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PIANO TRIENNALE PER LA COSTITUZIONE DEI POLI...

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1 UNIONE EUROPEA REGIONE CALABRIA Dipartimento Cultura, Istruzione, Alta Formazione e Ricerca REPUBBLICA ITALIANA PIANO TRIENNALE PER LA COSTITUZIONE DEI POLI TECNICO PROFESSIONALI DELLA REGIONE CALABRIA (2013 2015) Attuazione D.G.R. n.29 del 28.01.2013 (Legge n. 35 del 2012)
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UNIONE EUROPEA

REGIONE CALABRIA

Dipartimento Cultura, Istruzione,

Alta Formazione e Ricerca

REPUBBLICA ITALIANA

PIANO TRIENNALE PER LA COSTITUZIONE DEI POLI TECNICO – PROFESSIONALI DELLA REGIONE CALABRIA

(2013 – 2015)

Attuazione D.G.R. n.29 del 28.01.2013

(Legge n. 35 del 2012)

REGIONE CALABRIA – ASSESSORATO CULTURA E BENI CULTURALI

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1. Premessa

La Regione Calabria in coerenza con quanto prescritto dalle linee guida ministeriali per la

Costituzione dei Poli Tecnico-Professionali e con il quadro della deliberazione D.G.R n.29 del

28.01.2013 di attuazione della Legge 35/2012, intende riorganizzare e rafforzare l’intera

programmazione regionale dell’offerta di istruzione e formazione alta specialistica e superiore,

al fine di favorire lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo territoriale. A

tale scopo, la Regione elabora e si dota di un Piano triennale per il riordino dell’offerta

formativa regionale scolastica, alta, specialistica e superiore, mediante la costituzione, a partire

dall’anno 2013, di Poli tecnico – professionali. Tale azione si rende necessaria per sostenere la

richiesta di figure professionali di diverso livello, in possesso di specifiche conoscenze culturali

coniugate con una formazione tecnica approfondita e mirata, rispondente alle esigenze del

mondo del lavoro, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese e ai settori interessati

da innovazioni tecnologiche e dalla internazionalizzazione dei mercati.

Al fine di avviare una prima fase di sperimentazione pilota, la Regione Calabria, ha ritenuto

prioritaria,d’intesa con il partenariato economico, la filiera Turismo nella sua complementarietà

con quella dell’Agribusiness, anche con riferimento all’internazionalizzazione dei prodotti e dei

servizi .

L’azione formativa Tecnico – Professionali dovrà comprendere almeno:

- interventi per favorire l’apprendimento in contesti applicativi e di laboratorio, anche

attraverso l’adeguamento dei laboratori degli istituti tecnici e professionali in

attuazione dei nuovi ordinamenti degli istituti tecnici e degli istituti professionali delle

predette filiere, che comprendano la formazione dei dirigenti e dei docenti con

l’obiettivo del pieno utilizzo degli spazi di autonomia e di flessibilità didattica e

organizzativa delle istituzioni scolastiche per un efficace raccordo con le filiere

produttive territoriali;

- percorsi innovativi di alternanza scuola, formazione e lavoro, anche ai fini

dell’orientamento scolastico e professionale, della formazione congiunta dei tutor

interni ed esterni alla scuola, della diffusione dei percorsi di apprendistato e della

realizzazione di scuole bottega e piazze dei mestieri;

- percorsi finalizzati all’acquisizione di competenze di lingua straniera dei livelli B1 e

B2 del quadro europeo delle lingue, certificate dagli enti certificatori di cui all’elenco

contenuto del decreto del MIUR 12 luglio 2012. Ciò, anche, attraverso il

coinvolgimento di docenti di madrelingua mediante la previsione di borse di studio in

Italia e all’estero, per consolidare e rafforzare tali competenze, anche ai fini di una

solida e aggiornata formazione tecnico professionale.

L'obiettivo è duplice: colmare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro nel settore turistico,

ancora elevato, nonostante il periodo di crisi economica, e rilanciare la complessiva filiera

turistica soprattutto nella sua complementarietà con la filiera dell'agribusiness, di particolare

interesse locale e nazionale.

