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Piano di Zona 2013 -2015 - Città di Sacile · tale operatività integrata in più aree, anche...

Date post: 15-Feb-2019
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1 Ambito Distrettuale 6.1 Piano di Zona 2013 -2015
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1

Ambito Distrettuale 6.1

Piano di Zona 2013 -2015

2

Indice generale.

Voce Pag.

Premessa generale – aspetti sociali 3

L’integrazione socio-sanitaria e con le politiche del lavoro 4

Il profilo di comunità – Il contesto di riferimento dell’Ambito Distrettuale 6.1 6

Il profilo socio demografico 7

Il contesto economico e del mercato del lavoro 11

I bisogni della popolazione 14

Il profilo socio-sanitario e di salute dell’Ambito 6.1 17

I servizi e le risorse disponibili 20

Il quadro interpretativo 23

La governance del processo di pianificazione 25

Le azioni di sistema 27

Aree di intervento: obiettivi strategici, priorità del PDZ, azioni, tempi e risorse

Area minori e famiglia

42

Area disabilità 54

Area anziani 65

Area disabilità, dipendenze e salute mentale in tema di inserimento lavorativo 75

Area povertà, disagio ed esclusione sociale 85

Altra area individuata a livello locale: politiche giovanili 91

Le risorse del PDZ 92

Il monitoraggio, la verifica e la valutazione del PDZ 94

Il Programma Attuativo Annuale 96

Allegati 97

3

PREMESSA GENERALE

Aspetti sociali

L’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1, sin dalla prima pubblicazione delle Linee guida regionali

per la predisposizione del Piano di Zona (di seguito PDZ), ha ritenuto di cogliere tale occasione per

declinare operativamente l’ampia gamma del sistema integrato degli interventi e servizi sociali

erogati ai cittadini del proprio territorio di competenza.

Tale visione riprende l’indicazione regionale del PDZ come piano regolatore dei servizi e

momento di analisi e confronto delle esperienze già in atto sia nella gestione associata che a livello

dei singoli Comuni anche come buone prassi da sperimentare ad un livello territoriale più ampio.

E’ anche per questo che l’adozione del PDZ si viene ad accompagnare alla condivisione della

nuova Convenzione per la gestione associata che andrà a sostenere l’impianto programmatorio

delle politiche sociali con i principi di indirizzo politico dell’attenzione delle Amministrazioni

comunali ai problemi tradizionali ed emergenti dei propri territori.

L’Assemblea durante il percorso che ha portato alla predisposizione del presente documento ha

definito alcuni punti fondanti su cui costruire l’intero impianto programmatorio:

- La previsione di obiettivi realisticamente realizzabili in rapporto alle risorse economiche

disponibili;

- La necessaria politica di integrazione socio-sanitaria con l’ASS n. 6 ed il Distretto socio-

sanitario Ovest, nelle aree dove questa è ormai indispensabile ed indifferibili (materno-

infantile, disabilità ed anziani);

- La centralità dell’attenzione alle famiglie non tanto come elemento fondante del welfare a

cui attribuire ulteriori funzioni di carico assistenziale, ma oggetto di attenzione continua e di

presa in cura per il sostegno e sollievo in un periodo in cui le difficoltà socio-economiche

sono fin troppo evidenti;

- L’indispensabile collaborazione con i testimoni privilegiati del territorio, puntando anche su

sistemi innovativi di gestione dei servizi con il Terzo Settore come ad esempio l’istruttoria

pubblica di co-progettazione indicata in più deliberazioni come metodologia prioritaria da

perseguire;

- Il continuo monitoraggio della situazione sociale dell’Ambito per poter operare delle

“varianti” al PDZ per rispondere in maniera appropriata ed anche rapida ai problemi

contingenti;

- Priorità ad interventi e servizi per l’inclusione sociale, possibilmente alternativi ai meri

contributi economici, con particolare attenzione a forme anche sperimentali di integrazione

lavorativa e di servizio di solidarietà per la comunità locale;

4

- Previsione di obiettivi locali che tengano conto delle proposte rappresentate dalle varie

comunità locali.

L’integrazione socio-sanitaria e con le politiche del lavoro

Gli Ambiti Distrettuali della Provincia di Pordenone gestiscono in forma associata, ai sensi delle

Convenzioni istitutive del Servizio Sociale dei Comuni siglate in attuazione degli articoli 17 e 18

della Legge Regionale n. 6 del 2006, le funzioni stabilite dalla norma, con importante attenzione

alle azioni dell’area dell’integrazione socio-sanitaria. L’Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 “Friuli

Occidentale”, su delega dei Comuni, gestisce le funzioni di tutela delle persone con disabilità, con

particolare riguardo alla prevenzione, alla diagnosi prenatale e precoce, alla cura e riabilitazione, le

attività residenziali e semiresidenziali, gli interventi di l’inserimento lavorativo nonché i progetti di

inclusione sociale delle persone con disabilità.

Il quadro normativo nazionale e regionale delinea l’integrazione socio-sanitaria come un impegno

istituzionale ineludibile sottolineandone il significato di elemento di garanzia e tutela dei diritti del

cittadino in vista di una “presa in carico” globale; l’evoluzione demografica, epidemiologica nonché

la dinamica sociale ed economica del territorio propongono quadri di bisogno trasversali che

superano e incrociano sempre più spesso le classiche nette distinzioni tra categorie di utenti

anziani, disabili, svantaggiati, psichici, ecc. così da tendere ad accrescere la domanda di interventi

integrato socio-sanitari, per cercare un equilibrio tra un aumento della capacità di intervento ed una

maggiore efficienza e sostenibilità dell’azione delle istituzioni e dei servizi pubblici.

In questo senso, tempestività, equità ed efficacia degli interventi del sistema socio-sanitario sono

garantiti solo da un alto livello di integrazione organizzativa e informativa la quale si configura

quindi come azione strategica capace di orientare le scelte nel medio e lungo periodo sul piano

istituzionale, manageriale e professionale.

L’attuale modalità di integrazione socio-sanitaria, fondata essenzialmente sul piano

“professionale”, necessita di essere affiancata ad altre forme più forti di integrazione funzionale,

organizzativa e gestionale così da consentire tra Ambiti ed Azienda sanitaria lo sviluppo di azioni

congiunte e cogestite, anche in forma sperimentale, come peraltro previsto in modo esplicito dal

Piano Sociosanitario Regionale 2010-2012.

Gli Ambiti ed i Distretti del territorio dell’ASS 6 da sempre promuovono nelle parti di lavoro sociali e

socio-sanitarie forme articolate di interazione operativa; per questo, come logica conseguenza di

tale operatività integrata in più aree, anche nelle fasi di analisi e predisposizione del Piano di Zona,

a livello del territorio di competenza dell’ASS 6 (coincidente con la Provincia di Pordenone) i

cinque Ambiti ed i cinque Distretti, con la partecipazione del Coordinamento socio sanitario e dei

Dipartimenti (Salute mentale, Dipendenze e Prevenzione) hanno promosso la costituzione di un

coordinamento, inteso come una sorta di “Cabina di regia”, composto da:

- Responsabili di Ambito;

- Direttori dei Distretti Socio-sanitari;

- Coordinatore socio-sanitario ASS 6;

- Direttori di Dipartimento;

5

- Direttore sanitario ASS 6.

Preliminarmente, l’ASS 6 ha promosso al suo interno un’azione di confronto ed integrazione fra

Distretti e Dipartimenti orientata a ridefinire una modalità di integrazione anche funzionale

finalizzata a raccogliere attorno ai principali temi dell’integrazione socio-sanitaria le risorse e

professionalità più appropriate.

Il significato del lavoro svolto a livello provinciale ha avuto e continua a perseguire l’obiettivo di:

- favorire e sviluppare il coordinamento fra i Responsabili degli Ambiti;

- garantire, per quanto possibile, omogeneità di intervento tra i diversi Ambiti e Distretti;

- favorire la convergenza delle attività socio-sanitarie identificate e concordate a livello dei

cinque Distretti ed Ambiti in un unico documento programmatorio di intesa;

- promuovere un dibattito culturale sui temi sociali e socio-sanitari, con cornici comuni di

riferimento su cui innestare il lavoro specifico a livello territoriale con gli attori

rappresentativi delle comunità locali;

- sviluppo di possibili integrazioni anche funzionali in termini di risorse umane e finanziarie.

Questa prima fase di lavoro ha visto la produzione di un documento di indirizzo che ha declinato gli

obiettivi regionali dell’integrazione sociosanitaria in macro azioni condivise approvate da tutte le

Assemblee dei Sindaci e fatte proprie.

Si sono così sviluppati dei momenti di coordinamento per la definizione di azioni specifiche per

area e annualità della vigenza del Piano di Zona articolandosi nelle seguenti tematiche:

- “Materno infantile”, con coordinamento da parte degli Ambiti e partecipazione dei Distretti,

dei servizi socio sanitari specialistici dell’ASS 6 e del Dipartimento di Salute Mentale;

- “Disabilità”, con coordinamento a cura dell’ASS 6 e partecipazione di Ambiti, Distretti,

servizi in delega, dei servizi socio sanitari specialistici dell’ASS 6 e Dipartimento di Salute

Mentale

- “Anziani”, con coordinamento da parte degli Ambiti e partecipazione dei Distretti, dei servizi

socio sanitari specialistici dell’ASS 6 e del Dipartimento di Prevenzione;

- “Lavoro”; per quest’area, in particolare, si sono sviluppate due linee operative:

a) Una, coordinata dalla Provincia relativamente alle misure di contrasto alla povertà ed

integrazione con le politiche del lavoro, con la partecipazione degli Ambiti;

b) una coordinata dall’ASS relativamente all’integrazione sociosanitaria in tema di

inserimento lavorativo, con partecipazione di Ambiti, Distretti, servizi socio-sanitari

specialistici, Dipartimenti di Salute mentale e Dipartimento per le Dipendenze,

Provincia.

Partendo dal lavoro generale sia di rilievo provinciale che delle riunioni di coordinamento, si sono

sviluppati i successivi passaggi di interazione a livello dei singoli territori.

6

1. IL PROFILO DI COMUNITA’

L’Ambito Distrettuale 6.1 cura sin dal 2006 la stesura di un profilo socio-demografico del suo

territorio di competenza che negli ultimi anni si è arricchito anche della descrizione di esito sui

principali interventi e servizi erogati nell’area dei servizi sociali e presentati all’Assemblea in sede

di approvazione del Conto Consuntivo di bilancio.

Per il Piano di Zona 2013-2015 si farà riferimento quindi agli ultimi dati raccolti per la miglior

coniugazione tra il profilo della comunità dell’Ambito e la definizione di obiettivi, strategie e indirizzi

operativi della programmazione triennale.

All’analisi del contesto di riferimento, dei bisogni della popolazione, la mappatura dei servizi e delle

risorse disponibili seguirà un breve quadro interpretativo propedeutico alle azioni previste nel

Piano.1

CAP. 1.1 - IL CONTESTO DI RIFERIMENTO DELL’AMBITO DISTRETTUALE 6.1

L’Ambito Distrettuale 6.1 comprende i Comuni di:

- Aviano

- Brugnera

- Budoia

- Caneva

- Fontanafredda

- Polcenigo

- Sacile (Ente Gestore)

1 Nel presente capitolo sono inserite le tabelle riassuntive ritenute maggiormente rappresentative. Tutti i dati raccolti

sono a disposizione negli allegati.

7

Il profilo socio demografico.

Per definire il contesto di riferimento, l’analisi ha preso in considerazione gli aspetti preminenti

della struttura della popolazione complessiva dell’Ambito e dei singoli Comuni che lo compongono,

nonché dei principali sotto gruppi di popolazione presenti, come gli anziani, i minorenni (infanzia,

adolescenza e giovani) e gli stranieri.

Ciò anche in ragione del fatto che alcuni di questi indicatori sono presi a riferimento dall’Assemblea

dei Sindaci per la determinazione e ripartizione delle risorse per la realizzazione del sistema

integrato di interventi e servizi sociali e l’allocazione delle risorse nei vari capitoli di spesa del

bilancio dell’Ambito 6.1.

La ricognizione demografica al 31.12.11 a livello generale del territorio dell’Ambito, tenendo conto

del trend degli ultimi cinque anni, trova rappresentazione nella tabella che segue:

Tabella 1: principali dati demografici della popolazione – fonte: Anagrafi dei Comuni dell’Ambito

Indicatore 2007 2008 2009 2010 2011 Var. %

2007-2011

Popolazione residente 60.876 62.210 62.665 62.884 63.064 +3,6

Popolazione minorile (0-17 anni) 9.915 10.252 10.380 10.620 10.536 +6,3

Quota minori di età nella popolazione (%) 16,28 16,47 16,56 16,88 16,70 +0,4

Anziani (65 anni e più) 12.332 12.523 12.679 12.747 13.057 +5,9

Quota degli anziani nella popolazione (%) 20,26 20,13 20,23 20,27 21,48 +1,2

Popolazione straniera 5.394 6.354 6.751 6.919 7.065 +31,0

Quota degli stranieri nella popolazione (%) 8,86 10,21 10,77 11,00 11,20 +2,3

Numero delle famiglie 24.272 24.964 25.089 26.014 26.203 +8,0

8

La popolazione di Ambito cresce del 3,6%, un dato leggermente superiore alla media provinciale.

Tale crescita è sostenuta principalmente dal saldo migratorio che rimane sempre positivo nel

periodo considerato, anche se in sensibile flessione nel periodo 2008-2011.

Il saldo naturale (nascite – morti) cala progressivamente, sino ad attestarsi su valori negativi nel

biennio 2010-2011. Ciò è dovuto al calo delle nascite (superiore al dato provinciale e regionale) e

ad un tasso di fecondità leggermente inferiore alla media del pordenonese. Tale valore è tuttavia

sostenuto dal dato sui nati stranieri, circa un quarto del totale (a fronte di una popolazione

immigrata pari all’11,2% della popolazione).

Se si prendono in considerazione le fasce d’età, si può rilevare come l’Ambito 6.1 sia leggermente

più giovane rispetto alla media provinciale. Nonostante quanto detto riguardo alle nascite, è la

fascia minorile a segnare il trend di crescita più marcato (+6,3%). Come succede ormai in tutto il

territorio regionale, anche gli anziani sono in aumento, ma con un andamento meno marcato

rispetto ad altri territori limitrofi. Rimane comunque evidente che la fascia degli over 65 risulti

quantitativamente superiore a quella dei minori. Il fenomeno dell’aumento delle fasce marginali

della popolazione (minori ed anziani, appunto) è ormai assodato in tutto il territorio regionale.

L’Ambito si distingue tuttavia per un andamento della fascia adulta in linea con le medie della

popolazione generale, laddove in territori limitrofi la crescita sia sostanzialmente inferiore al dato

complessivo della popolazione. Questi dati consolidano l’evidenza di un territorio relativamente più

giovane rispetto al resto della provincia e con indici demografici di dipendenza senile e di ricambio

della popolazione attiva “migliori”.

Anche il confronto territoriale conferma quanto detto. Tuttavia, se la percentuale di minori sulla

popolazione di ciascun comune è abbastanza omogenea (con un valore massimo a Brugnera e il

minimo a Polcenigo), la situazione degli anziani è piuttosto variegata: i Comuni pedemontani

(Polcenigo, Caneva e Aviano) registrano una percentuale di over 65 superiore alla media di Ambito

e della Provincia, mentre la zona della pianura risulta più giovane, con una presenza inferiore di

anziani e una maggiore di adulti. In pratica, la struttura della popolazione è individuata dal rapporto

tra la fascia adulta e quella anziana, essendo la percentuale dei minori più o meno simile in tutto il

territorio dell’Ambito.

Tenuto conto della centralità della famiglie per l’insieme delle politiche descritte nel Piano, e più in

generale per la sostenibilità del sistema di welfare locale, risulta fondamentale monitorarne le

evoluzioni principali.

Analogamente ai territori limitrofi, anche nei Comuni dell’Ambito si assiste all’aumento del numero

di famiglie. Tale dato, se letto assieme a quello del numero medio di componenti (in calo generale)

conferma quanto evidenziato anche dal Piano regionale per la famiglia dove si rileva una tendenza

alla nuclearizzazione della popolazione. Da questo punto di vista l’Ambito registra valori ben

superiori sia al dato regionale che a quello provinciale. Se si osserva il dato dei singoli territori, ci si

accorge che Brugnera e Fontanafredda contribuiscono in maniera rilevante ad alzare la media

d’Ambito, a fronte di Comuni quali Caneva e Polcenigo, dove la variazione è decisamente più

contenuta.

9

La progressiva frammentazione del tessuto familiare induce a prestare attenzione alle nuove forme

familiari emergenti nell’ultimo periodo, come ad esempio i fenomeni delle persone che vivono sole

(particolarmente presente nella popolazione anziana) e della disgregazione dei nuclei.

Tab 2: numero famiglie e componenti medi per famiglia anni 2001 e 2011- variazione percentuale

2001-2011 - Fonte: Censimento generale della popolazione 2001 e 2011, dati 2010 da anagrafi

2001 2011 Variazione % 2001-2011

Famiglie al

31.12

N. medio

componenti

per famiglia

Famiglie al 31.12

N. medio

componenti

per famiglia

N. di famiglie

2001-2011

N. medio di

componenti

AVIANO 3.431 2,4 3.946 2,3 15,0 -0,1

BRUGNERA 2.762 2,9 3.450 2,7 24,9 -0,2

BUDOIA 988 2,2 1.178 2,2 19,2 0,0

CANEVA 2.357 2,7 2.611 2,5 10,8 -0,2

FONTANAFREDDA 3.582 2,7 4.702 2,5 31,3 -0,2

POLCENIGO 1.371 2,3 1.439 2,2 5,0 -0,1

SACILE 7.144 2,5 8.248 2,4 15,5 -0,1

Ambito 6.1 21.635 2,6 25.574 2,4 18,2 -0,2

Provincia di Pordenone 111.513 2,6 130.921 2,4* 17,4*

Regione FVG 497.836 2,4 558.786 2,2* 12,2*

*=dato 2010

Relativamente al quadro demografico specifico per quanto riguarda la popolazione straniera,

come si è già detto il trend segna nel quinquennio un andamento in forte crescita (+31,0%).

Tuttavia, la crisi economica, che colpisce più fortemente i segmenti fragili della popolazione, non

ha mancato di far sentire i suoi effetti sui saldi migratori: il 2009 segna un punto di svolta nei trend

di crescita dei flussi in ingresso, che si sono andati ridimensionando nel biennio successivo.

Come si evince anche dalla piramide delle età sotto riportata, la popolazione straniera è

mediamente più giovane di quella autoctona, e segna un tasso di natalità superiore.

I dati disaggregati per Comune confermano gli andamenti “tradizionali” dell’immigrazione nel

territorio di riferimento: la popolazione straniera si concentra nei centri più popolosi (vicinanza ai

servizi) e in quelli dove hanno sede le attività produttive. I dati di Sacile e Fontanafredda

confermano il primo caso, mentre quelli di Brugnera il secondo, sia in riferimento alla popolazione

residente che all’andamento della presenza nel tempo. Per contro, gli andamenti nel quinquennio

dei Comuni di Budoia, Caneva e Polcenigo individuano una fascia pedemontana poco attrattiva

per la popolazione straniera.

Bisogna infine ricordare che le percentuali di presenza straniera nell’Ambito sono influenzate dalla

presenza della base NATO di Aviano.

Questi dati dovranno essere rapportati a quelli consolidati al 31/12/12, al fine di passare al vaglio

del dato statistico la percezione dei Servizi di un allontanamento degli stranieri dal territorio in altri

Comuni, altre Regioni o nel Paese di origine. Questa verifica sarà possibile una volta consolidati i

dati censuari e dopo aver potuto monitorare con maggiore precisione le acquisizioni di cittadinanza

e i flussi in uscita.

10

Tabella 3: Piramide d’età popolazione residente nell’ambito distrettuale 6.1 Sacile,

di cui stranieri al centro al 31 dicembre 2010

La scelta dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 di puntare su un “piano regolatore dei servizi”

che punti alla qualificazione complessiva dei servizi nell’intero Ambito e che tenga conto delle

specificità territoriali trova spunto di riflessione nella tabella che segue, dove sono riportati alcuni

macro indicatori di struttura demografica disaggregati per Comune.

Tali dati non sono da considerare come elementi di criticità territoriale, ma come fattori stimolanti la

riflessione della comunità e delle Amministrazioni, emersi peraltro nella fase di consultazione

territoriale.

Tabella 4: Frequenza di particolari fasce di popolazione sul totale dei residenti per ciascun Comune

dell’Ambito 6.1 al 31/12/11 – in grassetto e corsivo i valori massimi

Comune % minori su

popolazione

% anziani su

popolazione

Var. % famiglie

2001-2011

% stranieri su

popolazione

Aviano 16,17 22,83 15,0 11,93

Brugnera 17,91 17,90 24,9 13,82

Budoia 16,04 21,69 19,2 10,48

Caneva 15,93 23,76 10,8 6,55

Fontanafredda 17,96 18,62 31,3 10,32

Polcenigo 15,41 25,08 5,0 7,49

Sacile 16,21 20,45 15,5 12,35

Ambito 16,52 21,47 18,2 10,42

11

Il contesto economico e del mercato del lavoro.

Anche il territorio dell’Ambito 6.1, come il più generale contesto provinciale e regionale, ha risentito

e risente tuttora della grave situazione socio-economica.

I dati confermano questa situazione anche se i principali indicatori del territorio risultano

lievemente più incoraggianti rispetto a quelli della Regione e, parzialmente, quelli della Provincia.

Il 2011 è stato infatti, nella provincia di Pordenone, un anno difficile in cui si sono confermate le

difficoltà di tenuta del tessuto produttivo, anche se all’orizzonte sembrano apparire timidi segnali di

ripresa, confermati sia dall’analisi trimestrale Istat che, parzialmente, dalle rilevazioni Ergon@t2.

Sebbene quindi la crisi non si possa definire conclusa, rispetto al biennio 2009-2010, il 2011 segna

qualche segno positivo nello stock degli occupati, una timida contrazione della componente

disoccupata e una diminuzione del ricorso ai principali ammortizzatori sociali3.

I dati di Ambito confermano questa situazione incerta. Un primo dato riguarda la demografia di

impresa: il saldo tra imprese cessate e iscritte risulta pesantemente negativo nel periodo 2007-

2011, soprattutto in forza dell’ormai stabile crisi del settore manifatturiero, e del “Distretto del

mobile” in particolare. Pur tuttavia, l’andamento negativo va lentamente rallentando.

La situazione del contesto produttivo ha ovviamente degli effetti negativi sull’andamento del

mercato del lavoro e sul ricorso agli ammortizzatori sociali.

Per quanto riguarda il primo aspetto, l’Ambito presenta tassi di attività e di occupazione superiori

alla media regionale, e tassi di disoccupazione e inattività inferiori. Ciononostante, nell’ultimo

quinquennio si è assistito ad un aumento sensibile delle iscrizioni nelle liste di disoccupazione

(+81,6%). Sebbene il fenomeno assuma connotazioni rilevanti in tutti i Comuni, particolarmente

penalizzati in tal senso risultano Brugnera (+148,4%) e Fontanafredda (+107,1%), proprio in forza

della crisi occupazionale nel settore manifatturiero.

