+ All Categories
Home > Documents > PieMonti giugno-luglio 2011

PieMonti giugno-luglio 2011

Date post: 30-Mar-2016
Category:
Upload: uncem-piemonte
View: 228 times
Download: 5 times
Share this document with a friend
Description:
Periodico di informazione della delegazione piemontese UNCEM
60
In questo numero Il valore economico del sapere La montagna in Parlamento Cal, la voce degli enti locali Il nuovo sindaco di “Torino città delle Alpi” Green economy: la montagna al centro del sistema piemontese Monsignor Nosiglia: “Unità per lo sviluppo” www.vinidimontagna.it, il sito internet per i nostri vini Romana Maceri: tecnologia Italia per produrre energia dalle biomasse Demochange: a Monastero Bormida la Mid-term Conference PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA DELEGAZIONE PIEMONTESE UNCEM GIUGNO • LUGLIO 3 n o 2011 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 nº 46) art. 1, comma 1, DCB/CN - Registrazione Tribunale di Torino n. 5500 del 18.04.2001 euro 3,00 – copia omaggio Al centro Europa Terre Alte protagoniste dello sviluppo. Nuovi progetti dell’UE per la montagna del Piemonte dell’
Transcript
Page 1: PieMonti giugno-luglio 2011

In questo numeroIl valore economico del sapereLa montagna in ParlamentoCal, la voce degli enti localiIl nuovo sindaco di “Torino città delle Alpi”Green economy: la montagna al centro del sistema piemonteseMonsignor Nosiglia: “Unità per lo sviluppo”www.vinidimontagna.it, il sito internet per i nostri viniRomana Maceri: tecnologia Italia

per produrre energia dalle biomasse

Demochange: a Monastero Bormida la Mid-term

Conference

P E R I O D I C O D ’ I N F O R M A Z I O N E D E L L A D E L E G A Z I O N E P I E M O N T E S E U n c e m

GIUGNO • LUGLIO 3no

2 0 1 1

Post

e It

alia

ne S

.p.A

. - S

ped.

in A

bb. P

ost.

- D.L

. 353

/200

3 (c

onv.

in L

. 27/

02/2

004

nº 4

6) a

rt. 1

, com

ma

1, D

CB

/CN

- R

egis

traz

ione

Tri

buna

le d

i Tor

ino

n. 5

500

del 1

8.04

.200

1

eur

o 3,

00 –

cop

ia o

mag

gio

Al centro

europaTerre Alte protagoniste dello sviluppo.

Nuovi progetti dell’UE per la montagna del Piemonte

dell’

Page 2: PieMonti giugno-luglio 2011

In questo numeroIl valore economico

del sapereLa montagna in ParlamentoCal, la voce degli enti locali

Il nuovo sindaco di “Torino città delle Alpi”

Green economy: la montagna

al centro del sistema piemontese

Monsignor Nosiglia:

“Unità per lo sviluppo”

www.vinidimontagna.it,

il sito internet per i nostri vini

Romana Maceri: tecnologia italia

per produrre energia dalle biomasse

Il grande patrimonio edilizio

da riscoprireDemochange: a Monastero

Bormida la Mid-term Conference

PERIODICO D ’ INFORMAZIONE DELLA DELEGAZIONE P IEMONTESE Uncem

GIUGNO • LUGLIO

3no2 0 1 1

Post

e Ita

liane

S.p

.A. -

Spe

d. in

Abb

. Pos

t. - D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 nº

46)

art.

1, c

omm

a 1,

DC

B/C

N -

Reg

istra

zion

e Tr

ibun

ale

di T

orin

o n.

550

0 de

l 18.

04.2

001

e

uro

3,00

– c

opia

om

aggi

o

Al centroeuropaTerre Alte protagoniste dello sviluppo.

Nuovi progetti dell’UE

per la montagna del Piemonte

dell’

Editore: UNCEM Delegazione PiemonteseVia Gaudenzio Ferrari n. 1 – 10124 TorinoTel. 011 861 3713 – fax 011 861 3714e-mail: [email protected] responsabile: Giovanni BressanoCondirettore: Filippo GrilloCoordinamento redazionale: Marco Bussone Redazione: Bruno Mandosso, Marialaura Mandrilli, Alex OstoreroHanno collaborato: Silvia Barbero, Livio Berardo,Lorenzo Boratto, Emanuela Dutto, Chiara Genisio, Gianni Giacomino, Erich Giordano, Ambra Lazzari, Davide Micheletti, Nuria Mignone, Luigi Piccitto, Laura Sansalone, Elisa Sola, Chiara VigliettiAllestimento grafico, produzione e stampaAGAM - via R. Gandolfo, 8 - 12100 Madonna dell’Olmo (CN)tel. 0171.411.470 - fax 0171.411.714 - [email protected] - www.agam.itFotografie: AFPT A. Vettoretti, Archivi delle Comunità montane, Marco Bussone, Archivio Consiglio regionale del Piemonte, Archivio Cai Piemonte, Sergio Beccio, Alessandro Lenzi, Costantino SergiDisponibili a riconoscere eventuali e ulteriori diritti d’autore. Stampato su carta ecologica clorofree.Questo numero è stato chiuso in tipografia il 30 luglio 2011Poste Italiane S.p.A. – Sped. in Abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 nº 46) art. 1, comma 1, DCB/CNRegistrazione Tribunale di Torino n. 5500 del 18.04.2001

GIUGNO • LUGLIO 2011

Sommario

3no

PRIMO PIANOIl valore economico del sapere 3Non ci siamo dimenticati della montagna 6Cal, la voce degli enti locali 9

I sindaci eletti 9Piero Fassino, il nuovo sindaco di “Torino città delle Alpi” 10

Carlo Riva Vercellotti presidente della Provincia di Vercelli 11Green economy, la montagna al centro del sistema economico 12

ATTUALITÀInternet e Facebook, rivoluzione interattiva 14

Se clicchi su “Mi piace”... 15Reti energetiche per lo sviluppo 17

Chi è Silvia Barbero 17Monsignor Nosiglia: “Unità per lo sviluppo” 18Le Terre Alte sul piccolo schermo 20Voci dei luoghi 21Nasce il sito dedicato ai vini delle terre alte 22Turismo della terza età in montagna 24

Viaggi d’istruzione per le scuole 25A settembre la nuova edizione del catalogo 26Uffici postali: assurdo ridurre le aperture 26

L’Uncem e i social network 27Irta e le ricerche sulla montagna 27

AZIENDE IN PRIMO PIANORomana Maceri: tecnologia italia per l’energia dalla legna 28Acsel, la produzione dei rifiuti in Valle Susa 36Stihl, al servizio dei boscaioli 37Agrindustria, la natura è servita 38

INCHIESTEUn patrimonio edilizio da riscoprire 40

CULTURA“Ti tengo per mano”, una grande storia di montagna 44Recensioni 46A sinistra di Cavour 48

PROGETTI EUROPEIEsperienze da due aree pilota del ClimAlpTour 50Re-Turn e il ritorno dei migranti 54

La storia di Maurizio 54

NOTIZIE DALLE COMUNITÀMaira Acqua Futuro 55“Tagli alla scuola insostenibili” 55Baite patrimonio da valorizzare 56Un migliore accesso al parco 56La nuova Giunta 56Certificazione Emas: un altro grande traguardo 57La Formazione con il Formont 57Ritorna “Mormorii della foresta” 58A fianco dei lavoratori contro la crisi 58Demochange: verso la Mid-term Conference 59Pro-Mont per gli studenti 59A settembre c’è Cheese 59

Seguici su Facebook alla pagina Uncem Piemonte

Page 3: PieMonti giugno-luglio 2011

3

Lono particolarmente lieto dell’opportunità di intervenire in questa

assemblea dedicata alla con-segna, da parte dell’Univer-sità, di un nuovo gruppo di giovani preparati alla comu-nità del lavoro, delle profes-sioni e al futuro. Ringrazio il professor Giuseppe Tar-divo che con grande com-petenza, passione e lungi-miranza governa i corsi uni-versitari della sede di Cuneo della facoltà di Economia e Commercio.

Il valore del sapere

La prima questione su cui mi voglio soffermare è il “sape-re”, ingrediente fondamen-tale e primario dello svilup-po e della crescita economi-ca e sociale, in ogni campo, in ogni situazione. Di qui la centralità della scuola e, soprattutto, delle Università come fabbriche di un pro-dotto – il sapere appunto – il cui indice di disponibilità (e penso anche alla ricerca che sposta continuamente

in avanti la frontiera della conoscenza) misura diret-tamente la forza propulsiva dei diversi Paesi. La vostra conquista della laurea è stata un lungo percorso, difficile, impegnativo, verso l’arric-chimento individuale e col-lettivo di questo nuovo bene vitale per il futuro, ben più di quanto lo siano state o lo siano tuttora le risorse ma-teriali pur così determinan-ti nella storia dello sviluppo economico.Quello che si conquista con la laurea, il suo contenuto di informazioni, di conoscenze e di capacità creativa non è quindi un fatto “privato” soltanto: è un bene colletti-vo. In America si parla mol-to dei beni collettivi, la pro-fessoressa Elinor Ostrom, dell’Università dell’India-na, ha ricevuto il premio Nobel proprio per la ricerca sui beni collettivi. Un quoti-diano, lunedì scorso, citava il termine beni collettivi tra quelli in ascesa nel lessico italiano. Questa del sapere e delle conoscenze è una de-

clinazione fondamentale dei valori e dei beni comuni o collettivi.Mi sembra opportuno sotto-lineare un altro significato fondamentale del “sapere” ed è il suo contenuto di li-bertà. Un’espressione abba-stanza comune è: conosce-re per decidere. Chi sa è in condizione di valutare, di scegliere, dispone dei pun-ti fondamentali di orienta-mento, può emergere. Chi non dispone di questa risor-sa è molto spesso subalter-no, esposto all’arbitrio, in-trinsecamente debole.

Giovani protagonisti

Il sapere è la strada maestra di quella che si può ancora chiamare emancipazione.È vero che oggi si pone sem-pre più un problema di uti-lizzo del sapere, di capacità cioè della comunità nazio-nale di assorbire e immet-tere nel ciclo economico i laureati e soprattutto di uti-lizzare le capacità intellet-tuali della ricerca e

Primo Piano

Il valore economico del sapere

di Lido RibaL’intervento di Lido Riba alla cerimonia di conferimento delle lauree alla Facoltà di Economia e Commercio, nella sede di Cuneo, mercoledì 20 luglio

Page 4: PieMonti giugno-luglio 2011

4

Elinor Ostrom

ampio del termine compren-dendo, cioè, il mondo intel-lettuale, produttivo, sindaca-le, mass-mediatico.Richiamo due soli fatti che riguardano la storia dei no-stri 150 anni di Unità d’Ita-lia: nel Risorgimento le clas-si dirigenti seppero costruire il Paese; sessant’anni dopo, ormai decadute e amorali, queste forze anziché rispon-dere con lungimiranza ai bi-sogni della gente che, stre-mata dalla guerra chiedeva solo pane e lavoro, conse-gnarono l’Italia al fascismo e sapete come è finita… e cosa ciò ha significato per il nostro Paese.Quindi io auspico che voi giovani sappiate scegliere come valore forte del vostro futuro impegno nella socie-tà l’etica della responsabilità che vuol dire onestà, lealtà e impegno per lo sviluppo so-

stenibile ed il progresso del-la comunità!

Questione di sviluppo

A questo proposito vorrei ragionare brevemente sul significato dei due termi-ni, spesso accostati ma non interdipendenti: sviluppo e progresso. Il termine svi-luppo sottintende la cresci-ta materiale, economica, la creazione di ricchezza. Il termine progresso com-prende invece l’evoluzione della società, la diffusione delle tutele, della coesione, l’accesso al sapere, la parità e le pari opportunità. Si può dire che una società che sa creare sviluppo genera pro-

gresso nella misura in cui ri-esce a distribuire equamente fra i suoi componenti i frutti del suo sviluppo medesimo. Molti Paesi importanti come l’India, la Cina, che hanno tassi di crescita fuori dal co-mune (ma sono gli stessi re-gistrati dall’Italia nel decen-nio 1950-1960 e anche un po’ dopo…) oggi si pongo-no fortemente il problema di trasformare il loro sviluppo in benessere. E non è certo di conforto il fatto che noi non avendo sviluppo (i tas-si di crescita sono inferiori a quelli dell’inflazione) non abbiamo neanche il proble-ma di come distribuirlo. Vorrei ora collocare le con-siderazioni finora svolte sul nostro territorio piemontese con particolare riferimento alle caratteristiche delle aree montane che rappresentano il 52% del territorio regio-nale, quasi il 100% delle at-tività estrattive e – fotovol-taico escluso – il 100% delle energie rinnovabili. Si tratta di una riserva di 700 Mw/ora di energia idroelettrica, investimenti per quasi 3 mi-liardi di euro, produzione

dell’insegnamento. Non voglio in questa sede deviare sugli aspetti politici del problema: è però un fatto che mentre alcuni Paesi ad-dirittura importano risorse intellettuali, ne sono impor-tatori netti, l’Italia ne è un grande esportatore. Pensate a quanti docenti italiani in-segnano economia in Ame-rica e in Inghilterra.Valgono per la preparazio-ne, il sapere, la conoscenza, per il patrimonio intellet-tuale le considerazioni che si possono fare a proposito delle materie prime: i Pae-si intelligenti le sfruttano, quelli ricchi le comprano, i Paesi del terzo mondo le vendono. Non vorrei che l’Italia prendesse a compor-tarsi come un paese del ter-zo mondo con il risultato di avere già oggi un indice di crescita pari alla metà dei paesi trainanti dell’Europa.Questo aspetto che riguar-da i limiti del nostro “siste-ma Paese” richiama un’altra grande questione: quella re-lativa alla responsabilità del-le classi dirigenti. E parlo di responsabilità in senso sia materiale che in senso eti-co e di classe dirigente (una classe alla quale voi come laureati già appartenete na-turalmente) nel senso più

Giuseppe Tardivo

Page 5: PieMonti giugno-luglio 2011

5

superiore (ai prezzi attuali) ai 500 milioni annui di euro e circa 1.000 posti di lavo-ro. La produzione forestale potrebbe consentire una pro-duzione di energia elettrica pari circa a 400.000 euro/an-no con almeno 3.000 posti di lavoro nel settore boschivo. L’energia eolica piemontese si concentra essenzialmen-te nella fascia appenninica. È un generatore altissimo di energia: un solo palo eo-lico genera una potenza di 5–6 Mw che corrisponde al-la capacità produttiva media annua di 3 centrali idroelet-triche da 1 Mw!

(Ri)Costruireun territorio

Ma perché una capacità pro-duttiva di questa natura non serve a far decollare econo-micamente questa metà del territorio piemontese che re-sta tuttora gravemente mar-ginale, con l’ascensore so-ciale che funziona solo in discesa nonostante – oltre ai beni descritti – la rendi-ta climatica e la grandissima riserva di ambiente, tradizio-

ni e generatori potenziali di flusso turistico? Ritengo si tratti del fatto che è manca-ta, in montagna, l’accumu-lazione di sapere necessaria per far funzionare il motore dello sviluppo. Nella com-petizione sociale gli indivi-dui (deboli per la mancan-za di sapere adeguato) sono stati trasformati in semplici componenti della produzio-ne fordizzata delle grandi aree urbane. Le comuni-tà sono state dissolte dalla emigrazione, le materie pri-me derubate e tutto questo senza che si generasse un pur minimo senso di resi-stenza. La sofferenza è ri-masta un fatto individuale, non ha neanche determina-to una coscienza collettiva.Ho citato la montagna per-ché l’avvento poderoso dell’epoca delle energie rin-novabili trasforma oggi le montagne in un’economia esordiente dove si stanno indirizzando vasti interessi di investitori e si possono aprire conseguenti ed an-che consistenti opportunità occupazionali. Ma questo processo che può riguar-

dare direttamente la nostra provincia e la nostra regio-ne avrà bisogno, soprattutto, di energie intellettuali. Per una sfida che è anche molto attraente perché si tratta di costruire un percorso econo-mico-sociale destinato a eli-minare una delle più grandi contraddizioni del nostro si-stema che – e questo ha sem-pre stupito gli interlocutori delle altre aree montane del mondo – vede la presenza di zone abbandonate, ancor più che depresse, a meno di 50 Km dai luoghi tra i più evo-luti del pianeta.Voglio concludere con le

più sincere congratulazioni a tutti per la conquista del-la laurea che è un grandis-simo risultato per voi in-dividualmente. Ma voglio anche ringraziarvi perché il vostro sapere, la preparazio-ne, il risultato complesso del percorso accademico che vi ha richiesto dedizione, per-severanza e determinazio-ne, tutto questo è un grande contributo per consolidare i fondamentali dello sviluppo e del progresso della nostra provincia e del Paese.

\

Lido Riba con l’assessore regionale agli Enti Locali Elena Maccanti

Page 6: PieMonti giugno-luglio 2011

6

seguibile la semplificazio-ne normativa, una maggiore chiarezza, una politica che sostenga in concreto i ter-ritori più fragili? Su questo dibattito che da tempo coin-volge forze politiche, am-ministratori locali, cittadini, associazioni intervengono alcuni parlamentari portan-do il loro contributo. Hanno visioni comuni, come la vo-lontà di non abbandonare al loro destino di “decadenza” le aree più in difficoltà vit-time di un lento e costante spopolamento. Ma ricette e puntualizzazioni differenti su come rilanciare la monta-gna e di chi sono le respon-sabilità.“La montagna deve essere sicuramente vista come una grande risorsa per il nostro Paese, che deve essere valo-rizzata attraverso provvedi-menti legislativi che vadano nella direzione di un man-tenimento della popolazio-ne nei territori montani”. Non ha dubbi l’onorevole Roberto Simonetti, uomo a Montecitorio della Lega Nord, e guarda allo svilup-po dell’economia montana anche dall’alto dell’altro suo incarico di presidente

della provincia di Biella. “Io stesso – ricorda – sono stato relatore alla Camera dei Deputati della proposta di legge 41 “disposizioni in favore dei territori di mon-tagna”. Spiega che “le fina-lità della legge sono la sal-vaguardia e la valorizzazio-ne delle specificità culturali, economiche, sociali e am-bientali dei comuni montani a garanzia di una adeguata qualità della vita dei sogget-ti residenti e in particolare dei nuclei familiari, allo scopo di evitare lo spopo-lamento dei territori mon-tani”. Ritiene fondamenta-li interventi legislativi che prevedano sgravi fiscali che “sono indispensabili per il mantenimento di certi eser-cizi commerciali in piccoli paesi montani che rappre-sentano un vero servizio di pubblica utilità per gli abi-tanti”. Sostiene che la mon-tagna deve essere ricompen-sata, “pertanto – afferma – di fronte alla realizzazione di invasi si devono garantire opere compensative di gran-de sostegno alle popolazio-ni. Non dobbiamo dimen-ticare che l’aumento degli abitanti è legato al lavoro,

“Non ci siamo dimenticati della montagna”

I deputati piemontesi evidenziano idee e progetti per le Terre Alte, tra nuovi disegni di legge e necessità di confronto con Comunità montane e Comuni

di Chiara Genisio

Primo Piano

Terre alte: terra usurpa-ta o valorizzata? Quale modello di economia

montana si sta sviluppando in Piemonte? Come guarda al sistema montagna la poli-tica con la P maiuscola quel-la che si dibatte nelle aule parlamentari? E ancora, è un’utopia o un progetto per-

Page 7: PieMonti giugno-luglio 2011

7

Roberto Simonetti Valter Zanetta Luigi Bobba Osvaldo Napoli

per cui se le imprese si in-sediano di conseguenza c’è richiesta di manodopera e si crea un circolo virtuoso”.Il senatore Pdl Valter Za-netta,. punta sul disegno di legge in discussione alla Commissione Bilancio del senato, di cui lui è primo firmatario. Testo nel quale si ribadisce il sostegno al-le attività prima ancora che quello agli enti locali. “Ad esempio – spiega – con una fiscalità differenziata per chi nei comuni montani mantie-ne un esercizio pubblico so-prattutto in quelle aree, ed è questa la novità che speria-mo di riuscire ad introdurre, in difficoltà che dovranno essere indicate come mar-ginali”. Un disegno di leg-ge (n.2668), che il senatore auspica diventi legge entro l’inizio del prossimo anno, e che come obiettivo ha pro-prio quello di salvaguarda-re, valorizzare e tutelare i territori montani, allo sco-po di compensare il “gap” esistente rispetto ai territo-ri definiti “non montani”. Prevede l’individuazione dei Comuni montani ad al-ta marginalità (in Piemonte già individuati) e una serie di interventi a sostegno dei paesi diretti a limitare gli squilibri economici e socia-li. Tra i criteri fondamenta-li anche una delega al Go-

verno per l’emanazione del codice della legislazione in materia della montagna. Istituisce il Fondo naziona-le integrativo per i Comuni montani, si occupa anche di sanità con facilitazioni rivol-te a favorire la fornitura di servizi sanitari adeguati an-che nei territori montani. Af-fronta tutti gli ambiti, dalle detrazioni fiscali per i figli a carico di chi vive nelle terre alte alle regole per le scuo-le di montagna allo scopo di impedirne la scomparsa e il sostegno all’associazioni-smo sociale. E sul versante finanziario prevede il ripri-stino del fondo nazionale per la montagna portando-lo a 150milioni. Questo è il futuro, per il passato il se-natore rivendica azioni po-sitive che “il Parlamento ha comunque messo in atto a favore della montagna”. “Non si può dibattere sulla promozione dello sviluppo economico della montagna (che produce comunque il 16% del Pil nazionale), co-me strada maestra per arre-stare lo spopolamento della stessa, senza tener conto del-le significative diversità di trattamento esistenti attual-mente tra territori montani aventi le stesse caratteristi-che”. Esordisce il vercellese onorevole Luigi Bobba, Pd. Elemento imprescindibile,

secondo Bobba, per svilup-pare un ragionamento serio sulla montagna è quello del “sovraccosto” per la produ-zione dei servizi nei territo-ri che, per conformazione morfologica e configura-zione geografica, corrispon-dono alle cosiddette “Terre alte”. “È del tutto evidente – sostiene – che organizzare un qualsiasi servizio in aree scarsamente antropizzate, con vie di comunicazione limitate dalle asperità del territorio, soprattutto in in-verno, presenti costi ben più elevati di un analogo servi-zio organizzato in città. Tale principio, che è stato rico-nosciuto anche nell’ordina-mento europeo, deve essere tenuto in considerazione in tutte le iniziative che posso-no essere intraprese a favo-re della montagna”. Ritie-ne che le Comunità Monta-ne debbono puntare molto sull’esercizio associato di funzioni e servizi comunali. “Un modo concreto – evi-denzia – per rispondere ai bisogni dei piccoli Comuni che, anche in funzione del “falso federalismo” voluto dalla Lega Nord, rischiano la bancarotta e, soprattutto, per aiutare le persone che vivono in montagna, le qua-li sempre in termini di pari-tà di condizioni di accesso a “servizi elementari”, sono

fortemente penalizzate nei confronti di coloro che vi-vono in altre realtà geogra-ficamente diverse del nostro Paese”.Per Osvaldo Napoli, depu-tato del Pdl successore di Sergio Chiamparino al-la guida dell’Anci in attesa del prossimo congresso “un adeguato piano di interven-to per l’ambito montano non può non essere connesso ad un’attenta e puntuale analisi del territorio di tutta la Re-gione Piemonte. Questo im-plica innanzitutto una stretta sinergia fra tutti gli Enti che a vario titolo partecipano per il benessere delle popolazio-ni”. Individua fra le opzioni attivabili per la salvaguardia del territorio la monitorizza-zione costante sullo stato dei luoghi, lo sviluppo dell’eco-nomia turistica, il manteni-mento delle eccellenze arti-gianali ed agricole. “Occor-re precisare che qualsiasi decisione che apporti delle migliorie in termini di svi-luppo e di servizi deve sem-pre tener conto – rimarca – del rispetto della natura ed una soluzione ideale per evi-tare ogni tipo di problemati-ca non può non prescindere da questi elementi: rispetto, conoscenza del territorio, operatività delle ammini-strazioni in sinergia fra loro e collaborazione con

Page 8: PieMonti giugno-luglio 2011

8

le istituzioni superio-ri quali Provincia e Regio-ne”. Suggerisce che che at-traverso “l’integrazione tra differenti settori dell’eco-nomia locale, l’uso di nuove tecnologie e di servizi inno-vativi, le popolazioni delle aree rurali possono promuo-vere percorsi di sviluppo che vengono stimolati mediante azioni di mantenimento e creazione di nuove attività, valorizzazione delle risorse ambientali e culturali, mi-glioramento della qualità della vita, la cooperazione tra i territori, la costituzione di reti per divulgare le espe-rienze”. Auspica la collabo-razione fra enti che permette di portare avanti una politica di salvaguardia del territorio piemontese. “Gli ammini-stratori comunali – ricorda – sono coloro che vivono co-stantemente l’ambito locale e che possono davvero con-tribuire, attraverso il moni-toraggio costante e la siner-gia, a fornire a Provincia e Regione gli input necessari per operare scelte lungimi-ranti, che favoriscano il be-nessere e la qualità della vi-ta degli abitanti”. Rivendica che la “Regione Piemonte ha attuato una serie di azio-ni finalizzate a monitora-re le situazioni di eventua-le disagio e ha provveduto

ad agire con proprie risorse laddove ha individuato criti-cità e necessità, intervenen-do per garantire il benessere dei residenti e di chi si reca nelle zone montane per la-voro, per turismo e per altre attività”.“Concordo totalmente sul fatto che l’unica modalità organizzativa utile, affin-ché le Comunità Montane svolgano un servizio vero, è quella di configurarle co-me vere e proprie agenzie di sviluppo del territorio alpi-no, – è invece la posizione di Marco Calgaro, torinese deputato dell’Udc – e che si qualifichino come sogget-ti realmente specializzati in questo campo. È vero che in Piemonte molte comunità montane svolgono egregia-mente questa attività, ma è altrettanto vero che in molti casi è possibile fare di più e meglio e che se si tiene con-to della situazione naziona-le il quadro è meno roseo”. Anticipa che sta lavoran-do ad una proposta di leg-ge che prevede sgravi fiscali rilevanti per chi gestisce at-tività commerciali in zone montane disagiate e insie-me ad altri sta ragionando sui criteri da inserire nella proposta, in quanto il pro-blema, soprattutto in queste fasi di ristrettezza economi-

ca, è quello di scoraggiare i furbetti, non ampliare ec-cessivamente la platea dei fruitori e fornire un servizio vero allo sviluppo dei ter-ritori montani. E invita “se qualche amministratore mi può dare dei buoni consigli gliene sarò grato. Penso che più che sui trasferimenti bi-sogna ragionare su una se-rie di servizi di base come scuole, ospedali di comuni-tà, scuolabus, uffici postali multiservizi, asili che possa-no essere cofinanziati dallo stato dopo presentazione di progetti ad hoc che rispetti-no parametri di efficienza e di utilità naturalmente com-misurati alla situazione par-ticolare cui sono destinati e ad una precisa progettua-lità”. Anche per Giorgio Merlo, deputato Pd di Pine-rolo “La politica della mon-tagna rientra tra i temi del-la politica nazionale e delle nuove politiche dell’Unione Europea che mira a salva-guardare con interventi de-terminanti a difendere l’am-biente, le attività produttive della montagna e le comu-nità che vivono ancora sui territori montani”. Riferisce che all’ordine del giorno dell’attività legislativa della Camera ci sono in atto prov-vedimenti, disegni di legge, risoluzioni che vogliono af-

frontare alcuni temi essen-ziali per il mantenimento e la sopravvivenza dell’habi-tat della montagna. Elenca quali sono gli orientamenti a cui si richiamano: 1) difesa e tutela dei comuni monta-ni sia sollecitando l’unione tra gli stessi sia sostenendo con finanziamenti particola-ri le modeste risorse dei bi-lanci comunali; 2) la legge sui piccoli comuni, che è in una fase approvativa, preve-de moltissimi interventi per i comuni montani soprattutto per quanto riguarda i servi-zi e le politiche di alleggeri-mento del carico fiscale per i cittadini residenti in quelle comunità; 3) bisogna sem-plificare la legislazione vi-gente e avviare ed aggior-nare le legge sulla montagna per evitare sovrapposizioni e confusioni di interventi. “La montagna e i comuni mon-tani – conclude – hanno bi-sogno di essere riconosciu-ti centrali in una politica di sviluppo e di rinascita del-le aree più fortemente vul-nerate dalla geomorfologia dei territori”.Agostino Ghiglia, Pdl, tori-nese deputato, suggerisce di avere maggior fiducia nelle popolazioni montane, e da-re loro la facoltà di gestirsi. “Mantenere dei servizi de-centrati, di eccellenza e ge-stiti con criterio, – afferma – talvolta costa meno che non spostare tutto nelle metro-poli. Occorre usare il gettito fiscale prodotto nelle “terre alte” a favore esclusivo di dette terre, purché l’utilizzo di detti fondi, sia vincolato a servizi”.

