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Pititto_Rivistageomedia.it

Date post: 17-May-2015
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ET04 - Emerging TechnologiesOrario 14.30 – 17.00Sala 1GIS & MAPPING pro Mobility & Infrastructures
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La crisi della Cartografia tradizionale. (Gianluca Pititto -- www. rivistageomedia.it) Come breve introduzione agli interventi in programma ho ritenuto utile proporre alcune riflessioni sul tema CRISI DELLA CARTOGRAFIA TRADIZIONALE, di cui capita spesso sentir parlare da un po’ di anni a questa parte. Il tema è quello della forte avanzata negli ultimi anni di una modalità diversa di fare cartografia, legata all’avvento ed allo sviluppo delle tecnologie digitali, che come effetto collaterale sta portando alla progressiva scomparsa della cartografia cartacea tradizionale, in particolare quella “di largo consumo”, delle mappe peghevoli che riempivano le tasche laterali delle nostre automobili ai voluminosi atlanti scolastici. L’avvento delle tecnologie digitali e contemporaneamente l’affermazione di un mercato globale ha portato non solo alla necessità di forti investimenti nell’innovazione tecnologica dell’apparato produttivo aziendale di chi crea cartografia, ma anche al confronto con nuovi competitors di respiro globale. Ne sa qualcosa il Gruppo Editoriale De Agostini, storica firma della cartografia italiana, che ha recentemente denunciato la forte crisi del suo comparto cartografico stradale, nonostante i notevoli investimenti finanziari, a causa della spietata concorrenza oggi esistente sul mercato globale. Inutile dire che tutto questo ha inevitabili ripercussioni sull’occupazione (la De Agostini ha annunciato ben 237 esuberi, di cui 147 solo a Novara). L’ambito della cartografia stradale è proprio quello che consente di focalizzare bene alcuni dei fenomeni di cambiamento, non solo tecnologico, ma anche sociale, in pieno corso ormai da anni. Innanzitutto, il fenomeno GoogleMaps e GoogleEarth, indicati come il principale motivo della crisi della cartografia tradizionale. Google, partendo sostanzialmente da zero e grazie all’avvento delle connessioni a banda larga di tipo consumer, ha introdotto una cartografia stradale fruibile on-line estremamente facile da consultare e sempre più ricca di informazioni e di servizi per l’utente finale, dati e servizi che si aggiungono via via nel tempo come nuovi moduli del prodotto. Goggle, a scapito sicuramente del fascino e della bellezza estetica della cartografia cartacea tradizionale, consente però una fruibilità “di massa” dell’informazione topografica e stradale, facile, immediata ed assistita dal software sempre più performante del provider. Inoltre, lo strumento informatico facilita per sua natura l’integrazione di informazioni di varia provenienza e natura (i cosiddetti tematismi), in relazione tra loro dal comune dato di posizionamento. La visualizzazione stratificata in livelli informativi e l’iperspazio di link e rimandi ha fatto il resto. Oggi Google offre a basso prezzo un’informazione cartografica integrata di utilizzo facile ed immediato, che fatalmente ha fatto finire nei cassonetti montagne di mappe cartacee. Non solo: il cambiamento è sicuramente anche culturale. L’approccio alla consultazione di questa cartografia digitale è ben diverso da quello tradizionale: basti pensare, come piccolo esempio, che mentre una volta l’ottimizzazione di un percorso da una località A ad una località B andava costruita manualmente sulla carta, oggi basta indicare Partenza e Destinazione, dopodichè un segmento di software lavorerà per noi! Ma Google è solo un tassello, per quanto importante, del quadro di eventi che hanno rivoluzionato il modo di fare ed usufruire della cartografia. Altro elemento cardine di trasformazione è stato l’avvento delle costellazioni satellitari di geo-positioning e il loro graduale passaggio da un uso prettamente militare ad un uso civile (GPS, GLONASS, GALILEO). Questa circostanza ha reso possibile una forte spinta al mapping, sempre più fine, delle più svariate risorse del territorio (non ultima quella...personale!), instaurando un meccanismo di continuo e progressivo arricchimento della mappe digitali e –di conseguenza- dei servizi ad esse legati. Trovare in pochi secondi la farmacia di turno in un’area geografica non conosciuta, su cui si transita durante un viaggio, è un tipico esempio applicativo di questo arricchimento.
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Page 1: Pititto_Rivistageomedia.it

