggio e refrigerazione),

apparecchiature elettroniche,

sistemi di condizionamento.

In particolare, si è ipotizzato un livello di diffusione per classe energetica nel caso degli elettrodomestici

utilizzati per la refrigerazione, il lavaggio, il condizionamento e l’illuminazione e per alcune

apparecchiature tecnologiche. Negli altri casi si è stimato solo un grado di diversa diffusione della

singola tecnologia.

7.2 Strumenti

La strategia complessiva delineata dal PAES relativamente al settore residenziale, prevede la

definizione e l’attivazione di specifici strumenti per la promozione, l’incentivazione e la

regolamentazione di programmi di intervento volti a:

ottimizzare le prestazioni energetiche e ambientali dell’edificato e dell’ambiente costruito;

diffondere prassi costruttive finalizzate alla realizzazione di edifici “a energia quasi zero”;

migliorare l’efficienza energetica del sistema edificio-impianti;

utilizzare fonti rinnovabili di energia per la copertura dei fabbisogni termici ed elettrici degli

edifici;

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diffondere prassi comportamentali per un corretto uso di impianti e tecnologie e per la riduzione

degli sprechi.

La qualità degli interventi, il grado di diffusione sul territorio, la cogenza di alcuni requisiti, la costruzione

di meccanismi finanziari dedicati ad azioni per il risparmio di energia sono tra i principali strumenti

operativi che permetteranno la riduzione del fabbisogno energetico e delle emissioni nel comparto

residenziale comunale, senza comunque ostacolare il raggiungimento di maggiori livelli di comfort.

Strumenti di regolamentazione, controllo e monitoraggio

Da quanto esposto risulta chiaro come uno dei punti fondamentali per un’amministrazione locale sia

quello di elaborare (e/o acquisire e implementare) strumenti e metodi per la progettazione, la guida e il

controllo delle strategie di intervento per il risparmio energetico nel settore edilizio. I criteri da adottare

in tale ambito devono essere commisurati agli standard costruttivi ed impiantistici attuali e agli obiettivi

politici di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni che si vuole porre in essere e possono

prevedere diversi livelli di applicazione, per esempio fornendo degli standard minimi obbligatori e dei

livelli prestazionali superiori supportati da specifiche forme di incentivo.

Tra gli strumenti di maggiore efficacia si pone, in particolare, l’integrazione nell’apparato normativo, di

riferimento per la pianificazione urbanistica ed edilizia (Piani Regolatori, Regolamenti Edilizi, norme

tecniche di attuazione, norme speciali per i piani specifici a bassa scala), di norme specifiche relative ai

criteri costruttivi e/o di riqualificazione in grado di garantite il contenimento del fabbisogno energetico

negli edifici e il raggiungimento di opportuni standard di efficienza. Si tratta, infatti, di norme che

protraggono il loro effetto sul lungo periodo, che perdura per tutto il ciclo di vita del manufatto edilizio,

sia che si tratti di nuova costruzione, sia di ristrutturazioni edilizie.

Compatibilmente con le specifiche che vengono già fornite dalla normativa regionale e nazionale, le

Amministrazioni Comunali valuteranno, in particolare, l’opportunità di definire e introdurre nei RUE

prescrizioni e livelli prestazionali minimi cogenti di qualità energetica più stringenti rispetto a quanto

definito dalla normativa nazionale e regionale vigente.

Questi requisiti saranno riferiti sia agli edifici di nuova costruzione, che agli edifici esistenti sottoposti a

ristrutturazione edilizia o ad attività di manutenzione ordinaria e straordinaria – e terranno conto, in

coerenza con le normative sovra-ordinate, sia delle condizioni locali e climatiche esterne, sia

dell’efficacia sotto il profilo economico anche in considerazione dei meccanismi di incentivazione vigenti

a livello nazionale e/o regionale (il riferimento è in particolare al meccanismo del 55 % e al Conto

Energia Termico).

Va considerato, a tal proposito, che il Parlamento europeo ha approvato una modifica alla Direttiva

2002/91/CE (Direttiva 2010/31 del 19 maggio 2010) relativa al rendimento energetico in edilizia, in base

alla quale entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere edifici a

energia quasi zero e dovranno produrre da fonte rinnovabile la quota principale dell’energia che

consumeranno, incentivando, in tal modo, sia la realizzazione di impianti che producono energia da

FER, ma anche, trasversalmente, la realizzazione di edifici più efficienti. L’Italia ha già posto in essere

un primo parziale recepimento di questa norma attraverso la Legge 90/2013, legge, in verità, ancora

carente dei decreti attuativi.

Tutti i requisiti stabiliti nei RUE saranno requisiti minimi e non impediranno al singolo titolare di pratica

autorizzativa edilizia di prendere provvedimenti più rigorosi. In tal senso si potranno prevedere livelli più

restrittivi a carattere volontario, incentivati mediante criteri economici e/o fiscali. In tal senso si potrà

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PAGINA 144 / 282 APRILE 2015

valutare la possibilità di un incentivo di carattere economico, riconducibile a una riduzione dei costi

relativi alla somma degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria dovuti ai Comuni oppure a

premialità di carattere volumetrico. In entrambi i casi la scelta dovrà essere costruita con un

meccanismo di proporzionalità rispetto alla riduzione percentuale di consumo specifico.

Strumenti di sostegno finanziario

A livello nazionale lo stimolo alla riqualificazione è chiaramente espresso in più parti del quadro

normativo vigente. Il riferimento è in particolare dal pacchetto di incentivi che già dal 2007 permette di

detrarre il 55 % (attualmente l’aliquota è stata innalzata al 65 % fino alla fine del 2015 e si stabilizzerà

al 50 % a partire dal 1° gennaio 2016) dei costi sostenuti per specifiche attività di riqualificazione

energetica degli edifici dalla tassazione annua a cui il cittadino italiano è soggetto e al Conto Energia

Termico che prevede incentivi ai privati per interventi di carattere impiantistico-tecnologico.

Rispetto al sistema delle detrazioni fiscali il nuovo meccanismo introdotto dal Conto Termico risolve le

problematiche legate alla capienza fiscale di chi sopporta gli investimenti necessari al retrofit della

propria abitazione. Infatti il meccanismo del 55 %, essendo un sistema di detrazioni fiscali, implica la

necessità che l’investitore possa dedurre fiscalmente, dalle proprie tasse, i corrispettivi parziali (55 %)

sopportati per realizzare gli interventi. In situazioni in cui l’investitore sia privo di reddito questa

detrazione non può avvenire e la rata è persa.

Il sistema del Conto termico, invece, si configura come erogazione di un incentivo al privato,

indipendentemente dal reddito dello stesso.

Con il Conto termico il privato ha la possibilità di ottenere incentivi per interventi non standardizzati;

infatti gli viene riconosciuta l’incentivazione nei casi in cui:

sostituisce un generatore di calore preesistente con una pompa di calore;

sostituisce un sistema di produzione ACS con un boiler dotato di pompa di calore elettrica o a

gas;

sostituisce un generatore di calore a gasolio, carbone, olio combustibile o biomassa con un

generatore a biomassa;

installa collettori solari termici.

Per ognuno di questi interventi è necessario rispettare dei requisiti cogenti di prestazione indicati della

normativa e spinti verso livelli prestazionali più elevati rispetto alla base di legge. In altri termini

l’incentivo viene riconosciuto a chi decide di “fare di più” rispetto agli obblighi vigenti. Questo tipo di

approccio è interessante in quanto non solo permette di diffondere più facilmente l’utilizzo e la cultura

relativa a tecnologie che altrimenti non avrebbero facile diffusione (soprattutto per i costi più elevati),

ma anche permette di spingere lo sviluppo tecnologico verso livelli di performance via via più elevati.

A titolo d’esempio, l’utilizzo di caldaie a condensazione ha visto uno sviluppo notevole negli ultimi 5

anni proprio grazie al meccanismo di incentivazione fiscale riconosciuto nei casi di installazione di

questi sistemi.

Per le pompe di calore elettriche (COP) o a gas (GUE) è necessario che, in base alla tipologia

prescelta, queste garantiscano un’efficienza maggiore di quanto riportato nella tabella che segue.

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COD: 14E108 PAGINA 145 / 282

Tipo pompa di calore Ambiente esterno Ambiente interno COP GUE

Aria/aria - 7 20 2,7 1,1

Aria/acqua < 35 kW -7 35 2,7 1,1

Aria/acqua > 35 kW -7 35 2,7 1,1

Salamoia/aria 0 20 4,3 1,59

Salamoia/acqua 0 35 4,3 1,47

Acqua/aria 10 20 4,7 1,60

Acqua/acqua 10 35 5,1 1,56

Pompe di calore per ACS 2,6 ---

Tabella 7.5 Elaborazione Ambiente Italia

Anche nei casi di installazione di sistemi a biomassa sono previsti dei requisiti minimi da rispettare

dettagliati nella tabella che segue per tipo di generatore a biomassa. In particolare:

si riporta il valore minimo di rendimento che il generatore deve garantire nominalmente;

è obbligatorio che le emissioni di particolato e monossido di carbonio siano contenute entro

livelli dettagliati dalla normativa;

per caldaie a biomassa di potenza inferiore a 500 kW è obbligatoria l’installazione di un

accumulo

nei casi di utilizzo di pellet per alimentare l’impianto è obbligatorio che questo sia certificato di

tipo A1 o A2.

Tipo generatore Rendimento

minimo

Controllo emissioni

PM e CO

Obbligo di

Volano termico

Pellet

certificato A1/A2

Caldaie a biomassa con P< 500 kW > 87 + log (Pn) X X X

Caldaie a biomassa con 500 kW <P< 1.000 kW > 89 % X X

Stufe e termocamini a pellet > 85 % X X

Termocamini a legna > 85 % X

Stufe a legna > 85 % X

Tabella 7.6 Elaborazione Ambiente Italia

Infine si dettagliano i requisiti richiesti per impianti solari termici piani vetrati o sottovuoto che accedono

al sistema di incentivi:

è richiesta un’efficienza minima del collettore garantita confrontando i valori riportati nella

normativa con quanto riportato sull’Attestato di Certificazione Solar Keymark del collettore;

è richiesto che sia i collettori che i bollitori siano garantiti per almeno 5 anni e gli ausiliari elettrici

ed elettronici per almeno 2 anni;

è richiesto che l’impianto sia dotato di certificazione di conformità;

è richiesto che siano installate valvole termostatiche sui sistemi di emissione nei casi in cui il

solare termico collabori alla climatizzazione degli ambienti.

A fianco ai sistemi di incentivo citati finora, va considerata l’esistenza di un meccanismo di incentivo

che sollecita lo svecchiamento di apparecchiature domestiche ed elettrodomestici, in particolare legati

alla cucina (frigocongelatori, lavastoviglie, forni elettrici ecc). Infatti chi ha in corso una ristrutturazione

edilizia può, entro la fine del 2015, fruire di una detrazione fiscale per l’acquisto di “grandi

elettrodomestici” di classe non inferiore alla A+ (ridotta alla A solo per i forni). La detrazione applicata è

pari al 50 % della spesa sostenuta (per un massimo di 10.000 € portati in detrazione) e la detrazione è

spalmata su un decennio.

Inoltre le amministrazioni comunali potranno proporsi come referente per la promozione di tavoli di

lavoro e/o accordi di programma con i soggetti pubblici o privati che, direttamente o indirettamente e a

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 146 / 282 APRILE 2015

vari livelli, partecipano alla gestione dell’energia sul territorio, al fine di delineare le modalità di

costruzione di partnership operative pubblico-private, finalizzate all’attivazione di meccanismi finanziari

innovativi in grado anche di valorizzare risorse e professionalità tecniche locali. Ad esempio:

creazione di gruppi di acquisto per impianti, apparecchiature, tecnologie, interventi di

consulenza tecnica attraverso accordi con produttori, rivenditori o installatori, professionisti;

creazione di meccanismi di azionariato diffuso per il finanziamento di impianti;

collegamento con istituti di credito per l’apertura di canali di prestiti agevolati agli utenti finali per

la realizzazione degli interventi;

collaborazioni con investitori privati, società energetiche ed ESCO che potranno trovare in

questi progetti un elevato interesse ai fini della maturazione di titoli di efficienza energetica, ecc.

Queste iniziative si sviluppano bene soprattutto a livello locale, ma è importante che vi sia l'ambiente

legislativo adatto, eventuali coperture di garanzia, la disponibilità iniziale di fondi di rotazione ecc. e

risulta quindi centrale il ruolo dell’Ente Pubblico per la loro promozione.

Processi economici concertativi quali i gruppi di acquisto o di azionariato diffuso, in particolare, se

affiancati da attori istituzionali e di mercato in grado di garantire solidità e maturità delle tecnologie,

permettono la diffusione su ampia scala di impianti e tecnologie, che altrimenti seguirebbero logiche

ben più complesse legate a diversi fattori di mercato.

Favorire l’aggregazione di più soggetti in forme associative, garantisce un maggior potere contrattuale

nei confronti di fornitori di impianti e apparecchiature, fornendo allo stesso tempo una sorta di

“affiancamento” nelle scelte di acquisto. Con il contemporaneo coinvolgimento anche di altri attori, quali

gli istituti di credito e bancari per il sostegno finanziario e l’amministrazione pubblica locale, si può

riuscire a garantire l’ottimizzazione dei risultati in termini di riduzione dei prezzi per unità di prodotto e

rapidità e affidabilità nella realizzazione degli interventi. Per le aziende e gli istituti di credito ne

scaturiscono, dal canto loro, introiti interessanti.

Strumenti di formazione/informazione

Lo sviluppo e la diffusione di interventi e tecnologie dipende da un ampio numero di soggetti: produttori,

venditori, installatori, progettisti, professionisti, costruttori, enti pubblici, agenzie energetiche, distributori

di energia elettrica e gas, associazioni ambientaliste e dei consumatori, ecc.. Al di là degli obblighi di

legge e delle prescrizioni, è indispensabile allora mettere in atto altre iniziative che stimolino

l'applicazione diffusa della tecnologia mettendone in risalto le potenzialità. Il primo passo importante è

l’organizzazione e la realizzazione di campagne integrate per informare, sensibilizzare e formare la

domanda quanto l’offerta.

In tale contesto le Amministrazioni comunali dovranno riconoscere, innanzitutto, un ruolo centrale alle

attività di sensibilizzazione e comunicazione rivolte agli utenti finali, sui temi dell’energia, delle fonti

rinnovabili, delle tecnologie innovative ad alta efficienza, del funzionamento dei meccanismi di sostegno

finanziario attivi, dell’educazione al risparmio e all’utilizzo appropriato di apparecchiature e impianti.

Verranno promosse quindi iniziative di informazione mirate e declinate in ragione degli ambiti di

intervento, delle azioni e degli obiettivi individuati nel PAES, con il coinvolgimento degli operatori socio-

economici attivi sul territorio (progettisti, imprese di costruzioni, manutentori, installatori, rivenditori) e

loro associazioni.

La disponibilità di professionisti qualificati (installatori, architetti, progettisti, ecc) resta comunque

cruciale per la diffusione di tecnologie ad alta efficienza e interventi di riqualificazione. Essi infatti

agiscono come consulenti diretti dei proprietari di abitazioni private e giocano perciò un ruolo chiave per

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COD: 14E108 PAGINA 147 / 282

l’avvio del mercato. I Comuni potranno farsi allora promotori di iniziative di formazione, implementando

programmi di corsi con il coinvolgimento delle organizzazioni di categoria.

Un passo importante potrebbe essere quello di creare all’interno della struttura pubblica comunale un

ufficio in grado da un lato supportare l’amministrazione nell’attivazione dei meccanismi necessari alla

realizzazione delle attività programmate all’interno del PAES e dall’altro fornire consulenza ai privati.

Si tratta fondamentalmente di creare e formare un gruppo di tecnici (Sportello energia) in grado di

gestire le attività previste dal piano e in grado di fornire informazioni all’utenza.

Tra le principali mansioni in capo allo sportello nei confronti del pubblico si sottolinea:

consulenza sugli interventi possibili in ambito energetico sia dal punto di vista termico che

elettrico;

informazioni di base e promozione del risparmio energetico e dell’uso delle fonti rinnovabili di

energia;

realizzazione di campagne di informazione tra i cittadini ed i tecnici;

gestioni dei rapporti con gli attori potenzialmente coinvolgibili nelle diverse iniziative (produttori,

rivenditori, associazione di categoria e dei consumatori, altri comuni);

consulenza sui costi di investimento, gestione degli interventi, meccanismi di finanziamento,

vincoli normativi e meccanismi incentivanti.

La struttura operativa, anche di carattere intercomunale, deve quindi fornire le indicazioni principali alle

utenze interessate, ma allo stesso tempo deve instaurare con i produttori, installatori e rivenditori

accordi che favoriscano la diffusione di buone pratiche energetiche all’interno del territorio comunale.

Lo sportello potrà avere due o più finestre settimanali di incontro con la cittadinanza, sviluppate a

rotazione nei nove Comuni, e dovrà essere ampiamente promosso all’interno dei siti internet dei

Comuni. Potrebbe essere anche privilegiata la consulenza on line. Lo sportello dovrà produrre

materiale informativo e divulgativo chiaro e preciso sui temi energetici.

Oltre alla consulenza verso l’esterno, lo stesso sportello potrà essere in grado di gestire alcune delle

attività di controllo e monitoraggio delle componenti energetiche dell’edificato pubblico: monitorare i

consumi termici ed elettrici degli edifici pubblici, gestire l’aggiornamento continuo della banca dati dei

consumi e degli impianti installati, sistematizzare le attività messe in atto in tema di riqualificazione

energetica degli edifici esistenti e strutturare, con gli uffici comunali competenti, il quadro degli interventi

prioritari in tema di efficienza energetica di involucro ed impianti dell’edificato pubblico.

Lo stesso sportello energia, in base alle competenze presenti all’interno dello stesso, potrà gestire

l’analisi energetica delle pratiche autorizzative introducendo anche sistemi di ispezione e controllo in

cantiere al fine di verificare la veridicità di calcolo e dichiarazione.

Lo Sportello energia deve essere in grado di individuare e proporre al pubblico i bandi per l’erogazione

di finanziamenti pubblici che introducano criteri di premialità per gli interventi con caratteristiche di

biocompatibilità e risparmio energetico. Inoltre dovrà essere in grado di individuare le linee più idonee e

remunerative di finanziamento della Comunità Europea indirizzate al risparmio energetico, definendo

anche criteri e modalità di monitoraggio soprattutto per le eventuali linee di finanziamento comunale.

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PAGINA 148 / 282 APRILE 2015

Infine, il raggiungimento degli obiettivi di programmazione energetica dipende, in misura non

trascurabile, dal consenso dei soggetti coinvolti. La diffusione dell’informazione è sicuramente un

mezzo efficace a tal fine. Oltre che per la divulgazione delle informazioni generali sugli obiettivi previsti,

è necessario realizzare idonee campagne di informazione che coinvolgano i soggetti interessati

attraverso l’illustrazione dei benefici ottenibili dalle azioni previste, sia in termini specifici, come la

riduzione dei consumi energetici e delle relative bollette, sia in termini più generali come la riduzione

delle emissioni di gas climalteranti e lo sviluppo dell’occupazione.

7.3 Obiettivi quantitativi

La riduzione delle emissioni conseguibile al 2020 a seguito della realizzazione delle azioni previste

dalla strategia di intervento nel settore residenziale, raggiunge complessivamente le 10.089 tonnellate.

Rispetto al 2010 i consumi finali decrescono nel complesso di 25.500 MWh circa.

La tabella seguente riassume nel dettaglio, per ognuna delle azioni i risparmi energetici e ambientali

correlati, così come l’eventuale incremento della produzione da fonti rinnovabili.

Settori e azioni

Risparmio

energetico

[MWh]

Produzione di

energia

rinnovabile

[MWh]

Riduzione

emissioni CO2

[t CO2]

R.1 Riqualificazione degli involucri nell’edilizia esistente -4.142 0 -735

R.2 Riqualificazione e svecchiamento del parco impianti termici residenziale -19.345 6.425 -6.692

R.3 Impianti solari termici e pompe di calore per la produzione di ACS -5.324 7845 -2.719

R.4 Nuova edilizia in classe energetica A+, A e B 6.851 379 1.358

R.5 Svecchiamento di elettrodomestici nelle abitazioni -3.191 0 -1.181

R.6 Interventi di risparmio idrico -325 0 -120

TOTALE -25.476 14.649 -10.089

Tabella 7.7 Elaborazione Ambiente Italia

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COD: 14E108 PAGINA 149 / 282

8 IL SETTORE TERZIARIO PUBBLICO

Benché il patrimonio pubblico incida generalmente poco sul bilancio energetico complessivo di un

comune, l’attivazione di interventi di efficientamento su di esso può risultare un’azione estremamente

efficace nell’ambito di una strategia energetica di scala locale. Essa infatti consente di raggiungere

diversi obiettivi, tra i quali in particolare:

miglioramento della qualità energetica con significative ricadute anche in termini di risparmio

economico, creando indotti che potranno essere opportunamente reinvestiti in azioni ed

iniziative a favore del territorio;

incremento dell’attrattività del territorio, valorizzandone e migliorandone l’immagine;

promozione degli interventi anche in altri settori socio-economici e tra gli utenti privati.

L’importanza dell’attivazione di programmi di riqualificazione del patrimonio di proprietà delle

amministrazioni pubbliche è ribadito, di fatto, da diversi atti normativi.

Già la Direttiva europea 2006/32/CE concernente l’efficienza energetica negli usi finali dell’energia e i

servizi energetici, all’articolo 5 denominato “Efficienza degli usi finali dell’energia nel settore pubblico”,

esplicitava il ruolo esemplare che deve avere il settore pubblico in merito al miglioramento

dell’efficienza energetica. Tale ruolo esemplare è stato ribadito anche nella Direttiva 2010/31/UE, in

base alla quale gli edifici di nuova costruzione occupati da enti pubblici e di proprietà di questi ultimi

dovranno essere edifici a energia quasi zero a partire dal 31 dicembre 2018, cioè con due anni di

anticipo rispetto agli edifici a uso privato. È del 25 ottobre 2012, infine, la pubblicazione della Direttiva

2012/27/UE concernente l’ampio tema dell’efficienza energetica e che sostiene e vincola le

amministrazioni pubbliche a realizzare interventi di miglioramento della performance energetica dei

fabbricati non solo ponendo obiettivi quantificati di ristrutturazione degli edifici, ma anche definendo

criteri di sostenibilità economica legati all’applicazione di meccanismi contrattuali della tipologia dei

contratti di rendimento energetico.

Il patrimonio di proprietà pubblica (edifici e illuminazione) nel 2010 ha inciso sul bilancio energetico dei

Comuni per una percentuale pari al 1,5 % circa (16.064 MWh circa).

Gli esiti delle indagini realizzate nell’ambito delle prime fasi del PAES hanno consentito di trarre

considerazioni utili alla definizione delle problematiche relative al patrimonio pubblico e delle relative

soluzioni.

Da un lato, i numeri e gli ordini di grandezza con cui ci si è confrontati confermano l’esistenza di un

patrimonio scarsamente efficiente, soprattutto per quanto riguarda i fabbisogni termici degli edifici;

dall’altro lato è emersa evidente la mancanza di una modalità unitaria di raccolta, organizzazione e

sistematizzazione dei dati strutturali, impiantistici ed energetici - dispersi, invece, tra i diversi settori

dell’Amministrazione - assolutamente necessaria per poter delineare strategie di riqualificazione

energetica efficaci e di lungo termine.

Si è profilata quindi l’esigenza per le Amministrazioni comunali di:

definire un programma di riqualificazione complessivo del proprio patrimonio, basato sullo

sviluppo di interventi in grado di soddisfare la domanda di energia con il minor consumo di

combustibili fossili, ma nel modo economicamente più conveniente;

configurare strumenti di supporto per una gestione energeticamente efficiente e per il

monitoraggio del proprio patrimonio.

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PAGINA 150 / 282 APRILE 2015

Tale esigenza si è concretizzata nella strategia delineata dal PAES per questo settore e dettagliata nel

seguito in termini di azioni, strumenti correlati e obiettivi quantitativi.

8.1 Azioni

Sulla base dei dati raccolti e delle indagini sviluppate, è stato possibile individuare delle prime ipotesi di

intervento su cui impostare lo scenario obiettivo base al 2020; esse riguardano in particolare:

l’efficientamento del sistema edificio-impianto per la riduzione dei consumi di fonti fossili per il

riscaldamento degli ambienti;

il rinnovo e l’efficientamento del sistema di illuminazione pubblica;

il rinnovo e l’efficientamento del sistema di illuminazione votiva;

il rinnovo e l’efficientamento del sistema di segnaletica semaforica.

Per quanto riguarda gli edifici pubblici, le azioni specifiche delineate sono riferite, in particolare, al

miglioramento dei valori di trasmittanza degli involucri edilizi e alla riqualificazione del parco impianti

termici, in particolar modo quelli più vecchi.

Per quanto riguarda l’impiantistica, si è ipotizzata in particolare l’installazione di caldaie a

condensazione in sostituzione dei generatori di calore attualmente esistenti. Inoltre, in tutti i casi in cui

l’impianto risultasse alimentato con vettori petroliferi si ipotizza il passaggio a gas naturale. Questo

passaggio garantisce un più rapido rientro economico in virtù del più basso costo del gas naturale

rispetto a quello del gasolio.

Per quanto riguarda il sistema di illuminazione pubblica, va evidenziato che esso rappresenta per la

pubblica amministrazione, un investimento dovuto senza un ritorno economico diretto e perciò è

necessario ottimizzare gestione e manutenzione per garantire la qualità del servizio con la minore

incidenza economica possibile.

La strategia di intervento si è quindi concretizzata nella definizione di un piano di razionalizzazione

riguardante le principali voci che compongono il costo di gestione del servizio e basato sulle seguenti

azioni:

sostituzione delle lampade a bassa efficienza luminosa (le lampade a vapori di mercurio) che

rappresentano attualmente una fetta bassa della potenza complessiva installata, con lampade

caratterizzate da un’efficienza più elevata (specialmente lampade a LED);

interventi sui corpi illuminanti allo scopo di minimizzare o eliminare ogni forma di dispersione del

flusso luminoso in direzioni diverse da quelle in cui questo è necessario (specificatamente,

verso l’alto e lateralmente). Questi interventi si concretizzano attraverso la schermatura o la

corretta inclinazione dei corpi illuminanti stessi;

adozione di regolatori di flusso e cioè dispositivi atti a razionalizzare i consumi energetici degli

impianti, attraverso la riduzione della potenza elettrica richiesta in funzione delle condizioni di

illuminamento necessarie.

8.2 Strumenti

Dato che l’esigenza delle Amministrazioni comunali di ridurre i costi economici e ambientali di gestione

dell’energia del proprio patrimonio si scontra con una limitata conoscenza delle prestazioni energetiche

dello stesso, oltre che con una limitata disponibilità di risorse economiche proprie, la strategia

complessiva delineata dal PAES in tale ambito, prevede l’attivazione di specifici strumenti finalizzati a:

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COD: 14E108 PAGINA 151 / 282

strutturare e implementare un programma di gestione e riqualificazione di lungo termine, basato su

priorità di intervento individuate attraverso attività di analisi e diagnosi preliminari;

attivare specifici meccanismi finanziari per la realizzazione degli interventi, basati su partnership

operative pubblico-private.

Per quanto riguarda gli edifici di proprietà, l'azione del Comune potrà esplicitarsi, prioritariamente, lungo

due direttrici consequenziali:

la realizzazione di un sistema dinamico di censimento e monitoraggio;

la realizzazione di campagne di audit energetici.

Risulta innanzitutto necessaria l’organizzazione di dati e informazioni, secondo criteri di analisi su

ampia scala, che spesso sono dispersi tra i diversi settori dell’Amministrazione e non raccolti in una

struttura unitaria e di facile lettura. In questo senso, nel breve termine, l’adozione di strumenti

informatizzati per l’organizzazione e la gestione dei dati relativi al patrimonio edilizio pubblico e alla

definizione di obiettivi di miglioramento energetico risulta fondamentale.

Ciò si traduce nella realizzazione di un sistema dinamico di censimento degli edifici che consentirà di:

sistematizzare dati e informazioni relative alle principali caratteristiche strutturali ed impiantistiche

degli edifici;

evidenziare l’andamento dei consumi energetici registrati di ogni proprietà;

stimare il fabbisogno energetico teorico dell’intero parco edilizio e di ogni singolo edificio (a seguito

di una dettagliata descrizione di esso);

individuare le “criticità” nelle prestazioni energetiche degli edifici attraverso l’introduzione di indici

della qualità energetico-prestazionale;

monitorare le prestazioni energetiche degli edifici a valle di interventi di riqualificazione.

Il risultato di questa procedura potrà portare ad una graduatoria sulla qualità energetica degli edifici

(incrocio fra efficienza dell’installato e modalità di utilizzo), permettendo quindi di individuare ipotesi

prioritarie di riqualificazione del parco edilizio, sia in termini di struttura che in termini di impianti.

D'altra parte, per la definizione di parametri quantitativi più precisi che prefigurino ipotesi di intervento

quantificabili anche economicamente, si rendono necessarie delle analisi energetiche più mirate

attraverso audit energetici. L’audit energetico, includendo un’analisi costi-benefici, è in grado di fornire

una grande quantità di dati reali sul consumo di energia, sulle opportunità di risparmio energetico,

attraverso interventi di ristrutturazione e di modifica degli edifici e degli impianti e sulle corrispondenti

opportunità di risparmio economico. Attraverso le diagnosi energetiche, i possibili e necessari interventi

di riqualificazione ed efficientamento potranno essere valutati e classificati secondo un criterio

costi/benefici; questo permetterà di selezionare le misure o l’insieme di misure in grado di garantire un

maggior vantaggio economico o un minore investimento a parità di energia risparmiata.

A livello nazionale oggi sono a disposizione dell’ente pubblico una serie di strumenti di incentivo che

offrono la possibilità di ridurre i tempi di abbattimento degli investimenti. Il sistema di più recente

introduzione è rappresentato dal Conto energia termico già parzialmente descritto nel capitolo

precedente in riferimento al settore residenziale. Rispetto al privato, il settore pubblico ha la possibilità

di richiedere incentivi per un più ampio ventaglio d’interventi:

coibentazioni dell’involucro (copertura, basamento, pareti verticali);

sostituzione di serramenti;

installazione di sistemi ombreggianti;

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PAGINA 152 / 282 APRILE 2015

installazione di caldaie a condensazione in sostituzione di altri generatori di calore;

tutti gli altri interventi già elencati per il privato (installazione di caldaie a biomassa, pompe di calore,

solare termico).

Anche in questo caso, i requisiti richiesti per accedere ai meccanismi di incentivo risultano più stringenti

rispetto a quanto la norma richiede di fare. La tabella che segue dettaglia i valori di trasmittanza nei

casi in cui l’incentivo venga richiesto per attività di retrofit dell’involucro. Per esempio la sostituzione di

serramenti in base alla normativa vigente in Italia, in zona climatica E, deve essere realizzata

garantendo una trasmittanza massima pari a 2,2 W/m2K. Per accedere all’incentivo, invece, è

necessario che la stessa si riduca fino a 1,5 W/m2K.

Tipo di intervento Zona A

[W/m2K]

Zona B

[W/m2K]

Zona C

[W/m2K]

Zona D

[W/m2K]

Zona E

[W/m2K]

Zona F

[W/m2K]

Isolamento di coperture 0,27 0,27 0,27 0,22 0,20 0,19

Isolamento di pavimenti 0,50 0,38 0,33 0,28 0,25 0,23

Isolamento di pareti 0,45 0,34 0,28 0,24 0,23 0,22

Sostituzione di serramenti 3,08 2,00 1,75 1,67 1,50 1,33

Tabella 8.1 Elaborazione Ambiente Italia

L’incentivo riconosciuto è pari al 40 % circa della spesa sostenuta per l’investimento e viene elargito in

5 rate annuali.

Nel caso di installazione di generatori a condensazione, invece, è necessario principalmente garantire

un valore minimo di rendimento del generatore:

rendimento maggiore di 93 + 2 log (Pn);

è obbligatorio installare valvole termostatiche;

e solo nel caso in cui si installi un generatore di potenza maggiore di 100 kW deve essere utilizzato

un bruciatore modulante governato direttamente da una regolazione climatica; inoltre il circolatore

deve essere di tipo elettronico a giri variabili.

Anche in questo caso l’incentivo rappresenta circa il 40 % dell’investimento sostenuto.

All’ente pubblico, oltre alla possibilità di accedere a un più ampio ventaglio di incentivi, viene

riconosciuta la possibilità di “prenotare l’incentivo”. Il soggetto privato, infatti, presenta la propria

richiesta di incentivo solo dopo aver realizzato i lavori relativi. L’ente pubblico, attraverso il tramite di

una ESCO e comunque per lavori eseguiti nell’ambito di un Contratto di rendimento energetico, ha la

possibilità di prenotare l’incentivo in modo da avere certezza che lo stesso non sia esaurito entro la fine

lavori.

Lo stesso “Contratto di rendimento energetico” (Energy Performance Contract o EPC) rappresenta uno

strumento ormai ritenuto fondamentale nella gestione degli impianti termici da parte degli enti pubblici.

Si tratta di una forma contrattuale con la quale un soggetto “fornitore” (normalmente una Energy Saving

Company, o ESCO) si obbliga a realizzare, con propri mezzi finanziari o con mezzi finanziari di terzi

soggetti, una serie di servizi e di interventi volti alla riqualificazione e al miglioramento dell’efficienza di

un sistema energetico (un impianto o un edificio) di proprietà di altro soggetto (beneficiario), a fronte di

un corrispettivo correlato all’entità dei risparmi energetici (preventivamente individuati in fase di analisi

di fattibilità) ottenuti con l’intervento di efficientamento. Queste tipologie di contratto normate sia dalla

CONSIP sia dal D.Lgs. 115/2008 risultano applicabili non solo a interventi sul lato termico ma alla

gestione complessiva dei consumi energetici della pubblica amministrazione o di grossi gestori

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COD: 14E108 PAGINA 153 / 282

immobiliari. Il meccanismo, in sintesi, prevede che il rientro economico dalla spesa di investimento sia

garantito dai risparmi che l’intervento realizza nell’arco di un certo numero di anni.

Per quanto riguarda il sistema di Illuminazione pubblica l’azione del comune, invece, potrà essere

incentrata prioritariamente sulla redazione del Piano Regolatore Comunale dell’Illuminazione Pubblica.

Con il Piano dell’Illuminazione Pubblica si intende predisporre un complesso di criteri e disposizioni

tecnico-procedurali destinati a regolamentare e razionalizzare gli interventi di modifica o estensione

degli impianti, al fine di garantire la costruzione di un modello a tendere per il sistema di Illuminazione

Pubblica in grado di garantire risparmio ed efficienza energetica a parità di servizio reso. I principali

obiettivi del Piano si estenderanno quindi necessariamente su diversi livelli: ambientale, della

sicurezza, energetico, estetico. Per quanto riguarda il livello energetico, in particolare, il Piano dovrà

fissare obiettivi di risparmio ed efficienza energetica a parità di servizio reso, eliminando gli sprechi,

rimodulando gli orari del servizio, riducendo le potenze impegnate, razionalizzando in generale la

gestione.

Lungo il percorso delineato, si rende ovviamente necessario individuare e definire i possibili strumenti

di supporto economico e le modalità di esecuzione degli interventi, anche in considerazione delle

scarse risorse finanziarie a disposizione.

In tale contesto, le Amministrazioni Comunali potranno in particolare valutare la possibilità di:

definire accordi o contratti di servizio energia con le stesse società gestrici degli edifici o del sistema

di illuminazione pubblica piuttosto che con ESCO, che potranno trovare in questo progetto un

elevato interesse ai fini della maturazione di titoli di efficienza energetica;

definire accordi di fornitura con produttori, rivenditori, installatori per l’acquisto in stock di impianti e

tecnologie innovative e la conseguente riduzione dei costi;

collegamento con istituti di credito per l’apertura di canali di prestiti agevolati per la realizzazione

degli interventi.

Inoltre è indispensabile che gli interventi effettuati e i risultati da essi conseguenti vengano registrati e

contabilizzati in modo da controllarne l'efficacia. Tale forma di monitoraggio è sicuramente uno dei

passi fondamentali che vanno organizzati al fine di intraprendere e gestire azioni di efficienza

energetica sul patrimonio pubblico.

L’efficienza energetica dovrebbe anche essere uno dei criteri per gli acquisti della pubblica

amministrazione, soprattutto per quanto riguarda le apparecchiature elettriche ed elettroniche. In base

a tale concetto, ogni qual volta sia necessario procedere verso installazioni ex novo oppure verso

retrofit o sostituzioni, ci si deve orientare a utilizzare ciò che di meglio, da un punto di vista di

sostenibilità energetica, il mercato può offrire.

Tutte le iniziative realizzate dovranno inoltre essere accompagnate da un'azione capillare di

informazione sul territorio in modo da dare loro un carattere di dimostrazione presso le utenze private.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 154 / 282 APRILE 2015

8.3 Obiettivi quantitativi

La riduzione delle emissioni conseguibile al 2020 a seguito della realizzazione delle azioni previste

dalla strategia di intervento nel settore terziario pubblico, raggiunge complessivamente le

1.009 tonnellate.

La tabella seguente riassume nel dettaglio, per ognuna delle azioni i risparmi energetici e ambientali

correlati, così come l’eventuale incremento della produzione da fonti rinnovabili.

Settori e azioni

Risparmio

energetico

[MWh]

Produzione di energia

rinnovabile

[MWh]

Riduzione emissioni

CO2

[t CO2]

T.1 Riqualificazione energetica degli edifici pubblici -1.093 438 -335

T.2 Riqualificazione degli impianti di illuminazione pubblica -1.884 0 -696

T.3 Efficienza nell'illuminazione votiva -156 0 -57

T.4 Efficienza nell'illuminazione semaforica -28 0 -10

TOTALE -3.161 438 -1.098

Tabella 8.2 Elaborazione Ambiente Italia

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COD: 14E108 PAGINA 155 / 282

9 IL SETTORE DEI TRASPORTI

L’ammontare complessivo del consumo di energia (nonché delle emissioni inquinanti) di un determinato

modello di mobilità dipende da diversi parametri di ordine quantitativo e qualitativo. Più in particolare

alcuni parametri concorrono a caratterizzare gli indici unitari (di consumo e emissione) associati

all’unità di percorrenza, mentre altri parametri concorrono a determinare la consistenza totale della

mobilità. Il consumo e le emissioni totali sono quindi definite dal prodotto fra indici unitari (espressi, per

esempio, in gr/km) e mobilità complessiva (espressa in km percorsi da ogni veicolo).

A parità di indici unitari di consumo e emissione, l’ammontare complessivo dei consumi e delle

emissioni risulta dunque direttamente proporzionale all’ammontare complessivo della mobilità.

Sostanzialmente, i parametri chiave nel definire l’andamento dei consumi energetici settoriali sono

riconducibili, quindi, alla distribuzione degli spostamenti da un lato e alle prestazioni dei mezzi di

trasporto circolanti dall’altro.

Ciò significa che qualsiasi politica di intervento finalizzata a una riduzione dei consumi di energia

associati alla mobilità deve necessariamente essere rivolta all’uno e/o all’altro parametro critico,

tenendo conto di un articolato insieme di fattori, riconducibili essenzialmente a tre categorie:

la trasformazione tecnologica del parco veicolare circolante a livello comunale;

l’evoluzione della domanda di mobilità sia dei passeggeri che delle merci, in relazione alle prevedibili

trasformazioni della struttura insediativa, degli stili di vita, dei livelli di produzione industriale, ecc.;

le modifiche dell’offerta di trasporto, conseguenti all’evoluzione suddetta e/o derivanti

dall’implementazione di interventi sulla rete infrastrutturale e/o sul modello di gestione del sistema

della mobilità a scala urbana.

Alla luce di quanto esposto, appare chiaro come la definizione delle strategie della pianificazione

energetica relative al settore mobilità e trasporti, si debba collocare necessariamente su tre piani di

intervento ben distinti, sia per contenuto che per implicazioni programmatiche:

interventi di carattere tecnologico;

interventi sulla domanda di mobilità;

interventi sull’offerta di trasporto.

9.1 Azioni

Nel 2010 il settore della mobilità e dei trasporti incide sul bilancio energetico dei dieci Comuni per il

20 % circa, pari a 204.052 MWh

Dalle analisi svolte nell’ambito del PAES, è emerso come il fattore energetico nel settore dei trasporti e

della mobilità nei Comuni oggetto d’indagine debba essere affrontato considerando i seguenti aspetti:

l’andamento dei consumi energetici da traffico autoveicolare, rapportato alla variazione dei parametri

unitari, a sua volta collegata alle caratteristiche del parco veicolare circolante;

il possibile contributo della mobilità motorizzata collettiva, più efficiente di quella individuale da un

punto di vista energetico, ma spesso meno efficace in termini di servizio offerto al consumatore;

il possibile ruolo della mobilità non motorizzata e delle politiche di governo della domanda;

le problematiche relative all’andamento della domanda di trasporto e all’assetto territoriale che lo

sottende;

le problematiche relative all’assetto viario e infrastrutturale che interessa il territorio dei comuni.

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PAGINA 156 / 282 APRILE 2015

È importante osservare che il potenziale complessivo di risparmio imputabile alle misure di carattere

tecnologico, deriva dalla combinazione di due fattori: da un lato, il vantaggio differenziale conseguente

alla transizione dalle tecnologiche correnti a quelle innovative; dall’altro, l’ampiezza del parco veicolare

di riferimento. È chiaro che il potenziale totale di risparmio energetico, relativo all’introduzione di un

nuovo combustibile e/o motorizzazione, risulterà tanto più ampio quanto più si rapporterà ad un parco

veicolare ampio, oggi con caratteristiche energetico-ambientali medie.

Data l’attuale configurazione delle politiche tecnologiche di settore, definite a livello nazionale e

comunitario, si prevede nel medio termine una naturale evoluzione del parco circolante verso più

elevati livelli di efficienza. Le Amministrazioni Comunali potranno, al più, amplificare i trend tendenziali

già in atto, così da garantire un decremento più marcato di consumi e delle emissioni, agendo sui

parchi veicolari di proprietà (mezzi operativi, trasporto pubblico), o avviando azioni di

regolamentazione, sensibilizzazione e informazione sul territorio.

Al di là dell’efficientamento tecnologico, risultano però necessarie adeguate politiche e misure di

intervento su domanda e offerta di mobilità, in grado di disincentivare l’utilizzo dell’auto privata e ridurre

i flussi di traffico: interventi sulla rete stradale e le infrastrutture per ridurre i flussi di traffico e migliorare

la viabilità urbana.

A questo proposito si fa presente che la circolazione rallentata o a basso livello di velocità è causa di un

consumo e un’emissione di inquinanti più elevata rispetto a percorrenze effettuate a velocita medie.

Il conseguimento degli obiettivi di riduzione dei consumi di energia nel settore della mobilità urbana,

deve pertanto prevedere una strategia integrata di lungo termine, che tuttavia può essere affrontata

solo in parte in ambito comunale. Una amministrazione comunale non ha, infatti, sempre competenza

unica o diretta, dovendosi rifare o interfacciare con livelli di programmazione e pianificazione

sovraordinati o di carattere sovracomunale, dovendo interagire e coordinarsi con un ampio insieme di

soggetti e portatori di interesse sia pubblici che privati, che a diverso titolo e a diversi livelli risultano

coinvolti nella gestione della mobilità e dei trasporti in aree urbane.

9.2 Strumenti

A livello europeo il testo di riferimento, relativamente alla mobilità urbana è il “Libro verde. Verso una

nuova cultura della mobilità urbana” (COM 2007 551) che si pone lo specifico obiettivo di creare una

nuova cultura della mobilità urbana promuovendo gli spostamenti pedonali e ciclabili, ottimizzando l’uso

delle automobili private, implementando le nuove tecnologie, sulla base degli obblighi di emissione,

creando meccanismi di limitazione del traffico, incentivando i trasporti collettivi e l’utilizzo di auto

pubbliche; tutto questo attraverso un approccio organico e programmato che permetta di valutare gli

effetti in termini di riduzione delle emissioni nel corso degli anni.

La definizione delle strategie di intervento della pianificazione energetica relativamente al settore

mobilità e trasporti, presenta dunque alcune importanti peculiarità, associate all’articolazione dei

margini di manovra propri di una politica locale.

Particolare rilevanza assume il tema della mobilità motorizzata collettiva: appare innanzitutto

necessario potenziare il trasporto pubblico urbano e soprattutto extra-urbano al fine di captare anche

l'utenza dispersa. D’altra parte, operazioni volte a captare un’utenza dispersa sul territorio utilizzando i

tradizionali mezzi di trasporto pubblico, possono rivelarsi controproducenti, da un punto di vista

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COD: 14E108 PAGINA 157 / 282

energetico, rispetto ai veicoli individuali, al di sotto di una quota minima di passeggeri trasportati. Si

tratta di una osservazione evidente, anche se raramente avanzata in sede di programmazione dei

trasporti: un mezzo che consuma più di tre volte rispetto ad una autovettura, diviene conveniente dal

punto di vista energetico solo se riesce a trasportare, in media, almeno quattro passeggeri.

