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Piano regolatore e partecipazione

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Occhi in Rete, 18 febbraio 2012. Moreno Baccichet
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Il PRG Intercomunale di Venezia, 1962

(I piani “dell’espansione”)

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PRG Pavia, 1976

Stralcio di azzonamento

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Legge regionale della Toscana n.5 del 1995

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Tavola n.6 Schema direttore e Progetti norma

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Esempi: regolamento urbanistico (piano operativo) di Prato

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Le potenzialità e i limiti del “modello bipartito” del piano

Il rischio maggiore: l’adattamento burocratico a procedure imposte dalla Legge

I limiti del modello bipartito nella separazione tra piano strutturale-strategico e operativo.

Il Piano Strutturale è davvero stabile nel tempo?

Le questioni aperte: almeno tre campi (intrecciati) nei quali si gioca l’innovazione metodologica, tecnologica e tecnica

• Il piano e la partecipazione

• I SIT e Web-Gis

• La Vas

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La ricostruzione del clima in cui si delinea il “modello bipartito” del piano

L’evoluzione della forma-piano (regolatore generale): dal piano “classico” al “modello bipartito” al modello tripartito lombardo

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L’identità dei luoghi e la discussione sulla carta dei valori e dei luoghi sulla quale fondare una visione condivisa del nostro futuro

Il piano strutturale come espressione della vision

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Legge regionale 12 novembre 1997, n. 34 “Modifiche alla legge regionale 19 novembre 1991, n. 52”

La formazione del nuovo PTRG coordinato da Roberto Barocchi

Art.1 (Contenuti ed elementi del PRGC)1. All'articolo 30, comma 1, della legge regionale 19 novembre 1991, n. 52, la lettera a) e' sostituita dalla seguente: << a) gli obiettivi e le strategie, anche suddivisi per ambiti territoriali, che l'Amministrazione comunale intende perseguire con il piano per la definizione degli interventi di attuazione, nonche' di revisione od aggiornamento del piano; >>.

2. 1 bis) relazione con l'indicazione motivata dei limiti di flessibilita', riferiti agli specifici contenuti del piano, per l'attuazione, la revisione o l'aggiornamento del piano medesimo; la flessibilita' non puo' consentire l'incremento di aree destinate alle funzioni di piano superiore al 10 per cento, in relazione alla quantita' complessiva delle superfici previste per le diverse funzioni, attuabile anche con piu' interventi successivi, con esclusione di riduzioni delle superfici delle zone forestali e di tutela ambientale; >>.3. All'articolo 30, comma 5, lettera b), della legge regionale 52/1991, il numero 2) e' sostituito dal seguente:

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e) pianificazione comunale: la funzione di pianificazione generale, territoriale e urbanistica del Comune che si articola nei livelli strutturale e operativo;

g) piano strutturale comunale (PSC): lo strumento di pianificazione del Comune chedefinisce gli indirizzi, le prescrizioni, nonché gli obiettivi strategici per la pianificazionedell'intero territorio comunale;

h) piano operativo comunale (POC): lo strumento urbanistico del Comune che stabilisce le regole per la conservazione, valorizzazione, organizzazione e trasformazione di tutto il territorio comunale, individuando le azioni per il raggiungimento degli obiettivi del PSC;

i)documento preliminare di piano (DPP): il documento che contiene lo schema dell'assetto del territorio e individua limiti e condizioni di trasformazione per lo sviluppo sostenibile;

l) piani attuativi comunali (PAC): l'insieme degli strumenti urbanistici di iniziativa pubblica e privata previsti dalla legge per dare attuazione alle previsioni degli strumenti di pianificazione comunale e sovracomunale;

Regione Friuli-Venezia GiuliaLegge Regionale 23 febbraio 2007, n. 5 art 2

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Art. 15Piano strutturale comunale.1. Il Piano strutturale comunale ha durata indeterminata e:a) costituisce il quadro conoscitivo del territorio comunale idoneo a delineare le strategie e le azioni per lo sviluppo, conservazione e valorizzazione delle risorse essenziali;b) recepisce le prescrizioni di PTR;c) fissa gli indicatori di monitoraggio per la valutazione ambientale strategica (VAS);d) stabilisce i criteri per l'utilizzazione delle risorse essenziali di livello comunale;e) individua gli ambiti urbanizzati, non urbanizzati, urbanizzabili e la rete delleinfrastrutture, definiti secondo le tipologie e nei limiti del PTR;f) definisce la metodologia e i criteri, nonché i limiti, per l'individuazione degli ambiti di perequazione urbanistica, di compensazione urbanistica e di compensazione territoriale.2. Il PSC è rappresentato mediante l'utilizzo di piattaforme informatiche secondo le modalità previste dal regolamento di attuazione della presente legge.

Art. 16Finalità strategiche del PSC.1. Il PSC persegue le seguenti finalità strategiche:a) la conservazione e la valorizzazione del territorio comunale attuando le previsioni delPTR anche in relazione ai profili naturalistico, ambientale, paesaggistico, culturale, storico e lariqualificazione urbana e ambientale;b) le migliori condizioni per la crescita economica del Comune e lo sviluppo sostenibiledella competitività del sistema comunale;c) la coesione sociale della comunità, nonché l'integrazione territoriale, economica e socialedel Comune con i territori contermini;d) il miglioramento della condizione di vita degli individui, della comunità, degli ecosistemie, in generale, l'innalzamento della qualità ambientale;e) le migliori condizioni per il contenimento del consumo dell'energia e del suolo, anchecon lo scopo di mantenere la più estesa fruizione a scopi agricoli e forestali, nonché per losviluppo delle fonti energetiche alternative;f) la sicurezza rispetto ai rischi correlati all'utilizzo del territorio comunale.