\

Marco Calgaro Giorgio Merlo Agostino Ghiglia

Page 9: PieMonti giugno-luglio 2011

9

Cinque presidenti di Comu-nità montane, entrano a far parte del Cal, il nuovo

Consiglio delle Autonomie Lo-cali: Ugo Boccacci, presiden-te Comunità Montana Alpi del Mare (Cn), Andrea Coucou-rde, presidente Comunità Mon-tana Valli del Pinerolese (To), Giovanni Francini, presidente Comunità Montana Valli d’Os-sola (Vco), Sergio Primosig, presidente Comunità Montana Langa astigiana-Val Bormida (At), Paola Vercellotti, presi-dente Comunità Montana Val-le Sessera, Valle Mosso, Preal-pi biellesi (Bi). Hanno ricevuto voti anche Giovanni Pietro Na-ni, presidente Comunità Monta-na Appennino Aleramico Orbe-tengo (Al), Paolo Marchesa Grandi, presidente Comuni-tà Montana Due Laghi, Cusio Mottarone e Val Strona (Vb) e Maurizio Piatti, presidente Co-munità montana Valle del Cer-vo-La Bursch (Bi). “Il Consiglio delle Autonomie locali – ha spiegato il presiden-te del Consiglio regionale Vale-rio Cattaneo – è un organismo di raccordo e consultazione im-portante che, fin dai prossimi mesi, assumerà un ruolo fonda-

mentale in vista dell’attuazione del federalismo fiscale, affinché i provvedimenti della Regione vengano calibrati sulle esigenze del territorio”. Il Cal è compo-sto dai presidenti delle Provin-ce della Regione, i sindaci dei Comuni capoluogo di Provincia, 5 presidenti di Comunità mon-tane, 2 presidenti di Comunità collinari, 13 rappresentanti di Comuni con popolazione su-periore a 5mila abitanti, di cui almeno 3 rappresentanti di Co-muni montani, 20 rappresentanti di Comuni con popolazione in-feriore a 5mila abitanti, di cui 11 rappresentanti di Comuni mon-tani e 9 rappresentanti di Co-muni non montani, i presidenti regionali delle associazioni rap-presentative degli enti locali.“Il Cal è un organo importan-tissimo per dare voce agli enti locali piemontesi – commenta il presidente dell’Uncem Pie-monte, Lido Riba – Devo rin-graziare, a nome dell’Uncem che rappresenta le 22 Comunità montane piemontesi e 553 Co-muni montani, il presidente del Consiglio regionale Valerio Cat-taneo che sin dall’inizio del suo impegno alla guida dell’Assem-blea ha stretto un intenso legame

con gli enti. Il proficuo dialogo costruito finora con il Consiglio regionale e con la Giunta guida-ta dal presidente Roberto Co-ta, troverà ulteriori importan-ti spazi nel Cal. Sarà questo il luogo naturale in cui affrontare le grandi sfide, le problematiche e approntare nuove progettualità per il territorio. Il territorio mon-tano, con i suoi rappresentanti (5 presidenti di Comunità Montane e 14 amministratori di Comuni montani) sarà esprimere concre-te proposte volte allo sviluppo delle Terre Alte, per costruire, con il sistema istituzionale re-gionale, nuove filiere di crescita socio-economica”.

\

di Bruno Mandosso

CAL, la vocedegli enti localiIl 15 luglio, sono stati eletti i primi cinque componenti del Consiglio delle Autonomie locali del Piemonte (Cal), che si insedierà a settembre

Primo Piano

I sindaci eletti

Nel Cal, lunedì 25 luglio, sono stati eletti anche 14 sindaci. Per i Comu-ni montani con meno di 5.000 abitanti, fanno parte dell’assemblea

Elvio Rostagno, sindaco di Usseaux (To), Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana (Cn), Enrico Borghi, sindaco di Vogogna (Vb), Roberto Colom-bero, sindaco di Canosio (Cn), Vincenzo Caprile, vicesindaco di San Seba-stiano Curone (Al), Marina Carlevato, sindaco di Colleretto Castelnuovo (To), Pierangelo Carrara, vicesindaco di Boccioleto (Vc), Renato Chinea, sindaco di Garessio (Cn), Rodolfo Corda, sindaco di Crodo (Vb), Mauro Guglielmetti, consigliere di Locana (To), Roberto Veggi, vicesindaco di Alagna (Vc). Per i Comuni montani con più di 5.000 abitanti, eletti Claudio Corradino, sindaco di Cossato (Bi), Celeste Martina, assessore di Luser-na San Giovanni (To), Moreno Minacci, assessore di Villadossola (Vb).

Page 10: PieMonti giugno-luglio 2011

10

Le sinergie tra città e monta-gna possono dare ancora di più. Per questo motivo cre-do che Torino e le sue Alpi debbano rilanciare, insieme, quel patto che consentì cin-que anni or sono di creare le condizione per organizzare un evento, le Olimpiadi in-vernali, la cui eredità in ter-mini di immagine e attrat-tività del territorio costitu-isce oggi una delle risorse più preziose su cui possono contare Torino e il Piemon-te. Oggi e negli anni a veni-re credo che si possa lavo-rare insieme per potenziare le infrastrutture di comuni-cazione, la rete dei traspor-ti, che si possano progettare e sviluppare servizi in gra-do di attirare investimenti e favorire l’insediamento di nuove imprese e centri di ricerca. Si può collaborare in iniziative finalizzate alla salvaguardia dell’ambiente, così come promuovere le eccellenze dei territori, dai tesori storico-artistici della

città alle bellezze naturali della montagna. Ecco cosa si può fare: un patto tra ter-ritori fondato sulla collabo-razione a 360 gradi.Il territorio montano sop-porta il carico di grandi opere necessarie allo svi-luppo economico del Pa-ese: autostrade, ferrovie, elettrodotti, che compor-tano anche un “consumo” di ambiente. Ritiene op-portuno possa esistere un’ adeguata compensazione, che nasca dagli introiti del-le opere, e che sia destinata allo sviluppo del territorio montano? Alla montagna e al suo am-biente sono spesso richiesti grandi sacrifici. Mi pare però riduttivo pensare di risolvere la questione della compen-sazione ambientale esclusi-vamente da un punto di vi-sta finanziario. Anche sotto questo profilo certo, ma non solo. Penso che occorra so-prattutto lavorare sulla so-stenibilità degli interventi e

Piero FassinoIl nuovo sindaco di

“Torino città delle Alpi”Eletto sindaco di Torino, al primo turno, lo scorso mese di maggio

con quasi il 57 per cento delle preferenze, Piero Fassinoè nato 62 anni fa ad Avigliana, in valle Susa

Primo Piano

di Luigi Piccitto “Torino città delle Alpi” si affermò alla vigilia delle

Olimpiadi. Una capitale circondata dalle monta-gne. Il progetto non decol-lò, ma oggi, la montagna cerca un nuovo patto con la città, con le realtà urba-ne, che la aiutino a supera-re forme di colonizzazione delle risorse, avvenute in passato, e tagli di servizi per motivi di popolazione. Quali possono essere se-condo lei i cardini di que-sto patto? I numeri dicono che, negli ultimi anni, Torino ha scala-to molte posizioni nella gra-duatoria delle città italiane più visitate. Un successo sul fronte dell’industria turisti-ca che il capoluogo piemon-tese deve sicuramente con-dividere con la montagna e del quale, anche grazie alle positive ricadute dei Giochi olimpici del 2006, hanno be-neficiato entrambe. Certo, non si vive solo di turismo.

Page 11: PieMonti giugno-luglio 2011

Carlo Riva Vercellotti Il nuovo presidente

della Provincia di Vercelli

11

operare in modo da soddi-sfare le esigenze di sviluppo economico, salvaguardando al contempo l’ambiente e i diritti di chi vive e lavora nei territori alpini.La montagna da anni non chiede “elemosina” a Re-gione e Governo ma il di-ritto allo sviluppo. L’esem-pio classico è l’acqua, sia per usi potabili sia per usi idroelettrici: la montagna deve avere un giusto ri-conoscimento per quanto mette a disposizione, non crede? Un modo per non chiedere continuamente “assistenza” e per garan-tire un reale sviluppo con le risorse del suo territorio Dal governo nazionale, a quello regionale e fino agli amministratori locali, do-vrebbero tutti preoccuparsi di garantire ai territori mon-tani quelle risorse finanzia-rie necessarie allo sviluppo delle attività economiche. Sono d’accordo sul princi-pio che la montagna non può essere costretta a chiedere continuamente “assistenza” ad altri enti, ma deve inve-ce essere messa nelle con-dizioni di trovare anche da sé le risorse per far crescere le imprese insediate nel suo territorio.Servizi come scuole, ospe-dali, uffici postali, eserci-zi commerciali sono stati fortemente ridimensionati sulla base dei numeri del-la popolazione. Non sem-pre è un criterio corretto e così, in mancanza di servi-zi, la montagna continua a spopolarsi: secondo la sua grande esperienza politica e amministrativa, come si

possono affrontare que-sti problemi? Si possono pensare criteri diversi per ridimensionare i servizi e individuare anche delle particolari leggi ad hoc,

da finanziare con misure specifiche? Negli ultimi anni le crescen-ti difficoltà della finanza lo-cale hanno imposto sacrifici a tutti. Condizione che i co-

muni di montagna pagano in modo particolare con, come lei ha ricordato, un ridimen-sionamento dei servizi sulla base dei numeri che fanno riferimento alla popolazio-ne. Un metodo per misurare il bisogno di risorse che, a mio avviso, è corretto solo apparentemente e che può avere conseguenze deva-stanti per le comunità. Cre-do sia bene ricordare sem-pre che la montagna è fon-te di ricchezza, economica, culturale, sportiva, solo se è popolata. Tagliare la spesa pubblica e creare città fan-tasma non porta vantaggi a nessuno e, a conti fatti, nep-pure alle casse dello Stato. Serve grande attenzione e non si può troppo genera-lizzare, per cui non escludo che possa essere utile adot-tare in alcune situazione an-che leggi mirate.Cosa può chiedere il sin-daco di Torino ai sindaci di altri 1.205 Comuni pie-montesi – 314 sono quelli della sola Provincia di To-rino – di cui il 90 per cen-to piccoli o piccolissimi? Si possono pensare forme nuove di dialogo, confron-to, analisi dei progetti di sviluppi in corso?Chiedo agli altri sindaci di fare squadra e, insieme a Torino, di mettere in cam-po le risorse di cui ogni co-munità e ogni territorio di-spone. Sono convinto che, insieme, possiamo fare di Torino e del Piemonte una delle aree italiane ed euro-pee più capaci di attrarre in-vestimenti e, con essi, ga-rantire lavoro e benessere ai nostri cittadini.

\

Vercellotti, attivo in politica dal 1997, quando fu assessore del Comune di Gattinara con deleghe a cultura, sport, formazione, lavoro, volontariato e sociale, nelle elezioni provinciali del 1999 ha ricevuto molti consensi e un assessorato con deleghe simili. Tra i suoi impegni per la montagna: nel 2001 e nel 2002 l’arrivo in Valsesia dei Campionati europei e mondiali di canoa, e nelle Olim-piadi invernali del 2006 decine di milioni per il rifacimento degli impianti di risalita e di innevamento di Alagna e dell’alpe Mera, giunti a fine corsa, più altre opere minori realizzate nella cultura, come il sostegno al mondo walser. Eletto sindaco di Gattinara, nello stesso 2006 lasciò l’amministrazione provinciale, per poi tor-narvi lo scorso maggio, scaduto il mandato in Comune, in veste di presidente. Dal 2008 è anche presidente della società di gestione delle aree industriali gravitanti sul territorio tra Biella e Vercelli.Una riflessione sulle problematiche della montagna in Pro-vincia e qualche progetto?Per la nostra Provincia la montagna è importante, specie la Val-sesia, che fa la parte del leone nel nostro turismo. Ad Alagna, Scopello e Mera abbiamo dato sostegno massiccio al turismo invernale, anche grazie al collegamento con la Val d’Aosta, ma vogliamo lanciare anche quello religioso a Varallo e quello estivo dovunque ci siano bei posti da valorizzare, tipo col trekking. Altri progetti, sempre per lo sci, a Mera e ad Alagna, hanno un costo elevato, e in questi momenti di magra sono difficili da realizzare. Seguire la montagna con la massima attenzione resta però una priorità. L’alto Vercellese del resto è ben rappresentato in Provin-cia, con il presidente, il vice, un assessore con deleghe importanti e altri due consiglieri; quindi il peso politico della nostra monta-gna è significativo, anche se non dimentichiamo che il Vercellese è anche pianura.Nella sua giunta l’assessore a Montagna, risorse idriche, energia e turismo è il vicepresidente della Comunità mon-tana Valsesia Angelo Dago. Che contributo potrà dare?Grandissimo. Certo la bacchetta magica non l’ha nemmeno lui, ma Dago è un elemento attento e attivo, e lavora tempo pieno ai problemi della montagna. Tanto per dare un’idea dell’uomo: quando i pendolari avevano un problema di trasporti sulla tratta in pullman Alagna-Vercelli, egli, assessore ai trasporti nella giunta precedente, ha preso il mezzo alle 5 del mattino, ha verificato il problema, e in sette giorni l’ha risolto insieme all’Atap. Mi aspetto molto però anche dagli altri colleghi, quasi tutti giovani tra i 34 e i 45 anni, provenienti da esperienze amministrative locali.

\

Page 12: PieMonti giugno-luglio 2011

12

La green economy torna al centro del sistema-Italia e del sistema-Pie-

monte. “I risultati dei quesiti referendari riferiti ad acqua ed energia nucleare – spie-ga Lido Riba – aprono un nuovo percorso democratico in cui la montagna si trova a giocare una partita fonda-mentale della sua storia. Per-ché è nelle Alpi e negli Ap-pennini che si trova il natu-rale bagaglio di risorse che garantiranno il futuro stesso del Paese e del Piemonte. Nelle Terre Alte si trovano i nostri “pozzi di petrolio”, dal legno all’acqua. Biomas-se, fotovoltaico, idroelettri-co, eolico sono i settori che vedranno direttamente im-pegnate le Comunità mon-tane che la Regione ha vo-luto collocare come “Agen-zie di sviluppo del territorio montano”, riconoscendole

titolari di funzioni in mate-ria di energia e patrimonio forestale”. L’Uncem non si stancherà di ripeterlo: mol-te iniziative di aziende più o meno grandi, negli ultimi vent’anni, hanno considera-to troppo poco gli interessi veri della montagna. “Ab-biamo spesso denunciato le campagne di saccheggio delle risorse presenti nelle vallate alpine e appennini-che – prosegue il presidente della Delegazione piemonte-se dell’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani – Dalle operazioni speculative, nate anche gra-zie ai meccanismi nazionali di incentivazione della pro-duzione elettrica da fonti rinnovabili, non sono quindi nati processi di filiera, di cui abbiamo bisogno per creare sviluppo e nuovi posti di la-voro. Oggi vogliamo inver-tire questa tendenza”. Non a caso l’Uncem ha lanciato a marzo il “Bando energia” al quale hanno risposto 25 aziende del settore energie rinnovabili, interessate a fa-

re investimenti sul territorio montano mettendo in primo piano il territorio, per il qua-le è previsto un adeguato “ri-torno” economico capace di garantire sviluppo e posti di lavoro. L’Uncem Piemonte sottoscriverà con le impre-se accordi di collaborazione per la diffusione di impianti di produzione energetica rin-novabile nelle aree montane piemontesi.I fronti aperti dall’Uncem con le 22 Comunità montane piemontesi sono molteplici. In primo piano ci sono le bio-masse. In Piemonte ci sono 900mila ettari di foreste, la maggior parte in montagna, di cui due terzi gestibili per lo sviluppo della filiera le-gno. La Relazione program-matica sull’energia della Re-gione Piemonte stima una di-sponibilità massima di circa 2 milioni di tonnellate l’an-no di legno, ovviamente ri-spettando i criteri di massi-ma sostenibilità per il territo-rio e l’ambiente (non si tratta di taglio incontrollato, ma di corretta gestione forestale).

Green Economyla montagna al centro del sistemaeconomico piemontese e italiano

Comunità montane e Comuni protagonisti dello sviluppo del territorio. Chiusa la prospettiva nucleare, si apre nuovo percorso.

Con le Terre Alte pronte a fare la loro parte

di Marco Bussone

Primo Piano

Page 13: PieMonti giugno-luglio 2011

13

In media, ogni ettaro di su-perficie forestale può pro-durre circa 3 tonnellate di le-gno l’anno, nell’ambito di un piano di gestione forestale di 15 anni. Le recenti evoluzio-ni tecnologiche nei processi di valorizzazione energetica dalle biomasse, permettono di pagare la biomassa anche 80 euro la tonnellata, grazie agli incentivi che portano il prezzo dell’energia a 0,28 euro al chilowatt. Questo valore può ragionevolmente prevedere un rapido sviluppo di filiere locali. Già disponi-bili le tecnologie (le miglio-ri in Europa) con impianti di piccola taglia (sotto il me-gawatt elettrico), ottimali a 200 o 400 chilowatt elettri-ci di potenza. L’obiettivo è sempre portare gli impianti alle biomasse. Recenti stime effettuate dall’Ipla dimostra-no che, in ambiente monta-no, con l’energia prodotta da biomasse, si crea un posto di lavoro nella filiera del le-gno ogni quaranta chilowatt di potenza installata (dieci utenze domestiche) in un im-pianto a biomasse di nuova generazione (cogenerazio-ne, con produzione di ener-gia elettrica e termica).Sull’idroelettrico si gio-ca l’altra grande partita, in cui è necessario bloccare le pericolose spirali in cui so-no venuti a trovarsi Comu-ni e Comunità montane nel corso degli ultimi vent’an-ni, troppo spesso saccheg-

giate della risorsa idrica per grandi o piccoli impianti che solo in qualche caso hanno garantito uno sviluppo plu-riennale del territorio. La ca-pacità ancora insediabile in Piemonte è di 1.000 mega-watt, un quarto dell’esistente (3.500 megawatt nel 2007). La produzione idroelettrica vale oltre 1 miliardo di eu-ro l’anno in Piemonte, per i proprietari degli impianti che vendono l’energia. Al territorio, Comuni e Comu-nità montane, finora tornano solo 16 milioni di euro l’an-no (attraverso il meccani-smo dei sovracanoni). Cifre che l’Uncem ha denunciato come degne della peggiore “economia coloniale”. “So-no molte le società che sono pronte a impegnarsi su nu-meri ben diversi, che valo-rizzino la risorsa acqua, nel massimo rispetto ambienta-le, e che riportino al centro il valore del territorio mon-tano. Perché, se è vero che l’acqua è di tut-ti, la forza di gravità è solo del-la mon-t a g n a . N e l l e l o g i -che di sviluppo idroelettri-co – precisa Riba – devono essere tenuti alti i valori della società civi-

le e il ruolo della comunità nella gestione dei commons, i beni comuni da governare secondo modelli nuovi. Eli-nor Ostrom, premio Nobel per l’Economia, ci spinge a promuovere nuovi sistemi di gestione, in cui l’esproprio delle risorse – da parte di soggetti pubblici, piuttosto che di aziende private – va condannato e bloccato”.Per il fotovoltaico, i calcoli Ipla ci presentano 100 mila i metri quadrati di tetti espo-sti sugli edifici pubblici dei Comuni montani. Un tetto, in montagna, può produrre 150 chilowatt di energia, pari a 57 euro per metro quadrato. Un tetto con una normale su-perficie esposta di 200 metri quadrati consente un incas-so di 11.400 euro. Il prezzo è garantito per vent’anni. Gli impianti si possono realizza-re al prezzo, chiavi in mano, di 2.800 euro per chilowatt installato pari a circa 350 euro per metro quadrato. Per

un tetto di 200 mq, si tratta

di 70mila euro con u n ’ i n -c i d e n -za an-che per l ’ a m -m o r t a -m e n t o ,

calcolato su vent’an-

ni, di 3.500 euro. Ma è ne-

cessaria una programmazio-ne complessiva, integrata, con un’offerta più vantag-giosa possibile per i Comu-ni, attraverso l’attività di co-ordinamento delle Comunità montane.E per l’eolico, l’Uncem Piemonte ha già avviato la mappatura di luoghi idonei all’installazione di impianti piccoli (in molti casi singoli pali alti meno di dieci metri, con potenza inferiore al me-gawatt), in cui si sfruttano le continue correnti d’aria del-la montagna.“Questi dati confermano l’importanza del lavoro che le Comunità montane stan-no svolgendo, con il diretto supporto dell’Uncem, confi-guratosi come “sindacato del territorio montano” – afferma il presidente Lido Riba – La montagna acquisisce oggi un nuovo ruolo in quanto “pro-duttore” di risorse e anima della nuova green economy. Solo così si valorizzano i be-ni naturali, sanciti dal refe-rendum come pubblici nel-la proprietà e nelle forme di gestione. Con la Giunta e il Consiglio della Regione Pie-monte continuiamo un dialo-go proficuo attorno a queste grandi opportunità di svilup-po che sapremo valorizza-re nel modo migliore a van-taggio dell’intera collettivi-tà. Questo è il nostro grande impegno, che confermiamo oggi: viviamo per lo svilup-po della montagna”.

Page 14: PieMonti giugno-luglio 2011

14

Sono molte le Comuni-tà che negli ultimi me-si hanno deciso di cre-

are un nuovo sito internet, o di rifare quello vecchio. E in questa fase di restyling, di costruzione di una nuova immagine, per molti ammi-nistratori gli obiettivi sono diventati due. Dare servizi e informazioni pratiche agli utenti che hanno bisogno di interagire con le Comunità, aiutandoli a districarsi con la burocrazia, ma anche – e questa è la novità – trasfor-mare i portali in strumen-

ti di promozione delle pro-prie terre per attrarre turisti di tutte le età. Il sito inter-net come specchio e racco-glitore di ciò che una valle può offrire. Dalla natura allo sport, dai prodotti tipici alle manifestazioni culturali, dal-le offerte di lavoro alla ricet-tività. Andrea Coucourde, presi-dente della Comunità mon-tana del Pinerolese, ha de-ciso di puntare sul concetto che oggi il turismo ha più facce. “Il nostro sito www.cmpinerolese.it – spiega – è stato rifatto recentemente, con elementi nuovi, in ba-se all’accorpamento delle

precedenti comunità. È utile perché la nostra

comunità ha delle vallate, un ter-

ritorio e un ambiente da valorizza-re e da sal-

vaguardare. Quindi serve per

catturare l’attenzio-ne dei turisti. Il no-stro è un turismo variegato: la nostra

zona attira appassio-nati di mountain bike,

amanti del trekking, per-

sone che scelgono alberghi per rilassarsi. Abbiamo due parchi regionali e due pro-vinciali. Ecco, il web aiuta non solo a disporre di mol-te informazioni ma anche ad avere una visione d’insieme del nostro patrimonio natu-ralistico”. Il sito ha il tradut-tore automatico in inglese e francese e la versione ac-cessibile per gli ipovedenti. Molto utile, sulla fascia sini-stra, l’elenco dei comuni che aprono alle pagine delle va-rie realtà locali. Particolar-mente ricca la sezione delle Valli Chisone e Germanasca, con i settori “Dove mangia-re e dormire”, “Andare in vacanza con i bambini”, “L’escursionismo e le atti-vità invernali”, “Il folklore”, “Gli sport invernali e la gui-da alle località turistiche”. Giovanni Francini, presi-dente della Comunità mon-tana Valli dell’Ossola, ha deciso di puntare sul web a 360 gradi. Migliorare il sito istituzionale, www.cmvo.it e “attivare un punto internet a Santa Maria”. Un luogo ac-cessibile a tutti per navigare gratis in mezzo alla natura. “Abbiamo deciso di riapri-lo – racconta – passando al

Internet e Facebook, rivoluzione interattiva

Dopo l’evoluzione in agenzie del territorio, le Comunità montane piemontesi si rifanno il look. Partendo dal web,

il mezzo più innovativo per comunicare.

di Elisa Sola

Attualità

Page 15: PieMonti giugno-luglio 2011

15

wireless. Sarà pronto per il mese di agosto e aperto a tut-ti i visitatori, turisti e citta-dini che vorranno connetter-si gratuitamente e navigare sul web. Basterà registrarsi compilando un modulo e il servizio sarà accessibile”. Il portale delle valli dell’Os-sola è semplice e ben orga-nizzato. In evidenza la si-tuazione, in tempo reale e all’insegna della massima trasparenza, degli appalti e dei bandi di gara, con descri-zione e termini di scadenza. Vicino alla cartina geografi-ca dell’area della comunità, c’è la web cam sulle princi-pali località. Anche in que-sto caso molto spazio dedi-cato al turismo, con le se-zioni “Guida”, “Ricettività”,

“Cultura”, “Natura e sport”, “Ospitalità”: E ancora l’area “Benessere e relax”, tut-te le informazioni utili per un soggiorno alle Terme di Premia, Crodo e Bognanc, e “Bellezze della natura”, con i collegamenti ai parchi Alpe Veglia Devero, alle Cascate del Toce e all’Oasi naturale

Bosco Tenso. Molto innovativo il proget-to della Comunità montana Valle Grana e Maira. Il pre-sidente, Roberto Colombe-ro, ha deciso di investire su un bando di gara per fare un signor sito, unificando i due precedenti delle ex Comuni-tà. “Subito dopo l’estate – spiega – il portale sarà pron-to. Ma oltre a quello istitu-zionale puntiamo molto su un sito dedicato alla sentie-ristica. Pensiamo di fare al-tri bandi per questo proget-to. Il sito istituzionale serve a dare visibilità ai comuni e ai servizi. Dev’essere molto sobrio e semplice da usare per essere davvero funziona-le. Per investire sul turismo invece, puntiamo sul secon-do portale cercando di fare

vetrina. Quello della sentie-ristica sarà il vero sito del-la valle, dedicato all’escur-sionimo. Non solo imma-gine ma anche e soprattutto strumento pratico per chi fa cammina”. Maurizio Piatti, presiden-te della Comunità montana Valle del Cervo-la Bursch pensa ad aprire “un portale di tutta la valle”.“Con i co-muni – specifica – la comu-nità montana, le pro loco, ogni ente con la sua parte ma tutti insieme. Per fornire in un’unica realtà web le infor-mazioni più utili soprattutto per il turismo. Penso alle va-rie manifestazioni per esem-pio. Per ora comunque, ini-ziamo il restyling del nostro sito istituzionale (www.val-lecervo.it), che è in

Andrea Coucourde

Pierpaolo Varrone Vincenzo Caprile

Giuseppe Boasso

Maurizio Piatti

Se clicchi su “Mi piace”...