La crisi della Cartografia tradizionale. (Gianluca Pititto -- www. rivistageomedia.it) Come breve introduzione agli interventi in programma ho ritenuto utile proporre alcune riflessioni sul tema CRISI DELLA CARTOGRAFIA TRADIZIONALE, di cui capita spesso sentir parlare da un po’ di anni a questa parte. Il tema è quello della forte avanzata negli ultimi anni di una modalità diversa di fare cartografia, legata all’avvento ed allo sviluppo delle tecnologie digitali, che come effetto collaterale sta portando alla progressiva scomparsa della cartografia cartacea tradizionale, in particolare quella “di largo consumo”, delle mappe peghevoli che riempivano le tasche laterali delle nostre automobili ai voluminosi atlanti scolastici. L’avvento delle tecnologie digitali e contemporaneamente l’affermazione di un mercato globale ha portato non solo alla necessità di forti investimenti nell’innovazione tecnologica dell’apparato produttivo aziendale di chi crea cartografia, ma anche al confronto con nuovi competitors di respiro globale. Ne sa qualcosa il Gruppo Editoriale De Agostini, storica firma della cartografia italiana, che ha recentemente denunciato la forte crisi del suo comparto cartografico stradale, nonostante i notevoli investimenti finanziari, a causa della spietata concorrenza oggi esistente sul mercato globale. Inutile dire che tutto questo ha inevitabili ripercussioni sull’occupazione (la De Agostini ha annunciato ben 237 esuberi, di cui 147 solo a Novara). L’ambito della cartografia stradale è proprio quello che consente di focalizzare bene alcuni dei fenomeni di cambiamento, non solo tecnologico, ma anche sociale, in pieno corso ormai da anni. Innanzitutto, il fenomeno GoogleMaps e GoogleEarth, indicati come il principale motivo della crisi della cartografia tradizionale. Google, partendo sostanzialmente da zero e grazie all’avvento delle connessioni a banda larga di tipo consumer, ha introdotto una cartografia stradale fruibile on-line estremamente facile da consultare e sempre più ricca di informazioni e di servizi per l’utente finale, dati e servizi che si aggiungono via via nel tempo come nuovi moduli del prodotto. Goggle, a scapito sicuramente del fascino e della bellezza estetica della cartografia cartacea tradizionale, consente però una fruibilità “di massa” dell’informazione topografica e stradale, facile, immediata ed assistita dal software sempre più performante del provider. Inoltre, lo strumento informatico facilita per sua natura l’integrazione di informazioni di varia provenienza e natura (i cosiddetti tematismi), in relazione tra loro dal comune dato di posizionamento. La visualizzazione stratificata in livelli informativi e l’iperspazio di link e rimandi ha fatto il resto. Oggi Google offre a basso prezzo un’informazione cartografica integrata di utilizzo facile ed immediato, che fatalmente ha fatto finire nei cassonetti montagne di mappe cartacee. Non solo: il cambiamento è sicuramente anche culturale. L’approccio alla consultazione di questa cartografia digitale è ben diverso da quello tradizionale: basti pensare, come piccolo esempio, che mentre una volta l’ottimizzazione di un percorso da una località A ad una località B andava costruita manualmente sulla carta, oggi basta indicare Partenza e Destinazione, dopodichè un segmento di software lavorerà per noi! Ma Google è solo un tassello, per quanto importante, del quadro di eventi che hanno rivoluzionato il modo di fare ed usufruire della cartografia. Altro elemento cardine di trasformazione è stato l’avvento delle costellazioni satellitari di geo-positioning e il loro graduale passaggio da un uso prettamente militare ad un uso civile (GPS, GLONASS, GALILEO). Questa circostanza ha reso possibile una forte spinta al mapping, sempre più fine, delle più svariate risorse del territorio (non ultima quella...personale!), instaurando un meccanismo di continuo e progressivo arricchimento della mappe digitali e –di conseguenza- dei servizi ad esse legati. Trovare in pochi secondi la farmacia di turno in un’area geografica non conosciuta, su cui si transita durante un viaggio, è un tipico esempio applicativo di questo arricchimento.