Le linee di prodotto regionali a maggiore attrattività turistica, per come individuati nel Piano

Regionale per il Turismo1 sono molteplici, da quella balneare, alla naturalistica, alla termale,

culturale, religiosa ed enogastronomica. Particolare attenzione è posta sullo sviluppo delle

attività di confine tra turismo e altri settori produttivi, a cominciare dalla filiera agroalimentare,

con lo sviluppo dei prodotti tipici che interessano tutta la regione e i legami con la ristorazione e

la commercializzazione di tali prodotti, per proseguire con lo sviluppo dell’artigianato artistico e

dell’oggettistica legata al turismo o con la promozione dell’agriturismo, che presenta tuttora

1 Si veda per approfondimenti il Piano regionale di Sviluppo Turistico e Sostenibile, per il triennio 2001/2013 (L.R.

8/2008).

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ampi margini di sviluppo. L’agroalimentare, ad esempio, occupando la seconda posizione per

quantità di valore delle esportazioni, rappresenta una vera e propria realtà economica, tanto da

diventare una ricchezza e una risorsa anche per lo sviluppo turistico, con una capacità attrattiva

e un potenziale in grado di promuovere facilmente l’offerta di percorsi formativi di interesse per

tutte le aziende del settore del mondo. Una riflessione sul turismo calabrese valorizzatrice di

tutte le risorse locali non può prescindere dallo sviluppo dell’integrazione del turismo costiero

con quello interno. Molte aree interne della Calabria, infatti, possiedono tutte le qualità per

assumere un ruolo cruciale nel turismo cosiddetto di “seconda generazione”.

Contemporaneamente, l’enorme potenziale che il territorio offre non trova la presenza di

un’adeguata offerta di formazione superiore.

Le professioni del settore turistico sono percepite di basso livello. Come sottolineato dal Piano

Strategico Nazionale sul Turismo la filiera formativa non è all’altezza di un settore di

importanza strategica che non può essere gestito con modalità improvvisate e non manageriali.

Quest’ultimo punto ripropone la necessità di qualificare e riqualificare l’universo degli operatori

del turismo, per poi risalire alla ridefinizione di un turismo che coniughi entroterra e zona

costiera come anche la strutturazione e la commercializzazione del prodotto turistico. A questo

proposito si rende necessario quindi, da un lato rafforzare le figure dirigenziali, potenziandone

la professionalità con competenze più di mercato e “moderne”, dall’altro prevedere corsi di

preparazione per figure turistiche specifiche quali guide turistiche o dedicate ad azioni

particolari (turismo naturalistico, storico-artistico, culturale, ecc.).

Occorre, pertanto, rilanciare la percezione verso le professioni del settore e l’attrattività delle

Istituzioni deputate alla connessa formazione, con l’obiettivo prioritario di ricostruire l’intera

filiera professionale del settore (dal profilo operaio a quello manageriale e direzionale).

Il Piano Strategico Nazionale sul Turismo, così come il Piano Regionale per il Turismo,

individuano tra le Azioni complementari all’attuazione di interventi miranti a migliorare la

competitività delle aree territoriali a maggiore attrattività turistica, quelle relative alla

formazione degli operatori. La formazione infatti risulta elemento imprenscindibile per la

promozione dei prodotti e dei servizi territoriali e per aumentare il valore competitivo delle

destinazioni turistiche nazionali e regionali.

In questo quadro, la presenza nel territorio calabrese di diverse istituzioni scolastiche ad

indirizzo agrario, alberghiero e turistico, coniugandosi con le competenze e la tradizione del

tessuto imprenditoriale locale e con un’offerta di ricettività ampia e articolata del territorio,

consente di specializzare l’offerta turistica attraverso lo sviluppo di una nicchia in grado di

promuovere l’intero settore agroalimentare sui principali mercati esteri.

I Poli tecnico professionali, dunque, in qualità di sostegno all’aggregazione possono raffigurare

un driver per lo sviluppo delle aziende locali.

2. Soggetti ammessi alla sperimentazione pilota

Nella fase di sperimentazione pilota, in ottemperanza a quanto previsto dalla DGR n.29 del

28.01.2013, ed in coerenza con gli ambiti settoriali regionali prescelti quali prioritari, i Poli

tecnico - professionali dovranno essere proposti da Istituti tecnici e Istituti professionali

presso i quali funzionano gli indirizzi correlati alle filiere Turistica e dell’Agribusiness, in

partenariato con i soggetti indicati all’art. 3 e nel rispetto dei requisiti minimi standard prescritti

dall’allegato C delle Linee Guida ministeriali.