Sono quelle delle Valli Orco e Soana e delle Valli dell’Ossola le Comunità montane più interattive del Piemonte. Oltre al

sito istituzionale infatti, hanno deciso di aprirsi al mondo dei social network aprendo una pagina su face book. La prima ha una pagina che piace a 798 persone. C’è anche il collegamen-to a Orso tv, la prima e unica web tv creata da una Comunità montana piemontese, anch’essa dotata di una propria pagina face book. Ricca la bacheca, con tutti gli appuntamenti e le notizie più importanti taggate, con i commenti degli amici del web. Bella la photogallery, con le immagini dei paesaggi e quelle delle manifestazioni più importanti. La Comunità montana Valli dell’Ossola ha 762 amici, tra l’altro molto attivi nel segnalare iniziative e problemi pratici. “Perché la Comunità montana non sollecita l’Anas a pulire un po’ la superstrada che da Gravellona toce porta a Domodossola??” chiede per esempio Paolo Rigotti, un utente. Molti i ringraziamenti “per l’amicizia”. Anche alcu-ni presidenti di Comunità si sono “lanciati” su facebook iscri-vendosi personalmente. Sandro Plano della Val di Susa, con 931 amici, Roberto Colombero della Valle Grana e Maira (422 amici), Paola Vercellotti delle Valli Sessera, di Mosso e Prealpi biellesi (276 amici) e Sergio Primosig della Langa astigiana e Val Bormida (61 amici).

Page 16: PieMonti giugno-luglio 2011

16

fase di allestimento, anche se tutte le informazio-ni di servizio sono comun-que accessibili”.Permettere ai navigatori di interagire direttamente con gli organizzatori di iniziative sportive e culturali è l’obiet-tivo del nuovo portale della Comunità Valle Stura (www.vallestura.net).“Il sito è stato rivisto con un taglio di comunicazione più rivolto alla promozione dell’ambiente – specifica il presidente Pierpaolo Var-rone – e della natura. Molte quindi le informazioni sulle camminate, sull’escursioni-smo, lo sci per l’inverno. Ul-timamente puntiamo molto sull’iniziativa Bici in valle Stura. L’utilità del sito è che bus e navette per partecipare sono prenotabili online. An-che la sezione ricettività ha le foto, gli indirizzi e i contatti di hotel e bed and breakfast”. Ben fatta parte rivolta allo sport, divisa in alpinismo, arrampicata su ghiaccio, ca-noa, equitazione, mountain bike e pattinaggio sul ghiac-cio. E ancora rachette da ne-ve, sci alpinismo, sci alpino sci nordico e trekking. Ci so-no tutte le informazioni dei percorsi e le indicazioni per percorrerli. La Comunità montana Ter-re del Giarolo ha messo in piedi un progetto di rinno-vamento del sito sfruttando le idee dei più giovani. “Ab-biamo quasi finito il lavoro – racconta il presidente Vin-cenzo Caprile – cerchiamo di implementare le novità fa-cendoci aiutare dai ragazzi della Consulta giovani della

Comunità montana. Abbia-mo capito che sul web si de-ve puntare e il nuovo portale sarà ancora più innovativo del precedente. comprende la parte della promozione del territorio, dei prodotti tipici, dell’ospitalità e del turismo. Anche su facebook apriremo un a pagina con la Consulta giovani e sia sul sito che lì ci sarà spazio per la discussio-ne interattiva con gli utenti”. L’interattività è un concetto che ha colto anche la Comu-nità montana Alto Tanaro, Cebano e Monregalese. Nel nuovo portale, ancora in co-struzione (www.vallinrete.org/) campeggia sulla fascia sinistra un test per i naviga-tori. Li si invita a rispondere alla domanda “Quali infor-mazioni ritieni ti siano sta-te più utili?” e a scegliere tra le varie sezioni del sito. Un modo per “farsi aiutare” in modo costruttivo nella rea-lizzazione del nuovo porta-le. “Abbiamo fatto un nuovo sito – spiega Giuseppe Bo-asso, presidente della Co-munità – primo per accorpa-re le tre realtà precedenti an-te-riforma. Da qui si è partiti con un progetto pensato per un’utenza larga e all’altezza dei tempi. Oggi oltre che for-nire servizi, un sito serve per catturare l’attenzione. Se la comunità montana è agenzia del territorio allora lo scopo online è sviluppare all’ester-no le offerte che il territorio dà. Turismo, manifestazioni ma anche offerte di lavoro. Informazioni sui comuni. Dalle prime risposte il lavo-ro piace. Ora penseremo an-che a facebook”.

\

Page 17: PieMonti giugno-luglio 2011

17

Lo sviluppo economico è strettamente legato al settore energetico, perché

l’energia è sia un bene comu-ne, che è condiviso dall’intera società, sia un diritto indivi-duale, che aumenta le capabi-lities personali (Sen, 2005). In questo senso, l’energia fornisce la possibilità di auto-accresci-mento personale, ma anche di sviluppo locale a livello regio-nale e di (in)dipendenza geo-politica a livello nazionale. Quindi, la vita degli individui e le sue aggregazioni, come, per esempio, quelle aziendali e i loro scambi interni ed esterni, sono pervase dall’uso di ener-gia, che ne determina in modo preponderante il loro impatto sull’ambientale (Mirata, 2005). L’approccio sistemico indaga i flussi in modo olistico per de-finire le connessioni nascoste tra gli elementi (Capra, 2002) e per trasformare output in in-put con benefici economici, so-ciali e ambientali (Pauli, 1996). Il design può assumere come proprio questo innovativo ap-proccio di progetto dei flussi di materia e di energia indagando

le trasformazioni positive nei processi produttivi e diventare così Design Sistemico (Bista-gnino, 2009).La produzione di energia è cru-ciale per lo sviluppo economi-co e l’intento di questa tesi è la progettazione e verifica di un modello che permetta di incrementare i suoi benefici nel rispetto dei principi etici di responsabilità, precauzione e soprattutto di beneficialità (Sgreccia, 2007). Le fonti che rispondono a questi principi sono quelle rinnovabili (bio-masse...) e perpetue (sole, ac-qua...), tra le quali solo quelle rinnovabili possono applicare il principio del Design Sistemico per il quale l’output di un siste-ma diventa input per un altro.In conclusione, è stato proget-tato un modello e testato in un’azienda cuneese (Agrindu-stria snc), attraverso una par-ticipatory research che ha mi-gliorato il modello teorico at-traverso la sua applicazione. In questo modo i risultati sono stati sia sul piano teorico, con un modello di produzione di energia verde flessibile e diffu-

so sul territorio, sia sul piano pratico, con un progetto pilota replicabile. E ‘dimostrato che questo tipo di produzioni con impianti di piccole dimensioni e distribuiti sul territorio hanno benefici ambientali (utilizzo di risorse rinnovabili), economici (indipendenza) e sociali (nuovi posti di lavoro). Quando le re-lazioni tra i materiali, l’energia, le persone e le loro conoscenze sono mappati in modo chiaro, si possono progettare flussi ef-ficienti e percorsi verso la so-stenibilità.

\

Reti energetiche per lo sviluppo

Attualità

Chi è Silvia Barbero

Dottore di ricerca in Sistemi di Produzione e Design Industriale presso il Politec-nico di Torino, Silvia Barbero si è laureata in Design del Prodotto Ecocompati-

bile nel 2004 e ha conseguito il Mater Internazionale di II livello in Systems Design. Nell’attività professionale e nella didattica coniuga gli interessi personali verso l’ecodesign e la sostenibilità ambientale. Dal 2005 è docente di requisiti Ambientali del Prodotto Industriale nel Corso di Laurea in Progetto Grafico e Virtuale (Facoltà di Architettura 1, Politecnico di Torino). Collabora con Agrindustria snc di Cuneo e l’International Labour Organization (ILO – ONU), per l’applicazione del paradigma sistemico alla produzione industriale. La sua peculiarità è quella di usare un ap-proccio integrato per coordinare gli aspetti sociali, ambientali, economici e le nuo-ve tecnologie nel campo dell’energia rinnovabile in economie locali distribuite. Nel giugno 2010 è socia fondatrice di Plug, associazione culturale no-profit, che ha l’in-tento di far emergere gli aspetti etici sociali e l’ambientali nel mondo della grafica.

Teoria (design Sistemico) e pratica (casi di studio) combinate in un’analisi trasversale per la progettazione e la cornice lavoro di test per aumentare la produzione di bioenergia. Intervento di Silvia Barbero, tratto dalla tesi del Dottorato di Ricerca in Sistemi di Produzione e Design Industriale; relatore, il professor Luigi Bistagnino

di Silvia Barbero

Page 18: PieMonti giugno-luglio 2011

18

blemi che non hanno lasciato indifferente monsignor Ce-sare Nosiglia, da otto mesi arcivescovo di Torino. E così, dopo molteplici incontri con i sacerdoti e anche con gli am-ministratori locali, Nosiglia ha scelto di salire nelle Valli per conoscere di persona si-tuazioni e problematiche che si sono abbattute sui residen-ti nelle montagne più vicine a Torino, da sempre meta di quel “turismo di prossimità” che ha soppiantato la leggen-daria villeggiatura di inizio Novecento.L’appello dell’arcivescovo è stato netto: fare squadra. Ri-cercare l’unità, anche quan-do le prospettive e le idee so-no diverse. Con dei punti fer-mi. “Nella razionalizzazione dei servizi – ha detto sabato 9 luglio a Lanzo, di fronte a centro amministratori locali, di Comunità montana e Co-muni, ma anche ai rappresen-tanti di Regione Piemonte e Provincia di Torino – vanno tenute presenti le specifici-tà delle montagne, che per-mettano di evidenziarne al meglio le risorse culturali, sociali, civili, religiose, fa-

vorendo le condizioni affin-ché la popolazione resti qui, a beneficio del territorio pro-vinciale e regionale. Per que-sto dal prossimo anno impo-steremo anche una strategia di sostegno per le parrocchie della montagna. I preti qui sono molto generosi. Parroc-chie, Comuni, scuola e tutte le realtà sociali devono unir-si”. “Avvieremo concreti ta-voli operativi di dialogo. La Chiesa farà la sua parte – ha concluso Nosiglia – Alzando anche la voce se necessario e non dimenticando l’impe-gno per la giustizia e il pro-gresso della società. Recu-perando la cultura del bene comune. Dio scrive in grande ciò che noi scriviamo in pic-colo. Crediamoci insieme”. “Parole incoraggianti”, se-condo Lido Riba, presidente dell’Uncem, e molti sinda-ci presenti. “Siamo pronti a unirci per valorizzare i ter-ritori montani. Nosiglia ha ragione e lancia un appello che sicuramente non faremo cadere”. Tra i malati dell’ospedale, tra i lavoratori della cartiera di Germagnano, con i genitori

Monsignor Nosiglia: “Unità per lo sviluppo”

Dall’Arcivescovo di Torino in visita nelle Valli di Lanzo, parole incoraggianti per valorizzare i territori montani, evitando

la crisi del lavoro e dei servizi sanitari e scolastici

Attualità

di Marco Bussone Una grande azienda mes-sa in liquidazione, un piccolo ospedale a ri-

schio per i ridimensionamen-ti dell’assetto sanitario pie-montese, un sistema scolasti-co con numeri troppo ridotti per sopravvivere ai piani di taglio approntati a docenti e personale, a livello naziona-le. Le Valli di Lanzo soffrono oggi non solo per la congiun-tura economica negativa in tutto il Paese, ma, come in al-tre aree montane piemontesi, patiscono le ferree regole dei numeri e vedono i loro prin-cipali servizi – lavoro, scuola, assistenza sanitaria – messi in discussione. A rischio. Pro-

Page 19: PieMonti giugno-luglio 2011

19

e le famiglie che ogni gior-no mandano i figli a scuola in uno dei plessi delle Val-li. “La scuola è una realtà educativa fondamentale per il progresso culturale. Ser-ve un’alleanza – ha spiegato Nosiglia – una corresponsa-bilità educativa che veda pre-senti le famiglie, gli oratori, le associazioni”. “Il nostro è un caso emblematico quando si parla di tagli alla scuole di montagna – ha sottolineato Marisa Bianco, una mam-ma, all’Arcivescovo, sedu-to nella sala della Comunità montana a Lanzo – Qui l’isti-tuzione scolastica non dà so-lo formazione, ma un contri-buto fondamentale all’iden-tità culturale”. Una forma aggregativa indispensabile in quindici Comuni con me-no di mille abitanti, sparsi in tre diverse vallate.Alla cartiera di Germagna-no, i rotoli bianchi sono an-cora attaccati ai rulli. Fermi. Non girano da mesi le gran-di macchine della fabbrica lungo la strada che dal pae-se si arrampica verso le Val-li di Lanzo. Aggirarsi nei ca-pannoni passati di mano tra grandi gruppi imprenditoriali italiani ed esteri, mai riusciti a rilanciare l’impianto, oggi fa impressione. “Per noi, la Cartiera è come la Fiat per Torino”, ha spiegato Sergio Geninatti Togli, assessore del Comune di Lanzo, al ve-scovo e all’assessore regio-nale al Lavoro Claudia Por-chietto. “Abbiate coraggio e

speranza – ha detto Nosiglia rivolto ai lavoratori – Resta-te uniti tra voi. La chiusura di questo impianto sarebbe molto negativa per le Valli. La montagna soffre di più ri-spetto ad altre realtà e la di-retta conseguenza della per-dita di posti di lavoro, è lo spopolamento. Unito a tanti altri problemi”.Le parole di monsignor No-siglia, Arcivescovo di Tori-no, pronunciate a Lanzo, so-no particolarmente incorag-gianti e chiedono a tutte le istituzioni un nuovo sforzo per organizzare lo sviluppo socio-economico dei territo-ri montani. “Nosiglia ha evi-denziato come sia importan-te uno sforzo da fare oggi con tutti gli enti locali, Comuni, Comunità montane, Provin-cia, con la Regione Piemon-te, con le parrocchie, con i sindacati, con le istituzioni e le associazioni di volonta-riato, ma anche con chi vive e opera nelle Terre Alte per

trovare insieme le soluzioni a molteplici e complesse pro-blematiche che queste Valli, come molte altre aree mon-tane del Piemonte, si trova-no ad affrontare”, evidenzia Riba. La visita spinge a in-dividuare strategie economi-che e politiche capaci di dare risposte al naturale bisogno di servizi nelle aree montane, frenando lo spopolamento e permettendo un rilancio eco-nomico che guardi in primo luogo alle risorse – naturali e umane – messe a disposizio-ne dal territorio. Un progetto che è puntuale e complesso, a cui l’Uncem lavora da mol-ti anni e che, con la rinnovata unione di intenti e di lavoro auspicata da monsignor No-siglia a nome della Chiesa torinese e piemontese, trova nuovo slancio.Nosiglia ha centrato le pro-blematiche che riguardano servizi sanitari, scolastici, domanda di lavoro. I crite-ri per eventuali ridimensio-

namenti non possono essere gli stessi nelle aree montane rispetto alle aree urbane. Ri-conoscere la specificità del-le Terre Alte, come lo stes-so Arcivescovo di Torino ha invitato a fare, è la grande sfida per permettere ai citta-dini della Comunità monta-na Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone e di altre aree montane, di non sentirsi di “serie B”, rispetto a chi vive in città. La difesa e lo svilup-po dell’ospedale di Lanzo – come quelli di Cuorgnè, Ce-va, Avigliana -, di una gran-de azienda come la cartiera di Germagnano, il manteni-mento dei plessi delle scuole nei piccoli Comuni di mon-tagna, sono indispensabile affinché territori – troppo spesso considerati marginali – tornino al centro del siste-ma produttivo. “In Piemonte vi sono 553 Comuni montani e 22 Comunità montane, che rappresentano un milione di abitanti e il 55 per cento del territorio della regione. So-no una grande potenzialità ed è qui che, valorizzando le risorse endogene del terri-torio, come quelle connesse alle energie rinnovabili, pos-sono nascere decine di nuo-vi posti di lavoro. In questa direzione – prosegue Lido Riba – andrà la piattaforma che presenteremo nei prossi-mi giorni con le prospettive occupazionali nel breve e nel medi periodo nelle vallate al-pine e appenniniche piemon-tesi”.

\

Monsignor Nosiglia esce dall’Ospedale di Lanzo. In alto, con i sindaci; a sinistra, con i lavoratori della cartiera di Germagnano.

Page 20: PieMonti giugno-luglio 2011

La promozione dei ter-ritori montani è uno dei grandi obiettivi a

cui gli enti locali e l’Uncem stanno lavorando. Lo svi-luppo delle Terre Alte passa anche dalla capacità di mo-strare all’esterno, attraverso i media, il lavoro di ogni gior-no, i progetti e le azioni sul territorio coordinate da Co-muni e Comunità montane. La Giunta dell’Uncem ha dato il pieno sostegno al progetto lanciato da Telecu-pole (www.telecupole.com) con AlpChannel (www.al-

pchannel.it), per la nascita di un nuovo canale televisi-vo al servizio della promo-zione dell’Arco alpino pie-montese. Partner dell’ini-ziativa sono Telecupole, Alp Channel, Tv8 Mont Blanc, Télé Locale Provence, Tele Grenoble e Blink. Si trat-ta di una piattaforma bilin-gue – in italiano e francese – che nasce nell’ambito del-la collaborazione europea e transfrontaliera. L’esperien-za di precedenti progetti ha dimostrato il grande valore della diffusione incrociata di servizi e reportage prodotti dall’Italia e dalla Francia. Il palinsesto del nuovo canale sarà costruito attorno ai temi dello sviluppo dei territori e all’attualità: turismo, econo-mia e produzioni locali, vita e lavoro sulle Alpi, culture della montagna, ambiente e natura, sport e avventura, green economy ed energie rinnovabili. Le produzioni verranno tra-smesse sulla rete digitale terrestre, sulla web tv Alp Channel, su un nuovo cana-le digitale tematico di Tele-cupole, interamente dedica-

to alle terre Alte e al mon-do agricolo e rurale. Ampio spazio potranno trovare i progetti di Comuni mon-tani e Comunità montane piemontesi, con iniziative, calendari di manifestazio-ni, cronache di eventi e pre-sentazione di progetti socio-economici.L’Uncem ha scelto di pro-muovere il progetto e ha chiesto a tutti i presidenti delle Comunità montane e a tutti i sindaci dei 553 Comu-ni montani piemontesi di dif-fondere la petizione per la na-scita della tv transfrontaliera, vettore di promozione socia-le, economica e culturale dei territori. Presso le sedi degli enti, potranno firmare tutti gli amministratori pubblici degli enti locali, i dipendenti, i col-laboratori e i nostri concitta-dini. Nel periodo estivo non mancheranno occasioni di incontro con un gran numero di persone, a cui sottoporre la petizione. Un alto numero di firme certificherà l’importan-za del progetto e sarà la base per il massimo sostegno da parte degli enti pubblici su-periori.

\

Le Terre Altesul piccolo schermo

L’Uncem Piemonte sostiene l’iniziativa lanciata da Telecupolecon Alp Channel per creare un canale dedicato

alla montagna e all’agricoltura

Attualità

20

di Marialaura Mandrilli

Page 21: PieMonti giugno-luglio 2011

Dopo gli spettacoli nel mese di luglio, prosegue sino al 28 agosto la quin-

ta edizione della rassegna tea-trale “Voci dei luoghi: Guerra e Resistenza 1940-1945. Lettu-ra e Musica” che in due mesi porta 25 spettacoli nelle piazze di 24 Comuni piemontesi. La manifestazione è organizzata dal Consiglio regionale attra-verso il Comitato Resistenza e Costituzione, in collaborazio-ne con l’analogo comitato del-la Provincia di Torino, l’Un-cem Piemonte e le compagnie teatrali Assemblea Teatro, Accademia dei Folli, Tekhné e Compagnia 3001. “Con questa rassegna – spiega il presidente del Consiglio re-gionale Valerio Cattaneo -toc-chiamo tutto il territorio regio-nale e conserviamo la memo-ria storica della Resistenza: è un dovere del Consiglio regio-nale. La pagina resistenziale è fondamentale per il Paese ed è un bene che queste iniziative siano rivolte soprattutto ai gio-vani». Renzo Sicco, direttore artistico di Assemblea Teatro, a nome delle quattro compa-gnie teatrali coinvolte eviden-zia come “in questi cinque an-

ni di lavoro, noi compagnie ab-biamo raccolto talmente tanto materiale per gli spettacoli di Voci dei Luoghi, da diventare noi stesse archivi storici sulla Resistenza”.

Il calendario degli spettacoli ad agosto prende il via marte-dì 2 alle 21, con lo spettacolo di Assemblea Teatro a Fros-sasso (Cm Valli del Pinerole-se), in piazza Donatori di San-gue. Venerdì 5 alle 21, spetta-colo di Tékhné a Vesime (Cm Langa Astigiana Val Bormi-da), in piazza Vittorio Vene-to. Domenica 7 alle 15 Assem-blea Teatro ad Alto (Cm Alto Tanaro, Cebano Monregalese) in località Madonna del Lago. Mercoledì 10 alle 21, Tékhné a Ostana (Cm Valli Po, Bron-da, Infernotto e Varaita) nella sala consigliare del Comune. Giovedì 11 alle 21 Tékhné ad Alpette (Cm Valli Orco e Soa-na), nel teatro comunale. Sa-bato 13, alle 21 Accademia dei Folli a Boccioleto (Cm Valse-sia) in via Zali. Martedì 16 alle 21 a Vinadio (Cm Valle Stura) Tékhné nel Parco del Forte di Vinadio. Mercoledì 17 alle 21 Tékhné a Valgioie (Cm Valle

Susa e Valsangone) in Borga-ta Chiappero. Giovedì 18 ago-sto alle 21, Tékhné a Oulx (Cm Valle Susa e Valsangone) nel parco Comunale Jardin dla Tour. Venerdì 19, alle 21, Ac-cademia dei Folli a Formazza (Cm Valli dell’Ossola) nella Dorf Platz di Frazione Ponte. Sabato 20 alle 21, Accademia dei Folli a Cannero Riviera (Cm del Verbano), al Lido di Cannero. Sempre sabato 20 al-le 21, spettacolo di Tékhné ad Armeno (Cm Due Laghi Cu-sio Mottarone), nell’area To-nella. Altro spettacolo sabato 20 alle 21 a Torre Pellice (Cm del Pinerolese) con Assemblea Teatro. Domenica 21 agosto alle 21 Accademia dei Folli a Berzano di Tortona (Cm Ter-re del Giarolo) in piazza Ca-duti della Libertà. Venerdì 26 alle 21, Accademia dei Folli a Montechiaro d’Acqui (Cm Appennino Aleramico Ober-tengo) in piazza Cesare Bat-tisti. La grande conclusione domenica 28 agosto alle 21 a Usseglio (Cm Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone) con lo spettacolo dell’Accademia dei Folli davanti al municipio in via Roma.

\

Attualità

di Alex Ostorero

Voci dei luoghiLa memoria della Resistenza, tra musica e teatro, va in scena nei Comuni montani del Piemonte, sino al 28 agosto

21

La conferenza stampa di presentazione di “Voci dei luoghi”. In alto, un momento dello spettacolo.

Page 22: PieMonti giugno-luglio 2011

Brindisi con produttori ed enologi alla presentazione del sito internet www.vinidimontagna.it

22

Www.vinidimontagna.it, il nuovo portale web interamente dedicato

alla produzione enologica delle Terre Alte piemonte-si, è on line. Un patrimonio tutto da scoprire, con storie di produttori, piccoli appez-zamenti, grande fatica: ele-menti di quella viticoltura

eroica sinonimo di qualità che dalle Comunità monta-ne si apre all’Italia e all’Eu-ropa. Sgravare i piccoli produttori di montagna dalla burocra-zia tra le vigne. Garantire un’efficace produzione alle bottiglie che nascono tra i terrazzamenti, in terreni con

pendenze superiori al 35 per cento, in territori oltre i 500 metri sul livello del mare. Sono questi i due fronti del lavoro dell’Uncem illustrati nel corso della presentazio-ne del sito internet www.vi-nidimontagna.it, realizzato dall’Uncem Piemonte, con il contributo della Regio-ne. I testi sono di Gianpie-ro Gerbi, Michele Fino e Alex Ostorero. 130 produt-tori, 18 Doc, 22 Comunità montane, più di 500 Comu-ni. Numeri che descrivono il valore quantitativo dei vini di montagna, a cui si unisce un valore qualitativo sem-pre più importante. “Inve-stiamo da anni in un campo prestigioso e complesso – ha spiegato Lido Riba apren-do l’incontro che si è tenu-to mercoledì 20 luglio nel-la sala Carpano di Eataly, a Torino – In un prodotto di cantina bisogna inserire sempre sapere ed esperien-za che si trasforma in qua-

Nasce il sito dedicato ai vini

delle terre alteL’Uncem lancia il “Manifesto” per la difesa della viticoltura

eroica. Parte la collaborazione con ristoranti ed enoteche.Supporto ai produttori per migliorare i loro vini di montagna

Attualità

di Davide Micheletti

Page 23: PieMonti giugno-luglio 2011

23

www.vinidimontagna.it

incontrare un segmento di mercato particolare dove il consumatore che per la pri-ma volta compra per curio-sità, poi si lascia conquistare dalla passione. Oggi il vino di montagna si fa moltipli-cando i vitigni autoctoni e infrastrutturando un sistema che dia servizi alla viticoltu-ra di montagna. È certo che nel supporto ai produttori, non si può impostare un pro-tocollo di sostegno uguale a quello di collina. Serve un vero progetto, parola chiave affinché il vino abbia suc-cesso. Il vino si sceglie per piacere, nasce da un proget-to di design che va costruito con elementi forti”.Enrico Zola ha presenta-to l’azione svolta del Cer-vim, il Centro studi, ricer-che e valorizzazione per la viticoltura di montagna, del quale è vicepresidente. “In Piemonte ci sono 48mila ettari di superficie vitico-la – ha spiegato Zola – di questi 900 hanno pendenze superiori al 30 per cento e 300 sono sopra ai 500 me-tri sul livello del mare. Una viticoltura estrema, che va-lorizza il paesaggio, recu-pera la biodiversità, garan-tisce vantaggi per la collet-tività, valorizza l’ambiente.

Il sito realizzato dall’Uncem Piemonte è un esempio per far conoscere questa viti-coltura, da tutelare e valo-rizzare”. Michele Fino, da cinque anni al lavoro con l’Uncem per la promozione dei vini di montagna, ha lan-ciato l’appello alla Regione Piemonte, affinché “si faccia carico di un provvedimento per sgravare i vignaioli di montagna dalla burocrazia. E aggiungo, i veri vignaioli, della vera montagna”. Fino ha fatto riferimento alla pos-sibilità di escludere la mon-tagna dai diritti di reimpian-to e ad altre azioni concrete. “C’è una burocrazia inutile – ha proseguito Fino – che va eliminata. Il lavoro cul-turale avviato dall’Uncem fa sicuramente crescere la pressione su chi ha possibi-lità di intervento. Togliere la burocrazia permetterebbe ai viticoltori di montagna di pensare maggiormente alle loro produzioni e alle inizia-tive per promuovere i loro vini, con il sostegno impor-tante dell’Uncem che attra-verso il sito internet www.vinidimontagna.it fa uscire dal Piemonte e dall’Italia un settore in forte crescita che conquisterà nuove aree di mercato”.