Se si osservano i dati sulle assunzioni e sulle cessazioni ci si accorge come la crisi di questi due

territori in particolare venga di fatto confermata. Più dinamica risulta invece l’area della

Pedemontana con saldi positivi tra assunzioni e cessazioni.

Più in generale, l’Ambito segna una variazione del numero delle assunzioni nel periodo 2010-2011

superiore al dato provinciale, ma per contro la variazione nelle cessazioni è quasi doppia rispetto

al resto della Provincia. I valori assoluti riportano comunque un sostanziale equilibrio, a segnale di

un territorio molto fluido dal punto di vista del mercato del lavoro.

2 I dati Ergon@t si basano sul domicilio del lavoratore, a differenza di altre rilevazioni che si basano sulla sede

dell’impresa. Anche per questo motivo rappresenta uno strumento utile alla programmazione sociale, a tradizionale vocazione territoriale. 3 Fonte: Agenzia regionale del lavoro (cur.), Il mercato del lavoro in FVG. Rapporto 2012. Regione Autonoma FVG,

Franco Angeli, 2012

12

In riferimento a questi indicatori è inoltre interessante osservare il loro andamento sulle principali

componenti sociali:

a) per quanto riguarda il genere, la componente maschile è meno dinamica ma con un saldo

positivo, mentre le donne risultano maggiormente penalizzate in riferimento alla permanenza

nel mercato del lavoro;

b) la componente extracomunitaria risulta più svantaggiata rispetto non solo agli italiani, ma

anche ai cittadini comunitari;

c) per quanto riguarda le fasce di età, i dati di Ambito non si discostano molto da quelli regionali;

vi è tuttavia da segnalare una maggiore difficoltà dei giovani ad inserirsi nel mercato del

lavoro, specie nella fascia dei giovanissimi (15-24). La crisi tuttavia sembra aver impattato

maggiormente sulle fasce adulte della popolazione, in particolare quelle comprese tra i 45 e i

64 anni.

Per quanto concerne i settori produttivi, a trainare le assunzioni è il settore dei servizi, mentre

l’agricoltura segna valori ben inferiori alle medie regionali. Gli andamenti peggiori sono tuttavia

segnati dall’industria e dall’edilizia (rispettivamente -61% e -78% nel triennio 2009-2011). Per

contro, i servizi segnano i trend maggiori anche nelle assunzioni, al contrario dell’industria ed

edilizia. La sensazione è che il primo settore sia connotato da una più accentuata flessibilità,

mentre i secondi da una sostanziale stazionarietà.

Come è facilmente intuibile, il mercato del lavoro vede il crollo delle assunzioni a tempo

indeterminato e l’aumento di forme più o meno flessibili/precarie (le assunzioni con contratti a

tempo determinato, parasubordinato ed intermittente sono tutte in crescita). Tale situazione ha,

direttamente o indirettamente, delle sensibili ripercussioni sui tempi di vita, di lavoro e di cura delle

famiglie e dei singoli, effetti che non hanno tardato a manifestarsi nel contesto delle politiche di

welfare (aumento del disagio economico, maggior bisogno di assistenza degli anziani, aumento

delle problematiche genitoriali, ecc.).

Strettamente connesso all’andamento del mercato del lavoro è il ricorso agli ammortizzatori sociali,

fortemente centrato sul ruolo della cassa integrazione. L’andamento del ricorso a tali sistemi di

protezione “racconta” l’andamento della crisi nel territorio pordenonese. Il biennio 2008-09 ha visto

il ricorso massiccio all’utilizzo delle ore ordinarie quali primo contenimento. A queste si è sostituita

la cassa integrazione straordinaria ed in deroga nel corso del 2010. Tutte le forme risultano in

diminuzione nel corso del 2011 (ad accezione del comparto del legno, per cui la CIGS è

aumentata del 45%), meno marcata nel caso delle ore straordinarie. Quest’ultimo dato lascia

quindi delle perplessità sulla reale tenuta del sistema produttivo.

Un andamento simile è segnato anche dall’iscrizione alle liste di mobilità, un ammortizzatore

sociale con finalità di sostegno dei lavoratori definitivamente espulsi dal ciclo produttivo attraverso

la previsione di agevolazioni finalizzate al reinserimento al lavoro grazie a notevoli sgravi concessi

alle aziende e alla fornitura ai lavoratori stessi di un'indennità. La crescita rilevante nel periodo

2007-2010 ha lasciato spazio ad un pallido ridimensionamento nel corso del 2011.

13

Tab. 5 – Movimenti di assunzioni per comune di domicilio nell’ambito distrettuale 6.1 Sacile, in

provincia di Pordenone e in regione FVG nel periodo 2009-2011. Variazione assoluta e variazione percentuale 2010-2011.

2009 2010 2011 Variazione 2010-2011

v.a %

AVIANO 1.130 1.096 1.316 220 20,1

BRUGNERA 848 944 989 45 4,8

BUDOIA 227 216 313 97 44,9

CANEVA 509 501 574 73 14,6

FONTANAFREDDA 1.084 1.281 1.388 107 8,4

POLCENIGO 295 266 413 147 55,3

SACILE 2.154 2.265 2.659 394 17,4

Totale Ambito 6.247 6.569 7.652 1.083 16,5

Totale Provincia 39.127 41.871 44.359 2.488 13,4

Totale Regione FVG 179.123 180.416 186.725 6.309 3,4

Fonte: elaborazione Osservatorio Politiche Sociali Provincia di Pordenone su dati Regione FVG (Ergon@t) – estrazione archivio al 02

Aprile 2012

Tab. 6 – Movimenti di cessazioni per comune di domicilio nell’ambito distrettuale 6.1 Sacile, in provincia di Pordenone e in regione FVG nel periodo 2009-201. Variazione assoluta e

variazione percentuale 2010-2011.

2009 2010 2011 Variazione 2010-2011

V.A. %

AVIANO 1.173 1.100 1.298 125 10,7

BRUGNERA 876 960 1.038 162 18,5

BUDOIA 228 229 306 78 34,2

CANEVA 548 539 593 45 8,2

FONTANAFREDDA 1.202 1.265 1.435 233 19,4

POLCENIGO 297 298 407 110 37,0

SACILE 2.284 2.290 2.658 374 16,4

Totale Ambito 6.608 6.681 7.735 1.054 15,8

Totale Provincia 41.180 41.619 44.579 2.960 7,1

Totale Regione FVG 183.181 180.666 187.344 6.678 3,6

Fonte: elaborazione Osservatorio Politiche Sociali Provincia di Pordenone su dati Regione FVG (Ergon@t) – estrazione archivio al 02

Aprile 2012

Sulla scorta dei dati riportati e dei processi di consultazione dei territori, appare dunque quanto mai

opportuna ed appropriata la scelta dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 di puntare su

politiche di inclusione sociale soprattutto sul versante dell’integrazione lavorativa (vedi schede PDZ

9.1) in accordo con le azioni della Provincia.

14

CAP 1.2 – I BISOGNI DELLA POPOLAZIONE

In questa sezione si presenteranno i profili sociale e sociosanitario dell’Ambito. Ci si concentrerà

sui fenomeni emergenti come rilevati dai dati statistici in possesso del SSC e dell’ASS 6, nonché

sulle linee interpretative emerse dai tavoli di consultazione territoriali

Il profilo sociale professionale.

Il Servizio Sociale dell’Ambito 6.1 nell’ultimo triennio ha assunto mediamente in carico il 3,4% della

popolazione dell’Ambito; a questa sostanziale stabilità corrispondono alcuni elementi significativi

del lavoro di valutazione del bisogno e presa in carico professionale tra i quali val la pena

segnalare il significativo tasso di multi problematicità dell’utenza.

Tabella 7: Utenti SSC Ambito 6.1 e rapporto con popolazione residente

(fonte: Cartella Sociale Informatizzata)

Indicatore 2008 2009 2010 2011

Totale utenti servizio sociale Ambito 6.1 1.672 1.993 2.458 2.004

Totale utenti / popolazione (Ambito 6.1) 2,7 3,2 3,9 3,2

I dati “sociali” confermano quanto sopra visto per i dati demografici: in particolare, è decisamente

presente una importante prevalenza degli interventi nell’area “Anziani”. A livello territoriale, si

assiste ad una concentrazione dell’utenza nei comuni di Sacile e Aviano, probabilmente in

funzione sia della popolazione residente che dell’offerta di servizi.

Tabella 8: Utenti con progetto personalizzato (PAI) del servizio sociale professionale dell’Ambito 6.1

– anno 2011 – fonte: Cartella Sociale Informatizzata

Comune 0-17 18-34 35-64 65-74 75 e + Totale % Comune Su Ut. Gen.

Aviano 79 49 123 34 175 460 23,8

Brugnera 35 38 80 19 80 252 13,1

Budoia 1 1 7 6 30 45 2,3

Caneva 34 16 41 17 95 203 10,5

Fontanafredda 33 40 115 34 126 348 18,0

Polcenigo 22 5 21 10 56 114 5,9

Sacile 93 71 150 26 113 507 26,3

TOTALE 297 220 537 146 729 1929 100

% 15,4 11,4 27,8 7,6 37,8 100,0

Si riporta in particolare una tabella esemplificativa delle problematiche sociali espresse dalle

comunità locali dell’Ambito 6.1, rimandando poi ogni ulteriore dettaglio ed elaborazione agli allegati

elaborati con il data base della Cartella Sociale Informatizzata.

15

Tabella 9: Principali problemi registrati dal SSC Ambito 6.1 – anno 2011 – fonte: Cartella Sociale Informatizzata

Sono sicuramente diversi gli interventi sociali in rapporto alle fasce di utenza considerate per

analisi degli interventi del Piano.

Nell’area minori (15.4% dell’utenza) una grossa richiesta afferente ai Servizi sociali riguarda gli

interventi di supporto alla genitorialità. Oltre alle attività di tutela, si accompagnano progetti di

sostegno socio- educativo e di collaborazione con il sistema scolastico per attività di prevenzione

ed animazione.

Per il primo aspetto, si rileva il lavoro di alta specializzazione delle assistenti sociali delineato in

prospettiva nel Piano di Zona con la costituzione di una equipe specifica; per gli altri aspetti, oltre

alle azioni di sensibilizzazione del territorio verso l’affido familiare, si registra l’attenzione dei

Comuni, coordinati dall’Ambito, nella realizzazione di servizi di conciliazione del tempo di lavoro e

di cura delle famiglie, progetto di facilitazione dell’ingresso nel mondo della scuola di bambini

stranieri, la rete di collaborazione con le associazioni di famiglie del territorio di competenza.

Nell’area dell’inclusione sociale prevalgono soprattutto le situazioni complesse

multiproblematiche in cui coesistono generalmente l’assenza di base economica, di lavoro e, negli

ultimi anni in maniera sempre più evidente, il rischio di perdita della casa (si vedano ad esempio i

dati del Progetto Sistema Cerco Casa, tra gli allegati). Le collaborazioni in rete in atto da diversi

anni nell’Ambito spingono verso una cornice generale di interventi finalizzati a costruire percorsi

inclusivi, potendo contare su una vasta gamma di opportunità, non basandosi quindi solo sui

tradizionali contributi economici ma puntando a migliorare appropriatezza degli interventi.

Categoria Utenti

Autosufficienza parziale 817

Precarietà economica 626

Non autosufficienza 472

Problematiche connesse alle disabilità 224

Problematiche connesse alle competenze del ruolo genitoriale 201

Problematiche connesse all'assistenza di adulti e anziani 150

Instabilità lavorativa / difficoltà di inserimento lavorativo 112

Problematiche connesse al ciclo evolutivo/disagio psicologico 109

Problematiche connesse alla malattia psichiatrica 70

Disoccupazione di lunga durata 55

Precarietà abitativa 48

Problematiche connesse alle dipendenze 32

Problematiche connesse alla devianza (penale) 13

Problematiche connesse al nomadismo 13

Sospetto maltrattamento e/o abuso (psicologico, fisico, sessuale) 13

Problematiche scolastiche 9

Povertà estrema / stabile 8

Problematiche connesse alla condizione di rifugiato politico 3

Minore in stato di abbandono 1

Problematiche connesse alla migrazione interna 1

16

E’ tuttavia la fascia della popolazione anziana quella più rappresentata all’interno dei Servizi (in

linea con le medie provinciali). Gli over 65 rappresentano infatti oltre il 45% dell’utenza totale. La

principale motivazione di ricorso al SSC è in maniera sempre maggiore connessa alla non

autosufficienza, problematica che comporta un maggior carico per le famiglie, un aumento del

ricorso alle assistenti familiari ed un incremento della richiesta di accesso alle strutture residenziali.

Considerati questi aspetti, non a caso la parola chiave assunta dall’Assemblea dei Sindaci

dell’Ambito già dal luglio 2001 è stata “domiciliarità”. L’intento è infatti quello di disegnare nei

prossimi anni un nuovo sistema di servizi ed interventi di vario livello in modo da garantire un

continuum di opportunità dall’invecchiamento attivo alla residenzialità protetta.

Si riportano infine due tabelle che vogliono mettere in evidenza due dei fenomeni ritenuti di

maggior attenzione nel contesto sociale dell’Ambito 6.1, tanto che hanno determinato (e

continueranno a farlo) alcune scelte programmatiche importanti:

Tabella 10: Progetti del Fondo per Autonomia Possibile – Ambito 6.1 – Anni 2010-2012

Tipo intervento 2010 2011 31/8/12

APA 256 376 68

Aiuto familiare 71 151 127

Vita indipendente 20 29 29

TOTALE 347 556 224

Si ritiene significativo e segnale di attenzione l’aumento deciso dei progetti per la parte del FAP

relativa all’assistenza familiare e questo non tanto per l’uso delle risorse economiche in campo,

quanto e soprattutto per i risvolti sulla gamma complessiva di interventi per la domiciliarità che tale

tipo di assistenza comporta e la necessità di rivedere l’impianto organizzativo generale del

fenomeno “badanti” e sviluppare l’interazione ed integrazione delle stesse nella rete dei servizi

sociali.

L’altro settore preso come riferimento specifico è quello dell’inclusione sociale e l’attenzione alla

situazione di difficoltà in cui si trovano molte persone e famiglie cui corrisponde la scelta

dell’Ambito di preferire strumenti di inclusione ed integrazione ai tradizionali contributi economici:

Tabella 11: “Borse sociali lavoro” dell’Ambito 6.1 – Anni 2010-2012.

Comune 2010 2011 1° sem.

2012

Aviano 7 9 8

Brugnera 5 7 6

17

Budoia 1 2 1

Caneva 4 4 8

Fontanafredda 2 5 9

Polcenigo 0 0 1

Sacile 13 13 14

Totale 32 40 47

Si noti l’aumento rilevante del ricorso alle borse sociali in quasi tutti i Comuni dell’Ambito,

prospettando quindi l’utilizzo sempre più consistente di strumenti di supporto economico finalizzate

ad una progettualità di inserimento socio-lavorativo, da preferire alla pura assistenza economica

assistenziale

Il profilo socio-sanitario e di salute dell’Ambito 6.1 4

Si segnala da subito, all’interno di questa sezione, un aspetto ritenuto estremamente importante

per quanto riguarda il profilo di salute dell’Ambito 6.1: 5 Comuni del 7 che lo compongono (nello

specifico Aviano, Brugnera, Budoia, Caneva e Sacile) aderiscono da anni alla Rete Italiana delle

Città Sane – OMS; il Comune di Sacile in particolare è città componente anche del Comitato

Direttivo e del Comitato Tecnico della stessa Rete, impegnata sempre di più nel centrare la propria

attenzione su politiche sociali e socio-sanitarie che vadano a toccare i temi dei determinanti della

salute, i fattori che influenzano lo stato di salute di un individuo e, più estesamente, di una

comunità o di una popolazione, individuati in:

a) Determinanti strutturali:

Il contesto politico e socio-economico (sistema di governance, politiche sociali, valori

culturali e sociali)

La posizione socio-economica (reddito, istruzione, classe sociale, genera, etnia)

b) Determinanti intermedi:

Condizioni di vita e di lavoro, fattori psicosociali, coesione sociale, comportamenti

individuali e fattori biologici, sistema sanitario.

L’idea base è che la parte prettamente sanitaria sia una modesta percentuale (secondo alcuni

autori meno del 10%) dello stato di salute di una persona o di una comunità, con rilievo invece a

quanto attiene alla componente sociale e gli altri determinanti.

Ecco allora la scelta di seguire la filosofia di salute posta al centro del dibattito dalla Rete delle

Città Sane - OMS, assieme all’attenzione allo sviluppo nell’Ambito 6.1 di una valutazione del profilo

4 Fonte: Sezione redatta anche in collaborazione con la Direzione del Distretto Ovest di Sacile

18

di ogni situazione sociale anche con riferimento all’applicazione dell’ICF intesa come sistema di

ricognizione di determinanti di salute di una persona.

A livello di Distretto, la vita media dei residenti si attesta a 82,6 anni per le femmine e a 76 anni per

i maschi.

I decessi totali oscillano tra i 530 ed i 600 all’anno con un tasso di mortalità in linea con quello

provinciale; come a livello provinciale, le tre principali cause di morte sono rappresentate dalle

malattie cardiovascolari (39%), dai tumori (28%) e dalle malattie dell’apparato respiratorio (9%).

Queste tre cause rispondono del 76% delle cause di mortalità.

A livello distrettuale si effettuano ogni anno 7/8000 ricoveri, con un tasso di ospedalizzazione tra

125 e 130/1000. Le cause principali di ospedalizzazione sono: le malattie cardiovascolari (15%), i

tumori (12%), le malattie dell’apparato genitorurinario (9%), dell’apparato digerente (9%),

dell’apparato osteo-articolare (8,5%), dell’apparato respiratorio (8%) e per traumatismi ed

avvelenamenti (7%).

Per quanto riguarda gli infortuni domestici e gli infortuni sul lavoro le stime di incidenza non sono

ancora complete soprattutto per problemi di misclassificazione; in particolare gli infortuni domestici

risultano ampiamente sottostimati dalle attuali rilevazioni basate sui dati di pronto soccorso (basti

pensare che solo l’8,5% delle fratture di femore degli anziani presenta come causa di ingresso

l’incidente domestico).

Ogni anno ci sono in provincia circa 2800 nuovi nati. C’è un importante incremento del numero di

parti da madri residenti straniere (7/800 parti anno). Mediamente 1 parto ogni 4 è da donna

residente straniera.

Ogni anno si registrano circa 500 interruzioni volontarie di gravidanza (IGV), di cui quasi la metà

da donne coniugate, il 40% da donne nubili ed il 10% da separate o vedove.

Gli aborti spontanei assommano a 500 unità.

Il problema dello stato ponderale del bambino è un problema emergente. La relazione tra stato

ponderale del bambino e salute in età adulta è stata ampliamente dimostrata. I dati regionali

dimostrano che il problema è diffuso da noi come nel resto del Paese, anche se in misura

decisamente inferiore (17% sovrappeso contro valori superiori al 25% nelle regioni del centro sud).

In una popolazione campione tra gli 8 ed i 9 anni della nostra regione, il 5% è risultato obeso; il

17% sovrappeso, l’1% sottopeso ed i rimanenti (77%) normopeso.

Risulta elevato il numero di bambini che hanno un’alimentazione qualitativamente sbagliata

(merendine, scarsità di frutta, uso in elevate quantità di bevande zuccherate e/o gassate).

Buona sembra la percentuale di bambini che fanno movimento (8/10) ed in riduzione la

percentuale di bambini sedentari.

Lo stato nutrizionale è un importante determinante delle condizioni di salute di una popolazione.

L’eccesso ponderale è significativamente più frequente: con il crescere dell’età, negli uomini e

nelle persone con basso livello di istruzione. Nella nostra provincia il 33% delle persone è

sovrappeso, il 13% francamente obeso, il 2% sottopeso ed il 52 % normopeso.

Il numero di persone in carico al Centro distrettuale di salute mentale (C.S.M.) oscilla tra i 500 ed i

600/anno, su un totale di circa 3000/3500 utenti a livello provinciale.

L’età media di questi utenti è di 50 anni ed il 60% è di sesso femminile.

Il 35% di questi utenti è di età compresa tria i 15 ed i 39 ani, il 40% tra i 40 ed i 64 anni mentre gli

ultra65 ammontano al 25%. Questo dato è stabile nel tempo.

19

Il 22% di questi utenti (circa 110 persone a livello distrettuale) ha una diagnosi di psicosi; il 25%

(140 utenti) di disturbo affettivo; il 21% di disturbo d’ansia (100 persone), l’11% ha diagnosi di

disturbi organici, l’8% di disturbo di personalità. Il 5% (25 persone) ha diagnosi di insufficienza

mentale e altrettanti di disturbi alimentari.

Il problema della demenza è in decisa crescita. La malattia, oltre che sulla persona, ha pesanti

ripercussioni sulla sua famiglia creando enormi problemi di sostenibilità anche economica oltre che

affettiva e di stabilità. Secondo i dati della letteratura internazionale ed italiana, su una popolazione

di ultra65 anni la prevalenza della malattia si aggira interno al 6%. Nel Distretto Ovest, su un totale

di circa 10.500 >65 anni, questo si traduce in circa 650 persone affette da demenza in vari stadi di

evoluzione.

I risultati di una recenti indagine sugli stili di vita degli adolescenti (HBSC) evidenziano l’elevata

diffusione di stili di vita pericolosi per la salute, tanto più se adottati in età precoce, come

l’assunzione di alcolici e il fumo di sigaretta.

Il diabete è una malattia cronica del metabolismo, la cui prevalenza aumenta con l’età, causa di

tutta una serie di danni di organo che portano a frequenti ricoveri e/o morte. E’ tra le cause

principali di eventi acuti cardio-cerebro vascolari, di insufficienza renale (con dialisi) e di

ipertensione arteriosa, oltre che di patologie polmonari e disturbi del metabolismo dei lipidi

(obesità).

I dati stimano una prevalenza nella popolazione generale della provincia di Pordenone tra il 6 e

l’8%. A livello di Distretto si stimano tra i 3.500 ed i 4.500 casi (5,5- 7% della popolazione totale).

La patologia beneficia dello sviluppo di adeguati stili di vita, in particolare alimentazione corretta e

attività fisica.

20

CAP. 1.3 – I SERVIZI E LE RISORSE DISPONIBILI

Ricordando che la mappatura dei servizi e delle risorse disponibili nell’Ambito 6.1 è uno degli

obiettivi salienti del Piano di Zona (vedi a proposito più avanti gli obiettivi 1.1 e 4.5), e rimandando

il dettaglio al “nomenclatore dei servizi e degli interventi sociali e socio-sanitari” negli allegati, in

questo paragrafo si vogliono rappresentare, distinti per le aree di suddivisione del Piano di Zona, i

principali servizi già attivi, sia in un’ottica di PDZ come piano regolatore dei servizi anche già

esistenti sia perché per molti gli obiettivi del PDZ vanno a rappresentarne uno sviluppo ed

implementazione.

AREA di riferimento Servizio o Intervento Note

Infanzia ed Adolescenza Servizio socio educativo Il servizio socio educativo è stato

istituito in via sperimentale

dall’Ambito nel 2007 grazie ad un

finanziamento regionale specifico per

azioni rivolte all’infanzia ed

adolescenza.

Il servizio si rivolge a nuclei familiari

in difficoltà nello svolgere in modo

sufficiente la funzione genitoriale, con

conseguente rischio che il percorso

di crescita dei figli subisca

significative compromissioni.

