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Indice generale.
Voce Pag.
Premessa generale – aspetti sociali 3
L’integrazione socio-sanitaria e con le politiche del lavoro 4
Il profilo di comunità – Il contesto di riferimento dell’Ambito Distrettuale 6.1 6
Il profilo socio demografico 7
Il contesto economico e del mercato del lavoro 11
I bisogni della popolazione 14
Il profilo socio-sanitario e di salute dell’Ambito 6.1 17
I servizi e le risorse disponibili 20
Il quadro interpretativo 23
La governance del processo di pianificazione 25
Le azioni di sistema 27
Aree di intervento: obiettivi strategici, priorità del PDZ, azioni, tempi e risorse
Area minori e famiglia
42
Area disabilità 54
Area anziani 65
Area disabilità, dipendenze e salute mentale in tema di inserimento lavorativo 75
Area povertà, disagio ed esclusione sociale 85
Altra area individuata a livello locale: politiche giovanili 91
Le risorse del PDZ 92
Il monitoraggio, la verifica e la valutazione del PDZ 94
Il Programma Attuativo Annuale 96
Allegati 97
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PREMESSA GENERALE
Aspetti sociali
L’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1, sin dalla prima pubblicazione delle Linee guida regionali
per la predisposizione del Piano di Zona (di seguito PDZ), ha ritenuto di cogliere tale occasione per
declinare operativamente l’ampia gamma del sistema integrato degli interventi e servizi sociali
erogati ai cittadini del proprio territorio di competenza.
Tale visione riprende l’indicazione regionale del PDZ come piano regolatore dei servizi e
momento di analisi e confronto delle esperienze già in atto sia nella gestione associata che a livello
dei singoli Comuni anche come buone prassi da sperimentare ad un livello territoriale più ampio.
E’ anche per questo che l’adozione del PDZ si viene ad accompagnare alla condivisione della
nuova Convenzione per la gestione associata che andrà a sostenere l’impianto programmatorio
delle politiche sociali con i principi di indirizzo politico dell’attenzione delle Amministrazioni
comunali ai problemi tradizionali ed emergenti dei propri territori.
L’Assemblea durante il percorso che ha portato alla predisposizione del presente documento ha
definito alcuni punti fondanti su cui costruire l’intero impianto programmatorio:
- La previsione di obiettivi realisticamente realizzabili in rapporto alle risorse economiche
disponibili;
- La necessaria politica di integrazione socio-sanitaria con l’ASS n. 6 ed il Distretto socio-
sanitario Ovest, nelle aree dove questa è ormai indispensabile ed indifferibili (materno-
infantile, disabilità ed anziani);
- La centralità dell’attenzione alle famiglie non tanto come elemento fondante del welfare a
cui attribuire ulteriori funzioni di carico assistenziale, ma oggetto di attenzione continua e di
presa in cura per il sostegno e sollievo in un periodo in cui le difficoltà socio-economiche
sono fin troppo evidenti;
- L’indispensabile collaborazione con i testimoni privilegiati del territorio, puntando anche su
sistemi innovativi di gestione dei servizi con il Terzo Settore come ad esempio l’istruttoria
pubblica di co-progettazione indicata in più deliberazioni come metodologia prioritaria da
perseguire;
- Il continuo monitoraggio della situazione sociale dell’Ambito per poter operare delle
“varianti” al PDZ per rispondere in maniera appropriata ed anche rapida ai problemi
contingenti;
- Priorità ad interventi e servizi per l’inclusione sociale, possibilmente alternativi ai meri
contributi economici, con particolare attenzione a forme anche sperimentali di integrazione
lavorativa e di servizio di solidarietà per la comunità locale;
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- Previsione di obiettivi locali che tengano conto delle proposte rappresentate dalle varie
comunità locali.
L’integrazione socio-sanitaria e con le politiche del lavoro
Gli Ambiti Distrettuali della Provincia di Pordenone gestiscono in forma associata, ai sensi delle
Convenzioni istitutive del Servizio Sociale dei Comuni siglate in attuazione degli articoli 17 e 18
della Legge Regionale n. 6 del 2006, le funzioni stabilite dalla norma, con importante attenzione
alle azioni dell’area dell’integrazione socio-sanitaria. L’Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 “Friuli
Occidentale”, su delega dei Comuni, gestisce le funzioni di tutela delle persone con disabilità, con
particolare riguardo alla prevenzione, alla diagnosi prenatale e precoce, alla cura e riabilitazione, le
attività residenziali e semiresidenziali, gli interventi di l’inserimento lavorativo nonché i progetti di
inclusione sociale delle persone con disabilità.
Il quadro normativo nazionale e regionale delinea l’integrazione socio-sanitaria come un impegno
istituzionale ineludibile sottolineandone il significato di elemento di garanzia e tutela dei diritti del
cittadino in vista di una “presa in carico” globale; l’evoluzione demografica, epidemiologica nonché
la dinamica sociale ed economica del territorio propongono quadri di bisogno trasversali che
superano e incrociano sempre più spesso le classiche nette distinzioni tra categorie di utenti
anziani, disabili, svantaggiati, psichici, ecc. così da tendere ad accrescere la domanda di interventi
integrato socio-sanitari, per cercare un equilibrio tra un aumento della capacità di intervento ed una
maggiore efficienza e sostenibilità dell’azione delle istituzioni e dei servizi pubblici.
In questo senso, tempestività, equità ed efficacia degli interventi del sistema socio-sanitario sono
garantiti solo da un alto livello di integrazione organizzativa e informativa la quale si configura
quindi come azione strategica capace di orientare le scelte nel medio e lungo periodo sul piano
istituzionale, manageriale e professionale.
L’attuale modalità di integrazione socio-sanitaria, fondata essenzialmente sul piano
“professionale”, necessita di essere affiancata ad altre forme più forti di integrazione funzionale,
organizzativa e gestionale così da consentire tra Ambiti ed Azienda sanitaria lo sviluppo di azioni
congiunte e cogestite, anche in forma sperimentale, come peraltro previsto in modo esplicito dal
Piano Sociosanitario Regionale 2010-2012.
Gli Ambiti ed i Distretti del territorio dell’ASS 6 da sempre promuovono nelle parti di lavoro sociali e
socio-sanitarie forme articolate di interazione operativa; per questo, come logica conseguenza di
tale operatività integrata in più aree, anche nelle fasi di analisi e predisposizione del Piano di Zona,
a livello del territorio di competenza dell’ASS 6 (coincidente con la Provincia di Pordenone) i
cinque Ambiti ed i cinque Distretti, con la partecipazione del Coordinamento socio sanitario e dei
Dipartimenti (Salute mentale, Dipendenze e Prevenzione) hanno promosso la costituzione di un
coordinamento, inteso come una sorta di “Cabina di regia”, composto da:
- Responsabili di Ambito;
- Direttori dei Distretti Socio-sanitari;
- Coordinatore socio-sanitario ASS 6;
- Direttori di Dipartimento;
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- Direttore sanitario ASS 6.
Preliminarmente, l’ASS 6 ha promosso al suo interno un’azione di confronto ed integrazione fra
Distretti e Dipartimenti orientata a ridefinire una modalità di integrazione anche funzionale
finalizzata a raccogliere attorno ai principali temi dell’integrazione socio-sanitaria le risorse e
professionalità più appropriate.
Il significato del lavoro svolto a livello provinciale ha avuto e continua a perseguire l’obiettivo di:
- favorire e sviluppare il coordinamento fra i Responsabili degli Ambiti;
- garantire, per quanto possibile, omogeneità di intervento tra i diversi Ambiti e Distretti;
- favorire la convergenza delle attività socio-sanitarie identificate e concordate a livello dei
cinque Distretti ed Ambiti in un unico documento programmatorio di intesa;
- promuovere un dibattito culturale sui temi sociali e socio-sanitari, con cornici comuni di
riferimento su cui innestare il lavoro specifico a livello territoriale con gli attori
rappresentativi delle comunità locali;
- sviluppo di possibili integrazioni anche funzionali in termini di risorse umane e finanziarie.
Questa prima fase di lavoro ha visto la produzione di un documento di indirizzo che ha declinato gli
obiettivi regionali dell’integrazione sociosanitaria in macro azioni condivise approvate da tutte le
Assemblee dei Sindaci e fatte proprie.
Si sono così sviluppati dei momenti di coordinamento per la definizione di azioni specifiche per
area e annualità della vigenza del Piano di Zona articolandosi nelle seguenti tematiche:
- “Materno infantile”, con coordinamento da parte degli Ambiti e partecipazione dei Distretti,
dei servizi socio sanitari specialistici dell’ASS 6 e del Dipartimento di Salute Mentale;
- “Disabilità”, con coordinamento a cura dell’ASS 6 e partecipazione di Ambiti, Distretti,
servizi in delega, dei servizi socio sanitari specialistici dell’ASS 6 e Dipartimento di Salute
Mentale
- “Anziani”, con coordinamento da parte degli Ambiti e partecipazione dei Distretti, dei servizi
socio sanitari specialistici dell’ASS 6 e del Dipartimento di Prevenzione;
- “Lavoro”; per quest’area, in particolare, si sono sviluppate due linee operative:
a) Una, coordinata dalla Provincia relativamente alle misure di contrasto alla povertà ed
integrazione con le politiche del lavoro, con la partecipazione degli Ambiti;
b) una coordinata dall’ASS relativamente all’integrazione sociosanitaria in tema di
inserimento lavorativo, con partecipazione di Ambiti, Distretti, servizi socio-sanitari
specialistici, Dipartimenti di Salute mentale e Dipartimento per le Dipendenze,
Provincia.
Partendo dal lavoro generale sia di rilievo provinciale che delle riunioni di coordinamento, si sono
sviluppati i successivi passaggi di interazione a livello dei singoli territori.
6
1. IL PROFILO DI COMUNITA’
L’Ambito Distrettuale 6.1 cura sin dal 2006 la stesura di un profilo socio-demografico del suo
territorio di competenza che negli ultimi anni si è arricchito anche della descrizione di esito sui
principali interventi e servizi erogati nell’area dei servizi sociali e presentati all’Assemblea in sede
di approvazione del Conto Consuntivo di bilancio.
Per il Piano di Zona 2013-2015 si farà riferimento quindi agli ultimi dati raccolti per la miglior
coniugazione tra il profilo della comunità dell’Ambito e la definizione di obiettivi, strategie e indirizzi
operativi della programmazione triennale.
All’analisi del contesto di riferimento, dei bisogni della popolazione, la mappatura dei servizi e delle
risorse disponibili seguirà un breve quadro interpretativo propedeutico alle azioni previste nel
Piano.1
CAP. 1.1 - IL CONTESTO DI RIFERIMENTO DELL’AMBITO DISTRETTUALE 6.1
L’Ambito Distrettuale 6.1 comprende i Comuni di:
- Aviano
- Brugnera
- Budoia
- Caneva
- Fontanafredda
- Polcenigo
- Sacile (Ente Gestore)
1 Nel presente capitolo sono inserite le tabelle riassuntive ritenute maggiormente rappresentative. Tutti i dati raccolti
sono a disposizione negli allegati.
7
Il profilo socio demografico.
Per definire il contesto di riferimento, l’analisi ha preso in considerazione gli aspetti preminenti
della struttura della popolazione complessiva dell’Ambito e dei singoli Comuni che lo compongono,
nonché dei principali sotto gruppi di popolazione presenti, come gli anziani, i minorenni (infanzia,
adolescenza e giovani) e gli stranieri.
Ciò anche in ragione del fatto che alcuni di questi indicatori sono presi a riferimento dall’Assemblea
dei Sindaci per la determinazione e ripartizione delle risorse per la realizzazione del sistema
integrato di interventi e servizi sociali e l’allocazione delle risorse nei vari capitoli di spesa del
bilancio dell’Ambito 6.1.
La ricognizione demografica al 31.12.11 a livello generale del territorio dell’Ambito, tenendo conto
del trend degli ultimi cinque anni, trova rappresentazione nella tabella che segue:
Tabella 1: principali dati demografici della popolazione – fonte: Anagrafi dei Comuni dell’Ambito
Indicatore 2007 2008 2009 2010 2011 Var. %
2007-2011
Popolazione residente 60.876 62.210 62.665 62.884 63.064 +3,6
Popolazione minorile (0-17 anni) 9.915 10.252 10.380 10.620 10.536 +6,3
Quota minori di età nella popolazione (%) 16,28 16,47 16,56 16,88 16,70 +0,4
Anziani (65 anni e più) 12.332 12.523 12.679 12.747 13.057 +5,9
Quota degli anziani nella popolazione (%) 20,26 20,13 20,23 20,27 21,48 +1,2
Popolazione straniera 5.394 6.354 6.751 6.919 7.065 +31,0
Quota degli stranieri nella popolazione (%) 8,86 10,21 10,77 11,00 11,20 +2,3
Numero delle famiglie 24.272 24.964 25.089 26.014 26.203 +8,0
8
La popolazione di Ambito cresce del 3,6%, un dato leggermente superiore alla media provinciale.
Tale crescita è sostenuta principalmente dal saldo migratorio che rimane sempre positivo nel
periodo considerato, anche se in sensibile flessione nel periodo 2008-2011.
Il saldo naturale (nascite – morti) cala progressivamente, sino ad attestarsi su valori negativi nel
biennio 2010-2011. Ciò è dovuto al calo delle nascite (superiore al dato provinciale e regionale) e
ad un tasso di fecondità leggermente inferiore alla media del pordenonese. Tale valore è tuttavia
sostenuto dal dato sui nati stranieri, circa un quarto del totale (a fronte di una popolazione
immigrata pari all’11,2% della popolazione).
Se si prendono in considerazione le fasce d’età, si può rilevare come l’Ambito 6.1 sia leggermente
più giovane rispetto alla media provinciale. Nonostante quanto detto riguardo alle nascite, è la
fascia minorile a segnare il trend di crescita più marcato (+6,3%). Come succede ormai in tutto il
territorio regionale, anche gli anziani sono in aumento, ma con un andamento meno marcato
rispetto ad altri territori limitrofi. Rimane comunque evidente che la fascia degli over 65 risulti
quantitativamente superiore a quella dei minori. Il fenomeno dell’aumento delle fasce marginali
della popolazione (minori ed anziani, appunto) è ormai assodato in tutto il territorio regionale.
L’Ambito si distingue tuttavia per un andamento della fascia adulta in linea con le medie della
popolazione generale, laddove in territori limitrofi la crescita sia sostanzialmente inferiore al dato
complessivo della popolazione. Questi dati consolidano l’evidenza di un territorio relativamente più
giovane rispetto al resto della provincia e con indici demografici di dipendenza senile e di ricambio
della popolazione attiva “migliori”.
Anche il confronto territoriale conferma quanto detto. Tuttavia, se la percentuale di minori sulla
popolazione di ciascun comune è abbastanza omogenea (con un valore massimo a Brugnera e il
minimo a Polcenigo), la situazione degli anziani è piuttosto variegata: i Comuni pedemontani
(Polcenigo, Caneva e Aviano) registrano una percentuale di over 65 superiore alla media di Ambito
e della Provincia, mentre la zona della pianura risulta più giovane, con una presenza inferiore di
anziani e una maggiore di adulti. In pratica, la struttura della popolazione è individuata dal rapporto
tra la fascia adulta e quella anziana, essendo la percentuale dei minori più o meno simile in tutto il
territorio dell’Ambito.
Tenuto conto della centralità della famiglie per l’insieme delle politiche descritte nel Piano, e più in
generale per la sostenibilità del sistema di welfare locale, risulta fondamentale monitorarne le
evoluzioni principali.
Analogamente ai territori limitrofi, anche nei Comuni dell’Ambito si assiste all’aumento del numero
di famiglie. Tale dato, se letto assieme a quello del numero medio di componenti (in calo generale)
conferma quanto evidenziato anche dal Piano regionale per la famiglia dove si rileva una tendenza
alla nuclearizzazione della popolazione. Da questo punto di vista l’Ambito registra valori ben
superiori sia al dato regionale che a quello provinciale. Se si osserva il dato dei singoli territori, ci si
accorge che Brugnera e Fontanafredda contribuiscono in maniera rilevante ad alzare la media
d’Ambito, a fronte di Comuni quali Caneva e Polcenigo, dove la variazione è decisamente più
contenuta.
9
La progressiva frammentazione del tessuto familiare induce a prestare attenzione alle nuove forme
familiari emergenti nell’ultimo periodo, come ad esempio i fenomeni delle persone che vivono sole
(particolarmente presente nella popolazione anziana) e della disgregazione dei nuclei.
Tab 2: numero famiglie e componenti medi per famiglia anni 2001 e 2011- variazione percentuale
2001-2011 - Fonte: Censimento generale della popolazione 2001 e 2011, dati 2010 da anagrafi
2001 2011 Variazione % 2001-2011
Famiglie al
31.12
N. medio
componenti
per famiglia
Famiglie al 31.12
N. medio
componenti
per famiglia
N. di famiglie
2001-2011
N. medio di
componenti
AVIANO 3.431 2,4 3.946 2,3 15,0 -0,1
BRUGNERA 2.762 2,9 3.450 2,7 24,9 -0,2
BUDOIA 988 2,2 1.178 2,2 19,2 0,0
CANEVA 2.357 2,7 2.611 2,5 10,8 -0,2
FONTANAFREDDA 3.582 2,7 4.702 2,5 31,3 -0,2
POLCENIGO 1.371 2,3 1.439 2,2 5,0 -0,1
SACILE 7.144 2,5 8.248 2,4 15,5 -0,1
Ambito 6.1 21.635 2,6 25.574 2,4 18,2 -0,2
Provincia di Pordenone 111.513 2,6 130.921 2,4* 17,4*
Regione FVG 497.836 2,4 558.786 2,2* 12,2*
*=dato 2010
Relativamente al quadro demografico specifico per quanto riguarda la popolazione straniera,
come si è già detto il trend segna nel quinquennio un andamento in forte crescita (+31,0%).
Tuttavia, la crisi economica, che colpisce più fortemente i segmenti fragili della popolazione, non
ha mancato di far sentire i suoi effetti sui saldi migratori: il 2009 segna un punto di svolta nei trend
di crescita dei flussi in ingresso, che si sono andati ridimensionando nel biennio successivo.
Come si evince anche dalla piramide delle età sotto riportata, la popolazione straniera è
mediamente più giovane di quella autoctona, e segna un tasso di natalità superiore.
I dati disaggregati per Comune confermano gli andamenti “tradizionali” dell’immigrazione nel
territorio di riferimento: la popolazione straniera si concentra nei centri più popolosi (vicinanza ai
servizi) e in quelli dove hanno sede le attività produttive. I dati di Sacile e Fontanafredda
confermano il primo caso, mentre quelli di Brugnera il secondo, sia in riferimento alla popolazione
residente che all’andamento della presenza nel tempo. Per contro, gli andamenti nel quinquennio
dei Comuni di Budoia, Caneva e Polcenigo individuano una fascia pedemontana poco attrattiva
per la popolazione straniera.
Bisogna infine ricordare che le percentuali di presenza straniera nell’Ambito sono influenzate dalla
presenza della base NATO di Aviano.
Questi dati dovranno essere rapportati a quelli consolidati al 31/12/12, al fine di passare al vaglio
del dato statistico la percezione dei Servizi di un allontanamento degli stranieri dal territorio in altri
Comuni, altre Regioni o nel Paese di origine. Questa verifica sarà possibile una volta consolidati i
dati censuari e dopo aver potuto monitorare con maggiore precisione le acquisizioni di cittadinanza
e i flussi in uscita.
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Tabella 3: Piramide d’età popolazione residente nell’ambito distrettuale 6.1 Sacile,
di cui stranieri al centro al 31 dicembre 2010
La scelta dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 di puntare su un “piano regolatore dei servizi”
che punti alla qualificazione complessiva dei servizi nell’intero Ambito e che tenga conto delle
specificità territoriali trova spunto di riflessione nella tabella che segue, dove sono riportati alcuni
macro indicatori di struttura demografica disaggregati per Comune.
Tali dati non sono da considerare come elementi di criticità territoriale, ma come fattori stimolanti la
riflessione della comunità e delle Amministrazioni, emersi peraltro nella fase di consultazione
territoriale.
Tabella 4: Frequenza di particolari fasce di popolazione sul totale dei residenti per ciascun Comune
dell’Ambito 6.1 al 31/12/11 – in grassetto e corsivo i valori massimi
Comune % minori su
popolazione
% anziani su
popolazione
Var. % famiglie
2001-2011
% stranieri su
popolazione
Aviano 16,17 22,83 15,0 11,93
Brugnera 17,91 17,90 24,9 13,82
Budoia 16,04 21,69 19,2 10,48
Caneva 15,93 23,76 10,8 6,55
Fontanafredda 17,96 18,62 31,3 10,32
Polcenigo 15,41 25,08 5,0 7,49
Sacile 16,21 20,45 15,5 12,35
Ambito 16,52 21,47 18,2 10,42
11
Il contesto economico e del mercato del lavoro.
Anche il territorio dell’Ambito 6.1, come il più generale contesto provinciale e regionale, ha risentito
e risente tuttora della grave situazione socio-economica.
I dati confermano questa situazione anche se i principali indicatori del territorio risultano
lievemente più incoraggianti rispetto a quelli della Regione e, parzialmente, quelli della Provincia.
Il 2011 è stato infatti, nella provincia di Pordenone, un anno difficile in cui si sono confermate le
difficoltà di tenuta del tessuto produttivo, anche se all’orizzonte sembrano apparire timidi segnali di
ripresa, confermati sia dall’analisi trimestrale Istat che, parzialmente, dalle rilevazioni Ergon@t2.
Sebbene quindi la crisi non si possa definire conclusa, rispetto al biennio 2009-2010, il 2011 segna
qualche segno positivo nello stock degli occupati, una timida contrazione della componente
disoccupata e una diminuzione del ricorso ai principali ammortizzatori sociali3.
I dati di Ambito confermano questa situazione incerta. Un primo dato riguarda la demografia di
impresa: il saldo tra imprese cessate e iscritte risulta pesantemente negativo nel periodo 2007-
2011, soprattutto in forza dell’ormai stabile crisi del settore manifatturiero, e del “Distretto del
mobile” in particolare. Pur tuttavia, l’andamento negativo va lentamente rallentando.
La situazione del contesto produttivo ha ovviamente degli effetti negativi sull’andamento del
mercato del lavoro e sul ricorso agli ammortizzatori sociali.
Per quanto riguarda il primo aspetto, l’Ambito presenta tassi di attività e di occupazione superiori
alla media regionale, e tassi di disoccupazione e inattività inferiori. Ciononostante, nell’ultimo
quinquennio si è assistito ad un aumento sensibile delle iscrizioni nelle liste di disoccupazione
(+81,6%). Sebbene il fenomeno assuma connotazioni rilevanti in tutti i Comuni, particolarmente
penalizzati in tal senso risultano Brugnera (+148,4%) e Fontanafredda (+107,1%), proprio in forza
della crisi occupazionale nel settore manifatturiero.
Se si osservano i dati sulle assunzioni e sulle cessazioni ci si accorge come la crisi di questi due
territori in particolare venga di fatto confermata. Più dinamica risulta invece l’area della
Pedemontana con saldi positivi tra assunzioni e cessazioni.