Nella tabella seguente sono evidenziate le correlazioni tra le filiere produttive, gli ambiti

settoriali regionali, le aree tematiche dei Poli d’innovazione regionale connessi e gli indirizzi

degli Istituti tecnici e professionali ammessi alla presentazione delle candidature.

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Filiere

produttive

(nazionali)

Ambiti regionali

settoriali delle

Aree tecnologiche

Poli d'Innovazione

Tecnologica

regionali

Indirizzi Istituti

Tecnici

(regionali)

Indirizzi Istituti

Professionali

(regionali)

Filiera

agribusiness

Sistema agro-

alimentare

Filiere agroalimentari

di qualità Agrario Agricoltura e Ambiente

Filiera turismo

beni culturali

Fruizione e

valorizzazione del

patrimonio

culturale

Beni culturali Turismo

Servizi Alberghieri e

Ristorazione;

Servizi Commerciali e

Turistici

Istituzioni scolastiche calabresi ad indirizzo agrario, alberghiero e turistico

Indirizzo agrario Indirizzo alberghiero e turistico

Istituti Professionali per

l’Agricoltura e

l’Ambiente

Istituti Tecnici

Agrari

Istituti Professionali

per i Servizi

Alberghieri e

Ristorazione

Istituti Professionali

per i Servizi

Commerciali e

turistici

Istituti Tecnici

per il Turismo

17 7 14 13 2

Distribuzione territoriale degli Istituti Professionali e Tecnici calabresi

Istituti Professionali per i Servizi Alberghieri e

Ristorazione

Istituto Professionale per i Servizi

Commerciali e Turistici

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Istituti Professionale per l'Agricoltura e

l'Ambiente

Istituti Tecnici Agrari

Istituti Tecnici per il Turismo

3. Modalità per la costituzione dei Poli

Allo scopo di rendere stabile ed organica l’integrazione tra i soggetti partecipanti, i Poli devono

assumere la configurazione giuridica di Associazioni Temporanee di Scopo (ATS) cui

aderiscono soggetti pubblici e privati.

I soggetti pubblici e privati che intendono proporsi per la costituzione dell’ATS, sulla base dello

“standard organizzativo minimo” indicato dall’allegato C delle Linee guida Ministeriali per la

costituzione dei Poli, di cui all’art. 52 della legge n. 35/2012, devono essere:

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- due Istituti Tecnici e/o Professionali, costituiti in rete. Fra le suddette Istituzioni

scolastiche dovrà essere individuato l’Istituto scolastico capofila del Polo soggetto

gestore beneficiario del finanziamento cui si intesterà la responsabilità amministrativa,

gestionale e finanziaria;

- due imprese iscritte presso le competenti camere di commercio operanti nell’ambito del

settore produttivo cui si riferisce il Polo;

- un organismo di formazione professionale accreditato nell’ambito della formazione

superiore con specifica esperienza nel settore considerato che assicuri direttamente o

tramite raccordo un servizio formativo con sede operativa nell’area del territorio di

riferimento del Polo;

- un Dipartimento universitario o altro organismo appartenente al sistema della ricerca

scientifica e tecnologica (accreditato per l’alta formazione);

- un Ente Locale.

Possono inoltre aderire ai Poli le fondazioni di partecipazione (ITS), gli enti di ricerca pubblici e

privati, le organizzazioni professionali (ordini e associazioni), le associazioni/enti di elevato

profilo culturale, tecnico e scientifico.

Fatto salvo il rispetto dello standard minimo, si auspicano candidature che presentino un

partenariato più ampio, sia in termini quantitativi (ad es. più istituzioni scolastiche, più enti di

formazione, più imprese, più Enti Locali), sia per quanto attiene alla partecipazione di soggetti

diversi da quelli indicati nello standard minimo. Si ritiene infatti che attraverso l’ampliamento

dei soggetti coinvolti possa risultare potenziata la qualità delle attività e dei servizi offerti dal

costituendo Polo e contribuire a rafforzare l’esistente ed il potenziale.

Tali requisiti costituiranno elementi qualificanti in sede di valutazione delle candidature.

I soggetti formatori (Istituti tecnici e professionali, strutture formative accreditate, università)

che partecipano alla costituzione di Poli, devono possedere una pregressa esperienza nella

realizzazione di percorsi formativi e/o nell’attuazione delle relative misure per l’integrazione dei

sistemi formativi.