\

lità del vino. Se non possia-mo essere uguali, possiamo essere migliori. È questa la nostra filosofia, concreta e da realizzare. Una linea di riferimento, una via mae-stra da seguire, che voglia-mo percorrere con i produt-tori, quelli che ogni giorno salgono a piedi, senza molti mezzi meccanici, tra le vi-gne delle nostre montagna”. Primo obiettivo dell’Un-cem, la promozione. Con il sito internet, con il canale YouTube e la pagina Face-book Vini di Montagna del Piemonte. E per fare incon-trare la domanda e l’offerta, richiesta da tutti i produtto-ri, l’Uncem ha lanciato uffi-cialmente stamani il proget-to di valorizzazione delle etichette in tutti i ristoran-ti e nelle enoteche del Pie-monte: con un acquisto di cinquanta bottiglie da uno o più produttori, entro il 2011, l’Uncem offrirà gra-tuitamente uno spazio pub-blicitario sulla rivista Pie-Monti e la speciale vetro-fania con il logo del sito e la scritta “Qui si servono i vini di montagna del Pie-monte”. “I vitigni di monta-gna – spiega Lido Riba – se opportunamente curati con tecniche appropriate, pos-

sono diventare una risorsa importante dell’agricoltura e dell’economia montana, da utilizzare come comple-mento nell’offerta enoga-stronomica e turistica della nostra Regione”. Le vigne di montagna ospitano una grande varietà di produzio-ni esclusive, sia per l’impie-go di uve autoctone, come l’Avanà della Val di Susa, sia con forme di coltivazio-ni particolari e uniche, come i topion di Carema e del Ca-vanvese. I vini di montagna presen-tano caratteri di qualità del tutto particolari, per la ric-chezza di sfumature, l’equi-librio tra vista e olfatto, il gusto spesso sorprendente perché tutt’altro che omolo-gato. I produttori conserva-no gelosamente frammenti di terra coltivabile abbarbi-cati sulla roccia, fecondati dal calore che la pietra con-serva quando esposta al so-le, ricchi di una storia enoica che non ha nulla a che fare con il calcolo, il mercato, la convenienza. “Il vino può essere il volano di una nuo-va economia montagna – ha spiegato Vincenzo Gerbi, docente alla Facoltà di Agra-ria dell’Università di Tori-no – Questi vitigni possono

Page 24: PieMonti giugno-luglio 2011

24

Sulla scia della fortu-nata iniziativa “Aria di Montagna”, propo-

sta dalla Regione Piemonte per l’anno 2008 e 2009 per incentivare il turismo della terza età nei territori monta-ni regionali, la delegazione piemontese dell’Uncem in-tende promuovere al massi-

mo questa tipologia di turi-smo, mettendo a punto pac-chetti fatti su misura per le persone al di sopra dei 60 anni. Un progetto sostenu-to dall’assessore regionale al Turismo Alberto Cirio. Per il presidente Lido Riba, si tratta di “un asse di inter-vento che presenta notevoli potenzialità, concentrandosi su un potenziale numero di fruitori di oltre 500.000 uni-tà solo in Piemonte”. Oggi l’anziano rappresenta sicu-ramente una categoria so-ciale che, per consistenza demografica e caratteristiche socio-economiche, tende ad essere sempre più incisiva nei destini politici, economi-ci e sociali del nostro paese. Il vecchio stereotipo dell’an-ziano debole, indifeso e inat-tivo non ha più senso, come dimostra la crescita espo-nenziale del turismo over 60, anche rispetto a quello gio-vanile. Viaggiare, conoscere, scoprire, ma anche rilassar-si, ritemprarsi sono i motivi principali che portano ogni anno milioni di anziani in vacanza. Il progetto del turi-smo montano dell’Uncem ha ben chiara questa situazione e mostra molteplici valenze e obbiettivi. Non solo per-mettere agli anziani che vi-vono in città e in pianura di

trovare sollievo dall’afa e dalla calura del periodo esti-vo, usufruendo di soggiorni in montagna, ma offre loro preziose occasioni di svago e socialità in un contesto spes-so percepito come familiare. Senza dimenticare l’impor-tante occasione di lavoro che viene così offerta alle strut-ture alberghiere di montagna nei periodi dell’anno solita-mente meno frequentati. Le Terre alte sono una risorsa preziosa, che può e deve es-sere sfruttata al meglio du-rante tutto l’anno, nel segno di uno sviluppo turistico ca-pace di rispondere alle esi-genze di target specifici. “In quest’ottica – spiega Riba – l’Uncem ha individuato alcuni tour operator qualifi-cati, per sviluppare in colla-borazione con le Comunità montane aderenti all’inizia-tiva la creazione di proposte turistiche ad hoc. Pensiamo a soggiorni della durata di una settimana, in pensione completa, con animazio-ne, visite e trasporti inclu-si, da trascorrere nel periodo di giugno e luglio 2012”. I pacchetti tengono conto del fatto che la disponibilità di tempo libero e il desiderio di fare scoperte culturali (circa 50%), assieme alla possibi-lità di conoscere nuove di-

Turismo della terza età in montagna

Attualità

di Laura Sansalone

Page 25: PieMonti giugno-luglio 2011

25

mensioni umane e sociali (circa 29%) sono le ragioni che stanno alla base delle scelte turistiche degli anzia-ni. Le proposte così formu-late verranno raccolte in un catalogo dedicato, che sarà distribuito in modo capilla-re presso l’Università della terza età, le circoscrizioni, i sindacati pensionati, le asl e i centri per anziani delle principali città piemontesi. Parallelamente, l’iniziativa sarà pubblicizzata attraverso siti internet istituzionalizzati e altri media. Naturalmente è

necessario che il mercato si adatti alle esigenze di questo nuovo target e che si adoperi per offrire servizi e soluzio-ni in grado di fronteggiare

tutte le eventuali situazioni che dovessero presentarsi. Le strutture idonee ad ac-cogliere l’iniziativa si trova-no in aree montane tra i 700 e i 1500 metri s.l.m., in un buon contesto paesaggistico e naturalistico. Devono ne-cessariamente essere prive di barriere architettoniche, mentre è richiesta la presen-za di un’area esterna o di un giardino, oltre ad ambienti comuni adatti alla socializ-zazione dei turisti. “Abbia-mo chiesto alle Comuni-tà montane un elenco delle

Nel corso dell’anno scolastico che si è appena concluso, ben diecimila studenti sono andati in gita in montagna,

scegliendo uno dei 102 pacchetti di viaggio proposti dall’Un-cem Piemonte nel catalogo “A scuola di montagna”. Un risul-tato molto importante, che testimonia l’interesse crescente per l’iniziativa e mette a segno un aumento del 10 per cento rispetto al 2010. Non solo, alla sua terza edizione, il progetto ha recentemente vinto il premio “Interage”. Il concorso, pro-mosso da Arco Latino, spazio di cooperazione degli enti locali del Mediterraneo formato dalle province e dalle amministra-zioni locali di secondo livello di Spagna, Francia, Italia e Por-togallo, aveva come obiettivo la diffusione e la valorizzazione delle relazioni intergenerazionali. “Favorire l’incontro tra le generazioni – afferma il presidente dell’Uncem Piemonte, Lido

Riba – è il grande obiettivo dell’Uncem attraverso il progetto A scuola di montagna. Stiamo lavorando alla quarta edizione del catalogo che sarà ancora più ricca di itinerari, in tutte le valla-te alpine e appenniniche piemontesi”. Come sempre, la forza delle nuove proposte turistiche risiederà nei territori montani: luogo naturale dove imparare divertendosi, a costi ridotti e a pochi chilometri dalle sedi scolastiche. Senza dimenticare l’im-pegno delle 22 Comunità montane piemontesi pronte a orga-nizzare eventi e mettere in evidenza le loro principali attrazioni per conquistare un target turistico specifico e potenzialmente molto importante, e il sostegno della Regione Piemonte, che per l’anno scolastico appena concluso ha garantito un bonus economico a tutte le scuole che si sono recate in gita sulle montagne piemontesi.

\

Albero Cirio, assessore al Turismo

della Regione Piemonte

strutture più idonee al turi-smo per anziani – continua Riba – stabilendo il rispet-to di alcuni parametri, come la collocazione geografica, l’assenza di barriere archi-tettoniche, la categoria non inferiore alle due stelle, l’of-ferta del servizio “pensione completa” ad un prezzo mas-simo di 300 euro a settimana in camera doppia con bagno e la capacità di ospitare nella stessa località, anche in più di una struttura alberghiera, un minimo di 30 persone”. Al momento, hanno

Viaggi di istruzione in montagna per le scuole elementari e medie

Page 26: PieMonti giugno-luglio 2011

26

risposto con gran-de entusiasmo le Comuni-tà Cuneesi, prima fra tutte la Comunità montana Valli Grana e Maira, ma anche le Alpi del mare, la Valle Stu-ra e l’Alto Tanaro Cebano Monregalese, che hanno se-gnalato diversi alberghi de-siderosi di entrare a far par-te del progetto. Un forte in-teresse è venuto anche dalla Comunità montana Valsesia e dal suo presidente Carra-ra, che dichiara di reputare molto utile l’iniziativa. Lo stesso atteggiamento propo-sitivo si registra per le Valli dell’Ossola e per il Biellese, che ha risposto all’appello

con la Comunità montana Val Sessera, Val di Mosso e Prealpi Biellesi. Una vol-ta terminata l’individuazio-ne degli alberghi più ido-nei, le Comunità monta-ne daranno un importante contributo ai Tour operator nell’organizzazione di tutto quello che riguarderà le at-tività di animazione sul ter-ritorio: escursioni e visite turistiche, partecipazione a spettacoli ed eventi già pro-grammati sul territorio, fiere e mercati. “Al fine di garan-tire il successo dell’iniziati-va, e per rendere maggior-mente concorrenziali i pac-chetti turistici, – sottolinea

ancora Riba – è importan-te che la Comunità monta-na si impegni a collaborare nell’organizzazione dei tra-sporti interni, verso gli at-trattori oggetto delle escur-sioni, nonché nell’organiz-zazione dell’animazione

e dell’accompagnamento sul territorio”. Gli anziani, intanto, stanno già pianifi-cando le proprie vacanze e non tarderanno a dare il loro importante giudizio sul ca-talogo, sui luoghi visitati e sull’ospitalità ricevuta.

\

A settembre la nuovaedizione del catalogo

Il catalogo “A Scuola di montagna” ha proposto 102 pacchetti dedicati al turi-

smo scolastico. Sempre vantaggiosi i costi dei pacchetti per un giorno di “viaggio”: da 10 a 30 euro, con molte occasioni di degustare i prodotti enogastronomici ti-pici dei territori, acquistarli e portarli a casa alle famiglie. La destinazione più scelta dell’anno 2010- 2011 è stata En-tracque, nella Comunità montana Alpi

del Mare, con il suo percorso “Dall’acqua all’energia”, che ha accolto ben 910 studenti. Tra le mete più gettonate dell’an-no vi sono stati poi il Museo del Gusto di Frossasco, con 374 pre-senze la gita a Vernante su Pinocchio (357), le escursioni nel Parco delle Alpi Marittime e quelle inerenti la preistoria nel Canavese (420). I pacchetti “Liutaio per un giorno” e “Lo spaventapasseri un amico da costruire”, entrambi nella Comunità montana Valli Po, Bronda, Infernotto e Varaita hanno registrato rispettivamen-te 600 e 461 studenti, mentre il pacchetto “Un viaggio al 100% H2O” nella Comunità montana Alto Tanaro, Cebano, Monrega-lese ha avuto 430 presenze. Da segnalare, il successo delle gite con le racchette da neve in tutte le località alpine piemontesi e le escursioni al Parco del Gran Paradiso.

Uffici postali: assurdo ridurre le aperture

Isindaci dei territori montani piemontesi, con l’Uncem Piemon-te, alzano la voce contro i nuovi tagli dei servizi da parte di

Poste Italiane in moltissime vallate. Proprio con l’inizio dell’esta-te – che porterà nelle Terre Alte decine di migliaia di turisti e dunque aumenteranno i potenziali utenti – risulta ancora più assurdo ridurre gli orari di apertura degli uffici postali nei piccoli paesi. Almeno cento quelli interessati dalle decisioni di Poste, rimbalzate senza alcun preavviso nei Palazzi comunali. Le tipo-logie più frequenti dei disservizi postali che sono state a oggi riscontrate sono la riduzione dell’orario di ufficio, la riduzione del servizio di distribuzione della posta e, ancor peggio la chiu-sura degli uffici postali. In seguito anche al black-out informati-co verificatosi nei giorni scorsi, che ha bloccato gli uffici postali in tutta Italia, in montagna si sono rilevati ancora di più disagi. “La riduzione dell’orario di ufficio e del servizio di distribuzione della posta, per non parlare della chiusura, comportano spesso un calo incolmabile della qualità del servizio che, rientrando nel cosiddetto “servizio universale”, dovrebbe essere garantito a tutta la cittadinanza – spiega il presidente dell’Uncem Piemon-te, Lido Riba – Invece a pagare le conseguenze di tutto ciò so-no soprattutto i residenti delle aree montane, considerati dalle aziende come Poste Italiane, di “serie B”, capaci dunque di sop-portare ogni taglio di servizi”.

Page 27: PieMonti giugno-luglio 2011

27

Superata quota mille “fans” per la pagina Fa-cebook Uncem Piemon-

te. Continuano a crescere gli utenti del social network che seguono le attività della De-legazione, ciccando su “Mi piace” e commentando le no-tizie inserite. Molte le foto, i link a siti internet, i video per promuovere il territorio mon-tano piemontese. Su Facebook è nata anche la pagina Re-Turn dedicata al progetto europeo di cui Uncem Piemonte è partner, che partirà nei prossimi mesi. Senza dimenticare i gruppI A scuola di montagna! e Amici della montagna.Anche il nuovo sito internet dell’Uncem www.uncem.pie-monte.it, sarà sempre più in-novativo; è infatti in corso il restyling, che verrà lanciato a settembre: ancora più ricco di contenuti e possibilità di inte-razione. Il portale della Dele-gazione piemontese sarà colle-gato con Twitter (http://twitter.com/uncempiemonte), su cui sono presenti le notizie della Delegazione alla pagina Un-cemPiemonte, e con YouTube (www.youtube.com/user/un-cempiemonte), il più grande portale video della rete.

Le foto più belle dell’Uncem – di convegni, progetti, conferen-ze stampa, seminari – da oggi sono anche sulla galleria foto-grafica Flickr. Netlog (http://it.netlog.com/UncemPiemon-te) e Bebo (www.bebo.com/UncemP) sono gli ultimi due social network su cui è nata la pagina dell’Uncem Piemonte.

Frontiere del Web 2.0 – l’insie-me di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spic-cato livello di interazione tra il sito e l’utente – da percorrere e da scoprire, innovative e coin-volgenti, capaci di richiamare l’attenzione del “popolo della rete” sulle politiche di crescita e rilancio delle Terre Alte.

\

Attualità

L’Unceme i social networkTerre Alte del Piemonte protagoniste sul Web2.0.In arrivo anche il nuovo sito www.uncem.piemonte.it

Irta e le ricerchesulla montagna

Quali sono i soggetti che studiano le terre alte in Piemonte e che tipo di ricerca fanno? Su quali temi si concentrano?

Quali i filoni di studio sulla montagna piemontese più “battuti”? Quali i punti di forza e di debolezza della ricerca sulla montagna in Piemonte? È per rispondere a queste e altre domande simili che Dislivelli (www.dislivelli.eu) ha realizzato il progetto Irta. Attraverso il lavoro di Matteo Puttilli, durato oltre un anno, ha raccolto e sistematizzato la gran mole di materiale prodot-to dalle realtà piemontesi dedite allo studio e alla ricerca sul-la montagna. Tra queste, anche l’Uncem Piemonte. Oggi, tutto questo materiale, grazie alla collaborazione con l’Ires Piemonte, viene messo disposizione di tutti gli interessati attraverso un sito dedicato: www.irespiemonte.it/irta.Il lungo lavoro di ricerca e sistematizzazione dei materiali, por-tato avanti con l’appoggio dei principali ricercatori in tema di montagna, vuole essere un solido punto di partenza dell’inven-tario della ricerca sulle terre alte, al quale chiunque può appor-tare il suo contributo. Il progetto infatti, e il sito dedicato, sono realtà aperte all’implementazione di materiali, vecchi e nuovi, che gli interessati possono segnalare ai ricercatori.

Page 28: PieMonti giugno-luglio 2011

28

Tante volte andiamo in giro per il mondo a ri-cercare tecnologie e

competenze per risolvere le problematiche che ci ponia-mo al fine di migliorare la nostra condizione di vita e sono poche le volte che ci accorgiamo che vicino a noi esiste una azienda che si è

già posta i nostri interroga-tivi e li ha risolti.In questo caso è proprio co-sì.La Società Romana Mace-ri srl di Civitella di Val di Chiana, provincia di Arezzo, già nel 1999 aveva iniziato a pensare come ricavare ener-gia elettrica e termica dalla

legna senza bruciarla. Per capire il perché di questa sua necessità bisogna entrare nella storia dell’azienda. La Romana Maceri Centro Ita-lia è una società a responsa-bilità limitata costituita nel 1990 con un oggetto sociale riguardante attività connesse ai rifiuti, quali la raccolta, il trasporto, lo smaltimento ed il trattamento inteso come trasformazione dei rifiuti per il loro riutilizzo, la rigenera-zione, il recupero e l’inno-cuizzazione dei medesimi. In una prima fase l’attività si è sviluppata per la raccol-

Azienda in primo piano

Tecnologia italiana per produrre energia

dalla legna

L’impianto a biomasse da 199 Kw elettrici realizzato a Cuneo dalla Romana Maceri Centro Italia.

Page 29: PieMonti giugno-luglio 2011

29

ta dei rifiuti e lo stoccaggio provvisorio, cernita, ricon-dizionamento volumetrico, disidratazione, miscelazione dei rifiuti con relativa riclas-sificazione degli stessi, e suc-cessivamente, alla luce delle evoluzioni del settore di rife-rimento, la compagine socia-le ha sviluppato forti interes-si nell’impiego del materiale raccolto per il riutilizzo del-lo stesso mediante impianti tecnologicamente innovativi (con brevetti di proprietà) fi-nalizzati al recupero, anche energetico, di materiali di scarto e rifiuti provenienti da attività industriali, commer-ciali, agricole e dei servizi pubblici e privati.Nel 1999 viene realizzato il primo prototipo per la gas-sificazione della legna, i pri-mi risultati si ottengono nel 2001 con un reattore in gra-do di produrre del syngas con un potere calorifico suf-ficiente a far funzionare un generatore endotermico da 70 kW elettrici con una resa di 1,5 kg di legna secca per 1 kWe. La ricerca viene sospe-sa in quanto la valorizzazio-ne dell’energia elettrica non incentivata non permetteva un ritorno dell’investimento. Nel 2001 la Romana Maceri C.I. decide di intraprendere il percorso di generare ener-gia elettrica e termica dallo smaltimento degli oli esausti di friggitoria alimentare ed arriva a mettere in servizio e ad allacciare alla rete Enel nel 2003 il primo generatore in Italia funzionante a oli di friggitoria. Questo impian-to produce 1,25 MW/h di energia elettrica usufruen-do degli incentivi CIP 6 ar-

rivando a funzionare per di-versi anni oltre le 8.500 ore all’anno. Alla scadenza del CIP 6, nel 2010 è stato ac-quisito un nuovo generatore da 999 kWe e messo in fun-zione sempre ad oli vegetali usufruendo della tariffa om-nicomprensiva. Durante lo svolgimento di questo pro-getto sono stati affrontati e risolti tutti i problemi legati al trattamento dell’olio car-burante, del rumore ed delle emissioni inquinanti.Nel contempo il management della società e i tecnici della Romana Maceri avevano già iniziato da tempo la ricerca e la sperimentazione di un pro-totipo per smaltire gli pneu-matici a fine vita tal-quali sen-za consumare energia elettri-ca nella frantumazione.Mettendo insieme le espe-rienze acquisiti nella gassi-ficazione e nella gestione del generatore ad oli alimentari viene realizzato il primo re-attore prototipo da 500 kg di pneumatici, poi il secondo da 1500 kg e infine il terzo da 3000 kg a ciclo, impianto totalmente industrializzato. Molte sono le innovazioni di questo processo a partire dal

fatto che il pneumatico a fi-ne vita viene inserito nel re-attore intero, senza dover ef-fettuare la triturazione, tutto il processo avviene a bassa temperatura (inferiore a 200 °C) non generando diossine ma bensì un vapore che vie-ne condensato in olio e gas i quali, opportunamente trat-tati vanno in un cogenerato-re per produrre energia sia elettrica che termica.Nel 2006 è stato realizzato un impianto industriale pres-so il centro di smaltimento ri-fiuti di Arma di Taggia con 6 reattori in grado di smaltire da 18 a 24 ton. di pneumatici a fine vita al giorno.Nel 2007 la Romana Mace-ri C.I. srl acquisisce l’ordine per la gestione delle calda-ie della società Del Tongo nota produttrice di cuci-ne componibili. Anche per questa nuova commessa le esperienze maturate pre-cedentemente nella gestio-ne della combustione e nel trattamento della biomassa legnosa, porta nel 2010 la Romana Maceri Centro Ita-lia alla realizzazione di una caldaia il cui progetto è sta-to realizzato interamente da

Romana Maceri C.I. srl per una potenza di 6 MWtNel 2008 la Romana Maceri C.I. ha deciso di riprendere il progetto della gassifica-zione della legna sfruttando le esperienze maturate nel frattempo.Viene costruito un nuovo gassificatore da 200 Kwe con l’obbiettivo di ridurre la produzione dei catrami nel gas, dannosi per il generatore, e per miglio-rare il rendimento dell’im-pianto. Con l’evoluzione e le migliorie apportate al si-stema si è arrivati alla situa-zione attuale dove il gas pra-ticamente non contiene ca-trami e il rendimento medio complessivo è inferiore a 1 kg di legna secca per 1 kW elettrico.Una cosa importante da di-re è che questi progetti so-no sempre stati realizzati in autofinanziamento e per uti-lizzo proprio ed è per questo che nella costruzione degli impianti viene usato preva-lentemente acciai speciali, motori tutti uguali per faci-litare la ricambistica, motori sotto inverter per diminuire gli autoconsumi ed altri ac-corgimenti di cui il cliente si renderà conto solo duran-te l’utilizzo. Nell’autunno del 2009 la Romana Maceri Centro Italia inizia una col-laborazione per la fornitu-ra di motori con la società Birdys srl la quale, presa vi-sione delle tecnologie del-la Romana Maceri C.I., si convince che tale tecnologia possa riscontrare un grosso interesse nel mercato e quin-di inizia la commercializza-zione dei suddetti impiantiL’impegno della Ro-

I rappresentanti della Romana Maceri Centro Italia Romano Fontana e Claudio Vit con il presidente dell’Uncem Lido Riba.

Page 30: PieMonti giugno-luglio 2011

30

mana Maceri Centro Italia ha portato ad ottenere importanti riconoscimenti per il suo operato dalla Re-gione Toscana con il “Pre-mio Toscana Ecoefficiente” 2005 per la realizzazione di un “Sistema ecologico per il recupero e la valorizza-zione energetica dei pneu-matici fuori uso”, e il rico-noscimento da parte della Regione Toscana del “Pre-mio Toscana Ecoefficiente 2008” per la realizzazione di “Generatore di gas per gruppi elettrogeni per l’uti-lizzo della biomassa vegeta-le come risorsa energetica.” Tutta l’attività di Romana Maceri C.I. srl è supporta-

ta da autorizzazioni rilascia-te dalla Provincia di Arezzo o dalle varie Province e Re-gioni dove le iniziative sono promosse e cosa più qualifi-cante è la proprietà del Bre-vetto della tecnologia che va ad installare. L’operato e gli sforzi di ri-cerca della Romana Maceri Centro Italia s.r.l. sono an-dati ben oltre e sempre rivol-ti alla diffusione di modelli e meccanismi di sostegno ad uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio, basato sull’accesso a forme di energia pulita, sicura, rin-novabile, economicamente competitiva con le forme di energia tradizionale derivan-

ti dall’uso dei combustibili fossili.Le tecnologie sviluppate nel corso degli anni sono visio-nabili all’interno della no-stra struttura operativa:– Depolimerizzatore (va-lorizzazione energetica dei pneumatici);– Motori Endotermici per una potenza totale di 3.100 kWe (utilizzo biomassa li-quida);– Impianto di gassificazione alimentato a biomasse vege-tali accoppiato a un gruppo di cogenerazione a combu-stibile multiplo della poten-za di 400 kWe;– Caldaia per produzione di Energia Termica 6 MWt (da Biomassa legnosa);– Impianto Fotovoltaico (40 KWp);– Biocella che utilizza la parte termica del motore en-dotermico;– Sistema di depurazione Idroponico.

Cogenerazione con motori endotermici

Produrre in maniera com-binata Energia Elettrica ed Energia Termica comporta una serie di vantaggi che si traducono in benefici tec-

nico-economici molto inte-ressanti. Un impianto con-venzionale di produzione di energia elettrica ha una ef-ficienza globale di circa il 40%, mentre il restante 60% viene disperso sotto forma di calore; con un impianto di cogenerazione, invece, il calore prodotto dalla com-bustione non viene disper-so, ma recuperato per altri usi. In questo modo la co-generazione raggiunge una efficienza prossima al 90% e questo permette di: dimi-nuire i costi; risparmiare energia primaria; diminuire le emissioni di CO2; salva-guardare l’ambiente.In una centrale di cogene-razione i gas di scarico del motore per la produzione di energia elettrica hanno livel-li termici elevati e di conse-guenza possono essere uti-lizzati per trasferire calore ad olio, acqua o aria (uti-lizzi in processi industria-li, teleriscaldamento, ecc.), direttamente (fumi utilizzati per l’essiccamento), oppu-re per produrre una ulterio-re quota di energia elettrica (ciclo combinato). Non ci sono dubbi sui vantaggi, in termini di rendimento ener-getico, che la cogenerazio-

Il reattore dell’impianto. In alto, il sistema di caricamento della biomassa legnosa.

Page 31: PieMonti giugno-luglio 2011

31

ne ha rispetto alla produ-zione separata di energia elettrica e termica. Proprio perché questi vantaggi sono originati da una produzione combinata, è necessario che l’energia termica disponibi-le possa essere utilizzata nel ciclo produttivo dello stabi-limento in cui essa si collo-ca. Ciò comporta la loca-lizzazione degli impianti di cogenerazione in prossimità delle aree produttive; questo consente inoltre di evitare costi di trasporto, perdite ed accise.Seguendo la filosofia di ri-spetto dell’ambiente che ci ha spinto nello sviluppo di nuove tecnologie, abbiamo messo a punto impianti di cogenerazione con gruppi elettrogeni a syngas alimen-tati a fonti rinnovabili. Un

Gruppo di Cogenerazione a syngas è un sistema di coge-nerazione che ha la capacità di utilizzare il syngas pro-dotto dall’impianto di gas-sificazione della biomassa legnosa.Nello scenario delle fon-ti rinnovabili abbiamo svi-luppato un impianto di co-generazione modulare con potenzialità che vanno dai

200 kW a 1000 kW e con una produzione di energia elettrica tra gli 1.500 MWh/anno e gli 7.500 MWh/an-no; per valutare l’entità di tale produzione elettrica, si osservi che ogni famiglia consuma mediamente in Ita-lia circa 3,5 MWh/anno; ne consegue che la produzione elettrica dell’impianto potrà coprire il fabbisogno di cir-

ca 2.000 famiglie come so-glia massima. La modularità dell’impianto è caratterizza-ta, oltre dal range di poten-ze istallate che permette di coprire, anche dalla versa-tilità nel poter accettare la biomassa in ingresso a va-ri livelli di prettrattamento, a partire dalla sua forma tal quale, e sottoporla alle re-stanti lavorazioni

Tabella 1. Composizione Chimica Elementare di alcuni tipi di biomassa legnosa

Page 32: PieMonti giugno-luglio 2011

32

Consumo di Cippato (20% umidità) Impianto GSFR 200 kW 1,1 kg/kWe(lordi)

Consumo Orario Complessivo di Cippato 220 kg/h

Consumo Annuo Complessivo di Cippato 1.650 t/anno

Produzione Acqua di Condensazione (Cippato al 5% di contenuto di umidità) 70-80 mc/anno

Produzione Acqua di Condensazione (Cippato al 20% di contenuto di umidità) 120-130 mc/anno

Produzione di Carbone 90 t/anno

Produzione di Segatura da manutenzione filtri 3 t/anno

necessarie per il suo utilizzo al fine di produrre energia elettrica e termica. Motore EndotermicoI motori idonei all’utilizzo nei nostri impianti possono essere di tipo leggero (Hi-gh Speed) o di tipo pesante (Low Speed), ad accensione spontanea o a scoppio. I mo-tori leggeri si caratterizzano per un minor costo d’acqui-sto, ma hanno un maggior costo di manutenzione e di consumo specifico, i motori pesanti, a fronte di un mag-gior costo unitario, sono me-no sensibili alle impurità del gas ed hanno costi di manu-tenzione ridotti e buone per-formance di durata.