Più in generale, l’Ambito segna una variazione del numero delle assunzioni nel periodo 2010-2011
superiore al dato provinciale, ma per contro la variazione nelle cessazioni è quasi doppia rispetto
al resto della Provincia. I valori assoluti riportano comunque un sostanziale equilibrio, a segnale di
un territorio molto fluido dal punto di vista del mercato del lavoro.
2 I dati Ergon@t si basano sul domicilio del lavoratore, a differenza di altre rilevazioni che si basano sulla sede
dell’impresa. Anche per questo motivo rappresenta uno strumento utile alla programmazione sociale, a tradizionale vocazione territoriale. 3 Fonte: Agenzia regionale del lavoro (cur.), Il mercato del lavoro in FVG. Rapporto 2012. Regione Autonoma FVG,
Franco Angeli, 2012
12
In riferimento a questi indicatori è inoltre interessante osservare il loro andamento sulle principali
componenti sociali:
a) per quanto riguarda il genere, la componente maschile è meno dinamica ma con un saldo
positivo, mentre le donne risultano maggiormente penalizzate in riferimento alla permanenza
nel mercato del lavoro;
b) la componente extracomunitaria risulta più svantaggiata rispetto non solo agli italiani, ma
anche ai cittadini comunitari;
c) per quanto riguarda le fasce di età, i dati di Ambito non si discostano molto da quelli regionali;
vi è tuttavia da segnalare una maggiore difficoltà dei giovani ad inserirsi nel mercato del
lavoro, specie nella fascia dei giovanissimi (15-24). La crisi tuttavia sembra aver impattato
maggiormente sulle fasce adulte della popolazione, in particolare quelle comprese tra i 45 e i
64 anni.
Per quanto concerne i settori produttivi, a trainare le assunzioni è il settore dei servizi, mentre
l’agricoltura segna valori ben inferiori alle medie regionali. Gli andamenti peggiori sono tuttavia
segnati dall’industria e dall’edilizia (rispettivamente -61% e -78% nel triennio 2009-2011). Per
contro, i servizi segnano i trend maggiori anche nelle assunzioni, al contrario dell’industria ed
edilizia. La sensazione è che il primo settore sia connotato da una più accentuata flessibilità,
mentre i secondi da una sostanziale stazionarietà.
Come è facilmente intuibile, il mercato del lavoro vede il crollo delle assunzioni a tempo
indeterminato e l’aumento di forme più o meno flessibili/precarie (le assunzioni con contratti a
tempo determinato, parasubordinato ed intermittente sono tutte in crescita). Tale situazione ha,
direttamente o indirettamente, delle sensibili ripercussioni sui tempi di vita, di lavoro e di cura delle
famiglie e dei singoli, effetti che non hanno tardato a manifestarsi nel contesto delle politiche di
welfare (aumento del disagio economico, maggior bisogno di assistenza degli anziani, aumento
delle problematiche genitoriali, ecc.).
Strettamente connesso all’andamento del mercato del lavoro è il ricorso agli ammortizzatori sociali,
fortemente centrato sul ruolo della cassa integrazione. L’andamento del ricorso a tali sistemi di
protezione “racconta” l’andamento della crisi nel territorio pordenonese. Il biennio 2008-09 ha visto
il ricorso massiccio all’utilizzo delle ore ordinarie quali primo contenimento. A queste si è sostituita
la cassa integrazione straordinaria ed in deroga nel corso del 2010. Tutte le forme risultano in
diminuzione nel corso del 2011 (ad accezione del comparto del legno, per cui la CIGS è
aumentata del 45%), meno marcata nel caso delle ore straordinarie. Quest’ultimo dato lascia
quindi delle perplessità sulla reale tenuta del sistema produttivo.
Un andamento simile è segnato anche dall’iscrizione alle liste di mobilità, un ammortizzatore
sociale con finalità di sostegno dei lavoratori definitivamente espulsi dal ciclo produttivo attraverso
la previsione di agevolazioni finalizzate al reinserimento al lavoro grazie a notevoli sgravi concessi
alle aziende e alla fornitura ai lavoratori stessi di un'indennità. La crescita rilevante nel periodo
2007-2010 ha lasciato spazio ad un pallido ridimensionamento nel corso del 2011.
13
Tab. 5 – Movimenti di assunzioni per comune di domicilio nell’ambito distrettuale 6.1 Sacile, in
provincia di Pordenone e in regione FVG nel periodo 2009-2011. Variazione assoluta e variazione percentuale 2010-2011.
2009 2010 2011 Variazione 2010-2011
v.a %
AVIANO 1.130 1.096 1.316 220 20,1
BRUGNERA 848 944 989 45 4,8
BUDOIA 227 216 313 97 44,9
CANEVA 509 501 574 73 14,6
FONTANAFREDDA 1.084 1.281 1.388 107 8,4
POLCENIGO 295 266 413 147 55,3
SACILE 2.154 2.265 2.659 394 17,4
Totale Ambito 6.247 6.569 7.652 1.083 16,5
Totale Provincia 39.127 41.871 44.359 2.488 13,4
Totale Regione FVG 179.123 180.416 186.725 6.309 3,4
Fonte: elaborazione Osservatorio Politiche Sociali Provincia di Pordenone su dati Regione FVG (Ergon@t) – estrazione archivio al 02
Aprile 2012
Tab. 6 – Movimenti di cessazioni per comune di domicilio nell’ambito distrettuale 6.1 Sacile, in provincia di Pordenone e in regione FVG nel periodo 2009-201. Variazione assoluta e
variazione percentuale 2010-2011.
2009 2010 2011 Variazione 2010-2011
V.A. %
AVIANO 1.173 1.100 1.298 125 10,7
BRUGNERA 876 960 1.038 162 18,5
BUDOIA 228 229 306 78 34,2
CANEVA 548 539 593 45 8,2
FONTANAFREDDA 1.202 1.265 1.435 233 19,4
POLCENIGO 297 298 407 110 37,0
SACILE 2.284 2.290 2.658 374 16,4
Totale Ambito 6.608 6.681 7.735 1.054 15,8
Totale Provincia 41.180 41.619 44.579 2.960 7,1
Totale Regione FVG 183.181 180.666 187.344 6.678 3,6
Fonte: elaborazione Osservatorio Politiche Sociali Provincia di Pordenone su dati Regione FVG (Ergon@t) – estrazione archivio al 02
Aprile 2012
Sulla scorta dei dati riportati e dei processi di consultazione dei territori, appare dunque quanto mai
opportuna ed appropriata la scelta dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 di puntare su
politiche di inclusione sociale soprattutto sul versante dell’integrazione lavorativa (vedi schede PDZ
9.1) in accordo con le azioni della Provincia.
14
CAP 1.2 – I BISOGNI DELLA POPOLAZIONE
In questa sezione si presenteranno i profili sociale e sociosanitario dell’Ambito. Ci si concentrerà
sui fenomeni emergenti come rilevati dai dati statistici in possesso del SSC e dell’ASS 6, nonché
sulle linee interpretative emerse dai tavoli di consultazione territoriali
Il profilo sociale professionale.
Il Servizio Sociale dell’Ambito 6.1 nell’ultimo triennio ha assunto mediamente in carico il 3,4% della
popolazione dell’Ambito; a questa sostanziale stabilità corrispondono alcuni elementi significativi
del lavoro di valutazione del bisogno e presa in carico professionale tra i quali val la pena
segnalare il significativo tasso di multi problematicità dell’utenza.
Tabella 7: Utenti SSC Ambito 6.1 e rapporto con popolazione residente
(fonte: Cartella Sociale Informatizzata)
Indicatore 2008 2009 2010 2011
Totale utenti servizio sociale Ambito 6.1 1.672 1.993 2.458 2.004
Totale utenti / popolazione (Ambito 6.1) 2,7 3,2 3,9 3,2
I dati “sociali” confermano quanto sopra visto per i dati demografici: in particolare, è decisamente
presente una importante prevalenza degli interventi nell’area “Anziani”. A livello territoriale, si
assiste ad una concentrazione dell’utenza nei comuni di Sacile e Aviano, probabilmente in
funzione sia della popolazione residente che dell’offerta di servizi.
Tabella 8: Utenti con progetto personalizzato (PAI) del servizio sociale professionale dell’Ambito 6.1
– anno 2011 – fonte: Cartella Sociale Informatizzata
Comune 0-17 18-34 35-64 65-74 75 e + Totale % Comune Su Ut. Gen.
Aviano 79 49 123 34 175 460 23,8
Brugnera 35 38 80 19 80 252 13,1
Budoia 1 1 7 6 30 45 2,3
Caneva 34 16 41 17 95 203 10,5
Fontanafredda 33 40 115 34 126 348 18,0
Polcenigo 22 5 21 10 56 114 5,9
Sacile 93 71 150 26 113 507 26,3
TOTALE 297 220 537 146 729 1929 100
% 15,4 11,4 27,8 7,6 37,8 100,0
Si riporta in particolare una tabella esemplificativa delle problematiche sociali espresse dalle
comunità locali dell’Ambito 6.1, rimandando poi ogni ulteriore dettaglio ed elaborazione agli allegati
elaborati con il data base della Cartella Sociale Informatizzata.
15
Tabella 9: Principali problemi registrati dal SSC Ambito 6.1 – anno 2011 – fonte: Cartella Sociale Informatizzata
Sono sicuramente diversi gli interventi sociali in rapporto alle fasce di utenza considerate per
analisi degli interventi del Piano.
Nell’area minori (15.4% dell’utenza) una grossa richiesta afferente ai Servizi sociali riguarda gli
interventi di supporto alla genitorialità. Oltre alle attività di tutela, si accompagnano progetti di
sostegno socio- educativo e di collaborazione con il sistema scolastico per attività di prevenzione
ed animazione.
Per il primo aspetto, si rileva il lavoro di alta specializzazione delle assistenti sociali delineato in
prospettiva nel Piano di Zona con la costituzione di una equipe specifica; per gli altri aspetti, oltre
alle azioni di sensibilizzazione del territorio verso l’affido familiare, si registra l’attenzione dei
Comuni, coordinati dall’Ambito, nella realizzazione di servizi di conciliazione del tempo di lavoro e
di cura delle famiglie, progetto di facilitazione dell’ingresso nel mondo della scuola di bambini
stranieri, la rete di collaborazione con le associazioni di famiglie del territorio di competenza.
Nell’area dell’inclusione sociale prevalgono soprattutto le situazioni complesse
multiproblematiche in cui coesistono generalmente l’assenza di base economica, di lavoro e, negli
ultimi anni in maniera sempre più evidente, il rischio di perdita della casa (si vedano ad esempio i
dati del Progetto Sistema Cerco Casa, tra gli allegati). Le collaborazioni in rete in atto da diversi
anni nell’Ambito spingono verso una cornice generale di interventi finalizzati a costruire percorsi
inclusivi, potendo contare su una vasta gamma di opportunità, non basandosi quindi solo sui
tradizionali contributi economici ma puntando a migliorare appropriatezza degli interventi.
Categoria Utenti
Autosufficienza parziale 817
Precarietà economica 626
Non autosufficienza 472
Problematiche connesse alle disabilità 224
Problematiche connesse alle competenze del ruolo genitoriale 201
Problematiche connesse all'assistenza di adulti e anziani 150
Instabilità lavorativa / difficoltà di inserimento lavorativo 112
Problematiche connesse al ciclo evolutivo/disagio psicologico 109
Problematiche connesse alla malattia psichiatrica 70
Disoccupazione di lunga durata 55
Precarietà abitativa 48
Problematiche connesse alle dipendenze 32
Problematiche connesse alla devianza (penale) 13
Problematiche connesse al nomadismo 13
Sospetto maltrattamento e/o abuso (psicologico, fisico, sessuale) 13
Problematiche scolastiche 9
Povertà estrema / stabile 8
Problematiche connesse alla condizione di rifugiato politico 3
Minore in stato di abbandono 1
Problematiche connesse alla migrazione interna 1
16
E’ tuttavia la fascia della popolazione anziana quella più rappresentata all’interno dei Servizi (in
linea con le medie provinciali). Gli over 65 rappresentano infatti oltre il 45% dell’utenza totale. La
principale motivazione di ricorso al SSC è in maniera sempre maggiore connessa alla non
autosufficienza, problematica che comporta un maggior carico per le famiglie, un aumento del
ricorso alle assistenti familiari ed un incremento della richiesta di accesso alle strutture residenziali.
Considerati questi aspetti, non a caso la parola chiave assunta dall’Assemblea dei Sindaci
dell’Ambito già dal luglio 2001 è stata “domiciliarità”. L’intento è infatti quello di disegnare nei
prossimi anni un nuovo sistema di servizi ed interventi di vario livello in modo da garantire un
continuum di opportunità dall’invecchiamento attivo alla residenzialità protetta.
Si riportano infine due tabelle che vogliono mettere in evidenza due dei fenomeni ritenuti di
maggior attenzione nel contesto sociale dell’Ambito 6.1, tanto che hanno determinato (e
continueranno a farlo) alcune scelte programmatiche importanti:
Tabella 10: Progetti del Fondo per Autonomia Possibile – Ambito 6.1 – Anni 2010-2012
Tipo intervento 2010 2011 31/8/12
APA 256 376 68
Aiuto familiare 71 151 127
Vita indipendente 20 29 29
TOTALE 347 556 224
Si ritiene significativo e segnale di attenzione l’aumento deciso dei progetti per la parte del FAP
relativa all’assistenza familiare e questo non tanto per l’uso delle risorse economiche in campo,
quanto e soprattutto per i risvolti sulla gamma complessiva di interventi per la domiciliarità che tale
tipo di assistenza comporta e la necessità di rivedere l’impianto organizzativo generale del
fenomeno “badanti” e sviluppare l’interazione ed integrazione delle stesse nella rete dei servizi
sociali.
L’altro settore preso come riferimento specifico è quello dell’inclusione sociale e l’attenzione alla
situazione di difficoltà in cui si trovano molte persone e famiglie cui corrisponde la scelta
dell’Ambito di preferire strumenti di inclusione ed integrazione ai tradizionali contributi economici:
Tabella 11: “Borse sociali lavoro” dell’Ambito 6.1 – Anni 2010-2012.
Comune 2010 2011 1° sem.
2012
Aviano 7 9 8
Brugnera 5 7 6
17
Budoia 1 2 1
Caneva 4 4 8
Fontanafredda 2 5 9
Polcenigo 0 0 1
Sacile 13 13 14
Totale 32 40 47
Si noti l’aumento rilevante del ricorso alle borse sociali in quasi tutti i Comuni dell’Ambito,
prospettando quindi l’utilizzo sempre più consistente di strumenti di supporto economico finalizzate
ad una progettualità di inserimento socio-lavorativo, da preferire alla pura assistenza economica
assistenziale
Il profilo socio-sanitario e di salute dell’Ambito 6.1 4
Si segnala da subito, all’interno di questa sezione, un aspetto ritenuto estremamente importante
per quanto riguarda il profilo di salute dell’Ambito 6.1: 5 Comuni del 7 che lo compongono (nello
specifico Aviano, Brugnera, Budoia, Caneva e Sacile) aderiscono da anni alla Rete Italiana delle
Città Sane – OMS; il Comune di Sacile in particolare è città componente anche del Comitato
Direttivo e del Comitato Tecnico della stessa Rete, impegnata sempre di più nel centrare la propria
attenzione su politiche sociali e socio-sanitarie che vadano a toccare i temi dei determinanti della
salute, i fattori che influenzano lo stato di salute di un individuo e, più estesamente, di una
comunità o di una popolazione, individuati in:
a) Determinanti strutturali:
Il contesto politico e socio-economico (sistema di governance, politiche sociali, valori
culturali e sociali)
La posizione socio-economica (reddito, istruzione, classe sociale, genera, etnia)
b) Determinanti intermedi:
Condizioni di vita e di lavoro, fattori psicosociali, coesione sociale, comportamenti
individuali e fattori biologici, sistema sanitario.
L’idea base è che la parte prettamente sanitaria sia una modesta percentuale (secondo alcuni
autori meno del 10%) dello stato di salute di una persona o di una comunità, con rilievo invece a
quanto attiene alla componente sociale e gli altri determinanti.
Ecco allora la scelta di seguire la filosofia di salute posta al centro del dibattito dalla Rete delle
Città Sane - OMS, assieme all’attenzione allo sviluppo nell’Ambito 6.1 di una valutazione del profilo
4 Fonte: Sezione redatta anche in collaborazione con la Direzione del Distretto Ovest di Sacile
18
di ogni situazione sociale anche con riferimento all’applicazione dell’ICF intesa come sistema di
ricognizione di determinanti di salute di una persona.
A livello di Distretto, la vita media dei residenti si attesta a 82,6 anni per le femmine e a 76 anni per
i maschi.
I decessi totali oscillano tra i 530 ed i 600 all’anno con un tasso di mortalità in linea con quello
provinciale; come a livello provinciale, le tre principali cause di morte sono rappresentate dalle
malattie cardiovascolari (39%), dai tumori (28%) e dalle malattie dell’apparato respiratorio (9%).
Queste tre cause rispondono del 76% delle cause di mortalità.
A livello distrettuale si effettuano ogni anno 7/8000 ricoveri, con un tasso di ospedalizzazione tra
125 e 130/1000. Le cause principali di ospedalizzazione sono: le malattie cardiovascolari (15%), i
tumori (12%), le malattie dell’apparato genitorurinario (9%), dell’apparato digerente (9%),
dell’apparato osteo-articolare (8,5%), dell’apparato respiratorio (8%) e per traumatismi ed
avvelenamenti (7%).
Per quanto riguarda gli infortuni domestici e gli infortuni sul lavoro le stime di incidenza non sono
ancora complete soprattutto per problemi di misclassificazione; in particolare gli infortuni domestici
risultano ampiamente sottostimati dalle attuali rilevazioni basate sui dati di pronto soccorso (basti
pensare che solo l’8,5% delle fratture di femore degli anziani presenta come causa di ingresso
l’incidente domestico).
Ogni anno ci sono in provincia circa 2800 nuovi nati. C’è un importante incremento del numero di
parti da madri residenti straniere (7/800 parti anno). Mediamente 1 parto ogni 4 è da donna
residente straniera.
Ogni anno si registrano circa 500 interruzioni volontarie di gravidanza (IGV), di cui quasi la metà
da donne coniugate, il 40% da donne nubili ed il 10% da separate o vedove.
Gli aborti spontanei assommano a 500 unità.
Il problema dello stato ponderale del bambino è un problema emergente. La relazione tra stato
ponderale del bambino e salute in età adulta è stata ampliamente dimostrata. I dati regionali
dimostrano che il problema è diffuso da noi come nel resto del Paese, anche se in misura
decisamente inferiore (17% sovrappeso contro valori superiori al 25% nelle regioni del centro sud).
In una popolazione campione tra gli 8 ed i 9 anni della nostra regione, il 5% è risultato obeso; il
17% sovrappeso, l’1% sottopeso ed i rimanenti (77%) normopeso.
Risulta elevato il numero di bambini che hanno un’alimentazione qualitativamente sbagliata
(merendine, scarsità di frutta, uso in elevate quantità di bevande zuccherate e/o gassate).
Buona sembra la percentuale di bambini che fanno movimento (8/10) ed in riduzione la
percentuale di bambini sedentari.
Lo stato nutrizionale è un importante determinante delle condizioni di salute di una popolazione.
L’eccesso ponderale è significativamente più frequente: con il crescere dell’età, negli uomini e
nelle persone con basso livello di istruzione. Nella nostra provincia il 33% delle persone è
sovrappeso, il 13% francamente obeso, il 2% sottopeso ed il 52 % normopeso.
Il numero di persone in carico al Centro distrettuale di salute mentale (C.S.M.) oscilla tra i 500 ed i
600/anno, su un totale di circa 3000/3500 utenti a livello provinciale.
L’età media di questi utenti è di 50 anni ed il 60% è di sesso femminile.
Il 35% di questi utenti è di età compresa tria i 15 ed i 39 ani, il 40% tra i 40 ed i 64 anni mentre gli
ultra65 ammontano al 25%. Questo dato è stabile nel tempo.
19
Il 22% di questi utenti (circa 110 persone a livello distrettuale) ha una diagnosi di psicosi; il 25%
(140 utenti) di disturbo affettivo; il 21% di disturbo d’ansia (100 persone), l’11% ha diagnosi di
disturbi organici, l’8% di disturbo di personalità. Il 5% (25 persone) ha diagnosi di insufficienza
mentale e altrettanti di disturbi alimentari.
Il problema della demenza è in decisa crescita. La malattia, oltre che sulla persona, ha pesanti
ripercussioni sulla sua famiglia creando enormi problemi di sostenibilità anche economica oltre che
affettiva e di stabilità. Secondo i dati della letteratura internazionale ed italiana, su una popolazione
di ultra65 anni la prevalenza della malattia si aggira interno al 6%. Nel Distretto Ovest, su un totale
di circa 10.500 >65 anni, questo si traduce in circa 650 persone affette da demenza in vari stadi di
evoluzione.
I risultati di una recenti indagine sugli stili di vita degli adolescenti (HBSC) evidenziano l’elevata
diffusione di stili di vita pericolosi per la salute, tanto più se adottati in età precoce, come
l’assunzione di alcolici e il fumo di sigaretta.
Il diabete è una malattia cronica del metabolismo, la cui prevalenza aumenta con l’età, causa di
tutta una serie di danni di organo che portano a frequenti ricoveri e/o morte. E’ tra le cause
principali di eventi acuti cardio-cerebro vascolari, di insufficienza renale (con dialisi) e di
ipertensione arteriosa, oltre che di patologie polmonari e disturbi del metabolismo dei lipidi
(obesità).
I dati stimano una prevalenza nella popolazione generale della provincia di Pordenone tra il 6 e
l’8%. A livello di Distretto si stimano tra i 3.500 ed i 4.500 casi (5,5- 7% della popolazione totale).
La patologia beneficia dello sviluppo di adeguati stili di vita, in particolare alimentazione corretta e
attività fisica.
20
CAP. 1.3 – I SERVIZI E LE RISORSE DISPONIBILI
Ricordando che la mappatura dei servizi e delle risorse disponibili nell’Ambito 6.1 è uno degli
obiettivi salienti del Piano di Zona (vedi a proposito più avanti gli obiettivi 1.1 e 4.5), e rimandando
il dettaglio al “nomenclatore dei servizi e degli interventi sociali e socio-sanitari” negli allegati, in
questo paragrafo si vogliono rappresentare, distinti per le aree di suddivisione del Piano di Zona, i
principali servizi già attivi, sia in un’ottica di PDZ come piano regolatore dei servizi anche già
esistenti sia perché per molti gli obiettivi del PDZ vanno a rappresentarne uno sviluppo ed
implementazione.
AREA di riferimento Servizio o Intervento Note
Infanzia ed Adolescenza Servizio socio educativo Il servizio socio educativo è stato
istituito in via sperimentale
dall’Ambito nel 2007 grazie ad un
finanziamento regionale specifico per
azioni rivolte all’infanzia ed
adolescenza.
Il servizio si rivolge a nuclei familiari
in difficoltà nello svolgere in modo
sufficiente la funzione genitoriale, con
conseguente rischio che il percorso
di crescita dei figli subisca
significative compromissioni.
Infanzia ed Adolescenza Progetto “Scuola a Colori” “Scuola a colori” è un progetto
innovativo nell’area dell’inter-
culturalità avviato in via sperimentale
nel 2007 dall’Ambito, in rete con tutte
le scuole del territorio.