Tutti i soggetti fondatori devono formalmente assumere l’impegno a rendere disponibili per la

costituzione del patrimonio della fondazione risorse finanziarie, logistiche, strumentali, umane.

I soggetti che si candidano per la partecipazione al Polo dovranno presentare idonea

documentazione relativa alle attività svolte nel settore e potranno candidarsi per un solo Polo.

Il partenariato, ai fini del riconoscimento da parte della Regione del Polo, dovrà

obbligatoriamente formalizzare dettagliatamente:

- le risorse professionali dedicate;

- le risorse strumentali, a partire dai laboratori necessari per far acquisire agli studenti le

competenze applicative richieste dalle imprese della filiera di riferimento; Si dovranno

definire, altresì, le modalità di utilizzo delle dotazioni messe a disposizione dal

partenariato e i relativi oneri.

- le risorse finanziarie destinate allo scopo;

- il programma di rete triennale, contenente gli obiettivi strategici di innovazione e di

innalzamento della qualità dei servizi formativi a sostegno dello sviluppo delle filiere

produttive sul territorio e dell’occupazione dei giovani. Tale programma determina

l’individuazione degli organi del Polo, le regole per l’assunzione delle decisioni dei

partecipanti su ogni materia o aspetto di interesse comune; l’enunciazione dei diritti e

degli obblighi di ciascun partecipante, la durata del programma, almeno triennale; le

modalità concordate tra le parti costitutive del Polo per misurare l’avanzamento

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individuale riferito a ciascun soggetto partecipante e comune, ovvero dall’insieme dei

partecipanti al Polo stesso verso gli obiettivi fissati; le modalità per l’adesione di altri

soggetti all’attuazione del programma.

In particolare i Poli, allocati in una delle sedi dei soggetti aderenti alla struttura associativa,

dovranno assicurare i necessari servizi tecnici, formativi, organizzativi e amministrativi

avvalendosi:

- del personale interno alla scuola nel rispetto delle norme contenute nel relativo contratto

collettivo nazionale del lavoro;

- delle professionalità messe a disposizione dagli organismi associati (docenti, ricercatori,

tecnici aziendali, amministrativi, ausiliari);

E’ obiettivo strategico la verifica delle ricadute occupazionali delle iniziative formative. A tal

fine dovrà essere predisposto un sistema di rilevazione che consentirà un feedback continuo con

il mondo del lavoro e quindi la più efficace programmazione degli interventi.

4. Le azioni formative

In coerenza con gli interventi previsti all’interno del Piano d’Azione Coesione, i costituendi Poli

dovranno prevedere nell’ambito del proprio Piano triennale la programmazione di Azioni rivolte

allo sviluppo di competenze trasversali alle filiere di riferimento dei Poli e di Azioni rivolte a

sviluppare competenze dirette alla filiera di riferimento dei Poli.

Tra le competenze trasversali sono ricomprese:

- competenze digitali per il lavoro, da sviluppare anche attraverso l’adeguamento dei

laboratori degli istituti tecnici e professionali appartenenti alla filiera di riferimento

del Polo e mediante percorsi diretti a favorire l’apprendimento in contesti applicativi e

di laboratorio. Tali percorsi dovranno comprendere la formazione dei dirigenti e dei

docenti con l’obiettivo del pieno utilizzo degli spazi di autonomia e di flessibilità

didattica e organizzativa delle istituzioni scolastiche e per un più efficace raccordo con

le filiere produttive territoriali;

- competenze per l’imprenditorialità, da sviluppare mediante l’attuazione di percorsi

innovativi di alternanza scuola, formazione e lavoro. Gli interventi sui modelli

innovativi sono progetti pilota finalizzati alla costruzione di prototipi di “impresa

sociale educativa” (es. piazze dei mestieri e scuole bottega) per aiutare i giovani a

riattivare una percezione positiva di sé, attraverso un percorso educativo fortemente

incentrato sulla valorizzazione dei mestieri e della manualità. Gli interventi dovranno

essere complementari a quelli diretti alla diffusione dei percorsi di apprendistato per i

giovani di 15/18 anni ai fini dell’esercizio del diritto - dovere all’istruzione e alla

formazione sino al conseguimento di un titolo di studio o di almeno una qualifica

professionale. Un aiuto che si concretizza sino all’accompagnamento e all’inserimento

nel mondo del lavoro di ciascuno dei giovani coinvolti. Nell’ambito degli interventi di

cui sopra è prevista anche la realizzazione di progetti pilota destinati ai giovani adulti,

con il coinvolgimento dei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (C.P.I.A.), ai

fini del conseguimento di titoli di istruzione e formazione o almeno una certificazione

di competenza;