Un elemento fondamentale dovrà riguardare, pertanto, l’analisi energetica dei percorsi. Nella scelta dei

percorsi si deve introdurre un fattore di consumo specifico che consenta di monitorare i consumi

energetici in funzione dei passeggeri trasportati e dei chilometri percorsi. Queste indicazioni

permetteranno di definire una classe di efficienza energetica del tragitto, e di conseguenza permettono

di pianificare i percorsi basandosi su una analisi collettiva del parco veicoli pubblico.

Un’interessante azione sempre nell’ambito del trasporto motorizzato collettivo, è quella di incentivare, in

particolare nelle aziende o imprese, l’utilizzo di più persone nella stessa macchina (car pooling) e di

forme di taxi collettivi. Si tratta di una risposta intermedia, in termini di flessibilità e di costi, tra le

autovetture private ed il servizio di trasporto pubblico.

Considerate le tendenze attese sul versante dei consumi energetici di settore, è opportuno che gli

interventi relativi alla tecnologia ed all’offerta di trasporto afferente ai diversi modi, vengano affiancati da

alcune misure direttamente associate a interventi di governo della domanda di mobilità.

Potrà essere approfondito in particolare il tema del mobility management, considerando che la

redazione del Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) consente di incentivare forme di car

pooling per gli spostamenti casa/lavoro.

Appare evidente, da quanto esposto, come il conseguimento di obiettivi di riduzione dei consumi di

energia associati alla mobilità urbana debba prevedere una strategia integrata di lungo periodo che

combini la pianificazione dei trasporti, dell'ambiente e dello spazio e sia giocata innanzitutto sul

controllo della domanda (demand side measures), oltre che sulla gestione delle infrastrutture disponibili

(supply side measures) mirata ad ottimizzarne l'uso.

Tuttavia, in questo caso la pianificazione energetica si intreccia fortemente con l’insieme delle politiche

di settore, dal momento che le misure suddette ricadono entro il più tipico campo d’azione della

programmazione dei trasporti a scala urbana, provinciale e/o regionale,

Ne consegue, allora, che le indicazioni della pianificazione energetica dovranno trovare la loro giusta

collocazione primariamente all’interno del quadro normativo-programmatico che regola il settore; il

riferimento è in particolare agli strumenti di regolamentazione urbanistica.

In tal modo, sarà possibile apprezzare le diverse possibili strategie adottabili per intervenire sui livelli di

consumo energetico del settore mobilità e trasporti, in funzione dei costi e dei vincoli che le

caratterizzano, in un ambito di confronto a livello multisettoriale.

Nell’ambito degli strumenti e delle strategie sin qui esposti, rientrano necessariamente anche specifiche

iniziative di informazione e sensibilizzazione, per un reindirizzo dei comportamenti individuali.

9.3 Obiettivi quantitativi

Lo scenario prospettato evidenzia una riduzione delle emissioni quantificata in circa 6.835 tonnellate.

La tabella seguente riassume nel dettaglio, per ognuna delle azioni i risparmi energetici e ambientali

correlati, così come l’eventuale incremento della produzione da fonti rinnovabili.

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PAGINA 158 / 282 APRILE 2015

Settori e azioni

Risparmio

energetico

[MWh]

Produzione di

energia

rinnovabile

[MWh]

Riduzione

emissioni CO2

[t CO2]

TR.1 Svecchiamento delle autovetture private -27.251 0 -6.833

TR.2 Valmabass -8 0 -2

TR.3 Bike Marecchia -246 0 -58

TR.4 Pedibus -58 0 -16

TOTALE -27.571 0 -6.911

Tabella 9.1 Elaborazione Ambiente Italia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 159 / 282

10 IL SETTORE PRODUTTIVO

Per il settore produttivo è stata valutato in bilancio lo stato dei consumi di energia e la distribuzione per

aree ATECO dei vari sotto ambiti di attività. Il quadro descritto in bilancio delinea un utilizzo di energia

abbastanza alto e pari a più del 20 % dell’energia e delle emissioni dell’intero territorio. Negli ultimi

anni, il settore ha risentito in modo pesante della crisi economica, essendo la manifattura l’ambito

principale dell’attività industriale marecchiese. Ciò ha portato, soprattutto fra 2006 e 2009 a una netta

decrescita dei consumi tanto di energia elettrica quanto degli altri combustibili utilizzati in ambito

industriale. Per questo motivo il quadro dei consumi energetici di partenza (relativo all’anno 2010) vede

già il settore produttivo contratto in termini di consumi energetici. Negli anni seguenti (2010-2013, in

base alla disponibilità delle statistiche energetiche del territorio) vedono una prosecuzione della

decrescita dei consumi di questo settore. Questa decrescita è stata considerata nel piano nella

ricostruzione dello scenario tendenziale.

10.1 Azioni

Lo scenario di intervento delineato ha individuato azioni abbastanza generalizzabili a più realtà

produttive, valutando le possibilità di efficientamento, sulla base di benchmark di settore, come pure

le possibilità di impiego di fonti energetiche rinnovabili in dipendenza dei cicli produttivi da soddisfare.

Particolare attenzione è stata posta nei confronti dei S.E.U. – Sistemi Efficienti di Utenza e alla loro

applicazione, abbinata al fotovoltaico, in ambito industriale, anche a livello di A.P.E.A.

In alternativa al fotovoltaico si potrà valutare l’installazione di impianti di produzione combinata

calore/elettricità, eventualmente sfruttando scarti di produzione, oppure all’integrazione di impianti solari

termici di grande dimensione, considerando anche gli incentivi nell’ambito del Conto Energia Termico.

Il ruolo dell’Unione di Comuni Valmarecchia in ambito industriale si esplica principalmente nelle funzioni

di supporto, indirizzo, informazione e accompagnamento che lo sportello energia può svolgere a

sostegno delle unità produttive. In questo ruolo dovrà trovare spazio anche la possibilità che le imprese

trovino nello sportello energia un interlocutore chiaro, competente e preciso, in grado di indirizzarle

verso i sistemi di incentivo e finanziamento vigenti. Nella scheda di approfondimento dedicata si fa in

particolare riferimento alle linee di finanziamento POR/FESR che nel corso dei prossimi mesi la

Regione Emilia-Romagna pubblicherà.

10.2 Strumenti

Contabilità e diagnosi energetica

Per ottenere gli obiettivi di riduzione dei consumi energetici e di incremento dell’efficienza complessiva

del comparto produttivo, è indispensabile innanzitutto orientare le aziende ad una attenta gestione del

proprio fabbisogno energetico, creando un contesto di diffusione delle informazioni che permetta di

valutare i propri indici di consumo e, contestualmente, di verificare la possibilità di adottare opportuni

miglioramenti tecnologici e gestionali.

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PAGINA 160 / 282 APRILE 2015

L’Unione di Comuni, in partnership con le associazioni di categoria, favorirà la diffusione di attività di

contabilizzazione energetica nelle imprese soprattutto quelle piccole e medie, per le quali la voce di

consumi energetici non è presa in considerazione in quanto spesso non ha un incidenza sostanziale sul

bilancio complessivo.

Energy manager

Le azioni identificate nel punto precedente possono essere realizzate con il contributo di figure

professionali appositamente formate, quali gli energy manager.

Il ruolo dell’energy manager è attualmente molto importante se si considera l’apparato normativo che si

è venuto a creare negli ultimi anni soprattutto in riferimento al recepimento della Direttiva europea

2012/27/UE. Per una rivalutazione della figura dell’energy manager è necessario che vi sia un

coinvolgimento diretto e prioritario delle associazioni industriali sia per quanto riguarda le industrie che

devono attenersi a un obbligo normativo, ma anche per le imprese di minori dimensioni. In questo caso

potrebbe risultare opportuno valutare l’ipotesi di creare dei servizi di energy management rivolti a

gruppi di imprese aventi le medesime caratteristiche produttive. È necessario, inoltre, che vengano

rafforzate le iniziative di formazione e di scambio di informazioni.

ESCO e servizi energetici

Le attività di monitoraggio e di energy management possono trovare una applicazione attraverso

l’intervento di società di servizi energetici.

È ormai abbastanza consolidata la tendenza di diversi operatori del settore allo spostamento del core

business dalla semplice vendita di impianti verso la vendita di servizi energetici. In questo ambito si

collocano ovviamente le aziende distributrici di energia e le ESCO per la realizzazione di iniziative

nell’ambito dei certificati bianchi.

Lo sviluppo dell’efficienza energetica in ambito industriale per la maturazione dei titoli è una opportunità

molto importante che potrà essere favorita da un accordo settoriale con i distributori di energia e le

ESCO operanti nel settore.

L’Unione di Comuni, in collaborazione con le associazioni delle imprese, valuterà la possibilità di

creazione di sistemi di accreditamento per i fornitori di servizi e diagnosi energetiche al fine di creare un

livello appropriato di competenza tecnica. Verrà inoltre favorita la creazione di contratti modello tra le

imprese e le società di servizi energetici.

Aree produttive

Un altro aspetto importante da considerare riguarda la possibilità di avviare azioni di efficienza

energetica o, più in generale, di gestione ambientale, non applicate a singole realtà produttive, ma a

intere aree industriali.

Le aree ecologicamente attrezzate, sistemi ormai abbastanza approfonditi in Emilia-Romagna, sono

ideali per sviluppare una progettualità strategica comune, per esempio programmando e mettendo a

punto interventi di razionalizzazione energetica e riqualificazione ambientale soprattutto rivolta alle

piccole imprese che, singolarmente, potrebbero non disporre dei mezzi adeguati.

Il collegamento delle imprese in una medesima area è una condizione che favorisce la condivisione di

problematiche comuni e l’individuazione delle soluzioni d’insieme più idonee. Inoltre può essere un

ulteriore fattore che può migliorare l’implementazione volontaria di decisioni collettivamente vincolanti e

la realizzazione e gestione di infrastrutture e servizi energetici comuni.

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COD: 14E108 PAGINA 161 / 282

L’unione di Comuni potrà valutare la possibilità di promuovere, congiuntamente ad altri enti, (comuni,

associazioni industriali, ambientaliste, ecc.), iniziative volte a definire un programma strategico di

miglioramento ambientale di un’intera area industriale.

Programmi di incentivazione economica

Per facilitare appropriati finanziamenti agli investimenti in campo energetico per le piccole e medie

imprese e per le società di servizi energetici è necessaria la collaborazione dei settori del credito che

potranno attivare iniziative specifiche.

Altre vie di finanziamento sono quelle connesse alle linee POR/FESR che la Regione sta attivando. Il

ruolo dell’Unione si esplica nell’indirizzo e nell’informazione rivolta al settore.

Informazione

Uno dei limiti all’introduzione dell’efficienza energetica nei sistemi industriali è spesso la carenza di

informazioni sulle possibilità tecniche, economiche e finanziarie.

È quindi importante creare un sistema in cui tali informazioni possano essere accessibili all’utenza

finale in forma trasparente. Gli operatori del settore costituiscono uno dei punti di riferimento

fondamentali in questo sistema informativo.

10.3 Obiettivi quantitativi

Lo scenario prospettato evidenzia una riduzione delle emissioni quantificata in circa 23.912 tonnellate.

Settori e azioni

Risparmio

energetico

[MWh]

Produzione di

energia

rinnovabile

[MWh]

Riduzione

emissioni CO2

[t CO2]

I.1 Efficienza energetica nel settore produttivo -104.707 0 -23.912

TOTALE -104.707 0 -23.912

Tabella 10.1 Elaborazione Ambiente Italia

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PAGINA 162 / 282 APRILE 2015

11 LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI

Come già ampiamente descritto nella premessa a questo documento, la definizione della strategia di

intervento al 2020 si è basata su un approccio integrato e cioè su considerazioni riguardanti sia

l’aspetto della domanda che l’aspetto dell’offerta di energia a livello locale. Il punto fondamentale di

questo approccio ha riguardato la necessità di basare la progettazione delle attività sul lato dell’offerta

di energia in funzione della domanda di energia, presente e futura, dopo aver dato a quest’ultima una

forma di razionalità che ne riduca la dimensione. Il contenimento dei consumi energetici mediante

l’eliminazione degli sprechi, la crescita dell’efficienza, l’abolizione degli usi impropri, devono

rappresentare, quindi, la premessa indispensabile per favorire lo sviluppo delle fonti energetiche

alternative, in modo da ottimizzarne il relativo rapporto costi/benefici rispetto alle fonti fossili

Partendo da questo assunto e sulla base dei margini di intervento al 2020 rilevati sul lato domanda

locale di energia, obiettivo primario del PAES per quanto riguarda l’offerta locale di energia, è lo

sviluppo della generazione da rinnovabili di tipo diffuso, basata primariamente sulla tecnologia del

solare termico per la produzione di ACS - così come già descritto nella sezione dedicata al settore

residenziale – e la tecnologia fotovoltaica integrata in strutture edilizie.

La tecnologia fotovoltaica può essere considerata fra le fonti rinnovabili maggiormente promettenti a

medio e lungo termine, grazie alle sue caratteristiche di modularità, semplicità, affidabilità e scarsa

richiesta di manutenzione. Tali peculiarità la rendono particolarmente adatta all’integrazione

architettonica, che si delinea senza dubbio come l’ambito di intervento con le maggiori potenzialità di

sviluppo soprattutto in ambiente urbano.

È proprio in questa direzione che ha inteso delinearsi la strategia di intervento al 2020, focalizzandosi

sulla diffusione di impianti integrati in strutture edilizie, sia esistenti che di nuova costruzione e sulla

contabilizzazione dell’ampio parco impianti attualmente esistente nei comuni oggetto di analisi.

11.1 Azioni

Le tendenze in atto negli ultimi anni e rilevate a livello comunale, evidenziano un generale e marcato

incremento delle installazioni fotovoltaiche legato a un quadro normativo-programmatico e di incentivo

(il riferimento è ai primi cinque “conto energia”) particolarmente favorevole, che ha garantito tempi di

ritorno accettabili - e reso quindi l’investimento allettante sia per gli utenti finali sia per investitori che ne

hanno valutato il guadagno economico sul lungo periodo – e portato contemporaneamente ad una

riduzione dei costi della tecnologia.

L’integrazione negli edifici di nuova edificazione, rappresenta, in generale, l’area di intervento più

promettente. Il costo dell’installazione del sistema fotovoltaico rappresenta infatti un costo evitato che

può andare a diminuire quello complessivo dell’edificio, se consideriamo il fatto che i moduli possono

diventare “elementi costruttivi”, che vanno quindi a sostituire parti costitutive dell’edificio, come tegole o

vetri delle facciate. In aggiunta, l’applicazione su edifici di nuova edificazione, può presentare minori

vincoli di tipo architettonico e urbanistico rispetto ad una integrazione su edifici già esistenti.

A livello nazionale lo stimolo all’integrazione in edifici di nuova costruzione è chiaramente espresso in

più parti del quadro normativo vigente; in particolare il D.lgs 28/2011 prevede, nel caso di edifici nuovi o

edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, l’installazione di impianti per la produzione di energia

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COD: 14E108 PAGINA 163 / 282

elettrica da fonti rinnovabili in modo tale da garantire una potenza minima P = 1xS/K, dove S è la

superficie in pianta dell’edificio al livello del terreno e 1/K è un coefficiente che assume i seguenti valori:

0,013, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 31 maggio 2012 al 31

dicembre 2013;

0,015, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 1° gennaio 2014 al 31

dicembre 2016;

0,02, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 1° gennaio 2017

In considerazione delle tendenze in atto rilevate sul territorio, la specifica strategia d’intervento

delineata nel PAES relativamente alla tecnologia fotovoltaica, intende porsi come “addizionale” e

mantenere se non amplificare i trend di diffusione prospettabili, attraverso l’implementazione di politiche

mirate in particolare a favorirne l’integrazione edilizia. Le azioni e gli interventi che sottendono tale

strategia e che caratterizzano lo scenario obiettivo al 2020 riguardano, in particolare, la diffusione di

impianti integrati su edifici residenziali di nuova costruzione.

11.2 Strumenti

La strategia complessiva delineata dal PAES relativamente alla tecnologia fotovoltaica, prevede la

definizione e l’attivazione di specifici strumenti volti a:

promuovere e sostenere l’utilizzo di impianti fotovoltaici per la copertura dei fabbisogni elettrici

degli edifici;

diffondere prassi costruttive finalizzate ad ottimizzare l’integrazione degli impianti fotovoltaici;

diffondere prassi comportamentali per una corretta installazione ed un corretto uso degli

impianti al fine di ottimizzare l’efficienza del sistema edificio-impianto.

La cogenza di alcuni requisiti, la costruzione di meccanismi finanziari mirati, le modalità autorizzative e

di controllo, l’informazione e la sensibilizzazione sono tra i principali strumenti operativi individuati.

Tra gli strumenti di maggiore efficacia si pone, in particolare, l’integrazione nell’apparato normativo, di

riferimento per la pianificazione urbanistica ed edilizia (RUE), di norme specifiche relative ai criteri di

installazione in grado di garantite il raggiungimento di opportuni standard di integrazione edilizia e di

efficienza complessiva del sistema edificio-impianto.

Le amministrazioni comunali valuteranno, in particolare, l’opportunità di definire e introdurre nel RUE

prescrizioni e livelli prestazionali minimi cogenti di potenza installabile più stringenti rispetto a quanto

definito dalla normativa nazionale vigente.

Lo stesso regolamento, inoltre, potrà dettagliare gli obblighi a cui sono sottoposti i costruttori deroganti

e i casi specifici di deroga all’obbligo. Le cause di deroga possono essere definite sia in base alla non

convenienza in termini di orientamento dell’impianto, sia nei casi di installazione in zone vincolate sia

nei casi di ridotte dimensioni della superficie di copertura tali da non permettere il rispetto della cogenza

complessiva. Nei casi di deroga potrà essere introdotto un meccanismo di tipo compensativo legato alla

produzione fisica di energia dell’impianto, in parte o totalmente non realizzato, compensata dalla

maggiore efficienza di involucro o impianto dell’edificio stesso.

Spostando il discorso dal punto di vista economico, è necessario individuare gli strumenti e gli attori

che siano in grado di supportare la diffusione degli interventi su ampia scala.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 164 / 282 APRILE 2015

In tale ambito le Amministrazioni potranno proporsi come referenti per la promozione di tavoli di lavoro

e/o accordi di programma con i soggetti pubblici o privati che, direttamente o indirettamente e a vari

livelli, partecipano alla gestione dell’energia sul territorio. Obiettivo sarà delineare le modalità di

costruzione di partnership operative pubblico-private, finalizzate all’attivazione di meccanismi finanziari

innovativi in grado anche di valorizzare risorse e professionalità tecniche locali.

Tra questi in particolare:

gruppi di acquisto (GAS) di impianti solari fotovoltaici “chiavi in mano” per la riduzione dei costi,

attraverso accordi con produttori, rivenditori o installatori;

attivazione di sistemi di azionariato diffuso per il finanziamento di impianti di potenza che possano

accogliere le quote solari di utenze vincolate o in generale di utenze non idonee alla integrazione di

sistemi solari;

collegamento con istituti di credito per l’apertura di canali di prestiti agevolati agli utenti finali per la

realizzazione degli interventi;

collaborazioni con investitori privati, società energetiche ed ESCO.

Iniziative come i G.A.S. o l’azionariato diffuso si sviluppano bene soprattutto a livello locale, ma è

importante che vi sia l'ambiente legislativo adatto, eventuali coperture di garanzia, la disponibilità

iniziale di fondi di rotazione ecc. e risulta quindi centrale il ruolo dell’Ente Pubblico per la loro

promozione. Processi economici concertativi quali i gruppi di acquisto o di azionariato diffuso, in

particolare, se affiancati da attori istituzionali e di mercato in grado di garantire solidità e maturità delle

tecnologie, permettono la diffusione su ampia scala di impianti e tecnologie, che altrimenti seguirebbero

logiche ben più complesse legate a diversi fattori di mercato. Favorire l’aggregazione di più soggetti in

forme associative, garantisce un maggior potere contrattuale nei confronti di fornitori di impianti e

apparecchiature, fornendo allo stesso tempo una sorta di “affiancamento” nelle scelte di acquisto. Con

il contemporaneo coinvolgimento anche di altri attori, quali gli istituti di credito e bancari per il sostegno

finanziario e l’amministrazione pubblica locale, si può riuscire a garantire l’ottimizzazione dei risultati in

termini riduzione dei prezzi per unità di prodotto e rapidità e affidabilità nella realizzazione degli

interventi.

Una compiuta integrazione dei sistemi fotovoltaici in edilizia non può limitarsi agli aspetti puramente

architettonici o tecnologici, ma si deve necessariamente estendere ad una valutazione più ampia che

consideri anche le caratteristiche energetiche degli edifici sui quali si andranno ad installare gli impianti

e la possibilità di intervenire su di essi al fine di incrementarne l’efficienza complessiva. Le iniziative

riguardanti l’integrazione di impianti fotovoltaici in strutture edilizie, verranno quindi promosse o

incentivate nell’ambito di progetti integrati che prevedano anche interventi sul lato domanda di energia,

in grado di ridurre e razionalizzare i consumi delle strutture, di migliorarne le prestazioni e l’efficienza a

monte dell’installazione degli impianti stessi.

Lo sviluppo e la diffusione della tecnologia fotovoltaica dipende da un ampio numero di soggetti:

produttori, venditori, installatori, progettisti, architetti, costruttori, distributori di energia elettrica, ecc.. Al

di là degli obblighi di legge, delle prescrizioni e degli strumenti di supporto finanziario, è indispensabile

allora mettere in atto altre iniziative che stimolino l'applicazione diffusa della tecnologia mettendone in

risalto le potenzialità. Il primo passo importante è l’organizzazione e la realizzazione di campagne

integrate per informare, sensibilizzare e formare la domanda quanto l’offerta.

In tale contesto l’Amministrazione comunale intende riconoscere, innanzitutto, un ruolo centrale alle

attività di sensibilizzazione e comunicazione rivolte agli utenti finali, finalizzate a fornire informazioni

sulla tecnologia, sulle modalità di installazione e utilizzo più appropriate, sul funzionamento dei

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COD: 14E108 PAGINA 165 / 282

meccanismi di sostegno finanziario attivi e accessibili. Verranno promosse quindi iniziative mirate e

declinate in ragione degli ambiti di intervento, delle azioni e degli obiettivi individuati nel PAES, con il

coinvolgimento degli operatori socio-economici operanti sul territorio (progettisti, imprese di costruzioni,

manutentori, installatori, rivenditori) e loro associazioni. L’integrazione tra l’industria fotovoltaica, quella

edilizia ed il mondo dei progettisti, per ottimizzare l’inserimento del modulo fotovoltaico nella

progettazione e nella fase realizzativi si ritiene sia di fondamentale importanza. Qualora, infatti, non si

creassero queste sinergie in un programma di sostegno ed incentivazione, i benefici ottenibili con

l’integrazione architettonica del fotovoltaico non porterebbero essere massimizzati. La disponibilità di

professionisti qualificati (installatori, architetti, progettisti, ecc) appare quindi cruciale per la diffusione

della tecnologia. Essi infatti agiscono come consulenti diretti dei proprietari di abitazioni private e

giocano perciò un ruolo chiave per l’avvio del mercato.

Un ultimo riferimento va fatto ai sistemi di incentivo che negli anni hanno sostenuto in misura molto

forte la diffusione di questi impianti a livello nazionale. A partire dall’estate 2013 i meccanismi di

incentivo per la tecnologia fotovoltaica si sono esauriti. Oggi l’unico sistema incentivante esistente è

rappresentato dalle detrazioni fiscali del 50 % (ex 36 %). Il meccanismo di detrazione fiscale permette

al privato che realizza l’impianto la possibilità di detrarre, in sede di dichiarazione dei redditi, il 50 % dei

costi sostenuti in 10 rate annuali. Considerando una riduzione importante del costo di questa tecnologia

nel corso degli ultimi anni e considerando anche il risparmio economico derivante dall’autoproduzione

dell’energia elettrica e quindi dal mancato prelievo della stessa dalla rete elettrica si ritiene che nel

corso di un decennio resti garantita la possibilità di abbattere l’investimento sostenuto.

Le prospettive future riconoscono un ruolo di rilievo al piccolo impianto (1 - 5 kW), dimensionato per

servire l’utenza a cui è asservito. Quest’ultima, per ottimizzare il rendimento economico, deve

programmarsi in modo da rendere contemporanei alla produzione la più parte dei consumi elettrici.

Nel medio periodo si ritiene che anche la realizzazione di impianti off grid “con batteria” rappresenti un

ambito interessante che accompagni sempre più verso l’autosufficienza energetica e la capillare

diffusione di sistemi di generazione distribuita.

11.3 Obiettivi quantitativi

La riduzione delle emissioni conseguibile al 2020 a seguito della realizzazione delle azioni previste

dalla strategia di intervento messa a punto e descritta precedentemente, rappresenta una fra le quote

più elevate di riduzione con circa 16.000 tonnellate di riduzione.

La tabella seguente riassume nel dettaglio, per ognuna delle azioni i risparmi energetici e ambientali

correlati, così come l’eventuale incremento della produzione da fonti rinnovabili.

Settori e azioni

Risparmio

energetico

[MWh]

Produzione di

energia

rinnovabile

[MWh]

Riduzione

emissioni CO2

[t CO2]

FER.1 Impianti fotovoltaici integrati in edifici di nuova costruzione 0 286 -113

FER.2 Impianti fotovoltaici volontari 2010/2015 0 18.923 -7.456

FER.3 Impianti fotovoltaici + storage nell’ambito di GAS 0 1.989 -784

FER.4 Sistemi Efficienti di Utenza (SEU) in ambito industriale 0 5.680 -2.238

FER.5 Impianti fotovoltaici su edifici pubblici 0 1.518 -598

FER.6 Potenziale idroelettrico ed eolico derivante dal progetto TERRE 0 12.182 -4.800

TOTALE 0 40.578 -15.989

Tabella 11.1 Elaborazione Ambiente Italia

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PAGINA 166 / 282 APRILE 2015

LE SCHEDE D’AZIONE

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COD: 14E108 PAGINA 167 / 282

PREMESSA

La parte seguente di questo documento è strutturata in “schede d’azione” finalizzate a descrivere ogni

azione selezionata nell’ambito del Piano d’Azione, e che rappresentano la “roadmap” del processo di

implementazione del PAES. Le schede riportano, infatti, le caratteristiche fondamentali degli interventi

considerando, in particolare, la loro fattibilità tecnica, i benefici ambientali connessi in termini di

riduzione delle emissioni di gas climalteranti, i soggetti coinvolti, le tempistiche di sviluppo.

Le schede sono denominate con un codice identificativo, attraverso la lettera del settore di attinenza e

attraverso il numero seguente della specifica linea d’azione. Lo schema di disaggregazione delle

schede segue lo stesso schema di suddivisione del Bilancio energetico (B.E.I. Baseline Emission

Inventory):

R = residenziale

T = terziario pubblico

TR = trasporti e mobilità

I = industria

FER = produzione locale di energia da fonti rinnovabili

Ogni scheda si compone di una sintesi e di una parte analitica in cui viene descritta la linea d’azione e

vengono sintetizzate le valutazioni di calcolo e le simulazioni effettuate. Tutte le sintesi contengono

un’indicazione:

dei principali obiettivi che la specifica linea d’azione si pone;

dei soggetti ritenuti potenzialmente promotori, coinvolgibili ed interessati alla linea d’azione

specifica;

della struttura responsabili a livello di amministrazione comunale della linea d’azione;

della strategia sintetica messa in atto dalla linea d’azione;

dell’interrelazione con i principali strumenti pianificatori locali che possono recepire le

indicazioni contenute nella linea d’azione;

delle principali fonti di finanziamento o incentivazione applicabili agli interventi prospettati dalla

linea d’azione;

dei risparmi conseguibili in termini energetici e di emissione in un anno attraverso la

realizzazione degli interventi prospettati.

In quasi tutte le schede viene delineato un doppio scenario:

il primo denominato “tendenziale” e rappresentativo della naturale evoluzione del sistema

energetico comunale attraverso il quadro delle norme e degli incentivi attualmente vigenti ai

livelli sovraordinati;

il secondo denominato “obiettivo” e rappresentativo della maggiore incidenza derivante dalle

politiche comunali.

La ricostruzione dei due scenari permette di evidenziare (in termini di minor consumo energetico, di

maggiore riduzione delle emissioni) l’addizionalità derivante dalle scelte dell’Amministrazione. Si ritiene

che questa addizionalità risulti fondamentale nelle forme di pianificazione energetica; in mancanza di

questa il Piano d’azione delineerebbe solo l’evoluzione naturale del sistema.

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PAGINA 168 / 282 APRILE 2015

SCHEDA 0

Sportello energia intercomunale

Obiettivi

▪ Promozione delle energie rinnovabili e il risparmio energetico nelle abitazioni;

▪ Istituzione di uno sportello informativo in materia energetica rivolto ai cittadini;

▪ Realizzazione di impianti (es. fotovoltaici) tramite costituzione di G.A.S. (Gruppi di acquisto solidale) al fine di

ottenere maggiori economie di scala;

▪ Promozione della fornitura di impianti e di servizi da parte di aziende locali.

Soggetti promotori

Unione di Comuni Valmarecchia

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Uffici tecnici comunali

Soggetti coinvolti

Comuni, Utenti finali, Tecnici progettisti, Imprese di costruzione, Termotecnici.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali, Tecnici progettisti, Imprese di costruzione, Termotecnici

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Istituzione di uno sportello energia intercomunale

Tra le iniziative in campo energetico di maggior rilevanza, per i risultati concretamente ottenibili, rientra

senza dubbio il progetto di uno “Sportello Energia Pubblico Intercomunale” realizzato in partnership con

i nove Comuni dell’associazione ed eventualmente anche con altri comuni limitrofi.

Il servizio dovrà essere inquadrabile come “sportello” pubblico intercomunale che si occupi di

promuovere il risparmio energetico e le energie rinnovabili presso i cittadini e le piccole imprese

dell’Unione di Comuni Valmarecchia con l’obiettivo principale di dimostrare che è possibile rispettare

l’ambiente, creare nuovi posti di lavoro e stimolare un’economia responsabile nel territorio.

Un esempio, in tal senso, è rappresentato da “PubblichEnergie”, sportello sviluppato e sostenuto dalla

Comunità Montana Belluno Ponte nelle Alpi e dall’Associazione di comuni alpini Alleanza nelle Alpi.

PubblichEnergie è una struttura tecnica con funzioni di sportello in grado da un lato di sovraintendere e

gestire l’attivazione dei meccanismi necessari alla realizzazione e diffusione di azioni in campo

energetico (servizio di back-office) e, dall’altro, di fornire un servizio d’informazione e consulenza diretta

(front-office) ai cittadini e agli utenti privati del territorio.

Tra le principali mansioni in capo a uno sportello energia rientrano quindi:

consulenza sugli interventi possibili in ambito energetico mediante lo sportello comunale dislocato

sul territorio, realizzata da operatori formati, motivati e coinvolti nei temi trattati;

promozione del risparmio energetico e dell’uso delle fonti rinnovabili di energia attraverso la

realizzazione di campagne d’informazione e formazione per cittadini e tecnici;

gestione dei rapporti con gli attori potenzialmente coinvolgibili nelle diverse iniziative (produttori,

rivenditori, associazione di categoria e dei consumatori, altri comuni);

progettazione e coordinamento operativo di modelli finanziari “cooperativi”;

consulenza sui costi d’investimento, gestione degli interventi, meccanismi di finanziamento, vincoli

normativi e meccanismi incentivanti.

Più nello specifico, in riferimento alle attività di front-office, lo sportello fornirà ai cittadini e alle imprese

locali informazioni di base sulle tecnologie di risparmio energetico nelle abitazioni o in azienda e sul

loro utilizzo (impianti di riscaldamento, di raffrescamento, illuminazione, ecc.), sugli impianti a fonti

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COD: 14E108 PAGINA 169 / 282

rinnovabili, sul loro funzionamento e, in entrambi i casi, sulle modalità migliori d’installazione, con

informazioni inerenti gli aspetti normativi a essi collegati. Rispetto a tali temi, inoltre, lo sportello potrà

garantire assistenza agli utenti in merito agli incentivi fiscali, alle agevolazioni e ai contributi statali e

regionali, mette a disposizione informazioni di base relative all’iter amministrativo per l’ottenimento di

autorizzazioni e nulla osta e offrirà la possibilità di accedere al parere di esperti per la valutazione di

casistiche specifiche particolarmente complesse o che necessitano d’interventi specialistici.

Gli sportelli dovranno prevedere l’attivazione su almeno una giornata a settimana per singolo comune

aderente e avere una sede fissa e allestita, presso il singolo comune, di consulenza. Potranno

accedere al servizio i residenti di tutti i Comuni aderenti anche fruendo di uno sportello ubicato in un

Comune diverso dal proprio.

Oltre agli sportelli comunali, il sistema potrà prevedere anche uno sportello di consulenza telefonica e

uno sportello di consulenza skype e internet.

Per quanto riguarda le attività di back-office, il servizio dovrà occuparsi di seguire e supportare lo

sviluppo d’interventi e iniziative nel campo del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili e garantirne

la concreta diffusione a livello locale, attraverso:

la promozione, la progettazione e il coordinamento operativo d’iniziative quali G.A.S. o sistemi

azionariato diffuso;

la promozione e il coordinamento di accordi di programma con portatori d’interesse locali e

operatori finanziari e del mercato dell’energia;

l’organizzazione di momenti formativi per cittadini e operatori sia del settore privato sia pubblico;

l’organizzazione d’iniziative di formazione ed educazione nelle scuole, forum e laboratori

tematici per e con la cittadinanza.

Il carattere peculiare dei percorsi partecipati è la fedeltà al principio guida dei G.A.S. del pieno

coinvolgimento del cittadino aderente, che dev’essere sempre parte attiva, consapevole, informata.

I criteri generali di scelta degli interventi e delle tecnologie fanno riferimento ai benefici a cascata

ottenibili, come quelli che valorizzano le forniture e il lavoro a chilometri zero, i materiali e le tecnologie

di qualità ed ecocompatibili, il prezzo equo che non transige sul rispetto delle norme di sicurezza sul

lavoro e garantisce il giusto reddito alle maestranze.

Acquistando assieme, i cittadini possono contare sull’assistenza dei comuni e risparmiare (circa il 15%

rispetto ai prezzi di mercato).

In tre anni PubblichEnergie, esempio citato all’inizio di questa scheda, ha incontrato 3.500 cittadini,

realizzato, grazie all’attivazione di GAS, 270 impianti fotovoltaici di piccole dimensioni su tetti di case e

piccole aziende in 32 comuni bellunesi per un totale di 1.400 MWh di energia prodotta all’anno, dando

lavoro per 4 milioni di euro a una ventina d’imprese, tecnici e artigiani locali.

Attualmente PubblichEnergie sta affrontando concretamente anche il tema del risparmio energetico

nelle abitazioni, informando e organizzando gruppi di acquisto su analisi termografiche, serramenti in

legno ad elevate prestazioni, cappotti termici, impianti solari termici, pompe di calore elettriche per

acqua calda sanitaria.

Sono già attive varie convenzioni con aziende del territorio per interventi di:

riqualificazione tetto

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 170 / 282 APRILE 2015

pompa di calore per produzione di acqua calda sanitaria,

diagnosi termografiche

fotovoltaico con sistemi di accumulo energia

E in via sperimentale per:

isolamento in cellulosa

serramenti ad elevate prestazioni

controllo umidità di risalita

diagnosi impianti termici con proposta d'intervento

analisi termografica

installazione di caldaie a condensazione

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 171 / 282

IL SETTORE RESIDENZIALE

SCHEDA R.1 Riqualificazione degli involucri nell’edilizia esistente

Obiettivi

Riduzione dei consumi di combustibili utilizzati per la climatizzazione invernale

Riduzione delle emissioni di CO2 nel settore residenziale

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Uffici tecnici comunali

Soggetti coinvolgibili

Tecnici progettisti, Imprese di costruzione, Termotecnici.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali, Tecnici progettisti, Imprese di costruzione, Termotecnici

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Sostituzione di serramenti in 1.762 U.I. (8 % delle U.I.) entro il 2020 a cui corrisponde una riduzione dei consumi

energetici pari a 3.120 MWh rispetto al 2010

Coibentazione delle strutture opache orizzontali di copertura in 441 U.I. (2 % delle U.I.) entro il 2020 a cui

corrisponde una riduzione dei consumi energetici pari a 861 MWh rispetto al 2010

Coibentazione delle pareti verticali in 235 U.I. (1 %) entro il 2020 a cui corrisponde una riduzione dei consumi

energetici pari a 162 MWh rispetto al 2010

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

RUE

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Decreto Legislativo n°192 19 agosto 2005 e s.m.i.

Delibera n°156 4 marzo 2008 e smi

Sistemi di finanziamento applicabili

Detrazione d’imposta del 55 %. Legge 27 dicembre 2006 n° 296 commi 344, 345.

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 05, 06, 20.

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 252.331 250.165 248.189

Emissioni in t diCO2 44.848 44.464 44.113

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -4.142 MWh -734 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -1.976 MWh -350 t

44.464

44.848

44.113

43.600

43.800

44.000

44.200

44.400

44.600

44.800

45.000

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

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PAGINA 172 / 282 APRILE 2015

L’utenza termica del settore residenziale, sia perché interessante per l’entità dei consumi e il livello di

approfondimento delle analisi che è stato possibile svolgere, sia per l’ampia gamma di possibili

interventi fattibili e che presuppongono un coinvolgimento e un adeguato approccio culturale da parte

dell’operatore e dell’utente, può rappresentare un campo di applicazioni in cui sarà possibile favorire

una svolta nell’uso appropriato delle tecnologie edilizie con dirette implicazioni in ambito energetico.

Le tendenze indicate dall’analisi della situazione attuale registrano un consumo complessivo di energia

per la climatizzazione invernale in questo settore di 252 GWh, pari al 25 % circa dei consumi registrati

nei dieci Comuni analizzati. I Comuni di Santarcangelo di Romagna e Verucchio, in valore assoluto,

registrano i consumi più elevati. Le variazioni registrate fra comune e comune si legano principalmente

alla componente demografica; infatti, da un punto di vista climatico i comuni sono fra loro omogenei. Il

grafico a destra, invece, evidenzia il rapporto fra consumi per il riscaldamento delle abitazioni e

consumi complessivi comunali. Il diverso peso percentuale (a Casteldelci, Maiolo e Sant’Agata Feltria il

riscaldamento delle abitazioni rappresenta più del 35 % del bilancio energetico, mentre a Poggio

Torriana, San Leo e Talamello meno del 20 %) si giustifica considerando la dimensione comunale degli

altri settori (in particolare terziario e industria): nei territori in cui il comparto produttivo e quello dei

servizi sono più sviluppati, si riduce l’incidenza del riscaldamento residenziale.

Grafico R.1.1 Elaborazione Ambiente Italia

La maggiore esigenza di comfort dei nuovi edifici e degli edifici esistenti determina, nel corso dei

prossimi anni, sempre maggiori consumi che possono essere ridotti, attraverso nuovi standard di

edificazione, senza intaccare l’esigenza di un miglior comfort. Infatti, senza l’applicazione di specifici

interventi in questo settore, nel corso dei prossimi anni non si prospetta una svolta significativa in

termini di riduzione dei consumi, nemmeno a livello specifico, ma una tendenza all’incremento legata

principalmente all’incremento degli abitanti insediati. A questa tendenza va dedicata particolare

attenzione, poiché è fondamentale che alla maggiore esigenza di comfort corrisponda un miglioramento

degli standard costruttivi, anche superiore rispetto alle cogenze nazionali e regionali di riferimento.

La realizzazione di nuovi edifici a basso consumo energetico oggi è più semplice, anche perché

accompagnata da una produzione normativa che spinge decisamente tutto il settore in questa

direzione, ma il grande potenziale di risparmio si trova nell’edilizia esistente: la qualità dei programmi di

efficientizzazione, la penetrazione sul territorio, l’obbligo di rispettare alcuni requisiti, la costruzione di

meccanismi finanziari dedicati ad azioni per il risparmio di energia, sono alcuni fra gli strumenti operativi

che permetteranno la riduzione del fabbisogno, senza ostacolare il raggiungimento di maggiori livelli di

comfort.

2.891 4.782

32.545

17.91724.242

16.271 14.008

87.857

4.601

47.216

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

90.000

100.000

Ca

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ldelc

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mag

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ello

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rucc

hio

[MW

h]

Consumi per il riscaldamento invernale nel settore della residenza

64% 62%

78%72%

83% 81%

64%75%

81%74%

36% 38%

22%28%

17% 19%

36%25%

19%26%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

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[MW

h]

Incidenza dei consumi per il riscaldamento delle abitazioni rispetto ai consumi totali comunali

Altro Riscaldamento

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COD: 14E108 PAGINA 173 / 282

In altri termini, come descritto in questa e nelle prossime schede dedicate agli usi termici del settore

residenziale, il raggiungimento di un obiettivo di riduzione complessiva delle emissioni di CO2 passa

prioritariamente attraverso una strategia di riduzione dei consumi dell’edificato esistente.

Le possibilità di maggiori efficienze negli edifici esistenti fanno riferimento a scenari d’intervento

nell’ambito dei quali si prospetti la riqualificazione energetica di parte del patrimonio edilizio nel corso

dei prossimi anni. Questa è un’azione molto lenta se non stimolata con opportuni meccanismi

d’incentivo. Per questo motivo, già a livello nazionale, è stato definito un quadro d’incentivi utili proprio

a sostenere la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio e impiantistico esistente. L’edificato

esistente è infatti un ambito privilegiato d’intervento: si pensi che a livello urbano, in genere, la quota di

consumi attribuibili, nei prossimi 10-15 anni, al nuovo edificato (costruito in modo più prestante rispetto

all’esistente) è limitata se confrontata con l’energia finale attribuibile all’edificato esistente.

Il livello più elevato di efficienza energetica, come è ovvio, si ottiene quando essa viene posta come

obiettivo prioritario fin dal progetto, in quanto in quella fase è possibile prendere in esame tutte le

componenti che concorrono al miglior risultato: dalla zona climatica fino al posizionamento, dai materiali

da costruzione alla possibilità di utilizzo di fonti rinnovabili, dagli impianti di condizionamento fino alla

progettazione dei sistemi di illuminazione degli ambienti interni. Ma il patrimonio edilizio italiano è

costituito in grande prevalenza da edifici che hanno involucri e impianti con bassi livelli di efficienza;

proprio dal risanamento di questo parco edilizio ci si aspetta di ottenere una diminuzione sostanziale

dell'energia consumata nel settore civile.

Gli interventi sull’involucro rappresentano il primo step del retrofit energetico dell’edilizia esistente.

Infatti si ritiene sempre utile ridurre le dispersioni dei fabbricati prima di operare sul lato impiantistico.

L'involucro costituisce la "pelle" dell’edificio, regolando i contatti e gli scambi di energia con l'esterno.

Tanto più l'involucro è adatto a isolare tanto più è energeticamente efficiente.

Il ventaglio di interventi realizzabili per migliorare la performance di un involucro è molto ampio e

adattabile anche in base alle specificità dell’edificio oggetto di intervento. La scelta, generalmente, è

dettata dall'analisi delle caratteristiche costruttive dell'edificio e dal suo posizionamento, oltre che dai

materiali utilizzati nella realizzazione delle pareti stesse, dalle possibilità di coibentare dall’interno o

dall’esterno.

A livello nazionale lo stimolo alla riqualificazione è chiaramente espresso in più parti del quadro

normativo vigente:

il D.lgs. 192/2005 e s.m.i. impone caratteristiche nuove per l’involucro edilizio e gli impianti, più

stringenti di quanto l’edificato esistente attesti (le indicazioni contenute nelle normative citate

fanno riferimento sia al nuovo costruito sia all’edificato esistente);

anche gli obblighi di certificazione energetica degli edifici, introdotti a livello europeo e poi a

livello nazionale e regionale, sono volti sia a formare una coscienza del risparmio nel

proprietario della singola unità immobiliare, sia a ricalibrare il valore economico dell’edificio sul

parametro della classe energetica a cui lo stesso afferisce;

anche la Regione Emilia-Romagna, con la Delibera n° 156 del 16 novembre 2007 e s.m.i.

“Approvazione atto di indirizzo e coordinamento sui requisiti di rendimento energetico e sulle

procedure di certificazione energetica degli edifici” e con il Piano Energetico Regionale (PER)

approvato con Delibera n° 141 del 14 novembre 2007 ha definito norme e criteri progettuali

finalizzati a migliorare l’efficienza energetica degli edifici sia attraverso il recepimento della

normativa sovraordinata sia attraverso la definizione di caratteristiche tecniche e costruttive per

interventi di bioedilizia;

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 174 / 282 APRILE 2015

inoltre, lo stimolo a far evolvere il parco edilizio deriva prioritariamente dal pacchetto di incentivi

che, già dal 2007, permette di detrarre il 55 % (aliquota potenziata al 65 % fino alla fine del

2015, in base alla normativa vigente nel momento in cui è stato redatto questo documento) dei

costi sostenuti per specifiche attività di riqualificazione energetica degli edifici dalla tassazione

annua a cui il cittadino è soggetto (IRPEF/ILOR).