Il progetto parte dal presupposto che
una buona “prima accoglienza”
rappresenta la condizione essenziale
su cui può realizzarsi un buon
percorso di integrazione dei bambini /
ragazzi stranieri nel territorio locale e
pertanto investe proprio su questa
prima fase, che coinvolge la scuola,
come luogo fondamentale in cui tutti i
bambini stranieri neo arrivati vanno
ad inserirsi.
L’altro presupposto di partenza è che
l’integrazione è un processo
circolare, che riguarda chi arriva, ma
21
anche chi accoglie e che come tale
va trattata, con azioni su entrambi i
fronti.
Infanzia ed Adolescenza Rete anti dispersione
scolastica e contrasto del
disagio
L’Ambito partecipata ad una rete
locale di scuole secondarie superiori,
facenti capo al Liceo Pujati di Sacile
per un percorso di confronto, di
costruzione di significati comuni, di
aumento della reciproca conoscenza
tra servizi sociali e scolatici rispetto
alle questioni del disagio, di messa a
punto di strategie condivise pro-
benessere e a contrasto delle multi
dimensioni del disagio minorile.
Giovani e Famiglie Forum Famiglie di Sacile L’Ambito segue i lavori del Forum
delle Famiglie della città di Sacile,
con la previsione di comporre un
Forum a livello di Ambito.
Disabili Accordo di rete per
l’integrazione scolastica
dei bambini con disabilità
grave/gravissima
Siglato nel 2011, prevede la
collaborazione tra servizi sociali e
socio-sanitari e la rete delle scuole
primarie e secondarie per l’avvio di
un progetto sperimentale di
integrazione scolastica con una
programmazione didattico/formativa
che possa includere nel “tempo
scuola” le attività proposte e
condivise dalle agenzie educative del
territorio e nel contempo promuovere
la diffusione di una cultura e nuova
prassi per l’integrazione scolastica
dei bambini con disabilità
grave/gravissima
Anziani Progetto “Bond” Acronimo di “Back Office Nucleo
Demenze”, il progetto vede la
valutazione multi professionale di
alcune situazioni famigliari con
persone affette da patologie dementi
gene (effettuata da psicologi,
assistenti sociali e assistenti
domiciliari) per rispondere con
interventi domiciliari non tanto di
assistenza “tradizionale” quanto nella
forma di interventi educativi alle
famiglie.
22
Inclusione sociale Gruppo Inclusione Sociale Composto da un’assistente sociale
per ogni unità operativa dell’Ambito,
svolge funzioni di analisi strategica
sui temi dell’integrazione lavorativa,
la previsione di strumenti alternativi
all’erogazione di soli contributi
economici, la definizione di accordi
con soggetti delle comunità locali per
la realizzazione di progetti anche di
prossimità per il sostegno sociale ed
economico.
Inclusione sociale Sistema di protezione per
rifugiati politici
L’Ambito fa parte della rete nazionale
degli enti di accoglienza per i rifugiati
politici e richiedenti asilo.
Il progetto complessivo è finanziato
con uno specifico fondo nazionale.
Inclusione sociale Sistema “Cerco Casa” L’Ambito ha promosso fin dal 2003
la realizzazione di servizi di “abitare
sociale” in risposta all’emergenza
abitativa della popolazione, anche
immigrata.
Nel corso degli anni tali servizi si
sono consolidati in un sistema
provinciale (il “Sistema Cerco Casa”)
che interviene in maniera organica e
complessiva nella ricerca di soluzioni
diversificate al trattamento della
marginalità abitativa, attraverso
l’erogazione di servizi informativi di
orientamento, accompagnamento e
inserimento abitativo e la gestione di
strutture di ospitalità temporanea.
23
CAP. 1.4 – IL QUADRO INTERPRETATIVO
Nelle varie sedute dedicate al Piano di Zona, l’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 ha
evidenziato costantemente due aspetti si cui tenere conto nella programmazione del Piano di Zona
2013 – 2015:
- Definizione di una documento inteso veramente come “piano regolatore dei servizi sociali e
socio-sanitari” nella accezione tratta proprio dai settori urbanistici dei Comuni: fotografia
dell’esistente, analisi delle fattibilità, attenzione alla situazione contingente, definizione in
corso d’opera, se necessario, di “varianti”;
- Governance del Piano “permanente” con gruppi di lavoro e incontri con le comunità locali
non limitati alla prima fase di redazione del Piano, ma alla sua alimentazione e al caso
“integrazione”.
L’interpretazione comune ai Sindaci è stata quella di rispondere ad una sorta di continua
incertezza sull’evoluzione dei bisogni prevalenti delle comunità locali con una flessibilità di risposte
offerte dalla rete integrata di servizi sociali e socio-sanitari.
Anche per questo, una fase importante, avviata nel 2012 e con continuità nei prossimi anni, è
quella di incontri nei vari territori comunali, più che per area di intervento, per registrare le
situazioni emergenti in un determinato contesto.
Ad Aviano la rete di volontariato comunitaria di supporto all’amministrazione ed ai servizi sociali,
costruita con impegno nel corso di diversi anni, segnala il rischio di un costante impoverimento
delle risorse della solidarietà e del dono di tempo ad altri.
A Brugnera il tessuto sociale riflette sulla situazione contingente di decisa riduzione della capacità
economica delle famiglie, con ricorso ai servizi anche di imprenditori.
A Budoia l’attenzione dell’amministrazione si sta rivolgendo a forme innovative di contatto con la
popolazione anche puntando sulle nuove tecnologie, accompagnate dall’implementazione di luoghi
di aggregazione per gli anziani.
A Caneva si sta sviluppando un nuovo “centro sociale” cui fare riferimento per momenti di
animazione e “sollievo” per le famiglie.
A Fontanafredda la comunità ha individuato come parole chiave dei problemi espressi da quel
territorio la necessità di un recupero di “sviluppo di comunità”, di solidarietà, rese difficili dalla
frammentazione per frazioni di quel Comune, e le risposte da dare ai giovani, ritenuti con forza
soggetti e oggetto di attenzione del Piano di Zona.
A Polcenigo viene rimarcata l’attenzione ad integrare le proprie attività per gli anziani (con il
locale centro diurno) all’interno del più ampio piano per la domiciliarità dell’Ambito.
24
A Sacile emergono forti segnali di crisi economica nelle famiglie e risposta dei servizi soprattutto
concentrata nei servizi dell’’area dell’inclusione sociale.
Su tutto, l’indirizzo generale dell’Assemblea dei Sindaci e dell’Ufficio Direzione e Programmazione
dell’Ambito nel puntare non tanto o solo su alcuni servizi, anche innovativi, ma a “piani locali”
anche di declinazione di azioni programmatiche regionali (vedi la parte sulla famiglia): lo spirito
dell’Ambito Distrettuale, questa la visione dell’Assemblea, deve essere proprio quello di
immaginare cornici di riferimento sovra comunali che pur prendendo spunto da buone prassi già in
essere in alcune località, siano di utilità a tutti i cittadini dell’intero territorio di competenza.
Per questo, già dall’estate del 2011, è in corso di sviluppo quello che è stato chiamato il “piano
locale per la domiciliarità” dell’Ambito, che si immagina come una filiera di interventi e servizi,
alcuni già in essere altri da definire e realizzare, che va dalla persona ancora parte attiva della
propria comunità (l’anziano che frequenta gruppi di cammino o centri di aggregazione) lungo un
continuum fino ad un istante prima dell’ingresso in una casa di riposo.
Così il piano comprende al suo interno i centri sociali ed i centri diurni, i progetti per il FAP e la
previsione di una rete integrata per e con le assistenti familiari, l’attenzione a servizi e progetti per
le demenze fino ad una nuova ri-definizione dei contenuti del tradizionale servizio di assistenza
domiciliare.
La stessa consapevolezza ha portato, nel 2012, ad immaginare anche il “piano locale per la
disabilità”, oggetto tra l’altro di un percorso di co-progettazione quale sistema per l’affidamento che
ha visto la selezione di un “soggetto” composto da tre cooperative sociali che hanno portato in dote
alla progettazione condivisa una rete di 23 attori del privato sociale, associazionismo e
volontariato.5
E l’attenzione alle macro cornici di intervento ha portato anche alla ridefinizione complessiva
dell’assetto organizzativo dell’Ambito 6.1, sviluppato in un sistema a matrice che sviluppa l’attività
operativa nei territori comunali incrociandoli in momenti di ragionamento strategico nelle aree di
intervento individuate in “infanzia ed adolescenza”, “disabili”, “anziani” ed “inclusione sociale”.
Sopra tutto, si vuole evidenziare come il quadro interpretativo dei problemi espressi dalle comunità
locali e bisogni cui rispondere trovano declinazione nell’Assemblea dei Sindaci secondo due filoni
principali di analisi:
- La tensione verso un crescente sviluppo di comunità, ritenuto indifferibile e condizione
sine qua non per poter garantire appropriatezza e rilevanza dei servizi offerti;
- L’analisi della situazione sociale dei Comuni dell’Ambito filtrata tenendo conto dei cosiddetti
determinanti della salute: la salute è sempre di più esprimibile in variabili di natura sociale
e non sanitaria, ed a queste variabili i territori devono dare sostegno (l’istruzione,
l’educazione, la vita di relazione, le prospettive di lavoro e famiglia,…).
5 E’ in corso la procedura per l’istruttoria pubblica di co-progettazione anche per il piano locale per la domiciliarità
2013-2015
25
2. LA GOVERNANCE DEL PROCESSO DI
PIANIFICAZIONE
Il sistema di governance proposto dalle Linee Guida regionali, distinto nelle fasi di concertazione,
consultazione e co-progettazione, sarà definito, tenuto conto delle specificità di promozione dello
sviluppo di comunità dell’Ambito 6.1, anche in sede di revisione della Convenzione istitutiva della
gestione associata dei servizi sociali, in corso di esame da parte dell’Assemblea dei Sindaci,
diventandone così una sorta di parte integrante.
Si segnala che da un punto di vista operativo, l’Ambito 6.1 ha inteso definire anche:
- un Gruppo di Regia del Piano, formato da due Sindaci o loro delegati dell’Assemblea dei
Sindaci (nello specifico i rappresentanti di Aviano e Budoia), il Responsabile dell’Ambito ed
il Direttore del Distretto socio-sanitario;
- l’Ufficio di Piano coincide con la Conferenza dei Referenti, definita nell’assetto
organizzativo dell’Ambito e composta dal Responsabile dell’Ambito ed i Referenti territoriali
e di area.
Dal mese di marzo 2012 l’Assemblea dei Sindaci ha esaminato più volte l’andamento dei lavori del
Piano di Zona dell’Ambito recependo le segnalazioni dell’Ufficio Direzione e Programmazione e
della Conferenza dei Referenti.
In particolare, con la deliberazione dell’Assemblea n. 18 del 10 luglio 2012, relativa a “Piano di
Zona 2013-2015. Avvio dei lavori” è stato deciso di:
1. di dare atto dell’avvio del processo di pianificazione del Piano di Zona 2013-2015, in
accordo con le Linee guida predisposte dalla Regione Friuli Venezia Giulia, i rilievi
dell’Assemblea dei Sindaci e le proposte dell’Ufficio Direzione e Programmazione
dell’Ambito 6.1;
2. di adottare i documenti allegati al presente provvedimento quale parte integrante e così
indicati:
a. Ambito 6.1. Piano di Zona 2013-2015: calendario dei lavori e crono programma
b. Il sistema di governance locale del sistema integrato di interventi e servizi alle
persone, famiglie e comunità
c. I soggetti della pianificazione ed il sistema della programmazione partecipata
3. Di indicare i rappresentanti dei Comuni di Aviano e Budoia quali componenti del Gruppo di
Lavoro permanente dell’Assemblea dei Sindaci per il PDZ 2013 – 2015;
4. Di affidare al Responsabile del Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito 6.1 la funzione di
governo tecnico della programmazione sociale ed il coordinamento delle attività correlate al
processo di elaborazione del PDZ;
26
Nel corso dell’estate 2012 e dei mesi di settembre ed ottobre l’Ambito ha partecipato ai lavori per
la costruzione partecipata del documento sulla programmazione integrata con l’ASS 6.
Più avanti nel documento del Piano si potrà vedere come il risultato importante che è stato
raggiunto da questo punto di vista è la partecipazione congiunta, anche con azioni ed obiettivi
uguali, di tutti gli Ambiti e Distretti della Provincia di Pordenone, in raccordo con la Direzione
Sanitaria ed il Coordinamento socio-sanitario dell’ASS 6.
Al di là dei contenuti, importanti, della parte di integrazione, l’Assemblea dei Sindaci ha sempre
rimarcato la doverosa attenzione alla parte “sociale” del Piano, specie con attenzione a politiche di
promozione di nuovi interventi e servizi a favore delle famiglie e per l’inclusione sociale.
Il Piano assume così la caratteristica di work in progress permanente segnato da:
- Gli incontri bi settimanali della Conferenza dei Referenti dell’Ufficio Direzione e
Programmazione dell’Ambito;
- Incontri mensili della “cabina di regia” definita tra Ambito e Distretto socio-sanitario;
- Incontri di concertazione in occasione dei principali momenti di approvazione dei documenti
di programmazione contabile (conto consuntivo, assestamento e bilancio di previsione);
- Incontri periodi dei tavoli di co-progettazione;
- Incontri periodici di consultazione, specie in caso di necessità di modifica o integrazione
alle attività del Piano stesso.
Si evidenzia infine la scelta fatta dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito di dare seguito per
l’affidamento di servizi sociali anche tra quelli descritti nel Piano di Zona alla metodologia
dell’istruttoria pubblica di co-progettazione.
Così è stato per quanto riguarda la disabilità, così è stato per la promozione dell’amministrazione
di sostegno, così sarà per la domiciliarità.
27
3. LE AZIONI DI SISTEMA
PREMESSA.
Considerato che le azioni di sistema costituiscono una premessa indispensabile per garantire
l’azione congiunta ed omogenea fra i vari attori del sistema integrato di interventi sociali e socio-
sanitari, molti degli obiettivi declinati nelle schede che seguono sono stati elaborati e condivisi
congiuntamente in conformità con l’impostazione generale data al percorso di integrazione tra
Ambiti e ASS 6. 6
In particolare per quanto riguarda l’Ambito Distrettuale 6.1, la sintesi di tale collaborazione
sinergica è la Convenzione sottoscritta a novembre 2011 (e tuttora vigente) tra l’Assemblea dei
Sindaci e il Direttore Generale dell’ASS 6 mediante la quale le parti “si impegnano a far progredire
il processo di integrazione socio-sanitaria identificando aree di intervento innovative sulle quali le
parti promuovono comuni intese programmatiche e progettuali, che potranno essere rafforzate e
sostenute all’interno del processo di “programmazione locale” in sede di stesura del Piano di Zona,
al fine di realizzare modalità di gestione congiunta di servizi e interventi che superino il solo
coordinamento professionale.
OBIETTIVO
REGIONALE N. 1.1
Rafforzare il coinvolgimento della comunità
nella realizzazione di un sistema integrato di
interventi e servizi sociali di tipo solidale e
universalistico.
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 1.1.1
Il SSC si attiva per sostenere e promuovere il mantenimento e/o rafforzamento della
comunità e della rete sociale perseguita con la costruzione del PDZ.
OBIETTIVI DI AREA
COLLEGATI Obiettivi 5.1, 5.2, 6.1, 6.2, 7.1, 7.2, 8.1, 9.1, 10.1.
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, ASS, soggetti, istituzionali e non, partecipanti ai tavoli
ANNO 2013
SSC
L’Ufficio Direzione e Programmazione realizza incontri sistematici con i tavoli di
lavoro del PDZ (concertazione, consultazione e co-progettazione) secondo le
indicazioni dell’Assemblea dei Sindaci ed affinché gli obiettivi e le macroazioni
definite nel Piano di Zona, anno 2013, vengano conseguiti con il coinvolgimento
della rete delle risorse territoriali e la comunità.
6 Per facilitare l’analisi del Piano di Zona, gli obiettivi specifici dell’Ambito 6.1 sono evidenziati con
uno sfondo grigio.
28
ANNO 2014
SSC
L’Ufficio Direzione e Programmazione realizza incontri sistematici con i tavoli di
lavoro del PDZ (concertazione, consultazione e co-progettazione) secondo le
indicazioni dell’Assemblea dei Sindaci ed affinché gli obiettivi e le macroazioni
definite nel Piano di Zona, anno 2013, vengano conseguiti con il coinvolgimento
della rete delle risorse territoriali e la comunità.
ANNO 2015
SSC
L’Ufficio Direzione e Programmazione realizza incontri sistematici con i tavoli di
lavoro del PDZ (concertazione, consultazione e co-progettazione) secondo le
indicazioni dell’Assemblea dei Sindaci ed affinché gli obiettivi e le macroazioni
definite nel Piano di Zona, anno 2013, vengano conseguiti con il coinvolgimento
della rete delle risorse territoriali e la comunità.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
Verbali di costituzione, realizzazione ed esito dei tavoli tematici e di co-
progettazione
N. intese operative sottoscritte con i partner della co-progettazione (distinte per
tipologia)
29
OBIETTIVO
REGIONALE N. 1.2
Favorire, nell’ambito dei percorsi di assistenza, di
protezione e promozione sociale, la messa a
sistema delle attività di soggetti non istituzionali
operanti nel territorio, beneficiari di contributi
economici regionali, provinciali e comunali erogati a
sostegno delle attività degli stessi soggetti a favore
di persone in stato di bisogno, allo scopo di
capitalizzare, in un’ottica di sinergia e di
coordinamento, le risorse finanziarie pubbliche
erogate.
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 1.2.1
Perseguire il processo di messa a sistema dei soggetti non istituzionali attraverso la
conoscenza più approfondita degli stesse e rafforzando la collaborazione attraverso
la realizzazione di buone prassi operative e la stipula di intese (convenzioni,
protocolli, accordi sostitutivi di procedimento,…)
OBIETTIVI DI AREA
COLLEGATI Obiettivi 5.1, 5.2, 6.1, 6.2, 7.1, 7.2, 8.1, 9.1, 10.1.
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, Comuni, Amministrazione provinciale, Amministrazione Regionale, ASS,
Associazioni di volontariato.
ANNO 2013
SSC
1. Condivide con altri enti pubblici erogatori di contributi economici gli elenchi dei
soggetti beneficiari di contributi erogati dai medesimi.
2. Definisce anche tenendo conto dell’Atto di indirizzo regionale per l’affidamento
dei servizi alla persona protocolli operativi con soggetti beneficiari che già
collaborano nel processo del Piano di zona.
3. Verifica in progress dei risultati raggiunti
ANNO 2014
SSC
1. Promuove la collaborazione dei soggetti beneficiari di contributi a collaborare
con il Servizio Sociale dei Comuni, qualora non già attivi nel processo del Piano
di zona, al fine di realizzare interventi;
2. Definisce anche tenendo conto dell’Atto di indirizzo regionale per l’affidamento
dei servizi alla persona protocolli operativi con i soggetti di cui al punto 1/2014
3. Verifica in progress dei risultati raggiunti
ANNO 2015
SSC
1. Definisce anche tenendo conto dell’Atto di indirizzo regionale per l’affidamento
dei servizi alla persona protocolli operativi con soggetti beneficiari coinvolti nel
2013, 2014, 2015.
2. Verifica/valutazione dei risultati raggiunti.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. progetti condivisi con i soggetti non istituzionali per l’ottenimento di contributi
regionali.
N. intese operative sottoscritte con i partner della co-progettazione beneficiari di
30
finanziamenti pubblici (distinte per tipologia)
Valore atteso
Nel triennio 2013-2015 almeno il 70% dei soggetti non istituzionali beneficiari di
contributi economici pubblici sottoscrivono protocolli operativi con il SSC.
Il raggiungimento del valore atteso è condizionato alla reale disponibilità degli
elenchi dei soggetti beneficiari di contributi da parte degli erogatori dei contributi
(Regione, Provincia, Comuni, ASS), alla collaborazione con il SSC manifestata dai
soggetti beneficiari di contributi e infine alla possibilità reale di attivare con i soggetti
disponibili progettualità condivise e formalizzate in protocolli operativi.
31
OBIETTIVO
REGIONALE N. 2.1
Consolidare il sistema associato di governo del
sistema locale degli interventi e dei servizi
sociali.
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 2.1.1
Il consolidamento del sistema associato di governo degli interventi e dei servizi
sociali prevede:
- il rinnovo della convenzione dei Comuni associati tenuto conto delle indicazioni
dell’Assemblea dei Sindaci, il necessario consolidamento dell’Ufficio di Direzione e
Programmazione prevedendo ove possibile le risorse professionali dedicate
necessarie, l’integrazione della Convenzione anche con le finalità programmatorie
generali regionali per il Piano di Zona;
- l’adeguamento del bilancio di Ambito ai modelli di rendicontazione e di
documentazione proposti dalla Regione;
- l’aggiornamento del vigente Regolamento di Ambito per l’accesso dei cittadini ai
servizi e alle prestazioni socio assistenziali e per la compartecipazione degli utenti al
costo dei servizi, tenendo conto anche degli sviluppi della normativa nazionale e
regionale.
OBIETTIVI DI AREA
COLLEGATI Obiettivi 5.1, 5.2, 6.1, 6.2, 7.1, 7.2, 8.1, 9.1, 10.1.
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, Assemblea dei Sindaci, Comuni.
ANNO 2013
SSC
1. Sviluppa il sistema organizzativo dell’Ambito definito nel corso del 2012
anche in riferimento alle risorse di personale impiegate.
2. Predispone e approva in Assemblea dei Sindaci la nuova Convenzione con
recepimento delle modifiche normative ed organizzative apportate.
3. Avvia un graduale adeguamento del proprio bilancio, i modelli di
rendicontazione e di documentazione in uso a quelli proposti
dall’Amministrazione regionale;
4. Rafforza il proprio sistema informativo in raccordo con la Regione e alimenta
sistematicamente gli applicativi già disponibili.
5. Aggiorna il proprio Regolamento per l’accesso dei cittadini ai servizi e alle
prestazioni socio assistenziali e per la compartecipazione degli utenti al
costo dei servizi.
ANNO 2014
SSC
1. Adegua ove necessario il proprio sistema organizzativo.
2. Implementa il sistema di redazione e monitoraggio del proprio bilancio, i
modelli di rendicontazione e di documentazione in uso tenuto conto di quelli
proposti dall’Amministrazione regionale;
3. Rafforza il proprio sistema informativo in raccordo con la Regione e alimenta
sistematicamente gli applicativi già disponibili.
4. Monitora l’applicazione del vigente Regolamento di accesso dei cittadini ai
servizi e alle prestazioni socio assistenziali e per la compartecipazione degli
32
utenti al costo dei servizi
ANNO 2015
SSC
1. Monitora il proprio sistema organizzativo in previsione della pianificazione
del triennio successivo
2. Monitora l’applicazione del vigente Regolamento di accesso dei cittadini ai
servizi e alle prestazioni socio assistenziali e per la compartecipazione degli
utenti al costo dei servizi
3. Implementa il sistema di redazione e monitoraggio del proprio bilancio, i
modelli di rendicontazione e di documentazione in uso tenuto conto di quelli
proposti dall’Amministrazione regionale;
4. Rafforza il proprio sistema informativo in raccordo con la Regione e alimenta
sistematicamente gli applicativi già disponibili.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. operatori equivalenti dedicati all’attività dell’Ufficio di direzione e programmazione
Report quanti-qualitativi sui dati acquisiti e monitorati nei sistemi informativi adottati
N. modelli regionali di documentazione/rendicontazione adottati e compilati;
N. schede del vigente Regolamento di Ambito monitorate ed aggiornate
Valore atteso:
L’Ufficio di direzione e programmazione del SSC è dotato di risorse professionali
dedicate.