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Da questo punto di vista le tecnologia e l’applicazione che più di tutte ha avuto un’esplosione di popolarità negli ultimi anni è stata quella dei car-navigators e personal-navigators basati su segnale GPS (e, tra un po’, anche e soprattutto sul segnale GALILEO). Al di là delle inevitabili imperfezioni di una tecnologia nascente e dunque in assestamento, è fuor di dubbio che la sempre più capillare diffusione di questi terminali ha assestato ed assesterà un colpo sempre più decisivo all’uso delle mappe cartacee. E l’evoluzione di questo scenario non è ancora del tutto prevedibile. Anzitutto, assistiamo ad un arricchimento delle mappe non solo con informazioni testuali associate alle coordinate in esame, ma anche con informazioni “visuali” sempre più vicine alla realtà fisica dei luoghi: basti pensare alla già presente sovrapposizione alla cartografia topologica delle immagini fotografiche riprese da aerei e satelliti, oppure da veicoli esploratori a terra (vedi Google Map Street View) ed alla progressiva adozione anche di modelli 3D del territorio, con il raggiungimento di livelli di realismo sempre più vicini alla realtà osservabile. In secondo luogo assistiamo anche, nell’ottica del paradigma Web 2.0, alla possibilità di coinvolgere l’utente finale nel processo di arricchimento dell’informazione cartografica. Oggi grazie ai personal-receivers è divenuto molto semplice per il singolo privato effettuare un “mapping” di risorse particolari su una limitata zona di territorio. Queste informazioni possono essere trasmesse al provider (che fornisce la cartografia) per essere integrate nel prodotto cartografico complessivo e diventare così patrimonio comune. In altre parole, una sorta di “cartografia collaborativa” che apre scenari e possibilità estremamente interessanti. Una sorta –se vogliamo- di “democratizzazione geografica” che consente all’utente di accedere alla fase di produzione della cartografia, con ovvi risvolti sulle possibilità sia di aggiornamento che di arricchimento del prodotto finale. Un esempio di tale approccio è la tecnologia Map Share di Tom Tom, comparsa recentemente sul mercato. Naturalmente il GIS propriamente detto, con le sue avanzatissime capacità di elaborazione delle informazioni territoriali, è ben altra cosa di un sistema pur avanzato di visualizzazione integrata dei dati. Ma funzionalità GIS sempre più interessanti si stanno facendo strada nei prodotti commerciali, sia in rete che off-line, tanto da far temere alcuni che si stia delineando una vera e propria competizione tra il mondo dei GIS e le applicazioni in rete di provider come Google. Questo lo capiremo meglio nel prossimo futuro. In questo quadro parlare di “crisi” della cartografia tradizionale appare del tutto ovvio. Com’è ovvio che molti di noi, che abbiamo vissuto e stiamo vivendo la transizione tra i questi due mondi, non possono pensare di accantonare con leggerezza la bellezza ed il fascino della consultazione, gomiti sul tavolo, di una bella mappa cartacea tradizionale: manufatti che, nonostante imperfezioni e limiti, sono capaci di trasmettere il calore di un lavoro artigianale fatto da uomini, piuttostochè la fredda perfezione degli elaboratori elettronici. E’ una reazione umanamente comprensibile, che oggi si percepisce in molti ambiti culturali divenuti terreno di conquista delle tecnologie digitali. Basti pensare alle annose discussione in campo fotografico tra i sostenitori della fotografia digitale ed i nostalgici di quella analogica, in campo musicale per lo stesso identico motivo, in campo letterario tra chi attende con ansia l’avvento definitivo del libro elettronico e chi non vorrebbe mai perdere il sapore e l’odore che si percepiscono sfogliando le pagine ingiallite di un libro cartaceo. Forse l’approccio più equilibrato potrebbe consistere nel prendere atto che l’evoluzione tecnologica, quella che porta indubbi benefici agli uomini in termini di ricchezza di comunicazione, non può e non deve essere fermata: semmai gestita con lungimiranza, affinchè non finisca con l’impigrire l’esercizio intellettuale. Ma, allo stesso tempo, fare in modo che non si perda mai coscienza, soprattutto con riferimento alle generazioni future, del proprio passato e del cammino faticosamente percorso,

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investendo negli strumenti più idonei ad una sua corretta valorizzazione e conservazione nel tempo e nelle coscienze degli uomini. G.P.

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GIS & MAPPINGInfomobilità

ed Infrastrutture

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www.rivistageomedia.it

ITN – Infrastructures, Telematics, Navigation Torino - 2009

Direttore Responsabile: Gianluca Pititto

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ITN – Infrastructures, Telematics, Navigation Torino - 2009

Direttore: Renzo Carlucci

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15.00 SMS e infomobilità attraverso la tecnologia piùconsolidata: la tua voceAndrea David Rizzi, World Business Development Division, IMIN Holding

15.30ICT e geoservizi in mobilità per l’accessibilità urbanaGabriele Franch, Tecnologo, FBK - Fondazione Bruno Kessler Gloria Gianandrea, Project manager, AlmavivA

16.00Informazione geografica aperta e libera: a che punto siamo? Andrea Giacomelli, Vicepresidente e Responsabile comunicazione, GFOSS.it Associazione italiana per l’informazione geografica libera

16.30Condividere l'informazione geograficaFranco Vico, Vice Presidente, AM/FM GIS Italia

17.00 - Chiusura dei lavori

Interventi

Torino - 2009ITN – Infrastructures, Telematics, Navigation

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La crisi della cartografia tradizionale

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di Gianluca Pititto

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• forte sviluppo delle tecnologie digitali

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• progressiva scomparsa della cartografiacartacea consumer

• innovazione tecnologica e mercatoglobale

Spunti di Rifessione

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• fenomeno Google Maps & Google Earth

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• cartografia on-line ricca, multi-level,di facile uso, assistita dal software

• avvento della banda larga consumer

Spunti di Rifessione

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• GPS, GLONASS, GALILEO

ITN – Infrastructures, Telematics, Navigation Torino - 2009

• diffusione massiva dei personal navigator

• crescita del mapping di risorse

Spunti di Rifessione

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• informazioni visuali e 3D

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• spazio all’evoluzione tecnologica

• cartografia collaborativa (Web 2.0)

• valorizzazione e conservazione dellatradizione

Spunti di Rifessione

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fine

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