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Art. 16Finalità strategiche del PSC.1. Il PSC persegue le seguenti finalità strategiche:a) la conservazione e la valorizzazione del territorio comunale attuando le previsioni del PTR anche in relazione ai profili naturalistico, ambientale, paesaggistico, culturale, storico e la riqualificazione urbana e ambientale;b) le migliori condizioni per la crescita economica del Comune e lo sviluppo sostenibile della competitività del sistema comunale;c) la coesione sociale della comunità, nonché l'integrazione territoriale, economica e sociale del Comune con i territori contermini;d) il miglioramento della condizione di vita degli individui, della comunità, degli ecosistemi e, in generale, l'innalzamento della qualità ambientale;e) le migliori condizioni per il contenimento del consumo dell'energia e del suolo, anche con lo scopo di mantenere la più estesa fruizione a scopi agricoli e forestali, nonché per lo sviluppo delle fonti energetiche alternative;f) la sicurezza rispetto ai rischi correlati all'utilizzo del territorio comunale.

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Art. 17Procedura di formazione del PSC.5. Il Comune pubblica l'avviso di adozione del PSC sul Bollettino Ufficiale della Regione e contestualmente deposita il PSC presso la propria sede per trenta giorni, entro i quali chiunque può formulare osservazioni.6. Il Consiglio comunale decide motivatamente sulle osservazioni e approva il PSC qualora non siano introdotte modifiche ai contenuti dell'intesa. Il PSC approvato è trasmesso alla Regione.

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Legge del Veneto

Livelli di pianificazione

Comma 4, lettera a)

PAT (piano di assetto del territorio comunale), PATI (se intercomunale)

-PI (piano degli interventi comunali)

PUA (piani urbanistici attuativi)

PTCP (piano territoriale di coordinamento provinciale)

PTRC (piano territoriale regionale di coordinamento)

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Art. 3, comma 5

Ai fini dell’adozione di PTRC, PTCP, PAT e PATI l’ente territoriale competente elabora un documento preliminare

Il doc. prelim. contiene, in particolare:

• Gli obiettivi generali

• Le scelte strategiche di assetto del territorio

• le indicazioni per lo sviluppo sostenibile e durevole del territorio

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 quadro di riferimento urbano-territoriale per il piano

elabora una vision,

Indirizza procedure di ascolto e di partecipazione dei cittadini

Il Documento preliminare

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La partecipazione

Si può, autonomamente, senza che lo imponga la Legge 11

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L.R. n.11 del 23.4.2004P.A.T.

• Contenuti:• invarianti strutturali di natura geologica,

geomorfologica, idrogeologica, paesaggistica e ambientale, storico monumentale, architettonica;

• ambiti a cui attribuire i corrispettivi gradi di tutela;

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L.R. n.11 del 23.4.2004P.A.T.

• Contenuti:• dotazione minima dei servizi-standard;• infrastrutture e attrezzature di maggiore

rilevanza;• determina A.T.O. e il dimensionamento;• Linee preferenziali di sviluppo insediativo e

trasformazione;

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L.R. n.11 del 23.4.2004P.A.T.

• Contenuti:• modalità di applicazione perequazione;• Sportello unico attività produttive;• aree di urbanizzazione consolidata dove sono

sempre possibili gli interventi;• contenuti per i programmi complessi;

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L.R. n.11 del 23.4.2004Piano degli Interventi

• Contenuti:• come l’attuale P.R.G.• superamento z.t.o. D.M. 2.4.1968 n.1444• Validità:• 5 anni per aree di trasformazione e previsione

degli standard.

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L.R. n.11 del 23.4.2004P.U.A. (art.19)

• Contenuti:• come Piano Attuativo pubblico nella procedura• Adozione: Giunta Comunale• Approvazione: Consiglio Comunale

• Validità:• validità delle singole fattispecie di Piani attuativi (P.P.-

P.d.R. - P.d.L.- P.E.E.P. - P.I.P. - P.I.R.U.E.A.)

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• Quadro conoscitivo

• La V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) obbligatoria per P.T.R.C., P.T.C.P., P.A.T., P.A.T.I.

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7 Soggetti interessati alle consultazioni (Comune di Silea)La fase partecipativa viene prevista dalla normativa regionale dopo l’approvazione del Documento Preliminare, e verrà opportunamente attivata nel momento in cui la Rapporto Ambientale Preliminare diventerà parte organica del Documento preliminare.I soggetti interessati e invitati a partecipare alla fase di consultazione,oltre alla popolazione stessa del comune di Silea, sono i seguenti:• Regione Veneto• Provincia di Treviso• ARPAV Dipartimento Provinciale di TREVISO• Vigili del Fuoco• Parco Naturale Del Fiume Sile• Genio Civile di Treviso• Consorzio Bonifica Piave• A.T.V.O.• Soprintendenza Beni Culturali e Paesaggistica• Soprintendenza Beni Archeologici• Consorzio Intercomunale Priula• Azienda Servizi Pubblici Sile Piave Spa• ULSS 9• CRI Treviso• Autostrade per l'Italia Spa• A.N.A.S. S.p.a.• Veneto Strade S.p.a.• ACTT• Protezione Civile• R.F.I. Rete Ferroviaria Italiana• ASCOM• Lega Ambiente• Italia Nostra• Gli ordini professionali: Ingegneri, Architetti, Geologi, Geometri, Agronomi• Assindustria• CCIAA• Gruppo Giovani Imprenditori c/o Assindustria• Unione Artigiani e Piccola Industria• Unione Provinciale Agricoltori• Le parrocchie• Veneto Agricoltura• Co.P. Agri• Associazione Provinciale Allevatori• Federazione Coltivatori Diretti• Confederazione Italiana Agricoltori• Confesercenti• Enel Rete Gas• ENEL Distribuzione S.p.a.Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del PAT di Silea – TVRapporto Ambientale Preliminare – Febbraio 2010 - Prof. Giovanni CampeolALIA ss Via Gruppo Conegliano, 28 31100 Treviso Tel e Fax 0422 235343 e-mail [email protected]. Fisc. e P. Iva 03488280268139• CGIL• CISL• UIL• APPIA• Amici delle biciclette