I sistemi informativi previsti dalla regione vengono alimentati sistematicamente.
Vengono adottati modelli regionali di documentazione/rendicontazione.
È presente e continuamente aggiornato un regolamento per l’accesso e la
compartecipazione degli utenti al costo dei servizi.
33
OBIETTIVO
REGIONALE N.
3.1
Stabilizzare e consolidare le prestazioni e gli interventi di
cui all’art. 6 della legge regionale 6/2006, definendo un
sistema di offerta per tipologie di servizi e prestazioni,
trasversale alle aree di bisogno, articolato in:
- welfare d’accesso, con il ruolo fondamentale
riconosciuto al servizio sociale professionale, che
ricomprende il servizio di segretariato sociale, le attività
di presa in carico e gestione sociale del caso (case
management), il servizio di pronto intervento per le
situazioni di emergenza sociale;
- servizi domiciliari, di tipo educativo, socio-assistenziale
e di assistenza integrata;
- servizi a carattere comunitario semiresidenziale,
compresa la rete delle strutture e dei servizi a ciclo
diurno;
- servizi a carattere comunitario a ciclo residenziale,
compresa la rete delle strutture e dei servizi a ciclo
interamente residenziale anche a carattere temporaneo;
- misure di sostegno e assistenza economica, nelle
diverse forme previste dalla programmazione regionale.
SOCIALE
SOCIOSANITARI
O
MACROAZIONE
N. 3.1.1
Mantenere e consolidare l’attuale livello di prestazioni e interventi garantito dall’Ambito e
attivare percorsi e azioni finalizzate al miglioramento, al miglior utilizzo delle risorse, alla
razionalizzazione e al potenziamento.
OBIETTIVI DI
AREA
COLLEGATI
Obiettivi 5.1, 5.2, 6.1, 6.2, 7.1, 7.2, 8.1, 9.1, 10.1.
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, Comuni, ASS, ASP e strutture residenziali del territorio, Soggetti pubblici e del
privato sociale.
ANNO 2013
L’Ambito consolida servizi e prestazioni nelle seguenti aree:
1. welfare d’accesso: mantenimento degli attuali livelli raggiunti avviando una
riflessione sui temi propri del servizio sociale professionale (segretariato sociale,
presa in carico, integrazione socio-sanitaria, sviluppo di comunità) avvalendosi di
supporti formativi mirati (da progettare) anche per coniugare l’attenzione
professionale con la situazione sociale delle comunità locali di competenza;
2. servizi domiciliari, di tipo educativo, socio-assistenziale, compresa la rete
delle strutture e dei servizi a ciclo diurno: pieno sviluppo del piano locale per la
domiciliarità approvato dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 in accordo con la
rete della co-progettazione, l’ASS e i Comuni sede di strutture semiresidenziali;
3. servizi a carattere comunitario a ciclo residenziale, compresa la rete delle
strutture e dei servizi a ciclo interamente residenziale anche a carattere
temporaneo;
4. misure di sostegno e assistenza economica, nelle diverse forme previste dalla
programmazione regionale.: valutazione delle misure adottate nel Regolamento
per l’accesso ai servizi dell’Ambito. (vedi ob: 2.1.1);
34
ANNO 2014
1. welfare d’accesso: analisi della riflessione avviata nel 2013 e sviluppo del piano
formativo e degli strumenti operativi conseguenti;
2. servizi domiciliari, di tipo educativo, socio-assistenziale, compresa la rete
delle strutture e dei servizi a ciclo diurno: monitoraggio del piano locale per la
domiciliarità approvato dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 in accordo con la
rete della co-progettazione, l’ASS e i Comuni sede di strutture semiresidenziali;
3. servizi a carattere comunitario a ciclo residenziale, compresa la rete delle
strutture e dei servizi a ciclo interamente residenziale anche a carattere
temporaneo: si rinvia a obiettivi specifici dell’area integrata;
4. misure di sostegno e assistenza economica, nelle diverse forme previste dalla
programmazione regionale.: valutazione delle misure adottate nel Regolamento
per l’accesso ai servizi dell’Ambito. (vedi ob: 2.1.1)
ANNO 2015
1. welfare d’accesso: definizione di sistemi organizzativi mirati per la stabilizzazione,
consolidamento ed ottimizzazione delle attività proprie del SSC;
2. servizi domiciliari, di tipo educativo, socio-assistenziale, compresa la rete
delle strutture e dei servizi a ciclo diurno: monitoraggio del piano locale per la
domiciliarità approvato dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 in accordo con la
rete della co-progettazione, l’ASS e i Comuni sede di strutture semiresidenziali;
3. servizi a carattere comunitario a ciclo residenziale, compresa la rete delle
strutture e dei servizi a ciclo interamente residenziale anche a carattere
temporaneo: si rinvia a obiettivi specifici dell’area integrata;
4. misure di sostegno e assistenza economica, nelle diverse forme previste dalla
programmazione regionale.: valutazione delle misure adottate nel Regolamento
per l’accesso ai servizi dell’Ambito. (vedi ob: 2.1.1);
INDICATORI DI
RISULTATO
NEL TRIENNIO
Valori target definiti nelle schede di cui all’Allegato 3) delle Linee guida regionali.
Valori attesi
Gli scostamenti dei valori target registrati annualmente sono oggetto di valutazione.
35
OBIETTIVO
REGIONALE N. 4.1
Definire/migliorare un sistema di accesso integrato
ai servizi sociosanitari.
SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 4.1.1
Confermare il Punto Unico di Accesso come strumento di accesso ai servizi socio-
sanitari integrati.
OBIETTIVI DI AREA
COLLEGATI 4.5 – 5.1 – 5.2 - 6.1 – 7.1 – 7.2 – 8.1
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC – ASS6 (tutti i Servizi e Dipartimenti) – Distretto Ovest
ANNO 2013
SSC – ASS6 – Distretto Ovest
1. Verifica stato di realizzazione del Punto Unico di Accesso.
2. Analisi degli elementi comuni e delle differenze territoriali. Studio preliminare delle
possibili forme di integrazione tra Ambiti, ASS6, Distretto Ovest.
3. Impostazione congiunta del documento descrittivo di accesso al sistema
integrato.
ANNO 2014
SSC – ASS6 - Distretto Ovest
Applicazione sperimentale del PUA.
Monitoraggio e valutazione del nuovo modello.
ANNO 2015
SSC – ASS6 - Distretto Ovest
Correzione delle criticità, implementazione del nuovo modello del PUA.
Confronto con l’Assemblea dei Sindaci sul risultati dell’implementazione del nuovo
modello di PUA.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
Evidenza documento descrittivo del sistema di accesso.
Valore atteso:
In ogni Ambito distrettuale è attivo un sistema di accesso integrato in favore delle
persone con malattie croniche e con disabilità
36
OBIETTIVO
REGIONALE N. 4.2
Sviluppare e qualificare le Unità di valutazione
multiprofessionale in tutte le aree di integrazione
sociosanitaria.
SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 4.2.1
Rivedere le procedure in uso delle Unità di Valutazione migliorandole.
(per l’area minori si veda la scheda 5.1.1)
OBIETTIVI DI AREA
COLLEGATI 5.1. – 6.1– 7.2 – 8.1 – 9.1
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC – ASS6 – Distretto Ovest – NPI – DSM – CF – Ser.T - Medici di medicina
generale – Pediatri di libera scelta
ANNO 2013
SSC – ASS6 – Distretto Ovest
1. Verifica delle procedure in uso nelle Unità di valutazione multi professionali
integrate; analisi degli elementi comuni e delle differenze territoriali.
2. Impostazione congiunta di un documento unico degli Ambiti e dei Distretti del
territorio dell’ASS, descrittivo delle procedure in uso (a cura dell’ASS6)
ANNO 2014
SSC – ASS 6 – Distretto Ovest
1. Applicazione sperimentale dei miglioramenti individuati.
2. Monitoraggio, valutazione del nuovo modello unitario.
ANNO 2015
SSC – ASS6 – Distretto Ovest
1. Implementazione e messa a sistema del nuovo modello procedurale delle Unità di
Valutazione Multi professionale.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
Evidenza documento descrittivo delle Unità multi professionali integrate e del loro
funzionamento.
N. soggetti che accedono alla rete dei servizi sociosanitari valutati dalle specifiche
Unità multi professionali integrate.
Valore atteso
Il 100% dei soggetti che accedono alla rete dei servizi residenziali e semiresidenziali
sono valutati dalle Unità multi professionali integrate.
37
OBIETTIVO
REGIONALE N. 4.3
Utilizzare sistematicamente la valutazione
multidimensionale e adottare progressivamente
strumenti uniformi e standardizzati.
SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 4.3.1
Promuovere uniformità nell’utilizzo della valutazione multidimensionale, innanzitutto
sul territorio provinciale, secondo le modalità indicate dalla Regione e condivise tra
gli Ambiti e Distretti provinciali.
OBIETTIVI DI AREA
COLLEGATI 5.1. – 6.1 – 7.2 – 8.1 – 9.1
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC – ASS6 – Distretto Ovest – NPI – DSM – CF – Ser.T - Medici di medicina
generale – Pediatri di libera scelta – Enti di formazione
ANNO 2013
SSC – ASS6 – Distretto Ovest - Enti di formazione
1. Analisi del percorso valutativo e di tutti gli strumenti in uso (ValGraf, ICF,...) e dei
livelli di uniformità presenti nel territorio provinciale (coordinamento a cura dell’ASS
6)
2. Condivisione del necessario e conseguente percorso di formazione -
accompagnamento.
3. Progettazione dei percorsi formativi derivanti
ANNO 2014
SSC – ASS6 – Distretto Ovest - Enti di formazione
1. Attuazione di percorsi di formazione condivisi definiti in base alle necessità
emerse dall’analisi
2. Applicazione delle nuove conoscenze e delle nuove pratiche valutative individuate
a titolo sperimentale.
ANNO 2015
SSC – ASS6 – Distretto Ovest
1. Validazione e messa a sistema delle nuove conoscenze e delle nuove pratiche
valutative individuate.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. soggetti valutati secondo modalità standardizzate definite dalla Regione
N. soggetti valutati secondo altre modalità
Valore atteso
Entro il 2015 tutti i soggetti sono valutati secondo modalità standardizzate definite
dalla Regione.
38
OBIETTIVO
REGIONALE N. 4.4
Programmare le risorse ritenute appropriate e
disponibili attraverso il dispositivo del progetto
personalizzato di intervento o del piano di
assistenza/intervento.
SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 4.4.1
Per tutti i casi che a seguito della valutazione multidisciplinare sortiscono una presa
in carico si configura un progetto secondo format condivisi
OBIETTIVI DI AREA
COLLEGATI 5.1 – 7.1. – 7.2 – 6.1 – 8.1 – 9.1
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC – ASS6 – Distretto Ovest – NPI – DSM – CF – Ser.T – Terzo Settore
ANNO 2013
Tutti SSC – ASS6
1. Condivisione Ambiti – ASS6 delle reciproche esperienze di utilizzo del Progetto
personalizzato e delle risorse impiegate.
2. Individuazione di livelli minimi di intervento socio-sanitario.
3. Condivisione delle modalità di definizione del “Budget integrato socio-sanitario”
ANNO 2014
SSC – ASS6
1. Individuazione dei criteri condivisi per la costruzione del “Budget integrato socio-
sanitario”.
2. Interazione con i differenti soggetti del Terzo Settore quali risorsa comunitaria
attiva.
ANNO 2015
SSC – ASS6
1. Applicazione sperimentale dei criteri di “Budget socio-sanitario” condivisi su
almeno due aree.
2. Valutazione sistematica dei risultati
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
Rapporto tra n. minori a rischio di allontanamento o con provvedimento giudiziario
segnalati ai Servizi di allontanamento e n. progetti personalizzati di intervento.
Rapporto tra n. anziani non autosufficienti a rischio di istituzionalizzazione segnalate
ai Servizi e n. progetti personalizzati di intervento o piani di assistenza/intervento.
Rapporto tra n. persone fragili dimesse dall’ospedale che richiedono continuità delle
cure e protezione sociale segnalate ai Servizi e n. progetti personalizzati di
intervento o piani di assistenza/intervento.
Rapporto tra n. persone con disabilità a rischio di esclusione sociale e di
istituzionalizzazione segnalati ai Servizi e n. progetti personalizzati di intervento o
piani di assistenza/intervento.
Valori attesi:
Nel triennio 2013-2015 il rapporto tra le grandezze rappresentate diminuisce
(aumenta il numero dei progetti personalizzati di intervento)
39
OBIETTIVO
REGIONALE N. 4.5
Definire/aggiornare la descrizione dell’offerta dei
servizi e interventi sociosanitari disponibili per i
cittadini in ciascun territorio di riferimento.
SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 4.5.1
Redazione dei cataloghi integrati di servizio Ambito - Distretto Ovest per ciascuna
area di integrazione socio-sanitaria, sia cartacei che digitali.
OBIETTIVI DI AREA
COLLEGATI 5.1 – 5.2 - 6.1 – 7.1 - 7.2 – 8.1 – 9.1 – 10.1
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC – ASS6 – Distretto Ovest – NPI – DSM – CF – Ser.T – MMG – PLS – Enti
accreditati o convenzionati
ANNO 2013
SSC – ASS6 (tutti i Servizi e Dipartimenti)
1. Acquisizione dei cataloghi esistenti, omogeneizzazione di forme e contenuti,
organizzazione dell’informazione sulla base del Nomenclatore Sociale e
Sociosanitario
2. Messa in rete con uno strumento multiutente aggiornabile
SSC – ASS6
1. Presentazione del catalogo integrato dei servizi in Assemblea dei Sindaci e
relativo confronto / validazione
ANNO 2014 SSC – ASS6 (tutti i Servizi e Dipartimenti)
1. Messa a regime e implementazione dello strumento (sia cartaceo che digitale)
ANNO 2015
SSC – ASS6 (tutti i Servizi e Dipartimenti)
1. Manutenzione, stabilizzazione dell’uso dello strumento e verifica della possibilità
di agganciarvi alcuni moduli di “sportello virtuale”.
2. Relazione e confronto con l’Assemblea dei Sindaci sull’attività e i risultati del
triennio.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
SSC e ASS6 predispongono per ciascuna area di integrazione sociosanitaria una
descrizione aggiornata dell’intera gamma di offerta di interventi e servizi.
La descrizione dell’offerta dei servizi è disponibile in versione cartacea e tramite web
dei SSC e dell’ASS.
40
OBIETTIVO
REGIONALE N. 4.6
Migliorare i livelli organizzativi ed operativi di
integrazione sociosanitaria finalizzati alla presa in
carico integrata assicurando la continuità
assistenziale tra ospedale e territorio/domicilio, tra
diversi tipi di servizi sanitari e tra servizi sanitari e
servizi sociali, in modo particolare nel momento del
passaggio all’età adulta.
SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 4.6.1
Confermare, modificare o condividere tra SSC, ASS, Azienda Ospedaliera, e Enti
convenzionati/accreditati protocolli relativi alla continuità assistenziale, sia riferita ai
passaggi correlati alle varie fasi di età sia ai passaggi tra strutture di ricovero e
territorio.
OBIETTIVI DI AREA
COLLEGATI 5.1 - 5.2 – 6.1 – 7.2
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC – ASS6 – Azienda ospedaliera – Distretto Ovest - Strutture residenziali - Enti
convenzionati/accreditati
ANNO 2013
SSC – ASS6
1. Ricognizione e valutazione delle esperienze di continuità assistenziali,
individuazione delle criticità, discontinuità, buone prassi e dei protocolli esistenti, con
particolare attenzione ai passaggi di età e tra Servizi (si veda scheda 5.1.2).
Coordinamento a cura dell’ASS 6.
SSC – ASS6 – Strutture residenziali
2. Analisi condivisa del fabbisogno delle “funzioni di attesa” soprattutto per anziani e
adulti fragili. Prima ipotesi di allocazione delle risorse. Coordinamento a cura
dell’ASS6
3. Individuazione di un territorio in cui sperimentare le “funzioni attesa” (a cura
dell’ASS6 – vedi azione 2 anno 2014)
SSC – ASS6 – Distretto Ovest
4. Confronto in Assemblea dei Sindaci al fine di concertare l’allocazione delle risorse
e condividere l’analisi sui passaggi assistenziali.
ANNO 2014
SSC – ASS6 – Azienda ospedaliera – Enti convenzionati/accreditati
1. Rimodulazione e sperimentazione dei percorsi di continuità assistenziale
emergenti dalla valutazione che coinvolgano anche il privato. Confronto e
formazione per tutti i soggetti coinvolti. (a cura dell’ASS6)
SSC – ASS6 – Strutture residenziali
2. Sperimentazione delle “Funzioni di attesa” in almeno un territorio dell’ASS con
un’analisi dei criteri di ripartizione delle spese.
SSC – ASS6
3. Confronto con l’Assemblea dei Sindaci sulla rimodulazione dei percorsi e sui
risultati della sperimentazione delle “funzioni di attesa”
41
ANNO 2015 SSC – ASS6 – Azienda ospedaliera – Enti convenzionati/accreditati
1. Strutturazione e consolidamento della rete di continuità assistenziale.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. persone fragili per i quali sono stati attivati percorsi di dimissioni protette a tutela
della continuità assistenziale tra strutture sanitarie e servizi territoriali e a domicilio.
Evidenza di un documento con la proposta che definisce il fabbisogno e il piano di
allocazione dei posti letto con specifico riferimento agli anziani e agli adulti fragili.
Valori attesi:
Nel triennio 2013-2015 il rapporto tra le persone fragili dimesse con l’attivazione di
percorsi protetti e le persone fragili dimesse senza l’attivazione di percorsi protetti
aumenta.
Le persone che necessitano di accoglimento a breve termine con “funzione di
attesa” trovano adeguata risposta nell’ambito dei posti letto individuati.
42
4. AREE DI INTERVENTO: OBIETTIVI
STRATEGICI, PRIORITA’ DEL PDZ, AZIONI, TEMPI
E RISORSE
4.1 AREA MINORI E FAMIGLIA
PREMESSA.
In quest’area a partire dalla LR 33/88 esiste un confronto costante a livello provinciale degli Ambiti
allargato successivamente a tutti i soggetti dell’ASS 6 istituzionalmente coinvolti. L’attività del PDZ
si è inserita pertanto in un terreno già favorevole all’integrazione ed al confronto. Gli studi e
l’evidenza pratica hanno dimostrato che nell’area della multi problematicità non è possibile
affrontare alcun progetto senza l’integrazione fra servizi e professionalità diverse. Da ciò ne
consegue che la tutela dei minori è una responsabilità diffusa ai due sistemi, sociale e sanitario.
Per quanto riguarda la parte specifica relativa alle famiglia, l’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1
già nell’aprile del 2009 (deliberazione n. 14 del 17/4/09) aveva approvato un documento di
indirizzo relativamente alle politiche sociali in favore delle famiglie dell’Ambito definendo tre macro
azioni sui cui costruire progetti, interventi e possibilmente servizi:
- Supporto e sostegno alle famiglie, per individuare strumenti ed interventi differenziati e funzionali alla complessità di un bisogno mutevole ed articolato;
- Informazione sulle opportunità nell’area dei servizi alla persona offerte da Comuni ed Ambito;
- Accoglienza, anche per creare opportunità di aggregazione, auto mutuo aiuto, solidarietà, associazionismo tra le famiglie
Le macroazioni dell’obiettivo regionale N. 5 sono accompagnate anche dalla parte di pertinenza
sociosanitaria dell’obiettivo N.10 (area famiglia e genitorialità).
43
OBIETTIVO REGIONALE N. 5.1
Promuovere la permanenza dei minori in famiglia
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 5.1.1
Rivalutazione e qualificazione dei percorsi valutativi tramite apposita équipe di
valutazione multiprofessionale dedicata ai minori e ai nuclei familiari connotati da
multiproblematicità
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche per la famiglia
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 4.4 - 4.6
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC della Provincia di PN e ASS 6: Consultori Familiari (CF), Servizio di
Neuropsichiatria Infantile (S.NPI), Dipartimento delle dipendenze (Ser.T),
Dipartimento di Salute Mentale (DSM)
ANNO 2013
ASS 6
1. Incontri di restituzione a tutti gli operatori del SSC e a tutti i servizi dell’ASS che si
occupano di minori e di famiglie con minori (S.NPI, CF, DSM e Ser.T), di quanto
emerso dal percorso di formazione “Genitorialità fragile e tutela dei minori” effettuato
dall’ag. formativa APS per conto dell’ ASS n.6. con il coinvolgimento degli Ambiti di
PN e Sacile, dove si è avviato un confronto sulle attuali modalità di valutazione e
presa in carico delle famiglie multiproblematiche
ASS 6 e SSC
2. Discussione e rielaborazione dei contenuti emersi dal percorso formativo APS
con particolare riferimento alle fragilità finora emerse nei modelli di integrazione
socio-sanitaria nella presa in carico delle famiglie multiproblematiche;
3. Espressione da parte di ASS n. 6 e SSC, con atto formale, di impegno a
proseguire nel percorso di riflessione sul lavoro di integrazione fin qui svolto per una
maggiore efficacia degli interventi in rete, con esplicitazione del percorso che si
intende intraprendere circa la riorganizzazione dei servizi che si occupano di
minori (S. NPI e CF);
SSC 6.1 – Distretto Ovest
4. Costituzione di una unità organizzativa funzionale integrata (sostituisce l’UVM)
ASS 6, Agenzia formativa e Unità organizzative di Distretto Ovest/Ambito
5. Avvio dell’accompagnamento (un anno) da parte della agenzia formativa
individuata, alle varie unità organizzative funzionali operanti nei 5 Ambiti Distrettuali
per far fronte all’impatto e alle criticità del nuovo percorso operativo sulle buone
prassi di presa in carico delle famiglie, con periodici momenti di confronto a livello
provinciale.
44
ANNO 2014
ASS 6, Agenzia formativa e Unità organizzative di Distretto Ovest/Ambito
1. Prosecuzione dell’accompagnamento da parte dell’agenzia formativa che verrà
individuata nelle singole realtà territoriali e provinciale;
2. Valutazione del percorso formativo e di accompagnamento per l’individuazione di
nuove prassi e linee operative e organizzative da adottare;
ASS 6, SSC 6.1
3. Assunzione di impegno da parte dell’Assemblea dei Sindaci e della Direzione
dell’ASS per l’adeguamento organizzativo dei servizi coinvolti nella nuova prassi
operativa (unità organizzativa funzionale) con eventuale adeguamento delle risorse
di Ambito Distrettuale se necessarie;
ANNO 2015
ASS 6 e SSC
1. Attuazione definitiva dei nuovi assetti organizzativi dei Servizi secondo gli
impegni assunti: accordo formale SSC ed ASS
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
n. minori d’età allontanati con provvedimento dell’autorità giudiziaria e tempi di
allontanamento.