Nonostante a livello nazionale sia già presente un quadro così elaborato, l’Unione di Comuni

Valmarecchia, così come tanti altri Comuni hanno già fatto, valuterà la possibilità di strutturare altre

modalità, aggiuntive rispetto a quelle che lo stato o la Regione Emilia-Romagna hanno definito, al fine

di sostenere la riqualificazione dell’edificato esistente.

Questi sistemi potranno essere basati su:

ulteriori forme di incentivazione alla riqualificazione dell’involucro e allo svecchiamento degli

impianti attraverso meccanismi che le amministrazioni potranno controllare e monitorare per

valutarne nello specifico l’efficacia;

attività di consulenza e supporto al cittadino e al tecnico, meglio descritte nella scheda dedicata

allo Sportello energia (Scheda 0);

procedure finalizzate allo snellimento degli iter autorizzativi per la realizzazione di interventi.

Inoltre, l’Unione di Comuni Valmarecchia, nell’ambito delle prossime attività di modifica della

strumentazione urbanistica, si doterà di un Allegato Energetico al RUE o comunque valuterà la

possibilità di inserire nel RUE una sezione dedicata alla determinazione dei parametri di prestazione

energetica riferiti a interventi di ristrutturazioni di involucri o impianti in fabbricati esistenti.

L’Allegato energetico potrà prevedere requisiti prestazionali più stringenti, debitamente valutati, rispetto

a quanto definito dalla normativa vigente. L’obiettivo di applicare requisiti vincolanti più forti rappresenta

il primo vero passo della politica energetica dei dieci Comuni. L’intento non è solo quello di imporre una

normativa più rigida ma di garantire, attraverso l’applicazione di obblighi maggiori, un maggiore

risparmio energetico in fase di gestione e un più rapido rientro economico legato a interventi di

efficientizzazione energetica dei fabbricati. Si ritiene che possa essere utile, nelle ristrutturazioni,

seguire la logica del “cogliere l’occasione”.

Per esempio, l’occasione del rifacimento del manto impermeabilizzante o di altri interventi di

manutenzione straordinaria può essere quella giusta per installare piccoli spessori di materiale coibente

che garantiscano un miglioramento della tenuta del fabbricato oggetto di intervento.

Una tecnica interessante in questo contesto è rappresentata dalle coibentazioni tramite posa in opera

sui prospetti di intonaci termocoibenti. L’ambito di applicazione preferenziale riguarda quel nucleo di

fabbricati in cui risulti più complesso realizzare una cappottatura tradizionale in virtù della tipologia di

edificio o del pregio che la stessa può avere. In commercio esistono varie tipologie di intonaci di questo

tipo; generalmente si tratta di un intonaco adesivo, macroporoso, a elevata resistenza termica,

realizzato a base di calce idraulica naturale addizionata con inerti leggeri di natura minerale (perliti,

silici, argilla espansa) o con granuli di sughero. Generalmente vengono posati con spessori variabili fra

i 2 e i 5 cm e attestano una conducibilità termica variabile, in base alla tipologia fra 0,09 W/mK e

0,05 W/mK, chiaramente più elevata rispetto a un materiale coibente tradizionale. Mediamente, il costo

della parete intonacata si aggira sui 30 €/m2, con variazioni locali. Va considerato che l’intervento non è

addizionale a una cappottatura tradizionale ma alternativo alla stessa.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 175 / 282

La logica che si vuole seguire è quella di garantire la possibilità di realizzare interventi di ristrutturazione

energetica con un buon livello tecnologico ma anche tenendo in considerazione la convenienza

economica legata all’investimento. A questo proposito va detto che una corretta analisi di convenienza

degli investimenti dovrebbe tener conto anche dell’effetto che una coibentazione d’involucro ha anche

sul comportamento estivo dei fabbricati. Infatti la coibentazione delle coperture o piuttosto la

cappottatura del fabbricato sono occasioni utili a migliorare la prestazione dell’involucro in termini di

inerzia termica, garantendo così una riduzione delle ore di accensione degli impianti di

condizionamento, qualora gli edifici ne fossero dotati. L’inerzia termica è intesa come la capacità di una

stratigrafia edilizia di sfasare e attenuare il flusso termico che l’attraversa. Una parete dotata di buona

inerzia termica (composta da materiali con bassa conducibilità termica e elevata massa) è in grado di

ritardare l’ingresso negli edifici del flusso termico anche di 18 h e di attenuarne nettamente l’intensità. A

questo proposito la realizzazione di coibentazioni con finiture di superficie chiare (evitare il più possibile

i lastrici solari catramati) e con materiali coibenti a medio-alta densità (silicati di calcio, fibra di legno)

sono garanzia di una buona prestazione dell’involucro anche d’estate.

I Comuni analizzati sono tutti collocati in zona climatica E. La tabella seguente sintetizza i valori di

trasmittanza delle strutture o dei serramenti messi in opera sia nella situazione di adempimento agli

obblighi normativi (nazionali o regionali) che nell’opzione di adesione ai sistemi di incentivo.

Strutture

Trasmittanza limite

D.Lgs 192/2005

[W/m2K]

Trasmittanza limite

Detrazioni fiscali

[W/m2K]

Strutture opache verticali 0,34 0,27

Strutture opache orizzontali 0,30 0,24

Pavimenti 0,33 0,30

Chiusure trasparenti 2,20 1,80

Tabella R.1.1 Elaborazione Ambiente Italia

Si ritiene che in sede di redazione dell’Allegato Energetico si possa procedere a definire una cogenza,

applicabile alle ristrutturazioni, articolata sulla base delle trasmittanze limite definite per l’accesso ai

sistemi di detrazione fiscale:

Di seguito, a titolo esemplificativo, si vuole provare a confrontare le caratteristiche prestazionali che è

necessario mettere in campo per raggiungere un livello di trasmittanza come descritto nei due casi.

L’ipotesi di partenza è rappresentata dalla superficie di tamponamento di un tradizionale fabbricato in

struttura intelaiata tipico delle costruzioni degli anni ’70-’80, descritta nella tabella che segue. La

trasmittanza della parete di partenza è pari a 0,93 W/m2K, quindi abbastanza elevata rispetto ai limiti

imposti sia dalla normativa nazionale o regionale.

Stratigrafia base

N. Descrizione strato Spessore

[mm]

Conducibilità

[W/mK]

Resistenza

[m2K/W]

1 Intonaco di calce e sabbia 10,00 0,800 0,013

2 Mattone forato 80,00 0,400 0,200

3 Intercapedine non ventilata 50,00 0,278 0,180

4 Mattone forato 150,00 0,333 0,450

5 Intonaco di cemento e sabbia 20,00 1,000 0,020

Trasmittanza 0,93 W/m2K

Tabella R.1.2 Elaborazione Ambiente Italia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 176 / 282 APRILE 2015

Per aderire al dettato normativo nazionale/regionale vigente e quindi garantire il raggiungimento di una

trasmittanza di 0,34 W/m2K, utilizzando pannelli di polistirene con un buon livello di prestazione in

termini di conducibilità termica sono necessari 6-7 cm a cui si somma uno strato da 2 cm di intonaco.

Stratigrafia Norma nazionale/regionale

N. Descrizione strato Spessore

[mm]

Conducibilità

[W/mK]

Resistenza

[m2K/W]

1 Intonaco di calce e sabbia 10,00 0,800 0,013

2 Mattone forato 80,00 0,400 0,200

3 Intercapedine non ventilata 50,00 0,278 0,180

4 Mattone forato 150,00 0,333 0,450

5 Intonaco di cemento e sabbia 20,00 1,000 0,020

6 Polistirene espanso, estruso con pelle 70,00 0,035 2,000

7 Intonaco di cemento e sabbia 20,00 1,000 0,020

Trasmittanza 0,32 W/m2K

Tabella R.1.3 Elaborazione Ambiente Italia

Infine, per raggiungere i livelli di trasmittanza richiesti per l’accesso alle detrazioni fiscali (e ipotizzati

come cogenti nell’ambito dei RUE), come evidente dall’osservazione della Tabella R.1.4, è necessario

installare 4 cm di polistirene in più rispetto alla cogenza normativa.

Stratigrafia Ipotesi di Allegato Energetico Valmarecchia

N. Descrizione strato Spessore

[mm]

Conducibilità

[W/mK]

Resistenza

[m2K/W]

1 Intonaco di calce e sabbia 10,00 0,800 0,013

2 Mattone forato 80,00 0,400 0,200

3 Intercapedine non ventilata 50,00 0,278 0,180

4 Mattone forato 150,00 0,333 0,450

5 Intonaco di cemento e sabbia 20,00 1,000 0,020

6 Polistirene espanso, estruso con pelle 110,00 0,035 3,143

7 Intonaco di cemento e sabbia 20,00 1,000 0,020

Trasmittanza 0,23 W/m2K

Tabella R.1.4 Elaborazione Ambiente Italia

È utile valutare il beneficio derivante dall’applicazione di questa maggiorazione di spessore. Il Grafico

che segue sintetizza l’ammontare delle dispersioni attraverso un m2 delle tre tipologie di pareti in 10

giorni e considerando che la parete specifica divida l’ambiente interno riscaldato a 20 °C dall’ambiente

esterno a 0 °C. Dall’osservazione del grafico è evidente che la quota maggiore di risparmio è allocata al

passaggio dalla stratigrafia esistente a quella a norma nazionale: sia le dispersioni della parete sia i

consumi della caldaia si riducono di più della metà (da più di 60 kWh a poco più di 20 kWh

relativamente ai consumi della caldaia). Il risparmio annettibile al passaggio fra l’obbligo nazionale e

indicatori da detrazioni fiscali permette un’ulteriore riduzione di circa 6 kWh.

Sebbene la riduzione aggiuntiva risulti contenuta, va considerato che in termini economici l’intervento

realizzato secondo la normativa locale comporta degli extra costi limitati al solo extra-spessore di

materiale coibente da installare. Infatti in media i costi che devono essere sopportati per realizzare un

cappotto si legano a:

materiale coibente;

posa in opera;

intonacatura;

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COD: 14E108 PAGINA 177 / 282

ritinteggiatura della parete cappottata;

nolo del ponteggio;

e oneri progettuali e per la sicurezza.

Grafico R.1.1 Elaborazione Ambiente Italia

L’incremento dei costi per la realizzazione dell’intervento secondo i requisiti richiesti per le detrazioni

fiscali comporta esclusivamente un incremento dei costi legati all’acquisto del materiale coibente

utilizzato. In aggiunta, inoltre, l’utente che applica nel suo intervento, trasmittanze da detrazioni fiscali

ha la possibilità di detrarre una parte dei costi sopportati per la realizzazione dell’intervento; la

realizzazione dell’intervento in linea con il dettato normativo regionale o nazionale, invece, non

permette l’accesso a meccanismi incentivanti.

Semplificando l’analisi, il grafico sotto riporta la variazione dei costi per la climatizzazione invernale nei

tre casi simulati in riferimento alla sola superficie verticale oggetto d’intervento. I costi si riferiscono a

una quota parte dei costi sopportati per la climatizzazione invernale, in un mese, per metro quadro di

superficie delle pareti.

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9

1

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

Esistente DLgs 192/2005 Proposta Comune

[W/m

2K

de

lla

pa

rete

]

[Wh

]

Dispersioni di una parete di 10 m2 in 10 giorni

Energia dispersa Consumo di gas naturale U della parete

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PAGINA 178 / 282 APRILE 2015

Grafico R.1.2 Elaborazione Ambiente Italia

A conferma delle scelte descritte, i grafici seguenti evidenziano le tipologie di intervento messe in atto

nella Regione Emilia-Romagna e incentivate attraverso il sistema delle detrazioni del 55 % per l’anno

fiscale 2012.

Grafici R.1.3 e R.1.4 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ENEA

In particolare, dall’osservazione della torta disposta a sinistra emerge la preponderante realizzazione di

interventi di sostituzione dei serramenti (circa il 65 % degli interventi realizzati in regione). Le

coibentazioni di pareti opache verticali insieme alle coibentazioni dei sistemi di copertura rappresentano

una fetta bassa pari all’1-2 % per ognuno.

L’istogramma a destra riporta una stima del numero di interventi messi in atto nei dieci comuni oggetto

di analisi durante l’anno 2012. La sostituzione degli infissi, anche in questo caso, si conferma essere

l’intervento verso cui è riversato maggiore interesse.

0

0,5

1

1,5

2

2,5

Esistente DLgs 192/2005 Proposta Comune

[€/m

2]

Costo (quota parte del costo complessivo) al m2 (di superficie della parete verticale) del riscaldamento invernale per un mese

Infissi65%

Solare termico9%

Caldaie a condensazione

21%

Pompe di calore2%

Cappotti1% Opache orizzontali

2%

Interventi incentivati nel 2012 in Regione Emilia-Romagna tramite il meccanismo delle detrazioni fiscali

198

27

64

6

24

49

0

50

100

150

200

250

Infi

ssi

So

lare

term

ico

Ca

ldaie

aco

nd

en

sa

zio

ne

Po

mp

e d

i calo

re

Cap

po

tti

Op

ac

he

ori

zzo

nta

li

[n°

inte

rven

ti r

eali

zzati

]

Interventi incentivati nel 2012 in Valmarecchia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 179 / 282

I due scenari analizzati in questa scheda fanno riferimento a un andamento naturale della

trasformazione di involucro, abbastanza lento (scenario tendenziale) e a una trasformazione più rapida

e spinta verso prestazioni più alte (scenario obiettivo), raggiungibile attraverso l’ausilio dei meccanismi

di ulteriore spinta alla trasformazione che le amministrazioni potranno promuovere.

In questo senso il pacchetto di azioni simulate in questa scheda:

da un lato prevede la valutazione di ciò che accadrà sull’edificato esistente in base alle

tendenze in atto e in base ai requisiti prestazionali cogenti già esistenti ai livelli sovra-ordinati

rispetto a quello dell’ente locale;

dall’altro valuterà quanto l’azione locale potrà incidere, al 2020, in termini di collaborazione alla

riduzione delle emissioni, identificando la precisa quota di CO2 ridotta annettibile proprio alle

scelte dei Comuni.

La contabilizzazione delle riduzioni al 2020 sarà data dalle riduzioni annettibili allo scenario denominato

“obiettivo” di cui, in questo caso, quello “tendenziale” è una parte.

Le due tabelle seguenti sintetizzano il metodo utilizzato per la valutazione degli interventi. Gli interventi

sono applicati su tutto l’edificato occupato al 2010, in quote percentuali differenziate fra scenario

tendenziale e scenario obiettivo.

Le quote percentuali di applicazione tendenziale e obiettivo sono state valutate facendo riferimento alle

seguenti considerazioni:

è stata valutata la tendenza alla realizzazione di specifici interventi nel corso degli ultimi anni,

anche considerando i dati riferiti agli interventi incentivati in Regione Emilia-Romagna tramite il

sistema del 55 % (dati riportati nei grafici precedenti);

nelle valutazioni obiettivo si è proceduto definendo un livello applicativo pari all’incirca al doppio

della tendenza in atto;

si è valutata la percentuale di abitazioni che a fine 2020 potranno aver realizzato lo specifico

intervento considerando che nello scenario tendenziale sono utili i dieci anni compresi fra il

2011 e il 2020, mentre nello scenario obiettivo sono stati considerati come utili gli anni a partire

dal 2016 (lo scenario obiettivo include il tendenziale per i primi 5 anni e le scelte dell’obiettivo

indicate come proprie dello scenario obiettivo a partire dal 2016).

Le tabelle che seguono descrivono gli interventi e le riduzioni ascrivibili all’insieme dei dieci Comuni.

Scenario

Tendenziale n° interventi storici

n° anni di

applicazione

Tot. abitazioni con

interventi al 2020

Abitazioni occupate

2011

% abitazioni con

interventi

Cappotto 24 10 141

21.406

1 %

Serramenti 150 10 881 4 %

Copertura 49 10 288 1 %

Tabella R.1.5 Elaborazione Ambiente Italia

Scenario

Obiettivo n° interventi storici

n° anni di

applicazione

Tot. abitazioni con

interventi

Abitazioni occupate

2011

% abitazioni con

interventi

Cappotto 40 5+5 235

21.406

1%

Serramenti 300 5+5 1762 8%

Copertura 75 5+5 441 2%

Tabella R.1.6 Elaborazione Ambiente Italia

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PAGINA 180 / 282 APRILE 2015

La tabella che segue, invece, riporta i valori di trasmittanza dei componenti edilizi utilizzata nella

costruzione dei due scenari analizzati. Lo scenario tendenziale applica i livelli di prestazione estrapolati

dalla normativa di riferimento; al contrario, lo scenario obiettivo fa riferimento alle indicazioni che si

auspica possano essere recepite nei RUE e già dettagliate nella Tabella R.1.1.

Elemento Utend.

[W/m2K]

Uobb.

[W/m2K]

Cappotto 0,34 0,27

Serramenti 2,2 1,8

Copertura 0,3 0,24

Tabella R.1.7 Elaborazione Ambiente Italia

Per esempio, riguardo ai serramenti, nello scenario tendenziale, al 2020, si prevede che il 4 % delle

abitazioni sostituisca i serramenti, installandone di nuovi con una trasmittanza pari a 2,2 W/m2K

(minimo di legge per i comuni in zona climatica E); nello scenario obiettivo, invece, si prevede la

sostituzione dei serramenti installati nell’8 % circa delle abitazioni esistenti, applicando, ai nuovi, una

trasmittanza pari a 1,8 W/m2K, più stringente rispetto ai requisiti della norma cogente a livello nazionale

e regionale.

Di seguito si descrivono i risparmi energetici ottenibili dai singoli interventi e dall’insieme degli stessi nei

due scenari di piano. Lo scenario Gold include la contemporanea realizzazione, al 2020, di tutti gli

interventi analizzati in questa scheda. La colonna standard, invece, indica lo stato attuale di consumo.

Le altre colonne indicano lo stato di consumo nei due scenari tendenziale e obiettivo. I consumi sono

complessivi e, quindi, includono i vari vettori energetici utilizzati che in questa prima scheda si ritengono

invariati.

Ambiti di intervento Standard

[MWh]

Tendenziale

[MWh]

Obiettivo

[MWh]

Coibentazione pareti opache verticali

252.331

252.229 252.169

Sostituzione serramenti 250.857 249.211

Coibentazione delle coperture 251.740 251.470

Gold riscaldamento 250.165 248.189

Tabella R.1.8 Elaborazione Ambiente Italia

La Tabella seguente disaggrega percentualmente i risparmi conseguibili.

L’applicazione dello scenario obiettivo porterebbe a una riduzione complessiva dei consumi per il

riscaldamento, al 2020, pari al 2 % circa, contro una riduzione pari un punto percentuale in meno,

raggiungibile senza che i Comuni sollecitino in alcun modo interventi di retrofit energetico.

Ambiti di intervento Standard

[%]

Tendenziale

[%]

Obiettivo

[%]

Coibentazione pareti opache verticali

0%

0% 0%

Sostituzione serramenti 1% 1%

Coibentazione delle coperture 0% 0%

Gold riscaldamento 1% 2%

Tabella R.1.9 Elaborazione Ambiente Italia

Infine si riporta, nella tabella seguente, il dato di risparmio in valore assoluto.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 181 / 282

Ambiti di intervento Standard

[MWh]

Tendenziale

[MWh]

Obiettivo

[MWh]

Coibentazione pareti opache verticali

0

102 162

Sostituzione serramenti 1.474 3.120

Coibentazione delle coperture 591 861

Gold riscaldamento 2.166 4.142

Tabella R.1.10 Elaborazione Ambiente Italia

Nelle Tabelle seguenti si riporta il dato di sintesi nei tre scenari, prevedendo l’insieme degli interventi

descritti in questa scheda, e disaggregando lo scenario di consumo nei vettori energetici di

alimentazione degli impianti.

Struttura dei

consumi

Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Sato 2010 19.268.644 3.137 871 1.237 9.956

Tendenziale 2020 19.104.290 3.110 863 1.226 9.869

Obiettivo 2020 18.954.111 3.085 856 1.216 9.790

Tabella R.1.11 Elaborazione Ambiente Italia

Infine, è possibile valutare la riduzione delle emissioni attribuibile agli interventi analizzati.

Struttura delle Emissioni di CO2

[t di CO2] 2010 2020 tendenziale 2020 obiettivo

Gas naturale 37.339 37.020 36.729

Gasolio 2.757 2.733 2.711

GPL 3.591 3.560 3.532

Energia elettrica 1.161 1.151 1.142

Biomassa 0 0 0

Totale 44.848 44.464 44.113

% di riduzione -- 1% 2%

Tabella R.1.12 Elaborazione Ambiente Italia

Una spinta al raggiungimento degli obiettivi prestazionali descritti in questa scheda potrebbe giungere

da un lato dal sistema attualmente vigente di incentivazione alla riqualificazione energetica degli edifici

denominato 55 % e, dall’altro, attraverso la definizione di programmi di incentivazione comunali, nella

eventualità in cui i sistemi nazionali fossero sospesi. Un altro strumento valutabile, in un’ottica di

incentivazione all’incremento della performance energetica migliorativa dell’edificato esistente, è

certamente quello delle ESCO ai fini dell’applicazione dei meccanismi legati ai Decreti di efficienza

energetica del 20 luglio 2004 e s.m.i. Infatti, la possibilità di accedere a schemi di finanziamento tramite

terzi può costituire, in diversi casi, la discriminante alla realizzazione di un intervento. Il Gestore dei

Servizi Energetici Nazionale (GSE) garantisce l’erogazione alle ESCO di un contributo per tonnellata

equivalente di petrolio risparmiata attraverso iniziative e tecnologie mirate a un utilizzo razionale

dell’energia e applicate presso gli utenti finali. I Comuni potranno valutare la possibilità di prevedere

accordi volontari con società di servizi energetici finalizzati a valorizzare pacchetti di interventi realizzati

dai privati. Maggiori dettagli a riguardo vengono riportati nella scheda dedicata allo sportello energia

(Scheda 0 di questo documento). Un ultimo riferimento va fatto anche al meccanismo incentivante,

ormai vigente da alcuni anni, che prevede l’applicazione di un regime di iva agevolata al 10 % sia per le

ristrutturazioni dell’edificato esistente, sia per l’applicazione di tecnologie innovative come l’Home &

Building Automation che permettono una gestione ottimale dei consumi sia elettrici sia termici negli

edifici. Riguardo questi ultimi si può stimare una riduzione di energia finale, rispetto a edifici sprovvisti,

dell’ordine del 10-15 % circa.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 182 / 282 APRILE 2015

SCHEDA R.2

Riqualificazione e svecchiamento del parco impianti termici residenziale

Obiettivi

Riduzione dei consumi di combustibili utilizzati per la climatizzazione invernale

Riduzione delle emissioni di CO2 nel settore residenziale

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Uffici tecnici

Soggetti coinvolgibili

Tecnici progettisti, Imprese di costruzione, Termotecnici.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali, Tecnici progettisti, Imprese di costruzione

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Sostituzione dei generatori di calore alimentati da prodotti petroliferi con generatori a condensazione alimentati a

gas naturale e installazione di valvole termostatiche e adeguati sistemi di regolazione

Implementazione dell’utilizzo di stufe e camini a pellet o a biomassa in generale

Eliminazione dei sistemi di riscaldamento elettrici

Gli interventi elencati garantiscono una riduzione complessiva dei consumi di 19.345 MWh e una riduzione delle

emissioni pari a 6.692 t.

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

RUE

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Decreto Legislativo n°192 19 agosto 2005 e s.m.i.

Delibera n°156 4 marzo 2008 e smi

Sistemi di finanziamento applicabili

Detrazione d’imposta del 55 %. Legge 27 dicembre 2006 n° 296 comma 347.

C.E.T. D.M. 28 dicembre 2012

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 03, 15, 26.

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 252.331 252.139 232.986

Emissioni in t diCO2 44.848 42.594 38.156

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -19.345 MWh -6.692 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -19.153 MWh -4.438 t

42.594

44.848

38.156

34.000

36.000

38.000

40.000

42.000

44.000

46.000

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

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COD: 14E108 PAGINA 183 / 282

Riscaldamento e raffrescamento rappresentano in molti casi le voci più pesanti nelle bollette

energetiche di famiglie e imprese. La riqualificazione degli impianti esistenti e l’adozione di nuove

tecnologie sono presupposti fondamentali per poter conseguire importanti risultati, sia in termini di

risparmio energetico ed economico che di maggiore sostenibilità ambientale.

Sostituendo apparecchi obsoleti, come caldaie a gasolio e scalda acqua elettrici, con caldaie a

condensazione, impianti a biomassa e pompe di calore, si abbattono fin da subito i costi di esercizio e

si ammortizza l’investimento nel giro di pochi anni. Non bisogna dimenticare poi l’importanza del

comfort ambientale, su cui incide moltissimo la scelta dei terminali di emissione: radiatori,

ventilconvettori oppure pannelli radianti.

Nel contesto oggetto di analisi il lato impiantistico negli edifici garantisce, in fase di retrofit, ampi margini

di miglioramento, mediamente più interessanti rispetto al lato involucro, sia in termini energetici sia

economici. Questa considerazione si lega allo stato degli impianti attualmente installati nei dieci

Comuni e al livello di efficienza più elevato dei nuovi impianti.

In questa scheda non si prevede l’implementazione di pompe di calore, conteggiate invece in

riferimento sia al comparto impiantistico dedicato alla produzione di acs quanto nel caso di fabbricati di

nuova costruzione. La pompa di calore, infatti, per garantire congrui livelli di efficienza richiede

condizioni climatiche al contorno miti e, quindi, temperature di mandata dell’impianto più basse. Se

anche le condizioni climatiche risultassero poco idonee (i dieci Comuni sono tutti in zona climatica E)

resta comunque un’opzione valida se la temperatura di mandata dell’acqua nell’impianto risultasse

contenuta. Per avere livelli bassi di temperatura di mandata è necessario avere sistemi di emissione di

tipo a pavimento/coperture radianti o sistemi a convezione forzata (più rari nel residenziale) e in tutti i

casi una buona prestazione d’involucro. Per questo motivo, dovendo ipotizzare uno svecchiamento di

impianti installati in edifici esistenti, non si ritiene che possano diffondersi nei prossimi anni pompe di

calore per la climatizzazione invernale in impianti ed edifici esistenti, date le difficoltà di adeguamento

soprattutto legate al lato emissivo dell’impianto termico. Chiaramente quanto riportato in questo

documento non pone limiti all’evoluzione libera del comparto. Si ipotizza, invece, che potranno

diffondersi caldaie a condensazione in sostituzione di caldaie tradizionali. Anche la tecnologia della

condensazione raggiunge il massimo livello di efficienza nella situazione in cui la temperatura di

mandata nell’impianto risulti contenuta. Tuttavia una caldaia a condensazione, essendo dotata di un

doppio scambiatore di calore, garantisce comunque un più elevato livello di rendimento rispetto alle

tecnologie tradizionali.

Grafico R.2.1 Base dati Comitato Termotecnico Italiano

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PAGINA 184 / 282 APRILE 2015

Il grafico riportato alla pagina precedente descrive le curve di rendimento di quattro differenti tipologie di

generatori di calore evidenziando:

da un lato i maggiori livelli di efficienza, superiori al 100 %, di una caldaia a condensazione

rispetto a tutte le altre tipologie;

dall’altro, per le curve C e D, un livello di efficienza proporzionale al carico, inverso rispetto a

quanto accade per le altre due curve.

In sintesi una caldaia a condensazione a potenza modulante (mediamente tutte le condensazioni in

vendita) permette sia di ottimizzare il rendimento a bassi regimi di carico, sia contemporaneamente

garantisce un recupero dell’energia contenuta nei fumi sotto forma di calore latente (parte del Potere

Calorifico Superiore del combustibile impiegato).

Immagine R.2.2 Base dati Comitato Termotecnico Italiano

Va anche detto che una caldaia a condensazione, molto spesso (dipende molto dallo stile di gestione

attuato dall’utenza) è in grado di garantire la condensazione dei fumi anche con sistemi emissivi di tipo

tradizionale a radiatore. Infatti, generalmente, i sistemi di emissione installati negli edifici esistenti

risultano sovradimensionati rispetto al reale fabbisogno di potenza termica delle abitazioni. Questi

sovradimensionamenti “cautelativi” che negli anni passati erano intesi come garanzia che l’utenza non

soffrisse il freddo nelle stagioni invernali più rigide, attraverso le moderne caldaie modulanti possono

essere sfruttati al fine di ridurre la temperatura di mandata del fluido termovettore nel circuito

dell’impianto. La bassa temperatura di mandata (50-70 °C) è garanzia di funzionamento al massimo

livello prestazionale della caldaia a condensazione.

È opportuno anche precisare che la convenienza energetica ed economica di installare caldaie a

condensazione in contesti miti si lega soprattutto alle sostituzioni obbligate del generatore. I margini di

risparmio energetico fra una nuova caldaia tradizionale a gas e una nuova a condensazione sono infatti

limitati in contesti in cui risultano comunque bassi i consumi energetici. Nei dieci Comuni analizzati, la

scelta è di installare caldaie a condensazione in tutte le situazioni di svecchiamento degli impianti

termici resistenti, sia in sostituzione di generatori già alimentati a gas naturale che nei casi di

sostituzione di generatori alimentati con prodotti petroliferi.

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COD: 14E108 PAGINA 185 / 282

A titolo esemplificativo se la caldaia è deputata a produrre annualmente circa 12 MWh di energia

termica (calore), con una nuova caldaia a condensazione il consumo annuo risulterà pari a circa

1.280 m3 di gas, contro un valore prossimo a 1.360 m

3 nel caso di utilizzo di una caldaia tradizionale.

La differenza di consumo (circa 80 m3 di gas su base annua) equivale a un risparmio sulla spesa

energetica di circa 80/90 € l’anno.

Calore da produrre per acs e riscaldamento 12 MWh/anno

Consumo di gas con caldaia tradizionale nuova 1.360 m3/anno

Consumo di gas con caldaia a condensazione 1.280 m3/anno

Tabella R.2.1 Elaborazione Ambiente Italia

Diversa è la situazione in cui il punto di partenza sia rappresentato da un generatore a gasolio. In

questo caso, tenendo invariata la quantità di calore da produrre, il consumo del generatore a gasolio

ammonta a circa 1.190 kg annui di gasolio (circa 1.400 litri annui). Il prezzo medio di vendita del gasolio

per riscaldamento (inclusivo di trasporto, consegna e IVA) è valutabile, per piccoli consumi, in circa 1,5-

1,7 €/litro. In questo modo si stima una spesa, per i 1.400 litri di consumo valutato, pari a 2.100 € annui.

Al contrario, la produzione della stessa quantità di calore tramite un generatore a condensazione

ridurrebbe il costo della bolletta di circa 750 €. In questa situazione, l’installazione di un generatore a

condensazione diventa competitiva in quanto i margini di risparmio economico garantiti dall’intervento

risultano più ampi e questo permette un più rapido abbattimento dei costi sopportati per l’acquisto del

nuovo impianto.

Calore da produrre per acs e riscaldamento 12 MWh/anno

Consumo di gasolio con caldaia tradizionale 1.190 kg/anno (1.400 litri)

Consumo di gas con caldaia a condensazione 1.280 m3/anno

Tabella R.2.2 Elaborazione Ambiente Italia

Va anche considerato che, attualmente, l’installazione di generatori a condensazione è incentivata

attraverso le detrazioni fiscali del 55 % (l’aliquota, come già detto, attualmente è elevata al 65 %);

questo incentivo garantisce ulteriore rapidità nell’abbattimento dei costi d’intervento.

Un ultima tecnologia impiantistica a cui è importante fare riferimento è rappresentata dalle stufe a

pellet. Il pellet è un insieme di piccoli cilindri di segatura compressi e prodotti generalmente attraverso il

riuso di scarti di segheria. In questo caso l’utilizzo del pellet viene inteso a integrazione di impianti

termici tradizionali nelle fasi stagionali in cui non risulti ancora necessario accendere una caldaia per

riscaldare l’intera abitazione. Si fa riferimento, quindi, a piccole stufe non integrate nella struttura

distributiva ed emissiva dell’impianto termico, installate in un ambiente centrale dell’abitazione in modo

da garantire una diffusione del calore omogenea anche nelle zone limitrofe dell’appartamento. Si tratta

di sistemi economici (i valori di costo variano fra i 700 € i 1.500 € in base alla potenza dell’apparecchio),

generalmente dotati di un accumulo integrato e che diffondono il calore attraverso una ventola che

immette aria calda nell’ambiente. Il prezzo medio attuale del pellet, generalmente venduto in sacchi da

15 kg, si aggira fra i 4 e i 5 € per sacco. Anche le modifiche attuali del regime iva applicabile al pellet,

mantengono invariata la convenienza di questo vettore.

La qualità del pellet varia in base alla tipologia acquistata.

I parametri da considerare sono fondamentalmente due, entrambi deducibili dalla lettura dell’etichetta

posta sulla confezione:

il potere calorifico mediamente pari a 4,7-5,0 kWh/kg (valori più elevati di questi sono fasulli), è

un indicatore della quantità di calore prodotto attraverso la combustione di 1 kg di pellet. A

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PAGINA 186 / 282 APRILE 2015

valori elevati corrisponde una quantità maggiore di calore prodotto, a valori bassi corrisponde

una più bassa produzione di calore a parità di combustibile bruciato;

la categoria di qualità classificata A1 (qualità più elevata e bassa produzione di ceneri in fase di

combustione), A2 (produzione più elevata di ceneri in fase di combustione) e B (non utilizzabile

per gli usi domestici ma indicato per gli utilizzi industriali, livello elevato di produzione di ceneri

in fase di combustione).

In questa scheda, come nella precedente si procede alla costruzione del doppio scenario in cui si

ipotizza da un lato la sostituzione costante (come da andamenti storici) e a norma di legge degli

impianti e dall’altro un approccio più spinto verso tecnologie a più elevati livelli di prestazione.

La considerazione di partenza per valutare il ritmo di sostituzione è rappresentata, in questo caso, dalla

vita media della caldaie che risulta pari a circa 15 anni. Nello scenario tendenziale si ipotizza che

annualmente sia sostituito poco più di 1/15 del parco caldaie esistente, mentre, nello scenario obiettivo

si ipotizza che annualmente si sostituisca 1/10 del parco caldaie esistente sostenendo, in tal modo, un

più rapido svecchiamento del parco caldaie. Nello specifico, il parco caldaie installato nei dieci Comuni

in riferimento all’edilizia residenziale, risulta essere principalmente di piccola taglia; si tratta, infatti di

caldaie prevalentemente autonome. Nello scenario tendenziale, in 10 anni, si sostituirebbe il 65 % circa

del parco caldaie esistente, mentre nello scenario obiettivo la quota di impianti sostituiti al 2020 sfiora il

100 % del parco impianti complessivo.

Da un punto di vista di evoluzione dei rendimenti medi, è possibile valutare che:

il rendimento medio di generazione a oggi si registra pari al 88/90 % circa, considerando il

parco caldaie installato fino al 2010. Questo rendimento è inteso al 100 % della potenza

termica nominale dell’impianto e medio dell’intero parco caldaie comunale. È ancora presente

una fetta, seppur limitata e comunque variabile fra comune e comune, di impianti alimentati a

gasolio;

il rendimento globale medio stagionale mediato sull’insieme degli impianti termici comunali

risulta pari al 65 % circa. Questo valore è calcolato considerando, oltre al rendimento di

generazione descritto al punto precedente, un sistema di emissione prevalentemente a

radiatori (rendimento di emissione, per radiatori installati su pareti non coibentate pari al 92 %),

un rendimento di regolazione medio fra sistemi on-off e altri tipi di regolazione (rendimento di

regolazione pari al 94 %) e un sistema di distribuzione degli impianti termici spinto verso

sistemi autonomi;

i nuovi impianti installati, nei due scenari modificano i valori medi di rendimento come riportato

nella tabella che segue.

Tipologia di generatori Standard 2010

[%] Tendenziale 2020

[%] Obiettivo 2020

[%]

Impianti a gas naturale 90% 92% 98%

Impianti a biomassa 80% 82% 87%

Impianti a energia elettrica 95% 300% 300%

Impianti a gasolio 80% 80% 80%

Impianti a GPL 90% 92% 98%

Solare termico 100% 100% 100%

Tabella R.2.3 Elaborazione Ambiente Italia

Nello scenario obiettivo, in concomitanza con l’installazione di caldaie a condensazione si prevede

l’installazione di valvole termostatiche su tutti gli impianti oggetto d’intervento oltre che di termostato di

zona.

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COD: 14E108 PAGINA 187 / 282

Nella tabella che segue si sintetizza la modifica strutturale degli impianti per vettore e per Comune nei

tre scenari (stato attuale, scenario tendenziale e scenario obiettivo).

Già nello scenario tendenziale si ritiene che cresca la quota di impianti alimentati a gas naturale in

sostituzione principalmente delle tecnologie alimentate a gasolio. Questo grazie al processo di

metanizzazione in corso nei territori e che garantirà l’implementazione dell’uso del gas naturale in

Comuni che al 2011 non ne erano forniti e la maggiore diffusione dello stesso, dove già al 2011 vi era

un utilizzo più contenuto. Nello scenario obiettivo, invece, la crescita degli impianti a gas risulta

leggermente più marcata; tendono a diffondersi, sebbene in piccole quote, anche impianti alimentati a

pellet e, in alcuni comuni, si azzera la presenza di impianti alimentati a gasolio.

La tabella seguente riporta lo stato attuale degli impianti.

Struttura 2010 Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S.Leo S.Agata Santarcangelo Talamello Verucchio

Gas naturale 35% 50% 70% 70% 60% 70% 50% 85% 77% 80%

Energia elettrica 4% 3% 2% 2% 2% 2% 1% 2% 1% 1%

Stufe a pellet 36% 28% 16% 16% 22% 16% 29% 8% 10% 10%

Gasolio 11% 8% 5% 5% 7% 5% 8% 1% 5% 3%

GPL 14% 11% 7% 7% 9% 7% 12% 4% 7% 6%

Totale 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 %

Tabella R.2.4 Elaborazione Ambiente Italia

Nello scenario tendenziale la struttura degli impianti subisce le modifiche descritte nella tabella

seguente.

Tendenziale 2020 Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S.Leo S.Agata Santarcangelo Talamello Verucchio

Gas naturale 40% 55% 70% 73% 63% 73% 55% 90% 80% 83%

Energia elettrica 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Stufe a pellet 36% 30% 18% 18% 25% 18% 30% 8% 12% 12%

Gasolio 7% 6% 4% 4% 5% 4% 5% 0% 3% 2%

GPL 17% 9% 8% 5% 7% 5% 10% 2% 5% 3%

Totale 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 %

Tabella R.2.5 Elaborazione Ambiente Italia

Infine, la tabella seguente riporta la struttura degli impianti nello scenario obiettivo al 2020.

Obiettivo 2020 Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S.Leo S.Agata Santarcangelo Talamello Verucchio

Gas naturale 50% 60% 75% 77% 67% 77% 60% 91% 85% 85%

Energia elettrica 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Stufe a pellet 40% 35% 20% 20% 30% 20% 35% 9% 15% 15%

Gasolio 3% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

GPL 7% 5% 5% 3% 3% 3% 5% 0% 0% 0%

Totale 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 %

Tabella R.2.6 Elaborazione Ambiente Italia

La modifica dei consumi a seguito degli interventi descritti in questa scheda è sintetizzata di seguito.

Ambiti di intervento Standard 2011

[MWh]

Tendenziale 2020

[MWh]

Obiettivo 2020

[MWh]

Sostituzione generatori di calore 252.331 252.139 232.986

Tabella R.2.7 Elaborazione Ambiente Italia

La Tabella seguente disaggrega percentualmente i risparmi conseguibili.

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PAGINA 188 / 282 APRILE 2015

L’applicazione dello scenario obiettivo porterebbe a una riduzione complessiva dei consumi per il

riscaldamento, al 2020, pari al 6 % circa, contro una riduzione pari a 3 punti percentuali in meno,

raggiungibile senza che il Comune solleciti in alcun modo interventi di retrofit energetico d’impianti.

Ambiti di intervento Standard 2011

[%]

Tendenziale 2020

[%]

Obiettivo 2020

[%]

Sostituzione generatori di calore 0% 0% 8%

Tabella R.2.8 Elaborazione Ambiente Italia

Infine si riporta, nella tabella seguente, il dato di risparmio in valore assoluto.

Ambiti di intervento Standard 2011

[MWh]

Tendenziale 2020

[MWh]

Obiettivo 2020

[MWh]

Sostituzione generatori di calore 0 192 19.345

Tabella R.2.9 Elaborazione Ambiente Italia

Secondo i criteri descritti è possibile disaggregare i consumi finali nella tabella seguente. Nello scenario

obiettivo si valuta un incremento del consumo di biomassa.

Struttura dei

consumi

Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Biomassa

[t]

Sato 2010 19.268.644 3.137 871 1.237 9.956

Tendenziale 2020 19.730.531 0 571 879 10.649

Obiettivo 2020 19.202.275 0 8 317 11.630

Tabella R.2.10 Elaborazione Ambiente Italia

Nella tabella che segue è possibile valutare la riduzione delle emissioni attribuibile agli interventi

analizzati che complessivamente ammonta a circa 23 punti percentuali. A fronte di una riduzione dei

consumi di energia del 6 % circa, le emissioni di CO2 decrescono in misura pari al quadruplo proprio in

virtù del cambio di vettori energetici utilizzati (passaggio da gasolio a gas naturale e maggiore presenza

di impianti a biomassa, a emissioni nulle).

Struttura delle Emissioni di CO2

[t di CO2] Stato 2010 2020 tendenziale 2020 obiettivo

Gas naturale 37.339 38.234 37.210

Gasolio 2.757 1.808 25

GPL 3.591 2.552 921

Biomassa 0 0 0

Energia elettrica 1.161 0 0

Totale 44.848 42.594 38.156

% di riduzione -- 5% 15%

Tabella R.2.11 Elaborazione Ambiente Italia

Anche per lo svecchiamento dei generatori di calore a livello nazionale sono presenti sistemi di

incentivo che ne sollecitano il ritmo e soprattutto incentivano la diffusione di sistemi a più elevata

efficienza. Oggi è in corso una modifica sostanziale del sistema degli incentivi previsti a livello

nazionale e integrati dal Conto Energia Termico (C.E.T. o Decreto rinnovabili termiche). Rispetto al

sistema introdotto dal 55 %, il C.E.T. prevede alcune innovazioni significative:

viene incentivato il risparmio energetico e la produzione da FER termiche;

le rate di incentivo variano fra 2 e 5 su base annua e rappresentano un introito per chi realizza

gli interventi e non una detrazione dalla tassazione a cui il soggetto e sottoposto. Questo

permette l’accesso anche a soggetti con limitata capienza fiscale;

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COD: 14E108 PAGINA 189 / 282

all’incentivo accedono sia i privati che i soggetti pubblici;

i privati non possono godere della parte di incentivi legati agli interventi effettuati sull’involucro

edilizio. Il pubblico, invece, ha la possibilità di accedere all’intero ventaglio d’interventi di

efficientizzazione di un fabbricato.

Per quanto contenuto in questa scheda il Conto Termico permette di incentivare:

l’installazione di generatori di calore a biomassa in sostituzione di generatori a gasolio, a

carbone, a legna e a GPL (quest’ultimo caso è applicabile solo in zone non metanizzate);

l’installazione di pompe di calore in sostituzione di altri generatori di calore.

Il sistema delle detrazioni fiscali del 55 % continua anch’esso a incentivare i privati che:

installano caldaie a condensazione in sostituzione di generatori preesistenti;

installano pompe di calore in sostituzione di generatori preesistenti;

installano generatori a biomassa in sostituzione o a integrazione di generatori preesistenti.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 190 / 282 APRILE 2015

SCHEDA R.3

Impianti solari termici e pompa di calore per la produzione di ACS

Obiettivi

Riduzione dei consumi di combustibili liquidi e gassosi utilizzati per la produzione di ACS

Incremento della produzione di energia da fonte rinnovabile

Riduzione delle emissioni di CO2 nel settore residenziale

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Uffici tecnici comunali

Soggetti coinvolgibili

Tecnici progettisti, Imprese di costruzione e Termotecnici.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali, Tecnici progettisti, Imprese di costruzione

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Installazione di boiler elettrici a pompa di calore per la produzione di acs

Diffusione di impianti solari termici a integrazione dei generatori tradizionali per la produzione di acs

Gli interventi garantiscono una riduzione di 5.324 MWh

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

RUE

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Decreto Legislativo n°192 19 agosto 2005 e smi

Delibera n°156 4 marzo 2008 e smi

Sistemi di finanziamento applicabili

Detrazione d’imposta del 55 %. Legge 27 dicembre 2006 n° 296 comma 346.

C.E.T. DM 28 dicembre 2012

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 02, 04, 08-bis, 27.