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7 Soggetti interessati alle consultazioni• R.F.I. Rete Ferroviaria Italiana• ASCOM• Lega Ambiente• Italia Nostra• Gli ordini professionali: Ingegneri, Architetti, Geologi, Geometri, Agronomi• Assindustria• CCIAA• Gruppo Giovani Imprenditori c/o Assindustria• Unione Artigiani e Piccola Industria• Unione Provinciale Agricoltori• Le parrocchie• Veneto Agricoltura• Co.P. Agri• Associazione Provinciale Allevatori• Federazione Coltivatori Diretti• Confederazione Italiana Agricoltori• Confesercenti• Enel Rete Gas• ENEL Distribuzione S.p.a.• CGIL• CISL• UIL• APPIA• Amici delle biciclette

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MilanoDopo il Piano Regolatore del 1980- Progetto Passante 1982- Progetti d’area 1985- Documento direttore delle aree industriali

dismesse 1988

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La legge regionale della Lombardia n.1 19 febbraio 2001 introduce il Piano dei Servizi

L’indifferenza dei servizi in base alla zona omogenea

Il piano ha il compito di individuare i concreti bisogni della collettività e gli obiettivi di miglioramento della qualità urbana che l’Amministrazione persegue

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Art. 7.Piano di governo del territorio.1. Il piano di governo del territorio, di seguito denominato PGT, definisce l’assetto dell’intero territorio comunale ed èarticolato nei seguenti atti:a) il documento di piano;b) il piano dei servizi;c) il piano delle regole.

LEGGE REGIONALE 11 marzo 2005, N. 12"Legge per il governo del territorio"

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Art. 8.Documento di piano.1. Il documento di piano, anche avvalendosi degli strumenti di cui all’articolo 3, definisce:a)il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimentob) il quadro conoscitivo del territorio comunalec) l’assetto geologico, idrogeologico e sismico2. Sulla base degli elementi di cui al comma 1, il documento di piano:a)individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione b) determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGTc) determina, in coerenza con i predetti obiettivi e con le politiche per la mobilità, le politiche di intervento per la residenza, ivi comprese le eventuali politiche per l’edilizia residenziale pubblica, le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, ivi comprese quelle della distribuzione commerciale, evidenziando le scelte di rilevanza sovracomunale, in applicazione dell’articolo 15, commi 1 e 2, lettera g);d) dimostra la compatibilità delle predette politiche di intervento e della mobilità con le risorse economiche attivabili dalla pubblica amministrazionee) individua, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, gli ambiti di trasformazione, definendone gli indici urbanistico-edilizi in linea di massima, le vocazioni funzionali e i criteri di negoziazione, nonché i criteri di intervento, preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico-monumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica, laddove in tali ambiti siano comprese aree qualificate a tali fini nella documentazione conoscitiva;

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Piano dei servizi.I comuni redigono ed approvano il piano dei servizi al fine di assicurare una dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale, le eventuali aree per l’edilizia residenziale pubblica e da dotazione a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e quello edificato, nonché tra le opere viabilistiche e le aree urbanizzate ed una loro razionale distribuzione sul territorio comunale, a supporto delle funzioni insediate e previste.

Il piano dei servizi esplicita la sostenibilità dei costi di cui al comma 3, anche in rapporto al programma triennale delle opere pubbliche

Nelle zone montane i comuni tengono conto delle previsioni dei piani di sviluppo socioeconomico delle comunità montane.

Il piano dei servizi può essere redatto congiuntamente tra più comuni confinanti e condiviso a livello operativo e gestionale.

Il piano dei servizi deve indicare i servizi da assicurare negli ambiti di trasformazione di cui all’articolo 8, comma 2, lettera e), con particolare riferimento agli ambiti entro i quali è prevista l’attivazione di strutture di distribuzione commerciale, terziarie, produttive e di servizio caratterizzate da rilevante affluenza di utenti.

8. Il piano dei servizi è integrato, per quanto riguarda l’infrastrutturazione del sottosuolo, con le disposizioni del piano urbano generale dei servizi nel sottosuolo (PUGSS), di cui all’articolo 38 della l.r. 12 dicembre 2003, n. 26 (Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo delsottosuolo e di risorse idriche).