Impianto di gassificazione

Quando si parla di biomas-sa si intende qualunque tipo di sostanza organica deriva-ta direttamente o indiretta-mente dall’attività fotosinte-tica delle piante. Già questa definizione racchiude al suo interno la prima grossa di-stinzione che si è soliti fare

in seno alle biomasse, quel-la tra: biomassa vegetale,che insieme all’ossigeno costi-tuisce il prodotto della fo-tosintesi clorofilliana delle piante e pertanto rappresen-ta la biomassa che deriva di-rettamente da questo tipo di attività; biomassa animale, che invece rappresenta quel-la quota di biomassa che, at-traverso le catene alimenta-ri degli animali, passa dal mondo vegetale al mondo animale, costituendo pertan-to la biomassa derivata indi-rettamente dalla fotosintesi clorofilliana.L’origine della biomassa, dunque, sia essa animale o vegetale, è in stretta corre-lazione con il più generale ciclo del Carbonio, o me-glio con il ciclo biologico

del Carbonio, che costitui-sce uno degli elementi base per il metabolismo e la ana-bolismo di tutti gli organi-smi viventi. Tale elemento entra nel ciclo sottoforma di anidride carbonica (CO2) e, grazie alle piante ed alla lo-ro attività fotosintetica, vie-ne fissato in composti più complessi di natura organi-ca che fungono da materiale di base per la loro crescita e sostentamento.Il ciclo del Carbonio è un ci-clo chiuso, nel senso che tut-ta la CO2 atmosferica fissata attraverso le reazioni di fo-tosintesi viene interamente recuperata alla chiusura del ciclo, con la decomposizio-ne di tutto il materiale orga-nico prodotto.

Classificazione delle biomasseLa biomassa utilizzata a fi-ni energetici consiste in tut-ti quei materiali organici che possono essere utilizzati co-me combustibili ovvero tra-sformati in altre sostanze, solide, liquide, gassose, di più facile utilizzo negli im-pianti di conversione. Sinte-ticamente rientrano in que-sta categoria: prodotti delle utilizzazioni forestali (le-gna da ardere, assortimen-ti di scarso valore); residui delle utilizzazioni forestali (scarti di legname, foglie, ramaglie, residui della puli-zia del sottobosco); residui e sottoprodotti dell’agricoltu-ra: paglia; sarmenti di vite; potature di piante da frutto; stocchi e tucoli di mais; pul-la; lolla; residui di trebbia-tura; vinacce esauste, farine di vinaccioli residui di frut-ta e simili; sanse esauste e prodotti affini; coltivazione erbacee destinate alla pro-duzione di biocombustibili (colture energetiche); colti-vazioni arboree a ciclo bre-ve per la produzione di bio-massa combustibile; scarti dell’industria agroalimen-tare; scarti dell’industria del legno; residui di lavorazione del mobile; residui delle car-tiere: lignina (50%); residui

La visita dei Presidenti delle Comunità Montane all’azienda Agrindustria di Cuneo dove è in funzione un impianto realizzato dalla Romana Maceri Centro Italia. In alto, il motore.

Page 33: PieMonti giugno-luglio 2011

33

tessili di filatura e tessitura; deiezioni e residui animali.

Vantaggi della cogenerazione da biomasseL’ampio spazio riservato al-la cogenerazione da biomas-se, sia al livello normativo che bibliografico, testimonia il grande interesse nei con-fronti di questa tecnologia, in virtù di numerosi vantag-gi che è possibile conseguire con la sua implementazione. Essi possono essere divisi in: vantaggi propri di tutte le fonti rinnovabili: sosteni-bilità ambientale; sicurezza nell’approvvigionamento; minore dipendenza dall’este-ro; diversificazione delle fon-ti energetiche; vantaggi pro-pri delle biomasse: bilancio zero di emissioni di anidride carbonica; ampia disponibi-lità sul territorio; possibili-tà di sfruttamento di residui difficili e onerosi da smaltire; vantaggi propri della cogene-razione: possibilità di com-binare produzione di energia elettrica e calore.

Biomassa Vegetale Legnosa

Caratteristiche ChimicheDal punto di vista energeti-co, le biomasse possono es-sere considerate come ener-gia radiante, trasformata dalle piante in energia chi-mica e stoccata sotto for-ma di molecole complesse (polimeri) ad alto contenuto energetico, grazie al proces-so di fotosintesi. I principa-li polimeri delle biomasse forestali sono la cellulosa,

l’emicellulosa e la lignina.Riguardo alla sua compo-sizione elementare (Tabel-la 1), il legno – anche se vi sono variazioni tra i diversi tipi – è composto quasi inte-ramente da tre elementi: car-bonio (49-51%), ossigeno (41-45%), idrogeno (5-7%). A differenza di altri combu-stibili (quali, ad esempio, il carbone), esso contiene re-lativamente basse quantità d’azoto, tracce di zolfo ed altri elementi minerali che vanno a costituire le ceneri (0,5-1,5%).

Caratteristiche FisicheLe caratteristiche fisiche del legno che svolgono una cer-ta influenza sui processi di conversione energetica so-no l’umidità e il peso spe-cifico. L’umidità assume una significativa importan-za perché, oltre ad agire sui meccanismi di combustione, ha un’influenza sulle carat-teristiche chimiche del le-gno e sul suo peso specifi-co. La quantità d’acqua nel legno è estremamente varia-bile: al momento del taglio può assumere valori diver-si in funzione della specie, dell’età, della diversa parte della pianta, della stagione.La densità rappresenta il più comune indicatore di quali-tà del combustibile legnoso. Infatti, il potere calorifico del legno è direttamente pro-porzione ad essa. La densità

è la massa per unità di volu-me e si misura in kg/m3. Il peso specifico si definisce, invece, come il rapporto tra la densità basale del le-gno e la densità dell’acqua a 4°C. Di conseguenza esso è indipendente dal sistema di misura. La densità basa-le del legno varia da 0,3 a 0,7 kg/m3 in funzione delle condizioni stazionali, della specie, dell’età, della parte della pianta, della forma di governo boschivo e gestione e di altri fattori ancora.

Reazionedi Gassificazione

Il reattore di Gassificazio-ne è in grado di prendere in carico biomassa vegetale le-gnosa vergine, di pezzatura variabile dai 2 cm ai 7 cm, con umidità minore o ugua-le al 20%. “Gassificazione” è un termine che indica un processo termochimico at-traverso il quale il combu-stibile sopra descritto viene convertito in un gas di sin-tesi (syngas) attraverso una parziale ossidazione con aria. Il processo nel com-plesso è formato concettual-mente da tre fasi: una prima fortemente esotermica di combustione, una seconda di pirolisi ed infine la con-versione del carbonio in gas (CO, H2, CH4; gassificazio-ne propriamente detta).Con il termine Pirolisi si in-

tende la decomposizione per via termica di un combusti-bile in assenza di apporto di ossigeno (tranne quello even-tualmente già presente nel combustibile), con la finali-tà di produrre tre composti principali: CHAR, un agglo-merato di natura complessa, costituito principalmente da carbonio, ceneri, composti sulfurei e idrocarburi volati-li, e partecipa al processo di gassificazione; TAR, Com-posti carboniosi condensabi-li, che partecipa al processo di gassificazione solo in de-terminate condizioni termo-dinamiche; GAS.

Impianto di Gassificazione

L’impianto di gassificazione ha una modularità tale che consente il recepimento di qualunque tipo di biomassa legnosa vergine, con qua-lunque contenuto di umidi-tà, e con qualunque grado di lavorazione meccanica subi-ta (quindi dalla ramaglia di bosco, alla potatura tal qua-le, a legna già cippata con pezzatura variabile dai 2 ai 7 cm circa). Nella configurazione com-pleta la sezione di recepi-mento/carico della biomas-sa è costituito da:– TRAMOGGIA DI CARI-CO: in grado di recepire bio-massa legnosa già cippata;– ELEVATORE A TRA-SPORTO PNEUMATICO: per il carico della biomassa all’interno del silos di stoc-caggio/essiccazione e co-struito in lamiera zincata – SILOS DI STOC-

Page 34: PieMonti giugno-luglio 2011

34

CAGGIO/ESSIC-CAZIONE: l’essiccatore può essere alimentato con aria calda a circa 170 °C proveniente dal recupero ca-lore fatto sui fumi di scarico del motore, mediante instal-lazione di uno scambiatore a fascio tubiero fumi/aria, op-pure direttamente con i fumi di scarico del motore, e per-mette l’essiccazione di bio-massa con contenuto infe-riore al 10%. L’essiccatore è stato sovradimensionato ri-spetto all’esigenza oraria di alimentazione del gassifica-tore al fine di utilizzare tutta l’energia termica recupera-ta dal motore per l’essicca-zione di biomassa eventual-mente destinata ad altri usi (vendita, produzione di pel-let...) L’essiccatore è dotato di un ventilatore di estrazio-ne aria/condensa. Costruito in pannelli sandwich modu-lari, in lamiera preverniciata 6/10, con spessore materiale isolante (poliuretano) da 50 mm; il fondo sarà realizza-to in lamiera nera da 50/10 verniciato. – COCLEA DI ESTRA-ZIONE: per il trasporto del-la biomassa essiccata e ali-mentazione dell’elevatore a trasporto pneumatico per il carico del reattore di gassifi-cazione, completa di griglia per la separazione delle fra-zioni fini.– ELEVATORE A TRA-SPORTO PNEUMATICO: per l’alimentazione del ca-ricatore in testa al gassifi-catore e costruito in lamiera zincata;– DOSATORE: per un pre-stoccaggio della biomassa

prima dell’alimentazione del reattore di gassificazio-ne. Costruito in lamiera nera di grosso spessore vernicia-to con antiruggine e smalto, – SISTEMA DI VENTILA-ZIONE: per l’alimentazio-ne del sistema di trasporto pneumatico della legna cip-pata costituito da due venti-latori. Il circuito di trasporto pneumatico della biomassa cippata è di tipo chiuso con tubazione di mandata e ri-torno del flusso di aria uti-lizzato.– REATTORE DI GASSI-FICAZIONE: di tipo down-draft con carica della bio-massa nella parte superiore e aspirazione aria dalla parte inferiore. Il reattore è dotato di sistema di raffreddamen-to ad aria con recupero del-la stessa aria calda per l’ali-mentazione del gassificato-re. Inoltre il reattore è dotato di celle di carico per il mo-nitoraggio in continuo della quantità di biomassa utiliz-zata. Il reattore è realizzato in acciaio, rivestito interna-mente con materiale refrat-tario resistente alle elevate temperature raggiunte in fa-se di gassificazione e pari a circa 1300 °C. – COLONNA DI LAVAG-GIO/CONDENSATORE: per il lavaggio in controcor-rente ad acqua del syngas e successivo ulteriore raffred-damento del syngas stesso;– DEMISTER: per la se-parazione delle particelle d’acqua eventualmente tra-sportate in sospensione nel-la corrente di syngas;– DOPPIO FILTRO A SE-GATURA: realizzato in ac-

ciaio, per ulteriore fase di filtrazione del gas. – CICLONE: realizzato in acciaio, per la rimozione di eventuale materiale particel-lare trascinato dopo l’attra-versamento del precedente filtro.– VENTOLA DI ASPIRA-ZIONE: della potenzialità di 500 mc/h, con range di funzionamento compreso tra -100 mbar e +50 mbar. Il funzionamento è sotto inver-ter per tenere in condizioni di depressione l’impianto.– MOTORE ENDOTERMI-CO: di potenza elettrica 200 kWe e di potenza termica dei circa 400 kWth.

AutoconsumiGli autoconsumi, cioè l’energia elettrica utilizza-ta dall’impianto per il suo funzionamento in rapporto a quella prodotta, si atte-stano in un range compreso tra l’8% e il 10% per un im-pianto da 200 kWe per mo-dularità superiori si riduce al 4–5%.

Limiti EmissiviL’impianto in oggetto con cogeneratore in grado di produrre energia elettrica in ragione di una potenza di 200 kWe non necessità di autorizzazione alle emis-sioni, come dal comma 14, art.269, PARTE V del D. Lgs. 3 Aprile 2006, n.152.

Logica di Funzionamento di impiantoIMPIANTO DI GASSIFI-CAZIONE (200 kWe)Di seguito è descritta la lo-gica di funzionamento di un impianto di gassificazione da 200 kWe con immissione dei fumi di scarico del mo-tore direttamente all’interno dell’essiccatore:1. I gas di scarico del mo-tore entrano costantemente all’interno dell’essiccatore tramite il ventilatore M5, al fine di garantire l’essicca-mento della legna all’inter-no dell’essiccatore stesso;2. La condensa formatasi all’interno dell’essiccatore durante la fase di essiccazio-ne della legna viene estratta dal ventilatore M7. Questo è l’unico punto emissivo di processo dell’impianto in oggetto. non è necessario un sistema di abbattimento delle polveri;3. All’interno dell’essicca-tore si hanno livelli di mas-simo e minimo che coman-dano il funzionamento del trasporto pneumatico del-la legna dalla tramoggia di carico all’essiccatore stes-so (M6) e la relativa valvola stellare (VS1);4. Il reattore di gassificazio-ne è posizionato su celle di carico. Attraverso la varia-zione di peso vengono im-postati i livelli di massimo e minimo della legna all’in-

Page 35: PieMonti giugno-luglio 2011

35

terno del reattore. I segna-li azionano la coclea C1 per l’estrazione della legna dall’essiccatore, la coclea C2 per il trasferimento della legna nella valvola stellare VS1, la valvola stellare VS2 e il ventilatore M6, al fine di garantire il caricamen-to pneumatico della legna all’interno del dosatore di carico (D1) e quindi all’in-terno del reattore di gassi-ficazione. La presenza del dosatore è necessaria al fine di garantire la perfetta tenu-ta all’interno del reattore di gassificazione stesso;5. All’interno del reattore avviene la reazione di gassi-ficazione con produzione di gas e carbone. L’unico orga-no in movimento all’interno del reattore è la griglia G1;6. Nella parte inferiore del reattore si ha l’estrazione del carbone attraverso le co-clee C3, il cui funzionamen-to è preimpostato all’interno del PLC. Lo scarico carbo-ne all’interno dell’accumu-lo è comandato dal sensore di livello massimo presente all’interno del mini silos di stoccaggio del carbone ed av-viene attraverso la coclea C4.7. Il gas in uscita dalla par-te superiore del reattore di gassificazione attraversa il depolveratore per l’asporta-zione delle particelle carbo-niose più fini che vengono scaricate e raccolte attraver-so le coclee C5;8. Il gas subisce un processo di lavaggio con acqua iniet-tata in controcorrente al flus-so di gas. Questo processo permette l’asportazione di eventuale materiale particel-

lare che il gas si trascina dal processo di gassificazione. Il sistema di lavaggio è dotato di valvole pneumatiche, ali-mentate dal compressore K1, per l’iniezione di acqua nella corrente di gas, e di circola-tore P4 per la movimentazio-ne dell’acqua di lavaggio. 9. L’acqua di lavaggio si ac-cumula nella parte inferio-re del sistema. L’acqua di lavaggio subisce i seguen-ti processi: Filtrazione: la pompa e il circolatore P5 permettono il passaggio dell’acqua attraverso appo-site calze “filtranti”; Raf-freddamento: tramite gli aerodispersori M8 e il cir-cuito di raffreddamento con movimentazione dell’acqua di raffreddamento da parte della pompa P6;10. Il gas attraversa il demi-ster e il filtro a segatura;11. Tutto il processo di gas-sificazione avviene in depres-sione, garantita dal ventilatore

M9 posto in coda all’impian-to. Il ventilatore di processo tiene in depressione la sezio-ne di gassificazione e genera una leggera pressione positiva in modo da alimentazione il motore endotermico.

Servizi offerti dall’azienda

Al fine di soddisfare al me-glio le esigenze dei propri clienti, la Romana Maceri Centro Italia offre i seguenti servizi: Analisi Energetica, punto di partenza essenzia-le per avere un Audit Ener-getico dell’azienda in esame e quindi proporre soluzioni tecniche su misura; Proget-tazione e Istallazione delle soluzioni tecniche indivi-duate; Prove Sperimentali sugli impianti presso la no-stra sede al fine di validare le soluzioni tecniche indivi-duate, con produzione, su ri-chiesta di relazioni tecniche

riguardanti: Monitoraggio in continuo di composizio-ne, portata e temperatura del syngas prodotto dall’im-pianto di gassificazione; Analisi Energetica dell’im-pianto di cogenerazione po-licombustibile nelle varie configurazioni richieste dal cliente; Analisi delle presta-zioni del motore endotermi-co, anche con motori terzi, in termini di consumo spe-cifico in configurazione nor-male con vari tipi di combu-stibile e in configurazione dual fuel.L’obiettivo della Romana Maceri Centro Italia è quel-lo di soddisfare al meglio le esigenze del cliente, che sono necessariamente di-pendenti dalla tipologia di azienda e di processo pro-duttivo. Per questo moti-vo, ai fini dei servizi sopra elencati, verranno valutati preventivi di intervento al momento.

\

BIRDYS SRLClaudio VitVia Bisalta 1412100 Cuneo Tel. 0171 290082cell. 346 4249397e-mail: [email protected]

Page 36: PieMonti giugno-luglio 2011

Nei Comuni della Valle di Susa (da Caselette – Avigliana fino a Se-

striere) nei primi 6 mesi del 2011 si sono raccolte le se-guenti quantità di rifiuti:- Rifiuto indifferenziato: 12.561 tonn di cui 7.771 tonn in bassa valle e 4.789 tonn in alta valle- Raccolta differenziata: 10.839 tonn di cui 8.667 tonn in bassa valle e 2.172 tonn in alta valleLa percentuale di raccolta differenziata raggiunta è sta-ta pari al 45,70% complessi-vamente, di cui quasi il 52% in bassa valle ed il 30% in alta valle.Di rilevante importanza è il fatto che alcuni nostri Co-muni sono premiati a Roma da Legambiente all’inter-no dell’iniziativa “Comuni Ricicloni 2011”; i Comu-ni sono Almese, Caselette, Mompantero e Sant’Am-

brogio di Torino.Nei primi 6 mesi del 2011, proprio in quest’ultimo co-mune, si sono installate le isole interrate di raccolta ri-fiuti, caratterizzate da conte-nitori interrati di volumetria pari a 5 mc (3 mc per il ve-tro) che permettono di mi-gliorare sia il decoro urba-no che la gestione della rac-colta rifiuti in zone critiche (centro storico) per carenza di spazi in cui tenere le at-

trezzature ed alta concentra-zione di utenze. In seguito alla partecipazio-ne ad un bando regionale ed all’ammissibilità a finanzia-mento, nel secondo semestre 2011 anche nei comuni di Bussoleno, Condove, St An-tonino, Susa si installeranno le medesime attrezzature.

\

Notiziedalle aziende

La produzione dei rifiuti in Valle Susa

36

Page 37: PieMonti giugno-luglio 2011

La Andreas Stihl Spa è la filiale italiana del noto marchio tedesco

che, dal 1926, opera con successo nel settore della progettazione e realizza-zione di attrezzature per la cura del verde. Da ol-tre 85 anni la Stihl perse-gue lo stesso obiettivo: fa-cilitare il lavoro dell’uomo che lavora per prendersi cura della natura. Soltan-to le tecnologie che hanno dimostrato la loro concre-ta utilità nell’impiego pra-tico, nel rispetto della salu-te e dell’ambiente, vengo-no adottate e introdotte col marchio Stihl. Non a caso Stihl è dal 1971 la marca di motoseghe più venduta al mondo.Nel corso degli anni la gamma dei prodotti è sta-ta notevolmente amplia-ta arrivando ad includere anche i prodotti del mar-chio Viking, acquisito al 100 per cento Il gruppo Stihl sviluppa, produce e distribuisce attrezzature a motore per la gestione forestale e per la cura di paesaggi e giardini. A og-gi i prodotti Stihl e Viking vengono distribuiti in più di 160 Paesi da una rete di 35mila rivenditori specia-lizzati.

In tutti i processi di lavo-razione del gruppo vengo-no messi al centro il ridotto impatto ambientale e la tu-tela della salute dei dipen-denti e degli utilizzatori. Il gruppo è attivamente coin-volto anche in numerosi progetti a favore dell’am-bientale, in Italia Stihl è Corporate Golden Donor e sponsor tecnico delle cele-brazioni del verde del Fon-do Ambiente Italiano.

Tra le novità 2011 più inte-ressanti in tema di motose-ghe possiamo citare:Il freno catena QuickStop Super a beneficio della si-curezza dell’operatore. Consente di attivare ra-pidamente il freno catena

semplicemente rilasciando l’impugnatura posteriore. La catena si blocca in me-no di un secondo. Nel tra-sporto della motosega que-sto freno catena è sempre inserito automaticamente, rendendo quindi superfluo l’inserimento manuale del freno catena anteriore.Il nuovo sistema M-Tronic regola in modo preciso ed elettronico il punto di ac-censione e la quantità di carburante in ogni con-dizione di funzionamento considerando fattori ester-ni come: temperatura, al-titudine e qualità del car-burante. Il sistema M-Tro-nic regola in continuazione la quantità di carburante durante l’uso e la adatta

Al serviziodei boscaioli

elettronicamente. Perciò regolazioni manuali del carburatore, mediante le apposite viti, non sono più necessarie. Neppure in ca-so di variazione delle con-dizioni esterne, come sbal-zi di temperatura, altitudi-ni differenti e cambiamenti della qualità del carburan-te. Il sistema M-Tronicmemorizza le regolazio-ni dell’ultimo utilizzo in un chip elettronico e le richiama quando si riav-via la motosega. Perciò ad ogni nuovo avviamento con le stesse condizioni si può subito disporre delle piene prestazioni del mo-tore, senza alcuna necessi-tà di cambi di regolazione o di adattamenti.

\

37

Page 38: PieMonti giugno-luglio 2011

38

La volontà di innovare e di garantire un futuro duratu-ro all’azienda ha portato a

puntare sui giovani, che affian-cati a persone con esperienza decennale apprendono il know-how aziendale e lo rinnovano. Per l’azienda Ricerca & Svilup-po risultano essere la linfa vitale che porta a continue sperimenta-zioni e collaborazioni, con esperti di settori differenti (agronomi,...), con enti di ricerca (ad esempio la Fondazione ISI) e con università (Politecnico di Torino – Facoltà di Architettura 1, Università de-gli Studi di Genova – Facoltà di Ingegneria, Università degli Studi di Torino -Facoltà di Economia e Facoltà di Farmacia).Agrindustria nasce 26 anni fa con lo scopo di valorizzare, tro-vare le applicazioni ai prodot-ti vegetali secondari del terri-torio, preparare ingredienti e materie prime per le industrie che, sempre di più, esigono pro-dotti su specificaAgrindustria snc nasce nel 1985 con lo scopo di valorizzare i sot-toprodotti dell’agricoltura. Indi-viduate le biomasse si mettono a punto prodotti su richiesta delle singole aziende, tramite svariati processi produttivi (macinazione, micronizzazione, setacciatura, to-

statura, disidratazione, essicazio-ne). In ventisei anni di esperienza, Agrindustria valorizza molteplici prodotti vegetali (tutoli di mais, gusci di nocciola, legumi, erbe aromatiche, bucce di vario tipo, argilla) per destinarli in campi d’applicazione il più svariati e il più specializzati possibile: ali-mentari zootecnici; prodotti ali-mentari per uso umano; semilavo-rati per la farmaceutica; prodotti per le industrie chimiche (biopla-stiche, biocariche); substrati per terreni di coltura; prodotti per le industrie meccaniche (trattamenti per le superfici).Osservando i prodotti è possibile comprendere qual è stato lo svi-luppo, la crescita e l’evoluzione, quali le strategie dell’azienda,

quale la sua attenzione verso la Natura.Agrindustria cresce fino ad ar-rivare a 19 dipendenti; ester-nalizza lavoro per circa 10-15 lavoratori (trasporti, montaggi, officine esterne)Attualmente Agrindustria occu-pa una superficie coperta di circa 7.000 metri quadrati con piazzali di servizio di circa 20.000 metri quadrati. L’apertura dell’azienda a chiunque voglia approfondire la conoscenza di Agrindustria ri-specchia la volontà di essere tra-sparenti e di operare nel pieno ri-spetto dell’uomo e della natura.Oltre a preparare una serie di prodotti di nicchia per i settori più disparati, basi per cosmesi, abrasivi vegetali per la sabbia-tura soffice, granuli per la vi-bro finitura delle superfici dei metalli, cariche vegetali per il settore plastiche e biopolimeri, pellet idroassorbenti per il set-tore verde pubblico e privato, Agrindustria Cuneo si è atti-vata 4 anni fa per installare un moderno impianto di produzio-ne di pellet da segatura di abe-te e resinose per le stufette e le centrali termiche. Con tale in-novazione si è creato un circolo virtuoso sul territorio evitando importazioni.