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 38.613 37.475 33.289

Emissioni in t diCO2 9.761 9.149 7.042

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -5.324 MWh -2.718 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -4.186 MWh -2.107 t

9.149

9.761

7.042

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 191 / 282

I consumi per la produzione di acqua calda sanitaria, nel settore residenziale, in media rappresentano il

4 % circa dei consumi energetici comunali. In contesti climatici piuttosto freddi, infatti, dove sono più

elevati i consumi per il riscaldamento, la produzione di ACS assume una minore rilevanza sul bilancio

energetico comunale. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni si sono sviluppate una serie di tecnologie,

ormai ritenute mature, in grado di ridurre nettamente questa fetta di consumo garantendo anche rapidi

abbattimenti d’investimento. Questa scheda simula la diffusione a livello di area di due sistemi

alternativi o di integrazione rispetto alla generazione tradizionale: il primo, integrativo, è rappresentato

dal solare termico e il secondo, alternativo (ma integrabile con sistemi solari termici in impianti più

grandi e complessi), è rappresentato dalle pompe di calore.

Grafico R.3.1 Elaborazione Ambiente Italia

Sia a livello regionale che a livello nazionale vige l’obbligo di coprire almeno il 50 % del fabbisogno di

energia per la produzione di acqua calda sanitaria (acs), tramite impianti alimentati da fonte rinnovabile.

Questo obbligo deve essere attuato, oltre che nei casi di nuova costruzione, anche nelle ristrutturazioni

dell’impianto termico (intendendo per ristrutturazione la contemporanea modifica di almeno due dei

sottosistemi dell’impianto stesso).

La tipologia impiantistica maggiormente idonea a soddisfare questo obbligo è rappresentata dagli

impianti solari termici che, sfruttando la radiazione solare, producono acqua a un certo livello di

temperatura durante tutto l’arco dell’anno.

Immagine R.3.1 Fonte dati Solarge. Impianto solare termico su sito produttivo agroalimentare a Gallo (Fe)

358 600

5.180

2.240

3.430

2.1691.697

15.129

740

7.070

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

Ca

ste

ldelc

i

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iolo

No

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ria

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illi

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Sa

nta

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gelo

di

Ro

mag

na

Ta

lam

ello

Ve

rucc

hio

[MW

h]

Consumi per la produzione di ACS nel settore della residenza

96% 95% 97% 97% 98% 98% 96% 96% 97% 96%

4% 5% 3% 3% 2% 2% 4% 4% 3% 4%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Caste

ldelc

i

Ma

iolo

No

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felt

ria

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Po

gg

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gelo

di

Ro

mag

na

Ta

lam

ello

Ve

rucc

hio

[MW

h]

Incidenza dei consumi per la produzione ACS rispetto ai consumi totali comunali

Altro ACS

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 192 / 282 APRILE 2015

Oggi questa tecnologia ha subito un suo sviluppo e una sua diffusione raggiungendo anche un livello di

efficienza tale per cui è anche particolarmente conveniente, da un punto di vista economico, soddisfare

l’obbligo vigente.

Si ritiene, tuttavia, che a oggi l’applicazione di questo obbligo, nelle ristrutturazioni, sia da un lato poco

monitorato, e dall’altro facilmente derogabile: soprattutto sui condomini serviti da impianti di

riscaldamento autonomi risulta complesso, per il singolo condomino che sostituisce il proprio impianto,

installare la propria quota cogente di solare termico su un tetto non totalmente di sua proprietà.

Eventuali meccanismi di incentivazione allo svecchiamento del parco caldaie, che i Comuni potranno

valutare, dovranno vincolare l’incentivo al rispetto dell’obbligo di solare termico.

Immagine R.3.2 Elaborazione Ambiente Italia

Il collettore Solare Termico è un dispositivo atto alla conversione della radiazione solare in energia

termica e al suo trasferimento; questa tecnologia, cioè l’insieme dei componenti che oltre al pannello

solare costituiscono l’impianto, viene detta Solare Termico. Il funzionamento di un collettore solare si

basa su un principio molto semplice: utilizzare il calore proveniente dal sole per il riscaldamento o la

produzione di acqua calda che può arrivare fino a 80° - 90° in estate, cioè ben al di sopra dei normali

40° - 45° necessari per gli usi igienico-sanitari.

Un altro dei sistemi verso il cui utilizzo spinge molto la normativa vigente in Italia è rappresentato dalla

pompa di calore ossia una macchina in grado di trasferire calore da una “sorgente” generalmente a

temperatura più bassa, verso un “pozzo” (si legga ambiente o acqua da riscaldare) che deve essere

portato a una temperatura più alta. In effetti la pompa di calore deve il suo nome al fatto che riesce a

trasferire del calore da un livello inferiore a un livello superiore di temperatura, superando quindi il limite

del flusso naturale del calore che può passare solo da un livello di temperatura più alto a uno più

basso. Il vantaggio nell'uso della pompa di calore deriva dalla sua capacità di fornire più energia

termica (calore) di quella finale che consuma per il suo funzionamento (energia elettrica o gas

naturale). Infatti la pompa di calore è in grado di estrarre calore da sorgenti termiche, presenti in

ambiente, che per loro natura e disponibilità possono appunto essere considerate gratuite.

In concomitanza con le giuste condizioni climatiche, la pompa di calore costituisce un utile strumento

per conseguire significativi risparmi energetici, e quindi economici. La pompa di calore è costituita da

un circuito chiuso, percorso da uno speciale fluido (frigorigeno) che, a seconda delle condizioni di

temperatura e di pressione in cui si trova, assume lo stato di liquido o di vapore.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 193 / 282

Nel funzionamento il fluido frigorigeno, all’interno del circuito, subisce una serie di trasformazioni

(compressione, condensazione, espansione ed evaporazione) che garantiscono il processo descritto

alle righe precedenti. Le tipologie di impianto a pompa di calore sono molteplici e generalmente distinte

in base alla sorgente e al pozzo caldo che si utilizza per trasferire calore (aria-acqua, aria-aria, acqua-

acqua, acqua-aria).

Nello specifico di questa scheda, la pompa di calore viene applicata alla simulazione solo nello

scenario obiettivo, in sostituzione di una quota di scalda acqua elettrici; in particolare una parte della

quota di acqua calda prodotta attualmente con boiler elettrici si ipotizza che al 2020 sia prodotta con

bollitori elettrici alimentati con pompa di calore. Le caratteristiche della pompa di calore considerata

risultano in linea con le indicazioni del nuovo Conto Energia Termico ossia si tratta di impianti dotati di

un’efficienza nominale maggiore di 3. L’efficienza di un ciclo in pompa di calore è misurata tramite il

coefficiente di performance COP, espresso dal rapporto tra l’energia fornita dall’apparecchio (in questo

caso il calore ceduto all’acqua da riscaldare) e l’energia elettrica consumata (dal compressore e dai

dispositivi ausiliari dell’apparecchio). Il COP è variabile a seconda della tipologia di pompa di calore e

delle condizioni a cui si riferisce il suo funzionamento.

Per esempio, un valore di COP pari a 3 sta ad indicare che per 1 kWh di energia elettrica consumata, la

pompa di calore fornirà 3 kWh di calore al mezzo da riscaldare, di cui 2 kWh sono stati estratti dalla

sorgente gratuita. Nella simulazione è stato considerato un COP medio stagionale pari a 3.

Nel 2010 l’utilizzo di sistemi elettrici per produrre acqua calda sanitaria è diffuso con incidenze elevate

e variabili, da Comune a Comune, fra il 20 e il 40 % delle abitazioni occupate. Questa quota elevata di

presenza di sistemi elettrici si riconduce a varie ragioni:

presenza di generatori a gasolio che generalmente vengono meno utilizzati per produrre ACS;

presenza di situazioni, sebbene limitate, in cui l’unico vettore utilizzato per il riscaldamento è

rappresentato dalla biomassa;

anche nei Comuni più metanizzati all’anno di riferimento del piano risulta molto alta la fetta di

impianti di produzione di acqua calda sanitaria di tipo a boiler elettrico e questo si lega alla

difficoltà di adeguamento della struttura impiantistica, anche nei casi di utilizzo del gas naturale

per il riscaldamento invernale;

presenza di impianti centralizzati che, generalmente, salvo alcune installazioni più recenti,

prevedono solo il riscaldamento e la singola utenza produce ACS attraverso sistemi singoli.

I due scenari d’intervento descritti nel seguito prevedono da un lato una modifica dei sistemi elettrici

tradizionali che vengono parzialmente sostituiti con sistemi dotati di pompa di calore, dall’altro una

maggiore diffusione di sistemi solari termici anche a integrazione degli impianti alimentati a gas

naturale.

In particolare, gli scenari vengono costruiti secondo i criteri che seguono e considerando le dinamiche

di modifica degli impianti termici descritte nella precedente scheda:

nello scenario tendenziale si prevede che entro il 2020 una parte delle abitazioni che al 2010

utilizzano sistemi elettrici, a GPL e a gasolio (casi limitati) per produrre acqua calda sanitaria

sostituisca il proprio impianto. In particolare, il ritmo di sostituzione tiene conto del naturale

svecchiamento delle apparecchiature;

nello scenario obiettivo, invece, il ritmo di svecchiamento dei generatori risulta più marcato e

coerente con lo scenario di evoluzione dei generatori di calore descritto nella scheda

precedente. Oltre a procedere alla sostituzione dei generatori a GPL e gasolio che porta a un

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 194 / 282 APRILE 2015

incremento dei sistemi a gas naturale, si ritiene che possano diffondersi, grazie anche alla

spinta da parte delle amministrazioni, sia sistemi solari (in grado di garantire coperture attorno

al 5 % dei fabbisogni) sia sistemi di generazione alimentati con pompa di calore (livello di

diffusione maggiore del solare termico, data la presenza significativa di boiler elettrici);

inoltre, in entrambi gli scenari, si valuta anche un leggero miglioramento dell’efficienza di

generazione del parco caldaie a gas naturale e a GPL, dovuta agli interventi di svecchiamento

descritti nella scheda precedente.

La tabella che segue sintetizza la distribuzione per vettori degli attuali sistemi adoperati nei dieci

Comuni per produrre acqua calda sanitaria.

Struttura 2010 Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S.Leo S.Agata Santarcangelo Talamello Verucchio

Gas naturale 35% 50% 60% 70% 50% 55% 50% 65% 65% 60%

Biomassa 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Boiler elettrici 40% 39% 33% 23% 41% 38% 30% 31% 28% 34%

Impianti PDC 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Gasolio 11% 0% 0% 0% 0% 0% 8% 0% 0% 0%

GPL 14% 11% 7% 7% 9% 7% 12% 4% 7% 6%

Solare termico 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Totale 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100%

Tabella R.3.1 Elaborazione Ambiente Italia

Considerando le tendenze in atto, la tabella seguente sintetizza lo stato degli impianti al 2020.

Tendenz. 2020 Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S.Leo S.Agata Santarcangelo Talamello Verucchio

Gas naturale 40% 55% 70% 73% 63% 73% 55% 73% 70% 67%

Biomassa 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Boiler elettrici 36% 35% 22% 22% 30% 30% 30% 25% 25% 30%

Impianti PDC 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Gasolio 7% 0% 0% 0% 0% 0% 5% 0% 0% 0%

GPL 17% 9% 8% 5% 7% 5% 10% 2% 5% 3%

Solare termico 0% 1% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Totale 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100%

Tabella R.3.2 Elaborazione Ambiente Italia

Infine, la tabella seguente evidenzia la modifica degli impianti nello scenario obiettivo di piano.

Obiettivo 2020 Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S.Leo S.Agata Santarcangelo Talamello Verucchio

Gas naturale 50% 60% 70% 72% 62% 72% 60% 73% 75% 70%

Biomassa 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

Boiler elettrici 25% 20% 11% 10% 20% 10% 20% 10% 10% 15%

Impianti PDC 12% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10%

Gasolio 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

GPL 7% 5% 5% 3% 3% 3% 5% 0% 0% 0%

Solare termico 6% 5% 4% 5% 5% 5% 5% 7% 5% 5%

Totale 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100%

Tabella R.3.3 Elaborazione Ambiente Italia

Il raggiungimento dello scenario obiettivo di piano presuppone una spinta da parte delle

amministrazioni affinché nelle sostituzioni di impianto si utilizzino tecnologie ritenute rinnovabili. Queste

spinte possono essere individuate sia in un’azione di informazione, consulenza e diffusione della

conoscenza sui sistemi incentivanti attualmente esistenti, sia nella definizione di obblighi.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 195 / 282

Considerando, infatti le particolari condizioni climatiche, in sede di costruzione dell’Allegato Energetico

al Regolamento Edilizio i Comuni potranno:

nei casi di sostituzione o nuova installazione di boiler elettrici rendere obbligatoria l’installazione

di sistemi a pompa di calore;

incrementare la quota di copertura dei fabbisogni con solare termico, portandola al 60 %

(attualmente pari al 50 %).

Sulla base degli interventi descritti nelle tabelle che seguono si sintetizzano i tre scenari di piano.

Ambiti di intervento Stato 2010

[MWh]

Tendenziale 2020

[MWh]

Obiettivo 2020

[MWh]

Efficientamento nei sistemi di produzione acs 38.613 37.475 33.289

Tabella R.3.4 Elaborazione Ambiente Italia

Struttura dei consumi Gas naturale

[m3]

Energia elettrica

[MWh]

Gasolio

[t]

GPL

[t]

Solare termico

[MWh]

Stato 2010 2.568.163 11.216 16 201 0

Tendenziale 2020 2.758.183 9.089 10 141 5

Obiettivo 2020 2.791.348 4.004 0 52 1.840

Tabella R.3.5 Elaborazione Ambiente Italia

Infine, è possibile valutare la riduzione delle emissioni attribuibile agli interventi simulati in questa

scheda, come fatto per gli altri interventi descritti in precedenza.

Struttura delle Emissioni di CO2

[t di CO2] Stato 2010 2020 tendenziale 2020 obiettivo

Gas naturale 4.977 5.345 5.409

Gasolio 50 32 0

GPL 584 409 152

Elettricità 4.150 3.363 1.481

Totale 9.761 9.149 7.042

% di riduzione -- 6% 28%

Tabella R.3.6 Elaborazione Ambiente Italia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 196 / 282 APRILE 2015

SCHEDA R.4

Nuova edilizia in classe energetica A+, A e B

Obiettivi

Riduzione dei consumi di combustibili utilizzati per la climatizzazione invernale e riduzione delle emissioni di CO2 nel

settore residenziale

Incremento della produzione di energia da fonte rinnovabile

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Ufficio tecnico comunale

Soggetti coinvolgibili

Tecnici progettisti, Imprese di costruzione, Termotecnici.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali, Tecnici progettisti, Imprese di costruzione.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Lo scenario prevede l’occupazione, entro il 2020 di 670 abitazioni attualmente sfitte e 184 abitazioni di nuova

costruzione. Si stima un incremento complessivo dei consumi di energia pari a 6.851 MWh.

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

RUE

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Decreto Legislativo n°192 19 agosto 2005 e smi

Delibera n°156 4 marzo 2008 e smi

Sistemi di finanziamento applicabili

C.E.T. DM 28 dicembre 2012

Incentivi comunali

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 08-bis, 15, 27.

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 290.944 298.319 297.795

Emissioni in t diCO2 54.608 56.078 55.966

Variazione complessiva (Obiettivo – 2010) 6.851 MWh 1.357 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -524 MWh -112 t

56.078

54.608

55.966

53.500

54.000

54.500

55.000

55.500

56.000

56.500

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

Page 197: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 197 / 282

Nel corso dei prossimi anni si assiste nei dieci comuni a una crescita delle abitazioni occupate e che

quindi consumano energia. Per poter valutare in termini numerici questa crescita sono state analizzate

le dinamiche storiche di crescita o decrescita della popolazione e delle famiglie insediate nei territori

oggetto di analisi. Nell’insieme dei dieci comuni si valuta un andamento in crescita, leggermente più

marcata per le famiglie e più contenuta per i residenti. I residenti si stima che possano incrementarsi,

infatti, di circa 2.000 unità (+ 3,5 %) mentre per le famiglie la crescita, in valore percentuale, è pari al

4 % con circa 850 nuclei familiari in più.

Grafico R.4.1 Elaborazione Ambiente Italia

Trasponendo il ragionamento al singolo Comune, tuttavia, le dinamiche che emergono risultano

differenti. Infatti, mentre le famiglie risultano pressoché in crescita, anche se con ritmi differenti, in quasi

tutti i Comuni (a Casteldelci e Pennabilli si registra una leggera variazione in calo), la popolazione

risulta crescente solo nei Comuni di Maiolo, Novafeltria, Poggio Torriana, Santarcangelo di Romagna e

Verucchio. I grafici che seguono descrivono gli andamenti dei due indicatori demografici nei dieci

Comuni.

Il differente ritmo di crescita o di decrescita fra popolazione e famiglie si lega alla tendenza, già

descritta all’inizio di questo documento, che sta portando alla riduzione del numero medio di

componenti dei nuclei familiari.

51.628

54.602

56.609

19.600

21.57922.433

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[n

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bit

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n

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mil

iari

]

Evoluzione della popolazione e delle famiglie fra 2010 e 2020

Popolazione Famiglie

Page 198: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 198 / 282 APRILE 2015

Grafici R.4.2 e R.4.3 Elaborazione Ambiente Italia

Grafici R.4.4 e R.4.5 Elaborazione Ambiente Italia

Grafici R.4.6 e R.4.7 Elaborazione Ambiente Italia

0

100

200

300

400

500

600

20

04

20

05

20

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20

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20

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20

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Popolazione e Famiglie a Casteldelci

Popolazione Nuclei familiari

0

100

200

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400

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700

800

900

1.000

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20

[n

di re

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fam

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Popolazione e Famiglie a Maiolo

Popolazione Nuclei familiari

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

20

04

20

05

20

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20

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20

10

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20

[n

di re

sid

en

ti e

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uc

lei

fam

ilia

ri]

Popolazione e Famiglie a Novafeltria

Popolazione Nuclei familiari

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

20

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19

20

20

[n

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sid

en

ti e

di n

uc

lei

fam

ilia

ri]

Popolazione e Famiglie a Pennabilli

Popolazione Nuclei familiari

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

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Popolazione e Famiglie a Poggio Torriana

Popolazione Nuclei familiari

0

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1.500

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2.500

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3.500

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Popolazione e Famiglie a San Leo

Popolazione Nuclei familiari

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 199 / 282

Grafici R.4.8 e R.4.9 Elaborazione Ambiente Italia

Grafici R.4.10 e R.4.11 Elaborazione Ambiente Italia

In tutti i Comuni è presente una quota di abitazioni sfitte, variabili fra poco più di 60 unità a Poggio

Torriana e circa 800 a Talamello. Una parte limitata delle abitazioni risultanti rappresentano seconde

case. Nella tabella che segue si ripartiscono i fabbisogni di nuove abitazioni occupate nei prossimi anni

fra edilizia esistente e edilizia di nuova costruzione.

Struttura dei consumi

Variazione famiglie

Abitazioni Sfitte 2011

Famiglie in abitazioni

sfitte

Famiglie in nuove abitazioni

Famiglie in abitazioni sfitte

riqualificate

Casteldelci -5 366 -5 0 0

Maiolo +7 201 7 0 0

Novafeltria +77 366 77 0 10

Pennabilli -2 758 -2 0 0

Poggio Torriana +128 67 88 40 11

San Leo +31 93 31 0 3

Sant'Agata Feltria +10 599 10 0 0

Santarcangelo di R. +404 279 304 100 30

Talamello +3 790 3 0 0

Verucchio +201 144 157 44 15

Tabella R.4.1 Elaborazione Ambiente Italia

Solo nel caso dei Comuni di Poggio Torriana, Santarcangelo e Verucchio si ritiene che nei prossimi

anni il settore delle costruzioni edilizie potrà portare a nuove edificazioni per far fronte ai fabbisogni

abitativi. Nell’ottica di ridurre il consumo di suolo, infatti, negli altri contesti si dovrà spingere verso

l’occupazione, anche previa ristrutturazione, dell’esistente.

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

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Popolazione e Famiglie a Sant'Agata Feltria

Popolazione Nuclei familiari

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

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ri]

Popolazione e Famiglie a Santarcangelo di Romagna

Popolazione Nuclei familiari

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

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[n

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ri]

Popolazione e Famiglie a Talamello

Popolazione Nuclei familiari

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

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20

[n

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ri]

Popolazione e Famiglie a Verucchio

Popolazione Nuclei familiari

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 200 / 282 APRILE 2015

Le dinamiche del settore edilizio potranno portare all’edificazione di un numero maggiore di abitazioni

rispetto alle stime effettuate in questo documento, tuttavia, l’analisi considera esclusivamente le

abitazioni occupate, ossia quelle che faranno registrare un consumo di energia.

Per quanto riguarda l’occupazione di edilizia esistente, si ritiene che questa attesterà un consumo

energetico (kWh/m2) comparabile rispetto a quello medio dell’edilizia occupata al 2010 e valutato nel

paragrafo 2.2.2 di questo documento. Si ritiene, tuttavia, che il 30 % delle abitazioni sfitte esistenti e

oggetto di occupazione, nel corso dei prossimi anni, sia ristrutturata prima di essere utilizzata. In questo

senso quanto collocato e sotto la colonna “Famiglie in abitazioni sfitte riqualificate” fa riferimento a

edifici demoliti e ricostruiti o a ristrutturazioni rilevanti dei fabbricati che garantiscano un miglioramento

della performance energetica degli stessi.

Per l’edilizia di nuova costruzione, invece, si valuta la tipologia di abitazioni nuove in base alla classe

energetica delle stesse. La normativa vigente nella Regione Emilia-Romagna in materia di

regolamentazione energetica degli edifici, adotta i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici

definiti a livello nazionale dal D.Lgs. 192/2005 e s.m.i. previsti, dallo stesso, dopo il 1° gennaio 2010.

Per i valori di grado giorno dei dieci Comuni, i valori di EPi (ossia dell’Indice di Prestazione energetica

per la climatizzazione Invernale da considerarsi nel nuovo costruito), espressi per il settore residenziale

in kWh/m2anno, variano lievemente fra loro, essendo omogenea la zona climatica in cui si collocano i

Comuni. Considerando il valore più stingente (Santarcangelo di Romagna), per un S/V medio il limite

ammonta a 67 kWh/m2.

La classificazione energetica nazionale definisce le classi di appartenenza degli edifici sulla base

dell’EPTot (ossia la somma, considerando la normativa vigente alla data di redazione di questo

documento, dei due Indici di prestazione energetica per la climatizzazione invernale dell’edificio e per la

produzione di ACS).

Considerando un valore medio di S/V si riportano di seguito i valori di consumo specifico che

definiscono le classi energetiche. I valori riportati nella tabella che segue rappresentano la somma di

consumo per il riscaldamento e per la produzione di ACS.

Classi Energetiche Zona E

Parametri più rigidi [kWh/m

2]

A+ EPTot < 25,8

A 25,8 ≤ EPTot < 42,5

B 42,5 ≤ EPTot < 62,3

C 62,3 ≤ EPTot < 85

D 85 ≤ EPTot < 104,8

E 104,8 ≤ EPTot < 141,3

F 141,3 ≤ EPTot < 197,5

G EPTot > 197,5

Tabella R.4.2 Elaborazione Ambiente Italia

Il nuovo costruito, mediamente, dovrà inquadrarsi entro valori di fabbisogno massimi pari a 85 kWh/m2,

per gli edifici in Zona Climatica E, in base alla norma attualmente vigente.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 201 / 282

Grafico R.4.12 Elaborazione Ambiente Italia

Va precisato che questi valori non sono confrontabili con i valori di consumo reale dell’edificio in quanto

calcolati, ai fini della Certificazione energetica, attraverso standardizzazioni e normalizzazioni di

calcolo. Si può stimare, quindi, che il consumo reale di un edificio costruito in questi Comuni a norma di

legge, con un valore di EPtot pari a 85 kWh/m2 possa essere prossimo ai 51 kWh/m

2.

In questa scheda, dunque, si valutano due scenari, come nelle precedenti, uno tendenziale e uno

obiettivo:

lo scenario tendenziale prevede la realizzazione delle nuove abitazioni descritte nella Tabella

R.4.1 in linea con il dettato della normativa vigente e, quindi, in classe energetica C;

lo scenario obiettivo, invece, prevede la realizzazione delle nuove unità abitative in parte in

Classe energetica A+, in Classe A e in Classe energetica B.

A entrambi gli scenari si sommano le abitazioni, attualmente sfitte, che si ipotizza siano occupate al

2020. La tabella che segue riassume i livelli di consumo specifico per i due scenari considerando sia i

valori di consumo limite da certificazione energetica che i consumi reali stimati dei fabbricati per classe

energetica. Si riportano anche i valori di consumo della media dell’edilizia esistente nei dieci Comuni.

Tipologia abitazioni EPTOT-cert. EPTOT reale

Abitazioni in Classe A+ 25,75 kWh/m2 15 kWh/m

2

Abitazioni in Classe A 42,50 kWh/m2 26 kWh/m

2

Abitazioni in Classe B – Allegato energetico 62,25 kWh/m2 37 kWh/m

2

Abitazioni in Classe C – Obbligo nazionale 85,00 kWh/m2 51 kWh/m

2

Abitazione in edilizia esistente ----- kWh/m2 118 kWh/m

2

Tabella R.4.3 Elaborazione Ambiente Italia

25,8

42,5

62,3

85,0

104,8

141,3

197,5 197,5

0

50

100

150

200

250

A+ A B C D E F G

[kW

h/m

2a

nn

o]

Classi energetiche. Limiti per S/V medio

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 202 / 282 APRILE 2015

Grafico R.4.13 Elaborazione Ambiente Italia

Nella costruzione dello scenario si è ritenuto che una fetta delle nuove abitazioni sia costruita in Classe

energetica A e A+, ossia a un livello elevato di performance, mentre la quota residua sia realizzata

secondo il dettato normativo comunale. Come già dettagliato nelle schede precedenti, anche in questo

caso i Comuni nel dotarsi di Allegati Energetici ai RUE potranno introdurre una cogenza di classe più

stringente rispetto agli obblighi nazionali attualmente validi: la Classe Energetica B rappresenta un

livello di obbligo congruo rispetto alle dinamiche attuali del settore edilizio.

A conferma di queste dinamiche, il grafico sopra riporta il risultato di un monitoraggio effettuato nel

settore edilizio sulle nuove costruzioni nel corso del triennio 2010-2012. Il monitoraggio descritto dal

grafico è stato effettuato su un campione di Comuni italiani. L’evidenza emergente è una chiara

tendenza alla riduzione delle volumetrie edificate in Classe C e all’incremento degli edifici con livello di

performance più alta.

L’ipotesi di base a guida di questa scheda è che i Comuni introducano un obbligo da recepire negli

Allegati Energetici Comunali di edilizia di nuova costruzione in classe energetica B. Si ritiene, inoltre,

che i Comuni potranno, nello stesso Allegato Energetico, prevedere la possibilità di incentivare la

costruzione più prestante rispetto a quella cogente a livello comunale. L’incentivo potrà essere erogato

esclusivamente per costruzioni che attestino un assetto energetico migliorato rispetto ai valori limite

della Classe B.

I meccanismi incentivanti oggi maggiormente applicati sono riconducibili a due tipologie:

sgravio degli oneri di urbanizzazione, riconducibile al raggiungimento di una data classe

energetica. Per esempio è possibile ascrivere una riduzione del 20 % degli oneri di

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 203 / 282

urbanizzazione primaria e secondaria se l’edificio raggiunge la classe A e del 40 % se l’edificio

raggiunge la classe energetica A+;

bonus volumetrici, riconducibili a un incremento degli indici di fabbricabilità territoriale. Per

esempio è possibile garantire un incremento dell’It (Indice di fabbricabilità territoriale) del 15 %

a fronte di un miglioramento della performace energetica del fabbricato del 30 % (doppio

dell’incremento volumetrico) rispetto all’obbligo comunale.

Sulla base dei criteri descritti si costruiscono i due scenari di piano relativi al nuovo costruito.

La tabella seguente sintetizza la ripartizione per classe del nuovo costruito nello scenario obiettivo

mentre la successiva riporta la ripartizione nello scenario tendenziale.

N° di abitazioni per tipologia Scenario obiettivo

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S.Leo S.Agata S.Arcangelo Talamello Verucchio

Abitazioni in Classe A + 0 0 0 0 10 0 0 20 0 7

Abitazioni in Classe A 0 0 0 0 20 0 0 50 0 15

Allegato energetico 0 0 10 0 21 3 0 60 0 37

Abitazioni esistenti -5 7 77 -2 88 31 10 304 3 157

Tabella R.4.4 Elaborazione Ambiente Italia

N° di abitazioni per tipologia Scenario tendenziale

Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S.Leo S.Agata S.Arcangelo Talamello Verucchio

Norma nazionale – Classe C 0 0 10 0 51 3 0 130 0 59

Abitazioni esistenti -5 7 87 -2 88 31 10 304 3 157

Tabella R.4.5 Elaborazione Ambiente Italia

Lo scenario obiettivo prevede anche l’applicazione, sulle abitazioni di nuova costruzione, dell’obbligo di

copertura da fonte rinnovabile applicato alla somma dei fabbisogno di energia per il riscaldamento

invernale e per la produzione di ACS di recente definito dal Decreto Legislativo 28/2011. L’analisi e gli

scenari di piano, inoltre, contemplano anche la valutazione della quota di energia rinnovabile ascrivibile

all’utilizzo di pompe di calore, come dettagliato nel seguito. La tabella che segue riporta, per tipologia di

abitazione, i consumi valutati per il riscaldamento e per la produzione di ACS. I valori di consumo

riportati sono già inclusivi delle perdite legate all’impianto termico.

Tipologia abitazioni Superficie abitazioni

[m2]

Consumo di energia per il riscaldamento

[MWh]

Consumo di energia per la produzione di

ACS [MWh]

Abitazioni in Classe A+ 2.960 31 15

Abitazioni in Classe A 6.800 139 34

Abitazioni in Classe B – Allegato energetico 10.480 297 94

Abitazioni in Classe C – Obbligo nazionale 20.240 830 202

Abitazioni esistenti 53.600 5.373 971

Tabella R.4.6 Elaborazione Ambiente Italia

La tabella che segue riporta i dati riferiti alla produzione di ACS. In questo caso si indica la quota di

energia che si ipotizza coperta da solare termico:

questa quota risulta nulla per le abitazioni occupate in edifici già esistenti;

è pari al 50 % (obbligo normativo nazionale) per le abitazioni in Classe Energetica C che

andranno a definire lo scenario tendenziale;

si valuta pari al 60 % (ipotesi di obbligo maggiorato per la nuova edificazione da recepire negli

Allegati Energetici) per gli edifici in Classe energetica A+, A e B che andranno a definire lo

scenario obiettivo.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 204 / 282 APRILE 2015

Tipologia abitazioni Superficie abitazioni

[m2]

Fabbisogno di energia per ACS coperto da

solare termico [MWh]

Fabbisogno di energia per ACS residuo

[MWh]

Abitazioni in Classe A+ 2.960 9 6

Abitazioni in Classe A 6.800 20 14

Abitazioni in Classe B – Allegato energetico 10.480 57 38

Abitazioni in Classe C – Obbligo regionale 20.240 101 101

Abitazioni esistenti 53.600 0 971

Tabella R.4.7 Elaborazione Ambiente Italia

Sulla base dei valori descritti nelle tabelle precedenti è possibile valutare i consumi in energia finale

degli edifici nuovi. In questo caso si riportano le tabelle riferite ai due scenari nel seguito.

La biomassa, il solare termico sono intese come fonti rinnovabili, dunque a impatto emissivo nullo pur

rappresentando una quota di consumo energetico.

Nella ripartizione per vettore, sono state operate le seguenti ipotesi:

tutti gli edifici in Classe A e A+ riscaldano gli ambienti con pompa di calore e producono ACS

con la stessa integrata da impianti solari termici (copertura del 60 % dei fabbisogni);

gli edifici in Classe B riscaldano gli ambienti con caldaie a condensazione alimentate a gas

naturale e integrate da piccola impiantistica alimentata a biomassa (30 % del fabbisogno è

coperto da stufe a pellet); la produzione di ACS è fatta con le stesse caldaie a gas integrate dal

solare termico (copertura del 60 % dei fabbisogni);

l’edilizia esistente è riscaldata con caldaie tradizionali alimentate a gas naturale e la produzione

di ACS è fatta con le stesse caldaie a gas senza l’applicazione di impianti solari termici;

gli edifici in Classe C riscaldano gli ambienti con caldaie tradizionali alimentate a gas naturale e

la produzione di ACS è fatta con le stesse caldaie a gas integrate dal solare termico (copertura

del 50 % dei fabbisogni).

Scenario obiettivo 2020

Consumo di energia per il riscaldamento

Consumo di energia per la produzione di ACS

Consumo totale

Gas naturale in m3 578.647 105.121 683.768

Quota consumo elettrico P. d C. in MWh 78 9 87

Biomassa in t 31 0 31

Solare termico in MWh 0 86 86

Tabella R.4.8 Elaborazione Ambiente Italia

Scenario tendenziale 2020

Consumo di energia per il riscaldamento

Consumo di energia per la produzione di ACS

Consumo totale

Gas naturale in m3 646.568 111.737 758.306

Solare termico in MWh 0 101 101

Biomassa in t 0 0 0

Tabella R.4.9 Elaborazione Ambiente Italia

É possibile valutare i consumi complessivi in MWh nei due scenari di piano descritti e a confronto con i

consumi evidenziati per il 2010. Complessivamente si stima un incremento, nello scenario obiettivo,

pari al 2 % circa entro il 2020. Nello scenario tendenziale la crescita prospettata ammonta a poco

meno.

Ambiti di intervento Standard 2010

[MWh] Tendenziale 2020

[MWh] Obiettivo 2020

[MWh]

Nuovi edifici 290.944 298.319 297.795

Tabella R.4.10 Elaborazione Ambiente Italia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 205 / 282

Infine, nei due scenari, è possibile valutare la quota di emissioni attribuibile al nuovo edificato. In

entrambi i casi si tratta di emissioni in incremento rispetto a quanto verificato per il 2010 e che

dovranno essere annullate attraverso il contributo al miglioramento della performance energetica

dell’edilizia esistente. I valori riportati in tabella fanno riferimento solo all’incremento delle emissioni di

settore. I valori percentuali riportati nell’ultima riga si riferiscono all’incremento percentuale delle

emissioni calcolato rispetto alle emissioni attribuibili agli usi termici nel settore residenziale. In termini di

CO2, nello scenario obiettivo si prevede un incremento del 2 % circa.

Emissioni [t di CO2]

Tendenziale Obiettivo

Gas naturale 1.469 1325

Biomassa 0 0

Solare termico 0 0

Elettricità 0 32

Totale 1.469 1.357

% di incremento 2011/2020 3% 2%

Tabella R.4.11 Elaborazione Ambiente Italia

Infine nella tabella che segue si riporta l’incremento dell’energia utilizzata prodotta da fonte energetica

rinnovabile nello scenario obiettivo. La quota riportata sotto la voce “Quota FER P.d.c.” fa riferimento

alla valutazione che è stata fatta dell’energia rinnovabile ascrivibile all’utilizzo di Pompe di calore. In

questo caso il sistema è stato modellizzato considerando un COP medio stagionale pari a 2.

La quota rinnovabile rappresenta la quantità di energia che si ritiene attribuibile a fonte rinnovabile

(aerotermica, geotermica…), in base agli algoritmi di valutazione introdotti dal D.Lgs. 28/2011.

Quota rinnovabile in MWh

Solare 86

Biomassa 119

Quota FER P.d.c. 174

Totale incremento FER 379

Tabella R.4.12 Elaborazione Ambiente Italia

Le Amministrazioni, per perseguire e controllare l’effettivo raggiungimento dei livelli prestazionali

indicati in questa scheda, potranno valutare che fin dalle fasi di lottizzazione e/o di parere preliminare e,

comunque, nelle fasi di rilascio del permesso per costruire il progettista sia obbligato a dimostrare,

tramite una dettagliata relazione di calcolo, il rispetto della Classe energetica indicata e a descrivere le

modalità costruttive e impiantistiche utilizzate per il raggiungimento della stessa. Nel caso di

installazione di impianti da fonti rinnovabili, dovranno essere allegate alla relazione citata schemi grafici

e calcoli di dimensionamento degli impianti. Sarà compito degli uffici tecnici verificare sia la correttezza

formale dei calcoli e delle dichiarazioni che la realizzazione dei manufatti in modo conforme rispetto al

progetto.

Potranno essere recepite tali valutazioni programmatiche, con dettaglio specifico, nel Regolamento

Edilizio. Si fa presente, infine, che il Parlamento europeo ha approvato una modifica alla Direttiva

2002/91/CE (Direttiva 2010/31 del 19 maggio 2010) relativa al rendimento energetico in edilizia, in base

alla quale entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere edifici a

energia quasi zero e dovranno produrre da fonte rinnovabile la quota integrale di energia che

consumeranno, incentivando, in tal modo, sia la realizzazione di impianti che producono energia da

FER, ma anche, trasversalmente, la realizzazione di edifici più efficienti.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 206 / 282 APRILE 2015

Un ultima applicazione degna di nota è rappresentata dalla possibilità di poter sfruttare il calore del

sottosuolo per impianti di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria legati ai fabbricati di

nuova costruzione. Infatti, mediamente, il sottosuolo italiano presenta a partire dai 10 m di profondità e

fino a circa 200-300 m una temperatura pressoché costante durante tutto l’arco dell’anno e compresa

fra i 12 e i 14 °C. L’applicazione a cui ci si riferisce viene denominata “geotermia a bassa entalpia” (la

geotermia ad alta entalpia permette il raggiungimento di livelli di temperatura più elevati). Per poter

sfruttare questo calore del sottosuolo è necessario utilizzare pompe di calore abbinate a sonde

geotermiche, particolari scambiatori installati nel terreno prospiciente l’edificio con struttura verticale o

orizzontale.

Il grande vantaggio di un impianto geotermico a bassa temperatura deriva dal fatto che è in grado di

svolgere le stesse funzioni normalmente demandate a due diversi apparecchi, cioè caldaie e

condizionatori. Un impianto geotermico, se opportunamente dimensionato, è in grado di riscaldare e

raffrescare un edificio senza l'ausilio di altri apparecchi. In questo caso si parla di impianto geotermico

"monovalente". In ogni caso sono impianti che si prestano bene all'integrazione (cosiddetto regime

“bivalente”) con altri generatori di calore ad alta efficienza. Molto interessante, ad esempio, risulta

l’abbinamento con impianti solari termici oppure con caldaie a condensazione.

Le pompe di calore geotermiche, sono l'elemento fondamentale di un impianto geotermico a bassa

temperatura e permettono di convertire l'energia termica del sottosuolo in calore o freddo utile per

l'edificio. La configurazione impiantistica più comune prevede, in abbinamento alla pompa di calore,

l'installazione di sonde geotermiche verticali, interrate nel terreno a grandi profondità. Esistono tuttavia

numerose altre opzioni impiantistiche adatte per diverse situazioni come gli impianti con collettori

orizzontali interrati appena sotto il livello del suolo, oppure impianti che sfruttano le acque sotterranee o

di superficie.

Immagini R.4.1 Elaborazione Ambiente Italia

La geotermia è certamente consigliata per tutti gli edifici di nuova costruzione, per i quali è possibile

progettare ex novo l’intero impianto in maniera ottimale.

Per gli edifici esistenti, la convenienza e la fattibilità di un impianto geotermico sono da analizzare caso

per caso. Occorre anche valutare la disponibilità di spazio sufficiente per l'allestimento del cantiere e

per la posa delle sonde.

Per una corretta valutazione economica di un impianto geotermico, in termini di costi e benefici, è

necessario tener conto di diverse variabili, tra cui:

il fabbisogno di energia termica dell’edificio

il tipo di terreno a disposizione e l’opzione impiantistica scelta

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 207 / 282

il costo per l’eventuale sostituzione dei radiatori con un impianto di riscaldamento a bassa

temperatura

l’eventuale integrazione con altro impianto

il grado di isolamento termico dell’edificio

I costi di una pompa di calore non sono molto più alti di quelli di una buona caldaia a condensazione.

Ovviamente variano con la potenza, ma in generale si può assumere che per un caso medio, tipo

appartamento o villetta monofamiliare di 100 m2 il costo della pompa varia tra 5.000 e gli 8.000 euro.

Il costo delle sonde geotermiche è quello che incide sensibilmente sui costi complessivi di investimento

per un impianto geotermico. La sonda costa qualche centinaio di euro (si può arrivare anche fino a

1.000 € per sonde coassiali di consistente portata), la perforazione invece varia dai 60 agli 80 €/m

lineare di perforazione. Si consideri che per una villetta monofamiliare occorre almeno una (se non due)

perforazioni di 100 m. Si può stimare che la spesa minima per il supporto geotermico è di circa

10.000 €.

In sintesi assumendo come esempio una villetta monofamiliare di circa 100 m2, con un buon livello di

isolamento termico, il costo per l’impianto completo (pompa di calore, sonde geotermiche, serbatoio di

accumulo e accessori) varia tra i 17.000 e i 20.000 euro.

Sono esclusi i costi dei sistemi di distribuzioni interni, che nel caso di una pompa di calore, non

possono che essere pannelli radianti.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 208 / 282 APRILE 2015

SCHEDA R.5 Svecchiamento di elettrodomestici nelle abitazioni

Obiettivi

Riduzione dei consumi di energia elettrica

Riduzione delle emissioni di CO2 nel settore residenziale

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Uffici tecnici

Soggetti coinvolgibili

Centri commerciali e rivenditori di elettrodomestici

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Sostituzione naturale di sistemi elettronici, elettrodomestici e sistemi di illuminazione nelle abitazioni che consentono

una riduzione dei consumi di energia elettrica del settore pari a circa 3.200 MWh.

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Regolamento Edilizio

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Normative tecniche europee

Sistemi di finanziamento applicabili

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 19

Detrazioni 50 % per acquisto “Grandi elettrodomestici”

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 43.515 40.324 40.324

Emissioni in t di CO2 16.101 14.920 14.920

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -3.191 MWh -1.181 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) 0 0

16.101

14.920

14.200

14.400

14.600

14.800

15.000

15.200

15.400

15.600

15.800

16.000

16.200

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 209 / 282

Questa scheda, come la TR.1, applica esclusivamente uno scenario di riduzione dei consumi e delle

emissioni considerando la naturale modifica del parco elettrodomestici e impianti elettrici presenti nelle

abitazioni. Non si valuta uno scenario obiettivo di piano ma esclusivamente un’evoluzione tendenziale

dei consumi costruita sulla base dei ritmi di svecchiamento degli elettrodomestici presenti nelle

abitazioni.

Per verificare le tendenze di evoluzione degli usi finali elettrici nelle abitazioni è stato considerato un

incremento del numero di utenze elettriche a completamento del parco edilizio dei dieci Comuni entro il

2020, in linea con quanto dettagliato nella Scheda R.4 precedente (in particolare si faccia riferimento

alla Tabella R.4.1).

Come è noto i consumi elettrici nelle abitazioni evolvono secondo l’andamento di due driver principali:

l’efficienza e la domanda di un determinato servizio. Mentre il primo driver è di tipo tecnologico e

dipende dalle caratteristiche delle apparecchiature che erogano il servizio desiderato (illuminazione,

riscaldamento, raffrescamento, refrigerazione degli alimenti ecc.), invece il secondo risulta

prevalentemente correlato a variabili di tipo socio-demografico (numero di abitanti, composizione del

nucleo familiare medio ecc.).

Per l’analisi di questo scenario si è agito, dunque, sui seguenti elementi:

tempo di vita medio dei diversi dispositivi;

evoluzione del mercato assumendo che l’introduzione di dispositivi di classe di efficienza

maggiore sostituisca in prevalenza le classi di efficienza più basse;

diffusione delle singole tecnologie nelle abitazioni.

Questo tipo di approccio, denominato bottom-up, permette un’analisi dal basso delle apparecchiature,

degli stili di consumo e degli aspetti demografici al fine di modellizzare sul lungo periodo un’evoluzione

dei consumi. L’evoluzione dei consumi si connota come risultato finale dell’evoluzione dei driver indicati

sopra.

Nel corso degli anni, in alcuni casi i nuovi dispositivi venduti vanno a sostituire apparecchi già presenti

nelle abitazioni e divenuti obsoleti (frigoriferi, lavatrici, lampade ecc.), incrementando l’efficienza media

generale. In altri casi, invece, alcune tecnologie entrano per la prima volta nelle abitazioni e quindi

contribuiscono a un incremento netto dei consumi.

Le analisi svolte prevedono un differente livello di approfondimento in base alle tecnologie. In

particolare, si è ipotizzato un livello di diffusione per classe energetica nel caso degli elettrodomestici

utilizzati per la refrigerazione, il lavaggio, il condizionamento e l’illuminazione e per alcune

apparecchiature tecnologiche. Negli altri casi si è stimato solo un grado di diversa diffusione della

singola tecnologia.

L’efficienza complessiva e l’evoluzione dei consumi sono, quindi, determinate sia dal ritmo di

sostituzione dei vecchi elettrodomestici che dall’efficienza energetica dei nuovi apparecchi acquistati. Si

assume un tempo medio di vita delle singole apparecchiature differenziato in base all’apparecchiatura

analizzata.

Inoltre, a parte i dispositivi di condizionamento e parte dell’elettronica, la maggior parte degli altri

elettrodomestici va a sostituirne uno obsoleto e la sostituzione di un elettrodomestico obsoleto porta a

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 210 / 282 APRILE 2015

un incremento dell’efficienza e a un decremento dei consumi evidente a parità di numero di abitazioni

che sono fornite della specifica tecnologia. Questo vale anche per l’illuminazione domestica; infatti, le

lampade ad alta efficienza sono sempre più diffuse sul mercato e l’utente finale ha già maturato una

coscienza del vantaggio energetico ed economico derivante dall’utilizzo delle stesse.