Infanzia ed Adolescenza Progetto “Scuola a Colori” “Scuola a colori” è un progetto

innovativo nell’area dell’inter-

culturalità avviato in via sperimentale

nel 2007 dall’Ambito, in rete con tutte

le scuole del territorio.

Il progetto parte dal presupposto che

una buona “prima accoglienza”

rappresenta la condizione essenziale

su cui può realizzarsi un buon

percorso di integrazione dei bambini /

ragazzi stranieri nel territorio locale e

pertanto investe proprio su questa

prima fase, che coinvolge la scuola,

come luogo fondamentale in cui tutti i

bambini stranieri neo arrivati vanno

ad inserirsi.

L’altro presupposto di partenza è che

l’integrazione è un processo

circolare, che riguarda chi arriva, ma

21

anche chi accoglie e che come tale

va trattata, con azioni su entrambi i

fronti.

Infanzia ed Adolescenza Rete anti dispersione

scolastica e contrasto del

disagio

L’Ambito partecipata ad una rete

locale di scuole secondarie superiori,

facenti capo al Liceo Pujati di Sacile

per un percorso di confronto, di

costruzione di significati comuni, di

aumento della reciproca conoscenza

tra servizi sociali e scolatici rispetto

alle questioni del disagio, di messa a

punto di strategie condivise pro-

benessere e a contrasto delle multi

dimensioni del disagio minorile.

Giovani e Famiglie Forum Famiglie di Sacile L’Ambito segue i lavori del Forum

delle Famiglie della città di Sacile,

con la previsione di comporre un

Forum a livello di Ambito.

Disabili Accordo di rete per

l’integrazione scolastica

dei bambini con disabilità

grave/gravissima

Siglato nel 2011, prevede la

collaborazione tra servizi sociali e

socio-sanitari e la rete delle scuole

primarie e secondarie per l’avvio di

un progetto sperimentale di

integrazione scolastica con una

programmazione didattico/formativa

che possa includere nel “tempo

scuola” le attività proposte e

condivise dalle agenzie educative del

territorio e nel contempo promuovere

la diffusione di una cultura e nuova

prassi per l’integrazione scolastica

dei bambini con disabilità

grave/gravissima

Anziani Progetto “Bond” Acronimo di “Back Office Nucleo

Demenze”, il progetto vede la

valutazione multi professionale di

alcune situazioni famigliari con

persone affette da patologie dementi

gene (effettuata da psicologi,

assistenti sociali e assistenti

domiciliari) per rispondere con

interventi domiciliari non tanto di

assistenza “tradizionale” quanto nella

forma di interventi educativi alle

famiglie.

22

Inclusione sociale Gruppo Inclusione Sociale Composto da un’assistente sociale

per ogni unità operativa dell’Ambito,

svolge funzioni di analisi strategica

sui temi dell’integrazione lavorativa,

la previsione di strumenti alternativi

all’erogazione di soli contributi

economici, la definizione di accordi

con soggetti delle comunità locali per

la realizzazione di progetti anche di

prossimità per il sostegno sociale ed

economico.

Inclusione sociale Sistema di protezione per

rifugiati politici

L’Ambito fa parte della rete nazionale

degli enti di accoglienza per i rifugiati

politici e richiedenti asilo.

Il progetto complessivo è finanziato

con uno specifico fondo nazionale.

Inclusione sociale Sistema “Cerco Casa” L’Ambito ha promosso fin dal 2003

la realizzazione di servizi di “abitare

sociale” in risposta all’emergenza

abitativa della popolazione, anche

immigrata.

Nel corso degli anni tali servizi si

sono consolidati in un sistema

provinciale (il “Sistema Cerco Casa”)

che interviene in maniera organica e

complessiva nella ricerca di soluzioni

diversificate al trattamento della

marginalità abitativa, attraverso

l’erogazione di servizi informativi di

orientamento, accompagnamento e

inserimento abitativo e la gestione di

strutture di ospitalità temporanea.

23

CAP. 1.4 – IL QUADRO INTERPRETATIVO

Nelle varie sedute dedicate al Piano di Zona, l’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 ha

evidenziato costantemente due aspetti si cui tenere conto nella programmazione del Piano di Zona

2013 – 2015:

- Definizione di una documento inteso veramente come “piano regolatore dei servizi sociali e

socio-sanitari” nella accezione tratta proprio dai settori urbanistici dei Comuni: fotografia

dell’esistente, analisi delle fattibilità, attenzione alla situazione contingente, definizione in

corso d’opera, se necessario, di “varianti”;

- Governance del Piano “permanente” con gruppi di lavoro e incontri con le comunità locali

non limitati alla prima fase di redazione del Piano, ma alla sua alimentazione e al caso

“integrazione”.

L’interpretazione comune ai Sindaci è stata quella di rispondere ad una sorta di continua

incertezza sull’evoluzione dei bisogni prevalenti delle comunità locali con una flessibilità di risposte

offerte dalla rete integrata di servizi sociali e socio-sanitari.

Anche per questo, una fase importante, avviata nel 2012 e con continuità nei prossimi anni, è

quella di incontri nei vari territori comunali, più che per area di intervento, per registrare le

situazioni emergenti in un determinato contesto.

Ad Aviano la rete di volontariato comunitaria di supporto all’amministrazione ed ai servizi sociali,

costruita con impegno nel corso di diversi anni, segnala il rischio di un costante impoverimento

delle risorse della solidarietà e del dono di tempo ad altri.

A Brugnera il tessuto sociale riflette sulla situazione contingente di decisa riduzione della capacità

economica delle famiglie, con ricorso ai servizi anche di imprenditori.

A Budoia l’attenzione dell’amministrazione si sta rivolgendo a forme innovative di contatto con la

popolazione anche puntando sulle nuove tecnologie, accompagnate dall’implementazione di luoghi

di aggregazione per gli anziani.

A Caneva si sta sviluppando un nuovo “centro sociale” cui fare riferimento per momenti di

animazione e “sollievo” per le famiglie.

A Fontanafredda la comunità ha individuato come parole chiave dei problemi espressi da quel

territorio la necessità di un recupero di “sviluppo di comunità”, di solidarietà, rese difficili dalla

frammentazione per frazioni di quel Comune, e le risposte da dare ai giovani, ritenuti con forza

soggetti e oggetto di attenzione del Piano di Zona.

A Polcenigo viene rimarcata l’attenzione ad integrare le proprie attività per gli anziani (con il

locale centro diurno) all’interno del più ampio piano per la domiciliarità dell’Ambito.

24

A Sacile emergono forti segnali di crisi economica nelle famiglie e risposta dei servizi soprattutto

concentrata nei servizi dell’’area dell’inclusione sociale.

Su tutto, l’indirizzo generale dell’Assemblea dei Sindaci e dell’Ufficio Direzione e Programmazione

dell’Ambito nel puntare non tanto o solo su alcuni servizi, anche innovativi, ma a “piani locali”

anche di declinazione di azioni programmatiche regionali (vedi la parte sulla famiglia): lo spirito

dell’Ambito Distrettuale, questa la visione dell’Assemblea, deve essere proprio quello di

immaginare cornici di riferimento sovra comunali che pur prendendo spunto da buone prassi già in

essere in alcune località, siano di utilità a tutti i cittadini dell’intero territorio di competenza.

Per questo, già dall’estate del 2011, è in corso di sviluppo quello che è stato chiamato il “piano

locale per la domiciliarità” dell’Ambito, che si immagina come una filiera di interventi e servizi,

alcuni già in essere altri da definire e realizzare, che va dalla persona ancora parte attiva della

propria comunità (l’anziano che frequenta gruppi di cammino o centri di aggregazione) lungo un

continuum fino ad un istante prima dell’ingresso in una casa di riposo.

Così il piano comprende al suo interno i centri sociali ed i centri diurni, i progetti per il FAP e la

previsione di una rete integrata per e con le assistenti familiari, l’attenzione a servizi e progetti per

le demenze fino ad una nuova ri-definizione dei contenuti del tradizionale servizio di assistenza

domiciliare.

La stessa consapevolezza ha portato, nel 2012, ad immaginare anche il “piano locale per la

disabilità”, oggetto tra l’altro di un percorso di co-progettazione quale sistema per l’affidamento che

ha visto la selezione di un “soggetto” composto da tre cooperative sociali che hanno portato in dote

alla progettazione condivisa una rete di 23 attori del privato sociale, associazionismo e

volontariato.5

E l’attenzione alle macro cornici di intervento ha portato anche alla ridefinizione complessiva

dell’assetto organizzativo dell’Ambito 6.1, sviluppato in un sistema a matrice che sviluppa l’attività

operativa nei territori comunali incrociandoli in momenti di ragionamento strategico nelle aree di

intervento individuate in “infanzia ed adolescenza”, “disabili”, “anziani” ed “inclusione sociale”.

Sopra tutto, si vuole evidenziare come il quadro interpretativo dei problemi espressi dalle comunità

locali e bisogni cui rispondere trovano declinazione nell’Assemblea dei Sindaci secondo due filoni

principali di analisi:

- La tensione verso un crescente sviluppo di comunità, ritenuto indifferibile e condizione

sine qua non per poter garantire appropriatezza e rilevanza dei servizi offerti;

- L’analisi della situazione sociale dei Comuni dell’Ambito filtrata tenendo conto dei cosiddetti

determinanti della salute: la salute è sempre di più esprimibile in variabili di natura sociale

e non sanitaria, ed a queste variabili i territori devono dare sostegno (l’istruzione,

l’educazione, la vita di relazione, le prospettive di lavoro e famiglia,…).

5 E’ in corso la procedura per l’istruttoria pubblica di co-progettazione anche per il piano locale per la domiciliarità

2013-2015

25

2. LA GOVERNANCE DEL PROCESSO DI

PIANIFICAZIONE

Il sistema di governance proposto dalle Linee Guida regionali, distinto nelle fasi di concertazione,

consultazione e co-progettazione, sarà definito, tenuto conto delle specificità di promozione dello

sviluppo di comunità dell’Ambito 6.1, anche in sede di revisione della Convenzione istitutiva della

gestione associata dei servizi sociali, in corso di esame da parte dell’Assemblea dei Sindaci,

diventandone così una sorta di parte integrante.

Si segnala che da un punto di vista operativo, l’Ambito 6.1 ha inteso definire anche:

- un Gruppo di Regia del Piano, formato da due Sindaci o loro delegati dell’Assemblea dei

Sindaci (nello specifico i rappresentanti di Aviano e Budoia), il Responsabile dell’Ambito ed

il Direttore del Distretto socio-sanitario;

- l’Ufficio di Piano coincide con la Conferenza dei Referenti, definita nell’assetto

organizzativo dell’Ambito e composta dal Responsabile dell’Ambito ed i Referenti territoriali

e di area.

Dal mese di marzo 2012 l’Assemblea dei Sindaci ha esaminato più volte l’andamento dei lavori del

Piano di Zona dell’Ambito recependo le segnalazioni dell’Ufficio Direzione e Programmazione e

della Conferenza dei Referenti.

In particolare, con la deliberazione dell’Assemblea n. 18 del 10 luglio 2012, relativa a “Piano di

Zona 2013-2015. Avvio dei lavori” è stato deciso di:

1. di dare atto dell’avvio del processo di pianificazione del Piano di Zona 2013-2015, in

accordo con le Linee guida predisposte dalla Regione Friuli Venezia Giulia, i rilievi

dell’Assemblea dei Sindaci e le proposte dell’Ufficio Direzione e Programmazione

dell’Ambito 6.1;

2. di adottare i documenti allegati al presente provvedimento quale parte integrante e così

indicati:

a. Ambito 6.1. Piano di Zona 2013-2015: calendario dei lavori e crono programma

b. Il sistema di governance locale del sistema integrato di interventi e servizi alle

persone, famiglie e comunità

c. I soggetti della pianificazione ed il sistema della programmazione partecipata

3. Di indicare i rappresentanti dei Comuni di Aviano e Budoia quali componenti del Gruppo di

Lavoro permanente dell’Assemblea dei Sindaci per il PDZ 2013 – 2015;

4. Di affidare al Responsabile del Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito 6.1 la funzione di

governo tecnico della programmazione sociale ed il coordinamento delle attività correlate al

processo di elaborazione del PDZ;

26

Nel corso dell’estate 2012 e dei mesi di settembre ed ottobre l’Ambito ha partecipato ai lavori per

la costruzione partecipata del documento sulla programmazione integrata con l’ASS 6.

Più avanti nel documento del Piano si potrà vedere come il risultato importante che è stato

raggiunto da questo punto di vista è la partecipazione congiunta, anche con azioni ed obiettivi

uguali, di tutti gli Ambiti e Distretti della Provincia di Pordenone, in raccordo con la Direzione

Sanitaria ed il Coordinamento socio-sanitario dell’ASS 6.

Al di là dei contenuti, importanti, della parte di integrazione, l’Assemblea dei Sindaci ha sempre

rimarcato la doverosa attenzione alla parte “sociale” del Piano, specie con attenzione a politiche di

promozione di nuovi interventi e servizi a favore delle famiglie e per l’inclusione sociale.

Il Piano assume così la caratteristica di work in progress permanente segnato da:

- Gli incontri bi settimanali della Conferenza dei Referenti dell’Ufficio Direzione e

Programmazione dell’Ambito;

- Incontri mensili della “cabina di regia” definita tra Ambito e Distretto socio-sanitario;

- Incontri di concertazione in occasione dei principali momenti di approvazione dei documenti

di programmazione contabile (conto consuntivo, assestamento e bilancio di previsione);

- Incontri periodi dei tavoli di co-progettazione;

- Incontri periodici di consultazione, specie in caso di necessità di modifica o integrazione

alle attività del Piano stesso.

Si evidenzia infine la scelta fatta dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito di dare seguito per

l’affidamento di servizi sociali anche tra quelli descritti nel Piano di Zona alla metodologia

dell’istruttoria pubblica di co-progettazione.

Così è stato per quanto riguarda la disabilità, così è stato per la promozione dell’amministrazione

di sostegno, così sarà per la domiciliarità.

27

3. LE AZIONI DI SISTEMA

PREMESSA.

Considerato che le azioni di sistema costituiscono una premessa indispensabile per garantire

l’azione congiunta ed omogenea fra i vari attori del sistema integrato di interventi sociali e socio-

sanitari, molti degli obiettivi declinati nelle schede che seguono sono stati elaborati e condivisi

congiuntamente in conformità con l’impostazione generale data al percorso di integrazione tra

Ambiti e ASS 6. 6

In particolare per quanto riguarda l’Ambito Distrettuale 6.1, la sintesi di tale collaborazione

sinergica è la Convenzione sottoscritta a novembre 2011 (e tuttora vigente) tra l’Assemblea dei

Sindaci e il Direttore Generale dell’ASS 6 mediante la quale le parti “si impegnano a far progredire

il processo di integrazione socio-sanitaria identificando aree di intervento innovative sulle quali le

parti promuovono comuni intese programmatiche e progettuali, che potranno essere rafforzate e

sostenute all’interno del processo di “programmazione locale” in sede di stesura del Piano di Zona,

al fine di realizzare modalità di gestione congiunta di servizi e interventi che superino il solo

coordinamento professionale.

OBIETTIVO

REGIONALE N. 1.1

Rafforzare il coinvolgimento della comunità

nella realizzazione di un sistema integrato di

interventi e servizi sociali di tipo solidale e

universalistico.

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 1.1.1

Il SSC si attiva per sostenere e promuovere il mantenimento e/o rafforzamento della

comunità e della rete sociale perseguita con la costruzione del PDZ.

OBIETTIVI DI AREA

COLLEGATI Obiettivi 5.1, 5.2, 6.1, 6.2, 7.1, 7.2, 8.1, 9.1, 10.1.

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, ASS, soggetti, istituzionali e non, partecipanti ai tavoli

ANNO 2013

SSC

L’Ufficio Direzione e Programmazione realizza incontri sistematici con i tavoli di

lavoro del PDZ (concertazione, consultazione e co-progettazione) secondo le

indicazioni dell’Assemblea dei Sindaci ed affinché gli obiettivi e le macroazioni

definite nel Piano di Zona, anno 2013, vengano conseguiti con il coinvolgimento

della rete delle risorse territoriali e la comunità.

6 Per facilitare l’analisi del Piano di Zona, gli obiettivi specifici dell’Ambito 6.1 sono evidenziati con

uno sfondo grigio.

28

ANNO 2014

SSC

L’Ufficio Direzione e Programmazione realizza incontri sistematici con i tavoli di

lavoro del PDZ (concertazione, consultazione e co-progettazione) secondo le

indicazioni dell’Assemblea dei Sindaci ed affinché gli obiettivi e le macroazioni

definite nel Piano di Zona, anno 2013, vengano conseguiti con il coinvolgimento

della rete delle risorse territoriali e la comunità.

ANNO 2015

SSC

L’Ufficio Direzione e Programmazione realizza incontri sistematici con i tavoli di

lavoro del PDZ (concertazione, consultazione e co-progettazione) secondo le

indicazioni dell’Assemblea dei Sindaci ed affinché gli obiettivi e le macroazioni

definite nel Piano di Zona, anno 2013, vengano conseguiti con il coinvolgimento

della rete delle risorse territoriali e la comunità.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

Verbali di costituzione, realizzazione ed esito dei tavoli tematici e di co-

progettazione

N. intese operative sottoscritte con i partner della co-progettazione (distinte per

tipologia)

29

OBIETTIVO

REGIONALE N. 1.2

Favorire, nell’ambito dei percorsi di assistenza, di

protezione e promozione sociale, la messa a

sistema delle attività di soggetti non istituzionali

operanti nel territorio, beneficiari di contributi

economici regionali, provinciali e comunali erogati a

sostegno delle attività degli stessi soggetti a favore

di persone in stato di bisogno, allo scopo di

capitalizzare, in un’ottica di sinergia e di

coordinamento, le risorse finanziarie pubbliche

erogate.

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 1.2.1

Perseguire il processo di messa a sistema dei soggetti non istituzionali attraverso la

conoscenza più approfondita degli stesse e rafforzando la collaborazione attraverso

la realizzazione di buone prassi operative e la stipula di intese (convenzioni,

protocolli, accordi sostitutivi di procedimento,…)

OBIETTIVI DI AREA

COLLEGATI Obiettivi 5.1, 5.2, 6.1, 6.2, 7.1, 7.2, 8.1, 9.1, 10.1.

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, Comuni, Amministrazione provinciale, Amministrazione Regionale, ASS,

Associazioni di volontariato.

ANNO 2013

SSC

1. Condivide con altri enti pubblici erogatori di contributi economici gli elenchi dei

soggetti beneficiari di contributi erogati dai medesimi.

2. Definisce anche tenendo conto dell’Atto di indirizzo regionale per l’affidamento

dei servizi alla persona protocolli operativi con soggetti beneficiari che già

collaborano nel processo del Piano di zona.

3. Verifica in progress dei risultati raggiunti

ANNO 2014

SSC

1. Promuove la collaborazione dei soggetti beneficiari di contributi a collaborare

con il Servizio Sociale dei Comuni, qualora non già attivi nel processo del Piano

di zona, al fine di realizzare interventi;

2. Definisce anche tenendo conto dell’Atto di indirizzo regionale per l’affidamento

dei servizi alla persona protocolli operativi con i soggetti di cui al punto 1/2014

3. Verifica in progress dei risultati raggiunti

ANNO 2015

SSC

1. Definisce anche tenendo conto dell’Atto di indirizzo regionale per l’affidamento

dei servizi alla persona protocolli operativi con soggetti beneficiari coinvolti nel

2013, 2014, 2015.

2. Verifica/valutazione dei risultati raggiunti.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. progetti condivisi con i soggetti non istituzionali per l’ottenimento di contributi

regionali.

N. intese operative sottoscritte con i partner della co-progettazione beneficiari di

30

finanziamenti pubblici (distinte per tipologia)

Valore atteso

Nel triennio 2013-2015 almeno il 70% dei soggetti non istituzionali beneficiari di

contributi economici pubblici sottoscrivono protocolli operativi con il SSC.

Il raggiungimento del valore atteso è condizionato alla reale disponibilità degli

elenchi dei soggetti beneficiari di contributi da parte degli erogatori dei contributi

(Regione, Provincia, Comuni, ASS), alla collaborazione con il SSC manifestata dai

soggetti beneficiari di contributi e infine alla possibilità reale di attivare con i soggetti

disponibili progettualità condivise e formalizzate in protocolli operativi.

31

OBIETTIVO

REGIONALE N. 2.1

Consolidare il sistema associato di governo del

sistema locale degli interventi e dei servizi

sociali.

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 2.1.1

Il consolidamento del sistema associato di governo degli interventi e dei servizi

sociali prevede:

- il rinnovo della convenzione dei Comuni associati tenuto conto delle indicazioni

dell’Assemblea dei Sindaci, il necessario consolidamento dell’Ufficio di Direzione e

Programmazione prevedendo ove possibile le risorse professionali dedicate

necessarie, l’integrazione della Convenzione anche con le finalità programmatorie

generali regionali per il Piano di Zona;

- l’adeguamento del bilancio di Ambito ai modelli di rendicontazione e di

documentazione proposti dalla Regione;

- l’aggiornamento del vigente Regolamento di Ambito per l’accesso dei cittadini ai

servizi e alle prestazioni socio assistenziali e per la compartecipazione degli utenti al

costo dei servizi, tenendo conto anche degli sviluppi della normativa nazionale e

regionale.

OBIETTIVI DI AREA

COLLEGATI Obiettivi 5.1, 5.2, 6.1, 6.2, 7.1, 7.2, 8.1, 9.1, 10.1.

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, Assemblea dei Sindaci, Comuni.

ANNO 2013

SSC

1. Sviluppa il sistema organizzativo dell’Ambito definito nel corso del 2012

anche in riferimento alle risorse di personale impiegate.

2. Predispone e approva in Assemblea dei Sindaci la nuova Convenzione con

recepimento delle modifiche normative ed organizzative apportate.

3. Avvia un graduale adeguamento del proprio bilancio, i modelli di

rendicontazione e di documentazione in uso a quelli proposti

dall’Amministrazione regionale;

4. Rafforza il proprio sistema informativo in raccordo con la Regione e alimenta

sistematicamente gli applicativi già disponibili.

5. Aggiorna il proprio Regolamento per l’accesso dei cittadini ai servizi e alle

prestazioni socio assistenziali e per la compartecipazione degli utenti al

costo dei servizi.

ANNO 2014

SSC

1. Adegua ove necessario il proprio sistema organizzativo.

2. Implementa il sistema di redazione e monitoraggio del proprio bilancio, i

modelli di rendicontazione e di documentazione in uso tenuto conto di quelli

proposti dall’Amministrazione regionale;

3. Rafforza il proprio sistema informativo in raccordo con la Regione e alimenta

sistematicamente gli applicativi già disponibili.

4. Monitora l’applicazione del vigente Regolamento di accesso dei cittadini ai

servizi e alle prestazioni socio assistenziali e per la compartecipazione degli

32

utenti al costo dei servizi

ANNO 2015

SSC

1. Monitora il proprio sistema organizzativo in previsione della pianificazione

del triennio successivo

2. Monitora l’applicazione del vigente Regolamento di accesso dei cittadini ai

servizi e alle prestazioni socio assistenziali e per la compartecipazione degli

utenti al costo dei servizi

3. Implementa il sistema di redazione e monitoraggio del proprio bilancio, i

modelli di rendicontazione e di documentazione in uso tenuto conto di quelli

proposti dall’Amministrazione regionale;

4. Rafforza il proprio sistema informativo in raccordo con la Regione e alimenta

sistematicamente gli applicativi già disponibili.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. operatori equivalenti dedicati all’attività dell’Ufficio di direzione e programmazione

Report quanti-qualitativi sui dati acquisiti e monitorati nei sistemi informativi adottati

N. modelli regionali di documentazione/rendicontazione adottati e compilati;

N. schede del vigente Regolamento di Ambito monitorate ed aggiornate

Valore atteso:

L’Ufficio di direzione e programmazione del SSC è dotato di risorse professionali

dedicate.