Sono servizi pubblici e di interesse pubblico o generale i servizi e le attrezzature pubbliche, realizzati tramite iniziativa pubblica diretta o ceduti al comune nell’ambito di piani attuativi, nonché i servizi e le attrezzature, ancheprivati, di uso pubblico o di interesse generale, regolati da apposito atto di asservimento o da regolamento d’uso, redatti in conformità alle indicazioni contenute nel piano dei servizi, ovvero da atto di accreditamento dell’organismocompetente in base alla legislazione di settore, nella misura in cui assicurino lo svolgimento delle attività cui sono destinati a favore della popolazione residente nel comune e di quella non residente eventualmente servita.11. Le previsioni contenute nel piano dei servizi, concernenti le aree necessarie per la realizzazione dei servizipubblici e di interesse pubblico o generale, hanno carattere prescrittivo e vincolante.12. I vincoli preordinati all’espropriazione per la realizzazione, esclusivamente ad opera della pubblicaamministrazione, di attrezzature e servizi previsti dal piano dei servizi hanno la durata di cinque anni, decorrentidall’entrata in vigore del piano stesso. Detti vincoli decadono qualora, entro tale termine, l’intervento cui sonopreordinati non sia inserito, a cura dell’ente competente alla sua realizzazione, nel programma triennale delle operepubbliche e relativo aggiornamento, ovvero non sia stato approvato lo strumento attuativo che ne preveda larealizzazione. È comunque ammessa, da parte del proprietario dell’area, entro il predetto termine quinquennale, larealizzazione diretta di attrezzature e servizi per la cui attuazione è preordinato il vincolo espropriativo, a condizioneche la Giunta comunale espliciti con proprio atto la volontà di consentire tale realizzazione diretta ovvero, in casocontrario, ne motivi con argomentazioni di interesse pubblico il rifiuto. La realizzazione diretta è subordinata allastipula di apposita convenzione intesa a disciplinare le modalità attuative e gestionali.(16)13. Non configurano vincolo espropriativo e non sono soggette a decadenza le previsioni del piano dei servizi chedemandino al proprietario dell’area la diretta realizzazione di attrezzature e servizi, ovvero ne contemplino la facoltà inalternativa all’intervento della pubblica amministrazione.(17)14. Il piano dei servizi non ha termini di validità ed è sempre modificabile.15. La realizzazione di attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, diverse da quelle specif

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Piano dei servizi.I comuni redigono ed approvano il piano dei servizi al fine di assicurare una dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale, le eventuali aree per l’edilizia residenziale pubblica e da dotazione a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e quello edificato, nonché tra le opere viabilistiche e le aree urbanizzate ed una loro razionale distribuzione sul territorio comunale, a supporto delle funzioni insediate e previste.

Il piano dei servizi esplicita la sostenibilità dei costi di cui al comma 3, anche in rapporto al programma triennale delle opere pubbliche

Nelle zone montane i comuni tengono conto delle previsioni dei piani di sviluppo socioeconomico delle comunità montane.

Il piano dei servizi può essere redatto congiuntamente tra più comuni confinanti e condiviso a livello operativo e gestionale.

Il piano dei servizi deve indicare i servizi da assicurare negli ambiti di trasformazione di cui all’articolo 8, comma 2, lettera e), con particolare riferimento agli ambiti entro i quali è prevista l’attivazione di strutture di distribuzione commerciale, terziarie, produttive e di servizio caratterizzate da rilevante affluenza di utenti.

Il piano dei servizi è integrato, per quanto riguarda l’infrastrutturazione del sottosuolo, con le disposizioni del piano urbano generale dei servizi nel sottosuolo (PUGSS), di cui all’articolo 38 della l.r. 12 dicembre 2003, n. 26.Sono servizi pubblici e di interesse pubblico o generale i servizi e le attrezzature pubbliche, realizzati tramite iniziativa pubblica diretta o ceduti al comune nell’ambito di piani attuativi, nonché i servizi e le attrezzature, ancheprivati, di uso pubblico o di interesse generale, regolati da apposito atto di asservimento o da regolamento d’uso, redatti in conformità alle indicazioni contenute nel piano dei servizi, ovvero da atto di accreditamento dell’organismocompetente in base alla legislazione di settore, nella misura in cui assicurino lo svolgimento delle attività cui sono destinati a favore della popolazione residente nel comune e di quella non residente eventualmente servita.Le previsioni contenute nel piano dei servizi, concernenti le aree necessarie per la realizzazione dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, hanno carattere prescrittivo e vincolante.I vincoli preordinati all’espropriazione per la realizzazione, esclusivamente ad opera della pubblica amministrazione, di attrezzature e servizi previsti dal piano dei servizi hanno la durata di cinque anni, decorrenti dall’entrata in vigore del piano stesso. Detti vincoli decadono qualora, entro tale termine, l’intervento cui sono preordinati non sia inserito, a cura dell’ente competente alla sua realizzazione, nel programma triennale delle opere pubbliche e relativo aggiornamento, ovvero non sia stato approvato lo strumento attuativo che ne preveda la realizzazione.

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Non configurano vincolo espropriativo e non sono soggette a decadenza le previsioni del piano dei servizi che demandino al proprietario dell’area la diretta realizzazione di attrezzature e servizi, ovvero ne contemplino la facoltà inalternativa all’intervento della pubblica amministrazione.

Il piano dei servizi non ha termini di validità ed è sempre modificabile.

La realizzazione di attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, diverse da quelle specificamente previste dal piano dei servizi, non comporta l’applicazione della procedura di variante al piano stesso ed è autorizzataprevia deliberazione motivata del consiglio comunale.