In alcuni casi, gli scenari considerano che nulla di specifico venga fatto per ridurre i carichi, mentre si è

tenuto conto delle modifiche tecnologiche del parco dispositivi e dell’incremento delle utenze valutato

secondo gli stessi criteri utilizzati per il termico.

Per esempio la vendita di lampade a incandescenza sarà destinata a terminare del tutto nei prossimi

anni e comunque all’interno dell’intervallo che definisce lo scenario. Questo aspetto fa sì che al 2020

praticamente tutti gli appartamenti saranno dotati esclusivamente di lampade più efficienti.

Inoltre i frigoriferi, le lavatrici e le lavastoviglie in commercio diverranno sempre meno energivori e,

quindi, presumibilmente i consumi elettrici per refrigerazione e lavaggio si ridurranno nel corso degli

anni di scenario. Il tempo di vita medio delle singole apparecchiature ha consentito di stimare un

ricambio medio annuo di tali dispositivi e si è supposto che tali sostituzioni siano caratterizzate da

un’efficienza energetica superiore rispetto a quella del vecchio elettrodomestico. Tuttavia, nel corso di

tale periodo, nelle case saranno sempre più presenti apparecchiature tecnologiche che non lo erano

fino a pochi anni fa, come ad esempio forni a microonde, lettori digitali, computer ecc. Quindi, una

riduzione di carico a causa del miglioramento dell’efficienza energetica risulta essere controbilanciata

da un aumento di altri consumi non standard con una conseguente parificazione, nel corso degli anni,

del consumo elettrico complessivo.

Nei paragrafi seguenti si riporta l’analisi per specifica tecnologia.

L’illuminazione degli ambienti

Per valutare la domanda di energia connessa all’illuminazione degli ambienti si è agito sulla superficie

media delle abitazioni, sulla domanda di lumen per illuminare gli ambienti e sulla evoluzione tipologica

del parco lampade presente nelle abitazioni.

La tabella seguente riporta il livello di diffusione e i valori di efficienza luminosa (in Lumen/W) delle

singole lampade. Si prevede una modifica, nel corso dei prossimi anni, sia dei livelli di efficienza delle

singole lampade che della percentuale di diffusione per tipologia di lampada.

Tipologia di lampada

Diffusione

[%]

Diffusione

[%]

Efficienza

[lm/W]

Efficienza

[lm/W]

2010 2020 2010 2020

Incandescenza 20 % 0% 13,8 13,8

Fluorescente 70 % 50% 65 71,5

Alogena 10 % 5% 20 25,7

LED 0 % 45% 71,5 90

Totale 100 % 100 % ---- ----

Tabella R.5.1 Elaborazione Ambiente Italia

É possibile valutare l’evoluzione dei consumi e dei livelli di emissione attribuibili all’illuminazione

domestica, nella tabella che segue, per l’insieme dei Comuni.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 211 / 282

Annualità n° abitazioni

occupate

Consumi di

energia elettrica

[MWhel]

Risparmi elettrici

[MWhel]

Emissioni di CO2

[t di CO2]

Risparmi di CO2

[t di CO2]

2010 21.406 4.009 --- 1.483 ---

2020 22.260 2.884 1.124 1.067 416

Tabella R.5.2 Elaborazione Ambiente Italia

Come evidenziato dalla tabella precedente, nel corso dei prossimi anni i consumi per l’illuminazione

domestica subiranno un ridimensionamento per effetto della progressiva messa al bando delle sorgenti

luminose più energivore. Tutto ciò accade in una situazione, comunque, di crescita dell’edilizia

occupata. In effetti è evidente la progressiva decrescita dell’incidenza delle lampade ad incandescenza

e la sostituzione delle stesse con sistemi a più alta efficienza (prevalentemente lampade fluorescente e

in parte anche a LED). Questo avviene in un contesto di modifica della normativa tecnica europea, in

particolar modo si fa riferimento alla Direttiva 2005/32/CE (sull’Eco design requirement for Energy-using

product) e al Regolamento (CE) tecnico ad essa collegato n° 244/2010.

Gli elettrodomestici diffusi: frigoriferi e lavatrici

Come per il settore dell’illuminazione, anche in questo caso, nei paragrafi successivi si dettaglia l’analisi

dell’evoluzione dei consumi sul lungo periodo.

Per valutare la domanda di energia connessa alla refrigerazione degli alimenti e al lavaggio della

biancheria in ambiente domestico si è agito sui seguenti parametri:

tempo di vita medio della specifica tecnologia;

nuovi apparecchi acquistati con livello elevato di performance energetica;

diffusione delle tecnologie nelle abitazioni.

Relativamente a quest’ultimo punto, come per l’illuminazione domestica, anche queste tecnologie

risultano capillarmente presenti in tutte le abitazioni.

Inoltre, di seguito si dettagliano i livelli di consumo applicabile alla singola classe energetica di

elettrodomestico e gli indici di diffusione dell’elettrodomestico per classe di consumo, nel corso dei

prossimi anni.

Classe Consumo

Frigocongelatore

A 330 kWh/anno

A+ 255 kWh/anno

A++ 184 kWh/anno

Lavatrice

A 209 kWh/anno

A+ 187 kWh/anno

A+ dal 2013 165 kWh/anno

Tabella R.5.3 Elaborazione Ambiente Italia

La tabella seguente disaggrega la struttura del venduto nel corso dei prossimi anni. Il dato di consumo

riportato nella tabella seguente fa riferimento a un consumo specifico annuale del singolo

elettrodomestico in un anno. Nel caso delle lavatrici include, quindi, una serie di cicli di lavaggio.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 212 / 282 APRILE 2015

diffusione Diffusione diffusione diffusione consumo

Frigocongelatore Precedenti A A+ A++ kWh anno

2010 50 % 46 % 3 % 1% 400

2020 0 % 0 % 73 % 27 % 236

diffusione Diffusione diffusione diffusione Consumo

Lavatrice Precedenti A A+ A+ dal 2013 kWh anno

2010 0 % 99% 1% 0% 210

2020 0 % 0% 0% 100% 165

Tabella R.5.4 Elaborazione Ambiente Italia

É stata considerata una vita media di circa 12 anni.

In base ai parametri di calcolo descritti nel paragrafo precedente è possibile disaggregare i consumi nel

corso dei prossimi anni.

Frigocongelatori n° abitazioni

occupate

Consumi di

energia elettrica

[MWhel]

Risparmi

elettrici

[MWhel]

Emissioni

di CO2

[t di CO2]

Risparmi

di CO2

[t di CO2]

2010 21.406 7.258 --- 2.685 ---

2020 22.260 6.326 931 2.341 345

Tabella R.5.5 Elaborazione Ambiente Italia

Lavatrici n° abitazioni

occupate

Consumi di

energia elettrica

[MWhel]

Risparmi

elettrici

[MWhel]

Emissioni

di CO2

[t di CO2]

Risparmi

di CO2

[t di CO2]

2010 21.406 3.791 --- 1.403 ---

2020 22.260 3.947 -156 1.461 -58

Tabella R.5.6 Elaborazione Ambiente Italia

I consumi, per entrambe le tecnologie analizzate, tenderanno a decrementarsi, a livello specifico. Infatti

con il Regolamento (CE) 643 del 2010 la Commissione europea ha adottato nuovi requisiti di

prestazione energetica dei frigoriferi con un conseguente aggiornamento dell’etichettatura energetica

degli stessi. L’effetto di questo regolamento consiste nella totale esclusione dal mercato (a partire dal

1° luglio 2012) i frigoriferi di Classe A. In questo documento è stato considerato mediamente

rappresentativo un frigorifero da 290 litri circa. Per quanto riguarda le lavatrici, invece, al momento

esiste solo una bozza di regolamentazione europea, alla quale, in tutti i casi, si è fatto riferimento in

attesa che venga prodotta la versione definitiva. In particolare è stato ritenuto che dal 2011 possano

essere vendute lavatrici di classe superiore alla A.

Gli elettrodomestici meno diffusi: congelatori e lavastoviglie

Per valutare la domanda di energia connessa all’utilizzo di congelatori e lavastoviglie, tecnologie meno

diffuse a livello domestico rispetto a quelle già dettagliate, si è agito sui seguenti parametri:

tempo di vita medio della specifica tecnologia;

nuovi apparecchi acquistati con livello elevato di performance energetica;

diffusione della tecnologia nelle abitazioni.

Di seguito si dettagliano i livelli di consumo applicabili alla singola classe energetica di elettrodomestico

e gl’indici di diffusione dell’elettrodomestico per classe di consumo, nel corso dei prossimi anni.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 213 / 282

Consumo

Congelatore

Precedenti 350 kWh/anno

A 265 kWh/anno

A+ 201 kWh/anno

A++ 145 kWh/anno

Lavastoviglie

Precedenti 300 kWh/anno

A 294 kWh/anno

A dal 2013 280 kWh/anno

Tabella R.5.7 Elaborazione Ambiente Italia

La tabella seguente disaggrega la struttura del venduto nel corso dei prossimi anni. Il dato di consumo

riportato nella tabella seguente fa riferimento a un consumo specifico annuale del singolo

elettrodomestico in un anno. Nel caso delle lavastoviglie include, quindi, una serie di cicli di lavaggio.

diffusione Diffusione diffusione diffusione Consumo

Congelatore Precedenti A A+ A++ kWh anno

2010 100 % 0 % 0 % 0 % 350

2020 0 % 52 % 28 % 20 % 223

diffusione Diffusione diffusione Consumo

Lavastoviglie Precedenti A A dal 2013 kWh anno

2010 100 % 0 % 0 % 300

2020 0 % 0 % 100 % 280

Tabella R.5.8 Elaborazione Ambiente Italia

Infine, la tabella seguente disaggrega la vita media considerata per singola tecnologia e tipo di unità

immobiliare.

Vita media tecnologia Anni

Congelatore 17 anni

Lavastoviglie 13,5 anni

Tabella R.5.9 Elaborazione Ambiente Italia

In base ai parametri di calcolo descritti nei paragrafi precedenti è possibile disaggregare i consumi nel

corso dei prossimi anni.

Congelatori n° abitazioni

occupate

Consumi di

energia elettrica

[MWhel]

Risparmi

elettrici

[MWhel]

Emissioni

di CO2

[t di CO2]

Risparmi

di CO2

[t di CO2]

2010 21.406 2.215 --- 820 ---

2020 22.260 2.163 52 800 19

Tabella R.5.10 Elaborazione Ambiente Italia

Lavastoviglie n° abitazioni

occupate

Consumi di

energia elettrica

[MWhel]

Risparmi

elettrici

[MWhel]

Emissioni

di CO2

[t di CO2]

Risparmi

di CO2

[t di CO2]

2010 21.406 2.380 --- 881 ---

2020 22.260 2.822 -442 1.044 -163

Tabella R.5.11 Elaborazione Ambiente Italia

Gli elettrodomestici di intrattenimento

In questo paragrafo si stimano i consumi e l’evoluzione degli stessi al 2020 relativi agli elettrodomestici

di intrattenimento, ossia le apparecchiature tecnologiche quali TV, lettori DVD, VHS e VCR e i PC.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 214 / 282 APRILE 2015

Come per gli usi finali già analizzati, anche in questo caso, nei paragrafi successivi si dettaglia l’analisi

dell’evoluzione dei consumi sul lungo periodo. Per valutare la domanda di energia connessa all’utilizzo

di queste apparecchiature si è agito sui seguenti parametri:

tempo di vita medio della specifica tecnologia;

nuovi apparecchi acquistati con livello elevato di performance energetica;

diffusione della tecnologia nelle abitazioni.

Di seguito si dettagliano i livelli di consumo applicabili alla tipologia di elettrodomestico (per stock di

vendita) nel corso dei prossimi anni.

Anno TV Lettori DVD, VHS, VCR Personal Computer

2010 200 kWh/anno 70 kWh/anno 100 kWh/anno

2020 191 kWh/anno 27 kWh/anno 35 kWh/anno

Tabella R.5.12 Elaborazione Ambiente Italia

Infine, la tabella seguente disaggrega la vita media considerata per singola tecnologia e tipo di unità

immobiliare.

Vita media tecnologia Anni

TV 10 anni

Lettori DVD, VHS, VCR 10 anni

Personal Computer 7 anni

Tabella R.5.13 Elaborazione Ambiente Italia

In base ai parametri di calcolo descritti nei paragrafi precedenti è possibile disaggregare i consumi nel

corso dei prossimi anni.

TV n° abitazioni

occupate

Consumi di

energia elettrica

[MWhel]

Risparmi

elettrici

[MWhel]

Emissioni

di CO2

[t di CO2]

Risparmi

di CO2

[t di CO2]

2010 21.406 5.791 --- 2.143 ---

2020 22.260 7.967 -2.176 2.948 -805

Tabella R.5.14 Elaborazione Ambiente Italia

Lettori n° abitazioni

occupate

Consumi di

energia elettrica

[MWhel]

Risparmi

elettrici

[MWhel]

Emissioni

di CO2

[t di CO2]

Risparmi

di CO2

[t di CO2]

2010 21.406 1.146 --- 424 ---

2020 22.260 866 280 321 103

Tabella R.5.15 Elaborazione Ambiente Italia

PC n° abitazioni

occupate

Consumi di

energia elettrica

[MWhel]

Risparmi

elettrici

[MWhel]

Emissioni

di CO2

[t di CO2]

Risparmi

di CO2

[t di CO2]

2010 21.406 1.677 --- 620 ---

2020 22.260 2.209 -533 817 -197

Tabella R.5.16 Elaborazione Ambiente Italia

I consumi faranno registrare andamenti differenti per ognuna delle tecnologie: mentre risulterà in

decrescita il consumo dei Lettori DVD e dei Personal Computer, dall’altro lato quello delle TV si

registrerà in incremento. Ciò non deriva da una decrescita della performance energetica di questa

apparecchiatura ma piuttosto da una maggiore diffusione nelle abitazioni nel corso dei prossimi anni. In

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 215 / 282

particolare per valutare l’efficienza dei televisori immessi in vendita nei prossimi anni si è fatto

riferimento alle disposizioni contenute nel Regolamento CE n° 642/2010, che stabilisce il consumo

massimo degli apparecchi in funzione della dimensione dello schermo. In questo documento si è fatto

riferimento a monitor da 32’’ con visualizzazione a 16:9, con un’implementazione sempre più spinta,

nello stock di vendite, di apparecchi LCD HD o full HD, nel corso degli anni.

La sintesi dei consumi

Sulla base di quanto dettagliato nei paragrafi precedenti è possibile valutare in sintesi l’evoluzione dei

consumi elettrici al 2020 intesa come somma dei consumi dei differenti dispositivi analizzati. La tabella

seguente riporta il dato di consumo al 2010 disaggregato per uso finale e, secondo gli stessi criteri, la

stessa tabella riporta il dato calcolato in base all’evoluzione dei consumi al 2020. Sotto la voce altro

sono inclusi elettrodomestici secondari presenti, in genere, nelle abitazioni (ferro da stiro, impianto hi-fi,

forno a micro-onde, frullatore, aspirapolvere ecc.).

Sintesi complessiva 2020 Consumi 2010

[MWh]

Consumi 2020

[MWh]

Frigocongelatori 7.258 6.326

Congelatori 2.215 2.163

Lavatrici 3.791 3.947

Lavastoviglie 2.380 2.822

Illuminazione 4.009 2.884

TV 5.791 7.967

DVD 1.146 866

PC 1.677 2.209

Condizionatori 3.547 3.547

Altro 11.701 7.591

Totale consumi 43.515 MWh 40.324 MWh

Riduzione consumi 3.191 MWh

Totale emissioni di CO2 16.100 t 14.920 t

Riduzione emissioni di CO2 1.181 t

Tabella R.5.17 Elaborazione Ambiente Italia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 216 / 282 APRILE 2015

SCHEDA R.6 Efficienza negli utilizzi finali dell’acqua

Obiettivi

Riduzione dei consumi di energia elettrica

Riduzione delle emissioni di CO2 nel settore pubblico

Incremento dell’efficienza ottica media

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Uffici tecnici comunali

Soggetti coinvolgibili

Tecnici, manutentori, installatori di impianti.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Installazione di rompigetto e aeratori presso il 30 % della famiglie. L’intervento garantisce la riduzione di circa 325 MWh

di consumi elettrici

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Normativa tecnica europea

Sistemi di finanziamento applicabili

Regionali o Comunali

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 38.613 38.613 38.288

Emissioni in t di CO2 9.761 9.761 9.641

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -325 MWh -120 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -325 MWh -120 t

9.7619.761

9.641

9.580

9.600

9.620

9.640

9.660

9.680

9.700

9.720

9.740

9.760

9.780

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

Page 217: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 217 / 282

Il volume di acqua mediamente consumato dalle famiglie dipende dai singoli usi idrici all’interno delle

case. Molti di questi usi possono essere ridotti utilizzando degli apparecchi domestici che utilizzano

l’acqua in modo più efficiente (si pensi a lavatrici e lavastoviglie con minori esigenze idriche oppure a

rompigetto capaci di limitare la portata erogata). Altre modalità di riduzione dei consumi possono

essere legate al miglioramento delle abitudini dei consumatori.

La riduzione del consumo idrico può avere riflessi sulle modalità di gestione delle reti acquedottistiche

consentendo un risparmio idrico ma anche energetico, oggetto di analisi all’interno di questa scheda.

I rompigetto aerati sono dispositivi atti a ridurre il flusso di acqua dei rubinetti, per mezzo della

miscelazione del liquido con aria; questi dispositivi possono essere facilmente installati in sostituzione

dei normali rompigetto.

La norma tecnica europea EN 246:2004 “Rubinetteria sanitaria – Specifiche generali per i regolatori di

getto” fornisce una classificazione dei regolatori di getto in funzione dell’entità della portata d’acqua

erogata ad una pressione dinamica fissata pari a 3 bar; tale classificazione prevede 6 classi (indicate

con le lettere Z, A, S, B, C, D), identificate in base ad una ripartizione in 6 intervalli del range di portata

compreso tra 0,125 e 0,63 litri/secondo.

In base all’applicazione di tale normativa tecnica, i rompigetto aerati che rientrano nell’ambito della

classe Z sono quelli che consumano meno acqua, in quanto caratterizzati da un flusso massimo

erogato compreso tra 7,5 e 9 litri/minuto.

Dai dati reperibili in letteratura risulta che il risparmio percentuale di acqua conseguibile con i migliori

rompigetto aerati, funzione del flusso di acqua dei rubinetti, è compreso in un range abbastanza ampio.

Sulla base di considerazioni circa i flussi medi utilizzati in genere nelle abitazioni, e tenendo conto dei

valori di risparmio più frequentemente citati in letteratura, si è ritenuto plausibile assumere pari al 20% il

risparmio percentuale medio di acqua calda.

I cosiddetti erogatori a basso flusso (EBF) sono, invece, dispositivi che, se applicati ad una doccia,

presentano la caratteristica di mantenere un flusso d’acqua pressoché costante, indipendentemente

dalla pressione dell'acqua; ne discende che il risparmio di acqua dipende dal flusso che l'utente

richiederebbe in assenza di EBF e cioè, tanto maggiore è quest'ultimo, tanto più grande è il risparmio

ottenuto.

Affinché l’inserimento di tali dispositivi possa essere effettivamente ritenuto “efficiente”, è necessario

che questo non alteri la qualità del servizio reso; l’EBF non si deve dunque limitare a ridurre la portata

d’acqua, ma deve essere in grado di regolare il flusso di erogazione in modo tale da garantire con una

minora portata un uguale confort di lavaggio, indipendentemente dalla pressione dell’impianto. Ciò

implica che sia necessario evitare l’instaurarsi di portate troppo basse che potrebbero compromettere

sia la capacità di lavaggio, sia il regolare avvio di caldaie e scaldaacqua istantanei, che richiedono

portate minime per l’accensione.

L’applicazione pratica può essere ottenuta tramite tecnologie di funzionamento diverse che utilizzino,

ad esempio, una combinazione di strozzature e membrane in silicone, oppure un ugello valvola

combinato ad una molla di compressione.

Apparecchi di questo tipo possono presentarsi sotto forme diverse: come dispositivi da applicare

internamente o esternamente all’estremità del tubo flessibile per doccia, oppure come doccette ad alta

efficienza; in tutti i casi l’efficacia del dispositivo può essere la stessa.

Anche in questo caso si può stimare una riduzione media dei consumi pari al 20 % circa.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 218 / 282 APRILE 2015

Il consumo totale medio giornaliero di acqua calda a 45 °C (ACS) per persona è stimabile in circa 30

litri, così ripartiti: 18,2 litri per docce, 2,9 per bagni in vasca e 8,6 per altri usi (erogata tramite rubinetti).

Una parte dell’acqua erogata tramite rubinetti, che ragionevolmente può essere supposta pari al 20%,

viene consumata per riempimento di recipienti e quindi non va considerata ai fini della determinazione

della riduzione dei consumi di acqua calda per effetto dei rompigetto aerati.

Facendo l'ipotesi che il numero medio annuale di giorni di utilizzazione sia pari a 350 (assumendo una

media di 15 giorni/anno di non utilizzazione per ferie o altro), la temperatura media dell’acqua di

acquedotto sia di 15 °C, la temperatura di utilizzazione di 45 °C, e tenuto conto che il numero medio di

componenti per famiglia è pari mediamente a circa 2,5, si ha che l’ACS per abitazione erogata

annualmente dai rubinetti (senza riempimento di recipienti) è pari a circa 6.250 litri.

Se si valuta l’erogazione per singolo rubinetto, mediamente questa ammonta a circa 1.500 litri/anno. Il

risparmio medio annuo derivante dall’applicazione di rompigetto ammonterebbe a circa

300 litri/rubinetto e circa 1.200 litri/famiglia.

In termini energetici il risparmio quantificabile ammonta a circa 0,05 MWh/famiglia anno, nell’ipotesi di

implementazione del sistema su tutti i rubinetti presenti nelle abitazioni.

Ipotizzando una diffusione del sistema sul 30 % delle famiglie residenti nei territori analizzati, si

quantifica un risparmio di energia complessivo per circa 325 MWh a cui corrispondono circa 120 t di

CO2.

Page 219: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 219 / 282

IL SETTORE TERZIARIO SCHEDA T.1 Riqualificazione energetica degli edifici pubblici

Obiettivi

Riduzione dei consumi di combustibili fossili utilizzati per la climatizzazione invernale nel settore edilizio pubblico

Riduzione delle emissioni di CO2 nel settore pubblico

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Lavori pubblici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Ufficio Lavori pubblici

Soggetti coinvolgibili

Utenti finali, Ufficio lavori pubblici, Amministrazione Comunale

Principali portatori d’interesse

Utenti finali, Ufficio lavori pubblici, Amministrazione Comunale

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Vari interventi sull’involucro e sugli impianti termici. Gli interventi includono la sostituzione dei generatori di calore

con caldaie a condensazione, l’installazione di valvole termostatiche, alcuni interventi di coibentazione a cappotto.

Gli interventi garantiscono un risparmio di circa 1.093 MWh.

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano triennale delle opere pubbliche

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Decreto Legislativo n°192 19 agosto 2005 e smi

Delibera n°156 4 marzo 2008 e smi

Sistemi di finanziamento applicabili

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 05, 06, 09, 20.

Conto Energia Termico

Poject financing, FTT e Finanziamenti Regionali

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 10.315 10.315 9.222

Emissioni in t di CO2 2.341 2.341 2.006

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -1.093 MWh -335 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -1.093 MWh -335 t

2.3412.341

2.006

1.800

1.900

2.000

2.100

2.200

2.300

2.400

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

Page 220: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 220 / 282 APRILE 2015

La Direttiva europea 2006/32/CE (abrogata di recente) concernente l’efficienza energetica negli usi

finali dell’energia e i servizi energetici, all’articolo 5 denominato “Efficienza degli usi finali dell’energia

nel settore pubblico” esplicitava, già dal 2006, il ruolo esemplare che deve avere l’Amministrazione

Pubblica in merito al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici che amministra.

Questo compito è stato ribadito nella già citata Direttiva 2010/31/UE, in base alla quale gli edifici di

nuova costruzione occupati da enti pubblici e di proprietà di questi ultimi dovranno essere edifici a

energia quasi zero a partire dal 31 dicembre 2018, cioè con due anni di anticipo rispetto agli edifici a

uso privato.

Inoltre, è del 25 ottobre 2012 la pubblicazione della Direttiva 2012/27/UE concernente l’ampio tema

dell’efficienza energetica. La Direttiva in questione sostiene e vincola le amministrazioni pubbliche a

realizzare interventi di miglioramento della performance energetica dei fabbricati non solo ponendo

obiettivi quantificati di ristrutturazione degli edifici ma anche definendo criteri di sostenibilità economica

legati all’applicazione di meccanismi contrattuali della tipologia dei contratti di rendimento energetico.

L’articolo 5 della direttiva 2012/27/UE, in particolare, fissa l’obbligo, a decorrere dal 1° gennaio 2014, di

riqualificare annualmente il 3% della superficie utile coperta e climatizzata degli edifici di proprietà e

occupati dalla pubblica amministrazione centrale dello Stato. La quota del 3% è calcolata sugli immobili

con superficie utile totale superiore a 500 m2 . Questa soglia deve essere abbassata a 250 m

2 a partire

dal 9 luglio 2015. La definizione di “pubblica amministrazione centrale dello Stato” fa corrispondere

l’applicazione di questo obbligo, in Italia, principalmente agli edifici di proprietà della Presidenza del

Consiglio dei Ministri e dei vari Ministeri.

Un programma efficace di razionalizzazione dei consumi e riqualificazione energetica del patrimonio

edilizio pubblico deve necessariamente prevedere l’individuazione e lo sviluppo di soluzioni integrate

che permettano di soddisfare la domanda di energia con il minor consumo di combustibili fossili e nel

modo economicamente più conveniente. La questione economica diventa fondamentale nella selezione

degli interventi da realizzarsi. Gli interventi, soprattutto quelli realizzati sui fabbricati della pubblica

amministrazione, devono potersi ripagare nel più breve tempo possibile e al massimo in 15/20 anni, per

le ristrutturazioni d’involucro, e in 10 anni le modifiche impiantistiche.

Nell’ottica del minor esborso economico e della corretta progettazione, un approccio corretto alla

pianificazione degli interventi di retrofit si ritiene che debba prevedere interventi sia sul lato

dell’involucro che su quello degli impianti, privilegiando cronologicamente l’involucro al fine di evitare

surplus di potenze inutili agli impianti termici.

Riguardo alle fonti rinnovabili è opportuno che l’installazione su edificato pubblico privilegi l’esemplarità

in tema sia di producibilità dell’impianto (privilegiando le esposizioni e le inclinazioni ottimali) ma,

soprattutto, in tema di integrazione architettonica. É importante, tuttavia, evidenziare che in una

pianificazione complessiva degli interventi possibili nel corso degli anni sull’edificato pubblico, anche

l’installazione di impianti che producono energia da fonte rinnovabile è opportuno che sia abbinata ad

attività finalizzate a incrementare l’efficienza negli usi finali. Dunque, a monte rispetto all’installazione di

impianti FER, va opportunamente analizzato il consumo termico (per impianti FER che producono

acqua calda) o elettrico (per impianti FER che producono energia elettrica) dello specifico contesto su

cui l’impianto viene installato. Questo sia in un’ottica di efficienza economica, ma soprattutto nell’ottica

per la quale l’energia che non si consuma è quella “meno cara”.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 221 / 282

Uno strumento di supporto alle pubbliche amministrazioni per la realizzazione di interventi in ambito

edilizio è rappresentato dal Conto Energia Termico (D.M. 28 dicembre 2012) che incentiva sia interventi

legati all’involucro dei fabbricato sia alla sostituzione e messa in efficienza degli impianti termici

esistenti. Rispetto al privato, all’Ente Pubblico vengono offerte due possibilità in più:

la possibilità di “prenotare” l’incentivo prima di effettuare gli interventi così da potersi garantire

una maggiore sicurezza nei casi in cui il budget economico previsto dal decreto si esaurisca;

la possibilità di fruire dell’incentivo anche per interventi legati al retrofit dell’involucro edilizio.

Per i dieci Comuni oggetto di analisi, sulla base dei dati disponibili, è possibile valutare interventi

specifici, in parte già messi in atto da parte dei Comuni e meglio descritti nel seguito.

In termini generali la sostituzione dei generatori di calore e l’implementazione di adeguati sistemi di

regolazione, includendo anche la metanizzazione delle centrali termiche ancora alimentate a gasolio

rappresenta un primo intervento che, in base alle condizioni di partenza, è in grado di garantire rientri di

investimento abbastanza rapidi a fronte di esborsi economici contenuti.

Nella maggior parte dei casi i sistemi di regolazione e controllo risultano assenti o quando presenti

limitati esclusivamente a timer che garantiscono l’accensione e lo spegnimento degli impianti e delle

pompe. Un’ipotesi comune potrebbe essere individuata nell’installazione, in concomitanza con le

prossime sostituzioni, di caldaie a condensazione che permettano all’ente pubblico l’accesso ai

meccanismi d’incentivo del Conto Termico, riducendo del 40 % circa la spesa necessaria alla

ristrutturazione impiantistica. Inoltre l’installazione concomitante di valvole termostatiche su tutti i

sistemi di emissione di tipo a radiatore oltre all’installazione di sistemi di regolazione di tipo climatico in

centrale termica, garantisce risparmi generalmente stimabili nel 10 % circa. La regolazione climatica

non richiede modifiche impiantistiche, se non quelle limitate alla centrale termica (installazione della

sonda, della centralina e degli organi attuatori), e garantisce la possibilità di regolare la mandata

dell’acqua in modo più efficiente. Allo stesso modo, l’installazione di valvole termostatiche è un

intervento in grado di attuare una regolazione ambiente per ambiente delle temperature senza notevoli

intoppi nella posa in opera. L’installazione delle valvole termostatiche porta necessariamente con se

anche la sostituzione delle pompe di circolazione installate in centrale termica che dovranno essere di

tipo a portata variabile automatica, dotate di inverter. Questo tipo di intervento garantisce un’ulteriore

riduzione dei consumi elettrici della centrale termica, mediamente quantificabili in quote variabili fra il 30

e il 50 % in base alla vetustà, all’adeguato dimensionamento e alla potenza dei circolatori preesistenti.

La modifica prospettata può essere integrata con sistemi automatizzati informatici di telecontrollo che

permettano un controllo e una gestione da remoto degli impianti termici. Un esempio eloquente è

quanto realizzato da Energie per la città spa per il Comune di Cesena. In un unico punto (presidiato da

operatore) sono concentrate tutte le informazioni relative a comando-regolazione-controllo e ai diversi

parametri di funzionamento degli impianti termici (temperature ambiente, temperature di

funzionamento, allarmi, orari di accensione, consumi energia). I parametri sono monitorati sia in

formato tabellare (registrazione in continuo dei parametri), sia con un quadro sinottico. I costi di

investimento sono relativamente bassi (1.000-10.000 € per edificio, in base allo stato della centrale

termica e alla dimensione del generatore). La riduzione dei consumi (10-15 % circa) si lega al

miglioramento del funzionamento del sistema edificio-impianto-utenti.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 222 / 282 APRILE 2015

Immagine T.1.1 Fonte Energie per la città spa e Comune di Cesena

La progettazione del sistema parte da una valutazione particolareggiata dello stato attuale del sistema

edificio-impianto-utenti:

struttura dell’impianto termico esistente (caldaie, boiler, unità di ventilazione , suddivisione

circuiti e zone);

struttura e stato dell’impianto elettrico di servizio (quadri , distribuzione);

struttura dell’edificio (esposizione locali, zone di collegamento);

profilo di utilizzo dell’edificio (zone con orari di utilizzo continuo, zone a funzionamento

discontinuo);

consumi storici di combustibili (almeno 5 anni);

andamento storico delle temperature esterne.

Il sistema di telecontrollo (composto di prodotti commercialmente disponibili sul mercato) necessita

quindi di una progettazione esecutiva in termini di:

come si vuole che funzioni l’impianto termico (in relazione al profilo di utilizzo e agli obiettivi di

risparmio energetico prefissati);

cosa si vuole controllare.

La realizzazione del sistema telematico di connessione degli impianti al telecontrollo può avvenire con

diverse tecnologie: a Cesena è stata realizzata utilizzando sia la rete di telefonia mobile (SIM dedicate),

sia connessioni ADSL ove disponibili, ma è auspicabilmente integrabile sulla rete MAN o WiFi, anche

usando la rete dell’illuminazione pubblica.

Page 223: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 223 / 282

L’attuazione del sistema di telecontrollo può avvenire su qualsiasi tipologia di impianto. Può essere

realizzata in maniera graduale e avvenire anche in compresenza di contratti di “gestione calore” o

“servizio energia”. Nel caso in cui i contratti prevedano che il risparmio ottenuto vada a unico vantaggio

del fornitore va negoziata una forma di compartecipazione agli investimenti.

Si stima, tramite la realizzazione di questi interventi, un risparmio stimabile in circa 90.000 m3 di gas

naturale, equivalenti a 174 t di CO2.

Un secondo pacchetto di interventi riguarda quanto i Comuni hanno già fatto o hanno in programma di

realizzare nel corso dei prossimi anni.

In base alle informazioni comunicate e ai dati disponibili, si riporta di seguito, per Comune, l’elenco

degli interventi considerati con i relativi livelli di risparmio conseguibili.

Il Comune di Pennabilli ha in corso un’analisi di fattibilità finalizzata a valutare l’efficacia di un impianto

di trigenerazione a biomassa (50 kW) da installare nel Capoluogo di Pennabilli, a servizio di quattro

edifici comunali adiacenti (Sede Comunale, Istituto Comprensivo, Scuola Materna e Casa Albergo per

Anziani) e abbinata a una mini rete di TLR.

Non avendo a disposizione ancora dati tecnici più precisi sull’impianto ipotizzato si valutano le riduzioni

di emissione secondo lo schema seguente:

copertura totale dei fabbisogni termici di questi edifici;

copertura cautelativa del 100 % dei consumi elettrici;

non sono considerate le extra produzioni rispetto al consumo.

Complessivamente si stima una riduzione di circa 370 MWh di consumo di gas naturale compensato da

circa 438 MWh di consumo di biomassa. In termini di emissioni la riduzione stimata ammonta a 100 t.

Il Comune di Poggio Torriana, nell’ambito di un intervento di adeguamento sismico dell’edificio della

Scuola Materna Peter Pan, sta valutando la possibilità di realizzare una concomitante coibentazione a

cappotto dell’edificio. Il costo di intervento è stimato in circa 45.000 € parzialmente coperti tramite

finanziamento statale. La riduzione stimata dei consumi per usi termici ammonta al 30 % circa

corrispondenti a 750 m3 di gas e 1,5 t di emissioni annue in atmosfera.

Il Comune di Santarcangelo di Romagna nel 2012, ha realizzato una serie di interventi di coibentazione

a cappotto su edilizia scolastica. La tabella seguente riporta l’elenco degli edifici su cui sono stati

realizzati gli interventi con i relativi valori di risparmio stimato. Complessivamente si stima una riduzione

di 291 MWh e 59 t di CO2.

Edificio Risparmio stimato

[m3 di gas]

Elementare San Martino 2.051

Elementare e Materna San Vito 5.221

Elementare Sant’Agata 1.835

Elementare Sant’Ermete 2.884

Materna Biancaneve 2.333

Materna Margherita 4.368

Media Franchini 8.492

Nido la Mongolfiera 3.189

Totale 30.372

Tabella T.1.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Santarcangelo di Romagna

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 224 / 282 APRILE 2015

Se la definizione di un obiettivo generico traccia un buon punto di partenza, da un punto di vista di

gestione prettamente energetica si configura la necessità di raccogliere e organizzare i dati sul parco

edilizio esistente, finalizzandoli all’individuazione di una precisa strategia di riqualificazione energetica

anche degli altri fabbricati di proprietà del Comune. Questo implica la necessità di configurare nuovi

strumenti per la gestione, il monitoraggio e il supporto all’individuazione delle strategie migliori e che nel

più breve tempo permettano il riscontro in termini fisici ed economici del risparmio energetico. Inoltre, si

ritiene efficace un approccio che non sia limitato a sporadici interventi di manutenzione in base alle

esigenze di volta in volta riscontrate, ma che si basi sulla definizione e implementazione di un

programma organico di interventi che coinvolga l’intero parco edilizio pubblico in base alle priorità

emergenti dalle analisi svolte. La manutenzione necessaria per eventi occasionali costituisce, inoltre,

l’ambito per valutare l’ipotesi di integrare lo specifico intervento con altri interventi di retrofit energetico

che, messi in opera sullo stesso apparato murario, permettono di abbatterne i costi, soprattutto quelli di

cantierizzazione.

A titolo esemplificativo l’evenienza legata alla necessità di rifare l’impermeabilizzazione di una

superficie di copertura può costituire l’occasione preferenziale per coibentare il tetto; l’occasione della

ritinteggiatura di una parete può costituire l’occasione per valutare l’opportunità di coibentare la parete

stessa ottimizzando i costi legati alla necessità (in fase di installazione di una coibentazione a cappotto)

di rifare intonaco e tinteggiatura. L’azione che i comuni potranno adottare dovrà esplicitarsi attraverso la

costruzione e l’aggiornamento continuo di un sistema di gestione degli edifici.

Il sistema aggiornabile di gestione degli edifici dovrà permettere l’organizzazione delle principali

informazioni e dei dati che spesso sono dispersi fra i diversi settori delle amministrazioni e quasi mai

raccolti in una struttura unitaria e di facile consultazione.

Questo si traduce in un database che potrà consentire di:

sistematizzare dati e informazioni relativi alle principali caratteristiche strutturali e impiantistiche

degli edifici;

evidenziare gli andamenti dei consumi elettrici e termici registrati nel corso degli anni nelle varie

proprietà, opportunamente anche con una disaggregazione mensile (utile sia per il lato elettrico

che per quello termico al fine di valutare l’utilità di impianti FER);

stimare il fabbisogno energetico teorico dell’intero parco edifici e del singolo edificio;

individuare le criticità nelle prestazioni energetiche anche attraverso l’introduzione di indici di

qualità energetico-prestazionale anche annuali e calcolati in base ai consumi energetici;

monitorare le prestazioni energetiche degli edifici a valle degli interventi di retrofit.

Il continuo aggiornamento di questa banca dati porterebbe, se correlata alla tipologia di fruizione

dell’edificio, a una graduatoria sulla qualità energetica degli edifici permettendo di individuare ipotesi

prioritarie di intervento sia in termini di involucro che di impianti.

Gli strumenti di finanziamento, anche in tal caso, sono riconducibili alle ESCO e ai meccanismi legati ai

Titoli di Efficienza Energetica. Particolare attenzione dovrà essere posta, soprattutto in un’ottica

intercomunale, alla possibilità di aderire a forme contrattuali di gestione degli impianti termici del tipo

EPC (Energy Performance Contract). Il dibattito, sul tema della Gestione Energia, negli ultimi tempi ha

subito un rilancio legato all’interesse che varie Amministrazioni hanno rivolto a queste tipologie di

contrattualistica. Sistemi di tipo EPC ben strutturati permettono, infatti, alle Amministrazioni di realizzare

interventi di efficientamento energetico di fabbricati senza la necessità di dover sopportare costi

eccessivi e riuscendo a non intaccare i requisiti del Patto di stabilità. I meccanismi più consueti

prevedono, infatti, la possibilità di ottenere un anticipo dei costi da parte di una ESCO o nell’ambito di

Page 225: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 225 / 282

FTT restituendo, attraverso il risparmio che l’intervento garantisce, la spesa sostenuta nel corso di

alcuni anni. È evidente che sono fondamentali solide analisi tecniche ed economiche sugli edifici che

siano in grado di evidenziare la bancabilità e remuneratività, nel breve-medio periodo, dell’investimento

proposto. La combinazione di sistemi EPC (in particolare degni di nota sono i Contratti a garanzia di

risultato o a risparmio condiviso) con meccanismi incentivanti garantiscono tempi di ritorno contenuti.

Un’ultima osservazione va riferita ai criteri di acquisto eseguiti dalla Pubblica Amministrazione: infatti,

l’efficienza dovrebbe essere privilegiata nelle scelte fra diverse tecnologie elettriche ed elettroniche. In

particolare, in tutti i casi di sostituzione o nuova installazione di qualsiasi tipo di apparecchiatura ci si

dovrà orientare verso ciò che di meglio, in termini di prestazione energetica, il mercato è in grado di

offrire.

Il GPP è definito dalla Commissione Europea come l’approccio in base al quale le Amministrazioni

Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la

diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la

ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo

l’intero ciclo di vita Gli acquisti da parte della Pubblica Amministrazione costituiscono circa il 16 % del

PIL annuale dell’intera Europa e la PA stessa risulta essere il maggiore acquirente nell’ambito

dell’Unione Europea, con un potere d’acquisto che si aggira intorno ai 1.500 miliardi di Euro all’anno.

Acquistare verde significa scegliere un determinato prodotto o servizio sulla base non solo del suo

costo ma anche tenendo conto degli impatti ambientali che questo può avere nel corso del suo ciclo di

vita. È fondamentale che le P.A. non tengano conto solo del prezzo iniziale, ma del costo complessivo

del prodotto nell’arco della sua vita utile, e cioè il prezzo d’acquisto, il suo utilizzo, la durata e la

manutenzione fino allo smaltimento finale. La diffusione del GPP rappresenta un'importante opportunità

per la collettività poiché da un lato vi saranno le pubbliche amministrazioni che, in qualità di grandi

acquirenti, potranno ridurre in misura significativa l'impatto ambientale dei beni e servizi utilizzati e

dall’altro i responsabili degli appalti e degli acquisti che con l’introduzione, nelle specifiche d’acquisto di

criteri di preferibilità ambientale spingeranno sia il sistema produttivo a competere per beni e servizi

maggiormente eco-compatibili sia il consumatore a optare per prodotti o servizi eco-sostenibili.

Negli ultimi anni sono stati sviluppati nuovi strumenti legislativi per supportare la diffusione degli

acquisti verdi in Europa. Oltre alle Direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE e al GPP Toolkit sono state

prodotte una serie di Direttive e di Regolamenti:

Direttiva 2009/33/CE sui veicoli puliti

Direttiva 2010/30/EU sull’etichettatura energetica

Direttiva 2010/31/EU sull’efficienza energetica degli edifici

Direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica

Regolamento N° 174/2013: Programma Energy Star.

Alcune di queste direttive sono già state citate, in varie parti di questo documento, in riferimento agli

ambiti specifici a cui afferiscono.

Inoltre la strategia 2020 dell’Europa ha identificato negli Acquisti Verdi uno degli strumenti chiave per

uno sviluppo sostenibile. Nell’ottobre 2011 la Commissione Europea ha pubblicato il manuale

Acquistare verde!.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 226 / 282 APRILE 2015

Infine, con Decreto del Ministro dell’Ambiente del 10 aprile 2013 è entrato in vigore il primo

aggiornamento del Piano d'azione nazionale per il Green Public Procurement (PAN GPP).

L’aggiornamento del PAN GPP stabilisce che entro il 2014, almeno il 50% degli appalti pubblici e degli

importi economici preveda l’applicazione di criteri ambientali. Tra le novità più significative del Decreto

vi è l’esplicitazione di fornire strumenti operativi utili a favorire la diffusione negli appalti pubblici anche

di criteri sociali. Inoltre si ribadisce l’opportunità delle Regioni di elaborare un piano regionale per

l’applicazione del PAN GPP e di prevedere che l’applicazione dei criteri ambientali minimi possa essere

una condizione per accedere a finanzianti regionali da parte degli Enti Locali territoriali (Comuni,

Province, Unioni di Comuni, etc.).

Gli obiettivi del nuovo PAN prevedono, nello specifico:

un maggiore coinvolgimento delle Centrali di committenza nella predisposizione e nell'adozione

dei CAM;

la promozione dell'uso di strumenti di analisi e valutazione del costo dei prodotti lungo il ciclo di

vita;

l'aggiornamento e il perfezionamento delle attività di monitoraggio;

il rafforzamento del ruolo delle associazioni di categoria nel processo di diffusione e promozione

dei CAM presso gli associati;

una migliore divulgazione dei CAM verso i grandi enti (Università, CNR, ENEA, lSPRA, ecc.)

nonché campagne di comunicazione e promozione della conoscenza dei sistemi di

ecoetichettatura;

un maggiore supporto alle stazioni appaltanti per l’integrazione degli aspetti sociali, specie sulle

categorie di appalto più soggette al rischio di lesione dei diritti dei lavoratori.

Si cita, infine, il progetto ProcA che si rivolge in primis ai firmatari del Patto dei Sindaci che hanno

incluso gli acquisti verdi fra le azioni previste dal loro PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile),

ma anche ai soggetti pubblici che hanno intenzione di aderire al Patto o che hanno stabilito degli

obiettivi volontari di miglioramento dell’efficienza energetica e di riduzione delle emissioni di CO2.