- competenze di lingua straniera, da sviluppare mediante l’erogazione di borse di

studio in Italia ed all’estero destinate ai giovani capaci e meritevoli che frequentano

percorsi per il conseguimento del diploma di istruzione tecnica e professionale e una

qualifica professionale, per consentire il miglioramento delle competenze linguistiche e

tecnico professionali, anche attraverso stage e tirocini, non inferiori a quattro settimane,

in imprese nazionali e straniere. Tali percorsi dovranno concludersi con la certificazione

dei livelli B1 e B2 del quadro europeo delle lingue ad opera degli enti certificatori di cui

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all’elenco contenuto del decreto del MIUR 12 luglio 2012 e potranno prevedere anche il

coinvolgimento di docenti di madrelingua per consolidare e rafforzare tali competenze,

anche ai fini di una solida e aggiornata formazione tecnico professionale.

Le competenze dirette alla filiera di riferimento dei Poli sono quelle più direttamente

concernenti gli ambiti settoriali del Polo ed in particolare quelle legate allo sviluppo del turismo,

con riguardo al settore beni culturali e agroalimentare e connesse alle nuove figure dell’area2 .

A titolo di esempio, non esaustivo, si propone di considerare quanto indicato dal Piano

regionale sul turismo che richiede una formazione specialistica per:

- competenze tradizionali legate all’accoglienza e alla gestione di strutture turistico –

ricettive (informazione turistica multilingua e tecniche di customer satisfaction);

- competenze qualificate degli operatori nei settori della ricettività e della ristorazione;

- competenze specialistiche nella promozione e marketing delle filiere turistiche e delle

attività culturali;

- competenze specialistiche nella valorizzazione e nel marketing delle produzioni agrarie,

agro-alimentari e agro-industriali di qualità.

Nel proporre le Azioni dirette allo sviluppo delle competenze dirette sopra indicate si

raccomanda di prevedere anche gli interventi, di seguito riportati, individuati dal Piano

Strategico Nazionale per il Turismo mirate a sviluppare le competenze degli operatori turistici

attraverso l’introduzione di specifiche iniziative formative e di comunicazione:

- percorsi formativi non solo in ingresso del mercato del lavoro ma anche programmi di

formazione permanente per chi già opera nel turismo, sia insegnanti degli istituti

scolastici appartenenti al Polo che operatori del settore, anche mediante il ricorso a

formatori provenienti da grandi catene internazionali;

- programmi di eccellenza della formazione turistica nazionale, mediante:

l’incentivazione di scambi di best practice tra regioni anche attraverso lo scambio di

studenti, docenti, ricercatori, ecc; maggiore enfasi realizzazione di esperienze

obbligatorie sul campo (stage) per gli studenti;

I percorsi formativi dovranno essere realizzati in collaborazione con Università, Imprese, Istituti

secondari superiori, Organismi di formazione e Centri di ricerca, per accelerare l’ingresso nel

mondo del lavoro dei giovani e riqualificare chi è già in possesso di un’esperienza lavorativa.

Pertanto, l’offerta delle attività programmate nel piano non deve rivolgersi soltanto ai giovani in

cerca di inserimento qualificato nel mercato del lavoro, ma anche agli adulti occupati che hanno

desiderio e necessità di mantenere aggiornate le proprie competenze, rappresentando altresì

un’opportunità per le imprese che, attraverso la formazione continua, adeguano la

professionalità delle proprie risorse umane alle sempre variabili esigenze del mercato.

5. Profili in esito ai percorsi

Per quanto riguarda i profili professionali in esito ai percorsi, si propone di considerare quanto

inserito nella tabella seguente che riporta le figure nazionali di riferimento degli ITS, delle

qualifiche professionali (triennali) e dei Diplomi professionali (quadriennali) del sistema di

istruzione e formazione professionale (IeFP).

2 Per approfondimenti: Decreto MIUR 05 febbraio 2013 concernente la revisione degli ambiti di

articolazione dell’area “Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo” degli Istituti

Tecnici Superiori, delle relative figure nazionali di riferimento e dei connessi standard delle competenze

tecnico professionali.