I sistemi informativi previsti dalla regione vengono alimentati sistematicamente.

Vengono adottati modelli regionali di documentazione/rendicontazione.

È presente e continuamente aggiornato un regolamento per l’accesso e la

compartecipazione degli utenti al costo dei servizi.

33

OBIETTIVO

REGIONALE N.

3.1

Stabilizzare e consolidare le prestazioni e gli interventi di

cui all’art. 6 della legge regionale 6/2006, definendo un

sistema di offerta per tipologie di servizi e prestazioni,

trasversale alle aree di bisogno, articolato in:

- welfare d’accesso, con il ruolo fondamentale

riconosciuto al servizio sociale professionale, che

ricomprende il servizio di segretariato sociale, le attività

di presa in carico e gestione sociale del caso (case

management), il servizio di pronto intervento per le

situazioni di emergenza sociale;

- servizi domiciliari, di tipo educativo, socio-assistenziale

e di assistenza integrata;

- servizi a carattere comunitario semiresidenziale,

compresa la rete delle strutture e dei servizi a ciclo

diurno;

- servizi a carattere comunitario a ciclo residenziale,

compresa la rete delle strutture e dei servizi a ciclo

interamente residenziale anche a carattere temporaneo;

- misure di sostegno e assistenza economica, nelle

diverse forme previste dalla programmazione regionale.

SOCIALE

SOCIOSANITARI

O

MACROAZIONE

N. 3.1.1

Mantenere e consolidare l’attuale livello di prestazioni e interventi garantito dall’Ambito e

attivare percorsi e azioni finalizzate al miglioramento, al miglior utilizzo delle risorse, alla

razionalizzazione e al potenziamento.

OBIETTIVI DI

AREA

COLLEGATI

Obiettivi 5.1, 5.2, 6.1, 6.2, 7.1, 7.2, 8.1, 9.1, 10.1.

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, Comuni, ASS, ASP e strutture residenziali del territorio, Soggetti pubblici e del

privato sociale.

ANNO 2013

L’Ambito consolida servizi e prestazioni nelle seguenti aree:

1. welfare d’accesso: mantenimento degli attuali livelli raggiunti avviando una

riflessione sui temi propri del servizio sociale professionale (segretariato sociale,

presa in carico, integrazione socio-sanitaria, sviluppo di comunità) avvalendosi di

supporti formativi mirati (da progettare) anche per coniugare l’attenzione

professionale con la situazione sociale delle comunità locali di competenza;

2. servizi domiciliari, di tipo educativo, socio-assistenziale, compresa la rete

delle strutture e dei servizi a ciclo diurno: pieno sviluppo del piano locale per la

domiciliarità approvato dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 in accordo con la

rete della co-progettazione, l’ASS e i Comuni sede di strutture semiresidenziali;

3. servizi a carattere comunitario a ciclo residenziale, compresa la rete delle

strutture e dei servizi a ciclo interamente residenziale anche a carattere

temporaneo;

4. misure di sostegno e assistenza economica, nelle diverse forme previste dalla

programmazione regionale.: valutazione delle misure adottate nel Regolamento

per l’accesso ai servizi dell’Ambito. (vedi ob: 2.1.1);

34

ANNO 2014

1. welfare d’accesso: analisi della riflessione avviata nel 2013 e sviluppo del piano

formativo e degli strumenti operativi conseguenti;

2. servizi domiciliari, di tipo educativo, socio-assistenziale, compresa la rete

delle strutture e dei servizi a ciclo diurno: monitoraggio del piano locale per la

domiciliarità approvato dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 in accordo con la

rete della co-progettazione, l’ASS e i Comuni sede di strutture semiresidenziali;

3. servizi a carattere comunitario a ciclo residenziale, compresa la rete delle

strutture e dei servizi a ciclo interamente residenziale anche a carattere

temporaneo: si rinvia a obiettivi specifici dell’area integrata;

4. misure di sostegno e assistenza economica, nelle diverse forme previste dalla

programmazione regionale.: valutazione delle misure adottate nel Regolamento

per l’accesso ai servizi dell’Ambito. (vedi ob: 2.1.1)

ANNO 2015

1. welfare d’accesso: definizione di sistemi organizzativi mirati per la stabilizzazione,

consolidamento ed ottimizzazione delle attività proprie del SSC;

2. servizi domiciliari, di tipo educativo, socio-assistenziale, compresa la rete

delle strutture e dei servizi a ciclo diurno: monitoraggio del piano locale per la

domiciliarità approvato dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 in accordo con la

rete della co-progettazione, l’ASS e i Comuni sede di strutture semiresidenziali;

3. servizi a carattere comunitario a ciclo residenziale, compresa la rete delle

strutture e dei servizi a ciclo interamente residenziale anche a carattere

temporaneo: si rinvia a obiettivi specifici dell’area integrata;

4. misure di sostegno e assistenza economica, nelle diverse forme previste dalla

programmazione regionale.: valutazione delle misure adottate nel Regolamento

per l’accesso ai servizi dell’Ambito. (vedi ob: 2.1.1);

INDICATORI DI

RISULTATO

NEL TRIENNIO

Valori target definiti nelle schede di cui all’Allegato 3) delle Linee guida regionali.

Valori attesi

Gli scostamenti dei valori target registrati annualmente sono oggetto di valutazione.

35

OBIETTIVO

REGIONALE N. 4.1

Definire/migliorare un sistema di accesso integrato

ai servizi sociosanitari.

SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 4.1.1

Confermare il Punto Unico di Accesso come strumento di accesso ai servizi socio-

sanitari integrati.

OBIETTIVI DI AREA

COLLEGATI 4.5 – 5.1 – 5.2 - 6.1 – 7.1 – 7.2 – 8.1

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC – ASS6 (tutti i Servizi e Dipartimenti) – Distretto Ovest

ANNO 2013

SSC – ASS6 – Distretto Ovest

1. Verifica stato di realizzazione del Punto Unico di Accesso.

2. Analisi degli elementi comuni e delle differenze territoriali. Studio preliminare delle

possibili forme di integrazione tra Ambiti, ASS6, Distretto Ovest.

3. Impostazione congiunta del documento descrittivo di accesso al sistema

integrato.

ANNO 2014

SSC – ASS6 - Distretto Ovest

Applicazione sperimentale del PUA.

Monitoraggio e valutazione del nuovo modello.

ANNO 2015

SSC – ASS6 - Distretto Ovest

Correzione delle criticità, implementazione del nuovo modello del PUA.

Confronto con l’Assemblea dei Sindaci sul risultati dell’implementazione del nuovo

modello di PUA.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

Evidenza documento descrittivo del sistema di accesso.

Valore atteso:

In ogni Ambito distrettuale è attivo un sistema di accesso integrato in favore delle

persone con malattie croniche e con disabilità

36

OBIETTIVO

REGIONALE N. 4.2

Sviluppare e qualificare le Unità di valutazione

multiprofessionale in tutte le aree di integrazione

sociosanitaria.

SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 4.2.1

Rivedere le procedure in uso delle Unità di Valutazione migliorandole.

(per l’area minori si veda la scheda 5.1.1)

OBIETTIVI DI AREA

COLLEGATI 5.1. – 6.1– 7.2 – 8.1 – 9.1

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC – ASS6 – Distretto Ovest – NPI – DSM – CF – Ser.T - Medici di medicina

generale – Pediatri di libera scelta

ANNO 2013

SSC – ASS6 – Distretto Ovest

1. Verifica delle procedure in uso nelle Unità di valutazione multi professionali

integrate; analisi degli elementi comuni e delle differenze territoriali.

2. Impostazione congiunta di un documento unico degli Ambiti e dei Distretti del

territorio dell’ASS, descrittivo delle procedure in uso (a cura dell’ASS6)

ANNO 2014

SSC – ASS 6 – Distretto Ovest

1. Applicazione sperimentale dei miglioramenti individuati.

2. Monitoraggio, valutazione del nuovo modello unitario.

ANNO 2015

SSC – ASS6 – Distretto Ovest

1. Implementazione e messa a sistema del nuovo modello procedurale delle Unità di

Valutazione Multi professionale.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

Evidenza documento descrittivo delle Unità multi professionali integrate e del loro

funzionamento.

N. soggetti che accedono alla rete dei servizi sociosanitari valutati dalle specifiche

Unità multi professionali integrate.

Valore atteso

Il 100% dei soggetti che accedono alla rete dei servizi residenziali e semiresidenziali

sono valutati dalle Unità multi professionali integrate.

37

OBIETTIVO

REGIONALE N. 4.3

Utilizzare sistematicamente la valutazione

multidimensionale e adottare progressivamente

strumenti uniformi e standardizzati.

SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 4.3.1

Promuovere uniformità nell’utilizzo della valutazione multidimensionale, innanzitutto

sul territorio provinciale, secondo le modalità indicate dalla Regione e condivise tra

gli Ambiti e Distretti provinciali.

OBIETTIVI DI AREA

COLLEGATI 5.1. – 6.1 – 7.2 – 8.1 – 9.1

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC – ASS6 – Distretto Ovest – NPI – DSM – CF – Ser.T - Medici di medicina

generale – Pediatri di libera scelta – Enti di formazione

ANNO 2013

SSC – ASS6 – Distretto Ovest - Enti di formazione

1. Analisi del percorso valutativo e di tutti gli strumenti in uso (ValGraf, ICF,...) e dei

livelli di uniformità presenti nel territorio provinciale (coordinamento a cura dell’ASS

6)

2. Condivisione del necessario e conseguente percorso di formazione -

accompagnamento.

3. Progettazione dei percorsi formativi derivanti

ANNO 2014

SSC – ASS6 – Distretto Ovest - Enti di formazione

1. Attuazione di percorsi di formazione condivisi definiti in base alle necessità

emerse dall’analisi

2. Applicazione delle nuove conoscenze e delle nuove pratiche valutative individuate

a titolo sperimentale.

ANNO 2015

SSC – ASS6 – Distretto Ovest

1. Validazione e messa a sistema delle nuove conoscenze e delle nuove pratiche

valutative individuate.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. soggetti valutati secondo modalità standardizzate definite dalla Regione

N. soggetti valutati secondo altre modalità

Valore atteso

Entro il 2015 tutti i soggetti sono valutati secondo modalità standardizzate definite

dalla Regione.

38

OBIETTIVO

REGIONALE N. 4.4

Programmare le risorse ritenute appropriate e

disponibili attraverso il dispositivo del progetto

personalizzato di intervento o del piano di

assistenza/intervento.

SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 4.4.1

Per tutti i casi che a seguito della valutazione multidisciplinare sortiscono una presa

in carico si configura un progetto secondo format condivisi

OBIETTIVI DI AREA

COLLEGATI 5.1 – 7.1. – 7.2 – 6.1 – 8.1 – 9.1

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC – ASS6 – Distretto Ovest – NPI – DSM – CF – Ser.T – Terzo Settore

ANNO 2013

Tutti SSC – ASS6

1. Condivisione Ambiti – ASS6 delle reciproche esperienze di utilizzo del Progetto

personalizzato e delle risorse impiegate.

2. Individuazione di livelli minimi di intervento socio-sanitario.

3. Condivisione delle modalità di definizione del “Budget integrato socio-sanitario”

ANNO 2014

SSC – ASS6

1. Individuazione dei criteri condivisi per la costruzione del “Budget integrato socio-

sanitario”.

2. Interazione con i differenti soggetti del Terzo Settore quali risorsa comunitaria

attiva.

ANNO 2015

SSC – ASS6

1. Applicazione sperimentale dei criteri di “Budget socio-sanitario” condivisi su

almeno due aree.

2. Valutazione sistematica dei risultati

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

Rapporto tra n. minori a rischio di allontanamento o con provvedimento giudiziario

segnalati ai Servizi di allontanamento e n. progetti personalizzati di intervento.

Rapporto tra n. anziani non autosufficienti a rischio di istituzionalizzazione segnalate

ai Servizi e n. progetti personalizzati di intervento o piani di assistenza/intervento.

Rapporto tra n. persone fragili dimesse dall’ospedale che richiedono continuità delle

cure e protezione sociale segnalate ai Servizi e n. progetti personalizzati di

intervento o piani di assistenza/intervento.

Rapporto tra n. persone con disabilità a rischio di esclusione sociale e di

istituzionalizzazione segnalati ai Servizi e n. progetti personalizzati di intervento o

piani di assistenza/intervento.

Valori attesi:

Nel triennio 2013-2015 il rapporto tra le grandezze rappresentate diminuisce

(aumenta il numero dei progetti personalizzati di intervento)

39

OBIETTIVO

REGIONALE N. 4.5

Definire/aggiornare la descrizione dell’offerta dei

servizi e interventi sociosanitari disponibili per i

cittadini in ciascun territorio di riferimento.

SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 4.5.1

Redazione dei cataloghi integrati di servizio Ambito - Distretto Ovest per ciascuna

area di integrazione socio-sanitaria, sia cartacei che digitali.

OBIETTIVI DI AREA

COLLEGATI 5.1 – 5.2 - 6.1 – 7.1 - 7.2 – 8.1 – 9.1 – 10.1

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC – ASS6 – Distretto Ovest – NPI – DSM – CF – Ser.T – MMG – PLS – Enti

accreditati o convenzionati

ANNO 2013

SSC – ASS6 (tutti i Servizi e Dipartimenti)

1. Acquisizione dei cataloghi esistenti, omogeneizzazione di forme e contenuti,

organizzazione dell’informazione sulla base del Nomenclatore Sociale e

Sociosanitario

2. Messa in rete con uno strumento multiutente aggiornabile

SSC – ASS6

1. Presentazione del catalogo integrato dei servizi in Assemblea dei Sindaci e

relativo confronto / validazione

ANNO 2014 SSC – ASS6 (tutti i Servizi e Dipartimenti)

1. Messa a regime e implementazione dello strumento (sia cartaceo che digitale)

ANNO 2015

SSC – ASS6 (tutti i Servizi e Dipartimenti)

1. Manutenzione, stabilizzazione dell’uso dello strumento e verifica della possibilità

di agganciarvi alcuni moduli di “sportello virtuale”.

2. Relazione e confronto con l’Assemblea dei Sindaci sull’attività e i risultati del

triennio.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

SSC e ASS6 predispongono per ciascuna area di integrazione sociosanitaria una

descrizione aggiornata dell’intera gamma di offerta di interventi e servizi.

La descrizione dell’offerta dei servizi è disponibile in versione cartacea e tramite web

dei SSC e dell’ASS.

40

OBIETTIVO

REGIONALE N. 4.6

Migliorare i livelli organizzativi ed operativi di

integrazione sociosanitaria finalizzati alla presa in

carico integrata assicurando la continuità

assistenziale tra ospedale e territorio/domicilio, tra

diversi tipi di servizi sanitari e tra servizi sanitari e

servizi sociali, in modo particolare nel momento del

passaggio all’età adulta.

SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 4.6.1

Confermare, modificare o condividere tra SSC, ASS, Azienda Ospedaliera, e Enti

convenzionati/accreditati protocolli relativi alla continuità assistenziale, sia riferita ai

passaggi correlati alle varie fasi di età sia ai passaggi tra strutture di ricovero e

territorio.

OBIETTIVI DI AREA

COLLEGATI 5.1 - 5.2 – 6.1 – 7.2

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC – ASS6 – Azienda ospedaliera – Distretto Ovest - Strutture residenziali - Enti

convenzionati/accreditati

ANNO 2013

SSC – ASS6

1. Ricognizione e valutazione delle esperienze di continuità assistenziali,

individuazione delle criticità, discontinuità, buone prassi e dei protocolli esistenti, con

particolare attenzione ai passaggi di età e tra Servizi (si veda scheda 5.1.2).

Coordinamento a cura dell’ASS 6.

SSC – ASS6 – Strutture residenziali

2. Analisi condivisa del fabbisogno delle “funzioni di attesa” soprattutto per anziani e

adulti fragili. Prima ipotesi di allocazione delle risorse. Coordinamento a cura

dell’ASS6

3. Individuazione di un territorio in cui sperimentare le “funzioni attesa” (a cura

dell’ASS6 – vedi azione 2 anno 2014)

SSC – ASS6 – Distretto Ovest

4. Confronto in Assemblea dei Sindaci al fine di concertare l’allocazione delle risorse

e condividere l’analisi sui passaggi assistenziali.

ANNO 2014

SSC – ASS6 – Azienda ospedaliera – Enti convenzionati/accreditati

1. Rimodulazione e sperimentazione dei percorsi di continuità assistenziale

emergenti dalla valutazione che coinvolgano anche il privato. Confronto e

formazione per tutti i soggetti coinvolti. (a cura dell’ASS6)

SSC – ASS6 – Strutture residenziali

2. Sperimentazione delle “Funzioni di attesa” in almeno un territorio dell’ASS con

un’analisi dei criteri di ripartizione delle spese.

SSC – ASS6

3. Confronto con l’Assemblea dei Sindaci sulla rimodulazione dei percorsi e sui

risultati della sperimentazione delle “funzioni di attesa”

41

ANNO 2015 SSC – ASS6 – Azienda ospedaliera – Enti convenzionati/accreditati

1. Strutturazione e consolidamento della rete di continuità assistenziale.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. persone fragili per i quali sono stati attivati percorsi di dimissioni protette a tutela

della continuità assistenziale tra strutture sanitarie e servizi territoriali e a domicilio.

Evidenza di un documento con la proposta che definisce il fabbisogno e il piano di

allocazione dei posti letto con specifico riferimento agli anziani e agli adulti fragili.

Valori attesi:

Nel triennio 2013-2015 il rapporto tra le persone fragili dimesse con l’attivazione di

percorsi protetti e le persone fragili dimesse senza l’attivazione di percorsi protetti

aumenta.

Le persone che necessitano di accoglimento a breve termine con “funzione di

attesa” trovano adeguata risposta nell’ambito dei posti letto individuati.

42

4. AREE DI INTERVENTO: OBIETTIVI

STRATEGICI, PRIORITA’ DEL PDZ, AZIONI, TEMPI

E RISORSE

4.1 AREA MINORI E FAMIGLIA

PREMESSA.

In quest’area a partire dalla LR 33/88 esiste un confronto costante a livello provinciale degli Ambiti

allargato successivamente a tutti i soggetti dell’ASS 6 istituzionalmente coinvolti. L’attività del PDZ

si è inserita pertanto in un terreno già favorevole all’integrazione ed al confronto. Gli studi e

l’evidenza pratica hanno dimostrato che nell’area della multi problematicità non è possibile

affrontare alcun progetto senza l’integrazione fra servizi e professionalità diverse. Da ciò ne

consegue che la tutela dei minori è una responsabilità diffusa ai due sistemi, sociale e sanitario.

Per quanto riguarda la parte specifica relativa alle famiglia, l’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1

già nell’aprile del 2009 (deliberazione n. 14 del 17/4/09) aveva approvato un documento di

indirizzo relativamente alle politiche sociali in favore delle famiglie dell’Ambito definendo tre macro

azioni sui cui costruire progetti, interventi e possibilmente servizi:

- Supporto e sostegno alle famiglie, per individuare strumenti ed interventi differenziati e funzionali alla complessità di un bisogno mutevole ed articolato;

- Informazione sulle opportunità nell’area dei servizi alla persona offerte da Comuni ed Ambito;

- Accoglienza, anche per creare opportunità di aggregazione, auto mutuo aiuto, solidarietà, associazionismo tra le famiglie

Le macroazioni dell’obiettivo regionale N. 5 sono accompagnate anche dalla parte di pertinenza

sociosanitaria dell’obiettivo N.10 (area famiglia e genitorialità).

43

OBIETTIVO REGIONALE N. 5.1

Promuovere la permanenza dei minori in famiglia

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 5.1.1

Rivalutazione e qualificazione dei percorsi valutativi tramite apposita équipe di

valutazione multiprofessionale dedicata ai minori e ai nuclei familiari connotati da

multiproblematicità

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche per la famiglia

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 4.4 - 4.6

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC della Provincia di PN e ASS 6: Consultori Familiari (CF), Servizio di

Neuropsichiatria Infantile (S.NPI), Dipartimento delle dipendenze (Ser.T),

Dipartimento di Salute Mentale (DSM)

ANNO 2013

ASS 6

1. Incontri di restituzione a tutti gli operatori del SSC e a tutti i servizi dell’ASS che si

occupano di minori e di famiglie con minori (S.NPI, CF, DSM e Ser.T), di quanto

emerso dal percorso di formazione “Genitorialità fragile e tutela dei minori” effettuato

dall’ag. formativa APS per conto dell’ ASS n.6. con il coinvolgimento degli Ambiti di

PN e Sacile, dove si è avviato un confronto sulle attuali modalità di valutazione e

presa in carico delle famiglie multiproblematiche

ASS 6 e SSC

2. Discussione e rielaborazione dei contenuti emersi dal percorso formativo APS

con particolare riferimento alle fragilità finora emerse nei modelli di integrazione

socio-sanitaria nella presa in carico delle famiglie multiproblematiche;

3. Espressione da parte di ASS n. 6 e SSC, con atto formale, di impegno a

proseguire nel percorso di riflessione sul lavoro di integrazione fin qui svolto per una

maggiore efficacia degli interventi in rete, con esplicitazione del percorso che si

intende intraprendere circa la riorganizzazione dei servizi che si occupano di

minori (S. NPI e CF);

SSC 6.1 – Distretto Ovest

4. Costituzione di una unità organizzativa funzionale integrata (sostituisce l’UVM)

ASS 6, Agenzia formativa e Unità organizzative di Distretto Ovest/Ambito

5. Avvio dell’accompagnamento (un anno) da parte della agenzia formativa

individuata, alle varie unità organizzative funzionali operanti nei 5 Ambiti Distrettuali

per far fronte all’impatto e alle criticità del nuovo percorso operativo sulle buone

prassi di presa in carico delle famiglie, con periodici momenti di confronto a livello

provinciale.

44

ANNO 2014

ASS 6, Agenzia formativa e Unità organizzative di Distretto Ovest/Ambito

1. Prosecuzione dell’accompagnamento da parte dell’agenzia formativa che verrà

individuata nelle singole realtà territoriali e provinciale;

2. Valutazione del percorso formativo e di accompagnamento per l’individuazione di

nuove prassi e linee operative e organizzative da adottare;

ASS 6, SSC 6.1

3. Assunzione di impegno da parte dell’Assemblea dei Sindaci e della Direzione

dell’ASS per l’adeguamento organizzativo dei servizi coinvolti nella nuova prassi

operativa (unità organizzativa funzionale) con eventuale adeguamento delle risorse

di Ambito Distrettuale se necessarie;

ANNO 2015

ASS 6 e SSC

1. Attuazione definitiva dei nuovi assetti organizzativi dei Servizi secondo gli

impegni assunti: accordo formale SSC ed ASS

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

n. minori d’età allontanati con provvedimento dell’autorità giudiziaria e tempi di

allontanamento.