Valori attesi
Con riferimento ai dati di flusso 2012, il rapporto tra il numero di minori accolti in
strutture comunitarie e il numero della popolazione con età inferiore ai 18 anni, nel
triennio 2013 -2015, tendenzialmente diminuisce.
Rispetto al numero di richieste di allontanamento dai genitori registrate nel 2012, nel
triennio 2013 - 2015 i tempi di allontanamento dalla famiglia di minori con
provvedimento dell’autorità giudiziaria diminuiscono.
45
OBIETTIVO REGIONALE N. 5.1
Promuovere la permanenza dei minori in famiglia
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 5.1.2
Definizione delle modalità di presa in carico, nonché di protocolli per il trattamento
dei minori e delle loro famiglie con priorità a favore degli adolescenti con esordi
psichiatrici
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche per la famiglia .
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 4.4 e 4.6
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC e ASS: Consultori Familiari (CF), Servizio di Neuropsichiatria Infantile (S.NPI),
Dipartimento delle dipendenze (Ser.T), Dipartimento di Salute Mentale (DSM)
ANNO 2013
Unità Organizzativa Funzionale (di cui alla macroazione 5.1.1), DSM e Ser.T;
Soggetti già impegnati
1. Rivalutazione dell’offerta/organizzazione, delle prassi operative e delle esperienze
già attuate alla luce del percorso fatto dai servizi dell’ASS per la gestione degli
esordi psichiatrici in adolescenza e alla luce delle linee guida internazionali.( criticità
e punti di forza)
2. Studio di fattibilità di nuove modalità operative condivise da attuare a
miglioramento della situazione emersa dalla rivalutazione, anche tenendo conto
della costituenda nuova organizzazione del S.NPI.
ANNO 2014
Unità Organizzativa Funzionale, DSM e Ser.T; Soggetti già impegnati
1. Formalizzazione con atto aziendale delle nuove modalità operative (linee guida) e
loro prima sperimentazione
ANNO 2015
SSC 6.1 – ASS6
1. Consolidamento delle linee guida collaborazione tra i Servizi del territorio per i
casi di adolescenti che presentano situazioni problematiche di crisi
46
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
n. minori d’età allontanati con provvedimento dell’autorità giudiziaria e tempi di
allontanamento.
n. minori adolescenti con esordi psichiatrici presi in carico in modo integrato
Valori attesi
Con riferimento ai dati di flusso 2012, il rapporto tra il numero di minori accolti in
strutture comunitarie e il numero della popolazione con età inferiore ai 18 anni, nel
triennio 2013 -2015, tendenzialmente diminuisce.
Nel corso del triennio il numero dei minori adolescenti con esordi psichiatrici presi in
carico in modo integrato cresce e vengono formalizzate in tutti gli Ambiti/Distretti le
linee guida di collaborazione tra i servizi del territorio.
47
OBIETTIVO REGIONALE N. 5.1
Promuovere la permanenza dei minori in famiglia
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 5.1.3
Ridefinizione delle modalità di presa in carico, e di trattamento dei minori e delle
loro famiglie nelle situazioni di adozioni problematiche
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche per la famiglia
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 4.4. e 4.6
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC e ASS: Consultori Familiari (CF), Servizio di Neuropsichiatria Infantile (S.NPI),
Dipartimento delle dipendenze(Ser.T) , Dipartimento di Salute Mentale (DSM),
Servizio aziendale Adozioni
ANNO 2013
Unità Organizzativa funzionale, di cui alla macroazione 5.1.1, ASS (NPI, CF,
Servizio Adozioni, DSM e Ser.T) – SSC
1. Rivalutazione delle prassi operative e delle esperienze già attuate (protocollo
adozioni) per la gestione delle adozioni problematiche, alla luce delle linee guida
internazionali.(criticità e punti di forza)
2. Individuazione di modalità operative condivise da attuare a consolidamento e/o a
miglioramento della situazione emersa dalla rivalutazione
ANNO 2014
Unità Organizzativa funzionale – ASS (NPI, CF, Servizio Adozioni, DSM e
Ser.T) – SSC
1. Formalizzazione delle nuove modalità operative con atto ufficiale e loro
attuazione
2. Monitoraggio delle nuove modalità attuate
ANNO 2015
Unità Organizzativa funzionale – ASS (NPI, CF, Servizio Adozioni, DSM e
Ser.T) – SSC
1. Consolidamento della collaborazione tra i Servizi del territorio per i casi di minori
adottati che presentano situazioni problematiche
2. Monitoraggio delle modalità attuate e valutazione
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
n. minori d’età allontanati con provvedimento dell’autorità giudiziaria e tempi di
allontanamento.
n. minori in situazioni di adozioni problematiche presi in carico in modo integrato
Valori attesi
Con riferimento ai dati di flusso 2012, il rapporto tra il numero di minori accolti in
strutture comunitarie e il numero della popolazione con età inferiore ai 18 anni, nel
triennio 2013 -2015, tendenzialmente diminuisce.
Nel corso del triennio il numero dei minori in situazioni di adozioni problematiche
presi in carico in modo integrato cresce e vengono formalizzate nuove modalità
operative di collaborazione tra servizi
48
OBIETTIVO
REGIONALE N. 5.2
Potenziare e qualificare il processo di sostegno e
allontanamento del minore nonché il sistema di
accoglienza dei minori collocati all’esterno della
propria famiglia di origine.
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 5.2.1
Sviluppo di un progetto di sensibilizzazione, reperimento, supporto e
accompagnamento delle famiglie affidatarie sul territorio locale
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche per la famiglia e progetti dell’area famiglia e genitorialità
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 1.1 e 1.2
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
Servizi dell’ ASS, CF, SSC e associazioni che già si occupano di affido a livello
provinciale
ANNO 2013
ASS 6, SSC Ambiti PN , C.F. e associazioni che già si occupano di affido
1. Definizione di una progettualità (di livello provinciale) per la sensibilizzazione delle
famiglie che si avvicinano all’affido e per il sostegno delle famiglie già affidatarie.
2. Verifica della fattibilità della stessa progettualità, alla luce delle buone prassi
pubblico-privato già sperimentate in alcuni territori
3. Coinvolgimento di associazioni del privato sociale del territorio disponibili a
collaborare in progettualità sul tema dell’affido per una co-progettazione
ANNO 2014
ASS 6, SSC Ambiti PN , C.F. e associazioni che già si occupano di affido
1. Avvio e realizzazione delle azioni previste sulla base del piano di fattibilità ed
esecutività predisposto nel corso del 2013
ANNO 2015
ASS 6, SSC Ambiti PN , C.F. e associazioni che già si occupano di affido
1. Valutazione delle azioni realizzate e loro prosecuzione alla luce dei risultati
conseguiti.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N° famiglie coinvolte in progetti/intervento di recupero
Risorse impiegate in progetti di promozione dell’affido familiare
Valori attesi:
Con riferimento ai dati di flusso 2012 nel triennio 2013-2015:
Il numero delle famiglie coinvolte in progetti/interventi di recupero cresce;
Evidenza delle risorse dedicate a progetti di promozione dell’affido familiare.
49
OBIETTIVO
REGIONALE N. 5.2
Potenziare e qualificare il processo di sostegno e
allontanamento del minore nonché il sistema di
accoglienza dei minori collocati all’esterno della
propria famiglia di origine.
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 5.2.2
Definire le comunità di accoglienza secondo tipologie diversificate.
Garantire il proseguo della presa in carico del nucleo secondo una linea di continuità
prima dell’inserimento, durante e dopo la dimissione del minore in comunità e/ in
situazione di affido.
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche della famiglia (LR 11/06)
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 4.4. e 4.6
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, Consultorio Familiare e S. NPI, DSM, Ser.T. e Terzo Settore impegnato
nell’accoglienza di minori
ANNO 2013
SSC, ASS e Terzo Settore
1. Costituzione di un tavolo di livello provinciale (Tavolo Minori) integrato per
l’analisi e valutazione dell’attuale offerta diurna e residenziale a favore di minori.
mamma-bambino e dei centri per donne maltrattate che ospitano anche i figli, con
valorizzazione del lavoro già svolto in passato da Provincia, ASS e Ambiti.
2. Confronto tra l’offerta ed i bisogni di accoglienza espressi dai territori e
costruzione di modalità condivise per la gestione dei progetti individualizzati di
residenzialità
3. Studio di fattibilità per un ri-orientamento delle strutture ai bisogni emersi
(terapeutici, di pronta accoglienza, di percorsi di autonomia post18)
4. Utilizzo di eventuali nuove strutture residenziali /diurne sperimentali per minori e
giovani adulti (post18)
ANNO 2014
SSC, ASS e Terzo Settore
1. Individuazione di criteri per la compartecipazione a livello economico fra i 5 Ambiti
per la sostenibilità del progetto Pronta Accoglienza
SSC e ASS 6
2. Applicazione di criteri omogenei di compartecipazione alla spesa della retta tra
SSC e ASS 6
SSC, ASS e Terzo Settore
3. Definizione a livello provinciale (Tavolo Minori) delle forme di governance nella
presa in carico sociale e sanitaria del minore inserito in comunità o in affido
4. Individuazione di accordi tra Aziende Sanitarie per la presa in carico terapeutica di
minori collocati fuori del territorio provinciale
SSC, ASS e Terzo Settore
50
5. Verifica e valutazione dello stato di attuazione delle varie azioni
ANNO 2015
SSC, ASS e Terzo Settore
1. Consolidamento della modalità operativa di lavoro con le comunità
2. Monitoraggio e verifica finale da presentare all’Assemblea dei Sindaci
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N° minori inseriti in strutture comunitarie;
N° minori in forme di affidamento familiare;
N° giornate di permanenza nelle comunità per minori;
N° famiglie coinvolte in progetti/intervento di recupero;
Risorse impiegate in progetti di promozione dell’affido familiare.
Valori attesi:
Con riferimento ai dati di flusso 2012 nel triennio 2013-2015:
Il numero di famiglie affidatarie cresce;
Il numero di minori inseriti in strutture comunitarie diminuisce;
Il numero dei minori in affidamento familiare aumenta;
Le giornate di permanenza nelle comunità per minori diminuiscono;
Il numero delle famiglie coinvolte in progetti/interventi di recupero cresce;
Evidenza delle risorse dedicate a progetti di promozione dell’affido familiare.
Ampliamento e diversificazione dell’offerta residenziale e/o semiresidenziale a
favore di minori e giovani
51
OBIETTIVO LOCALE
5.3
Promuovere interventi di aggregazione e
sostegno nell’area dell’infanzia ed adolescenza SOCIALE
MACROAZIONE
N. 5.3.1
Definizione di un piano coordinato di interventi nell’area dell’infanzia ed adolescenza
dell’Ambito Distrettuale 6.1
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche per la famiglia
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 3.1, 4.1, 4.5, 5.1
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, Scuole primarie e secondarie del territorio dell’Ambito
ANNO 2013
L’Equipe Infanzia ed Adolescenza dell’Ambito coordina gli interventi in atto e
possibili per la promozione dell’aggregazione e del sostegno a favore di bambini e
ragazzi, con particolare attenzione a:
- Progetto “socio educativo” dell’Ambito, per il sostegno educativo di bambini
e ragazzi in situazione di difficoltà;
- Progetto “Scuola a Colori” per la facilitazione dell’accoglienza di bambini
stranieri e delle loro famiglie nel sistema scolastico territoriale;
- Progetti di aggregazione pomeridiana in collaborazione con le scuole e le
comunità locali
- Partecipazione qualificata ai tavoli di coordinamento promossi dalla Regione
e dalle scuole secondarie superiori per interventi anti dispersione
- Collaborazione con le strutture di accoglienza per minori, specie con quelle
con sede nel territorio di Ambito e della Provincia, per analisi e progettualità
propositive;
- Raccordo con il Gruppo Inclusione dell’Ambito 6.1 per gli interventi di
sostegno afferenti al fondo regionale per interventi di inclusione nell’area
penale
ANNO 2014 Monitoraggio ed implementazione dei progetti in continuità dal 2013.
ANNO 2015 Monitoraggio ed analisi dei progetti avviati ai fini della programmazione del triennio
successivo
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. bambini / ragazzi seguiti dal progetto “socio-educativo” dell’Ambito
N. bambini e ragazzi stranieri seguiti dal progetto “Scuola a Colori” dell’Ambito
N. scuole coinvolte nei progetti di promozione dell’area infanzia ed adolescenza
N. Incontri di coordinamento con la rete scolastica anti dispersione
N. incontri di raccordo con le strutture per minori con sede nel territorio dell’Ambito e
della Provincia
N. incontri e progetti congiunti con il Gruppo Inclusione sociale.
52
OBIETTIVO
REGIONALE N. 10.1
Collegare gli interventi sociali e sociosanitari
programmati nei PDZ con specifiche azioni
inerenti le politiche familiari.
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 10.1.1
Creare sinergia e coordinamento tra i vari interventi socio-sanitari programmati da
SSC e ASS a favore delle famiglie e le attività messe in atto da soggetti non
istituzionali beneficiari di risorse pubbliche.(L.R.11/2006)
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche della famiglia (LR 11/2006)
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, ASS e associazioni locali che intervengono a favore della famiglia
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 1.2 – 4.5
ANNO 2013
SSC , ASS e associazioni locali che intervengono a favore della famiglia
1. Costituzione di un tavolo a livello di ambito distrettuale per l’analisi dell’attuale
offerta pubblica e privata messa in atto dai vari soggetti coinvolti a favore delle
famiglie
2. Confronto tra l’offerta ed i bisogni che i vari soggetti leggono nel territorio dei
Comuni dell’Ambito e costruzione di possibili collaborazione per la gestione di
progetti a sostegno delle famiglie
ANNO 2014
SSC , ASS e associazioni locali che intervengono a favore della famiglia
1. Studio di fattibilità per nuove prassi e risposte ai bisogni emersi (progetti di
coinvolgimento di associazioni/organizzazioni di famiglie)
2. Avvio delle nuove modalità operative
3. Monitoraggio delle attività messe in atto
ANNO 2015
SSC , ASS e associazioni locali che intervengono a favore della famiglia
1. Consolidamento delle nuove prassi operative integrate pubblico-privato con
sottoscrizione di eventuali convenzioni
2. Monitoraggio e valutazione finale.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N° famiglie coinvolte in progetti/intervento di recupero;
Valori attesi:
Il numero delle famiglie coinvolte in progetti/interventi di recupero cresce
53
OBIETTIVO
REGIONALE N. 10.1
Collegare gli interventi sociali e sociosanitari
programmati nei PDZ con specifiche azioni
inerenti le politiche familiari.
SOCIALE
MACROAZIONE
SOCIALE
N. 10.1.2
Predisposizione del “Piano locale per la Famiglia” dell’Ambito 6.1
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Piano regionale per la Famiglia
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 3.1, 4.1, 4.5, 10.1
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, Comuni, Associazioni di famiglie
ANNO 2013
Definizione nel sistema organizzativo dell’Ambito Distrettuale di momenti periodici di
confronto del servizio sociale professionale (coordinati dall’Equipe Infanzia e dal
Gruppo Inclusione Sociale) per l’analisi di fattibilità e coordinamento degli interventi
previsti dal Piano Regionale per la Famiglia, tenuto conto delle indicazioni in tal
senso assunte in vari momenti dall’Assemblea dei Sindaci.
Predisposizione di uno schema di “Piano locale per la Famiglia” dell’Ambito
suddiviso secondo gli schemi del piano regionale, da portare all’approvazione
dell’Assemblea dei Sindaci
ANNO 2014
Sviluppo dei contenuti del Piano Locale della Famiglia dell’Ambito 6.1.
Presentazione alla Regione dei risultati e dell’analisi delle azioni realizzate
ANNO 2015
Integrazione del Piano locale con le eventuali indicazioni programmatorie generali
della Regione.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. incontri del gruppo di lavoro per il Piano per la Famiglia
N. associazioni di famiglie aderenti al Piano
54
4.2 AREA DISABILITA’
PREMESSA.
Negli ultimi anni l’azione progettuale a favore delle persone con disabilità è stata orientata alla
diversificazione dei servizi offerti e ad una sempre maggior connessione con il territorio. Questo
processo, portato avanti in forma congiunta fra Ambiti, Distretti, Coordinamento sociosanitario, ha
consentito di configurare a livello provinciale il “sistema dell’abitare sociale” e il “sistema dei servizi
semiresidenziali e comunitari a rete” che verranno legittimati con il nuovo Atto di Delega,
attualmente in fase di stesura.
Le schede sotto riportate evidenziano come la scelta di diversificazione dell’offerta sia orientata da
un lato a soddisfare i bisogni socio-assistenziali legati all’età, dall’altro a costruire percorsi di presa
in carico comunitaria attraverso il sostegno alle reti formali e informali, viste come opportunità
inclusive che incentivano l’autonomia e l’autodeterminazione delle persone con disabilità.
Infine, l’apertura modulare dei centri semiresidenziali favorirà lo sviluppo di percorsi osservativi in
continuità con la scuola, per una migliore analisi delle capacità individuali.
In particolare per l’Ambito 6.1 il triennio di vigenza del Piano di Zona coinciderà con il periodo di
avvio e sviluppo della realizzazione del “piano locale per la disabilità” promosso dall’Ambito
seguendo la metodologia dell’istruttoria pubblica di co-progettazione.
55
OBIETTIVO
REGIONALE N. 6.1
Avviare un percorso di riqualificazione dei Centri
diurni per persone con disabilità finalizzato a:
- diversificare il sistema semiresidenziale per
adulti disabili con offerte adattabili alle esigenze
dei soggetti;
- promuovere soluzioni innovative alternative o
integrative dei centri diurni maggiormente in
grado di promuovere, in continuità educativa
con la scuola e la famiglia, percorsi di
autonomia personale e di inclusione sociale nei
diversi contesti comunitari.
SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 6.1.1
Estensione dell’organizzazione modulare a tutti i centri diurni a gestione diretta al
fine di favorire la continuità educativa con scuola e territorio
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
LR 41/96
Progetti a sostegno della domiciliarità
Piano triennale della disabilità 2011-2013
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 1.2 – 3.1 – 4.1 – 4.2 (EMDH) – 4.4
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC - ASS n. 6 (Servizi in delega e Coordinamento sociosanitario) – Distretto Ovest
– Comuni dell’Ambito – Provincia di Pordenone – Terzo Settore – Scuole di ogni
ordine e grado
ANNO 2013
SSC – ASS 6 – Distretto Ovest – Comuni – Provincia – Terzo Settore - Scuole
1. Ricognizione dello stato di fatto del sistema dei servizi semiresidenziali
dell’Ambito 6.1 per persone disabili. Evidenziazione dei punti di forza e di debolezza
2. Raccordo delle esperienze locali con il sistema provinciale dei servizi
semiresidenziali per persone disabili
3. Predisposizione di un nuovo piano organizzativo modulare del Centro Diurno di
Sacile
4. Predisposizione ed avvio sperimentale di attività presso il Laboratorio per Disabili
sito presso la costruenda fattoria sociale di Sacile
5. Ricognizione delle risorse territoriali del Terzo Settore e del privato for profit che
già hanno sviluppato progetti a favore dei disabili e/o sono disponibili a farlo.
56
ANNO 2014
SSC – ASS6 – Scuole – Provincia – Distretto Ovest – Terzo Settore
1. Avvio sperimentale del nuovo assetto organizzativo modulare aperto anche ai
soggetti provenienti dal territorio e dalla scuola
2. Analisi condivisa dei punti di forza e di debolezza dei percorsi avviati
3. Introduzione dei correttivi eventualmente necessari ed estensione degli interventi
modulari secondo un calendario articolato settimanale
4. Prosecuzione e sviluppo delle attività laboratoriali presso la fattoria sociale di
Sacile
ANNO 2015
SSC – ASS 6 – Terzo Settore
1. Verifica e valutazione della sperimentazione del nuovo assetto organizzativo del
Centro Diurno di Sacile e del Laboratorio presso la Fattoria sociale di Sacile.
2. Verifica e valutazione della sperimentazione del nuovo piano di trasporto per
persone disabili. Confronto attori coinvolti su relazione predisposta dalla Provincia
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. giovani disabili che a conclusione del percorso scolastico sono inseriti in
programmi educativi e di inclusione sociale alternativi o integrativi dei centri diurni.
Valore atteso
Con riferimento al 31.12.2012, nel triennio 2013-2015 un numero crescente di
disabili sperimenta percorsi educativi e di inclusione sociale alternativi ai centri
diurni.
57
OBIETTIVO
REGIONALE N. 6.1
Avviare un percorso di riqualificazione dei Centri
diurni per persone con disabilità finalizzato a:
- diversificare il sistema semiresidenziale per
adulti disabili con offerte adattabili alle esigenze
dei soggetti;
- promuovere soluzioni innovative alternative o
integrative dei centri diurni maggiormente in
grado di promuovere, in continuità educativa
con la scuola e la famiglia, percorsi di
autonomia personale e di inclusione sociale nei
diversi contesti comunitari.
SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 6.1.2
Individuazione di contesti comunitari inclusivi nei quali sperimentare processi di
autonomia individuale e promuovere nuovi modelli organizzativi alternativi a quelli
dei centri diurni
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
LR 41/96
Fondo per l’Autonomia Possibile
Progetti a sostegno della domiciliarità
Piano triennale della disabilità 2011-2013
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 4.2 (EMDH) – 4.4 – 4.5
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC - ASS n. 6 (Servizi in delega e Coordinamento sociosanitario) – Distretto Ovest
- Cooperazione sociale - Provincia di Pordenone
ANNO 2013
ASS e SSC
1. Condivisione operativa aperta a tutti i possibili soggetti interessati per
l’individuazione delle risorse utilizzabili quale “palestre” per le autonomie
individuali delle persone con disabilità, con riferimento ad esempio, anche
se non esaustivo, a:
- Appartamenti a Sacile (proprietà dell’ASS)
- Immobile di San Giovanni di Livenza (proprietà del Comune di Sacile)
- Casa Padiel (Aviano)
2. Condivisione operativa e sviluppo di attività già avviate in tema di sviluppo
dell’autonomia delle persone disabili con riferimento ad esempio, anche se
non esaustivo, a:
- Progetto area verde “Un giardino per tutti”
- Progetto Pet Therapy
- Laboratorio Artisti di Strada
- Orto sociale di San Giovanni di Livenza
58
- Fattoria sociale San Floriano
3. Conclusione della fase di studio di fattibilità di una fondazione di
partecipazione tra ASS e SSC per l’ “housing sociale” con particolare
attenzione alle risorse per l’autonomia delle persone disabili
ANNO 2014
ASS e SSC
1. Valutazione e apporto delle eventuali modifiche necessarie
all’implementazione dei percorsi avviati
2. Analisi di possibili altre situazioni dove poter avviare sperimentazioni di
autonomia individuale
3. Esecuzione di quanto espresso dallo studio di fattibilità per l‘avvio
sperimentale di una fondazione di partecipazione per l’housing sociale
ANNO 2015
ASS e SSC
1) Valutazione e prosecuzione con i necessari adeguamenti delle progettazioni
in essere
2) Messa a sistema nella rete dei servizi delle esperienze consolidate
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
Evidenza del sistema di offerta diversificato per intensità della cura e dell’assistenza.
N. giovani disabili che a conclusione del percorso scolastico sono inseriti in
programmi educativi e di inclusione sociale alternativi o integrativi dei centri diurni.