Agrindustriala natura è servita

Una PMI dinamica, sempre in evoluzione, con forte capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato

Natura e qualità è quindi un bino-mio fondamentale per quest’azien-da, che opera nel rispetto del mon-do vegetale, prendendolo come modello. Senza modificare i cicli naturali ed i loro risultati: dal seme al frutto, dal germoglio alla buccia secca; Agrindustria guarda la na-tura e da essa impara, per creare prodotti tanto semplici quanto pra-tici, utili e positivi in applicazioni alimentari, industriali, artigianali e domestiche.Agrindustria fornisce prodotti par-ticolari di origine vegetale ed una serie di servizi: farine alimentari precotte, abrasivi vegetali soffi-ci, basi per cosmesi, supporti per l’industria farmaceutica e chimi-ca, materiali e cariche vegetali per molteplici utilizzi. Oltre alla vasta gamma di prodotti vengono forniti anche servizi come la macinazio-ne, la micronizzazione, la tostatu-ra e la cottura. L’azienda punta in particolare su prodotti di nicchia, con la cura e la serietà di una re-altà artigianale. La passione per il mondo naturale, e in particolare quello vegetale, è lo stimolo per la ricerca e lo studio di nuove ap-plicazioni. Tra i nuovi impianti che hanno permesso di rendere più efficien-ti i flussi di materia e di energia di Agrindustria c’è una linea per

Giuseppe Tecco, fonda-tore e amministratore

dell’Azienda

Page 39: PieMonti giugno-luglio 2011

39

tura; ventola di aspirazione per mantenere in depressione tutto l’impianto; strumentazione: si-stema elettro-strumentale com-pleto con quadro comando e sof-tware di gestione in automatico dell’impianto.Ultimissimo interesse di Agrin-dustria e del suo titolare Giu-seppe Tecco: dare disponibilità all’Uncem e all’Ipla e al terri-torio Piemontese per far decol-lare veramente la filiera legno in modo da favorire l’economia dei territori montaniCon l’Uncem e l’Ipla si può far partire una filiera delle biomasse legnose veramente redditizia e che può garantire un sicuro approvvi-gionamento alle centrali a bio-massa che si possono collocare sul territorio in modo appropriato per poter sfruttare anche il calore residuo per il teleriscaldamento. Considerando le varie economie di scala che subentrano nell’uti-lizzo del territorio, il cantiere di esbosco, il rendimento elettrico della centrale, la realizzazione e gestione della rete bisognerà va-lutare quali, quante e di quali di-mensioni possono essere insediate delle micro-centrali a biomassa.Agrindustria, grazie ai poli di Innovazione della Regione Pie-monte, porta avanti progetti di ricerca che sono utilissimi da subito per conoscere nuove re-altà produttive, nuove aziende e in un secondo tempo per svilup-pare nuovi progetti produttivi negli anni a venire vivacizzan-

do un’altra volta il territorio.La visione sistemica che sotten-de tutti gli interventi aziendali prevede l’installazione e la cre-azione di impianti nuovi interni all’azienda e anche l’attivazione di collaborazioni esterne per uno sviluppo integrato col territorio. La volontà di rendere l’azienda aperta e laboratorio educativo è intrinseca nella filosofia stessa di Agrindustria. La scelta di parteci-pare ai Poli di Innovazione porta ad essere all’interno di tavoli di lavoro con competenze diverse ma obiettivi chiari e definiti con altre aziende e organismi di ricer-ca del territorio.Agrindustria da anni collabora con il Politecnico di Torino per meglio programmare i proces-si produttivi in modo da fare come la natura: uno scarto di

un ciclo diventa imput per un altro.L’ampia portata del progetto che coinvolge Agrindustria e il Po-litecnico di Torino (Disegno In-dustriale) genera nuovi scenari produttivi e territoriali garanten-do l’autonomia energetica e l’an-nullamento degli scarti produttivi, perché ogni scarto è studiato per diventare nuovo input. L’approc-cio del mondo produttivo cambia e non sarà più un agire “lineare”, ma un procedere per “interconnes-sioni” attingendo soluzioni da una “cultura nuova” veramente inter-disciplinare. Dalla sperimentazio-ne di questo concetto in ambito industriale si è potuto osservare che le attività produttive possono rispecchiare i principi di metabo-lizzazione della natura, una realtà che non produce scarti.

\

AGRINDUSTRIA di Giuseppe Tecco

Via Valle Po, 350fraz. Roata Rossi

12100 Cuneo

la produzione di pellet, un carbu-rante vegetale autoctono di alta qualità per le stufe domestiche e centrali termiche, e una linea per la produzione di biocariche per il wood plastic composite, un compound ecocompatibile for-mato da plastica e cariche vege-tali per aumentare le prestazioni meccaniche e migliorare quelle ambientali.Il rispetto per la natura, ha portato l’azienda a migliorarsi sempre più, fino alla tensione verso l’obiettivo più difficile: lo scarto zero.Ultimo investimento: un im-pianto a biomasse piccolo (199 kwe) diventato un esempio in Piemonte e in Italia per la va-lorizzazione della filiera legno-energiaLa dimensione del gassificato-re è di 200 chilowatt elettrici e più del doppio di termico, per un funzionamento medio di 7500 ore all’anno. L’impianto di gassifi-cazione di biomassa adotta una tecnologia di combustione della biomassa basata sulla gassifica-zione del combustibile mediante l’utilizzo di un reattore di gassi-ficazione ed è costituito dai se-guenti componenti: alimentatore per il trasferimento del materia-le dal macinatore all’essicatoio; essicatoio da 50mc con estratto-re; elevatore per il trasferimento dall’essicatoio al “polmone di ri-serva” per il gassificatore; reatto-re di gassificazione che consuma 1 kg/kWe di biomassa (cippato) avente pezzature 2-15 cm e umi-dità inferiore o uguale al 7%; si-stema a coclea di estrazione car-bonella (biochar) per una quantità di circa 4%; sistema di depura-zione e filtraggio gas costituito da colonna di lavaggio ad acqua in controccorrente e filtro a sega-

Page 40: PieMonti giugno-luglio 2011

40

Sono 260 mila le se-conde case in Piemon-te: quasi due terzi si

trovano in montagna (si sti-mano 190 mila abitazioni), per lo più utilizzate dagli stessi proprietari, con una permanenza media di oltre 100 giorni l’anno. Non so-lo, sempre secondo le stime più recenti, ci sono 5 mila borgate alpine: significa al-meno altre 15-20 mila case che possono essere recupe-rate con interventi più o me-no radicali. Ma sono da considerare le dinamiche del mercato, os-sia domanda e offerta, che ancora sta subendo le con-seguenze della recente cri-si internazionale. Renato Vianelli, vicepresidente re-gionale della Fimai (fede-razione italiana mediatori e agenti immobiliari), spiega: “Il mercato immobiliare, in generale, ha subito un for-

te rallentamento negli ul-timi anni di crisi economi-ca. Senza alcun dubbio la “seconda casa” ha visto, in particolare, un arresto delle trattative, dovuto ad un for-te calo della domanda. Sul nostro territorio è calata cir-ca del 20%. Anche perché il potere d’acquisto è forte-mente diminuito: oggi più che mai la seconda casa è vista come un bene di lus-so, a cui solo una piccola parte dell’utenza è in grado di avvicinarsi. In relazione a questo, molti costruttori piemontesi, in questa fase di tranquillità di mercato, han-no ridotto le nuove iniziati-ve sul fronte turistico, anche perché il settore è fortemen-te inflazionato”. Restano però differenze ri-levanti e non facili da quan-tificare, a seconda delle lo-calità scelte. Da una parte le mete importanti dei grandi

flussi turistici estivi o inver-nali, dall’altra centinaia di borghi grandi e piccoli del-le Alpi, che stanno attraver-sando una fase di lenta ma inesorabile riscoperta. Pro-segue Vianelli: “Alcune lo-calità, particolarmente rino-mate, in grado di richiamare il grande turismo invernale, come Limone, Sestriere, Bardonecchia e non solo, sono riuscite a mantenere buone quotazioni nel tempo e un mercato relativamente dinamico. Da tener presente come vecchi borghi di mon-tagna, anche di piccole di-mensioni ma di sicuro fasci-no, riescono a mantenere vi-vo un interesse immobiliare, nel momento in cui vengono riqualificati completamente, purché posizionati in punti strategici. Se è lenta la ripre-sa del mercato immobiliare nei grandi centri urbani del Piemonte, possiamo imma-

Un patrimonioedilizio da riscoprire

Riscoprire le terre alte partendo dalle abitazioni. Per utilizzare in modo consapevole ed ecologico un patrimonio edilizio antico

e – spesso – integrato nell’ambiente, fatto di decine di migliaia dicase, baite, appartamenti, ricoveri, vecchie fortificazioni, stalle

Inchiesta

di Lorenzo Boratto

Paola Vercellotti

Page 41: PieMonti giugno-luglio 2011

ginare che lo sarà ancora di più per il mercato della se-conda casa. Non escluderei, nel perdurare della crisi, un ulteriore ribasso delle quota-zioni. Ma resta indubbio che conviene investire in baite e acquistare immobili, anche da ristrutturare, in monta-gna: il loro valore è destina-to a mantenersi”.I prezzi più bassi e i tempi più lunghi per le transazio-ni stanno anche favorendo nuove dinamiche, come la rivitalizzazione dei centri minori, ora diventati appeti-bili. Nel 2010 le quotazioni delle abitazioni nelle loca-lità turistiche di montagna sono rimaste stabili. Ma con differenze abissali: si va dai prezzi al metro quadro delle località più prestigiose coma Claviere (oltre 4.500 euro in media), Bardonecchia e Li-mone (sopra i 4 mila euro) fino a località con prezzi 6 o 7 volte inferiori (come i cen-tri più piccoli del Biellese e del Verbano, ma diffusi in tutte le Alpi, che non hanno ad esempio impianti sciistici di grande richiamo).Numeri di massima, da ana-lizzare con cautela: a Bardo-necchia per esempio le abi-tazioni possono arrivare nel nuovo a 6.400 euro al metro quadro (secondo l’Ufficio studi Tecnocasa, dati 2010), ma si possono trovare an-che appartamenti a prezzi che sono meno della metà (2.500 per l’“usato econo-mico” nella stessa località). Non tutte i paesi alpini pe-rò possono vantare tipologie diverse di immobili e scel-ta, quindi questi dati vanno

considerati come puramente indicativi. Si tratta comunque di dina-miche che stanno cambian-do. Come avverte Lido Ri-ba: “Le Alpi sono l’unico territorio montano d’Euro-pa dove si registra un au-mento della popolazione. Anche di questo si è parla-to a fine marzo nel simposio “ClimAlp” a Entracque, nel Cuneese”. Una tendenza che era stata anticipata dagli stu-diosi di demografia: dopo il declini rapido di popolazio-ne dopo la seconda guerra, durato per decenni, adesso è ripresa una riscoperta del-le Terre alte: perché il com-plesso montano alpino è al centro dell’Europa e dei suoi scambi e perché le Alpi han-no un valore climatico uni-co. E il costo della vita è in-

feriore alla pianura.Esistono decine di esempi virtuosi, anche in Piemonte. Il più recente è costituito da fondi europei: con la misura 322 del Psr (programma di sviluppo rurale) 2007-2013, è stato favorito il recupero dei borghi abbandonati. La misura “Sviluppo e rinnova-mento delle borgate” preve-deva fondi pubblici per 43 milioni di euro per recupe-rare le “numerose costruzio-ni private, pubbliche e di uso collettivo, che sono state ab-bandonate o sottoutilizzate negli ultimi decenni”. Il te-sto della misura recita: “so-no interventi integrati per il sostegno delle attività (pro-duttive, culturali, ambien-tali, di servizio) esercitate nell’ambito delle borgate oggetto di intervento, non-ché al recupero architettoni-co e funzionale”. I risultati nei 2 anni in cui il finanzia-mento è stato lanciato e pro-mosso, sono stati positivi. E i primi effetti si stanno con-cretizzando in diversi centri piemontesi. Come a Ostana (nella foto in basso), in al-ta valle Po, dove si è scelto di investire sulla borgata di Sant’Antonio (“Miribrat” in

lingua occitana). Il sindaco Giacomo Lombardo spie-ga: “Siamo arrivati quinti su 74 progetti ammessi, da tut-to il Piemonte. È stato un iter molto lungo e per certi versi non ancora concluso. A fine marzo abbiamo presentato la progettazione prelimina-re”. Nella borgata oggi vivo-no una decina di persone in modo stabile: la misura per-metterà investimenti di circa 2 milioni di euro. Di questi 600 mila a fondo perso, al-tri 1,4 milioni dai privati, ma finanziati al 40% con soldi dell’Unione europea a tasso zero. Saranno ristrutturate case, sia per uso privato sia per attività (per il momento si tratta di un’affittacame-re). Aggiunge Lombardo: “Ma gli aspetti più interes-santi di questo progetto sono le attività collaterali, sorte non direttamente da questo bando. A Sant’Antonio si prevede anche la realizza-zione di un piccolo caseifi-cio, oltre all’apertura di uno spaccio con i prodotti loca-li, dai piccoli frutti agli or-taggi. Si venderanno mar-mellate, prodotti della terra, formaggi”. Si è saputo crea-re quindi un ritorno

ALCUNE LOCALITÀ ALPINE DEL PIEMONTE A CONFRONTOPrezzi indicativi medi 2010

LOCALITÀPrezzoal m2

Prov.

Claviere 4550 ToBardonecchia 4150 ToPragelato 2850 ToSestriere 3600 ToFenestrelle 1450 ToChiomonte 1200 ToGravere 950 ToLimone P.te 4150 CnVernante 2500 CnPontechianale 1900 CnCrissolo 1300 CnViola 900 CnMacugnaga 3150 VcoCraveggia 2350 VcoFormazza 2300 VcoToceno 1450 VcoPremia 750 VcoBiella 1250 BiellaSordevolo 850 BiellaTrivero 600 BiellaFONTE:www.mercato-immobiliare.info

Page 42: PieMonti giugno-luglio 2011

42

La Natura è casa nostra

Consultate il sito www.stihl.it e cercate il Rivenditore Specializzato più vicino, troverete consulenza, assitenza tecnica e ricambi originali STIHL

La Natura è casa nostra

Consultate il sito www.stihl.it e cercate il Rivenditore Specializzato più vicino, troverete consulenza, assitenza tecnica e ricambi originali STIHL

La Natura è casa nostra

Consultate il sito www.stihl.it e cercate il Rivenditore Specializzato più vicino, troverete consulenza, assitenza tecnica e ricambi originali STIHL

positivo legato al fi-nanziamento pubblico, ma indipendente da esso. Ad esempio c’è chi ha già detto di volersi trasferire per de-dicarsi all’agricoltura e alla pastorizia: coltivare mirtilli selvatici, allevare mucche e asine (il cui latte è utilizzato anche per realizzare ricerca-ti prodotti cosmetici). Si so-no detti interessati a questa opportunità di risparmiare ristrutturando persone del paese e della valle, ma an-che privati, alcuni da fuori regione. Con il bando sarà realizzata una struttura pub-blica e centro polifunziona-le: ci sarà una foresteria e sarà installato un miniosser-

vatorio astronomico, per ve-dere le stelle senza inquina-mento luminoso, ma anche (grazie a un cannocchiale) vedere gli animali sull’altro versante della montagna. Ancora il sindaco Lombar-do: “Il più lontano che ha espresso la volontà di trasfe-rirsi nella borgata è un fio-rentino che vuole aprire un ufficio. Lavora da tempo con le associazioni che difendo-no le lingue minoritarie, co-me la Chambra d’Oc da noi. Ha preso una casa e vuole si-stemarla anche come ufficio. Non solo: una studio grafi-co di Saluzzo vuole aprire uno studio a Sant’Antonio e c’è anche una signora che

svolge consulenze azienda-li a Torino che si trasferirà realizzando, anche nel suo caso, una casa-ufficio. Tut-te iniziative sono utili per-ché si sta riscoprendo da un lato l’agricoltura della gen-te di montagna, cioè la vec-chia vocazione delle terre alte. Era una delle leve prin-cipali e una delle questioni più urgenti: ripristinare un minimo di attività agrico-la serve per ricominciare a tenere pulite le zone. Un tempo la montagna era un giardino, oggi trionfa anco-ra l’abbandono”. Un ritorno alle origini che sfrutta altri vantaggi della “modernità”. Ormai il gap delle infra-

strutture si sta (lentamente) colmando. Sia per internet, sia per i collegamenti tele-matici, ma anche per l’agi-bilità delle strade: ormai le differenza tra Alpi e pianura si sono assottigliate e anche le nevicate più abbondanti non impediscono più, per settimane, l’accesso ai cen-tri isolati della Alpi. L’esem-pio del paese della valle Po non è isolato. Come il Comune di Calla-biana, nel Biellese, dove ne-gli ultimi cinque anni la po-polazione è passata da 120 a 150 residenti. Ci vive Pa-ola Vercellotti, che è anche presidente della comunità montana Valle Sessa, Mosso

Page 43: PieMonti giugno-luglio 2011

43

La Natura è casa nostra

Consultate il sito www.stihl.it e cercate il Rivenditore Specializzato più vicino, troverete consulenza, assitenza tecnica e ricambi originali STIHL

La Natura è casa nostra

Consultate il sito www.stihl.it e cercate il Rivenditore Specializzato più vicino, troverete consulenza, assitenza tecnica e ricambi originali STIHL

La Natura è casa nostra

Consultate il sito www.stihl.it e cercate il Rivenditore Specializzato più vicino, troverete consulenza, assitenza tecnica e ricambi originali STIHL

e Prealpi Biellesi (31 Comu-ni, 63 mila abitanti): “Alcuni Comuni si stanno muoven-do con incentivi: si tratta di pochi euro, ma che possono far scegliere di risistemare la casa della nonna e maga-ri andarci a vivere. Sono in-centivi all’insediamento (se si cambia residenza) e alla ristrutturazione: uno stimo-lo per i privati e anche un miglioramento urbanistico e ambientale. Negli ultimi anni si sono trasferite mol-te coppie con bambini: ec-co perché dell’aumento del-la popolazione”. In genere: si tratta di coppie che fre-quentavano il centro prima di sposarsi, magari per le ferie estive, poi dopo il ma-trimonio lo scelgono: prezzi bassi, migliore qualità del-la vita. Ancora Vercellotti: “Certo queste dinamiche, per ora, vanno bene solo per centri che non sono troppo distanti da città più grandi, che offrono una gamma più ampia di servizi. Poi ci sono molte seconde case, che nel Biellese attirano tanti resi-denti dalla zona di Milano e dalla Lombardia in genere. Nella mia comunità monta-na quasi tutti i paesi vivono i “disagi” delle ferie estive, quando utenze e servizi rad-doppiano. L’obiettivo per noi è uno solo: riuscire a essere anche più accoglien-ti, far sì che la permanenza sia stabile, anche durante la settimana, magari utilizzan-do incentivi economici. Ce ne sono di pronti per inse-diamenti di attività produtti-ve, come quelle artigianali”. Il vicepresidente dell’Un-

munità montana Alto Tana-ro, Cebano e Monregalese: “Da noi, dal rifugio dei Ver-nagli, sopra i mille metri, nel Comune di Montaldo, c’è un agriturismo che ormai tiene aperto tutto l’anno, malgra-do ci vogliano 8 km di stra-da sterrata per raggiungerlo. Ci vive una famiglia, con il figlio trentenne: hanno effet-tuato un recupero edilizio a mano, con la pietra, seguen-do le antiche tecniche. Ma oltre a questo hanno porta-to molte iniziative in mon-tagna”. Da poco, infatti so-no stati realizzati posti tappa per trekking a cavallo ed è iniziato il recupero dei sen-tieri turistici, organizzan-do iniziative come “Arte in borgata”: si portano pittori a esporre quadri nella bor-gate abbandonate. Un modo per rendere un insediamento anche un luogo di aggrega-zione, turismo, cultura, ric-chezza. L’Uncem vuole continuare a ragionare sul vero valore del “patrimoni” delle costru-zioni alpine. Si sta infatti at-tuando una progressiva ac-quisizione di questi immo-bili, che hanno finalmente un valore commerciale. È ancora Lido Riba a spiega-re come ruderi fino a pochi decenni fa non considerati,

adesso sono tornati appetibi-li. Dice: “Si pensi a Limone nel Cuneese: oggi la metà dei residenti è originario di altre parti d’Italia ma tutti si sentono “limonesi”. È il luo-go dove sorge una casa che ridà la cultura al territorio. Il recupero delle borgate sta proseguendo anche su altre mete meno attraenti rispet-to a Limone. Il primo bando per il recupero delle borgate aveva dei costi organizzati-vi importanti, perché si par-tiva da zero, era una delle prime iniziative del genere in Europa, sicuramente la più strutturata. Adesso que-sto bando va ripetuto”. Le iniziative dell’Uncem Pie-monte sono altre ancora: si sta lavorando per realizzare una “borsa delle opportuni-tà” per le terre alte, in modo da accompagnare il crescen-te interesse per un mercato che prima non esisteva. Un modo per far incontrare do-manda e offerta per quelli che un tempo erano conside-rati “ruderi”, mentre adesso stanno acquisendo un valore commerciale. Una vocazio-ne che deve essere rafforzata per diventare stabile. In mo-do da trasformare queste ca-se, che sembravano destina-te all’estinzione per abban-dono, in un patrimonio.

\

cem regionale è Giovanni Francini, presidente del-la Comunità montana val-li dell’Ossola. “C’è la ne-cessità di andare verso il recupero delle borgate ab-bandonate – dice -: i prov-vedimento come la legge urbanistica regionale 56 do-vrebbe prevedere incentivi sostanziosi, che generano ricadute positive. I contri-buti consentirebbero di ri-costruire migliaia di casali e baite abbandonati o vici-ni a crollare. Ho una propo-sta: l’ente pubblico, magari coordinandosi a vari livelli, dovrebbe dare un contributo pari agli oneri di urbanizza-zione che il privato paga per la ristrutturazione”. Impor-tante in questo senso anche l’attività culturale e di pro-mozione. Nel piccolo centro di Crevoladossola, ogni an-no a giugno, l’associazione “Canova” organizza un in-contro con 4 architetti pro-venienti da diverse parti del mondo: un momento infor-male di scambio e insieme la presentazione delle espe-rienze professionali per atti-rare l’attenzione sulla salva-guardia del patrimonio stori-co architettonico locale”. Fausto Mulattieri, membro della Giunta Uncem e sin-daco di Pamparato, nella co-

Page 44: PieMonti giugno-luglio 2011

44

cuneese a giuglio, si è trasfe-rita in Francia, nel parco del Mercantour. La sceneggia-tura, firmata anche da Gio-vanni De Feo (supervisione di Tullio Pinelli), ha ottenuto il finanziamento della Dire-zione Generale dello Spet-tacolo del Ministero degli Affari Culturali, di Eurima-ges, della Film Commission Torino-Piemonte, della Film Commission PACA.“L’idea di questo film – spie-ga Pinelli – mi venne sugge-rita, molti anni fa, dallo stu-dioso di tradizioni popolari Nuto Revelli. Si basa su una vicenda realmente accaduta, intorno alla quale, insieme allo sceneggiatore Giovan-ni De Feo, ho imbastito un intreccio di pura fantasia, ricco di colpi di scena. Nei decenni a cavallo tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 l’estrema miseria costringe-va spesso i montanari delle valli del Cuneese a offrire i propri figli in affitto ai più ricchi contadini della pianu-ra, o addirittura ai malgari del versante francese delle Alpi Marittime. Malgari a volte molto duri. Il film nar-ra la fuga di due pastorelli

Il regista Carlo Alberto Pinelli a Torino: “Un film di finzioneche sfida il documentario”. Nei cinema a Natale

Cultura

di Gianni Giacomino

“Ti tengo per mano”una grande storia di montagna

“La storia di “Ti tengo per mano” ci porta indietro

di un secolo, ma metafori-camente ci mostra come le situazioni drammatiche vis-sute da molti bambini nel nostro Paese all’inizio del secolo scorso, siano pur-troppo oggi attuali in al-tre parti del mondo. Penso all’Afghanistan e ad altri Stati in cui vengono negati i diritti dell’infanzia”.Carlo Alberto Pinelli, ha concluso nei giorni scorsi le

riprese del suo nuovo film “Ti tengo per mano” (Bam-bini in affitto) e svela l’emo-zionante potenza narrativa del soggetto. Con grande en-tusiasmo il regista ha intra-preso l’avventura cinema-tografica presentata a Tori-no venerdì 17 giugno nella sede dell’Uncem Piemonte (l’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti mon-tani), partner del progetto. La troupe guidata da Pinel-li, dopo due settimane di la-voro nelle vallate alpine del

Page 45: PieMonti giugno-luglio 2011

45

dalla tirannia dei padroni francesi e la loro avventu-rosa traversata della cate-na alpina per ritornare nelle valli natie”. Una storia che non poteva essere racconta-ta, secondo Pinelli, con un documentario (ne ha curati oltre 120 nel corso della sua carriera), ma con un film di finzione. “Per vent’anni ho ragionato su come racconta-re questa storia e negli ulti-mi tre anni abbiamo costrui-to il progetto”, ha evidenzia-to. Accanto al regista, i due bambini protagonisti (sele-zionati tra 600 partecipanti ai casting), Francesca Zara, 7 anni e mezzo, di Valdengo (Biella) e Stefano Marse-glia, 9 anni, di Torino.Lido Riba mette in luce il grande valore della storia narrata nel film. “Una vi-cenda che per chi come noi

si occupa di montagna – af-ferma – fa parte dell’atlante storico che non si può igno-rare mentre stiamo lavoran-do alla costruzione di nuove politiche di sviluppo delle Terre Alte. La testimonianza e la vicenda reale del film, portata sul grande schermo, apre un percorso che anco-ra mancava nella storia ci-nematografica”. Entusiasta l’assessore ai Piccoli Co-muni e alle Pari opportu-

nità della Provincia di Cu-neo, Anna Mantini Griva: “Siamo orgogliosi dell’im-portante attenzione al terri-torio dimostrata con questo film – spiega – Il film por-terà al grande pubblico la nostra storia. E richiamerà l’attenzione su determina-te condizioni sociali e sulle grandi lotte per la conquista dei diritti. Oggi, i diritti dei bambini in molti Paesi non vengono rispettati. Anche in questa spinta alla riflessione sta la grande importanza del film”. Con l’assessore, alla conferenza stampa di pre-sentazione hanno preso par-te il sindaco di Vinadio An-gelo Giverso e il consigliere di Valdieri, Manuel Toselli. Da Davide Bracco, direttore della Film Commission To-rino-Piemonte, il plauso alla “torinesità” del film, anche con attori protagonisti pie-montesi. Ugo Adilardi sot-tolinea l’importante impegno della società di produzione Paneikon, da lui diretta, che ha stretto un importante le-game con il regista e con le persone che stanno lavoran-do al film. “Legame proficuo – spiega Adilardi – in grado di dare risultati positivi”.Nel corso della presenta-zione è stato letto anche il

messaggio inviato al regista da parte di Gian Luigi Ron-di, presidente del Festival Internazionale del Cinema di Roma: “Carissimo Carlo Alberto – scrive Rondi – le faccio i miei auguri più vi-vi per questo suo bel film che oltretutto mi è partico-larmente caro perché è stato l’ultimo impegno al quale si è dedicato il suo compianto grande padre Tullio. Sono certo che avrà un meritato successo che le consentirà di proseguire sul cammino già intrapreso con intelligenza, impegno e fortuna”.Il film è stato riconosciuto dal Ministero dei Beni Cul-turali come opera di inte-resse culturale nazionale, si avvale della collaborazio-ne della Film Commission Torino-Piemonte, del Parco delle Alpi Marittime, del-le Comunità montane Valle Stura, Valli Grana e Maira, Valli Po, Bronda, Infernot-to e Varaita, Alpi del Mare e dell’Uncem Piemonte. Lo producono due società cine-matografiche italiane (Pa-neikon e Metafilm) e una so-cietà cinematografica fran-cese (Takami Productions), finanziata in parte dalla Film Commission dell’Alta Pro-venza (Paca).

\

Il regista Carlo Alberto Pinelli con i due bambini protagonisti. In alto, i partecipanti alla conferenza stampa.

Page 46: PieMonti giugno-luglio 2011

Recensionia cura diAmbra Lazzari

46

Questo brevissimo racconto uscì all’interno della collana “I Corti di Carta” alle-gata al Corriere della Sera. Si tratta di pubblicazioni da lettura lampo, che non richiedono più di mezz’ora, e si avvicinano molto alla velocità di lettura a cui

ormai ci ha abituati il web.Dopo oltre quarant’anni trascorsi insieme nello stesso appartamento di città, Ugo ed Eleonora decidono di trascorrere il resto della propria vita tra le montagne che tanto amano e che fino a oggi hanno frequentato soltanto nei weekend, alla ricerca di pezzi di legno adatti a dare sfogo alla passione di Ugo per l’intaglio.Con un po’ di sacrifici riescono a trasferirsi lassù, nella Baita dei Pini, giusto al mo-mento della pensione. Ugo ha finalmente un vero e proprio laboratorio artigianale e i primi mesi trascorrono tra la meraviglia e lo stupore per le piccole cose: la rugiada del mattino, gli scoiattoli, il sapore dei mirtilli appena raccolti, la neve e il disgelo…Proprio al culmine di quella che sembra la Felicità, una ruspa che avanza lentamen-

te in salita verso il loro terreno rumorosamente interrompe l’idillio, trascinandoci in una storia ben più amara.“Baita dei Pini” è una favola nera ed ecologista, con la quale Susanna Tamaro torna alle te-matiche di impegno sociale affrontate nei racconti di “Per voce sola”.