Valori attesi

Con riferimento ai dati di flusso 2012, il rapporto tra il numero di minori accolti in

strutture comunitarie e il numero della popolazione con età inferiore ai 18 anni, nel

triennio 2013 -2015, tendenzialmente diminuisce.

Rispetto al numero di richieste di allontanamento dai genitori registrate nel 2012, nel

triennio 2013 - 2015 i tempi di allontanamento dalla famiglia di minori con

provvedimento dell’autorità giudiziaria diminuiscono.

45

OBIETTIVO REGIONALE N. 5.1

Promuovere la permanenza dei minori in famiglia

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 5.1.2

Definizione delle modalità di presa in carico, nonché di protocolli per il trattamento

dei minori e delle loro famiglie con priorità a favore degli adolescenti con esordi

psichiatrici

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche per la famiglia .

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 4.4 e 4.6

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC e ASS: Consultori Familiari (CF), Servizio di Neuropsichiatria Infantile (S.NPI),

Dipartimento delle dipendenze (Ser.T), Dipartimento di Salute Mentale (DSM)

ANNO 2013

Unità Organizzativa Funzionale (di cui alla macroazione 5.1.1), DSM e Ser.T;

Soggetti già impegnati

1. Rivalutazione dell’offerta/organizzazione, delle prassi operative e delle esperienze

già attuate alla luce del percorso fatto dai servizi dell’ASS per la gestione degli

esordi psichiatrici in adolescenza e alla luce delle linee guida internazionali.( criticità

e punti di forza)

2. Studio di fattibilità di nuove modalità operative condivise da attuare a

miglioramento della situazione emersa dalla rivalutazione, anche tenendo conto

della costituenda nuova organizzazione del S.NPI.

ANNO 2014

Unità Organizzativa Funzionale, DSM e Ser.T; Soggetti già impegnati

1. Formalizzazione con atto aziendale delle nuove modalità operative (linee guida) e

loro prima sperimentazione

ANNO 2015

SSC 6.1 – ASS6

1. Consolidamento delle linee guida collaborazione tra i Servizi del territorio per i

casi di adolescenti che presentano situazioni problematiche di crisi

46

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

n. minori d’età allontanati con provvedimento dell’autorità giudiziaria e tempi di

allontanamento.

n. minori adolescenti con esordi psichiatrici presi in carico in modo integrato

Valori attesi

Con riferimento ai dati di flusso 2012, il rapporto tra il numero di minori accolti in

strutture comunitarie e il numero della popolazione con età inferiore ai 18 anni, nel

triennio 2013 -2015, tendenzialmente diminuisce.

Nel corso del triennio il numero dei minori adolescenti con esordi psichiatrici presi in

carico in modo integrato cresce e vengono formalizzate in tutti gli Ambiti/Distretti le

linee guida di collaborazione tra i servizi del territorio.

47

OBIETTIVO REGIONALE N. 5.1

Promuovere la permanenza dei minori in famiglia

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 5.1.3

Ridefinizione delle modalità di presa in carico, e di trattamento dei minori e delle

loro famiglie nelle situazioni di adozioni problematiche

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche per la famiglia

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 4.4. e 4.6

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC e ASS: Consultori Familiari (CF), Servizio di Neuropsichiatria Infantile (S.NPI),

Dipartimento delle dipendenze(Ser.T) , Dipartimento di Salute Mentale (DSM),

Servizio aziendale Adozioni

ANNO 2013

Unità Organizzativa funzionale, di cui alla macroazione 5.1.1, ASS (NPI, CF,

Servizio Adozioni, DSM e Ser.T) – SSC

1. Rivalutazione delle prassi operative e delle esperienze già attuate (protocollo

adozioni) per la gestione delle adozioni problematiche, alla luce delle linee guida

internazionali.(criticità e punti di forza)

2. Individuazione di modalità operative condivise da attuare a consolidamento e/o a

miglioramento della situazione emersa dalla rivalutazione

ANNO 2014

Unità Organizzativa funzionale – ASS (NPI, CF, Servizio Adozioni, DSM e

Ser.T) – SSC

1. Formalizzazione delle nuove modalità operative con atto ufficiale e loro

attuazione

2. Monitoraggio delle nuove modalità attuate

ANNO 2015

Unità Organizzativa funzionale – ASS (NPI, CF, Servizio Adozioni, DSM e

Ser.T) – SSC

1. Consolidamento della collaborazione tra i Servizi del territorio per i casi di minori

adottati che presentano situazioni problematiche

2. Monitoraggio delle modalità attuate e valutazione

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

n. minori d’età allontanati con provvedimento dell’autorità giudiziaria e tempi di

allontanamento.

n. minori in situazioni di adozioni problematiche presi in carico in modo integrato

Valori attesi

Con riferimento ai dati di flusso 2012, il rapporto tra il numero di minori accolti in

strutture comunitarie e il numero della popolazione con età inferiore ai 18 anni, nel

triennio 2013 -2015, tendenzialmente diminuisce.

Nel corso del triennio il numero dei minori in situazioni di adozioni problematiche

presi in carico in modo integrato cresce e vengono formalizzate nuove modalità

operative di collaborazione tra servizi

48

OBIETTIVO

REGIONALE N. 5.2

Potenziare e qualificare il processo di sostegno e

allontanamento del minore nonché il sistema di

accoglienza dei minori collocati all’esterno della

propria famiglia di origine.

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 5.2.1

Sviluppo di un progetto di sensibilizzazione, reperimento, supporto e

accompagnamento delle famiglie affidatarie sul territorio locale

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche per la famiglia e progetti dell’area famiglia e genitorialità

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 1.1 e 1.2

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

Servizi dell’ ASS, CF, SSC e associazioni che già si occupano di affido a livello

provinciale

ANNO 2013

ASS 6, SSC Ambiti PN , C.F. e associazioni che già si occupano di affido

1. Definizione di una progettualità (di livello provinciale) per la sensibilizzazione delle

famiglie che si avvicinano all’affido e per il sostegno delle famiglie già affidatarie.

2. Verifica della fattibilità della stessa progettualità, alla luce delle buone prassi

pubblico-privato già sperimentate in alcuni territori

3. Coinvolgimento di associazioni del privato sociale del territorio disponibili a

collaborare in progettualità sul tema dell’affido per una co-progettazione

ANNO 2014

ASS 6, SSC Ambiti PN , C.F. e associazioni che già si occupano di affido

1. Avvio e realizzazione delle azioni previste sulla base del piano di fattibilità ed

esecutività predisposto nel corso del 2013

ANNO 2015

ASS 6, SSC Ambiti PN , C.F. e associazioni che già si occupano di affido

1. Valutazione delle azioni realizzate e loro prosecuzione alla luce dei risultati

conseguiti.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N° famiglie coinvolte in progetti/intervento di recupero

Risorse impiegate in progetti di promozione dell’affido familiare

Valori attesi:

Con riferimento ai dati di flusso 2012 nel triennio 2013-2015:

Il numero delle famiglie coinvolte in progetti/interventi di recupero cresce;

Evidenza delle risorse dedicate a progetti di promozione dell’affido familiare.

49

OBIETTIVO

REGIONALE N. 5.2

Potenziare e qualificare il processo di sostegno e

allontanamento del minore nonché il sistema di

accoglienza dei minori collocati all’esterno della

propria famiglia di origine.

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 5.2.2

Definire le comunità di accoglienza secondo tipologie diversificate.

Garantire il proseguo della presa in carico del nucleo secondo una linea di continuità

prima dell’inserimento, durante e dopo la dimissione del minore in comunità e/ in

situazione di affido.

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche della famiglia (LR 11/06)

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 4.4. e 4.6

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, Consultorio Familiare e S. NPI, DSM, Ser.T. e Terzo Settore impegnato

nell’accoglienza di minori

ANNO 2013

SSC, ASS e Terzo Settore

1. Costituzione di un tavolo di livello provinciale (Tavolo Minori) integrato per

l’analisi e valutazione dell’attuale offerta diurna e residenziale a favore di minori.

mamma-bambino e dei centri per donne maltrattate che ospitano anche i figli, con

valorizzazione del lavoro già svolto in passato da Provincia, ASS e Ambiti.

2. Confronto tra l’offerta ed i bisogni di accoglienza espressi dai territori e

costruzione di modalità condivise per la gestione dei progetti individualizzati di

residenzialità

3. Studio di fattibilità per un ri-orientamento delle strutture ai bisogni emersi

(terapeutici, di pronta accoglienza, di percorsi di autonomia post18)

4. Utilizzo di eventuali nuove strutture residenziali /diurne sperimentali per minori e

giovani adulti (post18)

ANNO 2014

SSC, ASS e Terzo Settore

1. Individuazione di criteri per la compartecipazione a livello economico fra i 5 Ambiti

per la sostenibilità del progetto Pronta Accoglienza

SSC e ASS 6

2. Applicazione di criteri omogenei di compartecipazione alla spesa della retta tra

SSC e ASS 6

SSC, ASS e Terzo Settore

3. Definizione a livello provinciale (Tavolo Minori) delle forme di governance nella

presa in carico sociale e sanitaria del minore inserito in comunità o in affido

4. Individuazione di accordi tra Aziende Sanitarie per la presa in carico terapeutica di

minori collocati fuori del territorio provinciale

SSC, ASS e Terzo Settore

50

5. Verifica e valutazione dello stato di attuazione delle varie azioni

ANNO 2015

SSC, ASS e Terzo Settore

1. Consolidamento della modalità operativa di lavoro con le comunità

2. Monitoraggio e verifica finale da presentare all’Assemblea dei Sindaci

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N° minori inseriti in strutture comunitarie;

N° minori in forme di affidamento familiare;

N° giornate di permanenza nelle comunità per minori;

N° famiglie coinvolte in progetti/intervento di recupero;

Risorse impiegate in progetti di promozione dell’affido familiare.

Valori attesi:

Con riferimento ai dati di flusso 2012 nel triennio 2013-2015:

Il numero di famiglie affidatarie cresce;

Il numero di minori inseriti in strutture comunitarie diminuisce;

Il numero dei minori in affidamento familiare aumenta;

Le giornate di permanenza nelle comunità per minori diminuiscono;

Il numero delle famiglie coinvolte in progetti/interventi di recupero cresce;

Evidenza delle risorse dedicate a progetti di promozione dell’affido familiare.

Ampliamento e diversificazione dell’offerta residenziale e/o semiresidenziale a

favore di minori e giovani

51

OBIETTIVO LOCALE

5.3

Promuovere interventi di aggregazione e

sostegno nell’area dell’infanzia ed adolescenza SOCIALE

MACROAZIONE

N. 5.3.1

Definizione di un piano coordinato di interventi nell’area dell’infanzia ed adolescenza

dell’Ambito Distrettuale 6.1

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche per la famiglia

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 3.1, 4.1, 4.5, 5.1

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, Scuole primarie e secondarie del territorio dell’Ambito

ANNO 2013

L’Equipe Infanzia ed Adolescenza dell’Ambito coordina gli interventi in atto e

possibili per la promozione dell’aggregazione e del sostegno a favore di bambini e

ragazzi, con particolare attenzione a:

- Progetto “socio educativo” dell’Ambito, per il sostegno educativo di bambini

e ragazzi in situazione di difficoltà;

- Progetto “Scuola a Colori” per la facilitazione dell’accoglienza di bambini

stranieri e delle loro famiglie nel sistema scolastico territoriale;

- Progetti di aggregazione pomeridiana in collaborazione con le scuole e le

comunità locali

- Partecipazione qualificata ai tavoli di coordinamento promossi dalla Regione

e dalle scuole secondarie superiori per interventi anti dispersione

- Collaborazione con le strutture di accoglienza per minori, specie con quelle

con sede nel territorio di Ambito e della Provincia, per analisi e progettualità

propositive;

- Raccordo con il Gruppo Inclusione dell’Ambito 6.1 per gli interventi di

sostegno afferenti al fondo regionale per interventi di inclusione nell’area

penale

ANNO 2014 Monitoraggio ed implementazione dei progetti in continuità dal 2013.

ANNO 2015 Monitoraggio ed analisi dei progetti avviati ai fini della programmazione del triennio

successivo

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. bambini / ragazzi seguiti dal progetto “socio-educativo” dell’Ambito

N. bambini e ragazzi stranieri seguiti dal progetto “Scuola a Colori” dell’Ambito

N. scuole coinvolte nei progetti di promozione dell’area infanzia ed adolescenza

N. Incontri di coordinamento con la rete scolastica anti dispersione

N. incontri di raccordo con le strutture per minori con sede nel territorio dell’Ambito e

della Provincia

N. incontri e progetti congiunti con il Gruppo Inclusione sociale.

52

OBIETTIVO

REGIONALE N. 10.1

Collegare gli interventi sociali e sociosanitari

programmati nei PDZ con specifiche azioni

inerenti le politiche familiari.

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 10.1.1

Creare sinergia e coordinamento tra i vari interventi socio-sanitari programmati da

SSC e ASS a favore delle famiglie e le attività messe in atto da soggetti non

istituzionali beneficiari di risorse pubbliche.(L.R.11/2006)

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche della famiglia (LR 11/2006)

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, ASS e associazioni locali che intervengono a favore della famiglia

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 1.2 – 4.5

ANNO 2013

SSC , ASS e associazioni locali che intervengono a favore della famiglia

1. Costituzione di un tavolo a livello di ambito distrettuale per l’analisi dell’attuale

offerta pubblica e privata messa in atto dai vari soggetti coinvolti a favore delle

famiglie

2. Confronto tra l’offerta ed i bisogni che i vari soggetti leggono nel territorio dei

Comuni dell’Ambito e costruzione di possibili collaborazione per la gestione di

progetti a sostegno delle famiglie

ANNO 2014

SSC , ASS e associazioni locali che intervengono a favore della famiglia

1. Studio di fattibilità per nuove prassi e risposte ai bisogni emersi (progetti di

coinvolgimento di associazioni/organizzazioni di famiglie)

2. Avvio delle nuove modalità operative

3. Monitoraggio delle attività messe in atto

ANNO 2015

SSC , ASS e associazioni locali che intervengono a favore della famiglia

1. Consolidamento delle nuove prassi operative integrate pubblico-privato con

sottoscrizione di eventuali convenzioni

2. Monitoraggio e valutazione finale.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N° famiglie coinvolte in progetti/intervento di recupero;

Valori attesi:

Il numero delle famiglie coinvolte in progetti/interventi di recupero cresce

53

OBIETTIVO

REGIONALE N. 10.1

Collegare gli interventi sociali e sociosanitari

programmati nei PDZ con specifiche azioni

inerenti le politiche familiari.

SOCIALE

MACROAZIONE

SOCIALE

N. 10.1.2

Predisposizione del “Piano locale per la Famiglia” dell’Ambito 6.1

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Piano regionale per la Famiglia

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 3.1, 4.1, 4.5, 10.1

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, Comuni, Associazioni di famiglie

ANNO 2013

Definizione nel sistema organizzativo dell’Ambito Distrettuale di momenti periodici di

confronto del servizio sociale professionale (coordinati dall’Equipe Infanzia e dal

Gruppo Inclusione Sociale) per l’analisi di fattibilità e coordinamento degli interventi

previsti dal Piano Regionale per la Famiglia, tenuto conto delle indicazioni in tal

senso assunte in vari momenti dall’Assemblea dei Sindaci.

Predisposizione di uno schema di “Piano locale per la Famiglia” dell’Ambito

suddiviso secondo gli schemi del piano regionale, da portare all’approvazione

dell’Assemblea dei Sindaci

ANNO 2014

Sviluppo dei contenuti del Piano Locale della Famiglia dell’Ambito 6.1.

Presentazione alla Regione dei risultati e dell’analisi delle azioni realizzate

ANNO 2015

Integrazione del Piano locale con le eventuali indicazioni programmatorie generali

della Regione.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. incontri del gruppo di lavoro per il Piano per la Famiglia

N. associazioni di famiglie aderenti al Piano

54

4.2 AREA DISABILITA’

PREMESSA.

Negli ultimi anni l’azione progettuale a favore delle persone con disabilità è stata orientata alla

diversificazione dei servizi offerti e ad una sempre maggior connessione con il territorio. Questo

processo, portato avanti in forma congiunta fra Ambiti, Distretti, Coordinamento sociosanitario, ha

consentito di configurare a livello provinciale il “sistema dell’abitare sociale” e il “sistema dei servizi

semiresidenziali e comunitari a rete” che verranno legittimati con il nuovo Atto di Delega,

attualmente in fase di stesura.

Le schede sotto riportate evidenziano come la scelta di diversificazione dell’offerta sia orientata da

un lato a soddisfare i bisogni socio-assistenziali legati all’età, dall’altro a costruire percorsi di presa

in carico comunitaria attraverso il sostegno alle reti formali e informali, viste come opportunità

inclusive che incentivano l’autonomia e l’autodeterminazione delle persone con disabilità.

Infine, l’apertura modulare dei centri semiresidenziali favorirà lo sviluppo di percorsi osservativi in

continuità con la scuola, per una migliore analisi delle capacità individuali.

In particolare per l’Ambito 6.1 il triennio di vigenza del Piano di Zona coinciderà con il periodo di

avvio e sviluppo della realizzazione del “piano locale per la disabilità” promosso dall’Ambito

seguendo la metodologia dell’istruttoria pubblica di co-progettazione.

55

OBIETTIVO

REGIONALE N. 6.1

Avviare un percorso di riqualificazione dei Centri

diurni per persone con disabilità finalizzato a:

- diversificare il sistema semiresidenziale per

adulti disabili con offerte adattabili alle esigenze

dei soggetti;

- promuovere soluzioni innovative alternative o

integrative dei centri diurni maggiormente in

grado di promuovere, in continuità educativa

con la scuola e la famiglia, percorsi di

autonomia personale e di inclusione sociale nei

diversi contesti comunitari.

SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 6.1.1

Estensione dell’organizzazione modulare a tutti i centri diurni a gestione diretta al

fine di favorire la continuità educativa con scuola e territorio

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

LR 41/96

Progetti a sostegno della domiciliarità

Piano triennale della disabilità 2011-2013

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 1.2 – 3.1 – 4.1 – 4.2 (EMDH) – 4.4

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC - ASS n. 6 (Servizi in delega e Coordinamento sociosanitario) – Distretto Ovest

– Comuni dell’Ambito – Provincia di Pordenone – Terzo Settore – Scuole di ogni

ordine e grado

ANNO 2013

SSC – ASS 6 – Distretto Ovest – Comuni – Provincia – Terzo Settore - Scuole

1. Ricognizione dello stato di fatto del sistema dei servizi semiresidenziali

dell’Ambito 6.1 per persone disabili. Evidenziazione dei punti di forza e di debolezza

2. Raccordo delle esperienze locali con il sistema provinciale dei servizi

semiresidenziali per persone disabili

3. Predisposizione di un nuovo piano organizzativo modulare del Centro Diurno di

Sacile

4. Predisposizione ed avvio sperimentale di attività presso il Laboratorio per Disabili

sito presso la costruenda fattoria sociale di Sacile

5. Ricognizione delle risorse territoriali del Terzo Settore e del privato for profit che

già hanno sviluppato progetti a favore dei disabili e/o sono disponibili a farlo.

56

ANNO 2014

SSC – ASS6 – Scuole – Provincia – Distretto Ovest – Terzo Settore

1. Avvio sperimentale del nuovo assetto organizzativo modulare aperto anche ai

soggetti provenienti dal territorio e dalla scuola

2. Analisi condivisa dei punti di forza e di debolezza dei percorsi avviati

3. Introduzione dei correttivi eventualmente necessari ed estensione degli interventi

modulari secondo un calendario articolato settimanale

4. Prosecuzione e sviluppo delle attività laboratoriali presso la fattoria sociale di

Sacile

ANNO 2015

SSC – ASS 6 – Terzo Settore

1. Verifica e valutazione della sperimentazione del nuovo assetto organizzativo del

Centro Diurno di Sacile e del Laboratorio presso la Fattoria sociale di Sacile.

2. Verifica e valutazione della sperimentazione del nuovo piano di trasporto per

persone disabili. Confronto attori coinvolti su relazione predisposta dalla Provincia

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. giovani disabili che a conclusione del percorso scolastico sono inseriti in

programmi educativi e di inclusione sociale alternativi o integrativi dei centri diurni.

Valore atteso

Con riferimento al 31.12.2012, nel triennio 2013-2015 un numero crescente di

disabili sperimenta percorsi educativi e di inclusione sociale alternativi ai centri

diurni.

57

OBIETTIVO

REGIONALE N. 6.1

Avviare un percorso di riqualificazione dei Centri

diurni per persone con disabilità finalizzato a:

- diversificare il sistema semiresidenziale per

adulti disabili con offerte adattabili alle esigenze

dei soggetti;

- promuovere soluzioni innovative alternative o

integrative dei centri diurni maggiormente in

grado di promuovere, in continuità educativa

con la scuola e la famiglia, percorsi di

autonomia personale e di inclusione sociale nei

diversi contesti comunitari.

SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 6.1.2

Individuazione di contesti comunitari inclusivi nei quali sperimentare processi di

autonomia individuale e promuovere nuovi modelli organizzativi alternativi a quelli

dei centri diurni

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

LR 41/96

Fondo per l’Autonomia Possibile

Progetti a sostegno della domiciliarità

Piano triennale della disabilità 2011-2013

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 4.2 (EMDH) – 4.4 – 4.5

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC - ASS n. 6 (Servizi in delega e Coordinamento sociosanitario) – Distretto Ovest

- Cooperazione sociale - Provincia di Pordenone

ANNO 2013

ASS e SSC

1. Condivisione operativa aperta a tutti i possibili soggetti interessati per

l’individuazione delle risorse utilizzabili quale “palestre” per le autonomie

individuali delle persone con disabilità, con riferimento ad esempio, anche

se non esaustivo, a:

- Appartamenti a Sacile (proprietà dell’ASS)

- Immobile di San Giovanni di Livenza (proprietà del Comune di Sacile)

- Casa Padiel (Aviano)

2. Condivisione operativa e sviluppo di attività già avviate in tema di sviluppo

dell’autonomia delle persone disabili con riferimento ad esempio, anche se

non esaustivo, a:

- Progetto area verde “Un giardino per tutti”

- Progetto Pet Therapy

- Laboratorio Artisti di Strada

- Orto sociale di San Giovanni di Livenza

58

- Fattoria sociale San Floriano

3. Conclusione della fase di studio di fattibilità di una fondazione di

partecipazione tra ASS e SSC per l’ “housing sociale” con particolare

attenzione alle risorse per l’autonomia delle persone disabili

ANNO 2014

ASS e SSC

1. Valutazione e apporto delle eventuali modifiche necessarie

all’implementazione dei percorsi avviati

2. Analisi di possibili altre situazioni dove poter avviare sperimentazioni di

autonomia individuale

3. Esecuzione di quanto espresso dallo studio di fattibilità per l‘avvio

sperimentale di una fondazione di partecipazione per l’housing sociale

ANNO 2015

ASS e SSC

1) Valutazione e prosecuzione con i necessari adeguamenti delle progettazioni

in essere

2) Messa a sistema nella rete dei servizi delle esperienze consolidate

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

Evidenza del sistema di offerta diversificato per intensità della cura e dell’assistenza.

N. giovani disabili che a conclusione del percorso scolastico sono inseriti in

programmi educativi e di inclusione sociale alternativi o integrativi dei centri diurni.