Valore atteso
Con riferimento al 31.12.2012, nel triennio 2013-2015 un numero crescente di
disabili sperimenta percorsi educativi e di inclusione sociale alternativi ai centri
diurni.
59
OBIETTIVO
REGIONALE N. 6.1
Avviare un percorso di riqualificazione dei Centri
diurni per persone con disabilità finalizzato a:
- diversificare il sistema semiresidenziale per
adulti disabili con offerte adattabili alle esigenze
dei soggetti;
- promuovere soluzioni innovative alternative o
integrative dei centri diurni maggiormente in
grado di promuovere, in continuità educativa
con la scuola e la famiglia, percorsi di
autonomia personale e di inclusione sociale nei
diversi contesti comunitari.
SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 6.1.3
Sviluppo del modello organizzativo a rete delle fattorie sociali come modello
inclusivo innovativo, da attuare in contesto rurale.
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
LR 41/96
Fondo per l’Autonomia Possibile
Progetti a sostegno della domiciliarità
Piano triennale della disabilità 2011-2013
Politiche agricole e commercio
Sperimentazione regionale sulle Fattorie Sociali
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 4.2, 4.3,4.4
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC – ASS6 (Coordinamento sociosanitario e servizi in delega) – DSM – Distretto
Ovest – Terzo Settore – Forum delle Fattorie sociali – Provincia di Pordenone –
Area Welfare ASS 5
ANNO 2013
ASS, SSC e Provincia
1. Condivisione e continuità delle azioni previste dal Piano triennale per la Disabilità
integrando gli interventi della sperimentazione regionale sulle fattorie sociali con le
proposte del Forum provinciale delle fattorie sociali
ASS e SSC coordinano:
1. Conclusione del percorso di accompagnamento curato dall’Area Welfare dell’ASS
5 e finalizzato alla costituzione di una fondazione di partecipazione per l’housing
sociale centrata sulla costruenda fattoria sociale di Sacile
2. Avvio del percorso di programmazione delle attività in previsione della
conclusione dei lavori di sistemazione della fattoria sociale
60
ANNO 2014
ASS e SSC coordinano:
1. Monitoraggio, valutazione e consolidamento delle esperienze in atto
2. Avvio sperimentale di attività presso la struttura della fattoria sociale di Sacile con
attenzione agli assi “lavoro”, “abitare” ed “inclusione”;
3. Sviluppo delle collaborazioni con la rete territoriale promossa dal Forum
provinciale delle fattorie sociali e dalla sperimentazione regionale sulle Fattorie
Sociali
ANNO 2015
ASS e SSC coordinano:
1. Monitoraggio, valutazione e consolidamento delle esperienze in atto,
2. Valutazione e apporto di eventuali modifiche al processo di potenziamento della
rete delle fattorie sociali o dei servizi da queste offerte
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N° di progettualità avviate
N° di soggetti disabili inseriti nelle progettualità avviate
N° di collaborazioni avviate con il Forum provinciale delle Fattorie sociali
61
OBIETTIVO
REGIONALE N. 6.1
Avviare un percorso di riqualificazione dei Centri
diurni per persone con disabilità finalizzato a:
- diversificare il sistema semiresidenziale per
adulti disabili con offerte adattabili alle esigenze
dei soggetti;
- promuovere soluzioni innovative alternative o
integrative dei centri diurni maggiormente in
grado di promuovere, in continuità educativa
con la scuola e la famiglia, percorsi di
autonomia personale e di inclusione sociale nei
diversi contesti comunitari.
SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 6.1.4
Avvio di un processo di sperimentazione finalizzato alla diversificazione dei sistemi
semiresidenziali e residenziali attraverso soluzioni integrative ed orientate ad offrire
una risposta mirata alle persone disabili con prevalenza di bisogni assistenziali legati
all’età
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
LR 41/96
Fondo per l’Autonomia Possibile
Progetti a sostegno della domiciliarità
Piano Locale per la Domiciliarità dell’Ambito 6.1
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 4.1 - 4.3, 4.4, 4.5
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC – ASS n. 6 – Distretto Ovest - Provincia di Pordenone
ANNO 2013
ASS e SSC coordinano:
1. Concorso alla rilevazione provinciale del bisogno semiresidenziale e di
residenzialità delle persone disabili che invecchiano e della potenziale offerta
esistente
2. Studio di fattibilità di un riordino del sistema di offerta in atto per:
- Declinare nuove modalità di presa in carico delle persone disabili che
invecchiano;
- Definire un sistema di domiciliarità articolato secondo un’impostazione
modulare e flessibile;
- Avviare azioni propedeutiche verso l’abitare sociale con persone disabili
ANNO 2014
ASS e SSC coordinano:
1. Avvio di progettualità per sperimentare il nuovo sistema di offerta di
semiresidenzialità e residenzialità di persone disabili che invecchiano;
2. Sperimentazione di forme di abitare sociale
62
ANNO 2015
ASS e SSC coordinano:
1. Monitoraggio e valutazione delle progettualità sperimentate in vista di un loro
consolidamento e messa a sistema
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
Evidenza del sistema di offerta diversificato per intensità di cura ed assistenza
N° beneficiari delle esperienze avviate articolati per classi di età
63
OBIETTIVO
LOCALE N. 6.2
Sperimentare modelli innovativi di
affidamento di servizi nell’area della disabilità
X SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 6.2.1
Sperimentazione dell’istruttoria pubblica di coprogettazione per la
realizzazione di un piano integrato di interventi e servizi nell’area della
disabilità
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
LR 41/96
Fondo per l’Autonomia Possibile
Progetti a sostegno della domiciliarità
Piano Locale per la Domiciliarità dell’Ambito 6.1
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 1.1, 1.2, 3.1, 4.4, 4.5
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC – ASS6 - Terzo Settore
ANNO 2013
SSC, ASS 6 e Terzo Settore
1. Conclusione della coprogettazione per un piano locale per la disabilità avviata con
avviso pubblico a fine 2012
2. Condivisione con i soggetti partner selezionati dell’offerta di servizi ed interventi
da articolare nei confronti delle persone disabili, tenuto anche conto delle altre
macro azioni del Piano di Zona.
SSC e ASS 6
3. Condivisione dei momenti di integrazione sociosanitaria previsti nella
coprogettazione, come indicato nell’avviso pubblico.
ANNO 2014
SSC, ASS 6 e Terzo Settore
1. Monitoraggio e valutazione della progettualità sperimentale messa in atto
SSC e ASS 6
2 Relazione ad Assemblea dei Sindaci su sviluppo della coprogettazione
ANNO 2015
SSC e ASS e Terzo settore
1. Monitoraggio e valutazione della progettualità sperimentale in funzione di una
eventuale continuità temporale dell’affidamento del servizio
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
Evidenza dei report di monitoraggio e valutazione della coprogettazione.
N. soggetti del Terzo settore coinvolti nella sperimentazione (analisi longitudinale)
64
OBIETTIVO
LOCALE N. 6.3
Sperimentare modelli innovativi di inclusione
ed integrazione dei bambini disabili
X SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 6.3.1
Sperimentazione di un modello per l’interazione ed integrazione dei bambini disabili
gravi e gravissimi nel sistema scolastico
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
LR 41/96
Politiche educative e scolastiche
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 4.5
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC – ASS 6 – Scuole primarie e secondarie di primo grado
ANNO 2013
SSC ASS6 e Scuole
1. Sviluppo delle attività sperimentali avviate nel 2012 per quanto riguarda
l’inserimento di bambini disabili gravi nel mondo della scuola
2. Analisi per una implementazione del progetto in più contesti scolastici del territorio
dell’Ambito
ANNO 2014
SSC e ASS:
1. Monitoraggio e valutazione delle progettualità sperimentate
2. implementazione del progetto in contesti scolastici diversi da quello di
sperimentazione, qualora l’analisi di fattibilità (punto 2 anno 2013) ne rivelasse la
possibilità/opportunità.
ANNO 2015
SSC e ASS coordinano:
1. Monitoraggio e valutazione delle progettualità sperimentate per la previsione di
una messa a sistema del servizio nella rete integrata del territorio dell’Ambito
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N° bambini gravi seguiti dal progetto (2013-2014-2015)
65
4.3 AREA ANZIANI
PREMESSA.
Il lavoro congiunto tra Ambiti e Distretti socio-sanitari della Provincia di Pordenone ha posto
l’attenzione, per quanto riguarda la sezione del PDZ dedicata alle persone anziane ed ai macro
obiettivi specifici per gli anziani, sulla specificità dei territori sulle politiche sociali già in atto
nell’area della domiciliarità e sulla rinnovata attenzione per quanto riguarda interventi di ampio
respiro, trasversali e quindi a livello di ASS 6, sul tema della promozione della salute.
Nello specifico di quest’area, il lavoro di Ambito 6.1, Distretto Ovest e ASS 6 si concentrerà su due
filoni:
- sulla promozione della salute, in ragione del fatto che la maggioranza dei Comuni
dell’Ambito aderisce alla Rete Nazionale delle Città Sane, con raccordo quindi tra le
iniziative nazionali e quelle che localmente saranno coordinate o promosse direttamente
dal Dipartimento della Prevenzione;
- sullo sviluppo del “Piano Locale per la Domiciliarità” dell’Ambito 6.1, approvato
dall’Assemblea dei Sindaci nel luglio del 2011 (cui si rimanda per i dettagli) e che si
presenta come un articolato documento programmatorio che riprende praticamente tutti gli
obiettivi delle linee guida del Piano di Zona.
66
OBIETTIVO
REGIONALE N. 7.1 Promuovere interventi di
promozione della salute e di prevenzione delle
disabilità nell’anziano
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 7.1.1
Sviluppo di opportunità inerenti la promozione di stili di vita sani (almeno un
programma all’anno), attraverso la costituzione di una rete territoriale di soggetti
portatori di interesse per la promozione della salute e la prevenzione degli incidenti
domestici nella terza età.
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche sociosanitarie per la prevenzione, politiche del lavoro, politiche abitative
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 1.2 – 2.1 – 3.1 – 4.4 – 4.5
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
ASS 6 – Dipartimento di Prevenzione – SSC – Distretto Ovest – Terzo Settore –
Sindacati Pensionati
ANNO 2013
SSC – ASS 6 – Dipartimento di Prevenzione
1. Individuazione delle priorità nelle aree più vulnerabili della popolazione anziana,
sulla scorta dell’analisi combinata dei dati di utenza, epidemiologici, professionali e
derivanti dai progetti istituzionali esistenti.
2. Predisposizione di un documento finale a cura dell’ASS 6
ASS6 – Dip. Prevenzione – SSC – Distretto Ovest – Terzo Settore – Sindacati
Pensionati
3. Mappatura dei diversi progetti di promozione della salute degli anziani attivi sul
territorio (istituzionali e non), a cura dell’ASS6 con la collaborazione del SSC
4. Analisi e sistematizzazione degli interventi del privato sociale da effettuarsi in
maniera partecipata con il Terzo Settore all’interno dei tavoli di coprogettazione
SSC – ASS6 – Dip. Prevenzione – Comuni – Terzo Settore – Sindacati
Pensionati
5. Confronto e valutazione dei punti di forza e di contatto tra le varie iniziative e
promozione della loro integrazione in un’ottica di coprogettazione comune, in
particolare nelle aree dell’ “alimentazione”, “promozione della vita attiva” e
“prevenzione degli incidenti casalinghi”.
6. Elaborazione di eventuali altri progetti integrativi dell’offerta esistente.
ANNO 2014
ASS6 – Dip. Prevenzione – SSC – Distretto Ovest – Terzo Settore – Sindacati
Pensionati
1. Realizzazione delle proposte integrative all’offerta esistente
SSC – ASS6 – Dip. Prevenzione – Distretto Ovest
2. Elaborazione di un sistema di monitoraggio delle progettualità a cura dell’ASS 6 e
Dip. Prevenzione
67
ANNO 2015
ASS6 – Dip. Prevenzione – SSC – Distretto Ovest – Terzo Settore – Sindacati
Pensionati
1. Consolidamento dell’offerta integrata
2. Monitoraggio, valutazione e correzione dell’offerta integrata
SSC – ASS6 – Comuni – Associazioni di Volontariato – Sindacati Pensionati
3. Confronto e valutazione finale sulle attività poste in essere nel triennio
4. Relazione in Assemblea dei Sindaci
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N° iniziative di promozione della salute
N° anziani coinvolti in programmi di promozione della salute
Evidenza dei documenti di pianificazione delle attività nonché del monitoraggio e
valutazione
Valore atteso:
Ogni anno viene realizzato almeno un programma di promozione della salute in
collaborazione con i destinatari e coinvolgendo soggetti della comunità.
Un numero crescente di anziani nel triennio 2013-2015 è coinvolto in programmi di
promozione alla salute.
68
OBIETTIVO
REGIONALE N. 7.2
Sviluppare la domiciliarità, sostenere le famiglie,
qualificare il lavoro di cura degli assistenti
familiari, sperimentare soluzioni innovative di
risposta residenziale (es. utilizzo condiviso di civili
abitazioni per favorire forme di convivenza per
anziani soli..) per ampliare le possibilità anche di
coloro che necessitano di assistenza e cure di
vivere in contesti di vita non istituzionalizzanti
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 7.2.1 Azioni per la promozione di un sistema della domiciliarità
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Piano domiciliarità dell’Ambito Distrettuale 6.1
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 2.1 – 3.1 - 4.4, 4.5 - 4.6
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, ASS 6, Terzo Settore. Comuni dell’Ambito – Strutture semiresidenziali per
anziani – Assistenti familiari – Provincia di Pordenone – Enti di formazione – Privati
for profit
ANNO 2013
Tutti i soggetti della macroazione – coordinamento a cura del SSC
1. Sviluppo ed implementazione del Piano Locale per la Domiciliarità
dell’Ambito 6.1 approvato dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito nel luglio
2011 (cui si rimanda) e che, tenuto conto del percorso di approfondimento
conoscitivo delle condizioni sociosanitarie delle persone residenti nel
territorio dell’Ambito Distrettuale, prevede tra l’altro:
- Interventi di sostegno alle famiglie che assistono in casa persone non
autosufficienti;
- Interventi di formazione e supporto ai care givers anche su tematiche di
promozione della salute
- Modalità di erogazione degli interventi e servizi a favore della domiciliarità
- Impiego di tecnologie anche innovative di assistenza
- Partecipazione di organismi anche privati a supporto della domiciliarità;
- Azioni di promozione di interventi sperimentali che perseguono l’obiettivo di
introdurre modelli organizzativi e gestionali innovativi in un’ottica di
domiciliarità avanzata;
- Sperimentazione di soluzioni innovative di risposta residenziale.
2. Conclusione dell’istruttoria pubblica di coprogettazione (avvio a fine 2012)
per l’individuazione di soggetti per la realizzazione di un sistema integrato di
interventi per la domiciliarità che tenga conto degli obiettivi del Piano locale
69
dell’Ambito e delle Linee Guida regionali
3. Relazione all’Assemblea dei Sindaci sulla coprogettazione
ANNO 2014 Tutti i soggetti della macroazione – coordinamento a cura del SSC)
1.Monitoraggio e valutazione dell’attività sperimentale in atto
ANNO 2015
Tutti i soggetti della macroazione – coordinamento a cura del SSC)
1.Monitoraggio e valutazione della progettualità sperimentate in vista di una
eventuale continuità temporale dell’affidamento del servizio
SSC e ASS6
2. Confronto generale con l’Assemblea dei Sindaci sulle politiche di sviluppo tra
domiciliarità e residenzialità.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
Evidenza di report descrittivi della coprogettazione del piano della domiciliarità
N. anziani coinvolti nelle varie attività del “Piano Locale per la Domiciliarità”
N soggetti istituzionali e non istituzionali coinvolti
Rapporto tra n. anziani residenti nell’Ambito distrettuale e n. anziani provenienti dal
medesimo Ambito accolti in strutture per anziani (compresi quelli accolti in strutture
situate in ambiti territoriali diversi)
Valore atteso
Con riferimento al 31.12.2012, nel triennio 2013 – 2015 il rapporto tende ad
aumentare
70
OBIETTIVO
REGIONALE N. 7.2
Sviluppare la domiciliarità, sostenere le famiglie,
qualificare il lavoro di cura degli assistenti
familiari, sperimentare soluzioni innovative di
risposta residenziale (es. utilizzo condiviso di civili
abitazioni per favorire forme di convivenza per
anziani soli..) per ampliare le possibilità anche di
coloro che necessitano di assistenza e cure di
vivere in contesti di vita non istituzionalizzanti
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 7.2.2
Messa a regime della lista unica e monitoraggio delle liste d’attesa per ingressi nelle
strutture residenziali
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche per la famiglia
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 3.1 - 4.5 - 4.6
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, ASS, Distretto Ovest, Comuni, Settore politiche sociali dei Comuni, Case di
Riposo,
ANNO 2013
SSC e ASS coordinano gli altri soggetti per:
1. Analisi dell’impatto dell’utilizzo della lista unica e delle ricadute organizzative
dell’attuale sistema di accesso.
2.Rilevazione delle potenzialità, criticità e dei possibili sviluppi del sistema
3. Predisposizione di un documento sull’analisi del sistema della lista unica
SSC, ASS e Distretto Ovest:
4. Confronto in Assemblea dei Sindaci sull’’analisi della lista unica.
ANNO 2014
SSC e ASS coordinano gli altri soggetti per:
1. Eventuale rivalutazione dei criteri di accesso alle diverse strutture, tenendo conto
anche di nuove opportunità residenziali autorizzate nell’Ambito
2. Riconsiderare possibili canali di accesso preferenziali per urgenza e l’integrazione
con i servizi per la domiciliarità
ANNO 2015
SSC e ASS coordinano gli altri soggetti per:
1. Messa a regime delle eventuali modifiche concordate sull’accesso unico alle
strutture residenziali per anziani nel territorio dell’Ambito 6.1
2. Formalizzazione della procedura della lista unica ad opera dell’Assemblea dei
Sindaci
3. Confronto generale con l’Assemblea dei Sindaci sulle politiche di sviluppo tra
domiciliarità e residenzialità
71
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
Documenti descrittivi delle analisi della lista unica
Rapporto tra n. anziani residenti nell’Ambito Distrettuale e n. anziani provenienti dal
medesimo Ambito accolti in strutture per anziani (compresi quelli accolti in strutture
situate in ambiti territoriali diversi)
Valore atteso:
Con riferimento al 31.12.2012, nel triennio 2013-2015 il rapporto tende ad
aumentare.
72
OBIETTIVO
REGIONALE N. 7.2
Sviluppare la domiciliarità, sostenere le famiglie,
qualificare il lavoro di cura degli assistenti
familiari, sperimentare soluzioni innovative di
risposta residenziale (es. utilizzo condiviso di civili
abitazioni per favorire forme di convivenza per
anziani soli..) per ampliare le possibilità anche di
coloro che necessitano di assistenza e cure di
vivere in contesti di vita non istituzionalizzanti
SOCIALE
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 7.2.3
Potenziamento di “funzioni respiro” orientate alla domiciliarità unitamente alla
qualificazione del lavoro delle assistenti familiari, sperimentando formule di
assistenza diversificate ed innovative.
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche della formazione professionale
Politiche per la famiglia,
FAP
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 4.4 – 4.5 – 4.6
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, ASS 6, Distretti, Terzo Settore, sistema regionale di gestione delle assistenti
familiari – RSA/Case di Riposo
ANNO 2013
Il SSC in collaborazione con ASS 6 e Terzo Settore, sviluppa:
1. la prosecuzione di percorso di accompagnamento (con formazione e
supervisione) rivolto alle assistenti familiari rispetto alla gestione della persona
anziana, anche e soprattutto di fronte a situazioni con demenza (formazione
teorico/pratica, eventuali interventi di affiancamento presso il domicilio con finalità
educativa, ecc.);
2. concomitante sperimentazione di interventi volti a promuovere il benessere delle
assistenti familiari (creazione/messa a disposizione di luoghi d’incontro, proposte di
attività motoria con finalità riabilitativa, ecc.);
3. sperimentazione locale (in almeno uno degli) negli Ambiti (almeno uno) di
soluzioni di tipo “funzioni respiro” in linea con il tema dell’ “abitare sociale" (badanti
di corte, appartamenti protetti, riconversione di strutture esistenti, ecc.);
ANNO 2014
Il SSC in collaborazione con ASS 6 e Terzo Settore, con confronto e raccordo
a livello provinciale, prevede:
1. Prima verifica e migliore definizione dei percorsi formativi avviati;
2. Prosieguo delle attività a favore del benessere delle assistenti familiari con
adeguamento rispetto alle eventuali criticità riscontrate nel primo anno di attività.
3. verifica delle sperimentazioni in atto.
73
ANNO 2015
Il SSC in collaborazione con ASS 6 e Terzo Settore, con confronto e raccordo
a livello provinciale, prevede:
1. Analisi e verifica “in situazione” del miglioramento delle competenze professionali
acquisite in ragione dei percorsi formativi avviati.
2. Consolidamento delle azioni a favore del benessere delle assistenti familiari.
3. Valutazione finale della sperimentazione al fine di un suo consolidamento e
messa a sistema nella rete dei servizi.
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
Rapporto tra n. anziani residenti nell’ambito distrettuale e n. anziani provenienti dal
medesimo ambito accolti in strutture per anziani (compresi quelli accolti in strutture
situate in ambiti territoriali diversi).
N. anziani presi in carico in modo integrato nel periodo della sperimentazione.
Valore atteso:
Con riferimento al 31.12.2012, nel triennio 2013-2015 il rapporto tende ad
aumentare.
74
OBIETTIVO LOCALE
7.3
Promuovere interventi di sostegno e di protezione
nei confronti della persona socialmente fragile
tramite la figura dell’Amministratore di sostegno. SOCIALE
MACROAZIONE
N. 7.3.1
Predisposizione di un “Piano locale di Ambito per la promozione
dell’Amministrazione di sostegno”
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
L. 6/2004, L.R. 19/2010 e Regolamento Regione FVG 190 del 02.08.2011
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 3.1, 4.1, 4.5, 7.2
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, Tribunale, Associazioni di volontariato, Comuni
ANNO 2013
Avvio del sistema integrato per la promozione dell’amministrazione di sostegno
definito con la procedura dell’istruttoria pubblica di coprogettazione chiusa a fine
2012.
Stesura dell’accordo sostitutivo di procedimento con i soggetti iscritti al Registro
regionale di cui alla LR 19/2010 e selezionati
Presentazione di istanza di co-finanziamento alla Regione ai sensi della LR 19/2010
sia per attività di promozione e sensibilizzazione che di sportello per
l’amministrazione di sostegno
ANNO 2014
Continuità del sistema integrato per la promozione dell’amministrazione di sostegno
Presentazione di istanza di co-finanziamento alla Regione ai sensi della LR 19/2010
sia per attività di promozione e sensibilizzazione che di sportello per
l’amministrazione di sostegno
ANNO 2015
Continuità del sistema integrato per la promozione dell’amministrazione di sostegno
Presentazione di istanza di co-finanziamento alla Regione ai sensi della LR 19/2010
sia per attività di promozione e sensibilizzazione che di sportello per
l’amministrazione di sostegno
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. corsi formativi attivati e distinti in corsi di base e di specializzazione
N. partecipanti ai corsi
Nr soggetti disponibili all’amministrazione di sostegno iscritti all’elenco di Ambito
(base 2012: 7)
N. incontri tematici o di approfondimento con le comunità locali, le amministrazioni, i
servizi sociali e socio-sanitari
Valore atteso
Aumento dei soggetti disponibili all’esercizio della funzione di amministratore di
sostegno
75
PREMESSA INTEGRATIVA ALLE SCHEDE DELLE AREE 4.4 E 4.5
I lavori che hanno visto coinvolti Ambiti e l’ASS 6 nella condivisione di cornici di riferimento comuni
per quanto attiene le macro azioni di integrazione sociosanitaria, hanno posto particolare
attenzione sul versante dell’integrazione lavorativa come elemento portante di progetti di
inclusione in più dimensioni del bisogno sociale e socio-sanitario, con la partecipazione attiva dei
competenti Servizi della Provincia.