I principali strumenti del progetto ProcA – In pratica…acquisti verdi per promuovere il GPP sono:

creazione di info-point sul GPP nei paesi partner per fornire assistenza e supporto alla

realizzazione di azioni di green procurement;

realizzazione di sessioni di formazione ed informazione gratuite e di eventi per i responsabili

degli acquisti pubblici;

realizzazione di progetti pilota di grande rilevanza, i cosiddetti “GPP lighthouse projects” nei

comuni o con altri soggetti pubblici;

messa a punto di una banca dati contenente le buone pratiche sul GPP;

organizzazione di un Premio Nazionale per il GPP;

organizzazione di un Premio Europeo per il GPP.

Il progetto agisce in collaborazione con i soggetti e istituzioni pubbliche a livello nazionale ed

internazionale.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 227 / 282

SCHEDA T.2 Riqualificazione degli impianti di illuminazione pubblica

Obiettivi

Riduzione dei consumi di energia elettrica

Riduzione delle emissioni di CO2 nel settore pubblico

Incremento dell’efficienza ottica media

Soggetti promotori

Amministrazione comunale, Assessorato all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Ufficio Lavori pubblici

Soggetti coinvolgibili

Tecnici, manutentori, installatori di impianti.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Sostituzione di lampade a bassa efficienza (Vapori di mercurio e miscelate) con lampade a LED

Installazione di regolatori di flusso e di sensori crepuscolari

L’intervento garantisce la riduzione di circa 1.884 MWh di consumi elettrici

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano Regolatore per l’Illuminazione Comunale Piano triennale delle opere pubbliche

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Normativa tecnica europea

DGR n°1688 18 novembre 2014

Sistemi di finanziamento applicabili

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 17, 18, 29a, 29b.

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 5.749 5.749 3.865

Emissioni in t di CO2 2.126 2.126 1.430

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -1.884 MWh -696 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -1.884 MWh -696 t

2.1262.126

1.430

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 228 / 282 APRILE 2015

L'obiettivo principale di un’analisi sul sistema comunale di illuminazione pubblica è la riduzione e

razionalizzazione dei costi energetici e manutentivi, e per questo è necessaria una chiara conoscenza

dei pesi e delle grandezze in gioco. Nella prima parte di questo documento, è stata descritta con

dettaglio la struttura degli impianti presenti nei dieci Comuni. L’evidenza riscontrata descrive, nei vari

casi, un livello medio di prestazione dei corpi lampada presenti, sebbene in molti casi, le armature, i

pali, i criteri progettuali utilizzati nei dimensionamenti, garantiscano un livello di miglioramento. In alcuni

casi gli impianti risultano già retrofittati e dotati per la quasi totalità del parco lampade di apparecchi

SAP; per alcuni comuni sono ancora presenti lampade del tipo ai vapori di mercurio, anche in quota

prevalente rispetto alle altre tipologie.

In particolare tutti Comuni dell’area hanno aderito al progetto “La Valmarecchia illumina l’Europa” che

prevede nuove tecnologie a risparmio energetico su tutti i punti luce pubblici dei comuni inseriti

nell’area del Marecchia. Il progetto rappresenta una proposta strategica che andrà ad ammodernare e

uniformare gli impianti pubblici di illuminazione di tutta la Valmarecchia in linea con i migliori standard di

risparmio energetico e inquinamento luminoso. Si tratta di una sperimentazione che vede solo

pochissimi antecedenti a livello internazionale e un coivolgimento diretto (in termini di co-finanziatore e

progettista) dalla Provincia di Rimini. Altri cofinanziatori sono i Comuni coinvolti, la Regione Emilia-

Romagna e l'Unione Europea.

I primi due Comuni aderenti e che hanno già realizzato gli interventi sono Talamello e Poggio Torriana.

In questi comuni si è proceduto alla sostituzione integrale di tutti i corpi illuminanti pubblici in carico

all’amministrazione locale con lampade a LED. Sono stati utilizzati moduli per il refitting di lanterne

esistenti con temperatura a 3.000°K. Si è inoltre provveduto alla illuminazione del campanile attraverso

una soluzione speciale adottata per l’occasione. Il nuovo impianto, sulla base delle stime fornite ha

consentito un risparmio energetico quantificato nell’80 % circa dei consumi equivalenti a 522 MWh.

Immagine T.2.1 Fonte Litek

Anche il Comune di Santarcangelo di Romagna ha in corso la redazione di un capitolato di gara per la

gestione dell’impianto di illuminazione pubblica e che prevedrà, a carico del gestore, la sostituzione

degli attuali corpi illuminanti con lampade a LED. L’intervento è previsto sul 50 % circa del territorio

comunale. Entro il 2015 dovranno concludersi le procedure di gara con l’individuazione del gestore.

Non avendo a disposizione dati riferiti al parco lampade installato allo stato attuale presso il Comune, si

stima una riduzione cautelativa dei consumi del 40 % circa, equivalenti a 726 MWh. Inoltre, il Comune

di Santarcangelo ha introdotto nel proprio RUE l’obbligo, in tutte le nuove lottizzazioni, di realizzare

l’impiantistica di pubblica illuminazione con sistemi a LED.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 229 / 282

Il Comune di Novafeltria, nel 2012, ha installato regolatori di flusso sui quadri elettrici più grossi, senza

modifiche sostanziali all’impianto di illuminazione pubblica. Il Comune non ha sopportato costi di

installazione in quanto il sistema viene ripagato attraverso i risparmi che l’intervento ha garantito. Si

stima una riduzione complessiva dei consumi pari a circa 240 MWh/anno.

Per i restanti Comuni in questa scheda si valutano delle riduzioni ascrivibili a due interventi

fondamentali:

sostituzione delle lampade attualmente installate ai vapori di mercurio con sistemi a LED;

installazione di sistemi di riduzione di flusso e di sensori crepuscolari su tutto l’impianto.

A livello generale, infatti, si può ritenere che le lampade al Sodio ad Alta Pressione, rappresentino, al

momento, probabilmente la migliore soluzione di compromesso per l’illuminazione pubblica in termini di

efficacia luminosa, consentendo risparmi da due a tre volte se paragonate ai costi operativi legati alle

lampade a vapori di mercurio, ancora molto diffuse negli impianti. Per questo motivo, dove esistenti,

cautelativamente non si ritiene utile la sostituzione, allo stato attuale, con lampade a LED che in questi

ultimi anni sono in rapidissimo sviluppo di mercato.

Il termine LED è un acronimo inglese che sta a indicare “diodi che emettono luce”. I vantaggi principali

delle lampade a LED sono legati principalmente all’elevatissima durata, alla richiesta minima di

manutenzione, all’assenza totale di sostanze pericolose (diversamente dalla tecnologia ai vapori di

mercurio), all’accensione a freddo immediata, alle ridotte dimensioni, alla flessibilità di installazione, alla

possibilità di parzializzare il flusso luminoso, alla maggiore direzionalità della luce che permette di

illuminare in modo più puntuale e mirato. Fra gli svantaggi, invece, l’alto costo iniziale di installazione,

l’efficienza luminosa per temperature di colore più basse, sebbene con margini di miglioramento, e i

driver con durata inferiore rispetto alla vita della lampada.

Il risparmio energetico garantito dai sistemi a LED si lega principalmente alla netta riduzione delle

dispersioni luminose; i sistemi a LED, infatti, garantiscono una proiezione precisa del fascio luminoso

sull’ambito oggetto di illuminazione. Un secondo elemento che rende credibile il risparmio garantito

della tecnologia a LED si lega alla forte modulabilità dei lumen forniti in funzione della richiesta di luce.

Invece, in termini di lumen/W (efficienza ottica), la tecnologia a LED con temperature di colore calda

presenta prestazioni equiparabili se non peggiorative rispetto alle evoluzioni più recenti delle lampade

SAP in grado di traguardare i 100 lm/W (contro i 90 lm/W dei LED a luce calda). L’utilizzo di lampade a

LED con temperature di colore più fredde (luce bianca) garantisce un innalzamento del livello medio di

efficienza fino a 110-130 lm/W.

La tabella seguente, sulla base delle ipotesi indicate, stima i risparmi traguardabili nei singoli Comuni,

addizionali rispetto a quanto stimato per i Comuni di Santarcangelo, Talamello e Poggio Torriana.

Comune Risparmio stimato

[MWh]

Casteldelci 33

Maiolo 15

Pennabilli 55

San Leo 56

Sant’Agata Feltria 111

Verucchio 125

Totale 395

Tabella T.2.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Unione di Comuni Valmarecchia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 230 / 282 APRILE 2015

Gli scenari descritti rappresentano le potenziali misure di risparmio che le amministrazioni coinvolte

possono conseguire nel corso dei prossimi anni. Inoltre nei dieci Comuni si ritiene fondamentale che,

sia nelle nuove realizzazioni di impianti quanto nelle sostituzioni dei corpi illuminanti degli impianti

esistenti, sia garantita la corretta installazione (basata su un progetto illuminotecnico dell’impianto) e il

corretto utilizzo (accensione e livelli di illuminamento correlati alla specifica necessità). In questo senso,

il potenziale di risparmio risulterà correlato non solo all’apparecchio, ma anche all’impianto e alla sua

gestione. Sempre il linea di principio generale, le nuove installazioni e le attività di ristrutturazione dei

sistemi esistenti devono, in tutti i casi, garantire la coerenza con le norme tecniche di prestazione

dell’impianto, ai sensi dell’EN 13201, affinché il contributo luminoso sia armonico con le esigenze

dell’utente. Inoltre, in tutti gli ampliamenti, si ritiene fondamentale l’installazione, per quadri elettrici o

per singoli corpi lampada, di sistemi di regolazione del flusso luminoso.

Questi sistemi garantiscono una riduzione del flusso luminoso e conseguentemente della potenza

elettrica richiesta in funzione delle condizioni di illuminamento necessarie. Di seguito si riassumono i

risparmi energetici conseguibili.

I vantaggi attribuibili a questa tecnologia sono ascrivibili, in generale a più parametri:

allungamento della vita delle lampade;

stabilità di rendimenti;

riduzione drastica degli interventi di manutenzione;

abbattimento dei costi d'esercizio con risparmio energetico dal 7 % al 25 %;

riduzione dell’inquinamento luminoso;

stabilizzazione della tensione di linea.

Il risparmio quantificato nella tabella precedente può ulteriormente essere incrementato se si considera

la possibilità di agire sulle interdistanze fra i corpi illuminanti. Per valutare le interdistanze è necessario

analizzare nello specifico la tipologia di impianto, le attuali interdistanze, oltre che i lumen garantiti per

tipologia di asse stradale.

Uno strumento particolarmente utile è rappresentato dal P.R.I.C. (Piano Regolatore per l’Illuminazione

Comunale). Il P.R.I.C. rappresenta un importante strumento di normazione della struttura dell’impianto

di illuminazione pubblica che, oltre a censire lo stato dell’impianto esistente, definisce scenari di

efficientamento e messa a norma dell’impianto sul breve, medio e lungo termine e detta indicazioni

sugli ampliamenti.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 231 / 282

SCHEDA T.3 Efficienza nell’illuminazione votiva e cimiteriale

Obiettivi

Riduzione dei consumi di energia elettrica

Riduzione delle emissioni di CO2 nel settore pubblico

Incremento dell’efficienza ottica media

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Ufficio Lavori pubblici

Soggetti coinvolgibili

Tecnici, manutentori, installatori di impianti.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Installazione di lampade votive a LED presso i Cimiteri di Casteldelci, Maiolo, Poggio Torriana, Sant’Agata Feltria,

Talamello e Verucchio. L’intervento garantisce la riduzione di circa 156 MWh di consumi elettrici

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano triennale delle opere pubbliche

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Normativa tecnica europea

Sistemi di finanziamento applicabili

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 24.

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 166 166 10

Emissioni in t di CO2 61 61 4

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -156 MWh -58 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -156 MWh -58 t

6161

40

10

20

30

40

50

60

70

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 232 / 282 APRILE 2015

Per i Comuni di Casteldelci, Maiolo, Poggio Torriana, Sant’Agata Feltria, Talamello e Verucchio è stato

reso disponibile il dato riferito alle lampade di illuminazione votiva installate presso i rispettivi cimiteri. Si

tratta di consumi contenuti ma che comunque è possibile ridimensionare attraverso un’azione di

installazione di lampade più efficienti. In alcuni di questi cimiteri questa azione è già stata intrapresa:

infatti, una parte delle lampade installate a Casteldelci, Poggio Torriana e Verucchio sono già di tipo a

LED.

È interessante notare che la sostituzione dei sistemi a incandescenza garantisce la riduzione

mediamente a un decimo dei consumi in questa tipologia di impianti, garantendo anche la possibilità di

ridurre la potenza contrattuale impegnata. In particolare a Poggio Torriana, la sostituzione di lampade

da 10 W con altrettante da 0,2 W a LED, oltre a garantire una riduzione dei consumi complessivi è in

grado di abbassare la potenza installata a 100 W, garantendo, in tal modo, la possibilità di utilizzare un

contatore da 1,5 kW con ulteriori riduzioni di costo in bolletta.

L’intervento simulato in questa scheda consiste nella sola sostituzione delle lampadine con nuove

lampade a LED, mantenendo salvo il centro luminoso in modo da avere un tempo di pay-back più

ridotto possibile. In genere, in queste sostituzioni, inserite nella manutenzione ordinaria dell’impianto, i

rientri economici sono molto contenuti in virtù della maggiore vita media delle apparecchiature a LED

rispetto a quelle a incandescenza.

La tabella che segue riassume i risparmi energetici computabili in circa 156 MWh, passando da circa

165 MWh annui a poco meno di 10 MWh. La riduzione delle emissioni risulta pari a circa 58 t di CO2.

Lampade cimiteriali oggetto di intervento

Stato 2010

Potenza lampada

[W]

n° lampade

[n°]

Potenza installata

[W]

h funzionamento

[h]

Consumo

[kWh]

INC Casteldelci 1,5 223 335 8.760 2.930

INC Maiolo 3,0 395 1.185 8.760 10.381

INC Poggio Torriana 10,0 540 5.400 8.760 47.304

INC Sant’Agata Feltria 3,0 1.158 3.474 8.760 30.432

INC Talamello 5,0 700 3.500 8.760 30.660

INC Verucchio 2,0 2.500 5.000 8.760 43.800

Tabella T.3.1 Elaborazione Ambiente Italia

Lampade cimiteriali oggetto di intervento

Stato 2020

Potenza lampada

[W]

n° lampade

[n°]

Potenza installata

[W]

h funzionamento

[h]

Consumo

[kWh]

LED Casteldelci 0,2 223 45 8.760 391

LED Maiolo 0,2 395 79 8.760 692

LED Poggio Torriana 0,2 540 108 8.760 946

LED Sant’Agata Feltria 0,2 1.158 232 8.760 2.029

LED Talamello 0,2 700 140 8.760 1.226

LED Verucchio 0,2 2.500 500 8.760 4.380

Tabella T.3.2 Elaborazione Ambiente Italia

Le nuove lampade votive oggetto di intervento devono essere certificate e rispettare i seguenti requisiti:

una vita nominale garantita pari o superiore a 50.000 ore;

garanzie di sicurezza e di compatibilità elettromagnetica ai sensi delle norme tecniche vigenti;

I sistemi oggetto di intervento dovranno essere conformi alla normativa vigente in materia di gestione

dei servizi cimiteriali e di installazione degli impianti.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 233 / 282

SCHEDA T.4 Efficienza nell’illuminazione semaforica

Obiettivi

Riduzione dei consumi di energia elettrica

Riduzione delle emissioni di CO2 nel settore pubblico

Incremento dell’efficienza ottica media

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Ufficio Lavori pubblici

Soggetti coinvolgibili

Tecnici, manutentori, installatori di impianti.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Installazione di lampade semaforiche a LED nei Comuni di Santarcangelo di Romagna e Verucchio. L’intervento

garantisce la riduzione di circa 28 MWh di consumi elettrici

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano triennale delle opere pubbliche

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Normativa tecnica europea

Sistemi di finanziamento applicabili

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 24.

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 35 35 7

Emissioni in t di CO2 13 13 3

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -28 MWh -10 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -28 MWh -10 t

1313

3

0

2

4

6

8

10

12

14

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 234 / 282 APRILE 2015

Nei Comuni di Santarcangelo di Romagna e Verucchio sono presenti rispettivamente 341 e 16 lanterne

semaforiche, in parte destinate al traffico veicolare e in parte agli attraversamenti pedonali. In totale si

tratta di 4 impianti semaforici e altrettanti lampeggianti a Verucchio e di 13 impianti semaforici a

Santarcangelo, come descritti nel documento di bilancio.

Questa scheda si pone l’obiettivo di valutare i risparmi conseguibili in uno scenario di sostituzione delle

lampade a incandescenza attualmente installate con lampade a LED.

L’intervento consiste nella sostituzione degli apparecchi, mantenendo salvo, il centro luminoso (palo e

linea di distribuzione), in modo da avere un tempo di pay-back più ridotto possibile. In genere, in queste

sostituzioni, inserite nella manutenzione ordinaria dell’impianto, i rientri economici sono molto contenuti

in virtù della maggiore vita media delle apparecchiature a LED rispetto a quelle a incandescenza, come

già evidenziato per le lampade votive. Si fa presente che l’azione non comporta una riduzione

significativa dei consumi e delle emissioni incidendo in misura molto contenuta. La tabella che segue

riporta le potenze attuali e il relativo consumo, come calcolati nel documento di bilancio per il Comune

di Verucchio.

Tipo lampada attuale Verucchio Potenza

[W]

n° lampade

[n°]

Potenza totale

[W]

h funzionamento

[h]

Consumo

[kWh]

Lampade rosse 100 4 400 1.460 584

Lampade verdi 100 4 400 1.460 584

Lampade arancioni 100 4 400 3.285 1.314

Lampeggianti 60 4 240 3.285 788

Totale --- 12 1.440 --- 3.270

Tabella T.4.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Verucchio

La tabella seguente sintetizza il parco lampade installato a Santarcangelo. Le potenze riportate per il

Comune di Santarcangelo rappresentano un valore medio; una parte delle lampade, infatti, sono già a

LED.

Tipo lampada attuale Santarcangelo Potenza

[W]

n° lampade

[n°]

Potenza totale

[W]

h funzionamento

[h]

Consumo

[kWh]

Lampade rosse 45 114 5.115 1.460 7.468

Lampade verdi 45 114 5.115 1.460 7.468

Lampade arancioni 45 114 5.115 3.285 16.803

Totale --- 341 15.345 --- 31.739

Tabella T.4.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Santarcangelo di Romagna

Le sostituzioni sono ipotizzate secondo lo schema che segue:

le lampade a incandescenza rosse da 100 W sono sostituite con lampade a LED da 12 W (attacco E27)

le lampade a incandescenza verdi da 100 W sono sostituite con lampade a LED da 10 W (attacco E27)

le altre tipologie di lampada sono sostituite con lampade a LED da 8 W (attacco E27).

Si ritengono invariate le ore di funzionamento dell’impianto. La tabella che segue riporta i consumi a

seguito delle sostituzioni, per il Comune di Verucchio. Il risparmio conseguibile è pari a circa 3 MWh.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 235 / 282

Tipo lampada Verucchio 2020 Potenza

[W]

n° lampade

[n°]

Potenza totale

[W]

h funzionamento

[h]

Consumo

[kWh]

Lampade rosse 12 4 48 1.460 70

Lampade verdi 10 4 40 1.460 58

Lampade arancioni 8 4 32 3.285 105

Lampeggianti 8 4 32 3.285 105

Totale --- 16 152 --- 339

Tabella T.4.3 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Verucchio

Valutando l’effetto su Santarcangelo si evidenzia un risparmio di circa 25 MWh.

Tipo lampada attuale Santarcangelo Potenza

[W]

n° lampade

[n°]

Potenza totale

[W]

h funzionamento

[h]

Consumo

[kWh]

Lampade rosse 12 114 1.368 1.460 1.997

Lampade verdi 10 114 1.140 1.460 1.664

Lampade arancioni 8 114 912 3.285 2.996

Totale --- 341 3.420 --- 6.658

Tabella T.4.4 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Santarcangelo di Romagna

I vantaggi attribuibili a questa tecnologia sono ascrivibili, in generale a più parametri:

alta efficienza ottica; basso consumo energetico; riduzione drastica degli interventi di manutenzione (si riducono notevolmente le sostituzioni); vita media stimata prossima ai 7/8 anni; elevato contrasto con la luce solare.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 236 / 282 APRILE 2015

IL SETTORE DEI TRASPORTI SCHEDA TR.1 Svecchiamento delle autovetture private

Obiettivi

Riduzione dei consumi di combustibili per autotrazione utilizzati per la mobilità privata

Riduzione delle emissioni di CO2 e dei gas di serra nel settore trasporti privati

Soggetti promotori

Amministrazione Comunale, Assessorato all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Uffici tecnici

Soggetti coinvolgibili

Utenti finali.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Sostituzione naturale delle autovetture di trasporto privato e diffusione di autovetture Euro 4, Euro 5 ed Euro 6.

L’evoluzione del parco-auto comporta un calo dei consumi per il trasporto privato quantificato in circa 27.251 MWh

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano Urbano dei Trasporti

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Regolamento europeo 443/2009

Sistemi di finanziamento applicabili

Eventuali incentivi di stato

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 203.552 176.301 176.301

Emissioni in t diCO2 51.127 44.294 44.294

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -27.251 MWh -6.833 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) 0 0

44.294

51.127

40.000

42.000

44.000

46.000

48.000

50.000

52.000

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 237 / 282

L’obiettivo che questa scheda si pone è quello di ricostruire, a lungo termine, uno scenario di

svecchiamento del parco autoveicoli privati circolanti nei dieci Comuni, già analizzati nella prima parte

di questo documento, capace di tenere in conto della naturale modificazione del parco veicolare e

senza l’identificazione di scenari più spinti. La costruzione di questo scenario permette di valutare i

potenziali di efficienza a livello ambientale (letta in termini di riduzione delle emissioni di CO2). L’ambito

oggetto di indagine è il trasporto privato, escludendo la movimentazione merci che comunque incide in

misura ridotta sul bilancio comunale complessivo e che non risulta annettibile alle competenze

comunali.

I fattori presi in considerazione per la costruzione di questo scenario di svecchiamento sono descritti ai

punti seguenti:

evoluzione storica del parco veicolare;

andamento della popolazione al 2020, già considerata per valutare altri scenari di questo

documento;

limiti di emissioni di inquinanti definiti, per i veicoli in vendita nei prossimi anni, dalla normativa

vigente a livello europeo.

Al fine di poter valutare l’evoluzione del parco veicolare sul lungo termine è stata considerata la

statistica predisposta dall’A.C.I. (relativamente all’evoluzione del parco veicolare nei dieci Comuni

oggetto di analisi) in termini sia di numero complessivo di autoveicoli che in termini di immatricolazioni

di nuovi autoveicoli. Per quest’ultimo dato si fa riferimento alle ultime annualità disponibili (2007, 2008,

2009, 2010) e si può stimare un ritmo di svecchiamento annuo discreto e pari al 3,5 % delle autovetture

circolanti, al netto delle immatricolazioni per soggetti che in precedenza non possedevano

un’autovettura. In valore assoluto nei dieci Comuni ogni anno vengono sostituite circa 1.200

autovetture. Applicando, quindi, questo tasso di svecchiamento e considerando il parco veicolare come

composto al 2010 (33.983 autovetture), lo stesso al 2020 attesterà una sostituzione di circa 12.000

veicoli, pari a poco più del 35 % del parco attualmente circolante. Delle autovetture oggi esistenti nei

dieci Comuni ne resteranno attive circa 22.000, le restanti saranno di nuova fabbrica e, in parte limitata,

usate. Il grafico seguente descrive l’andamento previsto nei dieci comuni.

Grafici Tr.1.1 e Tr.1.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI

Partendo dalla disaggregazione dei veicoli, come attestata al 2010, si evidenzia che al 2020 si

assisterà alla sostituzione delle seguenti percentuali di autovetture:

40 % del parco veicolare Pre-euro;

50 % del parco veicolare Euro 1;

45 % del parco veicolare Euro 2;

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[n°

di a

uto

ve

ttu

re]

Andamento delle autovetture circolanti ed evoluzione al 2020 per classe Euro di appartenenza (calo per svecchiamento)

Pre euro Euro1 Euro2 Euro3 Euro4 Euro5

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[n°

di a

uto

ve

ttu

re]

Andamento delle sostituzioni entro il 2020 per classe Euro di appartenenza delle autovetture in ingresso

Euro4 Euro5 Euro6

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 238 / 282 APRILE 2015

35 % del parco veicolare Euro 3;

30 % del parco Veicolare Euro 4;

i veicoli Euro 5 al 2010 ammontavano a 946 unità e si ritiene che entro il 2020 non siano

svecchiati.

A questo svecchiamento corrisponde l’inclusione nel parco veicolare di nuovi veicoli di classe Euro

migliorata. Si ritiene dunque che nei prossimi anni ed entro il 2020:

si procederà ad uno svecchiamento dei modelli attestati nell’ordine partendo dai più datati;

anche le autovetture Euro 2 ed Euro 3 tenderanno a ridursi, già a partire dal 2012;

le automobili classificate Euro 4, attualmente già fuori commercio, subiranno una lieve riduzione

sul lungo termine, in virtù della sostituzione con modelli più nuovi;

riguardo alla classe Euro 5 essa è obbligatoria, in base alla normativa europea a partire dal

1° settembre 2009;

infine, la classe Euro 6, sulla base della normativa europea, si svilupperà a partire dal 2020.

Il grafico Tr.1.2, riportato alla pagina precedente, descrive la suddivisione stimata, nel corso degli anni,

degli autoveicoli sostituiti classificati per categoria Euro di appartenenza.

Sommando i veicoli residui, non sostituiti e i veicoli oggetto di sostituzione, tenendo fisso il numero

complessivo di autoveicoli, il grafico seguente stima la composizione del parco veicolare nel corso degli

anni fino al 2020 per categoria euro di appartenenza.

Infine, per completare il quadro di evoluzione va considerata una quota di autoveicoli nuovi in ingresso

nei Comune nelle singole annualità. Queste autovetture sono calcolate in base all’evoluzione della

popolazione e all’evoluzione del rapporto fra autovetture e abitanti attestato in serie storica. Nel corso

delle annualità storiche analizzate, si è raggiunto un rapporto medio di circa 0,62 autovetture per

abitante che si ritiene possa ridursi fino a 0,58 nel corso dei prossimi anni principalmente attraverso

una naturale tendenza ma anche grazie a specifiche politiche di sostegno all’utilizzo del messo

pubblico.

Queste nuove autovetture, non conteggiate nelle valutazioni fatte finora, si stima che annualmente

risultino disaggregate per categoria Euro in base alle percentuali attestate, nel corso delle singole

annualità già analizzate (vedi Grafico Tr.1.3). Infatti si ritiene che questi veicoli siano annessi alla

popolazione in ingresso nei comuni che non necessariamente acquista un nuovo autoveicolo, ma

probabilmente già ne possiede uno.

Il grafico a destra riporta la suddivisione per categoria euro del parco veicolare complessivo attestato a

livello di Unione di Comuni nel corso dei prossimi anni.

Grafici Tr.1.3 e Tr.1.4 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI e Istat

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[n°

di a

uto

ve

ttu

re]

Andamento dei veicoli circolanti, considerando lo svecchiamento e l'inclusione di nuovi mezzi sostitutivi

Pre euro Euro1 Euro2 Euro3 Euro4 Euro5 Euro6

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[n°

di a

uto

ve

ttu

re]

Andamento dei veicoli presenti complessivamente nel parco veicolare al 2020

Pre euro Euro1 Euro2 Euro3 Euro4 Euro5 Euro6

Page 239: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 239 / 282

Complessivamente, quindi, si stima una riduzione al 2020 rispetto al 2010 pari al:

37 % delle autovetture Euro 0;

48 % delle autovetture Euro 1;

42 % delle autovetture Euro 2;

32 % delle autovetture Euro 3;

15 % delle autovetture Euro 4.

Le classi Euro 5 ed Euro 6 risultano invece in incremento rispettivamente di circa 8.730 (Euro 5) e

1.930 unità (Euro 6).

Riguardo alle emissioni di CO2, la normativa attualmente in vigore a livello europeo è il “Regolamento

(CE) n. 443/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 che definisce i livelli di

prestazione in materia di emissioni delle autovetture nuove nell’ambito dell’approccio comunitario

integrato finalizzato a ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli leggeri”.

Gli obiettivi di prestazione ambientale descritti nella direttiva fissano:

un livello medio delle emissioni di CO2 delle autovetture nuove pari a 130 g CO2/km misurato

come medio in un ciclo misto a partire dal 2012;

un livello medio delle emissioni di CO2 delle autovetture nuove pari a 95 g CO2/km misurato

come medio in un ciclo misto a partire dal 2020.

L’obbligo è calcolato sulle auto nuove immatricolate dal singolo costruttore in base alle quote

percentuali rappresentate di seguito:

65 % delle auto immatricolate dal costruttore nel 2012;

75 % delle auto immatricolate dal costruttore nel 2013;

80 % delle auto immatricolate dal costruttore nel 2014;

100 % delle auto immatricolate dal costruttore dal 2015 in poi.

In altri termini il primo obiettivo della Direttiva entra a regime a partire dal 2015 in poi.

Come evidenziato, il parco veicolare subisce una modifica significativa, in virtù del ritmo di

svecchiamento sostenuto registrato.

Non costruendo, in questo caso, uno scenario obiettivo si considerano solo gli effetti derivanti da

quanto descritto in queste pagine.

Il Grafico che segue descrive i livelli emissivi medi del parco autovetture nei dieci Comuni come

strutturati al 2020 confrontandoli con la situazione descritta per il 2010 (anno base di questo

documento) e con i valori medi di emissioni delle autovetture a norma delle nuove direttive europee.

Il calcolo della curva descritta dal grafico ha considerato il numero di veicoli a norma della direttiva già

citata e la variazione del livello emissivo al variare della velocità. I valori di emissione sono stati

calcolati con modello Copert IV integrato per gli autoveicoli Euro 5 ed Euro 6, non considerati da

Copert. Il dato riportato nel grafico è rappresentativo del parco autovetture medio dunque inclusivo sia

degli autoveicoli in regola con la predetta normativa che degli autoveicoli la cui data di immatricolazione

risulti antecedente alle fasi di applicazione della Direttiva.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 240 / 282 APRILE 2015

Grafico Tr.1.5 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Copert IV

La valutazione dei livelli medi di emissione per gli autoveicoli rientranti nell’obbligo è stata fatta

considerando tutte le tipologie di cilindrata e vettore energetico di alimentazione. Il fattore di emissione

medio pari a 130 g CO2 / km è ottenuto considerando una media pesata su 2 tempi di funzionamento in

ciclo urbano a 30 km/h e 1 tempo (i tempi fra loro sono considerati uguali) di funzionamento in ciclo

extraurbano a 90 km/h. Dunque le cilindrate più piccole emetteranno valori inferiori rispetto all’obbligo e

le più grandi emetteranno valori maggiori dell’obbligo, equilibrandosi a livello di valore medio.

Il passaggio ulteriore, necessario alla costruzione di uno scenario, è la modellizzazione degli

spostamenti urbani che tenga conto dei principali flussi di traffico nelle varie tipologie di assi stradali

che costituiscono le arterie urbane di spostamento. Lo scenario calcolato in questa scheda,

riprendendo le simulazioni già descritte nelle prime parti di questo documento, valuta l’incidenza

dell’efficienza del parco veicolare sui consumi energetici attribuibili ai trasporti. Un’analisi di questo tipo

è fondamentale anche nella costruzione di Piani del traffico o Piani della mobilità urbana che

dovrebbero includere una valutazione dell’evoluzione di consumi di carburante ed emissioni a livello

urbano. É importante considerare che in media le quote maggiori di emissioni di gas di serra si

attestano sulle basse velocità, ossia le velocità di transito urbano.

Rispetto al 2010, annualità a cui fa riferimento il bilancio energetico, i flussi di traffico a livello comunale

risultano leggermente variati in funzione della crescita o decrescita della popolazione e delle famiglie

entro il 2020. La variazione demografica incide su una modifica sia dei consumi legati agli spostamenti

interni che per quelli ascrivibili ai pendolari.

Di seguito si pongono a confronto i valori di consumo valutati al 2010 e quanto stimato per il 2020 per

singola tipologia di flusso considerata. Le prime due tabelle (TR.1.1 e TR.1.2) riportano i flussi interni.

10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130

Veicoli direttiva 217 162 125 100 88 83 82 85 89 95 101 108 114

Veicoli 2010 312 230 190 168 155 148 146 148 153 161 171 185 203

Veicoli 2020 288 213 174 151 138 132 130 132 137 144 154 166 181

0

50

100

150

200

250

300

350

[gr

di

CO

2p

er

km

]

Emissioni di CO2 per autoveicolo medio circolante al 2020

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 241 / 282

Comune 2010

Consumi di carburante per spostamenti della popolazione interni al Comune

Benzina [kg]

Gasolio [kg]

GPL [kg]

Casteldelci 42.547 21.138 9.113

Maiolo 70.249 34.900 15.046

Novafeltria 597.248 296.717 127.916

Pennabilli 254.089 126.233 54.420

Poggio Torriana 427.723 212.496 91.608

San Leo 253.691 126.035 54.335

Sant'Agata Feltria 184.238 91.530 39.459

Santarcangelo di Romagna 1.777.031 882.841 380.598

Talamello 97.951 48.663 20.979

Verucchio 801.235 398.059 171.606

Valmarecchia 4.506.001 2.238.612 965.079

Tabella TR.1.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Istat, Provincia di Rimini e Copert IV

Comune 2020

Consumi di carburante per spostamenti della popolazione interni al Comune

Benzina [kg]

Gasolio [kg]

GPL [kg]

Casteldelci 30.313 22.446 10.810

Maiolo 50.049 37.060 17.848

Novafeltria 425.515 315.084 151.742

Pennabilli 181.028 134.047 64.556

Poggio Torriana 304.735 225.649 108.671

San Leo 180.745 133.837 64.455

Sant'Agata Feltria 131.262 97.196 46.809

Santarcangelo di Romagna 1.266.063 937.489 451.487

Talamello 69.786 51.675 24.886

Verucchio 570.847 422.699 203.568

Valmarecchia 3.210.343 2.377.183 1.144.831

Tabella TR.1.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Istat e Copert IV

Le due tabelle seguenti, invece, riportano il confronto fra le strutture dei consumi, al 2010 e al 2020,

legati agli spostamenti interni ai Comuni per attività lavorative e di studio.

Comune 2010

Consumi di carburante per spostamenti legati al pendolarismo lavorativo e di studio interno al comune

Benzina [kg]

Gasolio [kg]

GPL [kg]

Casteldelci 4.774 2.691 1.215

Maiolo 6.803 3.835 1.732

Novafeltria 125.441 70.703 31.930

Pennabilli 41.117 23.175 10.466

Poggio Torriana 50.009 28.187 12.730

San Leo 42.967 24.218 10.937

Sant'Agata Feltria 33.359 18.803 8.491

Santarcangelo di Romagna 315.572 177.868 80.327

Talamello 10.682 6.021 2.719

Verucchio 151.878 85.604 38.660

Valmarecchia 782.604 441.104 199.208

Tabella TR.1.3 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Istat e Copert IV

Page 242: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 242 / 282 APRILE 2015

Comune 2020

Consumi di carburante per spostamenti legati al pendolarismo lavorativo e di studio interno al comune

Benzina [kg]

Gasolio [kg]

GPL [kg]

Casteldelci 3.604 2.963 1.442

Maiolo 5.136 4.223 2.054

Novafeltria 94.694 77.860 37.878

Pennabilli 31.039 25.521 12.416

Poggio Torriana 37.752 31.040 15.101

San Leo 32.436 26.669 12.974

Sant'Agata Feltria 25.183 20.706 10.073

Santarcangelo di Romagna 238.222 195.872 95.289

Talamello 8.064 6.630 3.226

Verucchio 114.651 94.269 45.860

Valmarecchia 590.780 485.753 236.312

Tabella TR.1.4 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Istat e Copert IV

Infine, le due tabelle seguenti, invece, riportano il confronto fra le strutture dei consumi, al 2010 e al

2020, legati agli spostamenti esterni ai Comuni per attività lavorative e di studio.

Comune 2010

Consumi di carburante per spostamenti legati al pendolarismo lavorativo e di studio esterno al comune

Benzina [kg]

Gasolio [kg]

GPL [kg]

Casteldelci 26.979 14.200 6.362

Maiolo 76.919 40.485 18.140

Novafeltria 426.499 224.479 100.581

Pennabilli 189.715 99.852 44.740

Poggio Torriana 552.784 290.947 130.363

San Leo 221.860 116.771 52.321

Sant'Agata Feltria 145.802 76.740 34.384

Santarcangelo di Romagna 1.722.931 906.829 406.319

Talamello 113.657 59.821 26.804

Verucchio 822.575 432.945 193.988

Valmarecchia 4.299.722 2.263.069 1.014.003

Tabella TR.1.5 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Istat e Copert IV

Comune 2020

Consumi di carburante per spostamenti legati al pendolarismo lavorativo e di studio esterno al comune

Benzina [kg]

Gasolio [kg]

GPL [kg]

Casteldelci 18.709 14.454 7.134

Maiolo 53.340 41.211 20.341

Novafeltria 295.759 228.504 112.785

Pennabilli 131.559 101.643 50.169

Poggio Torriana 383.332 296.163 146.181

San Leo 153.850 118.865 58.670

Sant'Agata Feltria 101.107 78.116 38.557

Santarcangelo di Romagna 1.194.777 923.088 455.620

Talamello 78.816 60.893 30.056

Verucchio 570.420 440.708 217.526

Valmarecchia 2.981.668 2.303.644 1.137.039

Tabella TR.1.6 Elaborazione Ambiente Italia su base dati ACI, Istat e Copert IV

Dal confronto fra i consumi stimati nel 2020 e i consumi registrati nel 2010 si evidenzia una calo di circa

27.000 MWh a cui corrisponde una riduzione delle emissioni di circa 6.800 t.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 243 / 282

SCHEDA TR.2 Valmabass

Obiettivi

Riduzione dei consumi di combustibili per autotrazione

Riduzione delle emissioni di CO2 e dei gas di serra nel settore trasporti

Soggetti promotori

Amministrazioni, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Uffici tecnici

Soggetti coinvolgibili

Utenti finali.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Implementazione di un sistema di trasporto a chiama Valmabass. Il sistema garantisce una riduzione di circa

16 MWh/anno.

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano Urbano dei Trasporti

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Regolamento europeo 443/2009

Sistemi di finanziamento applicabili

Eventuali incentivi di stato o regionali

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 203.552 203.552 203.536

Emissioni in t di CO2 51.127 51.127 51.123

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -16 MWh -4 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -16 MWh -4 t

51.12751.127

51.123

51.121

51.122

51.123

51.124

51.125

51.126

51.127

51.128

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

Page 244: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 244 / 282 APRILE 2015

Il 20 agosto 2012 è stato inaugurato il servizio Valmabass, servizio di autobus a chiamata per l’Unione

dei Comuni della Valmarecchia. Le due linee coprono il territorio di Santarcangelo, Verucchio, Poggio

Berni e Torriana; è possibile prenotare telefonicamente la propria corsa anche in orari e zone non

coperti dal consueto trasporto di linea, con particolare attenzione alle frazioni. In dettaglio, la Linea Blu

collega Santarcangelo e Poggio Berni, mentre la Linea Rossa congiunge Verucchio e Torriana.

Il funzionamento del servizio è molto semplice: per salire a bordo è sufficiente chiamare un numero

verde per comunicare la propria esigenza di spostamento, fornire all’operatore la sigla della fermata di

partenza e l'orario preferito, segnalando il proprio numero di telefono ed eventuali necessità di trasporto

(come la presenza di un utente a mobilità ridotta). Se la richiesta può essere accolta immediatamente,

l’operatore indicherà l'orario in cui il mezzo passerà alla fermata desiderata. In caso contrario,

l’operatore richiamerà in un secondo momento per comunicare l’orario esatto di partenza, ma potrà

anche indirizzare l’utente su una corsa del trasporto di Iinea (Start Romagna o Tper) in grado di

soddisfare la richiesta.

Il servizio viene effettuato con l’utilizzo di due minibus da otto posti con in aggiunta due carrozine; è

attivo dal lunedì al sabato dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 14,20 alle 17,00 sulle circa 400 fermate esistenti

del trasporto di linea e degli scuolabus. Il programma delle corse viene definito giornalmente in base

alle prenotazioni pervenute al gestore.

I biglietti sono acquistabili a bordo dell’autobus con la stessa tariffa prevista per l’attraversamento di 1 o

2 zone, a seconda della lunghezza del viaggio effettuato.

Sono ammessi al servizio anche i passeggeri in possesso di tutte le tipologie di abbonamento

personale del gestore Start Romagna valide nelle zone interessate, compresi gli abbonamenti sociali.

Immagine TR.2.1 Fonte Agenzia per la Mobilità della Provincia di Rimini

Sono attualmente disponibili dei primi dati sull’utilizzo del sistema con una media di circa 300

passeggeri al mese, fra le due linee e un fattore di carico del 50 % circa. La stima delle riduzioni

ammonta a circa 4 t di CO2 annua. Si sta valutando un’ipotesi di estensione del sistema anche all’area

dell’Alta Valmarecchia.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 245 / 282

SCHEDA TR.3 BIKE MARECCHIA! Progettazione partecipata di una ciclovia integrata lungo la valle

del fiume Marecchia

Obiettivi

Riduzione dei consumi di combustibili per autotrazione

Riduzione delle emissioni di CO2 e dei gas di serra nel settore trasporti

Soggetti promotori

Amministrazioni Comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Uffici tecnici

Soggetti coinvolgibili

Utenti finali.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Implementazione di una ciclovia lungo la Valle del Fiume Marecchia

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano Urbano dei Trasporti

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Regolamento europeo 443/2009

Sistemi di finanziamento applicabili

Eventuali finanziamenti di stato o regionali

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 203.552 203.552 203.306

Emissioni in t di CO2 51.127 51.127 51.069

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -246 MWh -58 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -246 MWh -58 t

51.12751.127

51.123

51.121

51.122

51.123

51.124

51.125

51.126

51.127

51.128

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

Page 246: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 246 / 282 APRILE 2015

Nell’ambito del Piano Strategico della Valmarecchia, nato come prosecuzione del Piano Strategico di

Rimini, atto volontario di costruzione e condivisione di una visione futura di un territorio, di obiettivi

strategici e azioni da conseguire mediante politiche ed interventi pubblici e privati, la Valmarecchia sta

progettando il Contratto di Fiume Marecchia.

Lo strumento del Contratto di Fiume si pone l’obiettivo di allargare la condivisione e il confronto attorno

alla valorizzazione e promozione del fiume Marecchia, elemento fisico unificante della Valle, da Rimini

ai comuni dell’Alta Valmarecchia.

I risultati del Patto dovranno costituire un riferimento per altri strumenti di pianificazione territoriale

locale.

In questa cornice si inserisce sia il Gruppo di lavoro Green Economy finalizzato alla costruzione di

questo documento di Piano sia i tavoli di negoziazione e progettazione partecipata “BIKE MARECCHIA!

Progettazione partecipata di una ciclovia integrata lungo la valle del fiume Marecchia”.

L’obiettivo di questa scheda è illustrare il processo in corso e valutare le ricadute in termini di riduzione

delle emissioni derivanti dalla realizzazione della ciclovia.

Il fiume Marecchia, “spina” naturale identitaria del territorio regionale che unisce Rimini alla Toscana e

alle Marche, rappresenta l’occasione per perseguire una nuova coesione sociale e culturale tra territori

che solo recentemente si sono trovati a condividere la costituzione (2014) di un’unica Unione di vallata

a dieci Comuni.

Il progetto partecipativo “BIKE MARECCHIA!” intende sperimentare una progettualità condivisa sul

tema della mobilità dolce, pedonale e ciclabile, connessa al fiume, e alla sua migliore manutenzione e

fruizione, anche in funzione di un consistente sviluppo del turismo sostenibile in questa importante e

strategica area interna.

L’intento finale è di giungere alla co-progettazione intersettoriale di un sistema di mobilità sostenibile

per la Valmarecchia:

una “ciclovia” che unisca i 12 Comuni compresi tra Badia Tedalda (AR), nel cui territorio si trovano

le sorgenti del Marecchia, e Rimini, dove il fiume sfocia a mare;

raccordo dei tratti esistenti e sviluppo del percorso, dandogli unitarietà, anche in rapporto con la

fruizione del fiume e del patrimonio storico-culturale e ambientale della vallata;

connessione con le reti interregionali e, in particolare, con la Toscana e la fascia costiera adriatica;

connessione tra percorso ciclabile Sorgenti del Marecchia (Comune di Badia Tedalda) e sorgenti

del Tevere/Monte Fumaiolo (Balze di Verghereto - FC).

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 247 / 282

In affiancamento, quindi, allo svolgimento dei tavoli di lavoro partecipati sul Contratto di Fiume si è

costituito un Tavolo tecnico composto dai rappresentanti dei diversi soggetti che pianificano e agiscono

sul fiume, con il compito di orientare e monitorare l’andamento dei gruppi territoriali partecipati, anche

nel rapporto con gli esiti progressivamente concertati nell’ambito del Piano Strategico e, dal altro canto,

rappresenta un’opportunità di condivisione di conoscenze reciproche, finalità e metodi per gli stessi

membri.