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Ambiti regionali

settoriali delle Aree

tecnologiche

Figure nazionali ITS

Diplomi di IeFP Qualifiche di IeFP

Sistema agro-

alimentare

Tecnico superiore responsabile

delle produzioni e delle

trasformazioni agrarie, agro-

alimentari e agro-industriali

Tecnico superiore per il

controllo, la valorizzazione e il

marketing delle produzioni

agrarie, agro-alimentari e agro-

industriali

Tecnico superiore per il controllo

e la gestione della qualità e della

sicurezza nel settore

agroalimentare

Tecnico della

trasformazione

agroalimentare

Tecnico agricolo

Operatore della

trasformazione

agroalimentare

Operatore agricolo

(Allevamento animali;

Coltivazioni arboree;

Silvicoltura e

salvaguardia

dell'ambiente)

Fruizione e

valorizzazione del

patrimonio culturale

Tecnico superiore per la gestione

di strutture turistico-ricettive*

Tecnico superiore per la

promozione del marketing delle

filiere turistiche e delle attività

produttive*

Tecnico dell’impresa

turistica

Tecnico di cucina

Tecnico di servizi di sala e

bar

Tecnico dei servizi di

promozione e accoglienza

Tecnico dei servizi di

animazione turistico –

sportiva e del tempo libero

Operatore della

ristorazione

(Settore cucina)

Operatore della

ristorazione

(Servizi di sala e bar)

Operatore ai servizi di

promozione e

accoglienza turistica

(Strutture ricettive;

Servizi del turismo)

*Trattasi di due nuove figure per il Turismo istituite dalla Conferenza Unificata nella seduta del 20

dicembre 2012.

Le figure professionali in uscita dal percorso turistico-alberghiero dovranno occuparsi del

rilancio, in termini di marketing, dei prodotti e servizi calabresi e sviluppare una migliore

cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità, nonché una cultura della qualità.

I Poli costituiti dovranno lavorare affinché, in rete con altri soggetti complementari, generi un

Istituto Tecnico Superiore per la valorizzazione delle risorse culturali, delle produzioni tipiche e

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della filiera turistica, divenendo un incubatore di professionalità e microimprese di servizi al

turismo integrato e sostenibile. L’ITS, che risulterà strategico nella rete regionale dei Poli,

costituirà un canale formativo post-secondario, alternativo alla formazione universitaria, che

integra istruzione, formazione e lavoro, in linea con i più avanzati modelli formativi

internazionali.

6. I risultati attesi

- Costituzione di min. 3 max 5 Poli tecnico-professionali nel settore Turismo;

- Programmazione di un offerta formativa tecnico-professionale più rispondente ai

fabbisogni di competenze delle imprese del settore turistico;

- Incremento del numero degli studenti con competenze di lingua straniera dei livelli B1

e B2,certificate dagli enti certificatori e con soggiorni di studio all’estero;

- Costituzione di un ITS sul Turismo e suo raccordo funzionale con le attività dei Poli;

- Potenziamento della qualità dell'offerta di servizi del turismo;

- Potenziamento delle competenze legate all’accoglienza;

- Incremento del numero di operatori qualificati nei settori della ricettività e della

ristorazione;

- Specializzazione delle competenze nella valorizzazione e nel marketing dei prodotti e

servizi calabresi;

7. Il processo di costituzione dei Poli

Il processo di costituzione, implementazione e sviluppo dei Poli si sostanzia:

in una prima fase, attraverso apposito Avviso Pubblico emanato dalla Regione, i

Soggetti, ammissibili a presentare le proprie candidature, manifestano l’interesse a

formalizzare la costituzione dei Poli, fornendo tutte le informazioni richieste

dall’Avviso concernenti: le caratteristiche dei soggetti aderenti, l’organizzazione, le

risorse professionali e strumentali disponibili, un programma di massima triennale che,

a partire dalle caratteristiche socio economiche territoriali e delle prospettive

occupazionali, individui le strategie e le tipologie di intervento, i destinatari, le sedi da

mettere a disposizione, i risultati tendenzialmente previsti. Le candidature sono

sottoposte a valutazione. Ai fini della selezione delle proposte di candidatura, previa

verifica delle condizioni di ammissibilità previste dal bando e dal DPCM 25 gennaio

2008, si terrà conto dei seguenti aspetti:

- impegno formale a costituire una ATS ;