In tale contesto operativo comune, si è rilevato che nell’esperienza del territorio del Pordenonese
esiste una sorta di continuum di opportunità, sperimentazioni possibili, servizi già in atto, tra i
momenti dell’inserimento lavorativo per disabili o soggetti con problema di dipendenze e salute
mentale (con riferimento quindi all’obiettivo regionale 8) e i momenti dell’integrazione lavorativa
quale misura prevalente di contrasto alla povertà (con riferimento quindi all’obiettivo regionale 9).
E’ opinione comune tra i servizi sociali, socio-sanitari e della Provincia che la previsione di
un’organizzazione comune ed a un livello territoriale aziendale sul tema del lavoro sia la
condizione più favorevole per arricchire la personalizzazione ed appropriatezza di progetti
individualizzati di inclusione sociale, nel senso più ampio del termine.
E’ per questa ragione che si ritiene utile inviare congiuntamente le schede per gli obiettivi 8 e 9.
4.4 AREA DISABILITA’ DIPENDENZE E SALUTE MENTALE IN TEMA DI INSERIMENTO
LAVORATIVO
Le politiche del lavoro rivestono da sempre un ruolo centrale del nucleo originario dei sistemi di
protezione sociale. L'orientamento consolidato negli anni ha perseguito l'obiettivo di rafforzare
costantemente la capacità di inserimento lavorativo anche dei soggetti che a causa di disabilità o
patologie manifestano una particolare fragilità in vari aspetti del loro funzionamento. Negli anni
sono andate pertanto crescendo le categorie di persone ( disabili, alcoolisti, dipendenti da altre
sostanze, pazienti psichiatrici)che possono beneficiare di percorsi di cura comprendenti interventi e
servizi di tipo anche occupazionale, considerati parte integrante dei percorsi trattamentali
sanitari. Lo sviluppo all'interno dell'Azienda per i Servizi Sanitari del SIL - delegato dai Comuni -e
finalizzato alle persone con disabilità, ha determinato l'opportunità di produrre una riflessione sia di
ordine riorganizzativo (legata all'ipotesi di razionalizzare l'uso di risorse specializzate nell'area
dell'inserimento lavorativo e sociale a favore di tutta l'utenza in carico ai servizi aziendali) sia
relativa allo sviluppo di forme occupazionali innovative legate alla sperimentazione e alla messa a
regime di iniziative di economia solidale locale che soddisfano comunque esigenze delle comunità
locali e che interessano persone in carico ai servizi aziendali per la salute mentale, per le
dipendenze e per la disabilità con una progettazione personalizzata definita nell'UVD o nell'EMDH.
76
OBIETTIVO
REGIONALE N. 8.1
Favorire lo sviluppo di opportunità lavorative e di
inclusione sociale per le persone svantaggiate nell’ambito
di nuovi accordi pubblico-privato, di reti locali di economia
solidale e di filiere produttive di economia sociale.
X SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 8.1.1
Incremento delle opportunità di integrazione lavorativa delle persone svantaggiate
attraverso forme di integrazione funzionale dei servizi che si occupano
istituzionalmente di percorsi d’inclusione e di reinserimento lavorativo di persone
disabili, con patologie psichiatriche o con problematiche di dipendenza
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche del lavoro
Politiche della formazione
Politiche scolastiche ed educative
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE
1.2 – 3.1 – 4.2 – 4.3 – 4.4 – 4.6
ALTRE AZIONI
COLLEGATE
Accordo operativo tra l’Amministrazione Provinciale e l’Ente Gestore del Servizio
Sociale dei Comuni dell’Ambito Distrettuale Est, dell’Ambito Distrettuale Sud,
dell’Ambito Distrettuale Ovest, dell’Ambito Distrettuale Nord, dell’Ambito Distrettuale
Urbano, l’Azienda per i Servizi Sanitari n° 6 ”Friuli occidentale” per la realizzazione
delle azioni nell’area della disabilità e del Piano Triennale Sperimentale della
disabilità 2011-2013
Sistema d’inserimento lavorativo l.68/99 “Legge per il collocamento mirato disabili
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
ASS 6, (DSM, Ser.T, SIL) , Provincia ( politiche sociali e lavoro) , SSC
ANNO 2013
ASS 6, (SIL, DSM, Ser.T, Dipendenze, Dipartimento di Prevenzione) e Provincia
( COMIDIS), SSC - Responsabilità Ass6
1. informazione e condivisione delle conoscenze con i partner del percorso, in
ordine al modello organizzativo esistente nell'area degli inserimenti lavorativi
protetti -Comidis-sil-area del collocamento mirato-, con la definizione dei vari
mandati istituzionali e delle aree di sovrapposizione/gestione congiunta
evidenziando le risorse impiegate
2. Ricognizione delle risorse esistenti e ricostruzione dei diversi percorsi
attualmente previsti dall’ASS (Salute mentale e dipendenze) dal SIL e dai
Servizi per l'impiego per quanto attiene gli inserimenti lavorativi delle
persone in carico ai servizi socio sanitari e delle persone disabili.
3. Produzione di un documento di sintesi di quanto rilevato attraverso la
ricognizione con particolare attenzione ai seguenti punti:
77
a) progettazione personalizzata;
b) valutazione multidisciplinare orientata alla definizione di profili socio lavorativi
(compresa l’attività valutativa legata alle commissioni L68/99);
c) distinzione tra percorsi di propedeutica all’inserimenti/ integrazione lavorativa
e interventi finalizzati all'inserimento lavorativo;
d) partnership con la cooperazione sociale in tema di progettazione
dell’inserimento/integrazione lavorativa.
e) Partnership con Provincia per la progettazione Fondo disabili con eventuale
coinvolgimento del SSC
ASS 6, (SIL, DSM, Ser.T, Dipendenze Dipartimento di Prevenzione) Provincia
(Comidis, politiche del lavoro e politiche sociali) e gli SSC / COMUNI -
Responsabilità Ass6
4. Predisposizione di un piano di riorganizzazione (studio preliminare) dei servizi
e degli strumenti di propedeutica al lavoro, di integrazione socio-lavorativa e
di d’inserimento lavorativo. Il documento dovrà articolarsi con focus specifici
nel merito di:
a) riorganizzazione delle attività, tipologie d’intervento e strumenti nell’ottica di
una specializzazione /integrazione funzionale ed estensione dei compiti del
SIL
b) revisione dei criteri di riparto della spesa tra ASS 6 e Comuni/SSC;
c) aree di integrazione progettuale e funzionale tra ASS, CPI/Provincia (
Comidis, sociale e lavoro) e SSC;
d) modelli di partnership con la cooperazione sociale.
ANNO 2014
ASS 6, SSC/Comuni, Provincia - Responsabilità Ass6
1. Elaborazione e assunzione di un protocollo finalizzato alla formalizzazione
nelle Assemblee dei Sindaci della presa in carico integrata rispetto agli
inserimenti lavorativi delle persone svantaggiate in carico ai servizi socio
sanitari, come da piano di riorganizzazione funzionale dei servizi e
specificazione del raccordo con l'area sociale sia tramite una condivisione
metodologica del processo di continuità assistenziale della persona che
transita tra i servizi nel rispetto dell'evoluzione dei suoi bisogni, sia tramite la
condivisione di strumenti idonei all'obiettivo appena menzionato( vedi scheda
9.1)
ASS 6, (SIL, DSM, Ser.T, Dipendenze) Provincia e gli SSC - Responsabilità
condivisa
2. Applicazione del protocollo
3. Predisposizione di strumenti di rendicontazione e di accountability appropriati
al sistema sviluppato
78
ANNO 2015
ASS 6, (SIL, DSM, Ser.T, Dipendenze) Provincia e gli SSC - Responsabilità
condivisa
1. Valutazione dei risultati
2. Relazione all’Assemblea
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. di persone svantaggiate inserite in contesti lavorativi
n° inserimenti lavorativi
n° inserimenti con obiettivi di integrazione sociale
n° inserimenti in laboratori protetti
Valori attesi
Con riferimento ai dati di flusso 2012, nel triennio 2013 -2015 le persone svantaggiate
che sperimentano opportunità lavorative e di inclusione sociale aumentano.
79
OBIETTIVO
REGIONALE N. 8.1
Favorire lo sviluppo di opportunità lavorative e di
inclusione sociale per le persone svantaggiate
nell’ambito di nuovi accordi pubblico-privato, di reti locali
di economia solidale e di filiere produttive di economia
sociale.
X SOCIALE
X
SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 8.1.2
Incremento delle opportunità di integrazione lavorativa delle persone
svantaggiate attraverso progetti di sviluppo dell’agricoltura sociale e di
contesti sperimentali e osservativi con particolare attenzione alle azioni
propedeutiche di sviluppo di autonomie rivolte a giovani nelle fasi di
continuità scolastica e orientamento o di conclusione percorsi o
dimissione
INTEGRAZIONE CON
ALTRE POLITICHE Politiche del lavoro, politiche della formazione
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE
1 1.2, 3.1, 4.2, 4.3, 4.4,4.6,6.1, 6.1.3 9.1
ALTRE AZIONI
COLLEGATE
Accordo operativo tra l’Amministrazione Provinciale e l’Ente Gestore del Servizio
Sociale dei Comuni dell’Ambito Distrettuale Est, dell’Ambito Distrettuale Sud,
dell’Ambito Distrettuale Ovest, dell’Ambito Distrettuale Nord, dell’Ambito
Distrettuale Urbano, l’Azienda per i Servizi Sanitari n° 6 ”Friuli occidentale” per la
realizzazione delle azioni nell’area della disabilità e del Piano Triennale
Sperimentale della disabilità 2011-2013
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
ASS 6, (SIL ,CSS DSM Ser.T. Dipartimento di Prevenzione) Provincia ( politiche
sociali e del lavoro), SSC
ANNO 2013
L'AZIONE INTENDE ESPORTARE LE BUONE PRASSI SVILUPPATE
NELL'AREA DELLA DISABILITA' ( vedere schede 6.1 e seguenti) A FAVORE
DI UTENTI DELLA PSICHIATRIA E DEI SERVIZI PER LE DIPENDENZE ALLO
SCOPO DI FAVORIRE DEI PERCORSI DI REALE INCLUSIONE SOCIALE ED
EVENTUALMENTE LAVORATIVA
Provincia di Pordenone, CSS-ASS 6, Distretti Sanitari,SIL SSC -
Responsabilità: Provincia di Pordenone e ASS6
1. Mappature delle esperienze di agricoltura sociale presenti sul
territorio provinciale e analisi dei risultati inclusivi raggiunti
Provincia di Pordenone, CSS-ASS 6, SSC - Responsabilità condivisa
2. Rafforzamento dell’integrazione fra le iniziative previste dal piano
triennale della disabilità e la sperimentazione regionale sulle fattorie
sociali ai sensi della L.R. 18 del 29.11.2011nonchè analoghi
interventi del sistema sanitario rafforzando la cabina di regia unitaria,
( rappresentanza degli Ambiti Distrettuali)
80
Provincia di Pordenone, ASS 6 (SIL CSS-SIL DSM Ser.T.) SSC -
Responsabilità: Provincia di Pordenone e Ass6
3. Supporto alla messa in rete delle aziende agricole e delle
cooperative di tipo B, che operano in agricoltura sociale, al fine di
organizzare filiere di prodotto orientate alla valorizzazione delle
produzioni locali e sostenere 'inclusione sociale e lavorativa
dell'utenza svantaggiata in carico ai servizi
Provincia di Pordenone, ASS 6, ,(CSS-SIL DSM Ser.T.) SSC, Soggetti del
terzo settore, aziende agricole e fattorie didattiche e sociali -
Responsabilità: CSS-ASS 6, Provincia
4. Articolazione della rete in percorsi tutoriali e propedeutici all’inserimento
lavorativo e reti produttive orientate a sostenere e promuovere le
economie locali; profilatura delle aziende in base alle specificità
Provincia di Pordenone, ASS 6 (CSS-SIL DSM Ser. T.) SIL Soggetti del terzo
settore, aziende agricole e fattorie didattiche e sociali
Responsabilità: Provincia di Pordenone
5. Sostegno allo sviluppo e promozione del “prodotto etico delle fattorie
sociali”
ANNO 2014
Provincia di Pordenone, CSS, ,SIL SSC Distretti sanitari Soggetti del terzo
settore, aziende agricole e fattorie didattiche e sociali
Responsabilità condivisa fra ASS 6, Provincia di Pordenone, Ambiti
Distrettuali
1. Sviluppo del nuovo sistema a rete con particolare riferimento alla
promozione di servizi di comunità , distinguendo fra interventi in area
rurale e area urbana - periurbana
Provincia di Pordenone, CSS, ,SIL SSC, Distretti sanitari Soggetti del terzo
settore, aziende agricole e fattorie didattiche e sociali
Responsabilità condivisa fra ASS6, Provincia di Pordenone, Ambiti
Distrettuali
2. Monitoraggio e valutazione della ricaduta degli interventi sia sul
sistema economico locale che sul welfare comunitario
Provincia di Pordenone, CSS, ,SIL SSC, Soggetti del terzo settore, aziende
agricole e fattorie didattiche e sociali
Responsabilità: Provincia di Pordenone
3. Sviluppo di azione di marketing sociale a favore della diffusione del
prodotto e della conoscenza dei servizi delle fattorie sociali
81
ANNO 2015
Provincia di Pordenone, ASS6 SSC, Distretti sanitari - Responsabilità
condivisa
1. Messa a regime degli interventi e inserimento nel sistema dell’offerta a favore
dell’inclusione socio-lavorativa
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. di persone svantaggiate inserite in contesti lavorativi.
Valore atteso
Con riferimento ai dati di flusso 2012, nel triennio 2013 -2015 le persone
svantaggiate che sperimentano opportunità lavorative e di inclusione sociale
aumentano.
82
OBIETTIVO
REGIONALE N. 8.1
Favorire lo sviluppo di opportunità lavorative e di
inclusione sociale per le persone svantaggiate nell’ambito
di nuovi accordi pubblico-privato, di reti locali di economia
solidale e di filiere produttive di economia sociale.
X SOCIALE
X SOCIOSANITARIO
MACROAZIONE
N. 8.1.3
Incremento delle opportunità di integrazione lavorativa delle persone
svantaggiate in carico con progetti personalizzati ai servizi socio sanitari
attraverso progetti di sviluppo di servizi di comunità anche attraverso la
valorizzazione della spesa sociosanitaria come investimento e forma di
promozione di economie locali
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche del lavoro, politiche della formazione
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE
1.2, 3.1, 4.2, 4.3, 4.4,4.6,6.1, 9.1
ALTRE AZIONI
COLLEGATE
Accordo operativo tra l’Amministrazione Provinciale e l’Ente Gestore del Servizio
Sociale dei Comuni dell’Ambito Distrettuale Est, dell’Ambito Distrettuale Sud,
dell’Ambito Distrettuale Ovest, dell’Ambito Distrettuale Nord, dell’Ambito Distrettuale
Urbano, l’Azienda per i Servizi Sanitari n° 6 ”Friuli occidentale” per la realizzazione
delle azioni nell’area della disabilità e del Piano Triennale Sperimentale della
disabilità 2011-2013
Sistema d’inserimento lavorativo l.68/99 “Legge per il collocamento mirato disabili
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
ASS 6, (SIL, DSM Ser T) Provincia, ( politiche del lavoro e politiche sociali ) SSC
ANNO 2013
ASS 6 (DSM, SIL,Ser.T) Provincia ( politiche sociali e lavoro), SSC -
Resposabilità ASS6
1. Sviluppo di opportunità di Micro credito. Verranno avviate le attività
propedeutiche allo sviluppo di progetti di microcredito che seguono
esperienze e modalità mutuate(e adattate) dal lavoro di Yunus e
Grameen Bank. In particolare nel 2013:
- Sarà avviata la formazione degli operatori dei servizi di inclusione lavorativa
in collaborazione con l’Università di Bologna e il DSM di Modena
- Sarà costituito il gruppo di supporto tecnico e finanziario
- Sarà promosso uno studio di fattibilità per l'avvio di almeno due iniziative a
livello territoriale che favoriscano utenza in carico ai servizi
- Elaborazione di un modello di gestione e finanziamento
83
ASS 6 (DSM, SIL,Ser.T) Provincia ( politiche del lavoro e sociale), SSC -
Responsabilità ASS6
2. Promozione di servizi di comunità. Messa a punto di almeno due
progetti. In particolare attraverso:
- la definizione dell’idea di impresa/servizio;
- l’individuazione di soggetti della cooperazione con cui sviluppare la
coprogettazione in termini di: 1. Fattibilità tecnica; 2. Fattibilità gestionale; 3.
Fattibilità economico-finanziaria;
- definizione delle modalità di inserimento lavorativo di persone svantaggiate e
di supporto pubblico;
- avvio di almeno una iniziativa nel corso dell’anno
ASS 6 (DSM, SIL,Ser.T), SSC Provincia - Responsabilità ASS6
Avvio di laboratori osservativo-valutativi, orientati ad accogliere per periodi di tre/sei
mesi utenti prevalentemente giovani o in fase di ridefinzione del loro
percorso/progetto di inserimento lavorativo che possa consentire. 1. di far
sperimentare alle persone attività lavorative diverse, in condizioni simili e proprie a
quelle del mercato del lavoro; 2. di disporre in loco di personale competente nei
processi di valutazione dei profili socio lavorativi che organizzi l’osservazione e faccia
sintesi dell’esperienza svolta; 3. di saldare, evitando soluzioni di continuità e
aumentando l’efficienza, l’attività dei servizi e operatori pubblici dell’inserimento
lavorativo (SIL, DSM Ser.T) così da dare continuità alla progettazione individuale e
configurando una vera e propria partnership pubblico privato nella gestione dei
processi di inserimento lavorativo; finalizzati alla co-progettazione dei processi di
inclusione e inserimento lavorativo. In particolare saranno realizzate le seguenti
azioni:
- avvio di istanza pubblica di co-progettazione per l’individuazione dei partner
di progetto;
- avvio di tre laboratori osservativo-valutativi per coprire tutte le aree territoriali
provinciali;
- definizione dei protocolli di osservazione valutazione;
- sviluppo di connessioni congruenti all'azione, tra quanto avviato e l'offerta
insita nel fondo per disabili a supporto di interventi su questo tipo di utenza
84
ANNO 2014
ASS 6 (DSM, SIL,Ser.T) Provincia ( politiche sociali e del lavoro), SSC -
Responsabilità ASS6
1)Sviluppo di opportunità di Micro credito:
valutazione degli esiti raggiunti ed eventuale riposizionamento dell'azione in
relazione alle problematiche emerse
eventuale estensione dei gruppi di micro credito
2) Servizi di comunità
monitoraggio e verifica dell'attività realizzata
eventuale Avvio di una seconda esperienza di servizi di comunità
ASS 6 (DSM, SIL,Ser.T), SSC - Responsabilità ASS6
Prosecuzione e consolidamento dell’attività dei laboratori osservativo valutativi
ANNO 2015
ASS 6 (DSM, SIL,Ser.T) Provincia ( politiche sociali e lavoro), SSC -
Responsabilità condivisa
Valutazione globale delle iniziative realizzate sulle tre aree indicate (micro credito,
servizi di comunità, laboratori) e rilancio, riposizionamento progettuale, tecnico ed
operativo nel successivo biennio
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. di persone svantaggiate inserite in contesti lavorativi.
Valore atteso
Con riferimento ai dati di flusso 2012, nel triennio 2013 -2015 le persone svantaggiate
che sperimentano opportunità lavorative e di inclusione sociale aumentano.
85
4.5 AREA POVERTA’, DISAGIO ED ESCLUSIONE SOCIALE
PREMESSA
L’esperienza ed il lavoro realizzati in questi anni sul territorio della Provincia di Pordenone hanno
costruito le condizioni per poter avviare un percorso progettuale che permetta di mettere a sistema
le azioni di integrazione degli organismi, enti, interventi operanti nell’area dei servizi di protezione
sociale, del lavoro e della formazione già sperimentate ed in corso.
La finalità di questo progetto è riconducibile alla volontà di generare un percorso virtuoso in grado
di superare la frammentarietà del sistema attuale e quindi aumentare le opportunità di integrazione
ed inserimento lavorativo per le persone in condizione di fragilità sociale.
Nell'ambito della programmazione triennale 2013-2015 del sistema sociale si intende quindi
aprire l’opportunità di lavorare nella prospettiva delle connessioni fra il “sistema sociale” ed il
“sistema lavoro” chiamando a collaborare strettamente la provincia, i comuni, l’ASS, il III° settore
ed il settore for profit e le relative associazioni.
L’intento, declinato nel presente documento, è volto a predisporre un progetto di sistema, dal
carattere sperimentale, finalizzato a capitalizzare le esperienze e le trasformazioni dei servizi per
l’inclusione socio-lavorativa fin qui introdotte nel territorio della Provincia di Pordenone.
Alla fine del triennio, la valutazione congiunta da parte dei soggetti coinvolti, consentirà la messa a
regime del sistema e delle attività proposte.
86
OBIETTIVO
REGIONALE 9.1
Promuovere misure di contrasto alla povertà che accanto agli
interventi di integrazioni economiche prevedano l’utilizzo di
strumenti di reinserimento lavorativo sociale secondo una logica
di attivazione che miri all’autonomia della persona
SOCIALE
MACROAZIONE
N. 9.1
Realizzare un progetto provinciale di sistema finalizzato a migliorare la capacità dei
territori di realizzare l’inclusione sociale e lavorativa di persone in carico al SSC, a
rischio di povertà ed esclusione sociale, attraverso l’attivazione di una rete di
accompagnamento e la promozione e ridefinizione dei servizi per l’inclusione socio
lavorativa.
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche della famiglia, della casa, immigrazione del lavoro, della formazione,
dell'istruzione e orientamento
AZIONI DI
SISTEMA
COLLEGATE
8.1/1.1”Linee Guida Regionali per la predisposizione del Piano di Zona”
8.2/1.1, 2.1, 3.1 “ Linee Guida Regionali per la predisposizione del Piano di Zona”
Documento di programmazione provinciale:”Sistema provinciale per l’integrazione e
l’inserimento lavorativo delle persone in condizione di svantaggio sociale e lavorativo”
ISTITUZIONI E
SERVIZI
COINVOLTI
Direzioni regionali del lavoro, della salute e dell'istruzione (Centri di Orientamento),
Provincia (settori politiche del lavoro e politiche sociali), ASS 6, (SIL, Servizi
sanitari), SSC e Terzo settore (cooperazione) + Associazioni di categoria dei
datori di lavoro (Artigiani, commercianti, industriali, ecc.) , Organizzazioni Sindacali e
Associazioni di volontariato e di promozione sociale
ANNO 2013
Direzioni Regionali, Provincia, SSC, Ass6, Associazioni datori di
lavoro/cooperazione/associazionismo, Organizzazioni Sindacali
- Responsabilità di area vasta : Ente Provincia
Avvio del Progetto provinciale – parte integrante dei PDZ locali -( cfr. documento
Provincia di Pordenone: “Sistema provinciale per l’integrazione e l’inserimento
lavorativo delle persone in condizione di svantaggio sociale e lavorativo”) definizione
dell’articolazione del sistema e delle responsabilità da attribuire ai soggetti coinvolti.