Gli obiettivi finali sono individuati nel:

dare concreta attuazione delle istanze emerse all’interno dei tavoli di lavoro del Patto di Fiume

della Valmarecchia, rispetto alle possibilità di fruizione naturalistica e fisica in luoghi di pregio e

allo sviluppo economico del territorio tramite pratiche di turismo ecosostenibile;

diffondere maggiore informazione e consapevolezza rispetto alla situazione odierna della

mobilità ciclabile esistente nel territorio della Valmarecchia e sui costi-benefici rispetto a

possibilità, condizioni, risorse necessarie per la realizzazione;

sperimentare nuove forme di governance territoriale multistakeholder e nuovi processi

decisionali nell’ambito di politiche di promozione territoriale e sostenibilità ambientale.

Si attende che alla conclusione del processo si giunga:

alla definizione di un percorso unitario di ciclovia della Valmarecchia, ricomprendendo nell’alta

valle anche parte del territorio aretino e forlivese, individuando una possibile rete ciclabile che

colleghi il percorso di fondovalle con i borghi storici e le emergenze culturali e ambientali;

al coinvolgimento e alla messa in rete degli stakeholders del territorio (associazioni ciclistiche

ed escursionistiche, operatori dell’ospitalità, popolazione interessata), anche come possibili

attori da responsabilizzare per la manutenzione e gestione di parti del percorso;

all’elaborazione di una segnaletica unificata di vallata e definizione preliminare di altri strumenti

informativi e comunicativi, quali ad esempio applicazioni informatiche;

alla definizione di un meta progetto per la realizzazione di un grande corridoio ciclistico

transappenninico che da Rimini colleghi la Ciclovia BI 6 Adriatica della Rete Bicitalia con le reti

ciclabili della valle dell’Arno (BI 7) e della Val Tiberina .

Allo stato attuale del progetto non si è ancora giunti alla definizione condivisa dell’ipotesi di tracciato

della ciclovia e sono ancora in atto i vari tavoli concertativi e di co-progettazione. Tuttavia sono stati

definiti alcuni elementi chiave che possono essere tenuti in considerazione nel tentativo di valutare

delle riduzioni di emissioni annettibili a questo sistema.

Il tracciato proposto nella sua direttrice principale è inserito in una RETE di percorsi

esistenti e già classificati e formalizzati a diverso livello, arrivando a definire un insieme

gerarchicamente organizzato (dal livello europeo, a quello dell’Italia, per arrivare alla

pianificazione delle ciclovie regionali e quindi ai tratti urbani e extra urbani di competenza

comunale o in qualche caso provinciale).

Nella rete in cui si inserisce il tracciato del Bike Marecchia è stato ipotizzato l’incrocio o comunque la

connessione con almeno due vie di Euro Velo:

la direttrice n.5 Via Franchigena, che collega l’alta Italia con Roma (Como/Roma/Brindisi),

ripresa dalla rete Bicitalia n. 3, per complessivi 1.800 km

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 248 / 282 APRILE 2015

e la Via del Sole n.7 dal Brennero a Santa Teresa di Leuca (Otranto) con un percorso di circa

1.300 km.

In particolare il percorso si colloca sulla direttrice Bicitalia n. 7 Rimini/Viareggio, di collegamento tra

Adriatico e Tirreno. Questo tracciato è ripreso dalla ciclovia ER 33 della Regione Emilia Romagna,

Romagna/Versilia, il cui punto di snodo è il passaggio da Arezzo, che sostanzialmente si incrocia a

Pieve S. Stefano con la via Bicitalia n. 5, che nel sistema dell’Emilia Romagna, è la ER 31.

Sull’asse principale del collegamento da Rimini a Casteldelci, circa 65 km, esistono attualmente due

tracciati che si sviluppano parallelamente; uno su strada, sulla SP 258, Marecchiese, con ampi tratti in

percorso protetto e separato da quello automobilistico; l’altro percorso si sviluppa lungo il fiume

Marecchia, in questo caso si tratta di un sentiero storico naturalistico che ovviamente ha caratteristiche

completamente diverse dall’altro. Quindi non rispondenti ai dettami del codice della strada, pur essendo

stato curato per molti tratti e in molti punti beneficiando di informazioni e segnaletica.

Il percorso rispetto alla rete regionale, che termina ai confini con la Toscana, prosegue e arriva a Badia

Tedalda, da dove si snodano altri percorsi e reticoli più o meno importanti, che hanno due punti

fondamentali: le sorgenti del Marecchia (Monte Zucca, Badia) e quelle del Tevere (Balze, Verghereto).

Questa rete sinteticamente descritta si integra con reti urbane e/o percorsi extraurbani di tipo

escursionistico:

Rimini – anello verde urbano;

Santarcangelo – ciclabile per centro storico;

i borghi di Verucchio, San Leo, Novafeltria, Pennabilli, Casteldelci, Badia Tedalda ecc.;

i parchi di Villa Verucchio, della Cava di Poggio Torriana, i luoghi di Tonino Guerra, di Piero

della Francesca;

con i sentieri escursionistici come l’Alta via dei Parchi sulla dorsale appenninica, la via Gotica a

Badia Tedalda.

La ciclovia diventa rilevante in termini di riduzione delle emissioni se è in grado di togliere fruitori al

traffico motorizzato. Più alto è il bacino di fruitori potenziali della ciclovia maggiore è il potenziale

intrinseco di riduzione dei consumi di carburante e conseguentemente di riduzione delle emissioni.

È possibile, quindi, individuare, anche con l’obiettivo di stimolare la progettazione, una serie di

domande di mobilità che possano guardare alla ciclovia come a un’alternativa plausibile (per il più

ampio arco di tempo nel corso dell’anno) rispetto alla mobilità motorizzata tradizionale:

una primo ambito di indagine può riguardare la mobilità generata dagli spostamenti casa-

scuola in particolare per studenti che frequentano scuole esterne al territorio comunale di

residenza. La valutazione potrà essere limitata ai fruitori degli istituti scolastici di secondo

grado se la distanza fra il Comune di residenza e il Comune sede della scuola è limitata e se il

tratto da percorrere non prevede eccessive salite;

un ulteriore ambito può essere rappresentato dall’individuazione di strutture sportive (campi

sportivi, campi da tennis, piscine, palazzetti dello sport), limitrofe o ben collegate rispetto alla

ciclabile e che nella stessa logica delle scuole possano essere raggiunte, alternativamente

rispetto all’utilizzo del mezzo tradizionale, in bici;

anche la presenza di aziende collocate in prossimità o ben collegate alla ciclovia può

rappresentare un ambito di utilizzo importante e relativamente “continuato” nell’arco dell’anno;

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 249 / 282

eventuali stazioni ferroviarie o fermate di trasporto pubblico ubicate in prossimità del percorso

ciclabile possono rappresentare ulteriori polarità di attrazione nella logica, per esempio, dello

studente universitario o del lavoratore che deve raggiungere nel suo percorso pendolare

quotidiano città più grandi, sedi di università o di attività lavorative. La logica di fornire

possibilità di integrazione multimodale al percorso casa-lavoro o casa-scuola può risultare

strategica nell’ottica di incrementare le percorrenze lungo la ciclabile;

il collegamento dell’entroterra agli stabilimenti balneari non rappresenta il soddisfacimento di

una domanda di mobilità continua nel corso dell’anno ma sicuramente assume rilevanza in

virtù dell’entità dei flussi di spostamento generati per soddisfare questa esigenza;

infine può essere indagata l’utenza turistica o la fruizione festiva della ciclovia. In particolare,

per esempio, la famiglia che alcune volte all’anno, gira in macchina per visitare mete a

carattere culturale può trovare nella ciclovia un’alternativa all’utilizzo dell’auto.

La logica da tenere in considerazione è che tanto più la ciclovia è in grado di servire un’utenza che la

utilizzerebbe in modo continuo nell’arco dell’anno tanto più diventa strategica in termini di riduzione dei

consumi e delle emissioni ascrivibili al traffico veicolare.

La stima di riduzione ha previsto l’assegnazione a ogni singola domanda di mobilità di una quantità di

fruitori, un numero di giorni annui di fruizione, un chilometraggio percorso e di un chilometraggio che

alternativamente dovrebbe essere percorso in auto. Cautelativamente si stima un impatto in termini di

riduzione delle emissioni, correlato esclusivamente al tratto di tracciato attualmente in sede protetta di

circa 246 MWh e 58 t di CO2. La valutazione ha tenuto conto di circa 336.000 km in auto evitati su tratti

medi di percorrenza compresi fra 2 e 5 km (il doppio se si considera il tragitto di andata e ritorno).

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 250 / 282 APRILE 2015

SCHEDA TR.4 Pedibus

Obiettivi

Riduzione dei consumi di combustibili per autotrazione

Riduzione delle emissioni di CO2 e dei gas di serra nel settore trasporti

Soggetti promotori

Amministrazioni, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Uffici tecnici

Soggetti coinvolgibili

Utenti finali.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Implementazione di un sistema di pedibus. Il sistema garantisce una riduzione di circa 58 MWh/anno.

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano Urbano dei Trasporti

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Regolamento europeo 443/2009

Sistemi di finanziamento applicabili

Eventuali incentivi di stato o regionali

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 203.552 203.552 203.494

Emissioni in t di CO2 51.127 51.127 51.111

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -58 MWh -16 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -58 MWh -16 t

51.12751.127

51.111

51.100

51.105

51.110

51.115

51.120

51.125

51.130

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

Page 251: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 251 / 282

Il Piedibus (o Pedibus) nasce in Danimarca con l'obiettivo di offrire agli scolari un modo più sano,

sicuro, divertente ed ecologico per andare e tornare da scuola. Il progetto è nato con lo specifico scopo

di combattere il crescente fenomeno dell'obesità infantile, ma si è rivelato utile anche per promuovere la

socializzazione e l'autostima dei bambini, e ridurre il traffico veicolare nei pressi delle scuole.

Gli utenti del servizio, anziché salire sull’autobus o sullo scuolabus, alla fermata si aggregano ad una

comitiva guidata fino a scuola da alcuni adulti, e la stessa cosa fanno per il ritorno verso casa.

Il Piedibus è organizzato come un vero autobus (con linee, fermate, orari, autista, controllore e

regolamento) e "trasporta" i bambini dalla fermata più vicina a casa fino a scuola in modo sicuro.

Il Piedibus parte da un capolinea e, seguendo un percorso stabilito, raccoglie passeggeri alle “fermate”

predisposte lungo il cammino, rispettando l’orario prefissato, il tutto sotto l’occhio di adulti che aprono e

chiudono la fila.

Il sistema è già attivo a Verucchio, San Leo e Novafeltria.

La valutazione delle riduzioni prevede l’applicazione del sistema agli altri Comuni dell’Unione

Valmarecchia sul 20 % della popolazione in età scolastica per un totale complessivo (inclusi i Comuni

già aderenti) di 525 utenze. L’ipotesi è che il sistema funzioni per una media di 100 giorni/anno.

Si valuta, considerando tratti evitati da 1,5 km/utente fra andata e ritorno, un totale di km realizzati a

piedi di circa 78.780 complessivi. Le riduzioni computabili ammontano a 58 MWh e 16 t di CO2.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 252 / 282 APRILE 2015

IL SETTORE INDUSTRIALE SCHEDA I.1 Riduzione dei consumi nel settore produttivo

Obiettivi

Riduzione dei consumi di combustibili per autotrazione utilizzati per la raccolta e il trattamento dei rifiuti urbani

Riduzione delle emissioni di CO2 e dei gas di serra nel settore trasporti annesso alla raccolta dei rifiuti

Soggetti promotori

Amministrazioni Comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Uffici tecnici

Soggetti coinvolgibili

Associazioni di categoria

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Interventi di efficientizzazione nel settore produttivo e realizzazione di audit energetici. Gli interventi, includendo la

decrescita registrata negli ultimi anni, garantiscono una riduzione di circa 104,7 GWh.

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano Energetico Regionale

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica 2014

Decreto Legislativo n°102 4 luglio 2014

Sistemi di finanziamento applicabili

Eventuali incentivi di stato o regionali

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Consumi in MWh 248.299 174.981 143.592

Emissioni in t di CO2 63.568 47.209 39.656

Riduzione complessiva (Obiettivo – 2010) -104.707 MWh -23.912 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) -31.389 MWh -7.553 t

47.209

63.568

39.656

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 253 / 282

Il settore industriale della Valmarecchia si presenta, a una lettura d’insieme, abbastanza complesso,

soprattutto in considerazione della modifica strutturale che, nel corso degli ultimi anni, ha subito in

termini di addetti registrati. Il confronto fra 2001 e 2011 evidenza una contrazione degli addetti

storicamente impiegati nel settore manifatturiero (circa 5 punti percentuali in meno) e un incremento, a

compensazione, principalmente ascrivibile al settore terziario (in particolare alberghiero-ristorativo e

commerciale in genere). Il bilancio energetico analizza con dettaglio le dinamiche anche economiche di

questo settore evidenziando che negli ultimi anni si è assistito a un calo importante dei consumi

ascrivibili all’industria. I grafici che seguono segnano la modifica della struttura dei consumi elettrici e di

gas del settore produttivo. Rispetto al 2007 i consumi elettrici già nel 2010 evidenziavano una

contrazione di circa 40 GWh su base annua; fino al 2012, ultimo anno per il quale sono disponibili dai di

consumo, si evidenzia un’ulteriore riduzione di consumo elettrico di circa 5 GWh. Anche per i consumi

di gas naturale si evidenzia un andamento decrescente; il grafico disposto nel seguito riporta l’evidenza

di questa contrazione facendo riferimento esclusivamente alle riconsegne dirette da parte della SNAM.

Queste riconsegne rappresentano una porzione dei consumi di gas naturale dell’industria locale.

Rispetto all’anno 2006 (massimo della serie disponibile) nel 2010 si evidenziava un calo di circa 3 Mm3

di gas a cui si somma, fino al 2013, un’ulteriore riduzione quantificabile in circa 3,6 Mm3. Considerando

anche le riconsegne di gas all’industria attraverso la rete di distribuzione locale, la contrazione totale

dei consumi nel 2013 ammonta a circa 7,6 Mm3.

Questi cali sono principalmente ascrivibili alla situazione di crisi economica che negli ultimi anni ha

intaccato in modo importante la struttura del settore industriale.

Grafici I.1.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati SGR reti, SNAM Reti gas, Enel Distribuzione

La tabella seguente somma le riduzioni totali verificatesi fra l’anno di riferimento del piano (2010) e i

dati disponibili all’anno di redazione (2015).

Evoluzione 2010/2015 Riduzione consumi Riduzione consumi

[MWh] Riduzione CO2

[t]

Gas naturale 7.600.000 m3 72.907 14.727

Energia elettrica 0 4.411 1.632

Totale 77.318 16.359

Tabella I.1.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati SGR reti, SNAM Reti gas, Enel Distribuzione

È complesso scenarizzare interventi che permettano di valutare margini di risparmio in questo settore,

per la mancanza di dati specifici di riferimento.

120116

7480 80

75

0

20

40

60

80

100

120

140

2007 2008 2009 2010 2011 2012

[GW

h]

Consumi di energia elettrica nel settore industriale

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

[Mm

3 d

i g

as n

tau

rale

]

Riconsegne dirette di gas naturale

Santarcangelo di Romagna Novafeltria

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 254 / 282 APRILE 2015

Il ruolo che, però, i Comuni potranno svolgere si inquadra principalmente nel potenziale di

informazione e supporto che l’Unione di Comuni può fornire all’utenza industriale. In particolare lo

sportello energia potrà fornire supporto anche all’utenza industriale soprattutto in termini di attività

informative e semplificatorie per l’accesso ai meccanismi di incentivazione vigenti a livello nazionale.

Particolare attenzione sarà posta nei confronti delle linee POR/FESR che la Regione sta attivando e

che vedranno l’industria low carbon come obiettivo prioritario. Le linee prevedono il finanziamento di

interventi di efficientizzazione energetica dei processi produttivi e installazione di impianti di produzione

di energia da fonte rinnovabile in autoconsumo. Il budget economico disponibile è pari a 40,5 M€.

Fra i criteri di priorità vi è la richiesta che la specifica impresa sia dotata di energy manager o di EGE –

Esperto in Gestione dell’Energia e che l’azienda sia collocata in Aree Produttive Ecologicamente

Attrezzate.

Anche in ambito agricolo, la Priorità 5 del nuovo PSR 2014-2020 assegna rilevanza al tema

dell’efficienza energetica: “incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a

basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale”. Il budget

economico, in questo caso, ammonta a circa 98,7 M€. In particolare le linee di finanziamento che

dovrebbero essere pubblicate a partire da maggio 2015 dovranno dare particolare rilevanza a interventi

di:

riduzione delle emissioni di gas serra in agricoltura;

incentivo all’utilizzo di fonti rinnovabili in agricoltura

incentivo alla valorizzazione energetica di materiali di scarto, sottoprodotti, altre materie grezze non

fruibili per gli scopi alimentari

Anche per il settore agricolo il ruolo che i Comuni potranno svolgere si inquadra principalmente nel

potenziale di informazione e supporto col tramite dello sportello energia.

Gli obiettivi nazionali di efficienza nel settore produttivo sono definiti nell’ambito del Piano Nazionale di

Efficienza Energetica redatto nel 2014 dal Ministero per lo Sviluppo Economico in ottemperanza alla

Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici.

Il documento evidenzia che nel 2011 il consumo energetico italiano, sulla base dei dati EUROSTAT, nel

settore produttivo è risultato pari a 30,1 Mtep in energia finale. L’obiettivo attesto fra 2011 e 2020

prevede un risparmio aggiuntivo di circa 5,1 Mtep ossia il 16 % dei consumi registrati nel 2011. La

spinta fondamentale al raggiungimento di questo risparmio è identificata nel sistema dei Titoli di

Efficienza Energetica. La crisi economica che ha investito le economie occidentali ha depresso

notevolmente anche il contesto economico italiano. In questa fase storica, la crescita sostenibile è

dunque l’obiettivo principale del Governo e del Paese, ottenibile solo attraverso un accrescimento

sostanziale della competitività del sistema produttivo.

In generale, le tecnologie che, nel settore industriale, maggiormente contribuiscono alla realizzazione

dei consumi di energia elettrica sono i motori elettrici (per circa l’84 %), l’illuminazione (2 %) e altre

tecnologie utilizzate nei processi produttivi (14 %). Ipotizzando che la realtà industriale della

Valmarecchia riproduca l’andamento nazionale, si può stimare una riduzione dei consumi in uno

scenario obiettivo al 2020 pari a circa il 13% in riferimento all’illuminazione (lampade efficienti e sistemi

di controllo) e ai motori elettrici (motori efficienti e inverter). Si ritiene, invece, che gli altri consumi

elettrici e i consumi di gas naturale e di altri combustibili utilizzati nei cicli produttivi o nei servizi ausiliari

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 255 / 282

siano legati a sistemi tecnologici complessi e difficilmente riconducibili al rendimento della singola

tecnologia. I risparmi conseguibili intervenendo su tali sistemi tecnologici possono essere significativi

ma difficilmente valutabili in analisi generali. Considerando tali presumibili ampi margini di efficienza, è,

però possibile offrire indicazioni utili sia al raggiungimento di livelli di conoscenza maggiormente

approfondita della realtà industriale che all’impostazione di politiche di incremento dell’efficienza e del

risparmio.

Un primo step riguarda la necessità di favorire la diffusione di attività di contabilizzazione energetica

nelle imprese ed in particolar modo in quelle medio-piccole, nell’ambito delle quali la voce dei consumi

energetici non sempre è analizzata e presa in considerazione in quanto spesso non risulta

particolarmente incidente sul bilancio complessivo. Le scelte corrette da mettersi in atto a livello

produttivo, non devono solo considerare il risparmio economico, ma devono tendere all’incremento in

termini di efficienza della specifica realtà produttiva. Da questo punto di vista, ad esempio, gli interventi

che le singole realtà mettono in atto, non devono solo ridursi in una traslazione dal diurno al notturno

delle attività maggiormente energivore, in virtù dei minori costi elettrici, ma devono tendere ad

analizzare possibilità di retrofitting in termini di costi, benefici e tempi di abbattimento dell’investimento.

La contabilizzazione energetica è uno strumento molto utile di analisi soprattutto nell’attuale contesto di

crisi economico-finanziaria.

In questo senso, è importante la figura dell’energy manager aziendale. Già la Legge 308/82 imponeva

l’obbligo, da parte delle grandi imprese, di nominare un responsabile per l’uso razionale dell’energia. La

Legge 10/91 ha, poi, esteso l’obbligo ai grandi consumatori del settore civile e trasportistico. La soglia

di consumo annuale, nel settore industriale, è stata fissata pari a 10 ktep. Oggi, il Decreto Legislativo

102 del 4 luglio 2014 ha introdotto e reso cogente a livello industriale la figura dell’EGE (Esperto in

Gestione dell’Energia). L’EGE, nel settore produttivo, ha il compito di redigere ogni quattro anni (il

primo entro dicembre 2015) un’analisi energetica del processo produttivo (Audit energetico) finalizzata

all’individuazione di interventi di miglioramento della performance del processo, considerando tanto la

valenza tecnico-energetica degli interventi proposti, tanto la convenienza economica.

L’Italia, in merito alle diagnosi energetiche nell’industria, ha avviato le prime esperienze significative

all’inizio degli anni novanta. Negli anni 1989-1991, infatti, furono utilizzati fondi europei per realizzare

una larga campagna di diagnosi nelle regioni del Centro-Sud Italia, che ha coinvolto oltre 500 PMI in

vari settori, per le quali furono individuate misure di risparmio energetico per un totale di circa 260 ktep.

Negli ultimi anni, l’iniziativa più significativa è stata condotta dalla regione Lombardia con il programma

TREND10, finalizzato alla promozione e alla realizzazione di audit energetici di qualità, condotti da

esperti qualificati, presso PMI manifatturiere localizzate nella Regione Lombardia. Il programma ha

coinvolto 500 piccole e medie aziende presso le quali sono stati condotti audit di qualità, le cui diagnosi

hanno portato alla pianificazione di 150 interventi di realizzazione delle soluzioni individuate, di cui 90

finalizzate. Il progetto, il cui costo è stato pari a 8,5 M€, ha attivato la realizzazione di interventi di

efficienza energetica che hanno generato risparmi per circa 4.000 tep.

Il Decreto Legislativo 102 del 4 luglio 2014 recepisce la Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica

negli usi finali dell’energia e identifica i soggetti obbligati a questa procedura di diagnosi ossia le

imprese che occupano più di 250 addetti, il cui fatturato annuo supera i 50 M€ o il cui totale di bilancio

annuo supera i 43 M€. Secondo il rapporto ISTAT “Struttura e competitività delle imprese”, pubblicato il

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 256 / 282 APRILE 2015

13 dicembre 2013, sono circa 3.500 le imprese con un numero di addetti superiore a 250 e un fatturato

superiore a 50 M€

Oltre che a queste imprese, l’obbligo trova applicazione anche fra le imprese a forte consumo di

energia, ossia quelle aziende per le quali, in una determinata annualità si sono verificate entrambe le

seguenti condizioni:

abbiano utilizzato, per lo svolgimento della propria attività, almeno 2,4 GWh di energia elettrica oppure almeno 2,4 GWh di energia diversa dall'elettrica;

il rapporto tra il costo effettivo del quantitativo complessivo dell'energia utilizzata per lo svolgimento della propria attività, e il valore del fatturato, non sia risultato inferiore al 3 %.

La stessa normativa assegna particolare rilevanza ai sistemi di certificazione UNI EN ISO 50001 relativi

ai sistemi di gestione dell’energia. Un sistema di gestione energia rappresenta un'importante

opportunità per chi intende affrontare con successo gli aspetti energetici all'interno della propria realtà

aziendale; permette di:

avere un approccio sistemico nella definizione di obiettivi energetici e nell'individuazione degli

strumenti adatti al loro raggiungimento;

identificare le opportunità di miglioramento;

assicurare il rispetto di tutti i requisiti cogenti;

ridurre i costi legati ai consumi energetici.

L'approccio volontario alla norma permette inoltre di lasciare libere le aziende aderenti di poter fissare

qualitativamente e numericamente gli obiettivi che intende raggiungere e le relative tempistiche di

attuazione.

Molto spesso, al di là della nomina formale, si riscontrano delle difficoltà alla realizzazione degli

interventi in campo energetico e le barriere che si delineano possono essere di diversa origine, tra cui

scarsa importanza attribuita alla questione energetica o mancanza di fondi.

Un altro ambito di particolare interesse è quello legato alla promozione di ESCO che si facciano carico

di monitorare e investire sul risparmio energetico delle industrie attraverso meccanismi di finanziamento

tramite terzi e contratti di prestazione. L’ultimo Piano Nazionale di Efficienza Energetica sottolinea la

rilevanza assoluta assegnata alle ESCO in ambito industriale; il 100 % dei risparmi che piano

attribuisce al settore produttivo vengono raggiunti, a livello italiano, attraverso interventi efficientamento

incentivati con il sistema dei Titoli di Efficienza Energetica.

Oltre a quanto definito è opportuno che negli edifici a destinazione industriale siano da privilegiare,

tanto nelle ristrutturazioni che nelle nuove edificazioni, ove possibile, sistemi che consentano il

recupero di energie di processo ed impianti solari termici in grado di soddisfare, parzialmente o

totalmente i fabbisogni energetici per il riscaldamento, raffrescamento (tramite l’accoppiamento con

macchine ad assorbimento) e la produzione di acqua calda sanitaria. Inoltre, qualora le acque di scarto

dei processi industriali abbiano una temperatura media superiore a 30° C è consigliabile l’installazione

di sistemi per il recupero di calore dall’acqua stessa (scambiatore di calore o pompa di calore); il calore

recuperato può essere riutilizzato all’interno dell’insediamento produttivo (per eventuali usi di processo,

per il preriscaldamento dell’acqua calda sanitaria o ad integrazione del sistema di riscaldamento).

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 257 / 282

Infine, anche nella progettazione di edifici ad uso industriale o artigianale, potrà essere valutata

l’applicazione dei seguenti requisiti tesi all’incremento dell’efficienza dell’involucro disperdente:

utilizzo di forme tendenzialmente compatte (S/V < 0,45); installazione di bussole dotate di ingressi richiudibili adiacenti ai capannoni, predisposte per la

funzione di carico-scarico merci o di porte scorrevoli ad alta velocità (Velocità di chiusura > 1,2 m/s);

utilizzo, in ambienti con altezze superiori ai 4 metri, di sistemi di riscaldamento e ventilazione atti a contenere la stratificazione termica dell’aria interna, quali sistemi ad irraggiamento per il riscaldamento (a pavimento, a soffitto, a parete) e idonei sistemi di ventilazione;

la normativa vigente sia a livello regionale che a livello nazionale obbliga i fabbricati industriali all’applicazione dei limiti minimi di trasmittanza dell’involucro disperdente esclusivamente nel caso in cui l’involucro risulti riscaldato per il benessere della persona fisica e senza l’utilizzo di reflui del processo produttivo non altrimenti utilizzabili. Dunque nei casi di riscaldamento degli ambienti per necessità legate al processo produttivo specifico attuato negli ambienti o utilizzando come vettore energetico reflui del processo produttivo non diversamente utilizzabili, non è cogente l’applicazione della normativa sia regionale che nazionale sull’efficienza energetica degli edifici. È utile che in base alla specifica destinazione d’uso ed allo specifico processo produttivo, il progettista opti di far rientrare murature, solai e serramenti nei limiti di trasmittanza richiesti dalla norma e definiti nel RUE o in tutti i casi dovrà garantire almeno il valore minimo di trasmittanza delle varie componenti opache pari 0,8 W/m

2k e di quelle

trasparenti pari a 2,8 W/m2k. La presenza di eventuali macchinari in grado di garantire un

notevole apporto termico gratuito agli ambienti dei fabbricati industriali dovrà essere opportunamente considerata nel calcolo del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale al fine di evitare la necessità di raffrescare gli ambienti anche in regime invernale;

dovrà invece essere garantito il livello cogente di trasmittanza per le parti del fabbricato destinate a permanenza di persone e riscaldate, riconducibili come destinazione d’uso ad uffici, anche se parte integrante del fabbricato industriale;

considerando che in genere i fabbricati industriali sono poco alti e parecchio ampi in superficie, anche ai fini del benessere estivo, può risultare utile intervenire sull’inerzia termica dei solai. Le tecnologie costruttive più diffuse, prevedono, infatti la realizzazione di detti fabbricati in cls o in blocchi prefabbricati. Questi materiali non sono in grado di garantire condizioni di benessere soprattutto in regime estivo. Risulta utile, dunque, anche al fine di ridurre la bolletta energetica del condizionamento estivo, incrementare, con tecnologie anche innovative, l’inerzia termica dei solai;

infine, nei casi di cambio di destinazione d’uso da industriale ad altro è obbligatorio portare l’involucro nelle condizioni termofisiche idonee alla specifica destinazione d’uso.

Si precisa che non avendo dati specifici sull’industria e non potendo fare modellizzazioni sulle

specifiche tecnologie installate in questo settore, si ritiene che lo scenario tendenziale al 2020 riporti

inalterati i consumi medi attestati al 2007. Lo scenario obiettivo, tenendo conto delle valutazioni

contenute nel documento del PAEE, stima una riduzione del 16% dei consumi a cui si sommano le

riduzioni riportate nella Tabella I.1.1. In totale la riduzione stimata è pari a 23.912 t di CO2.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 258 / 282 APRILE 2015

LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI SCHEDA FER.1 Impianti fotovoltaici integrati in edifici di nuova costruzione

Obiettivi

Incentivo allo sviluppo della generazione distribuita

Incremento della produzione di energia da fonte rinnovabile nel settore della residenza

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Unione dei Comuni

Soggetti coinvolgibili

Tecnici, manutentori, installatori di impianti.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Installazione di impianti fotovoltaici su edifici di nuova costruzione per una potenza complessiva di 253 kW a cui

corrisponde una produzione di energia da FER pari a circa 286 MWh.

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Regolamento Urbano Edilizio (RUE)

Piano Strutturale Comunale (PSC)

Interrelazione con la normativa sovraordinata

Decreto Legislativo 3 marzo 2011 n° 28

Deliberazione Ass. Leg. 4 marzo 2008 n° 156 e s.m.i.

Sistemi di finanziamento applicabili

Detrazioni fiscali 50 % (ex 36 %)

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 07

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Produzione in MWh 12.683 12.969 12.969

Emissioni in t di CO2 -4.997 -5.110 -5.110

Variazione complessiva (Obiettivo – 2010) 286 MWh -113 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) 0 MWh 0 t

- 4.997 t (Quota di riduzione garantita dalle FER

già presenti al 2010)

-5.110

-5.120

-5.100

-5.080

-5.060

-5.040

-5.020

-5.000

-4.980

-4.960

-4.940

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 259 / 282

In alcune delle schede contenute in questo documento sono già state fatte delle stime relative

all’installazione di impianti che producono energia da fonte rinnovabile. Del solare termico, per

esempio, è stata fatta una valutazione di dettaglio, anche in termini di potenziale installabile sulle nuove

abitazioni e nelle ristrutturazioni dell’edificato esistente; così come per le pompe di calore si è valutata

la quota di energia attribuibile a fonte rinnovabile. Anche la biomassa per usi termici (in particolare il

pellet) è stata contabilizzata, in discrete quantità, a integrazione del riscaldamento tradizionale

nell’edilizia residenziale.

Si vuole valutare, in questa scheda, il potenziale fotovoltaico che è obbligatorio realizzare in

concomitanza con l’edificazione di nuovi fabbricati, nel rispetto delle indicazioni contenute nel Decreto

Legislativo 3 marzo 2011 n° 28, recepito in Emilia-Romagna con la Delibera di Giunta Regionale 26

settembre 2011 n° 1366.

La tecnologia fotovoltaica può essere considerata, fra le fonti rinnovabili, la più interessante a medio

termine nei territori urbanizzati grazie alle sue caratteristiche di modularità, semplicità, affidabilità e

scarsa richiesta di manutenzione, sebbene oggi non risulti più incentivata come in passato. Queste

caratteristiche, rendono, infatti, particolarmente adatta la tecnologia fotovoltaica all’integrazione

architettonica in ambiente urbano. I benefici energetici e ambientali ottenibili da questa tecnologia sono

direttamente proporzionali alla potenza installata e alla producibilità dell’impianto, supponendo che

l’energia elettrica prodotta vada a sostituire quote di energia altrimenti prodotta da fonte convenzionale.

Fino a qualche anno fa il limite principale di questa tecnologia era legato ai costi elevati del silicio, ma

nel corso degli ultimi anni i costi tendono a ridursi a livello medio e, contemporaneamente, si può

ritenere che la tecnologia abbia raggiunto un livello di maturità tale da poterne permettere una

diffusione maggiore. Il settore fotovoltaico, in Italia, ha avuto un forte impulso a partire dal 2001 con il

primo programma di incentivazione denominato “10.000 tetti fotovoltaici” e successivamente, dal 2005,

con i cinque “conto energia” che si sono succeduti.

L’unico meccanismo di incentivazione attualmente vigente è rappresentato dal sistema di detrazioni

fiscali del 50 % che permette di detrarre la metà della spesa sostenuta per la realizzazione dell’impianto

nell’arco di un decennio. In sede di analisi di convenienza economica, a queste detrazioni devono

sommarsi i risparmi derivanti dalla riduzione della spesa energetica in bolletta. Inoltre, in termini di

costi, oggi un impianto fotovoltaico integrato architettonicamente nell’edilizia di nuova costruzione,

rappresenta contemporaneamente un valore aggiunto di tipo energetico all’edificato e un costo evitato

intendendo i moduli come elementi sostitutivi di parti dell’involucro non realizzate (che siano esse

tegole, paramenti murari, sporti o parapetti).

A livello nazionale lo stimolo all’integrazione in edifici di nuova costruzione è chiaramente espresso in

più parti del quadro normativo vigente; in particolare il Decreto Legislativo 3 marzo 2011 n° 28, come

recepito a livello regionale, prevede, nel caso di edifici nuovi o edifici sottoposti a ristrutturazioni

rilevanti (inclusa la demolizione con ricostruzione), l’installazione di impianti per la produzione di

energia elettrica da fonti rinnovabili in modo tale da garantire il rispetto contemporaneo delle condizioni

indicate nel seguito:

una potenza minima installata pari a 1 kWe/unità abitativa, nel caso di edifici residenziali e pari

a 0,5 kW/100 m2 di superficie utile energetica dell’edificio;

una potenza minima installata pari a 0,02 kW/m2 di superficie di copertura.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 260 / 282 APRILE 2015

Il rispetto degli obblighi di potenza descritti può avvenire sia tramite installazione sulle coperture, sui

prospetti, negli edifici o nelle relative pertinenze delle potenze richieste, sia

con l'installazione nell'edificio o nel complesso edilizio di un’unità di micro o piccola

cogenerazione ad alto rendimento in grado di coprire quote equivalenti in potenza elettrica di

impianti alimentati da fonti rinnovabili;

tramite la copertura di una quota equivalente in potenza elettrica mediante il collegamento a un

sistema efficiente di utenza (SEU) o a una rete locale di utenza (RLU), alimentate da fonti

rinnovabili o da unità di cogenerazione ad alto rendimento;

mediante la partecipazione in quote equivalenti in potenza di impianti di produzione di energia

elettrica, anche nella titolarità di un soggetto diverso dall'utente finale, alimentati da fonti

rinnovabili, da reflui energetici da processo produttivo altrimenti non utilizzabili, o da impianti di

cogenerazione ad alto rendimento, siti nel territorio del Comune o dell’Unione dei Comuni.

Maggiore dettaglio sui Sistemi Efficienti di Utenza e sulle Reti Locali di Utenza viene fornito nelle

schede successive.

I Comuni, nell’ambito delle attività di elaborazione e aggiornamento dei propri strumenti urbanistici,

potranno, in base alle indicazioni della norma regionale,

individuare gli ambiti territoriali per i quali si prevede l’eventuale realizzazione di infrastrutture

energetiche a rete a servizio del sistema insediativo;

individuare le zone idonee a realizzare gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili o

mediante cogenerazione ad alto rendimento;

attivare le procedure attraverso cui selezionare, anche con modalità concorsuali, le proposte di

intervento più idonee a realizzare le infrastrutture e gli impianti. Al concorso potranno prendere

parte i proprietari degli immobili e gli eventuali operatori interessati a partecipare alla

realizzazione degli interventi;

prevedere, in sede di rilascio del titolo edilizio per i progetti di edifici di nuova costruzione e di

ristrutturazioni rilevanti su edifici esistenti che assicurino una copertura dei consumi di calore, di

elettricità e per il raffrescamento in misura superiore di almeno il 30 % rispetto ai valori minimi

obbligatori già citati, la possibilità di assegnare un bonus volumetrico del 5 %.

Inoltre, negli strumenti urbanistici dovranno essere dettagliati gli obblighi a cui sono sottoposti i

costruttori deroganti e i casi specifici di deroga all’obbligo.

Le cause di deroga possono essere definite:

in base alla non convenienza in termini di orientamento dell’impianto;

nei casi di installazione in zone vincolate;

nei casi di ridotte dimensioni della superficie di copertura tali da non permettere il rispetto della

cogenza complessiva.

Nei casi di deroga deve essere introdotto un meccanismo di tipo compensativo legato alla produzione

fisica di energia dell’impianto, in parte o totalmente non realizzata, attraverso la maggiore efficienza di

involucro o impianto termico dell’edificio stesso.

In base alla normativa descritta, si valuta il potenziale installabile in Valmarecchia nei prossimi anni. La

Tabella seguente riporta le unità abitative di nuova costruzione o soggette a demolizione con

ricostruzione o in tutti i casi a ristrutturazione rilevante (caso di applicazione degli obblighi definiti dal

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 261 / 282

dalle norme citate), già considerate negli scenari descritti nelle schede precedenti (R4), e valuta la

quota d’obbligo rinnovabile. Nelle valutazioni di calcolo si applica il parametro di 1 kW/U.I. ritenuto

mediamente più stringente rispetto al parametro legato alla superficie di copertura.

L’applicazione degli obblighi descritti porterebbe a un installato al 2020 di poco superiore ai 250 kW a

cui corrispondono 290 MWh di energia annua prodotta e 113 t di CO2 evitata.

Scenario 2020 n° U.I. nuove n° U.I. ristrutturate Potenza obbligo

[kW] Producibilità

[kWh] Emissioni evitate

[t di CO2]

Casteldelci 0 0 0 0 0

Maiolo 0 0 0 0 0

Novafeltria 0 10 10 11.200 4

Pennabilli 0 0 0 0 0

Poggio Torriana 40 11 51 57.630 23

San Leo 0 3 3 3.450 1

Sant’Agata Feltria 0 0 0 0 0

Santarcangelo di Romagna 100 30 130 146.900 58

Talamello 0 0 0 0 0

Verucchio 44 15 59 67.260 27

U.C. Valmarecchia 184 69 253 286.440 113

Tabella FER.1.1 Elaborazione Ambiente Italia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 262 / 282 APRILE 2015

SCHEDA FER.2 Impianti fotovoltaici volontari realizzati fra 2010 e 2015

Obiettivi

Incentivo allo sviluppo della generazione distribuita

Incremento della produzione di energia da fonte rinnovabile

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Unione dei Comuni

Soggetti coinvolgibili

Tecnici, manutentori, installatori di impianti.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Installazione di impianti fotovoltaici liberi per un totale di circa 16,65 MW a cui corrisponde una producibilità pari a

circa 19 GWh.

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano Energetico Ambientale Regionale

Piano Strutturale Comunale (PSC)

Sistemi di finanziamento applicabili

Detrazioni fiscali del 50 % (ex 36 %)

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 07.

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Produzione in MWh 12.683 31.606 31.606

Emissioni in t di CO2 -4.997 -12.453 -12.453

Variazione complessiva (Obiettivo – 2010) 18.923 MWh -7.456 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) 0 MWh 0 t

- 4.997 t (Quota di riduzione garantita dalle FER

già presenti al 2010)

-12.453-14.000

-12.000

-10.000

-8.000

-6.000

-4.000

-2.000

0

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale

Page 263: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 263 / 282

In questa scheda si valuta la quota di fotovoltaico già installata nel corso degli ultimi anni, ossia quelli

compresi fra il 2010, annualità di riferimento del bilancio energetico, e aprile 2015, data di redazione di

questo rapporto.

Fino a oggi, non essendoci obblighi di installare questa tecnologia, la spinta alla realizzazione di

impianti è derivata principalmente dalla convenienza economica legata all’incentivo e ai tempi di ritorno

complessivamente accettabili che hanno reso l’investimento allettante sia per le famiglie sia per gli

investitori. Per cui negli ultimi anni si è evidenziata una crescita esponenziale della potenza installata,

soprattutto in concomitanza con le modifiche dei meccanismi incentivanti e con la riduzione dei costi di

installazione e messa in esercizio di questa tecnologia. Sono parecchi gli impianti di grossa taglia

presenti nel territorio della Valmarecchia e realizzati nel quinquennio analizzato.

I Grafici che seguono descrivono quanto accaduto nella Regione Emilia-Romagna nel corso degli anni

compresi fra 2006 e 2014 e allo stesso modo quanto verificatosi in Provincia di Rimini.

Si evidenzia sia la crescita importante dell’installato complessivo (curva) sia la quota annua di potenza

installata (barre). Come evidente, mentre fino al 2011 la potenza annua installata è risultata

costantemente in crescita raggiungendo un picco rilevante proprio nel 2011 (tanto a livello provinciale

che regionale), nelle annualità successive si è assistito a un calo coincidente con la modifica dei regimi

incentivanti. Il 2014, a livello Regionale, si riallinea all’installato del 2007-2008 in termini di potenza.

Grafici FER.2.1 e FER.2.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati GSE

Queste considerazioni ci portano a comprende quanto più limitata sarà la portata dell’interesse che nei

prossimi anni potrà essere dedicato dal privato nei confronti di questa tecnologia rispetto a ciò che è

accaduto in passato.

Se si analizza nel dettaglio la situazione dei dieci Comuni si evidenzia una forte crescita della potenza

installata con un incremento di circa 16 MW di potenza installata (il 26 % dell’installato provinciale negli

stessi anni e poco più dell’1 % dell’installato regionale) e 19 GWh di energia prodotta.

La potenza maggiore è annessa al Comune di Pennabilli che ad aprile 2015 raggiunge i 5,8 MW. Allo

stesso Comune è attribuibile anche il maggiore incremento di potenza fra 2010 e 2015, con una

crescita di circa 4,3 MW. Anche nei Comuni di Poggio Torriana, San Leo e Verucchio le statistiche del

GSE descrivono una crescita rilevante dell’installato pari rispettivamente a 2,8, 2,3ve 1,8 MW. Negli

altri contesti la crescita della potenza installata resta comunque importante, sebbene sotto il MW. I

Comuni di Talamello e Maiolo sono i territori con la potenza installata più contenuta (rispettivamente

320 kW e 228 kW).

2 6 33

56

267

916

341

145

110

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

1.800

2.000

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

[MW

]

Installato fotovoltaico in Emilia-Romagna

Installato annuo Cumulato

0 0 2

4

8

33

24

40

0

10

20

30

40

50

60

70

80

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

[MW

]

Installato fotovoltaico in Provincia di Rimini

Installato annuo Cumulato

Page 264: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 264 / 282 APRILE 2015

La tabella seguente sintetizza i dati riferiti alle potenze installate fra 2010 e 2015 nei singoli comuni e

all’insieme dei Comuni della Valmarecchia. Complessivamente nel territorio l’installato ammonta a circa

21,5 MW nell’aprile 2015, a cui corrisponde una quantità di energia prodotta pari a circa 19 GWh. Allo

stato attuale l’energia prodotta da impianti fotovoltaici già realizzati copre circa il 10 % dei consumi

elettrici dell’insieme dei Comuni.

Installato PV 2010-2015 Casteldelci Maiolo Novafeltria Pennabilli Poggio T. S. Leo S.Agata S.Arcangelo Talamello Verucchio Unione

Installato 2010 [kW] 6 41 100 1.522 676 461 1.322 560 8 269 4.965

Installato totale 2015 [kW] 970 228 795 5.808 3.439 2.778 1.612 3.563 319 2.098 21.610

Delta potenza [kW] 964 187 695 4.286 2.763 2.317 290 3.003 311 1.829 16.645

Energia prodotta 2010 [MWh] 7 47 112 1.735 764 530 1.507 633 9 306 5.651

Energia prodotta 2015 [MWh] 1.106 260 890 6.621 3.886 3.195 1.838 4.026 360 2.392 24.574

Delta energia [MWh] 1.099 213 778 4.886 3.122 2.664 331 3.393 352 2.085 18.923

Emissioni evitate 2010 [t CO2] 3 19 44 684 301 209 594 249 3 121 2.226

Emissioni evitate 2015 [t CO2] 436 102 351 2609 1531 1259 724 1586 142 942 9.682

Delta emissioni [t CO2] 433 84 307 1.925 1.230 1.050 130 1.337 139 822 7.456

Tabella FER.2.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati GSE

Lo scenario descritto dalla tabella precedente rappresenta solo una tendenza in atto e già realizzata.