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Piano delle regole.1. Il piano delle regole:a) definisce, all’interno dell’intero territorio comunale, gli ambiti del tessuto urbano consolidato, quali insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in essi le aree libere intercluse o di completamento;b) indica gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale;c) individua le aree e gli edifici a rischio di compromissione o degrado e a rischio di incidente rilevante;d) contiene, in ordine alla componente geologica, idrogeologica e sismicae) individua:1) le aree destinate all’agricoltura;2) le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche;3) le aree non soggette a trasformazione urbanistica.

2. Entro gli ambiti del tessuto urbano consolidato, il piano delle regole individua i nuclei di antica formazione edidentifica i beni ambientali e storico-artistico-monumentali oggetto di tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137) o per iquali si intende formulare proposta motivata di vincolo. Il piano delle regole definisce altresì, con riferimento a quantostabilito dall’articolo 8, comma 1, lettera b), le caratteristiche fisico-morfologiche che connotano l’esistente, darispettare in caso di eventuali interventi integrativi o sostitutivi, nonché le modalità di intervento, anche mediantepianificazione attuativa o permesso di costruire convenzionato, nel rispetto dell’impianto urbano esistente, ed i criteridi valorizzazione degli immobili vincolati.3. Per gli ambiti di cui al comma 2, inoltre, identifica i seguenti parametri da rispettare negli interventi di nuovaedificazione o sostituzione:a) caratteristiche tipologiche, allineamenti, orientamenti e percorsi;b) consistenza volumetrica o superfici lorde di pavimento esistenti e previste;c) rapporti di copertura esistenti e previsti;d) altezze massime e minime;e) modi insediativi che consentano continuità di elementi di verde e continuità del reticolo idrografico superficiale;f) destinazioni d’uso non ammissibili;g) interventi di integrazione paesaggistica, per ambiti compresi in zone soggette a vincolo paesaggistico ai sensi delD.Lgs. 42/2004;h) requisiti qualitativi degli interventi previsti, ivi compresi quelli di efficienza energetica e mitigazione delleinfrastrutture della viabilità con elementi vegetali tipici locali.(19)4. Il piano delle regole:a) per le aree destinate all’agricoltura:1) detta la disciplina d’uso, di valorizzazione e di salvaguardia, in conformità con quanto previsto dal titolo terzodella parte seconda;2) recepisce i contenuti dei piani di assestamento, di indirizzo forestale e di bonifica, ove esistenti;3) individua gli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, dettandone le normative d’uso;b) per le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche detta ulteriori regole di salvaguardia e divalorizzazione in attuazione dei criteri di adeguamento e degli obiettivi stabiliti dal piano territoriale regionale, dalpiano territoriale paesistico regionale e dal piano territoriale di coordinamento provinciale;c) per le aree non soggette a trasformazione urbanistica individua gli edifici esistenti, dettandone la disciplina d’usoe ammette in ogni caso, previa valutazione di possibili alternative, interventi per servizi pubblici, prevedendoeventuali mitigazioni e compensazioni agro-forestali e ambientali.5. Le indicazioni contenute nel piano delle regole hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regimegiuridico dei suoli.6. Il piano delle regole non ha termini di validità ed è sempre modificabile.

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2. Entro gli ambiti del tessuto urbano consolidato, il piano delle regole individua i nuclei di antica formazione ed identifica i beni ambientali e storico-artistico-monumentali oggetto di tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137) o per i quali si intende formulare proposta motivata di vincolo. Il piano delle regole definisce altresì, con riferimento a quanto stabilito dall’articolo 8, comma 1, lettera b), le caratteristiche fisico-morfologiche che connotano l’esistente, da rispettare in caso di eventuali interventi integrativi o sostitutivi, nonché le modalità di intervento, anche mediante pianificazione attuativa o permesso di costruire convenzionato, nel rispetto dell’impianto urbano esistente, ed i criteri di valorizzazione degli immobili vincolati.

3. Per gli ambiti di cui al comma 2, inoltre, identifica i seguenti parametri da rispettare negli interventi di nuovaedificazione o sostituzione:a) caratteristiche tipologiche, allineamenti, orientamenti e percorsi;b) consistenza volumetrica o superfici lorde di pavimento esistenti e previste;c) rapporti di copertura esistenti e previsti;d) altezze massime e minime;e) modi insediativi che consentano continuità di elementi di verde e continuità del reticolo idrografico superficiale;f) destinazioni d’uso non ammissibili;g) interventi di integrazione paesaggistica, per ambiti compresi in zone soggette a vincolo paesaggistico ai sensi delD.Lgs. 42/2004;h) requisiti qualitativi degli interventi previsti, ivi compresi quelli di efficienza energetica e mitigazione delleinfrastrutture della viabilità con elementi vegetali tipici locali.(19)4. Il piano delle regole:a) per le aree destinate all’agricoltura:1) detta la disciplina d’uso, di valorizzazione e di salvaguardia, in conformità con quanto previsto dal titolo terzodella parte seconda;2) recepisce i contenuti dei piani di assestamento, di indirizzo forestale e di bonifica, ove esistenti;3) individua gli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, dettandone le normative d’uso;b) per le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche detta ulteriori regole di salvaguardia e divalorizzazione in attuazione dei criteri di adeguamento e degli obiettivi stabiliti dal piano territoriale regionale, dalpiano territoriale paesistico regionale e dal piano territoriale di coordinamento provinciale;c) per le aree non soggette a trasformazione urbanistica individua gli edifici esistenti, dettandone la disciplina d’usoe ammette in ogni caso, previa valutazione di possibili alternative, interventi per servizi pubblici, prevedendoeventuali mitigazioni e compensazioni agro-forestali e ambientali.5. Le indicazioni contenute nel piano delle regole hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regimegiuridico dei suoli.6. Il piano delle regole non ha termini di validità ed è sempre modificabile.