- esperienza formativa pregressa rispetto all’ambito settoriale d’intervento dei

soggetti aderenti al Polo;

- qualità, composizione e pertinenza della compagine associativa;

- complementarietà tra filiere produttive regionali e non;

- grado di coinvolgimento e ruolo dei centri di ricerca scientifica e di innovazione

tecnologica e organizzativa;

- esistenza e qualità delle reti di relazioni consolidate con altri soggetti formativi e

con le imprese dello stesso settore anche con riferimento a partenariati

internazionali ed interregionali;

- modalità di organizzazione e gestione del Polo e risorse umane e strumentali da

impiegare;

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- modalità di analisi dei fabbisogni dell’ambito settoriale di riferimento in relazione

anche alle esigenze di innovazione tecnologica ed organizzativa;

- strategie didattiche e modelli pedagogici previsti per le azioni formative;

- risorse umane e strumentali rese disponili per le attività formative;

- capacità di reperimento di risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quelle

comunitarie, statali e regionali;

- Adeguatezza e sostenibilità economico – finanziaria del Piano di Attività;

- modalità di promozione dell’offerta e di relazione con l’utenza di riferimento;

- eventuali capacità di assicurare alle iniziative promosse una dimensione multi

regionale e comunitaria;

- rispondenza alle esigenze espresse da imprese e/o Enti (pubblici o privati) singoli o

da reti costituite dagli stessi;

A seguito della comunicazione di ammissibilità i soggetti interessati procedono alla formale

costituzione dei Poli al fine di concorrere, successivamente, al finanziamento regionale delle

attività;

in una seconda fase, sulla base degli esiti delle valutazioni sulle candidature istruite a

seguito di apposito avviso pubblico emanato dalla Regione, i Poli, in coerenza con i

propri programmi resi ammissibili dalla Regione, predispongono i progetti esecutivi e li

candidano a finanziamento. I progetti sono finanziati a seguito di selezione con

modalità di valutazione parametrata rispondente ai criteri e agli standard di qualità

(rispondenza ai fabbisogni, efficacia previsionale, coerenza interna) di fattibilità tecnica

e organizzativa, di congruità economica dei costi diretti e indiretti..

8. Risorse finanziarie

Il Piano triennale regionale dei Poli tecnico professionali risulta sostenuto, a partire dal 2013,

attraverso i citati progetti pilota, da finanziarsi con risorse disponibili nell’ultima fase del Piano

d’Azione Coesione 2007/2013 e con eventuali ulteriori risorse pubbliche o private disponibili

senza nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica, riferiti in via sperimentale alle

filiere produttive per lo sviluppo del territorio regionale per come sopra evidenziato. Le risorse

complessivamente disponibili sono pari ad € 10.000.000,00, ivi comprese le risorse per la

realizzazione delle azioni di monitoraggio e valutazione. In particolare, alle Azioni coerenti con

gli obiettivi del Fondo Sociale Europeo sarà riservata una quota pari al 70% dei Fondi

disponibili. Alle Azioni coerenti con le Linee d’Intervento del Fondo Europeo per lo Sviluppo

Regionale sarà destinata la rimanente quota, pari al 30% dei Fondi disponibili.

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Cronoprogramma

Attività Tempi previsti

Approvazione Piano Marzo 2013

Pubblicazione Avviso e presentazione delle candidature Maggio/Giugno 2013

Valutazione candidature e ammissibilità soggetti beneficiari Luglio 2013

Presentazione progetti esecutivi da parte dei soggetti ammissibili Agosto 2013

Valutazione progetti esecutivi e graduatorie di ammissione a

finanziamento

Settembre 2013

Costituzione Poli Novembre/Dicembre

2013

9. Monitoraggio e valutazione di impatto

Gli interventi saranno sottoposti da parte della Regione al monitoraggio, al controllo di

conformità e alla valutazione di impatto dei programmi in termini di successo formativo, di

placement realizzati, di numero e tipologia di profili formati, numero di occupati, ecc.. A tal fine

sarà redatto uno specifico Piano di Valutazione e sarà costituito un gruppo di valutazione per la

cui attività sarà riservata una quota non superiore all’1% delle risorse complessivamente

disponibili di cui all’art.8.