Valore atteso

Con riferimento al 31.12.2012, nel triennio 2013-2015 un numero crescente di

disabili sperimenta percorsi educativi e di inclusione sociale alternativi ai centri

diurni.

59

OBIETTIVO

REGIONALE N. 6.1

Avviare un percorso di riqualificazione dei Centri

diurni per persone con disabilità finalizzato a:

- diversificare il sistema semiresidenziale per

adulti disabili con offerte adattabili alle esigenze

dei soggetti;

- promuovere soluzioni innovative alternative o

integrative dei centri diurni maggiormente in

grado di promuovere, in continuità educativa

con la scuola e la famiglia, percorsi di

autonomia personale e di inclusione sociale nei

diversi contesti comunitari.

SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 6.1.3

Sviluppo del modello organizzativo a rete delle fattorie sociali come modello

inclusivo innovativo, da attuare in contesto rurale.

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

LR 41/96

Fondo per l’Autonomia Possibile

Progetti a sostegno della domiciliarità

Piano triennale della disabilità 2011-2013

Politiche agricole e commercio

Sperimentazione regionale sulle Fattorie Sociali

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 4.2, 4.3,4.4

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC – ASS6 (Coordinamento sociosanitario e servizi in delega) – DSM – Distretto

Ovest – Terzo Settore – Forum delle Fattorie sociali – Provincia di Pordenone –

Area Welfare ASS 5

ANNO 2013

ASS, SSC e Provincia

1. Condivisione e continuità delle azioni previste dal Piano triennale per la Disabilità

integrando gli interventi della sperimentazione regionale sulle fattorie sociali con le

proposte del Forum provinciale delle fattorie sociali

ASS e SSC coordinano:

1. Conclusione del percorso di accompagnamento curato dall’Area Welfare dell’ASS

5 e finalizzato alla costituzione di una fondazione di partecipazione per l’housing

sociale centrata sulla costruenda fattoria sociale di Sacile

2. Avvio del percorso di programmazione delle attività in previsione della

conclusione dei lavori di sistemazione della fattoria sociale

60

ANNO 2014

ASS e SSC coordinano:

1. Monitoraggio, valutazione e consolidamento delle esperienze in atto

2. Avvio sperimentale di attività presso la struttura della fattoria sociale di Sacile con

attenzione agli assi “lavoro”, “abitare” ed “inclusione”;

3. Sviluppo delle collaborazioni con la rete territoriale promossa dal Forum

provinciale delle fattorie sociali e dalla sperimentazione regionale sulle Fattorie

Sociali

ANNO 2015

ASS e SSC coordinano:

1. Monitoraggio, valutazione e consolidamento delle esperienze in atto,

2. Valutazione e apporto di eventuali modifiche al processo di potenziamento della

rete delle fattorie sociali o dei servizi da queste offerte

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N° di progettualità avviate

N° di soggetti disabili inseriti nelle progettualità avviate

N° di collaborazioni avviate con il Forum provinciale delle Fattorie sociali

61

OBIETTIVO

REGIONALE N. 6.1

Avviare un percorso di riqualificazione dei Centri

diurni per persone con disabilità finalizzato a:

- diversificare il sistema semiresidenziale per

adulti disabili con offerte adattabili alle esigenze

dei soggetti;

- promuovere soluzioni innovative alternative o

integrative dei centri diurni maggiormente in

grado di promuovere, in continuità educativa

con la scuola e la famiglia, percorsi di

autonomia personale e di inclusione sociale nei

diversi contesti comunitari.

SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 6.1.4

Avvio di un processo di sperimentazione finalizzato alla diversificazione dei sistemi

semiresidenziali e residenziali attraverso soluzioni integrative ed orientate ad offrire

una risposta mirata alle persone disabili con prevalenza di bisogni assistenziali legati

all’età

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

LR 41/96

Fondo per l’Autonomia Possibile

Progetti a sostegno della domiciliarità

Piano Locale per la Domiciliarità dell’Ambito 6.1

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 4.1 - 4.3, 4.4, 4.5

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC – ASS n. 6 – Distretto Ovest - Provincia di Pordenone

ANNO 2013

ASS e SSC coordinano:

1. Concorso alla rilevazione provinciale del bisogno semiresidenziale e di

residenzialità delle persone disabili che invecchiano e della potenziale offerta

esistente

2. Studio di fattibilità di un riordino del sistema di offerta in atto per:

- Declinare nuove modalità di presa in carico delle persone disabili che

invecchiano;

- Definire un sistema di domiciliarità articolato secondo un’impostazione

modulare e flessibile;

- Avviare azioni propedeutiche verso l’abitare sociale con persone disabili

ANNO 2014

ASS e SSC coordinano:

1. Avvio di progettualità per sperimentare il nuovo sistema di offerta di

semiresidenzialità e residenzialità di persone disabili che invecchiano;

2. Sperimentazione di forme di abitare sociale

62

ANNO 2015

ASS e SSC coordinano:

1. Monitoraggio e valutazione delle progettualità sperimentate in vista di un loro

consolidamento e messa a sistema

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

Evidenza del sistema di offerta diversificato per intensità di cura ed assistenza

N° beneficiari delle esperienze avviate articolati per classi di età

63

OBIETTIVO

LOCALE N. 6.2

Sperimentare modelli innovativi di

affidamento di servizi nell’area della disabilità

X SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 6.2.1

Sperimentazione dell’istruttoria pubblica di coprogettazione per la

realizzazione di un piano integrato di interventi e servizi nell’area della

disabilità

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

LR 41/96

Fondo per l’Autonomia Possibile

Progetti a sostegno della domiciliarità

Piano Locale per la Domiciliarità dell’Ambito 6.1

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 1.1, 1.2, 3.1, 4.4, 4.5

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC – ASS6 - Terzo Settore

ANNO 2013

SSC, ASS 6 e Terzo Settore

1. Conclusione della coprogettazione per un piano locale per la disabilità avviata con

avviso pubblico a fine 2012

2. Condivisione con i soggetti partner selezionati dell’offerta di servizi ed interventi

da articolare nei confronti delle persone disabili, tenuto anche conto delle altre

macro azioni del Piano di Zona.

SSC e ASS 6

3. Condivisione dei momenti di integrazione sociosanitaria previsti nella

coprogettazione, come indicato nell’avviso pubblico.

ANNO 2014

SSC, ASS 6 e Terzo Settore

1. Monitoraggio e valutazione della progettualità sperimentale messa in atto

SSC e ASS 6

2 Relazione ad Assemblea dei Sindaci su sviluppo della coprogettazione

ANNO 2015

SSC e ASS e Terzo settore

1. Monitoraggio e valutazione della progettualità sperimentale in funzione di una

eventuale continuità temporale dell’affidamento del servizio

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

Evidenza dei report di monitoraggio e valutazione della coprogettazione.

N. soggetti del Terzo settore coinvolti nella sperimentazione (analisi longitudinale)

64

OBIETTIVO

LOCALE N. 6.3

Sperimentare modelli innovativi di inclusione

ed integrazione dei bambini disabili

X SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 6.3.1

Sperimentazione di un modello per l’interazione ed integrazione dei bambini disabili

gravi e gravissimi nel sistema scolastico

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

LR 41/96

Politiche educative e scolastiche

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 4.5

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC – ASS 6 – Scuole primarie e secondarie di primo grado

ANNO 2013

SSC ASS6 e Scuole

1. Sviluppo delle attività sperimentali avviate nel 2012 per quanto riguarda

l’inserimento di bambini disabili gravi nel mondo della scuola

2. Analisi per una implementazione del progetto in più contesti scolastici del territorio

dell’Ambito

ANNO 2014

SSC e ASS:

1. Monitoraggio e valutazione delle progettualità sperimentate

2. implementazione del progetto in contesti scolastici diversi da quello di

sperimentazione, qualora l’analisi di fattibilità (punto 2 anno 2013) ne rivelasse la

possibilità/opportunità.

ANNO 2015

SSC e ASS coordinano:

1. Monitoraggio e valutazione delle progettualità sperimentate per la previsione di

una messa a sistema del servizio nella rete integrata del territorio dell’Ambito

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N° bambini gravi seguiti dal progetto (2013-2014-2015)

65

4.3 AREA ANZIANI

PREMESSA.

Il lavoro congiunto tra Ambiti e Distretti socio-sanitari della Provincia di Pordenone ha posto

l’attenzione, per quanto riguarda la sezione del PDZ dedicata alle persone anziane ed ai macro

obiettivi specifici per gli anziani, sulla specificità dei territori sulle politiche sociali già in atto

nell’area della domiciliarità e sulla rinnovata attenzione per quanto riguarda interventi di ampio

respiro, trasversali e quindi a livello di ASS 6, sul tema della promozione della salute.

Nello specifico di quest’area, il lavoro di Ambito 6.1, Distretto Ovest e ASS 6 si concentrerà su due

filoni:

- sulla promozione della salute, in ragione del fatto che la maggioranza dei Comuni

dell’Ambito aderisce alla Rete Nazionale delle Città Sane, con raccordo quindi tra le

iniziative nazionali e quelle che localmente saranno coordinate o promosse direttamente

dal Dipartimento della Prevenzione;

- sullo sviluppo del “Piano Locale per la Domiciliarità” dell’Ambito 6.1, approvato

dall’Assemblea dei Sindaci nel luglio del 2011 (cui si rimanda per i dettagli) e che si

presenta come un articolato documento programmatorio che riprende praticamente tutti gli

obiettivi delle linee guida del Piano di Zona.

66

OBIETTIVO

REGIONALE N. 7.1 Promuovere interventi di

promozione della salute e di prevenzione delle

disabilità nell’anziano

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 7.1.1

Sviluppo di opportunità inerenti la promozione di stili di vita sani (almeno un

programma all’anno), attraverso la costituzione di una rete territoriale di soggetti

portatori di interesse per la promozione della salute e la prevenzione degli incidenti

domestici nella terza età.

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche sociosanitarie per la prevenzione, politiche del lavoro, politiche abitative

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 1.2 – 2.1 – 3.1 – 4.4 – 4.5

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

ASS 6 – Dipartimento di Prevenzione – SSC – Distretto Ovest – Terzo Settore –

Sindacati Pensionati

ANNO 2013

SSC – ASS 6 – Dipartimento di Prevenzione

1. Individuazione delle priorità nelle aree più vulnerabili della popolazione anziana,

sulla scorta dell’analisi combinata dei dati di utenza, epidemiologici, professionali e

derivanti dai progetti istituzionali esistenti.

2. Predisposizione di un documento finale a cura dell’ASS 6

ASS6 – Dip. Prevenzione – SSC – Distretto Ovest – Terzo Settore – Sindacati

Pensionati

3. Mappatura dei diversi progetti di promozione della salute degli anziani attivi sul

territorio (istituzionali e non), a cura dell’ASS6 con la collaborazione del SSC

4. Analisi e sistematizzazione degli interventi del privato sociale da effettuarsi in

maniera partecipata con il Terzo Settore all’interno dei tavoli di coprogettazione

SSC – ASS6 – Dip. Prevenzione – Comuni – Terzo Settore – Sindacati

Pensionati

5. Confronto e valutazione dei punti di forza e di contatto tra le varie iniziative e

promozione della loro integrazione in un’ottica di coprogettazione comune, in

particolare nelle aree dell’ “alimentazione”, “promozione della vita attiva” e

“prevenzione degli incidenti casalinghi”.

6. Elaborazione di eventuali altri progetti integrativi dell’offerta esistente.

ANNO 2014

ASS6 – Dip. Prevenzione – SSC – Distretto Ovest – Terzo Settore – Sindacati

Pensionati

1. Realizzazione delle proposte integrative all’offerta esistente

SSC – ASS6 – Dip. Prevenzione – Distretto Ovest

2. Elaborazione di un sistema di monitoraggio delle progettualità a cura dell’ASS 6 e

Dip. Prevenzione

67

ANNO 2015

ASS6 – Dip. Prevenzione – SSC – Distretto Ovest – Terzo Settore – Sindacati

Pensionati

1. Consolidamento dell’offerta integrata

2. Monitoraggio, valutazione e correzione dell’offerta integrata

SSC – ASS6 – Comuni – Associazioni di Volontariato – Sindacati Pensionati

3. Confronto e valutazione finale sulle attività poste in essere nel triennio

4. Relazione in Assemblea dei Sindaci

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N° iniziative di promozione della salute

N° anziani coinvolti in programmi di promozione della salute

Evidenza dei documenti di pianificazione delle attività nonché del monitoraggio e

valutazione

Valore atteso:

Ogni anno viene realizzato almeno un programma di promozione della salute in

collaborazione con i destinatari e coinvolgendo soggetti della comunità.

Un numero crescente di anziani nel triennio 2013-2015 è coinvolto in programmi di

promozione alla salute.

68

OBIETTIVO

REGIONALE N. 7.2

Sviluppare la domiciliarità, sostenere le famiglie,

qualificare il lavoro di cura degli assistenti

familiari, sperimentare soluzioni innovative di

risposta residenziale (es. utilizzo condiviso di civili

abitazioni per favorire forme di convivenza per

anziani soli..) per ampliare le possibilità anche di

coloro che necessitano di assistenza e cure di

vivere in contesti di vita non istituzionalizzanti

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 7.2.1 Azioni per la promozione di un sistema della domiciliarità

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Piano domiciliarità dell’Ambito Distrettuale 6.1

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 2.1 – 3.1 - 4.4, 4.5 - 4.6

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, ASS 6, Terzo Settore. Comuni dell’Ambito – Strutture semiresidenziali per

anziani – Assistenti familiari – Provincia di Pordenone – Enti di formazione – Privati

for profit

ANNO 2013

Tutti i soggetti della macroazione – coordinamento a cura del SSC

1. Sviluppo ed implementazione del Piano Locale per la Domiciliarità

dell’Ambito 6.1 approvato dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito nel luglio

2011 (cui si rimanda) e che, tenuto conto del percorso di approfondimento

conoscitivo delle condizioni sociosanitarie delle persone residenti nel

territorio dell’Ambito Distrettuale, prevede tra l’altro:

- Interventi di sostegno alle famiglie che assistono in casa persone non

autosufficienti;

- Interventi di formazione e supporto ai care givers anche su tematiche di

promozione della salute

- Modalità di erogazione degli interventi e servizi a favore della domiciliarità

- Impiego di tecnologie anche innovative di assistenza

- Partecipazione di organismi anche privati a supporto della domiciliarità;

- Azioni di promozione di interventi sperimentali che perseguono l’obiettivo di

introdurre modelli organizzativi e gestionali innovativi in un’ottica di

domiciliarità avanzata;

- Sperimentazione di soluzioni innovative di risposta residenziale.

2. Conclusione dell’istruttoria pubblica di coprogettazione (avvio a fine 2012)

per l’individuazione di soggetti per la realizzazione di un sistema integrato di

interventi per la domiciliarità che tenga conto degli obiettivi del Piano locale

69

dell’Ambito e delle Linee Guida regionali

3. Relazione all’Assemblea dei Sindaci sulla coprogettazione

ANNO 2014 Tutti i soggetti della macroazione – coordinamento a cura del SSC)

1.Monitoraggio e valutazione dell’attività sperimentale in atto

ANNO 2015

Tutti i soggetti della macroazione – coordinamento a cura del SSC)

1.Monitoraggio e valutazione della progettualità sperimentate in vista di una

eventuale continuità temporale dell’affidamento del servizio

SSC e ASS6

2. Confronto generale con l’Assemblea dei Sindaci sulle politiche di sviluppo tra

domiciliarità e residenzialità.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

Evidenza di report descrittivi della coprogettazione del piano della domiciliarità

N. anziani coinvolti nelle varie attività del “Piano Locale per la Domiciliarità”

N soggetti istituzionali e non istituzionali coinvolti

Rapporto tra n. anziani residenti nell’Ambito distrettuale e n. anziani provenienti dal

medesimo Ambito accolti in strutture per anziani (compresi quelli accolti in strutture

situate in ambiti territoriali diversi)

Valore atteso

Con riferimento al 31.12.2012, nel triennio 2013 – 2015 il rapporto tende ad

aumentare

70

OBIETTIVO

REGIONALE N. 7.2

Sviluppare la domiciliarità, sostenere le famiglie,

qualificare il lavoro di cura degli assistenti

familiari, sperimentare soluzioni innovative di

risposta residenziale (es. utilizzo condiviso di civili

abitazioni per favorire forme di convivenza per

anziani soli..) per ampliare le possibilità anche di

coloro che necessitano di assistenza e cure di

vivere in contesti di vita non istituzionalizzanti

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 7.2.2

Messa a regime della lista unica e monitoraggio delle liste d’attesa per ingressi nelle

strutture residenziali

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche per la famiglia

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 3.1 - 4.5 - 4.6

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, ASS, Distretto Ovest, Comuni, Settore politiche sociali dei Comuni, Case di

Riposo,

ANNO 2013

SSC e ASS coordinano gli altri soggetti per:

1. Analisi dell’impatto dell’utilizzo della lista unica e delle ricadute organizzative

dell’attuale sistema di accesso.

2.Rilevazione delle potenzialità, criticità e dei possibili sviluppi del sistema

3. Predisposizione di un documento sull’analisi del sistema della lista unica

SSC, ASS e Distretto Ovest:

4. Confronto in Assemblea dei Sindaci sull’’analisi della lista unica.

ANNO 2014

SSC e ASS coordinano gli altri soggetti per:

1. Eventuale rivalutazione dei criteri di accesso alle diverse strutture, tenendo conto

anche di nuove opportunità residenziali autorizzate nell’Ambito

2. Riconsiderare possibili canali di accesso preferenziali per urgenza e l’integrazione

con i servizi per la domiciliarità

ANNO 2015

SSC e ASS coordinano gli altri soggetti per:

1. Messa a regime delle eventuali modifiche concordate sull’accesso unico alle

strutture residenziali per anziani nel territorio dell’Ambito 6.1

2. Formalizzazione della procedura della lista unica ad opera dell’Assemblea dei

Sindaci

3. Confronto generale con l’Assemblea dei Sindaci sulle politiche di sviluppo tra

domiciliarità e residenzialità

71

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

Documenti descrittivi delle analisi della lista unica

Rapporto tra n. anziani residenti nell’Ambito Distrettuale e n. anziani provenienti dal

medesimo Ambito accolti in strutture per anziani (compresi quelli accolti in strutture

situate in ambiti territoriali diversi)

Valore atteso:

Con riferimento al 31.12.2012, nel triennio 2013-2015 il rapporto tende ad

aumentare.

72

OBIETTIVO

REGIONALE N. 7.2

Sviluppare la domiciliarità, sostenere le famiglie,

qualificare il lavoro di cura degli assistenti

familiari, sperimentare soluzioni innovative di

risposta residenziale (es. utilizzo condiviso di civili

abitazioni per favorire forme di convivenza per

anziani soli..) per ampliare le possibilità anche di

coloro che necessitano di assistenza e cure di

vivere in contesti di vita non istituzionalizzanti

SOCIALE

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 7.2.3

Potenziamento di “funzioni respiro” orientate alla domiciliarità unitamente alla

qualificazione del lavoro delle assistenti familiari, sperimentando formule di

assistenza diversificate ed innovative.

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche della formazione professionale

Politiche per la famiglia,

FAP

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 4.4 – 4.5 – 4.6

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, ASS 6, Distretti, Terzo Settore, sistema regionale di gestione delle assistenti

familiari – RSA/Case di Riposo

ANNO 2013

Il SSC in collaborazione con ASS 6 e Terzo Settore, sviluppa:

1. la prosecuzione di percorso di accompagnamento (con formazione e

supervisione) rivolto alle assistenti familiari rispetto alla gestione della persona

anziana, anche e soprattutto di fronte a situazioni con demenza (formazione

teorico/pratica, eventuali interventi di affiancamento presso il domicilio con finalità

educativa, ecc.);

2. concomitante sperimentazione di interventi volti a promuovere il benessere delle

assistenti familiari (creazione/messa a disposizione di luoghi d’incontro, proposte di

attività motoria con finalità riabilitativa, ecc.);

3. sperimentazione locale (in almeno uno degli) negli Ambiti (almeno uno) di

soluzioni di tipo “funzioni respiro” in linea con il tema dell’ “abitare sociale" (badanti

di corte, appartamenti protetti, riconversione di strutture esistenti, ecc.);

ANNO 2014

Il SSC in collaborazione con ASS 6 e Terzo Settore, con confronto e raccordo

a livello provinciale, prevede:

1. Prima verifica e migliore definizione dei percorsi formativi avviati;

2. Prosieguo delle attività a favore del benessere delle assistenti familiari con

adeguamento rispetto alle eventuali criticità riscontrate nel primo anno di attività.

3. verifica delle sperimentazioni in atto.

73

ANNO 2015

Il SSC in collaborazione con ASS 6 e Terzo Settore, con confronto e raccordo

a livello provinciale, prevede:

1. Analisi e verifica “in situazione” del miglioramento delle competenze professionali

acquisite in ragione dei percorsi formativi avviati.

2. Consolidamento delle azioni a favore del benessere delle assistenti familiari.

3. Valutazione finale della sperimentazione al fine di un suo consolidamento e

messa a sistema nella rete dei servizi.

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

Rapporto tra n. anziani residenti nell’ambito distrettuale e n. anziani provenienti dal

medesimo ambito accolti in strutture per anziani (compresi quelli accolti in strutture

situate in ambiti territoriali diversi).

N. anziani presi in carico in modo integrato nel periodo della sperimentazione.

Valore atteso:

Con riferimento al 31.12.2012, nel triennio 2013-2015 il rapporto tende ad

aumentare.

74

OBIETTIVO LOCALE

7.3

Promuovere interventi di sostegno e di protezione

nei confronti della persona socialmente fragile

tramite la figura dell’Amministratore di sostegno. SOCIALE

MACROAZIONE

N. 7.3.1

Predisposizione di un “Piano locale di Ambito per la promozione

dell’Amministrazione di sostegno”

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

L. 6/2004, L.R. 19/2010 e Regolamento Regione FVG 190 del 02.08.2011

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 3.1, 4.1, 4.5, 7.2

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, Tribunale, Associazioni di volontariato, Comuni

ANNO 2013

Avvio del sistema integrato per la promozione dell’amministrazione di sostegno

definito con la procedura dell’istruttoria pubblica di coprogettazione chiusa a fine

2012.

Stesura dell’accordo sostitutivo di procedimento con i soggetti iscritti al Registro

regionale di cui alla LR 19/2010 e selezionati

Presentazione di istanza di co-finanziamento alla Regione ai sensi della LR 19/2010

sia per attività di promozione e sensibilizzazione che di sportello per

l’amministrazione di sostegno

ANNO 2014

Continuità del sistema integrato per la promozione dell’amministrazione di sostegno

Presentazione di istanza di co-finanziamento alla Regione ai sensi della LR 19/2010

sia per attività di promozione e sensibilizzazione che di sportello per

l’amministrazione di sostegno

ANNO 2015

Continuità del sistema integrato per la promozione dell’amministrazione di sostegno

Presentazione di istanza di co-finanziamento alla Regione ai sensi della LR 19/2010

sia per attività di promozione e sensibilizzazione che di sportello per

l’amministrazione di sostegno

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. corsi formativi attivati e distinti in corsi di base e di specializzazione

N. partecipanti ai corsi

Nr soggetti disponibili all’amministrazione di sostegno iscritti all’elenco di Ambito

(base 2012: 7)

N. incontri tematici o di approfondimento con le comunità locali, le amministrazioni, i

servizi sociali e socio-sanitari

Valore atteso

Aumento dei soggetti disponibili all’esercizio della funzione di amministratore di

sostegno

75

PREMESSA INTEGRATIVA ALLE SCHEDE DELLE AREE 4.4 E 4.5

I lavori che hanno visto coinvolti Ambiti e l’ASS 6 nella condivisione di cornici di riferimento comuni

per quanto attiene le macro azioni di integrazione sociosanitaria, hanno posto particolare

attenzione sul versante dell’integrazione lavorativa come elemento portante di progetti di

inclusione in più dimensioni del bisogno sociale e socio-sanitario, con la partecipazione attiva dei

competenti Servizi della Provincia.