(Susanna Tamaro, Baita dei Pini, 2007, ed. Corriere della Sera, pagine 59)

Baita dei PinSusanna Tamaro, nata a Trieste nel 1957, per dieci anni ha lavorato

per la televisione realizzando documentari scientifici. È una delle scrittrici italiane più conosciute e amate nel mondo.

Mauro Corona (Erto,1950) è uno scrittore, alpinista e scultore italiano, ormai frequentatore abituale di queste pagine.

“Neve Corona Menin venne al mondo nel tempo cattivo dell’inverno. Era il giorno dell’Epifania del 1919”. Mentre tutti si preoccupavano di scaldare quella bambina nata in un gelo da ca-

stigo, lei non solo non dava segni di sentire il freddo e non piangeva mai, ma allontanava da sé le fiamme del fuoco come un soffio di gelo. Già dai primi giorni di vita i genitori compresero, con un certo timore, che era una creatura misteriosa, dotata di poteri straor-dinari, un dono mandato da Dio per far del bene.E di lì a poco il padre iniziò a vedere nella figlia l’occasione per arricchirsi: organizzò una serie di finti miracoli, che attirarono schiere di malati pronti a pagare per avere la grazia della piccola santa, e innescò una spirale di ricatti, violenza e delitti.Sullo sfondo di quella che sembra la versione noir della vita di Remedios la Bella di Garcia Marquez, traspare tutta la quotidianità del vissuto e del parlato di paese, scandito dall’immutabile succedersi delle stagioni.Corona condisce l’epopea di Erto con pari dosi di trascinante vitalità e nera crudeltà. Intanto, negli occhi di chi legge, rimangono scolpite le idilliache pagine sulla natura.

(Mauro Corona, Storia di Neve, 2008, ed. Mondadori, pagine 817)

Storia di Neve

Page 47: PieMonti giugno-luglio 2011

47

A cura di Elio Archimede, Cetta Berardo, Mauro Carbone, Mario Palenzona, Sergio Maria Teutonico.

“T utto quanto è necessario conoscere per partecipare a una nuova entusiasmante sta-gione della gastronomia autentica del Piemonte. Contiene 110 ricette d’autore.”È un libro didascalico, per informare, documentare, stimolare l’uso e la diffusio-

ne del Nero Piemonte che, in quanto tartufo nero pregiato, è tutt’altro che il fratello povero del bianco, il ripiego di bassa stagione. È un libro in evoluzione, quasi un almanacco di cul-tura gastronomica, partecipata dal popolo come dall’artigiano di lusso. Promuove un’inedita strategia di territoriale di sviluppo delle aree marginali, basata sulla coltivazione di piante micorizzate in alta collina e bassa montagna, là dove sembra ormai impossibile fare agri-coltura a buon valore aggiunto. In queste pagine potrete quindi scoprire le origini del mito, osservare i volti compiaciuti dei trifolau che mostrano orgogliosamente il proprio bottino, conoscere le condizioni in cui il tartufo nasce e cresce così come le diverse tipologie, ma anche la letteratura “al tartufo” e 110 ricette (non solo antipasti e primi, ma anche secondi e dolci!) per assaporarne il magnifico gusto.(AAVV, L’altro tartufo del Piemonte, 2011, ed. Sagittario editore, pagine 316)

L’altro tartufo del Piemonte

Nella guida, sono presentati ben 100 itinerari in salita nelle valli di Susa e del Sangone, percorribili con la bici da corsa. Il volume è suddiviso in 12 capitoli corrispondenti ad altrettante zone, con una sintetica indicazione cartografica

dei percorsi. Complessivamente le salite descritte presentano oltre 900 km di lun-ghezza e più di 55.000 metri di dislivello: difficile trovare un altro luogo delle Alpi dove si possa incontrare un tal numero di salite concentrate in un’area così ristretta.Per ciascuna salita sono riportate le informazioni tecniche generali con dati desunti da rilievo dettagliato effettuato con GPS, il profilo altimetrico con colorazioni dei settori a diversa pendenza e, accompagnata da immagini fotografiche significative, la descrizione del percorso non solo dal punto di vista ciclistico ma anche da quello paesaggistico e delle emergenze storiche e artistiche.Si va dai brevi percorsi della bassa valle, affrontabili anche nel periodo invernale, agli alti colli alpini percorsi da Giro e Tour, come il Moncenisio o il Finestre, pas-sando per classiche come il Lys, il Braida e Prarotto o per salite ai più sconosciute ma spesso di grande impegno per dislivelli e pendenze.Salite che in quanto a difficoltà ben poco hanno da invidiare ai più famosi Zon-colan o Mortirolo.(Mario Franchino, Cento salite in Val Susa e Val Sangone. Con la bici da corsa, 2011, Fraternali

editore, pagine 196)

Cento salite in Val Susa e Val Sangone Con la bici da corsaMario Franchino, nato a Torino nel 1956, laureato in Ingegneria Civile e Scienze e turismo alpino, vive a Villar Dora dove lavora come libero professionista.È da sempre appassionato di bici e montagna.

Page 48: PieMonti giugno-luglio 2011

48

La valle Po a metà Otto-cento contava più di 40 mila abitanti: Barge era

sui novemila, Bagnolo sui sei, Paesana sui sette, Crisso-lo e Oncino superavano i mil-le, Ostana li sfiorava. Dunque la valle Po aveva diritto nel Parlamento subalpino, quello previsto dallo Statuto carloal-bertino del 1848, a due depu-tati. Questi venivano scelti in due collegi uninominali, detti di Sanfront e di Barge. Nel-la nostra zona gli altri col-legi erano quello di Saluzzo che comprendeva i manda-menti (preture) di Saluzzo e Costigliole, e quello di Vena-sca che includeva, i manda-menti di Venasca, Sampeyre e Verzuolo. L’incrocio Co-stigliole-Verzuolo era “cu-rioso”, ma aveva l’unico fine di uguagliare il numero degli abitanti, o meglio il numero degli elettori. Erano infatti ammessi al voto cittadini con più di 25 anni che pagassero un censo annuo di almeno 40 li-re (che però si riduceva nei pic-coli paesi), no-bili e proprietari insomma, oltre alle persone for-nite di determi-nate “capacità” (professori di università e al-

tre scuole pubbliche, magi-strati “inamovibili”, membri di camere di commercio, di-rettori di comizi agrari, uffi-ciali dell’esercito e impiegati civili a riposo con una pen-sione superiore alle 1.200 li-re annue). I collegi in cui il regno di Sardegna fu diviso comprendevano da un mini-mo di 200 a un massimo di 400 elettori ciascuno. Le prime elezioni si tennero il 27 aprile 1848, quando la situazione politica interna-zionale era ormai precipita-ta e Carlo Alberto, dopo gli ennesimi tentennamenti, si era deciso per la dichiarazio-ne di guerra all’Austria. Nel collegio di Sanfront risultò eletto l’avvocato e docente universitario Michelangelo Tonello, in quello di Barge il consigliere d’appello a ripo-so Bernardino Signoretti. To-nello, originario di S. Secon-do di Pinerolo, era un sincero

liberale, esperto di diritto cano-nico e come tale spesso ascoltato da Cavour e dai suoi successo-ri (Lamarmora, Lanza) per le difficili trattati-ve con la Santa sede. Gli inca-richi ricevuti gli crearono qual-che incompati-

bilità, cosicché i pochi mesi della I legislatura videro gli elettori dell’alta valle Po re-carsi quattro volte alle urne. Quanto a Signoretti, costui, ormai anziano non lasciò molti segni di sé. Alla II le-gislatura (gennaio 1849) il seggio passò al dottor Ber-nardino Bertini, per un certo tempo preside della facoltà di medicina a Torino, esponente di una influente famiglia bar-gese, il quale batté niente me-no che Gustavo Ponza di San Martino. I Bertini erano ricchi proprietari e professionisti, nel cui seno non erano man-cati a inizio Ottocento rivo-luzionari e notabili filofran-cesi. Occuparono ininterrot-tamente quel seggio di Barge dal 1849 al 1872. Quando il dottor Bernardino morì il 23 aprile 1857, gli subentrò il fi-glio del fratello Alessandro, l’avv. Giovanni Battista, che rimase in carica fino al 1872, allorché si dimise per ragioni di età, finendo però ripescato al Senato. Alessandro e Gio-vanni Battista Bertini furono protettori della Società opera-ia di Barge, di orientamento moderato, come prova la par-tecipazione nel 1861 al Con-gresso di Asti, anziché a quel-lo di Firenze, dove prevalsero gli orientamenti repubblica-ni. Ciononostante l’on. G. B. Bertini a palazzo Carignano, quindi a Montecitorio sedet-

A sinistra di CavourRiccardo Sineo e gli altri deputati della valle Po negli anni del Risorgimento

Cultura

di Livio Berardo

Riccardo Sineo

Page 49: PieMonti giugno-luglio 2011

49

te “a sinistra”, anche se “par-lò poche volte”, preferendo il lavoro di commissione. Lo stesso “profilo basso” aveva consentito allo zio Alessan-dro di passare attraverso le altalenanti svolte a “destra” e a “sinistra” dell’opinione pubblica fra il 1848 e 1857. Ad es. il prestigioso collegio di Saluzzo nelle prime tre le-gislature era stato conquistato dalla sinistra, quella che fa-ceva capo ai cosiddetti demo-cratici e al giornale “La Con-cordia”. I leader della sinistra saluzzese gli avvocati Bona-ventura Buttini e Vincenzo Cattaneo (entrambi consi-glieri provinciali) vi avevano portato uno dei leader “na-zionali” della fazione, l’avv. Riccardo Sineo. Per la veri-tà questi fu eletto anche nei collegi di Alba, Castelnuo-vo Scrivia e Monforte (dove con 349 voti a 246 sconfisse il proprietario della tenuta di Grinzane, il conte Camillo Benso di Cavour), poi optò per il collegio di Saluzzo il 23 maggio 1848. Nato a Sa-le vicino a Tortona nel 1805, ancora studente Sineo aveva partecipato in Torino ai mo-ti del ’21, quindi aveva avuto un ruolo particolare nella de-legazione popolare che trattò con Carlo Alberto la conces-sione dello Statuto. Facendo-gli posto a Saluzzo, Buttini salì in valle, dove a gennaio del 1849 si levò lo sfizio di battere un vescovo, Andrea Charvaz, già precettore del principe ereditario Vittorio Emanuele e ora dimissiona-rio dallo scranno di Pinerolo per protesta contro la legge del 30 ottobre 1847 che intro-duceva la censura statale sui

testi liturgici, teologici e ca-techistici, da lui ritenuta una limitazione all’insegnamento dei vescovi. Sineo, nei due di-casteri a maggioranza demo-cratica, presieduti rispettiva-mente da Vincenzo Giober-ti e da Agostino Chiodo, fu chiamato a ricoprire la carica di Ministro dell’interno (16 dicembre 1848-17 febbraio 1849) e di grazia e giustizia (17 febbraio-26 marzo 1849). La sinistra, allora guidata da Urbano Rattazzi, era stata la più determinata a volere nel-la primavera del ’49 la ripre-sa della guerra contro l’Au-stria. La sconfitta di Novara le si abbatté addosso come un macigno. Ciononostante alle elezioni di luglio, pur perden-do alcune posizioni, manten-ne un peso tale da impedire la ratifica di un trattato di pa-ce, come quello imposto dal maresciallo Radetzky al nuo-vo re Vittorio Emanuele II, considerato vergognoso. Per uscire dallo stallo il sovrano sciolse la Camera ed emanò da Moncalieri un minaccioso proclama: se gli elettori non avessero dato la maggioran-za ai moderati o comunque a deputati disposti ad appro-vare le pesanti indennità di guerra richieste dall’Austria, egli avrebbe anche potuto re-vocare lo Statuto.

Il ricatto, come noto, funzio-nò. Gli 80 mila elettori che andarono ai seggi il 9 dicem-bre 1849 (IV legislatura) die-dero una maggioranza di due terzi a moderati e reazionari. Buttini a Saluzzo si immolò a vantaggio del conservatore avv. Felice Gerbino, il colle-gio di Sanfront non tradì in-vece la sinistra: Sineo batté nientemeno che il ministro di Grazia e giustizia Giovan Battista Cassinis e fu rielet-to altre due volte, cioè fino a quando esistette quel colle-gio. Con l’annessione della Lombardia e dei ducati, nella prospettiva di un Regno più vasto e Camera invariata, i collegi vennero ridisegna-ti. Nella fattispecie quello di Sanfront fu sciolto nel più ampio e moderato collegio di Barge. Sineo si spostò allora in Sardegna, dove fu eletto a Sanluri, poi a Macomer. L’ul-tima elezione, registrata pri-ma della nomina a senatore nel 1870, avvenne nel colle-gio di Cherasco. Quando mo-rì nell’ottobre del 1876, l’al-lora presidente del Senato, Sebastiano Tecchio, l’antico esule vicentino che era stato accolto fin dal 1848 su ap-pello di Angelo Brofferio, nel collegio di Venasca, lo com-memorò con queste parole:Riccardo Sineo, nato a To-rino nel 1805. Ereditò dagli

avi l’affetto alla libertà. Eb-be dolcissimo il cuore, lo in-telletto aperto, copioso il di-scorso: alle speranze corrivo; né mai, per patite delusioni, sgomento. Studiò nell’ateneo torinese ogni genere di Dirit-to; peculiarmente il canonico, quando que’ cattedratici pro-pugnavano rimpetto alla cu-ria papale le regie prerogati-ve. Vestì la toga di avvocato. Lo circondò la confidenza, la stima di clienti molti; talora conspicui di nome e di censo. In lui i magistrati ammirava-no l’oratore convinto, since-ro, arguto.Giovane ancora, fu ascritto ai Decurioni della città di To-rino. Dei primi a chiedere le riforme del 1847, che presto fecero la via allo Statuto. Gli elettori lo mandarono sin dap-principio alla Camera. Si as-sise tra i più animosi zelatori delle guerre d’indipendenza: né, per tristizia di casi, allentò la sua fede nel trionfo di quel-la; né punto declinò dalle file degli amici del primo tempo. Vincenzo Gioberti, presiden-te del Consiglio dei ministri nel dicembre 1848, se lo ebbe innanzi tutto a ministro del-le cose Interne, e poco stante a Guardasigilli. Per la bon-tà dell’indole, per la felicità dello ingegno, fu tenuto in as-sai pregio anche dai laudatori del vecchio reggimento, ch’ei non si peritava di denunciare alla Camera come gente retri-va e infesta al paese. Repu-tò urgenti, e mise avanti egli stesso (non una volta sola, ma molte) certi suoi articoli di legge sopra la responsabili-tà dei ministri: negozio irto di difficoltà e di pericoli, e sem-premai disconcluso.

\

Il Senato di Palazzo Madama

Page 50: PieMonti giugno-luglio 2011

50

Il progetto europeo Cli-mAlpTour (Cl imate Change and its Impacts on

Tourism in the Alpine Spa-ce) si sta avviando alla con-clusione. In questi tre anni, dall’incontro iniziale tenu-tosi a Bolzano nell’Ottobre 2008, i 18 partner di progetto si sono confrontati con mol-teplici attività, con lo sco-po di elaborare strategie di adattamento ai cambiamen-ti climatici per destinazioni turistiche localizzate in tutto l’arco alpino. Accanto ad una serie di attività di comunica-zione e sensibilizzazione sul-la tematica dei cambiamenti climatici – rivolte soprattut-to a operatori locali del turi-smo e decision – makers – le aree pilota hanno intrapreso una serie di attività di ricerca sul territorio. Due sono stati gli scopi principali di queste attività: da una parte l’anali-si della tipologia di domanda turistica presente sul territo-rio, e la discussione di possi-bili scenari futuri del turismo nelle aree pilota e di strategie per lo sviluppo di un’offerta turistica di qualità nelle sin-gole aree. Il presente articolo descrive queste attività sia a

livello europeo, sia nelle aree pilota che hanno collaborato con Uncem nell’ambito del progetto ClimAlpTour, ovve-ro il comune di Entracque e i comuni di Garessio e Viola in Alta val Tanaro.

Il ruolo dell’analisi della domanda per lo sviluppo di strategie di adattamento

Al momento della scelta del-le opzioni strategiche possi-bili per il mantenimento o lo sviluppo dell’offerta turisti-ca, le destinazioni turistiche sono chiamate a confrontarsi con dinamiche che proietta-no scenari d’incertezza più o meno rilevante per il futuro (non solo il cambiamento cli-matico, ma anche dinamiche demografiche quali lo spopo-lamento o l’invecchiamento progressivo della popolazio-ne residente). A questo aspet-to va ad aggiungersi la com-ponente della domanda: le preferenze dei visitatori stan-no infatti diventando sempre più complesse e differenzia-te. Ciò è vero per quel che ri-guarda il turismo a livello in-ternazionale (nell’ambito del

quale le Alpi sono percepite come una singole destina-zione), e a livello alpino (nel quale le diverse destinazioni competono). È proprio dalla necessità di analizzare il la-to della domanda nella de-stinazione al fine di ridurre l’incertezza che, nell’ambito del progetto ClimAlpTour, è stata realizzata un’analisi pi-lota delle preferenze dei turi-sti. L’analisi è stata promos-sa dall’Accademia Europea di Bolzano ed è stata condot-ta sul campo da Uncem Pie-monte con il sostegno delle amministrazioni locali (En-tracque, e Comunità Monta-na Alta Val Tanaro, Cebano a Monregalese, in particolare Garessio e Viola) che hanno messo a disposizione e for-mato un team di intervistatori ed intervistatrici.Lo studio sulle preferenze dei turisti in inverno ed esta-te è stato realizzato tramite la somministrazione di que-stionari sul campo. La tecni-ca utilizzata per l’analisi dei questionari è stata l’analisi conjoint. Questo tipo di ana-lisi si basa sulla premessa che i consumatori (in questo caso i turisti) valutano un prodotto

Esperienze da due areepilota del Climalptour

Dall’offerta alla domanda: la ricerca al servizio dello sviluppo di strategie di adattamento ai cambiamenti climatici

di Maria Luisa Venuta (Centro di Ricerca

Università Cattolica di Brescia)di Marianna Elmi

(EURAC)

di Luca Cetara(Ministro dell’Ambiente

del Territorio e del Mare)

Progettieuropei

Page 51: PieMonti giugno-luglio 2011

51

complessivo (in questo caso una vacanza) sommando il valore parziale attribuito ai singoli elementi del prodot-to – vacanza. L’analisi mira dunque a indagare non tanto i fattori che portano allo svi-luppo delle preferenze (quali sono le motivazioni alla base di una scelta da parte del tu-rista), quanto la struttura del-le preferenze stesse, eviden-ziando ciò che ha maggiore importanza per il turista. A questo scopo, vengono mo-strati all’intervistato o all’in-tervistata diversi tipi di va-canza possibile, composti da diversi elementi (ad esempio: attività sportive, wellness, gastronomia). Il compito

dell’intervistato o dell’inter-vistata è quello di ordinare le diverse vacanze loro mostrate dalla preferita a quella meno apprezzata.La rilevazione sul campo si è svolta nella stagione estiva 2009-2010 e nella stagione invernale 2010 – 2011. Le aree di rilevamento sono sta-te due: il comune di Entrac-que e l’area della Comunità Montana Alto Tanaro, Ce-bano e Monregalese. Nella sessione invernale sono sta-ti raccolti 80 questionari nel comune di Entracque e 62 nella Comunità Montana Al-to Tanaro, Cebano e Monre-galese, mentre nella sessione estiva sono stati raccolti 30

questionari ad Entracque e 26 nella Comunità Montana Alto Tanaro, Cebano e Mon-regalese. Gli intervistatori e le intervistatrici hanno se-gnalato la difficoltà a reperi-re, soprattutto nella stagione estiva, un numero adeguato di intervistati e di intervista-ti. Ciò perché l’indagine è stata specificamente rivolta a persone che si fermano più di una notte nella località, ov-vero a visitatori non occasio-nali. Il mancato reperimento

di un numero adeguato di in-tervistati è quindi dovuto non alla mancanza di disponibili-tà da parte dei turisti presenti nelle zone, ma alla particola-re struttura del turismo nelle località esaminate, che vede un’elevata incidenza di se-conde case e, di conseguen-za, di visite “mordi e fuggi” a scapito di permanenze più lunghe. La presenza di un campio-ne dalla dimensione ridotta rispetto a quella preventiva-

Page 52: PieMonti giugno-luglio 2011

52

ta per l’analisi (almeno 100 questionari per area e per sta-gione), influenza sicuramen-te l’interpretazione a livello quantitativo dei dati, soprat-tutto per quel che riguarda la stagione estiva. Nonostante ciò è possibile effettuare una valutazione qualitativa dei risultati emersi, interpretan-do il dato alla luce del con-testo specifico contesto del territorio.Dando innanzitutto un bre-ve sguardo alla composizio-ne dei gruppi di intervistati, si rileva come sia in inverno, che in estate la maggioranza (71%) provenga dall’Italia. Seguono gli intervistati pro-venienti dalla Francia (11% per l’estate e 17% per l’in-verno) e quelli da altre na-zionalità. Si verifica una so-stanziale equa distribuzione di uomini e donne (in estate, 47,1% di intervistati uomini e 52,9% di donne, in inver-no 50% di intervistati uomini e 50% di donne). Infine, per quel che riguarda la tipolo-gia di turista, gli intervista-ti in estate sono viaggiatori soprattutto in coppia (42%), così come in inverno (43%). È opportuno a questo punto specificare che questi dati non sono rappresentativi del-la struttura del turismo nelle aree analizzate (che non rap-presenta l’obiettivo dell’ana-lisi), ma servono piuttosto a fornire una fotografia di “chi sono” gli intervistati e le in-tervistate. Per quel che riguarda le pre-ferenze per una vacanza in-vernale, dall’analisi dei ri-sultati si evince una figura di turista interessato “a tutto tondo”. Mentre, infatti, nelle

analisi condotte in altre aree pilota del progetto (quali le zone sciistiche Stubaital e Wilder Kaiser in Austria), in inverno si riscontra un’im-portanza predominante del-le attività legate alla neve (in primis, lo sci), i valori di im-portanza aggregati nelle aree piemontesi mostrano un pa-norama più variegato. I que-stionari raccolti restituiscono la fotografia di un turista sì sportivo (si vede l’importan-za attribuita alle attività le-gate alla neve e sport alpini), ma non solo: altrettanto im-portanti risultano, infatti, le offerte di intrattenimento nel-la destinazione, le offerte di corsi e di formazione e il wel-lness. Ciò rappresenta un si-curo potenziale per gli ospiti delle aree pilota piemontesi, soprattutto per quelle situa-te in media montagna e po-tenzialmente maggiormente esposte agli effetti dei cam-biamenti climatici.Per quel che riguarda le va-canze estive, i dati aggregati mostrano un turista interes-sato soprattutto alla gastro-nomia locale, alle attività di intrattenimento (quali feste) e visite a luoghi di interesse (sightseeing). Seguono corsi di sport e fitness e corsi legati alla cultura locale, offerte le-gate al wellness e sport alpi-ni non impegnativi (passeg-giate a bassa quota). Anche qui ci si trova davanti ad un turista attento e con interessi distribuiti in diverse direzio-ni, che non si discosta dalle aspettative individuate dagli studi sulla montagna italiana e sulle motivazioni dei turisti.Una considerazione a parte va fatta per quel che riguarda la

mobilità: gli intervistati, sia in inverno che in estate, han-no evidenziato come la mo-bilità per e nella destinazione sia un fattore fondamentale. In particolare, la possibilità, almeno in vacanza, di non utilizzare o di utilizzare solo in misura ridotta l’automobi-le privata, è un elemento che incontra un’elevata prefe-renza da parte dei visitatori. Questo fenomeno si verifica sia in inverno che in estate ed è condiviso anche da altre aree pilota del progetto nelle quali sono state realizzate le interviste (ad esempio l’area Presolana – Monte Pora in Lombardia). In questo sen-so, il lasciare l’auto privata a riposo durante la vacanza fa parte della concezione della permanenza in montagna co-me relax.

Il ruolo dell’offerta e i focus group a livello locale

Parallelamente all’analisi della domanda, le attività di ricerca sul territorio si sono concentrate sui risultati dei focus group locali, coordina-ti dal Ministero dell’Ambien-te Italiano in collaborazio-ne con il Centro di ricerche CRASL dell’Università Cat-tolica – sede di Brescia. Le attività si sono svolte in mo-do da poter collocare le aree pilota piemontesi nel conte-sto più ampio delle pratiche internazionali proposte per

le Alpi in risposta agli effet-ti dei cambiamenti climatici sul turismo montano. Nata in ambito OCSE, la riflessione si è ampliata anche in Italia. L’utilizzo delle tecniche e delle metodologie di focus-group ha due scopi: informa-re i partecipanti circa temi poco conosciuti e ricevere in-dicazioni per quanto attiene la scelta di strategie ed azio-ni connessi all’argomento af-frontato.In questo caso si è affrontato il tema dei Cambiamenti Cli-matici, verificando come gli abitanti e gli operatori del-le aree siano informati circa gli effetti globali dei Cam-biamenti Climatici, ma allo stesso tempo si riscontra una difficoltà generale nel porre in relazione questi effetti con le scelte strategiche circa lo sviluppo territoriale locale. Su questi punti si sono in-centrati gli sforzi da parte dei facilitatori dei focus group, che hanno supportato i par-tecipanti nella definizione di strategie complessive sul lun-go periodo ed azioni concre-te coerenti con le prospettive sostenibili di tipo ambientale ed economico locale.Da questo punto di vista la situazione riscontrata nelle

Page 53: PieMonti giugno-luglio 2011

53

aree oggetto delle analisi a livello piemontese è perfet-tamente in linea con quello che i partner esteri hanno ri-scontrato nelle proprie aree.Si sono suggerite strategie che fossero coerenti con gli scenari di cambiamento cli-matico prospettati, che ap-parissero fattibili, sulla base delle risorse del territorio (ad es. capitale umano, capitale investito in infrastrutture e servizi turistici, risorse am-bientali o paesaggistiche) e messe a disposizione dal pro-getto e di valutazioni sulla fa-cilità di accesso al credito o a capitale di rischio. Inoltre si è cercato un equilibrio con le attese espresse da portato-ri d’interessi locali (impren-ditori, amministratori, asso-ciazioni) così come ordinate nell’ambito dei focus group

e si è cercato di scegliere azioni potenzialmente soste-nibili nel medio periodo (3-5 anni). Inoltre, in linea con la prevalente pratica europea, si è ricercata la generazione di benefici concomitanti (c.d. co-benefici) rispetto alle mi-sure di adattamento climati-co “puro”– ad es. cercando di valorizzare sistematicamente le risorse distintive dei terri-tori (assets). Delle aree En-tracque e si sono valorizzate le complementarità: caratte-ristiche e limiti simili sono emerse, sul piano organizzati-vo e gestionale, relativamente a unità territoriali omogenee (es. dimensione geografica di “valle”). Le strategie propo-ste sono volte a influenzare l’offerta turistica in termini di varietà, facilitarne la comu-nicazione esterna, aumentare la consapevolezza degli ope-ratori sul potenziale di cresci-ta endogena e dei rischi posti dai cambiamenti climatici al settore del turismo. La domanda di coordina-mento, non necessariamen-

te di mano pubblica, tra ini-ziative isolate trova risposta nella proposta di un comitato permanente di operatori, che comprenda anche il mondo accademico e autorità di va-ri livelli, con l’obiettivo di promuovere l’innovazione e la flessibilità dell’offerta ri-spetto a forze esterne, come i cambiamenti climatici e ini-ziative di formazione rivolte al territorio. Una prima iniziativa del gruppo di lavoro è una piat-taforma “marketplace” che assicuri un’informazione sufficientemente completa sull’offerta turistica terri-toriale e ne faciliti un certo grado di aggregazione (pac-chetti). Con riferimento ai co-benefici, le proposte ri-spondono a una crisi turisti-ca del territorio più estesa, aggravata dal fenomeno dei cambiamenti climatici e da un passato spesso concen-trato sul sistema neve. Si ritiene che solo un’aumen-tata consapevolezza delle opportunità di crescita in un contesto di cambiamenti globali possa consentire di individuare soluzioni ap-propriate per i sistemi turi-stici locali.