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3. Per gli ambiti di cui al comma 2, inoltre, identifica i seguenti parametri da rispettare negli interventi di nuova edificazione o sostituzione:a) caratteristiche tipologiche, allineamenti, orientamenti e percorsi;b) consistenza volumetrica o superfici lorde di pavimento esistenti e previste;c) rapporti di copertura esistenti e previsti;d) altezze massime e minime;e) modi insediativi che consentano continuità di elementi di verde e continuità del reticolo idrografico superficiale;f) destinazioni d’uso non ammissibili;g) interventi di integrazione paesaggistica, per ambiti compresi in zone soggette a vincolo paesaggistico ai sensi delD.Lgs. 42/2004;h) requisiti qualitativi degli interventi previsti, ivi compresi quelli di efficienza energetica e mitigazione delleinfrastrutture della viabilità con elementi vegetali tipici locali.

4. Il piano delle regole:a) per le aree destinate all’agricoltura:1) detta la disciplina d’uso, di valorizzazione e di salvaguardia, in conformità con quanto previsto dal titolo terzodella parte seconda;2) recepisce i contenuti dei piani di assestamento, di indirizzo forestale e di bonifica, ove esistenti;3) individua gli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, dettandone le normative d’uso;b) per le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche detta ulteriori regole di salvaguardia e divalorizzazione in attuazione dei criteri di adeguamento e degli obiettivi stabiliti dal piano territoriale regionale, dalpiano territoriale paesistico regionale e dal piano territoriale di coordinamento provinciale;c) per le aree non soggette a trasformazione urbanistica individua gli edifici esistenti, dettandone la disciplina d’usoe ammette in ogni caso, previa valutazione di possibili alternative, interventi per servizi pubblici, prevedendoeventuali mitigazioni e compensazioni agro-forestali e ambientali.5. Le indicazioni contenute nel piano delle regole hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regimegiuridico dei suoli.6. Il piano delle regole non ha termini di validità ed è sempre modificabile.

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4. Il piano delle regole:a) per le aree destinate all’agricoltura:1) detta la disciplina d’uso, di valorizzazione e di salvaguardia, in conformità con quanto previsto dal titolo terzo della parte seconda;2) recepisce i contenuti dei piani di assestamento, di indirizzo forestale e di bonifica, ove esistenti;3) individua gli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, dettandone le normative d’uso;b) per le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche detta ulteriori regole di salvaguardia e di valorizzazione in attuazione dei criteri di adeguamento e degli obiettivi stabiliti dal piano territoriale regionale, dal piano territoriale paesistico regionale e dal piano territoriale di coordinamento provinciale;c) per le aree non soggette a trasformazione urbanistica individua gli edifici esistenti, dettandone la disciplina d’uso e ammette in ogni caso, previa valutazione di possibili alternative, interventi per servizi pubblici, prevedendo eventuali mitigazioni e compensazioni agro-forestali e ambientali.

5. Le indicazioni contenute nel piano delle regole hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli.

6. Il piano delle regole non ha termini di validità ed è sempre modificabile.

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PGT di Milano2.0 OBIETTIVI E STRATEGIE2.1 La città attrattiva2.1.1 Milano metropoli a rete tra centro e periferia2.1.2 Lo sviluppo urbano in coerenza con il progetto dell’assetto infrastrutturale2.1.3 L’incremento abitativo e la casa per tutti2.1.4 L’incentivazione della creatività e del terziario propulsivo2.1.5 La tutela delle identità di quartiere e degli ambiti monumentali e paesaggistici

2.2 La città vivibile2.2.1 La permeabilità dei grandi sistemi ambientali e la connessione con i nuovi parchi urbani2.2.2 Preservare e promuovere un uso efficiente degli ambiti agricoli2.2.3 Il rinnovamento fisico e funzionale del territorio contaminato o dismesso2.2.4 L’acqua come presupposto ambientale irrinunciabile per Milano2.2.5 L’urbanistica verso una politica energetica innovativa

2.3 La città efficiente2.3.1 La qualità diffusa dei servizi2.3.2 Le centralità di quartiere e la micropermeabilità del verde2.3.3 I tempi senza pause della città2.3.4 Gestione e manutenzione della città e degli spazi pubblici2.3.5 La sussidiarietà quale principio di relazione virtuosa pubblico-privato

Page 53: Piano regolatore e partecipazione

Garantire, attraverso un governo condiviso degli assetti e delle trasformazioni territoriali,la piena coesione sociale e il rispetto dei valori dell’individuo, anche mediante un’equaaccessibilità ai beni e ai servizi, alle opportunità di lavoro, di impresa e di partecipazione

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La partecipazione si è risolta in alcune pubblicazioni di determineUna conferenza di valutazione e orientamento sul documento di

scoping della VASUna seconda conferenza di valutazione con gli stekholders Pubblicazione sul di un sito delle informazioni elaborate Invio della proposta ai consigli di zonaUn forum pubblico

Al documento della vas sono arrivate 14 osservazioni: 5 privati, la Provincia di Milano, il PASM. l’ASL. l’ARPA

-Le associazioni Ciclobby-genitori antismog-Lipu –wwf, Italia Nostra, INU, Legambiente e un comitato locale

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19

New urbanism e nuove forme del piano

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SUPERFICIE FONDIARIA SUPERFICIE EDIFICABILELOTTI

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

4.435

mq. mq.