In tale contesto operativo comune, si è rilevato che nell’esperienza del territorio del Pordenonese

esiste una sorta di continuum di opportunità, sperimentazioni possibili, servizi già in atto, tra i

momenti dell’inserimento lavorativo per disabili o soggetti con problema di dipendenze e salute

mentale (con riferimento quindi all’obiettivo regionale 8) e i momenti dell’integrazione lavorativa

quale misura prevalente di contrasto alla povertà (con riferimento quindi all’obiettivo regionale 9).

E’ opinione comune tra i servizi sociali, socio-sanitari e della Provincia che la previsione di

un’organizzazione comune ed a un livello territoriale aziendale sul tema del lavoro sia la

condizione più favorevole per arricchire la personalizzazione ed appropriatezza di progetti

individualizzati di inclusione sociale, nel senso più ampio del termine.

E’ per questa ragione che si ritiene utile inviare congiuntamente le schede per gli obiettivi 8 e 9.

4.4 AREA DISABILITA’ DIPENDENZE E SALUTE MENTALE IN TEMA DI INSERIMENTO

LAVORATIVO

Le politiche del lavoro rivestono da sempre un ruolo centrale del nucleo originario dei sistemi di

protezione sociale. L'orientamento consolidato negli anni ha perseguito l'obiettivo di rafforzare

costantemente la capacità di inserimento lavorativo anche dei soggetti che a causa di disabilità o

patologie manifestano una particolare fragilità in vari aspetti del loro funzionamento. Negli anni

sono andate pertanto crescendo le categorie di persone ( disabili, alcoolisti, dipendenti da altre

sostanze, pazienti psichiatrici)che possono beneficiare di percorsi di cura comprendenti interventi e

servizi di tipo anche occupazionale, considerati parte integrante dei percorsi trattamentali

sanitari. Lo sviluppo all'interno dell'Azienda per i Servizi Sanitari del SIL - delegato dai Comuni -e

finalizzato alle persone con disabilità, ha determinato l'opportunità di produrre una riflessione sia di

ordine riorganizzativo (legata all'ipotesi di razionalizzare l'uso di risorse specializzate nell'area

dell'inserimento lavorativo e sociale a favore di tutta l'utenza in carico ai servizi aziendali) sia

relativa allo sviluppo di forme occupazionali innovative legate alla sperimentazione e alla messa a

regime di iniziative di economia solidale locale che soddisfano comunque esigenze delle comunità

locali e che interessano persone in carico ai servizi aziendali per la salute mentale, per le

dipendenze e per la disabilità con una progettazione personalizzata definita nell'UVD o nell'EMDH.

76

OBIETTIVO

REGIONALE N. 8.1

Favorire lo sviluppo di opportunità lavorative e di

inclusione sociale per le persone svantaggiate nell’ambito

di nuovi accordi pubblico-privato, di reti locali di economia

solidale e di filiere produttive di economia sociale.

X SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 8.1.1

Incremento delle opportunità di integrazione lavorativa delle persone svantaggiate

attraverso forme di integrazione funzionale dei servizi che si occupano

istituzionalmente di percorsi d’inclusione e di reinserimento lavorativo di persone

disabili, con patologie psichiatriche o con problematiche di dipendenza

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche del lavoro

Politiche della formazione

Politiche scolastiche ed educative

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE

1.2 – 3.1 – 4.2 – 4.3 – 4.4 – 4.6

ALTRE AZIONI

COLLEGATE

Accordo operativo tra l’Amministrazione Provinciale e l’Ente Gestore del Servizio

Sociale dei Comuni dell’Ambito Distrettuale Est, dell’Ambito Distrettuale Sud,

dell’Ambito Distrettuale Ovest, dell’Ambito Distrettuale Nord, dell’Ambito Distrettuale

Urbano, l’Azienda per i Servizi Sanitari n° 6 ”Friuli occidentale” per la realizzazione

delle azioni nell’area della disabilità e del Piano Triennale Sperimentale della

disabilità 2011-2013

Sistema d’inserimento lavorativo l.68/99 “Legge per il collocamento mirato disabili

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

ASS 6, (DSM, Ser.T, SIL) , Provincia ( politiche sociali e lavoro) , SSC

ANNO 2013

ASS 6, (SIL, DSM, Ser.T, Dipendenze, Dipartimento di Prevenzione) e Provincia

( COMIDIS), SSC - Responsabilità Ass6

1. informazione e condivisione delle conoscenze con i partner del percorso, in

ordine al modello organizzativo esistente nell'area degli inserimenti lavorativi

protetti -Comidis-sil-area del collocamento mirato-, con la definizione dei vari

mandati istituzionali e delle aree di sovrapposizione/gestione congiunta

evidenziando le risorse impiegate

2. Ricognizione delle risorse esistenti e ricostruzione dei diversi percorsi

attualmente previsti dall’ASS (Salute mentale e dipendenze) dal SIL e dai

Servizi per l'impiego per quanto attiene gli inserimenti lavorativi delle

persone in carico ai servizi socio sanitari e delle persone disabili.

3. Produzione di un documento di sintesi di quanto rilevato attraverso la

ricognizione con particolare attenzione ai seguenti punti:

77

a) progettazione personalizzata;

b) valutazione multidisciplinare orientata alla definizione di profili socio lavorativi

(compresa l’attività valutativa legata alle commissioni L68/99);

c) distinzione tra percorsi di propedeutica all’inserimenti/ integrazione lavorativa

e interventi finalizzati all'inserimento lavorativo;

d) partnership con la cooperazione sociale in tema di progettazione

dell’inserimento/integrazione lavorativa.

e) Partnership con Provincia per la progettazione Fondo disabili con eventuale

coinvolgimento del SSC

ASS 6, (SIL, DSM, Ser.T, Dipendenze Dipartimento di Prevenzione) Provincia

(Comidis, politiche del lavoro e politiche sociali) e gli SSC / COMUNI -

Responsabilità Ass6

4. Predisposizione di un piano di riorganizzazione (studio preliminare) dei servizi

e degli strumenti di propedeutica al lavoro, di integrazione socio-lavorativa e

di d’inserimento lavorativo. Il documento dovrà articolarsi con focus specifici

nel merito di:

a) riorganizzazione delle attività, tipologie d’intervento e strumenti nell’ottica di

una specializzazione /integrazione funzionale ed estensione dei compiti del

SIL

b) revisione dei criteri di riparto della spesa tra ASS 6 e Comuni/SSC;

c) aree di integrazione progettuale e funzionale tra ASS, CPI/Provincia (

Comidis, sociale e lavoro) e SSC;

d) modelli di partnership con la cooperazione sociale.

ANNO 2014

ASS 6, SSC/Comuni, Provincia - Responsabilità Ass6

1. Elaborazione e assunzione di un protocollo finalizzato alla formalizzazione

nelle Assemblee dei Sindaci della presa in carico integrata rispetto agli

inserimenti lavorativi delle persone svantaggiate in carico ai servizi socio

sanitari, come da piano di riorganizzazione funzionale dei servizi e

specificazione del raccordo con l'area sociale sia tramite una condivisione

metodologica del processo di continuità assistenziale della persona che

transita tra i servizi nel rispetto dell'evoluzione dei suoi bisogni, sia tramite la

condivisione di strumenti idonei all'obiettivo appena menzionato( vedi scheda

9.1)

ASS 6, (SIL, DSM, Ser.T, Dipendenze) Provincia e gli SSC - Responsabilità

condivisa

2. Applicazione del protocollo

3. Predisposizione di strumenti di rendicontazione e di accountability appropriati

al sistema sviluppato

78

ANNO 2015

ASS 6, (SIL, DSM, Ser.T, Dipendenze) Provincia e gli SSC - Responsabilità

condivisa

1. Valutazione dei risultati

2. Relazione all’Assemblea

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. di persone svantaggiate inserite in contesti lavorativi

n° inserimenti lavorativi

n° inserimenti con obiettivi di integrazione sociale

n° inserimenti in laboratori protetti

Valori attesi

Con riferimento ai dati di flusso 2012, nel triennio 2013 -2015 le persone svantaggiate

che sperimentano opportunità lavorative e di inclusione sociale aumentano.

79

OBIETTIVO

REGIONALE N. 8.1

Favorire lo sviluppo di opportunità lavorative e di

inclusione sociale per le persone svantaggiate

nell’ambito di nuovi accordi pubblico-privato, di reti locali

di economia solidale e di filiere produttive di economia

sociale.

X SOCIALE

X

SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 8.1.2

Incremento delle opportunità di integrazione lavorativa delle persone

svantaggiate attraverso progetti di sviluppo dell’agricoltura sociale e di

contesti sperimentali e osservativi con particolare attenzione alle azioni

propedeutiche di sviluppo di autonomie rivolte a giovani nelle fasi di

continuità scolastica e orientamento o di conclusione percorsi o

dimissione

INTEGRAZIONE CON

ALTRE POLITICHE Politiche del lavoro, politiche della formazione

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE

1 1.2, 3.1, 4.2, 4.3, 4.4,4.6,6.1, 6.1.3 9.1

ALTRE AZIONI

COLLEGATE

Accordo operativo tra l’Amministrazione Provinciale e l’Ente Gestore del Servizio

Sociale dei Comuni dell’Ambito Distrettuale Est, dell’Ambito Distrettuale Sud,

dell’Ambito Distrettuale Ovest, dell’Ambito Distrettuale Nord, dell’Ambito

Distrettuale Urbano, l’Azienda per i Servizi Sanitari n° 6 ”Friuli occidentale” per la

realizzazione delle azioni nell’area della disabilità e del Piano Triennale

Sperimentale della disabilità 2011-2013

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

ASS 6, (SIL ,CSS DSM Ser.T. Dipartimento di Prevenzione) Provincia ( politiche

sociali e del lavoro), SSC

ANNO 2013

L'AZIONE INTENDE ESPORTARE LE BUONE PRASSI SVILUPPATE

NELL'AREA DELLA DISABILITA' ( vedere schede 6.1 e seguenti) A FAVORE

DI UTENTI DELLA PSICHIATRIA E DEI SERVIZI PER LE DIPENDENZE ALLO

SCOPO DI FAVORIRE DEI PERCORSI DI REALE INCLUSIONE SOCIALE ED

EVENTUALMENTE LAVORATIVA

Provincia di Pordenone, CSS-ASS 6, Distretti Sanitari,SIL SSC -

Responsabilità: Provincia di Pordenone e ASS6

1. Mappature delle esperienze di agricoltura sociale presenti sul

territorio provinciale e analisi dei risultati inclusivi raggiunti

Provincia di Pordenone, CSS-ASS 6, SSC - Responsabilità condivisa

2. Rafforzamento dell’integrazione fra le iniziative previste dal piano

triennale della disabilità e la sperimentazione regionale sulle fattorie

sociali ai sensi della L.R. 18 del 29.11.2011nonchè analoghi

interventi del sistema sanitario rafforzando la cabina di regia unitaria,

( rappresentanza degli Ambiti Distrettuali)

80

Provincia di Pordenone, ASS 6 (SIL CSS-SIL DSM Ser.T.) SSC -

Responsabilità: Provincia di Pordenone e Ass6

3. Supporto alla messa in rete delle aziende agricole e delle

cooperative di tipo B, che operano in agricoltura sociale, al fine di

organizzare filiere di prodotto orientate alla valorizzazione delle

produzioni locali e sostenere 'inclusione sociale e lavorativa

dell'utenza svantaggiata in carico ai servizi

Provincia di Pordenone, ASS 6, ,(CSS-SIL DSM Ser.T.) SSC, Soggetti del

terzo settore, aziende agricole e fattorie didattiche e sociali -

Responsabilità: CSS-ASS 6, Provincia

4. Articolazione della rete in percorsi tutoriali e propedeutici all’inserimento

lavorativo e reti produttive orientate a sostenere e promuovere le

economie locali; profilatura delle aziende in base alle specificità

Provincia di Pordenone, ASS 6 (CSS-SIL DSM Ser. T.) SIL Soggetti del terzo

settore, aziende agricole e fattorie didattiche e sociali

Responsabilità: Provincia di Pordenone

5. Sostegno allo sviluppo e promozione del “prodotto etico delle fattorie

sociali”

ANNO 2014

Provincia di Pordenone, CSS, ,SIL SSC Distretti sanitari Soggetti del terzo

settore, aziende agricole e fattorie didattiche e sociali

Responsabilità condivisa fra ASS 6, Provincia di Pordenone, Ambiti

Distrettuali

1. Sviluppo del nuovo sistema a rete con particolare riferimento alla

promozione di servizi di comunità , distinguendo fra interventi in area

rurale e area urbana - periurbana

Provincia di Pordenone, CSS, ,SIL SSC, Distretti sanitari Soggetti del terzo

settore, aziende agricole e fattorie didattiche e sociali

Responsabilità condivisa fra ASS6, Provincia di Pordenone, Ambiti

Distrettuali

2. Monitoraggio e valutazione della ricaduta degli interventi sia sul

sistema economico locale che sul welfare comunitario

Provincia di Pordenone, CSS, ,SIL SSC, Soggetti del terzo settore, aziende

agricole e fattorie didattiche e sociali

Responsabilità: Provincia di Pordenone

3. Sviluppo di azione di marketing sociale a favore della diffusione del

prodotto e della conoscenza dei servizi delle fattorie sociali

81

ANNO 2015

Provincia di Pordenone, ASS6 SSC, Distretti sanitari - Responsabilità

condivisa

1. Messa a regime degli interventi e inserimento nel sistema dell’offerta a favore

dell’inclusione socio-lavorativa

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. di persone svantaggiate inserite in contesti lavorativi.

Valore atteso

Con riferimento ai dati di flusso 2012, nel triennio 2013 -2015 le persone

svantaggiate che sperimentano opportunità lavorative e di inclusione sociale

aumentano.

82

OBIETTIVO

REGIONALE N. 8.1

Favorire lo sviluppo di opportunità lavorative e di

inclusione sociale per le persone svantaggiate nell’ambito

di nuovi accordi pubblico-privato, di reti locali di economia

solidale e di filiere produttive di economia sociale.

X SOCIALE

X SOCIOSANITARIO

MACROAZIONE

N. 8.1.3

Incremento delle opportunità di integrazione lavorativa delle persone

svantaggiate in carico con progetti personalizzati ai servizi socio sanitari

attraverso progetti di sviluppo di servizi di comunità anche attraverso la

valorizzazione della spesa sociosanitaria come investimento e forma di

promozione di economie locali

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche del lavoro, politiche della formazione

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE

1.2, 3.1, 4.2, 4.3, 4.4,4.6,6.1, 9.1

ALTRE AZIONI

COLLEGATE

Accordo operativo tra l’Amministrazione Provinciale e l’Ente Gestore del Servizio

Sociale dei Comuni dell’Ambito Distrettuale Est, dell’Ambito Distrettuale Sud,

dell’Ambito Distrettuale Ovest, dell’Ambito Distrettuale Nord, dell’Ambito Distrettuale

Urbano, l’Azienda per i Servizi Sanitari n° 6 ”Friuli occidentale” per la realizzazione

delle azioni nell’area della disabilità e del Piano Triennale Sperimentale della

disabilità 2011-2013

Sistema d’inserimento lavorativo l.68/99 “Legge per il collocamento mirato disabili

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

ASS 6, (SIL, DSM Ser T) Provincia, ( politiche del lavoro e politiche sociali ) SSC

ANNO 2013

ASS 6 (DSM, SIL,Ser.T) Provincia ( politiche sociali e lavoro), SSC -

Resposabilità ASS6

1. Sviluppo di opportunità di Micro credito. Verranno avviate le attività

propedeutiche allo sviluppo di progetti di microcredito che seguono

esperienze e modalità mutuate(e adattate) dal lavoro di Yunus e

Grameen Bank. In particolare nel 2013:

- Sarà avviata la formazione degli operatori dei servizi di inclusione lavorativa

in collaborazione con l’Università di Bologna e il DSM di Modena

- Sarà costituito il gruppo di supporto tecnico e finanziario

- Sarà promosso uno studio di fattibilità per l'avvio di almeno due iniziative a

livello territoriale che favoriscano utenza in carico ai servizi

- Elaborazione di un modello di gestione e finanziamento

83

ASS 6 (DSM, SIL,Ser.T) Provincia ( politiche del lavoro e sociale), SSC -

Responsabilità ASS6

2. Promozione di servizi di comunità. Messa a punto di almeno due

progetti. In particolare attraverso:

- la definizione dell’idea di impresa/servizio;

- l’individuazione di soggetti della cooperazione con cui sviluppare la

coprogettazione in termini di: 1. Fattibilità tecnica; 2. Fattibilità gestionale; 3.

Fattibilità economico-finanziaria;

- definizione delle modalità di inserimento lavorativo di persone svantaggiate e

di supporto pubblico;

- avvio di almeno una iniziativa nel corso dell’anno

ASS 6 (DSM, SIL,Ser.T), SSC Provincia - Responsabilità ASS6

Avvio di laboratori osservativo-valutativi, orientati ad accogliere per periodi di tre/sei

mesi utenti prevalentemente giovani o in fase di ridefinzione del loro

percorso/progetto di inserimento lavorativo che possa consentire. 1. di far

sperimentare alle persone attività lavorative diverse, in condizioni simili e proprie a

quelle del mercato del lavoro; 2. di disporre in loco di personale competente nei

processi di valutazione dei profili socio lavorativi che organizzi l’osservazione e faccia

sintesi dell’esperienza svolta; 3. di saldare, evitando soluzioni di continuità e

aumentando l’efficienza, l’attività dei servizi e operatori pubblici dell’inserimento

lavorativo (SIL, DSM Ser.T) così da dare continuità alla progettazione individuale e

configurando una vera e propria partnership pubblico privato nella gestione dei

processi di inserimento lavorativo; finalizzati alla co-progettazione dei processi di

inclusione e inserimento lavorativo. In particolare saranno realizzate le seguenti

azioni:

- avvio di istanza pubblica di co-progettazione per l’individuazione dei partner

di progetto;

- avvio di tre laboratori osservativo-valutativi per coprire tutte le aree territoriali

provinciali;

- definizione dei protocolli di osservazione valutazione;

- sviluppo di connessioni congruenti all'azione, tra quanto avviato e l'offerta

insita nel fondo per disabili a supporto di interventi su questo tipo di utenza

84

ANNO 2014

ASS 6 (DSM, SIL,Ser.T) Provincia ( politiche sociali e del lavoro), SSC -

Responsabilità ASS6

1)Sviluppo di opportunità di Micro credito:

valutazione degli esiti raggiunti ed eventuale riposizionamento dell'azione in

relazione alle problematiche emerse

eventuale estensione dei gruppi di micro credito

2) Servizi di comunità

monitoraggio e verifica dell'attività realizzata

eventuale Avvio di una seconda esperienza di servizi di comunità

ASS 6 (DSM, SIL,Ser.T), SSC - Responsabilità ASS6

Prosecuzione e consolidamento dell’attività dei laboratori osservativo valutativi

ANNO 2015

ASS 6 (DSM, SIL,Ser.T) Provincia ( politiche sociali e lavoro), SSC -

Responsabilità condivisa

Valutazione globale delle iniziative realizzate sulle tre aree indicate (micro credito,

servizi di comunità, laboratori) e rilancio, riposizionamento progettuale, tecnico ed

operativo nel successivo biennio

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. di persone svantaggiate inserite in contesti lavorativi.

Valore atteso

Con riferimento ai dati di flusso 2012, nel triennio 2013 -2015 le persone svantaggiate

che sperimentano opportunità lavorative e di inclusione sociale aumentano.

85

4.5 AREA POVERTA’, DISAGIO ED ESCLUSIONE SOCIALE

PREMESSA

L’esperienza ed il lavoro realizzati in questi anni sul territorio della Provincia di Pordenone hanno

costruito le condizioni per poter avviare un percorso progettuale che permetta di mettere a sistema

le azioni di integrazione degli organismi, enti, interventi operanti nell’area dei servizi di protezione

sociale, del lavoro e della formazione già sperimentate ed in corso.

La finalità di questo progetto è riconducibile alla volontà di generare un percorso virtuoso in grado

di superare la frammentarietà del sistema attuale e quindi aumentare le opportunità di integrazione

ed inserimento lavorativo per le persone in condizione di fragilità sociale.

Nell'ambito della programmazione triennale 2013-2015 del sistema sociale si intende quindi

aprire l’opportunità di lavorare nella prospettiva delle connessioni fra il “sistema sociale” ed il

“sistema lavoro” chiamando a collaborare strettamente la provincia, i comuni, l’ASS, il III° settore

ed il settore for profit e le relative associazioni.

L’intento, declinato nel presente documento, è volto a predisporre un progetto di sistema, dal

carattere sperimentale, finalizzato a capitalizzare le esperienze e le trasformazioni dei servizi per

l’inclusione socio-lavorativa fin qui introdotte nel territorio della Provincia di Pordenone.

Alla fine del triennio, la valutazione congiunta da parte dei soggetti coinvolti, consentirà la messa a

regime del sistema e delle attività proposte.

86

OBIETTIVO

REGIONALE 9.1

Promuovere misure di contrasto alla povertà che accanto agli

interventi di integrazioni economiche prevedano l’utilizzo di

strumenti di reinserimento lavorativo sociale secondo una logica

di attivazione che miri all’autonomia della persona

SOCIALE

MACROAZIONE

N. 9.1

Realizzare un progetto provinciale di sistema finalizzato a migliorare la capacità dei

territori di realizzare l’inclusione sociale e lavorativa di persone in carico al SSC, a

rischio di povertà ed esclusione sociale, attraverso l’attivazione di una rete di

accompagnamento e la promozione e ridefinizione dei servizi per l’inclusione socio

lavorativa.

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche della famiglia, della casa, immigrazione del lavoro, della formazione,

dell'istruzione e orientamento

AZIONI DI

SISTEMA

COLLEGATE

8.1/1.1”Linee Guida Regionali per la predisposizione del Piano di Zona”

8.2/1.1, 2.1, 3.1 “ Linee Guida Regionali per la predisposizione del Piano di Zona”

Documento di programmazione provinciale:”Sistema provinciale per l’integrazione e

l’inserimento lavorativo delle persone in condizione di svantaggio sociale e lavorativo”

ISTITUZIONI E

SERVIZI

COINVOLTI

Direzioni regionali del lavoro, della salute e dell'istruzione (Centri di Orientamento),

Provincia (settori politiche del lavoro e politiche sociali), ASS 6, (SIL, Servizi

sanitari), SSC e Terzo settore (cooperazione) + Associazioni di categoria dei

datori di lavoro (Artigiani, commercianti, industriali, ecc.) , Organizzazioni Sindacali e

Associazioni di volontariato e di promozione sociale

ANNO 2013

Direzioni Regionali, Provincia, SSC, Ass6, Associazioni datori di

lavoro/cooperazione/associazionismo, Organizzazioni Sindacali

- Responsabilità di area vasta : Ente Provincia

Avvio del Progetto provinciale – parte integrante dei PDZ locali -( cfr. documento

Provincia di Pordenone: “Sistema provinciale per l’integrazione e l’inserimento

lavorativo delle persone in condizione di svantaggio sociale e lavorativo”) definizione

dell’articolazione del sistema e delle responsabilità da attribuire ai soggetti coinvolti.