Conclusioni

Le attività di ricerca realiz-zate nell’ambito del proget-to ClimAlpTour mostrano come unendo l’analisi della domanda e dell’offerta sia possibile proporre delle stra-tegie mirate a ridurre l’in-certezza causata dai cambia-menti climatici. Una volta messo in moto questo mec-canismo, il lavoro realizzato dagli attori locali si è spinto oltre l’adattamento ai cam-biamenti climatici in sé, pre-sentando delle caratteristiche specifiche di progettazione e visione strategica per il turi-smo complessivo nella desti-nazione.In questo senso, la creazio-ne di un comitato perma-nente di operatori, che veda anche esponenti del mondo accademico fra le sue fila, potrebbe favorire un ulte-riore approfondimento ne-cessario in due direzioni: da una parte un’analisi più dettagliata della domanda, tramite uno studio amplia-to sui flussi turistici e sulle motivazioni dei visitatori, dall’altra un lavoro costan-te di sviluppo di prodotti basato sulle competenze e i valori del territorio.

\

Abbonati a

P E R I O D I C O D ’ I N F O R M A Z I O N E D E L L A D E L E G A Z I O N E P I E M O N T E S E U N C E M

P E R I O D I C O D ’ I N F O R M A Z I O N E D E L L A D E L E G A Z I O N E P I E M O N T E S E U N C E M

Per inviare notizie, commenti e proposte, segnalare appuntamenti e iniziative o per una inserzione pubblicitaria, è possibile contattare la redazione presso

Uncem Delegazione PiemonteseVia Gaudenzio Ferrari, 1 – 10124 Torino – Tel. 011.8613713E-mail: [email protected] – www.uncem.piemonte.it

Per sottoscrivere un abbonamento annuale a (sei numeri con cadenza bimestrale, più in omaggio i numeri speciali) è possibile effettuare un versamento annuale di 15,00 euro sul c.c.p. n. 84475417 intestato a Uncem Dele-gazione Piemontese, anticipando la ricevuta del bollettino di pagamento via fax al 011.8613714Nome .................................................................................................................Cognome .........................................................................................................Via ................................................................................ Nº ...............................Cap ................... Comune............................................ Provincia...................

E-mail .................................................................................................................

P E R I O D I C O D ’ I N F O R M A Z I O N E D E L L A D E L E G A Z I O N E P I E M O N T E SE U N C E M

P E R I O D I C O D ’ I N F O R M A Z I O N E D E L L A D E L E G A Z I O N E P I E M O N T E S E U N C E M

Page 54: PieMonti giugno-luglio 2011

54

Re-Turn – progetto Cen-tral Europe di cui è partner anche l’Uncem

Piemonte – ha preso ufficial-mente il via con il convegno che si è tenuto a Wernigero-de, nella regione della Sasso-nia Anhalt, dal 13 al 16 lu-glio. All’iniziativa, alla quale hanno preso parte cinquanta persone in rappresentanza dei partner del progetto, so-no stati presentati i contenuti di Re-Turn e dello studio del ritorno dei migranti europei nei loro territori d’origine. L’Unione europea ha deciso di approntare misure innova-

tive per conservare il proprio capitale umano attraverso questo progetto, approvato nel quadro del programma di cooperazione Central Europe e finanziato dal Fondo euro-peo di sviluppo regionale con 1,77 milioni di euro. Il tito-lo del progetto, “Re-Turn”, evoca l’idea centrale svilup-pata dai dodici partner – tra cui Uncem Piemonte – che è quella di creare condizioni positive per il mantenimento del capitale umano e per con-trastare la “fuga dei cervelli”. L’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti mon-tani sceglierà un’area pilota in Piemonte in cui avviare lo studio, che durerà tre anni.“Oggi i cittadini europei hanno il diritto di lavorare in un qualsiasi altro paese dell’Unione europea – spie-gano i coordinatori del pro-getto – possono muoversi in cerca di lavoro nelle aree più competitive del continen-te. Ciò significa che, spinti da motivazioni economiche, giovani ben istruiti dalle re-gioni più deboli spesso si allontanano causando gravi processi di fuga di cervelli. È significativo notare come tra il 2003 e il 2007, circa

2,2 milioni di persone si sono spostate dai nuovi Stati mem-bri verso i paesi della vecchia UE”, spiega Nuria Mignone, che coordina la partecipazio-ne dell’Uncem Piemonte ai progetti comunitari. Questo fenomeno colpisce non so-lo europei dell’Est, ma an-che altri cittadini. Infatti, nel 2006, 20mila tedeschi sono emigrati verso la Svizzera e 12.500 in Austria – la mag-gior parte a causa di opzioni di lavoro migliore rispetto ai Paesi d’origine. Si stima che circa il 50 per cento di que-sti emigrati dovrebbero tor-nare nei loro Paesi d’origine entro dieci anni – un enorme potenziale per lo sviluppo regionale grazie alle nuove competenze sociali, cultu-rali e professionali che que-ste persone hanno acquisito mentre erano all’esteroGrazie a Re-turn, università, enti locali, centri di innova-zione, di Austria, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Italia, Polonia e Slovenia si sono uniti per proporre effica-ci soluzioni e invertire questa tendenza, creando le condizio-ni positive affinché le persone che vogliono tornare, possano essere reintegrate.

\

Re-turn e il ritorno dei migranti

Prende il via il progetto Central Europe di cui è partner l’Uncem PiemonteTutte le notizie sul sito internet www.re-migrants.eu

Progettieuropei

C’è chi torna in montagna anche per

gestire alberghi e ristoranti. È il caso di Maurizio Vinardi Carot, giovane chef di Coassolo (Comunità montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone) che dopo 20 anni di esperienza in grandi hotel di Londra, Parigi e Venezia, lo scorso inverno ha rilevato l’albergo Valli di Lanzo a Ceres, storica località turistica del torinese. Grande entusiasmo, determinata intraprendenza e tanta professionalità sono le caratteristiche di Maurizio, un “cervello” tornato.

La storia di Maurizio

Page 55: PieMonti giugno-luglio 2011

COMUNITÀ MONTANA VALLI GRANA E MAIRA

Maira Acqua Futuro

55

Notizie dalle Comunità

a cura diMarialaura Mandrilli

A San Damiano Macra sabato 23 luglio è sta-to inaugurato l’info-

point Maira Acqua Futuro, il progetto di comunicazio-ne permanente che il Co-mune di San Damiano Ma-cra e la Maira SpA, in coor-dinazione con la Comunità Montana Valli Grana e Mai-ra, avviano sul tema della gestione delle risorse idri-che. L’info-point si colloca in una parte della piazza del capoluogo comunale, lungo la strada provinciale 422, e si compone di due elemen-ti principali: l’edificio ex-peso allestito con materiale illustrativo e strumentazione multimediale e il viale pedo-nale utilizzato per mostre fo-tografiche a tema. L’arredo esterno con l’installazione

di una girante idroelettrica nel ruolo di “monumento simbolico”, bandiere, aiuole e l’avvenuta riqualificazio-ne delle pavimentazioni ne completano la sistemazione. L’iniziativa si inserisce nella collaborazione tra il Comu-ne di San Damiano Macra e la società-agenzia Maira SpA stabilita attraverso una specifica convenzione e la costituzione a breve di uncomitato promotore per lo sviluppo di un progetto idri-co in media Valle Maira, ba-sato sull’ipotesi di realizza-zione di un invaso artificiale di regolazione stagionale e multiobiettivo delle portate del torrente Maira, integra-to con altri interventi mino-ri di valorizzazione idrica ed energetica. I valori di questa

progettualità – identificati e perseguiti con razionalità e sistematicità – risiedono in-nanzitutto nella prerogativa per cui l’iniziativa parte dal livello territoriale locale per proporsi con spirito partena-riale all’esterno, e non vice-versa. Inoltre, nel requisito inderogabile di una piena sostenibilità paesaggistico-ambientale delle future ope-re e gestioni. Infine, nella ca-pacità di indurre un percorso di rilancio socioeconomico a vantaggio appunto della comunità locale. La comu-nicazione, in fasi combina-te di corretta informazione e condivisione, è parte fonda-mentale di questo processo, e l’info-point di San Damiano Macra ne sarà il principale strumento operativo.

\

Il presidente della Co-munità Montana Valli

Grana e Maira Roberto Colombero

COMUNITÀ MONTANA VALLE STURA

“Tagli alla scuola insostenibili”

La giunta della Comunità Montana Valle Stura, su pro-posta del Presidente Pierpaolo Varrone, con la delibe-ra del 12 luglio “Approvazione ordine del giorno in me-

rito alla riduzione del personale dell’Istituto Comprensivo Lalla Romano di Demonte”, ha espresso forte preoccupazio-ne per il taglio complessivo di 8 mi-liardi di euro nel triennio 2009/2012 per il comparto dell’Istruzione deci-so dal Governo con la legge 133 del 6 agosto 2008. I tagli provocheranno infatti modifiche nell’assetto orga-nizzativo e didattico delle autonomie scolastiche attraverso l’innalzamento del numero di studenti per classe e la

riduzione oraria delle discipline, in particolare di quelle la-boratoriali. “La legge 133 – spiega Varrone – avrà pesanti conseguenze anche per l’Istituto Comprensivo Statale di Demonte “Lalla Romano” in quanto, come si evince dal-la pubblicazione degli organici di diritto per l’anno sco-

lastico 2011/2012, si è evidenzia-ta una riduzione di tre docenti per la scuola primaria di primo grado, comportando di conseguenza una riduzione della qualità del servi-zio scolastico su di un territorio, quello montano, oggettivamente debole a causa della sua posizione periferica e marginale”.

\

Page 56: PieMonti giugno-luglio 2011

56

COMUNITÀ MONTANA VALLI DI LANZO, CERONDA E CASTERNONE

Baite, patrimonio da valorizzare

“Case in monta-gna: un patrimo-nio da conserva-

re e valorizzare” è stato il titolo scelto dalla Comuni-tà montana e dal Gal Val-li di Lanzo Ceronda e Ca-sternone per il convegno che si è svolto sabato 2 lu-glio all’interno della Fiera dell’Artigianato, a Cantoi-

ra. All’iniziativa hanno pre-so parte la presidente della Comunità montana Cele-stina Olivetti, il presidente del Gal Claudio Amateis, l’assessore regionale al La-voro Claudia Porchiet-to, l’assessore provincia-le al Lavoro Ida Vana, il segretario della Camera di Commercio di Torino Gui-

do Bolatto, il presidente di Cna Torino Domenico Vac-carino. I temi legati al re-cupero delle borgate e del patrimonio di baite, ricove-ri, stalle diventano priorità per le Comunità montane-Agenzie di sviluppo. “Non è remoto – riflette Lido Ri-ba – mettere sul mercato un intera borgata, chiedendo a privati o imprese di lavora-re a un progetto completo di ristrutturazione. Lo pos-sono fare i singoli Comuni, con le Comunità montane e l’Uncem Piemonte pronte a coordinare da subito l’ini-ziativa. Potremmo partire domani, per creare una ve-ra “borsa delle opportunità”

che permetta l’incontro di domanda e offerta. Sareb-be una delle iniziative più avanzate in Europa, per fare in modo che quelli che og-gi sono considerati “ruderi” acquistino un nuovo valore commerciale e possano es-sere ristrutturati con cifre che vanno dai 300 ai 1.000 euro al metro quadrato. È una vocazione del territo-rio. Non è più un’illusione di pochi tecnici o ammini-stratori. Una vocazione che diventa stabile e diffusa, così da trasformare le ca-se destinate all’estinzione a causa dell’abbandono, in un patrimonio. Un piccolo-grande tesoro”.

\

COMUNITÀ MONTANA ALPI DEL MARE

Un miglioreaccesso al parco

La Giunta della Comunità Montana delle Alpi del Mare – su proposta del Presidente dell’Ente di Gestione Par-chi e Riserve Naturali Cuneesi di Chiusa di Pesio – ha

approvato il progetto “Servizio di trasporto pubblico in aree a domanda debole – Linea Certosa di Pesio/Pian delle Gor-re”, finalizzato ad una migliore fruizione dell’area a Parco nei giorni festivi dei mesi estivi. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi all’Ente Parco presso la sede di Chiu-sa di Pesio, tel. 0171 734021 – fax 0171 735166 – e-mail: [email protected].

\

Giovanni Francini, pre-sidente della Comuni-tà Montana delle Valli

dell’Ossola, avrà al suo fian-co una Giunta unitaria, pronta a lavorare per lo sviluppo del territorio. Il presidente ha con-fermato assessori Davide Ca-rigi (assessorato agricoltura e foreste), Bruno Toscani (la-vori pubblici), Filippo Cigala Fulgosi (sviluppo economico e attività produttive) e Gianni Vicini (servizi associati). Nuo-vi assessori sono Marco Ga-

gliardini (attività culturali e istruzione) e Bruno Stefanet-ti (bilancio, turismo, ambien-te). “È ora che tutti assieme si lavori per il bene del territorio – hanno ribadito il presidente Francini e gli assessori – L’Os-sola da troppo tempo aspetta risposte. Questa è un’occasio-ne importante”.

\

Giovanni Francini

COMUNITÀ MONTANA VALLI DELL’OSSOLA

La nuovaGiunta

Page 57: PieMonti giugno-luglio 2011

57

COMUNITÀ MONTANA VALLI ORCO E SOANA

Certificazione Emas:un altro grande traguardo

A conclusione di un perco-arso iniziato nel 2008, la Comunità Montana Valli

Orco e Soana ha ricevuto il 4 Luglio 2011 la comunicazio-ne, a firma del presidente del Comitato per l’Ecolabel e per l’Ecoaudit – Sezione Emas Italia – che, nella seduta del 27 giugno 2011, il Comitato aveva deliberato la registra-zione Emas della Comunità Montana Valli Orco e Soana. L’adesione volontaria al siste-ma comunitario di eco gestio-ne e audit (Eco-Management and Audit Scheme) ha com-portato e comporta l’adozio-ne di politiche, programmi e sistemi di gestione volti al miglioramento continuo degli aspetti ambientali diretti ed indiretti. “Dopo l’ottenimento nel 2006 del certificato secon-do la norma internazionale Iso 14001, aver conseguito anche la registrazione Emas rappre-senta per l’ente montano il ri-conoscimento di un sistema integrato finalizzato al miglio-ramento non solo dei proces-si ma anche delle prestazioni ambientali”, evidenzia il pre-sidente Danilo Crosasso. Re-centemente è stata ottenuta la certificazione Pefc delle fore-ste di Ceresole Reale e Ronco Canavese in conseguenza della gestione, delegata dai predetti Comuni, delle superfici fore-stali secondo i principi dello sviluppo sostenibile. Nel 2009 la Comunità Montana Valli Orco e Soana aveva ottenuto

il certificato Best 4, rilasciato dall’Ente di Certificazione, Ri-na Service Spa, attestante che il sistema di gestione della Co-munità Montana Valli Orco e Soana era conforme alle se-guenti norme tecniche interna-zionali: Iso 14001 (ambiente), Iso 9001 (qualità), Sa8000 (re-sponsabilità sociale), Bsohsas 18001 (sicurezza sui luoghi di lavoro). A queste attestazioni si aggiunge ora la certificazio-ne Emas che impegna l’ente alla trasparenza, alla comu-nicazione e al miglioramento delle proprie prestazioni di ca-rattere ambientale. Tra le atti-vità ambientali condotte dalla Comunità montana vi è la costruzione di pannelli fo-noassorbenti in legno di casta-gno e lana di pecora (si stanno individuando i siti per colloca-re i primi pannelli sperimentali sulle strade provinciali al fine di rilevare i dati circa la ridu-zione del rumore provocato dalle automobili); l’attuazione del Piano di Manutenzione Or-dinaria del Territorio che, nel 2006, ha visto l’assegnazione alla Comunità Montana Valli Orco e Soana della “Bandiera Verde”, da parte di “Legam-biente”, per i concreti inter-venti messi in atto nella cura e nella manutenzione del ter-ritorio. Attualmente sono im-piegate sul territorio n.34 im-prese agro-forestali (coltivato-ri diretti, imprenditori agricoli e cooperative forestali) per la pulizia dei boschi, dei rii e

per il ripristino di sentieri. La Comunità montana ha redatto per tutti i Comuni membri del piano di zonizzazione acusti-ca e il piano per la prevenzio-ne dal rischio di inquinamen-to elettromagnetico. L’ente ha promosso lo studio, curato dall’Arpa su incarico della Co-munità Montana, della qualità dell’aria nelle Valli Orco e So-ana; e si è occupata del recu-pero, in collaborazione con la Provincia e l’Università degli Studi di Torino, di un casta-gneto da frutto. Negli ultimi due anni la Comunità mon-tana ha coordinato la costitu-zione del Consorzio forestale “Reisabosc” finalizzato alla

riduzione della frammentazio-ne della proprietà fondiaria e, quindi, per consentire una ge-stione economica e sostenibile delle superfici boscate. L’ente è stato protagonista nella co-stituzione della Società Ener-givos srl i cui Soci sono la Co-munità Montana Valli Orco e Soana (51%) e la Società Aeg arl di Ivrea (49%) che, tra i propri obiettivi, annovera la realizzazione di due centrali a biomasse nei Comuni di Spa-rone e Ronco C.se finalizzate anche alla riduzione di Co2; in questa fase si stanno esami-nando le migliori tecnologie che il mercato offre nel settore delle energie rinnovabili.

\

La formazionecon il Formont

Uncem Piemonte e Formont insieme per un innovati-vo programma di formazione volto al miglioramento dell’efficienza del personale delle Comunità montane

e dei Comuni e alla crescita della capacità per guidare una forte politica di sviluppo delle Terre Alte. A fine luglio, il Formont ha presentato i corsi per amministratori e dipen-denti, che approfondiscono temi giuridico-amminstrativi, ma anche le nuove filiere economiche legate alle energie rinnovabili e il turismo, nonché gli ambiti di progettazione europea rivolti agli enti. “Le Comunità montane – spiega il vicepresidente del Formont Roberto Vaglio – ci aveva-no segnalato le loro esigenze e il Formont ha costruito un programma di formazione completo e misurato sugli obiet-tivi di lavoro delle 22 Agenzie di Sviluppo piemontesi. La formazione, per dipendenti e amministratori, è prioritaria ed è di per sé un’attività di sviluppo”. Per informazioni, visitare il sito internet www.formont.it.

\

Danilo Crosasso

Page 58: PieMonti giugno-luglio 2011

58

Quinta rassegna con-certistica nei boschi della Valsesia. Set-

te concerti dal 30 luglio al 3 settembre a Mollia, Sco-

pello, Parone, Boccioleto, Varallo, Postua e Serraval-le. I concerti partiranno il 30 luglio da Mollia località Grampa (ore 16,30) con un

Quartetto di Saxofoni che si esibirà in un programma estremamente allettante di musiche del ‘900; il 6 agosto a Scopello località Fracchia (16,30) i “Mormorii” torna-no con un Concerto per Ban-doneòn con la direzione ar-tistica del maestro Giuseppe Scigliano. Il 13 agosto a Parone località San Giuseppe (16,30) un pia-nista di fama internazionale, Leonel Morales, terrà con i suoi due figli un concerto di alto contenuto virtuosistico; il 20 agosto a Boccioleto lo-calità San Marco (ponte Ca-setti) sarà la volta del pianista

Vincenzo Balzani che offrirà un concerto di “Bis” estre-mamente popolari eseguiti in una cornice particolarmen-te suggestiva. Il 23 agosto a Varallo nel Teatro Civico (ore 21), concerto del piani-sta Alexander Yakovlev. Il 27 agosto a Postua (alle 16,30) un incontro musicale molto particolare e gradevole con le esecuzioni di due arpiste pro-venienti da Parma, Alessan-dra Ziveri e Alice Caradente in un’antologia di musiche da “Greenslives” a “Summerti-me”. Conclusione il 3 Set-tembre al rifugio alpino di Monchezzola di Serravalle Sesia (ore 16,30), un trio di flautisti milanesi accompa-gnati al pianoforte dalla pia-nista Catia Iglesias.

\

COMUNITÀ MONTANA VALSESIA

Ritorna “Mormorii della foresta”

Il vice presidente Angelo Dago

Il presidente Pierangelo Carrara

COMUNITÀ MONTANA VALLE SUSA E VAL SANGONE

A fianco dei lavoratori,contro la crisi

La Comunità montana Valle Susa e Val Sangone ha va-rato un programma di iniziative per contrastare la crisi economica e occupazionale che ha colpito il territorio.

“Permane – evidenzia il presidente Sandro Plano – la si-tuazione di emergenza che ha determinato il ricorso ecce-zionale agli “ammortizzatori sociali” per i lavoratori dipen-denti, una sensibile riduzione delle assunzioni e un costante incremento del numero dei disoccupati e degli inoccupati iscritti al Centro per l’Impiego e disponibili al lavoro. So-no necessarie azioni aggiuntive, sinergiche e coordinate tra tutti gli attori presenti nel territorio”. La Comunità Montana ha sviluppato, a partire dal 2010, un confronto con le par-ti sociali e produttive del territorio, attraverso l’istituzione del “tavolo per il lavoro”. L’intervento ha dato impulso alla metodologia concertativa per l’individuazione dei bisogni e degli obiettivi, per la definizione delle strategie operative e la condivisione degli interventi.“La crisi – prosegue il presidente – è diventata un’occasione

per misurarci rispetto alle nostre capacità di costruire politiche attive per il lavoro e opportuni-tà per il mantenimento e lo svi-luppo del tessuto economico e produttivo locale”. La volontà di mantenere e di rafforzare la rete territoriale già attiva e di operare in stretto raccordo con l’attività di programmazione svolta da tutte le Istituzioni del territorio (a partire dagli interventi attivati della Provincia di Torino nei Centri per l’Impiego di Susa e Orbassano, dai Comuni e dalle parti sociali) si sta concretizzando con la realizzazione di azioni puntuali di politiche per il lavoro per incentivare l’occupabilità e per rafforzare le competenze; una regia costante del sistema delle politiche per il lavoro e delle politiche di sviluppo per sostenere la crescita econo-mica del territorio; il monitoraggio costante delle situazioni di emergenze e delle aziende in crisi.

\

Sandro Plano

Page 59: PieMonti giugno-luglio 2011

59

COMUNITÀ MONTANA LANGA ASTIGIANA VAL BORMIDA

Demochange:verso la Mid-Term conference

A settembre c’è Cheese!L’Uncem Piemonte e le 22 Comunità montane del Piemonte

saranno presenti con le loro eccellenze enogastronomiche all’ottava edizione di “Cheese, le forme del latte” che si terrà a Bra da 16 al 19 settembre. L’evento biennale braidese quest’an-no illustra e approfondisce la complessità – di sapienze, esigen-ze, problemi e risorse – legata ai prodotti lattiero-caseari. La manifestazione punta i riflettori sui tre pilastri su cui si regge l’eccellenza casearia: latti, mestieri, territori. Tre declinazioni plurali che possono essere ulteriormente scomposte e avvicina-te per analizzare molte delle principali tematiche che ri-guardano questo settore: dai luoghi che ospitano gli animali, alle tecniche di produzione, all’affi-namento. Per info www.cheese.slowfood.it.

\

La Facoltà di Agraria e la Facoltà di Lettere e Filoso-fia dell’Università degli Studi di Torino organizzano per l’anno 2012 un master di primo livello in Scienze

e Cultura della Montagna. Il master è organizzato in col-laborazione con il Centro Interdipartimentale NatRrisk, il Comune di Ormea, la Mountain Partnership Secreta-riat Fao, l’Uncem, l’Ecomuseo della Pastorizia (Comunità Montana Valle Stura, Cuneo), il Museo dell’agricoltura del Piemonte, la Sozooalp (Società per lo Studio e la Valoriz-zazione dei Sistemi Zootecnici Alpini), l’AmAMont (Asso-ciazione Europea Amici degli Alpeggi e della Montagna), l’Associazione Dislivelli e la Scuola Forestale di Ormea. Il master si propone di formare competenze anche proget-tuali che consentano di riconoscere componenti diversifi-cate del patrimonio montano con capacità di organizzare e gestire iniziative di valorizzazione e sviluppo. Obiettivo dell’iniziativa formativa sarà l’inserimento occupazionale di diplomati in grado di proporre le progettualità svilup-pate all’interno del master presso organizzazioni di riferi-mento del territorio montano, in ambito pubblico e priva-to, enti locali, musei ed ecomusei, consorzi e cooperative, enti parco nazionali e regionali, aree protette, società di gestione e di promozione turistica, privati ed altre catego-rie di professionisti. La ricchezza e ampiezza di contenu-ti del Master consentiranno l’acquisizione di elementi per operare, come dipendente o libero professionista, in ambiti professionali diversificati. Per informazioni www.natrisk.org oppure inviare una mail a [email protected].

\

Pro-Montper gli studenti

Il conto alla rovescia è partito. A Monastero Bormi-da si respira già aria d’Europa. La Comunità mon-tana Langa Astigiana Val Bormida ospiterà dal 14 al

16 settembre 2011 la Mid-term conference del progetto Demochange. Nato nell’ambito del programma Spazio Alpino, il progetto ha come obiettivo lo studio dei feno-meni di cambiamento nelle popolazioni che risiedono e operano all’interno del territorio alpino. La Comunità montana – con i Comuni di Canelli e Cor-temilia – è l’area pilota individuata dall’Uncem Piemon-te, partner del progetto. La scelta di questo territorio, compreso in larga parte in Provincia di Asti, è stata de-terminata dalla sua localizzazione “di confine” con le Province di Cuneo, Alessandria e Savona: un ottimo la-boratorio per un’analisi reticolare e di ampio respiro. L’appuntamento, in particolare nel pomeriggio di gio-vedì 15 e nella mattinata di venerdì 16 settembre nelle sale del Castello di Monastero Bormida, metterà a con-fronto competenze eterogenee ricavate dalle esperienze di responsabili della pianificazione e programmazione territoriale, di esperti di sviluppo locale, di rappresen-tanti delle amministrazioni locali, di studenti nel campo della programmazione, dell’economia, del lavoro socia-le e della geografia. Demochange intende inoltre contribuire a un aumento di consapevolezza del cambiamento demografico nel-lo spazio alpino sia presso le comunità locali. “Quel-la di Monastero Bormida – spiegano il presidente del-la Comunità montana Sergio Primosig e il presidente dell’Uncem Piemonte, Lido Riba – sarà un’occasione per promuovere un nuovo modello di sviluppo delle Ter-re Alte, fortemente sostenuto dalla Regione Piemonte, in cui le condizioni di benessere sociale, la migliore pianificazione territoriale e la presenza di una socialità diversa da quella delle aree urbane, contribuiscono a una crescita economica che riporta le vallate alpine e appen-niniche al centro del sistema produttivo”.

\

Page 60: PieMonti giugno-luglio 2011

AEG RETI DISTRIBUZIONE S o c i e t à u n i p e r s o n a l e a r . l . A s s o g g e t t a t a a d i r e z i o n e e c o o r d i n a m e n t o d a A Z I E N D A E N E R G I A E G A S S o c i e t à C o o p e r a t i v a

AEG Reti Distribuzione srl

WW

W.aegreti.it info@

aegerti.it


Recommended