Messa a regime del “Tavolo provinciale per lo svantaggio socio-lavorativo” di valenza
strategica ( costituito nel 2012) ove a chiamata potranno essere inseriti anche altri
soggetti reputati idonei per la definizione di politiche socio-lavorative inclusive.
Si ritiene inoltre che, per assicurare la efficacia decisionale del sistema stesso, la
composizione del venga articolata ad un doppio livello:
- tecnico-politico (la composizione prevede, oltre alla partecipazione dei
tecnici, anche la partecipazione dei referenti politici dei territori che si
coinvolgeranno a tale finalità);
- Tecnico-operativo (la composizione prevede la partecipazione dei tecnici dei
vari enti e servizi coinvolti per l’analisi e la valutazione tecnica delle situazioni
che saranno via via considerate);
87
Al tavolo compete tra l'altro:
- sviluppare azioni di riordino e di differenziazione dei percorsi di inclusione
sociale e lavorativa nell'area sociale,
- predisporre strumenti per l’individuazione di profili di utenza che accedono ai
servizi sociali dei comuni e che possono intraprendere percorsi di
implementazione dell'occupabilità ;
- valorizzare i programmi di inserimento lavorativo di persone svantaggiate
tramite la previsione dell'uso di clausole sociali negli appalti pubblici degli
enti locali dell'area vasta pordenonese
- Valutazione dei possibili sviluppi di coordinamento con il tavolo di crisi
provinciale
- sviluppare una proposta di connessione del sistema Informativo tramite
implementazione della cartella sociale regionale ( SSC/Provincia/regione)
- raccordare le agenzie di formazione e la relativa offerta con il sistema avviato
- promuovere percorsi di formazione e di validazione eventuale degli strumenti
adottati
nel l'area sociale per la profilatura dell'utenza oggetto del progetto
Provincia, SSC/Comuni, - Responsabilità: di Ambito distrettuale (SSC) e di
Provincia
Adozione di documenti (linee guida) finalizzati alla individuazione e formalizzazione
di interventi, procedure ed attività da offrire alle persone in condizioni di fragilità (
Assemblee dei Sindaci, Ente Provincia) in carico al SSC, agevolandone il transito
verso il mondo del lavoro.
Servizi per l'impiego, Centri di Orientamento, Provincia, SSC - Responsabilità:
di Ambito distrettuale: SSC
Avvio di unità di progettazione integrata a livello di Ambito distrettuale (definite dalle
Linee Guida nella composizione e competenze funzionali) al fine di facilitare il
passaggio di persone in carico al SSC ai servizi per l'impiego della provincia, allo
scopo di consentirne l'occupabilità.
Offrire un luogo comune di osservazione dei fenomeni socio-lavorativi che impattano
nel territorio di competenza, allo scopo di sviluppare politiche coerenti con i bisogni
che emergono dalle comunità amministrate localmente:
- in ogni Ambito si attiva un sistema di accesso integrato (lavoro-sociale) della
casistica in carico al SSC che tramite equipe composte almeno da personale
del SSC e della Provincia, della Regione ( COR) valuta le condizioni di
occupabilità delle persone, utilizzando strumenti uniformi.
- Le equipe in questione licenziano sia progetti personalizzati, sia proposte di
ordine generale riguardanti gruppi omogenei di utenti e che manifestano
bisogni gestibili secondo formule a più elevata standardizzazione
- le equipe favoriscono la comunicazione e la trasmissione di informazioni
inerenti l'offerta di servizi ed interventi dei sistemi di appartenenza.
ANNO 2014
SSC, Servizi per l'impiego , Servizi per l'Orientamento - Responsabilità: di
Ambito distrettuale
Applicazione e consolidamento delle Linee Guida, consolidamento dell’esperienza
88
delle unità distrettuali di progettazione
Proposta e sperimentazione di forme innovative di collaborazione con il terzo settore
per le attività di sostegno alle persone destinatarie di programmi di inclusione sociale
che permangono in carico al SSC in quanto non trasferibili al sistema lavoro
Avvio eventuale di forme innovative di economica solidale
Direzioni Regionali, Provincia, SSC, Ass6, Associazioni datori di
lavoro/cooperazione/associazionismo O.O.S.S. - Responsabilità di area vasta
Ente Provincia
Valutazione di ipotesi di uno sviluppo del Sistema Informativo che metta in
connessione il sistema sociale con il sistema lavoro
Analisi degli esiti raggiunti nel territorio provinciale dall’applicazione di specifiche
misure/i strumenti di inserimento lavorativi (quali LSU, LPU, voucher, ecc.) al fine di
una loro possibile revisione
Avvio di scambi informativi, incontri finalizzati alla costituzione di collaborazioni, patti
sociali, accordi e partenariati in grado di sostenere percorsi di inclusione e di
inserimento lavorativo a supporto del progetto provinciale. Eventuale costruzione di
accordi locali di area tra i diversi soggetti coinvolti.
Monitoraggio dei percorsi di applicazione delle Linee Guida al fine di verificare
l’uniformità raggiunta nella gestione degli strumenti e screening dei progetti
personalizzati nonché dei percorsi di integrazione tra enti e istituzioni coinvolte nel
progetto.
Disamina di un primo report di valutazione a un anno dall’avvio della
sperimentazione.
ANNO 2015
Servizi per l'impiego, Centri di Orientamento, Provincia, SSC - Responsabilità:
di Ambito distrettuale
Prosecuzione del consolidamento delle Linee Guida e dell’esperienza delle unità
distrettuali di progettazione.
Revisione e/o adattamento di specifiche misure e strumenti di inserimento lavorativo
al fine di costruire diversificate e variegate opportunità d’inserimento lavorativo di
persone in condizione di svantaggio.
Revisione e adattamento eventuale delle risorse dedicate e del modello organizzativo
applicato
Provincia, SSC, Comuni, Enti pubblici Associazioni datori di
lavoro/cooperazione/ O.O.S.S., Associazionismo - Responsabilità di area vasta
Ente Provincia
89
Consolidamento di scambi informativi, incontri finalizzati alla costituzione di
collaborazioni, patti sociali, accordi e partenariati in grado di sostenere percorsi di
inclusione e di inserimento lavorativo a supporto del progetto provinciale.
Eventuale costruzione di ipotesi di accordi locali di area tra i diversi soggetti coinvolti.
Monitoraggio dei percorsi di applicazione delle Linee Guida e delle attività delle unità
distrettuali di progettazione.
Verifica dei risultati raggiunti in merito a percorsi di inserimento lavorativo realizzati
con le nuove modalità operative. Predisposizione di un secondo report di valutazione
a due anni dall’avvio della sperimentazione.
Confronto sugli esiti della valutazione a due anni dall’avvio della sperimentazione e
definizione delle modalità di continuazione del progetto provinciale (formalizzazione).
Valutazione delle necessità di raccordo del sistema con altri organismi previsti dalla
normativa anche relativa al diritto al lavoro dei disabili
Messa a regime del sistema
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale per le quali è stato previsto
un percorso di:
inclusione sociale
reinserimento lavorativo
Individuazione di modalità per la reciproca trasmissione delle informazioni tra i
soggetti della rete (con i Servizi per l'impiego, ecc.)
Valore atteso
Con riferimento ai dati di flusso 2012, nel triennio 2013 -2015:
un maggior numero di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale
intercettate dai servizi potranno sperimentare percorsi di reinserimento
sociale o lavorativo
un maggior numero di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale
intercettate dai servizi potranno sperimentare percorsi di reinserimento
sociale o lavorativo più appropriati .
90
OBIETTIVO LOCALE
9.2
Promuovere interventi coordinati di inclusione
sociale in raccordo permanente con la situazione
sociale delle comunità dell’Ambito 6.1 SOCIALE
MACROAZIONE
N. 9.2.1 Predisposizione del “Piano locale per l’Inclusione sociale” dell’Ambito 6.1
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Politiche sociali per l’inclusione sociale e il contrasto dei fenomeni di povertà
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 3.1, 4.1, 4.5, 9.1, 10.1
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, Comuni, Caritas, Associazioni
ANNO 2013
Formalizzazione del Gruppo Inclusione Sociale dell’Ambito quale sede operativa di
definizione delle progettualità di inclusione sociale dell’Ambito
Definizione di accordi con i soggetti del territorio che a vario titolo operano nell’area
dell’inclusione sociale (Caritas, volontariato, parrocchie,…)
Revisione, aggiornamento e adozione di strumenti operativi per la predisposizione di
progetti appropriati di inclusione sociale (ticket service, voucher di lavoro accessorio,
sistemi alterativi alla sola erogazione di contributi economici, strumenti di
integrazione lavorativa, in raccordo con le azioni delle schede 8 e 9)
Predisposizione di un “Piano locale per l’inclusione sociale” di Ambito per
l’approvazione dell’Assemblea dei Sindaci
ANNO 2014
Sviluppo del Piano locale per l’inclusione di Ambito con monitoraggio degli interventi
e servizi e previsione, in ragione della situazione socio-economica contingente, delle
integrazione necessarie ed opportune
ANNO 2015
Continuità del Piano locale per l’inclusione di Ambito con monitoraggio degli
interventi e servizi e previsione, in ragione della situazione socio-economica
contingente, delle integrazione necessarie ed opportune
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. incontri realizzati dal Gruppo Inclusione sociale (anche con i soggetti partner)
N. soggetti partecipanti al Piano locale per l’inclusione sociale
Evidenza del Piano locale per l’Inclusione di Ambito
91
4.6 – ALTRA AREA INDIVIDUATA A LIVELLO LOCALE: POLITICHE GIOVANILI
PREMESSA.
Riemersa negli incontri territoriali di consultazione, la questione “politiche giovanili” ritrova in
questa sede opportunità di sviluppo riprendendo gli indirizzi già approvati dall’Assemblea dei
Sindaci a fine 2009 (deliberazione n. 30 del 28/10/09).
Tale documento di indirizzo ha previsto delle macro aree di intervento con alcune azioni da
intraprendere, nell’ottica generale di sviluppo di politiche comunali con il coordinamento
dell’Ambito:
Area Azione / intervento
Partecipazione Sostegno all’autogestione dei luoghi di aggregazione
Concorsi di idee a livello di Ambito
Promozione e sostegno di associazioni di giovani
Progettazione e
pianficazione
Individuazione di referenti comunali per le politiche giovanili
Progettazione condivisa tra servizi sociali e Progetti Giovani
Politiche giovanili Tavolo politico e tecnico di Ambito sulle politiche giovanili
Ufficio di Ambito sulle politiche giovanili
Comunità educante Tavolo sull’Educazione in ogni Comune
OBIETTIVO LOCALE
11
Promuovere servizi ed interventi coordinati
con i Comuni per le politiche giovanili SOCIALE
MACROAZIONE
N. 11.1
Raccordo con i Comuni dell’Ambito per la realizzazione coordinata di interventi e
servizi a favore dei giovani
INTEGRAZIONE
CON ALTRE
POLITICHE
Piano regionale per la famiglia
Progetti ed azioni dell’area Infanzia ed Adolescenza
Normativa regionale sui giovani
AZIONI DI SISTEMA
COLLEGATE 3.1, 4.1, 4.5
SERVIZI E
INTERVENTI
COINVOLTI
SSC, Comuni, Associazioni giovanili, Cooperazione sociale
ANNO 2013
Ripresa del Tavolo di lavoro promosso dall’Assemblea dei Sindaci (e relativo atto
deliberato) per il coordinamento a livello di Ambito di interventi e servizi a favore dei
giovani
ANNO 2014 Continuità del Tavolo di Lavoro sui giovani
ANNO 2015 Continuità del Tavolo di Lavoro sui giovani
INDICATORI DI
RISULTATO NEL
TRIENNIO
N. incontri del gruppo di lavoro per le politiche giovanili
N. associazioni di giovani aderenti al Tavolo
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5. LE RISORSE DEL PDZ
La presentazione di tutte le risorse impiegate per la predisposizione del PDZ risente di una buona
quota di imprecisione in considerazione dell’impossibilità di una precisa e dettagliata
ricomposizione di tale aspetto. Anche per questo motivo, nella condivisione di area vasta sugli
obiettivi socio-sanitari le risorse sono state evidenziate in termini di ore/lavoro o messa a
disposizione di servizi già disponibili, sovente poi con personale dell’Ambito impiegato ad
“isorisorse”.
Va rilevato, anche, che la Pianta Organica Aggiuntiva dell’Ambito si sta riorganizzando anche in
riferimento al PDZ in corso di definizione, con la costituzione di una equipe dedicata all’infanzia ed
all’adolescenza, una rivisitazione a matrice del servizio sociale professionale in operatività
territoriale nei Comuni e di riflessione strategica nelle aree di intervento del PDZ, la preparazione
di un nuovo modo di intendere la domiciliarità con la collaborazione del personale addetto
all’assistenza domiciliare anche con funzioni di regia di alcuni percorsi specifici di assistenza.
Buona parte delle risorse del PDZ, soprattutto per quanto riguarda il PAA 2013, saranno declinate
tenendo conto dei due più importanti filoni messi a bilancio in tema di affidamento dei servizi,
quello relativo agli interventi per la disabilità e quello per la domiciliarità, intrapresi con la
metodologia dell’istruttoria pubblica di co-progettazione.
Di tutto questo si terrà ovviamente conto nella predisposizione del bilancio di previsione 2013 e
pluriennale 2013-2015 dell’Ambito 6.1, secondo tempi definiti da normativa e dall’Ente Gestore,
per cui è molto probabile che entro la scadenza indicata dalla Regione del 31/1/13 verrà
presentato il PAA con una definizione non puntuale delle risorse economiche da monitorare e
precisare in progress.
Per il 2013, l’Assemblea dei Sindaci ha dato precise indicazioni all’Ufficio Direzione e
programmazione dell’Ambito per la costruzione del bilancio di previsione:
- Mantenimento delle voci di entrata e spesa indicate in sede di assestamento;
- Previsione di adeguato sostegno economico per le politiche di inclusione sociale;
- Copertura delle importanti procedure di co-progettazione per il piano integrato per la
disabilità ed il piano locale per la domiciliarità;
- Rivisitazione del sistema di ripartizione delle entrate e delle spese in sede di modifica della
Convenzione vigente per la gestione associata dei servizi sociali dei Comuni;
- Cura ed attenzione alla partecipazione dell’Ambito ad ogni possibile forma di
cofinanziamento statale o regionale o di altri enti (ad esempio Fondazioni) a sostegno dei
progetti in corso.
Il bilancio di previsione 2013, in corso di predisposizione, sarà comunque strutturato nel seguente
modo:
- Analisi delle entrate e spese vincolate (ad esempio le risorse per il FAP, il fondo di
solidarietà ex LR 9/2008, fondo regionale per il sostegno alle adozioni ed affidi,…
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- Analisi delle spese per servizi ad imputazione diretta distinte per ogni Comune (dai servizi
di assistenza per i disabili ex LR 41/96 al servizio di assistenza domiciliare, alle spese per
l’integrazione del costo delle rette per persone ospitate in strutture residenziali ai contributi
economici;
- Analisi delle spese di carattere generale e ripartite secondo criteri socio demografici come
da specifica deliberazione dell’Assemblea dei Sindaci;
- Spese per il personale.
Le risorse umane e logistiche dell’Ambito 6.1.
La Pianta Organica Aggiuntiva dell’Ambito, al 31/12/12, è così costituita:
Figura professionale N. dipendenti
POA a tempo
pieno
N. dipendenti
POA a tempo
parziale
Responsabile SSC 1
Assistenti sociali 18 3
Collaboratori e istruttori
amministrativi
8 2
Assistenti domiciliari 3 7
TOTALE 30 12
Le risorse logistiche dell’Ambito tengono conto dell’assetto organizzativo dell’Ambito che dalla fine
del 2011 è così definito:
- Ufficio Direzione e Programmazione, con sede a Sacile;
- Unità Operativa Territoriale di Aviano-Budoia, con sede principale ad Aviano ed un ufficio a
Budoia
- Unità Operativa Territoriale di Brugnera, con sede a Brugnera;
- Unità Operativa Territoriale di Caneva, con sede a Caneva;
- Unità Operativa Territoriale di Fontanafredda, con sede a Fontanafredda;
- Unità Operativa Territoriale di Sacile-Polcenigo, con sede principale a Sacile ed un ufficio a
Polcenigo.
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6. IL MONITORAGGIO, LA VERIFICA E LA
VALUTAZIONE DEL PDZ
Le fasi di “manutenzione e cura” del Piano di Zona dell’Ambito 6.1 saranno sviluppate tenendo
conto in particolar modo dell’assetto organizzativo del servizio sociale dei Comuni, che vede una
struttura a matrice tra le varie Unità Operative Territoriali (con funzioni di operatività diretta con
l’utenza e di presa in carico) e le Aree di intervento in cui è stato ripartito il sistema integrato di
interventi e servizi sociali:
- Area “Infanzia ed Adolescenza”
- Area “Disabili”
- Area “Anziani”
- Area “Inclusione sociale”
Ad ogni Referente di Area saranno assegnate ad inizio 2013 le voci di spesa del bilancio distinte
per area di intervento e obiettivi di monitoraggio e verifica delle azioni previste nel PDZ e PAA.
La Conferenza dei Referenti (di UOT e di Area), che di fatto costituisce l’Ufficio di Piano
dell’Ambito 6.1, sarà la sede di analisi e valutazione delle azioni da porre in essere per:
- analizzare con continuità i bisogni ma anche le risorse del territorio;
- proporre degli interventi appropriati raccordando bisogni e risorse disponibili;ù
- proporre anche soluzioni innovative di sviluppo del sistema integrato, tenendo soprattutto conto
dei lavori permanenti dei tavoli di co-progettazione che saranno istituiti
- innovare progressivamente e a più livelli, promuovendo occasioni durature di cambiamento;
- promuovere sedute ad hoc con l’Assemblea dei Sindaci e con le singole Amministrazioni
comunali per raccordare con continuità l’approccio del PDZ che tiene conto di una cornice
generale e specificità territoriali;
- raccordare lo sviluppo del PDZ e PAA con le azioni dell’ASS 6, degli altri Ambiti limitrofi (visto il
lavoro congiunto di preparazione del Piano), con la Provincia ed ovviamente con ogni sviluppo
determinato dagli indirizzi regionali.
Si rappresenta nel diagramma di Gantt che segue il macro sistema di verifica annuale che si
intende programmare, anche avvalendosi di risorse professionali specifiche per la predisposizione
di strumenti di reportistica e redazione dei “bilanci sociali” previsti dall’Ambito 6.1 in occasione dei
momenti di analisi ed approvazione dei principali strumenti di programmazione socio-economica
(bilancio e sue varie fasi).
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Valutazione Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
In progress –
Ufficio di
Piano
In progress –
con
Assemblea
dei Sindaci
Valutazione -
In raccordo
alle risorse
economiche
Conferenza di
concertazione
e incontri di
consultazione
Conto
consuntivo
Verifica
equilibri di
bilancio
Assestamento
di bilancio
Bilancio di
previsione
Tavoli di
Lavoro delle
varie Aree
Valutazione
degli
affidamenti
con co-
progettazione
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7. IL PROGRAMMA ATTUATIVO ANNUALE
Il Programma Attuativo Annuale per il 2013 è stato predisposto tenendo conto delle Linee Guida
regionali, seguendo il lavoro integrato degli obiettivi del PDZ con gli altri Ambiti e tutti i Distretti
della Provincia di Pordenone e secondo gli indirizzi dell’Assemblea dei Sindaci per quanto riguarda
gli obiettivi locali, soprattutto di carattere sociale, del PDZ.
Diretta conseguenza, anche in ragione dei percorsi di valutazione e monitoraggio sopra indicati, è
la parte relativa alle eventuali modifiche che si rendessero necessarie alle schede del PDZ e
soprattutto del PAA.
Per questo, l’Assemblea dei Sindaci ha ritenuto di confermare le indicazioni regionali in base alle
quali:
- Eventuali modifiche di schede relative a obiettivi di integrazione socio-sanitaria saranno
approvate sia dall’Assemblea dei Sindaci che dalla Direzione Generale dell’ASS 6, previo
parere preventivo della competente Direzione regionale; - Eventuali modifiche di schede relative a obiettivi sociali saranno approvate dall’Assemblea dei
Sindaci e comunicate alla competente Direzione regionale.
Le modifiche terranno anche conto dei processi partecipativi indicati nelle Linee Guida regionali
per la predisposizione del Piano di Zona.
Sul sito web dell’Ambito saranno predisposte delle pagine ad hoc per ogni obiettivo del PDZ e PAA
con aggiornamento continuo sullo stato di avanzamento dei lavori.
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8. ALLEGATI
Si indicano di seguito i principali allegati che faranno parte integrante del documento finale,
approvato con Accordo di programma, evidenziando per ciascuno gli aspetti salienti:
PAA 2013 Schede dettagliate degli obiettivi del PDZ con riferimento
allo sviluppo per l’anno 2013
Accordo di Programma e
Atto di intesa sul Piano di
Zona 2013-2015
Intese sottoscritte dai principali soggetti dedicati alla
programmazione sociale e socio-sanitaria del PDZ e PAA
Scheda anagrafica del SSC –
Ambito Distrettuale 6.1
Scheda redatta secondo il modello predisposto dalla
Direzione regionale
Nomenclatore sociale e
socio-sanitario
Scheda redatta secondo il modello predisposto dalla
Direzione regionale
Valori target (31.12.12) Scheda redatta secondo il modello predisposto dalla
Direzione regionale
Profilo di comunità esteso Con tutti i materiali raccolti, messi a disposizione, e bozza
del “bilancio sociale 2012” dell’Ambito
Deliberazioni dell’Assemblea
dei Sindaci dell’Ambito 6.1
- Di avvio del Piano di Zona
- Di approvazione del documento programmatorio di
intesa con l’ASS 6
- Di approvazione del documento programmatorio tenuto
conto del parere di congruità della Regione e con lo
schema generale del PDZ
- Di adozione dell’istruttoria pubblica di coprogettazione
come metodologia prioritaria per l’affidamento di servizi
alla persona nell’Ambito
- Di approvazione del documento di sviluppo per le
politiche familiari di Ambito
- Di approvazione del documento di sviluppo per le
politiche giovanili di Ambito
Convenzioni ed altre intese - Con ASS 6 per la programmazione integrata di interventi
e servizi sociali
- Accordo di rete per l’integrazione scolastica dei bambini
con disabilità grave e gravissima
- Linee guida per interventi professionali e per l’uso di
strumenti finalizzati all’inserimento e reinserimento
sociale, lavorativo delle persone a rischio di esclusione