Messa a regime del “Tavolo provinciale per lo svantaggio socio-lavorativo” di valenza

strategica ( costituito nel 2012) ove a chiamata potranno essere inseriti anche altri

soggetti reputati idonei per la definizione di politiche socio-lavorative inclusive.

Si ritiene inoltre che, per assicurare la efficacia decisionale del sistema stesso, la

composizione del venga articolata ad un doppio livello:

- tecnico-politico (la composizione prevede, oltre alla partecipazione dei

tecnici, anche la partecipazione dei referenti politici dei territori che si

coinvolgeranno a tale finalità);

- Tecnico-operativo (la composizione prevede la partecipazione dei tecnici dei

vari enti e servizi coinvolti per l’analisi e la valutazione tecnica delle situazioni

che saranno via via considerate);

87

Al tavolo compete tra l'altro:

- sviluppare azioni di riordino e di differenziazione dei percorsi di inclusione

sociale e lavorativa nell'area sociale,

- predisporre strumenti per l’individuazione di profili di utenza che accedono ai

servizi sociali dei comuni e che possono intraprendere percorsi di

implementazione dell'occupabilità ;

- valorizzare i programmi di inserimento lavorativo di persone svantaggiate

tramite la previsione dell'uso di clausole sociali negli appalti pubblici degli

enti locali dell'area vasta pordenonese

- Valutazione dei possibili sviluppi di coordinamento con il tavolo di crisi

provinciale

- sviluppare una proposta di connessione del sistema Informativo tramite

implementazione della cartella sociale regionale ( SSC/Provincia/regione)

- raccordare le agenzie di formazione e la relativa offerta con il sistema avviato

- promuovere percorsi di formazione e di validazione eventuale degli strumenti

adottati

nel l'area sociale per la profilatura dell'utenza oggetto del progetto

Provincia, SSC/Comuni, - Responsabilità: di Ambito distrettuale (SSC) e di

Provincia

Adozione di documenti (linee guida) finalizzati alla individuazione e formalizzazione

di interventi, procedure ed attività da offrire alle persone in condizioni di fragilità (

Assemblee dei Sindaci, Ente Provincia) in carico al SSC, agevolandone il transito

verso il mondo del lavoro.

Servizi per l'impiego, Centri di Orientamento, Provincia, SSC - Responsabilità:

di Ambito distrettuale: SSC

Avvio di unità di progettazione integrata a livello di Ambito distrettuale (definite dalle

Linee Guida nella composizione e competenze funzionali) al fine di facilitare il

passaggio di persone in carico al SSC ai servizi per l'impiego della provincia, allo

scopo di consentirne l'occupabilità.

Offrire un luogo comune di osservazione dei fenomeni socio-lavorativi che impattano

nel territorio di competenza, allo scopo di sviluppare politiche coerenti con i bisogni

che emergono dalle comunità amministrate localmente:

- in ogni Ambito si attiva un sistema di accesso integrato (lavoro-sociale) della

casistica in carico al SSC che tramite equipe composte almeno da personale

del SSC e della Provincia, della Regione ( COR) valuta le condizioni di

occupabilità delle persone, utilizzando strumenti uniformi.

- Le equipe in questione licenziano sia progetti personalizzati, sia proposte di

ordine generale riguardanti gruppi omogenei di utenti e che manifestano

bisogni gestibili secondo formule a più elevata standardizzazione

- le equipe favoriscono la comunicazione e la trasmissione di informazioni

inerenti l'offerta di servizi ed interventi dei sistemi di appartenenza.

ANNO 2014

SSC, Servizi per l'impiego , Servizi per l'Orientamento - Responsabilità: di

Ambito distrettuale

Applicazione e consolidamento delle Linee Guida, consolidamento dell’esperienza

88

delle unità distrettuali di progettazione

Proposta e sperimentazione di forme innovative di collaborazione con il terzo settore

per le attività di sostegno alle persone destinatarie di programmi di inclusione sociale

che permangono in carico al SSC in quanto non trasferibili al sistema lavoro

Avvio eventuale di forme innovative di economica solidale

Direzioni Regionali, Provincia, SSC, Ass6, Associazioni datori di

lavoro/cooperazione/associazionismo O.O.S.S. - Responsabilità di area vasta

Ente Provincia

Valutazione di ipotesi di uno sviluppo del Sistema Informativo che metta in

connessione il sistema sociale con il sistema lavoro

Analisi degli esiti raggiunti nel territorio provinciale dall’applicazione di specifiche

misure/i strumenti di inserimento lavorativi (quali LSU, LPU, voucher, ecc.) al fine di

una loro possibile revisione

Avvio di scambi informativi, incontri finalizzati alla costituzione di collaborazioni, patti

sociali, accordi e partenariati in grado di sostenere percorsi di inclusione e di

inserimento lavorativo a supporto del progetto provinciale. Eventuale costruzione di

accordi locali di area tra i diversi soggetti coinvolti.

Monitoraggio dei percorsi di applicazione delle Linee Guida al fine di verificare

l’uniformità raggiunta nella gestione degli strumenti e screening dei progetti

personalizzati nonché dei percorsi di integrazione tra enti e istituzioni coinvolte nel

progetto.

Disamina di un primo report di valutazione a un anno dall’avvio della

sperimentazione.

ANNO 2015

Servizi per l'impiego, Centri di Orientamento, Provincia, SSC - Responsabilità:

di Ambito distrettuale

Prosecuzione del consolidamento delle Linee Guida e dell’esperienza delle unità

distrettuali di progettazione.

Revisione e/o adattamento di specifiche misure e strumenti di inserimento lavorativo

al fine di costruire diversificate e variegate opportunità d’inserimento lavorativo di

persone in condizione di svantaggio.

Revisione e adattamento eventuale delle risorse dedicate e del modello organizzativo

applicato

Provincia, SSC, Comuni, Enti pubblici Associazioni datori di

lavoro/cooperazione/ O.O.S.S., Associazionismo - Responsabilità di area vasta

Ente Provincia

89

Consolidamento di scambi informativi, incontri finalizzati alla costituzione di

collaborazioni, patti sociali, accordi e partenariati in grado di sostenere percorsi di

inclusione e di inserimento lavorativo a supporto del progetto provinciale.

Eventuale costruzione di ipotesi di accordi locali di area tra i diversi soggetti coinvolti.

Monitoraggio dei percorsi di applicazione delle Linee Guida e delle attività delle unità

distrettuali di progettazione.

Verifica dei risultati raggiunti in merito a percorsi di inserimento lavorativo realizzati

con le nuove modalità operative. Predisposizione di un secondo report di valutazione

a due anni dall’avvio della sperimentazione.

Confronto sugli esiti della valutazione a due anni dall’avvio della sperimentazione e

definizione delle modalità di continuazione del progetto provinciale (formalizzazione).

Valutazione delle necessità di raccordo del sistema con altri organismi previsti dalla

normativa anche relativa al diritto al lavoro dei disabili

Messa a regime del sistema

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale per le quali è stato previsto

un percorso di:

inclusione sociale

reinserimento lavorativo

Individuazione di modalità per la reciproca trasmissione delle informazioni tra i

soggetti della rete (con i Servizi per l'impiego, ecc.)

Valore atteso

Con riferimento ai dati di flusso 2012, nel triennio 2013 -2015:

un maggior numero di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale

intercettate dai servizi potranno sperimentare percorsi di reinserimento

sociale o lavorativo

un maggior numero di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale

intercettate dai servizi potranno sperimentare percorsi di reinserimento

sociale o lavorativo più appropriati .

90

OBIETTIVO LOCALE

9.2

Promuovere interventi coordinati di inclusione

sociale in raccordo permanente con la situazione

sociale delle comunità dell’Ambito 6.1 SOCIALE

MACROAZIONE

N. 9.2.1 Predisposizione del “Piano locale per l’Inclusione sociale” dell’Ambito 6.1

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Politiche sociali per l’inclusione sociale e il contrasto dei fenomeni di povertà

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 3.1, 4.1, 4.5, 9.1, 10.1

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, Comuni, Caritas, Associazioni

ANNO 2013

Formalizzazione del Gruppo Inclusione Sociale dell’Ambito quale sede operativa di

definizione delle progettualità di inclusione sociale dell’Ambito

Definizione di accordi con i soggetti del territorio che a vario titolo operano nell’area

dell’inclusione sociale (Caritas, volontariato, parrocchie,…)

Revisione, aggiornamento e adozione di strumenti operativi per la predisposizione di

progetti appropriati di inclusione sociale (ticket service, voucher di lavoro accessorio,

sistemi alterativi alla sola erogazione di contributi economici, strumenti di

integrazione lavorativa, in raccordo con le azioni delle schede 8 e 9)

Predisposizione di un “Piano locale per l’inclusione sociale” di Ambito per

l’approvazione dell’Assemblea dei Sindaci

ANNO 2014

Sviluppo del Piano locale per l’inclusione di Ambito con monitoraggio degli interventi

e servizi e previsione, in ragione della situazione socio-economica contingente, delle

integrazione necessarie ed opportune

ANNO 2015

Continuità del Piano locale per l’inclusione di Ambito con monitoraggio degli

interventi e servizi e previsione, in ragione della situazione socio-economica

contingente, delle integrazione necessarie ed opportune

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. incontri realizzati dal Gruppo Inclusione sociale (anche con i soggetti partner)

N. soggetti partecipanti al Piano locale per l’inclusione sociale

Evidenza del Piano locale per l’Inclusione di Ambito

91

4.6 – ALTRA AREA INDIVIDUATA A LIVELLO LOCALE: POLITICHE GIOVANILI

PREMESSA.

Riemersa negli incontri territoriali di consultazione, la questione “politiche giovanili” ritrova in

questa sede opportunità di sviluppo riprendendo gli indirizzi già approvati dall’Assemblea dei

Sindaci a fine 2009 (deliberazione n. 30 del 28/10/09).

Tale documento di indirizzo ha previsto delle macro aree di intervento con alcune azioni da

intraprendere, nell’ottica generale di sviluppo di politiche comunali con il coordinamento

dell’Ambito:

Area Azione / intervento

Partecipazione Sostegno all’autogestione dei luoghi di aggregazione

Concorsi di idee a livello di Ambito

Promozione e sostegno di associazioni di giovani

Progettazione e

pianficazione

Individuazione di referenti comunali per le politiche giovanili

Progettazione condivisa tra servizi sociali e Progetti Giovani

Politiche giovanili Tavolo politico e tecnico di Ambito sulle politiche giovanili

Ufficio di Ambito sulle politiche giovanili

Comunità educante Tavolo sull’Educazione in ogni Comune

OBIETTIVO LOCALE

11

Promuovere servizi ed interventi coordinati

con i Comuni per le politiche giovanili SOCIALE

MACROAZIONE

N. 11.1

Raccordo con i Comuni dell’Ambito per la realizzazione coordinata di interventi e

servizi a favore dei giovani

INTEGRAZIONE

CON ALTRE

POLITICHE

Piano regionale per la famiglia

Progetti ed azioni dell’area Infanzia ed Adolescenza

Normativa regionale sui giovani

AZIONI DI SISTEMA

COLLEGATE 3.1, 4.1, 4.5

SERVIZI E

INTERVENTI

COINVOLTI

SSC, Comuni, Associazioni giovanili, Cooperazione sociale

ANNO 2013

Ripresa del Tavolo di lavoro promosso dall’Assemblea dei Sindaci (e relativo atto

deliberato) per il coordinamento a livello di Ambito di interventi e servizi a favore dei

giovani

ANNO 2014 Continuità del Tavolo di Lavoro sui giovani

ANNO 2015 Continuità del Tavolo di Lavoro sui giovani

INDICATORI DI

RISULTATO NEL

TRIENNIO

N. incontri del gruppo di lavoro per le politiche giovanili

N. associazioni di giovani aderenti al Tavolo

92

5. LE RISORSE DEL PDZ

La presentazione di tutte le risorse impiegate per la predisposizione del PDZ risente di una buona

quota di imprecisione in considerazione dell’impossibilità di una precisa e dettagliata

ricomposizione di tale aspetto. Anche per questo motivo, nella condivisione di area vasta sugli

obiettivi socio-sanitari le risorse sono state evidenziate in termini di ore/lavoro o messa a

disposizione di servizi già disponibili, sovente poi con personale dell’Ambito impiegato ad

“isorisorse”.

Va rilevato, anche, che la Pianta Organica Aggiuntiva dell’Ambito si sta riorganizzando anche in

riferimento al PDZ in corso di definizione, con la costituzione di una equipe dedicata all’infanzia ed

all’adolescenza, una rivisitazione a matrice del servizio sociale professionale in operatività

territoriale nei Comuni e di riflessione strategica nelle aree di intervento del PDZ, la preparazione

di un nuovo modo di intendere la domiciliarità con la collaborazione del personale addetto

all’assistenza domiciliare anche con funzioni di regia di alcuni percorsi specifici di assistenza.

Buona parte delle risorse del PDZ, soprattutto per quanto riguarda il PAA 2013, saranno declinate

tenendo conto dei due più importanti filoni messi a bilancio in tema di affidamento dei servizi,

quello relativo agli interventi per la disabilità e quello per la domiciliarità, intrapresi con la

metodologia dell’istruttoria pubblica di co-progettazione.

Di tutto questo si terrà ovviamente conto nella predisposizione del bilancio di previsione 2013 e

pluriennale 2013-2015 dell’Ambito 6.1, secondo tempi definiti da normativa e dall’Ente Gestore,

per cui è molto probabile che entro la scadenza indicata dalla Regione del 31/1/13 verrà

presentato il PAA con una definizione non puntuale delle risorse economiche da monitorare e

precisare in progress.

Per il 2013, l’Assemblea dei Sindaci ha dato precise indicazioni all’Ufficio Direzione e

programmazione dell’Ambito per la costruzione del bilancio di previsione:

- Mantenimento delle voci di entrata e spesa indicate in sede di assestamento;

- Previsione di adeguato sostegno economico per le politiche di inclusione sociale;

- Copertura delle importanti procedure di co-progettazione per il piano integrato per la

disabilità ed il piano locale per la domiciliarità;

- Rivisitazione del sistema di ripartizione delle entrate e delle spese in sede di modifica della

Convenzione vigente per la gestione associata dei servizi sociali dei Comuni;

- Cura ed attenzione alla partecipazione dell’Ambito ad ogni possibile forma di

cofinanziamento statale o regionale o di altri enti (ad esempio Fondazioni) a sostegno dei

progetti in corso.

Il bilancio di previsione 2013, in corso di predisposizione, sarà comunque strutturato nel seguente

modo:

- Analisi delle entrate e spese vincolate (ad esempio le risorse per il FAP, il fondo di

solidarietà ex LR 9/2008, fondo regionale per il sostegno alle adozioni ed affidi,…

93

- Analisi delle spese per servizi ad imputazione diretta distinte per ogni Comune (dai servizi

di assistenza per i disabili ex LR 41/96 al servizio di assistenza domiciliare, alle spese per

l’integrazione del costo delle rette per persone ospitate in strutture residenziali ai contributi

economici;

- Analisi delle spese di carattere generale e ripartite secondo criteri socio demografici come

da specifica deliberazione dell’Assemblea dei Sindaci;

- Spese per il personale.

Le risorse umane e logistiche dell’Ambito 6.1.

La Pianta Organica Aggiuntiva dell’Ambito, al 31/12/12, è così costituita:

Figura professionale N. dipendenti

POA a tempo

pieno

N. dipendenti

POA a tempo

parziale

Responsabile SSC 1

Assistenti sociali 18 3

Collaboratori e istruttori

amministrativi

8 2

Assistenti domiciliari 3 7

TOTALE 30 12

Le risorse logistiche dell’Ambito tengono conto dell’assetto organizzativo dell’Ambito che dalla fine

del 2011 è così definito:

- Ufficio Direzione e Programmazione, con sede a Sacile;

- Unità Operativa Territoriale di Aviano-Budoia, con sede principale ad Aviano ed un ufficio a

Budoia

- Unità Operativa Territoriale di Brugnera, con sede a Brugnera;

- Unità Operativa Territoriale di Caneva, con sede a Caneva;

- Unità Operativa Territoriale di Fontanafredda, con sede a Fontanafredda;

- Unità Operativa Territoriale di Sacile-Polcenigo, con sede principale a Sacile ed un ufficio a

Polcenigo.

94

6. IL MONITORAGGIO, LA VERIFICA E LA

VALUTAZIONE DEL PDZ

Le fasi di “manutenzione e cura” del Piano di Zona dell’Ambito 6.1 saranno sviluppate tenendo

conto in particolar modo dell’assetto organizzativo del servizio sociale dei Comuni, che vede una

struttura a matrice tra le varie Unità Operative Territoriali (con funzioni di operatività diretta con

l’utenza e di presa in carico) e le Aree di intervento in cui è stato ripartito il sistema integrato di

interventi e servizi sociali:

- Area “Infanzia ed Adolescenza”

- Area “Disabili”

- Area “Anziani”

- Area “Inclusione sociale”

Ad ogni Referente di Area saranno assegnate ad inizio 2013 le voci di spesa del bilancio distinte

per area di intervento e obiettivi di monitoraggio e verifica delle azioni previste nel PDZ e PAA.

La Conferenza dei Referenti (di UOT e di Area), che di fatto costituisce l’Ufficio di Piano

dell’Ambito 6.1, sarà la sede di analisi e valutazione delle azioni da porre in essere per:

- analizzare con continuità i bisogni ma anche le risorse del territorio;

- proporre degli interventi appropriati raccordando bisogni e risorse disponibili;ù

- proporre anche soluzioni innovative di sviluppo del sistema integrato, tenendo soprattutto conto

dei lavori permanenti dei tavoli di co-progettazione che saranno istituiti

- innovare progressivamente e a più livelli, promuovendo occasioni durature di cambiamento;

- promuovere sedute ad hoc con l’Assemblea dei Sindaci e con le singole Amministrazioni

comunali per raccordare con continuità l’approccio del PDZ che tiene conto di una cornice

generale e specificità territoriali;

- raccordare lo sviluppo del PDZ e PAA con le azioni dell’ASS 6, degli altri Ambiti limitrofi (visto il

lavoro congiunto di preparazione del Piano), con la Provincia ed ovviamente con ogni sviluppo

determinato dagli indirizzi regionali.

Si rappresenta nel diagramma di Gantt che segue il macro sistema di verifica annuale che si

intende programmare, anche avvalendosi di risorse professionali specifiche per la predisposizione

di strumenti di reportistica e redazione dei “bilanci sociali” previsti dall’Ambito 6.1 in occasione dei

momenti di analisi ed approvazione dei principali strumenti di programmazione socio-economica

(bilancio e sue varie fasi).

95

Valutazione Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

In progress –

Ufficio di

Piano

In progress –

con

Assemblea

dei Sindaci

Valutazione -

In raccordo

alle risorse

economiche

Conferenza di

concertazione

e incontri di

consultazione

Conto

consuntivo

Verifica

equilibri di

bilancio

Assestamento

di bilancio

Bilancio di

previsione

Tavoli di

Lavoro delle

varie Aree

Valutazione

degli

affidamenti

con co-

progettazione

96

7. IL PROGRAMMA ATTUATIVO ANNUALE

Il Programma Attuativo Annuale per il 2013 è stato predisposto tenendo conto delle Linee Guida

regionali, seguendo il lavoro integrato degli obiettivi del PDZ con gli altri Ambiti e tutti i Distretti

della Provincia di Pordenone e secondo gli indirizzi dell’Assemblea dei Sindaci per quanto riguarda

gli obiettivi locali, soprattutto di carattere sociale, del PDZ.

Diretta conseguenza, anche in ragione dei percorsi di valutazione e monitoraggio sopra indicati, è

la parte relativa alle eventuali modifiche che si rendessero necessarie alle schede del PDZ e

soprattutto del PAA.

Per questo, l’Assemblea dei Sindaci ha ritenuto di confermare le indicazioni regionali in base alle

quali:

- Eventuali modifiche di schede relative a obiettivi di integrazione socio-sanitaria saranno

approvate sia dall’Assemblea dei Sindaci che dalla Direzione Generale dell’ASS 6, previo

parere preventivo della competente Direzione regionale; - Eventuali modifiche di schede relative a obiettivi sociali saranno approvate dall’Assemblea dei

Sindaci e comunicate alla competente Direzione regionale.

Le modifiche terranno anche conto dei processi partecipativi indicati nelle Linee Guida regionali

per la predisposizione del Piano di Zona.

Sul sito web dell’Ambito saranno predisposte delle pagine ad hoc per ogni obiettivo del PDZ e PAA

con aggiornamento continuo sullo stato di avanzamento dei lavori.

97

8. ALLEGATI

Si indicano di seguito i principali allegati che faranno parte integrante del documento finale,

approvato con Accordo di programma, evidenziando per ciascuno gli aspetti salienti:

PAA 2013 Schede dettagliate degli obiettivi del PDZ con riferimento

allo sviluppo per l’anno 2013

Accordo di Programma e

Atto di intesa sul Piano di

Zona 2013-2015

Intese sottoscritte dai principali soggetti dedicati alla

programmazione sociale e socio-sanitaria del PDZ e PAA

Scheda anagrafica del SSC –

Ambito Distrettuale 6.1

Scheda redatta secondo il modello predisposto dalla

Direzione regionale

Nomenclatore sociale e

socio-sanitario

Scheda redatta secondo il modello predisposto dalla

Direzione regionale

Valori target (31.12.12) Scheda redatta secondo il modello predisposto dalla

Direzione regionale

Profilo di comunità esteso Con tutti i materiali raccolti, messi a disposizione, e bozza

del “bilancio sociale 2012” dell’Ambito

Deliberazioni dell’Assemblea

dei Sindaci dell’Ambito 6.1

- Di avvio del Piano di Zona

- Di approvazione del documento programmatorio di

intesa con l’ASS 6

- Di approvazione del documento programmatorio tenuto

conto del parere di congruità della Regione e con lo

schema generale del PDZ

- Di adozione dell’istruttoria pubblica di coprogettazione

come metodologia prioritaria per l’affidamento di servizi

alla persona nell’Ambito

- Di approvazione del documento di sviluppo per le

politiche familiari di Ambito

- Di approvazione del documento di sviluppo per le

politiche giovanili di Ambito

Convenzioni ed altre intese - Con ASS 6 per la programmazione integrata di interventi

e servizi sociali

- Accordo di rete per l’integrazione scolastica dei bambini

con disabilità grave e gravissima

- Linee guida per interventi professionali e per l’uso di

strumenti finalizzati all’inserimento e reinserimento

sociale, lavorativo delle persone a rischio di esclusione

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sociale in carico al Servizio Sociale dei Comuni (adottate

da tutti gli Ambiti della Provincia di Pordenone)

- Intesa programmatica per il progetto “Scuola a Colori”

con le scuole primarie e secondarie inferiori dell’Ambito

- Accordo di rete contro la dispersione scolastica


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