Page 265: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 265 / 282

SCHEDA FER.3 Impianti fotovoltaici realizzati nell’ambito di Gruppi di Acquisto e sistemi “storage”

Obiettivi

Incentivo allo sviluppo della generazione distribuita

Incremento della produzione di energia da fonte rinnovabile

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Unione dei Comuni

Soggetti coinvolgibili

Tecnici, manutentori, installatori di impianti.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Installazione di impianti fotovoltaici realizzati nell’ambito di G.A.S. e dotati di sistemi integrati con accumulo elettrico.

Si stima una potenza installabile di circa 1,7 MW, a cui corrispondono circa 2 GWh di producibilità.

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano Energetico Ambientale Regionale

Piano Strutturale Comunale (PSC)

Sistemi di finanziamento applicabili

Detrazioni fiscali del 50 % (ex 36 %)

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 07.

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Produzione in MWh 12.683 12.683 14.672

Emissioni in t di CO2 -4.997 -4.997 -5.781

Variazione complessiva (Obiettivo – 2010) 1.989 MWh -784 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) 1.989 MWh -784 t

-4.997

- 4.997 t (Quota di riduzione garantita dalle FER

già presenti al 2010)

-5.781

-6.000

-5.800

-5.600

-5.400

-5.200

-5.000

-4.800

-4.600

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

Page 266: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 266 / 282 APRILE 2015

Un’azione molto utile, soprattutto nei territori in cui la diffusione del fotovoltaico è meno accentuata, è

individuabile nella costruzione di Gruppi di Acquisto Solari (GAS).

Infatti è importante considerare che il momento principale in cui l’acquirente esercita il proprio potere

contrattuale è costituito dall’atto di acquisto. Un gruppo di acquisto nasce dalla consapevolezza che

risulta fattibile rendere i prezzi più concorrenziali agendo in modo collettivo.

Il ruolo dello Sportello energia diventa strategico per questo tipo di azione; i Comuni attraverso lo

Sportello Energia potranno fornire supporto al privato in termini:

comunicativi e informativi;

di individuazione delle aree di installazione;

di raccolta delle adesioni;

di contrattazione economica e di ricerca di sistemi di finanziamento agevolato (accordi con

banche e finanziatori).

Il primo approccio può prevedere:

la comunicazione nei confronti del privato dell’utilità economica ed energetica di realizzare

impianti di questo tipo, attraverso l’organizzazione di serate a tema e la raccolta di prime

adesioni; le attività dovranno essere svolte attraverso la consulenza di un tecnico locale esperto

e aggiornato sulle modalità di realizzazione e gestione di questi impianti, sui costi e sulle

tecnologie;

la creazione di una lista di ditte installatrici locali. Le ditte che vorranno accedere alla lista

potranno fornire al Comune delle credenziali di accesso che attestino alcune caratteristiche e

professionalità pregresse rispetto all’intervento in questione;

la creazione di una lista di produttori o rivenditori di pannelli fotovoltaici;

la creazione di una pagina web finalizzata all’informazione dei cittadini e al monitoraggio delle

quote di fotovoltaico installato attraverso il G.A.S.

In altri termini la funzione delle amministrazioni di esplica nel promuovere e favorire l’incontro fra

domanda e offerta e nel fornire consulenza tecnica al privato con l’obiettivo di spingerlo verso lo

sviluppo e l’applicazione di tecnologie all’avanguardia.

Nel seguito di questa scheda verrà data particolare rilevanza al tema degli impianti FV + Storage,

sistemi ritenuti l’evoluzione prossima dell’impianto fotovoltaico tradizionale.

È necessario considerare, nella strutturazione dell’informazione nei confronti del privato e nella

progettazione dei G.A.S., i sistemi di incentivo che negli anni hanno sostenuto in misura molto forte la

diffusione di questi impianti a livello nazionale. A partire dall’estate 2013 i meccanismi di incentivo per

la tecnologia fotovoltaica si sono esauriti. Oggi l’unico sistema incentivante esistente è rappresentato

dalle detrazioni fiscali del 50 % (ex 36 %).

Il meccanismo di detrazione fiscale permette al privato che realizza l’impianto la possibilità di detrarre,

in sede di dichiarazione dei redditi, il 50 % dei costi sostenuti in 10 rate annuali. Considerando una

riduzione importante del costo di questa tecnologia nel corso degli ultimi anni e considerando anche il

risparmio economico derivante dall’autoproduzione dell’energia elettrica e quindi dal mancato prelievo

della stessa dalla rete elettrica si ritiene che nel corso di un decennio resti garantita la possibilità di

abbattere l’investimento sostenuto. Ma è essenziale un corretto dimensionamento degli impianti sui

fabbisogni dell’utenza in modo da ottimizzare al massimo l’autoconsumo. Le prospettive future, infatti,

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 267 / 282

riconoscono un ruolo di rilievo al piccolo impianto (1 - 5 kW), dimensionato per coprire i fabbisogni

dell’utenza a cui è asservito. Inoltre l’utenza, per ottimizzare il rendimento economico dell’impianto,

dovrà programmarsi in modo da rendere contemporanei alla produzione la più parte dei carichi elettrici.

Nel medio periodo si ritiene che anche la realizzazione di impianti off grid “con batteria” rappresenti un

ambito interessante che accompagna sempre più verso l’autosufficienza energetica e la capillare

diffusione di sistemi di generazione distribuita.

L'interesse per i sistemi d'accumulo da abbinare al fotovoltaico domestico in Italia negli ultimi tempi è

altissimo ma il mercato è rimasto in sostanza fermo, in attesa delle disposizioni normative dell’Autorità

per l'Energia che sono sopraggiunte lo scorso 20 novembre 2014 con Deliberazione 574/2014/R/EEL.

Sulla base di prime analisi economiche effettuate su questi sistemi abbinati a piccole utenze e grazie

alla detrazione fiscale del 50 % già ora installare un piccolo impianto fotovoltaico con accumulo

presenta una remuneratività interessante. Si parla di tempi di rientro dell'investimento di circa 10-11

anni e un tasso interno di rendimento pari all' 8-10 % circa.

Il funzionamento di questi sistemi prevede che quando l’impianto produce (di giorno) si abbia la

possibilità di stoccare temporaneamente parte dell’energia prodotta in surplus, in modo da poterla

utilizzare la sera, quando i pannelli non producono. Così la sera, anziché acquistare energia dalla rete

elettrica a un prezzo che, per i clienti domestici, si aggira intorno ai 190-200 €/MWh, potrà essere

utilizzata l’elettricità autoprodotta e stoccata di giorno nelle batterie. In questo modo si riducono i costi

in bolletta.

Il fabbisogno medio annuale di una famiglia, sulla base delle analisi contenute nella prima parte di

questo documento, è prossimo ai 3 MWh; l’equivalente di circa 8 kWh/giorno. I consumi di una famiglia

avvengono (in media) per il 50-70 % di sera e di notte; per questo motivo, per avere un buon livello di

autonomia dalla rete, l’impianto fotovoltaico con batterie dovrà sfruttare il picco produttivo giornaliero

per rendere disponibili nelle ore serali almeno 4 kWh. Riuscendo a sfruttare le batterie per stoccare

temporaneamente almeno 4 kWh al giorno, è possibile risparmiare mediamente 30-40 euro/mese.

Ovviamente le performance che si riescono ad ottenere saranno diverse nei vari mesi dell'anno,

dipendendo dalla diversa quantità di radiazione solare. Questa tipologia di impianto, inoltre, gode della

totale esenzione (per gli impianti sotto i 20 kW), dal pagamento degli oneri di sistema sull’energia

autoconsumata.

In attesa che scendano i prezzi delle batterie al litio, il mercato si sta muovendo utilizzando prodotti al

piombo-acido. Ciò che differenzia le batterie al piombo da quelle agli ioni di litio sono essenzialmente i

costi in rapporto alla loro “capacità di accumulo” e la durata nel tempo. Le batterie agli ioni di litio,

anche se decisamente più costose, hanno una maggiore durata ed efficienza: durano intorno ai 10 anni

e hanno una capacità di carica/scarica intorno all’80%. Le batterie al piombo e piombo/gel durano

mediamente dai 3 ai 5 anni e hanno una percentuale di scarica intorno al 50%. Sono dunque meno

efficienti, anche se più economiche.

Provando a simulare, in modo semplificato, un impianto si considera:

un tipico impianto fotovoltaico da 3 kWp abbinato a una batteria d’accumulo da 5 kWh per cui è

stato stimato un prezzo complessivo, inclusa iva, pari a circa 12.500 €;

l’accumulo si ipotizza dimensionato in modo da innalzare l'autoconsumo al 90 % circa;

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 268 / 282 APRILE 2015

si stima che il costo dell’energia elettrica cresca mediamente dell’1 % annuo;

l’impianto ha la possibilità di accedere alle detrazioni fiscali per l’intera entità dei costi (FV +

storage);

al decimo annuo si prevede la sostituzione dei sistemi di accumulo e dell’inverter. Considerando

la modifica di costo dei sistemi di accumulo, si ipotizza che fra 10 anni a parità di capacità

dell’accumulo, i costi possano ridursi del 30 % circa;

non sono presi in considerazione tassi di attualizzazione dell’investimento.

Il grafico che segue evidenzia l’andamento dei flussi di cassa cumulati nel corso di 20 annualità.

Grafici FER.3.1 Elaborazione Ambiente Italia

L’impianto da 3 kW con accumulo si ripaga in 12 anni e, nell'arco dei 20 anni, si ha un risparmio, al

netto delle spese, di oltre 7.000 euro.

In ambito economico, l’interesse verso la tecnologia, la diffusione di informazioni corrette, la

strutturazione di Gruppi di Acquisto può permettere ottimizzazioni nei costi di installazione con rientri

economici più interessanti.

La stima del potenziale realizzabile sulla base di questa evoluzione tecnologica, nel territorio

dell’Unione Valmarecchia, tiene conto della valutazione della quota installabile sull’edilizia privata

esistente. Il punto di partenza è rappresentato dalla superficie di copertura dei fabbricati residenziali

presenti nei Comuni e descritta nella tabella seguente.

Nella valutazione, si è ritenuto di:

-12.500

-11.200

-9.894

-8.580

-7.260

-5.933

-4.599

-3.257

-1.909

-553

-1.890

-1.010 -122

773

1.676

2.587

3.505

4.432

5.366

6.308

7.258

-15.000

-10.000

-5.000

0

5.000

10.000

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

[€]

Flussi di cassa cumulati impianto PV + storage da 3 kW in Valmarecchia

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 269 / 282

escludere le superfici ascrivibili alle prime due fasce d’età dei fabbricati. Questa scelta tiene

conto di eventuali fabbricati con sistemi di copertura instabili, troppo datati e comunque

permette di escludere eventuali edifici di pregio storico e con vincolo architettonico;

ridurre di un ulteriore 50 % le superfici di copertura utili in considerazione di eventuali sistemi a

falda con esposizione poco consona rispetto all’ottimizzazione della producibilità dell’impianto;

ridurre il potenziale totale sfruttabile, considerando le superfici di copertura già sfruttate per la

presenza di impianti (ultima colonna della tabella seguente). La contabilizzazione della

superficie già sfruttata è stata effettuata considerando tutti gli impianti di potenza inferire a

15 kW, già installati nell’aprile 2015 e considerando una superficie media di 10 m2/kWpv.

Superfici di copertura in m2 < 1919

1919-1945

1946-1961

1962-1971

1972-1981

1982-1991

Oltre 1992

Superficie già sfruttata

Casteldelci 4.284 1.885 826 998 790 708 111 340

Maiolo 7.997 1.878 816 2.079 2.526 927 588 610

Novafeltria 25.873 24.275 18.209 23.347 29.713 8.911 7.109 1.950

Pennabilli 31.777 4.486 6.638 6.036 12.457 2.908 1.639 950

Poggio Torriana 15.153 6.152 8.982 15.532 28.823 12.955 11.772 3.150

San Leo 18.408 5.872 7.817 9.937 10.681 4.427 2.985 890

Sant’Agata Feltria 16.971 9.551 6.087 6.762 5.418 3.328 2.809 1.380

Santarcangelo di Romagna 36.111 30.281 66.767 96.157 81.641 47.193 43.947 11.940

Talamello 5.253 451 1.174 1.451 5.152 2.656 2.361 80

Verucchio 23.938 11.629 12.757 44.913 45.091 21.131 18.052 5.550

U.C. Valmarecchia potenziale finale 0 0 65.037 103.606 111.146 52.572 45.687 26.840

Tabella FER.3.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat e GSE

Il potenziale totale residuo ammonta a circa 380.000 m2 che si riduce a 350.000 m

2, sottraendo la quota

di superficie già sfruttata. In termini di potenza sfruttabile si tratta di 35 MW installabili.

L’ipotesi prevede che nell’ambito dei G.A.S. possa svilupparsi un mercato che garantisca la

realizzazione entro il 2020 delle quantità descritte, per Comune, nella tabella che segue e che

ammontano, per l’Unione, a circa 4 MW a cui corrispondono poco meno di 6 GWh di energia

producibile e 2.316 t di CO2 di cui si potrà evitare l’emissione in atmosfera.

Potenziale fotovoltaico Potenziale totale sfruttabile Quota scenario obiettivo Quota energia scenario obiettivo

Casteldelci 138 kW 7 kW 8 MWh

Maiolo 286 kW 14 kW 16 MWh

Novafeltria 4.169 kW 208 kW 233 MWh

Pennabilli 1.389 kW 69 kW 79 MWh

Poggio Torriana 3.588 kW 179 kW 203 MWh

San Leo 1.703 kW 85 kW 98 MWh

Sant’Agata Feltria 1.082 kW 54 kW 62 MWh

Santarcangelo di Romagna 15.591 kW 780 kW 881 MWh

Talamello 632 kW 32 kW 36 MWh

Verucchio 6.542 kW 327 kW 373 MWh

U.C. Valmarecchia potenziale finale 35.121 kW 1.756 kW 1.989 MWh

Tabella FER.3.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Istat, PVgis e GSE

Le quantità riportate in tabella sono molto più basse del potenziale massimo (circa il 5 % del potenziale

sfruttabile).

Page 270: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 270 / 282 APRILE 2015

SCHEDA FER.4 Sistemi Efficienti di Utenza (“SEU”) in ambito industriale

Obiettivi

Incentivo allo sviluppo della generazione distribuita

Incremento della produzione di energia da fonte rinnovabile

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Unione dei Comuni

Soggetti coinvolgibili

Tecnici, manutentori, installatori di impianti.

Principali portatori d’interesse

Utenze industriali

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Installazione di SEU per un totale di circa 5 MW a cui corrisponde una producibilità annua pari a circa 5,7 GWh.

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano Energetico Ambientale Regionale

Piano Strutturale Comunale (PSC)

Sistemi di finanziamento applicabili

Detrazioni fiscali del 50 % (ex 36 %)

Titoli di efficienza energetica: Schede standard n° 07.

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Produzione in MWh 12.683 12.683 18.363

Emissioni in t di CO2 -4.997 -4.997 -7.235

Variazione complessiva (Obiettivo – 2010) + 5.680 MWh - 2.238 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) + 5.680 MWh - 2.238 t

-4.997

- 4.997 t (Quota di riduzione garantita dalle FER

già presenti al 2010)

-7.235

-8.000

-7.000

-6.000

-5.000

-4.000

-3.000

-2.000

-1.000

0

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

Page 271: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 271 / 282

Il Decreto Legislativo 115/2008, all’articolo 10, comma 2 ha introdotto un regime di particolare favore, in

termini di esenzione dal pagamento degli oneri generali di sistema e delle tariffe di distribuzione e

trasmissione, per il regime di autoconsumo, denominato Sistema Efficiente di Utenza (“SEU”). Con la

Deliberazione 12 Dicembre 2013 n. 578 del 2013 l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha

disciplinato in modo attuativo il funzionamento di questo sistema.

Il concetto di SEU, anche se in termini differenti, trova origine nei decreti per la liberalizzazione dei

mercati elettrici (decreto Bersani del 1999), all’interno dei quali si introduce il concetto di oneri generali

di sistema, ossia quel pacchetto di tassazione che copre una serie di costi sostenuti dai consumatori

per l’interesse generale del sistema (incentivazione alle rinnovabili, costi per l’utilizzo delle reti di

trasmissione e distribuzione). Il pagamento di questi oneri è dovuto, storicamente, per l’energia

prelevata dalla rete e non per quella che nella rete stessa non transita. Lungo questo percorso trova il

suo sviluppo il concetto di autoconsumo, ossia il consumo di energia non prelevata dalla rete, ma

proveniente da un impianto di produzione direttamente collegato con l’utenza.

L’Articolo 1.1 della Delibera 578/2013 sottolinea che affinché si configuri un SEU devono realizzarsi

tutte le seguenti condizioni:

1. ci devono essere uno o più impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile o di

Cogenerazione ad Alto Rendimento (impianti CAR) di potenza complessiva inferiore a 20 MW e

gestiti da un unico soggetto;

2. questi impianti devono essere collegati, oltre che alla rete elettrica, a un’unica unità di consumo

di un solo cliente finale;

3. il collegamento fra l’impianto o gli impianti di produzione deve avvenire attraverso una linea

senza obbligo di connessione di terzi. Sostanzialmente una linea privata, tutta all’interno del

medesimo sito e che non collega altri impianti di produzione o unità di consumo;

4. il titolare del punto di consumo deve avere anche la piena disponibilità dell’area dove sono

situati gli impianti di produzione, ossia il diritto di proprietà, il diritto di superficie o di usufrutto, o

piuttosto un titolo contrattuale (contratto di locazione o comodato d’uso);

5. l’area dove sono situati gli impianti di produzione e l’area ove è collocata l’unità di consumo

devono essere senza soluzione di continuità.

Per esempio, all’interno di un condominio, l’impianto sull’area condominiale potrà servire solo le utenze

condominiali o piuttosto, in un centro commerciale, l’impianto fotovoltaico eventualmente posto sul tetto

del centro commerciale potrà essere al servizio di un solo cliente insediato nel centro commerciale e

questo cliente finale dovrà anche avere la piena disponibilità del tetto dell’immobile, ove è collocato

l’impianto di produzione. In un sito industriale, produttivo o artigianale l’impianto di produzione non

potrà essere al servizio dell’intera area, ma potrà essere al servizio di un solo cliente finale, che dovrà

essere insediato nella stessa area ove è collocato l’impianto. Lo stesso criterio vale per la Pubblica

Amministrazione che non potrà sfruttare tutte le aree libere nella sua disponibilità per strutturare il

sistema, ma dovrà installare l’impianto di produzione solo dove ha l’unità di consumo.

A questa categoria di sistemi di autoconsumo è attribuita l’esenzione dalle componenti variabili degli

oneri generali di sistema e delle tariffe di trasmissione e distribuzione, che assumono un peso rilevante

nella bolletta elettrica.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 272 / 282 APRILE 2015

Ne consegue che l’installazione di un impianto di autoconsumo configurato come sistema efficiente di

utenza:

1. se produttore e cliente finale coincidono, permetterà al cliente finale di non pagare (per l’energia

istantaneamente auto-consumata) il costo dell’energia e la gran parte degli oneri di carattere

tariffario e parafiscale che nella bolletta elettrica si aggiungono al costo dell’energia;

2. se il produttore e il cliente finale non coincidono permetterà al cliente finale di pagare per

l’energia auto-consumata un importo stabilito d’accordo con il produttore, che sarà

presumibilmente inferiore a quello pagato con la bolletta elettrica.

In entrambi i casi l’energia prodotta in eccedenza sarà ceduta alla rete elettrica al prezzo di mercato e il

fabbisogno di energia che non viene soddisfatto dall’autoconsumo verrà prelevato dalla rete elettrica.

I ricavi e i guadagni originati da un sistema efficiente di utenza non sono dunque quantificabili in misura

univoca, ma dipenderanno da un insieme di variabili fra le quali:

se nel sistema produttore e cliente finale coincidono o meno;

quanta parte dell’energia prodotta viene auto-consumata immediatamente e quanta parte viene

invece venduta come eccedenza;

se sussistono i requisiti per cumulare ai benefici dei SEU quelli dello scambio sul posto fino a

200 kW;

se possono essere cumulabili ai benefici dei SEU altri incentivi (certificati bianchi per impianti

fotovoltaici < 20 kW o impianti cogenerativi, detrazioni fiscali, incentivi regionali o altre

incentivazioni nazionali);

il costo di mercato dell’energia elettrica: tanto più questo è elevato tanto maggiore sarà il

vantaggio per il consumatore di potersi rifornire in autoconsumo e tanto maggiore sarà il ricavo

del produttore per la vendita delle eventuali eccedenze;

l’impatto sulla rendita catastale (e quindi sulle tasse immobiliari) e sull’ammortamento (e quindi

sulla deducibilità per le imprese commerciali).

Va detto, per chiarezza complessiva del sistema, che a seguito della Delibera dell’Autorità si è

sviluppato una sorta di timore di eccessiva diffusione di sistemi SEU che potenzialmente potrebbe

portare a un incremento dei costi in bolletta dei soggetti che non accedono al sistema.

Indirettamente, riducendosi gli introiti derivanti dall’applicazione della tariffazione elettrica completa a

tutte le utenze, coloro che non aderiscono al sistema potrebbero trovarsi a sborsare quote più elevate

di costo per gli oneri generali di sistema. In questo senso la Legge competitività 11 agosto 2014 n° 116

ha posto chiarezza a riguardo definendo che:

tutti i SEU realizzati prima del 2015 dovranno pagare il 5 % degli oneri generali di sistema (tra

2,5 e 4 €/MWh, a seconda del profilo di consumatore) sull’energia auto-consumata. Questa

quota non sarà soggetta a cambiamenti nel tempo: pertanto, gli impianti già realizzati non

vedranno mai variare, fino alla fine dell’esercizio, la percentuale di oneri da pagare;

riguardo ai SEU ancora da realizzare, la quota di oneri generali di sistema da pagare potrà

essere aggiornata su base biennale (a partire dal 2015) e in ciascun aggiornamento la

percentuale massima di incremento potrà essere del 2,5%.

L’applicazione di un meccanismo di questo tipo nel territorio della Valmarecchia trova margini

abbastanza interessanti soprattutto in ambito industriale, data l’entità dei consumi elettrici in questo

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 273 / 282

settore (circa 90 GWh annui). Gli impianti fotovoltaici già realizzati di taglia maggiore sono, infatti,

collocati proprio in questo comparto.

Non va escluso, comunque, anche lo sviluppo dei SEU nell’ambito di nuove lottizzazioni residenziali

riconducibili a condomini, soprattutto nei territori comunali più vivaci da un punto di vista demografico.

Non avendo a disposizione dati di consumo puntuali riferiti alle utenze specifiche presenti sul territorio,

si ipotizza, nel seguito, l’applicazione del sistema a un’utenza media aziendale.

Si ipotizza, quindi, un SEU composto da

un utente finale che consuma 2.000 MWh all’anno di energia elettrica;

un impianto fotovoltaico che produce 1.500 MWh all’anno (l’equivalente di un impianto

fotovoltaico da 1,2 MW di potenza), dei quali solo 1.200 MWh consumati direttamente

dall’utenza.

Analizzando il lato utente finale, sarà necessario acquistare 800 MWh dalla rete (a prezzo al dettaglio,

ossia inclusivo di tutti gli oneri di circa 170 €/MWh + tasse), mentre i restanti 1.200 MWh saranno

acquisiti dall’impianto in SEU con un prezzo che verrà liberamente definito tra le parti, prezzo al quale,

proprio in funzione delle nuove disposizioni, sarà necessario aggiungere il 5 % del totale degli oneri di

sistema.

Dal lato del produttore di energia, invece, ci saranno 1.200 MWh che verranno comprati dall’utente

finale in assetto SEU (al prezzo concordato), mentre i restanti 300 MWh verranno ceduti alle rete

elettrica, a prezzo di mercato (si ipotizzi circa 50 €/MWh).

Emerge evidentissimo, dunque, il convergente interesse, sia da parte del produttore sia del

consumatore, a massimizzare la quota di energia auto-consumata, perché la sua valorizzazione sarà

sempre più alta rispetto all’alternativa dell’acquisto dalla rete (per il consumatore) e della cessione in

rete (per il produttore).

In buona sostanza ci sarà possibilità di sviluppo di un mercato SEU fintanto che esisterà uno spazio di

negoziazione tra cliente finale e produttore di energia.

Lo scenario di piano descritto, replicabile su molteplici utenze, viene valutato, ai fini di questo

documento di piano, limitatamente a cinque casi di applicazione.

Si ipotizza, quindi, un potenziale installabile di circa 5 MW fotovoltaici nell’ambito di sistemi SEU e una

quota di energia prodotta da FER pari a 5.680 MWh, equivalenti a 2.238 t di CO2 non emesse in

atmosfera.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 274 / 282 APRILE 2015

SCHEDA FER.5 Impianti fotovoltaici su edifici pubblici

Obiettivi

Incentivo allo sviluppo della generazione distribuita

Incremento della produzione di energia da fonte rinnovabile

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Unione dei Comuni

Soggetti coinvolgibili

Tecnici, manutentori, installatori di impianti.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Installazione di 200 kW PV a Santarcangelo di Romagna su edifici pubblici

Installazione di 864 kW PV a San Leo (impianto pubblico)

Installazione di 18 kW PV a Talamello su edifici pubblici

Installazione di 63 kW PV a Pennabilli su edifici pubblici

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano Energetico Ambientale Regionale

Piano Strutturale Comunale (PSC)

Sistemi di finanziamento applicabili

Interventi già realizzati con accesso ai Conti Energia

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Produzione in MWh 12.683 12.683 14.201

Emissioni in t di CO2 -4.997 -4.997 -5.595

Variazione complessiva (Obiettivo – 2010) 1.518 MWh - 598 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) 1.518 MWh - 598 t

-4.997

- 4.997 t (Quota di riduzione garantita dalle FER

già presenti al 2010)

-5.595

-5.700

-5.600

-5.500

-5.400

-5.300

-5.200

-5.100

-5.000

-4.900

-4.800

-4.700

-4.600

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

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COD: 14E108 PAGINA 275 / 282

Come già detto nelle schede precedenti, l’ente pubblico riveste un ruolo fondamentale nella definizione

di best practice a livello locale. In questa scheda si sintetizza un’azione che alcuni Comuni hanno già

portato a termine nel corso degli scorsi anni attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici

pubblici.

In totale la potenza che si prevede di installare ammonta a 158 KW a cui corrisponde una producibilità

stimata pari a circa 193 MWh, come descritto dalla tabella che segue.

La tabella che segue sintetizza i dati riferiti agli impianti installati presso il Comune di Pennabilli. La

potenza installata complessivamente ammonta a 63 kW. L’intera operazione è stata finanziata dalla

cessione dei crediti derivanti dal sistema di incentivazione del IV Conto Energia; la realizzazione non

grava sul bilancio comunale, ma garantisce un risparmio in termini di minore spesa per

l’approvvigionamento di energia elettrica stimabile in circa 15.000 € annui. Gli impianti, inaugurati nel

2013, sono stati realizzati con pannelli monocristallini e sono collocati nel Capoluogo di Pennabilli e in

Località Ponte Messa

Edificio Potenze

[kW] Producibilità

[MWh]

Istituto comprensivo di Pennabilli 20 23

Scuola dell’infanzia di Ponte Messa 20 23

Sede Comunale 13 15

Casa albergo per anziani 10 11

Totale 63 72

Tabella FER.5.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Pennabilli

Immagine FER.5.1 Comune di Pennabilli

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PAGINA 276 / 282 APRILE 2015

Anche a Santarcangelo di Romagna sono stati attivati nel 2012 otto impianti fotovoltaici installati presso

alcuni edifici pubblici. La tabella seguente sintetizza i dati di riferimento.

I pannelli installati sono 844, per una superficie complessiva di 2.465 m2. La potenza complessiva sfiora

i 200 kW, con una produzione annua stimata in circa 226 MWh. Sul piano economico, la gestione dei

pannelli da parte di una cooperativa (che si è aggiudicata la gara) si traduce in un canone annuale di

8.200 € in favore del Comune, pari a un totale di circa 165.000 € nei vent’anni di vita dell’impianto.

Parte di questa cifra è stata utilizzata anticipatamente dall’Amministrazione comunale per garantire il

rifacimento dell’impermeabilizzazione della copertura del Magazzino comunale. Tutta la manutenzione

ordinaria dei tetti (o delle parti di tetto) su cui sono installati i pannelli fotovoltaici sarà completamente a

carico della cooperativa stessa per l’intera durata dell’affidamento.

Edificio Potenze

[kW] Producibilità

[MWh]

Asilo Nido La Mongolfiera 16 18

Museo Etnografico 23 26

Scuola Materna Flora 16 18

Scuola Elementare Fratelli Cervi 19 21

Magazzino Comunale 43 49

Asilo Nido Rosaspina 50 57

Scuola Media Franchini 20 23

Palestra della Scuola Elementare Ricci 13 15

Totale 200 226

Tabella FER.5.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Comune di Santarcangelo di Romagna

Presso la Scuola Elementare del Comune di Talamello (via Saffi), nel 2011 è stato installato un

impianto fotovoltaico da 18 kW. La produzione stimata ammonta a 20 MWh annui. L’impianto è

costituito da 64 moduli fotovoltaici ed è stato realizzato tramite mutuo da parte del Comune. L’importo

complessivo sostenuto per la realizzazione dell’opera ammonta a circa 95.000 €.

Infine, un ultimo riferimento va fatto all’impianto fotovoltaico realizzato dal Comune di San Leo, in

località Libiano a circa 5 km dal centro di San Leo. Si tratta di un impianto a terra di potenza pari a

864 kW con un’estensione di circa 1,8 ha. La producibilità media annua è stimata in 1.200 MWh.

L’impianto è attivo dal 13 aprile 2011. La gestione dell’impianto è in capo alla San Leo Energia,

costituita nel Dicembre 2009, come società pubblica “in house providing”, il cui unico socio è il Comune

di San Leo

Immagine FER.5.2 SanLeo Energia

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COD: 14E108 PAGINA 277 / 282

Complessivamente, la potenza installata da impianti realizzati direttamente dalle amministrazioni citate

ammonta a 1.145 kW. La producibilità totale è di 1.518 kWh/anno. Alla stima della producibilità

complessiva degli impianti corrisponde una riduzione delle emissioni di CO2 pari a circa 598 t/anno.

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 278 / 282 APRILE 2015

SCHEDA FER.6 Potenziale idroelettrico ed eolico derivante dalle stime del progetto TERRE

Obiettivi

Incentivo allo sviluppo della generazione distribuita

Incremento della produzione di energia da fonte rinnovabile

Soggetti promotori

Amministrazioni comunali, Assessorati all’ambiente e Uffici tecnici

Responsabile comunale dell’implementazione della Linea d’azione

Ufficio tecnico

Soggetti coinvolgibili

Tecnici, manutentori, installatori di impianti.

Principali portatori d’interesse

Utenti finali, Cooperative.

Descrizione di sintesi degli interventi proposti nella linea d’azione

Installazione di piccoli impianti idroelettrici su reti acquedottistiche e riattivazione di alcuni mulini lungo il Marecchia

per un totale di 490 kW

Interventi già realizzati di installazione idroelettrica a Pennabilli e di produzione elettrica da bioliquidi sostenibili a

Santarcangelo di Romagna per un totale di 1.164 kW

Interrelazione con altri strumenti pianificatori

Piano Energetico Ambientale Regionale

Sistemi di finanziamento applicabili

D.M 12 luglio 2012

Stato 2010 Stato tendenziale Stato obiettivo

Produzione in MWh 12.683 12.683 24.865

Emissioni in t di CO2 -4.997 -4.997 -9.797

Variazione complessiva (Obiettivo – 2010) 12.182 MWh -4.800 t

Addizionalità (Obiettivo - Tendenziale) 12.182 MWh -4.800 t

-4.997

- 4.997 t (Quota di riduzione garantita dalle FER

già presenti al 2010)

-9.797

-12.000

-10.000

-8.000

-6.000

-4.000

-2.000

0

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

[t d

i C

O2]

Tendenziale Obiettivo

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Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione dei Comuni Valmarecchia

COD: 14E108 PAGINA 279 / 282

La Provincia di Rimini è partner del Progetto TERRE (TERitory, energy & Employment), progetto

finanziato dall’Unione Europea nell’ambito della linea South East Europe – Trasnational Cooperation

Programme. L’obiettivo del progetto, concluso nel settembre 2014, è stato quello di definire il potenziale

energetico rinnovabile applicato, per la Provincia di Rimini, al territorio dell’Alta Valmarecchia. La

definizione del potenziale ha previsto una serie di analisi correlate alla struttura del territorio oltre che

ad alcuni parametri legati alla disponibilità di suolo, all’utilizzo dei terreni, alla analisi degli usi e delle

essenze presenti nella superficie boschiva. Oltre questo, è stata valutata la quota di rinnovabili già

presenti nel territorio. Un passaggio molto utile è stato effettuato da Avventure Urbane che ha

provveduto a confrontare il potenziale definito a tavolino per il territorio rispetto all’interesse di alcuni

stake-holder nei confronti della specifica tecnologia o fonte proposta.

L’ultimo step del progetto ha previsto la redazione di alcuni studi di fattibilità semplificati (Nomisma

Energia) con l’obiettivo da un lato di ridimensionare il potenziale rinnovabile stimato e dall’altro di

valutare la convenienza economica e la fattibilità tecnica per alcune delle tecnologie considerate.

L’esito dell’analisi ha portato, partendo da un potenziale teorico di 250 GWh fra rinnovabili termiche ed

elettriche a circa 30 GWh ottenuti prendendo in considerazione specifici vincoli normativi e autorizzativi

oltre all’effettiva propensione al rischio da parte degli investitori.

Immagine FER.1.1 Fonte dati Provincia di Rimini e Nomisma Energia

In questa scheda si sintetizzano gli esiti del progetto facendo riferimento principalmente ai potenziali di

rinnovabile elettrica (in particolare eolico e idroelettrico); i potenziali termici riferiti all’utilizzo di biomassa

per la produzione di calore sono stati parzialmente conteggiati nelle precedenti schede R.2 (retrofit di

impianti termici nel settore residenziale), R.4 (nuove costruzioni) e nelle schede dedicate al terziario

pubblico ove i Comuni hanno installato impianti e piccole reti di TLR alimentate da biomassa.

La tabella seguente sintetizza la tipologia di impianti previsti, il numero e la taglia, facendo riferimento

agli impianti idroelettrici. Le proposte descritte si riferiscono a due tipologie di impianto: la prima

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PAGINA 280 / 282 APRILE 2015

consiste in un recupero di alcuni dei mulini dismessi presenti nel territorio e la secondo prevede la

realizzazione di mini e micro impianti idroelettrici sulle condotte di adduzione delle reti acquedottistiche,

in corrispondenza di salti.

Soluzioni individuate Idroelettrico Potenza nominale

[kW] Tecnologia

N° di impianti

installabili

Stima di investimento complessivo

Micro impianti idroelettrici – Rifacimento di mulini dismessi 20 Kaplan 5 circa 0,50 M€

Impianti su condotte di adduzione acquedottistica 50 Pelton 5 circa 1,26 M€

150 Pelton 4 circa 3,30 M€

Totale Potenza tot 950 kW circa 5,10 M€

Tabella FER.6.1 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Provincia di Rimini e Nomisma Energia

Sulla base del potenziale descritto nella tabella precedente, il rapporto di Nomisma Energia valuta la

producibilità e la convenienza economica di investimento stimata come descritto nella tabella che

segue.

Soluzioni individuate Idroelettrico Producibilità

[MWh] Tariffa di incentivo

[€/MWh] Ricavo

[M€] PT

[anni] IRR

Micro impianti idroelettrici – Rifacimento di mulini dismessi 1.000 0,257 [20 anni] 2,5 5 16 %

Impianti su condotte di adduzione acquedottistica 2.500

0,219 [20 anni] 5,4 6 16 %

6.000 13,1 6 15 %

Tabella FER.6.2 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Provincia di Rimini e Nomisma Energia

Negli ultimi anni, stanno avendo grande sviluppo le applicazioni del mini-idroelettrico per il quale

l’European Small Hydro Association (ESHA) ha definito la potenza nominale discriminante

suddividendo gli impianti in:

Micro-impianti, con potenza nominale inferiore a 100 kW Mini-impianti, con potenza nominale compresa tra 100 kW e 1.000 kW Piccoli-impianti, con potenza nominale compresa fra 1 MW e 10 MW Grandi-impianti, con potenza nominale superiore a 10 MW

Nella realtà italiana risulta più rispondente al reale considerare come limite superiore dei piccoli impianti

la potenza nominale di 3 MW (gli impianti di taglia superiore ai 3 MW rientrano fra Grandi-impianti),

considerando la taglia che l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (A.E.E.G.) prende a riferimento nelle

delibere di definizione dei prezzi di cessione dell’energia.

Il principio di funzionamento delle tecnologie di mini e micro idraulica è lo stesso degli impianti di grossa

taglia: l’energia potenziale accumulata nell’acqua che si trova a quote più alte, muovendosi a valle

come acqua corrente di piccoli fiumi, corsi d’acqua, canali o piccoli acquedotti, viene convertita in

energia meccanica e successivamente in energia elettrica attraverso i componenti dell’impianto.

Un impianto mini-idraulico si compone principalmente di:

un sistema di raccolta dell’acqua di forma e dimensioni adatte alla natura del terreno e al letto del corso d’acqua;

una condotta forzata di convogliamento e adduzione dell’acqua; una turbina che trasformi l’energia potenziale dell’acqua in energia meccanica; un generatore che converta l’energia meccanica della turbina in energia elettrica; un sistema di restituzione dell’acqua al suo corso naturale che sia acquedotto o letto fluviale.

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COD: 14E108 PAGINA 281 / 282

A differenza dei grandi impianti, che quasi sempre richiedono la realizzazione di dighe, laghi artificiali o

sbarramenti per l’immagazzinamento dell’acqua, i mini-micro impianti idroelettrici funzionano con una

tecnologia molto simile a quella dei vecchi mulini, utilizzando direttamente parte della portata del corso

d’acqua, e riescono a integrarsi in misura maggiore nell’ecosistema naturale, sia in virtù dei prelievi

ridotti, quanto per la mancanza di opere infrastrutturali notevoli e la conseguente semplicità di

collocazione, limitatezza degli impatti ambientali e ristrettezza dei tempi di cantiere.

Un’applicazione interessante, negli ultimi tempi, soprattutto per la semplificazione procedurale e i ridotti

impatti ambientali è quella dell’idroelettrico applicato su rete acquedottistica; si tratta di piccole turbine

che, sfruttando le potenzialità energetiche insite nei dislivelli di quota degli acquedotti, permettono il

recupero di una certa quantità di energia che altrimenti verrebbe dissipata al fine di ridurre la pressione

idrica troppo elevata in ingresso alle abitazioni.

Il beneficio maggiore legato a questa tipologia di impianti si lega all’impatto ambientale ridotto delle

opere civili non prevedendo derivazioni aggiuntive; inoltre i Comuni, proprietari delle condotte di

adduzione acquedottistica, possono realizzare l’impianto direttamente o tramite l’istituto della

concessione. Nell’elenco delle criticità va considerata sia la presenza di eventuali usi civici nei siti di

costruzione degli impianti sia l’obbligo di attivare procedure di Valutazione di Impatto Ambientale per

impianti di potenza maggiore di 50 kW.

L’ipotesi riportata nella tabella sopra prevede la sostituzione delle ruote dei mulini esistenti con una

turbina Kaplan. Un’alternativa può, invece, essere legata all’ipotesi di recuperare le ruote e i mulini

esistenti. Il recupero dei vecchi mulini dismessi, particolarmente numerosi lungo il Marecchia, non solo

rappresenta una modalità per generare energia rinnovabile ma può rappresentare anche una modalità

per salvaguardare un patrimonio storico e culturale che corre il rischio di essere dimenticato.

L’efficienza delle ruote idrauliche, attualmente ancora installate presso alcuni dei siti lungo il Marecchia,

è molto bassa e certamente non paragonabile alle più tradizionali turbine idrauliche; è difficile pensare

di poter ricavare grosse quantità di energia. Non a caso, in molti casi il loro recupero storico è spesso

abbinato all’apertura di percorsi eco-museali aperti a scuole o turisti. Un esempio rilevante è quello di

Tavagnacco (Udine) dove il mulino di Adegliacco da pochi mesi è tornato a produrre energia con una

potenza di 10 kW, numerosi laboratori didattici e sperimentazioni. In Italia sono presenti alcune imprese

artigiane specializzate nel restauro, recupero o nuova costruzione di ruote idrauliche. Un’installazione,

in questo senso, è stata realizzata nel Canavese con sette ruote in serie su un canale gestito da un

Consorzio Locale, ottenendo una potenza elettrica complessiva di 132 kW. Considerando l’attuale

meccanismo incentivante (D.M. 12 luglio 2012 – “Incentivi alle rinnovabili elettriche diverse dal

fotovoltaico”), a fronte di una buona regolarità di produzione, la riqualificazione di un mulino si ripaga in

pochi anni. Il problema tecnico maggiore nel collegamento della ruota al generatore è quello di

aumentare la velocità di rotazione dell’albero sufficiente per movimentare una macina ma troppo bassa

per un comune alternatore. Sono comunque in corso una serie di progetti di ricerca finalizzati a

individuare possibili innovazioni tecnologiche finalizzate a ottimizzare la resa energetica delle ruote dei

mulini. Anche fuori dall’Italia è forte l’interesse nei confronti di questa tecnologia: l’Unione Europea ha

finanziato un progetto (Restor-Hydro) che vede come coordinatore ESHA (European Small Hydro

Association) e che mira a censire in alcuni paesi (fra cui anche l’Italia) i mulini presenti e a facilitare la

redazione di studi di fattibilità per avviarne la conversione a micro produzione di energia elettrica. Fra le

finalità del progetto è rilevante anche l’interesse rivolto verso la possibilità di strutturare a livello locale

Page 282: PIANO D AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ......2015/04/17  · Unione di Comuni Valmarecchia PAGINA 8 / 282 APRILE 2015 In questo contesto si inserisce l’iniziativa “PATTO DEI

Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile Unione di Comuni Valmarecchia

PAGINA 282 / 282 APRILE 2015

cooperative di investitori anche costituite con forme di azionariato diffuso che si ripaghino traendo

vantaggi dagli incentivi o dall’autoconsumo

La tabella seguente sintetizza la tipologia di impianti previsti, il numero e la taglia, facendo riferimento

agli impianti mini e micro eolici.

Soluzioni individuate Eolico Potenza nominale

[kW] Tecnologia

N° di impianti installabili

Stima di investimento complessivo

Micro impianti 20 Bipala o tripala 7 circa 0,48 M€

Mini impianti 60 Bipala o tripala 10 circa 1,83 M€

200 Tripala 4 circa 2,16 M€

Totale Potenza tot 1.500 kW circa 4,50 M€

Tabella FER.6.3 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Provincia di Rimini e Nomisma Energia

Fra i principali punti di forza di questa tecnologia va considerata la presenza sul mercato di tecnologie

ormai mature, la semplicità delle procedure autorizzative (fino a 60 kW gli impianti possono essere

autorizzabili con PAS e l’accesso ai meccanismi incentivati è diretto) e la rapidità di installazione per

impianti di questa taglia. Va però considerato che installare questo tipo di impianti richiede campagne

anemometriche abbastanza lunghe e onerose.

Sulla base del potenziale descritto nella tabella precedente, il rapporto di Nomisma Energia valuta la

producibilità e la convenienza economica di investimento stimata come descritto nella tabella che

segue.

Soluzioni individuate Idroelettrico Producibilità

[MWh] Tariffa di incentivo

[€/MWh] Ricavo

[M€] PT

[anni] IRR

Micro impianti 4.700 0,291 [20 anni] 1,4 8 4,3 %

Mini impianti 20.400

0,268 [20 anni] 5,4 7 5,0 %

27.000 7,3 7 7,5 %

Tabella FER.6.4 Elaborazione Ambiente Italia su base dati Provincia di Rimini e Nomisma Energia

Ai fini delle contabilizzazioni contenute in questa scheda, non essendoci attualmente interessi evidenti

e diretti alla realizzazione di questi impianti né alcun tipo di progettazione in corso, cautelativamente si

considera solo quanto riportato in rosso nelle tabelle precedenti per un totale di 39.700 MWh prodotti in

20 anni e 1.985 MWh su base annua, principalmente da idroelettrico e in parte limitata da impianti

micro-eolici.

A questo producibilità potenziale si sommano le producibilità di due impianti realizzati a Santarcangelo

e Pennabilli nel corso degli anni intercorrenti fra 2010 e 2015. La tabella che segue sintetizza i dati

riferiti a questi ultimi impianti.

Impianti realizzati 2010/2015 Tipologia Potenza

[kW] Producibilità

[MWh]

Santarcangelo di Romagna Impianto a bioliquidi sostenibili 892 7.814

Pennabilli Impianto idroelettrico 272 2.383

Totale 1.164 10.197

Tabella FER.6.5 Elaborazione Ambiente Italia su base dati GSE.


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