5.908

20.353

20.464

14.987

7.824

7.746

10.038

5.717

16.252

6.887

6.590

2.330

3.794

1.180

3.325

13.000

13.462

9.000

4.450

4.450

6.050

3.450

10.000

4.150

4.150

1.400

2.179

ST

RA

DA

DI

SE

RV

IZIO

PREVISIONE DI PIANO SCALA 1:2000

SEZIONE TIPO

8 7 6 54

9

10

11

12

13

14

1

2

3

E VENTUA LE PONTE PER ACCES SO AD ALTRA PROPRIETA'

LEGENDA

Salice

Ontano

Pioppo nero

Quercia

Carpino

Olmo

Acero

A CCES SO D I SE RV IZIO A L ME TA NODOTTO

Alberatura esistente

Siepe di carpino

ACEROACERO

SCALA 1:50

Limite S.U.A.

R 3m

PRATO STABILE

80.246Tot.

P IOPP O NE RO - S ES TO D I IMPIAN TO 8 m

A CE RO - S ES TO D I IMPIANTO 5 m

P ERCORS O PE DONA LE E D I SE RV IZIO IN TERRA BATTURA

S ES TO D I IMPIANTO 2.5 m

A lb eratura al p rimo a nn o d' impianto A lb eratura al quinto an no d 'impianto A lb eratura al dec imo anno d 'impianto

SCHEMA DI IMPIANTO E SELEZIONE DELLE ESSENZE DEL BOSCO PLANIZIALE

PARAMETRI DI EDIFICABILITA'

R 3m

P ARCHEGGIO PE R ME ZZI PESANTI

Tav. Oggetto:

PLANIMETRIA GENERALE4

PIANO DI LOTTIZZAZIONE INDUSTRIALE "BASTIE"

RIELLO PERA ADRIANO

R.M.1. S.N.C.

1:1000

Marzo 2001

COMUNE DI PORTOBUFFOLE' PROVINCIA DI TREVISO

DITTE: MACCAN IMMOBILIARE S.R.L.

ZANATTA IMMOBILIARE S.A.S.

Page 58: Piano regolatore e partecipazione

ATTO INTEGRATIVO ALL’ACCORDO DI PROGRAMMA 1994 PER LA QUALIFICAZIONE E LOSVILUPPO DEL SISTEMA FIERISTICO LOMBARDO

PROCEDURA DI VAS

Documento di Scoping

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Individuazione dell’ambito di trasformazione urbana 1994

Prima variante all’accordo di programma 2003

Seconda varianet all’accordo di programma 2009

Page 60: Piano regolatore e partecipazione

• 11 Il processo partecipativo• 11.1 La mappatura dei soggetti coinvolti• Il processo di partecipazione alla VAS e e sara sviluppato in

supporto all’autoritaprocedente, sfruttando diverse tipologie comunicative al fine di raggiungere in modo efficace tutti i soggetti coinvolti e garantire la trasparenza e laripercorribilita del processo.

• Qualunque sara la modalita partecipativa adottata, saranno predisposti, quando richiesti, elaborati finalizzati alla comunicazione delle proposte progettuali anche per il pubblico. Infine, gli esiti dell’attivita di partecipazione saranno inclusi nel Rapporto Ambientale e confrontati con le reali scelte pianificatorie, diventando cosi parte integrante del procedimento di valutazione ambientale strategica

Page 61: Piano regolatore e partecipazione

I temi che al momento attuale si propongono sono:1) presentazione dello scoping alla cittadinanza con la finalita di comunicare il percorso VAS e di raccogliere dubbi, richieste, temi conflittuali, problematiche aggiuntive dalle quali far emergere i temi per gli incontri successivi, ulteriori ai tematismi proposti nei punti successivi,2) effetti della nuova mobilita e sistema dei parcheggi,3) effetti sul sistema del verde e la disponibilita/fruizione degli spazi pubblici,4) nuovi servizi offerti e l’integrazione con i servizi di zona esistenti.Le date in cui si terranno le Conferenze di valutazione saranno rese note mediante pubblicazione sul sito web della Regione, della Provincia e del Comune, nonche comunicate ai soggetti sopraindicati mediante e-mail.Segue la tabella contenete la geografia degli attori coinvolta nel processo di VAS.

Page 62: Piano regolatore e partecipazione
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Accordo di programma per la trasformazione urbanistica delle aree ferroviarie dismesse di Milano (2008). Documento scoping