10. Riferimenti normativi e programmatici

Il presente documento fa riferimento ai seguenti testi normativi e programmatici:

- Decreto MIUR 05 febbraio 2013 concernente la revisione degli ambiti di articolazione

dell’area “Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo” degli

Istituti Tecnici Superiori, delle relative figure nazionali di riferimento e dei connessi

standard delle competenze tecnico professionali;

- Decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito con modificazioni, dalla legge 4 aprile

2012, n. 35 – Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e sviluppo - e in

particolare gli artt. 50 – 52;

- Intesa espressa in sede di Conferenza unificata del 26 settembre 2012 sulle linee guida

di cui al citato articolo 52 della legge n. 35/2012;

- Legge 28 giugno 2012 , n. 92 - Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro

in una prospettiva di crescita;

- Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87 - Regolamento recante

norme per il riordino degli istituti professionali, a norma dell’articolo 64, comma 4, del

decreto6 legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6

agosto 2008, n. 133;

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- Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88 - Regolamento recante

norme per il riordino degli istituti tecnici, a norma dell’articolo 64, comma 4, del

decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6

agosto 2008, n. 133;

- Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89 - Regolamento recante

norme per il riordino dei licei, a norma dell’articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25

giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133,

- Accordo in sede di Conferenza unificata 16 dicembre 2010, riguardante l’adozione delle

linee guida per realizzare organici tra i percorsi degli istituti professionali e i percorsi di

istruzione e formazione professionale, a norma dell’art. 13, comma 1 quinquies, della

legge n. 40/2007;

- Decreto Legislativo 14 gennaio 2008, n. 22 “Definizione dei percorsi di orientamento

finalizzati alle professioni e al lavoro, a norma dell’art. 2, comma 1, della legge 11

gennaio 2007 n.1;

- Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio 2008 recante Linee

guida per la riorganizzazione del sistema dell’Istruzione e Formazione Tecnica

Superiore (IFTS) e la costituzione degli Istituti tecnici superiori” e relativi allegati: All.

1: Linee guida per la costituzione degli Istituti Tecnici Superiori; All. 2: Istituti Tecnici

Superiori: schema di statuto; All. 3: i piani di intervento territoriali;

- Decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito con modificazioni, dalla legge 2 aprile

2007, n. 40 - Misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della

concorrenza, lo sviluppo di attività economiche, la nascita di nuove imprese, la

valorizzazione dell’istruzione tecnico-professionale e la rottamazione di autoveicoli- e

in particolare l’ art. 13, comma 2 che ha previsto gli Istituti Tecnici Superiori (ITS)

nell’ambito della riorganizzazione degli IFTS;

- Legge 27 dicembre 2006, n. 296 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)- e in particolare l’art. 1, comma 631

che ha previsto la riorganizzazione del sistema dell’Istruzione e Formazione Tecnica

Superiore e l’art. 845 che ha istituito il Fondo per l'istruzione e formazione tecnica

superiore;

- Decreto Legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 - Norme generali e livelli essenziali delle

prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, a

norma dell'art. 2 della l. 28 marzo 2003, n. 53;

- D.M. del 31 maggio 2001 n. 174 - Disposizioni in materia di certificazione nel sistema

di formazione professionale;

- Legge 17 maggio 1999, n. 144 - Misure in materia di investimenti, delega al Governo

per il riordino degli incentivi all'occupazione e della normativa che disciplina l'INAIL,

nonché disposizioni per il riordino degli enti previdenziali - e in particolare l’art. 69 che

ha istituito il sistema di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore ( IFTS);

- Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275- Regolamento recante

norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della

legge 15 marzo 1997, n. 59 - e in particolare l’art. 7 che disciplina le reti di scuole;

- D.G.R. n.29 del 28.01.2013, con la quale la Giunta regionale ha approvato la

costituzione dei Poli Tecnico-Professionali;

- Nota tecnica del Ministro per la Coesione Territoriale del 22 ottobre 2012 “Strumenti

diretti per impresa e lavoro nel sud per la terza e ultima riprogrammazione Piano

Azione Coesione 2007/2013” (Tavolo Sud Impresa e Lavoro);

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- PO Calabria FESR 2007/2013 approvato con Decisione della Commissione Europea

C(2007) 6322 del 7.12.2007;

- POR Calabria FSE 2007/2013 approvato con Decisione della Commissione Europea

C(2007) 6711 del 17.12.2007;

- Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009

sull’istituzione di un sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione

professionale;

- Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla

costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente,

- Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006

relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente.


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