La conferenza di valutazione sarà articolata in due sedute:conferenza di valutazione introduttiva, di avvio del confronto, finalizzata ad illustrare la metodologia specifica adottata per la predisposizione del Rapporto ambientale e per lo svolgimento delle attività operative della VAS, programmate per il giorno 17/12/2008;la seconda seduta, propriamente finalizzata alla valutazione ambientale della variante in occasione della quale viene presentato il Rapporto ambientale.Alle conferenze di valutazione è previsto il coinvolgimento dei seguenti soggetti:Autorità proponente: Sindaco del Comune di Milano;Autorità procedente: Direzione Centrale Sviluppo del Territorio del Comune di Milano - Direttore del Settore Progetti Strategici;Autorità competente: Settore Attuazione Politiche Ambientali della Direzione Centrale Mobilità, Trasporti, Ambiente del Comune di Milano.Soggetti competenti in materia ambientale ed enti territorialmente interessati da invitare alle Conferenze di valutazione: A.R.P.A. Lombardia, A.S.L. Città di Milano, A.M.A. (Agenzia Mobilità Ambiente S.p.A.), la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia, la Regione Lombardia, la Provincia di Milano, la Commissione Provinciale per le bellezze naturali di Milano, il Comune di Corsico; Soggetti interessati al procedimento: Regione Lombardia - Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità, Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. – Gruppo FFSS, Metropolitana Milanese S.p.A., Azienda Trasporti Milanesi S.p.A., A2A S.p.A., Agenzia del Demanio, Poste Italiane, Fondi immobiliari Pubblici – Investire Immobiliare S.G.R., Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza.

Page 64: Piano regolatore e partecipazione

Tra la Conferenza di valutazione introduttiva e quella finale sarà indetta una assemblea pubblica estesa alla cittadinanza e ai settori del pubblico interessati al procedimento di seguito indicati (la relativa data verrà resa nota mediante avviso pubblicato sul sito web del Comune e della Regione): i consigli di zona 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9, i comitati di quartiere e le associazioni di cittadini interessati alla trasformazione urbanistica degli scali dismessi, le associazioni ambientaliste, l’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Milano, l’Ordine degli ingegneri della Provincia di Milano, Assolombarda, Camera di Commercio di Milano, Assimpredil.

La comunicazione è avvenuta e avverrà:a livello preliminare con la pubblicazione dell’avviso di avvio del procedimento della VAS con atto pubblicato del 6 agosto 2008 al 5 settembre 2008 sul BURL, sul sito web del Comune e della Regione Lombardia, all’albo pretorio, sul quotidiano La Repubblica nonché affisso in luoghi visibili ed accessibili al pubblico;pubblicazione degli avvisi di convocazione di assemblee pubbliche sul sito web del Comune e della Regione Lombardia;pubblicazione sul sito web del Comune e della Regione Lombardia della documentazione indispensabile al reperimento di pareri ed osservazioni;presentazione della documentazione predisposta nell’ambito delle sedute della conferenza di valutazione;presentazione della documentazione nell’ambito di incontri tematici con gli enti competenti.La documentazione via via disponibile sarà caricata sul sito web dell’amministrazione comunale e della Regione Lombardia.

Page 65: Piano regolatore e partecipazione

Ascoltare Pesaro come organizzazione partecipata alla formazione del PRG cittadino (1996-97)

Page 66: Piano regolatore e partecipazione

L’esperienza degli Urban CenterVedi l’esperienza della legge calabrese

n.14/2006

Page 67: Piano regolatore e partecipazione

Altre questioni

Città campagna – permeabilità e prossimità produttiva

Mobilità urbana (associazionismo)

Efficienza energetica

Consumo del suolo

Charette e Open Space Technooigy

Page 68: Piano regolatore e partecipazione

Carte del paesaggio francesi

Page 69: Piano regolatore e partecipazione

Riserva archeologica di Altino

Aree direttamente interessate dal rinvenimento di reperti

Aree di interesse archeologico

Aree di interesse paesistico ambientale (art. 21/a PALAV)

Aree di interesse paesistico ambientale con previsioni degli strumenti urbanistici vigenti (art. 21/b PALAV)

Strumento urbanistico vigente (PRG ex L.R. 61/85)

• recepisce le disposizioni in materia di tutela dei beni archeologici fornite dal PTRC e dal PALAV e la perimetrazione dell’ambito della riserva archeologica di Altino

• mantiene la distinzione operata da PTRC e PALAV tra:- Aree direttamente interessate dal rinvenimento di reperti- Aree di interesse archeologico (esterne alle precedenti)

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Aree focus

Riserva archeologica di Altino

Aree direttamente interessate dal rinvenimento di reperti

Aree di interesse archeologico

Aree di interesse paesistico ambientale (art. 21 PALAV)

1

23

4

Strumento urbanistico vigente (PRG ex L.R. 61/85)

disciplina delle aree focus di Altino (progetto PArSJAd)

aree 1 e 3 comprese nella riserva archeologica di Altino

area 4 non compresa nell’ambito della riserva; zona E1.1, tutelata come area di interesse paesistico ambientale (art. 21 PALAV)

area 2 esterna al territorio comunale (Comune di Venezia)

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Evidenze archeologiche

Area urbana in corso di studio

1° area di interesse

2° area di interesse

3° area di interesse

Metaprogetto del parco archeologico di Altino (PArSJAd)

Altino: recuperare e valorizzare il patrimonio archeologico

Regione Veneto, Unità Complessa Progetti Strategici e Politiche Comunitarie

Page 75: Piano regolatore e partecipazione

Metaprogetto del parco archeologico di Altino (PArSJAd)

Immagine aerea in falsi colori dell’area di Altino.

Ninfo, Fontana, Mozzi, Ferrarese (2009), «The Map of Altinum, Ancestor of Venice», Science, 325-2009.

Page 76: Piano regolatore e partecipazione

Metaprogetto del parco archeologico di Altino (PArSJAd)

Immagine aerea in falsi colori dell’area di Altino (A) e schema di interpretazione (B).

Ninfo, Fontana, Mozzi, Ferrarese (2009), «The Map of Altinum, Ancestor of Venice», Science, 325-2009.


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